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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 08 Giugno 2011 |
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ENERGIA FVG: TONDO INAUGURA FOTOVOLTAICO ALLA FAZIOLI |
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Sacile, 8 giugno 2011 - - Lo slogan è azzeccato: "Quando la musica... Nasce dal sole". La musica è quella che viene prodotta dai pianoforti realizzati alla Fazioli di Sacile; il sole, invece, da oggi fornirà l´energia per produrli. Un perfetto connubio per un´azienda nata solo 30 anni fa - inserendosi di prepotenza in un mercato particolare a livello mondiale come quello dei pianoforti da concerto, divenuti ben presto un´eccellenza tutta italiana e "friulana" - che vuole essere all´avanguardia anche a livello ambientale. Da qui la scelta di realizzare un impianto per la produzione fotovoltaica di energia, che verrà utilizzata tutta per le esigenze aziendali: impianto che è stato inaugurato ieri alla presenza del presidente della Regione, Renzo Tondo, e dell´assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, presente anche il consigliere regionale Paolo Santin. L´impianto - che occupa una superficie di 4.700 mq sul tetto dell´azienda ed è invisibile dall´esterno, senza alcun impatto ambientale, quindi - è in grado di produrre oltre 181 kw di potenza con una produzione annua di 187 mila kwh (pari al fabbisogno di 75 famiglie); è composto di 788 moduli fotovoltaici di 60 celle ciascuno per un totale di 47.280 celle in silicio policristallino; è in grado di far risparmiare 100 tonnellate/anno di anidride carbonica. "Il che significa - ha affermato l´ing. Paolo Fazioli - che ogni pianoforte che produciamo (100 all´anno) farà risparmiare 1 tonnellata di Co2". "Il Friuli Venezia Giulia non smette di stupire - ha detto il presidente Tondo, esprimendo il compiacimento della Regione per la Fazioli -. Tante sono le eccellenze del territorio: questa azienda in 30 anni è nata, si è fatta conoscere, ha saputo crescere innovando, e si è imposta nel mondo. Nel momento in cui ci chiediamo quale sarà il futuro, quale modello di sviluppo dobbiamo adottare, mentre dobbiamo ancora uscire del tutto dalla crisi che ci attanaglia, da questa e da altre eccellenze della nostra regione viene un´indicazione chiara: bisogna investire nell´innovazione, ivi comprese le energie rinnovabili". Gli ha fatto eco l´assessore De Anna: "Ciò che oggi Fazioli ha raggiunto con il continuo perfezionamento dei suoi pianoforti, costituisce uno dei punti fermi dell´Isola delle Regioni allestita a Roma per il 150/mo dell´Unità d´Italia: nello spazio del Friuli Venezia Giulia Fazioli è presente. Inoltre con questa sua ´Fazioli Concert Hall´ l´imprenditore dà un segnale importante del sostegno che i privati possono dare alla cultura". Saluti, apprezzamenti e auguri sono venuti anche dal sindaco di Sacile, Roberto Ceraolo, dal direttore della Camera di Commercio di Pordenone, Emanuela Fattorel, dal presidente dell´Unione Industriali, Maurizio Cini; l´ing. Andrea Brumgnach, direttore commerciale di Me/making Energy - l´azienda che ha realizzato l´impianto - ha illustrato le caratteristiche tecniche. Prima del taglio del nastro l´ing. Fazioli ha ricordato che da anni l´azienda attendeva di poter realizzare il fotovoltaico, mettendo in evidenza come quello delle energie rinnovabili è un settore che andrebbe fatto proprio e sostenuto dalle istituzioni e non lasciato alla buona volontà dei singoli. La cerimonia si è conclusa con un concerto del pianista friulano Sebastian Di Bin, che ha eseguito musiche di Haydn, Gulda e Chopin. |
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ROMANIA, ENTRA IN FUNZIONE PARCO EOLICO PRESSO CERNAVODA |
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Bucarest, 8 giugno 2011 - La compagnia Cernavoda Power Srl Bucuresti, detenuta dai portoghesi dell´Energias de Portugal (Edp), ha già concluso i lavori di costruzione di un parco eolico con una capacità totale installata di 69 Mw, ubicato a Cernavoda, e realizzerà un altro parco uguale, nella stessa località, secondo i rappresentanti dell´Autorità Romena per la Regolamentazione dell´Energia Elettrica (Anre), informa l´Ice. I parchi Cernavoda 1 e Cernavoda 2, che avranno insieme un totale di 64 turbine eoliche istallate e una capacità complessiva di 64 Mw, sono tra i primi cinque più grandi progetti energetici ´´verdi´´ della Romania. L´investimento totale ha un valore di oltre 200 milioni di euro e la quantità di energia ´´verde´´ fornita dalle turbine sarà sufficiente per alimentare un numero di 70mila abitazioni. Secondo i rappresentanti dell´Anre, il parco eolico Cernavoda 1 è stato già messo in funzione, mentre per terminare Cernavoda 2, l´Edp ha dovuto ottenere, a causa di alcuni ritardi del progetto, la proroga della validità dell´autorizzazione rilasciata nel 2009. Entrambi i parchi hanno come termine di conclusione il mese di giugno 2011. Il parco Cernavoda 1 è stato il secondo grande progetto eolico messo in funzione quest´anno dopo il parco eolico di 300 Mw finalizzato dalla compagnia ceca Cez. Secondo le stime dei rappresentanti del Ministero romeno dell´Economia, entro ques´anno in Romania saranno installati circa 1.000 Mw eolici. Attualmente, la compagnia portoghese Energias de Portugal (Edp) è il terzo grande investitore sul mercato europeo dell´energia rinnovabile e allo stesso tempo il più grande investitore sul mercato dell´energia eolica a livello mondiale. |
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NUCLEARE: ROSE ‘RINNOVABILI’ PER MARGHERITA. LA SARDEGNA FA GLI AUGURI ALLA HACK CON 97 ROSE, COME LA PERCENTUALE ANTI-ATOMO NELL´ISOLA. |
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Cagliari, 8 Giugno 2011 - Novantasette rose bianche e rosse a zero emissioni provenienti da serre sarde alimentate con energie rinnovabili. È il dono che il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha fatto recapitare all’astrofisica Margherita Hack, che il 12 giugno compirà gli anni e che in diverse occasioni si era espressa in favore del nucleare in Sardegna. Ma che ora ha cambiato idea annunciando il proprio ‘si’ contro il nucleare. “I sardi - ha dichiarato il presidente Cappellacci - l’hanno già detto alle urne, oggi lo diciamo coi fiori: no al nucleare e sì alle energie rinnovabili. E lo diciamo con 97 rose – ha aggiunto - come la percentuale dei cittadini che il 15 e 16 maggio scorso hanno votato no alle centrali nell’Isola, con l’affluenza più alta mai raggiunta per un quesito referendario (60%)”. Un omaggio che vuole essere anche un segno di apprezzamento quanto recentemente espresso dall’astrofisica sui media, dove è sembrato aver corretto le sue posizioni in campo energetico: “No alla costruzione di centrali nucleari in Italia”, “preferibile sviluppare al massimo la ricerca sulle rinnovabili”. Un chiarimento reso necessario, a detta della stessa autrice, dopo le polemiche suscitate dalle sue dichiarazioni a favore dell’atomo, quando aveva indicato proprio la Sardegna come luogo ideale per ospitare centrali atomiche, vista la bassa sismicità dell’area. Pace fatta, dunque, tra l’astrofisica fiorentina e il popolo sardo, poco propenso a immaginare la propria Isola come sito ideale per reattori atomici e depositi di scorie radioattive. Soprattutto in un momento in cui la Regione, con il nuovo progetto Sardegna Co2.zero, sta spingendo l’acceleratore sul piano energetico regionale e sulla sostenibilità. Il piano punta a trasformare la Sardegna nella regione più pulita d’Europa, attraverso lo sviluppo della green economy e l’azzeramento delle emissioni inquinanti, e prevede, tra gli altri obiettivi, l’attuazione di misure per la riduzione di emissione di anidride carbonica, la transizione da centrali ad olio combustibile a quelle a gas metano, il raggiungimento di una quota importante di energia prodotta da rinnovabili. “Fa piacere che la professoressa abbia modificato le proprie convinzioni – ha detto Ugo Cappellacci, che assieme alle rose coi colori sardi ha inviato alla Hack una lettera aperta - la Sardegna sta invece confermando di saper scegliere il proprio futuro in autonomia, di certo anche attraverso lo scambio e l’ascolto di opinioni diverse, ma forte della convinzione che solo la collettività formata da chi ci vive e lavora può decidere come disporre del proprio territorio, pensando non solo per sé ma per i propri figli e per le generazioni che verranno". |
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CENTRALE PORTO TOLLE. ZAIA: VENETO RICORRE PER REVOCAZIONE A CONSIGLIO DI STATO |
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Venezia, 8 giugno 2011 - Il Veneto ricorrerà per revocazione avanti al Consiglio di Stato contro la sentenza con la quale lo stesso ha annullato il decreto del 2009 del Ministero dell’Ambiente di concerto con quello per i Beni Culturali che ha espresso il giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto di riconversione a carbone della Centrale di Porto Tolle. Lo ha deciso ieri la Giunta regionale, su proposta del vicepresidente Marino Zorzato, ritenendo di ravvisare nella sentenza del Consiglio di Stato gli estremi per procedere alla sua impugnazione, autorizzando il presidente Luca Zaia a operare di conseguenza. “L’impugnazione tra l’altro congela la sentenza, e questo ci dà anche il tempo – ha sottolineato Zaia – per interloquire con il Ministero dello Sviluppo Economico, con quello dell’Ambiente e con l’Enel per vedere eventuali possibili aggiustamenti che possano essere fatti nella parte finale della procedura, ovvero nella valutazione di Impatto Ambientale, per adeguarla rispetto ai vizi di forma sollevati”. “Io eredito una procedura già terminata quando sono diventato presidente; il mio obbligo è di portarla avanti perché è stata una scelta democratica dei cittadini. A questo punto è parso più conveniente recuperare tutto ciò che è possibile del lavoro fatto, perché ricominciare da zero ci richiederebbe almeno altri 5 anni, cioè il tempo che ha richiesto la procedura oggetto di ricorso. Stamattina alle parti sociali – ha concluso Zaia – ho ribadito che la Regione non si sente controparte: Porto Tolle è un problema del Veneto, e dell’Italia intera. Per noi significa bilancio energetico alla pari”. |
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CASA DOLCE CASA. COME ACQUISTARLA IN SERENITA´ |
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Trento, 8 giugno 2011- La casa è il bene più amato dagli italiani, ma è anche l´investimento più importante di una famiglia. Per questi motivi, quando si acquista una casa, è indispensabile farlo in assoluta sicurezza: a partire dal mutuo, passando per la trattativa con la banca, fino all´informazione necessaria sulle nuove normative energetiche. E´ stato questo il filo conduttore dell´incontro “Comprar casa in sicurezza: i consigli dei notai”, organizzato, il 4 giugno, dal Consiglio nazionale del notariato con "Il Sole 24 Ore". I notai hanno sottolineato, rispondendo alle domande dei presenti in sala e dei cyber-spettatori della web tv, l´importanza di affidarsi a professionisti del settore per essere completamente tutelati e poter fare delle scelte consapevoli, confrontando le diverse opportunità. Il tema della casa è sempre d´attualità. Lo dimostra il fatto che è uno dei quattro argomenti più “cliccati” su Internet a livello mondiale. Per questo l´incontro coordinato da Massimo Esposti è stato molto seguito. Il primo punto trattato è stato il mutuo. Secondo un sondaggio Ipr-marketing prima della crisi due italiani su 3 potevano accendere un mutuo, attualmente la percentuale si è abbassata ad uno su 2. Dati confermati da Marco Pescarmona, presidente del Gruppo Mutui on line, che ha affermato che “l´80% di chi richiede un mutuo in Italia ha tra i 26 ed i 45 anni con un reddito medio tra i 1.500 ed i 2.000 euro”. Pier Luigi Fausti, presidente del Consiglio notarile di Bergamo, ha sottolineato che “il fai-da-te in questo campo dovrebbe essere assolutamente vietato. E´ importante – ha continuato – affidarsi ad una consulenza indipendente che può dare consigli utili anche sul mutuo da accendere”. Ma è meglio il tasso fisso o il tasso variabile?, è stata la domanda di molti. “Il tasso fisso può far dormire sonni tranquilli, ma le rate sono molto alte”, ha spiegato Fausti. “Il tasso variabile con un tetto massimo (Cap) può essere la soluzione. Ma attualmente il metodo migliore potrebbe essere quello “della nonna”. Un mutuo a tasso variabile con Cap, mettendo da parte altri soldi affinché, dovesse esserci un´impennata del tasso, possa essere estinto in parte il mutuo e far tornare la rata sostenibile. In ogni caso – ha concluso – è fondamentale che le cifre siano subito molto chiare sia sui mutui che sulle assicurazioni relative”. Il secondo argomento è stato quello dell´acquisto di un immobile in costruzione. Case nuove se ne costruiscono sempre meno e la maggior parte degli italiani è attratta dall´acquisto di case “vecchie”. I giovani, però, guardano con interesse al mercato del nuovo. Mara Colla, presidente di Confconsumatori, ha spiegato che “come associazione consumatori cerchiamo di dare alle persone, soprattutto ai giovani, informazioni base su come avvicinarsi al costruttore e quali garanzie chiedere”. Gabriele Noto, notaio in Verona, ha detto che “acquistare una casa da un costruttore non è pericoloso, anche se ci sono delle aree di rischio e delle scorciatoie che vanno evitate. Quindi, è necessario informarsi e rispettare le regole nelle transazioni: miglior viatico per concludere operazioni così importanti, spesso uniche per le famiglie”. Infine s´è parlato della certificazione energetica degli immobili. A discuterne Giacomo Carlino, dirigente del Servizio pianificazione energetica e incentivi della Provincia autonoma di Trento, Gianni Lazzari, amministratore delegato di Habitech – Distretto tecnologico trentino per l´energia e l´ambiente, e Giovanni Rizzi, notaio in Vicenza. L´argomento è sempre più “sentito” dai trentini e dagli italiani in generale. La sicurezza e l´efficienza energetica di un edificio sono infatti diventati criteri di scelta per oltre l´80% degli acquirenti. Il notaio Rizzi ha spiegato che al giorno d´oggi all´acquirente non basta più acquistare le cosiddette “quattro mura”, ma cerca la qualità. Per questo le certificazioni assumono un ruolo importante, a partire dall´agibilità di un immobile arrivando al risparmio energetico e all´efficienza energetica. Carlino ha spiegato che la finalità della certificazione energetica è quella di raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo nell´ottica della riduzione delle emissioni inquinanti nella consapevolezza che il settore dell´edilizia è quello che incide maggiormente. In conclusione, Lazzari ha affermato che serve una nuova sfida per andare oltre la situazione attuale, innovando anche nel settore dell´edilizia, trasformando il mercato attraverso lo sviluppo di sistemi di certificazione di qualità e introducendo sistemi costruttivi nuovi che permettano di garantire prestazioni soddisfacenti con materiali sostenibili, come il legno. |
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SICILIA: SICUREZZA SUL LAVORO, PIU´ PREVENZIONE NEI CANTIERI EDILI |
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Palermo, 8 giugno 2011 - L´assessore regionale per la Salute Massimo Russo ed il presidente del coordinamento regionale dei Comitati Paritetici Territoriali (Cpt) della Sicilia Giuseppe Pettinato, sottoscrivono oggi un protocollo d´intesa che ha come principale obiettivo quello di mettere in azione tutte le sinergie possibili per ridurre il numero di infortuni nei cantieri edili siciliani. La firma del protocollo avviene nella sede dell´assessorato regionale della Salute domani, mercoledi´ 8 giugno, alle 10.00 (e´ prevista la partecipazione della stampa per le interviste) nella sede dell´assessorato regionale della Salute in piazza Ottavio Ziino. Il protocollo consentira´ di realizzare innanzitutto uno scambio di informazioni tra le nove Asp provinciali e i Cpt sui cantieri visitati per intervenire con azioni mirate - ognuno per le proprie competenze - per scongiurare i rischi di infortuni piu´ o meno gravi che si verificano nei cantieri edili. Previste anche azioni congiunte di informazione e formazione rivolte a tutti i soggetti della prevenzione; la promozione di azioni di studio e di ricerca sui fattori di rischio anche con la collaborazione di Universita´ e Centri di ricerca; la raccolta e la diffusione di informazioni, banche dati, buone prassi, norme tecniche ed in generale conoscenze in materia di rischi e danni peculiari del settore edile; collaborazioni a livello regionale e provinciale per l´attuazione di campagne di comunicazione e informazione per la sicurezza sul lavoro in edilizia, incentivazione alla realizzazione di buone prassi nei cantieri edili, azioni per favorire l´applicazione da parte delle imprese dei sistemi di gestione della sicurezza (Sgsl) previste all´art. 30 del decreto legislativo 81/08 sulla sicurezza del lavoro che assegna un ruolo di estrema importanza agli organismi paritetici per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro e in particolare per l´adozione e l´efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione aziendale della sicurezza. Sara´ costituito un tavolo tecnico di coordinamento finalizzato a dare piena attuazione alla convenzione, coordinato dal responsabile del servizio "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" dell´assessorato, Antonio Leonardi e composto da 3 rappresentanti delle Asp e da 3 rappresentanti dei Cpt. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e´ una specifica competenza del Servizio Sanitario Regionale e l´assessorato della Salute lo scorso anno ha varato il "Piano Regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro" che contiene fra l´altro il "Piano Regionale di prevenzione in edilizia 2010/2012". |
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EMILIA ROMAGNA: RIQUALIFICAZIONE URBANA - CONCORSI DI ARCHITETTURA PER IL RECUPERO DI SPAZI PUBBLICI, LA SALVAGUARDIA DELL´AMBIENTE E DEL PAESAGGIO. AL VIA IN COMMISSIONE UN PROGRAMMA REGIONALE PER 6,5 MILIONI DI EURO. |
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Bologna,8 giugno 2011 - Concorsi di architettura per il recupero di spazi pubblici, con un’attenzione particolare all’ambiente, al paesaggio e senza ulteriore consumo di territorio. E’ quanto prevede il programma per la riqualificazione urbana approvato oggi dalla Commissione territorio, ambiente e mobilità, su proposta dell’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda. “Con questo programma la Regione torna investire nel concorso di idee per la riqualificazione degli spazi pubblici – spiega l’assessore Freda – uno strumento di trasparenza, con il quale vogliamo valorizzare le professionalità migliori presenti sul territorio; promuovere il dibattito e il coinvolgimento delle comunità locali; restituire alle amministrazioni locali quel ruolo di regia che è fondamentale per promuovere un miglioramento complessivo della qualità urbana. E’ una prassi già da tempo adottata ad esempio in Francia e che prevede di sottoporre a concorso anche le opere pubbliche di piccole dimensioni”. Il testo, che dovrà essere approvato dall’Assemblea legislativa, individua dunque nel concorso di architettura lo strumento con cui i Comuni potranno selezionare progetti sul territorio per il recupero di aree verdi e spazi pubblici, nonché per la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente. La Regione, oltre a fissare gli indicatori e i criteri di valutazione dei progetti, stanzia anche le risorse finanziarie. Si tratta di 1 milione di euro, per sostenere, con un bando in arrivo entro giugno, i concorsi di architettura promossi dai singoli Comuni, mentre ulteriori finanziamenti, per una cifra iniziale di 5,5 milioni di euro, sono previsti per contribuire alla realizzazione delle opere pubbliche selezionate. Disciplinata dalla legge regionale n.19 del 1998, la riqualificazione urbana è lo strumento con cui in Emilia-romagna sono stati realizzati negli ultimi dieci anni importanti interventi di recupero del territorio urbanizzato. Con questo programma prende il via una nuova stagione di iniziative, volte a promuovere progetti locali di qualità fortemente orientati agli obiettivi di coesione sociale e di sostenibilità ambientale, per invertire la tendenza all’espansione degli insediamenti urbani e al consumo di territorio. |
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EIRE RIFERIMENTO PER GLI INVESTIMENTI |
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Rho/mi, 8 giugno 2011 - L´assessore al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia Stefano Maullu ha partecipato ieri mattina a Rho, nei padiglioni di Fiera Milano, alla giornata inaugurale della rassegna Eire, la più grande manifestazione italiana nel campo del real estate, incontrando diversi operatori del comparto. "Quello dell´immobiliare - ha detto l´assessore - è un mondo che coinvolge per sua natura tutti i soggetti della filiera produttiva, dalle istituzioni ai consumatori, passando per un numero incredibile di categorie professionali". "Come Regione Lombardia - ha proseguito Maullu - guardiamo con estremo interesse a questo ambito, sia perché l´incontro tra domanda e offerta nel campo immobiliare costituisce un importante tassello per lo sviluppo del nostro sistema fieristico, sia perché in prospettiva questa esposizione può diventare un punto di riferimento per gli investimenti immobiliari turistici e alberghieri". Eire 2011, che si concluderà giovedì 9, accresce la sua ´vision´ di respiro internazionale grazie alla presenza di Istituzioni e operatori privati di Paesi dell´area europea e mediterranea come Francia, Austria, Malta, Egitto e Grecia, e dell´area balcanica-est europea come Montenegro, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Romania, Serbia, Bulgaria, Ungheria, Russia. A queste presenze vanno aggiunte quella degli Usa per l´America del Nord e di alcuni Paesi emergenti nel settore Real Estate come Brasile, Nicaragua e Repubblica Dominicana per l´Area Latina, dell´Iran per il Medio-oriente, di Capo Verde per l´Area Africana e delle Filippine per l´Oriente. |
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UNA TAVOLA ROTONDA SUI NUOVI MODELLI PROFESSIONALI: UN NUOVO LAVORO CI SALVERÀ DAL FUTURO |
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Trento, 8 giugno 2011 - La crisi ha ridisegnato i confini della libertà economica ed ai giovani è richiesta la capacità di affrontare le opportunità e le sfide del mercato del lavoro. Come? Ad esempio, guardando alle nuove professioni, grazie alla capacità di cogliere tendenze e visioni. Ne hanno parlato, il 4 giugno Paolo Collini, preside della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Trento; Francesco Lamanda, chairman Mercer Italia, azienda specializzata nelle consulenze sulle risorse umane; e Marcello Messori, insegnante di Economia all’Università di Roma Tor Vergata; con Enrico Franco, direttore del "Corriere del Trentino" e del "Corriere dell´Alto Adige" nella veste di coordinatore. Vita, anzi, futuro davvero incerto per i giovani italiani. E’ questo il quadro che emerge dall’incontro a tre tra un preside di facoltà (Paolo Collini), l’amministratore delegato di un’azienda che aiuta le imprese a gestire le risorse umane (Francesco Lamanda) e lo studioso giramondo (Marcello Messori). Il ricercatore. E’ quest’ultimo a tracciare un quadro italiano tanto deprimente quanto reale: siamo una paese che non cresce dalla metà degli anni ’90, ovvero siamo in stagnazione, con un tasso di invecchiamento tra i più alti al mondo, e la fascia di popolazione in età lavorativa scarsamente occupata e chi non lavora cerca poco lavoro. “In Italia - spiega Marcello Missori - esiste un elevato tasso di dipendenza della persona dall’azienda”. Rispetto a molti paesi avanzati ed emergenti, l’Italia è però rimasta ai margini dello sviluppo tecnologico in atto da 15 anni, con i più bassi investimenti in Ict. Nel Nord Europa il 25 per cento degli investimenti va in Ict, in Italia a mala pena raggiungiamo il 10 per cento. “A questo si aggiunge - continua Messori - che siamo il paese con il più basso tasso di laureati e con il cammino universitario più lento. Nonostante questo i nostri laureati fanno più fatica che altrove a trovare occupazione e con una retribuzione più bassa che altrove”. Quali opportunità esistono allora per un’Italia così piegata su se stessa. “Ad esempio, nei servizi alle persone - ipotizza l’economista - considerato che stiamo invecchiando, oppure sfruttando lo straordinario sviluppo tecnologico che registriamo da tempo”. Il preside. Il quadro migliora con Paolo Collini, presidente della Facoltà di Economia di Trento: “Noi siamo un piccolo paese in un piccolo continente. In prospettiva prevedo un alto tasso di studenti che vanno fuori a studiare. La struttura di studi universitari su due cicli permettere di configurare un numero molto maggiore di formazione professionale. E proprio questa varietà di competenze eterogenee permetterà a molti di cogliere le opportunità del mercato del lavoro e le esigenze delle imprese”. In sintesi, le professioni del futuro vanno individuate nei trend emergenti (energia, ambiente, servizi, molta tecnologia) anche se il mercato viene poi dettato dalle richieste. E qui Collini riporta un dato negativo: “I canali di reclutamento privilegiato dalle imprese italiane è la conoscenza personale. Questo significa che le imprese credono poco nella conoscenza e formazione. Il paese dovrà darsi una scossa perché abbiamo 10 anni di immobilismo ma soprattutto sta ai singoli investire nella capacità e nella motivazione personale”. Il manager. L’esperienza nella gestione delle risorse umane impone a Francesco Lamanda di guardare allo scenario “con molta attenzione”. In Italia esistono aree in linea con il resto d’Europa ed aziende che sono cresciute moltissimo dopo durante la crisi. “Negli ultimi anni - sostiene Lamanda - è aumentata l’offerta del lavoro: donne, precari e neolaureati. Un milione e mezzo di persone lavorano fuori dall’Italia per aziende italiane. Questo capitale è andato all’estero, a seguito della delocalizzazione, ed è un capitale che non tornerà”. Esiste un nuovo modello di formazione da parte dei giovani che vanno all’estero e che solo in parte torneranno. Questo implicherà - secondo Lamanda - una internazionalizzazione della formazione che permetterà alle future generazione di svincolarsi dalle aziende. Il vero problema è che quando un giovane italiano esce dall’università trova un mercato formato al 90 per cento da aziende al di sotto dei 10 dipendenti e con poche aziende che detengono la totalità del capitale di borsa. Questo modello aziendale non chiede particolari figure e quindi tutto quello che abbiamo detto rischia di essere cancellato”. |
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VENDOLA PRESENTA LA DOTE OCCUPAZIONALE PER LE AZIENDE |
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Bari, 8 giugno 2011 - “Quello che abbiamo presentato oggi è il settimo bando del Piano straordinario per il lavoro, un Piano da 340 milioni di euro che la regione Puglia mette a disposizione di chi ha perso il lavoro, di chi è in cerca di lavoro, di chi vive in quell’area che oggi costituisce la principale e più dolente questione del nostro paese, e cioè la gigantesca questione sociale”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola presentando alla stampa questa mattina il bando Dote occupazionale insieme con gli assessori Gentile, Capone, Fratoianni, Sasso e Godelli. “Questo bando è finanziato con 20 milioni di euro e prevede una dote occupazionale per le aziende che assumono persone che hanno determinati punteggi per quanto riguarda lo svantaggio sociale – ha aggiunto il Presidente - noi abbiamo bisogno di portare più giovani e più donne nel mercato del lavoro e quindi stimoliamo questo ingresso, abbiamo bisogno di abbattere le barriere architettoniche, sociali e culturali che rendono una persona con disabilità due, tre, quattro volte svantaggiata. Questo è un Piano che si incrocia con le politiche anticicliche e di sostegno alle nostre imprese attraverso le quali cerchiamo di tenere in piedi la nostra regione”. Vendola poi ha spiegato come, con il Piano per il lavoro, si stia mettendo in campo un nuovo modello di relazione e di sviluppo economico. “La crisi – ha detto - ci spinge a costruire politiche anticicliche e di sostegno ad una domanda di lavoro, ma questo modello che stiamo mettendo in campo diventerà paradigmatico per i tempi ordinari quando, ordinariamente, dovremo continuare le politiche di sviluppo. Vivere la crisi come una occasione per fare crescere la qualità delle politiche pubbliche. Ecco questo è il tentativo che stiamo facendo e che vi raccontiamo nel nostro working progress, man mano che i bandi sono pronti per essere pubblicati. Credo - ha continuato Vendola - che questo sia molto utile per chi vuole rifuggire da un modo di governare fatto di annunci e spettacolarizzazione delle promesse, soprattutto se riferite ad attese spasmodiche dei nostri territori. Sono molto contento che ad ogni conferenza stampa siano presenti con noi i protagonisti della concertazione (sindacati, associazioni di categoria etc ndr) insieme con tutti gli assessori che proprio grazie al Piano per il lavoro, vivono tra di loro una relazione molto forte. Questa esperienza infatti sta cambiando la nostra cultura amministrativa. Modificare una relazione tra settori che vivono in una condizione di autoreferenzialità per mescolare le carte e imparare insieme a costruire politiche pubbliche, è molto importante. Ed è molto importante - ha concluso Vendola - soprattutto farlo insieme agli attori e alle forze sociali che, in questo percorso, ci offrono una conoscenza più di dettaglio. Cresce cosi il Piano per il lavoro, incardinando ciascuna idea in un finanziamento, in una scelta. Se noi poi costruiamo una buona pratica, bene su questa possiamo immaginare anche un’implementazione dei flussi di investimento”. |
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VDA: IL COMITATO PER LA SICUREZZA SUL LAVORO APPROVA IL PIANO OPERATIVO 2011 |
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Aosta, 8 giugno 2011 - Si è riunito nel tardo pomeriggio di lunedì 6 giugno, a Palazzo regionale il Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, convocato dal Presidente della Regione Augusto Rollandin. Dopo l’illustrazione dell’attività ispettiva svolta nel corso dello scorso anno, il Comitato ha approvato il Piano operativo 2011 che contiene le proposte di intervento finalizzate al miglioramento della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e, in particolare, in alcuni settori nei quali è importante focalizzare la prevenzione e la vigilanza, come l’edlizia, l’agricoltura, il settore della metallurgia-siderurgia e nelle aziende attive in ambienti nei quali sono più possibili episodi di inquinamento. Tra i punti trattati nella riunione del Comitato, anche il progetto Sicurezza nell’uso delle macchine agricole, che riguarda l’organizzazione di corsi di formazione finalizzati a diffondere un adeguato livello di competenze tecniche nell´uso dei trattori, anche mediante l´utilizzo di un simulatore di ribaltamento. |
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RAPPORTO IRPET / UNIONCAMERE TOSCANA: UNA RIPRESA DEBOLE E DISOMOGENEA |
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Firenze, 8 giugno 2011- Una ripresa nel 2010 indubbiamente c´è stata (+0,9% di crescita del Pil) ed è un segnale incoraggiante per la capacità di reazione mostrata dal sistema economico toscano, tuttavia essa è stata alquanto disomogenea, guidata dal settore manifatturiero e, in particolare, da quelle imprese orientate all´export che hanno saputo intercettare la domanda internazionale tornata a crescere. Una ripresa asimmetrica dunque, come l´hanno definita i ricercatori Irpet e Unioncamere nel rapporto “La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2010. Previsioni 2011-2012”, che presenta ancora molti elementi di fragilità e che soprattutto non riesce a creare occupazione. Se è probabile che la Toscana, secondo gli ultimi dati Istat, abbia subito meno del resto d´Italia la crisi del 2008-2009, è altresì vero che è ripartita ad una velocità più bassa rispetto alle aree più forti del Paese, in particolare il Nord-est. Le asimmetrie della ripresa - Una ripresa asimmetrica perché non ha coinvolto tutto il sistema produttivo toscano, ma principalmente il settore manifatturiero, ed anche questo in modo particolarmente disomogeneo. Un comparto che ha maggiormente risentito del calo della domanda mondiale, ma che ha anche reagito per primo una volta che questa è tornata a crescere. Gli altri settori hanno infatti dato un contributo basso se non negativo al sistema-regione, spiega lo studio. All´interno del manifatturiero sono state poi le imprese esportatrici le vere protagoniste della ripresa (+6,6% la produzione), mentre le non esportatrici hanno visto ridursi ulteriormente i propri livelli di attività (-2,1% rispetto al 2009). Si tratta però di un gruppo di imprese la cui massa critica si è indebolita negli ultimi anni e, come avvertono gli economisti di Unioncamere Toscana e Irpet, hanno perso una parte della loro capacità di trasmissione degli impulsi positivi al resto del sistema economico. La relazione tra performance aziendali e orientamento all´export è alla base di un ulteriore elemento di disomogeneità della ripresa: il miglior andamento delle grandi imprese (+13,1% di fatturato nel 2010) rispetto alle medie (+9,6%) e ancor più delle piccole (+1,2%) è spiegabile proprio con la maggior propensione ad esportare delle prime, che infatti hanno pienamente recuperato i livelli pre-crisi inoltrandosi in un 2011 che solo per esse sarà di pieno ritorno alla crescita. Da sottolineare inoltre un´altra importante asimmetria: i migliori risultati sono dipesi anche dal livello tecnologico delle aziende. Nel 2010, infatti, i segmenti manifatturieri high-tech hanno realizzato un incremento della produzione del 19,3% dopo essere stati solo marginalmente toccati dalla crisi, quelli a media tecnologia hanno messo a segno una crescita superiore al 5%, mentre i segmenti a bassa tecnologia si sono fermati ad un +2,1%. Nel ritorno alla crescita del 2010 non manca infine una disomogeneità territoriale. Le aree non distrettuali, maggiormente caratterizzate da settori ad alta tecnologia e più orientati ad intercettare la domanda estera, hanno realizzato dei risultati (+9,4%) migliori delle aree distrettuali (+2,8%), scontando al contempo un marcato rallentamento negli ultimi due trimestri dell´anno. Le aree distrettuali, dopo una partenza stentata, hanno viceversa consolidato nel corso dei mesi le proprie posizioni, giungendo a mettere a segno nel Iv trimestre del 2010 un risultato addirittura migliore delle loro omologhe non distrettuali. L´emergenza occupazionale - L´andamento nel complesso positivo del 2010, non ha però consentito un recupero sul fronte occupazionale, per il ritardo fisiologico degli effetti della crisi sul mercato del lavoro e per il forte recupero di produttività legato alla necessità di incrementare la competitività. Tutto ciò ha portato ad una diminuzione dell´occupazione (-0,8%), in particolare nell´industria. Non solo, è cresciuta anche la disoccupazione, in modo più grave di quanto il tasso ufficiale fotografato da Istat (6,1%) lascia trasparire. Nel rapporto Irpet/unioncamere si fa notare che se alle persone ufficialmente disoccupate sommiamo anche quelle in cassa integrazione, quelle che non stanno cercando attivamente lavoro (i cd. Scoraggiati) e quelle che si percepiscono di fatto come disoccupate (nonostante secondo Istat rientrino tra gli occupati, avendo lavorato almeno un´ora nell´ultima settimana precedente la rilevazione) si arriva ad un tasso di disoccupazione superiore al 9%. Particolarmente preoccupante si conferma la situazione dei giovani: nella classe di età tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è cresciuto in un anno dal 17,8% al 23,1%, mentre i cd. Neet (neither in education nor in employment or training, coloro cioè che sono inattivi per motivi diversi dall´essere studenti) sono aumentati di 12mila unità (+18%), rappresentando oramai il 15,5% della popolazione giovanile. Le previsioni per il triennio 2011-2013 - La recessione del biennio 2008-2009 non può essere fatta ricadere tra le crisi congiunturali, al contrario ha segnato una cesura significativa nel sentiero di crescita di lungo periodo del Pil regionale (come anche nazionale e per buona parte dei paesi occidentali). Una crisi che ha cambiato in modo significativo il profilo del sistema regionale, tanto che quando si è tornati a crescere ai ritmi pre-crisi lo si è fatto con un sistema produttivo diverso e più piccolo. Le conseguenze a livello occupazionale si tradurranno in uno stock di occupati non riassorbiti che diventeranno disoccupati o usciranno dalle forze di lavoro, mentre nei prossimi dieci anni mancheranno all´appello mediamente 1,5 miliardi di euro all´anno di entrate fiscali. In questo scenario, in cui si innesteranno anche le politiche fiscali nazionali volte alla riduzione del debito pubblico tramite il taglio della spesa corrente e di quella per gli investimenti, le previsioni di crescita del Pil per la Toscana (+1,1-1,2%) non si discosteranno di molto da quelle per l´Italia (+1,2-1,4%) per il triennio 2011-2013. Una crescita modesta quindi che, unita alla necessità di recuperare maggiori livelli di produttività e di competitività delle imprese, sarà in grado di attivare una domanda di lavoro assai ridotta, nell´ordine di 0,5 punti percentuali in media fra il 2011 ed il 2013. |
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LA SITUAZIONE ECONOMICA DELLA TOSCANA CONSUNTIVO ANNO 2010, PREVISIONI 2011-2012 IL PUNTO DI VISTA DI PIERFRANCESCO PACINI – PRESIDENTE UNIONCAMERE TOSCANA |
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Firenze, 8 giugno 2011 - “Il 2010 segna un importante punto di svolta per l’economia toscana che, sulla scia della ripresa mondiale, è tornata nuovamente a crescere, lasciando alle spalle – almeno apparentemente – una recessione senza precedenti. L’interruzione della serie negativa consente alle nostre imprese di riprendere fiato ma non può tranquillizzarci, e non soltanto perché l’incremento del prodotto interno lordo (+0,9%) rappresenta appena un sesto di quanto è stato perso fra il 2008 e il 2009. Il vero problema è che la nostra regione cresce meno sia rispetto alle aree più dinamiche del Paese – alcune stime collocano ad esempio il Nord-est (+2,1%) ad oltre il doppio rispetto al dato regionale – sia rispetto alla media nazionale, ed anche l’anno in corso si apre con indicazioni che sono solo in parte incoraggianti.. Nel primo trimestre del 2011 la produzione manifatturiera continua infatti a crescere (+1,7%), riproponendo tuttavia il problema del divario di performance rispetto alle aree più dinamiche del Paese, con il Piemonte e la Lombardia che hanno registrato un incremento di circa il 7%, il Veneto del 4,6% e l’Emilia Romagna del 2,7%. Il problema del differenziale di competitività che il nostro sistema economico-produttivo deve recuperare resta dunque irrisolto: una sfida difficile e complessa, anche perché di bassa crescita dell’economia toscana si parla ormai da anni con giustificata preoccupazione senza che – almeno fino a questo momento – si scorgano concrete inversioni di rotta. La ripresa del 2010 è stata da noi definita “asimmetrica” poiché mette in luce come la risposta delle imprese ad un contesto esterno tornato favorevole sia fortemente differenziata non soltanto fra un settore e l’altro ma anche, all’interno di ciascun settore, fra imprese diverse. Per creare una reale discontinuità rispetto al passato occorre allora sostenere soprattutto le imprese ad alto potenziale di crescita, puntando su quelle in grado di adattarsi e, possibilmente, di anticipare le trasformazioni in corso nell’ambiente competitivo. Si tratta non soltanto di quelle capaci di affrontare con successo le sfide dell’internazionalizzazione o con una più elevata propensione all’innovazione, ma più in generale di quelle caratterizzate da un “progetto d’impresa” più evoluto e complesso, in grado cioè di far leva su molteplici fattori competitivi (dall’organizzazione della produzione a quella commerciale e distributiva, alla gestione -sempre più strategica- della finanza e della logistica) e di dotarsi in funzione di ciò di risorse umane con competenze nuove e diverse rispetto al passato”. |
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L’INNOVAZIONE E IL RAPPORTO MATURO TRA PUBBLICO E PRIVATO, OCCHI PUNTATI SUL TERZIARIO |
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Trento, 8 giugno 2011- Nei servizi territoriali è indispensabile affinare il rapporto tra pubblico e privato. La competizione di un territorio, oggi, ha successo se si gioca in un rapporto virtuoso tra pubblico e privato, senza sconfinamenti, ma con azioni sinergiche e complementari. Questo il tema emerso con forza, il 3 giugno , dal dibattito “Sulle ali dell’innovazione: terziario tra libertà economica e intervento pubblico”, tenutosi presso “La Tenda Aperta” di Piazza Duomo. Protagonisti Paolo Nicoletti, dirigente generale del Dipartimento turismo, commercio, promozione e internazionalizzazione della Provincia autonoma di Trento; Roberto Pallanch, direttore dell’Associazione Albergatori della Provincia di Trento; Massimiliano Peterlana, presidente Fiepet – Confesercenti; Roberto Mori, della Fiavet- Unione Commercio, Turismo e Servizi e Walter Largher, segretario confederale Uil Tucs Trentino. Innovazione è la parola chiave dell’economia moderna, dove i servizi rappresentano una componente molto rilevante. Ma cosa possono fare pubblico e privato per innovare nel settore terziario? «Soprattutto creare le condizioni affinché l’iniziativa privata possa esprimersi al meglio – ha sottolineato Paolo Nicoletti -, talvolta con interventi normativi appropriati, talvolta con incentivi, talvolta intervenendo direttamente nelle situazioni in cui il mercato fa più fatica, penso in particolare ai servizi di informazione turistica, ai piccoli esercizi di approvvigionamento di generi di prima necessità nelle zone montane, ma anche a settori apparentemente più profit come le stazioni sciistiche». Il dirigente della Provincia autonoma di Trento ha quindi richiamato il disegno di legge provinciale che andrà in discussione in Aula nelle prossime settimane, in cui viene esaltato il concetto di sinergia tra pubblico e privato. «Le nostre imprese – ha sottolineato Nicoletti – devono rafforzare la competitività internazionale ed imparare a lavorare ancora di più assieme, vuoi attraverso gli strumenti tradizionali, quali i consorzi, vuoi attraverso le nuove opportunità offerte dai contratti di rete. Perché per avere successo non è più sufficiente che un albergatore investa nella propria struttura, ma l’intero sistema deve muoversi con decisione ed unità d’intenti nella stessa direzione, con una promozione territoriale coesa e coerente». Roberto Pallanch ha ribadito il ruolo centrale dell’iniziativa privata per lo sviluppo di un territorio. «Il pubblico esercita un ruolo fondamentale – ha sottolineato – ma il motore dello sviluppo è e rimane l’impresa. Mentre a volte un intervento pubblico pesante ed invasivo corre il rischio di mortificare le capacità e lo spirito imprenditoriale». Pallanch ha lamentato la stretta creditizia delle banche, ancora molto rilevante, invitando l’ente pubblico a “benvedere” più che a “prevedere”. «Nel nostro contesto istituzionale si può sbagliare il meno possibile solo se mettiamo in piedi un corretto ed efficiente sistema di confronto tra le parti. Solo così riusciremo a governare la complessità». «L’innovazione è un elemento necessario per competere sul mercato, anche per piccole imprese, ma questa innovazione ha costi che le piccole imprese non possono sostenere», ha ribadito Massimiliano Peterlana. «Chiediamo all’ente pubblico di farsi garante nei confronti dell’impresa verso gli istituti di credito, di svolgere un ruolo strategico di coordinamento, e di fare uno sforzo importante per diminuire la burocrazia, diventata ormai uno dei costi principali per l’azienda, e di adoperarsi attraverso le aziende satelliti, quali Trentino Marketing, per promuovere a 360 gradi in Europa e nel mondo il marchio di qualità, creando delle sinergie che ancora oggi non sono del tutto attuate: abbiamo tanti enti che fanno tante cose, serve un coordinamento più deciso». All’interno del terziario, e del turismo in particolare, un ruolo di rilievo spetta anche alle agenzie viaggi. Circa 100 aziende sul territorio della provincia di Trento, di cui Fiavet ne aggrega circa il 35%. «Serve una forte convergenza - ha rilanciato Roberto Mori, di Fiavet Trentino - su ciò che interessa tutti: innovazione, formazione, rete, e un sano rapporto tra pubblico e privato. Cammino difficile ma che fatto assieme diventa più interessante». Mori ha anche ricordato l’impegno dell’associazione nella formazione continua e nell’adeguamento degli operatori, attuali e possibili futuri, attraverso tirocini e stage formativi, alle nuove tecnologie. Walter Largher, segretario confederale Uil Tucs Trentino, non ha usato mezzi termini. «Serve più formazione, ma davvero stiamo facendo tutto il possibile? Prendiamo ad esempio For.te, il Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la formazione continua per le imprese del terziario, riconosciuto dal Ministero del Lavoro. Ebbene, il Trentino ha gli stessi aderenti della Toscana, eppure nel 2009 abbiamo portato a casa 300 mila euro contro i 4 milioni di euro della Toscana. E questo perché dal Trentino non sono arrivate richieste». Largher ha rilanciato anche sulla concreta utilità degli enti bilaterali, in particolare per quanto riguarda il finanziamento di corsi ed iniziative formative. «Un modo nuovo di concepire ed attuare le relazioni sindacali – ha ribadito Largher - in un settore dove la contrattazione collettiva raggiunge a malapena il 15% dei lavoratori, con un 85% che rimane escluso, soprattutto nel settore del turismo, degli alberghi, delle agenzie viaggio, dei piccoli negozi, dove pure la formazione è indispensabile per innovare e rappresenta un investimento sia per il lavoratore che per l’azienda». |
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FINMECCANICA RISPONDE A ROMA CAPITALE |
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Roma, 8 giugno 2011 - Il presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini ha risposto alla lettera nella quale il sindaco Gianni Alemanno chiedeva rassicurazioni sul destino del settore laziale del Gruppo e sulla relativa tutela dei lavoratori. Le preoccupazioni del primo cittadino nascevano dall’esigenza di comprendere meglio le logiche industriali sottese al progetto di ottimizzazione degli assetti produttivi e alla conseguente razionalizzazione organizzativa del segmento dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza del Gruppo. «Finmeccanica ha dato un primo riscontro positivo alle domande del Sindaco – spiega l’assessore alle Attività Produttive e al Lavoro Davide Bordoni – sottolineando che la nuova configurazione organizzativa dell’azienda non prevede la delocalizzazione di risorse dal territorio laziale verso altre Regioni. La nuova realtà manterrà l’attuale bacino di competenze nell’ambito delle attività di progettazione, gestione e commercializzazione e continuerà a presidiare tecnologie di altissimo livello sul territorio laziale». «Per quanto attiene alle ricadute occupazionali legate all’operazione – continua Bordoni – il presidente Guarguaglini ha sottolineato che le 276 unità del territorio laziale considerate a rischio dalle organizzazioni sindacali sono da considerarsi in riferimento ad un periodo di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Siamo fiduciosi sul fatto che tale operazione, che Finmeccanica ritiene applicabile per la durata di due anni, abbia la finalità di riqualificare le stesse risorse, adeguandone le competenze al mutato contesto di mercato in questo particolare frangente di crisi economica. Roma Capitale ribadisce comunque la disponibilità ad aprire con l’azienda ed i sindacati un tavolo di concertazione sulla riorganizzazione strategica del segmento dell’Elettronica di Finmeccanica». |
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ABRUZZO: A BREVE BANDO RIVOLTO AD ASSOCIAZIONI CONSUMATORI PREVISTE RISORSE PER OLTRE 350 MILA EURO |
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Pescara, 8 giugno 2011 - Sarà pubblicato sul Bura all´incirca entro un paio di settimane (ma sarà visibile anche sul sito internet della Regione Abruzzo e sui principali portali di settore) il bando relativo ai progetti promossi dalle associazioni regionali dei consumatori. Lo ho assicurato, ieri mattina, il vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Economico nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Pescara. L´iniziativa rientra nel progetto multiregionale "Il costo sociale ed ambientale del Consumo", nel quale la Regione Abruzzo è impegnata dal 2009 con Toscana, Umbria, Marche e Puglia. Le risorse previste, interamente coperte dal Ministero dello Sviluppo Economico, sono pari a 352 mila euro. "Finalmente, dopo l´approvazione della specifica legge, avvenuta qualche mese fa - ha ricordato il vice presidente - le associazioni dei consumatori non sono più entità anonime ma hanno la possibilità di incidere maggiormente sulle abitudini e sui comportamenti dei cittadini in tema dui consumi. Occorreva, però, fornire uno strumento concreto che consentisse a queste organizzazioni di centrare in pieno gli obiettivi che intendono perseguire. In primis, la costruzione di un´educazione al consumo responsabile e consapevole e la creazione di una consapevolezza della insosteninibilità dei nostri stili di vita e dei nostri modelli. Pertanto, al di là della consistenza del contributo previsto - ha proseguito - era fondamentale dare un segnale di attenzione verso questo mondo". Due sono i moduli funzionali in cui si articola il programma. Il primo modulo del programma è suddiviso in due interventi e prevede, tra l´altro, un´attività di informazione ed educazione attravreso il portale ´puntoconsumo´ in collaborazione con l´Università telematica Leonardo Da Vinci. A tal proposito, ha partecipato all´odierna conferenza stampa anche il rettore dell´ateneo telematico. Beneficiari del bando sono i partenariati tra le Associazioni dei consumatori iscritte all´albo regionale ed ogni raggruppamento dovrà essere costituito da un minimo di due associazioni. I progetti dovranno prevedere azioni di informazione ed educazione rivolte ai consumatori sui temi della legalità e del consumerismo, sempre nell´ottica della tutela del cittadino-consumatore. |
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FVG: SERVIZI FAVORISCONO NUOVI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI |
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San Giorgio di Nogaro, 8 giugno 2011 - Assieme ai rispettivi staff direzionali, l´assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, ed il presidente della Zona industriale dell´Aussa Corno, Cesare Strisino, si sono incontrati oggi a San Giorgio di Nogaro per fare il punto sulle strategie e sulla collaborazione tra Regione e Ziac ai fini dell´incremento produttivo della zona. "Negli ultimi anni l´apertura di stabilimenti di un certo rilievo e dimensione conferma che il Friuli Venezia Giulia è uscito da un ruolo marginale per diventare un´area appetibile a livello nazionale ed internazionale", ha confermato l´assessore Seganti, notando che là dove viene offerto un servizio logistico costoso ma completo, come accade nella Zona industriale dell´Aussa Corno, gli insediamenti danno vita a considerevoli realtà industriali. L´ assessore ha quindi ricordato che le Attività produttive finanziano la realizzazione delle opere infrastrutturali e mettono a disposizione una serie di strumenti finanziari per favorire gli insediamenti. "Inoltre - ha rilevato - l´operazione di marketing territoriale che abbiamo avviato al fine di attrarre nuove imprese è una delle modalità fondamentali per recuperare e potenziare l´economia locale, favorendo il riassorbimento dei lavoratori usciti dal sistema produttivo in questi due anni di crisi". Nel corso della riunione è stato in particolare evidenziato lo stato di avanzamento dei lavori relativi ad una serie di opere di infrastrutturazione e bonifica, lavori che sono stati oggetto di finanziamenti regionali per circa 33 milioni di euro a totale copertura dei costi. Le prospettive di sviluppo dell´area sono state quindi illustrate dal direttore della Ziac, Marzio Serena, il quale ha ricordato come a breve sarà inaugurata l´Aussachem spa, che si propone la mission di coltivare un´idea di chimica verde e investire in tecnologia e ricerca per promuovere e anticipare i futuri trend della green economy nel settore della chimica industriale con un impianto che, nel suo genere, è il primo in Europa ed il più grande in Italia, è dotato di tecnologie d´avanguardia ed in futuro sarà dotato anche di un centro ricerche. Un altro insediamento di rilievo a breve parzialmente attivo, ha ricordato Serena, è la Sangalli Vetro Porto Nogaro spa, azienda che produrrà vetro piano in lastre e vetro stratificato di sicurezza ed a regime prevederà l´impiego complessivo di quasi 200 addetti. |
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INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2011 CONFINDUSTRIA COMO E CONFINDUSTRIA LECCO |
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Como/lecco, 8 giugno 2011 - Nei giorni scorsi si è conclusa la rilevazione della nuova edizione dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Confindustria Como relativo al mese di maggio. Entrambe le indagini sono svolte mediante la somministrazione di brevi questionari a risposta multipla, e i risultati prodotti includono elementi aggregati e disaggregati, approfondimenti per settori merceologici di attività e per classi dimensionali. L’azione sinergica delle due Associazioni territoriali nell’effettuare le rilevazioni e le analisi consente di cogliere congiuntamente caratteristiche distintive e analogie tra i due territori, fornendo alle industrie uno strumento ancora più efficace per “leggere” e interpretare la congiuntura economica locale. Gli indicatori monitorati confermano i dati già rilevati durante la precedente Indagine di aprile, senza particolari elementi di positività o criticità. Per le aziende nel loro complesso i giudizi prevalenti sono improntati alla stabilità, con domanda ed attività produttiva che continuano a rivelare lievi propensioni di crescita. L’export mantiene il ruolo di elemento propulsore del mercato e l’andamento della produzione media si stabilizza al 75% di quella totale. Continuano a persistere elementi frenanti come una limitata visibilità, alcune situazioni di insolvenza da parte dei clienti e oscillazioni dei prezzi delle materie prime; tuttavia, le aspettative degli imprenditori per le prossime settimane sono fiduciose e improntate al miglioramento. Gli Ordini - Il campione delle due province esprime una situazione positiva, dove i giudizi che indicano crescita continuano a superare quelli indicanti una diminuzione. In particolare i dati registrano un aumento nel 31% dei casi (il 30% ad aprile), stabilità per il 48% (il 47% in precedenza) e una contrazione nel 21% (il 23% nella scorsa edizione). Esaminando la provenienza geografica degli ordini, il mercato interno conferma una fase di sostanziale stabilità, indicata dal 52% del campione (56% ad aprile); mentre il 26% indica una crescita e il 22% una diminuzione (entrambi al 22% in precedenza). Le esportazioni esprimono un saldo positivo con una crescita indicata dal 27% del campione, stabilità per il 52% delle risposte e diminuzione per il restante 21%. Per la prima volta da inizio anno i dati registrano una contrazione del gap tra giudizi positivi (scesi al 27% dal 39% di aprile) e quelli negativi (in aumento fino all’attuale 21% contro il precedente 18%). La Produzione - Per entrambe le province la produzione conferma un andamento positivo, anche se i dati esprimono contestualmente un rallentamento del ritmo di crescita. Il 59% del campione comunica il permanere dei livelli produttivi di aprile, il 16% una diminuzione, mentre il 28% esprime un aumento. Nonostante il gap tra i giudizi sia favorevole, i dati della scorsa edizione dell’osservatorio rapido lo erano di più (il 39% indicava crescita e il 14% una contrazione). In media le imprese rivelano di utilizzare il 75% della capacità produttiva effettiva, in linea con il dato di aprile (76%). Le Previsioni - Le imprese di entrambi i territori esprimono aspettative favorevoli per le prossime settimane con un terzo del campione che comunica una crescita (il 33%, in aumento rispetto al 28% di aprile). Il 52% prevede una situazione immutata mentre le ipotesi di una nuova contrazione risultano limitate al 15%. L’orizzonte di visibilità delle imprese inizia ad estendersi: nonostante la metà delle imprese comunichi di avere poche settimane sulla previsione degli ordini, è in crescita (al 44%) il numero di chi comunica una visibilità di qualche mese. In otto casi su dieci l’orizzonte di visibilità risulta in linea con il tempo medio di evasione degli ordini, mentre solo nel 3% le imprese possono lavorare con un’ampia visibilità sulla programmazione della produzione. Le Materie Prime - Sul versante delle materie prime, uno degli elementi di maggior criticità per le imprese, i dati non esprimono punti di svolta rilevanti. Il 39% delle imprese di entrambe le province indica di aver subito ulteriori aumenti nel prezzo delle forniture, mentre il 62% ha visto sostanzialmente congelati i livelli dei prezzi, comunque alti, dello scorso aprile. Oltre un’impresa su tre comunica anche difficoltà nell’ottenimento delle forniture richieste. Tra le azioni attuate dalle imprese per far fronte al caro prezzi, predominanti sono state l’innalzamento delle scorte (31%) e acquisti spot (53%). La Solvibilita’ - A livello generale, il 62% delle imprese comunica l’esistenza di situazioni di difficoltà di pagamento da parte dei clienti. Per tali casi di insolvenza viene rilevata una dinamica negativa: un’impresa su tre esprime un aumento dei ritardi per contro solo per un’impresa su dieci la situazione è migliorata. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito - Le imprese indicano situazioni di generale stabilità nei rapporti con gli istituti di credito. L’ 82% del campione comunica il permanere delle condizioni precedentemente praticate e solo il 4% condizioni migliori. Si attesta al 14%, per contro, la percentuale di soggetti che rivelano condizioni meno vantaggiose rispetto a quanto praticato in precedenza. L’occupazione - Lo scenario occupazionale delle due province evidenzia livelli complessivamente stabili, più favorevoli rispetto alle previsioni formulate ad aprile. L’86% del campione comunica il mantenimento dei livelli mentre i giudizi di crescita e diminuzione (entrambi attestati al 7%) tendono a bilanciarsi. I Dati Di Como - Gli indicatori monitorati indicano uno scenario stabile cui si affiancano pochi segnali positivi o di ripresa dell’attività economica. La domanda non registra variazioni neppure sui mercati esteri, dove in precedenza si erano registrati buoni risultati; si riscontra un ampio utilizzo della capacità produttiva; si rilevano ulteriori criticità riguardo la dinamica dei prezzi delle materie prime e l’orizzonte di previsione della domanda. Nel dettaglio, sul fronte della domanda, l’indagine rapida evidenzia un aumento degli ordini per il 33% del campione, mentre il 25% indica una riduzione. Si attesta al 43% il numero dei soggetti che indicano invece una stabilità rispetto ai livelli di inizio anno. Esistono alcune differenze rispetto ai mercati geografici di interesse. Gli ordini provenienti dall’estero rilevano una battuta d’arresto (al contrario di quanto rilevato nelle precedenti edizioni), con una crescita per quasi un quinto dei giudizi (il 18%) e stabilità nel 43%. La domanda interna, invece, ha performato meglio: il 38% del campione comunica il mantenimento dei livelli; i giudizi che indicano contrazione sono il 23%; quelli che esprimono una crescita sono il 33%. L’attività produttiva si attesta sui medesimi livelli di febbraio perché influenzata dai risultati divergenti dei mercati esteri e di quello interno. Il 35% delle imprese comunica un incremento, il 40% segnala stabilità e solo il 25% una diminuzione. In media, il campione rivela di utilizzare circa il 71% della capacità produttiva disponibile. Il dato è in linea con le rilevazioni del mese precedente e ben superiore ai livelli di febbraio. Sul fronte previsionale le imprese del campione esprimono fiducia e intravedono uno scenario di crescita più robusta: si attesta al 50% il numero di coloro che attendono un aumento della domanda mentre il 28% prevede il permanere degli attuali livelli, confermando per le prossime settimane uno scenario nel complesso invariato. Solo il 23% invece comunica previsioni negative. Permangono criticità sull’orizzonte temporale di visibilità sulla domanda. Infatti, il 60% del campione rivela di avere visibilità per poche settimane (inferiori ad un mese), il 35% per qualche mese. Il dato è in linea con quanto rilevato nel corso di questi primi mesi del 2011. La solvibilità dei clienti delle aziende aderenti all’indagine mostra anch’essa qualche segnale di criticità: il 70% del campione comunica la presenza di insolvenze o difficoltà di pagamento tra i propri clienti. Un peggioramento della situazione. Inoltre, il 29% dei giudizi indica un incremento nella dinamica degli insoluti; il 61% una situazione invariata e il restante 11% una diminuzione. Sul versante delle materie prime, l’osservatorio descrive una situazione più stabile rispetto al mese scoro ma permangono ancora delle tensioni; i costi per l’approvvigionamento, sebbene non siano incrementati come in passato, sono ancora a livelli molto elevati. A fronte di questi aumenti le imprese hanno acquistato materie prime sul mercato spot (60% dei casi); incrementato le proprie scorte (26% dei giudizi). Si segnala infine che l’11% delle imprese ha stipulato contratti derivati per coprirsi dal rischio di un ulteriore incremento delle materie prime e solo il 3% del campione ha intrapreso dei gruppi d’acquisto. Nei rapporti tra le imprese e il sistema creditizio lo scenario rivela una generale stabilità (segnalata per il 78% dei casi). Il 20% delle imprese del campione, per contro, comunica l’esistenza di condizioni peggiori. Il quadro occupazionale appare sostanzialmente stabile: il giudizio prevalente è il mantenimento dei livelli (indicato nel 83% dei casi), il 10% degli intervistati ha indicato livelli occupazionali in aumento e il restante 8% in diminuzione. Le previsioni espresse dal campione paiono confermare lo scenario appena descritto anche per i prossimi mesi (prospettive stabili nell’73% dei casi). Ritengo – commenta Ambrogio Taborelli, presidente di Confindustria Como - che la battuta d’arresto che è stata evidenziata per gli ordini provenienti dall’estero sia da considerare molto più significativa rispetto all’aumento della domanda interna, perché è soprattutto ai mercati esteri che si rivolge la nostra produzione. Molti possono essere i fattori che influenzano questo andamento – come i fattori stagionali – ma la contrazione è un chiaro segno di presenza di problematicità anche nei mercati esteri. La frenata degli ordinativi, che purtroppo coinvolge tutti i settori, si prolungherà certamente anche nel mese di giugno. Il futuro che ci aspetta continua a prospettarsi incerto e non ci permette di impostare una programmazione seria. Anche i recenti dati riferiti alle richieste di cassa integrazione – che sono in aumento – sono in sintonia con questo stato di cose. Significativo anche il dato relativo alla presenza di insolvenze o difficoltà di pagamento: per cercare di arginare questo problema io credo che sia necessario monitorare attentamente i clienti alla ricerca di eventuali criticità. Insomma, magari guardare meno al fatturato ma curare di più il risultato. |
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