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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Giugno 2011
26 ° ANNIVERSARIO DI SCHENGEN: DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO EUROPEO PER GLI AFFARI INTERNI, CECILIA MALMSTRöM  
 
 Bruxelles, 14 Giugno 2011 - Il 14 giugno, 26 anni fa l´abolizione dei controlli alle frontiere iniziata in tutta l´Ue. L´accordo di Schengen ha fatto viaggiare senza passaporto possibile per oltre 400 milioni di europei. Da i primi cinque, l´area Schengen include oggi 25 paesi. Facciamo oltre 1.250 milioni di tragitti come turisti ogni anno e si possono visitare amici e parenti in tutta Europa senza ostacoli burocratici alle frontiere interne. Inoltre, per la nostra economia, nonché, la libera circolazione è fondamentale per il successo del mercato unico. La creazione dello spazio Schengen è uno dei risultati più tangibili, popolari e di successo dell´Unione europea e, se necessario, dobbiamo trovare il modo per proteggere e migliorare esso. Gli Stati membri hanno la responsabilità di controllare le proprie frontiere esterne a nome degli altri paesi Schengen. L´agenzia europea Frontex, che assiste gli Stati membri in questo, fa un ottimo lavoro e dovrebbe essere rafforzato al più presto per essere ancora più efficace. La Commissione europea sta attualmente rafforzando le norme di Schengen e rafforzare l´integrità dello spazio Schengen per rendere questa cooperazione più solida. Per Schengen per lavoro, gli Stati membri devono fidarsi l´uno dell´altro. E ´il mio impegno per la protezione che la fiducia reciproca, e di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per garantire la libera circolazione che tutti noi amiamo. I recenti avvenimenti mostrano la necessità di una governance solida europea di Schengen, di fare regole certe sono decisi ed attuati correttamente e in modo uniforme in tutta l´area Schengen. I fondatori di Schengen hanno reso possibile per noi di muoversi liberamente senza rinunciare alla sicurezza. Quindi continuiamo a lavorare nel loro spirito e migliorare ulteriormente la libertà e la sicurezza dei cittadini europei negli anni a venire.  
   
   
UNA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE SOTTOLINEA IL CARATTERE DI URGENZA CHE L’INNOVAZIONE RIVESTE PER L’EUROPA E PRENDE IN ESAME I PROGRESSI COMPIUTI DAGLI STATI MEMBRI  
 
Bruxelles, 14 giugno 2011- Secondo la relazione 2011 della Commissione europea sulla competitività dell’Unione dell’innovazione, se si vuole che la strategia “Europa 2020” sia fonte di crescita intelligente e sostenibile occorre che l’Ue migliori significativamente i propri risultati in materia di innovazione in più di un settore. L’europa ha bisogno di investire di più e in maniera “più intelligente” in ricerca e sviluppo, sia nel settore pubblico che in quello privato: ciò permetterebbe non solo di stimolare la crescita nel medio termine, ma avrebbe anche effetti anticiclici in tempi di crisi. Oltre a una maggiore cooperazione tanto all’interno dell’Unione europea quanto a livello internazionale, si rende necessario un miglior uso dei risultati della ricerca che comprenda anche il rafforzamento del regime normativo sulla proprietà intellettuale. Occorre adattare i sistemi educativi alle esigenze dell’innovazione aziendale ed incoraggiare maggiormente le Pmi innovative in rapida crescita. È necessario concentrare gli sforzi in modo da migliorare il record incoraggiante che l’innovazione europea detiene nel far fronte a sfide mondiali quali i cambiamenti climatici e va colmato il divario di genere nei settori della scienza e della ricerca. La Commissaria per la ricerca, l’innovazione e la scienza Máire Geoghegan-quinn ha così commentato: “La relazione sottolinea quanto lungo, impegnativo e accidentato sia il cammino dell’Unione dell’innovazione, ma conferma la correttezza delle scelte politiche concordate dall’Ue per percorrerlo fino in fondo. L’attuazione dell’Unione dell’innovazione sia a livello europeo che nazionale costituisce un “must” economico, tanto importante per la crescita sostenibile quanto mettere ordine nelle finanze pubbliche”. La relazione analizza i punti di forza e le carenze dei sistemi nazionali di ricerca e innovazione e, basandosi sul quadro valutativo dell’Unione dell’innovazione, fornisce elementi concreti sui quali fondare le scelte politiche nazionali. La relazione comprende una scheda in cui sono ripresi i risultati in ricerca e innovazione di ogni paese. Principali conclusioni della relazione - Occorre che l’Europa acceleri gli investimenti in ricerca e innovazione. L’unione sta avanzando poco a poco verso la propria meta, ovvero investire il 3% del Pil in ricerca e sviluppo (a fronte del 2,01% nel 2009), sebbene il divario con i maggiori concorrenti mondiali si stia facendo sempre più grande, specie perché il settore privato investe di meno in R&s. Nel 2008 il 24% dell’intera spesa mondiale in R&s è stata effettuata all’interno dell’Ue, contro il 29% nel 1995. Rispetto al Pil, le imprese investono due volte di più in Giappone o in Corea del Sud che in Europa. In tempi di crisi economica, l’accumulo di investimenti in ricerca e sviluppo ha un effetto anticiclico. I paesi che hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno maggiori possibilità di uscire dalla crisi. Nel 2009 e nel 2010, a riuscire a mantenere o ad accrescere la loro spesa in R&s sono stati rispettivamente 17 e 16 Stati membri. Gli investimenti in innovazione devono essere “più intelligenti”. I migliori risultati in materia di innovazione sono stati raggiunti da quanti hanno concentrato i loro investimenti in strategie di specializzazione intelligenti, mettendo assieme sia interventi sul lato dell’offerta (quali sovvenzioni pubbliche all’istruzione superiore, R&s aziendale, capitali di rischio e infrastrutture scientifiche e tecnologiche) che misure sul fronte della domanda (si pensi agli appalti pubblici per prodotti innovativi, alla standardizzazione prestazionale e alle disposizioni normative a favore dei mercati di prodotti competitivi). È necessario far coincidere la formazione delle persone altamente qualificate con i bisogni delle imprese. Nell’ue, solo il 46% dei ricercatori lavora nel settore privato (contro l’80% negli Stati Uniti). Gli Stati membri dovrebbero adattare i loro sistemi educativi per far sì che detto rapporto aumenti, garantendo al tempo stesso una migliore corrispondenza alle necessità delle imprese. L’integrazione e l’internazionalizzazione della ricerca accresce la redditività degli investimenti. L’internazionalizzazione e la produzione efficiente dell’eccellenza scientifica si rafforzano a vicenda. I flussi di conoscenze intra-europei (ovvero di studenti, pubblicazioni congiunte e cooperazione per brevetti congiunti) sono un punto forte che il completamento dello Spazio europeo della ricerca contribuirà a rafforzare ulteriormente. Tali flussi sono però concentrati all’interno di un numero ristretto di paesi dell’Europa occidentale. Un contesto debole impedisce che il sapere venga tradotto in prodotti e servizi commerciabili. L’europa sta perdendo terreno nello sfruttamento dei risultati della ricerca. Con il 29% della produzione nel 2009, l’Ue è il primo produttore mondiale di pubblicazioni scientifiche soggette a valutazione tra pari; tuttavia, il tasso di crescita del numero di domande di brevetti “Pct” (Patent Cooperation Treaty) presentate in Giappone e in Corea del Sud è quasi il doppio di quello dell’Ue e circa la metà degli Stati membri non produce alcun brevetto “Ueb” (Ufficio europeo dei brevetti) di alta tecnologia. Occorre fare di più per offrire una gestione e una tutela dei diritti di proprietà intellettuale economicamente più vantaggiose. Il brevetto Ue, attualmente in fase di negoziazione, costituirà un importante punto di partenza. L’europa possiede un forte potenziale in termini di invenzioni tecnologiche utili per far fronte alle sfide della società. Nel 2007 l’Ue ha rivendicato il 40% dei brevetti connessi con le tecnologie volte a contrastare i cambiamenti climatici. Ciò dimostra che investimenti mirati in ricerca e dimostrazione in settori chiave, assieme a misure intese a sostenere l’ampliamento del mercato, possono portare allo sviluppo di nuove tecnologie e innovazioni. È questo lo spirito dei partenariati europei per l’innovazione varati dall’Unione per l’innovazione. Abbiamo bisogno di Pmi più innovative e in rapida crescita. Occorre che l’Ue recuperi il ritardo accumulato rispetto agli Stati Uniti in termini di intensità di ricerca nei settori ad alta e media tecnologia. In altri termini, sono necessari mutamenti strutturali sia all’interno dei settori che tra di essi. In alcuni paesi europei, come l’Austria e la Danimarca, tali mutamenti sono già in atto e hanno consentito il passaggio ad un’economia a maggiore intensità di conoscenze. Molti di detti paesi si sono anche meglio ripresi dalla crisi economica. Tale successo è accomunato da Pmi innovative e in rapida crescita, dall’eccellenza scientifica nel settore della ricerca pubblica e da condizioni che agevolano la commercializzazione delle nuove scoperte.  
   
   
L´AVVOCATO GENERALE NIILO JääSKINEN, PRECISA LA PORTATA DELLA NOZIONE DI «OPINIONE ESPRESSA NELL´ESERCIZIO DELLE FUNZIONI PARLAMENTARI»  
 
 Lussemburgo, 14 giugno 2011Il Protocollo sui privilegi e sulle immunità dell’Unione europea offre due tipi principali di tutela ai membri del Parlamento europeo (Pe): da un lato, la tutela della libertà di parola nell´ambito dell´esercizio delle funzioni di deputato (immunità sostanziale o insindacabilità parlamentare) 1 e, dall´altro, la garanzia in favore dei membri del Pe contro i procedimenti giudiziari per la durata della loro attività (immunità processuale o improcedibilità) 2. In forza dell’immunità sostanziale, unica rilevante nella presente fattispecie, i membri del Pe non possono essere ricercati, detenuti o perseguiti a motivo delle opinioni o dei voti espressi nell´esercizio delle loro funzioni. Tale immunità mira a consentire al Pe stesso di mantenere la propria integrità e di garantire l´indipendenza dei suoi membri. Essa non è quindi concepita come un privilegio personale dei deputati europei, bensì come una garanzia per la salvaguardia della missione dell´istituzione. Infine, essa ha carattere assoluto (è illimitata nel tempo e in essa rientrano tutte le forme di responsabilità giuridica, penale e civile) e incondizionato (il Pe non può revocarla e il deputato non può rinunciarvi). In caso di procedimenti giudiziari promossi contro un deputato europeo a motivo delle opinioni e dei voti da costui espressi, la valutazione dei presupposti di applicazione dell’immunità assoluta rientra nella competenza esclusiva del giudice nazionale, il quale, in caso di dubbio, può adire la Corte di giustizia. Pertanto, anche ove il Pe, a seguito di una richiesta del deputato, adotti una decisione di difesa dell’immunità, tale decisione costituisce un parere sprovvisto di effetti vincolanti nei confronti delle autorità giudiziarie nazionali. Il sig. Patriciello, membro italiano del Pe, è accusato, nell´ambito di un procedimento penale avviato nei suoi confronti dinanzi al Tribunale di Isernia, del reato di calunnia, per avere falsamente incolpato di un comportamento illegittimo (falso in atto pubblico) un agente della polizia municipale nel corso di un alterco. Nel 2009 il Pe – ritenendo che egli avesse agito nell´interesse generale del suo elettorato – ha deciso di difendere la sua immunità. Il giudice italiano chiede alla Corte di giustizia se un fatto di reato di tal genere costituisca un´opinione espressa nell´esercizio delle funzioni parlamentari, tale da rientrare nell’ambito dell’immunità sostanziale. Per quanto riguarda la portata dell´immunità sostanziale, l´avvocato generale ritiene che essa presenti tre aspetti. Il primo, di natura oggettiva, è volto a garantire ai deputati la possibilità di promuovere e di condurre il dibattito politico parlamentare in piena libertà al fine di influenzare l’esercizio dei poteri propri del Pe. Il secondo aspetto, parimenti di natura oggettiva, è volto a contribuire ad una divisione verticale ed orizzontale dei poteri in seno all’Unione. Il terzo aspetto, di natura soggettiva, equivale ad un diritto fondamentale che limita i diritti fondamentali degli altri cittadini. 1 Art. 8 del Protocollo sui privilegi e sulle immunità. 2 L’«immunità processuale», detta anche «improcedibilità» (art. 9 del Protocollo sui privilegi e sulle immunità) si applica ai membri del Parlamento europeo in caso di procedimenti giudiziari per atti compiuti in veste di semplici cittadini per la durata del loro mandato; essa è limitata alla durata del mandato, perde efficacia in caso di flagranza di reato e può essere revocata dal Parlamento. L’avvocato generale ricorda che l´immunità sostanziale si estende a tutte le forme possibili dell´attività parlamentare. È certo vero che i locali parlamentari rappresentano il luogo privilegiato del dibattito politico, che deve poter essere svolto in piena libertà (criterio spaziale). È tuttavia evidente che la portata dell´immunità sostanziale non può essere limitata ai soli atti che si svolgono nel luogo in cui ha sede il Pe. Pertanto, la questione più problematica è la definizione del criterio valido ai fini dell´applicazione dell´immunità sostanziale alle attività e alle dichiarazioni intervenute al di fuori dei locali del Pe. A tal proposito, l´avvocato generale propone di applicare un criterio apposito per la natura delle funzioni di un deputato europeo, che colleghi l´immunità sostanziale non tanto al contenuto delle dichiarazioni di un membro del Pe, quanto piuttosto al rapporto tra il contesto in cui vengono effettuate tali dichiarazioni e i lavori parlamentari (criterio organico). Ai fini dell´applicazione del criterio organico l´avvocato generale propone di effettuare una distinzione tra il «nucleo» delle attività parlamentari, da un lato, e le attività che lo circondano, dall’altro. Sono ascrivibili alla prima categoria non solo le opinioni e i voti espressi nel foro parlamentare, nei comitati, nelle delegazioni, negli organi politici e nei gruppi politici. L´avvocato generale propone, infatti, di includervi anche la partecipazione, in qualità di membro del Pe, alle conferenze, alle missioni e agli incontri politici al di fuori del Pe stesso. Per contro, in assenza di un nesso evidente con un´attività parlamentare, l´avvocato generale propone di applicare, sulla scorta della giurisprudenza della Corte di Strasburgo, il principio di proporzionalità. Pertanto, più l’atto o la dichiarazione di un membro del Pe si allontana dal nucleo delle sue funzioni, più devono essere stringenti i motivi che giustificano l´applicazione dell´immunità sostanziale. Quanto agli atti compiuti da un deputato europeo in qualità di politico nazionale, o anche regionale o locale, l´avvocato generale è dell´avviso che l´immunità sostanziale, introdotta dal Protocollo e basata sul Trattato, faccia riferimento allo svolgimento della missione dell’Unione europea. Di conseguenza, gli atti rientranti nel dibattito politico in generale o le dichiarazioni riconducibili ad un contesto meramente nazionale o locale non possono, alla luce del criterio organico, beneficiare dell’immunità sostanziale. Pertanto, l´avvocato generale suggerisce alla Corte di dichiarare che il comportamento di un membro del Parlamento europeo, privo di nesso con le attività dell´istituzione, non costituisce un´opinione espressa nell´esercizio delle funzioni parlamentari tale da poter beneficiare dell´immunità sostanziale. Importante: Le conclusioni dell´avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. Il compito dell´avvocato generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è stato designato. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa. La sentenza sarà pronunciata in una data successiva. Importante: Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell´ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.  
   
   
VDA, FONDO SOCIALE EUROPEO: NUOVO INVITO A PRESENTARE PROGETTI PER IL PROGRAMMA OPERATIVO OCCUPAZIONE 2007/2013  
 
 Aosta, 14 giugno 2011 -La Presidenza della Regione informa che la Giunta regionale ha approvato il nuovo Invito 2011/10 per la presentazione dei progetti da realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo, per un impegno di spesa di oltre 2 milioni di euro. Destinatari dell’invito sono aziende, enti locali, istituzioni scolastiche, associazioni, enti di formazione accreditati che potranno presentare progetti tramite sistema informativo Sispor, mentre le relative richieste di ammissione a valutazione e finanziamento dovranno essere presentate a mano entro le ore 14 di venerdì 29 luglio 2011. Il F.s.e. Ha come obiettivo quello di migliorare le condizioni occupazionali dei lavoratori, di favorire la qualificazione professionale e l’inserimento lavorativo delle persone, anche svantaggiate, di contribuire a migliorare la professionalità dei lavoratori occupati, di promuovere la ricerca e l’innovazione, di favorire la specializzazione superiore dei giovani e anche attraverso scambi internazionali. L’invito, che verrà illustrato nel corso di una riunione rivolta agli enti attuatori accreditati il giorno 14 giugno alle ore 10,30 nella saletta di Palazzo regionale, è reperibile sul sito internet dell’Amministrazione regionale, www.Regione.vda.it/  alla voce “lavoro”, nella sezione dedicata a bandi ed inviti. Ulteriori informazioni possono essere richieste alla scrivendo all’indirizzo di posta elettronica assistenzatecnicapor@regione.Vda.it    
   
   
FORUMED 2011: SECONDA EDIZIONE DEL FORUM BIENNALE DEL MEDITERRANEO 27-30 GIUGNO 2011  
 
 Chieti, 14 giugno 2011 -L´abruzzo torna protagonista della scena economico-istituzionale internazionale, con l´organizzazione della seconda edizione di Forumed (Forum biennale del Mediterraneo), principale appuntamento regionale dedicato alla promozione degli scambi commerciali e della cooperazione tra le diverse realtà territoriali dell´area euro-mediterranea. Promosso dall´assessorato allo Sviluppo Economico, l´importante evento si terrà dal 27 al 30 giugno presso il Centro espositivo della Camera di Commercio di Chieti. Numerose le novità di questa edizione 2011 di Forumed, che ruoterà intorno ai temi del networking e della conoscenza quali chiavi strategiche fondamentali per favorire attività di collaborazione con l´estero e processi di internazionalizzazione delle imprese. "Intendiamo rafforzare - ha dichiarato il vice presidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Abruzzo - il proficuo percorso iniziato due anni fa con la realizzazione del primo Forumed, esperienza che ha fornito le basi per la successiva stipula di rilevanti intese con specifici Paesi e territori dell´area mediterranea, utili allo sviluppo dei rispettivi sistemi produttivi, e per l´organizzazione di iniziative formative e di sensibilizzazione ad esso collegate volte a supportare la propensione internazionale delle nostre imprese. Quest´anno vogliamo porre l´attenzione sull´importanza di fare sistema a tutti i livelli e fra tutti gli attori in campo - ha proseguito - e sul condividere conoscenze approfondite riguardo i Paesi e i mercati di riferimento, spingendoci anche oltre il bacino del Mediterraneo fino a includere realtà territoriali dell´Europa orientale, come Russia e Romania, con cui la Regione Abruzzo ha già portato avanti diversi progetti". Quattro le giornate dedicate alla manifestazione (due in più rispetto all´edizione precedente), per consentire una maggiore articolazione dei lavori e facilitare le opportunità di contatto con gli interlocutori esteri. Accanto a una prima giornata maggiormente dedicata agli aspetti istituzionali che, con la presenza di numerose autorità ed ospiti di livello internazionale, nazionale e regionale, incoraggerà certamente la predisposizione di ulteriori accordi tra l´Abruzzo e le aree territoriali ospitate, le tre giornate seguenti vedranno al centro delle attività le aziende impegnate a internazionalizzarsi, che potranno così beneficiare delle possibilità concrete messe a disposizione. In particolare, per le imprese, il programma dei lavori prevede: una serie di incontri e contatti bilaterali su appuntamento con interlocutori stranieri, per favorire la costruzione di partnership e generare opportunità d´affari; un supporto diretto fornito da esperti presenti in sede volto a facilitare i processi di internazionalizzazione verso aree e Paesi selezionati; sessioni tematiche in cui verranno condivise esperienze tangibili di networking internazionale, grazie alla presenza di reti di successo già operanti nello scenario euro-mediterraneo. Maggiori informazioni e modalità di adesione saranno rese disponibili sui siti di Forumed ( www.Forumed.it/ ) e di Sprint Abruzzo (www.Sprintabruzzo.it), struttura regionale in cui confluiscono i principali enti nazionali e territoriali preposti all´internazionalizzazione delle imprese.  
   
   
LA LIBERTÀ, FATICOSA MEDIAZIONE TRA SOCIETÀ, RELIGIONE ED ECONOMIA  
 
Trento, 14 giugno 2011 - Le domande sorgono spontanee ad un lettore mediamente attento della nostra contemporaneità. Perché religioni diverse impongono o sanzionano comportamenti diversi? Se una religione vieta alcuni cibi mentre un´altra impone ai genitori di insegnare a leggere ai propri figli, che conseguenze economiche ne derivano? Perché l´India di oggi abolisce un´istituzione - la dote dalla sposa allo sposo - che è esistita per millenni in tante civiltà? Perché tante civiltà dall´antichità a oggi hanno leggi o norme religiose anti-usura, e che effetti creano queste restrizioni? Le risposte - come spiega Maristella Botticini, docente di economia dell’Università Bocconi di Milano, protagonista dell´incontro per "Passato Presente" al castello del Buonconsiglio - ci vengono dalla storia. “Negli ultimi anni - esordisce Maristella Botticini - l’economia ha incominciato a studiare il legame tra norme sociali e valori religiosi, e come questi possono interagire con la vita di tutti i giorni”. L’economista porta due esempi: l’abolizione nel 1961 in India della tradizione della dote, che però non ha portato allo sradicamento di questa usanza che continua a fiorire; e gli effetti sull’economia dei divieti imposti dalle religioni. Gli studi scientifici sulla dote si dividono in due: da una parte, gli antropologi spiegano la dote come una sorte di eredità pre-mortem alle figlie; dall’altra, gli economisti per i quali prevale il mercato e che definiscono la dote come il prezzo che rende competitiva la donna agli occhi del marito. La dote alle figlie. “Entrambi hanno ragioni”, spiega Maristella Botticini, che compie un viaggio spazio-temporale dagli assiri-babilonesi del 350 a.C. Alla società fiorentina del 1300. Nella storia cogliamo una costante, ovvero la figlia lascia il nucleo familiare e va a vivere in un altro luogo, in un’altra famiglia. “Il padre - teorizza la docente - lascia partire la famiglia a 15-16 anni e finanzia il suo futuro. Così lui si prende cura della figlia, che grazie alla dote trova il miglior marito su piazza, pur mantenendone la proprietà. Al contempo, il padre motiva i figli che, attratti dall’eredità, hanno tutto l’interesse a lavorare bene per la famiglia”. Questa tradizione è trasversale a tutte le religione. Le doti muoiono di morte naturale con il passaggio dalla società agraria ad una società più evoluta, dove i maschi non lavorano solo per la famiglia. “Maschi e femmine - osserva la docente - sono uguali e il genitore preferisce investire in istruzione. In prospettiva, maschi e femmine si divideranno l’eredità”. In India, a differenza del mondo, la tradizione della dote resiste perché il patrimonio familiare non resta di proprietà della figlia ma passa al marito. In caso di morte, la donna resta senza nulla e spesso la famiglia non accetta il suo ritorno perché significherebbe la prospettiva di recuperare una seconda dote. Gli effetti della religione sull’economia. La professoressa Botticini prende ad esempio gli ebrei: “Un popolo a cui va ascritto il 50 per cento dei Premi Nobel, un alto numero di scienziati, con un’alta percentuale di professioni nobili, quali notai e banchieri mentre quasi nessuno fa il contadino. Siamo in presenza di una società che una scelto di vivere in città, investire su se stessi e non nella terra, perché quella te la possono portare via il giorno dopo”. Nella storia, gli ebrei sono diminuiti dal 60 d.C. Al 600, passando da 5,5 milioni a 1,2 milioni, per diminuire ancora tra il 1250 e il 1500 da 1,2 milioni a 800 mila persone. “I due trend - svela l’economista - si spiegano perché all’inizio gli ebrei erano contadini, per poi passare, a partire dal X secolo durante l’impero Ottomanno, ad essere commercianti e mercanti del credito. In seguito si specializzeranno in professioni e si sparpaglieranno per il mondo”. Per gli ebrei - secondo l’analisi economica - cambia l’impostazione religiosa con l’introduzione della norma secondo cui per essere un buon ebreo, il padre deve mandare il figlio maschio a leggere i leggi sacri. “Dai sacrifici di animali nel tempio - osserva ancora la docente - si passa agli studi della Bibbia: questo dettame religioso causa all’inizio una conversione di ebrei contadini verso altre religioni, quali il cristianesimo che abolisce l’obbligo dello studio delle sacre scritture. Con l’arrivo della religione islamica, gli ebrei lasciano l’agricoltura, smettono di convertirsi in massa, e si dedicano al commercio. Si spostano dalla Mesopotamia e si spingono in Siria, Egitto e nelle terre affacciate sul Mediterraneo. Alcuni governanti li invitano perché sono istruiti e hanno conoscenza che la gente del posto non possiede”. Così come l’ingresso degli ebrei nella finanza è dovuto alla loro situazione iniziale, ovvero sono ricchi, istruiti, hanno contatti in tutto il mondo e le leggi consentano loro di tutelare i loro contratti. “A distanza di secoli - conclude la docente - un’imposizione religiosa, apparentemente assurda, quasi folle e controproducente, si rivela secoli dopo una leva per lo sviluppo dello stesso popolo”.  
   
   
CROAZIA, INFLAZIONE AL 2,4% IN APRILE  
 
Zagabria, 14 giugno 2011 - Secondo i dati diffusi dall´Istat locale, lo scorso aprile il tasso di inflazione annuo in Croazia è rallentato al 2,4 per cento. A livello mensile, invece, i prezzi sono aumentati dello 0,2. Il maggior aumento dei prezzi (+20,8 per cento) a livello annuo è stato registrato nel segmento del gas e benzina, seguito da quello del settore trasporti (+7 per cento). Nei primi giorni del mese di maggio è stata registrata una stagnazione dei prezzi dei prodotti alimentari.  
   
   
BULGARIA, PREZZI ALLA PRODUZIONE IN FORTE CRESCITA AD APRILE  
 
Sofia, 14 gennnaio 2011 - Stando a quanto affermato dall´Istituto Nazionale di Statistica, i prezzi alla produzione sul mercato domestico bulgaro sarebbero cresciuti di 0,6 punti percentuali ad aprile 2011, rispetto al precedente mese di marzo. L´indice dei prezzi alla produzione è invece cresciuto del 10,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010, con una buona spinta fornita dall´industria manifatturiera, dall´elettricità, dal gas e dai servizi di condizionamento dell´aria.  
   
   
SLOVACCHIA, RIFLESSIONI INESS SULLA CRESCITA ECONOMICA  
 
Bratislava, 14 giugno 2011 - La convinzione che la rapida crescita economica in Slovacchia porterà anche un pareggio del bilancio statale non può essere giustificata, ha scritto l´analista Radovan Durana dell´istituto Iness in una relazione per l´Istituto europeo di ricerca per i problemi economici e le questioni fiscali. "Questo scenario è problematico prima di tutto in termini di livello generale di tassazione, che non permetterà una rapida crescita, e in secondo luogo perché gli stantard concordati a livello sociale conducono a uno stato sociale costoso, con spese statali in aumento, almeno allo stesso ritmo dell´economia nel suo complesso", ha scritto Durana nel rapporto sulla tassazione in Europa 2010. Il gettito fiscale, anche grazie alla crescita economica, dovrebbe aumentare dell´11 p.C. In Slovacchia nel 2011, ha scritto Durana. In una prospettiva a lungo termine, tuttavia, il Governo deve affrontare una sfida: "Solo l´adozione di riforme strutturali, quest´anno e negli anni a seguire, sarà in grado di creare spazio per una riduzione della spesa che consentirebbe un arresto o l´inversione degli aumenti fiscali", secondo Durana.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: POLIDORI, SPRINT GRAZIE A PMI VERO TESORETTO ITALIA DATI ISTAT PRIMO TRIMESTE 2011  
 
 Roma, 14 giugno 2011 – “Le nostre piccole e medie imprese sono il vero tesoretto di questo Paese e la conferma arriva ancora una volta dai dati Istat di oggi”. È quanto dichiara il sottosegretario dello Sviluppo economico, con delega al Commercio con l’estero, Catia Polidori commentando le rilevazioni dell’Istituto di statistica, secondo le quali l’export italiano, durante i primi tre mesi di quest’anno, è cresciuto rispetto all’analogo periodo dello scorso anno del 18,4%, pari – in termini assoluti – ad un incremento superiore ai 14 miliardi di euro. Più in particolare infatti, dall’analisi dell’ Istat risulta che tutte le regioni - ad esclusione del Friuli Venezia Giulia – hanno conosciuto tassi di crescita positivi. Decisivamente rilevanti sono stati gli aumenti registrati dalle quattro principali regioni esportatrici italiane: Lombardia (+17,6%), Emilia Romagna (+19,2%), Veneto (+17,6%) e Piemonte (+16,2%). L’ incremento trimestrale, pari a 8,7 miliardi di euro, è equivalente a quanto Liguria e Toscana hanno complessivamente totalizzato dalla vendita dei propri prodotti all’estero nei primi tre mesi dell’anno in corso. Nonostante ciò l’Italia settentrionale ha conosciuto, in termini relativi, un aumento che si è attestato al di sotto della media nazionale; in particolare il Nord-ovest ha realizzato un +18,3%, mentre il Nord-est un +15,8%. L’italia insulare è stata la ripartizione territoriale che ha conosciuto il maggior incremento (+27,4%), seguita da quella centrale e meridionale con percentuali pressoché simili (+18,8%). “Dal commercio internazionale dipende un quarto del nostro Pil e il momento è prezioso”, ha affermato il Sottosegretario al Commercio con l’Estero, Catia Polidori, “già nei dodici mesi del 2010 l’export italiano si è riportato a 337,8 miliardi e ormai manca poco per raggiungere il record storico pre crisi. In questa ripresa, dove tutti hanno fatto la propria parte, un apprezzamento particolare va alle piccole e medie imprese che ce l’hanno messa tutta per non perdere terreno soprattutto nei confronti della Germania. Ed è questo tesoretto, fatto di migliaia di imprenditori, che bisogna difendere e per il quale vale la pena di combattere”. A livello settoriale, infine, a trainare la crescita delle esportazioni, in particolar modo, sono stati: per l’Italia nord occidentale il comparto metallurgico (30,9%), per l’Italia nord orientale la meccanica strumentale (+26,6%), per il centro il settore della moda (+19%), per il meridione il comparto automobilistico (+39,3%) e, infine, per le isole i prodotti petroliferi raffinati (+32,7%). La situazione cambia se andiamo a considerare la crescita congiunturale: rispetto a ottobre-dicembre 2010, infatti, il Nord-ovest risulta essere la ripartizione territoriale con il più alto tasso di crescita. -  
   
   
ASSOLOMBARDA. FORMIGONI:RIFORME, ORA IL GOVERNO DEVE OSARE  
 
Milano, 14 giugno 2011- ´Il Governo nazionale, in questi anni, ha saputo offrire stabilità al nostro sistema, garantendo conti pubblici in ordine ed ed evitando di farci fare la fine di altri paesi europei. È stato un ottimo lavoro riconosciuto anche dalla Commissione europea che considera credibile, almeno fino al 2012, il piano di consolidamento dei conti pubblici predisposto dall´Italia. Allo stesso tempo, tutti noi ci rendiamo conto, e anche Bruxelles ce lo ricorda, che l´ottimo lavoro fatto necessita di qualche passo in più. Oggi è necessario riuscire a osare ciò che, fino a ieri, non si è potuto osare. Oggi è il momento di declinare insieme quella prudenza e quel coraggio che sono state due virtù ricordate da due ministri diversi nel corso di questi weekend´. È un forte appello quello rivolto al Governo dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, all´assemblea generale di Assolombarda organizzata al Conservatorio di Milano. Sul palco, assieme al presidente Aberto Meomartini, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Stimoli Per Le Imprese - Dopo l´esecuzione al pianoforte dell´inno d´Italia da parte di un giovane musicista, Formigoni apre il suo intervento guardando alla politica nazionale con fiducia: ´Il declino - dice richiamando le parole del governatore della banca d´Italia, Mario Draghi - non è ineluttabile. Nella ripresa bisogna crederci perché essa è legata solo in parte a fattori economici e dipende anzi dalle istituzioni, dalle imprese, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze´. E in questa condivisione il presidente lancia due parole chiave: prudenza e coraggio: ´Prudenza senza coraggio sarebbe pavidità, coraggio senza saggezza sarebbe un giocare con il destino proprio e degli altri. Occorrono ulteriori misure per affrontare le debolezze strutturali della nostra economia. Occorre una riforma fiscale che, a questo punto, si dimostra ineludibile. Occorrono stimoli per le imprese capaci di investire, fare ricerca ed esportare´. Riforme A Costo Zero - Per mettere in sicurezza la nostra economia - dice Formigoni - occorrono anche riforme a costo zero: ´Abbiamo bisogno di alcune riforme di stampo liberale a costo zero che le nostre imprese invocano da tempo e sulle quali da tempo parliamo, ma è necessario passare dalle parole ai fatti. Penso alla sburocratizzazione, alla semplificazione, alla delegificazione, alla riduzione dei tempi di decisione e all´accorciamento delle diverse catene decisionali´. Sono temi su cui Regione Lombardia si è già esercitata e sui quali ha raggiunto risultati significativi: ´Lo abbiamo fatto - ricorda il presidente - nel concerto con i rappresentanti delle imprese, del mondo economico, del mondo sindacale, del mondo delle università, chiamando attorno a noi i migliori esponenti di questo mondo e chiedendo loro di assumere la responsablità di queste riforme´. Esempio citato è l´agenda di governo 2011-2015 per la semplificazione e la modernizzazione del sistema Italia, ´documento strategico e di indirizzo che delinea un percorso di lavoro pluriennale per la Regione Lombardia e per tutto il sistema della pubblica amministrazione lombarda´. Due, sotto questo aspetto, i fronti di intervento regionali: la razionalizzazione e l´efficientamento dei processi interni, e - in secondo luogo - le azioni per una trasparenza e semplificazione dei servizi a vantaggio dei cittadini e delle imprese. Gli Interventi Strutturali Nazionali - Formigoni elenca altre riforme strutturali necessarie al rilancio e alla crescita della produttività delle imprese: cita l´opera di ´mastodontica infrastrutturazione del nostro territorio che porterà i suoi risultati entro la data fatidica del 2015´, l´opera di riforma del mercato del lavoro ´in cui abbiamo avanzato proposte significative nell´ambito della flessibilità in uscita e dell´esigenza di un´intesa sulla rappresentanza in azienda sulla via delle intese aziendali e delle deroghe al contratto nazionale´. Il presidente pensa anche a un sistema ´che sostenga sempre di più la libertà di iniziativa della persone e dell´impresa: senza questa voglia di fare nessuna riforma, per quanto intelligente, potrà buoni risultati´. Un sistema - specifica - che valorizzi la creatività, investa sul merito e, allo stesso tempo - come ha ricordato recentemente Marcegaglia riferendosi al contrasto alle infiltrazioni mafiosi negli appalti - ripensi ´la funzione dello Stato per concentrare lo Stato laddove deve essere presente ed efficiente ma non c´è, e tagliarlo molto nell´infinità di settori in cui c´è ma non dovrebbe esserci´. L´impegno Della Lombardia - In questi mesi di difficoltà Regione Lombardia - dice agli imprenditori Formigoni - ´siamo riusciti a concentrare investimenti importanti´: il riferimento è all´accordo con il ministero dell´Università per un valore di 150 milioni di euro, alle politiche di sostegno al sistema imprenditoriale (62,3 milioni aggiuntivi per il 2011), alla conciliazione tra famiglia e lavoro (con un comitato creato ad hoc), alle politiche ambientali e alla green economy (con il piano per una Lombardia sostenibile), al lavoro per la banda larga da estendere a tutto il territorio entro il settembre del 2012 e a quello per la banda ultralarga, e allo sviluppo del sistema della formazione professionale.  
   
   
EXPO, ACQUISTO AREE, FORMIGONI: ACCORDO FIRMATO ´AVANTI SU STRADA SEMPRE INDICATA VERSO REALIZZAZIONE EVENTO´ CONTRATTO DEFINITIVO ENTRO 20 OTTOBRE - PREZZO 49,6 MILIONI  
 
 Milano, 14 giugno 2011 - E´ stato firmato ieri, con atto giuridicamente vincolante, l´accordo tra la società pubblica Arexpo e la Belgioiosa srl (Cabassi) per l´acquisto delle aree destinate all´Expo. Si tratta di un ´Contratto di opzione´, con il quale ´Belgioiosa concede irrevocabilmente ad Arexpo, che accetta, il diritto potestativo di acquistare da Belgioiosa medesima il Compendio Immobiliare´, l´area di 256.000 metri quadrati in questione, che si trova nei comuni di Milano e di Rho. ´Si tratta di un passo fondamentale e decisivo - commenta con soddisfazione il presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni - sulla strada che ho sempre indicato, che ci consente di presentarci domani al Bie a Parigi perfettamente in regola, nel pieno rispetto dei tempi prefissati, e di procedere decisamente verso la realizzazione di Expo´. L´opzione di Acquisto potrà essere esercitata da Arexpo entro il 5 agosto; entro il 20 ottobre verrà firmato il contratto di acquisto definitivo. Il prezzo è stato concordato tra le parti in 49,6 milioni (per l´esattezza 49.615.642,50 euro), al netto delle imposte e spese accessorie come per legge.  
   
   
TAVOLI BILATERALI ITALIA-EMIRATI ARABI UNITI, IL PRESIDENTE SPACCA RINGRAZIA IL MINISTRO ROMANI PER L´ATTENZIONE POSTA A FINCANTIERI E ANTONIO MERLONI.  
 
 Ancona, 14 Giugno 2011 - Un ringraziamento, al termine dell´incontro della Commissione mista tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, e` stato inviato ieri mattina dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca al Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, per aver riportato l´attenzione, nel corso dei tavoli bilaterali, su due gravi situazioni che riguardano le Marche, Antonio Merloni e Fincantieri, chiedendo una specifica valutazione al Ministro dell´Economia e dell´Industria degli Eau, Sultan Al Mansouri. In particolare il Ministro Romani ha chiesto un approfondimento da parte del Fondo investimenti degli Emirati Arabi Uniti per queste due societa` in difficolta`. Per quanto riguarda Fincantieri, gia` oggi esistono partecipazioni americane nel capitale sociale, per cui non sarebbe una novita` la presenza di un Fondo internazionale. Per la Antonio Merloni, e` noto l´interesse della societa` Mmd, che ha sede in Dubai, la cui attuale offerta e` limitata dalla disponibilita` di risorse finanziarie. Il ministro Al Mansouri si e` riservato di approfondire entrambe le situazioni al suo ritorno negli Emirati.  
   
   
REFERENDUM; ALEMANNO: «CENTRODESTRA NON MINIMIZZI RISULTATO»  
 
Roma, 14 giugno 2011 - «È fin troppo evidente che in questo voto si sono intrecciati problemi politiche e tematiche programmatiche di alto profilo. Il centrodestra non può in alcun modo minimizzare questo risultato e deve trarne conseguenze dal punto di vista della propria rotta politica e da quello dei propri contenuti programmatici. La crisi economica in atto fa emergere una profonda richiesta non solo di una forte azione di governo ma anche di un ripensamento del modello di sviluppo economico e sociale. Evitiamo strumentalizzazioni e reazioni non adeguatamente ponderate ma nessuno può ignorare queste indicazioni dell’elettorato». Lo affermato ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA CAMPANIA CALDORO INCONTRA AMBASCIATORE USA THORNE  
 
Napoli, 14 giugno 2011 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha incontrato ieri l´ambasciatore Usa in Italia David Thorne. Era presente il console generale degli Stati Uniti a Napoli Donald L. Moore. Nel corso del cordiale colloquio, il presidente Caldoro e l’ambasciatore Thorne hanno sottolineato il grande ed antico rapporto di amicizia che lega la comunità campana e quella statunitense, e confermato di voler proseguire sulla strada della stretta collaborazione, che trova forza nel ruolo strategico di Napoli e della Campania.  
   
   
PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI IN ISRAELE E PALESTINA  
 
 Perugia, 14 giugno 2011 - Da ieri, e fino a mercoledì 15, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, è in visita ufficiale in Israele e nei territori della Palestina. Nel corso della visita la presidente avrà incontri, tra gli altri, con rappresentanti del Governo israeliano e altre autorità locali, con i rappresentanti del Centro "Simon Peres" e con il Primo Ministro dell´Autorità palestinese Salam Fayyad. Da anni la Regione Umbria ha avviato un programma di cooperazione sia con lo Stato di Israele che con l´Autorità palestinese. L´umbria, inoltre, è anche Regione coordinatrice di altri programmi di cooperazione di tutte le Regioni italiane ed il Ministero degli Affari esteri. L´umbria è stata particolarmente attiva in questi anni nella gestione del progetto di cooperazione "Saving children", realizzato in collaborazione con le Regioni Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia e con il Centro "Simon Peres". Grazie a questo programma, avviato nel 2005, circa 900 bambini, selezionati da un Comitato di 15 pediatri palestinesi, affetti da malattie non curabili nel proprio territorio, in collaborazione con il Centro Peres sono stati curati negli Ospedali israeliani di Tel Aviv, di Rambam ad Haifa e di Hedessa a Gerusalemme. In virtù dei positivi risultati del programma, e delle richieste di assistenza che continuano a giungere dai territori, la presidente Marini sottoscriverà un accordo con il Centro "Peres" per la prosecuzione della collaborazione per altre tre anni. Altro significativo progetto finanziato da Ministero degli Affari esteri, "Anci", "Upi" e tutte le Regioni italiane, che vede impegnata la Regione Umbria come coordinatrice, è quello relativo a "Cooperazione e partenariati territoriali tra Italia e Palestina: rafforzamento istituzionale, governance e sviluppo economico", noto come progetto "Ali della colomba". Dello stato di attuazione del progetto la presidente Marini discuterà con le autorità locali palestinesi, presente il portavoce unico del Programma Paolo Ricci.  
   
   
REFERENDUM, PRESIDENTE UMBRIA MARINI: GRANDE PROVA DI PARTECIPAZIONE E DEMOCRAZIA  
 
Perugia, 14 giugno 2011 - "C´è un significato politico di straordinaria importanza dietro questi risultati: la prova da parte dei cittadini di una grande partecipazione democratica e la loro inequivocabile manifestazione di volontà sul merito di tutti e quattro i quesiti referendari. Con l´Umbria che ha voluto dare il suo contributo altrettanto chiaro e determinato, grazie alla grandissima partecipazione popolare che la pone oltre la media nazionale". La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, commenta così l´ampio superamento del quorum e l´esito del voto per i referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. "Ho sempre sostenuto, anche in questi ultimi giorni di campagna referendaria - ricorda -, che il referendum rappresenta per i cittadini la massima opportunità di partecipazione democratica e che su questioni di enorme rilevanza, come quelle che i referendum pongono, sia sempre doveroso assumere il parere degli elettori". "Con questo voto - sottolinea - i cittadini in prima persona hanno voluto esprimere la loro totale contrarietà all´opzione nucleare per ciò che riguarda la produzione di energia. Così come hanno voluto ribadire che l´acqua debba restare patrimonio e bene pubblico e debba essere garantito ad ogni cittadino il diritto d´accesso a questo bene. Quanto al quarto quesito, ebbene: se la legge è uguale per tutti, non può esservi un legittimo impedimento per alcuno". Quanto ai dati umbri, "mi fa particolarmente piacere - afferma la presidente Marini - il risultato che viene dall´Umbria in termini di partecipazione al voto e per i ´sì´ ai quattro quesiti perché dimostra la mia piena sintonia con l´elettorato umbro. Poco prima del voto, sostenendo e incoraggiando l´attività dei Comitati promotori dei referendum, avevo pubblicamente annunciato i miei quattro sì convinti innanzitutto sulla base del merito delle questioni che i quesiti ponevano e, dunque, al di là della lettura politica che si voleva dare dei referendum". "Ringrazio le elettrici e gli elettori dell´Umbria per questa loro importante e significativa prova di democrazia e di partecipazione - conclude -. È evidente che a questo punto il Governo, che attraverso suoi autorevoli esponenti anche ad urne aperte e con dichiarazioni fuori luogo ha cercato fino all´ultimo di condizionarne la partecipazione popolare, non può non considerare gli aspetti politici che lo riguardano: il livello di partecipazione al voto e la quantità di ´sì´ ai quesiti dicono con chiarezza quanto distante sia questo Governo e la sua politica dall´orientamento della stragrande maggioranza degli italiani".  
   
   
VENDOLA: "OGGI VINCE L´ITALIA DEI BENI COMUNI, PERDE L´ITALIA DELLE LOBBIES"  
 
 Bari, 14 giugno 2011 - Questo il commento di ieri del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sull’esito dei referendum.“Oggi c’è stata una straordinaria partecipazione che indica la vitalità democratica di un Paese che sta cercando con grande determinazione di uscire fuori da un’epoca buia. L’italia di oggi è un’Italia che sta provando a rifondare il proprio spazio pubblico, le proprie virtù civiche. Per me si tratta non soltanto di una vittoria politica di questa campagna referendaria, si tratta della vittoria di una vita: su questioni che ci hanno visto largamente minoranza per decenni e decenni. La battaglia contro l’energia nucleare ha dovuto attraversare intere epoche dominate dalla spocchia, dalla prosopopea e anche dall’acredine di chi difendeva la scelta nuclearista senza mai consentire un’interlocuzione a coloro che avessero proposto dubbi sulla sicurezza delle centrali o sullo smaltimento delle scorie. La battaglia per l’acqua pubblica, se posso dire così, è stata anticipata dalla mia regione. La Puglia ha il più grande acquedotto d’Europa. Vorrei ricordare che nel 2005, nel momento della mia prima vittoria, dedicai quel risultato così sorprendente alla difesa dell’acqua pubblica e della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese. E la vittoria contro il legittimo impedimento è il tentativo di recuperare un’idea della giustizia che sia bene comune e non spazio di appropriazione indebita di caste e lobbies. Insomma, oggi vince l’Italia dei beni comuni, perde l’Italia delle lobbies, perde una lunga storia di ossessione privatizzatrice, perde un pezzo abbastanza pregiato dell’ideologia liberista che ha governato le sorti del mondo. E quindi, credo che da qui l’Italia possa ritrovare ossigeno e coraggio per andare verso giorni migliori di quelli che abbiamo sulle nostre spalle”.  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO: ORA SI RISPETTI LO SPIRITO DEL VOTO NO ALLE TENTAZIONE DI AGGIRARE IL RISULTATO POLITICO FRUTTO DEL VOLERE DEGLI ITALIANI UTILIZZANDO TECNICISMI  
 
Potenza, 14 giugno 2011 - “Gli italiani si sono espressi con chiarezza, ma ora bisogna vigilare perché tutti ne rispettino le volontà”. E’ il monito del Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo. “Che la volontà popolare emersa dal referendum sia rispettata può sembrare ovvio, ma ci sono fondati motivi per cui vale la pena di ripetere che una democrazia rispetta le indicazioni del voto non le può aggirare con tecnicismi. Lo dico perché mi inquieta il fatto che il ministro Bossi dica oggi di aver avuto mandato dal premier, nel corso dell’ultimo Consiglio Dei Ministri, di fare una nuova legge sull’acqua. E lo dico perché anche il successo del referendum sul nucleare, tecnicamente, non chiude la partita sul sito di stoccaggio delle scorie perché non è intervenuto sulla norma con la quale il Governo ha scritto le regole per l’individuazione del deposito unico per lo stoccaggio delle scorie nucleari , definito ‘Deposito nazionale, incluso in un Parco Tecnologico comprensivo di un Centro di studi e sperimentazione’ e resta infatti vigente l’articolo che disciplina le modalità di localizzazione di detto Deposito sul territorio nazionale. Ma politicamente il voto referendario ha dato un’indicazione chiara, che si aggiunge a quella che era già venuta dai governi di tanti territori, tra cui appunto la Basilicata, che si sono visti impugnare le proprie leggi che chiudevano le porte al nucleare dal Governo. E anche sulla vicenda giudiziaria, c’è da augurarsi che si ponga fine a una stagione in cui sono state messe in campo svariate architetture ma tutte per garantire lo stesso risultato di impunità. Al di là del merito dei quesiti referendari – conclude De Filippo - il risultato forse più importante è che l’Italia non è terra in cui fanno fortuna incantatori di serpenti e pifferai magici: gli inviti all’astensione non hanno prodotto effetti, contrariamente a quello che qualcuno pensa, gli italiani non delegano il proprio cervello e la propria coscienza civile e un Paese con 150 anni sulle spalle non è ostaggio di imbonitori televisivi”.  
   
   
REFERENDUM: IN VALLE D’AOSTA OLTRE IL 61 PER CENTO  
 
 Aosta, 14 giugno 2011 - Per tutti e quattro i quesiti referendari in Valle d’Aostaè stato superato il quorum e la percentuale di affluenza è stata di oltre il 60. In Valle d’Aosta gli aventi diritto al voto erano 100.336 di cui 49020 maschi e 51316 femmine. Referendum 1 - Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica: percentuale di affluenza 61,12 per cento. Hanno votato: 61 mila 330 (donne 31 mila 677 e uomini 29 mila 653). Referendum 2 - Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all´adeguata remunerazione del capitale investito - percentuale di affluenza 61,13 per cento. Hanno votato: 61 mila 340 (donne 31 mila 678 e uomini 29 mila 662). Referendum 3 - Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare percentuale di affluenza 61,04 per cento. Hanno votato: 61 mila 245 (donne 31 mila 645 e uomini 29 mila 600) Referendum 4 - Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale – percentuale di affluenza 61,02 per cento. Hanno votato: 61 mila 231 (donne 31 mila 634 e uomini 29 mila 597) Sul sito internet della Regione, www.Regione.vda.it, sono consultabili i dati relativi alle affluenze e i risultati d elle operazioni di voto.  
   
   
A MARATEA IV RIUNIONE COMITATO SORVEGLIANZA PO FESR 2007/13 “LA BASILICATA È UNA REGIONE CHE INTENDE GUARDARE NON SOLO ALLA QUANTITÀ E ALLA QUALITÀ DELLA SPESA, MA ANCHE AL FUTURO DELLE POLITICHE COMUNITARIE”  
 
Maratea, 14 giugno 2011 - Si è tenuto presso l’Hotel Pianeta Maratea, la Iv riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Fesr 2007-2013. Presenti ai lavori il governatore della Basilicata Vito De Filippo, l’autorità di gestione Po Fesr Basilicata 2007/2013 Patrizia Minardi, i tecnici della Commissione europea e alcuni rappresentanti del mondo istituzionale, sindacale e datoriale lucano. Si è discusso della posizione delle regioni italiane cosiddette a “regime transitorio” per la nuova politica di coesione 2013-2020. L’attenzione dei tecnici della Commissione Europea e della Regione Basilicata è stata altresì incentrata sullo stato di attuazione del Programma Fesr 2007-2013, aggiornato al 31 maggio 2011, in materia di infrastrutture, mobilità, turismo, sanità, aiuti alle imprese, innovazione e ricerca, ambiente, energia e eco-sostenibilità e sviluppo urbano. La Basilicata conferma il suo ruolo di prestigio nel panorama italiano in merito a quanto richiesto dalla Ue: è l’unica regione italiana a superare la media nazionale nell’impiego delle risorse comunitarie. “Ancora una volta – ha detto De Filippo - la Basilicata può dunque vantare un ottimo posizionamento a livello europeo. E vedendo dati e progetti realizzati sono tranquillo nel dire che la strada presa è quella giusta e che facciamo bene andare avanti in questo modo. Il nostro è un primato che ci rende legittimamente fieri della nostra struttura tecnico-amministrativa”. Per Patrizia Minardi “La Basilicata è una regione che oggi si propone di guardare non solo alla quantità e alla qualità della spesa, ma anche al futuro delle politiche comunitarie, ai valori e all’identità del sentirsi europei. Un lavoro – ha continuato Minardi – che fino ad oggi è stato possibile grazie alla collaborazione di tutti, parti economiche e sociali comprese, e che ci auguriamo possa proseguire per il futuro in modo altrettanto proficuo”. Durante i lavori grande importanza è stata data quest’anno alla nuova strategia di comunicazione del Programma comunitario che oggi punta essenzialmente sui concetti della trasparenza e semplificazione del linguaggio. E in quest’ottica rientra il nuovo portale del Fesr Basilicata lanciato il 24 gennaio 2011 e caratterizzato proprio da una maggiore facilitazione del linguaggio burocratico. Il risultato premia. Infatti rispetto alla versione precedente vi è stato in 5 mesi un incremento dei visitatori pari al 62 per cento, e tra questi il 43,95 per cento è traffico diretto.  
   
   
LAVORO FVG: PROGETTO AR.CO AVVIATO VERSO GRANDE SUCCESSO  
 
Trieste, 14 giugno 2011 - Si concluderà nelle prossime settimane il progetto Ar.co finalizzato alla promozione delle filiere produttiva della nautica e dell´alimentare tipico presenti sul territorio regionale. Come evidenziato nel corso di un recente incontro con tutti i soggetti coinvolti nella fase progettuale, già si possono anticipare importanti risultati, sia per i 400 incentivi erogati per sostenere l´assunzione di altrettanti lavoratori con contratto di apprendistato, sia per sostenere la progettazione di progetti strategici di sviluppo aziendale Tale iniziativa è stata realizzata, nel corso del 2010, in collaborazione tra Regione, Italia Lavoro Spa, Agenzia tecnica del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Agenzia regionale del lavoro ed associazioni imprenditoriali del comparto artigiano. "Il progetto - spiega l´assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Angela Brandi - s´inserisce nelle attività promosse dalla Regione e rivolte al sostegno dell´occupazione attraverso la realizzazione di progetti innovativi e sperimentali, articolati settorialmente e territorialmente". "Ar.co - prosegue Brandi - coniuga obiettivi occupazionali con azioni rivolte a sostenere e favorire lo sviluppo delle micro e piccole imprese del territorio costiero e montano, in particolare dei comparti della nautica e dell´agroalimentare tipico". L´intervento, infatti, prevedeva l´erogazione di incentivi per sostenere le assunzioni di lavoratori con contratto di apprendistato, per sostenere iniziative di sviluppo strategico e la realizzazione di un´analisi sulle caratteristiche delle due filiere dal punto di vista occupazionale e produttivo. Inoltre, tra le azioni era prevista anche la realizzazione di laboratori rivolti alla progettazione di nuove opportunità produttive e occupazionali nel campo della produzione e dei servizi inerenti artigianato e commercio. "I risultati conseguiti dal progetto - prosegue l´assessore - sono molto interessanti per quanto attiene al numero delle imprese che hanno beneficiato di incentivi per l´assunzione di giovani in contratto di apprendistato (400), inteso quale strumento per agevolare l´accesso al mondo del lavoro, ma anche per le 27 imprese che hanno usufruito di bonus per finanziare le consulenze utili ad avviare processi di innovazione e di progettualità strategiche, in particolare nel campo del rafforzamento del mercato e dello sviluppo delle risorse umane e professionali". "Altrettanto importanti - aggiunge Brandi - sono risultate le progettualità sviluppate nell´ambito dei laboratori con il coinvolgimento delle associazioni di categoria quali Confartigianato, Confederazione nazionale dell´artigianato (Cna), Confcommercio e Confesercenti". In definitiva, Ar.co. Si è rivelato una vera e propria miniera di idee e proposte per l´organizzazione di nuove iniziative per le quali si ipotizza di proseguire la collaborazione tra Regione ed Italia Lavoro.  
   
   
PIANO IN QUATTRO MOSSE. COSI’ IL TRENTINO HA COMBATTUTO LA CRISI  
 
 Trento, 14 giugno 2011 - Una flessione dell’occupazione impercettibile rispetto ad altre realtà regionali, nord-est compreso, un aumento del gettito fiscale rispetto al calo registrato a livello nazionale, una diminuzione del Pil più contenuta rispetto alla media italiana. Questi gli effetti della manovra “anticrisi” messa in campo dalla Provincia autonoma di Trento, illustrata da Carlo d’Amore, del Dipartimento Industria, Artigianato e Miniere della Provincia autonoma di Trento, il 3 giugno, nell’incontro alla “Tenda Aperta” di Piazza Duomo. Ma non è ancora tempo di abbassare la guardia: se da un lato si registra un’inversione di tendenza del fatturato complessivo del settore produttivo trentino, cresciuto rispettivamente dell’8,6%, 18,1% e 5,8% nei primi tre trimestri del 2010 rispetto all’anno precedente, preoccupano ancora occupazione e le difficoltà di alcuni settori, quali quello estrattivo e delle costruzioni. Ma il tasso di disoccupazione trentino rimane la metà di quello nazionale: 4% ad aprile 2011 contro l’8% della media italiana. Come è riuscita la Provincia autonoma di Trento a limitare l’effetto della crisi economica internazionale sulle imprese locali? Attraverso quattro filoni principali di intervento, illustrati nel dettaglio da Carlo d’Amore. E recependo rapidamente l’adeguamento, da parte dell’Unione europea, del limite dei contributi “de minimis” salito da 200 mila euro a 500 mila euro. Per quanto riguarda le misure anticongiunturali messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento, il primo filone ha riguardato gli interventi finanziari straordinari. La possibilità, cioè, riconosciuta alle imprese, di trasformare i debiti a breve in mutui a medio-lungo termine, agevolati attraverso la garanzia dei confidi ed il contributo sugli interessi. Due fasi, la prima partita a fine 2008 rivolta alle imprese più piccole, la seconda riservata alle aziende di maggiori dimensioni. «L’accoglienza da parte delle imprese è stata di molto superiore alle aspettative – ha sottolineato Carlo d’Amore - interessando in totale 2.939 imprese per 509,6 milioni di mutui, con uno stanziamento di risorse finanziarie pubbliche parti a 45 milioni di euro». Altra misura di natura finanziaria è stata la creazione di un fondo rischi a destinazione speciale destinato allo smobilizzo dei crediti a breve che le imprese non riuscivano ad incassare, cioè la loro monetizzazione attraverso un finanziamento bancario. A fronte di 38 richieste presentate dalle imprese per 9 milioni di euro di mutui sinora, ad istruttorie ancora in corso, risultano concessi 27 mutui per 5,5 milioni di euro. E’ stato poi attivato un analogo intervento rivolto alle imprese dell’autotrasporto: 29 domande, oltre un milione di euro di contributo e 460 dipendenti stabilizzati. Il secondo filone di intervento anticrisi messo in campo dalla Provincia di Trento ha riguardato i progetti di riorganizzazione aziendale, con la concessione di un contributo straordinario per gli interventi finalizzati alla stabilizzazione dei livelli occupazionali nelle medie e grandi imprese. Una misura finanziariamente importante, che ha mobilitato complessivamente risorse pari a 18,8 milioni di euro e che ha riguardato 104 imprese con 11.396 dipendenti coinvolti, 10.441 dei quali con garanzia del mantenimento del posto di lavoro, nella maggior parte dei casi per il periodo massimo previsto, cioè due anni. La terza leva “anticrisi” ha riguardato lo stimolo agli investimenti produttivi, innalzando in via straordinaria le percentuali di contributo, passate per gli investimenti di mero ammodernamento tecnologico dal 7,5% al 15% della spesa ammessa per le piccole imprese (10% per le medie imprese). Confermati i già elevati livelli di agevolazione per l’attività di ricerca applicata svolta dalle imprese, per le Pmi articolata in un range che va dal 30% fino all’80% dei costi sostenuti. Così le 53 domande presentate nel 2010, per una spesa ammessa di 55,5 milioni di euro, ed un contributo concesso di 29,2 milioni, sono segno della voglia di reagire alla crisi da parte delle imprese. A sostegno degli investimenti nel settore produttivo, anche il Piano triennale di attività di Trentino Sviluppo, braccio operativo della politica industriale della Provincia, che nel triennio 2008-2010 ammonta complessivamente a 571,2 milioni di euro, dei quali 130 milioni destinati ad interventi in funzione anticrisi (leaseback e partecipazioni societarie). Ultimo filone di intervento, nel contesto della manovra anticrisi varata dalla Provincia autonoma di Trento, quello riguardante il rafforzamento patrimoniale delle imprese: obiettivo favorire la capitalizzazione delle aziende stimolando l’apporto di nuove risorse da parte del proprietario. «L’intervento, poco utilizzato in precedenza perché considerato dalle imprese di scarso appeal – osserva Carlo d’Amore – è stato ripensato ed ha avuto un rilevante successo. Era stato previsto un plafond di 100 milioni di mutui, invece sono state presentate 586 domande, per un importo pari a 213,8 milioni di euro, corrispondenti ad un impegno finanziario della Provincia di circa 32 milioni di euro» . Una manovra di successo anche perché, come ha osservato Paolo Spagni, dirigente generale del Dipartimento Industria, Artigianato e Miniere della Provincia autonoma di Trento, intervenuto a chiusura dell’incontro, si è innestata su un sistema di sostegno alle imprese che in Trentino già poteva contare su tre elementi distintivi. «Un sistema forte – ha osservato Spagni - dentro il quale si è messa maggiore benzina». «Queste tre peculiarità – ha spiegato Spagni – sono le politiche di bilancio attente ad allocare risorse a favore delle imprese: poco meno di 150 milioni di euro ogni anno nel bilancio provinciale vengono destinati ai trasferimenti alle imprese. La prevalenza, poi, di procedure “a sportello” rispetto alle procedure “a bando” che caratterizzano invece il panorama nazionale, il che consente al Trentino di accogliere in pratica tutte le domande delle imprese che hanno i requisiti, che fanno cioè investimenti di qualità e in progetti di ricerca». Infine, terzo punto forte delle politiche industriali trentine, l’utilizzo della proprietà pubblica a sostegno delle imprese, in primis tramite Trentino Sviluppo e lo strumento del leaseback. «Una sorta di “uovo di Colombo” – lo ha definito Spagni - che ha dato risultati importanti, consentendo da un lato all’azienda di realizzare liquidità smobilizzando la cosa meno produttiva che ha, cioè i muri, dall’altro alla Provincia di Trento di avere un controllo strategico sulle aree industriali, tanto importanti considerata la scarsità di spazi in una provincia dove il territorio è una risorsa scarsa e perciò preziosa».  
   
   
PARMA: “IL FUTURO HA BISOGNO DI TUTTE LE ENERGIE” SIGLATO IN PROVINCIA L’ACCORDO PER IL LAVORO E LO SVILUPPO. DUE MILIONI DI EURO L’INVESTIMENTO  
 
Parma, 13 giugno 2011 - Guardare al futuro aiutando l’innovazione e il rafforzamento delle imprese sui mercati internazionali e, allo stesso tempo, continuare a sostenere le persone messe in difficoltà dalla crisi e la qualità del lavoro. E’ questa la linea dettata con l’“Accordo provinciale per il lavoro e lo sviluppo” sottoscritto ieri in Provincia da istituzioni, enti e rappresentanti delle imprese e dei lavoratori. Diciotto soggetti che hanno siglato un patto per il territorio, un’azione unitaria le cui finalità sono il sostegno dell’innovazione, del lavoro, del patrimonio di sapere e qualità professionale, che movimenterà complessivamente per il 2011 quasi 2 milioni di euro, grazie a un contributo di Fondazione Cariparma di 800 mila euro. “E’ una iniziativa articolata che prende le mosse dal pacchetto attivato negli ultimi due anni per tamponare la crisi e limitare i danni. Non è ancora finita, dei 3000 posti di lavoro persi ne abbiamo recuperato fino ad ora 1600 - ha affermato Vincenzo Bernazzoli - La crisi ha chiuso una fase e bisogna costruirne una nuova per il Paese per il territorio perché non viviamo di rendita. Il fatto nuovo dell’azione che mettiamo in campo è che alza lo sguardo per costruire una prospettiva futura”. “Dare uno sviluppo al territorio è anche una nostra finalità e caratterizza la nostra azione” ha detto il presidente di Fondazione Cariparma Carlo Gabbi che ha fatto una raccomandazione “in un momento di difficoltà economica come questo, di ristrettezza di risorse, occorre riflettere sulle modalità con cui individuare le iniziative prioritarie”. “Bisogna interrogarsi sulla tipologia della crisi che arriva al principio di un secolo che vedrà grandi trasformazioni – ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Parma Andrea Zanlari –intervenire in questo modo vuol dire dare una risposta di discontinuità mantenendo la nostra storia, quello che altri territori hanno perso”. “Abbiamo pensato prima di tutto ai giovani, alle donne in rientro nel mercato del lavoro, a chi ha più di 45 anni con problemi di ricollocazione. E alle imprese il cui ruolo è importante in quasi tutte le misure – ha spiegato l’assessore provinciale al Lavoro Manuela Amoretti. “Questo patto lega persone e imprese in un momento importante e siamo impegnati a rendere disponibili queste opportunità in modo celere” ha concluso il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari. Diversi gli interventi che hanno preceduto la firma. Per il vicepresidente di Upi Roberto Catelli, che ha espresso l’apprezzamento per l’iniziativa, “la crisi ha evidenziato che dobbiamo rinnovare il modo di condurre le imprese”. La segretaria provinciale di Cgil Federica Maestri ha sottolineato “Il valore del metodo concertativo utilizzato dalla Provincia ha dato ottimi risultati e permesso di rendere migliore la condizione delle persone del territorio”. “La dimostrazione – secondo il presidente di Ascom Ugo Margini – che se le cose vengono gestite insieme i risultati si hanno senza sprechi di risorse”. “Grazie alla caparbietà della Provincia compiamo un ulteriore passo di un percorso che stiamo facendo da tempo” ha osservato il segretario provinciale Uil Mario Miano. “ Si apre una fase in cui al centro ci saranno le persone e le imprese ed è quello che stiamo facendo” ha detto Giovanni Mora a nome delle tre organizzazioni cooperative. “Con questo pacchetto si è data una risposta ad esigenze che anche noi avevamo evidenziato” ha affermato Gualtiero Ghirardi presidente di Cna che ha proposto, nel caso di rimodulazione delle risorse, un ulteriore intervento sul credito “che resta un problema per le piccole imprese”. “La Provincia è riuscita con queste iniziativa a favore del lavoro e dell’impresa a non sostituirsi ma a mettere in rete i soggetti. Forse la crisi sta facendoci tirare fuori il meglio” ha commentato Federico Ghillani segretario provinciale Cisl. Alla firma erano presenti i sindaci Diego Rossi (Borgotaro), il presidente della Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno Luigi Bassi, il vicepresidente dell’Unione comuni montagna est Claudio Moretti, il direttore di Upi Cesare Azzali, Clementino Gabbi per Apla, Vittorio Zanlari per Gia, il presidente di Confcooperative Paolo Bandini e il direttore di Confesercenti Luca Vedrini. Le sei misure che la Provincia si è impegnata ad attivare. Azioni di microcredito e di anticipazione sociale (dall’8 luglio) - E’ una iniziativa rivolta alle persone beneficiarie e non di ammortizzatori sociali. Il servizio di microcredito, prevede l’erogazione di massimo 500 euro mensili per 5 mesi, a lavoratori e lavoratrici residenti in Provincia di Parma, che hanno perso un lavoro o che dipendano da aziende in ristrutturazione. Requisito per l’accesso è essere (tranne che per i lavoratori sospesi) alla ricerca attiva di lavoro. La somma dovrà essere restituita alla Provincia in rate mensili entro un periodo di quattro anni. Nel caso del servizio di anticipazione sociale, si tratta di un versamento anticipato (in attesa che arrivi quello dell’Inps) al lavoratore a cura della Provincia, delle indennità di Cigs, mobilità, disoccupazione, anche in deroga. E’ una misura già sperimentata nei pacchetti anticrisi degli anni precedenti e utile per evitare che i lavoratori colpiti da crisi aziendali e in condizione di disoccupazione, non abbiano alcuna fonte di sostegno economico. Indennità di frequenza (dal 1 luglio) - Si tratta di indennità di frequenza per la partecipazione a tirocini in azienda per persone alla ricerca di lavoro e senza ammortizzatore sociale, per un importo di 400.000 euro finanziati da Fondazione Cariparma. L’iniziativa include tutti coloro che hanno concluso corsi Help for Job, persone adulte over45; persone – prevalentemente donne- in rientro nel mercato del lavoro dopo almeno un anno di fuoriuscita per problemi di conciliazione; giovani under 29 anni con difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro. Progetto Help for Job per la riqualificazione professionale (a fine anno i corsi) - Il progetto ripropone un’iniziativa di corsi di formazione al lavoro finalizzati al conseguimento di una nuova qualifica professionale relativa a profili strategici per il mercato del lavoro locale. Tali profili verranno individuati dal Tavolo Operativo partecipato dalle parti sociali. Il finanziamento di 500.000 euro (Fondo Sociale Europeo) include anche l’indennità di frequenza (una quota di indennità corrispondente alla somma di 60.000 euro sarà posta a disposizione da risorse della Fondazione Cariparma). Al termine dei corsi, gli allievi potranno svolgere inoltre tirocini formativi e di orientamento professionale promossi dai Centri per l’Impiego, della durata di tre mesi. Progetti di pubblica utilità negli Uffici giudiziari di Parma - Sulla base della prima sperimentazione, che si concluderà a settembre, si procederà in estate alla pubblicazione di un apposito bando, attraverso cui saranno selezionati lavoratori in mobilità che opereranno presso gli Uffici Giudiziari, in attività di carattere amministrativo e segretariale e percependo un’integrazione al reddito corrispondente ad un massimo di 350 euro mensili. Per l’attivazione di tali progetti verrà messa a disposizione una somma di 100.000 euro proveniente dal contributo di Fondazione Cariparma. Ricollocazione per persone difficoltà di reinserimento (dalla metà di settembre) - Un servizio specialistico di outplacement verrà messo a disposizione grazie al finanziamento di 300.000 euro (Fondo Sociale Europeo, asse 2)- Destinatari 250 utenti dei centri per l’impiego di cui almeno il 40% over45 e i restanti posti a persone disoccupate, iscritte allo stato di disoccupazione da almeno 6 mesi, con particolari difficoltà di reinserimento. Innovazione contro la crisi (dal 1 settembre) Mirati alla qualificazione e rilancio del sistema produttivo locale, verranno attivati con procedura Just in time: a) interventi di formazione continua, per lavoratori reintegrati in azienda dopo un periodo di crisi, e per imprese che decidono di rilanciare il ciclo produttivo attraverso innovazioni strategiche, un nuovo piano industriale e accordi sindacali specifici; b) interventi formativi finalizzati all’innovazione d’impresa, a favore di aziende che intendono modificare il proprio assetto produttivo, il posizionamento sui mercati internazionali, o investire nella qualificazione del personale; Tale area di intervento verrà finanziata dal Fondo Sociale Europeo (Asse Adattabilità) per una somma di 300.000 euro. Oltre a prevedere un’apposita campagna informativa sulle nuove misure per il 2011, continueranno a cadenza trimestrale le analisi e diffusione dei dati congiunturali (ingressi ed esuberi) dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. La Provincia di Parma sottoporrà ai partner dell’accordo una verifica periodica dell’effettiva spesa delle azioni, in modo da procedere a una eventuale riallocazione di risorse. L’accordo impegna le associazioni delle imprese e la Cciaa, a favorire i processi di ricollocazione delle persone che perdono il lavoro a seguito della crisi, anche attraverso segnalazioni tempestive di posti vacanti e necessità aziendali. Le organizzazioni sindacali svolgeranno attività di informazione verso i lavoratori e le lavoratrici sulle opportunità previste dall’accordo, anche con i servizi dei rispettivi Patronati e Caf. Un compito informativo sarà svolto anche dai Comuni capo distretto e dalle Comunità montane, impegnati a promuovere incontri a livello distrettuale, fra le Amministrazioni locali ai fini della condivisione e coordinamento degli interventi. I sottoscrittori: Provincia di Parma, Camera di Commercio, i Comuni capo distretto Fidenza. Langhirano, Borgotaro, la Comunità Montana delle Valli del Taro, l’Unione comuni montagna est, Upi, Cna, Confartigianato Apla, Gia, Confcooperative, Legacoop, Ascom, Confesercenti, Cgil, Cisl e Uil.  
   
   
PROTOCOLLO D´INTESA REGIONECAMPANIA - POSTE, CALDORO: "COLLABORIAMO PER AUMENTARE QUALITÀ SERVIZI CITTADINI"  
 
Napoli, 14 giugno 2011 - "Con la firma di ieri avviamo una collaborazione con Poste Italiane per lo sviluppo di servizi per i cittadini e gli enti locali nel campo sanitario, amministrativo e fiscale". Così il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro a margine dell’intesa siglata con l’Ente Poste. In applicazione del protocollo, Poste Italiane utilizzerà il Centro Ricerca e Sviluppo, che ha sede a Napoli, e il servizio di “Sportello Amico” presso ciascun ufficio per semplificare, attraverso l’utilizzo della piattaforma tecnologica, i rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione. "L´accordo prevede significativi investimenti in tecnologia in quattro grandi aree di intervento. Si tratta di settori di particolare importanza che amplieranno la qualità dei servizi per i cittadini della Campania", conclude il presidente.  
   
   
SEMPRE PIÙ VELOCI I TEMPI DI PAGAMENTO DELLA PROVINCIA  
 
 Bolzano, 14 giugno 2011- Il monitoraggio dei tempi di pagamento della Provincia di Bolzano sta dando risultati estremamente positivi: su un totale di 4,9 miliardi di euro di pagamenti effettuati nel 2010, ben l´89%, pari a 4,1 miliardi di euro, è stato disposto in trenta giorni, con una media di tempo di liquidazione inferiore ai 10 giorni (9,82). L´assessore Bizzo esprime grande soddisfazione per i risultati raggiunti, frutto anche della professionalità e dell´impegno del personale dell´Amministrazione. "Snellire i tempi di effettuazione dei pagamenti ai fornitori della Provincia e ridurre al massimo i tempi d´attesa di quanti dall´esterno lavorano per l´ente pubblico restano due obiettivi della Giunta provinciale e della sua Amministrazione", sottolinea l´assessore alle finanze e al bilancio Roberto Bizzo. La conferma arriva dall´ultimo monitoraggio dei tempi di pagamento della Provincia. Il dato più importante: l´89% dei pagamenti viene effettuato entro 30 giorni dall´inoltro del documento di spesa agli uffici provinciali, e addirittura il tempo medio di liquidazione è inferiore ai 10 giorni. "Un risultato raggiunto grazie alle informatizzazioni realizzate negli ultimi anni dall´Assessorato provinciale alle finanze e grazie alla professionalità del personale degli uffici preposti", aggiunge Bizzo. Oggi, grazie alla liquidazione informatica, non circola documentazione di spesa cartacea tra un ufficio e l´altro della Provincia, ed è informatizzato dal 2006, con il mandato informatico, anche il flusso verso l´istituto bancario che svolge il servizio di tesoreria. Le statistiche potrebbero essere ancora migliori se non ci fossero limitazioni imposte alla Provincia, come quella che deriva dal patto di stabilità, che fa sospendere una quota di pagamenti alla fine dell´anno per trasferirla all´anno successivo. Altre novità positive sono in arrivo. Una fra tutte: la Provincia, avendo informatizzato tutte le procedure di spesa e riorganizzato i controlli contabili introducendo le verifiche a campione, è pronta per ricevere le cosiddette "fatture elettroniche" secondo gli standard che proprio in questi giorni vengono fissate con regolamento ministeriale. "Se prontamente adottato dai fornitori della Provincia, il sistema accorcerà ancor più i tempi di pagamento", sottolinea il direttore della Ripartizione Finanze Eros Magnago. In altre parole, mentre finora la maggior parte delle fatture arriva in Provincia in forma cartacea per poi seguire la procedura di spesa in forma informatica, in futuro l´intero flusso sarà informatico. Non per questo ovviamente si rinuncerà alla verifica delle fatture, ma i tempi saranno sempre più brevi.  
   
   
TRENTO: LA POPOLAZIONE STRANIERA AL 1° GENNAIO 2011  
 
Trento, 14 giugno 2011 - Al 1° gennaio 2011 la popolazione straniera residente in Trentino ammonta a 48.572 persone, con un aumento assoluto rispetto al 2010 di 2566 unità, equivalente ad un incremento relativo del 5,6%. Gli stranieri - scrive il Servizio Statistico della Provincia - costituiscono il 9,2% della popolazione e risultano in crescita rispetto al 2010, anno in cui si registravano 8,8 stranieri ogni 100 residenti. I nati vivi stranieri residenti ammontano a 888 unità: il tasso di natalità è di 18,8 nati per mille abitanti, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. La popolazione straniera è nettamente più giovane di quella italiana, residente in provincia di Trento, ed è quindi soggetta a una mortalità molto più bassa: il numero dei morti stranieri residenti ammonta a 59 unità ed è esattamente pari al valore dell’anno scorso. In conseguenza dell’alta natalità e della bassa mortalità, il saldo naturale (eccedenza o deficit di nascite rispetto ai decessi) è positivo (+829 unità), anche se lievemente inferiore a quello dell’anno precedente. L’aumento collegato al saldo naturale giustifica solo una piccola parte della crescita della popolazione straniera: la quota di incremento più consistente è spiegata dal saldo sociale che presenta un valore positivo pari a 3.559 persone, ma inferiore di quasi 600 persone rispetto allo scorso anno. Le acquisizioni di cittadinanza italiana, che diminuiscono di 1.244 persone l’ammontare degli stranieri, aumentano del 45,5% rispetto all’anno precedente e confermano la progressiva scelta di integrazione della popolazione straniera. La crescita della popolazione straniera non si presenta uniforme su tutto il territorio provinciale, per effetto di saldi naturali e sociali notevolmente diversificati. In tutti i comprensori, comunque, la popolazione straniera è in aumento in quanto sia il saldo naturale che il saldo sociale sono risultati positivi. I comprensori in cui si assiste agli incrementi maggiori di popolazione straniera sono quello del Ladino di Fassa (11,7%) e dell’Alto Garda e Ledro (7,0%); gli incrementi minori si registrano, invece, nei comprensori della Bassa Valsugana e del Tesino (2,8%), dell’Alta Valsugana (3,3%) e della Valle di Non (3,3%). Da notare che i centri maggiori (Trento e Rovereto) presentano rispettivamente 288 e 206 acquisizioni di cittadinanza italiana, a fronte di una popolazione straniera complessiva di 13.013 e 4.698 persone. Ulteriori dati sono disponibili sul sito del Servizio Statistica all’indirizzo: www.Statistica.provincia.tn.it/  
   
   
TRENTO: “INCONTRARSI, DIALOGARE E CONOSCERSI IN UN CAMMINO DI CONVIVENZA” L´ASSESSORE GIOVANAZZI BELTRAMI E IL QUESTORE IACOBONE HANNO INCONTRATO A NOMI LA COMUNITÀ AFRICANA  
 
 Trento, 14 giugno 2011 - “Dialoghiamo insieme, conosciamoci reciprocamente in un comune cammino all´insegna della convivenza”. E´ questo il comune intento emerso il 12 giugno a Nomi nell´incontro fra Provincia, Questura e nuovi trentini seduti attorno allo stesso tavolo per parlare di immigrazione. Erano presenti l´assessore alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento Lia Giovanazzi Beltrami, il Questore di Trento Giorgio Iacobone, il responsabile del Cinformi Pierluigi La Spada e i rappresentanti della comunità africana subsahariana presente in Trentino. Si è trattato di un incontro informale nell´ambito del “Borom Kounda Festival”, l´iniziativa organizzata dall´associazione “La Savana onlus” che a Nomi ha portato uno spaccato della cultura africana per raccogliere fondi per un progetto di solidarietà a favore del villaggio Borom Kounda in Senegal. L´appuntamento, organizzato dal Cinformi, ha rappresentato la prima tappa di un percorso di dialogo fra Assessorato, Questore e comunità dei nuovi trentini. “L´incontro di oggi – ha detto l´assessore Giovanazzi Beltrami – è il frutto di un´idea nata alla recente Festa dei Popoli. A volte c´è distanza fra istituzioni, forze dell´ordine e comunità. Qui in Trentino invece, grazie anche al lavoro fatto con il Piano Convivenza, abbiamo scelto di camminare e crescere insieme. Con la Questura di Trento abbiamo intrapreso da anni un dialogo che trova conferma e nuova linfa nell´impegno del Questore Iacobone. Anche in queste settimane, di fronte alla questione dei profughi, stiamo collaborando per ridurre i tempi della burocrazia, semplificare il più possibile le procedure e rendere più sereno il nuovo corso di vita di queste persone. Oggi avviamo un percorso di incontro con le comunità dei nuovi trentini anche per riflettere insieme su due particolari aspetti: innanzitutto il tema della sicurezza, che è la questione più strumentalizzata in relazione al fenomeno migratorio. Noi vogliamo invece, grazie anche al Questore, comunicare i dati reali contro l´immagine distorta proposta da chi vuole coltivare la paura. In secondo luogo, con il Questore vogliamo ascoltare i vostri problemi e le vostre preoccupazioni, che a volte sono diverse anche fra i nuovi trentini.” “Spesso – ha detto il Questore Giorgio Iacobone ringraziando l´assessorato e il Cinformi per questa opportunità di incontro – le parole sono molto meno efficaci degli esempi. Vedere – come ho visto qui a Nomi – due bambini di origine trentina che suonano assieme a due musicisti di origine africana fa capire quanto l´immigrazione sia una risorsa per la comunità autoctona e quanto sia preziosa l´opportunità di scambio culturale che questo fenomeno ci offre. La percezione di insicurezza nasce sempre da una carenza di dialogo e conoscenza reciproca, dalla diffidenza verso espressioni culturali diverse. Quindi dobbiamo conoscerci, dobbiamo dialogare per incidere positivamente sulla percezione dell´immigrazione da parte della comunità. Ai cittadini immigrati dico che è importante emarginare quella piccolissima minoranza che agisce fuori dalle regole; una minoranza che danneggia prima di tutto i propri connazionali. E´ peraltro importante – ha aggiunto il Questore – che i cittadini stranieri sappiano cogliere i cambiamenti culturali avvenuti nel loro Paese d´origine dopo la loro partenza. Noi notiamo infatti che a volte le incomprensioni possono nascere anche tra connazionali che hanno acquisito, in momenti differenti, modelli culturali diversi nella stessa terra natale.” Dopo il saluto del vicesindaco di Nomi, Claudio Festi, è intervenuto Mamadou Sow, presidente dell´Associazione “La Savana” che organizza il “Borom Kounda Festival”. “L´aumento della presenza dei cittadini immigrati in Trentino – ha detto – non ha portato ad un aumento della criminalità, che invece è in calo. Qui, grazie alle politiche provinciali sull´immigrazione, noi oggi ci sentiamo cittadini a pieno titolo. Questo Festival vuole essere una festa non solo dell´Africa, ma di tutti i migranti e la presenza dell´Assessore Giovanazzi Beltrami, del Questore Iacobone, del Cinformi e del Vicesindaco di Nomi ci riempie di soddisfazione.” I rappresentanti della comunità africana subsahariana hanno poi ribadito quello spirito di condivisione e di apertura sottolineato dall´Assessore Giovanazzi Beltrami e dal Questore Iacobone, ma non è mancato un ringraziamento al Cinformi dell´Assessorato per il lavoro svolto – in stretta collaborazione con la Questura – nel campo dei documenti di soggiorno. Ha chiuso l´incontro proprio il responsabile del Cinformi, Pierluigi La Spada. “Oggi – ha detto – raccogliamo i frutti di un dialogo che con l´Assessorato viene promosso da tempo. Accanto a questi incontri lavoreremo molto anche su temi specifici come quello delle seconde generazioni, che rappresenta una delle principali ´sfide´ per il futuro.”  
   
   
EMERGENZA PROFUGHI, MARONI RINGRAZIA FORMIGONI MINISTRO LODA L´ACCORDO FIRMATO IERI COME MODELLO PER TUTTI  
 
Milano, 14 giugno 2011 - Il ministro dell´Interno, Roberto Maroni, ha telefonato al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per ringraziarlo dell´accordo raggiunto ieri in Prefettura a Milano sulla gestione dell´emergenza profughi. Regione Lombardia era rappresentata dall´assessore alla Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza, Romano La Russa. Il ministro si è complimentato con Formigoni per quello che ha definito ´l´eccellente modello lombardo´ che proporrà di estendere anche ad altre regioni. Modello che vede la compartecipazione e la collaborazione in un´unica cabina di regia di tutti i livelli di governo, vale a dire nazionale, regionale, provinciale e comunale. Formigoni ha spiegato che ´il modello adottato oggi è frutto della collaborazione e del metodo della sussidiarietà che Regione Lombardia ha sempre praticato in tutti i problemi che riguardano i cittadini e anche in questo caso ci consentirà di gestire al meglio una situazione certamente grave´.  
   
   
PROFUGHI. REGIONE LOMBARDIA REPLICA A MINISTRO MARONI  
 
Milano, 14 giugno 2011 - In tema di gestione dei profughi, ´la Lombardia governata da Formigoni, come il Veneto governato da Zaia, hanno legittimamente scelto di adottare un modello di governance che individua il prefetto del Comune capoluogo come soggetto attuatore per l´emergenza, modello previsto dall´ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri´. E´ quanto si legge in una Nota di risposta all´affermazione del ministro dell´Interno, Roberto Maroni, secondo il quale l´accordo del 6 aprile Stato-regioni ´prevede procedure molto chiare, che tutte le Regioni attuano, tranne la Lombardia´. Ora, ´l´accordo del 6 aprile - prosegue la Nota - non prefigura modelli di governance, ma si limita a precisare il concorso di Regioni, Province e Comuni in una equa distribuzione dei migranti sul territorio nazionale. E a questo impegno Regione Lombardia non è mai venuta meno; la dimostrazione più evidente è che ad oggi ha accolto la quota maggiore di profughi (quasi 1700)´. ´Non dobbiamo infatti dimenticare - si legge ancora nella Nota - che trattiamo di una materia (immigrazione e asilo) che è di competenza esclusiva dello Stato e lo Stato sul territorio è rappresentato dal prefetto. Non si spiega perché il ministro Maroni non abbia voluto riconoscere questa soluzione´. ´Infatti - ricorda la Nota - sta direttamente in capo al Governo nazionale e, per esso, al Ministro dell´Interno, com´è naturale, la responsabilità complessiva ´per lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all´eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa´.  
   
   
SIGLA DEL PROTOCOLLO D´INTESA TRA REGIONE, PREFETTURE, UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE, ANCI E UPI EMILIA-ROMAGNA PER IL SOSTEGNO E LA DIFFUSIONE DELLA LINGUA ITALIANA ED EDUCAZIONE CIVICA TRA I CITTADINI STRANIERI ADULTI.  
 
Bologna, 14 giugno 2011- Un “patto” tra Regione, Prefettura di Bologna – a nome delle Prefetture dell´Emilia-romagna – Ufficio scolastico regionale, Anci e Upi per il sostegno e la diffusione della lingua italiana e dell´educazione civica tra i cittadini stranieri adulti. E´ quanto prevede il protocollo d´intesa di durata triennale, siglato ieri a Bologna in Prefettura, che impegna i firmatari su più obiettivi: consolidare e coordinare l’offerta formativa attuale, dedicare una particolare attenzione alle persone recentemente immigrate in Italia – , garantendo loro un canale di accesso adeguato ai percorsi formativi – , qualificare i soggetti pubblici e del privato sociale che programmano e svolgono corsi di lingua italiana ed educazione civica ai cittadini stranieri. Potenziare, al tempo stesso, la rete istituzionale rappresentata dall´Ufficio scolastico regionale/Centri territoriali permanenti, Prefettura, Regione, Provincia e Comuni per una gestione organizzata dell’impatto sul territorio dei nuovi adempimenti normativi; infine, raccogliere e analizzare bisogni, criticità e buone prassi dei soggetti impegnati nell’insegnamento della lingua. “Con questo protocollo abbiamo voluto ‘capitalizzare’ le tantissime esperienze formative presenti sul territorio e definire un patto per compiere un salto di qualità sull’offerta e sul coinvolgimento del terzo settore” ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, che ha sottoscritto l’accordo insieme al prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia, a Daniele Manca (Anci Emilia-romagna), Giuseppe Sidoli (Upi Emilia-romagna) e Maria Luce Bongiovanni (Ufficio scolastico regionale). “Siamo in piena sintonia con i principi delle politiche d’integrazione dell’Unione europea – ha aggiunto l’assessore – ; ricordo inoltre che la priorità principale del programma triennale 2009-2011 della Regione per l´integrazione sociale degli stranieri consiste proprio nella promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione della lingua italiana, per consentire una piena cittadinanza sociale e politica”. Alla base del protocollo ci sono diverse disposizioni normative, a partire dal decreto legislativo 286/1998 (“Testo Unico in materia di immigrazione”), secondo cui il diritto allo studio della lingua italiana dev´essere garantito da Stato, Regioni ed enti locali attraverso appositi corsi e iniziative. Anche il Parlamento europeo, con un´apposita risoluzione, ha individuato l´istruzione e l´apprendimento linguistico tra le priorità per l´integrazione degli immigrati; priorità indicata anche nella legge regionale 5/2004. Il test di conoscenza della lingua italiana Altro riferimento per il protocollo è la legge 94/2009 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, che ha introdotto nel Testo Unico in materia di immigrazione una serie di modifiche tali per cui il rilascio del cosiddetto “permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo” è subordinato al superamento di un test di conoscenza della lingua italiana. In Emilia-romagna, da metà febbraio 2011 al 30 maggio (dati ministero dell´Interno), sono state 7.041 le richieste presentate per effettuare il test; 30 le sedi dove è stato effettuato, 258 le sessioni, 5685 le convocazioni; 3822 il totale dei test sostenuti, di cui 2814 quelli superati; 445 i non superati, 12 i non ammessi al test e 551 gli assenti. L´impegno della Regione La Regione, con apposita delibera di giunta, ha destinato alle Province complessivamente 569.800 euro, assegnati dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l´attuazione di un programma di interventi (principalmente corsi) finalizzati alla diffusione della conoscenza della lingua tra i cittadini immigrati regolarmente residenti. La Regione partecipa inoltre, con il progetto “Parole in gioco”, a un bando del ministero dell´Interno – rivolto alle Regioni – per ottenere finanziamenti (381mila euro) per la realizzazione di un sistema di governance regionale a più livelli, finalizzato a promuovere e a integrare l’offerta di formazione linguistica, di cultura italiana e di educazione civica per i cittadini stranieri. Per quanto riguarda il protocollo d´intesa la Regione attiva un coordinamento con le Province per sottoporre a monitoraggio periodico il tema dell´insegnamento della lingua sia dal punto di vista dell´applicazione e degli effetti introdotti a livello normativo, sia rispetto alla previsione di bisogno formativo. Individua il livello provinciale quale “luogo ottimale” per comporre un quadro d’insieme dell’offerta e della programmazione di interventi per la conoscenza della lingua italiana e educazione civica; infine, all´interno delle attività della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, promuove occasioni di informazione e diffusione in riferimento alla applicazione del protocollo. /Cv In allegato: dati test Emilia-romagna (fonte: ministero Interno)  
   
   
SOCIALE: UDINE 16/6, CONFRONTO SU POLITICHE DI CONTRASTO A POVERTÀ  
 
 Trieste, 14 giugno 2011 - Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà in Friuli Venezia Giulia: il ruolo delle istituzioni e del volontariato: è questo il tema di un convegno promosso dalla Regione in collaborazione con le Caritas diocesane, in programma giovedì prossim 16 giugno, a Udine, nell´Auditorium di via Sabbadini. L´iniziativa nasce da un percorso di analisi e approfondimento sulla povertà avviato nel 2007 dalla Regione e dalle Caritas diocesane nel contesto dell´Osservatorio delle politiche di protezione sociale, e vuole restituire alla Comunità regionale i risultati raggiunti, portandoli all´attenzione pubblica per un confronto ampio ed allargato sulle strategie e sugli interventi con cui cercare di contrastare questo fenomeno in modo equo ed efficace. Al dibattito, che sarà aperto dal presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, interverranno tre assessori del Friuli Venezia Giulia: Angela Brandi, che parlerà di crisi occupazionale e dei costi pagati da imprese, cittadini e lavoratori, nonché degli interventi messi in campo dall´Amministrazione regionale per la difesa del lavoro e del reddito; Roberto Molinaro, che affronterà il tema degli interventi di contrasto alla povertà da attuarsi da parte delle famiglie e del volontariato; e Vladimir Kosic il quale, oltre a trattare del contrasto alla povertà sotto il profilo sociosanitario, trarrà anche le conclusioni, assieme al vescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, il quale interverrà anche a nome dei vescovi di Trieste, Concordia-pordenone e Gorizia. Una panoramica sulle dimensioni del fenomeno povertà e sui percorsi per contrastarla sarà affidata ad Anna Zenarolla, dell´Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Friuli Venezia Giulia (Ires Fvg). L´esperienza delle quattro Caritas diocesane sarà raccontata da don Luigi Gloazzo, mentre Maura Clementi e Gianfranco Marino faranno il punto sul ruolo del Servizio sociale dei Comuni e delle Province. All´incontro parteciperanno anche gli assessori ai servizi sociali della Regione Veneto, Remo Sernagiotto, e del Land Carinzia, Christian Ragger. Previsto anche il contributo di rappresentanti dell´Associazione Bancaria Italiana, delle Fondazioni bancarie e di altre espressioni del volontariato sociale.  
   
   
PAPA, DE PALO: ACCOGLIAMO L´INVITO A RIPARTIRE DALLA FAMIGLIA  
 
Roma, 14 giugno 2011 - "Ripartire dalla famiglia" questo il commento di Gianluigi De Palo, Assessore alla Famiglia, all´Educazione e ai Giovani di Roma Capitale a margine delle parole del Cardinale Vallini e della stragrande maggioranza dei questionari raccolti in preparazione del Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, in corso in queste ore. "Fa riflettere tutta questa attenzione nei confronti delle famiglie e delle giovani coppie. Non solo la nostra città, ma tutto il nostro Paese ha bisogno di ricalibrare la politica mettendo al centro la famiglia. Il Paese reale, quello che rappresenta i bisogni della gente comune, chiede politiche familiari serie. Roma Capitale non si tira indietro e nei prossimi mesi elaboreremo un piano concreto perché siamo convinti che sia veramente una priorità della nostra città".  
   
   
FAMIGLIA: VIA ALLA NUOVA CONSULTA REGIONALE FVG  
 
Udine, 14 giugno 2011 - La Consulta regionale della famiglia dovrà diventare una sede fondamentale di "consultazione e confronto" con tutti i soggetti interessati, dalle istituzioni alle associazioni, in modo che diventino davvero "protagonisti delle scelte". Lo ha sottolineato l´assessore regionale alla Famiglia, Roberto Molinaro, che ieri sera a Udine ha presieduto la prima riunione della rinnovata Consulta, prevista dalle legge regionale 11 del 2006 su "Interventi regionali a sostegno della famiglia e della genitorialità". Della Consulta, nella sua nuova versione, fanno parte i rappresentanti delle associazioni delle famiglie, degli Enti locali, dei servizi organizzati, delle cooperative sociali, di tutti i portatori di interessi. "L´efficace attuazione di una politica della famiglia - ha detto l´assessore nel suo intervento introduttivo - presuppone un´alleanza con una pluralità di soggetti, e in particolare con i Comuni e con il mondo dell´associazionismo, secondo il principio della sussidiarietà". L´amministrazione regionale, ha ricordato l´assessore, ha voluto dare in questo campo alcuni chiari segni di discontinuità rispetto al passato, a partire dall´istituzione di un servizio regionale Politiche per la famiglia, che prima non esisteva, ponendo nello stesso tempo la famiglia al centro delle politiche del welfare. "Le leggi che abbiamo trovato - ha aggiunto - avevano una spiccata impronta socio-assistenziale, secondo un´ottica che privilegiava gli interventi a favore delle famiglie bisognose. Noi intendiamo invece rivolgerci, accanto a quelle bisognose, a tutte le famiglie, in particolare a quelle con figli, considerate come soggetto sociale e come risorsa sociale". In Friuli Venezia Giulia ci sono 530 mila famiglie, di cui 160 mila con figli (circa 1.500 sono numerose, con 4 e più figli). Per gli interventi a loro favore non siamo comunque "all´anno zero", come ha osservato Molinaro. La riunione di oggi è servita anzi a compiere un primo bilancio di una serie di strumenti attivati dalla Regione: Carta famiglia, Assegni di natalità, Sostegno alle famiglie numerose, Sostegno alle attività di formazione/informazione. La Consulta ha davanti un notevole lavoro da svolgere, a partire dal Piano regionale triennale per la famiglia, che sarà per la prima volta elaborato in Friuli Venezia Giulia. Ma ci sono anche altri interventi importanti in cantiere, come il riconoscimento delle associazioni delle famiglie o i sostegni alle gestanti in difficoltà. La riunione di oggi ha assunto da subito un carattere operativo, con l´esame e l´approfondimento del Regolamento di attuazione dell´articolo 18 della legge 11 del 2006, che prevede di finanziare progetti elaborati dalle associazioni familiari.  
   
   
PREVENZIONE PER LE FAMIGLIE, LA REGIONE LAZIO A INCONTRASALUTE LA DUE GIORNI DI PREVENZIONE E SALUTE SI TERRA’IL 17 E IL 18 GIUGNO PRESSO IL LAGHETTO DELL’EUR  
 
Roma, 14 giugno 2011 - Due giorni di prevenzione e benessere: venerdì 17 e sabato 18 giugno la Regione Lazio sarà presente al Villaggio della salute allestito nei pressi del laghetto dell’Eur. L’iniziativa, promossa dall’associazione Incontradonna e dalla Regione Lazio, in collaborazione con la Croce Rossa ed Eur spa, è stata presentata ieri nel corso di una conferenza stampa presso la sede di Eur spa, dalla presidente, Renata Polverini, e dalla presidente di Incontradonna, Adriana Bonifacino. A fare da moderatrice la giornalista Floriana Bertelli. Sono intervenuti inoltre il presidente di Eur spa, Pierluigi Borghini, e Maurizio Battista, testimonial dell’evento. La Regione Lazio partecipa alla due giorni con uno spazio informativo che ospita anche uno sportello mobile Recup: presentando un’impegnativa del medico si potranno effettuare prenotazioni di visite specialistiche per una serie di patologie. “Da subito ci siamo impegnati per la salute delle persone – ha detto Polverini – guardando con attenzione alla prevenzione. Abbiamo messo campo diverse iniziative sul fronte dell´informazione e della prevenzione. Questa volta ci rivolgiamo alle famiglie anche mettendo a disposizione una postazione Recup”. All’interno del Villaggio non solo medicina ma anche benessere: nell´area prevenzione, saranno presenti stand ed ospedali da campo, allestiti dalla Croce Rossa, dove effettuare visite mediche gratuite tra cui quelle senologiche, ecografiche, i pap test, la Moc e gli ultrasuoni; nell´area benessere, saranno organizzate, tra le altre cose, lezioni dimostrative di yoga.  
   
   
FAMIGLIA FVG: SARANNO SOSTENUTI PROGETTI DI ASSOCIAZIONI E COOPERATIVE  
 
 San Giorgio di Nogaro, 14 giugno 2011 - Nei prossimi mesi verrà data attuazione ad un´ulteriore parte della Lr 11/2006, sostenendo in questo modo i progetti presentati dalle famiglie del Friuli Venezia Giulia alle quali sarà chiesto di unirsi, in forma associativa o cooperativistica, per rispondere all´avviso pubblico che la Regione emanerà al fine di sostenere gli start up progettuali. Lo ha affermato l´assessore regionale a Famiglia ed Associazionismo, Roberto Molinaro rispondendo alle domande del direttore dell´Irsses, Carlo Baraldo, nel corso del convegno Famiglie in rete organizzato a San Giorgio Di Nogaro dall´associazione La Viarte. "Non è un piano fine a se stesso ma si propone di supportare la sussidiarietà e promuovere quel bene immateriale quanto fondamentale che è la socialità", ha proseguito Molinaro, aggiungendo che si dovrà tenere conto della dimensione, introdotta dalla legge sul federalismo, della fiscalità. L´assessore ha infatti ricordato che oggi si offre alle Regioni la possibilità di ragionare in termini di credito d´imposta al punto che, in futuro, interventi come quelli destinati alla famiglia potranno venire monetizzati non più sotto l´aspetto di erogazione finanziaria ma, appunto, di credito d´imposta. Su questa strada il Friuli Venezia Giulia partirà probabilmente prima del resto d´Italia, ha osservato Molinaro, sottolineando l´importanza di operare in tali termini anche sullo strumento della Carta famiglia che, attraverso i Comuni, è arrivato ad erogare 14 milioni di euro l´anno. Il programma di Governo dell´attuale Giunta regionale, ha ribadito l´assessore, prevedeva già la centralità della famiglia rispetto al sistema Regione ed in particolare al sistema del welfare che, come è stato detto nel corso del convegno dalle sociologhe Gabriella Burba e Paola di Nicola, in Italia ha ancora il suo pilastro portante proprio nella famiglia. Un pilastro in cui, ha rilevato De Nicola, si intravedono le prime crepe, tanto che diventa legittimo chiedersi sino a quando il nucleo familiare potrà sostenere efficacemente tale ruolo. Per quanto concerne il concetto di rete, Molinaro ne ha rimarcato il valore aggiunto rappresentato dallo stare assieme, sottolineando l´importanza di farvi riferimento in termini di sinergia rispetto ad azioni specifiche soprattutto per quanto riguarda la scuola. Anche per questo "dobbiamo poter contare sull´autonomia delle scuole, sulla loro capacità di interagire con la comunità e garantire un´offerta formativa a misura", ha concluso l´esponente regionale, notando che, nella scuola come altrove, le reti vanno costruite dal basso mettendo in campo una serie di opportunità.