|
|
|
MERCOLEDI
|
 |
 |
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 07 Settembre 2011 |
 |
|
 |
UN NUOVO PROGETTO FINANZIATO DALL´UE SI OCCUPA DI MIGLIORARE L´ALIMENTAZIONE TRA LE PERSONE A RISCHIO POVERTÀ |
|
|
 |
|
|
Oggi in Europa molti prodotti alimentari nutritivi rimangono un bene di lusso e non sono accessibili per tutte le fasce della società. Alla luce di ciò, è appena stato lanciato un nuovo progetto finanziato dall´Ue che spera di occuparsi dei problemi alimentari legati alla povertà. Chance ("Low cost technologies and traditional ingredients for the production of affordable, nutritionally correct foods improving health in population groups at risk of poverty"), parte del Tema "Alimentazione, agricoltura e pesca e biotecnologia" del Settimo programma quadro (7? Pq), ha lo scopo di riunire ricercatori e partner industriali per sviluppare prodotti alimentari invitanti, convenienti e sani che potrebbero prevenire comuni problemi nutrizionali tra coloro che sono a rischio povertà. Anche se i consigli nutrizionali e sul mangiar sano non sono mai stati tanto accessibili, chi vive sulla soglia della povertà raramente ne trae vantaggio - principalmente a causa dei crescenti prezzi dei cibi nutrienti, come le verdure prodotte biologicamente. Nonostante si presti molta attenzione alle implicazioni economiche della vita sulla soglia della povertà, questo interesse non sempre si estende sugli effetti che un basso reddito ha sui problemi di salute legati all´alimentazione. Un recente sondaggio di Eurostat ha messo in luce l´urgenza di capire meglio gli ostacoli verso un´alimentazione sana tra gli 81 milioni di cittadini dell´Ue che attualmente vivono sulla soglia della povertà. Una cattiva alimentazione è direttamente legata a un maggiore rischio di obesità e relativi problemi come diabete e malattie cardiovascolari. Il consorzio Chance, formato da 17 partner provenienti da 8 paesi europei, ha in programma di applicare un metodo su due livelli occupandosi sia di esplorare le tecnologie e gli ingredienti low-cost sia di esaminare come l´istruzione e l´informazione sul mangiar sano possano essere migliorati. Il team ha in programma di esaminare i prodotti secondari che risultano dalla produzione di succhi di frutta e altri derivati dalla lavorazione degli alimenti. Il coordinatore del consorzio Chance, il professor Francesco Capozzi dell´Università di Bologna, commentando il progetto ha detto: "Nonostante il fatto che le principali malattie legate alla dieta sono più comuni tra chi ha un basso reddito ed è a rischio povertà, si fa poco per sviluppare prodotti più sani nelle fasce di prezzo più basse. Esplorando i modi di abbassare i costi di produzione e fornendo informazione su questo particolare gruppo di consumatori, Chance spera di stimolare lo sviluppo di prodotti alimentari che possono fare la differenza e di metterli a disposizione rendendoli interessanti per le persone che ne hanno veramente bisogno." Le statistiche di Eurostat indicano che le donne e gli anziani sono i due gruppi più vulnerabili e i ricercatori di Chance vogliono capire quali altri gruppi sono maggiormente a rischio povertà. Il team ha poi in programma di approfondire la questione e scoprire quali sono i problemi specifici, come assunzione inadeguata dei micronutrienti ferro e vitamina B12. Il team di Chance studierà anche quali sono, secondo coloro che vivono in povertà, i principali ostacoli al mangiar sano e parlerà con i rivenditori, i rappresentanti del settore alimentare e altri operatori nella catena alimentare. Si spera che questo aiuterà i ricercatori a raggiungere l´eventuale obiettivo di sviluppare prodotti alimentari sani che finiscano veramente nei carrelli dei cittadini europei. Nel corso del progetto, che continuerà fino al 2014, il Consiglio europeo per l´informazione alimentare (Eufic) assicurerà che i politici, le organizzazioni dei consumatori, gli scienziati, i produttori di cibo e bevande e i professionisti della sanità e dei servizi sociali siano tutti informati sul progetto Chance. Mentre sfortunatamente c´è molta strada da fare prima che un cestino di verdure biologiche costi quanto un hamburger del fast food, conoscere tutti i dettagli di questa complicata questione è un passo nella giusta direzione. Il consorzio Chance è composto da ricercatori provenienti da Belgio, Danimarca, Finlandia, Italia, Lituania, Serbia, Regno Unito e Ungheria. Per maggiori informazioni, visitare: Consiglio europeo per l´informazione alimentare (Eufic): http://www.Eufic.org/index/it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
SCIENZIATI DANESI PREVEDONO GLI EFFETTI DELLA FUTURA SICCITÀ ESTIVA SULLE PIANTE |
|
|
 |
|
|
Malgrado l´estate piovosa di quest´anno in Danimarca, un team di ricercatori del paese crede che entro il 2075 l´aumento della temperatura globale avrà come risultato maggiore siccità estiva e che questo potrebbe avere effetti negativi sulla flora. Il team di scienziati del consorzio Climaite (Climate change effects on biological processes in terrestrial ecosystems), il cui obiettivo centrale consiste nello studio di come i cambiamenti climatici influenzeranno i processi biologici e gli ecosistemi naturali, ha pubblicato le proprie scoperte sulla rivista Global Change Biology. Il gruppo Climaite è formato da scienziati provenienti da tre istituti danesi: il Politecnico della Danimarca (Dtu) Risø a Roskilde, la Facoltà di Scienze della vita (Ku Life) dell´Università di Copenhagen e l´Istituto nazionale di ricerca ambientale (Dmu) dell´Università di Aarhus. Questi recenti risultati del progetto sono forse un po´ sorprendenti: nonostante un aumento previsto della crescita delle piante dovuto al più alto livello di Co2 nell´atmosfera, quando le temperature più alte e la siccità estiva si aggiungono all´equazione, la crescita delle piante viene limitata. Questi risultati contraddicono le precedenti scoperte scientifiche che mostrano come i livelli in aumento di Co2 nell´atmosfera possono avere come risultato una maggiore crescita delle piante. In condizioni di siccità però i potenziali fattori promotori della crescita delle piante come le più alte temperature e il più alto livello di Co2 insieme limitano in modo significativo l´effetto di crescita delle piante aumentato dal Co2. "Se prima si è vista una crescita delle piante significativamente maggiore a elevate concentrazioni di Co2, è perché si sono fatti studi controllati, dove si cambiava solo la concentrazione di Co2. Fondamentalmente abbiamo elaborato la teoria secondo la quale bisogna guardare l´associazione di diverse variabili climatiche, visto che in futuro le piante saranno esposte a molteplici cambiamenti simultaneamente," commenta l´autore principale Klaus Steenberg Larsen, del Risø Dtu. Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati del consorzio Climaite hanno condotto un esperimento a scala di campo, che ha fatto avanzare la ricerca basandosi su studi precedenti che erano confinati nel laboratorio. Le manipolazioni del clima sono sempre condotte con Co2, temperatura e precipitazioni, per esempio usando getti di Co2 e tende che tengono lontana la pioggia. "Abbiamo messo su l´esperimento in modo che ci siano apprezzamenti esposti solamente a un maggior livello di Co2, calore o siccità estiva e apprezzamenti che sono esposti a tutte le possibili combinazioni di queste tre variabili climatiche. In questo modo possiamo vedere come l´ecosistema è influenzato da ogni variabile climatica e cosa succede nelle varie combinazioni," commenta Klaus Steenberg Larsen. Questi esperimenti sono stati condotti in una zona di addestramento militare a Jægerspris; gli scienziati hanno costruito una struttura dove possono condurre esperimenti a scala di campo con elevato Co2 usando la tecnica dell´arricchimento di carbonio in aria libera (Free Air Carbon Enrichment o Face). Questo metodo è usato dagli ecologisti e dai biologi delle piante per aumentare la concentrazione di Co2 in una zona specifica in modo da permettere di misurare la risposta delle piante in termini di crescita. Sono in grado di aumentare la temperatura del suolo di circa 1 grado usando una tecnica chiamata riscaldamento passivo notturno e sono riusciti a ricreare le condizioni di forti piogge o di siccità usando tende avvolgibili per periodi da 4 a 6 settimane durante l´estate. "Misuriamo cose come l´azoto nelle precipitazioni, le piante, la fauna del terreno, i microbi e l´acqua del terreno. L´azoto è spesso un fattore limitante della crescita delle piante ed è assolutamente essenziale per il modo in cui gli ecosistemi rispondono ai cambiamenti climatici. I risultati illustrati nell´articolo coprono gli anni 2006-2007 e l´esperimento continuerà fino al 2014. Ci vuole però tempo per avere i risultati dalle 20-30 persone che interpretano e analizzano i risultati a partire dai molti tipi di attrezzature che sono state piazzate. Possiamo però vedere chiaramente che specialmente l´inaridirsi del terreno ha un notevole effetto negativo sulla produzione di azoto, e quindi sulla possibile crescita delle piante, anche in quelle zone che sono esposte a un maggiore livello di Co2 e al riscaldamento. Per maggiori informazioni, visitare: Risø Dtu: http://www.Risoe.dtu.dk/en.aspx?sc_lang=da |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AGRICOLTURA IN SARDEGNA: LEGGE 15 PIENAMENTE OPERATIVA CON CONCESSIONE AIUTI PRODUTTORI GRANO DURO
|
|
|
 |
|
|
Cagliari - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore regionale dell´Agricoltura Oscar Cherchi, ha deliberato di stabilire, in conformità delle disposizioni del regolamento della Commissione Europea, i criteri di erogazione degli aiuti agli imprenditori, singoli o associati, che coltivano grano duro. Le somme a disposizione sono pari ad un importo di 4 milioni di euro l´anno per il 2011, 2012, 2013. Gli aiuti verranno concessi a partire dall’annata agraria 2011-2012 agli imprenditori che aderiscono ad un accordo di filiera finalizzato alla valorizzazione del grano duro coltivato sul territorio regionale. L’accordo, che verrà sottoscritto fra imprenditori agricoli di prima trasformazione (mulini) e di seconda trasformazione (panifici, pastifici, operatori del settore dolciario) servirà a garantire un prezzo minimo del grano duro in funzione dell´andamento dei costi di produzione e delle quotazioni di mercato dell’ultimo quinquennio e delle caratteristiche qualitative. Il peso elettrolitico non dovrà essere inferiore a 78 kg/hl e il contenuto proteico percentuale dovrà essere di almeno il 12 per cento. All´aumento percentuale di quest’ultima caratteristica, nel prezzo minimo garantito è previsto un regime di premialità crescente sulle partite di grano ammassate. Gli importi dell’aiuto saranno di mille euro l’anno per aziende che coltivano a grano duro da 5 a 10 ettari, di mille e 500 euro all’anno per superfici di oltre 10 e fino a 20 ettari, di duemila e 500 euro all’anno per superfici oltre i 20 ettari. “Stiamo dando gambe alla legge 15, – commenta l’assessore Oscar Cherchi – così come richiesto dagli operatori del settore. La Giunta Cappellacci dedica la massima attenzione alle esigenze del comparto agricolo, nella consapevolezza della strategicità che questo riveste nell’economia isolana". |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
PESCA. EMILIA-ROMAGNA, VENETO E FRIULI SCRIVONO AL GOVERNO PER CHIEDERE UN TAVOLO PERMANENTE AL MINISTERO SUBITO DOPO LA PAUSA ESTIVA E LA CREAZIONE DEL DISTRETTO ALTO-ADRIATICO |
|
|
 |
|
|
Bologna – Anticipare la fine del fermo pesca al 15 settembre, attivare bandi per piccola pesca e vongolare, sviluppare piani interregionali di gestione dell’Alto Adriatico. Queste le richieste delle Regioni Emilia-romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. I tre assessori regionali alla Pesca Tiberio Rabboni, Franco Manzato e Claudio Violino hanno scritto al ministro per le Politiche agricole Saverio Romano per chiedere di avviare, subito dopo la pausa estiva, un tavolo permanente per dare presto una risposta concreta alle marinerie. Gli assessori chiedono, inoltre, al Governo di procedere nella strada per la creazione di un vero e proprio Distretto Alto-adriatico, come soggetto nuovo per la riconversione e lo sviluppo della pesca. Questa, scrivono gli assessori, è “l’unica carta per voltare pagina” e “salvare le risorse ittiche del nostro mare Adriatico senza distruggere i comparti”. “La recente ‘partita’ relativa al fermo pesca, che ha visto ancora una volta non comprese fino in fondo le esigenze specifiche e le proposte delle marinerie dell’Alto-adriatico - sottolineano ancora gli assessori - ha dimostrato quanto sia importante rafforzare la capacità di interlocuzione tra i nostri operatori e il Ministero, con l’appoggio fattivo e responsabile delle Regioni”. Rabboni, Manzato e Violino chiedono di superare di superare la fase di gestione delle “emergenze del brevissimo periodo” e di individuare, invece, “percorsi strutturati di rilancio dei comparti produttivi”. Come Regioni, aggiungono “siamo pronti, proprio sulla base del lavoro importante che stiamo facendo con i nostri pescatori, ad assumerci la responsabilità di proporre soluzioni anche molto impegnative. Ma non possiamo essere lasciati soli”. In particolare le questioni sulle quali le tre Regioni chiedono di confrontarsi con il Ministero, così come emerso dai lavori delle Unità di Crisi e come chiesto anche dalle rappresentanze degli operatori, sono: la modifica del decreto che ha definito il fermo biologico, anticipandone la conclusione al 15 settembre; i nuovi bandi per l’arresto definitivo dei segmenti “piccola pesca” e “vongolare”; l’attivazione del Distretto Alto-adriatico e la predisposizione di piani di gestione interregionali rapportati al contesto ambientale (tre, sei e dodici miglia) e per tipologia di licenza. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
FVG, AGRICOLTURA: APPROVATO TETTO MASSIMO PER PROSECCO |
|
|
 |
|
|
Trieste - Passa anche in Giunta regionale la richiesta formulata dal Tavolo di Filiera vitivinicola di qualche settimana fa sulla questione "Prosecco": si tratta del tetto massimo di 3500 ettari per la superficie vitata iscritta allo schedario vitivinicolo, esclusa, come era già stato anticipato, la provincia di Trieste. Il Tavolo di Filiera aveva accolto infatti 28 luglio solo in parte la proposta del Consorzio Interregionale della Doc Prosecco, che oltre a un limite numerico metteva come obbligatorio anche un limite temporale all´iscrizione. Tale istanza era stata corredata da una relazione dalla quale si evinceva che, nell´attuale fase congiunturale del mercato del vino Prosecco, si è in presenza di una forte crescita dell´offerta, ma anche di una non altrettanto forte crescita della domanda. Proprio per evitare la diminuzione del prezzo di vendita del vino e delle uve, c´è stata, da parte del Consorzio, la richiesta di un intervento che possa riequilibrare il mercato. La delibera, presentata dall´assessore Violino e approvata dalla Giunta, prevede, di concerto con la regione Veneto, la modifica del regolamento, permettendo alla stessa Giunta di effettuare interventi sulle modalità di iscrizione dei vigneti agli albi Do e agli elenchi delle vigne Igt ogni qualvolta ciò venga richiesto dai relativi consorzi, per particolari situazioni contingenti. "Abbiamo portato avanti le richieste provenienti dal mondo vitivinicolo - ha commentato l´assessore Violino - con un occhio di riguardo, come era stato già detto, per la provincia di Trieste". "Speriamo che questo contingentamento - conclude l´assessore - sia uno strumento per mantenere la qualità della produzione del Prosecco anche in Friuli, proprio per farlo diventare ancora di più produzione d´eccellenza". |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
FVG, AGROALIMENTARE: AMPLIARE GAMMA DEI PRODOTTI TIPICI CONOSCIUTI |
|
|
 |
|
|
Udine - "Griffare" l´agroalimentare del Friuli Venezia Giulia sarà la strada da percorrere per permettere un futuro prospero all´agricoltura regionale. E che ci siano i margini di manovra per imprimere maggiore identità di marchio alle eccellenze è stato confermato l’ 1 settembre nel corso dell´incontro che ha anticipato i contenuti elaborati in base ai dati raccolti dall´Osservatorio sui Prodotti agoalimentari (saranno resi noti complessivamente nel corso del convegno "Agroalimentare friulano allo specchio" in programma a Pordenone il 9 settembre). "L´agroalimentare friulano deve procedere verso un incremento della sua identità - conferma l´assessore regionale alle Risorse agricole Claudio Violino - e per questo sono chiamati in causa sia i produttori sia i consumatori. Del resto c´è grande spazio per aumentare il marketing territoriale e lo abbiamo capito dai dati raccolti dall´Osservatorio: i friulani hanno una conoscenza epidermica del prodotto tipico friulano e dichiarano di consumare e riconoscere solo alcune tra le 141 produzioni locali, quelle più legate all´immaginario". Per questo sono state valutate più che utili le attività svolte dall´Osservatorio sui Prodotti agroalimentari. "L´osservatorio ha poco più di un anno di vita - ha ricordato Violino -: nato nel giugno 2010 da una iniziale partnership tra direzione centrale Risorse rurali, agroalimentari e forestali della Regione e Friuladria, coordinata da Irtef (Istituto per la Ricerca sulle Tecniche Educative e Formative), la struttura non solo ha analizzato le abitudini alimentari dei consumatori friulani, ma si è rivelato potenzialmente uno strumento utile per tutti coloro che lavorano nell´ambito dell´agroalimentare per riuscire a implementare le politiche orientate all´interesse dei consumatori". La maggiore novità è che, in questo periodo, agli iniziali tre soggetti si sono aggiunti nuovi importanti partner, che hanno compreso e sposato obiettivi e finalità dell´Osservatorio. Si tratta della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia, della Legacoop, della Confcooperative e, in ultima battuta, anche della Confederazione Italiana Agricoltori Fvg e della Confartigianato di Udine. L´osservatorio - hanno sottolineato oggi il direttore centrale alle Risorse agricole Luca Bulfone e il direttore dell´Irtef Sergio Simeoni - oltre ad orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali potrà permettere di intercettare nuovi mercati extraregionali in cui promuovere le eccellenze delle imprese agricole; può essere utile alla programmazione di piani strategici di settore in ragione delle sofferenze strutturali del comparto e a traguardare obiettivi capaci di valorizzare i vari prodotti, quelli di eccellenza (prosciutto, formaggio, vino, trota) e quelli di nicchia quali i formaggi di malga, i radicchi, il miele, i prodotti dell´acquacoltura e altre eccellenze disponibili in regione grazie alle qualità ambientali, ai microclimi presenti in porzioni del nostro territorio e alle peculiarità delle economie locali. "Proprio perchè la nostra è una agricoltura che non può disporre di grandi numeri - commenta Violino - occorre puntare tutto sulla qualità e sulla tipicità delle nostre produzioni. Le linee emerse dai questionari dell´Osservatorio ci confermano questa necessità". |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
ZOOTECNIA: AGRIS, 800MILA EURO DI FINANZIAMENTI EUROPEI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE DEGLI ANIMALI DA ALLEVAMENTO |
|
|
 |
|
|
Cagliari - L´agris, Agenzia regionale per la ricerca in agricoltura, si è aggiudicata per il prossimo triennio un finanziamento europeo complessivo di 800mila euro nel campo della resistenza genetica alle malattie degli animali da allevamento. In particolare, 350mila euro saranno destinati all´attuazione del progetto "Sustainable Solutions for Small Ruminants" per supportare le ricerche nel campo dell´individuazione dei geni che modulano la resistenza genetica alle principali patologie ovine, mentre 450mila euro saranno destinati al reclutamento di due giovani ricercatori europei per la messa a punto di modelli di controllo delle infezioni di nematodi gastro-intestinali negli ovini. "L´estrema competitività dei bandi europei per la concessione di finanziamenti per la ricerca - ha spiegato il Commissario straordinario di Agris, Efisio Floris - è sicuramente un attestato del livello di eccellenza raggiunto dall´Agris nel miglioramento genetico delle specie animali da allevamento. La strategia di integrare i finanziamenti regionali per la ricerca con fondi nazionali e comunitari potrà, se coronata da successo, consentire all´Agenzia di sviluppare le attività di ricerca e sperimentazione necessarie per lo sviluppo e l´ammodernamento dei comparti di riferimento". Le ricerche nel campo stanno diventando sempre più numerose anche sull´onda degli ottimi risultati che la selezione genetica ha avuto nella quasi completa eradicazione dal territorio regionale della Scrapie ovina. Il successo delle strategie genetiche consentirebbe, infatti, di ridurre i costi dei trattamenti sanitari, limitare le perdite produttive legate allo stato sanitario degli animali e migliorare la qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti di origine animale. "L’agris, che ha supportato dal punto di vista tecnico-scientifico la Regione nella stesura e applicazione del Piano di Selezione per la Resistenza alla Scrapie - ha sottolineato il commissario Floris - è all´avanguardia nelle ricerche per il controllo delle principali patologie ovine e, in particolare, le mastiti, la paratubercolosi e i nematodi gastro-intestinali". |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
VINI: POLIDORI, IMPEGNO MOLDOVA A RIVEDERE DAZI SU VERMUT
|
|
|
 |
|
|
Chisinau - " Il governo moldavo si impegnerà a valutare con attenzione le accise sui prodotti alcolici importati, affinché la finanziaria in corso di discussione non applichi anche al vermut italiano un aumento dell´imposta (fino a 4 euro per litro) cosi come previsto per tutti i liquori che entreranno nell’ex Repubblica sovietica. Ne ho avuto rassicurazione dal ministro delle Finanze del governo di Chisinau, Venceslav Negruta, al quale ho fatto presente che il vermut è un particolare vino aromatizzato che, differenza dei tradizionali liquori e´ di una categoria con un valore aggiunto inferiore, una gradazione più bassa e si pone in una fascia di prezzo medio". È quanto ha dichiarato il 29 luglio il sottosegretario al commercio con l´estero, Catia Polidori, subito dopo l´incontro con Negruta, avvenuto nella sede del palazzo delle finanze moldavo. Ieri Polidori aveva espresso la stessa istanza anche al premier della Repubblica Moldova, Vladimir Filat e al ministro dell´agricoltura, Vasile Bumacov. Il mercato del vermut italiano in Moldavia sarebbe infatti azzerato se la misura fiscale si concretizzasse. L´importatore locale, ha ricordato Polidori, ha già precisato che rinuncerebbe all´importazione di Martini (unico produttore di vermut nell´area) in quanto non piu proponibile al consumatore moldavo ad un prezzo ragionevole perché supererebbe quello di un distillato " prezioso", tipo Vodka Absolut. I vermut italiani sono presenti sul mercato moldavo da più di vent´anni e sono principalmente rappresentati dai marchi Martini e Cinzano. Si tratta del principale prodotto vitivinicolo esportato superando nel 2009 l´intero export comunitario di vini fermi e spumanti. L´italia è dunque il primo esportatore del settore vini anche su questo mercato, replicando un trend che si sta confermando in Russia ed in tutti i mercati della ex Unione sovietica. Proprio nel settore del vino, ha ricordato infine il sottosegretario Polidori, anche nel suo intervento con il ministro dell’economia, Valeriu Lazar, c´è stata una recente sottoscrizione per un accordo di collaborazione nel settore tra il Ministero dell’Agricoltura moldavo e con un consorzio di viticoltori veneti, con significativi vantaggi per le rispettive economie. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
LOMBARDIA.VITICOLTURA,NUOVA VITA PER IL POLO DI RICCAGIOIA 700 MILA EURO SUBITO PER IL RILANCIO DELLA NUOVA SOCIETA´ |
|
|
 |
|
|
Milano - Con l´approvazione - avvenuta con decreto regionale - del programma strategico 2011-2013 di Riccagioia Scpa, la nuova società mista pubblica/privata dedicata allo sviluppo del settore vitivinicolo lombardo, e il finanziamento del primo piano annuale da 700.000 euro, l´assessorato regionale all´Agricoltura contribuisce fortemente al rilancio di una storica struttura oggetto di un impegnativo programma di ristrutturazione complessiva, nonchè di una innovativa forma di partnership tra istituzioni pubbliche, università, Camere di commercio, cantine e operatori del settore vitivinicolo. ´Sono particolarmente orgoglioso di questo importante investimento regionale - ha commentato Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura - che aiuta a restituire alla Lombardia lo storico polo di Riccagioia; ubicato nei Comuni di Torrazza Coste e Montebello della Battaglia (Pv), e dedicato a ricerca, sperimentazione e formazione, è stato completamente ristrutturato e rinnovato attraverso un investimento complessivo regionale di circa 10 milioni di euro, e affidato alla gestione operativa di una Società mista pubblico - privato della quale fanno parte le istituzioni locali, l´Ente Regionale Servizi per l´Agricoltura e le Foreste, diverse Camere di Commercio lombarde, Unioncamere, le Università di Pavia e Milano, importanti cantine private e cooperative ed associazioni di produttori viticoli´. ´Le risorse regionali messe a disposizione con l´approvazione della prima annualità del programma triennale strategico - ha aggiunto De Capitani - servono a attivare interventi concreti, precisi e mirati per un rilancio di questa realtà dedicata a viticoltura ed enologia anche su scala extraregionale, al servizio di una delle filiere agricole più importanti nella nostra regione´. ´La costituzione di una società mista pubblico - privata, a cui viene affidata la gestione operativa - ha continuato De Capitani - rappresenta per la Lombardia una scelta politica precisa di valorizzazione del patrimonio agricolo di proprietà regionale, che viene rinnovato e messo a disposizione delle aziende del settore, nonché di tutte le istituzioni pubbliche che intendono investire per sostenere la competitività di un comparto produttivo tra le eccellenze della Lombardia. Sono particolarmente orgoglioso anche della collocazione in questa sede di un corso universitario, già attivato, specifico per il settore, che permette di studiare viticoltura ed enologia in mezzo ai vigneti, ai profumi della cantina e agli scaffali delle bottiglie´. Il finanziamento del primo piano annuale di attività 2011 servirà a sostenere questi progetti: - ´Migliorvite´, dedicato al miglioramento genetico e sanitario della vite in Lombardia, in partnership con le Università di Milano e Cattolica del S. Cuore, e la collaborazione del Centro Vitivinicolo Bresciano e della Fondazione Fojanini di Sondrio; - ´Npv - Nucleo di Premoltiplicazione Viticola´, dedicato al rilancio della produzione di materiale vivaistico di nuovi cloni e varietà, in collaborazione con l´Università di Milano; - ´Longevit´, indagine sulla longevità dei vigneti e dell´importanza delle vecchie viti rispetto alla qualità dei vini, con l´obiettivo di indagare sui fattori che comportano l´uscita forzata dalla produzione dei vigneti di maggiore età; progetto in collaborazione con l´Università Cattolica, il Centro Vitivinicolo Bresciano e la Fondazione Fojanini; - ´Listefrutta´, liste di orientamento varietale per il melo e i piccoli frutti, allo scopo di orientare le imprese agricole nella scelta delle migliori varietà per i nuovi impianti; progetto in collaborazione con l´Università di Milano e l´Università Cattolica di Piacenza, la Fondazione Fojanini e la Fondazione Minoprio; - ´Collezioni´, dedicato alla gestione e valorizzazione delle collezioni varietali viticole e frutticole, fra le più importanti in assoluto a livello regionale; - ´Riccalab´, attivazione e mantenimento della certificazione di accreditamento del laboratorio di analisi chimiche di Riccagioia; - ´Divini´, attivazione del laboratorio di diagnostica del profilo aromatico, polifenolico e di salubrità dei vini lombardi, in collaborazione con l´Università di Milano e l´Università di Pavia; - ´Microvini´, attivazione del laboratorio di microbiologia e biotecnologia microbica, in collaborazione con l´Università di Milano; - ´Format´, sviluppo di azioni formative per la filiera vitivinicola, dedicato al potenziamento e rilancio dei corsi universitari di specializzazione e delle attività didattiche che si svolgono nella sede di Riccagioia . |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AGRICOLTURA. LA GIUNTA REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNADA IL VIA ALL´ASSEGNAZIONE DI OLTRE 1,9 MILIONI DI EURO DESTINATI AGLI EX BIETICOLTORI |
|
|
 |
|
|
Bologna – Oltre 1,9 milioni di euro dal Programma di Azione regionale di diversificazione del settore bieticolo. La Regione ha approvato la graduatoria delle domande presentate dagli ex bieticoltori per aderire al programma operativo destinato a sostenere investimenti aziendali finalizzati alla diversificazione del settore bieticolo. Le risorse, derivanti da economie di provvedimenti precedenti, ammontano a 1,983 milioni di euro e consentono attualmente di finanziare investimenti alle prime 51 imprese agricole sulle 177 ammesse in graduatoria. Si tratta di aziende che hanno dovuto abbandonare o ridurre la coltivazione della barbabietola da zucchero in seguito alla chiusura degli zuccherifici a cui conferivano il prodotto, dopo la pesante riforma comunitaria del settore. I benefici dell’attuale graduatoria potranno essere estesi anche ad altre imprese in posizione utile in seguito all’assegnazione all’Emilia-romagna di quelle risorse aggiuntive che altre Regioni non sono state in grado di spendere e che al momento sono quantificate in 213 mila euro. La Regione Emilia-romagna porta così a pieno compimento il proprio specifico Programma di Azione regionale di diversificazione del settore bieticolo, emanato dalla Giunta nell’aprile del 2008, assegnando tutte le risorse disponibili. Si tratta, in complesso, di oltre 32 milioni di euro destinati principalmente ad investimenti nelle aziende agricole e in parte alla diversificazione in attività non agricole, all’innovazione, alla ricerca e alla sperimentazione. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
TRENTO: IN VIA DI COSTITUZIONE LO SCHEDARIO VITICOLO VIA LIBERA DALLA GIUNTA AD UN PIANO OPERATIVO PER IL TRASFERIMENTO INFORMATICO DEI DATI |
|
|
 |
|
|
Con una delibera firmata il 5 agosto dall´assessore all´agricoltura Tiziano Mellarini, la Giunta provinciale ha predisposto l’avvio di un piano operativo che preveda la costituzione dello schedario viticolo e le modalità di travaso nello stesso dei dati già presenti nel potenziale viticolo e dei dati delle attitudini a produrre vini Do (Denominazione di origine) provenienti dai preesistenti albi ed elenchi. Un´operazione che consentirà tra l´altro la risoluzione di anomalie e disallineamenti, che potrebbero comportare la perdita di finanziamenti comunitari assegnati attraverso l´Ocm vino, in armonia con le indicazioni di Agea coordinamento. La comunità europea prevede che gli stati membri tengano uno schedario viticolo contenente informazioni aggiornate sul potenziale produttivo con riguardo in particolare al controllo delle superfici. Il decreto legislativo 8 aprile 2010, n.° 61 recante “Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, in attuazione dell’articolo 15 della legge 7 luglio 2009, n° 88” e il conseguente decreto ministeriale 16 dicembre 2010 recante “Disposizioni applicative del decreto legislativo 8 aprile 2010, n.° 61, relativo alla tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, per quanto concerne la disciplina dello schedario viticolo e della rivendicazione annuale delle produzioni“ hanno portato ad una semplificazione nella gestione dei dati vitivinicoli. Lo schedario viticolo va a sostituire due archivi: dichiarazione superfici vitate e albi vigneti / elenchi delle vigne e risulterà integrato nel fascicolo aziendale. La gestione di dati su archivi diversi ha comportato errori (superfici e anagrafiche diverse) ed una eccessiva burocratizzazione, con evidenti perdite di risorse da parte delle amministrazioni e dei produttori costretti ad aggiornare tre banche dati. I decreti sopra richiamati hanno previsto la costituzione dello schedario viticolo, nel quale confluiranno le informazioni presenti in potenziale viticolo; presupposto indispensabile è che le superfici vitate alle quali si riferiscono siano presenti nel fascicolo aziendale del conduttore della superficie interessata. L’iscrizione delle unità vitate costituisce è presupposto inderogabile per procedere a variazioni produttive (estirpi –reimpianti), misure di sostegno, dichiarazioni di vendemmia (comprese le rivendicazioni Do e Igp). |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
VIGNETI IN LOMBARDIA, ESTESO A 8 ANNI DIRITTO DI REIMPIANTO |
|
|
 |
|
|
Milano - Su proposta dell´assessore all´Agricoltura Giulio De Capitani la Giunta regionale ha approvato la delibera che estende a 8 anni la durata dei diritti di reimpianto dei vigneti. Nello specifico il provvedimento integra la deliberazione della Giunta regionale del 6 aprile 2004, relativa alla gestione e all´aggiornamento del potenziale viticolo, modificando il paragrafo ´estirpazione e reimpianto´ del capitolo ´Diritti di nuovo impianto´. In sintesi i viticoltori in possesso di un diritto di reimpianto, a seguito di un´estirpazione, avranno a disposizione 8 anni (e non più 5) per poter esercitarlo. ´Abbiamo accolto favorevolmente - ha spiegato De Capitani - l´appello delle associazioni di categoria del territorio, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, che ci hanno segnalato le difficoltà oggettive di molti viticoltori lombardi, titolari di diritti di reimpianto in scadenza, che, a causa della generale situazione di difficoltà, non possono affrontare in questo momento l´ingente investimento di un reimpianto´. Il provvedimento, rivolto a tutti i diritti attualmente validi, ha quindi esteso di altri 3 anni quelli che erano in scadenza il 31 luglio, relativi alla campagna 2010/2011. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
BOLZANO, CENTRO LAIMBURG: PRESENTATI ESITI SPERIMENTAZIONI PER AGRICOLTURA BIOLOGICA |
|
|
 |
|
|
Le reti antigrandine combattono i parassiti; è uno degli esiti delle inconsuete e creative prove sperimentali che i tecnici della sezione agricoltura biologica del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno presentato il 25 agosto 2011. Per risolvere i problemi dell’agricoltura biologica è necessaria una sperimentazione intensiva e a lungo termine visto che è ammesso in via quasi esclusiva l’uso di metodologie biologiche sulle piante. Questo quanto affermato da Martin Kelderer, responsabile della sezione – una sfida alla creatività degli scienziati. Da decenni il Centro Laimburg si occupa di agricoltura biologica esaminando le colture presenti in Alto Adige e cercando di sviluppare metodi e tecniche per una produzione efficace rispettando le regole dell’agricoltura biologica.Ogni anno, i ricercatori del Centro Laimburg svolgono 40 prove sperimentali in materia. Nell’ambito della giornata informativa sono stati resi noti gli esiti di alcune delle prove sperimentali. È emerso, ad esempio, che le reti antigrandine allontanano parassiti delle piante quali le carpocapse e possono avere effetti di diradamento sui meli contribuendo a migliorare la qualità e la capacità di conservazione. Come ha riferito Kelderer “Abbiamo osservato che file di meli assalite dalle carpocapse non hanno sofferto più danni dai parassiti, se erano protetti di reti antigrandine”. Presso il Centro Laimburg vengono altresì esaminati metodi nuovi per il diradamento dei meli. Gli ricercatori hanno fatto delle prove applicando degli estratti vegetali oleose sulle foglie degli alberi. Queste sostanze chiudono una parte dei pori delle foglie limitando perciò la fotosintesi delle piante (cosiddetto shock della fotosintesi). In tal modo viene sostenuta e potenziata la caduta naturale dei frutti che avviene a giugno. Alcune delle sostanze testate hanno dato risultati promettenti. La richiesta di agroalimentari di produzione biologica è in aumento continuo. Di consequenza, anche l’agricoltura biologica in Alto Adige è cresciuta notevolmente. Nel 2010 più di 700 aziende hanno lavorato i loro beni seguendo le direttive dell’agricoltura biologica, tra i quali 200 sono attivi nella frutticoltura e viticoltura biologica. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
DUE “ECCELLENTI” SI INCONTRANO A CASTELVETRO: IL 18 SETTEMBRE CON “GRASPAROSSA! QUALITÀ SENZA RISERVE” VA IN SCENA IL GUSTO DELL’AUTUNNO.
|
|
|
 |
|
|
Le eccellenze enogastronomiche Grasparossa per l’Emilia Romagna e Riso Vialone Nano per il Veneto si incontrano per festeggiare l’arrivo dell’autunno Due regioni, due eccellenze enogastronomiche, un solo motto: qualità senza riserve, ma anche un solo e inimitabile chef: Gabriele Ferron, già cuoco ufficiale dell’Italia alle olimpiadi 2008 di Pechino. Grasparossa! Qualità senza riserve, l’evento in programma il 18 settembre a Castelvetro di Modena, proporrà una ricetta speciale per annunciare l’arrivo dell’autunno con due ingredienti che hanno fatto conoscere l’Emilia Romagna e il Veneto in tutto il mondo: il Lambrusco Grasparossa e il Riso Vialone Nano Veronese. Il centro storico di Castelvetro, adagiato sulle dolci colline disseminate di vigneti, che salgono verso l’Appennino Modenese, diverrà la cornice di questa manifestazione. Degustazioni, incontri, dibattiti, show cooking animeranno la giornata, che vedrà la presenza di grandi personaggi come il giornalista Paolo Massobrio e lo chef Gabriele Ferron. A quest’ultimo, produttore del famoso riso Vialone Nano Veronese, toccherà il compito di far conoscere, in una cucina en plein air, il “riso come non si è mai visto” e abbinamenti insoliti con il Grasparossa. Città del Vino dal 1994, Bandiera Arancione dal 2003 (marchio turistico ambientale del Touring Club Italiano), Città d’arte e comune turistico dal 2005, Castelvetro è famosa per la sua piazza con pavimentazione in lastre bianche e nere che formano una scacchiera. A “Grasparossa! Qualità senza riserve”, questa si trasformerà in un vero e proprio vigneto, con tanto di grappoli che verranno vendemmiati per l’occasione. I visitatori potranno degustare i prodotti delle cantine del Grasparossa e degli artigiani del gusto o prendere parte alle “Passeggiate in pendenza” , scoprendo in prima persona la difficoltà e la fatica di coltivare la vite in collina. “Grasparossa! Qualità senza riserve” è organizzata da Castelvetro Vita e dal Comune di Castelvetro. Www.castelvetrovita.it - www.Comune.castelvetro-di-modena.mo.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AGRICOLTURA LOMBARDA,FONDI A IMPIANTI TRATTAMENTO NITRATI PER LE MIGLIORIE SARANNO DISTRIBUITI 15 MILIONI IN TRE ANNI
|
|
|
 |
|
|
Milano - E´ stato pubblicato il 16 agosto sul Burl della Regione Lombardia il decreto che dispone la riapertura dei termini per la presentazione delle istanze di adesione al ´Programma straordinario di interventi per l´attuazione della direttiva nitrati´. ´Per l´attuazione del programma - ha detto l´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani, - disponiamo di 3 milioni di euro nel bilancio 2011, di ulteriori 7 nel 2012 e di altri 5 in quello del 2013. Si tratta di importanti somme che ci consentono di aiutare le numerose aziende agricole lombarde alle prese con quello che ho più volte definito il ´problemone´ del corretto riciclo dei nitrati prodotti dagli allevamenti´. Regione Lombardia intende promuovere l´attivazione di tecniche gestionali e di sistemi idonei a limitare l´impatto ambientale degli effluenti da allevamento mediante il contenimento del carico di azoto e delle emissioni climalteranti prodotte da effluenti zootecnici. Gli interventi previsti e i connessi investimenti risultano così finalizzati a un complessivo miglioramento della sostenibilità ambientale delle attività zootecniche. ´Nel ´Programma straordinario di interventi per l´attuazione della direttiva nitrati´ - ha aggiunto l´assessore - puntiamo al finanziamento di quegli impianti che, utilizzando i reflui per la produzione di energia da fonti rinnovabili, prevedano l´estrazione della frazione di azoto, limitando per tanto l´impatto dei nitrati di fonte agricola sul ciclo delle acque superficiali e profonde e migliorando la sostenibilità ambientale delle attività zootecniche´. Potranno presentare domanda, per questa seconda tranche di finanziamento imprese individuali, società agricole, cooperative, imprese associate, società di capitali, Associazioni temporanee di impresa, Consorzi di bonifica e comuni. ´Con questo decreto - ha concluso l´assessore De Capitani - confermiamo l´attenzione e il concreto impegno che tutto il settore agricolo dedica al tema dell´ambiente e della sostenibilità delle produzioni sui quali sono state fatti passi fondamentali da parte delle imprese agricole. Uno studio che stiamo per attivare a livello dell´intera pianura padana servirà a definire oggettivamente, dati alla mano, qual è esattamente il contributo specifico del settore agricolo all´inquinamento da nitrati, rispetto ai settori civili e industriali´. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
NAPOLI, PRESENTATA LA QUARTA EDIZIONE DI VESUVINUM
|
|
|
 |
|
|
Il 6 settembre si è svolta presso la sede centrale del Banco di Napoli la conferenza stampa di presentazione della quarta edizione di Vesuvinum – “I Giorni del Lacryma Christi”. L’evento, organizzato e promosso dalla Strada del Vino Vesuvio e dei Prodotti Tipici Vesuviani, presieduta da Michele Romano, in collaborazione con Luciano Pignataro Wine Blog, si terrà per il quarto anno consecutivo nel Castello Mediceo di Ottaviano (Na) dal 9 all’11 settembre prossimi. Hanno partecipato, coordinati dal giornalista Luciano Pignataro, il Sindaco di Ottaviano Mario Iervolino, Michele Romano, Presidente della Strada del Vino del Vesuvio, Francesco Del Vecchio, Responsabile Stapa. Cepica della Regione Campania, l’ing. Paolo Scudieri, imprenditore, Paolo Russo, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Rosario Lopa della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, il Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio Ugo Leone e Francesco Massaro, Capo Area del Settore Agricoltura della Regione Campania. Alla presenza di giornalisti, produttori e rappresentanti delle istituzioni, i relatori hanno unanimemente evidenziato la necessità di favorire azioni sinergiche concrete volte a rendere i prodotti agroalimentari di eccellenza competitivi sia a livello nazionale che internazionale. La Strada del Vino del Vesuvio si muove proprio in questa direzione: lavorare insieme per contribuire a far conoscere questo straordinario territorio e quindi a produrre reddito e sviluppo. Primo appuntamento giovedì 8 alle ore 20,00 per un’anteprima al ritmo jazz. A seguire tre giorni di mostre, convegni e degustazioni di vini e prodotti tipici del Vesuvio tra cui anche il Lacryma Christi Doc bianco, rosso e rosato a marchio unico Vesuvinum prodotto dalle aziende della Strada del Vino Vesuvio. In programma degustazioni di vino Catalanesca del Monte Somma, originali comparazioni tra il Lacryma Christi e i vini del salernitano e visite guidate al centro storico di Ottaviano, dalla chiesa di San Michele al Castello Mediceo. Domenica 11 chiusura con la premiazione dei vincitori della quarta edizione del Premio Amodio Pesce. Info line e segreteria organizzativa: – info@stradadelvinovesuvio.Com |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
EVVIVA! IL WÜRSTEL ITALIANO AMADORI
LANCIATO SUL MERCATO NEL CORSO DELL’ESTATE 2001, IL NUOVO WÜRSTEL AMADORI
È PRODOTTO CON CARNE 100% ITALIANA, NO OGM, PERFETTO ANCHE PER I CELIACI
|
|
|
 |
|
|
Allegria, leggerezza, convivialità, fiducia, italianità: tutto questo è “Evviva! Il würstel italiano”, il nuovo würstel Amadori lanciato sul mercato nel corso dell’estate. Un würstel tutto nuovo, rivisitato nella ricetta, nel packaging, nel nome, frutto dell’innovazione del Gruppo Amadori, che forte della lunga esperienza nel settore, si propone in maniera distintiva sul mercato grazie ad alcune peculiarità. Innanzi tutto, il plus dell’italianità: la carne è 100% italiana, garantita dalla filiera integrata Amadori, che controlla tutte le fasi di produzione. L’alimentazione degli animali è vegetale e no Ogm; il würstel è prodotto senza polifosfati aggiunti, a favore della salute e della naturalità, ed è anche un’importante fonte di iodio. Infine, i würstel Amadori vantano, già dal 2008, la certificazione della Spiga Barrata rilasciata dall’Associazione Italiana Celiachia, che garantisce l’assenza di glutine e li rende perfetti anche per i celiaci. I nuovi würstel Amadori si differenziano in quattro tipologie: würstel con pollo e tacchino, che si possono trovare anche nelle gustose varianti contenenti formaggio fuso e ketchup, e würstel con suino e tacchino. “Nel 2010 i consumi di würstel di pollo e tacchino in Italia sono cresciuti di circa il 10% rispetto al 2009, fino a superare anche i consumi di würstel di suino, da cui storicamente è nata la categoria – commenta Flavio Amadori, Direttore Generale del Gruppo. – Per questo Amadori ha intenzione di continuare a investire in prodotti avicoli innovativi come il würstel ‘Evviva!’, che garantisce leggerezza, digeribilità, convenienza, senza perdere in gusto e qualità.” |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
“MAQUVA”: NASCE A VENEZIA LA PRIMA “FRUITS & VEGGIES BOUTIQUE”,
NEGOZIO TAKE-AWAY DI FRUTTA E VERDURA
DOVE SARA’ POSSIBILE SCEGLIERE L’INSALATONA PERSONALIZZATA E UN MIX DI FRUTTA FRESCA, PRONTE PER ESSERE MANGIATE
PASSEGGIANDO PER LE CALLI DI VENEZIA.
|
|
|
 |
|
|
Ciascuno sceglie come “comporre” l’insalata a seconda dell’estro; il prodotto viene “creato” al momento, secondo il gusto del cliente. L’idea è di diffondere una cucina sana anche per un pranzo veloce Apre a Venezia la prima “fruits & veggies boutique”, ovvero un negozio dove acquistare frutta e verdura take-away. “Maquva” (sestiere Santa croce 270/f, Venezia 0415242743_ www.Maquva.it) infatti non è semplicemente un fruttivendolo. Lo si capisce già quando si entra: gli scaffali dove solitamente sono collocati gli ortaggi, sono sostituiti da un bancone in cui i prodotti sono conservati in apposite vaschette, proprio come se fosse una gelateria anziché un fruttivendolo. Si entra e si sceglie al momento cosa mangiare: un po’ di insalata riccia, qualche foglia di valeriana, un pomodoro, qualche fetta di ananas e magari anche un po’ di mais. Una maniera gustosa, fresca, fantasiosa, veloce e soprattutto sana per non perdere un solo momento della propria giornata e per godere della città mangiando l’insalata e passeggiando per Venezia con il naso all’insù. Ed è per questo che Maquva può essere considerato il primo “healthy fast food”, per dirla all’inglese, ovvero un negozio dove ordinare un pasto veloce ma al contempo sano e genuino. Infatti, ciascuno può scegliere tra le tante varietà di lattughe arricchite con verdura di stagione (zucchine, carote, peperoni, pomodori ecc…), ma anche, con frutta fresca appena tagliata e legumi. Si possono “comporre” insalate vegetariane, oppure esotiche arricchite da frutta di stagione. Le insalate vengono servite scondite salvo diversa richiesta dal cliente, ma ognuno può usufruire dei condimenti messi a disposizione del locale o richiederli quando si ordina take-away. Sia le insalate che le macedonie sono servite in contenitori adeguatamente sigillati per mantenere la freschezza dei prodotti. Ai clienti vengono dati anche forchette e tovaglioli. Il locale è uno spazio di 150 metri quadri (per adesso sono aperti al pubblico 80 metri quadrati in attesa della sistemazione di un’area del negozio che sarà adibita a ristoro) collocato proprio alle porte di Venezia, veramente a pochi passi da Piazzale Roma. Spiega Luciano Quaggio amministratore di Maquva, da sempre inserito nel settore degli ortaggi, in quanto titolare dell’azienda agricola Quaggio e presidente del Consorzio Freschissimi (30 aziende agricole venete): “I nostri prodotti vengono coltivati e passano subito al consumatore: lavoriamo il prodotto artigianalmente garantendo freschezza e qualità”. Tra gli obiettivi di Maquva, la voglia di diffondere il concetto dell’importanza del mangiare sano: “Abbiamo pensato ad un negozio alternativo per far capire che mangiare veloce e in maniera sana è possibile – continua Quaggio -. Maquva non è solo un negozio per vegetariani, anzi! Noi vogliamo indirizzarci proprio ai non vegetariani perché la frutta e la verdura sono da sempre elementi indispensabili per una buona ed equilibrata dieta e a volte non vengono inseriti nel modo corretto”. Aperto dalle 8:00 alle 20:00 Maquva offre anche una grande varietà di specialità enogastronomiche tutte rigorosamente da agricoltura biologica: pasta all’ortica, al peperoncino, al germe di grano, limone e pepe, al nero di seppia; farina di farro, farina di kamut; sughi pronti: san Giovese, aglione, crema funghi, patè di olive nere, carciofi alla brace, pomodori secchi, olive speziate alla toscana, ceci alla toscana; tra i vini: Franciacorta, prosecco di Valdobbiane, Valpolicella, nero d’Avola; birra artigianale al farro, maranello, bianco perla; per i più golosi non mancano dolci e biscotti |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
L’INSAPORITORE ARIOSTO PER I MAESTRI DELLA GRIGLIA
|
|
|
 |
|
|
Quanti amici avete, soprattutto uomini, che si dichiarano “maestri di grigliate” ? Si mettono spesso all’opera come fossero direttori d’orchestra, agitando pinze, forchettoni e palette e fanno svolazzare salsicce e bistecche come i giocolieri ! Ma non sempre i risultati sono all’altezza delle premesse. I più esperti, però, quelli che la sanno veramente lunga, aggiungono a metà cottura una generosa spruzzata di insaporitore Ariosto per carni, e, provare per credere, cominciano a meritarsi i titoli di cui si erano vantati. L’insaporitore Ariosto fa la differenza tra una grigliata “triste” ed una da festa di buoni sapori. Da veri esperti, naturalmente ! Barattolo Ariosto per carni – peso 80 grammi . Prezzo consigliato € 2,50 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
IL VIA ALLA RACCOLTA A FINE SETTEMBRE
VINO: MARCHESI DE’ FRESCOBALDI,
SI PREANNUNCIA UN’OTTIMA VENDEMMIA
|
|
|
 |
|
|
Il Direttore di produzione Lamberto Frescobaldi: “Il caldo intenso di inizio anno ha fatto si che si avesse un anticipo della ripartenza della vite, questo significa che la vendemmia avrà una qualità ottima” “Ci aspettiamo un’ottima vendemmia. Il caldo intenso di inizio anno ha fatto sì che si avesse un anticipo della ripartenza della vite che è garanzia di alta qualità delle uve” lo afferma Lamberto Frescobaldi, Vice Presidente e Direttore della produzione della Marchesi de’ Frescobaldi. “L’annata è iniziata con un anomalo caldo intenso tra fine marzo e aprile, con temperature vicine ai 30 gradi che hanno permesso un anticipo della ripartenza della vite, il che significa una qualità ottima, ma anche un pericolo per le brinate primaverili che fortunatamente abbiamo scampato, così che ci si è avviati verso l’estate nel migliore dei modi”: queste le previsioni per la vendemmia 2011 della Marchesi de’ Frescobaldi, storica azienda toscana con proprietà dislocate in varie zone della Regione che da 700 anni opera nel campo vitivinicolo. “Il gran caldo di fine giugno e luglio ha fatto pensare che avremmo avuto una vendemmia molto anticipata - spiega Lamberto Frescobaldi - ma dalla metà di luglio le temperature si sono riabbassate mantenendosi fresche, specialmente nella notte.” Nelle prossime settimane proseguirà quindi l´impegno quotidiano nelle Tenute dei Marchesi de’ Frescobaldi, e nei vigneti si continuerà con l´attenta opera di sfogliatura e selezione dei grappoli, per ridurre la quantità di uva a pianta e permettere a quella che resta di maturare al meglio. Ad Attems, proprietà nel Colli proprio di recente passata interamente nella mani dei Marchesi de’ Frescobaldi che da anni ne deteneva il pacchetto di maggioranza, spiega Lamberto Frescobaldi “i Sauvignon Blanc sono in anticipo ma hanno un altissimo potenziale aromatico.” Il Pinot Nero della Tenuta di Pomino ad oggi è sanissimo con acini piccoli e si prefigura una straordinaria vendemmia. A Nipozzano e a Castelgiocondo invece il Sangiovese ha ancora strada da fare e si può già prevedere che la quantità sarà inferiore allo scorso anno. A Castiglioni e all’Ammiraglia infine sia i vitigni tradizionali sia il Cabernet, il Syrah e il Merlot, si presentano anch’essi un po’ inferiori quantitativamente rispetto al 2010, mentre le tappe fenologiche sono in linea con l’anno passato. Inoltre, per tutti gli enoappassionati, anche nel suggestivo periodo della vendemmia, è possibile recarsi presso le Tenute e le cantine Frescobaldi che offrono non solo la possibilità di degustare vini e piatti tipici della gastronomia locale, ma anche ammirare alcune opere artistiche e architettoniche appartenenti alla famiglia Frescobaldi. Si può partire da Nipozzano, il cui Castello costruito nell’anno Mille come roccaforte difensiva oggi è la sede delle cantine della tenuta, dove vengono prodotti e affinati in barriques vini rossi importanti come il Mormoreto e il Montesodi. Dal passato al presente, si continua con la Tenuta dell’Ammiraglia, l’ultimo gioiello architettonico e tecnologico dei Marchesi de’ Frescobaldi che sarà inaugurata il 16 settembre proprio in occasione della vendemmia. Progettata dagli architetti Piero e Nathalie Sartogo, a Magliano nel cuore della Maremma Toscana, è uno dei migliori esempi di innovazione e tecnologia nel pieno rispetto della natura. Una cantina pensata per la produzione di vini e la valorizzazione del territorio, capace di attrarre appassionati di vino, turisti e contribuire allo sviluppo dell’enoturismo italiano. L’azienda Marchesi de’ Frescobaldi, opera nel campo vitivinicolo da 700 anni. I suoi prodotti sono attestati nella fascia alta dei vini di pregio e coniuga tradizione e innovazione, credendo nel rispetto del territorio e nella valorizzazione delle uve dei propri vigneti. L’azienda toscana è conosciuta nel mondo per le sue quattro tenute storiche: Castello di Nipozzano, Castello di Pomino, Castel Giocondo, Tenuta di Castiglioni. Negli ultimi 10 anni la cifra d’affari del Gruppo Frescobaldi è più che triplicata. Nonostante la difficile fase congiunturale nel mondo del vino nei primi anni Duemila, il fatturato del Gruppo non ha subito delle flessioni rilevanti: è cresciuto fino ad attestarsi nel 2010 a 79.6 milioni di € |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
CON ONAV LOMBARDIA L´ITALIA DOC E´ NEL CALICE
ONAV LOMBARDIA APRE LE DEGUSTAZIONI D´AUTUNNO CON TRE IMPORTANTI DENOMINAZIONI ENOLOGICHE D´ITALIA
|
|
|
 |
|
|
Saranno tre appuntamenti imperdibili, dedicati ad altrettante Doc italiane d´eccezione, ad aprire la stagione delle degustazioni autunnali organizzate da Onav Lombardia. Presso la sede regionale Onav di Via Termopili 12 a Milano da settembre a novembre avranno infatti luogo tre incontri dedicati a tre denominazioni enologiche italiane. Si comincerà il 26 Settembre con il Trasimeno Doc, la cui zona di produzione comprende i territori che si affacciano intorno alle rive del Lago Trasimeno, da cui la D.o.c. Prende il nome, in provincia di Perugia. Si tratta della parte di territorio umbro anticamente insediato dagli Etruschi. È infatti a loro che si può risalire cercando le origini della coltivazione della vite in questa zona. La conformazione del territorio e la presenza del lago caratterizzano un micro-clima che rende questa zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite. Il 20 Ottobre sarà invece di scena il Veneto con la Doc Colli Euganei. La zona di produzione è situata a circa 60 Km ad ovest di Venezia e a circa 80 km ad est di Verona, ed è caratterizzata dalle colline di origine vulcanica con forma tipicamente conica che si elevano nella pianura padana: i Colli Euganei. Qui i terreni originati dalla disgregazione delle rocce vulcaniche donano ai vini prodotti note particolari, che altrove non sarebbe possibile ottenere. L´ultimo appuntamento d´autunno avrà luogo il 10 Novembre con una degustazione dedicata alla Sicilia, ed in particolare al Nerello Mascalese, in cui verranno messe a confronto le denominazioni Etna Doc e Faro Doc. Saranno queste due interpretazioni del Nerello Mascalese a sfidarsi nei calici, evocando con i loro profumi i colori e i paesaggi della terra di Sicilia. L’evento é aperto a tutti. Ingresso: € 10 per i soci Onav, € 15 per i non associati |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|