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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 24 Luglio 2012 |
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PESCA: LE TABELLE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NUOVE MISURE PER UNA MIGLIORE PROTEZIONE PER LE STOCK DI ACQUE PROFONDE E DEI LORO HABITAT
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La Commissione europea ha proposto nuove misure per regolamentare la pesca di specie di acque profonde nell´Atlantico nord-orientale. Ecosistemi delle profondità marine e delle specie che vivono in essi sono particolarmente vulnerabili alle attività umane. Il nuovo regolamento mira a garantire che le specie di acque profonde vengono pescati in maniera sostenibile, che le catture accessorie diminuzione, che l´impatto sulle fragili habitat di acque profonde diminuisce e che non c´è più dati sulla biologia di queste specie. A tal fine la Commissione propone un sistema rafforzato di licenze e di una graduale eliminazione di tali attrezzi da pesca che si rivolgono specificamente specie di acque profonde in modo meno sostenibile, vale a dire reti a strascico e reti da posta fisse. La Commissione prevede anche requisiti specifici per la raccolta di dati provenienti da attività di pesca d´altura. Gli adattamenti necessari per attuare tali misure possono beneficiare del sostegno finanziario nell´ambito dei Fondi Ue. Stock di acque profonde può essere preso come catture accessorie in molte attività di pesca. Tuttavia, ci sono anche le navi da pesca che si rivolgono specificamente tali specie. Questi sono i vasi che sono più dipendenti da queste risorse e avranno un futuro solo se la loro attività è riuscita ad essere sostenibile. Ciò implica innanzitutto la necessità di mettere in atto un graduale passaggio a tecniche di pesca più selettivi, con un minore impatto sugli habitat di acque profonde. La Commissione propone che le licenze di pesca di specie di acque profonde con reti a strascico e reti da posta fisse essere gradualmente eliminate perché provoca più danni al vulnerabili di acque profonde degli ecosistemi rispetto ad altri metodi di pesca, e comporta elevati livelli di catture accessorie (da 20 a 40 per cento in peso, o più). Altre attività di pesca commerciale con reti a strascico non saranno interessati, in quanto le misure proposte riguardano soltanto la pesca che colpiscono pesci di acque profonde. I pescatori già collaborano con gli scienziati per sapere di più su gran parte sconosciute acque profonde degli ecosistemi. Per trovare il modo per testare gli attrezzi da pesca meno dannosi e passare a tecniche di pesca e le strategie che hanno meno impatto sugli ecosistemi fragili, la Commissione ha deciso di finanziare uno studio su questo argomento, in collaborazione con le aziende coinvolte in attività di alto mare. |
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PIEMONTE: UN’AGRICOLTURA IN CONTINUA EVOLUZIONE |
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Una nuova attendibile fotografia del comparto agricolo piemontese è quella scattata con il 6° Censimento generale dell’agricoltura, frutto dell’intensa attività condotta dalla Regione in stretta collaborazione con l’Istat e il sistema delle autonomie. I dati definitivi sono stati presentati il 19 luglio a Torino dall’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, dopo che gli uffici hanno rielaborato quelli provvisori presentati un anno fa: “Dimostrano come il comparto rurale rappresenti un settore in continua evoluzione, pronto indubbiamente ad adeguarsi al continuo variare del contesto circostante. Desta particolare interesse la forte diminuzione del numero di aziende, ma se raffrontato a una delle diminuzioni della superficie agricola utilizzata meno incisive di tutta Italia, allora abbiamo la conferma che l’agricoltura piemontese non è in difficoltà, al contrario è pronta ad affrontare le nuove sfide della modernità. Lo testimonia la conseguente accresciuta superficie media aziendale, sintomo di spirito di imprenditorialità e buono stato di salute dell’attività. I dati del censimento, valido strumento per poter tracciare una panoramica completa del mondo rurale piemontese, se interpretati correttamente, possono divenire fondamentale punto di riferimento anche per la programmazione delle azioni future dell’assessorato”. Diminuiscono le aziende, aumentano le dimensioni. Dai dati raccolti emerge una vigorosa diminuzione del numero di aziende, le quali passano dalle 107 mila del 2000 alle 67 mila del 2010. Tale dato ricopre un certo significato se messo in relazione con un’ulteriore statistica: la superficie agricola utilizzata (Sau), sempre a livello piemontese, è andata incontro a una riduzione molto limitata rispetto l’andamento delle altre Regioni del Centro-nord (-5%). Meno aziende, stessi terreni coltivati: tali cifre indicano che le aziende agricole in Piemonte hanno aumentato considerevolmente le proprie dimensioni. Nel tempo sono venute meno le aziende molto piccole e i terreni corrispondenti sono stati acquisiti da titolari di altre realtà agricole. A tal proposito va sottolineata la Sau media per ogni azienda pari a 15 ettari, valore tra i più alti fra le regioni italiane. Aziende specializzate e accorpate. Con il trascorrere degli anni le aziende agricole sono andate incontro ad una evidente specializzazione della propria attività, sia per quanto concerne le coltivazioni che nell’ambito dell’allevamento di bestiame. Tale tendenza rappresenta indubbiamente un dato positivo sotto l’aspetto economico, poiché generalmente migliora la competitività delle aziende. Queste ultime possono inoltre essere valutate in base alla variabile del numero di corpi. Altra tendenza positiva riscontrata in Piemonte è l’accorpamento aziendale, che comporta risparmi in termini di costi di trasporto e di volume di lavoro. Conduzione diretta su terreni affittati. Sulla modalità di conduzione dell’attività agricola in Piemonte, la situazione emersa dal 6° Censimento generale dell’agricoltura è nettamente delineata: il 90% della Sau è a conduzione diretta, registrando un incremento in tal senso rispetto al 2000. I risultati del censimento denotano inoltre un ulteriore cambiamento nel settore agricolo in riferimento all’ingrandimento delle aziende: l’aumento della superficie dei terreni condotti direttamente dal titolare delle aziende è accompagnato generalmente dall’aumento dell’incidenza degli affitti; in altri termini le imprese agricole che negli anni si ingrandiscono non acquistano più terra, ma stipulano contratti d’affitto. Coltivazioni e allevamenti. Dall’esame dei questionari emerge una generale concentrazione delle coltivazioni presso le aziende di grandi dimensioni. Per quanto concerne l’attività degli allevatori professionali, pur registrando un valore di Uba (Unità di bestiame adulto) approssimativamente invariato dal 2000 ad oggi, è percepibile una forte tendenza alla concentrazione dei capi nelle aziende di maggiori dimensioni. Va inoltre recepita una tipica concentrazione territoriale per quanto riguarda gli allevamenti di bovini e suini (con particolare riferimento alla pianura della provincia di Cuneo). Donne, giovani, stranieri. L’apporto della manodopera femminile al lavoro agricolo è diminuito rispetto al censimento del 2010, sia nell’ordine delle persone coinvolte che in quello di giornate di lavoro impegnate. Dato in controtendenza al confronto con le altre Regioni, seppur lievemente, è quello inerente l’insediamento dei giovani in agricoltura. Probabile conseguenza di tale fattore è la variazione, positiva, del titolo di studio posseduto dei capi azienda: se nel 2000 prevaleva la licenza elementare, attualmente si impone il titolo di media inferiore. Per quanto concerne la presenza straniera nei campi va suddiviso il dato: il numero di conduttori di aziende agricole non Italiani (Ue o extra Ue) è esiguo, ma vanno registrati titolari di imprese anche di grandi dimensioni. Diverso il discorso per la manodopera extrafamiliare, dove il peso degli stranieri è considerevole. |
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PARTE PROGETTO VALORIZZAZIIONE DEL TARTUFO |
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Pescara - L´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, annuncia che "a giorni arriverà in Consiglio regionale la proposta di Legge del sottoscritto che, tenendo conto dell´evoluzione del settore in questi anni, mira alla modernizzazione e all´aggiornamento della normativa in tema di raccolta dei tartufi". Il testo disciplina la possibilità di limitare da parte della Regione, per questioni strettamente ambientali e ai fini della tutela ed incremento del patrimonio tartuficolo del territorio, la ricerca e la raccolta dei tartufi. "Questo aspetto risulta quanto mai rilevante visto che le modifiche alla normativa vigente (risalente al 1988) - precisa Febbo - approvate in Consiglio regionale il 19 giugno scorso, potrebbero presentare dubbi di costituzionalità in quanto i Comuni non hanno competenza a limitare la libera raccolta dei tartufi. Oggi - aggiunge l´assessore - dopo un percorso costruttivo e condiviso con gli operatori del settore ed un ascolto attento delle associazioni presenti sul territorio, abbiamo potuto porre le basi per una legge organica contenente un´adeguata normativa in materia di raccolta, commercializzazione, tutela e valorizzazione dei tartufi. Si potranno raccogliere e commercializzare per il consumo nove forme diverse di tartufo, appartenenti a sette specie distinte mentre si assicura una maggiore flessibilità attraverso la raccolta su tutto il territorio regionale, la variazione del calendario e delle quantità di raccolta giornaliere per esigenze legate alla tutela e all´incremento del patrimonio tartuficolo". Sono queste alcune tra le più rilevanti novità introdotte con la nuova Legge per la tutela, la valorizzazione e la commercializzazione del tartufo in Abruzzo. "Infatti - spiega Febbo - abbiamo coinvolto produttori, raccoglitori, commercianti, trasformatori e ristoratori del settore dei tartufi per essere sicuri del lavoro che stiamo portando avanti per una eccellenza che negli ultimi anni ha avuto un ruolo marginale. Con la nuova Legge è partito il progetto di valorizzazione del Tartufo della nostra Regione per diventare un punta di diamante tra le tante eccellenze abruzzesi". Un altro importante aspetto innovativo della nuova legge è rappresentato dall´identificazione delle "Zone geografiche di raccolta e produzione": ciò è possibile in quanto la Regione Abruzzo oggi, a differenza di tante altre Regioni, dispone della "Cartografia delle aree vocate". La Giunta Regionale ha la possibilità di promuovere l´istituzione di un marchio di qualità del tartufo abruzzese e sostenere tutte quelle iniziative orientate alla promozione del prodotto quali attività di ricerca, sperimentazione, tutela, percorsi gastronomici dedicati. La tecnica di raccolta rimane pressoché invariata; viene eliminato l´uso dello zappetto, rimane solo l´uso del vanghello mentre la validità del tesserino passa da 6 a 10 anni. Da segnalare una variazione importante rispetto alle norme in vigore relativamente alla tassa di concessione regionale che, a fronte dell´aumento previsto, prevede di destinare il 50% delle entrate ad attività inerenti la ricerca, sperimentazione, tutela e valorizzazione del tartufo istituendo, a tal proposito, uno specifico capitolo di spesa". |
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PESCA: REGIONE SICILIA INDICA IL PERCORSO PER EVITARE SEQUESTRI
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Palermo - "Le marinerie, le associazioni di categoria, le Organizzazioni di produttori e tutte le strutture di rappresentanza (Distretto della Pesca e Osservatori) sono fondamentali per avviare la cooperazione nella filiera ittica e superare i continui sequestri dei pescherecci siciliani. In questo percorso puo´ essumere rilevanza strategica l´accordo siglato tra il ministero libico delle Risorse marine e il Distretto regionale della pesca (Cosvap), e l´indispensabile unita´ delle categorie produttive". Lo ha detto l´assessore alle Risorse agricole e alimentari, Francesco Aiello, che ha indicato la strada del governo siciliano, in linea con le indicazioni del Consiglio dei ministri. Che ha raccomandato un´accellerazione del negoziato concluso a Tripoli il 21 gennaio scorso, dopo la richiesta del presidente del Cosvap, Giovanni Tumbiolo, ai ministeri interessati, di pattugliare le zone di pesca per garantire la sicurezza dei pescatori siciliani nelle acque internazionali prospicienti la Libia. "Il governo nazionale deve modificare le regole sul pattugliamento e il controllo dei nostri mari - ha sottolineato l´Assessore Aiello- perche´ i nostri pescherecci hanno la necessita´ di utilizzare quegli spazi vitali per la loro attivita´. Suggerisce Giovanni Tumbiolo: e´ opportuno seguire l´indicazione dei governi nazionale e regionale, e per cio´ mettiamo l´accordo di Tripoli al servizio di tutte le categorie produttive, sindacali e scientifiche interessate". Il percorso e´ stato concordato nel corso dell´incontro convocato dall´assessore Aiello stamattina a palazzo d´Orlens, sede della Presidenza della Regione siciliana, con le organizzazioni professionali e il Distretto produttivo. |
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MORIA MOLLUSCHI IN LAGUNE DELTA DEL PO.REGIONE INCONTRA CONSORZIO E COOPERATIVE PESCATORI |
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Porto Tolle (Rovigo) - Aprire subito un tavolo tecnico con tutti i settori interessati, per elaborare iniziative sia per una risposta immediata sia per una progettualità di medio e lungo periodo che dia sicurezza all´attività dei pescatori del Delta del Po, circa 1500 persone, per la metà donne, che lavorano in un settore produttivo apprezzato e ricercato, per il quale è anche in corso la procedura per la Denominazione d´Origine Protetta per la Cozza di Scardovari. Sono queste le linee d´azione tracciate il 23 luglio dall´assessore alla Pesca del Veneto Franco Manzato nel corso dell´incontro con il consorzio e le cooperative interessate, svoltosi nella sede consortile di Scardovari, per valutare come poter fronteggiare la moria di molluschi conseguente allo stato di anossia delle lagune deltizie, che ha causato perdite economiche valutate finora in circa 1,5 milioni, pari alla metà del guadagno in situazioni normali, e con prospetti di ripresa in tempi brevi tutt´altro che rosee. All´incontro erano presenti tra gli altri anche il sindaco di Porto Tolle Silvano Finotti, i consiglieri regionali Graziano Azzalin e Cristiano Corazzari, l´assessore alla pesca della provincia di Rovigo Claudio Bellan. “Dobbiamo sgombrare il campo da illusioni – ha affermato Manzato – in una situazione dove servirebbe un aiuto immediato che difficilmente potremo avere. Come Regione siamo intervenuti richiedendo tempestivamente a Roma lo stato di emergenza per le produzioni del territorio devastate dalla siccità con effetti senza precedenti. Le nostre emergenze spesso non sono però condivise a livello centrale e non ci sono soldi. Nel caso della pesca nelle lagune del Delta, il danno si concentra proprio nel periodo di produzione tradizionalmente più idoneo, quando i molluschi raggiungono la taglia commerciale migliore”. Il caldo e la situazione idraulica delle lagune hanno fatto però abbassare il livello di ossigeno nelle acque, causando la morte del prodotto e danni alle semine. Il tutto ha innescato ha avviato una reazione a catena che ha eliminato sempre più ossigeno dalle acque. “La partita si gioca sul Polesine – ha concluso Manzato – che qui ha una delle sue maggiori ´industrie´: dobbiamo operare in piena collaborazione tra consorzio e istituzioni, con massima serietà ed impegno”. |
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APICOLTURA, APPROVATO IL REGOLAMENTO DELLA LEGGE 2/2008
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Trento - Dopo l´approvazione, a fine febbraio, da parte della competente Commissione permanente del Consiglio provinciale, l´atteso regolamento di esecuzione della legge 2/2008 sull´apicoltura è pronto per essere pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione. La Giunta provinciale lo ha infatti approvato il 20 luglio con una delibera firmata da Tiziano Mellarini. "Il settore dell´apicoltura - commenta l´assessore all´agricoltura - si sta riprendendo e c´è molto interesse soprattutto da parte dei giovani, il regolamento è uno strumento che va nella direzione di promuovere la professionalità degli apicoltori, a salvaguardare la sanità del nostro patrimonio apistico e ad incentivare l´impiego di razze di api più adatte al nostro territorio al fine di valorizzare maggiormente le qualità organolettiche del miele trentino: anche in una prospettiva di un´alimentazione sempre più sana". Il Regolamento si compone di 12 articoli e detta le norme da seguire per gli apicoltori relativamente ai seguenti aspetti: inizio dell´attività, denuncia degli alveari detenuti, modalità di identificazione degli alveari (ogni alveare dovrà essere identificato da un codice aziendale), censimento apistico (il periodo è stato fissato dal 1 ottobre al 30 novembre di ogni anno), variazione di attività, trasferimento degli alveari o degli apiari a scopo di nomadismo, distanze minime tra gli apiari, albo provinciale degli allevatori di api regine a scopo commerciale, linee di selezione per le api regine, condizioni di isolamento sanitario e genetico per l´allevamento delle api regine a scopo commerciale, trattamenti con prodotti fitosanitari (vietati dalla comparsa dei primi fiori alla caduta dei petali). Particolarmente importante, nel regolamento, assumono la questione della selezione delle api regine, al fine di promuovere un controllo su tale pratica per evitare l´impiego di razze non adatte al nostro territorio: le razze consigliate sono la Apis mellifera ligustica, adatta ai climi freddi, e la Apis mellifera carnica, più adatta a climi temperati), e il controllo delle malattie che, con le nuove disposizioni, sarà reso più puntuale |
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PUGLIA: ACCORDO CIG PER SETTORE PESCA |
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L’assessore al Welfare, Elena Gentile, esprime “grande soddisfazione” per la firma presso il Ministero del Lavoro dell’Accordo per la concessione di 30 milioni di euro per finanziare la Cassa integrazione in deroga per il settore pesca. “Siamo sempre stati a fianco delle organizzazioni sindacali del settore e dei lavoratori – commenta la Gentile - nel chiedere al Governo nazionale di riconoscere la necessità di ammortizzatori sociali per un settore in grave crisi, come quello della pesca. Sin dallo scorso 24 Aprile, insieme alla Task Force regionale, avevamo incontrato tutte le parti coinvolte siglando un documento comune con cui segnalavamo la necessità di continuare ad assicurare ai lavoratori del settore, come è stato fatto nel 2010 e nel 2011, il ricorso a forme di sostegno al reddito, con particolare riferimento alla cassa integrazione guadagni. Chiedevamo di estendere la Cig ordinaria e di poter continuare a far ricorso alla Cigs per tutto il 2012, stante il perdurare della gravissima crisi del settore che presenta difficoltà strutturali ad superare le attuali emergenze negative che ne stanno minando la redditività, sollecitando il Ministero a provvedere allo stanziamento di appositi fondi. Finalmente il Ministero ha dato una prima risposta a queste richieste, che venivano da tutto il settore della pesca pugliese e dalle istituzioni regionali e locali. Un segnale di speranza che aiuterà a trovare soluzioni alternative agli esuberi ed alle chiusure”. |
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UMBRIA: SCADENZA 30 SETTEMBRE PER CONTRIBUTI GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE E PROMOZIONE AGROALIMENTARE A CHILOMETRI ZERO
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Perugia - Scadrà il 30 settembre prossimo il termine per la presentazione delle domande per interventi a sostegno dei gruppi d´acquisto solidale e popolare (Gasp) e per la promozione dei prodotti agroalimentari a chilometri zero, da filiera corta e di qualità. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore al commercio Fabrizio Bracco, ha stanziato 120 mila euro per il finanziamento di questo tipo di progetti, sia relativi ai privati che ai comuni che potranno ottenere un massimo di 5 mila euro di contributo per ogni progetto presentato. I contributi riguardano le spese di funzionamento, promozione ed organizzazione dei Gruppi di acquisto solidale e popolare e i progetti presentati dai Comuni che provvedono all’ampliamento dei mercati esistenti con nuovi posti riservati ai produttori agricoli di cui almeno il 50% (cinquanta per cento) destinato a prodotti provenienti esclusivamente da agricoltura biologica; promuovono la costituzione da parte dei Gasp di mercati auto-organizzati su suolo privato, o suolo pubblico a seguito di apposita concessione da parte del Comune, in cui almeno il 75% (settantacinque per cento) dei posti sia destinato a prodotti provenienti esclusivamente da agricoltura biologica; pubblicizzano i punti di vendita diretta dei produttori agricoli locali; procedono all´affidamento dei servizi di ristorazione collettiva garantendo priorità ai soggetti-gestori che prevedono l´utilizzo di prodotti locali, a filiera corta e di qualità in misura non inferiore al trentacinque per cento in valore, rispetto ai prodotti agricoli complessivamente utilizzati su base annua; promuovono azioni di informazione organizzate anche con gli stessi gruppi di acquisto solidale e popolare esistenti. La modulistica e la normativa sono state pubblicate sul sito www.Regione.umbria.it area tematica “sviluppo economico – commercio”. |
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REGIONE VENETO INCONTRA SINDACO E ASSESSORI PORTO TOLLE SU FUTURO TERRITORIO: DA EMERGENZA A STRATEGIA STRUTTURALE CON TUTTI SOGGETTI PRESENTI |
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Porto Tolle (Rovigo) - Occorre passare dall´emergenza ad una strategia di medio lungo periodo, nella quale coinvolgere le istituzioni e tutte le forze, le organizzazioni e gli enti presenti nel territorio, in modo da creare una prospettiva futura di maggiore respiro per Porto Tolle, il comune polesano la cui estensione è seconda, in Italia, solo a quello di Roma. E´ questo lo scenario delineato il 23 luglio mattina in Municipio, dove l´assessore alla pesca e all´agricoltura del Veneto Franco Manzato ha voluto iniziare la sua giornata nel Basso Polesine, organizzata per verificare la situazione conseguente alla siccità e alla moria di vongole e cozze che ha pesantemente colpito l´economia locale. Nella sala Giunta del Comune Manzato è stato ricevuto dal sindaco Silvano Finotti, affiancato dagli assessori alla pesca Raffaele Crepaldi e all´agricoltura Roberto Pizzoli, presente il presidente del Consorzio di Bonifica Fabrizio Ferro con il direttore Giancarlo Mantovani, che gli hanno presentato una situazione che contorni drammatici. Il caldo, la carenza di un´impiantistica irrigua adeguata ad un andamento stagionale che non si ricorda a memoria d´uomo, la magra del Po con la conseguente risalita del sale e l´impossibilità di utilizzarne l´acqua per l´agricoltura ma con rischi anche per le risorse idropotabile, la carenza di manutenzione delle lagune dovute sostanzialmente alla stretta sui finanziamenti pubblici, hanno creato uno scenario pesantissimo, con la perdita della gran parte del raccolto di mais e la crisi delle altre colture, cui si aggiunge l´anossia delle acque delle lagune deltizie, a partire dalla Sacca di Scardovari. In questo contesto, serve una profonda analisi e concertazione con il territorio anche, secondo gli amministratori comunali, per garantire la demanialità delle lagune, inquadrando inoltre il problema dei diritti esclusivi di pesca in modo da privilegiare il sistema cooperativo locale. “Non illudiamoci: la mano pubblica non ha risorse per dare da sola una risposta a tutte le emergenze, mentre dobbiamo ragionare tutti in maniera diversa per dare una prospettiva più certa alle attiità di questa zona, coinvolgendo tutti: istituzioni e privati, ma anche le entità nazionali che qui operano. Occorre passare dalle risposte ´spot´ e occasionali ad una strategia complessiva dove tutti mettano sul piatto le risorse che servono ai necessari interventi strutturali e ad una attività di manutenzione continua dell´equilibrio idraulico e della qualità delle acque adibite alla pesca, attività che è assolutamente primaria per questa realtà. Dobbiamo essere coscienti – ha concluso -che le attuali possibilità di intervento emergenziale per le calamità naturali risultano davvero esigue, alla luce della normativa nazionale e comunitaria di settore. Ma su questo ho chiesto, assieme ad Emilia Romagna e Lombardia un incontro con il ministro”. |
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FORMAGGIO NOSTRANO VALTROMPIA RICONOSCIUTO DOP |
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Milano - "Con il Nostrano Valtrompia sale a 26 il numero dei riconoscimenti europei alle eccellenze agroalimentari lombarde, con ben 12 formaggi nel palmarès delle Dop". Così ha commentato l´assessore all´Agricoltura Giulio De Capitani la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell´Unione Europea del regolamento n. 629/2012 della Commissione europea, con cui viene registrata la Denominazione di origine protetta ´Nostrano Valtrompia´. "La conquista della Denominazione di origine protetta - ha proseguito De Capitani -, che arriva a conclusione di un impegnativo iter burocratico iniziato nel 2010, è un ulteriore premio alla qualità dei nostri prodotti agricoli e al valore delle più vere tradizioni artigianali, che i nostri territori hanno saputo conservare negli anni". "In Lombardia la lavorazione e la trasformazione del latte nei suoi derivati sono un´attività secolare, che si tramanda di generazione in generazione, ma altrettanto importante è la qualità della materia prima. E il latte lombardo - ha ricordato De Capitani - pochi giorni fa si è aggiudicato il 50 per cento degli incentivi europei destinati al nostro Paese, per premiare le produzioni che rispettano elevati standard di qualità e igiene". |
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PESCA: VICENDA ANGUILLE LA REGIONE ABRUZZO NON E´ FERMA |
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Pescara - "Accusare la Regione di immobilismo e di gravi omissioni è quanto mai inopportuno e, per quanto riguarda la pesca alle anguille, è doveroso fare alcune precisazioni. L´assessore alla Pesca replica alle dichiarazioni del rappresentante della cooperativa "Piccola Pesca Bora". "In primis - spiega Febbo - non è affatto vero che non ci siamo mossi a riguardo ma abbiamo seguito costantemente gli esiti delle riunioni propedeutiche alla predisposizione del Piano nazionale per la Gestione delle anguille. Sviluppi di cui è stata informata anche la Cooperativa che, in seguito a una richiesta, ha ricevuto pronta risposta scritta dagli Uffici competenti di questa Direzione. La Regione Abruzzo, come altre 11 regioni italiane, non ha aderito al Piano nazionale. L´eventuale adesione comporterebbe una serie di adempimenti come uno studio dettagliato del piano, le consulenze, le analisi, il monitoraggio, i censimenti, il contenimento delle pescate e i ripopolamenti. Questo comporterebbe degli ingenti costi che sarebbero a totale carico dell´amministrazione regionale. L´attuale situazione oggettivamente non ci consente di poter operare in tal senso ma ciò non vuol dire che, in futuro, reperiti i fondi necessari, anche l´Abruzzo si possa eventualmente dotare di un Piano regionale. E´ doveroso sottolineare, inoltre, che, nella nostra regione, la pesca alle anguille in mare viene effettuata da ottobre a dicembre e le vendite certificate del triennio 2008-2010 sono state circa di 255 chilogrammi pari ad un valore di mercato di 2.500/3.000 euro. Da una valutazione generale, quindi, non è difficile comprendere come i costi che dovremmo sostenere per un Piano di gestione della pesca alle anguille siano di gran lunga superiori rispetto all´oggettiva dimensione della pesca professionale (dati ufficiali). Gli Uffici di questa Direzione hanno comunque richiesto informazioni al Ministero per verificare la possibilità di trovare una soluzione compatibile con la nostra situazione. Un´altra piccola annotazione riguarda la pesca sportiva alle anguille nelle acque interne che nella nostra regione è vietata. Per questo divieto, - conclude l´assessore non abbiamo mai ricevuto nessuna eccezione da parte delle Associazioni regionali". |
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AUSTRIA, PREVISIONI ANNATA VINICOLA
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Secondo le previsioni della "Oesterreich Weinmarketing", società austriaca che si occupa della commercializzazione del vino, rispetto ai 2,8 milioni del 2011, quest´anno verranno prodotti tra i 2,3 e i 2,4 milioni di ettolitri di vino. Principali responsabili della contrazione sono le gelate di maggio che hanno colpito il 15 pc dei vigneti. |
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BOLZANO: IMU, FISSATE LE LINEE GUIDA PER QUANTO RIGUARDA L´AGRICOLTURA |
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Bolzano - Dopo la legge quadro che fissava i paletti all´interno dei quali i comuni altoatesini potevano muoversi per l´applicazione dell´Imu, la Giunta provinciale ha compiuto il 23 luglio un nuovo passo in avanti indicando quali proprietà agricole debbano essere esentate dal pagamento dell´imposta municipale sugli immobili. La legge quadro sull´applicazione dell´Imu in Provincia di Bolzano, entrata in vigore ad aprile, prevede che anche in Alto Adige l´abitazione principale venga gravata ad un´imposta pari al 4 per mille del valore catastale con una detrazione di 200 euro per nucleo familiare, alle quali si aggiungono altri 50 euro per ogni figlio a carico. L´aliquota maggiorata del 7,6 per mille viene invece applicata a tutte le altre strutture abitative, con la possibilità per i singoli comuni di abbassarla di 3 punti, mentre per gli edifici legati a proprietà agricole si va dall´esenzione totale ad un´aliquota del 2 per mille. Proprio su questo passaggio si è espressa oggi (23 luglio) la Giunta provinciale, che ha approvato un regolamento di attuazione. "Vi erano alcune differenze troppo marcate - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - ad esempio tra gli affittacamere, costretti a pagare anche il 7,6 per mille, e i cosiddetti "Urlaub am Bauernhof", che invece risultavano esenti dall´Imu. Senza contare le cooperative agricole, anch´esse esenti dal pagamento dell´imposta. Abbiamo dunque deciso di consentire ai comuni di applicare l´aliquota minima del 2 per mille". Il regolamento approvato dall´esecutivo di Palazzo Widmann prevede inoltre l´esenzione dall´Imu per i vani di edifici agricoli utilizzati per ospitare i lavoratori stagionali impegnati nella raccolta o nella potatura, mentre i locali adibiti ad ufficio potranno essere gravati da un´aliquota sino al 7,6 per mille. Verranno invece trattate alla stregua della prima casa le proprietà agricole oggetto di passaggio tra padri e figli, quando i genitori si riservano un diritto di abitazione all´interno della struttura stessa. Respinta, infine, una proposta del Consorzio dei Comuni per l´applicazione dell´Imu sulla ricostruzione degli annessi rustici (fienili, stalle, ecc.). "Riteniamo illogico e privo di buon senso - ha concluso Durnwalder - che un edificio possa essere gravato dall´imposta durante i lavori ed essere esente sia prima che dopo". |
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ANCORA UNA CONDANNA PER I “FALSARI” DEL PROSCIUTTO DI PARMA
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Sentenza esemplare nel procedimento penale a carico dei 3 imputati che acquistavano, detenevano e ponevano in vendita prosciutti crudi con impresso il marchio contraffatto del Prosciutto di Parma: tutti condannati a due anni e sei mesi di reclusione e a pagare una multa di euro 6.000 ciascuno a cui si aggiunge il risarcimento provvisionale a favore del Consorzio del Prosciutto di Parma di euro 15.000 sempre per ciascun imputato. Il Consorzio, costituito parte civile e assistito dall’avvocato del foro di Parma Massimo Piazza, intenterà poi una causa civile per la determinazione definitiva dell’entità di tutti i danni provocati, ivi compresi quelli all’immagine commerciale della Dop. La gravissima irregolarità perpetrata dai tre condannati, tutti commercianti della provincia di Avellino, è stata smascherata da un intervento congiunto degli ispettori dell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio e la Guardia di Finanza di Avellino durante una normale attività di controllo nel novembre del 2005. Circa una cinquantina i prosciutti ritirati dal mercato e sottoposti a sequestro penale e i tre sono stati denunciati per l’acquisto, la detenzione e la messa in commercio di prosciutti con il contrassegno della “corona ducale” contraffatta, il noto marchio a fuoco che contraddistingue il Prosciutto di Parma originale. Lo scorso 9 luglio la sezione distaccata di Cervinara del Tribunale di Avellino ha finalmente emesso la sentenza di condanna per i capi di imputazione di tentata frode in commercio, con l’aggravante del 517 bis del codice penale riguardante i prodotti a denominazione di origine, ricettazione e commercio di prodotti con segni falsi. La sentenza della Magistratura è stata pesante, ma riteniamo doverosa nei nostri confronti e in quelli del consumatore – dichiara Federico Desimoni, vice direttore e responsabile dell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio. Soltanto così riusciremo a salvaguardare la qualità e l’eccellenza del settore agroalimentare italiano, un patrimonio importantissimo che va protetto e tutelato adeguatamente. Siamo molto soddisfatti di questo risultato ottenuto grazie al lavoro svolto dai nostri Ispettori, costantemente impegnati in tutto il mondo in attività di vigilanza al fine di arginare qualsiasi fenomeno di contraffazione. Il Consorzio del Prosciutto di Parma riserva da sempre una grande attenzione all’attivazione di sistemi di tutela volti a proteggere in tutto il mondo la denominazione “Prosciutto di Parma” e il relativo marchio tra cui la registrazione dei marchi e delle indicazioni geografiche, il monitoraggio su tutti i mercati condotto sia individualmente sia collaborando con altri Consorzi, e il monitoraggio del web. Attualmente il marchio “Prosciutto di Parma” risulta registrato in circa 90 Paesi, ma da tempo stiamo cercando di puntare su sistemi di tutela alternativi ai marchi e questo sta accadendo soprattutto nei Paesi fuori dall’Europa – continua Desimoni. L’ultimo importante traguardo è stato infatti raggiunto in Norvegia dove il Prosciutto di Parma è stato registrato tra i prodotti a denominazione di origine protetta, prima Dop italiana, insieme al Parmigiano-reggiano |
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ASSOSUINI E CREMONAFIERE: INSIEME PER LA VALORIZZAZIONE
DELLE PRODUZIONI NAZIONALI DI CARNE SUINA
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Se è vero che le produzioni italiane a base di carne suina sono le più apprezzate nel mondo, e a confermarlo sono le esportazioni sempre in crescita, è altrettanto vero che il settore, soprattutto dal punto di vista degli allevatori, ha conosciuto negli ultimi anni una delle crisi più acute, anche se ultimamente si inizia a vedere una luce in fondo al tunnel. Una crisi dovuta principalmente ai costi di produzione, che per garantire l’elevata qualità e sicurezza così apprezzata in patria e all’estero sono lievitati, mentre i prezzi pagati agli allevatori non si sono adeguati al cambiamento. Se a questo si aggiunge la concorrenza sleale dei tarocchi alimentari, e delle produzioni che solo con il nome evocano una provenienza italiana (e quindi sicura) delle carni, risulta evidente che oggi è di primaria importanza sostenere con ogni mezzo uno dei settori più importanti del made in Italy alimentare. Per accelerare su questo punto, hanno recentemente stretto un accordo di collaborazione due delle realtà più importanti del settore: una, Assosuini, per la rappresentanza degli allevatori italiani, e l’altra, Cremonafiere, per il ruolo di laboratorio di idee e soluzioni innovative che propone attraverso Italpig, la manifestazione che è oggi il punto di riferimento per gli operatori professionali del comparto. Un accordo per sviluppare iniziative volte a valorizzare presso il pubblico dei consumatori e delle Istituzioni, il lavoro, e di conseguenza le produzioni, degli allevatori italiani di suini. La collaborazione, che si concretizzerà attraverso un programma di seminari, eventi specifici, e non da ultimo attività di comunicazione, prenderà il via da subito, e vedrà i primi risultati già dalla prossima edizione di Italpig, in programma a Cremona dal 25 al 28 ottobre, in contemporanea con la Fiera Internazionale del Bovino da Latte. Italpig sarà infatti l’occasione giusta per mettere sotto i riflettori la qualità italiana e il lavoro di una filiera che garantisce la sicurezza e salubrità di carni fresche e lavorate. Senza contare che la manifestazione rappresenta un appuntamento fondamentale per aggiornarsi e confrontarsi sull’andamento del mercato italiano e internazionale. “L’accordo che abbiamo stretto con Assosuini – ha dichiarato Antonio Piva, presidente di Cremonafiere – rappresenta un momento molto importante perché ci consente di confrontarci con uno degli attori principali della filiera italiana della carne suina. E’ la dimostrazione di quanto con Italpig lavoriamo a stretto contatto con realtà imprenditoriali di primo piano, e che soprattutto condividono con noi i valori di qualità e sicurezza del made in Italy alimentare, che sono oggi l’arma principale che può garantire il futuro delle nostre produzioni.” “Cremonafiere promuove da tempo la valorizzazione della qualità nel nostro settore – ha sottolineato Angiola Coffinardi, presidente di Assosuini – e per questo è l’interlocutore giusto per condividere la battaglia che Assosuini sta portando avanti per difendere e mettere in risalto il grande lavoro che stanno svolgendo gli allevatori per mantenere la leadership italiana in questo settore. Insieme stiamo già progettando iniziative specifiche che rendere più consapevole il pubblico dei consumatori su cosa sta dietro le grandi produzioni che portano in tavola.” |
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PUGLIA E BASILICATA - DESPAR CRESCE ANCORA
DALL’ACCORDO TRA IPA SUD SPA E CANNILLO SRL
NASCE UNA REALTÀ INTEGRATA CON
172 NUOVI PUNTI VENDITA AD INSEGNA DESPAR
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Siglato l’accordo di integrazione industriale tra le società Ipa Sud spa, con sede direzionale a Barletta (Bt), e Cannillo Srl di Corato (Ba). Nasce così un nuovo soggetto della distribuzione organizzata del mezzogiorno con un fatturato aggregato 2011 di 360 milioni di euro, 351 punti vendita per una superficie di vendita di circa 140.000 mq. Antonino Gatto, Presidente di Despar Italia, sintetizza gli elementi dell’operazione: “La strategia delle aggregazioni di aziende consolidate, come in questo caso, consente di affrontare con maggiore serenità un mercato in grande cambiamento. È un’operazione che, oltre a fare bene alle imprese, farà bene ai fornitori e ai consumatori che, grazie all’unione delle due aziende, troveranno una realtà più competitiva”. Il nuovo soggetto societario, che progressivamente acquisirà interamente l’insegna Despar conta su Pv Diretti Pv Associati Totale Pv Superficie mq Fatturato milioni euro 78 273 351 140.000 360 Il patron di Ipa Sud, Nicola Peschechera, ripercorre le tappe della crescita societaria: “Oggi siamo di fronte ad una grande svolta: con questo accordo crescono notevolmente i volumi e le aree di influenza di mercato in Puglia e Basilicata. La Ipa Sud Spa è stata la prima realtà sul territorio pugliese a dar vita ad una catena di supermercati associati sotto un’unica insegna. Nata nel 1931, la società nel 1973 è entrata a far parte della grande famiglia del Gruppo Despar. Ipa Sud ha chiuso il 2011 con un incremento delle vendite dell’11% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 237 milioni di euro. Il 2011 è stato un anno di cambiamenti organizzativi per conseguire economie di scala e ottimizzazioni di costi, questa integrazione e le conseguenti sinergie produrranno risultati che non erano neanche pensabili in autonomia. Basti pensare che il nuovo gruppo conterà su rilevanti quote di mercato - Puglia 9% - Basilicata 16% - skills eccellenti provenienti da entrambe le società sui canali dei supermercati, franchising e Cash&carry e con una notevole solidità patrimoniale. Franco Cannillo, amministratore unico di Cannillo Srl, commenta: “Per noi si tratta di un salto dimensionale significativo e di un’ottima opportunità di sviluppo che non si basa sui numeri ma sugli uomini. Questa integrazione rappresenta la naturale evoluzione di un rapporto imprenditoriale e personale fra le famiglie Peschechera e Cannillo improntato da sempre sulla reciproca stima e sulla correttezza, elemento sempre più raro al giorno d’oggi. La sfida che mi attende alla guida di questo nuovo gruppo richiederà dedizione ed impegno, ma sapere di poter contare sull’esperienza di Nicola Peschechera e sull’entusiasmo delle nuove generazioni, mi rende fiducioso e certo di poter centrare obiettivi ambiziosi. Infine, ringrazio gli amici Tonino Gatto e Gianni Cavalieri per il prezioso contributo di idee e di esperienze, senza del quale non saremmo giunti a questo importante traguardo”. Despar Italia è una libera associazione di negozianti presente su gran parte del territorio nazionale con 1.549 punti vendita ad insegna Interspar, Eurospar, Despar (dati 2011). Il fatturato 2011 è stato di 3.848 milioni di euro, che colloca Despar tra le prime dieci insegne della Gdo italiana. Il cuore dell’attività di Despar è la presenza di un gran numero di negozi di vicinato, che offrono prodotti freschi, convenienza e servizi familiari, affiancati dai grandi ipermercati e nuovi format che offrono nuove soluzioni alle esigenze dei consumatori. Despar gestisce inoltre lo sviluppo della marca commerciale, con l’offerta di numerose linee caratterizzate dall’attenzione al rapporto qualità-prezzo e alle necessità dei consumatori. Despar Italia fa parte di un grande gruppo internazionale, Spar International, e partecipa alla più grande Centrale di acquisto italiana. Per ulteriori informazioni: www.Desparitalia.it |
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SARDEGNA: STABILITO IL PERIODO VENDEMMIALE PER LA CAMPAGNA VITIVINICOLA 2012-2013
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L´assessore all´Agricoltura ha approvato il decreto che fissa il periodo vendemmiale per la campagna vitivinicola 2012-2013. Le fermentazioni e le rifermentazioni saranno consentite solo durante questo periodo, che avrà inizio il 1° agosto e terminerà il 31 dicembre 2012. Negli altri mesi è vietata qualsiasi fermentazione o rifermentazione, ad eccezione di quelle effettuate in bottiglia o in autoclave per la preparazione dei vini spumanti, dei vini frizzanti e dei mosti parzialmente fermentati frizzanti e di quelle che si verificano spontaneamente nei vini imbottigliati. Gli interessati dovranno dare comunicazione delle fermentazioni spontanee avvenute al di fuori del periodo stabilito, tramite telegramma, telefax o sistemi equipollenti, all´ufficio di Cagliari dell´Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari. |
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CAMBIO DI ROTTA PER IL RISTORANTE PESCHERIA DA CLAUDIO
AL TIMONE DELLE CUCINE UNA BRIGATA DI GIOVANI CHEF
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La Pescheria da Claudio, da oltre cinquant’anni “la pescheria dei milanesi”, incarna perfettamente il concetto di eccellenza con il suo pescato di primissima qualità e freschezza. Lo stesso pesce che diventa protagonista nelle cucine del ristorante situato al primo piano, proprio sopra la pescheria: uno spazio elegante, dedicato all’alta gastronomia, dove la genuinità e la prelibatezza della materia prima si traducono in piatti gustosi ed equilibrati. Da sempre garanzia di qualità, la Pescheria da Claudio si conferma così anche ristorante gourmet e per farlo punta su tre ingredienti fondamentali: grande materia prima selezionata, alta cucina, ambiente raffinato. Elementi che la proprietà intende valorizzare per portare il Ristorante Da Claudio ad occupare una posizione di prestigio e rilievo nel panorama della ristorazione, non solo milanese. E per farlo, affida il timone della cucina ad una brigata di giovani chef chiamati ad interpretare un’idea di ospitalità e ristorazione che è ben chiara al patròn della Pescheria Da Claudio: una cucina che ha la sua ragion d’essere nel rispetto della materia prima, nella scelta di ingredienti selezionati, nella preparazione di piatti semplici e immediati. “La cucina che desideriamo proporre – spiega Mauro Gambato, Amministratore di Pescheria Da Claudio – è moderna, ma rispettosa della tradizione italiana. Amiamo le sperimentazioni, ma crediamo che alla base di un grande piatto ci siano l’armonia e l’eleganza che solo una giusta attenzione per gli ingredienti è in grado di garantire. Crediamo che un buon piatto debba rispettare i canoni di semplicità e leggerezza e mantenere inalterate qualità e caratteristiche degli ingredienti che lo compongono”. Una proposta culinaria, quindi, che mira a soddisfare il desiderio di un ritorno a una cucina semplice, immediata, che parla al cuore e non al cervello, che sa stupire ed emozionare, ma con equilibrio e misura. Dalla pausa pranzo veloce in Pescheria, al business lunch al Ristorante, dall’aperitivo sfizioso con sushi all’italiana, alla cena gourmet. Da Claudio ce n’è per tutti i gusti, non resta che trovare il proprio… Da Claudio Via Cusani, 1 - Milano Tel 02 805 6857 www.Pescheriadaclaudio.it |
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BENEO : I DERIVATI DEL RISO E IL LORO SUCCESSO NEI PRODOTTI DA FORNO SENZA GLUTINE
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I prodotti senza glutine hanno compiuto passi da gigante da quando si identificavano col pane insipido degli anni ’90, acquistabile solo con specifica ricetta. Nonostante la produzione di cereali e prodotti da forno senza glutine presenti ancora diverse sfide per i produttori, la scelta corretta di ingredienti e l’esperienza nell’utilizzo degli stessi per ottenere prodotti da forno senza glutine aiuta a superare i problemi di consistenza, gusto e profilo nutrizionale generalmente associati alla formulazione delle ricette senza glutine. Rudy Wouters, Vicepresidente del Beneo-technology Center, spiega come i produttori possono sfruttare al massimo la crescita di popolarità dei prodotti da forno e cereali senza glutine. Una stella emergente I prodotti da forno e i cereali senza glutine si stanno lentamente affermando sul mercato; per questo motivo sempre più produttori aggiungono linee di prodotti senza glutine alle loro offerte. Soltanto negli ultimi tre anni, il settore dei prodotti alimentari senza glutine, senza latte e “senza…” ha visto una crescita del 32% nel valore stimato al dettaglio fino a raggiungere i 303 milioni di sterline nel Regno Unito e con la previsione di raggiungere i 519 milioni di sterline nel 2016 . È interessante osservare che la Leatherhead Food Research, un’organizzazione di ricerca indipendente con sede nel Regno Unito, ha recentemente pubblicato una ricerca secondo cui “non sono necessariamente i consumatori che soffrono di allergie alimentari a guidare questa richiesta, ma coloro che volontariamente eliminano degli ingredienti e apportano dei cambiamenti alle proprie diete.” La crescente tendenza dei consumatori a eliminare volontariamente certi alimenti dalla loro dieta, con lo scopo di ricercare benessere e salute, è foriera di un futuro promettente per i produttori che ne traggono il massimo profitto. Una recente indagine ha evidenziato che il 17% degli intervistati aveva un familiare che evitava certi alimenti allo scopo di mantenere uno stile di vita più salutare e il 15% evitava certi alimenti per “stare dalla parte della salute”. Il Regno Unito, uno dei maggiori produttori europei di prodotti senza glutine, ha introdotto nel mercato europeo, da gennaio 2009 a giugno 2011 , il 23% dei nuovi prodotti da forno, pasta e cereali da colazione senza glutine, seguito a ruota dalla Germania col 20% e dall’Italia con l’11%. I settori che hanno riscontrato il maggiore sviluppo di nuovi prodotti senza glutine nel Regno Unito sono stati quelli dei cereali, dei dolci e delle miscele per torte. Vincere le sfide Nonostante sempre più consumatori stiano includendo prodotti senza glutine nel loro carrello della spesa come parte di una “dieta nel complesso più sana”, sono presenti ancora alcune barriere che vengono lentamente superate. La principale è rappresentata dalla percezione dei sapori storicamente connessa ai prodotti da forno senza glutine. Se i produttori intendono massimizzare il potenziale dell’ “approccio salutare” dei consumatori nei confronti dei prodotti senza glutine, devono garantire che i loro prodotti non solo possono contare su una vasta gamma di caratteristiche salutari, ma sono anche convenienti e offrono un gusto, una consistenza e un profilo nutrizionale equivalenti a quelli dei prodotti da forno e cereali tradizionali. A causa dell’assenza di glutine nelle formulazioni delle ricette, i prodotti da forno senza glutine tendono a essere secchi o insipidi e, nel peggiore dei casi, farinosi e con una pessima consistenza. Inoltre, il valore nutrizionale degli alimenti senza glutine costituisce una preoccupazione crescente in quanto, nella maggior parte dei casi, questi non sono nutrienti e sono più poveri di vitamine B, ferro, folati e fibre alimentari rispetto agli equivalenti prodotti contenenti glutine. In aggiunta, spesso hanno una shelflife ridotta, creando problemi aggiuntivi di magazzinaggio e spedizione sia per il produttore che per il dettagliante. Per vincere queste sfide, è essenziale che i produttori sfruttino al meglio gli ingredienti funzionali quali i derivati del riso. Dopo molti anni di esperienza nella messa a punto di formulazioni senza glutine che offrono un gusto e una consistenza migliori, oltre che una serie di altri vantaggi nutrizionali e tecnici, il produttore di ingredienti Beneo ha constatato che la sua ampia gamma di ingredienti a base di riso sta acquisendo popolarità soprattutto tra i produttori di alimenti senza glutine, in quanto questi ingredienti sono in grado di migliorare la palatabilità, la durata e il contenuto nutrizionale dei prodotti finiti. Un’alternativa gustosa con una consistenza ottimale Il granulo dell’amido di riso è il più bianco e il più fine della famiglia degli amidi e dona ai prodotti una consistenza eccezionale che può essere perfettamente affinata, per es. Secondo le caratteristiche di croccantezza, fragranza o sofficità. La durezza e friabilità dei prodotti da forno di spessore sottile può essere ottimizzata unendo piccole quantità di amido di riso quale il Remyline Ax Fg P. Incorporando una quantità pari al 2-4% di amido di riso, si ottiene un evidente miglioramento della consistenza. Il meccanismo alla base di questo risultato va ricercato nella capacità di assorbimento dell’acqua caratteristica degli ingredienti durante la lavorazione e la cottura (per es. La sofficità di una torta). Inoltre, aggiungendo una piccola quantità del giusto amido di riso, è possibile ridurre in larga misura le perdite di produzione dovute alla rottura dei biscotti o cracker nella linea di produzione. Per i prodotti da forno soffici come le torte, gli amidi di riso come il Remygel 663 sono ideali per mantenerne la sofficità fino al prodotto finale. Rispetto agli equivalenti senza glutine, quali gli amidi e concentrati di mais, gli amidi di riso hanno un gusto più pulito e neutro. La crusca di riso Remylive di Beneo semplifica il processo di miscelazione nei prodotti da forno senza glutine poiché la crusca di riso rende l’impasto non solo più soffice e più elastico, ma anche meno appiccicoso. Inoltre, l’impiego della crusca di riso di Beneo permette ai produttori di adattare la struttura e consistenza dei biscotti, dei panini nonché dei muffin e delle torte. La crusca di riso è anche fonte di fibre e migliora la qualità nutrizionale dei prodotti da forno senza glutine. Benefici nutrizionali dei derivati del riso Esistono pochissime altre colture da amido caratterizzate da un’immagine altrettanto salutare come il riso. Gli ingredienti a base di riso non solo arricchiscono i profili nutrizionali dei prodotti da forno senza glutine, ma comprendono anche elementi che sono, di fatto, ingredienti alimentari completi (costituiti per il ~20% di fibre, il ~20% di lipidi, il ~15% di proteine e il ~15% di carboidrati). I derivati del riso possono inoltre essere ricchi di vitamine (soprattutto la vitamina B), di minerali (soprattutto magnesio e fosforo) e antiossidanti (quali gamma orizanolo, che è presente soltanto nel riso). Gli ingredienti a base di riso come la crusca di riso Remylive di Beneo o gli amidi di riso Remyline, Remy e Remygel offrono ai produttori di alimenti prodotti stabili e di qualità elevata che comprendono un’ampia gamma di benefici nutrizionali: sono derivati naturalmente, ipoallergenici, integrali, privi di glutine e ricchi di antiossidanti e fitosteroli. Grazie all’elevato contenuto di fibre, la crusca di riso di Beneo può anche rivendicare la caratteristica di “fonte di fibre” per l’utilizzo nei prodotti da forno. Nei prodotti da forno senza glutine e integrali, come le torte e il pane, le caratteristiche della crusca di riso Beneo sono particolarmente interessanti per i produttori di alimenti. A seconda del contenuto di fibre di altri ingredienti compresi nel prodotto da forno, è possibile rivendicare l’aspetto nutrizionale includendo solo l’ 8% di Remylive. Se Remylive è l’unica fonte di fibre, l’introduzione anche solo di un 12% consente ai produttori di rivendicare la caratteristica di “fonte di fibre”. La ricetta per il successo Il gusto neutro degli ingredienti a base di riso e le piccole quantità necessarie in un prodotto da forno senza glutine, non comporteranno alterazioni nel gusto e nell’aspetto generale di un biscotto o cracker finito ma ne miglioreranno soltanto la consistenza |
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LEVISSIMA ISSIMA RIFÀ IL LOOK AL SITO
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Bere divertendosi è la parola d’ordine di Issima di Levissima, la prima bottiglietta di acqua minerale creata appositamente per i bambini, e la filosofia alla base dell’innovativo sito www.Issima.it, on line tutto rinnovato dal 16 luglio. La nuova grafica e i nuovi contenuti portano una ventata di aria fresca a tutti i piccoli fan, guidandoli alla conoscenza dell’acqua e insegnando loro l’importanza di una corretta idratazione. Divertimento e fantasia non mancano, grazie ai superpoteri che l’acqua Issima conferisce ai ragazzi dell’Issimo Team, tutto da scoprire, e ai giochi divertenti per entrare a far parte della squadra. La nuova grafica, curata dall’agenzia web Zodiac, trasporta i piccoli utenti in un mondo fatto di natura incontaminata e di montagne innevate, raffigurando proprio l’ambiente naturale da cui sgorga l’acqua Levissima. Accanto a giochi educativi e divertenti, ampio spazio è dedicato alle promozioni Issima, per aggiornarsi in tempo reale sulle ultime novità da non perdere. Compagni d’avventura di Issima, per la stagione primavera-estate, saranno gli spiritosi animali dello zoo più scatenato del mondo cartoon: i protagonisti di “Madagascar3: ricercati in Europa”. Dal 1 maggio al 30 agosto, in palio all’acquisto di una confezione di Issima mille peluche e un fantastico viaggio in Madagascar per 4 persone. Per chi ama invece un pizzico di adrenalina in più Issima regala giornate di puro divertimento a Mirabilandia, per saperne di più sul regolamento del concorso basterà semplicemente consultare il sito www.Issima.it. Issima, da sempre vicina ai più piccoli, custodisce la purezza e la leggerezza di Levissima in una pratica bottiglietta squeezable da 33 cl, adatta alle mani dei più piccoli. Il comodo tappo apri e chiudi garantisce massima igiene e sicurezza, impedendo la fuoriuscita di acqua e agevolando la bevuta. L’importanza dell’acqua, di una corretta idratazione e il rispetto dell’ambiente sono valori di cui Levissima si fa portavoce e che, grazie a Issima, ha reso appealing e fruibili anche ai più piccoli. Levissima è una delle acque minerali del Gruppo Sanpellegrino, riconosciuta come archetipo dell’acqua e simbolo di purezza, da sempre impegnata nella tutela della fonte da cui ha origine e nella salvaguardia della risorsa acqua. Sanpellegrino è la più grande realtà nel campo del beverage in Italia, grazie ad un ricco portafoglio di acque minerali, aperitivi analcolici, bibite e tè freddi. I suoi prodotti sono presenti in oltre 120 paesi attraverso filiali e distributori sparsi nei cinque continenti. Parte del Gruppo Nestlé - azienda leader a livello mondiale in Nutrizione, Salute e Benessere – Sanpellegrino è da sempre impegnata nella valorizzazione dell’acqua, bene primario per il Pianeta, e lavora con responsabilità e passione per garantire a questa risorsa un futuro di qualità |
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NESPRESSO LANCIA U: DESIGN COMPATTO E MASSIMA ADATTABILITÀ,
LA NUOVA MACCHINA PER CAFFÈ NESPRESSO
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È l’ultima nata in casa Nespresso ma conosce già le tue abitudini: è U, la nuova macchina da caffè di design, concentrato di 25 anni di innovazioni e ricerca, che debutterà a settembre sul mercato italiano. Semplice, intuitiva e funzionale, U mantiene inalterato il dna di Nespresso, offrendo in casa la migliore esperienza del caffè, e va oltre: si ricorda la lunghezza del tuo caffè preferito, si adatta agli spazi di casa tua e la completa come oggetto di design compatto e funzionale. Con U, Nespresso non solo porta il piacere del caffè in casa, ma la personalizza attraverso l’eleganza della semplicità, della cura dei dettagli quasi impercettibili ma che lasciano un segno. Il personale momento del caffè Le principali novità: un´interfaccia tattile che memorizza la lunghezza preferita del caffè, la possibilità di inserirla in ogni spazio della casa e un prezzo competitivo. U elimina la necessità di selezionare ogni volta il livello di caffè preferito manualmente, grazie a tre impostazioni preprogrammate: ristretto, espresso e lungo. In più, grazie alle forme morbide e arrotondate e alla struttura flessibile, è progettata per adattarsi a tutti gli ambienti. Una macchina su misura, con stile Con U la semplicità impone un nuovo standard di funzionalità e design, poiché il suo aspetto minimalista e fortemente contemporaneo, elegante ma al contempo caldo, è in grado di sposarsi perfettamente con qualsiasi spazio abitativo o tipologia di arredo. Prima nella sua categoria, presenta, infatti, un serbatoio dell’acqua arrotondato che – grazie a un sistema di magneti - scorre attorno al corpo principale, per variare la forma complessiva della macchina e la sua modularità. U si completa inoltre con un elegante supporto per tazze e tazzine in grado di adattarsi ad ogni tipo di consumo, dai long drink al caffè corto, per assecondare ogni stato d’animo e rito del caffè. Disponibile in quattro colori moderni – Pure Cream, Pure Black, Pure Grey e Pure Orange – U presenta linee arrotondate ed essenziali, superfici piacevoli al tatto e finiture eleganti come il marchio Nespresso in rilievo sui lati. Le forme di U e le sue varie sfumature consentono così a tutti gli amanti dell’espresso di esprimere il loro personale stile e giocare con un elemento di arredamento distintivo per rendere ancora più personali gli spazi domestici, senza per questo rinunciare alla migliore esperienza del caffè. Un cuore grande di tecnologia L’involucro minimalista ed elegante di U racchiude la tecnologia Nespresso più avanzata. Il riscaldamento della macchina avviene in soli 25 secondi, mentre l’erogazione del caffè si avvia automaticamente nello stesso istante in cui si inserisce la capsula Nespresso e si chiude lo sportellino di inserimento. Il meccanismo automatico crea, inoltre, il processo ideale di estrazione del gusto e dell’aroma del caffè, fornendo un risultato in tazza perfetto. L’espulsione automatica della capsula e l’immediata chiusura dei condotti al termine dell’erogazione, con l’eliminazione di qualunque gocciolamento residuo, la rendono, inoltre, una delle macchine più pulite in commercio. U, infine, osserva i principi di eco-compatibilità: la macchina possiede infatti un profilo energetico ottimale per la sua categoria, mentre la sua struttura è composta per il 30% da materiali riciclati (che non entrano mai in contatto con gli alimenti). Dopo 9 minuti di inattività, U si spegne automaticamente riducendo ulteriormente i consumi. U sarà disponibile In Italia da settembre al prezzo competitivo di 139 €, nelle Boutique e Boutique in Shop presenti su tutto il territorio nazionale, online all’indirizzo www.Nespresso.com e presso i partner commerciali selezionati |
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OLIMPIADI 2012, UN’ OCCASIONE PER RIBADIRE QUANTO SIA BENEFICO IL MODERATO CONSUMO DI CAFFE NELLA PERFORMANCE SPORTIVA
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Dal 27 luglio al 12 agosto Londra sarà, per la terza volta, capitale olimpica ospitando la Xxx Olimpiade estiva. Un evento mondiale che vedrà nel caffè un toccasana per superare gli sforzi ginnici e giungere al traguardo Lo sport non è solo una questione di muscoli, ma un insieme di forza fisica abbinata a un perfetto funzionamento fisiologico dove anche metodo, strategia e capacità cognitive contribuiscono ai risultati. Il caffè - come ribadito da numerose ricerche scientifiche – contiene proprietà in grado di sostenere gli sportivi nelle loro performance, agendo non solo a livello muscolo-scheletrico, ma anche psicologico. Gli effetti del consumo di caffè sulla performance sportiva sono legati al suo contenuto in caffeina, attentamente studiata per i suoi effetti sulle performance fisiche, sulla fisiologia muscolare, cardiaca e ossea. Oggi molte certezze scientifiche possono confermare che, se consumata moderatamente, risulta davvero utile allo sportivo. La caffeina è una sostanza ergogenica, ovvero svolge un’influenza diretta sulla capacità fisiologica del corpo umano migliorandone le performance, rimuovendo quegli impedimenti che potrebbero impattare sulla prestazione, aumentando la velocità di recupero dopo l´allenamento o la competizione. L´efsa (European Food Safety Authority), dopo avere valutato tutti gli studi scientifici pubblicati prima del 2007, ha concluso nel 2011 che assumere caffeina aumenta le prestazioni di resistenza e riduce la percezione di sforzo. La letteratura scientifica suggerisce che i benefici sulle prestazioni sportive si rilevano già con una moderata quantità di caffeina (circa 3 mg per kg di peso corporeo, quasi 3 tazzine di moka all´italiana, calcolando un peso medio di 70 kg). Tali benefici sono stati dimostrati in atleti ben allenati, di entrambi i sessi, attraverso svariati esercizi valutati anche per intensità e durata. In sintesi, la caffeina ha dimostrato d´essere efficace negli sforzi a breve termine e ad alta intensità. Ma non solo. La caffeina risulta utile in attività sportive di squadra (come il ciclismo, dove lo sforzo è intermittente e dove lo sprint è necessario). L´effetto sulla percezione del dolore e sulla riduzione dell´affaticamento è spiegabile in quanto la sostanza agisce come antagonista sui recettori dell´adenosina. Non ultimo, sembrerebbe che la caffeina abbia un effetto diretto sulla funzione neuromuscolare e sulla secrezione delle Beta-endorfine (neurotrasmettitori, dotati di proprietà analgesiche). Infine, il consumo di caffeina, assieme a una soluzione di carboidrati, fornisce un significativo seppur limitato, miglioramento sulle prestazioni necessarie di resistenza. Non a caso, la classica colazione all´italiana con caffè, latte e prodotti da forno o cereali, miele e frutta, è stata da sempre suggerita dai nutrizionisti a coloro che necessitano di energia a lunga durata. Lo sport e il consumo di caffè a livello fisiologico Un´assunzione moderata di caffè (intorno ai 300 mg di caffeina, ovvero fino a 4-5 tazzine di moka all´italiana), contribuisce alla necessaria dose giornaliera corporea di liquidi. Seppur spesso si additi la sostanza come negativa rispetto al bilancio idrico, non esistono indicazioni scientifiche che ne sottolineino tale effetto negativo durante l’esercizio fisico. E´ possibile anche sostenere che il moderato consumo di caffè ha un effetto positivo sulle patologie articolari: non solo sembrerebbe ridurre il rischio di gotta, ma grazie a molti componenti presenti nella bevanda (tra cui gli antiossidanti) il caffè ha proprietà antinfiammatorie. Riguardo al tessuto osseo, si è spesso imputata al consumo di caffè la perdita di massa ossea. Ma svariati, autorevoli e recenti lavori scientifici hanno dimostrato che il moderato consumo di caffè e quindi di caffeina (e si ribadiscono sempre i 300 mg/die, nei soggetti sani, non sono associabili a una maggiore perdita di massa ossea (riferendosi a quella fisiologica determinata dall´età). E che dire dell´apparato cardiocircolatorio. Un atleta ha la necessità che sia perfettamente funzionante. Il consumo abituale di caffè, ribadito oggi da tutte le comunità scientifiche internazionali, non è associabile, nell´individuo sano, a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ictus, pressione alta o aritmie. Inoltre la maggioranza degli studi scientifici dimostrano che la caffeina non ha alcun rilevante effetto sul battito cardiaco o sull´aumento della pressione sanguigna, durante esercizi fisici che durano intorno ai 30 fino ai 90 minuti. Tale certezza vale per entrambi i sessi che abitualmente consumano caffè durante la performance sportiva. Effetti benefici della caffeina: una questione di tempo e di metabolismo individuale Immediatamente dopo il consumo di una tazza di caffè, la caffeina in esso contenuta viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale ed entra nel circolo sanguigno in un tempo variabile fra i 15 e i 120 minuti. Distribuita in tutti i distretti corporei la sua emivita varia fra le 2 e le 4 ore e mezza. Tale dato varia considerevolmente secondo molti fattori endogeni ed esogeni: fisiologia, genetica, stile di vita. Il suggerimento generale è che il caffè sia ingerito un´ora prima dell´esercizio fisico. Laddove gli esercizi necessitano di sforzi prolungati oltre a una moderata dose un´ora prima, è possibile aggiungere piccole dosi di caffè durante la pratica sportiva (preferendole a una dose massiccia in una volta sola). Il grande vantaggio di numerose, ma piccole dosi, è dato dalla aumentata capacità e vivacità di reazione, la qual cosa può essere di grande aiuto in quegli sport che necessitano di grande abilità e profonda concentrazione, come ad esempio il tennis. Il caffè e la caffeina non sono sostanze dopanti Tre sono i criteri con i quali si valutano se una sostanza sia dopante o meno: miglioramento delle prestazioni sportive; rischio per la salute dell´atleta, violazione dello spirito sportivo. Sebbene le ricerche scientifiche sugli effetti ergogenici della caffeina siano numerose, i possibili problemi legati alla salute - nella pratica sportiva - sono assolutamente trascurabili. Per questo motivo la caffeina, nel 2004, è stata rimossa dalla lista delle sostanze dopanti. Tra l´altro la sostanza è presente in numerosi cibi e bevande di normale consumo. Tuttavia è anche vero che la caffeina ha un metabolismo che differisce da individuo a individuo. Per questo motivo, seppur non più vietata, durante le gare sportive, è ancora monitorata da parte del Wada (World Anti-doping Agency) per controllarne il suo utilizzo e valutare se la rimozione dalla lista delle sostanze dopanti ne ha incrementato il consumo nello sport. “Finalmente bere caffè non è più visto come un “trucco” per potenziare le proprie capacità agonistiche - sostiene il Prof. Amleto D’amicis, Vicepresidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) e membro del Comitato Scientifico per gli Studi sul caffè (Fosan) – piuttosto si tratta di un’abitudine alimentare in grado di migliorare la performance fisica, sempre nel rispetto di un consumo moderato, 3-5 tazzine (300 mg/giorno di caffeina). Ma l’aspetto più importante – continua D’amicis - è dato dai benefici degli effetti ergogenici del caffè e della caffeina, non solo per gli atleti. Oggi, è ampiamente dimostrata l’importanza dell’attività fisica nel mantenimento della salute e molte persone, per la maggioranza adulte, non svolgono regolarmente attività fisica. Per questi individui, un consumo abituale e moderato di caffè può agevolare l’esercizio fisico: la caffeina può migliorare la resistenza fisica e diminuire il senso di fatica per una passeggiata, una gita in bicicletta, una partita a calcio con i figli. Il caffè – conclude D’amicis - migliora anche l’umore e la sensazione di benessere e lo stesso vale anche per le persone anziane.” |
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L’ARTE DEL VINO SECONDO VEUVE CLICQUOT: UN BICCHIERE ESCLUSIVAMENTE DEDICATO ALLE CUVÉE DELLA MAISON, UN’ESPERIENZA GUSTATIVA INDIMENTICABILE
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La Maison Veuve Clicquot Ponsardin si caratterizza da sempre per lo spirito audace e innovativo trasmesso dalla sua fondatrice, Barbe-nicole Ponsardin. Quando, nel 1816, Madame Clicquot inventa la table de remuage, le cantine della Maison si trasformano in incredibili laboratori, nei quali nasceranno poi numerose innovazioni, tutte concepite per sublimare gli Champagne elaborati da Veuve Clicquot. Sulla scia della sua carismatica fondatrice, la Maison Veuve Clicquot ha creato, nel corso degli anni, una vera e propria art de vivre, elegante e ricca di oggetti firmati da grandi nomi del design. L’ultima innovazione è un bicchiere dalle curve uniche, totalmente ed esclusivamente destinato alla degustazione degli Champagne Veuve Clicquot: flûte Cave Privée. All’origine della flûte Cave Privée c’è l’incontro tra Dominique Demarville, Chef de Cave Veuve Clicquot, Cyril Brun, enologo Veuve Clicquot, e Philippe Jamesse, sommelier dello Château Les Crayères. Il loro punto in comune? L’identica passione per gli Champagne dal carattere forte. “Sentivamo che ci mancava lo strumento perfetto per la degustazione, il dettaglio che avrebbe cambiato tutto” afferma Dominique Demarville. Philippe Jamesse già da tempo ci stava lavorando. È quindi in modo molto spontaneo che si è creata complicità tra i tre uomini, dando vita al progetto di concepire un bicchiere dedicato esclusivamente agli Champagne Veuve Clicquot. “L’innovazione è un valore geneticamente radicato nella nostra Maison: creare un bicchiere specifico era un approccio naturale, un percorso logico nella storia di Veuve Clicquot” continua Dominique Demarville. L’assemblaggio e l’equilibrio degli Champagne Veuve Clicquot sono riconoscibili tra mille. La loro anima è intimamente legata al Pinot Noir, il principale componente, il cuore del loro stile. Una tale personalità merita quindi un bicchiere speciale, capace di sublimarne la quintessenza. La sua generosa rotondità e la sua dimensione valorizzano il bouquet del Pinot Noir, permettendo agli aromi e all’effervescenza di esprimersi appieno. La flûte Cave Privée, non del tutto flûte ma neanche completamente bicchiere da vino, ha delle curve tondeggianti e una linea aperta e svasata, come a voler ammiccare all’indimenticabile coppa da Champagne. Per questa creazione esclusiva e autentica è stato scelto il vetro soffiato a bocca: un materiale più leggero ed ecologico rispetto al cristallo, l’ennesimo passo della Maison verso la sostenibilità ambientale, percorso intrapreso da ormai dieci anni. Prodotto da Les Verreries de la Marne, la flûte Cave Privée è in vendita esclusivamente a Reims, all’interno della boutique Veuve Clicquot presso il Centro Visite della Maison e allo Château Les Crayères |
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