Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Novembre 2012
AGENDA EUROPEA DAL 26 AL 30 NOVEMBRE: CRESCITA, STABILITÀ FINANZIARIA E OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON IL NORDAFRICA. I TEMI ECONOMICI SARANNO ANCORA TRA I PROTAGONISTI DELLA PROSSIMA SETTIMANA, MA I LAVORI DELLE ISTITUZIONI EUROPEE RIGUARDERANNO ANCHE MOLTI ALTRI PROGETTI.  
 
Bruxelles, 26 novembre 2012 - Lunedì 26 novembre il Consiglio dell´Unione europea si riunirà per discutere la proposta "Erasmus per tutti", il progetto presentato dalla Commissione europea per aumentare il numero di partecipanti al programma. Nello stesso giorno la Commissione europea interverrà con delle proposte per migliorare la rete Eures, il portale che contiene offerte, domande di lavoro e curricula provenienti da 31 paesi europei. Martedì 27 novembre, in occasione dell´anno europeo per l´invecchiamento attivo e la solidarietà tra generazioni, il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, incontrerà le organizzazioni filosofiche e non confessionali per discutere della solidarietà tra generazioni e altre importanti sfide demografiche, come la disoccupazione giovanile, l´invecchiamento attivo e il fatto di conciliare il lavoro e la vita privata. Nello stesso giorno il commissario per la politica regionale Johannes Hahn, presenterà il "Primo forum annuale della strategia per il Danubio", al quale parteciperà, il giorno seguente, anche la cancelliera Angela Merkel. Inizio di settimana in nord Africa per il vicepresidente e commissario all´industria e all´imprenditoria Antonio Tajani che il 26, il 27 e il 28 novembre visiterà il Marocco (lunedì e martedì) e la Tunisia per parlare di opportunità commerciali con l´Europa. Mercoledì 28 novembre la Commissione europea presenta la sua terza indagine annuale sulla crescita (Ags) per stabilire le generali priorità economiche e sociali per il prossimo anno. Un´azione per fornire agli Stati membri una guida politica per incrementare la crescita economica e l´occupazione. Sempre mercoledì il presidente Barroso presenterà il programma su come raggiungere una effettiva unione economica e monetaria che possa assicurare in futuro una stabilità finanziaria duratura, prosperità economica e benessere sociale. Giovedì 29 novembre la Commissione europea lancerà una consultazione relativa al commercio on-line, con particolare attenzione alla consegna della merce ordinata dall´estero. A Roma, invece la rappresentanza della Commissione europea promuove diverse iniziative: martedì 27 novembre prenderà il via un seminario dedicato alla presentazione del progetto "Europa=noi", percorso multimediale di scoperta della storia, delle istituzioni e dei programmi europei. Venerdì 30 novembre, presso la facoltà di Scienze Politiche dell´università Roma Tre, si parlerà di Europa al convegno "Europa: oggi e domani". Infine, sempre venerdì 30, segnaliamo il primo di una serie di dibattiti aperti tra la Commissione europea e i cittadini. Il primo incontro si terrà a Napoli alla presenza del Commissario Laszlo Andor sul tema dell´occupazione. Si può seguire il dibattito in streaming e twittare una domanda utilizzando l´hashtag #dialogocittadini.  
   
   
IL PRESIDENTE SCHULZ: ATTENZIONE AI TAGLI IRRESPONSABILI DEL BUDGET EUROPEO  
 
Strasburgo, 26 novembre 2012 - "Chiedere dei tagli al budget europeo può trovare un vasto consenso, ma è una scelta estremamente irresponsabile" ha avvertito, giovedì, il presidente del Pe Martin Schulz in un discorso diretto ai leader degli Stati membri durante un summit speciale sul quadro finanziario pluriennale, ovvero il budget tra 2014 e 2020. "Se l´Ue vuole uscire dalla crisi, deve riconoscere che il budget europeo non è parte del problema, ma parte della soluzione". Il Consiglio europeo è intervenuto per primo iniziando una discussione con i leader europei sulla situazione relative al budget europeo. Il presidente del Pe Martin Schulz ha ricordato che il Parlamento ha approvato in ottobre con una larga maggioranza, un budget solido per gli anni a venire. Considerando le difficoltà di alcuni Stati membri, il presidente Schulz ha dichiarato che sembrerebbe illogico e irresponsabile richiedere un aumento del budget europeo. Ma ha poi continuato il discorso sottolineando che "l´Europa ha bisogno di un budget per investire nella crescita. Per creare lavoro. Per sostenere gli Stati membri nei loro sforzi per l´adeguamento strutturale, che sono oggi essenziali per rimanere competitivi e combattere disoccupazione e povertà". "Focalizzarci unicamente sull´austerità non è una soluzione che sta funzionando. Oggi, l´Europa a bisogno di crescita, perché la crescita è la migliore soluzione per ridurre il debito".  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: ELEZIONI 2014: DARE AGLI ELETTORI UN PESO MAGGIORE NELLA SCELTA DELLA COMMISSIONE  
 
Strasburgo, 26 novembre 2012 - I partiti politici europei dovranno proporre candidati alla presidenza della Commissione durante le prossime elezioni europee, che dovrebbero essere anticipate dal giugno al maggio 2014. L´ha richiesto il Parlamento europeo in una risoluzione votata giovedì. I deputati auspicano che ogni alleanza europea di partiti politici proponga un candidato alla presidenza della Commissione europea che, allo stesso tempo, guidi la campagna elettorale della propria alleanza per le Europee 2014. Ciò valorizzerebbe ulteriormente le elezioni e darebbe ai cittadini un incentivo maggiore per andare a votare, hanno affermato i deputati. Un buon numero di membri della prossima Commissione europea dovrebbe essere scelto tra gli europarlamentari neoeletti, per dare un peso maggiore al voto degli elettori, secondo i deputati, che aggiungono che ciò creerebbe un maggior equilibrio con il Consiglio, poiché i governi nazionali al momento nominano tutti i candidati. Gli Stati membri sono inoltre invitati a proporre al Presidente della Commissione due candidati, un uomo e una donna, per ogni posto di commissario per garantire equilibrio di genere. Elezioni a maggio, non a giugno Il Parlamento propone di svolgere le prossime elezioni europee a maggio, e precisamente dal 15 al 18 o dal 22 al 25, e non a giugno come tradizionalmente è il caso, per dare ai nuovi deputati tempo sufficiente per prepararsi all´elezione del Presidente della Commissione, prevista a luglio. Infine, i deputati chiedono agli Stati membri di modificare la legge elettorale nazionale per introdurre delle soglie minime "appropriate e proporzionate" per la ripartizione dei seggi, per garantire il corretto funzionamento dell´istituzione e allo stesso tempo rispecchiare le scelte dei cittadini. Secondo i trattati Ue, il Parlamento europeo elegge il Presidente della Commissione e dà il suo consenso al Collegio dei commissari. La nuova Commissione deve entrare in carica il 1° novembre 2014. La risoluzione è stata approvata con 316 voti a favore, 90 contrari e 20 astensioni.  
   
   
GLI ITALIANI E L´UNIONE EUROPEA - UN RAPPORTO DI FIDUCIA MESSO A DURA PROVA DALLA CRISI PRESENTATO A ROMA IL SONDAGGIO SVOLTO DALL´ISPO PER CONTO DELLA RAPPRESENTANZA IN ITALIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA.  
 
Roma, 26 novembre 2012 - Gli italiani e l´Unione europea – un rapporto di fiducia difficile che risente della crisi in atto in Europa. E´ il quadro che emerge dal sondaggio realizzato dall´Ispo il 26-27 settembre scorso per conto della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. I dati sono stati presentati il 22 novembre a Roma dal Presidente dell´Istituto Renato Mannheimer e discussi dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani insieme con i giornalisti Massimo Franco e Roberto Sommella. Ha moderato il dibattito il direttore della Rappresentanza Lucio Battistotti. La fiducia degli italiani risulta in calo negli ultimi anni, a causa anche della crisi economica e finanziaria. Tuttavia, la maggioranza ritiene che l´Ue faccia bene all´Italia e giudica positivo il suo operato. Pertanto vi è una convinzione ben radicata che ci sia bisogno di più Europa, specie nei campi della politica estera e di difesa, dell´immigrazione, della ricerca e l´innovazione. La stragrande maggioranza degli italiani inoltre chiede un intervento più deciso per l´occupazione e la protezione economica. Nel complesso, gli italiani continuano a conoscere poco le attività dell´Ue anche se si informano un po´ di più attraverso la televisione, internet e i giornali. L´euro e la libertà di movimento sono i due concetti che gli italiani associano più spesso all´Europa. Proprio la moneta unica risulta essere ormai una realtà acquisita laddove il 75% degli italiani reputa l´uscita dalla stessa un fatto negativo. Nel commentare il sondaggio il vicepresidente Tajani ha rilevato come, "malgrado la crisi di fiducia che tocca tutte le istituzioni, la maggioranza degli italiani vuole rimanere nell´euro e chiede più Europa politica per far fronte ala crisi e creare nuova occupazione e crescita. Questo significa che mai come adesso l´Europa ha la responsabilità di dimostrare il valore aggiunto dell´agire insieme per dare risposte concrete e rapide a chi cerca lavoro. E´ anche incoraggiante constatare che una percentuale crescente di giovani sente l´appartenenza ad una identità europea". Dalla rilevazione si evince una tendenza di calo della fiducia degli italiani nell´Unione. Dal 2010 a oggi, essa si è infatti ridotta di ben 17 punti percentuali fino ad arrivare attorno al 40%. Ciononostante, l´Ue si colloca a metà nella classifica delle istituzioni, piazzandosi sopra il Governo, il Sindacato, il Parlamento e i Partiti politici. Tra i sostenitori delle varie forze politiche, la maggioranza degli elettori dell´Udc (76%), di Sel (67%), dell´Idv (53%) e del Pd (52%) dichiara di aver fiducia. Di parere opposto sono invece i sostenitori del Pdl e del Movimento 5 Stelle la cui maggioranza, il 69% e il 64% rispettivamente, dice di non "credere nell´Europa". Tra le varie fasce di popolazione, molta fiducia viene attribuita di solito dai giovani tra i 18 e i 24 anni (57%), dai laureati (59%), dai residenti del Nord Ovest (45%), dagli impiegati/insegnanti e dagli studenti (58%). Spicca invece la sfiducia di casalinghe(70%), pensionati (63%), disoccupati (68%). Un altro capitolo importante è il senso di appartenenza degli italiani. Qui sorprende il fatto che 4 italiani su 10 dichiarano di sentirsi molto cittadini europei. La quota è consistente, benché inferiore a quella del senso di appartenenza all’Italia e alle istituzioni locali. Non così però la conoscenza delle attività dell´Ue. Solo un italiano su 5 dichiara di sapere in modo abbastanza preciso quello che l´Unione fa. Facendo l´analisi per colore politico, le sue attività sono più note agli elettori del Movimento 5 Stelle (90%), dell’Udc (88%), di Sel (86%), del Pdl (72) del Pd (69%) che è un po´ in controtendenza con il dato della fiducia. Maggiore conoscenza viene riscontrata fra i giovani, fra chi è più istruito e fra gli impiegati e gli insegnanti. In sintesi, dai dati emerge che vi è maggiore conoscenza fra chi dichiara di avere fiducia nella Ue e fra chi si sente cittadino europeo. Gli italiani risultano un po´ più attivi nella ricerca di informazioni sull´Ue. 4 su 10 dichiarano di aver cercato almeno qualche volta informazioni sull’Unione Europea, le sue politiche e le sue istituzioni. L´interesse personale continua ad essere la ragione predominante per la curiosità (57%), seguita dallo studio e il lavoro (32%) e la ricerca di opportunità (7%) Al contrario, la mancanza di interesse è la motivazione per cui non si cercano informazioni (79%). Televisione (40%), siti internet (33%) e quotidiani (20%) sono i media più usati per ricercare e ottenere informazioni. Per quanto riguarda l´immagine, gli italiani associano l’Unione Europea da un lato all’euro, e dall’altro alla possibilità di spostarsi liberamente per lavoro, studio e svago. Inoltre, la maggioranza degli italiani giudica positivamente l’operato della Ue in tutti gli ambiti considerati: le politiche di sicurezza, l´ambiente, le politiche sociali, l´asilo e l´immigrazione e lo sviluppo economico. 1 italiano su 2 giudica in modo complessivamente positivo il suo operato, mentre il 42% esprime giudizio negativo. In generale, più della metà degli italiani (51%) ritiene che l’appartenenza all’Unione Europea sia una cosa positiva per il nostro Paese. Solo 1 su 10 è convinto del contrario. Dal sondaggio emerge anche una forte domanda di Europa, specie quando si tratta di dover affrontare le crisi comuni nel campo della politica estera (62%), le politiche di asilo e immigrazione (61%), la ricerca scientifica e l´innovazione tecnologica (53%). In questi ambiti, la maggioranza degli italiani preferisce che le decisioni vengano prese a livello sovranazionale. Al contempo, secondo gli intervistati l’occupazione (71%) e la protezione economica (34%) dovrebbero essere le priorità di intervento per la Ue, seguiti dallo sviluppo sostenibile (26%) e dalla sicurezza (22 %). Il capitolo euro contiene dati interessanti che parlano di una realtà ben consolidata. Difatti, 6 italiani su 10 ritengono che l’introduzione dell’Euro abbia portato più svantaggi che vantaggi, ma non vorrebbero comunque tornare indietro. Ancora più netto è il giudizio per quanto riguarda un eventuale ritorno alla lira: 3 italiani su 4 giudicano in modo negativo una simile ipotesi, mentre per quasi 1 su 2 sarebbe un vero disastro per l’economia. Contesto La ricerca dal si è posta l’obiettivo di indagare a fondo le ragioni della disaffezione verso l’Ue, manifestata negli ultimi tempi da parte degli italiani (storicamente tra i suoi massimi sostenitori). In particolare, sono state indagate le seguenti tematiche, ritenute utili per capire il mutamento e, eventualmente, progettare strategie e azioni volte a rinnovare e a ridare linfa al rapporto tra Ue e cittadini italiani: la fiducia e il senso di appartenenza all´Unione Europea; la conoscenza delle attività dell’Unione Europea; le fonti e il livello di informazione sull´Europa; l’immagine dell´Ue; aspettative e giudizio nei confronti del ruolo dell’Ue e delle sue politiche; la questione dell’Euro. È stata realizzata una ricerca quantitativa ad hoc tramite interviste telefoniche (sistema Cati) su un campione di 800 individui. È stata utilizzata una tecnica mista di rilevazione, contattando il 75% degli intervistati su telefono fisso e il 25% su telefono cellulare. Questi ultimi intervistati per rientrare nel campione dovevano non possedere un telefono fisso. In questo modo si è garantita un’alta copertura del campione rispetto all’universo, visto che risulta da recenti indagini dell’Istat che ben il 28% della popolazione italiana non possiede il telefono fisso. Il campione, di tipo casuale stratificato per quote, è rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne (con oltre 17 anni di età) per genere, età, professione, titolo di studio, area geografica di residenza, ampiezza dei centri urbani di residenza.  
   
   
UE: DICHIARAZIONE DEL VICE PRESIDENTE REHN AL PARLAMENTO EUROPEO SULLA GRECIA  
 
Bruxelles 22 Novembre 2012 – Di seguito la dichiarazione del 22 novembre di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli affari economici e monetari e l´euro al Parlamento europeo sulla Grecia in seduta plenaria: “ Presidente, onorevoli deputati, All´inizio di questa settimana uno staff a livello di stato raggiunto un accordo tra l´Ue-fmi Troika e le autorità greche su un set aggiornato di condizionalità programma. La lunga riunione dell´Eurogruppo nella notte di Martedì ha visto notevoli progressi verso un accordo sulla Grecia, anche se una conclusione definitiva in ultima analisi, difficile da raggiungere. È importante sottolineare che l´Eurogruppo ha riconosciuto che le autorità greche hanno implementato con successo l´intera serie di azioni prioritarie d´accordo con la troika. Questo è il risultato di uno sforzo notevole da parte loro. Sul versante fiscale, questi includono l´adozione di misure per un totale di qualche 13500000000 € o 7% del Pil. In termini di riforme strutturali, le decisioni importanti sono state prese per costruire un´amministrazione fiscale più efficace ed efficiente. Questo è estremamente importante, dato un´equa ripartizione del carico fiscale è una questione non solo di risanamento delle finanze pubbliche, ma anche di giustizia sociale. Per esempio, ulteriori riforme del sistema pensionistico hanno aumentato l´età pensionabile a 67 anni, e ha introdotto un collegamento alla speranza di vita. In due anni, la Grecia è passata da avere un sistema pensionistico che era chiaramente insostenibile, per uno la cui medio-sostenibilità a lungo termine è stato assicurato. Il settore finanziario, diverse azioni sono state completate per spianare la strada per la ricapitalizzazione delle banche, un passo essenziale per riavviare il flusso di credito alle famiglie e alle imprese greche. Questo è fondamentale per la Grecia per tornare alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. Inoltre, nel settore sanitario, le misure di controllo su-prescrizioni e le frodi significa che la spesa pubblica sono diminuiti di € 1 miliardo (ovvero circa il 25%) di quest´anno, e dovrebbe diminuire di ulteriori € 800 milioni nei prossimi due anni. S o dobbiamo andare al di là del mito che nessun progresso è stato fatto in Grecia. Tale percezione è dannoso e ingiusto. Onorevoli deputati, Grecia sta dando risultati. Ora è il momento per i partner europei e internazionali della Grecia per offrire la loro parte del patto. Per fare questo, l´Eurogruppo deve decidere su una serie di misure credibile per ripristinare la sostenibilità del debito della Grecia. Le discussioni su Martedì sera ci ha spostato vicino ad un accordo. In questo contesto, deve essere chiaro che questa serie di misure non esclude la necessità di rivalutare la sostenibilità del debito della Grecia nei prossimi anni, e di adottare ulteriori decisioni, se necessario, alla luce degli sviluppi futuri - a seconda, naturalmente, sulla piena attuazione di il programma di riforma da parte della Grecia. Spero tutti si riuniranno a Bruxelles il Lunedi con il necessario spirito costruttivo, e andare oltre la mentalità dannosa di linee rosse. Francamente, non vedo alcuna ragione per cui non dovremmo essere in grado di concludere il pacchetto - e farla finita con l´incertezza che è stato trattenendo un ritorno di fiducia, e quindi di investimenti e la crescita, in Grecia. E così anche farla finita con le nubi di incertezza sulla economia europea. Onorevoli deputati, vi posso assicurare che i miei servizi stanno lavorando a pieno per rendere questo accada, e che la Commissione lascerà nulla di intentato per facilitare questo accordo fondamentale. Europa è la Grecia. Vi posso assicurare. Grazie  
   
   
UE: AFFRONTARE SFIDE A LUNGO TERMINE DI CURA  
 
 Bruxelles, 26 novembre 2012 – Di seguito il testo dell’ intervento di László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “ Sua Altezza Reale, Illustri ospiti, Signore e signori, Grazie per l´opportunità di affrontare questo incontro Simposio per lo più praticanti che sperimentano le sfide del loro settore ogni giorno. Nel mio intervento vorrei mettere queste sfide in una prospettiva europea e presenti a voi come proviamo a livello europeo per promuovere il potenziale di creazione di posti di lavoro dei servizi sociali e di assistenza. La combinazione di speranza di vita, bassa fertilità e il pensionamento dei baby boomer sarà profondamente impatto e cambiare la mentalità delle nostre società ed economie nei prossimi 30 anni. Lasciando le famiglie per fornire assistenza a lungo termine, come abbiamo principalmente oggi, senza ripensare modelli di erogazione, diventa sempre più realistico: Prima di tutto , il numero di persone nella fascia di età 80 + a rischio di sviluppare a lungo termine esigenze di assistenza triplicherà nei prossimi due decenni. Anche nel migliore dei casi, è probabile che faccia il raddoppio del numero di persone che sviluppano disabilità legate all´età e avrà bisogno di cure particolari. In secondo luogo , il pool di potenziali assistenti si ridurrà notevolmente nei prossimi decenni come coorti di età di lavoro diventano più piccole e il tasso di occupazione delle donne di aumento. Che non dimentichiamo che la grande maggioranza delle badanti nell´Unione europea sono donne, che mi porta al mio terzo punto : l´integrazione del mercato del lavoro delle donne di età 55-64 anni che ha rilevanti compiti assistenziali informali. Le donne che partoriscono non pagato regolare assistenza a lungo termine tendono a rimanere al di fuori del mercato del lavoro. Si tratta di una perdita importante per l´economia e la società . Noi non raggiungere gli obiettivi 2020 l´occupazione in Europa se la sottoccupazione delle donne all´interno del gruppo di età 55-64 anni e se persiste la mancanza di accesso ai servizi di assistenza formale per gli anziani a carico resta da una barriera al loro impiego continuo. Molto più grande valore economico può essere creato se le donne anziane sono in lavori retribuiti che corrispondono alle loro qualifiche professionali che se hanno per fornire assistenza informale per i loro dipendenti più anziani. Stare a casa con figli a carico o che hanno un lavoro retribuito e l´utilizzo di fornitori esterni cura ovviamente deve essere una scelta personale per una persona in età lavorativa. Ma se non sviluppare le capacità del settore sanitario, la scelta semplicemente non essere lì per molte persone: essi dovranno fornire assistenza informale a casa. Infine, se ci basiamo principalmente su cure informali, anche bloccare le possibilità di crescita della produttività e miglioramento della qualità di erogazione delle cure in quanto tale. Signore e signori, Abbiamo bisogno di un approccio innovativo a lungo termine servizi di assistenza. Accessibili i servizi sanitari e di cura, centri di attività, e gli adeguamenti di soggiorno può aiutare i membri più anziani delle nostre società di restare indipendenti, e ridurre i costi a lungo termine per la cura. Gli sforzi volti ad aumentare la produttività, l´efficienza e l´efficacia delle cure sarà cruciale. Trovare modi per rafforzare la base finanziaria a lungo termine, servizi di assistenza è un altro must. Questi sforzi devono essere completati da salute combinata promozione e politiche attive di prevenzione invecchiamento aumentando la capacità di vita indipendente delle persone anziane, anche quando diventano fragili o sviluppare disabilità. Eppure, anche se sono riuscito in questa impresa, non vi è dubbio che nel corso dei prossimi decenni, ci sarà un costante aumento la necessità di operatori professionali e assistenti familiari. Il ruolo principale dell´Ue è di sostenere gli sforzi degli Stati membri per affrontare queste sfide. La Commissione opera in particolare, insieme con i rappresentanti di tutti gli Stati membri in seno al comitato per la protezione sociale. Questo Comitato ha recentemente adottato un quadro europeo di qualità per i servizi sociali di interesse generale, anche a lungo termine, servizi di assistenza. Il gruppo di lavoro sull´invecchiamento del Comitato per la protezione sociale sta attualmente esaminando una proposta per un nuovo programma di lavoro sugli approcci innovativi per cure di lunga durata, che può essere eseguito fino agli inizi del 2014. Questo gruppo di lavoro potrebbe trovare il modo di colmare il divario tra domanda e offerta di assistenza a lungo termine, quali: Aumentare la produttività delle cure attraverso una migliore organizzazione, re-engineering, innovazione e controllo di qualità Ridurre l´incidenza di fragilità e disabilità: l´invecchiamento attivo e sano che coinvolge strategie di prevenzione e di riabilitazione Abilitare le persone anziane di continuare a condurre una vita indipendente con limitazioni funzionali Infine, nel quadro della strategia Europa 2020 gli Stati membri sono invitati strategia di raccomandazioni per migliorare l´adeguatezza e la copertura dei loro servizi sociali e di assistenza, garantire l´accesso a servizi sociali di qualità e di assistenza sociale di destinazione migliore. Anche questo aspetto sarà trattato nel cosiddetto pacchetto di investimento sociale, la Commissione intende presentare all´inizio del 2013. Il pacchetto sottolineano la necessità per gli Stati membri di sostenere gli investimenti sociali in capitale umano e le infrastrutture sociali. Questo è un messaggio difficile in tempi di austerità e di vincoli di bilancio, ma è evidente la necessità di adattare i modelli sociali europei ad una nuova realtà demografica e sociale. Questo adattamento si dovrebbe tradurre in una maggiore spesa sociale efficace, al fine di evitare costi molto più elevati nel lungo periodo. Inoltre, nel mese di aprile 2012, come parte del pacchetto per l´occupazione, la Commissione ha pubblicato un documento di lavoro su "sfruttare il potenziale dei servizi alla persona e per la casa", volto ad individuare possibili risposte ai problemi di una migliore conciliazione tra vita professionale, la creazione di posti di lavoro per relativamente poco qualificati e il miglioramento della qualità delle cure. Una consultazione pubblica sulla base di questo documento ha ricevuto un numero significativo di risposte da tutta l´Unione europea. I principali risultati di questa consultazione sono stati: La mancanza di una chiara definizione dei servizi alla persona e per la casa e quindi di statistiche precise; Il forte impatto demografico sul settore, e La necessità di un intervento pubblico per contribuire a trasformare l´elevata percentuale di lavoro sommerso nel settore nel mondo del lavoro formale con condizioni di lavoro dignitose. La Commissione organizzerà una conferenza nel mese di gennaio 2013 con tutte le parti interessate per discutere ulteriormente questi risultati e definire i prossimi passi da intraprendere per realizzare il potenziale di creazione di posti di lavoro dei servizi sanitari. Infatti, già negli ultimi dieci anni il numero di posti di lavoro nel settore sanitario è aumentata complessivamente di circa 4 milioni. Dall´inizio della crisi nel 2008, mentre l´Unione europea ha perso più di due milioni e mezzo di posti di lavoro, il settore sanitario e sociale generato oltre 2,8 milioni di posti di lavoro, un milione dei quali nei settori residenziali e non residenziali. Il potenziale occupazionale enorme di servizi di assistenza non si limita al qui e ora. Abbiamo bisogno di una lungimirante prospettiva l´invecchiamento demografico della popolazione europea nei prossimi decenni. Il 2012 sull´invecchiamento ha rilevato che la spesa dell´assistenza sanitaria e di lunga durata sul Prodotto Interno Lordo è previsto un aumento di circa il 30% entro il 2060. Già ora vediamo che molti Stati membri stanno vivendo la carenza di manodopera. Questo è il risultato di un crescente invecchiamento e il pensionamento di professionisti di corrente attraverso una vasta gamma di professioni - medici, infermieri, paramedici, medici e assistenti. Esigenze di sostituzione è stimato a generare circa 7 milioni di posti vacanti da riempire entro il 2020. Tuttavia, nella situazione attuale, non ci sono abbastanza giovani in formazione specialistica per sostituirli, soprattutto nelle zone rurali. La Commissione è impegnata a promuovere la mobilità transfrontaliera dei professionisti e degli studenti nell´Unione europea. Ha anche proposto di modernizzare la direttiva del 2005 relativa al riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali. Inoltre, la Commissione sosterrà gli sforzi degli Stati membri a fornire un adeguato apporto di formazione e di continui programmi di sviluppo professionale per professioni di cura specifici. Il Fondo sociale europeo ha un ruolo importante da svolgere in questo senso. Può essere utilizzato per aiutare le famiglie a prendersi cura dei bambini e degli anziani con l´obiettivo di promuovere l´occupazione e migliorare la conciliazione tra lavoro e vita privata. E ´in grado di supportare gli investimenti in un invecchiamento attivo e in buona salute. Nel porsi l´obiettivo l´inclusione sociale, il Fondo sociale europeo può aiutare a migliorare l´accesso ai servizi a prezzi accessibili, sostenibili e di alta qualità, tra cui l´assistenza sanitaria e dei servizi sociali di interesse generale. Infine, il Fse può cofinanziare la formazione dei professionisti del settore. Un esempio di un pertinenti progetti del Fondo sociale europeo è lo schema "La formazione a tempo ad Amburgo" che sostiene i giovani genitori così come chi si prende cura di bilanciare i loro impegni in casa con una formazione che darà loro l´opportunità di migliorare la loro occupabilità e realizzare le loro potenzialità . Un altro progetto finanziato dal Fondo sociale europeo è "l´apprendimento sul posto di lavoro a fuoco" in Svezia, che è una formazione in servizio per il personale sanitario per sviluppare competenze e migliorare la garanzia della qualità. Signore e signori, Abbiamo bisogno di migliorare la qualità dei posti di lavoro di cura e le condizioni di lavoro nel settore delle cure, al fine di renderlo attraente di nuovi operatori del mercato del lavoro. Affrontare questioni come socievoli orario di lavoro, i livelli salariali e differenziali retributivi di genere, così come attività professionale e vita equilibrio è essenziale in particolare per le donne, che rappresentano la maggior parte del personale sanitario. Senza azioni decisive da parte degli Stati membri, con il sostegno della Commissione, non solo rischiare un sotto-fornitura di servizi di assistenza per una popolazione che invecchia, ma anche la sottoutilizzazione di una preziosa fonte di occupazione per gli anni a venire. Vi auguro un simposio di grande successo e aspettiamo conoscere l´esito delle vostre discussioni di oggi.”  
   
   
L´UNIONE EUROPEA RIBADISCE IL SUO SOSTEGNO PER LO SVILUPPO ECONOMICO DELLA COMUNITÀ TURCO-CIPRIOTA  
 
Bruxelles, 26 novembre 2012 - La Commissione europea ha approvato il 22 novembre nuove misure per aiutare finanziamento st per la comunità turco-cipriota. Il programma in questione, con € 27,2 milioni, si concentrerà sulla promozione dell´integrazione economica dell´isola, con l´obiettivo generale di contribuire a preparare la sua riunificazione. I fondi sosterranno una varietà di settori, tra cui l´eradicazione delle malattie degli animali, la protezione dell´ambiente, la sicurezza stradale, il patrimonio culturale e la società civile. Gli studenti, gli insegnanti e le Ong saranno tra i principali beneficiari del programma. Štefan Füle Commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato, ha dichiarato in proposito: "Questo nuovo finanziamento dimostra che l´Unione europea è fermamente impegnata per l´integrazione economica della comunità turco-cipriota turca di promuovere il dialogo e reciproco arricchimento tra le due comunità, continuiamo a sostenere la riunificazione futuro dell´isola. " Ad oggi, l´Ue ha investito oltre € 320.000.000 nel quadro del programma di aiuti per la comunità turco-cipriota. All´inizio dell´anno, uno stanziamento specifico di € 800.000 era già stato approvato per finanziare il programma di borse di studio dell´Unione europea per l´anno accademico 2012/2013. Contesto Dal lancio del suo programma di aiuti nel 2006, l´Unione europea ha stanziato più di 320.000.000 € per sostenere la comunità turco-cipriota. Quest´ultimo si ritirò benefici tangibili ed è più vicino all´Ue. Ecco alcuni esempi di progetti di successo. Promuovere la riconciliazione, la fiducia e la cooperazione tra le due comunità, l´Ue fornisce un sostegno essenziale per il processo di pace in corso: l´Unione europea ha finanziato l´apertura degli ultimi due incroci della linea verde , vale a dire quelle di Limnitis / Yeþilýrmak (ottobre 2010) e dalla via Ledra / Lokmaci (febbraio 2009); fornitura di € 11,5 milioni, l´Ue ha contribuito a consentire l´autorizzazione della zona cuscinetto con l´eccezione di quattro campi minati; L´ue è anche il più grande donatore per il Comitato per le persone scomparse , che ha contribuito attività € 7.500.000; Ue sostiene la costruzione, Mia Milia / Haspolat, una nuova stazione bicomunitaria delle acque reflue destinato a servire l´intera città di Nicosia, che dovrebbe essere completata nella seconda metà del 2012. Il programma di aiuti svolge anche un ruolo importante nella modernizzazione delle infrastrutture, sostenere lo sviluppo economico e sociale e il miglioramento degli standard in molte aree in conformità con l´acquis comunitario per facilitare l´attuazione senza senza problemi per una soluzione globale una volta che è stato adottato da ciprioti: nel settore dell´energia, pilota di energia solare è ora operativo. E ´il primo impianto di queste dimensioni in tutta l´isola; nel settore delle infrastrutture inoltre, la sostituzione dei tubi di amianto in diverse città fu completata nel 2011, che ha notevolmente migliorato alimentazione dell´acqua; la depurazione delle acque reflue Morphou è stato commissionato. Per la prima volta, le acque reflue della città sono raccolti e trattati dalla Ue; per quanto riguarda il patrimonio culturale , l´Ue ha contribuito a far rivivere la Bedestan nella parte settentrionale della città fortificata di Nicosia. Questo monumento è diventato un vivace centro culturale e il progetto ha ricevuto il premio Europa Nostra; l´ ex discarica vicino al villaggio di Dhikomo / Dikmen , punto nero per l´ambiente, è stato ripulito e restaurato ; la riqualificazione di diversi villaggi nella parte settentrionale di Cipro sono finiti nel 2010; restauro del vecchio mercato tradizionale (Bandabuliya) nella città fortificata di Nicosia, vicino al centro culturale di Bedestan è stato completato; il programma di borse di studio ha aiutato più di 500 studenti e insegnanti turco-cipriota trascorrere fino a un anno di università di altri Stati membri al fine di frequentare l´università superiore o inferiore. Per ulteriori informazioni Programma di aiuti per la comunità turco-cipriota: http://ec.Europa.eu/enlargement/tenders/aid-programme-tcc/index_fr.htm  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DIRITTI UMANI: LA SICUREZZA DEI MIGRANTI IN LIBIA, LE ESECUZIONI IN IRAN, LA VIOLENZA IN BIRMANIA  
 
 Strasburgo, 26 novembre 2012 - Il Parlamento europeo ha espresso gravi preoccupazioni circa la situazione dei diritti umani dei rifugiati e dei migranti in Libia, esecuzioni di massa in Iran, e la recrudescenza della violenza etnica in Birmania, nelle risoluzioni approvate a Strasburgo il Giovedi. Migranti in Libia - Il Parlamento è gravemente preoccupato che la Libia è trattenimento delle persone straniere, tra cui donne e bambini, in condizioni estreme. Essa esorta le autorità libiche democraticamente eletti per proteggere tutti i cittadini stranieri, indipendentemente dal loro status, dalla violenza, dallo sfruttamento, minacce, intimidazioni e abusi. Libia dovrebbe adottare una legislazione adeguata e le istruzioni a tal fine e di rispettare i suoi obblighi internazionali, afferma la risoluzione. I deputati hanno inoltre invitare l´Ue ei suoi Stati membri ad agire di conseguenza per la negoziazione futura cooperazione o accordi per il controllo della migrazione con le nuove autorità libiche. Iran: esecuzioni di massa e la morte recente di Sattar Behesthi - Il Parlamento esprime preoccupazione per il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani in Iran, citando il numero crescente di prigionieri politici e di coscienza, l´elevato numero di esecuzioni, anche di minori, la diffusione della tortura, processi iniqui e pesanti restrizioni alla libertà di informazione, di espressione , il montaggio, la religione, l´educazione e il movimento. I deputati sono anche profondamente preoccupato per la morte in carcere di blogger Sattar Behesthi. E ha esortato le autorità iraniane a condurre un´indagine approfondita sul caso. Il Parlamento sollecita inoltre l´Iran a liberare tutti i prigionieri politici e prigionieri di coscienza, tra cui 2012 vincitore del Premio Sacharov Nasrin Sotoudeh e le preoccupazioni che lei cita si svolge in condizioni pregiudizievoli per la sua salute. Esso invita le autorità iraniane a consentire sia Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi a ritirare il premio Sakharov nel dicembre 2012 a Strasburgo. Birmania: la violenza continua in Rakhine Stato - Nonostante le misure adottate dal governo birmano per ripristinare le libertà civili, le atrocità recenti Stato Rakhine sottolineare le enormi difficoltà ancora da superare, dice la risoluzione. I deputati sono allarmati per la recrudescenza della violenza etnica in Rakhine, che ha causato molti morti, feriti e spostamenti di massa delle popolazioni locali. Questi possono compromettere la transizione del paese verso la democrazia e potrebbe avere più ampie ripercussioni in tutta la regione, aggiunge il testo. I deputati esortare le autorità a intensificare le politiche e civili sforzi di riforma dei diritti e chiediamo loro di porre fine alle discriminazioni contro la minoranza Rohingya.  
   
   
CONCORRENZA: LA RETE EUROPEA DELLA CONCORRENZA AFFINA IL SUO MODELLO DI PROGRAMMA DI TRATTAMENTO FAVOREVOLE  
 
Bruxelles, 26 novembre 2012 - La Rete europea della concorrenza (Ecn), composto dalla Commissione europea e le autorità garanti della concorrenza di tutti gli Stati membri dell´Unione europea, ha rafforzato il programma di trattamento favorevole del modello ("Mlp"), intorno al quale le autorità garanti della concorrenza Ecn allineare le loro procedure di trattamento favorevole proprie. La Mlp è stata adottata nel 2006 per rendere più facile per le imprese di chiedere clemenza in cui non è chiaro quale autorità per la concorrenza avrà il caso avanti ( Memo/06/356 ). Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web del concorso della Commissione ( http://ec.Europa.eu/competition/ecn/documents.html ). L´ecn è ora, in particolare, chiarire e semplificare le informazioni che devono essere fornite dalle società che hanno presentato domanda a diverse autorità diverse. I tre principali modifiche sono le seguenti: Tutti i richiedenti di trattamento favorevole che si applicano alla Commissione, nei casi concernenti più di tre Stati membri saranno in grado di presentare una domanda di sintesi alle autorità nazionali garanti della concorrenza. In precedenza, solo il primo richiedente, cioè il richiedente l´immunità, aveva il diritto di utilizzare le applicazioni di riepilogo sotto la Mlp - anche se alcune autorità nazionali avevano già esteso il diritto di tutti i candidati. Inoltre, l´Ecn ha concordato un modello standard per le applicazioni di sintesi, che le aziende saranno in grado di utilizzare in tutti gli Stati membri. Infine, l´Ecn ha pubblicato un elenco delle autorità nazionali che accettano domande di sintesi in inglese. La Mlp non ha di per sé l´effetto di modificare i singoli programmi di clemenza. Nell´approvare le Mlp rivisto, i capi delle autorità di concorrenza europee hanno deciso di utilizzare i loro migliori sforzi per allineare i loro programmi di clemenza attuali e futuri e le pratiche sul Mlp raffinato.Cambiamenti Mlp diventerà operativo quando sono stati introdotti nei rispettivi programmi o applicato nella pratica. Altre modifiche includono chiarimenti sulle condizioni che il richiedente deve soddisfare per poter beneficiare del trattamento favorevole - in particolare il dovere di cooperare - e la portata dei programmi di trattamento favorevole ai sensi della Mlp, che copre i cartelli segreti, che copre anche i cartelli che includono elementi verticali. Il testo riveduto chiarisce inoltre che le autorità garanti della concorrenza Ecn dovrebbe offrire lo stesso livello di protezione contro la divulgazione di scritti e orali per le dichiarazioni di clemenza.  
   
   
AZIONE PER IL CLIMA: LA CONFERENZA DI DOHA DEVE GETTARE LE BASI PER L’ACCORDO GLOBALE SUL CLIMA DEL 2015  
 
Brussels, 26 November 2012 - La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene questa settimana a Doha si pone l’obiettivo ambizioso di dare attuazione all’accordo dell’anno scorso per migliorare le azioni globali per il clima. L’unione europea mira a un risultato che tenga conto di tutti gli elementi del pacchetto di decisioni concordate a Durban, nella prospettiva di un nuovo accordo globale sul clima entro il 2015. L’unione europea ha chiesto alla presidenza del Qatar di avviare un dibattito ministeriale volto a concordare misure concrete per ridurre le emissioni globali prima del 2020. L’ue ribadisce fermamente quanto concordato a Durban e il suo impegno a partecipare a una seconda fase del protocollo di Kyoto. L’ue è ufficialmente il primo fornitore mondiale di assistenza ai paesi emergenti in termini di aiuti allo sviluppo e di finanziamenti legati ai cambiamenti climatici. A Doha l’Ue confermerà, dati alla mano, di essere in linea con la tabella di marcia per l’erogazione dei 7,2 miliardi di Eur di finanziamenti rapidi per il clima concordati per il periodo 2010-2012. L’unione discuterà con i partner in via di sviluppo sul futuro dei principali flussi di finanziamento per il clima dell’Ue nel 2013-2014. Inoltre, l’Ue ribadirà il proprio impegno a fornire la sua parte del finanziamento per il clima di 100 miliardi di Usd annui che i paesi sviluppati destineranno entro il 2020 al sostegno ai paesi in via di sviluppo per la mitigazione delle emissioni e per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l’Azione per il clima, ha dichiarato: “Doha deve ripartire dai progressi raggiunti a Durban e far progredire i lavori preparatori per giungere a un accordo globale sul clima giuridicamente vincolante entro il 2015. Sarà altrettanto importante accordarsi sulle future misure di riduzione delle emissioni intese a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 °C. L’ue sta tenendo fede all’impegno di partecipare a una seconda fase del protocollo di Kyoto e di continuare a sostenere con importanti mezzi finanziari le iniziative dei diversi paesi contro i cambiamenti climatici. La conferenza di Doha prenderà spunto dal recente rapporto della Banca mondiale e dal rapporto dell’Unep sul divario delle emissioni, da cui emerge chiaramente che il mondo sta perdendo tempo prezioso”. Sofoclis Aletraris, Ministro dell’agricoltura, delle risorse naturali e dell’ambiente di Cipro, che è attualmente alla guida della presidenza del Consiglio dell’Ue, ha inoltre precisato: “L’ue riconosce pienamente l’importanza di aiutare i paesi in via di sviluppo vulnerabili a rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici consentendo loro di adattarvisi. Siamo pronti a discutere con i paesi partner in via di sviluppo delle idee concrete per contrastare le perdite legate ai cambiamenti climatici e i contraccolpi subiti in termini economici e di condizioni di vita. Confidiamo inoltre che il gruppo di lavoro sull’azione cooperativa a lungo termine raggiunga risultati tangibili e che siano reperite sedi adeguate per proseguire il dibattito sulle questioni ancora in sospeso”. La conferenza di Doha si terrà dal 26 novembre al 7 dicembre. Protocollo di Kyoto- In vista del nuovo accordo globale sul clima l’Ue si è impegnata a partecipare a una seconda fase del protocollo di Kyoto. Per far sì che questa fase possa essere avviata nel 2013, nel quadro della conferenza di Doha si dovrà adottare una modifica ratificabile al protocollo. Ciò è subordinato al raggiungimento di un accordo in merito a diversi aspetti irrisolti, tra cui la durata della seconda fase (l’Ue intende estenderla fino al 2020), la possibilità di riportare le emissioni in eccesso dalla prima e gli accordi che garantiscano l’applicazione immediata della modifica del 1° gennaio 2013. Finanziamenti per il clima destinati ai paesi in via di sviluppo - Dai primi dati a disposizione emerge che nonostante la crisi economica l’Ue e i suoi Stati membri hanno già erogato 7,14 miliardi di Eur nel quadro del loro impegno di finanziamento rapido. Il pagamento residuo è previsto entro fine anno. Il 13 novembre i ministri delle finanze dell’Ue hanno ribadito l’intenzione dell’Ue e dei suoi Stati membri di continuare a fornire finanziamenti in favore del clima anche dopo il 2012. L’ue rinnova l’impegno su tutta la linea in favore dell’obiettivo di aumentare i finanziamenti per il clima a 100 miliardi di Usd all’anno entro il 2020 nel quadro di azioni significative di mitigazione e di un’attuazione trasparente da parte dei paesi in via di sviluppo. La piattaforma di Durban per un’azione rafforzata - La conferenza di Doha offrirà ai ministri l’occasione di discutere e pianificare per la prima volta le attività da realizzare nel quadro dei due filoni di lavoro della piattaforma di Durban. Uno dei filoni prevede l’avvio dei lavori per un nuovo accordo sul clima applicabile a tutti i paesi, che dovrebbe essere adottato entro il 2015 ed entrare in vigore nel 2020. L’ue è in favore di un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante. L’altro filone del mandato della piattaforma è volto a individuare ulteriori misure per ridurre le emissioni globali prima del 2020 al fine di tenere debitamente conto dell’obiettivo di limitare il riscaldamento globale sotto i 2 °C al di sopra della temperatura dell’era preindustriale. L’ue si sta adoperando affinché i paesi che non si sono ancora impegnati a ridurre o limitare le emissioni entro il 2020 lo facciano ora. L’unione auspica inoltre che a Doha si compiano progressi in tema di ulteriori iniziative e partenariati per la cooperazione internazionale volte a ridurre ulteriormente le emissioni intervenendo su materie come l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, le sovvenzioni per i combustibili fossili, la deforestazione e il degrado delle foreste, gli inquinanti atmosferici di breve durata e i gas fluorurati, rispetto alle quali la Commissione europea ha recentemente proposto un inasprimento della legislazione dell’Ue (cfr. Ip/12/1180). Gruppo di lavoro sull’azione cooperativa a lungo termine - L’ue confida nel fatto che questo gruppo di lavoro segni ulteriori progressi, tra l’altro in merito alle modalità di funzionamento del meccanismo di mercato concordato un anno fa, prima della conclusione della conferenza di Doha, mentre le discussioni sui nodi ancora irrisolti potranno continuare in altre sedi. Conferenze stampa dell’Ue a Doha - La delegazione dell’Unione europea terrà conferenze stampa regolari accessibili sia in diretta che in differita sul sito www.Unfccc.intt. Gli orari esatti delle conferenze stampa saranno riportati su: http://unfccc.Int/files/meetings/doha_nov_2012/application/pdf/pc_schedule_parties-un-igo.pdf  Per ulteriori informazioni - Pagina web della Dg Clima dedicata alla conferenza di Doha: http://ec.Europa.eu/clima/events/0062/index_en.htm  
   
   
EUREGIO: DOMANI NASCE A VENEZIA IL GECT "SENZA CONFINI"  
 
Trieste, 26 novembre 2012 - L´euroregione è finalmente una realtà. Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia sottoscriveranno domani 27 novembre a Venezia, nella sede della Giunta regionale del Veneto a Palazzo Balbi, lo Statuto e la Convenzione del nuovo Gect (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale) costituito secondo le norme comunitarie. Sono già stati individuati il nome ("Euregio Senza Confini") e la sede: Trieste. L´obiettivo è rafforzare e rilanciare la cooperazione transfrontaliera, anche attraverso la gestione in comune dei fondi dell´Unione europea, allargando successivamente il Gect alla Slovenia e alle Contee istriane della Croazia. La cerimonia è prevista alle 11.30 in Sala Pedenin. I presidenti del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, del Veneto, Luca Zaia, e della Carinzia, Gerhard Doerfer, dopo la lettura dei documenti da parte dell´ufficiale rogante, firmeranno lo Statuto e la Convenzione del Gect, in pratica l´atto costitutivo di "Euregio Senza Confini". Sarà presente, in veste di osservatore, anche il presidente della Contea Istriana, Ivan Jakovcic. Seguirà alle ore 12 una conferenza stampa, nel corso della quale i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia illustreranno il significato politico dell´iniziativa. La nascita di "Senza Confini" ha un lungo percorso alla spalle, iniziato nell´ottobre del 2005 con la firma di una Dichiarazione d´intenti a Villa Manin di Passariano (Ud), a coronamento di una riflessione politica comune iniziata alcuni anni prima sulla necessità di rinnovare profondamente gli strumenti della cooperazione transfrontaliera. L´anno successivo, nel luglio 2006, l´Ue ha emanato il nuovo regolamento sui Gect, che è stato recepito dall´Italia tre anni dopo. Il Governo italiano ha dato il "via libera" ai testi dello Statuto e della Convenzione di "Euregio Senza Confini" il 13 luglio scorso.  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: INTEGRAZIONE EUROPEA E ATTIVITÀ DI INTERESSE REGIONALE SCADE IL 30 NOVEMBRE IL TERMINE DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE  
 
Trento, 26 novembre 2012 - Entro il 30 novembre è possibile presentare domanda di finanziamento per la realizzazione di iniziative per la promozione dell’integrazione europea e per la concessione di patrocinio per lo svolgimento di particolari attività di interesse regionale da realizzare nel 2013, ai sensi del Testo Unificato delle leggi in materia. Le finalità dell’integrazione europea e della collaborazione interregionale e transfrontaliera si pongono l’obiettivo di rafforzare una chiara identità all’interno di un contesto europeo connotato dalla molteplicità. Per quanto riguarda invece le iniziative di particolare interesse per la Regione, vanno qui annoverate tutte quelle manifestazioni, attività ed eventi che intendono valorizzare la Regione ed i suoi molteplici interessi, promuovendo l’incontro e la collaborazione fra le popolazioni che risiedono sul suo territorio per la loro crescita sociale, civile e culturale. Ai conseguenti finanziamenti possono accedere Comuni, altri enti pubblici, enti e associazioni senza scopo di lucro, aventi sede nel territorio della regione. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio per l’integrazione europea e gli aiuti umanitari, sede di Trento (tel. 0461-201451) o sede di Bolzano (tel. 0471-322122), o consultare il sito ufficiale della Regione www.Regione.taa.it  alla voce integrazione europea e aiuti umanitari.  
   
   
UE: CAPPELLACCI ELETTO ALLA GUIDA DEL GECT ARCHIMED, "QUESTIONE INSULARITÀ AL CENTRO DELLA NOSTRA AZIONE POLITICA"  
 
Roma, 26 Novembre 2012 - Il presidente della regione Sardegna, Ugo Cappellacci, è stato eletto il 23 novembre all´unanimità alla guida del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect) Archimed, lo strumento giuridico europeo di cooperazione che rappresenta le isole del Mediterraneo. L’organismo, che ha personalità giuridica ed è il primo costituito in Italia, è un mezzo di cooperazione che si pone l’obiettivo primario di promuovere iniziative riguardo alla programmazione dei fondi comunitari, alle strategie transfrontaliere e rappresenta un esempio che anticipa le politiche macro-regionali. "E´ un riconoscimento alla Sardegna - ha dichiarato il presidente -, che conduce su tutti i fronti, nazionali ed europei, battaglie importanti per il pieno riconoscimento dell’insularità e che si fa promotrice di azioni concrete innovative in materia di energia e green economy". Proprio l´energia, insieme alle questioni legate agli aiuti di Stato saranno le priorità che saranno assegnate alla Sardegna. "E’ un impegno complementare - ha aggiunto Cappellacci, recentemente confermato al vertice della Commissione Enve (Energia, Ambiente e Cambiamenti Climatici) del Comitato delle Regioni Ue e a quello della Commissione Isole della Crpm (Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime) - a quello che la Sardegna porta avanti in altri consessi, con la consapevolezza che l’apporto delle regioni insulari allo sviluppo non solo economico, ma anche culturale e sociale dell’Unione Europea, rappresenti un contributo per realizzare quel progetto di Europa dei Popoli voluto dai nostri padri. Per questo la questione-insularità, al centro delle nostre rivendicazioni, deve diventare una delle priorità dell’agenda politica europea".  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE: AL VIA MISSIONE ISTITUZIONALE DEL MINISTRO CORRADO PASSERA IN CINA  
 
Roma 26 Novembre 2012 - Il ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera da oggi, lunedì 26, a mercoledì 28 novembre, effettuerà una missione istituzionale nella Repubblica Popolare Cinese, facendo tappa a Pechino e a Shanghai. La visita si svolge in un momento di importante trasformazione economica e politica della società cinese - come dimostrano le recenti conclusioni del Congresso del Partito Comunista, che ha rinnovato i propri vertici, ponendo l´attenzione sulla necessità di accelerare ulteriormente la modernizzazione e la crescita del Paese - e servirà a rinsaldare ulteriormente le relazioni economico-commerciali tra Italia e Cina. La Cina è il terzo partner commerciale italiano, dopo Germania e Francia. Le nostre esportazioni negli ultimi anni sono notevolmente aumentate, al punto che l’interscambio tra i due Paesi è arrivato nel 2011 a oltre 50 miliardi di dollari, e il "Piano di Azione Triennale Italia - Cina" fissa l’obiettivo di portarlo a 80 miliardi di dollari entro il 2015. Dal punto di vista delle relazioni commerciali, l´industria manifatturiera e il Made in Italy sono i due settori nazionali maggiormente sviluppati, anche se si registra un crescente interesse cinese verso i comparti ad elevato valore aggiunto, come la tecnologia ambientale, le energie rinnovabili, il settore medicale, telecomunicazioni e aerospaziale. A Pechino il ministro Corrado Passera terrà una serie di incontri istituzionali con i suoi omologhi cinesi, in particolar modo con il ministro del Commercio, Chen Deming, e il ministro dell’Amministrazione nazionale cinese per l’Industria e il Commercio, Zhou Bohua. Tra i principali temi all´ordine del giorno: la facilitazione dell´accesso al mercato cinese per i prodotti italiani e lo snellimento delle procedure amministrative e doganali; la maggiore tutela della proprietà intellettuale e la lotta alla contraffazione; le opportunità di investimento cinese in macro aree logistiche italiane quali porti, interporti, aree industriali. Sul fronte finanziario sono previsti incontri con i massimi livelli del Fondo Sovrano “China Investment Corporation”, della China Development Bank, della Bank of China e della Exim Bank, al fine di favorire l´aumento degli investimenti cinesi verso il sistema economico italiano. Durante la missione, Passera terrà inoltre un discorso presso la scuola del Partito Comunista Cinese (Pcc) dal titolo “Italia e Cina: crescita sostenibile e partenariati avanzati”. Tribuna dalla quale sono già intervenuti nel 2010 il presidente Napolitano e,la scorsa primavera, il premier Monti. La visita sarà anche l´occasione per promuovere il Made in Italy, che in Cina si sta sempre più affermando come simbolo di innovazione e di qualità della vita. Il Ministro prenderà parte a un importante evento sulla promozione dei vini italiani. La Cina oggi è il maggior importatore di vino, e i consumi interni registrano trend positivi e in continua crescita. Nella tappa di Shanghai la delegazione italiana visiterà lo Shanghai Italian Center, padiglione costruito per l’Expo, sintesi delle competenze e abilità del nostro sistema Paese. In quella sede sarà firmato un accordo triennale tra l´agenzia Ice e lo Shanghai Expo Trade Co. Ltd. Che consentirà di consolidare, in un´ottica di sistema, lo Shanghai Italian Center come piattaforma di sviluppo dell´interscambio commerciale tra l’Italia e la Cina. Presso la stessa sede Passera incontrerà inoltre diverse rappresentanti della comunità d’affari italiana, che conta oggi oltre 2.000 aziende. Altro momento qualificante della tappa di Shangai sarà l´incontro del ministro con una folta rappresentanza delle più importanti realtà cinesi che già investono in Italia (tra cui Huawei, Cosco, Shanghai Electric, Chery International) o che hanno dimostrato interesse per futuri investimenti.  
   
   
PUGLIA-ARGENTINA: LE CONCLUSIONI DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE FOSEL  
 
Bari, 26 novembre 2012 - Un partenariato formato da 8 regioni italiane e 4 province argentine, un budget di oltre 2 milioni di euro, diversi settori di intervento attraverso i quali si sono costruite azioni pilota, assistenza tecnica, visite e scambi: questi i numeri del Programma di Cooperazione Decentrata Fosel (Formazione per lo Sviluppo Economico Locale), cofinanziato dalla Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Dalle macchine agricole al mobile e legno, dal tessile al turismo, dall’ automotive all’agroalimentare, sono migliorate da un lato, in Argentina, le condizioni di lavoro e di competitività dei sistemi produttivi, e dall’altro, in Italia, le esperienze di governo in tema di sviluppo e reti territoriali istituzionali. “Non solo – ha precisato Maria Grazia Rando del Mae, in occasione della giornata conclusiva del Programma a Bari – Le strategie sull’asse Italia–argentina, attivate attraverso Fosel, hanno generato un’idea nuova di cooperazione: non più semplicemente intesa come forma di aiuto ma soprattutto in termini di co-sviluppo, conoscenza reciproca, metodo di lavoro coordinato ed integrato che guarda al futuro, a nuove prospettive”. Ed infatti per Carlos Cherniak, Ministro dell’Ambasciata d’Argentina presso la Repubblica Italiana, “è impossibile pensare, oggi, alla chiusura definitiva di un Programma che nella realtà ha visto tante imprese argentine compiere i primi passi nel processo di esternalizzazione”. “Fosel è ormai parte dell’agenda positiva della cooperazione Italia–argentina – ha continuato il Ministro – Bisogna ripartire da qui, dalle relazioni costruite tenacemente tra i tanti partner, per tracciare legami ancora più saldi e duraturi a livello culturale, economico ed istituzionale”. “L´unica cooperazione efficace è quella che avviene attraverso i territori – ha concluso Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia – Ripartiamo, dunque, dal rafforzamento delle relazioni, dall’attenzione verso ciò che accade in America Latina, dal rapporto culturale e dalle ragioni linguistiche, dalla storia dei nostri emigrati e dei loro discendenti”. Invito colto subito da tutti i rappresentanti delle regioni italiane coinvolte nel Programma Fosel, intervenuti all’incontro per illustrare nel dettaglio i metodi ed i risultati del lavoro svolto in Argentina con il coordinamento di Marina Muserra, Project Manager del Programma. Dall’altra parte, l’entusiasmo e l’impulso a proseguire sulla strada della cooperazione decentrata nelle parole di Leonardo Gabriel Miranda, Direttore dello Sviluppo Rurale e Agricoltura della Provincia di Mendoza, Carlos Alcide Fascendini, Ministro della Produzione della Provincia di Santa Fè e di Elisa Bottoni del Centro Internazionale di Assistenza al Credito Cooperativo.  
   
   
VISITA DELL’AMBASCIATORE DI DANIMARCA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE TOSCANA  
 
 Firenze, 26 novembre 2012 – E’ a Firenze per assistere alla proiezione del cortometraggio “Niccolò Stenone, dalla scienza alla fede, un danese alla corte dei Medici”, ma non ha mancato di far visita a Palazzo Strozzi Sacrati. L’ambasciatore di Danimarca Birger Riis-jorgensen, che era accompagnato dalla moglie e dal console generale a Firenze, avvocato Alessandro Berti, è stato accolto il 23 novembre dall’assessore regionale alla cultura e al turismo Cristina Scaletti, che ha sottolineato i legami tra la Toscana e la Danimarca. A partire proprio dalla figura di Niels Stensen-niccolò Stenone, intellettuale europeo a tutto tondo ante litteram, chiamato dal granduca Ferdinando Ii dei Medici nel 1666 a Firenze, dove ricoprì il ruolo di anatomista all’ospedale di Santa Maria Nuova. Morì vent’anni dopo in Germania, ma il granduca Cosimo Ii volle che la sua salma riposasse nelle Cappelle Medicee, da cui è stata poi traslata nella Chiesa di San Lorenzo. A Stensen è intitolato l’omonimo istituto dei padri gesuiti, uno dei centri di cultura più attivi in Toscana. Uomini come lui, nato a Copenaghen, vissuto per studio e lavoro ad Amsterdam, poi a Leida e a Parigi prima di venire a Firenze, hanno dato concretezza ad uno spazio culturale europeo, è stato il giudizio concorde da parte dell’ambasciatore e dell’assessore Scaletti. “Siamo lieti di ricordarlo – ha aggiunto proprio Scaletti – negli stessi giorni in cui la Regione presenta alla Ue insieme ad altri partner europei un progetto sul Rinascimento basato esattamente sull’idea di quello stesso spazio europeo”. Oggi sono un centinaio i cittadini danesi che vivono qui, per la maggior parte legati a motivi di studio. Ma molti di più passano durante la stagione turistica per visitare le bellezze artistiche e culturali della regione. Un motivo per prestare attenzione alla Toscana, ha sottolineato l’ambasciatore Riis-jorgensen, come anche a tutta l’Italia. “E per noi – ha aggiunto l’assessore – per lavorare già dall’anno prossimo a progetti di promozione dedicati in modo specifico ai Paesi scandinavi, così da incrementare i flussi turistici e consentire una conoscenza di tanti e nuovi aspetti della Toscana”. Ambasciatore e assessore si sono lasciati esprimendo la comune volontà di scambio di comunicazioni sui progetti di scambio in essere e su quelli a venire, per approfondire e migliorare gli scambi reciproci.  
   
   
FIRENZE: L’AMBASCIATORE DEL SUD AFRICA RICEVUTA IN PALAZZO STROZZI SACRATI  
 
Firenze, 26 novembre 2012 – Apprezzamento per l’impegno della Regione Toscana nelle azioni di cooperazione con il Sud Africa. E’ stato manifestato il 23 novembre in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze da Thenjiwe Ethel Mitintso, ambasciatore in Italia della Repubblica del Sud Africa, che si è incontrata con la vicepresidente Stella Targetti. La visita, di cortesia, è stata effettuata al termine del mandato diplomatico della signora Mtintso che a gennaio, per un ordinario avvicendamento, sarà sostituita dal nuovo ambasciatore. I due progetti realizzati nell’ultimo quinquennio con il Sudafrica – sottolinea Stella Targetti – hanno riguardato la lotta all’Aids in favore dei bambini e delle comunità più vulnerabili (una iniziativa svolta con la Nelson Mandela Children’s Foundation) e il sostegno allo sviluppo locale del Sudafrica. Dalla Toscana, in collaborazione con il Ministero degli Esteri, è appena partito un terzo progetto, biennale, per contribuire allo sviluppo delle popolazioni giovanili nelle provincia di Gauteng e del Capo Orientale. Il colloquio si è particolarmente incentrato proprio sulla comune emergenza legata alla disoccupazione giovanile, in Sudafrica e in Italia.  
   
   
INCONTRO A ROMA TRA CALABRIA E L’AMBASCIATORE DEL REGNO DEL MAROCCO IN ITALIA HASSAN ABOU AYOUB  
 
Catanzaro, 26 novembre 2012 - L’assessore regionale all’internazionalizzazione Luigi Fedele ha incontrato, a Roma, l’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Hassan Abou Ayoub. Un confronto cordiale per definire le future strategie in materia di cooperazione e le possibili collaborazioni in campo economico tra la Calabria e il paese nordafricano. L’incontro, al quale ha partecipato anche il presidente dell´Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito Ercole Pellicanò, ha rappresentato una circostanza preziosa, non solo per esaminare quelle iniziative tese a tradurre in concreto le possibili interazioni tra la nostra regione e il Marocco ma, soprattutto, per dare l’avvio ad un’azione sinergica con le varie associazioni e le istituzioni presenti sul territorio calabrese, predisponendo una serie di progetti ed attività. “È stata una felice occasione - ha commentato l´assessore Fedele - per riflettere insieme all´ambasciatore Hassan Abou Ayoub sulle caratteristiche dell´economia della nostra regione inserita nel contesto nazionale ed estero e sulle eventuali future opportunità d’investimento in Calabria da parte delle imprese marocchine e in Marocco da parte delle nostre aziende. Credo che questo sia il primo di una lunga serie d’incontri che diventano necessari per promuovere le eccellenze calabresi e il nostro territorio all’estero”. Nel corso della visita romana l’ambasciatore Abou Ayoub, oltre ad aver ricordato che i marocchini in Calabria costituiscono la comunità più consistente rispetto ad ogni altra regione italiana, ha affrontato quelle che potrebbero essere le potenzialità d’investimento nel paese nordafricano che per le imprese italiane possono essere molto interessanti sotto l’aspetto economico, turistico e culturale. “La mia proposta d’internazionalizzazione – ha spiegato l’ambasciatore – è quella di coinvolgere il più possibile il mondo delle imprese, organizzazioni, università e centri di ricerca calabresi per analizzare in modo approfondito, attraverso una serie di studi, le reali possibilità di sviluppo per entrambe le società. Un progetto solido che non sia mosso da iniziative prive di consistenza ma che sia basato sull’effettiva realtà dello stato delle due realtà”. Al termini, l’assessore Fedele e l’ambasciatore Abou Ayoub hanno concordato un successivo incontro che si terrà in Calabria il 25 gennaio prossimo. La giornata, che vedrà il contributo di rinomati esponenti del mondo istituzionale, scientifico ed economico, sarà mosso da una finalità precisa: individuare un percorso di crescita per le imprese calabresi nel bacino del Mediterraneo e verificare, insieme agli attori coinvolti, le occasioni di sviluppo economico e culturale per la Calabria.  
   
   
MINISTRO FRANCESE FILIPPETTI IN UMBRIA; MARINI: "L´UMBRIA E GUALDO TADINO ORGOGLIOSI DI LEI"  
 
Perugia, 26 novembre 2012 - "Con orgoglio e profondo affetto le rivolgo a nome di tutta la comunità regionale e dell´istituzione che rappresento più che il benvenuta, bentornata in Umbria, nella sua Gualdo Tadino". Ha concluso con queste parole la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il suo saluto al Ministro della cultura e delle comunicazioni della Repubblica di Francia, Aurelie Filippetti, il 23 novembre al termine della cerimonia di consegna della Medaglia d´Onore della Presidenza della Repubblica concessa ai reduci e sopravvissuti dei campi di sterminio nazisti, tra i quali il nonno Tommaso e due zii del Ministro Filippetti, cui è stata attribuita anche la cittadinanza onoraria di Gualdo Tadino. "Non le nascondo che c´è in tutti noi umbri - ha affermato la presidente Marini - un po´ d´orgoglio nel sapere che lei, figlia della nostra terra, sia oggi Ministro della Repubblica di Francia, terra dove suo nonno si recò per trovare lavoro e dare così un futuro più sereno alla sua famiglia. Ed a ciò si aggiunge anche il mio apprezzamento per il fatto che lei sia una donna, segno di una sempre maggiore sensibilità verso la concreta affermazione del principio di parità cui l´Europa tiene in particolar modo". Nel ricordare il grande contributo dato dalle migliaia e migliaia di emigrati umbri per la crescita e lo sviluppo dei tanti Paesi in cui emigrarono - molti dei quali in Francia, come la famiglia Filippetti - la presidente Marini ha ricordato al Ministro, come proprio "suo nonno Tommaso dedicò la sua vita al lavoro, ma anche alla ferma opposizione al tragico periodo fascista e nazista che ci portarono alla seconda guerra mondiale. Emigrato, partigiano e vittima dell´orribile realtà dei campi di concentramento dove trovò la morte, egli ha incarnato l´identità più vera dell´Umbria". "La storia dell´emigrazione umbra, che lei conosce a fondo - ha detto la presidente rivolgendosi al Ministro Filippetti - è una storia di grandi sacrifici, che ha interessato migliaia e migliaia di nostri corregionali, costretti dalla povertà di allora ad intraprendere i "viaggi della speranza". In tanti trovarono un lavoro lontano dalle loro terre di nascita, che non hanno però mai dimenticato, così come noi oggi serbiamo un grande ricordo di quegli umbri che in giro per il mondo sono poi divenuti i nostri "ambasciatori". "La sua personale storia, l´essere lei figlia di questa storia - ha aggiunto Marini - , ci fa dire quanto sia giusto costruire il presente e, soprattutto, il futuro con uno sguardo rivolto al passato. La storia degli italiani all´estero è una storia di sacrifici, di privazioni e perfino di sofferenze; ma è anche, oggi più che mai, una storia di affermazioni, di successi e di primati. La società umbra, i giovani in particolar modo, devono conoscere questo lato della storia della nostra regione che oggi da terra di emigrazione si è trasformata in terra di immigrazione. "Ecco perché la nostra Regione anni fa ha deciso la creazione del Museo dell´Emigrazione proprio nella sua originaria Gualdo Tadino, che vuole essere - ha concluso la presidente Marini - un Centro Studi sul fenomeno delle migrazioni in Umbria".  
   
   
LEGGE DI STABILITÀ: IL DOCUMENTO APPROVATO DALLA CONFERENZA DELLE REGIONI  
 
Perugia, 26 novembre 2012 – Pubblichiamo il documento finale approvato, giovedì 22 novembre, a Roma, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla quale ha partecipato la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Conferenza Delle Regioni E Delle Province Autonome Legge Di Stabilità 2013 - Le Regioni ritengono che il testo della Legge di stabilità cosi come approvato dalla Camera dei Deputati non consenta di assicurare l’erogazione dei servizi per i cittadini e prefiguri per tutte le Regioni nel 2013 un concreto rischio in merito alla tenuta dei conti, che comporterà per lo Stato Italiano un problema serissimo e nuovo, in assenza del Patto per la Salute. Occorrerà una modifica reale del testo per consentire la stabilità minima del sistema ed assicurare servizi essenziali. Le Regioni pertanto coinvolgeranno il Senato e si convocheranno giovedì 29 prossimo in seduta straordinaria per verificare le modifiche occorse al testo e decidere sulle iniziative conseguenti da intraprendere in riferimento alle responsabilità a cui i governi regionali non sono in grado di far fronte e a cui dovrà rispondere lo Stato centrale. Le Regioni concorrono, da sempre, al risanamento dei conti pubblici in misura sproporzionata rispetto al peso percentuale che le stesse hanno sulla spesa pubblica. Anche questo disegno di legge di stabilità sacrifica gli enti territoriali e conseguentemente l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini e alle imprese. Da questo punto di vista occorre sottolineare che il sistema delle autonomie è fortemente integrato ciò nonostante non vi sono possibilità di sostituzione delle istituzioni per il finanziamento dei servizi essenziali. Gli enti territoriali sono già oltre la linea di guardia essendo stati destinatari di tagli lineari che nelle ultime manovre pesano, a regime, per oltre 38 miliardi di euro (di cui circa 27 alle sole Regioni). Le maggiori criticità, ovviamente, si concentrano sulla tutela della salute, sul trasporto pubblico locale e sul welfare. Tutela della salute - La manovra finanziaria ha ridotto il finanziamento del fondo sanitario riportandolo nel 2013 al di sotto del finanziamento previsto per il 2012, senza tener conto del tasso di inflazione ben al di sopra di quello programmato, dell’aumento delle aliquote Iva e dei risparmi di spesa dello Stato addossati ai cittadini con l’aumento dell’addizionale Irpef nel Dl Salvaitalia (Dl 201/2011- convertito in Legge 214/2011). È difficile pensare che possa aver senso un Nuovo Patto per la Salute, poiché il taglio lineare delle risorse, rende la spesa sanitaria non sostenibile dal sistema. Si disperde cosi il lavoro sui costi standard e si mette a rischio la tenuta reale dei bilanci di tutte le Regioni. Tali criticità sono acuite dalle recenti disposizioni del decreto legislativo 118/2011 in ordine alle quali occorre prevedere una graduale applicazione in materia di investimenti e di ammortamenti al fine di non bloccare l’ammodernamento infrastrutturale. Infine occorre garantire una più equilibrata gestione dei piani di rientro anche ai fini di migliorare la gestione dei flussi di cassa. Trasporto pubblico locale - La manovra stravolge completamente lo spirito dell’Accordo Governo - Regioni del 21/12/2011 in cui si concordava di sottoscrivere un Patto sul Trasporto pubblico locale dove fossero definite le modalità di fiscalizzazione delle risorse per il Tpl in attuazione del D.lgs. 68/2011 sul federalismo fiscale. Tale Accordo era la diretta conseguenza di un ulteriore Accordo Governo - Regioni del 16/12/2010 ove le Regioni e il Governo concordavano l’integrazione delle risorse e la loro fiscalizzazione al livello ante applicazione del Dl 78/2010 che ha completamente cancellato i trasferimenti per il Tpl (cd “Bassanini”) ormai cristallizati nell’importo dal 1999. È cancellato completamento il principio della responsabilità di entrata correlato alla responsabilità di spesa ritornando alla finanza derivata ante legge “finanziaria Giarda” (L.549/1995). Anche alla luce delle innovazioni contenute nella legge Costituzionale n.1/2012 sul pareggio di bilancio, l’autonomia finanziaria regionale costituisce un prerequisito fondamentale ai fini di consentire a ciascun ente di perseguire questo obiettivo. Le Regioni, conseguentemente, ritengono fondamentale e imprescindibile cancellare la ricentralizzazione delle risorse e sono pronte a costruire, gestire e farsi misurare nell’ambito di un impianto normativo in grado di garantire l’”efficientamento” del sistema e, più in generale, il miglioramento delle performance ai fini della “virtuosità”. Welfare - L’attuale situazione economica impone di non trascurare le fasce deboli della popolazione che vedono aggravare la propria condizione e non possono più sopportare il depauperamento delle risorse pubbliche destinate al welfare. I fondi nazionali, infatti, sono pressoché azzerati: dal fondo per la non autosufficienza a quello nazionale delle politiche sociali, per fare solo gli esempi più macroscopici anche se si riscontra un primo segnale in contro tendenza che non risulta però sufficiente ad assicurare i bisogni minimi e assistenziali. Di qui la necessità di riorientare le risorse pubbliche per l’integrazione, l’inclusione sociale e i servizi alla persona. Sono queste le chiavi di lettura degli emendamenti che le Regioni sottopongono all’attenzione del Parlamento perché il disegno di legge di stabilità possa contribuire alla crescita economica e sociale del Paese in un quadro di equilibrio della finanza pubblica nazionale ed europea.  
   
   
TAGLI AI BILANCI E RIORDINO PROVINCE: L’UPI INCONTRA CAPIGRUPPO AL SENATO SAITTA “COMPRESO IL NOSTRO ALLARME SUI TAGLI AI SERVIZI”  
 
 Firenze, 26 novembre 2012 - Una delegazione dell’Upi, composta dal Presidente Antonio Saitta, dal Vice Presidente Angelo Vaccarezza e dalla Presidente della Provincia di Padova Barbara Degani è stata ricevuta il 23 novembre dai capigruppo del Senato Angela Finocchiaro (Pd), Maurizio Gasparri (Pdl), Felice Belisario (Idv). “Sono stati incontri molto soddisfacenti – dichiara il Presidente dell’Upi Antonio Saitta – anche perché a riceverci insieme ai capigruppo abbiamo trovato numerosi senatori. Una occasione importante, quindi, per spiegare a tutti il nostro allarme sui pesanti tagli ai bilanci imposti alle Province dalle manovre economiche e le ripercussioni che queste avranno sia sui servizi ai cittadini che sul processo di riordino delle Province. I Capigruppo e i senatori ci hanno assicurato di avere compreso che l’allarme che abbiamo lanciato sulla possibilità che le Province non abbiano più nemmeno le risorse per pagare le bollette dei riscaldamenti delle scuole non è stato strumentale e non ha nulla a che fare con l’accorpamento previsto dal riordino. E hanno convenuto con noi che le nostre sono proteste reali, di amministratori che vedono messa a duro rischio la possibilità di assicurare il mantenimento di un livello adeguato e dignitoso dei servizi ai cittadini. Massima attenzione anche alle nostre proposte di modifica sul decreto legge di riordino delle Province – prosegue Saitta – in particolare sulla nostra richiesta di portare gli organi eletti a scadenza naturale, di cancellare la norma che taglia le giunte a partire dal gennaio 2013, di fare chiarezza sulle funzioni delle Province e di prevedere l’elezione diretta dei nuovi organi. Nei prossimi giorni – conclude il Presidente dell’Upi – manterremo vivo il dialogo con il Senato per proseguire il confronto su questi temi e continuare a portare il nostro contributo di coerenza e concretezza”.  
   
   
TAGLI AI BILANCI: L´UPI INCONTRA LA CORTE DEI CONTI SAITTA E VACCAREZZA: "NEL 2013 IL RIORDINO SI FARA´ TRA PROVINCE IN DISSESTO"  
 
 Firenze, 26 novembre 2012 - Su 74 Province monitorate dall´Upi, solo 21 dichiarano di potere garantire equilibri di bilancio per il 2013, prefigurando un disavanzo di quasi 300 milioni di euro. Quanto al patto di stabilità, sono solo 10 le Province che già oggi possono affermare con certezza di poter garantire gli obiettivi di patto di stabilità interno. In questo caso lo sforamento stimato nelle 64 province è di 690 milioni di euro. Questi i dati presentati il 22 novembre dal Presidente dell´Upi, Antonio Saitta, e dal Vice Presidente dell´Upi, Angelo Vaccarezza, ricevuti oggi dal Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino. "Quando diciamo che non siamo in grado di sostenere il taglio di 1,2 miliardi di euro per il 2013 non facciamo facile allarmismo - sottolinea il Presidente dell´Upi, Antonio Saitta. "I dati raccolti nel monitoraggio - aggiunge - dimostrano con chiarezza che le nostre richieste sono fondate. E che, se non cambiano i numeri, ci apprestiamo ad avviare il riordino delle Province con bilanci al dissesto". "Non abbiamo risorse per finanziare le nostre funzioni - ha ribadito ai giudici contabili il Vice Presidente Vaccarezza - e non siamo più in grado di assicurare servizi alle comunita´. Paradossalmente poi - ha aggiunto - i criteri adottati per attuare il taglio vanno a incidere con maggiore crudezza su quelle Province che hanno fatto un´operazione delle spese del personale o che non hanno affidato all´esterno servizi". "I tagli - ha detto Saitta - devono essere dimezzati, perche´ cosi non siamo in grado di sostenerli. Se non si faranno modifiche alla Legge di Stabilita´ lo sforamento del patto delle Province avra´ un impatto disastroso sull´intero complesso della finanza pubblica".  
   
   
FONDI EUROPEI - SARDEGNA: CONFERMATO IL TARGET DI SPESA INTERMEDIO  
 
Cagliari, 26 Novembre 2012 – "Come già accaduto nel 2011, prima volta nella storia dei Por regionali, abbiamo confermato e superato il target di spesa intermedio ed anche le previsioni per dicembre 2012 confermano il trend positivo". Lo ha dichiarato l’assessore del Lavoro, Antonello Liori, comunicando che il target di spesa del Po Fse (gestito dall’Assessorato del Lavoro) per ottobre 2012 era di 348 milioni di euro, mentre la spesa certificata è stata di oltre 371, superiore di ben 23 milioni. "Su un target richiesto obbligatorio del 47,8%, la Sardegna è arrivata al 51%, seconda in Italia solo all’Emilia Romagna (56.2%) - ha aggiunto Liori - Un risultato che ci consentirà di non perdere neanche un euro di finanziamento e che assume maggiore valenza considerando le problematiche del patto di stabilità che pongono grossi limiti alla spesa". "Il Po Fse, con 729 milioni di euro di dotazione, è un’importante opportunità che la Sardegna non può vanificare – ha sottolineato l’Assessore - Dimostrando una buona capacità di spesa e rispettando i target imposti dal’Europa, abbiamo realizzato interventi che hanno consentito alla Sardegna di contrastare le difficoltà della crisi. La buona spendita dei fondi europei è un obiettivo strategico al quale non possiamo sottrarci. Proseguire con una gestione virtuosa ci consentirà di accelerare e completare i programmi cofinanziati, evitando di perdere importanti risorse comunitarie in questo delicato momento socio-economico per la nostra Isola. E’, perciò, opportuno riprogrammare le politiche da attuare in futuro, soprattutto puntando alla creazione di nuove opportunità di lavoro"  
   
   
DEL. CIPE: 523 MILIONI ALLO SVILUPPO ECONOMICO ADESSO SMART PUGLIA  
 
Bari, 26 novembre 2012 - Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha sbloccato i fondi per lo sviluppo e la coesione regionale destinati alla Puglia. La delibera Cipe è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana. Si tratta complessivamente di 1.334,9 milioni di euro di fondi, dei quali 1.254,5 milioni sono risorse residue della programmazione 2007-2013 e 80,4 milioni della programmazione 2000-2006. “La Smart Puglia prende vita” ha dichiarato la vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. “Di queste risorse infatti 523,46 milioni sono destinati allo sviluppo della competitività e allo sviluppo locale”. “In particolare – ha spiegato la vicepresidente - sono 480,20 i milioni destinati agli aiuti agli investimenti di grandi, medie, piccole e micro imprese; 31 milioni alle aree di insediamento produttivo; 11,26 milioni saranno investiti nel contratto di programma Getrag per l’ampliamento dell’impresa e infine 1 milione sarà impiegato per l’attrazione degli investimenti”. “Con queste risorse potremo realizzare le politiche smart che abbiamo annunciato, che aiuteranno la Puglia nel cammino che l’Europa ci chiede coniugando innovazione, sostenibilità e inclusione”. “Ad intraprendere questa strada la Puglia è già pronta, per tante politiche attuate fino ad oggi. Queste risorse saranno un ulteriore slancio verso le nuove politiche che ci accingiamo ad intraprendere con la prossima programmazione 2014-2020. “E non solo. L’iniezione di liquidità per il sistema della imprese è veramente rilevante: si tratta infatti del 40% quasi dell’intero monte risorse, un sostegno contro la crisi che si aggiunge alle nostre politiche anticicliche. È un aiuto in più per favorire lo sviluppo e l’occupazione attraverso l’aumento della carica competitiva delle aziende”. “Perché la Puglia sia “smart”, cioè intelligente, occorrono aziende “smart”. Adesso siamo sulla buona strada”  
   
   
DISOCCUPAZIONE, LE REGIONI CHIEDONO LA MODIFICA DELLE NORME DEL GOVERNO  
 
Firenze, 26 novembre 2012 – Le modifiche allo stato di disoccupazione introdotte dalla riforma Fornero, destinate ad entrare in vigore a partire dal primo gennaio 2013, non sono condivise dalle Regioni che, tutte insieme, propongono di tornare alla normativa precedente, indicando come data per l’adeguamento della legislazione regionale alla nuova normativa il primo luglio 2013, entro la quale si auspica un intervento del Parlamento per attuare le modifiche legislative proposte. Lo ha spiegato l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, che ha illustrato il 22 novembre la proposta alla Conferenza delle Regioni in qualità di coordinatore della commissione lavoro. “Abbiamo manifestato l’esigenza della modifica – ha detto – perchè la norma introdotta dal governo introduce nuovi criteri che, fra l’altro, producono il risultato di escludere dallo status di disoccupato tutta una serie di soggetti deboli del mercato del lavoro, diminuendone ulteriormente le opportunità di ritrovare un’occupazione, riducendo protezioni sociali e correndo il rischio di spingere al lavoro nero. E’ un rischio che non possiamo correre, in una fase già delicatissima per quanto riguarda l’occupazione. Per questo come Regioni e Province autonome, proponiamo di reintrodurre i criteri precedenti e comunque di inserire nuovamente, fra coloro che hanno diritto allo stato di disoccupazione, i lavoratori autonomi e parasubordinati e di fissare un tetto di reddito annuo”. Le norme introdotte dalla legge Fornero eliminano la possibilità di mantenere lo stato di disoccupazione a coloro che esercitano un’attività autonoma o un rapporto di lavoro parasubordinato (co.Co.co, partita Iva), indipendentemente dal reddito percepito. “Escludere anche i redditi minimi – sottolinea Simoncini – significa, di fatto, incoraggiare ad accettare lavoro nero per timore di essere cancellati dalle liste di disoccupazione”. Ma il 2013 si prospetta in salita anche per la Cassa integrazione in deroga. “Abbiamo firmato un accordo – spiega Simoncini – che assegna alle Regioni risorse per 800 milioni, a fronte di un fabbisogno che stimiamo di circa 2 miliardi. Lo abbiamo fatto per senso di responsabilità istituzionale, per evitare il blocco totale delle autorizzazioni già a fine 2012. Ma, come abbiamo già fatto presente al ministro del Lavoro, deve essere chiaro che si tratta di risorse gravemente insufficienti. Se lo stanziamento non verrà modificato, c’è il concreto rischio di arrivare, al massimo, fino a giugno 2013”. Una situazione grave, che l’assessore Simoncini ha denunciato già più volte anche per la Toscana ,dove si stima di chiudere l’anno con 130 milioni di euro erogati per la Cassa in deroga, a fronte di un’ipotesi di redistribuzione di risorse statali per il 2013 di circa 42 milioni e di una tendenza alla crescita esponenziale delle richieste: negli ultimi mesi si è registrato il raddoppio delle ore autorizzate rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.  
   
   
I CONTRATTI PUBBLICI IN PIEMONTE  
 
Torino, 26 novembre 2012 - Il vicepresidente e assessore alle Opere pubbliche, Ugo Cavallera, ha aperto il 22 novembre i lavori dell’annuale convegno “I contratti pubblici in Piemonte”, organizzato dalla Regione, nel corso del quale è stato presentato l’ottavo Rapporto informativo sugli appalti predisposto dall’Osservatorio regionale dei contratti pubblici. “Oltre a fornire uno spaccato specificamente tecnico del trend degli appalti pubblici, il convegno ha rappresentato un momento di incontro e di confronto costruttivo tra i diversi interpreti di settore in un contesto caratterizzato dal protrarsi della crisi congiunturale”, ha commentato Cavallera. Al convegno sono intervenuti Luciano Berarducci, consigliere dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, che ha affrontato il tema dello stato di attuazione della banca dati, Franco Prizzon del Politecnico di Torino, che ha parlato del partenariato pubblico-privato, Luca Pignatelli, direttore dell’ufficio studi di Confindustria Piemonte, che ha tratteggiato la situazione congiunturale dalla parte degli imprenditori, Lorenza Ponzone, dirigente dell’Autorità di vigilanza, che ha illustrato i bandi tipo, oltre ai funzionari del settore Opere pubbliche della Regione, che hanno offerto una lettura dei dati. Al termine, una tavola rotonda con gli operatori, i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria, dei professionisti e delle organizzazioni sindacali. Durante il convegno sono stati diffusi i dati e le loro prime valutazioni, con specifici approfondimenti, degli appalti pubblici aggiudicati/affidati nel 2011 relativi alle diverse fasi che li contraddistinguono. Nella programmazione triennale 2011-2013 degli enti pubblici territoriali piemontesi sono previste 6201 opere per un importo di 5 miliardi e 528 milioni, con una diminuzione del 15% circa rispetto al triennio precedente. Lo scorso anno ci sono stati 586 affidamenti per 1042 milioni di lavori pubblicati (580 nel 2010 per un importo di 1056), 1.332 i bandi relativi a servizi e forniture per un importo di 4927 milioni (1250 nel 2010 per un totale di 6606), con una contrazione del 25%. Sono stati 1.161 per un importo di 922 milioni gli appalti aggiudicati di lavori sopra la soglia dei 150mila euro (1169 nel 2010 per 1138 milioni) con un calo del 20% e 1.234 per una somma di 1176 milioni gli appalti per servizi e forniture (1126 nel 2010 per 1721 milioni), con una contrazione del 30%. Altro dato significativo la percentuale dei ribassi di gara, fissato mediamente al 22%. “Il quadro legislativo - ha detto Cavallera - è in fase di aggiornamento e rivisitazione sia a livello comunitario che nazionale: solo a livello nazionale i cosiddetti decreti Spending review, Sviluppo, Crescita e non ultimo il disegno di legge Infrastrutture che, tra l’altro, prevede la proposta di legge delega in materia di riordino del Codice appalti, avranno sicuramente un forte impatto sulle pubbliche amministrazioni nonché sugli operatori economici di settore”. Da qui la necessità di una costante attenzione da parte della Regione in una materia delicata, quale quella dei contratti pubblici nei suoi diversi aspetti, con una costante opera di vigilanza, in un ottica di trasparenza ed alla luce di un quadro economico difficile per quanto concerne le opere pubbliche. Per quanto riguarda la Banca dati nazionale degli appalti che partirà il 1° gennaio 2013, Cavallera ha ribadito “la disponibilità della Regione a collaborare anche attraverso la stipula di accordi specifici con l’Autorità nazionale di vigilanza”.  
   
   
CALABRIA, PISL: ADESSO I COMUNI DOVRANNO BANDIRE LE GARE ED AVVIARE LE OPERE  
 
Catanzaro, 26 novembre 2012 - L’assessore al bilancio e alla programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale – ha preso parte a Rogliano ad una iniziativa dedicata ai Progetti integrati di sviluppo locale. “Grazie ai Pisl anche i territori a Sud di Cosenza cambieranno volto – ha sottolineato Mancini. L´amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti ha finanziato quattro progetti integrati per un ammontare complessivo di 19,5 milioni di euro a favore dei comuni della fascia presilana e della valle del Savuto”. Al tavolo dei relatori erano presenti inoltre il sindaco Giuseppe Gallo, Luigi Zinno dirigente del settore Programmazione della Regione Calabria, l’assessore all’innovazione del Comune di Cosenza Geppino De Rose e Nino De Rose presidente della Comunità Montana del Savuto. I sindaci e gli amministratori del Savuto e della Presila, oltre che numerosi cittadini, hanno gremito la suggestiva sala del Museo di San Giuseppe. “L´intervento più consistente dal punto di vista finanziario è quello di 11,5 milioni che prevede la realizzazione di un collegamento veloce, attraverso il potenziamento e l´elettrificazione della linea ferroviaria, tra Rogliano e Cosenza. Il Pisl, che è stato presentato da 11 comuni ed ha Rogliano come capofila - ha aggiunto Mancini - consente di realizzare un´opera attesa da più di due decenni da una comunità che adesso diventerà parte integrante dell´area urbana cosentina e che potrà offrire ai propri cittadini nuove opportunità ad iniziare dal collegamento con la città capoluogo e con l´università». Il Pisl mobilità, inoltre, rappresenta la naturale prosecuzione della metropolitana di superficie tra Cosenza e l´Unical per la cui realizzazione la Regione ha stanziato 160 milioni di euro. E a questo proposito l’assessore Mancini ha dichiarato che “la connessione e l´interdipendenza delle due nuove infrastrutture contribuirà a rivoluzionare il trasporto di tutto il comprensorio». Il progetto, infatti, prevede l’ammodernamento della tratta ferroviaria Rogliano-cosenza, con interventi di elettrificazione della linea, adeguamento del tracciato nell’ottica del prolungamento della metroleggera e la realizzazione di alcune aree di interscambio nei territori. Intorno all´asse di collegamento – ha aggiunto - sono state finanziate altre importanti progettualità. Nel comune di Figline sarà realizzato un centro servizi territoriale destinato alle imprese per il valore di 1,7 milioni di euro e sono stati previsti finanziamenti in termini di aiuti alle imprese (nel solo comprensorio di Piano Lago ne operano circa 122) per 3,3 milioni. Nella valle del Savuto poi troveranno realizzazione altri interventi volti al miglioramento della qualità della vita che prevedono un centro benessere e polifunzionale a Bianchi per il valore di 630 mila euro, un centro formazione e produzione culturale a Panettieri per 430 mila euro e un centro di aggregazione intergenerazionale di 300 mila euro a Pedivigliano. E poi un casale della danza e delle video proiezioni a Malito di 560 mila euro, un casale della cinematografia a Marzi di 420 mila euro e un casale della scenografia a Grimaldi per 549 mila euro. L´amministrazione guidata dal governatore Scopelliti premiando le migliori progettualità, ha definito uno sviluppo organico di un territorio vasto che da troppo tempo era in attesa di attenzione. Adesso - ha concluso dicendo l’assessore Mancini - la palla passa ai comuni che in tempi rapidi dovranno bandire le gare di appalto e avviare la realizzazione delle opere. La sfida è quella di tagliare i nastri per le inaugurazioni per la metà del 2015”. Alla manifestazione di Rogliano avrebbe dovuto partecipare anche il Presidente Giuseppe Scopelliti, il quale era assente per impegni istituzionali all’estero. Il Governatore ha voluto, però, far pervenire al Sindaco di Rogliano comunque il suo messaggio: «E’ mia volontà ribadire l’importanza dell’opera che il Comune di Rogliano, insieme agli altri comuni della Valle del Savuto e della Presila, con il sostegno del comune capoluogo, ha voluto sposare, trovando nell’amministrazione regionale un interlocutore capace di porre in essere tutte le condizioni per trasformare in realtà un’infrastruttura di cui da più di un decennio si parla. La Regione – si legge nella lettera di Scopelliti - naturalmente sarà al fianco delle amministrazioni locali, spinta dall’obiettivo di realizzare un’ opera che migliorerà di molto la qualità della vita dei cittadini del vostro territorio».  
   
   
SICILIA: MESSAGGIO DEL PRESIDENTE CROCETTA AI GIOVANI  
 
Palermo, 26 novembre 2012 - A conclusione dell´incontro con la stampa del 23 novembre a Palazzo d´Orleans, il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha scritto un messaggio "Ai ragazzi e alle ragazze di Sicilia". Questo il testo che il presidente rivolge ai giovani e agli studenti: "Nel giorno della cerimonia di insediamento avete organizzato un corteo che ha sfilato per le vie di Palermo. Io Vi ringrazio per essere scesi in piazza per rivendicare il vostro diritto allo studio, fortemente negato in questa fase storica. Purtroppo qualcuno ha voluto trasformare il corteo in altro. Voglio che sappiate che e´ una Sicilia diversa e´ possibile. I principi ispiratori della mia attivita´ e le mie personali esperienze mi inducono a rassicurarVi sulle grandi energie che attivero´ al fine di dare risalto alle ricchezza delle Vostre esperienze, del Vostro studio, della Vostra inestimabile creativita´. Rivolgo anche il mio pensiero a tutti quei giovani che oggi, fuori dalla Sicilia e in tutto il mondo, svolgono con competenza e impegno attivita´ apprezzate nel pubblico e nel privato. Vi considero tutti ambasciatori del "Mind in Sicily", ovvero di quelle capacita´ che la nostra isola da sempre genera, con un mix inimitabile di passione e intelligenza. Questa terra, da secoli, e´ ricca di uomini e donne straordinari, che hanno lasciato un segno indelebile nelle arti, nelle scienze e nella societa´ civile. Affido a voi il compito di mantenere un forte legame con questi esempi di luminosa sicilianita´, costruendo un ponte ideale e concreto tra il grandioso passato e il radioso futuro che la nostra Isola merita. Anch´io credo, come Luigi Sturzo, che sia compito della politica "conservare e riformare"... E di riforme ne abbiamo gia´ avviate, per migliorare concretamente la nostra isola, di cui Voi siete parte integrante. Sogno una Sicilia giovane, isola delle idee e delle conoscenze, aperta alla culture e alle innovazioni. Voi, giovani Siciliani, siatemi accanto, con il vostro e entusiasmo e la vostra tenacia possiamo realizzare il cambiamento che vogliamo".  
   
   
PAR FAS: ABRUZZO, SBLOCCATI ALTRI FONDI PER 32 MLN DI EURO  
 
L´aquila, 26 novembre 2012 - Approvata il 22 novembre a Roma per l´Abruzzo una riprogrammazione di risorse Fas derivanti da economie, pari a circa 32 milioni di euro. Il parere favorevole è stato espresso da tutti i ministeri sottoscrittori e cioè Infrastrutture, Sviluppo economico, Ambiente, Lavoro e Beni culturali. Al tavolo di programmazione ha partecipato il direttore Affari della Presidenza, Antonio Sorgi, in qualità di coordinatore per la Regione Abruzzo. Le attività programmate diventano così operative. Dei 32 milioni di euro, 8.600 euro sono destinati ai piani sociali dei Comuni. "Si tratta di risorse derivanti da economie del ciclo di programmazione 2000-2006 - ha spiegato il Presidente Chiodi - un tassello importante per portare a compimento quei progetti di sviluppo che dovranno rappresentare la base per il rilancio dell´economia regionale". Intanto oggi, il Comitato di sorveglianza Par Fas 2007-2013 si è riunito all´Aquila, per la prima volta, presieduto dal Presidente della Regione, Gianni Chiodi. Presenti i rappresentanti del Mise, le autorità di gestione dei singoli fondi regionali, i direttori regionali, rappresentanti di Anci, Province e Comuni capoluogo, sindacati, Confindustria, Coldiretti, Cna e Union Camere. Il Comitato di Sorveglianza ha la funzione di accertare e di promuovere l´efficacia e la qualità della realizzazione del Par Fas. Garantisce, infatti, una ampia partecipazione del partenariato istituzionale ed economico sociale. I vari direttori hanno relazionato su informative e proposte di riprogrammazione apportando piccole correzioni sui programmi. Le modifiche apportate ai programmi, apprezzate anche dal Mise consentiranno di realizzare interventi strategici per l´economia abruzzese.  
   
   
CAMPANIA, GIUNTA REGIONALE FRA I PROVVEDIMENTI: BANDA ULTRA LARGA, PMI, SCUOLA  
 
Napoli, 26 novembre 2012 - Si è riunita il 24 novembre a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania, presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta del presidente e dell’assessore alla Ricerca Guido Trombetti, la Giunta ha dato il via libera allo schema di accordo di programma tra Regione e Ministero dello Sviluppo Economico per lo sviluppo della banda larga ed ultralarga sul territorio della Campania. E’ stato altresì approvato uno schema di protocollo d’intesa per il reinserimento sociale dei detenuti del Centro penitenziario di Secondigliano. L’accordo, da stipularsi con il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e con il Centro penitenziario, promuove la costituzione di una cooperativa sociale per la coltivazione del tenimento agricolo interno e per la trasformazione dei prodotti agricoli. Per quanto riguarda le attività produttive, la Giunta ha deciso l’adesione al fondo di garanzia delle Pmi e approvato la moratoria Abi per i mutui alle piccole e medie imprese. D’intesa con l’assessore ai Trasporti Sergio Vetrella, sono state approvate la deliberazione assunta dalla Regione in qualità di socio nell’assemblea del 20 novembre scorso con cui si è autorizzata Eav ad assumere in comodato gratuito Eav Bus per 30 giorni al fine di assicurare continuità e regolarità del servizio, e la modifica integrativa dell’oggetto sociale della società, per far sì che la stessa possa esercitare provvisoriamente il servizio di trasporto effettuato da Eav Bus. Su proposta dell’assessore all’Istruzione Caterina Miraglia sono state approvate le linee guida per la programmazione dell’offerta formativa scolastica e l’organizzazione della rete per il 2013/2014. Con le linee guida vengono definiti i criteri e le modalità cui Province e Comuni devono attenersi per la definizione del dimensionamento, la distribuzione territoriale della rete e la predisposizione dell’offerta formativa. Su proposta dell’assessore all’Assistenza sociale Ermanno Russo la Giunta ha approvato il finanziamento degli interventi per la valorizzazione dell’uso sociale dei beni confiscati, individuando la Fondazione Polis come soggetto attuatore degli stessi, ed ha avviato la procedura dell’ esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti dei Comuni dell’Ambito C9 per la mancata adozione del piano di zone degli interventi e servizi sociali.  
   
   
MILANO. A PARIGI SETTE GIORNI ALL’INSEGNA DELL’ECCELLENZA  
 
Milano, 26 novembre 2012 - Milano a Parigi per sette giorni. La settimana si è aperta il 22 novembre con la presenza nella capitale francese del Sindaco Giuliano Pisapia e si chiuderà con una conferenza stampa di Fiera Milano il 27 novembre al Consulat Général d’ Italie. Nella sua qualità di Commissario Straordinario del Governo per Expo Milano 2015 Giuliano Pisapia è intervenuto alla Assemblea semestrale del Bie (Bureau International des Expositions) per illustrare, insieme alla delegazione italiana, lo stato di avanzamento dei lavori in vista della seconda Esposizione Universale milanese, dopo quella del 1906. Un evento che sarà simbolo della creatività e della capacità di innovazione tecnologica di Milano e dell’Italia. Il Sindaco ha colto poi l’occasione della presenza a Parigi per visitare nel Museo del Louvre il nuovo Padiglione dell’Arte Islamica, inaugurato lo scorso settembre. Ha voluto rendere così omaggio al lavoro di due protagonisti delle eccellenze milanesi del Made in Italy: l’architetto e designer Mario Bellini, creatore insieme a Rudy Ricciotti dell’originale copertura della Corte Visconti dove sono esposti 18 mila capolavori islamici in arrivo da tre continenti; e il Laboratorio Goppion che ha realizzato le originali 105 vetrine di sicurezza ad altissima tecnologia che proteggono le opere d’arte. Una collaborazione, quella tra la milanese Goppion e il Louvre, che continua per altre importanti realizzazioni che verranno inaugurate a breve. Sempre al Louvre, il Sindaco di Milano ha potuto ammirare parte della mostra dedicata a Raffaello Sanzio e al periodo della sua maturità, che ha aperto i battenti lo scorso 11 ottobre e di cui Eni è sponsor ufficiale. Dal Museo parigino in questi giorni stanno invece arrivando a Milano, sempre grazie a Eni, due opere che i milanesi potranno ammirare nella Sala Alessi di Palazzo Marino dal 1 dicembre: "Amore e Psiche" di Antonio Canova e un dipinto dedicato allo stesso tema di François Gerard. Una collaborazione con il Louvre che da 5 anni e´ diventata un appuntamento fisso e di successo. Fiera Milano il giorno 27 alle 9.15 presenterà alla stampa francese le proprie manifestazioni dedicate alle eccellenze del Made in Italy, nei settori food, ospitalità professionale e casa. Sarà presente il Console Generale d’Italia a Parigi Andrea Cavallari. L’occasione consentirà di promuovere le attività che la società espositiva milanese sta sviluppando all’estero.  
   
   
PROVINCIA DI PRATO: CONVENZIONE CON BANCA TESORIERA PER ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE FORNITRICI  
 
Prato, 26 novembre 2012 - Il Consiglio ha approvato a maggioranza la convenzione tra Provincia e Banca tesoriera (la Popolare di Vicenza) per facilitare l´accesso al credito di imprese fornitrici dell´ente favorendo la concessione di affidamenti per anticipazione di crediti. La delibera è passata con i voti favorevoli del Pd e dell´Idv, con l´astensione del Pdl e i voti contrari della Lega e del consigliere di Fli Riccardo Bini. Il provvedimento è stato presentato dal presidente della Prima Commissione Roberto Marchi, che ha sottolineato come lo stesso tipo di convenzione sia stato sottoscritto negli ultimi mesi da molti dei Comuni della Provincia. Si tratta di uno strumento per affrontare l´emergenza creata dai rigidi vincoli del patto di stabilità, che di fatto impediscono agli enti un´adeguata capacità di spesa. L´assessore al Bilancio Alessio Beltrame aggiunge in proposito che “la Provincia a suo tempo aveva lavorato con i Comuni per realizzare un accordo con tutti gli istituti bancari del territorio, ma la Corte dei Conti ha poi stabilito che gli enti potevano sottoscrivere la convenzione esclusivamente con la banca tesoriera. I creditori che preferiranno chiedere l´anticipazione ad altri istituti bancari potranno farlo senza alcun problema – conclude Beltrame – E la Provincia fornirà la certificazione necessaria”. Beltrame annuncia che la prossima settimana, con un provvedimento di assestamento di bilancio, la Provincia libererà altri 1,3 milioni di euro di risorse per provvedere ai pagamenti più urgenti. La convenzione va ad aggiungersi ad altre misure già attive, in particolare il rimborso degli interessi sulla cessione dei crediti soggetti ai vincoli del patto di stabilità messo a disposizione dalla Camera di Commercio per le imprese attraverso un bando. Interventi sono venuti in Consiglio dal capogruppo del Pd Emiliano Citarella, che ha sottolineato come sia necessaria grande attenzione agli strumenti creditizi, chiave dello sviluppo del territorio, e dal capogruppo dell´Idv Luca Mori, che ha invitato enti e banche a fare rete per sostenere le imprese in difficoltà. Francesco Mugnaioni del Pdl ha poi annunciato l´astensione del suo gruppo riconoscendo che un qualche intervento è comunque necessario. Riccardo Bini (Fli) e Matteo Santini (Lega) si sono invece detti contrari al provvedimento giudicandolo un atto che favorisce la banca e mette le imprese in mano a chi può approfittarsi della situazione.  
   
   
PUGLIA: DELIBERA CIPE, FRATOIANNI: “NUOVE OPPORTUNITÀ PER GIOVANI IMPRESE"  
 
Bari, 26 novembre 2012 - “Finalmente, dopo tante sollecitazioni, arriva questa nuova opportunità per i giovani”. Così l’assessore alle Politiche giovanili e Attuazione del Programma Nicola Fratoianni ha commentato la notizia della pubblicazione della delibera Cipe. “Sono 25,76 i milioni destinati all’azione di sostegno per i giovani neo-imprenditori. Attendevamo da tempo – aggiunto - la pubblicazione di questa delibera che movimenta risorse per l’autoimprenditorialità”. “La attendevano i nostri giovani che non sono né bamboccioni, né schizzinosi, ma hanno idee nuove e capacità di progettare. Da sempre l’autoimprenditorialità sostiene l’economia nei momenti di crisi. I giovani pugliesi non si lasceranno sfuggire quest’opportunità”. “Il nostro termometro – ha spiegato Fratoianni – è il bando Principi attivi che, nell’ultima edizione, ha registrato 2.384 richieste, una partecipazione ancora più elevata delle precedenti. Adesso tutte le energie giovanili della nostra Puglia, che hanno voglia di mettersi in gioco, hanno una possibilità in più”.  
   
   
BOLZANO, AMMORTIZZATORI SOCIALI: IN COMMISSIONE OK ALLA NORMA DI ATTUAZIONE  
 
Bolzano, 26 novembre 2012 - Si avvicina la possibilità per la Provincia di Bolzano di gestire direttamente gli ammortizzatori sociali: la Commissione dei 12 ha approvato la specifica norma di attuazione di delega in materia di cassa integrazione guadagni, disoccupazione e mobilità. "Un passo atteso e importante, tanto più in un periodo di crisi che richiede interventi a favore dei lavoratori", sottolineano il presidente Luis Durnwalder e l´assessore Roberto Bizzo. Si attende ora l’approvazione del Consiglio dei ministri. A Roma la Commissione paritetica dei 12 ha licenziato oggi (22 novembre) e inoltrato al Governo per l´approvazione la norma di attuazione sulla delega degli ammortizzatori sociali prevista dall´Accordo di Milano e dalla legge finanziaria dello Stato del 2010. Con questa norma si apre per la Provincia di Bolzano (e quella di Trento) la possibilità di assumere la competenza di integrare e migliorare il sistema degli ammortizzatori sociali statali (assegno di disoccupazione, cassa integrazione guadagni, indennità di mobilità), cosa che in parte la Provincia ha già fatto attraverso gli ammortizzatori sociali "in deroga" erogati dalla Regione e finanziati appunto dalla Provincia. Con la nuova norma, i costi che oltrepassano le misure previste dallo Stato ovviamente saranno sostenuti dalla Provincia. "Ma con la gestione di questi interventi sociali - sottolinea il presidente Durnwalder - l´autonomia dinamica registra un ampliamento paragonabile a quello avvenuto con l´assunzione di competenze sugli uffici del lavoro o sulle strade statali." L´assessore Bizzo, competente per il lavoro in Giunta provinciale, osserva che il via libera del Governo alla nuova norma consentirebbe "di poter offrire soluzioni mirate e calibrate alla realtà locale nell´elaborazione di misure di sostegno al reddito per persone senza lavoro o in mobilità." Non va dimenticato che in tempi di crisi e di contrazione dele risorse pubbliche, ricordano Durnwalder e Bizzo, lo spazio di manovra resta limitato, ma si potrebbe valutare un accorpamento di tutte le misure di sostegno di Provincia, Regione e Stato. "La delega in materia sarebbe inoltre un passo avanti verso la creazione di un istituto di previdenza sociale provinciale, anche se tutto il settore pensionistico resta escluso da questo passaggio di funzioni", aggiunge Durnwalder. Si attende ora il via libera finale del Consiglio dei ministri.  
   
   
PARMA, POSTE: COSÌ NON VA  
 
Parma, 26 novembre 2012 – “La Provincia di Parma, cui è stato affidato dalla Regione il coordinamento del tavolo, a nome dei 18 comuni coinvolti, quelli cioè di Parma, Bardi, Bedonia, Medesano, Tornolo, Terenzo, Montechiarugolo, Calestano, Borgo Val di Taro, Varano Melegari, Compiano, Noceto, Neviano Arduini, Langhirano, Palanzano, Corniglio, Fornovo e Zibello, esprime una forte insoddisfazione per l’esito della trattativa portata avanti da diversi mesi a questa parte”. È durissimo il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, che al termine di un incontro svoltosi questa mattina in piazza della Pace con gli amministratori dei comuni coinvolti esprime a nome di tutti il forte disappunto degli enti per i risultati della trattativa in corso sul piano di razionalizzazione degli uffici postali del territorio presentato da Poste Italiane. La “doccia fredda” è arrivata nei giorni scorsi, “quando Poste Italiane – spiega Ferrari - ha comunicato ai sindaci interessati e alla Provincia la decisione di procedere alla chiusura, dal 26 novembre, di 8 Uffici postali, quelli di Cozzano, Molino Anzola, Mozzano, Gravago, Vianino, Pieveottoville, Ravarano e Strela, e il contestuale avvio di un piano di razionalizzazione, con riduzione dei giorni di apertura, di altri 11 Uffici”. A seguito di quella decisione è stata convocata la riunione di oggi, al termine della quale “non possiamo che esprimere, tutti, Provincia e Comuni, la nostra forte insoddisfazione. Se infatti la chiusura di 8 uffici sui 21 inizialmente considerati all’interno del piano di Poste Italiane può all’apparenza rappresentare un risultato non del tutto negativo, occorre sottolineare le gravissime conseguenze in termini di depauperamento di servizi rivolti alla collettività per territori di particolare debolezza e criticità come quelli della Val Taro, della Val Ceno e della stessa Bassa. Si tratta di un duro colpo inferto alla qualità della vita dei nostri cittadini che potrebbe aggravare significativamente la situazione di crisi e portare al progressivo spopolamento delle zone più critiche come quelle montane”, dice Ferrari a nome della Provincia e di tutti i Comuni coinvolti, stigmatizzando inoltre l’atteggiamento di Poste Italiane: “Nonostante le diverse iniziative intraprese per stabilire un dialogo fattivo, nella realtà non vi sono stati margini di discussione con l’interlocutore Poste, che ha ratificato una decisione che appariva già preconfezionata fin dall’inizio. Non si spiega altrimenti l’atteggiamento di Poste, che, pur a fronte di una grande disponibilità offerta da diversi Comuni sia in termini di presa in carico diretto di alcuni costi sia in termini di disponibilità a ragionare su nuovi servizi da affidare a Poste, non ha accolto e approfondito le proposte in campo, con dati e numeri alla mano come si farebbe in qualsiasi azienda, ma ha lasciato il tutto a lettera morta”. Su tutti pende poi la “spada di Damocle” della “verifica di economicità” annunciata da Poste Italiane fra un anno “per decidere, in modo unilaterale come per questi primi otto, la chiusura di uffici caratterizzati da mancata redditività: temiamo già ora – osserva il vice presidente della Provincia - che questa verifica potrà colpire chi si è salvato da questa prima tornata. La grave preoccupazione che Provincia e sindaci esprimono, infatti, è che se il livello di servizio fornito da Poste Italiane sarà quello attuale, con personale spesso assente e a volte non all’altezza del ruolo, computer che non funzionano, posta recapitata in ritardo, uffici obsoleti con barriere architettoniche, la redditività non potrà che peggiorare e il destino dell’ufficio è quindi già segnato in partenza”. Di qui, al termine della riunione di oggi, una decisa presa di posizione: “La Provincia di Parma e i sindaci dei 18 comuni interessati – dice Ferrari a nome di tutti - esprimono la non accettazione delle chiusure degli 8 uffici che si dovrebbero attuare già dal prossimo 26 novembre e una forte, decisa e unitaria, volontà di continuare a mantenere questi fondamentali presidi anche di tipo sociale nei territori, ed in particolare nei territori più deboli, anche ricorrendo a un’analisi di mercato che consenta di fare valutazioni di merito, sia in termini di costi che di qualità del servizio fornito, su potenziali nuovi fornitori di servizi postali e finanziari da scegliere tra quelli presenti sul mercato”.  
   
   
BOLZANO: RELAZIONE TRA PENSIONAMENTI E ASSUNZIONI DI GIOVANI  
 
Bolzano, 26 novembre 2012 - Tra i diversi flussi che si registrano in qualsiasi mercato del lavoro, ve ne sono due legati al naturale ricambio generazionale: le uscite per pensionamento e i nuovi ingressi dei giovani lavoratori. La natura stessa di questi flussi porta a pensare che vi sia un nesso causale tra i due flussi e in particolare che i giovani vadano ad occupare i posti lasciati liberi dagli anziani. Pare perciò implicito che regolando i flussi legati ai pensionamenti si riesca ad influenzare le opportunità di lavoro dei giovani. I dubbi sulla correttezza di questo ragionamento derivano anzitutto dal fatto che in realtà vi sono anche altri flussi sul mercato del lavoro, come ad esempio i flussi di lavoratori tra le imprese o quelli riconducibili ai fenomeni migratori. Un altro motivo che porta a dubitare dell’esistenza di uno stretto legame tra pensionamenti e occupazione giovanile è rappresentato dal fatto che oltre ai posti lasciati vacanti dai pensionati esistono anche i posti di lavoro creati grazie alla crescita dell’economia nel suo complesso. A tal proposito bisogna inoltre considerare che esistono contemporaneamente imprese e settori nei quali vengono distrutti posti di lavoro e altri dove ne vengono creati di nuovi. Scopo del presente studio è di capire se le assunzioni di giovani lavoratori siano maggiormente influenzate dai pensionamenti o dalla crescita economica e dimensionale delle imprese. A tale scopo, visto che l’eventuale decisione di assumere o meno un giovane per far fronte ad un‘uscita per pensionamento, viene presa dalle singole imprese, sono stati osservati i flussi relativi ai pensionamenti ed alle nuove assunzioni dei giovani a livello di ciascun’azienda. A causa delle peculiarità dei rispettivi settori, sono stati esclusi dall’oggetto dell’analisi i dipendenti pubblici, nonché i dipendenti nel settore agricolo. Osservando i dati si nota anzitutto che sebbene non sia raro trovare imprese con saldo giovanile negativo, la maggior parte delle ditte riporta un saldo positivo o nullo. Si vuole dunque chiarire in quali occasioni i saldi sono più positivi e quando invece sono meno positivi. Se i pensionamenti portassero ad un sistematico ricambio generazionale, vale a dire all’assunzione diretta di giovani, si dovrebbe osservare un saldo giovanile maggiore nelle imprese che hanno perso collaboratori per pensionamento. Per verificare se ciò accade si può mettere a confronto il numero di addetti andati in pensione con il numero di giovani assunti (al netto delle uscite) in diversi gruppi di aziende. Nel caso in cui ci fosse effettivamente una sostituzione diretta e sistematica dei pensionati da parte dei giovani, si dovrebbe dunque poter notare un maggiore saldo occupazionale di giovani nei gruppi di imprese con il tasso di pensionamento maggiore. Osservando però i dati delle imprese raggruppate per dimensione e settore economico pare che tale relazione non sussista, contrariamente a quanto avviene per la relazione tra assunzione di giovani e il tasso di crescita medio delle imprese in ciascun gruppo. Ciò che si riesce dunque ad osservare con i dati è che se in un gruppo di imprese la crescita occupazionale è sopra la media, allora anche il saldo giovanile è tendenzialmente sopra la media, mentre se nel gruppo la crescita è sotto la media anche il saldo giovanile è tendenzialmente sotto la media. Contemporaneamente si osserva come il numero di pensionamenti non dipenda dalla crescita occupazionale dell’impresa. Questo è anche ragionevole, considerato che il pensionamento è una conseguenza dell’età del singolo dipendente, fattore indipendente dal successo aziendale. Il fatto che ad un saldo più negativo (esclusi i pensionamenti) nelle classi di età maggiore a 29 anni non corrisponda un saldo più positivo per i giovani, porta a ridimensionare anche l’idea che i lavoratori giovani vadano ad occupare automaticamente posti lasciati liberi da lavoratori meno giovani. Al contrario, la relazione positiva tra i due saldi rafforza l’idea che la crescita occupazionale delle imprese vada a vantaggio sia dei giovani che dei meno giovani. Conclusioni - Le relazioni messe in evidenza dai dati a partire dal livello aziendale sembrano suggerire che i due flussi legati al ricambio generazionale non siano direttamente collegati tra di loro: mentre i pensionamenti in un’azienda dipendono solo dal fatto che qualche proprio dipendente ha maturato i requisiti, l’assunzione di nuovo personale (più o meno giovane) dipende soprattutto dal fatto che l’azienda possa aumentare la propria dimensione occupazionale. Benché ciò non significhi affatto che non vi siano casi dove un giovane viene assunto per ricoprire un posto lasciato vacante da un pensionato, viene però sottolineata e rafforzata l’idea che le opportunità occupazionali dipendono soprattutto dalla crescita occupazionale delle singole imprese e di conseguenza dell’intero sistema economico.  
   
   
AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA: PUGLIA FIRMA ACCORDO A ROMA  
 
Bari, 26 novembre 2012 – Lo scorso 22 novembre l´assessore al Welfare, Elena Gentile ha siglato a Roma un accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga con il Ministero del Lavoro che consente ai lavoratori e alle imprese pugliesi di guardare con più serenità alla fine del 2012. “Le nuove risorse previste dall´intesa, frutto del lavoro incessante della Regione Puglia, nonché della proficua collaborazione e del grande senso di responsabilità mostrato dalle parti sociali in queste difficili settimane - osserva l´assessore Gentile - consentiranno agli uffici regionali e all´Inps di riavviare le procedure per la erogazione delle indennità di cassa integrazione e mobilità in deroga richieste dalle aziende e dai lavoratori pugliesi, temporaneamente sospese a causa dell´incertezza sull´entità dei trasferimenti statali”. “La Puglia – prosegue - più di ogni altra Regione d´Italia ha voluto e saputo garantire ai propri lavoratori la tutela del reddito in una fase di profonda crisi per l´economia del nostro Paese. L´ingente quantità di risorse assicurate con la collaborazione del Ministero del Lavoro, è il frutto anche della scelta della Regione di investire risorse proprie nel cofinanziamento di questi strumenti, onorando puntualmente gli impegni assunti”. “Si pone ora il tema della copertura finanziaria per il 2013, anno in cui si avvierà anche la riforma degli strumenti di sostegno al reddito. Ai dubbi sui profili di applicazione della riforma e alle perplessità sulle scelte politiche delineate si aggiunge la preoccupazione per la assoluta inadeguatezza delle risorse previste dal Governo, 650 milioni di euro, pari ad un quarto della spesa storica degli anni precedenti. Già nelle settimane passate – conclude - sia al tavolo tecnico che a quello politico, abbiamo offerto la nostra riflessione sulle gravissime conseguenze che questa scelta comporterà sui bilanci già taglieggiati delle famiglie, nel momento in cui ancora incerti appaiono i risultati delle scelte compiute sul terreno della crescita”.  
   
   
IMMIGRAZIONE: PRESENTATO PROGETTO PER CORSI GRATUITI DI LINGUA ITALIANA ED EDUCAZIONE CIVICA  
 
Perugia, 26 novembre 2012 – "La conoscenza della lingua italiana rappresenta il primo strumento per favorire l´integrazione di chi decide di realizzare un progetto di vita e lavoro nel nostro paese": lo ha affermato stamani a Perugia la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, in occasione della presentazione del progetto "Dire fare comunicare: corsi gratuiti di lingua italiana ed educazione civica per migranti", finanziato nell´ambito del Fondo Europeo dal ministero dell´Interno per un importo di oltre 327 mila euro. "Attraverso il progetto di cui la Regione Umbria è capofila, con i gli Istituti scolastici sedi dei Centri territoriali permanenti per l´istruzione degli adulti (Cpia), l´Università per Stranieri di Perugia e il Cidis Onlus in qualità di partner - ha precisato Casciari - si vuole promuovere e sostenere un´offerta linguistica qualificata e diffusa sul territorio regionale, favorendo il rafforzamento e la certificazione delle competenze linguistiche dei cittadini stranieri non comunitari e coinvolgendo in particolare le donne e quei soggetti non inseriti nel circuito lavorativo. Nelle precedenti esperienze è stato riscontrato grande interesse per i corsi di ´prossimità´ attivati nei luoghi di lavoro e nelle case delle donne che vi hanno aderito. Un motivo in più per ripetere l´esperienza prevedendo, come in precedenze, un servizio di sostegno alla frequenza dei corsi da parte delle mamme, attraverso l´attivazione di laboratori ludico-didattici per i bambini". "In questo momento di grande fermento sul fronte dell´immigrazione, che diventa sempre più stanziale in particolare nella nostra regione - ha detto la vicepresidente - è opportuno raggiungere il maggior numero di persone possibile, in particolare, quelle più lontane dal circuito dell´informazione, partendo dal presupposto che la conoscenza della lingua italiana agevola anche il lavoro delle imprese che sentono in modo forte questa problematica. Non dimentichiamo - ha detto - che molti incidenti nel settore dell´edilizia avvengono proprio per una cattiva conoscenza della nostra lingua. Grazie alla comunicazione delle iniziative attivate - ha proseguito - alcuni giovani immigrati di seconda generazione, hanno portato le loro mamme a seguire i corsi. Sulla comunicazione e il raccordo stretto tra i partner del progetto, in particolare tra Prefettura e (Cpia), ha invece posto l´accento la dottoressa Silvia Costantini della Prefettura di Perugia, che, alla luce del grande numero di richieste di partecipazione ai corsi, ha sollecitato un rapporto stretto tra le varie realtà coinvolte. Il progetto si articola in 35 corsi di formazione linguistica ed educazione civica strutturati su 3 livelli di conoscenza: corsi di prossimità, propedeutici al livello A1, di 30 ore, corsi di livello A1, di 100 ore, corsi di livello A2, di 80 ore, che saranno realizzati dagli istituti scolastici umbri sedi dei Cpia (ex Ctp) (Perugia, Ponte San Giovanni, Spoleto, Città di Castello, Gualdo Tadino, Foligno, Terni, Narni, Allerona Scalo), dall´Università per Stranieri di Perugia e dal Cidis Onlus. Sono stati programmati anche un servizio di "Lingua 2 on line" e incontri per la cittadinanza finalizzati a promuovere la partecipazione e la conoscenza del territorio e delle sue istituzioni, le modalità di accesso ai servizi socio-assistenziali, la conoscenza dei diritti e dei doveri del cittadino straniero, con particolare riferimento agli obblighi derivanti dall´Accordo di integrazione, nonché la conoscenza del patrimonio artistico e delle tradizioni culturali dell´Umbria. "Tra le novità introdotte - ha concluso la vicepresidente Casciari - c´è il servizio di segretariato sociale in modalità on-line, , attivo 10 ore a settimana e che, in aggiunta ai canali informativi tradizionali rivolti ai cittadini immigrati, fornirà tutte le notizie per l´accesso ai percorsi formativi e anche relative al riconoscimento del titolo di studio conseguito all´estero e per favorire l´accesso ai servizi del territorio nell´ottica di sostenere i migranti nel percorso di integrazione". Alla presentazione del progetto sono intervenuti, la professoressa Lidia Costamagna dell´Università per Stranieri, il direttore del Cidis Alisei, Maria Teresa Terreri, i rappresentanti dei Centri territoriali permanenti, dell´Ufficio Scolastico Regionale e della Prefettura di Perugia.  
   
   
A VILLA UMBRA APPROFONDIMENTO SU LINEE GUIDA PER GLI AFFIDAMENTI A COOPERATIVE SOCIALI  
 
Perugia, 26 novembre 2012 - La Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica ha organizzato, per il giorno 26 novembre alle ore 9, un seminario di approfondimento sulle Linee guida per gli affidamenti a cooperative sociali. I lavori, moderati dal consigliere di Stato Oberdan Forlenza, saranno aperti da Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola. I primi due interventi della giornata approfondiranno rispettivamente le "Linee guida per gli affidamenti a cooperative sociali", grazie al contributo di Andrea Camanzi - Consigliere Avcp - e gli affidamenti alla cooperazione sociale, gli inserimenti lavorativi e le clausole sociali alla luce delle Linee Guida dell´Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, con l´analisi dell´avvocato, esperto in contrattualistica pubblica, Franco Dalla Mura. Seguiranno le relazioni di Andrea Bernardoni, Responsabile Cooperazione Sociale Arcs Legacoop Umbria e di Carlo Di Somma, Presidente Federsolidarierà Confcooperative Umbria. Concluderà i lavori il sindaco di Perugia e presidente Anci Umbria, Wladimiro Boccali.  
   
   
GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE  
 
Torino, 26 novembre 2012 - In occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, che ricorreva domenica 25 novembre, l’assessorato regionale alle Pari opportunità sarà presente in piazza Castello a Torino dalle 10 alle 19 con un gazebo dedicato al progetto Move Up e al servizio di teleassistenza Help Donna. “La Giornata contro la violenza alle donne - afferma l’assessore al Bilancio e Pari opportunità, Giovanna Quaglia - contribuisce a mettere in luce un fenomeno molto diffuso, che nega ancora oggi alle donne pari opportunità e che rappresenta una grande sfida per le istituzioni: dobbiamo far emergere appieno una realtà spesso celata tra le mura di casa e riuscire ad aiutare, in modo concreto, le vittime ad uscire dall’incubo della violenza, evitando le tragedie che, purtroppo quotidianamente, leggiamo sulle cronache dei giornali”. Move up è un progetto promosso dalla Regione per la sensibilizzazione dei giovani e per la prevenzione della cultura della violenza nelle scuole. Si focalizza in particolare sull’uso consapevole delle nuove tecnologie, dal momento che Internet spesso nasconde rischi ed insidie che possono sfociare in fenomeni di discriminazione. Dopo il successo della prima esperienza, che ha raggiunto 105 scuole superiori piemontesi coinvolgendo circa 6.000 studenti, nel corso del 2013 partirà una nuova edizione che allargherà i confini anche alla scuola primaria, secondaria di primo grado e alle agenzie formative. Per tutto il giorno sarà inoltre possibile registrarsi al “numero rosa” attivato dalla Regione attraverso il progetto di teleassistenza “Help Donna”, che ha già ottenuto 6.000 adesioni. Il servizio, realizzato in collaborazione con le Questure di tutte le province, viene attivato gratuitamente sul telefono cellulare: in caso di pericolo basta premere il tasto 5 per pochi secondi per effettuare automaticamente una chiamata rapida ad un Centro servizi dedicato; contemporaneamente vengono inviati sms di avvertimento alle persone di fiducia indicate al momento dell’attivazione. Durante la giornata sarà distribuito anche un depliant con le azioni messe in campo dalla Regione contro la violenza alle donne.  
   
   
PARI OPPORTUNITA´: ACCORDO TRA REGIONE E COMUNI ABRUZZESI  
 
L´aquila, 26 novembre 2012 - Il Protocollo d´intesa per la prevenzione e la eliminazione della violenza contro le donne è stato firmato il 22 novembre, all´Aquila, dall´assessore regionale alle Pari Opportunità, Federica Carpineta e dal Presidente dell´Anci Abruzzo, Antonio Centi. Presentando l´iniziativa, l´assessore regionale ha precisato che la violenza sulle donne, così come definita nella Dichiarazione emanata dalle Nazioni unite nel 1993, è da considerarsi "qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata". Secondo Federica Carpineta, la discriminazione contro le donne viola i principi dell´uguaglianza dei diritti e del rispetto della dignità umana, ostacolando la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale, economica e culturale del loro paese: "la violenza contro le donne rappresenta una grave questione morale che va cambiata in ogni modo, a partire dalle giovani generazioni sulle quali bisogna intervenire attraverso una campagna di sensibilizzazione che potrebbe partire dalle scuole". Oltre ad esprimere una dura condanna contro la discriminazione sessuale, il documento sottoscritto oggi individua alcune misure atte perseguire una politica tendente ad eliminare tale discriminazione adottando ogni misura adeguata, in campo politico, sociale, economico e culturale, al fine di promuovere moderni livelli di parità tra i generi, capaci di prevenire o eliminare gli effetti delle discriminazioni. Carpineta: "bisogna garantire alle donne, soprattutto a quelle che maggiormente vivono in condizioni di discriminazione a causa della razza, delle idee politiche, del credo religioso o delle sfavorevoli situazioni economiche, l´esercizio ed il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali, a partire dal ruolo ruolo di madre fino a quello di rappresentante politico". E parlando di parità di accesso delle donne in politica, l´assessore regionale ha espresso il suo auspicio che la legge sulla parità di genere compia al più presto il suo iter all´interno del Consiglio regionale, diventando legge della Regione Abruzzo.  
   
   
LA VIOLENZA DI GENERE È TRASVERSALE, BISOGNA CAMBIARE IL MODELLO DI RELAZIONE UOMO-DONNA  
 
Firenze, 26 novembre 2012 – “La violenza di genere è trasversale e attraversa tutti i livelli di istruzione, sociali ed economici. Dobbiamo aiutare le donne ad acquisirne consapevolezza e a uscire dal cono di silenzio e di ombra che accompagna fenomeni di questo tipo. Quello che conta è che la violenza di genere non sia individuata come patologia separata dalla fisiologia, noi dobbiamo far sì che cambi il modello di relazione uomo-donna che è l’archetipo che produce deviazione in tutti i settori sociali”. Lo ha detto il 22 novembre l’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca, presentando alla stampa insieme alla vicepresidente della Provincia di Pisa Alessandra Petreri e alle curatrici Daniela Bagattini e Valentina Pedani il Iv rapporto sulla violenza di genere in Toscana. La presentazione pubblica è in programma il 26 novembre a Pisa, all’Auditorium Centro Maccarrone (via Silvio Pellico 6) dalla 9.30 alle 18. “La Regione Toscana ha messo in campo una serie di interventi, non ultimo quello sui codici rosa, che consentono una identificazione del fenomeno e un aiuto alle donne alla denuncia, al racconto e alla consapevolezza. Poi c’è tutto il lavoro delle associazioni, dei punti d’ascolto, dei consultori per contrastare un fenomeno che non dipende da una carenza di cultura o da difficoltà economiche. E questo ci dimostra quanto sia profondo, e quanto ci sia bisogno del superamento di stereotipi. Il lavoro contro la violenza è un elemento riparativo, ma si colloca anche dentro nuove politiche di genere che diano ruolo e riconoscimento alle donne”. L’assessore Allocca ha portato anche l’attenzione sulla sezione del rapporto che analizza gli uomini “maltrattanti”, sulla base di quanti si sono rivolti al “Centro uomini maltrattanti” aperto a Firenze: “Bisogna intervenire – ha detto – per aumentare la consapevolezza anche nell’uomo, ma soprattutto per interrompere la violenza. E’ questa, in base al nuovo approccio che si sta affermando, la finalità centrale, non il mantenimento del rapporto di coppia”. La sintesi del Iv rapporto la offrono le due curatrici, Daniela Bagattini e Valentina Pedani: “Le 5723 donne che si sono rivolte dal 2009 al 2012 ai centri antiviolenza sono donne normali che non hanno caratteristiche particolari, sono istruite, la metà di loro lavora. E subiscono violenza soprattutto all’interno della coppia, questo l’elemento più forte, più importante. Sono donne che denunciano solo in un terzo dei casi, e quando lo fanno lo fanno perché c’è una legge che le supporta. Tendono a denunciare più lo stalking che la violenza sessuale, e hanno più difficoltà a farlo quanto più è forte il legame com l’aggressore. Più sono legate all’uomo che le aggredisce, meno denunciano”. “Il lavoro che fanno i centri antiviolenza – hanno aggiunto Bagattini e Pedani – è un percorso di rimotivazione della donna e ricostruzione dll’identità, che porta a galla anche le violenze rimosse. Svolgendo poi azioni di sensibilizzazione sul territorio, i centri sono un presidio fondamentale per far emergere la violenza sommersa. Il rapporto dimostra che più i centri pubblicizzano quello che fanno, maggiore è il numero di donne che si rivolgono a loro”.  
   
   
BELLESSERE: A MILANO PROMESSA DI MATRIMONIO PER COPPIE DI FATTO ETERO, GAY E LESBO CONVIVENTI SONO OLTRE 1 MILIONE E SI SCAMBIANO LE PROPRIE INTENZIONI ALLA PRESENZA DELL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI PIERFRANCESCO MAJORINO  
 
Milano, 26 novembre 2012 – A Palazzo Litta di Milano le coppie di fatto si sono scambiate la promessa di matrimonio, a conferma di quanto l’unione con la persona amata sia importante per il benessere psicofisico degli italiani, anche se non sancita ufficialmente dal tradizionale vincolo del matrimonio. Molte coppie di fatto si sono già iscritte al Registro delle unioni civili del Comune di Milano inaugurato lo scorso settembre per volere dell’amministrazione guidata dal sindaco Giuliano Pisapia. Altre sono accorse oggi al Palazzo Litta, alla presenza di Federico Montanari (Amministratore Delegato del Gruppo Dermal) esperto di estetica e di benessere della coppia, per scambiarsi la propria “promessa di matrimonio”. Madrina dell’iniziativa la bellissima “diavolita” Melita Toniolo. Era presente, in qualità di invitato, anche Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali e alla Cultura della Salute del Comune di Milano. Sono state circa una ventina le coppie che, vergando una pregiata pergamena, hanno sancito la loro reciproca promessa di matrimonio, a conferma che le coppie di fatto anche in Italia sono molto numerose. A coronamento di questa promessa, Federico Montanari è passato quindi alla lettura del Decalogo del “Bellessere delle Coppie di Fatto”: dieci regole emerse da una ricerca del Centro Studi Dermal su un campione di 800 uomini e donne di età compresa tra 18 e 55 anni, che sanciscono il benessere esteriore ed interiore di due persone che si amano, che magari convivono, ma che non necessariamente si sono ancora sposate ma hanno l’intenzione di farlo. Che siano composte di giovani o anziani, eterosessuali, gay o lesbiche, in Italia le coppie di fatto su scala nazionale sono stimate in circa 1.003.423 (pari al 6,6% delle coppie italiane, secondo gli ultimi dati dell’Istat). La percentuale di coppie non coniugate si alza al 9,4% nel nord-est, l’9% del nord-ovest, flettendo al 6,6% al centro, per precipitare al 3,3% nelle isole e al 2,8% al sud. A Milano, in proporzione, il loro numero si aggirerebbe intorno a 18.000. Http://seriestoriche.istat.it/fileadmin/allegati/famiglie/tavole/tavola_3.2.xls  In Francia, dove è in vigore dal 1999 il Pacs (patto civile di solidarietà), secondo gli ultimi dati dell’Insee (Istituto di statistica francese) le coppie di fatto sono oltre 1 milione. Http://www.lemonde.fr/societe/article/2011/02/08/il-y-avait-1-million-de-pacses-en-france-en-2010_1476613_3224.html  In Spagna dal 2008 anche le coppie dello stesso sesso possono sposarsi. Non esiste una legge statale per le coppie di fatto, è regolato a livello locale. Pioniere sono state la Catalunya, le Canarie e la città di Madrid. Al 1 gennaio 2011 erano 19.643 le coppie spagnole dello stesso sesso sposate. Http://www.rtve.es/noticias/20110910/las-parejas-hecho/458941.shtml  In Germania soltanto le coppie omosessuali possono registrarsi in unioni civili, secondo la legge risalente al 2001. Per le coppie etero l’unica soluzione per unirsi legalmente è il matrimonio. Il matrimonio gay è stato più volte dibattuto ma non è mai stato approvato e non se ne prevede l’affermazione. In Germania secondo il prestigioso quotidiano Die Welt, sono finora state registrate 27.000 unioni civili, 16.000 formate da uomini e 11.000 formate da donne. Http://www.welt.de/politik/deutschland/article110261513/ehegattensplitting-weiter-nur-fuer-heterosexuelle.html  Negli Stati Uniti l´accesso al matrimonio è competenza delegata ai singoli Stati. Attualmente sono nove gli Stati americani in cui è possibile per le coppie dello stesso sesso accedere al matrimonio: Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire, Iowa, New York, Maine, Maryland, il distretto Washington Dc e lo Stato di Washington, quest´ultimo in seguito all´esito di un referendum di ratifica svoltosi il 6 novembre 2012 in coincidenza con il voto per l´elezione del Presidente degli Stati Uniti. In California la legge sulle unioni civili è aperta anche alle coppie eterosessuali. Secondo i dati dell’ultimo censimento usciti nel 2011, le coppie gay e lesbiche sposate negli Usa sono 131.729. Http://www.usatoday.com/news/health/wellness/story/2011-09-27/same-sex-marriages-first-census-count-shows-131729/50571788/1  In Gran Bretagna, il Civil Partnership Act riconosce alle coppie dello stesso sesso la possibilità di vincolarsi in una unione registrata molto simile al matrimonio, in cui i contraenti assumono lo status legale di ´civil partners´. Secondo gli ultimi dati dell’ Office of National Statistics mostra che dal 2005 ci sono state 42.778 unioni civili fra membri dello stesso sesso. Per la Bbc, in Inghilterra sono 4 milioni le coppie che convivono senza essere sposate. Le coppie hanno meno diritti sia di quelle legalmente sposate che di quelle registrate in una civil partnership. Http://www.bbc.co.uk/news/uk-12354670    
   
   
VIOLENZA SULLE DONNE: OLTRE 500 DENUNCE NEL 2011 NEL TRENTINO  
 
Trento, 26 novembre 2012 - Presentati il 22 novembre in Provincia i dati sulle denunce riguardanti violenze commesse sulle donne nel 2011. 506 le denunce connesse a potenziali episodi di violenza di genere, raccolte da Carabinieri e Polizia. Rapportando questa cifra al numero complessivo di donne presenti in Trentino nella fascia 20-64 anni, ovvero circa 160.000, si arriva a circa 3 denunce ogni 1000 donne. Circa due terzi delle denunce raccolte contiene un solo reato, mentre il rimanente include due o più reati. I reati più diffusi: minacce (182), ingiurie (121), lesioni personali (110). 75 i casi di molestie, 61 i maltrattamenti in famiglia, 30 le violenze sessuali tentate o consumate. In 211 casi l´autore della violenza è il partner, in assoluto il primo autore di violenze. Solo il 13% delle denunce riguardano atti di violenza commessi da persone sconosciute alla vittima. Il 75% delle vittime sono di cittadinanza italiana, il restante 25% non italiana. I dati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato l’assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Beltrami Giovanazzi, Filomena Chilà per il Commissariato del Governo, Annamaria Maggio, primo dirigente della Polizia di Stato, il comandante provinciale dei carabinieri Maurizio Graziano. Ed inoltre: il dirigente dell´Agenzia per la famiglia Luciano Malfer, Daniela Borra del Servizio politiche sociali e Cristiano Vezzoni, ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell´Università degli studi di Trento. La raccolta delle denunce per reati ascrivibili a casi di violenza di genere, effettuata dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere, rappresenta l’esito di una collaborazione tra Provincia, Commissariato del Governo e Forze dell’ordine, sancita formalmente lo scorso 24 luglio con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa “Per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere in Provincia di Trento”. La raccolta dei dati è avvenuta con la supervisione scientifica del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento e rappresenta una delle primissime esperienze in tal senso a livello nazionale. "Due i problemi fondamentali che si incontrano su questo terreno delicato - ha detto l´assessore Beltrami - la scarsità di dati e il mancato coinvolgimento della società civile. Su entrambi i fronti il Trentino, con questa ricerca, dimostra di avere qualcosa da dire. Il cammino, comunque, continua: a gennaio il protocollo con cui è partita la collaborazione fra i diversi attori sarà esteso anche alla polizia locale, ed entro la fine dell´anno verranno istituite le case rifugio previste per legge, sette alloggi per circa una ventina di posti letto, prevedendo di ospitare anche bambini. Inoltre andremo a fare maturare una ulteriore proposta per la presa in carico di alcune categorie particolarmente fragili, come le donne vittime della tratta." Vediamo ancora qualche dato, rimandando per i dettagli alla tabella allegata. Le denunce presentate ai Carabinieri sono state 396, 110 quelle presentate alla Polizia. Nell´87% dei casi la denuncia è stata presentata dalla vittima; solo una denuncia su 10 è partita d´ufficio o è stata presentata da altri. La distribuzione delle denunce sul territorio non è dissimile da quella della popolazione femminile (nella fascia tra i 20 e i 64 anni). Ciò indica una certa proporzionalità territoriale nell’incidenza di questo tipo di denunce e il fatto che la violenza di genere è un fenomeno presente in ogni zona del Trentino. Il fenomeno della violenza di genere è comunque presente trasversalmente per tutte le fasce di età. Le denunce rappresentano naturalmente solo la punta di un iceberg: su scala europea e nazionale si stima che esse riguardino appena il 6-7% del totale delle violenze di genere, e il Trentino non si discosta significativamente dalla media nazionale. Esiste, insomma, un universo nascosto, che fatica a venire alla luce, per complessi ordini di ragioni, anche culturali. Nel corso della conferenza stampa sono stati inoltre illustrati da parte del Servizio per le politiche sociali e abitative i dati relativi alle utenti delle organizzazioni che gestiscono servizi finanziati ai sensi delle leggi sulle politiche sociali che si occupano di fenomeno della violenza sulle donne. Erano presenti i rappresentanti degli Enti istituzionali e del Terzo settore componenti del Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza. I dati sono relativi ai nuovi accessi nel 2011. Per quanto riguarda di servizi residenziali (Casa della giovane, casa padre Angelo, Famiglia materna, Punto d´approdo, Alfid) sono stati complessivamente 48. Per quanto riguarda i servizi non-residenziali, 46 per l´Alfid e 189 per il Centro antiviolenza. Si conferma anche qui che nella maggior parte dei casi l´autore della violenza è il marito/partner. Più della metà dei nuovi accessi è costituito da donne coniugate e/o conviventi. Il trend che emerge, nel corso degli anni, è fino ad oggi abbastanza lineare. Preoccupa il fatto che ancora molte donne faticano a sporgere denuncia, vuoi per timore dello stigma sociale, vuoi anche, come sottolineato dalla Consigliera di parità Eleonora Stenico, per sfiducia nei confronti del sistema della giustizia, unita alla paura di eventuali ritorsioni. Per quanto riguarda le denunce sui luoghi di lavoro, ad esempio, "credo che i dati siano sottostimati - ha detto la Stenico - a causa della pesante soggezione che le lavoratrici vivono nei confronti del datore di lavoro." Un´altra "pista" possibile emersa nel corso del dibattito riguarda gli uomini autori delle violenze. Secondo la Commissione per le pari opportunità è necessario mettere in campo iniziative anche nei loro confronti, vincendo se necessario le ovvie resistenze, compresa quella a riconoscere l´esistenza stessa di una violenza in un comportamento che molti, purtroppo, continuano a considerare "normale".  
   
   
VIOLENZA DI GENERE, AUMENTANO ANCORA GLI ACCESSI AI CENTRI ANTIVIOLENZA TOSCANI  
 
Firenze, 26 novembre 2012 – Aumenta ancora il numero di donne che in Toscana si rivolgono ai Centri antiviolenza. Ma resta purtroppo ancora troppo basso quello di coloro che trovano il coraggio di denunciare. Il Iv rapporto sulla violenza di genere in Toscana, presentato stamattina a Firenze dall’assessore al welfare e alle pari opportunità Salvatore Allocca e dalla vicepresidente della Provincia di Pisa Alessandra Petreri, conferma la tendenza osservata nei precedenti rapporti, quindi una crescente volontà delle vittime di uscire allo scoperto. Ma, come hanno spiegato le due ricercatrici che hanno curato il volume, Daniela Bagattini e Valentina Pedani, è soltanto la classica punta dell’iceberg dato che il ‘sommerso’ è ancora molto consistente. Secondo il rapporto sono state 5.723 le donne che, dal 1 luglio 2009 al 30 giugno 2012, si sono rivolte a una delle 25 strutture toscane che svolgono attività di Centro antiviolenza. In generale si tratta di donne con un titolo di studio più alto della media (più della metà possiede almeno il diploma di scuola superiore, il 13% è laureata), hanno un’età variabile (più bassa per le straniere che risultano essere circa il 30-35% di coloro che si rivolgono ai centri) e hanno un’occupazione più o meno stabile (hanno un lavoro stabile il 38% delle straniere ed il 48% delle italiane). Più della metà delle donne straniere (55,4%) è sposata, rispetto al 41,4% delle italiane; quasi 7 su 10 tra le straniere vive col proprio partner (si scende a 5 su 10 per le italiane). Riguardo al periodo preso in considerazione dal rapporto, 1 luglio 2011-30 giugno 2012, le donne che si sono rivolte ai centri sono state 2033 (quasi 100 in più rispetto alla rilevazione del Iii rapporto), di queste più di 6 su 10 ci sono arrivate in maniera autonoma, il restante segnalato da altri servizi (consultori, forze dell’ordine, pronto soccorso, servizio sociale). Rilevante la differenza, riguardo all’accesso, in base alla nazionalità: oltre 7 italiane su 10 lo hanno fatto in modo diretto mentre questo è avvenuto soltanto per la metà delle straniere. Inoltre più di 6 donne su 10 hanno avuto accesso ai centri dopo essersi prima rivolte ad altri servizi. A questo proposito va segnalato che sono soprattutto le donne straniere ad aver avuto contatti con altri servizi prima dell’accesso al centro (70,2%), contro il 58,8% delle italiane. Con riferimento al tipo di violenza e di aggressore, l’81,7% delle donne straniere che subiscono violenza fisica ha come aggressore il proprio partner. Il proprio partner è inoltre colui che compie violenza sessuale nel 45,1% delle utenti italiane che ne parlano e per il 62,5% di quelle straniere. Ex partner e parenti sono colpevoli del 37% delle violenze sessuali subite dalle italiane. Lo stalking si conferma come tipo di violenza tipica dell’ex partner, anche se con sensibili differenze tra utenti italiane e straniere, dove queste ultime lo subiscono anche dal partner attuale. Un tema drammatico è quello della “violenza assistita”: il 58,2% delle donne italiane ed il 67,2% delle straniere hanno figli che assistono alla violenza. Dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2012, sono stati oltre 4mila i ragazzi che hanno visto la madre subire un qualche tipo di violenza tra le mura domestiche, di questi quasi 3 su 4 sono minorenni. Un’occhiata anche ai servizi richiesti dalle donne che si rivolgono ai centri. Nel 60% dei casi ci si va per avere informazioni. Le altre richieste più frequenti: consulenza legale (40%), assistenza (38%), ascolto (36%). Infine la denuncia. Nel periodo preso in considerazione dal rapporto è leggermente calato (rispetto alla precedente rilevazione) il numero di utenti che hanno sporto denuncia: 463 contro 481. Complessivamente risulterebbero quasi 1300 le utenti che hanno deciso di non farla e 41 le denunce ritirate. Altri due dati emergono: sono soprattutto le donne straniere a sporgere denuncia, 31,1% contro il 25,2% delle italiane e la propensione a farlo aumenta se alla violenza assistono dei figli. Infine l’elemento di fondo, che conferma quanto già rilevato nei precedenti rapporti: quanto più il legame tra vittima e aggressore è stretto tanto più bassa è la propensione a denunciare.  
   
   
IMPRENDITORIA FEMMINILE: NUOVO COMITATO E ULTIME INIZIATIVE  
 
Bergamo, 26 novembre 2012 - Nel corso della riunione di insediamento del Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile le componenti intervenute hanno nominato come presidente la signora Ida Rocca, che nel Comitato rappresenta l’Associazione Artigiani di Bergamo e come vice-presidenti la signora Cinzia Sirtoli, in rappresentanza di Agci (Associazione Generale Cooperative Italiane), e la sig.Ra Maria Luisa Bertuletti, rappresentante di Apindustria. Con l’ingresso nello scorso mandato, della Fai (Federazioni Autotrasportatori Italiani), anche Federmanager ha oggi una sua rappresentante al tavolo dell’imprenditoria femminile provinciale. Sono quindi 18 le Associazioni di Categoria/organizzazioni Sindacali che fanno parte del nuovo mandato del Comitato, sempre più espressione dell’intero mondo imprenditoriale, associativo e sindacale provinciale. Tra le iniziative promosse dal Comitato, si segnala il ciclo di incontri “Strumenti a disposizione delle micro, piccole e medie imprese per organizzare la ripresa” che ha preso il via la scoprsa settimana. Questi i prossimi appuntamenti: - Finanza aziendale e finanza personale: il giusto mix di fonti di finanziamento (22/11) - I nuovi servizi bancari: i mezzi di incasso, di pagamento e l’operatività on line (26/11) - Il governo e la gestione dei rischi personali e aziendali: come proteggersi e creare valore in azienda (28/11) - Crescere all’estero: rischi, opportunità e strumenti finanziari di regolamento internazionale (05/12) - Ricreare il clima aziendale: motivarsi e motivare per ripartire e cogliere nuove opportunità di crescita (11/12). Gli incontri si terranno, dalle ore 19.00 alle ore 22.00, nella Sala Consiglio del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni, in via Petrarca 10 a Bergamo. Lunedì 3 dicembre si terrà il seminario “Lo Statuto delle Imprese a un anno dalla sua entrata in vigore: approfondimenti e aggiornamenti”. L’evento sarà un’occasione per le imprese e per tutte le Organizzazioni di categoria di approfondire la conoscenza dei contenuti dello Statuto e degli sviluppi che lo stesso ha già avuto nel corso di questo primo anno dalla sua entrata in vigore. Per informazioni sul Comitato e sulle sue iniziative contattare Bergamo Sviluppo - Azienda Speciale della Cdc di Bergamo - tel. 0353888011 - fax 035247169  e-mail: campana@bg.Camcom.it   
   
   
CONCLUSO IL PROGETTO FSE "GENDER PAY GAP: BUONE PRASSI E MODELLI DI SPERIMENTAZIONE"  
 
 Bolzano, 26 novembre 2012 - Con il seminario "Il lavoro delle donne - perché converrebbe vallorizzarlo sia economicamente che socialmente", tenutosi nel tardo di , giovedì 22 novembre 2012 alla Kolpinghaus di Bolzano, si è concluso il progetto Fse "Gender pay gap: buone prassi e modelli di sperimentazione". Presentati gli esiti del rapporto di ricerca e le azioni di sensibilizzazione svolte. Il progetto Gender pay gap: buone prassi e modelli di sperimentazione" è un progetto cofinanziato dal Fondo sociale europeo e dalla Provincia e gestito dall´Associazione Rete donne-lavoro di Bolzano, in partenariato con l´Assessorato al lavoro e alle pari opportunità con la collaborazione della Consigliera provinciale di parità Simone Wasserer e con l´Afi-ipl (Istituto per la promozione dei lavoratori). Come ha ricordato l´assessore provinciale al lavoro e pari opportunità Roberto Bizzo introducendo i lavori, il tasso di occupazione femminile, in provincia di Bolzano, nel 2012, nella fascia di età 15-64 anni, è pari al 67,8 per cento (fonte Astat), aumentata ulteriormente rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, come ha proseguito, le disparità tra uomini e donne persistono a vari livelli e non è solo nel differenziale retributivo che si misura la discriminazione: tassi di occupazione e disoccupazione, accesso a posti di responsabilità, conciliazione tra vita lavorativa e privata, condivisione del lavoro domestico e di cura, rischio di incorrere in situazioni di povertà economica con conseguente esclusione sociale, reiterarsi di stereotipi penalizzanti sono tutti fattori che vanno costantemente monitorati. Come ha detto l´assessore Bizzo: "È impegno del nostro assessorato alle Pari opportunità promuovere a vari livelli azioni volte a superare le disparità di genere e promuovere il miglioramento della condizione lavorativa delle donne." Elena Morbini, coordinatrice del progetto, ha presentato le varie fasi in cui si è articolato lo stesso. Oltre al rapporto di ricerca quantitativo sulla situazione del personale femminile nelle imprese con oltre 100 dipendenti in provincia di Bolzano, vi è stata anche una fase di sensibilizzazione nelle scuole superiori e nei centri giovanili, perché è proprio dal sensibilizzare le giovani generazioni sulla questione del "gender", come ha detto, che si può e si deve partire per proporre azioni positive di lotta agli stereotipi e una fase di diffusione della cultura di genere per incidere sui vari aspetti che contribuiscono a determinare discriminazioni lavorative per le donne . La consigliera di parità Simone Wasserer ha sottolineato come grazie al progetto sia stato possibile mettere a disposizione delle aziende un software bilingue on-line sul sito della Rete civica per le imprese con oltre 100 dipendenti che ogni due anni sono chiamate per legge a redigere un rapporto sulla situazione del personale in ottica di genere (come previsto dall´Art. 46 del Codice delle pari opportunità". Wasserer ha evidenziato come "fino al 2010 la compilazione del rapporto era esclusivamente cartacea, mentre da quest´anno - grazie anche alla fattiva collaborazione con la Consigliera di parità lombarda - è stato possibile mettere a disposizione delle imprese uno strumento moderno per la compilazione, corredato anche da una pratica guida per la compilazione, che ha sicuramente reso più facile il lavoro delle imprese obbligate alla compilazione dei rapporti sul personale. "Dai dati ricavati dall´ultima indagine quantitativa desumibile proprio da questi rapporti risulta - ha sottolineato Silvia Vogliotti dell´Afi-ipl che con Heidi Flarer si è occupata della ricerca - che le donne altoatesine sono il 32% dei dipendenti delle imprese private con oltre 100 addetti, ma appena il 12% dei dirigenti". "L´occupazione temporanea investe maggiormente il mondo del lavoro femminile che non quello maschile: infatti il contratto a tempo determinato riguarda il 79% delle donne ma il 95% degli uomini, mentre il contratto a termine interessa il 20,1% delle donne e solo il 13,1% degli uomini" ha proseguito Vogliotti. "Dai dati elaborati risulta quindi che gli uomini altoatesini godono maggiormente di una stabilizzazione del contratto (8 stabilizzazioni su 10 sono a favore di uomini), mentre le donne sono spesso coinvolte in cambiamenti di orario per poter conciliare al meglio le loro esigenze familiari con quelle lavorative. Altro dato che conferma una evidente precarietà dei rapporti di lavoro femminili è quello relativo alle assunzioni e ai licenziamenti/dimissioni: le donne rappresentano il 44% delle nuove entrate ma anche il 41% delle uscite (sia per licenziamento, dimissione o per altri motivi)" ha concluso Vogliotti. Lucia Rizzieri, pedagogista, ha riportato i risultati della fase rivolta a sensibilizzare ragazze e ragazzi di alcune Scuole medie superiori e Centri giovanili, in modo da promuovere la consapevolezza sulle differenze di genere nel lavoro, per la lotta agli stereotipi che concorrono a generare differenziali retributivi, con un percorso specifico sul riconoscimento del lavoro e del suo valore anche economico. Franca Toffol, Vicepresidente della Commissione provinciale pari opportunità ha chiuso i lavori sottolineando come sia importante che "i risultati del progetto vengano diffusi, costituendo la base per una vera e propria azione di mainstreaming di genere delle politiche locali". Come ha proseguito, sono ancora troppe le donne altoatesine fuori dal mercato del lavoro non per loro scelta, ma per impossibilità di conciliare la sfera familiare con quella lavorativa, e sono ancora troppo poche le donne in ruoli decisionali anche nelle imprese private.