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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Luglio 2014
BOLZANO: BANDA LARGA, INTERNET VELOCE CON LA FIBRA OTTICA A NOVA PONENTE  
 
Bolzano, 8 luglio 2014 - Anche a Nova Ponente, tra breve, sarà possibile accedere alla rete a banda larga disponendo così di collegamenti internet ad alta velocità. L´ufficio provinciale infrastrutture per telecomunicazioni ha infatti assegnato i lavori per cablare con la fibra ottica il tratto compreso fra Laives e Nova Ponente. Il bando per la realizzazione del tratto Laives-nova Ponente della rete provinciale di telecomunicazioni è stato avviato durante lo scorso anno e ora, dopo gli scavi e la realizzazione delle tubazioni, si tratta di posare i cavi in fibra ottica, la struttura fondamentale per consentire a imprese e famiglie di accedere a collegamenti internet ad alta velocità. La gara riguardante quest´ultima parte dei lavori si è conclusa nei giorni scorsi: fra le sette aziende che hanno partecipato al bando, l´offerta più adeguata è stata giudicata quella di Telefonia Alto Adige Spa. L´impresa bolzanina ha presentato un´offerta di 91mila euro per lo svolgimento dell´opera a fronte di un importo a base d´asta pari a 138.500 euro  
   
   
IN IRPINIA LA PRIMA RETE DI ARTIGIANI DIGITALI L’INIZIATIVA PROMOSSA DA CONFARTIGIANATO AVELLINO RIUNISCE PROFESSIONISTI OPERANTI NELL’IMPIANTISTICA DI SETTORE  
 
Avellino, 7 luglio 2014 -Nasce in Irpinia la rete degli artigiani digitali. N’è protagonista la Confartigianato di Avellino che dà il via, su scala campana, alla prima categoria di settore operante nel circuito dell’associazione di categoria. Un network di professionisti, legati alla manifattura digitale, che raggruppa in un unico sistema operatori di elettronica, reti internet, fibra ottica, banda larga, video-sorveglianza nonché tecnici di impianti televisivi ultramoderni. Per accreditare e consolidare i maker dell’innovazione, l’Ente di Galleria Ciardiello ha messo in piedi una significativa manovra formativa, realizzando in provincia un tour seminariale che si concluderà venerdì 18 luglio a Lioni. Molteplici gli argomenti oggetti di studio: dalle diverse tipologie di segnali digitali alla fibra ottica come mezzo di trasmissione di innumerevoli piattaforme tecnologiche. Sotto esame anche la banda larga con un particolare focus sulle connessioni di decoder e televisori tramite apparati wireless. Ogni fase d’aula è stata arricchita da un training pratico con diversi stage legati alle tematiche didattiche. “Oggi il mondo digitale – spiega Ettore Mocella, presidente di Confartigianato Avellino - ha uniformato ed unito tutte le piattaforme tecnologiche che fino a ieri erano distinte e separate. Per cui operare in uno di questi comparti, permette di poter ampliare la propria professionalità verso molteplici altre tecnologie”. “Un settore, quello dell’artigianato digitale – continua – che sul territorio provinciale risulta positivamente in controtendenza, facendo registrare un saldo attivo nella demografia d’impresa”. “E ciò comprova – aggiunge – una importante domanda di lavoro proporzionale alla tecnologia domestica che vive una costante evoluzione. In più, avere in loco una expertise di operatori tecnologici può permettere di colmare il digital divide, facendo così uscire dall’isolamento le nostre aree interne che possono, così, dotarsi di infrastrutture immateriali essenziali, oggi più che mai, per lo sviluppo del sistema economico”. “Da qui l’importanza di un ciclo corsuale – prosegue – per fornire un reale contributo di crescita e con cui, dunque, abbiamo voluto formare ed aggiornare professionalità in grado poi di presentare sul mercato servizi sempre più interessanti ed al passo coi tempi”. “Ora l’obiettivo – conclude Mocella – sarà quello di allargare il network, mettendo in rete tutti i tecnici che gravitano, a livello regionale, in Confartigianato”.  
   
   
IL TRIBUNALE ANNULLA L’ISCRIZIONE DI UN ISTITUTO UNIVERSITARIO NELL’ELENCO DELLE ENTITÀ INTERESSATE DALLE MISURE RESTRITTIVE CONTRO L’IRAN  
 
Lussemburgo, 7 luglio 2014 - La Sharif University Technology (Sut) è un istituto d’istruzione superiore e di ricerca situato a Teheran, in Iran. Fondato nel 1966, è specializzato nei campi della tecnologia, dell’ingegneria e delle scienze fisiche. Il Consiglio ha adottato misure restrittive (congelamento dei fondi) nei confronti della Sut per il motivo seguente: «La Sharif University of Technology (…) aiuta entità designate a violare le disposizioni delle sanzioni dell´Onu e dell´Ue nei confronti dell´Iran e sostiene direttamente le attività nucleari sensibili in termini di proliferazione dell´Iran. Da fine 2011 la Sut ha fornito laboratori destinati ad essere usati dall´entità nucleare iraniana Kalaye Electric Company (Kec) designata dall´Onu e dall´Iran Centrifuge Technology Company (Tesa) designata dall´Ue» . La Sut ha chiesto l’annullamento dell’iscrizione nell’elenco dei soggetti colpiti dalle misure. Con la sua sentenza odierna, il Tribunale accoglie il ricorso di annullamento . Il Tribunale dichiara che il Consiglio ha commesso un errore manifesto di valutazione e che non ha assolto l’onere della prova cui è soggetto. A tal proposito, rileva che un certo numero di documenti giustificanti l’iscrizione della Sut sono stati comunicati alla stessa soltanto dopo la scadenza del termine di ricorso. Inoltre, i documenti comunicati dal Consiglio non contengono alcuna informazione o elemento ulteriori rispetto al contenuto degli atti impugnati (i passaggi omessi in alcuni di essi non riguardano la Sut). Infine, se è vero che il Consiglio ha, a suo giudizio, tenuto conto di altre informazioni contenute in un altro documento riservato separato, il Tribunale rileva che lo Stato membro che ha avanzato la proposta di iscrizione e che ha fornito tali informazioni si oppone alla loro divulgazione, in tutto o in parte. Il Tribunale constata quindi che il Consiglio si trova nell’impossibilità di fornire ulteriori elementi oltre a quelli già noti alla Sut e che non ha addotto alcun elemento che giustifichi l’impossibilità di divulgare le informazioni riservate. I motivi indicati dal Consiglio negli atti impugnati (i soli sui quali il Tribunale può basarsi) non contengono alcun indizio che corrobori le affermazioni del Consiglio: non provano né che la Sut abbia messo a disposizione della Kec e della Tesa dei laboratori né che tali laboratori potrebbero essere in qualche modo utili alle loro attività nucleari. Infine, l’affermazione secondo cui la Sut aiuterebbe le entità Kec e Tesa a violare le misure restrittive adottate contro l’Iran o sosterrebbe in modo diretto le attività nucleari iraniane non è suffragata da alcun elemento. Il Tribunale, tuttavia, limita gli effetti della sua sentenza ad un periodo di due mesi dalla data della pronuncia. Ritiene, infatti, che l’interesse della Sut ad ottenere l’annullamento immediato della sua iscrizione debba essere bilanciato con l’obiettivo di interesse generale perseguito dall’Unione in materia di misure restrittive. Un annullamento immediato permetterebbe alla Sut di riacquisire subito i fondi congelati. Orbene, una nuova iscrizione della Sut non può essere esclusa a priori, giacché il Consiglio ha la possibilità di iscriverla nuovamente sulla base di motivi giuridici sufficientemente fondati. Pertanto è necessario concedere al Consiglio un termine di due mesi per permettergli di rimediare alle irregolarità riscontrate, in particolare fornendo prove sufficienti a sostegno dei motivi di iscrizione della Sut.  
   
   
TRENTINO E TIROLO, SI AMPLIA LA COOPERAZIONE SCOLASTICA  
 
Trento, 8 luglio 2014 - Il “nuovo europeismo” che muove la proposta dell’Euregio e di cui si è parlato sabato scorso alla Giornata europea di Castel Presule, in Alto Adige, passa anche attraverso i giovani e la scuola, ed è proprio a margine del convegno che il Presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e il Landeshauptmann del Tirolo Günther Platter hanno voluto rilanciare, con la firma di un protocollo d’intesa, la cooperazione scolastica già esistente tra i rispettivi territori, estendendola agli studenti e docenti delle scuole superiori. Un accordo-quadro che contiene molti elementi d’innovazione (a partire dallo scambio di studenti già a partire dal terzo e quarto anno delle superiori), certamente sperimentale sotto il profilo pedagogico (ai ragazzi che si recheranno ad Innsbruck verrà chiesto di certificare al rientro, secondo parametri europei, un livello linguistico superiore a quello in entrata), ma che, soprattutto – come spiega Ugo Rossi – “interpreta appieno lo spirito che sta dentro il contributo che i territori dell’Euregio vogliono offrire alla costruzione di una nuova idea di Europa delle Regioni”. L’intesa, che dovrà ora essere definita nei contenuti, potrebbe dunque portare già a partire dal prossimo anno scolastico al coinvolgimento nel progetto di alcuni istituti “pilota” trentini e tirolesi di diversa tipologia (licei, istituti tecnici, centri di formazione professionale). La partenza del progetto è del resto facilitata dai contatti e incontri a livello di dirigenti già avviati da alcuni istituti superiori trentini con le scuole partner di Innsbruck. Quattro sono i livelli intorno ai quali si svilupperà l’Accordo programmatico firmato sabato da Rossi e Platter; per ciascuno di essi si prevedono scambi sia di breve durata (da una a due settimane) che di lunga durata (da 3 mesi a 1 anno scolastico): a. Scambio individuale tra studenti secondo un rapporto uno a uno con soggiorno in famiglia; b. Scambio settimanale di classe; c. Scambio docenti (nella forma della compresenza in aula con un collega della stessa materia); d. Organizzazione comune di eventi culturali e seminari ad hoc. “Come Provincia autonoma di Trento, ma la stessa cosa farà il Land del Tirolo – anticipa il presidente Rossi - intendiamo sostenere finanziariamente alcuni dei livelli di scambio previsti prevedendo un aiuto economico per le famiglie che ospitano un ragazzo e per il soggiorno dei docenti.”  
   
   
SCUOLA REGIONE LOMBARDIA INNOVA IN FORMAZIONE  
 
Milano, 8 luglio 2014 - "Valutazione e innovazione devono essere parametri per essere riconosciuti come scuole del Sistema pubblico e Regione Lombardia, che ancora una volta si conferma all´avanguardia grazie anche a questa proposta formativa, intende sempre più legare i finanziamenti alla libertà di scelta educativa e ai programmi". Così l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea alla presentazione del ´Corso di Alta Formazione in direzione e gestione delle scuole paritarie degli Istituti religiosi´. Presenti i direttori scientifici del corso, Marco Grumo e suor Anna Monia Alfieri, e il direttore dell´Ufficio scolastico regionale Francesco De Sanctis. Qualificare Il Patrimonio Educativo - "È infatti necessario - ha detto l´assessore Aprea - qualificare sempre meglio il patrimonio educativo delle scuole paritarie, per garantire un´offerta davvero di livello alle famiglie che scelgono questa opportunità". "Ecco perché - ha aggiunto l´assessore - abbiamo aderito con entusiasmo all´iniziativa e abbiamo messo a disposizione le nostre competenze tecniche per sostenere questo percorso unico nel panorama formativo nazionale". "Sarà l´occasione - ha spiegato l´assessore Aprea - per confrontarci, come Regione, in una sede neutra sui principi della scuola". Nuova Sussidiarietà - "Regione Lombardia avverte la necessità - ha detto l´assessore Aprea - di definire un nuovo patto, come già fatto per il lavoro, che ridefinisca una sussidiarietà, tutta regionale, in grado di eliminare ogni barriera, comprese quelle tra scuola pubblica e paritarie". Il Corso - Il corso per formare i futuri manager degli Istituti paritari è un´iniziativa promossa da Alta Scuola Impresa e Società (Altis) dell´Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l´Assessorato all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia e l´Ufficio scolastico regionale per la Lombardia. Direttore scientifico è il professor Marco Grumo, docente di Economia aziendale in Cattolica e direttore della Divisione non profit e impresa sociale di Altis, con suor Anna Monia Alfieri, docente di Altis. "Le scuole paritarie sono chiamate - ha spiegato Marco Grumo - a nuove radicali sfide che impongono un rafforzamento e un ampliamento delle competenze della dirigenza, sia essa laica o religiosa". "Con questo corso - ha aggiunto - forniremo le conoscenze utili a muoversi in contesti sempre più di mercato". L´ufficio Scolastico Regionale - "Come Ufficio scolastico regionale - ha spiegato il direttore Francesco De Sanctis - vediamo in questa proposta una assoluta novità sul fronte della formazione che si preparano a gestire e a operare nella scuola. Si tratta di un´occasione davvero nuova, cui guardiamo con grande favore". Educazione Cattolica E Nuovo Partenariato - "Come Regione - ha detto l´assessore Aprea - confermiamo e ribadiamo il valore del ´Buono scuola´, della ´Dote scuola´ e il sostegno alla grande tradizione dell´educazione cattolica, che mette in discussione la stessa formazione del suo management e lo fa condividendo questo innovativo percorso, che si svolgerà dall´8 novembre 2014 al 18 luglio 2015 e che riafferma la necessità di tutti di riconoscersi in un nuovo partenariato". Regione Che Anticipa Sul Versante Formativo - "Proprio come abbiamo aperto ´Generazione Web´ anche alle scuole paritarie - ha concluso l´assessore Aprea - così guardiamo con piacere a questo nuovo corso, che ci consente di pensare con maggiore fiducia al nuovo anno scolastico e con l´orgoglio di essere, ancora una volta, la Regione che sa anticipare un modello formativo".  
   
   
TRENTO: SCUOLA: VIA LIBERA ALL´APRAN PER LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI  
 
Trento, 8 luglio 2014 - Il miglioramento del sistema scolastico trentino - uno dei cardini della nuova legislatura - passa anche attraverso la stabilizzazione dei precari. E´ questo il senso della deliberazione approvata ieri dalla Giunta provinciale su proposta del presidente Ugo Rossi. Il provvedimento, infatti, dà mandato all´Apran, l´agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale, di firmare il nuovo contratto del personale docente così come è stato siglato, l´11 giugno scorso, con le organizzazioni sindacali. Un passaggio che a sua volta fa seguito alla firma dello scorso maggio quando il protocollo con i sindacati ha definito la realizzazione di un piano di miglioramento della qualità del sistema scolastico e formativo, anche attraverso la stabilizzazione del personale, da avviare a partire dal nuovo anno scolastico 2014/2015. Alla Giunta il presidente Rossi ha voluto anche anticipare le prossime tappe del percorso legato al miglioramento del sistema scolastico. La deliberazione odierna approva dunque il contratto per le scuole primarie e superiori, la settimana prossima toccherà alle materne. Oggi poi sono state determinate, in base alla proiezione delle iscrizioni, le sezioni e di conseguenza i numeri dei docenti. Entro il 21 luglio verranno rese note le direttive generali per la determinazione del fabbisogno di docenti arrivando alla definizione della cosidetta "dops", ovvero la pianta organica speciale che consentirà l´ampliamento del numero dei docenti stabilizzati e quindi in ruolo. In questa fase saranno disponibili per tipologia di scuola e classe di concorso i numeri dei docenti stabilizzati (circa 500 quelli stimati dal Protocollo). In via prevalente, il personale da immettere in ruolo verrà chiamato per il 50% dalle graduatorie provinciali concorsuali vigenti, e per l´altro 50% dalle graduatorie per titoli . Esauriti quelli vecchi, i nuovi concorsi inizieranno ad essere banditi nel prossimo biennio, anche in ragione del turn over. Questi passaggi saranno oggetto di condivisione con le parti sindacali. Infine, dal 29 luglio all´8 agosto il momento delle assunzioni: il 29 e 30 luglio si parte con il sostegno e la scuola primaria, mentre dal 5 all´8 agosto sarà il turno delle medie e delle superiori. Con l’autorizzazione all’Apran alla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo di modifica del contratto del personale docente della scuola, si definiscono le azioni di sostenibilità della spesa nel settore dell´istruzione, per consentire un recupero di risorse che permetterà di avviare, a partire dal prossimo anno scolastico, il piano straordinario pluriennale di stabilizzazione dei docenti, nonché il riconoscimento degli scatti stipendiali maturati nel 2012. Il contratto si caratterizza per il tema della stabilità professionale del corpo docente, per quello della continuità didattica che prevede il permanere per almeno tre anni nella sede di insegnamento e nella possibilità di accesso ai ruoli anche ai giovani laureati grazie al meccanismo di accesso per metà da graduatoria e metà da concorso. Ricordiamo che tra le principali misure contrattuali introdotte vi è il recupero della flessibilità nelle attività con e per gli studenti mediante l’unificazione delle ore destinate alle attività collegiali funzionali all’insegnamento ed alle attività di potenziamento formativo in un unico monte ore di 120. Un’altra misura introdotta nell’accordo è la riorganizzazione dell’attività di vigilanza mensa nella scuola secondaria di primo grado, che potrà – con l’anno scolastico 2015/2016 – essere resa al di fuori della didattica frontale dei docenti. Parte dei risparmi attuati con questo intervento saranno riassegnati a potenziare l’organico per situazioni di complessità, quali Bes e alunni stranieri. Anche alle lingue straniere è dedicato un organico specifico, che consentirà di potenziare l´insegnamento. Infine l’ipotesi di accordo prevede anche l’impegno della Provincia, già a partire dall’anno scolastico 2015/2016, quindi con l’anticipazione di un anno su quanto convenuto nel Protocollo, ad effettuare una verifica con le parti sociali sulla consistenza effettiva delle economie realizzate dalla manovra contrattuale per assegnarle, nell’eventualità, a misure di supporto all’incentivazione della flessibilità oraria del personale docente.  
   
   
LIGURIA: UNIVERSITÀ ATTIVA CORSI PAS PER INSEGNANTI  
 
Genova, 8 Luglio 2014 - L´università degli Studi di Genova ha deliberato di anticipare all´anno accademico 2014/2015 l´attivazione delle classi inizialmente previste per l´anno accademico 2015/2016 dei percorsi abilitanti speciali-cosiddetti corsi Pas-percorsi abilitanti speciali, di durata annuale, per il conseguimento dell´abilitazione all´insegnamento nella scuola dell´infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Il provvedimento dell´Ateneo genovese rappresenta un´inversione di tendenza molto apprezzata in Regione Liguria. "Le procedure stavano effettivamente andando troppo lente, rispetto a altre regioni, con il rischio che i nostri docenti coinvolti nei Pas, si trovassero, di fatto, preceduti nelle iscrizioni da quelli già licenziati nelle altre realtà italiane", afferma l´assessore alla Formazione e Istruzione della Regione Liguria Pippo Rossetti. Questo risultato positivo è frutto di un impegno collegiale con i rappresentanti dei docenti interessati e l´Università di Genova. "Un primo passo affinchè l´Università di Genova compia ogni sforzo per porsi sempre di più al servizio delle persone e dell´economia del territorio e non solo per far fronte ai propri processi organizzativi", commenta Rossetti. I percorsi Pas sono riservati a coloro che, privi di specifica abilitazione, abbiano prestato dall´anno scolastico 1999/2000 all´anno scolastico 2011/12 almeno tre anni di servizio e che risulteranno nell´elenco degli ammessi compilato dall´Ufficio Scolastico Regionale, previo accertamento del possesso dei requisiti per l´accesso ai corsi, sulla base delle dichiarazioni contenute nelle domande di ammissione. Nel prossimo mese di settembre gli aventi diritto compresi nell´elenco definitivo trasmesso dall´Ufficio Scolastico Regionale saranno contattati per perfezionare l´iscrizione al corso. La frequenza ai percorsi è obbligatoria, è consentito un massimo di assenze nella percentuale del 20% e non è compatibile con la frequenza di corsi universitari che si concludano con il rilascio di titoli accademici. L´università di Genova ha anche deliberato, d´intesa con l´Ufficio Scolastico Regionale, l´istituzione per l´anno accademico 2014/2015 dei percorsi di Tirocinio Formativo Attivo - cosiddetto Tfa - il cui secondo ciclo è stato indetto dal Ministero dell´Istruzione dell´Università e della Ricerca con D.m. 312 del 16/5/2014. Su tali percorsi, finalizzati al conseguimento dell´abilitazione per l´insegnamento nella scuola secondaria di I e di Ii grado, ha espresso parere favorevole nella seduta del 2 luglio 2014 il Comitato regionale di coordinamento di cui all´articolo 3 del D.p.r 27 gennaio 1998 n. 25, in cui è presente ed esercita un ruolo rilevante la Regione Liguria.  
   
   
UNIBAS: CONCLUSO IL PROGETTO GEOSCUOLA  
 
 Potenza, 8 luglio 2014 - Si chiama "Geoscuola" il progetto organizzato dal dipartimento di Scienze dell´Università della Basilicata e sostenuto da Shell Italia E&p, che ha portato – rende noto l’Unibas - da marzo alla fine di questo anno scolastico in dodici scuole della Val d´Agri i misteri e le meraviglie della Terra, dai vulcani ai fossili, attraverso lezioni frontali, video, modelli ed escursioni. "Geoscuola è un progetto importante per gli studenti della Basilicata e il sostegno di Shell al programma – ha dichiarato Tom Kjolberg, direttore commerciale di Shell Italia E&p – fa parte di una fattiva collaborazione che Shell ha da diversi anni con l’Università degli Studi della Basilicata per supportare la formazione dei giovani della Basilicata”. Il progetto Geoscuola - hanno spiegato i docenti dell´Unibas - rappresenta un´iniziativa di tipo didattico che prevede la divulgazione delle Geoscienze e del significato dei Geositi presso alcune scuole medie della Val d’Agri, Basilicata. L’organizzazione didattica e scientifica del progetto è coordinata dai docenti del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi della Basilicata. L’attività didattica viene espletata da giovani neo laureati del Corso di Laurea in Scienze Geologiche. Il progetto è articolato in alcune lezioni didattiche di tipo frontale con verifiche in forma di quiz e giochi a squadre. Gli argomenti trattati vertono su nozioni generali inerenti la Geologia di Base e i Geositi, attraverso l´utilizzo di filmati audiovisivi e coadiuvate da esercitazioni sul riconoscimento macroscopico di campioni di roccia e fossili derivanti da specifici Geositi dell’Appennino Lucano. Il programma didattico si è concluso con un’escursione geologica nel Geosito di Sasso di Castalda".  
   
   
SPIN OFF UNIBAS INCONTRANO IMPRENDITORI TURCHI  
 
Potenza, 8 luglio 2014 - Ricerca applicata, mondo accademico, impresa, internazionalizzazione: lungo questo asse si è snodata una due giorni organizzata dalla Camera di Commercio di Potenza, che nell’ambito della Convenzione Mise – Unioncamere (Programma plurisettoriale in partenariato con il Sistema Camerale nell’ambito della campagna promozionale straordinaria a favore del Made in Italy 2011, Progetto Mediterraneo - Nord Africa) ha promosso un incontro tra gli spin off dell’Università degli Studi della Basilicata e imprenditori e accademici provenienti dalla Turchia. Incontri istituzionali, presentazioni, visite ai laboratori e colloqui di affari hanno caratterizzato le due giornate, che hanno avuto il merito di accendere i riflettori sulle potenzialità di imprese (gli spin off) che nascendo in ambito accademico sono dotate di alto potenziale in termini di know how da spendere in ambiti internazionali per concretizzare il trasferimento tecnologico. «Il progetto ha vissuto un primo, importante momento, ovvero quello del dialogo e dell’incontro tra il mondo della ricerca applicata e quello dell’impresa di un Paese, la Turchia, che cresce e manifesta il bisogno di assimilare know how dai nostri poli di eccellenza – dichiara Pasquale Lamorte, presidente della Camera di Commercio di Potenza -. In una situazione come quella attuale, con un’economia che cresce solo se innova e internazionalizza, l’incrocio tra la valenza dell’istruzione e della formazione accademica e la capacità competitiva delle aziende deve trovare necessariamente un punto di snodo su cui tessere relazioni». «L’evoluzione del mercato e la natura stessa dei nostri spin off ci spingono quasi in maniera naturale verso l’internazionalizzazione – aggiunge il professor Pietro Picuno, dell’Unibas – e iniziative come queste servono per iniziare un percorso di conoscenza e scambio con le imprese su circuiti molto più ampi del contesto locale e nazionale». Soddisfatti anche i giovani protagonisti degli spin off: Francesco Genovese, di Ninetek Srl, iniziò l’avventura dal progetto Nidi (Nuove Idee di Impresa Innovativa) della Camera di Commercio di Potenza e oggi coordina un gruppo di giovani che si muove nell’orbita del settore agroalimentare e Nica Mirauda, di Ees Company, che si occupa di monitoraggio ambientale.  
   
   
ANTICIPARE E AFFRONTARE GLI EFFETTI A CATENA DELLE SITUAZIONI DI CRISI  
 

Bruxelles, 8 luglio 2014 - Le situazioni di crisi come un black-out a livello europeo o allagamenti transfrontalieri nei Paesi Bassi e in Germania, per esempio, possono avere conseguenze devastanti. Gli operatori coinvolti nella prevenzione delle crisi descrivono la catena di eventi imprevisti che possono verificarsi dopo tali eventi come effetti a cascata. Un esempio ben noto di tale effetto è la fusione dei reattori nucleari di Fukushima in Giappone, dopo che la centrale fu colpita da uno tsunami, che a sua volta era stato innescato da un terremoto. Riuscire ad anticipare tali effetti a cascata - e mettere in atto misure di emergenza efficaci - può contribuire a evitare la catastrofe e salvare vite umane. A questo scopo nell´aprile 2014 è stato avviato il progetto Fortress ("Foresight Tools for Responding to cascading effects in a crisis"), per identificare e comprendere meglio la loro causa. Sono stati riuniti 13 partner di otto paesi europei per sviluppare nuovi metodi e tecniche per assistere i decisori nella preparazione e formazione per affrontare tali crisi. Una delle sfide principali nella gestione paneuropea delle catastrofi ha a che fare con gli effetti a cascata inter-organizzativi e transfrontalieri. Per questo motivo, come prima cosa il progetto si propone di ricostruire gli eventi del passato per rilevare le vulnerabilità e la resilienza. In seguito, sarà eseguita un´analisi approfondita del sistema e della sensibilità di infrastrutture selezionate, al fine di raccogliere informazioni sulle prestazioni dinamiche delle infrastrutture interdipendenti. Le esercitazioni di gestione delle crisi saranno poi analizzate in casi di studio con quattro scenari diversi. Le informazioni generate dall´analisi di questi casi di studio storici - e i quattro scenari - consentiranno a Fortress di costruire una piattaforma di modellazione collaborativa e accessibile per gli effetti a cascata transfrontalieri in una vasta gamma di situazioni di crisi. Questa piattaforma alimenterà lo sviluppo dello strumento Fortress Incident Evolution Tool (Fiet), uno strumento intuitivo con capacità transfrontaliere che può essere utilizzato nelle situazioni di crisi a catena. Infatti, lo strumento Fiet sarà specificamente progettato per essere agevolmente impiegato nel corso di una crisi. Il Fiet sarà utilizzato principalmente dai gestori delle crisi per la comunicazione inter-settoriale e inter-organizzativa, per gestire diversi tipi di effetti a cascata. Il progetto valuterà l´efficacia del Fiet nel mitigare gli effetti a cascata in diverse situazioni di crisi dinamiche. Per garantire che il Fiet e gli altri risultati del progetto Fortress siano validi per gli utenti finali, sarà effettuata una stretta collaborazione con gli utenti finali nel corso del progetto. Infatti, il Fiet sarà soggetto a rigorosi test sul campo, al fine di valutarne l´efficacia. La facilità d´uso dell´innovazione sarà valutata attraverso una formazione completa dei responsabili delle decisioni, al fine di ottimizzare l´apparenza e l´utilizzo del sistema. Gli utenti finali potranno anche contribuire alla definizione dei requisiti fondamentali del Fiet e alla valutazione di altri risultati del progetto, che dovrebbe concludersi nel 2017. Inoltre, aiuteranno il consorzio del progetto a identificare altre organizzazioni di utenti finali. Per maggiori informazioni, visitare: Fortress http://fortress-project.Eu

 

 
   
   
ALLUVIONI INVERNO 2013-2014: CONSIGLIO MINISTRI ACCOGLIE RICHIESTA REGIONE UMBRIA PER STATO DI EMERGENZA  
 
Perugia, 8 luglio 2014 - Il Consiglio del Ministri, su richiesta della Regione Umbria, ha dichiarato lo stato d´emergenza per i Comuni umbri colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali e dai dissesti idrogeologici verificatisi nel periodo da novembre 2013 a febbraio 2014. Lo stato d´emergenza avrà la durata di 180 giorni. Nei prossimi giorni è prevista l´emanazione da parte del Capo Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli dell´ordinanza con la quale verrà individuato il Commissario delegato per la gestione dello stato d´emergenza e per la predisposizione di un piano degli interventi da sottoporre all´approvazione del Dipartimento stesso. Tale provvedimento in via di definizione dovrà altresì prevedere le necessarie risorse per far fronte alle spese connesse con la gestione emergenziale. La delibera del Consiglio dei Ministri in argomento fa seguito all´ampio lavoro di ricognizione e verifica condotto dagli uffici regionali ed ai controlli condotti dal Dipartimento della Protezione Civile, che ha portato alla richiesta avanzata nel marzo scorso dalla presidente Marini di interventi di urgenza per circa 18 milioni di euro e segnalazione di danni per circa 80 milioni. "L´atto adottato dal Consiglio dei Ministri – ha commentato la presidente Marini - costituisce una prima importante risposta ai numerosi dissesti idrogeologici che hanno prodotto frane, smottamenti e fenomeni di allagamento con conseguenze anche per la popolazione residente". Come noto, si tratta di eventi che hanno interessato principalmente i Comuni della fascia appenninica nel mese di novembre 2013 e determinato in generale uno stato di dissesto diffuso di gran parte del territorio regionale nel mese di febbraio 2014. Attraverso le risorse che verranno attribuite all´Umbria - presumibilmente non esaustive dell´intero fabbisogno dato il limitato stanziamento assegnato al Fondo per le emergenze nazionali per tutte le Regioni - sarà possibile affrontare solo alcune delle maggiori criticità. "In ogni caso – ha precisato la presidente – la recente istituzione di un´apposita Struttura di Missione contro il rischio idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e l´individuazione dei Presidenti delle Giunte Regionali nelle funzioni di Commissario Delegato per l´attuazione degli Accordi di Programma, testimoniano un cambio di passo da parte dello Stato nel modo di affrontare in una ottica di prevenzione il problema del dissesto idrogeologico". "La prevista rimodulazione di questi accordi unitamente alle maggiori risorse che potranno derivare dalle economie ottenute da interventi non avviati su base nazionale e dalla dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) per il periodo di programmazione 2014-2020, potranno consentire – ha concluso Marini - di affrontare in modo risolutivo gli interventi più impegnativi sia sotto l´aspetto tecnico che quello finanziario".  
   
   
BONIFICHE, ASSESSORE PUGLIA: "POLEMICA POLITICA NON PUÒ CANCELLARE CIÒ FATTO DA REGIONE"  
 
Bari, 8 luglio 2014 - "Sarei curioso di sapere in quale regione vive chi dice che la Puglia ha scaricato sui comuni il problema delle bonifiche, perché se vivessero qui e, davvero, avessero contatti con le amministrazioni comunali saprebbero quale attività la abbiamo messo in campo a sostegno del territorio sul tema delle bonifiche. Sarebbero a conoscenza, ad esempio, del fatto che abbiamo avviato da tempo una proficua collaborazione con i comuni per la gestione degli ex art. 12 e che con gli stessi amministratori stiamo monitorando i casi di aree inquinate offrendo il supporto necessario". Così l´Assessore alla Qualità dell´Ambiente Lorenzo Nicastro. "Fermo restando il principio europeo del ´chi inquina paga´ stiamo tenendo sotto controllo i siti, stiamo coordinando le attività di progettazione delle bonifiche con le amministrazioni locali e, laddove le progettazioni sono valide, stiamo mettendo a disposizione le risorse economiche necessarie per gli interventi, se non è possibile individuare chi ha determinato il danno ambientale o dove si intende agire in danno. A d esempio nel caso di Micorosa a Brindisi, la Regione Puglia - prosegue Nicastro- ha attivamente partecipato alla definizione del percorso suggerendo la via dell´utilizzo delle risorse attualmente disponibili per il Sin di Brindisi, concentrandole sull´area più inquinata". "Capisco le esigenze di polemizzare per ricavarne visibilità ma varrebbe la pena fare un approfondimento prima di lanciarsi in dichiarazioni per capire, ad esempio, dove i lavori non procedono se sia una responsabilità regionale o piuttosto di amministrazioni locali che non riescono a venire a capo di una progettazione compiuta per la realizzazione degli interventi. In ogni caso - conclude Nicastro - il tema è troppo serio e delicato per accettare che lo si affronti con questa superficialità”.  
   
   
ACCORDO PUGLIA-BASILICATA SU ACQUA: RIUNIONE COMITATO COORDINAMENTO  
 
Bari, 8 luglio 2014 - L’assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Giannini, ha partecipato il 4 luglio alla riunione del comitato di coordinamento tra Regione Puglia e Basilicata per l’accordo di programma sull’acqua. Come è noto infatti tra Puglia e Basilicata è in vigore un accordo per l’uso delle fonti idriche, siglato tra le due regioni. All’ordine del giorno, tra l’altro la situazione pregressa della tariffa dell’acqua all’ingrosso, l’approvazione degli oneri tariffari per il 2012-2013. Per la Basilicata, ha partecipato il presidente Pittella. Alla riunione hanno partecipato i segretari delle due Autorità di Bacino e il rappresentante del Ministero delle Infrastrutture. “Abbiamo fatto il punto sulle partite pregresse, dal 2010 al 2013 – ha spiegato Giannini e per quelle del 2014. In tutto l’Aqp s’è impegnata a versare 10 milioni di euro: 5 per il pregresso e 5 per il 2014, in attesa che l’Autorità per l’energia stabilisca la composizione della tariffa formalmente”. “La Basilicata ci ha chiesto formalmente di sollecitare per i debiti il consorzio di bonifica Stornara e Tara e l’Ilva, cosa che faremo con una nota formale”. La tariffa che è stata individuata è comunque provvisoria fino al pronunciamento dell’Autorità dell’ Energia: “abbiamo rappresentato – ha detto Giannini – la necessità di chiarire se sulle le compensazioni ambientali ci sia una duplicazione del pagamento da parte dell’Aqp che paga direttamente le compensazioni e da parte degli utenti che ritrovano una quota in bolletta: questo è un aspetto che dovrà essere chiarito, perché Aqp ritiene che le quote forse sono fatte pagare due volte: l’Autorità dovrà sciogliere i dubbi e chiarire la struttura della tariffa. L’accordo è certamente positivo sia per la Puglia che per la Basilicata, all’insegna di un proficuo rapporto di collaborazione”. “Altro punto è quello della formalizzazione dell’impegno sugli interventi di compensazione ambientale, ad esempio la forestazione, le bonifiche nelle zone delle fonti, che andranno concordati con la Puglia. Gli interventi andranno programmati e concordati tramite le Autorità di Bacino”. “Infine, nell’ottica delle macroregioni, i segretari delle Adb procederanno ad individuare in maniera comune i programmi in materia di difesa del suolo e di adduzione delle acque, in modo da costruire programmi comuni tra Regioni per attingere a finanziamenti europei e per fare prevenzione sul dissesto idrogeologico”.  
   
   
ALLUVIONE LUNIGIANA, VIA AL BANDO PER LA RICOSTRUZIONE DEL PONTE DI STADANO  
 
Firenze, 8 luglio 2014 - Era il ponte più grande per i collegamenti tra quelli crollati con l´alluvione dell´ottobre 2011 che colpì la Lunigiana. Ieri per il ponte di Stadano sul Magra, ad Aulla, si è aperto di nuovo il futuro: sono pronti il progetto esecutivo e il bando di gara europeo che affiderà i lavori per ricostruirlo. Lo stabilisce il decreto approvato in Giunta regionale che, fissando i termini per lo svolgimento della gara, stanzia 9 milioni e 750mila euro per la realizzazione dell´opera. Questo è il primo dei tre ponti crollati durante l´evento del 25 ottobre 2011 per il quale è in procinto di partire la gara di appalto, ma la Regione, insieme ai progettisti, ha lavorato parallelamente anche agli altri due ponti (Mulazzo e Castagnetoli), con l´obiettivo di dare avvio alla gara di appalto anche per questi ponti nei prossimi mesi. Il ponte come sarà Sarà un ponte sospeso, cioè un ponte nel quale la struttura che supporta il piano della strada è sospesa con un sistema di funi, lungo 195 metri con campata centrale di 139 metri e due laterali di 16 metri l´una e 40 metri l´altra, completato da un viadotto di accesso in riva destra per un totale di 294 metri. I progettisti, gli ingegneri Mario De Miranda e Elena Gnecchi Ruscone, dello studio De Miranda Associati di Milano, e gli architetti dello Studio Architetti Associati Cecilia Ricci e Pierantonio Val di Conegliano (Tv), rispondendo alle richieste del bando di gara che chiedeva di impegnarsi su tutti e tre i ponti crollati (anche Mulazzo e Castagnetoli) hanno scelto come denominatore comune soluzioni progettuali simili, pensate per garantire una migliore sicurezza idraulica, aumentare la sicurezza degli utenti e la protezione dei pedoni. Ma anche tali da ben integrarsi nel contesto ambientale e paesaggistico ed essere rapide e efficaci. La tecnologia utilizzata permetterà infatti di prefabbricare gran parte dei pezzi altrove per poi assemblarli in loco. Il bando La gara d´appalto sarà aggiudicata con il criterio del prezzo più basso rispetto all´importo complessivo dei lavori e vedrà l´utilizzo della procedura telematica. Le offerte dovranno pervenire entro 52 giorni dalla data di trasmissione del bando alla Gazzetta Ufficiale Europea. Il bando verrà pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, sul sito della Regione Toscana, sul sito informatico presso l´Osservatorio regionale, sul Burt e sul sito www.E.toscana.it/start. Il ponte com´era Era in calcestruzzo con i piloni nell´alveo. Lungo circa 140 metri, aveva un´altezza superiore ai 10 metri. Fondamentale per i collegamenti di Stadano soprattutto con la Statale della Cisa, da dopo l´alluvione che lo ha fatto crollare, gli abitanti della frazione utilizzano la corsia d´emergenza dell´autostrada. Alcune curiosità - Il ponte sospeso, antico e moderno, è stato una delle prime tipologie di attraversamento messa in piedi dall´uomo che, per superare un varco, utilizzava il sistema delle funi ancorate alle sue estremità. Al tempo stesso, è assolutamente moderna, in quanto rappresenta la tipologia che consente di realizzare le opere di maggior dimensione fino ad oggi costruite dall´uomo, si pensi ai 1624 metri di ponte in Danimarca o ai 1991 metri in Giappone: tutti ponti sospesi. Proprio la tipologia del ponte sospeso in Toscana venne applicata a partire dal 1833 in vari ponti. Il primo lo progettò Alessandro Manetti, nel 1833. Era il ponte Leopoldo Ii a Poggio a Caiano sull´Ombrone pistoiese, il primo realizzato in Italia con il metodo delle funi sospese, di cui oggi restano solo i piloni in pietra dopo che Seconda guerra mondiale distrusse il resto. Carlo Reishammer, nel 1844 disegnò un ponte sospeso "a canapi di filo di ferro" sull´Ombrone maremmano di cui ci restano i disegni nell´Archivio di Stato di Firenze. I fratelli Seguin tra il 1835 e 1837 a Firenze realizzarono i ponti al posto degli attuali Ponte di San Niccolò ("San Ferdinando") e del Ponte alla Vittoria ("San Leopoldo"). - Il fondatore dello Studio De Miranda e Associati, Fabrizio De Miranda padre di Mario attuale socio, è autore, tra le tante sue realizzazioni, anche del Viadotto dell´Indiano a Firenze (1972-1978).  
   
   
ASSEMBLEA ACQUEDOTTO LUCANO APPROVA IL BILANCIO  
 
Potenza, 8 luglio 2014 - L’assemblea dei Soci di Acquedotto Lucano, riunitasi ieri mattina a Potenza, ha approvato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2013, che presenta un risultato positivo di 76.116 euro. Ai lavori dell’assemblea – rende noto l’ufficio stampa di Acquedotto lucano - hanno preso parte la Regione Basilicata e i sindaci in rappresentanza dell’80 per cento del capitale sociale di Acquedotto Lucano. Tra le novità maggiori dell’anno 2013, la gestione separata degli adduttori dal servizio idrico integrato: le grandi opere di captazione, le condotte adduttrici dei principali schemi idrici e i relativi impianti di sollevamento non gravano più sulla tariffa, pertanto non pesano più sugli utenti. Infatti, con il nuovo Piano d’ambito 2013-2032 (adottato il 10 settembre 2013) è stato riconosciuto che i costi di gestione degli adduttori riguardino essenzialmente gli usi agricoli, industriali e extra regionali, e solo in misura minore l’uso idropotabile. Proprio la gestione dei grandi adduttori che resta comunque in capo ad Acquedotto Lucano ha prodotto un incremento del fatturato pari ad euro 22.109.000 oltre iva. Allo stato attuale, la copertura finanziaria è parzialmente garantita per 19.000.000 di euro dallo stanziamento effettuato nella Legge di Bilancio Regionale 2014 e per 2.500.000 di euro dal mandato irrevocabile all’incasso concesso dall’ex Aato a seguito dell’atto transattivo del 12 marzo 2010. Tra le attività caratterizzanti del 2013 rientra senz’altro il recupero crediti: sono state inviate agli utenti 2.602 raccomandate di diffida e messa in mora per un importo di circa 17 milioni di euro; sono stati inviati circa 63 mila solleciti bonari con uno scaduto complessivo di 15 milioni di euro; sono state effettuate 213 sospensioni di fornitura e inviati 350 telegrammi di preavviso di sospensione della fornitura per morosità. E’ stato avviato, altresì, il processo di “Chiusura per morosità” che prevede, come da Regolamento del Servizio, la rimozione dell’impianto (idrico e fognario) e la comunicazione all’autorità sanitaria locale. Queste attività hanno consentito il recupero di oltre 10 milioni di euro. Tuttavia, il consolidato fenomeno della morosità continua a condizionare la gestione aziendale, in particolare per l’impossibilità di incassare i consumi delle forniture ad enti pubblici: consorzi di bonifica, consorzi industriali, comuni ed alla calabrese Sorical Spa in liquidazione. Tra le note positive, la diminuzione del costo del personale (pari a euro 428.463), e la messa in esercizio di nuove reti ed impianti realizzati. In particolare, sono state avviate all’esercizio 92 chilometri di reti idriche e 20 chilometri di reti fognarie, l’impianto di depurazione a servizio dell’abitato di Castelgrande e nuovi impianti di sollevamento idrici e fognari negli abitati di Tito, Lauria, Nova Siri e Viggianello.  
   
   
MARCHE: ALLUVIONE, PRONTO LO SCHEMA DI ORDINANZA PER IL PIANO DEGLI INTERVENTI E LA RICOGNIZIONE DEL FABBISOGNO PER I PRIVATI. IL PRESIDENTE SPACCA HA ESPRESSO IMMEDIATAMENTE L’INTESA CON INTEGRAZIONI.  
 
Ancona, 8 luglio 2014 - Alluvione di maggio, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha espresso l’intesa allo schema di ordinanza per i primi interventi urgenti predisposto dal Capo del Dipartimento di Protezione civile Franco Gabrielli a seguito del riconoscimento dello stato di emergenza deliberato lo scorso 30 giugno dal Consiglio dei Ministri. Il presidente, nell’assicurare l’intesa, ha allo stesso tempo proposto alcune integrazioni. La risposta della Regione è stata immediata: lo schema di ordinanza è stato infatti ricevuto nella giornata di venerdì e già questa mattina è stato inoltrato con le necessarie integrazioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Il fattore tempo, in occasione di eventi così pesanti come quello che ha colpito le Marche, e in particolare il territorio di Senigallia – dice Spacca – è fondamentale. E’ per questo che la risposta della Regione è stata fornita, dopo un attento e puntuale lavoro di analisi, integrazioni e suggerimenti, in appena due giorni. Con questo atto si confida che l’ordinanza possa essere firmata entro pochi giorni dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in modo che diventi subito operativa. Da parte nostra sono state proposte alcune integrazioni che mirano a rispondere in maniera ancora più puntuale alle esigenze che la calamità ha prodotto sul territorio regionale. Ci auguriamo che possano essere accolte”. A quel punto sarà possibile procedere (entro 20 giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza) con la stesura del piano degli interventi urgenti e quindi con la ricognizione dell’attività svolta nell’emergenza dai soggetti pubblici. Contemporaneamente (entro 90 giorni) tutti i privati, famiglie e imprese, che a suo tempo hanno segnalato danni derivanti dal maltempo, possono produrre la documentazione che li attesta. Sarà così possibile effettuare la ricognizione del fabbisogno in termini di risorse. Tra le proposte avanzate dal presidente Spacca ad integrazione dello schema di ordinanza, la necessità che la ricognizione del fabbisogno per i privati comprenda anche gli arredi, gli elettrodomestici, i motoveicoli e autoveicoli danneggiati o distrutti. La Regione ha inoltre proposto l’inserimento nell’ordinanza di un importante articolo riguardante la sospensione dei mutui. “A seguito del grave disagio socio-economico derivante dagli eventi di maggio – dice Spacca – si chiede che nell’ordinanza si preveda che i cittadini residenti in uno dei Comuni che saranno individuati con apposito provvedimento e che siano titolari di mutui relativi a edifici distrutti, inagibili o inabitabili, anche parzialmente, possano ottenere la sospensione delle rate fino alla ricostruzione, all’agibilità o all’abitabilità dell’immobile. Lo stesso varrà per i gestori di attività commerciali ed economiche con sede in edifici che si trovano nelle stesse condizioni”.  
   
   
ALLUVIONE DEL 2011 E NEVICATE ECCEZIONALI DEL 2012 – APPROVATI CRITERI, MODALITA’ E PROCEDURE PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI AI PRIVATI.  
 
Ancona, 8 luglio 2014 - Alluvione del marzo 2011. “Dopo un complesso iter amministrativo che ha coinvolto il Dipartimento di Protezione civile nazionale, il Ministero dell’Economia e gli uffici regionali, abbiamo approvato un provvedimento per il definitivo superamento delle criticità determinatesi a seguito dell’alluvione del marzo 2011, che aveva colpito in particolar modo il Fermano. Il problema principale è stato quello di poter utilizzare le risorse stanziate per questi eventi calamitosi per ristorare i privati e le imprese dei danni subiti. L’impostazione normativa originariamente non lo permetteva, mentre gli eventi calamitosi avevano invece provocato ingentissimi danni soprattutto alle attività produttive, particolarmente diffuse nel nostro territorio. Per questa ragione il presidente Spacca aveva chiesto al Capo della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli di rivedere la propria determinazione che imponeva l’utilizzo dei fondi solo da parte delle amministrazioni pubbliche escludendo la possibilità di finanziare, anche solo in quota parte, la concessione di contributi per interventi di privati e imprese. Lo scorso marzo ho incontrato una delegazione di imprenditori fermani danneggiati dall’alluvione, che manifestando durante una seduta dell’Assemblea legislativa, avevano ribadito questa necessità, impegnandomi a superare quella che si presentava come una vera e propria sperequazione rispetto ai regimi di aiuto disposti per analoghe situazioni verificatesi in altre Regioni. L’obiettivo è stato centrato e ora siamo quindi in grado di usare gli oltre tre milioni e 935mila euro per i danni a macchinari o altri strumenti produttivi, i recuperi di edifici privati distrutti o danneggiati aventi come destinazione d’uso attività produttiva o commerciale, usi pubblici o residenziale privata”. Paola Giorgi, assessore alla Protezione civile, commenta così l’approvazione da parte della Giunta regionale, delle delibere che definiscono criteri, modalità e procedure per la concessione a privati e imprese, dei contributi a seguito degli eventi alluvionali del marzo 2011 e nevosi del 2012, abbattutisi sulle Marche. Nevicate eccezionali 2012. I provvedimenti approvati riguardano anche gli eccezionali eventi nevosi del febbraio 2012, abbattutisi con impatto particolare nel Pesarese. “Oltre tre milioni e 391mila euro andranno a indennizzare i danni provocati dalle fortissime nevicate del 2012 – ricorda Giorgi – i contributi riguarderanno edifici privati distrutti o danneggiati aventi come destinazione d’uso attività produttiva o commerciale, usi pubblici o residenziale privata. Analogamente a quanto previsto per le alluvioni del marzo 2011, le agevolazioni potranno essere singolarmente al massimo di 200mila, 100mila e 50mila euro, rispettivamente per edifici produttivi, ad uso pubblico o residenziali. Il contributo sarà del 100% in caso di ordinanza di sgombero, del 75% in assenza dell’ordinanza”. Per l’erogazione dei contributi verranno predisposte apposite graduatorie che terranno conto di diverse priorità. Una volta che la Regione avrà notificato ufficialmente ai comuni interessati i criteri approvati, i comuni stessi avranno 15 giorni per darne adeguata informazione alla cittadinanza interessata. Le domande di contributo dovranno invece essere presentate, sempre ai comuni, entro 60 giorni dalla citata notifica dei criteri.  
   
   
AVVIO DEL PROGETTO APPENNINO. SPACCA: “INVESTIMENTI PER RILANCIARE LE AREE INTERNE”..  
 
Ancona, 8 luglio 2014 - Al via il Progetto Appennino. La Giunta regionale ha assegnato i primi fondi disponibili per finanziare le attività previste nell’ambito del progetto di riqualificazione del territorio dell’entroterra. Per questo primo progetto, le iniziative vengono sostenute con 250 mila euro del bilancio regionale, a fronte di 700 mila euro stanziati dalla Provincia di Ancona. Quello dell’entità del cofinanziamento è il criterio che ha consentito di approvare questo primo programma. L’impegno della Regione è quello di incrementare le proprie disponibilità nei limiti che verranno consentiti dal Fondo di sviluppo e coesione (ex Fas). “Il Progetto Appennino – ricorda il presidente Gian Mario Spacca – rappresenta un ulteriore passo avanti nell’attuazione degli impegni assunti dalla Regione Marche con la firma della Carta di Fonte Avellana. Si sviluppa attraverso un programma di interventi nell’Appennino marchigiano, con il coinvolgimento della Regione, delle Province, delle Comunità montane, dei Comuni, dei Centri per l’impiego e delle Cooperative forestali. Ora entriamo nella fase operativa per investire le risorse che aiuteranno a valorizzare le aree interne e contrastare l’abbandono di un’ampia porzione del territorio regionale. Le iniziative avranno un carattere di continuità, allo scopo di favorire la messa in sicurezza del patrimonio forestale e naturale attraverso un’occupazione stabile delle maestranze che già lavorano nel settore, così da garantire anche un presidio del territorio e la residenza nelle aree rurali e montane, prevenendo quei dissesti idrogeologici che poi manifestano i propri effetti devastanti anche lungo la fascia costiera”. Gli interventi previsti da questo progetto disporranno di una dotazione finanziaria di circa un milione di euro (tra risorse provinciali e regionali). Spazieranno dai lavori selvicolturali di miglioramento boschivo e di prevenzione degli incendi, al contenimento dell’erosione e del dissesto idrogeologico tramite le tecniche dell’ingegneria naturalistica. Verrà salvaguardata anche la capacità idraulica del reticolo idrografico minore, la salvaguardia (turistica e didattica) della viabilità forestale, la riqualificazione del sentiero dell’Aula Verde dell’Eremo Val di Sasso – Valleremita, la ricostruzione delle aree di sosta e dei punti panoramici, la tutela della fauna acquatica, la ricostruzione dei corridoi ecologici.  
   
   
TENDENZE SCIENTIFICHE: IL CURIOSO CASO DELLA SCOMPARSA DEI RIFIUTI IN MARE  
 

Bruxelles, 8 luglio 2014 - Quando si pensa agli oceani della Terra, si immaginano distese di acque scure e profonde, vita marina esotica e onde incontaminate. Probabilmente non vengono in mente le vaste isole di rifiuti di plastica come la Great Pacific Garbage Patch, una distesa di rifiuti che alcuni dicono sia più grande degli Stati Uniti continentali. Si temeva che le raccolte di detriti di plastica come queste stessero crescendo in linea con la nostra crescente produzione di plastica negli ultimi decenni. Tuttavia, gli scienziati hanno recentemente scoperto che queste brutture galleggianti stanno misteriosamente diminuendo - e ciò non è affatto una buona cosa... Live Science ha segnalato questa settimana un nuovo studio condotto da un team dell´Università di Cadice, in Spagna, che suggerisce che la grande quantità di rifiuti di plastica presente sulla superficie del mare stia scomparendo. Ciò che stia esattamente accadendo a questi rifiuti è un mistero, anche se i ricercatori offrono alcune possibili spiegazioni. Forbes ritiene che la plastica stia probabilmente precipitando nelle profondità dell´oceano: "Vari animali e piante marini si potrebbero a loro volta ancorare ai detriti - un processo chiamato bioincrostazione - rendendoli talmente pesanti da non galleggiare più". In alternativa, le minuscole particelle di plastica verrebbero mangiate da piccole creature marine, le quali a loro volta sono mangiate dai pesci più grandi, che possono, in ultima analisi, finire nella catena alimentare umana. Un´altra possibilità è che i batteri marini stiano degradando i piccoli pezzi di plastica fino a dimensioni submicroscopiche. Un quarto scenario - al quale, secondo Forbes, gli autori dello studio danno poco credito - è che le particelle più piccole vengono depositate a terra. Live Science cita Andrés Cózar, co-autore dello studio ed ecologo presso l´Università di Cadice: "L´oceano profondo rappresenta una grande incognita. Purtroppo, l´accumulo di plastica nell´oceano profondo potrebbe modificare questo misterioso ecosistema - il più grande del mondo - prima che ce ne accorgiamo". Secondo Live Science, i ricercatori hanno tratto le loro conclusioni analizzando la quantità di detriti di plastica galleggianti nel mare, nonché i tassi globali di produzione e smaltimento della plastica: "Negli anni 70 la National Academy of Sciences ha stimato che circa 45 000 tonnellate di plastica raggiungevano gli oceani ogni anno. Da allora, la produzione mondiale di plastica è quintuplicata. Cózar e i suoi colleghi hanno voluto capire la dimensione e la portata del problema dei rifiuti negli oceani". Il gruppo di ricerca lo ha fatto circumnavigando il globo con una nave chiamata Malaspina, nel 2010, raccogliendo campioni di acqua di superficie e misurando le concentrazioni di plastica. Il team ha anche analizzato i dati provenienti da diverse altre spedizioni, per un totale di 3 070 campioni. Alla luce del drastico aumento di plastica prodotta dal 1970, i ricercatori hanno stimato che ci sarebbero milioni di tonnellate di rifiuti negli oceani. Tuttavia, mancava la grande maggioranza dei piccoli pezzi di plastica - di dimensione inferiore a 5 mm. La sintesi della ricerca afferma: "Il carico globale di plastica sulla superficie del mare aperto era stimato essere dell´ordine di decine di migliaia di tonnellate, molto meno del previsto. Le nostre osservazioni della distribuzione dimensionale dei detriti di plastica galleggianti indicano la presenza di importanti pozzi selettivi che rimuovono i frammenti millimetrici di plastica galleggiante su larga scala". Sembra che il mistero della scomparsa dei rifiuti in mare per il momento rimarrà un segreto del mare! Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Pnas.org/content/early/2014/06/25/1314705111.
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