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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Aprile 2009
RADIO POSITIVA  
 
Budapest, 14 aprile 2009 - La prima radio online italo – ungherese, www. Radioinform. Com amplia il palinsesto. Il magazine in lingua italiana va in onda 2 volte a settimana, oltre alla rubrica delle interviste abbiamo avviato 2 nuove rubriche nella sezione ungherese: „magazine della salute” e „radio positiva”. La rubrica „radio positiva” coinvolge anche gli ascoltatori italiani. Grazie alle numerose lettere degli ascoltatori italiani, oltre all’angolo della posta, le lettere verranno riproposte anche nella rubrica „radio positiva”: aspettiamo il contributo degli ascoltatori, le loro storie di vita, per dare un messaggio di speranza a tutti coloro che devono affrontare momenti difficili nella vita quotidiana. Temi di grande attualità in un Ungheria politicamente divisa e toccata profondamente dalla crisi economica. Radioinform sostiene tutte le cause umanitarie lanciando un forte messaggio positivo alla comunità di radioascoltatori italo – ungheresi. Potete contattare la redazione al seguente indirizzo di posta elettronica: radioinform@radioinform. Com .  
   
   
INAUGURATA BIBLIOTECA SPOLETO  
 
Perugia, 14 aprile 2009 – La ricollocazione della biblioteca nella sua sede storica di Palazzo Mauri, dopo 25 anni di “esilio”, segna l’apertura di un centro di fondamentale importanza per i cittadini, vocato a soddisfare le esigenze di informazione, a concorrere alla formazione culturale di giovani e adulti e, non ultimo, a svolgere anche una funzione sociale. È quanto ha sottolineato il rappresentante dell’Assessorato alla Cultura della Regione Umbria, intervenendo stamani a Spoleto all’inaugurazione della biblioteca “Giosuè Carducci”. La Regione Umbria ha recentemente varato il Piano Strategico per la Società dell’Informazione, “Umbria 2013” – ha ricordato - in cui è richiamata con forza la funzione centrale delle biblioteche, attraverso gli strumenti digitali, nella comunicazione e promozione della “risorsa Umbria”, della completa fruibilità on-line del patrimonio culturale umbro. Il rappresentante dell’Assessorato alla Cultura ha ripercorso le azioni e i progetti dalla Regione, nonostante le limitate risorse finanziarie e a fronte delle rilevanti competenze, fra cui lo svolgimento delle funzioni di Soprintendenza ai beni librari, ed ha elencato i traguardi raggiunti. Si inaugura oggi la biblioteca di Spoleto – ha detto - da un mese è stata aperta la nuova biblioteca di Orvieto, entro un anno quelle di Gubbio e Città di Castello cui sono state assegnate notevoli risorse finanziarie in ragione soprattutto degli Accordi di Programma Quadro che dal 2001 al 2007 sono stati stipulati con il Governo. Con risorse proprie della Regione sono state sostenute le ‘grandi’ biblioteche ma anche le medio–piccole, così come il Polo regionale del Servizio Bibliotecario Nazionale. Con la legge regionale 37/90 è stata sostenuta la necessità di una maggiore partecipazione da parte degli enti proprietari, attraverso il cofinanziamento degli interventi di tutela, restauro, incremento del patrimonio librario. Un esempio fra tutti, ha aggiunto, è proprio la Biblioteca “Carducci” di Spoleto, alla quale sono stati destinati forti investimenti finanziari per la disinfestazione prima e per il restauro poi di tutto il fondo antico, contribuendo allo stesso tempo alla rinascita del Palazzo sia in termini finanziari che di assistenza tecnica. La Regione Umbria, ha rilevato ancora, ha previsto nel “Dap” (Documento annuale di programmazione) 2009 che si vada entro l’anno alla revisione legislativa del settore. Nel corso del 2009, inoltre, il Polo regionale del Servizio Bibliotecario Nazionale potrà fare un salto di qualità grazie all’introduzione di un nuovo sistema che snellirà le procedure e accorcerà i tempi delle funzioni svolte. .  
   
   
L’ULTIMA SETTIMANA DI GESÙ IL VANGELO DI MARCO CI RACCONTA GLI ULTIMI GIORNI DI GESÙ A GERUSALEMME DI GIAMPIERO GAMBARO  
 
 Genova, 14 aprile 2009 - È arrivato in tutte le librerie d’Italia il volume “L’ultima Settimana Di Gesù. Il vangelo di Marco ci racconta gli ultimi giorni di Gesù a Gerusalemme”, (De Ferrari Editore, €15) di padre Giampiero Gambaro. Il libro descrive gli ultimi giorni di vita di Gesù prima della Crocifissione, come narrato nel Vangelo di Marco, restituendo il giusto valore a tutti i sette giorni precedenti la Pasqua, senza restringere la passione di Gesù alle sue ultime dodici ore. È destinato quindi a chiunque voglia saperne di più sulla Settimana Santa, cioè il tempo più sacro e importante dell’anno per i Cristiani. Il volume non intende però essere una semplice ricostruzione storica di quanto accadde, bensì un vero e proprio approfondimento sulla narrazione degli eventi ad opera di Marco. Due sono i motivi per cui l’autore, Giampiero Gambaro, responsabile dell’opera sociale ed educativa Sorriso Francescano di Genova, ha scelto il Vangelo di Marco: innanzitutto perché è il primo, cronologicamente parlando, dei quattro vangeli, quello su cui gli altri evangelisti si basarono, utilizzandolo come fonte principale, per la stesura dei loro vangeli; in secondo luogo perché è l’unico che si sofferma nella descrizione particolareggiata degli avvenimenti, facendone una cronistoria dettagliata e indicando la scansione temporale. Il volume vuole anche essere una risposta alle polemiche suscitate dall’uscita nei cinema nel 2006 del molto discusso The passion di Mel Gibson: a differenza di quanto inteso dal regista australiano, per cui il termine passione aveva soltanto l’accezione latina di sofferenza, l’autore sottolinea come sia necessario soffermarsi anche sull’altro significato della parola, “di interesse, di quel desiderio che ti consuma, di impegno concentrato e assoluto. In questo senso, la passione di una persona è ciò di cui è appassionato”. Ed è proprio sull’ambiguità tra le due accezioni che gioca il libro: la prima passione di Gesù è incarnare la volontà di giustizia di Dio, che conduce alla seconda passione, sofferta a causa della giustizia punitiva eseguita per opera di Pilato. Un’opera, dunque, che vuole far riflettere e fornire una migliore comprensione della liturgia e della morte e risurrezione di Gesù. Giampiero Gambaro, nato a Genova nel 1959, è frate cappuccino dal 1983. Laureato in Economia all’Università Bocconi di Milano e in Diritto Canonico alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Si è occupato per anni del settore amministrativo e giuridico della Curia Generale dei Frati Cappuccini. Attualmente è responsabile dell’opera sociale ed educativa Sorriso Francescano di Genova. L’ultima settimana di Gesù, De Ferrari Editore, Genova. Pgg. 208; €15,00 .  
   
   
POESIE DELL´INIZIO DEL MONDO PREMIO ANTONIO DELFINI 2009 A MODENA LA QUINTA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE INTITOLATA AL "GRANDE IRREGOLARE" DELLA LETTERATURA ITALIANA  
 
Modena, 14 aprile 2009 - Si svolgerà a Modena, il 23 maggio 2009, la quinta edizione del Premio di poesia intitolato al poeta e narratore modenese Antonio Delfini (1907 - 1963), il "grande irregolare", autore delle dissacranti Poesie della fine del mondo. Delfini è noto sopratutto per il libro Il ricordo della Basca, edito per la prima volta nel 1938 e ristampato nel 1956 con un´introduzione narrativa giudicata il suo capolavoro. Ripubblicato infine col titolo I racconti, nel 1963 vince il Premio Viareggio. Tra le altre opere più conosciute, ricordiamo La Rosina perduta (1957), le Poesie della fine del mondo (1961), Modena 1831 città della Chartreuse (1962). Parecchi anni dopo la sua morte, nel 1982 sono stati pubblicati i Diari. Ad Antonio Delfini è stata intitolata anche la Biblioteca Civica di Modena. Ideato nel 2001 dal gallerista Emilio Mazzoli, dallo scrittore Nanni Balestrini e dal critico d´arte Achille Bonito Oliva, il Premio biennale di poesia Antonio Delfini, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, si propone di valorizzare i più recenti percorsi di poesia italiana contemporanea. Ad ogni edizione il Premio seleziona le opere inedite di sei giovani autori italiani, presentati da noti critici letterari. Le raccolte poetiche vengono pubblicate in un volume a tiratura limitata, racchiuso in un cofanetto. Viene inoltre assegnato un premio alla carriera, riservato a un poeta affermato del panorama internazionale. Sabato 23 maggio, alle ore 20. 30, al Teatro delle Passioni di Modena, i sei poeti selezionati presenteranno il loro lavoro nel corso di una serie di performance accompagnate da azioni, elementi visivi e musicali. Ogni autore sarà introdotto da un membro della giuria, composta da critici letterari e poeti: Brunella Antomarini, Nanni Balestrini, Andrea Cortellessa, Niva Lorenzini, Giulia Niccolai, Tommaso Ottonieri. La serata della manifestazione, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e a ingresso gratuito, sarà presentata da Alberto Bertoni, critico e docente dell´Università di Bologna e si aprirà con una lettura di poesie di Antonio Delfini, eseguita dall´attrice Iaia Forte, accompagnata da interventi musicali di Luigi Cinque. .  
   
   
IL PIEMONTE E LA BARAGGIA INTERPRETATI DA RALPH GIBSON E JILL MATHIS. MOSTRA FOTOGRAFICA SUL PIEMONTE PIÙ SEGRETO E MENO CONOSCIUTO.  
 
Milano, 14 aprile 2009 - “Dialogues. Etymology of an Emotion” è la mostra fotografica di Ralph Gibson e Jill Mathis promossa dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese che aprirà il prossimo 30 aprile nella sede museale Arca di Vercelli, l´ex Chiesa di San Marco che ha avuto il privilegio di ospitare mostre dalle collezioni Peggy Guggenheim. La mostra vuole restituire, attraverso le immagini di due artisti americani, uno sguardo diverso sul Piemonte e sul to be piedmontese. Si tratta della ricostruzione di due itinerari, tra il concreto e l´immaginifico, attraverso gli spazi della Baraggia Biellese e Vercellese e dentro una Torino riflessa in frammenti minori. Due itinerari che dialogano fra loro e rimandano, analogicamente, ad un´identità di fondo, quella piemontese. L´incontro dei due itinerari avviene nella dimensione in cui Ralph Gibson e Jill Mathis cercano di ricostruire un´etimologia minima che lega le cose ai concetti, l´archetipo alle sue declinazioni visive e semantiche. Da un lato, Ralph Gibson (il grande fotografo americano che predilige il bianco e nero), che intraprende un viaggio dentro una Torino che non è soltanto Torino, e “scrive”, attraverso le sue fotografie, una sorta di “Minima Moralia” che funge da guida per una lettura complessiva di una città e delle sue emozioni, partendo da frammenti (uno specchio, un porticato, una bottiglia) fino a dilatarne suggestivamente il messaggio secondo un procedimento induttivo che muove dal particolare all´universale. Dall´altro, Jill Mathis, che fissa le atmosfere di luoghi ampi, senza confini, e compie invece un percorso che partendo dal generale deduce gradatamente i concetti, fino a restringere il messaggio, inseguendo, in un gioco di richiami emotivi, l´elemento minimo: la Baraggia ampia e sconfinata, rimanda prima ad una sua realtà caratterizzante ancora generica: per esempio, l´acqua; questa, a sua volta, rimanda ad un altro elemento connesso con essa: per esempio, il riso. Il riso, a sua volta, rimanda al lavoro del risicoltore. Questo lavoro riporta alle mani dei risaioli; le mani dei risaioli, infine, al concetto di fatica. Due itinerari, uno induttivo e l´altro deduttivo, che si saldano in una visione non banale e scontata della realtà territoriale. . .  
   
   
GERARD CASTELLO - LOPES VEDERE, IL SOGNO DI UNA VITA FOTOGRAFIE 1956 - 2002 CASTELNOVO NE’ MONTI (RE) - PALAZZO DUCALE 11 APRILE – 17 MAGGIO 2009  
 
Castelnovo ne’ Monti (Re), 14 aprile 2009 - Dall’11 aprile al 17 maggio, nel Palazzo Ducale di Castelnovo ne’ Monti (Re) si terrà la mostra del fotografo franco-portoghese Gérard Castello – Lopes, del quale viene presentata una significativa selezione di opere del suo lungo itinerario di ricerca. Dopo gli ultimi importanti eventi del 2008 - le esposizioni di Vittore Fossati, di Franco Fontana, di Nino Migliori e di Michael Kenna – prosegue così la collaborazione con Palazzo Magnani e con il Comune di Reggio Emilia, che ha inserito questo evento nel circuito territoriale dell’edizione 2009 di Fotografia europea. L’iniziativa, curata da Sandro Parmiggiani, presenta un percorso di 58 immagini in bianco e nero che attraversano un arco di oltre 45 anni della vita di Castello–lopes, nato a Vichy, vissuto a lungo in Portogallo e poi stabilitosi definitivamente in a Parigi, dove attualmente vive. Una prima parte delle opere documenta alcuni momenti della vita del Portogallo negli anni ’50, durante la dittatura di Salazar, con immagini “rubate” che risentono dell’influenza di Henry Cartier Bresson, che Castello-lopes riconosce esplicitamente come proprio maestro. Sono scene di vita e di lavoro – agricoltura, pesca, piccoli commerci - intensi ritratti, gruppi di persone, uomini e donne, giovani e anziani che trascorrono in compagnia, conversando, lunghi momenti di pausa, momenti di gioco colti al volo secondo la filosofia del “momento decisivo”: e tutto racconta di un mondo ormai lontano nel tempo, povero ma all’apparenza sereno nonostante la vita trascorra all’ombra di un regime dittatoriale, remoto ma nello stesso tempo presente alla memoria, familiare come certi ricordi dell’infanzia. E a tratti quel mondo pare rivelare i ritmi di una vita meno frenetica e ansiosa, quasi una ritrovata innocenza. Anche nelle fotografie dei decenni successivi, che pure evolvono verso una particolare cura e attenzione verso i caratteri formali dell’immagine e la composizione dell’inquadratura, si avverte una visione etica della fotografia, un’ironia, un’attenzione, una partecipazione umana, una visione poetica comuni alla sensibilità della generazione dei grandi fotografi “umanisti”, in particolare Robet Doisneau e Eugene Smith. “Ciò che cerco di fare oggi tende a un’innocenza ritrovata…”, dichiara Castello-lopes nel corso di una conversazione con Sandro Parmiggiani pubblicata nel catalogo edito da Skira – “…Per me fotografare è un atto profondamente legato a un’idea morale che si ha nei confronti delle persone, nei confronti del mondo, nei confronti di se stessi”. E ancora, in un brevissimo repertorio di dichiarazioni dell’autore: “Rappresentare il mondo è, in un qualche modo, infrangere ciò che Dio ha creato. Per me, il fatto di rappresentare è un’assunzione di responsabilità…”; ”…Ciò che cerco attraverso il mio lavoro è di identificarmi con il mondo e di condividere con altri questo stupore…”. La mostra, che fa parte del programma della rassegna “Pasqua ne’ Monti”, allestita per offrire un ampio e vario calendario di manifestazioni ai cittadini e ai turisti in visita nell’Appennino reggiano nella primavera, si inaugura a Castelnovo ne’ Monti, nella sala di Palazzo ducale, sabato 11 aprile alle ore 17,30, con l’accompagnamento musicale di Andrea Zanetti (fisarmonica) e di Enrico Albertini (clarinetto), allievi dell’Istituto superiore di studi musicali “C. Merulo”, e prosegue fino a domenica 17 maggio. Resterà aperta tutti i giorni dalle 15 alle 18, con la sola eccezione del giorno di Pasqua. L’ingresso è gratuito. Il catalogo Skira è a cura di Sandro Parmiggiani. Durante il periodo di apertura sono previste alcune iniziative collaterali che si terranno nella stessa sede della mostra: - martedì 21 aprile alle ore 21 verrà organizzato un incontro con Sandro Parmiggiani, curatore delle attività espositive di Palazzo Magnani, che racconterà l’itinerario di ricerca fotografica di Castello-lopes; - martedì 28 aprile, sempre alle ore 21, si terrà un incontro con Emanuele Ferrari, scrittore, dal titolo: “Conversazioni con una pietra – Il dialogo mancato tra Fernando Pessoa e Wislawa Szymborska”. La biblioteca comunale “A. Campanini”, nel mese di maggio, offrirà invece agli utenti iscritti un’ampia selezione di volumi dedicati alla fotografia scelti tra i titoli più significativi del proprio patrimonio. Gérard Castello – Lopes è nato a Vichy in Francia nel 1925. Si trasferisce in Portogallo e trascorre l’infanzia e la giovinezza a Lisbona, dove frequenta anche le scuole e l’università. Si dedica alla fotografia a partire dal 1956, con una formazione da autodidatta. Stabilitosi a Parigi, nella seconda metà degli anni Settanta e nei primi Ottanta lavora nella Missione permanente del Governo portoghese al Consiglio d’Europa a Strasburgo. Vive a Parigi. .  
   
   
AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI IL 16 E 17 APRILE WAYNE MCGREGOR | RANDOM DANCE IN ENTITY  
 
Milano, 14 aprile 2009 - In occasione delle Girnate della Danza 2009 – promosse dal Comune di Milano, Settore Spettacolo - il Teatro degli Arcimboldi (viale dell’Innovazione, 20 – Milano) presenta Entity, uno dei maggiori successi della Biennale Danza di Venezia 2008, nuova creazione dell’”Iconic Choreographer” Wayne Mcgregor. Entity è uno spettacolo denso di poesia, potente e superbo, che coniuga bellezza e matematica, arte e scienza. Negli ultimi 17 anni, Wayne Mcgregor|random Dance, compagnia residente al Sadler’s Wells di Londra, ha rappresentato in tutto il mondo creazioni fuori dell’ordinario. Fanatico di computer fin da ragazzo, Mcgregor ha mostrato gli esiti delle sue sperimentazioni fin da Sulphur 16 in cui i suoi ballerini si muovevano circondati da figure generate dal computer come in un gioco di scacchi a grandezza umana, e in Nemesis, ispirato dal comportamento degli insetti, dove i danzatori indossavano protesi metalliche imbracciate come armi in un ambiente sonoro che comprendeva delle conversazioni al cellulare. Se per Ataxia, sui disordini appunto della coordinazione, e Amu, sugli effetti fisici delle emozioni, Mcgregor si era rivolto a neuroscienziati e specialisti delle patologie del cuore, per Entity, parte integrante del suo Entity Research Project, ha chiesto collaborazione agli scienziati cognitivisti sul tema dell’identificazione dell’intelligenza cinestetica ‘smontandola’ e usando le informazioni ricevute per costruire artificialmente degli ‘agenti coreografici intelligenti’, capaci di risolvere problemi, senza danzare le soluzioni ma generando un’architettura o una serie di numeri. La sfida è del massimo interesse: Quel che mi preme, dichiara Mcgregor, è il modo in cui il lavoro del cervello ha un impatto sulla coreografia. Quali processi involve, in termini di organizzazione geometrica, matematica e di tempo? E ancora: Possiamo usare il corpo per capire chi siamo? Ma queste domande non si traducono in una trattazione didascalica, in termini di danza, delle ipotesi di ricerca scientifica che suscitano, perché la coreografia si sviluppa poi autonomamente, istintivamente, visceralmente, con un taglio lirico - nevrotico, seguendo le ragioni dell’arte e quelle di una danza ad alta velocità, con una scrittura calligrafica, d’acciaio per le gambe, di smontaggio per torso, braccia e mente. Ne nasce una danza - visionaria, iperrealistica, di matematica precisione - che appare improntata alla più "sfrontata" improvvisazione, ma scaturisce invece da sofisticata riflessione e approfondito studio. Il movimento, che palpita del vero e del digitale ed è pervaso di elettrizzante musica (di Hopkins e Talbot), è frenetico, adrenalinico. Implode nei corpi ulcerando lo spirito. Una gestualità, questa di Mcgregor, dai ritmi sincopati e convulsi. Anche violenti, capaci così di abbattere la gabbia del visivo abitudinario che spesso imprigiona il pubblico. Su pannelli semoventi le proiezioni video digitali (di Ravi Deepres) creano l´illusione di un universo virtuale del quale vive, poeticamente, anche l´azione scenica. Creature vere e palpitanti di animalità o cyborg, quelle che la scena propone? Ma il vero miracolo che Mcgregor compie con Entity è quello di saper creare una poetica sintesi partendo da una sfida intellettuale, di riuscire a illuminare quella zona liminare che la scienza condivide con l’arte, la matematica con la bellezza. .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: FINANZIAMENTI ALLO SPETTACOLO IN CONTROTENDENZA: AUMENTANO  
 
Bologna, 14 aprile 2009 - La Giunta regionale ha approvato l’assegnazione dei finanziamenti per lo spettacolo per il triennio 2009-11, in attuazione della legge regionale 13/1999 "Norme in materia di spettacolo" e degli obiettivi stabiliti per il triennio dal Programma regionale per lo spettacolo, approvato dall’Assemblea legislativa lo scorso dicembre. La Regione ha mantenuto gli impegni che aveva assunto con gli operatori per far fronte all´attuale situazione del settore, caratterizzata da un generale decremento delle risorse finanziarie, sia ministeriali, sia degli enti locali. Previsto, in controtendenza, un incremento dello stanziamento complessivo annuale di oltre 1 milione di euro rispetto al triennio precedente, procedendo all’assegnazione dei finanziamenti in tempi strettissimi per accelerare l’erogazione dei contributi. “Un segnale in controtendenza a parità di bilancio complessivo – ha detto l’assessore alla Cultura, Alberto Ronchi -, dunque risorse che si spostano perché noi riteniamo che la cultura sia un pezzo fondamentale del nostro sistema economico e del welfare: dietro ci sono imprese importanti, lavoratori. La nostra comunità mantiene ancora un livello di qualità della vita alto anche grazie a un’attività culturale molto diffusa. Un segnale forte, dunque, nell’ambito delle scelte che la Regione fa per contrastare la crisi economica, anche visto che, purtroppo, la cultura è un settore che sta subendo molti tagli di risorse”. “E’ stato un lavoro lungo e faticoso – ha aggiunto Ronchi – ma stiamo riuscendo ad ottenere risultati rispetto al nostro obiettivo, che è quello di intrecciare le politiche culturali in diverse città, perché soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale bisogna creare delle reti in cui si attivino sinergie”. Per quanto riguarda il ruolo di Bologna, l’assessore alla Cultura ha auspicato che “diventi la capitale italiana del contemporaneo, ruolo per cui il capoluogo ha tutte le carte in regola, mentre ci sono altre città in regione che propongono meglio e da più tempo altri temi culturali. Ad esempio, credo che si debba fare tutto il possibile per salvare il cinema in piazza Maggiore, iniziativa unica, amatissima e preziosa”. Sono stati presentati complessivamente 170 progetti e ne sono stati accolti 143, dei quali 108 verranno finanziati tramite 9 Accordi con le Province e 35 tramite convenzioni dirette fra Regione e operatori. Di queste ultime, 17 sono per attività - produzione e distribuzione di spettacoli o rassegne e festival - e 18 per azioni di coordinamento e promozione di settori specifici (circuiti danza, produzioni liriche, cori, scuole di musica. ). Ad essi vanno aggiunti anche 118 progetti per attività corsuali svolte dalle bande musicali, presentati solo alle Province. Le risorse assegnate per l’anno 2009 ammontano a 7. 828. 000 euro (nel triennio precedente erano 6. 771. 000) di cui 2. 163. 540 per i soggetti finanziati tramite gli Accordi e 5. 313. 456 per le convenzioni; ad esse il 70% (quota base) verrà assegnato subito, mentre il 30% (quota variabile) successivamente, sulla base degli indicatori di valutazione contenuti nel Programma regionale 2009-11. A tali risorse vanno aggiunti 351. 000 euro, di cui 200. 000 stanziati per Film Commission e 151. 200 per le attività di Osservatorio dello Spettacolo, che verranno assegnati con altre modalità. Nei finanziamenti è compreso il contributo alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna, deliberato dalla Giunta regionale nel febbraio scorso. L’incremento dello stanziamento ha toccato tutti i settori dello spettacolo, teatro, musica, danza, cinema e audiovisivi. In particolare, coerentemente con gli obiettivi del Programma 2009-11 (fra i quali diversificare l’offerta e promuovere nuovo pubblico) il sostegno regionale è stato finalizzato anche a generi non tradizionali, con specifica attenzione alla contemporaneità nelle varie discipline e per quanto riguarda la musica, con particolare attenzione alla contemporaneità in tutte le sue espressioni colte e popolari e alla musica antica. L’istruttoria è stata caratterizzata da un’azione di forte concertazione con le Province sui progetti da sostenere e sulle modalità di tale sostegno. Con le Province, e tenendo conto delle loro proposte, è stato definito l’ammontare delle risorse da destinare ai soggetti inseriti negli Accordi, ma sono state accolte le loro indicazioni anche per quanto riguarda i soggetti con i quali la Regione stipula convenzioni per attività. .  
   
   
AL TEATRO CIAK LA TRAVIATA DI G. VERDI  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Dopo il successo di “Nabucco” di G. Verdi e “La Boheme” di G. Puccini, Teatro dell’Opera di Milano chiude la trilogia invernale al Teatro Ciak Webank. It – Fabbrica del Vapore, con “La Traviata” di G. Verdi, opera lirica completa, allestita l’estate scorsa al Castello Sforzesco di Milano. Uno tra i titoli più amati del repertorio operistico su libretto di F. M. Piave, tratto dalla pièce teatrale di Alexander Dumas “La Signora delle Camelie”. Considerata come la più significativa e romantica opera di Verdi, la struggente storia della cortigiana Violetta Valéry dalla prima rappresentazione, del 1853, non ha mai smesso di appassionare il pubblico. L’allestimento del Teatro dell’Opera di Milano, grazie alla regia di Mario Riccardo Migliara, indaga nel profondo l’animo e i pensieri di Traviata e rivela per lei un’esistenza diversa, fatta dai suoi stessi sogni. Un allestimento che, quasi come un incantesimo, porta i pensieri di Violetta a rendersi visibili dietro uno specchio, dando la possibilità al sogno di trasformarsi in realtà e aprendo così la porta a possibili inaspettati finali. Grande novità di questi allestimenti – realizzata in collaborazione con Culti, produttore di essenze e aromi - la Multisensorialita’. La visione di passioni messe in musica e allestite in storie immortali rende da sempre l’opera lirica una delle forme di spettacolo più completa e insieme articolata. In queste opere questa possibilità viene spinta ancora oltre, garantendo allo spettatore una visione percettiva totale del dramma lirico: emozioni e sensi strettamente legati. Le percezioni degli aromi delle ambientazioni operistiche, coinvolge chi guarda gli allestimenti di Teatro dell’Opera, amplificando reminescenze personali e sensazioni romantiche, dove le armonie musicali, e l’unicità delle messe in scena vengono affiancate dagli inattesi effluvi del tempo. Mario Riccardo Migliara, cura tutte le regie prodotte, evidenziandone i temi che approfondiscono l’opera stessa, accompagnando lo spettatore in nuove riletture della messinscena. .  
   
   
AL TEATRO SAN BABILA “DUE DOZZINE DI ROSE SCARLATTE”  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Michel Altieri e Katia Terlizzi sono i protagonisti di “Due dozzine di rose scarlatte”, commedia brillante riscritta da Tato Russo da Aldo De Benedetti, con la regia di Livio Galassi. Trasportato dall’epoca dei telefoni bianchi a quella odierna dei cellulari, rimane intatto il raffinato umorismo, il linguaggio dinamico ed effervescente, la discreta e garbata sensualità che caratterizzarono la commedia fin dal suo esordio, nel 1936. Un marito, di professione cantante impegnato in tv, per sbaglio invia alla propria moglie un mazzo di rose destinate alla sua amante; la moglie, lusingata dall’ammirazione di questo sconosciuto, nasconde i fiori e il relativo biglietto amoroso al marito. A tutto questo si aggiunge il fedele amico della coppia che, approfittando della situazione, confessa alla donna di essere lui il misterioso spasimante! Da questa trama prende il via una commedia degli equivoci, con il matrimonio che inizia a traballare, la gelosia che divampa e uno smanioso desiderio di evasione che pervade la monotona vita quotidiana della coppia. Le situazioni ambigue e assai buffe che si innescano diventano pericolose per la serenità e l’equilibrio del matrimonio. Michel Altieri, protagonista maschile della commedia, è un giovane attore italo francese cresciuto sotto la guida di Tato Russo, apprezzato interprete di musical quali “I promessi sposi”, “Il ritratto di Dorian Grey” e “Profondo rosso”. Katia Terlizzi, protagonista femminile che interpreta la moglie di Michel Altieri, ha iniziato la sua carriera negli anni ’90. E’ un’attrice versatile, interprete sia di fiction (“Incantesimo”, “Distretto di polizia”,. ) che di teatro “La pulce nell’orecchio”, “Le troiane”, “Il ritratto di Dorian Grey”,… .  
   
   
ALL’ELFO “TRA LA TERRA E IL CIELO” DI GIORGIO BARBERIO CORSETTI  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Il teatro dell’Elfo ospita Tra la Terra e il cielo, il nuovo spettacolo di Giorgio Barberio debuttato con successo a Benevento nel settembre ’08. Un “mistero” laico, un auto sacramental moderno e profano che racconta la giornata di quattro personaggi: un uomo e una donna, arrivati e pieni di certezze, e un ragazzo e una ragazza agli inizi della loro lotta per la sopravvivenza, pieni di incertezze. Ognuno di loro vive un giorno un po’ speciale nel quale, oltre alle persone che fanno parte dell’abituale quotidianità, incontra angeli, diavoli e la Morte stessa, con il suo seguito di spiriti, che si presenta per ricordare che tutti alla fine le apparteniamo. I contenuti dell’intreccio raccontano solo una piccola parte dello spettacolo, infatti ciò che ancora una volta dà l’impronta più originale alla creazione di Corsetti è l’uso spregiudicato del video, che viene impiegato non solo in senso scenografico, ma come elemento costitutivo della drammaturgia, in linea con il percorso di ricerca iniziato dal regista più di vent’anni fa in collaborazione con Studio Azzurro. Www. Elfo. Org .  
   
   
IL GABBIANO DI ANTON CECHOV AL TEATRO LITTA  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Dopo il buon esito di critica e di pubblico al Festival di Castiglioncello 2007, Il Gabbiano di Cechov nella versione di Martin Crimp per la regia di Sandro Mabellini è in scena al Teatro Litta di Milano dal 21 aprile al 10 maggio 2009. Un lavoro che cerca il vuoto della scena e della messa in scena, non per un vezzo formale o sperimentalistico, ma perché lo richiede il tempo in cui viviamo, e lo richiede Martin Crimp (vincitore del Premio Ubu 2005 come Migliore novità straniera), grande autore europeo, che si interroga costantemente sulla moltiplicazione dei piani di rappresentazione e sull´idea dell´amore, sul problema dell´altro. In scena ci sono sei attori – tre coppie, in una scena vuota – il teatro, due microfoni - l´amplificazione del vuoto, la ricerca dell´amore, lo spettatore. Il Progetto Gabbiano Cechov / Crimp proposto dal Battello Ebbro mette al centro del lavoro la comunicazione tra attore-attore-spettatore. Un triangolo fondamentale all’interno del quale si svolge la relazione/comunicazione fatta di parole e azioni che gli attori sono chiamati a ´cercare´ ad ogni prova, ogni replica, in modo autonomo ed originario. Il testo si ripete invariato per ogni replica, ma ciò che lo spettatore vedrà in scena ogni sera, sarà uno spettacolo diverso in merito a ciò che accade. Un progetto che muove dalla necessità di portare l´attore a ´pensare con il corpo´ e non con la testa il suo essere in scena, relazionarsi al luogo-teatro, agli altri attori e agli spettatori, al suo interno-esterno secondo una modalità di relazione aperta, in cui non esistono quarte pareti ma solo un triangolo comunicativo attore-attore-spettatore. .  
   
   
LA QUINTA DI BEETHOVEN A CASA DI VERDI ULTIMO APPUNTAMENTO DELLA STAGIONE CONCERTISTICA CON L’ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO DI PARMA DIRETTA DA DONATO RENZETTI  
 
Busseto, 14 aprile 2009 - Appuntamento conclusivo giovedì 16 aprile 2009, alle ore 20. 30, per la nuova Stagione Concertistica del Teatro Verdi di Busseto con l’Orchestra del Teatro Regio di Parma affidata alla prestigiosa bacchetta di Donato Renzetti, in un programma dove celebri ouverture di Wolfgang Amadeus Mozart, Felix Mendelssohn-bartholdi, Gioachino Rossini e Giuseppe Verdi saranno affiancate all’esecuzione della Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Cento anni di storia del teatro musicale sono percorsi nella prima parte del concerto dell’Orchestra del Teatro Regio di Parma che affronta pagine celebri come l’ouverture dal Don Giovanni mozartiano per trascorrere subito dopo nel romanticismo di Mendelssohn con l’ouverture delle Ebridi e toccare finalmente il melodramma italiano con la sinfonia dal Barbiere di Siviglia e il preludio verdiano dalla Traviata. Altrettanto celebre la pagina che compone la seconda parte della serata con l’esecuzione della Sinfonia in do minore di Beethoven. Composta fra il 1807 e il 1808, la pagina aperta dal rintocco dei colpi del destino fu presentata a Vienna il 22 dicembre 1808 durante una memorabile accademia musicale nel corso della quale furono presentati per la prima volta al pubblico altri capolavori del compositore, fra cui la Sesta Sinfonia, il Quarto Concerto per pianoforte e la Fantasia Corale. Sarà questo a Busseto il primo impegno musicale del maestro Donato Renzetti, perfettamente ripresosi dall’improvviso malore che lo aveva obbligato a rinviare la data del concerto. Ospite abituale delle più importanti sale da concerto e teatri d’opera di tutto il mondo, Donato Renzetti torna sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio di Parma dopo i successi riscossi per l’inaugurazione della passata stagione Lirica con le Scene dal Faust di Goethe di Schumann e al Festival Verdi. .  
   
   
TRENTO: ARGE ALP SOUND: 5 GRUPPI TRENTINI ALLA FINALE IL 4 MAGGIO LA SELEZIONE, A COIRA NEI GRIGIONI  
 
 Trento, 14 aprile 2009 - Berserker, Fattoria del Vento, Kepsah, Stone Martens e Xxx sono i cinque gruppi trentini che accederanno alla selezione finale del concorso musicale "Arge Alp Sound", che si terrà il 4 maggio prossimo a Coira nei Grigioni. Il concorso "Arge Alp Sound", organizzato dalla comunità di lavoro Arge Alp, vuole promuovere giovani musicisti dell´area alpina dando loro l´opportunità di mostrare la capacità di raccontare e interpretare l´ambiente e la vita del territorio alpino. Ogni regione membro della Comunità di Lavoro Arge Alp poteva presentare fino a cinque composizioni per il turno finale. Per il Trentino hanno partecipato dieci gruppi. Nel mese di marzo è stata fatta la prima selezione che, sulla base di creatività, virtuosimo e originalità nell´affrontare il tema Alpi, ha scelto i finalisti che adesso saranno valutati da una giuria internazionale composta di esperti nel campo musicale. La giuria internazionale sceglierà da uno a tre vincitori, che si aggiudicheranno un premio di 15´000 euro sotto forma di buoni per l´acquisto di attrezzatura musicale o per coprire le spese di produzione di un Cd. I finalisti verranno informati in merito alla decisione della giuria l´ 8° maggio prossimo. Arge Alp si impegna inoltre a procurare ai vincitori la possibilità di esibizione in festival musicali. La premiazione avverrà durante la Conferenza dei capi di Governo del 19 giugno 2009 a Flims, nei Grigioni. . .  
   
   
MUSEO SCIENZA, NUOVA SEZIONE DEDICATI AGLI ADESIVI INAUGURATO SPAZIO TEMATICO PER CONOSCERE DA VICINO LE COLLE PAGNONCELLI:UN MONDO SORPRENDENTE CHE CI ACCOMPAGNA OGNI GIORNO  
 
 Milano, 14 aprile 2009 - Il Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" apre una nuova area interattiva dedicata alle sostanze adesive. Realizzato all´interno del dipartimento materiali, sezione materiali polimerici, lo spazio nasce in collaborazione con due aziende leader del settore, Mapei e Vinavil, con il contributo di Regione Lombardia e della Camera di Commercio di Milano. Oggi l´inaugurazione, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza della Regione per le relazioni con gli enti locali e le realtà socioeconomiche, Marco Lionello Pagnoncelli, dell´amministratore unico di Mapei e presidente di Federchimica, Giorgio Squinzi, e di Fiorenzo Galli, direttore del Museo "Leonardo da Vinci". "Si tratta di un percorso importante - ha ricordato Pagnoncelli - per la conoscenza di un mondo decisamente sorprendente, che accompagna tanti ambiti della nostra vita quotidiana e che dimostra ancora una volta quanto il Museo sia legato ai processi di ricerca e innovazione in uno dei settori industriali, la chimica, da sempre all´avanguardia per la nostra economia. Con questa iniziativa il Museo conferma di essere uno dei migliori biglietti da visita per la nostra regione anche in vista di Expo 2015". La nuova area si articola in due settori: una zona espositiva con tre casi di studio, in cui il visitatore può scoprire i "segreti" nascosti dietro alle colle, e una zona "attiva", in cui entrare direttamente in contatto con le sostanze adesive con l´aiuto di animatori. All´interno dell´area espositiva vi è la ricostruzione di una casa d´epoca romana: per realizzare il muro in mattoni e l´intonaco è stata utilizzata una linea di malte senza cemento, con proprietà fisiche e meccaniche compatibili con le malte impiegate ai tempi degli antichi romani. "Il nostro contributo - ha detto Squinzi - è finalizzato allo studio e alla comprensione delle problematiche legate a un settore e a prodotti in cui siamo protagonisti; per questo abbiamo partecipato attivamente alla realizzazione del progetto fornendo, insieme ai materiali specifici per gli allestimenti, la collaborazione dei nostri laboratori di ricerca e sviluppo". E se gli antichi romani usavano le sostanze adesive per tenere insieme le loro case, oggi, come sappiamo, questi materiali vengono usati per costruire aerei, elicotteri e navette spaziali. Molto più sicuri di quanto sarebbe se venissero utilizzati viti, rivetti o saldature". "Un mondo vasto e presente dovunque, nella vita di tutti i giorni - ha ricordato Fiorenzo Galli, direttore del Museo - che non smette di sorprenderci per le applicazioni tecnologiche che è in grado di offrire. Per questo abbiamo deciso di aprire uno spazio di conoscenza rivolto a un pubblico più ampio possibile". .  
   
   
MOSTRA IL CONTAGIO VIVO AGOSTINO BASSI NELLA STORIA DELLA BACHICOLTURA PAVIA, MUSEO DELLA TECNICA ELETTRICA, 17 APRILE - 4 GIUGNO 2009  
 
 Pavia, 14 aprile 2009 - Una mostra in cui le scienze naturali si intersecano con la medicina, grazie all’intrecciarsi della storia del baco da seta con una delle scoperte che hanno gettato le basi della moderna patologia: il contagio vivo. Si inaugura giovedì 16 aprile alle ore 16, al museo della Tecnica elettrica dell’Università di Pavia la mostra “Il contagio vivo. Agostino Bassi nella storia della bachicoltura”, curata da Clementina Rovati, direttore del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pavese. La mostra, ricca di connotazioni storiche, scientifiche e artistiche, è dedicata ad Agostino Bassi, protagonista a Pavia alla fine del 1700 di quella felice stagione di rinnovamento che gli Asburgo affidarono a maestri eccellenti come Scarpa, Volta e Spallanzani. Articolata in due sezioni principali, l’esposizione illustra la biologia del baco da seta e il suo sviluppo. Si parte dagli studi sulla biologia del baco da seta compiuti a Pavia da Angelo Maestri, medico ortopedico e preparatore del Museo di Storia Naturale; questi studi si tradussero in una serie di modelli in cera da lui realizzati per illustrare le varie fasi di sviluppo del baco e delle sue malattie, con particolare riguardo al “mal del calcino”, che si manifestava con la comparsa di visibili macchie sul corpo della larva morente che poi si copriva di una polvere bianca simile alla Queste opere, racchiuse in una decina di quadri in mostra, sono di straordinaria bellezza e rappresentano l’espressione visiva dell’arte in applicazione alla scienza. A scoprire la causa del “mal del calcino” fu Agostino Bassi: la seconda sezione della mostra illustra la figura di questo pioniere della microbiologia. Agostino Bassi - Dottore in legge presso la nostra università nel 1798, Bassi era stato allievo del Collegio Ghislieri e studente di Lazzaro Spallanzani e di Rasori, data la sua grande passione per la storia naturale. Dopo pochi anni dal conseguimento della laurea, impedito a esercitare la sua professione da un’affezione oculare, Bassi si ritirò nelle sue proprietà terriere del Lodigiano, impegnandosi a sviluppare esperimenti zootecnici, agronomici e naturalistici. Nel 1807 diede inizio a una serie di prove sperimentali volte a spiegare le cause del “mal del segno” o “mal del calcino”, la devastante malattia che poteva portare a distruzione interi allevamenti. Convinto che la malattia nascesse spontaneamente nel corpo dell’animale sotto l’influenza di fattori ambientali, quali lo stato dell’aria o elementi nutritivi alterati, si impegnò in una serie di infiniti esperimenti e osservazioni durati quasi trent’anni, giungendo infine alla conclusione che il responsabile della malattia era un fungo parassita, una specie nuova a cui Giuseppe Balsamo Crivelli, che lo studiò dal punto di vista sistematico, attribuì il nome di Botrytis bassiana in onore dello scopritore. Bassi scoprì inoltre che il morbo si riproduceva con il riprodursi del fungo, una scoperta di notevole importanza perché la dinamica di propagazione del “mal del segno” poteva rispecchiare quella dei contagi e le conclusioni sperimentali ottenute da questa malattia potevano avere una valenza generale. Riprendendo i suoi studi Bassi giunse ad affermare che tutti i contagi sono prodotti da organismi viventi che si possono trasmettere da un individuo all’altro e qui crescere e riprodursi; applicò questi concetti anche a malattie umane, sostenendo ad esempio la natura infettiva e contagiosa del colera asiatico e la presenza di microrganismi. La sua fu un’autentica rivoluzione scientifica perché diede origine all’idea forse più influente nella storia della medicina, la teoria microbiologica delle malattie infettive, il presupposto indispensabile per i progressi della terapia antibatterica e dell’antisepsi che hanno cambiato il volto alla geografia demografica dell’umanità. Inserendosi proprio lungo questa prospettiva operativa, Bassi non si limitò a sviluppare teoricamente le sue idee ma cercò anche di applicarle con suggerimenti concreti volti a debellare il calcino e proponendo quelle misure antisettiche che consentivano di distruggere i microrganismi e che potevano avere adozione pratica negli ospedali. Lungo il percorso espositivo sarà illustrata la biologia del baco da seta, il suo sviluppo e le tecniche di allevamento con riferimenti alla storia della bachicoltura e alla sua rilevanza anche nel territorio pavese. In collaborazione con l´Unità di Ricerca di Api-bachicoltura, sede di Padova, sarà inoltre possibile osservare dal vivo un esempio di bachicoltura mediante l’allevamento del bombice del gelso nei successivi stadi del suo ciclo biologico. .