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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Aprile 2009
SCIENZIATI IDENTIFICANO FATTORE DI RISCHIO GENETICO PER UNA COMUNE PATOLOGIA DELLA PELLE  
 
 Bruxelles, 14 aprile 2009 - Alcuni scienziati hanno identificato una variante genetica che sembra associata ad un aumentato rischio di sviluppare la dermatite atopica. I ricercatori sperano che i risultati ottenuti possano condurre alla scoperta di nuovi farmaci in grado di curare questa patologia cronica. La ricerca, pubblicata online dalla rivista Nature Genetics, è stata in parte finanziata da una borsa di mobilità del fondo Marie Curie dell´Unione europea. La dermatite atopica, nota anche come eczema atopico e eczema costituzionale, colpisce circa il 15% dei giovani nei paesi industrializzati ed è, dunque, una delle allergie più comuni. I sintomi sono secchezza cutanea e prurito, spesso nelle pieghe flessorie degli arti, come il gomito o il ginocchio. Nelle zone infiammate possono verificarsi delle lievi fuoriuscite di liquido trasparente, e nei casi peggiori, può verificarsi un ispessimento della cute. Le creme emollienti possono alleviare i sintomi, ma vi è urgente necessità di trovare una cura efficace. Non è ancora stato possibile scoprire completamente quali sono le cause scatenanti della dermatite atopica. I fattori ambientali, tra cui gli allergeni e addirittura alcuni prodotti per la cura della pelle, per esempio, rivestono un ruolo essenziale. Nel frattempo, gli studi condotti nel campo dell´epidemiologia suggeriscono che i fattori genetici potrebbero influire in modo significativo sul rischio individuale di sviluppare questa patologia. In questo ultimo studio, scienziati di Repubblica ceca, Germania, Francia e Polonia hanno identificato una variante genetica associata a un rischio più elevato di sviluppare la dermatite atopica. Secondo i ricercatori, il 13% degli europei sono portatori di due copie di questa variante e hanno 1,47 probabilità in più di sviluppare la dermatite atopica rispetto ai soggetti che non presentano questa variante. I soggetti che hanno una sola copia della variante hanno 1,16 possibilità in più di essere colpiti da questa malattia della cute rispetto ai soggetti che non presentano nessuna delle due varianti. La variante genetica in questione risiede nella stessa regione del Dna in cui risiede il gene responsabile della produzione di una proteina chiamata Esmy. Gli scienziati sospettano che una mutazione di questo gene possa essere associata alla dermatite atopica e intendono approfondire questa teoria. È interessante che la stessa variante sia associata anche all´aumentato rischio di sviluppare il morbo di Crohn. Il morbo di Crohn è un´infiammazione cronica a carico dell´intestino, che presenta numerosi punti in comune con la dermatite atopica. Tra questi vi sono la condizione infiammatoria, una funzione difettosa a livello di mucosa e della cute e una risposta immunitaria insufficiente contro le infezioni batteriche fin dalla nascita. Questo legame genetico tra le patologie, scoperto di recente, spiega anche il motivo per cui molte persone affette dal morbo di Crohn soffrano anche di dermatite topica. Gli scienziati hanno rilevato questa variante genetica attraverso lo scanning dei genomi di 939 pazienti affetti da dermatite atopica e li hanno confrontati coi genomi di 975 persone che non hanno questa malattia. Inoltre, hanno analizzato i genomi di 270 nuclei famigliari nei quali sono affetti da dermatite atopica due fratelli. Proprio questo studio ha messo in luce alcune varianti che sembrano essere associate con un elevato rischio di sviluppare la dermatite atopica. I ricercatori hanno poi studiato le varianti rilevate in altri 2. 637 pazienti e in occasione di 3. 957 controlli. Le varianti evidenziate nello studio dimostrano una nettissima associazione con la dermatite atopica. Gli scienziati ritengono che ulteriori ricerche potrebbero probabilmente portare alla scoperta di ulteriori varianti genetiche collegate a questa patologia. Per maggiori informazioni, visitare: Nature Genetics http://www. Nature. Com/ng Max Delbrück Center for Molecular Medicine (Mdc) Berlin-buch: http://www. Mdc-berlin. De .  
   
   
I BAMBINI DI TRE ANNI VEDONO IL PUNTO  
 
Bruxelles, 14 aprile 2009 - Ricercatori in Ungheria, finanziati dall´Ue, hanno scoperto che i cani e i bambini di due anni, che vivono in ambienti domestici simili, interpretano in maniera analoga anche i gesti di indicazione degli adulti. I bambini di tre anni, invece, sono in grado di interpretare una gamma più ampia di gesti di indicazione e di usare la direzione in cui punta il dito indice per trovare oggetti nascosti. Le scoperte, pubblicate nella rivista Animal Cognition, sono il risultato del progetto "Origins of referential communication" (ovvero, le origini della comunicazione referenziale), che è stato finanziato attraverso l´area tematica "Scienza e tecnologia nuova e emergente" del Sesto programma quadro (6°Pq). Ricerche precedenti hanno mostrato che i cani domestici riescono ad interpretare una serie di segnali comunicativi umani, tra i quali il movimento degli occhi e il volgere del capo. Mentre i cani non ricevono la formazione linguistica complessa propria degli umani, i loro padroni tendono a rivolgersi a loro usando una specie di linguaggio "maternese" o infantile. I cani riescono, inoltre, ad interpretare determinati segnali umani che di solito comportano una premiazione. I bambini, dall´altra parte, ricevono un´intensa formazione linguistica da chi li accudisce, e imparano essi stessi ad usare i gesti di indicazione (con il dito indice) all´età di circa quattordici mesi. Prima di questo momento, tuttavia, i bambini fisseranno il dito che indica piuttosto che l´oggetto da esso indicato. Tra il secondo e terzo anno di età cambia rapidamente la capacità dei bambini di comunicare, sia verbalmente che attraverso i gesti. Nel presente studio, la professoressa Gabriella Lakatos dell´università Eötvös di Budapest (Ungheria) e il suo team, hanno esaminato più da vicino come i bambini di due o tre anni e i cani avrebbero reagito ad una serie di gesti di indicazione. Essi hanno concentrato l´attenzione sulla capacità di ogni gruppo di interpretare gesti di indicazione non familiari sulla base di una comprensione generale dell´indicazione. I ricercatori hanno eseguito due studi, uno sui gesti di indicazione con il braccio e un altro sull´indicazione con la gamba. I 15 cani e i 13 bambini di due anni hanno eseguito il protocollo a casa loro per evitare lo stress provocato da un ambiente non familiare, mentre gli 11 bambini di tre anni sono stati esaminati nella loro scuola materna. In entrambi gli studi venivano posti due vasi di fiori a circa un metro di distanza tra loro, uno dei quali conteneva una ricompensa (un dolce o un gioco preferito). Successivamente, il ricercatore indicava il vaso con la ricompensa usando uno dei quattro gesti di indicazione. I bambini di due anni e i cani hanno risposto correttamente a meno gesti di indicazione rispetto ai bambini di tre anni, ma hanno risposto comunque alla direzione di un membro del corpo proteso. I bambini di tre anni hanno risposto correttamente alla direzione indicata con il dito indice. Così, se la persona che indicava era in piedi con il braccio piegato sul petto, il gomito proteso verso sinistra e il dito che indicava a destra, il bambino di tre anni seguiva la direzione indicata dal dito, ma il bambino di due anni e il cane seguivano quella indicata dal gomito. Per quanto riguarda i gesti delle gambe, di nuovo i bambini di tre anni rispondevano correttamente a tutti e quattro i gesti (compreso l´indicare soltanto con il ginocchio), mentre i bambini di due anni e i cani rispondevano correttamente soltanto ai gesti di indicazione del piede. Gli autori credono che i risultati dello studio sull´indicazione col piede suggeriscono che i soggetti erano capaci di generalizzare dalla loro esperienza precedente ad una gestualità direzionale relativamente nuova. Quando i bambini raggiungono l´età di due o tre anni - dicono i ricercatori - "sono già avvenuti dei cambiamenti notevoli nella loro capacità di usare i segnali comunicativi visivi". Inoltre, ci sono delle differenze nella capacità dei due gruppi di età di collaborare con gli adulti, che potrebbero sicuramente avere un impatto sulla comprensione dei gesti di questi bambini. Gli autori credono altresì che le interazioni durante l´apprendimento del linguaggio parlato "facilita la comprensione nei bambini riguardo al ruolo importante del dito indice nell´indicare gli oggetti di interesse, anche a distanze lontane". La mancanza di una formazione linguistica nei cani - dicono - potrebbe anch´essa spiegare perché questi non hanno potuto superare questo ostacolo. "La sensibilità dei soggetti alle variazioni dei gesti di indicazione suggeriscono che sia i cani che i bambini (delle due età) hanno la capacità di usare le regole per generalizzare dal gesto di indicazione ad altri tipi simili di gesti," conclude lo studio. "I bambini di tre anni sembrano riconoscere il dito indice come un segnale direzionale generale. Nei bambini più giovani, protendere parti del corpo fornisce la stessa indicazione per dedurre la direzionalità. Almeno a livello funzionale, i cani mostrano una performance simile a quella dei bambini di due anni, questo potrebbe essere il risultato congiunto della loro storia evolutiva e socializzazione nell´ambiente umano. " Per maggiori informazioni, visitare: Animal Cognition: http://www. Springer. Com/life+sci/behavioural/journal/10071 Università Eötvös di Budapest: http://www. Elte. Hu/ .  
   
   
OSPEDALE VIMERCATE, FIRMATO ACCORDO DI PROGRAMMA SI´ A VENDITA E RIQUALIFICAZIONE DELL´AREA DEL VECCHIO NOSOCOMIO CON I PROVENTI SI COMPLETANO LE RISORSE PER IL NUOVO COMPLESSO  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, Paolo Brambilla, sindaco di Vimercate, e Maurizio Amigoni, direttore generale dell´Ospedale Civile di Vimercate, hanno sottoscritto il 9 aprile al Palazzo della Regione l´Accordo di programma per la "valorizzazione urbanistica dell´attuale sede ospedaliera di Vimercate". L´accordo (completato da un Protocollo di Intesa, anch´esso sottoscritto) consente in pratica di perfezionare il quadro dei finanziamenti per il nuovo ospedale in costruzione, grazie alla vendita (tramite asta pubblica) del terreno del vecchio ospedale, e contemporaneamente di riqualificare l´intera area, collocata al centro della città. Il nuovo ospedale, in fase di ultimazione, costa complessivamente attorno ai 200 milioni: l´importo appaltato per la costruzione, 140 milioni di euro, viene coperto, secondo quanto prevede il piano finanziario, con uno stanziamento regionale di 74,3 milioni, un impegno del concessionario di 45,1 milioni e 20. 750. 000 di proventi (stimati) appunto dall´alienazione delle aree di proprietà dell´Azienda interessate dall´Accordo di Programma. Eventuali maggiori ricavi della vendita saranno destinati all´acquisizione di attrezzature sanitarie per il nuovo complesso ospedaliero. Regione Lombardia ha anche stanziato (il 3 dicembre 2008) un ulteriore contributo di 60. 180. 000 per l´acquisto di apparecchiature biomedicali per il nuovo ospedale. Soddisfazione per il risultato ottenuto è stata espressa dal Presidente Formigoni, che ha ringraziato tutti i protagonisti per il loro impegno "che ha reso possibile un cammino non privo inizialmente di difficoltà" ma che ci ha portato a poter "completare il quadro delle risorse finanziarie indispensabili per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero, pensato secondo un modello assolutamente innovativo". Dall´altro lato - ha rilevato Formigoni - il Comune sarà in grado di realizzare un intervento strategico per la riqualificazione urbanistica del cuore della città. "Tutta l´operazione - ha sottolineato Formigoni - è stata attentamente seguita dalla Regione sotto il profilo qualitativo, anche con la redazione di appositi studi per la valutazione dell´impatto ambientale, in modo da garantire ai cittadini vimercatesi un complessivo miglioramento della qualità di vita urbana e della tutela dell´ambiente, oltre che dei servizi ospedalieri. E questo è per il territorio una chance importante anche in vista di Expo 2015". "Con questo accordo - ha dichiarato il Sindaco Paolo Brambilla - Regione Lombardia, l´Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate e Comune, nel dare corso agli impegni presi nei precedenti Protocolli di Intesa, vanno a definire una equilibrata riqualificazione urbanistica del complesso delle aree interessate, consentendo di aggiungere una pluralità di importanti obiettivi pubblici: dal recupero di aree dismesse o in via di dismissione alla dotazione di opere pubbliche che il progetto urbanistico definirà nella tipologia e nelle caratteristiche, la riqualificazione dell´assetto viario e del sistema della sosta di tutto il quartiere centro-sud, l´immissione sul mercato di alloggi a prezzo calmierato, il completamento del nuovo ospedale e della sua dotazione strumentale". Per Maurizio Amigoni, Direttore Generale dell´Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, "il prossimo passo importante, possibile solo dopo la firma odierna, sarà l´alienazione dell´area dell´attuale nosocomio. L´intero ricavato verrà investito per completare la realizzazione del nuovo ospedale, per lo sviluppo di attività già esistenti, tra cui la Chirurgia Vascolare e l´Oncologia Medica, oltre che per l´acquisizione di apparecchiature d´avanguardia e l´attivazione di nuovi servizi quali la Medicina Nucleare e il Trauma Center nell´ambito della rete dell´emergenza/urgenza". La firma giunge al termine di un percorso iniziato il 22 marzo 2002 con la sottoscrizione del primo protocollo per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero e la dismissione dell´attuale, proseguito con l´inserimento del progetto nel piano di edilizia sanitaria della Regione Lombardia, la posa della prima pietra il 30 giugno 2006 con la presenza del presidente Formigoni e giunto ora alla sottoscrizione di questo Accordo. Esso definisce tra l´altro gli assetti urbanistici che assumerà l´area, sede dell´attuale presidio ospedaliero ed altre aree limitrofe, secondo contenuti già fatti oggetti di una pluralità di atti di indirizzo e di volontà che per il Consiglio Comunale di Vimercate sono stati assunti con delibera n° 42 del 29 luglio 2008. Sull´area in questione verranno collocati anche nuovi servizi pubblici, oggetto di maggior defiizione in sede di redazione del Piano Integrato di Intervento. Aderiscono all´Accordo di programma anche i proprietari di aree interessate dal progetto: Consorzio Agrario di Milano e Lodi, Immobiliare Briantea 2000 e Immobiliare Europa. .  
   
   
OPERATIVA A VICENZA PRIMA RETE ANTI-INFARTO  
 
Veneta Bassano del G. (Vicenza), 14 aprile 2009 - In Veneto si verificano circa 7. 000 casi di infarto miocardico acuto (Ima) l´anno: una patologia improvvisa nella quale la celerità dell´intervento sanitario è fondamentale per salvare una vita. Con questo scopo, la Regione del Veneto ha avviato la realizzazione di una Rete Integrata Interospedaliera, il primo esempio della quale è nato a Vicenza, dove le 4 Ullss beriche hanno dato vita ad un progetto di Area Vasta (già operativo), che è stato presentato il 9 aprile all´Ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa, alla presenza dell´Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri, dei Direttori Generali delle Ullss interessate, e di numerose autorità locali, provinciali e regionali. La “Rete Antinfarto” vicentina mette assieme le risorse dei vari ospedali e del Suem 118, che garantirà la massima celerità d´intervento sul luogo dell´evento; una prima diagnosi sul posto con la trasmissione dell´elettrocardiogramma dell´infartuato per via telematica ai reparti interessati ed il suo immediato trasferimento nella più vicina struttura dotata di un´unità di emodinamica, operativa 24 ore su 24 (in questo caso gli Ospedali di Vicenza e Bassano), dove intervenire con l´angioplastica. Obbiettivo: concludere il tutto entro un lasso di tempo tra 2 e 6 ore dall´evento, considerato l´ideale per garantire la massima riuscita delle cure, riducendo alla fine al di sotto del 2% il tasso di mortalità ospedaliera. “Un´altra eccellenza sanitaria tutta veneta – ha commentato l´assessore Sandri – che per prime le Ullss vicentine hanno reso realtà. Il Veneto continua a raggranellare primati nazionali – ha aggiunto Sandri – anche se continuiamo a pagare tasse per gli sprechi di mezza Italia e siamo solo al diciassettesimo posto nella graduatoria delle Regioni quanto a finanziamento sanitario pro-capite! Oggi Vicenza manda un messaggio chiaro a tutto il Paese su come si possa amministrare oculatamente la sanità e realizzare ogni giorno qualcosa in più per la salute dei cittadini. Cosa che peraltro – ha aggiunto – avviene da anni in tutto il Veneto”. Il funzionamento della rete anti infarto vicentina è stato illustrato dal professor Francesco Cucchini, che ha coordinato il gruppo di lavoro delle quattro Ullss. La rete servirà una popolazione di circa 850 mila persone (ai Comuni vicentini sono stati aggregati alcuni del feltrino e della pedemontana) ed un territorio dove si registrano circa 1. 200 infarti l´anno. Attualmente ne vengono trattati con angioplastica circa il 40% (in linea con la media regionale, che in Italia scende al 20%), percentuale che salirà notevolmente con la nuova organizzazione d´intervento. In Veneto le malattie cardiovascolari (infarto, angina, scompensi) richiedono 40. 000 ricoveri l´anno, con 350. 000 giornate di degenza ed un costo tra 90 e 100 milioni di euro. Gli infarti al miocardio sono circa 7. 000. Cifre notevoli, nonostante il Veneto sia tra le Regioni in cui la presenza di fattori di rischio come ipertensione, obesità e diabete è più bassa in Italia. .  
   
   
APPROVATO DALLA LIGURIA IL PIANO DI CURE PALLIATIVE AREA METROPOLITANA  
 
Genova, 14 aprile 2009 - E’ stato approvato l’ 8 Aprile dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla salute, Claudio Montaldo la realizzazione della rete locale genovese di cure palliative. L’obiettivo è di promuovere, organizzare e garantire che cure palliative di elevata qualità siano erogate sul territorio genovese in maniera appropriata ai pazienti e alle famiglie che ne hanno bisogno. Ogni distretto svolgerà attività di assistenza domiciliare e specialistica attraverso nuclei costituiti da un medico e tre infermieri dotati di competenze in cure palliative di livello specialistico. Cure palliative saranno inoltre erogate all’interno degli ospedali e nelle strutture residenziali con personale dedicato nei quattro ospedali maggiori: San Martino, Ist, Galliera e Villa Scassi e dal personale dell’assistenza domiciliare negli ospedali minori e nelle Rsa. Il piano divide l’area metropolitana in tre zone: area di Genova Ponente, dove ogni anno i nuovi pazienti bisognosi di cure palliative ammontano a circa 1. 200, area di Genova Centro, dove sono presenti circa 580 nuovi pazienti l’anno e l’area di Genova Levante dove il fabbisogno ogni anno è per 860 persone. Il piano delle cure palliative prevede inoltre a livello metropolitano 5 hospice per un totale di 52 posti letto. A Bolzaneto nell’ex ospedale Pastorino con 12 posti letto attualmente in funzione, presso l’Ist con 12 posti letto (attivazione prevista quest’anno), Villa Salus in Albaro con 10 posti letto (attivazione prevista quest’anno), presso il Seminario del Chiappeto con 10 posti letto e presso la Colletta di Arenzano con 8 posti letto (attivazione prevista quest’anno). “L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Salute, Montaldo – è quello di integrare i servizi ospedalieri, sanitari pubblici con personale formato e dedicato a quest’attività”. Il piano prevede di attribuire la funzione di coordinamento della rete genovese di cure palliative all’Ist per la durata di tre anni e di istituire il comitato di coordinamento costituito dai responsabili delle cure palliative della Asl 3 Genovese, dell’ospedale Villa Scassi, dell’hospice Gigi Ghirotti di Bolzaneto, del Galliera, della terapia antalgica e cure palliative del San Martino, dell’Ist e da un rappresentante dei medici di medicina generale della Asl 3 Genovese. .  
   
   
MILANO: SCOPERTO AMBULATORIO MEDICO CLANDESTINO SEQUESTRATI FARMACI ILLEGALI PER UN VALORE DI OLTRE 10MILA EURO. DENUNCIATI I DUE TITOLARI CINESI PER ABUSO DELLA PROFESSIONE MEDICA. 34A OPERAZIONE DELLA POLIZIA MUNICIPALE A CHINATOWN  
 
 Milano, 14 aprile 2009 - “Gli agenti della Polizia Locale hanno scoperto l’ennesimo ambulatorio medico clandestino nel retrobottega di un’erboristeria di via Giordano Bruno. Sono stati sequestrati oltre 10mila medicinali illegali scaduti o privi di data di scadenza, per un valore complessivo di oltre 10mila euro. I due titolari cinesi, marito e moglie regolari, sono stati denunciati per abuso della professione medica. Il locale è stato posto sotto sigillo”. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. Nel blitz, scattato su segnalazione di alcuni cittadini, sono stati impiegati otto agenti del Nucleo Tutela Trasporto Pubblico della Polizia Locale, coordinati da un commissario aggiunto. Al momento dell’ispezione i vigili hanno trovato nel retrobottega dell’erboristeria una mamma con il neonato presumibilmente da vaccinare. Gli agenti hanno sequestrato oltre 10mila medicinali scaduti o senza data di scadenza (antibiotici, antistaminici, antinfiammatori, medicinali al cortisone, vitamine e fiale energizzanti), tutti privi dell’autorizzazione del Ministero della Salute. Confiscate anche alcune apparecchiature mediche, kit per flebo e siringhe. I due titolari cinesi, marito e moglie regolari, sono stati denunciati per abuso della professione medica (art. 348 del codice penale). Il locale è stato posto sotto sequestro. “Si tratta della 34a operazione - commenta De Corato - effettuata dalla Polizia Municipale nell’ultimo anno a difesa della legalità e della sicurezza nel quartiere. I blitz contro la criminalità cinese hanno portato alla scoperta di immigrati clandestini, bische, merci contraffatte, finti centri massaggi e, come in questo caso, finti ambulatori medici. Proprio a Chinatown ben sette appartamenti sono stati posti sotto sigillo per affitto a irregolari o sfruttamento della prostituzione: in via Fioravanti (ben due volte), via Alfieri, via Sarpi, via Lomazzo, via Balestrieri e uno proprio in via Giordano Bruno”. “Solo due giorni fa – conclude De Corato - in uno stabile di via Messina, la Polizia Locale ha scoperto due appartamenti-dormitorio di 60 metri quadrati occupati da 29 extracomunitari, la maggior parte cinesi e clandestini. Segno che il quartiere è posto sotto stretto assedio. Blitz che pertanto, insieme all’operazione della Ztl-isola pedonale condotta dal Comune per delocalizzare il commercio all’ingrosso sono utili strumenti per riportare il quartiere sotto controllo e riqualificarlo”. .  
   
   
INAUGURATO CENTRO SALUTE MENTALE GEMONA  
 
 Gemona del Friuli,  14 aprile 2009 -   Il presidente della Regione, Renzo Tondo, e l´assessore alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic, hanno inaugurato, il 9 aprile, a Gemona del Friuli il nuovo Centro di Salute Mentale (Csm), che come ha detto Tondo, "rappresenta l´emblema delle capacità e della forza interiore che caratterizzano e animano la nostra gente; qualità, che ci dovranno consentire di guardare con fiducia al futuro, per superare l´attuale congiuntura economica negativa". Il Csm di Gemona sarà aperto ´h. 24´, e come ha evidenziato il direttore generale, Luciano Zanelli, è stato realizzato grazie ai ´risparmi´ dell´Azienda sanitaria n. 3 ´Alto Friuli´, all´impegno del direttore del Dipartimento di salute mentale, Mauro Asquini, e degli operatori, nonché alla disponibilità dello stabile, un prefabbricato risalente all´emergenza del terremoto, offerta dal Comune. La nuova struttura e i servizi erogati costituiscono dunque, secondo Tondo, un esempio della capacità di coesione della nostra gente. Caratteristica che per il Presidente permetterà alla comunità regionale di fruire del sistema sanitario con oculatezza, e fiducia nelle strutture e negli operatori. I cittadini potranno così concorrere direttamente al risparmio della sanità regionale, favorendo l´erogazione di servizi di eccellenza. Da Gemona, il cuore della rinascita del Friuli, Tondo ha dunque voluto lanciare all´intera comunità regionale un messaggio forte alla coesione sociale, proprio in questi giorni nei quali il terremoto e la ricostruzione sono ritornati d´attualità a causa del tragico sisma che ha colpito l´Abruzzo, ribadendo altresì che -"la Regione non dimentica le famiglie del Friuli Venezia Giulia che si trovano in difficoltà a causa della chiusura di numerosi stabilimenti". La crisi, secondo Tondo, va affrontata nella consapevolezza che entro breve, com´è accaduto nel 1973, nel periodo dell´Austerity, quando sembrava che l´economia globale dovesse avere fine, anche questo periodo difficile avrà termine. Nel suo intervento, Tondo si era anche soffermato sugli aspetti più difficili del rapporto tra la società e le malattie mentali, che penalizzano anche i familiari dei malati. Ma pesa sempre di più sulle famiglie, ha aggiunto Kosic, la presenza di anziani infermi che impone impiego di risorse fisiche ed economiche, spesso, a discapito dell´educazione dei figli. Kosic, al quale Tondo ha rivolto un applaudito e pubblico apprezzamento per l´impegno che egli sta profondendo per la sanità e l´assistenza nella nostra Regione, ha parlato della particolare area della sofferenza rappresentata dal disagio mentale, che merita un´attenzione crescente da parte della regione e della società, con la creazione di servizi specifici, ed è legata all´invecchiamento della popolazione, alla disoccupazione, alla ricerca del lavoro e all´abbandono. Servizi per i quali la Giunta, seguendo le linee programmatiche del presidente Tondo, ha destinato alle Aziende sanitarie 4,9 milioni di euro per le spese di gestione. La sanità regionale, ha concluso Kosic, potrà mantenere i suoi livelli d´eccellenza rappresentando le esigenze di sanità e assistenza espresse dal territorio, e valutate nel contesto del Libro verde (consultazioni con gli enti, le associazioni, la popolazione), e con una progettualità di lunga portata. Il nuovo Centro di salute mentale di Gemona, situato in via S. Lucia 81, a breve distanza dalla stazione ferroviaria e dall´autostazione, dispone di sei posti letto, e assicura assistenza continuativa alle persone che necessitano di assistenza psichiatrica e psicologica. Il Csm di Gemona costituisce, è stato detto, una delle ultime tappe dell´attuazione della legge ´Basaglia´, la 180 del 1972, che ha decretato la chiusura dei manicomi. Uno dei quali, riservato alla degenza femminile, si trovava proprio a Gemona. I lavori di ristrutturazione del fabbricato del Csm sono costati 380 mila euro; le dotazioni e gli arredi 50 mila euro; altri 40 mila euro le finiture dello stabile. .  
   
   
SANITÀ: CALABRIA CHIEDE LA COLLABORAZIONE DELL’AGENAS PER PREDISPORRE IL PIANO DI RIENTRO  
 
 Reggio Calabria, 14 aprile 2009 - L’intesa politica tra Stato e Regione sul piano di rientro per la sanità può, sicuramente, essere facilitata dalla collaborazione tecnica preliminare tra la Calabria e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. L’ente, infatti, ha un ruolo istituzionale di collegamento e supporto (di tipo specialistico) tra ministero della Salute e Regioni sulle strategie di sviluppo del Servizio sanitario nazionale. Per questo motivo il presidente della Calabria, Agazio Loiero, ha scritto una lettera sia al presidente dell’Agenas Renato Balduzzi che al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, per chiedere una collaborazione operativa nella fase di predisposizione dell’ipotesi del piano di rientro e prima della sottoscrizione dell’accordo con il Governo. L’agenzia può supportare gli uffici regionali nella predisposizione e realizzazione operativa, in quanto la sua attività è indirizzata ad analizzare varie funzioni: dalla valutazione di efficacia dei livelli essenziali di assistenza alla rilevazione e all’analisi dei costi; dalla formulazione di proposte per l’organizzazione dei servizi sanitari all’analisi dell’innovazione di sistema al monitoraggio dei tempi di attesa. “La collaborazione e la condivisione preliminare delle strategie è utile sia a noi che al Governo - ha sottolineato Loiero - per questo ho scritto al presidente dell’Agenas di mettere a disposizione la vasta esperienza maturata nell’affiancamento e tutoraggio delle Regioni che hanno già sottoscritto l’accordo per i Piani di rientro. L’agenzia, inoltre, deve curare il monitoraggio dei piani di rientro delle Regioni col disavanzo secondo degli obiettivi indicati negli indirizzi della Conferenza unificata”. Questo percorso è stato pienamente condiviso dal presidente Loiero con il presidente Errani, perché sulla sanità è interesse generale di tutte le Regioni sviluppare al massimo la leale collaborazione con il Governo, anche in vista sia del rinnovo del “Patto della salute 2010-2012” dove occorrerà ragionare sulla sottostima del fondo per la copertura del fabbisogno sanitario, sia dell’attuazione del federalismo fiscale dove all’assunzione sempre più ampia di responsabilità deve corrispondere la totale garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini. “Siamo i primi ad essere favorevoli a un processo di riforma e autoriforma della sanità - ha concluso Loiero - e credo che l’apporto delle esperienze dell’Agenas, per l’elaborazione finale del piano di rientro dal deficit, sia il primo passo in questa direzione, affinché il dialogo con il Governo sia costruttivo”. .  
   
   
NASCE IN VENETO LA PRIMA RETE DI “PET THERAPY” D´ITALIA LA REGIONE CI CREDE E FARA´ LA SUA PARTE” FURETTI, CANI E CONIGLI I PIU´ “GETTONATI” TRA I PAZIENTI PEDIATRICI  
 
Padova, 9 aprile 2009 - La presenza e l´uso degli animali nella cura o nell´assistenza di pazienti di vario genere (bambini, anziani, persone con problemi relazionali), detta “Pet Therapy”, fa oramai parte delle nuove frontiere che la medicina sta percorrendo. Prima in Italia a credere in questa terapia fu la Regione del Veneto che, nel 2005, emanò una specifica legge che ne promuoveva la conoscenza, lo studio e l´utilizzo. Oggi, sempre il Veneto, compie un ulteriore passo avanti, con al costituzione di una vera e propria “Rete”, la “Net Pet Therapy”, che è stata presentata l’8 aprile all´Azienda Ospedaliera di Padova, alla presenza, tra gli altri, dell´Assessore regionale alla sanità Sandro Sandri, dei Direttori generali dell´A. O. Padovana Adriano Cestrone, dell´Ulss 16 di Padova Fortunato Rao, dell´Ulss 20 di Verona Giusy Bonavina, e del Direttore dell´Istituto Zooprofilattico delle Venezie Igino Andrighetto. La nuova rete, coordinata dall´Ulss16, sarà composta dallo Zooprofilattico, dalla Clinica Pediatrica dell´Azienda Ospedaliera, dalle Ulss 20 di Verona, 12 di Venezia, 6 di Vicenza, 1 di Belluno, 9 di Treviso, 4 di Thiene, 7 di Pieve di Soligo, 21 di Legnago, e dall´Istituto Don Calabria di Verona, che fu tra i primi ad applicare questo tipo di terapia. Lo scopo di Net Pet Therapy è quello di unire le numerose esperienze nate nel tempo in tutto il Veneto (tra pubbliche e private se ne contano 57), integrarle tra loro attraverso la rete, monitorare, sperimentare e validare tali esperienze, arrivando alla realizzazione di Linee Guida e di un vero e proprio Manuale Operativo per gli operatori sanitari e sociali. Naturalmente, è stato sottolineato oggi, il valore terapeutico dell´uso degli animali sta nella relazione che si instaura con la persona e negli stimoli che per quest´ultima ne derivano. “E´ ormai assodato – ha sottolineato Sandri – che l´utilità di questa terapia va ben oltre la sempre piacevole compagnia di un animale e, visti i risultati ottenuti con le sperimentazioni, è il momento di fare un passo avanti, a cominciare dal rendere queste pratiche ben conosciute sia tra la gente che tra gli operatori. Di sicuro si tratta di un altro modo concreto di migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti, e la Regione fa la sua parte con convinzione, a cominciare dal finanziamento di 260 mila euro assegnato a questo progetto”. Nel corso della presentazione sono anche stati resi noti alcuni sorprendenti dati scaturiti dal lavoro già fatto sul campo a Padova. In un biennio sono stati trattati circa 250 bambini che, osservati dagli operatori, di fronte all´animale (cani, conigli, furetti i più “gettonati”) dimostravano “gioia”, “curiosità”, “allegria” in oltre il 95% dei casi. Solo nel 18% è emersa una certa “diffidenza”, superata peraltro in pochi minuti. Il 100% dei genitori di bimbi che hanno vissuto l´esperienza ha dichiarato che acconsentirebbe a ripeterla anche in più cicli. .  
   
   
LA GIUNTA CALABRESE APPROVA LE LINEE DI INDIRIZZO PER IL PIANO DEL TABAGISMO  
 
 Reggio Calabria, 14 aprile 2009 - La Giunta regionale, che si è riunita l’ 8 aprile sotto la presidenza del vicepresidente Domenico Cersosimo ha approvato, tra gli altri, i seguenti provvedimenti: Presidenza - linee di indirizzo della Regione per quanto riguarda gli interventi per la prevenzione, la cura e il controllo nell’ambito del Piano del tabagismo. Tale Piano è finalizzato a perseguire gli obiettivi generali del piano sanitario nazionale concernente la modifica degli atteggiamenti e delle abitudini al fumo nella popolazione, promuovendo l’applicazione di un modello di intervento basato sulla intersettorialità e l’integrazione tra competenze sanitarie e sociali diverse. Il Piano persegue, anzitutto, un obiettivo generale di salute, che riguarda la prevenzione delle malattie cronico-degenerative riconducibili al fumo da tabacco con conseguente riduzione della morbosità e mortalità correlate. Persegue, poi, degli obiettivi specifici che mirano alla riduzione del numero dei fumatori e del numero di giovani che iniziano a fumare, alla riduzione del numero di persone esposte ad inalazione di fumo passivo e all’aumento del numero di fumatori intenzionati a smettere di fumare. .  
   
   
DISABILITA´. VALDEGAMBERI A PADOVA INCONTRA ASSOCIAZIONI REGIONALI SU FONDO NON AUTOSUFFICIENZA, VITA INDIPENDENTE, DOPODINOI, SERVIZI DOMICILIARITA´  
 
Padova, 14 aprile 2009 - Il disegno di legge per l´istituzione di un fondo regionale per la non autosufficienza, l´autonomia delle persone disabili in particolare tramite la realizzazione dei progetti di “Vita Indipendente”, un modello veneto per il “Dopodinoi”, il rafforzamento dei servizi per la domiciliarità, il ruolo della famiglia e delle associazioni dei disabili e del volontariato. Questi i delicati e basilari temi affrontati oggi dall´assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, nella Sala Valeri del Comune di Padova, con i rappresentanti delle associazioni regionali dei disabili e con i direttori dei servizi sociali delle Aziende Ullss del Veneto. Per quanto riguarda i progetti di “Vita Indipendente” Valdegamberi ha ricordato che nel Veneto sono attivi circa mille interventi personalizzati che valorizzano l´autonomia, l´indipendenza dei soggetti disabili. “Il modello veneto di ´vita indipendente´ – ha detto – è stato presentato a Roma, agli assessori alle politiche sociali delle Regioni, dai rappresentanti della Fish regionale e nazionale che ne hanno esplicitato la validità proponendolo anche al resto d´Italia come esempio di politiche di promozione dei diritti delle persone con disabilità e di dignità della persona con handicap”. L´assessore ha informato inoltre che la Regione ha istituito una Commissione sul ´dopodinoi´ per arrivare a individuare un modulo di risposte di garanzia per le famiglie e i soggetti coinvolti per accompagnare la persona disabile anche quando vengono a mancare i genitori. Nel bilancio regionale 2009 il capitolo unico ´fondo per la non autosufficienza´ mette insieme 680 milioni di euro di cui 470 milioni di euro per la residenzialità. “Numeri – ha rilevato l´esponente del governo veneto – che fanno capire chiaramente il bisogno di un riequilibrio a favore della domiciliarità per cui attualmente il governo veneto spende 60/70 milioni di euro, a cui vanno sommati i contributi per gli assegni di cura, per i centri diurni, per i servizi di sollievo per le famiglie”. .  
   
   
ANZIANI IN LOMBARDIA, 2.500 NUOVI POSTI LETTO NELLE RSA  
 
 Milano, 14 aprile 2009 - Aumenta di 2. 500 posti letto a disposizione degli anziani non autosufficienti la capacità di accoglienza delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) lombarde accreditate. Lo stabilisce una delibera proposta dall´ assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, di concerto con l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani. L´impegno finanziario, nei prossimi due anni, sarà di oltre 900 milioni di euro. Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nella conferenza stampa dopo Giunta di oggi. I nuovi posti letto vanno ad aggiungersi ai 55. 760 accreditati nelle 627 Rsa della Lombardia. Con questi nuovi posti letto si potrà raggiungere l´indice dei 7 posti letto accreditati ogni 100 abitanti con più di 75 anni, categoria di persone il cui numero è, secondo tutte le previsioni, destinato ad un aumento continuo. "Questo indice - spiega l´assessore Bresciani - è quello già stabilito dal Piano Socio Sanitario Regionale, in relazione soprattutto a due esigenze che ritengo fondamentali: quella di portare la medicina sempre più sul territorio e quella di affrontare la cronicità". "Oltre la metà - sottolinea l´assessore Boscagli - di tutti i posti letto a disposizione degli anziani non autosufficenti ricoverati nelle Rsa d´Italia è in Lombardia. Nonostante questo primato sappiamo che il numero degli anziani che non possono più rimanere in famiglia è in continua crescita e che il bisogno di ricovero e di assistenza è in continuo aumento. Ed è proprio per rispondere a questi bisogni che continuiamo ad investire in questo campo. Lo facciamo sia aiutando le famiglie che vogliono e possono assistere gli anziani in casa che realizzando nuovi posti nelle strutture adatte ad accoglierli". I nuovi posti letto saranno accreditati presso quelle Rsa che sono in possesso, almeno dal 2 gennaio scorso, dell´autorizzazione al funzionamento e che hanno quindi tutti i requisiti previsti non solo dalla normativa nazionale ma anche da quella regionale, che sono più restrittivi e di maggior tutela per la persona assistita. Dato il notevole impegno finanziario, la Regione ha deciso che i contratti con le strutture interessate diventeranno operativi per la metà dei posti a partire dal luglio 2009 e per l´altra metà a partire dal 2010. .  
   
   
SANITÀ NEL LAZIO : VISITE PIÙ VELOCI. PASSATI DA 28 A 45 OPERATORI SPORTELLI  
 
Roma, 14 aprile 2009 - Interventi immediati per rendere efficiente il servizio prenotazioni dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, alcuni dei quali verranno estesi a tutte le strutture regionali. Questo il primo effetto della visita a sorpresa che il vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino, ha compiuto l’ 8 aprile mattina al Cup del San Camillo. Il Vicepresidente si è recato nei locali del servizio Cup dell’Ospedale San Camillo e, dopo aver preso il suo numero ed essersi regolarmente messo in fila, ha potuto verificare direttamente la situazione che devono affrontare quotidianamente di cittadini del Lazio e che si traducono in lunghe ore di attesa per operazioni burocratiche talvolta anche superflue. Durante la lunga attesa il vicepresidente regionale si è anche recato presso il Cup dell’Ospedale Forlanini che, pur facendo parte della stessa azienda ospedaliera del San Camillo, è apparso più efficiente, con tutti i 16 sportelli aperti e all’interno di locali più ampi e accoglienti. Preso contatto con la direzione dell’azienda ospedaliera, il vicepresidente Montino ha preso parte ad una riunione operativa che ha evidenziato come il cattivo funzionamento del servizio Cup dell’ospedale fosse la conseguenza di una transizione traumatica dalla precedente gestione, affidata alla cooperativa Capodarco, a quella attuale, che ricorre ai dipendenti interni della struttura. Un numero insufficiente di operatori, complessivamente 28 in tutta l’azienda ospedaliera rispetto ai 42 messi in campo fino al primo aprile, hanno dovuto prendere in poche ore confidenza con un sistema informatico che non conoscevano e con il risultato di poter aprire pochi sportelli nei locali già angusti del San Camillo. Queste persone, alle quali va il ringraziamento della Regione per lo spirito di sacrificio dimostrato, hanno dovuto lavorare in condizioni molto difficili, operando anche per due turni consecutivi. Le decisioni assunte nella riunione operativa tra la direzione ospedaliera e il Vicepresidente della Regione rispetto a questa situazione avranno affetti non solo sul San Camillo-forlanini. Innanzitutto Montino ha chiesto alla direzione ospedaliera di aprire tutti gli sportelli disponibili all’interno dei locali del San Camillo, chiamando in servizio altri dipendenti, scelti tra i numerosi che non possono compiere attività di altro tipo, e raggiungere in tal modo la quota minima di 45 operatori al cittadino. Da subito i nuovi arrivati potranno affiancare i colleghi che hanno già cognizione del sistema informatico. Potranno essere organizzati a quel punto turni più razionali che consentano di coprire tutto l’orario del servizio senza costringere i dipendenti a orari stressanti che vanno naturalmente anche a colpire la qualità del servizio all’utente. Dovranno inoltre essere semplificate alcune importanti procedure attraverso una valutazione più razionale delle certificazioni di esenzione presentate dai cittadini. Non dovrà più essere necessario mettersi in coda per ottenere un timbro sul documento di autocertificazione che sarà invece sufficiente consegnare direttamente all’infermiere prima della visita o dell’analisi e solo in un secondo tempo gli uffici compieranno le pratiche annesse. Chiunque potrà quindi prenotare una prestazione sanitaria tramite il Recup, compiere le procedure di pagamento anche presso una semplice ricevitoria Sisal e poi recarsi con l’autocertificazione e la ricetta per ottenere il servizio. Una direttiva regionale estenderà questa procedura anche alle altre strutture del Lazio. La Regione predisporrà una campagna informativa per ricordare a tutti i cittadini che è possibile effettuare tutte le procedure di pagamento presso un qualsiasi punto Sisal semplicemente forniti del codice assegnato dal Recup. Si tratta di una serie di interventi che in poco tempo potranno garantire ai cittadini del Lazio un sensibile miglioramento del servizio Cup e a tutti gli operatori sanitari un lavoro più efficace e meno stressante. .  
   
   
SVELATA PER LA PRIMA VOLTA AL PUBBLICO L’INTERA A COLLEZIONE DI OPERE D’ARTE DI FONDAZIONE CARIPLO  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Oltre 700 opere prestigiose, tra dipinti, sculture e arredi, saranno resi accessibili al pubblico con il portale www. Artgate-cariplo. It: grazie alla tecnologia per la prima volta la ricca collezione di Fondazione Cariplo sarà tutta on line. Capolavori di Tiepolo, Canova, Molteni… e di altri importanti autori finalmente a disposizione di tutti. Il 23 aprile, a Milano, un convegno per approfondire il tema di come oggi i sistemi moderni possano essere di supporto nella diffusione della cultura e il lancio con l’apertura del nuovo sito. Fondazione Cariplo svela i suoi tesori al pubblico. Oltre 700 dipinti, sculture, oggetti e arredi, appartenente a un’epoca compresa tra il l’Ottocento e la seconda metà del Novecento, saranno restituite alla collettività con un progetto di divulgazione culturale che vede la luce dopo due anni di lavoro. Se ne parlerà nel corso di un convegno in programma per giovedì 23 aprile, ore 16, al Centro Congressi di Via Romagnosi, 8 a Milano. A presentare il progetto Art gate, insieme al Presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, al Segretario Generale, Pier Mario Vello, un panel di relatori di particolare valore e impegno culturale: Salvatore Settis, Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa e Philip Rylands, Direttore del Peggy Guggenheim Collection di Venezia. Un nuovo modo di fruire dei capolavori: per la prima volta la tecnologia offrirà l’accesso alle opere d’arte con il nuovo portale www. Artgate-cariplo. It capace di coinvolgere il visitatore in una sorta di viaggio all’interno dell’arte. Innanzitutto sarà possibile visitare l’intera raccolta d’arte della Fondazione arricchita da dettagli sulle opere, sugli autori e indicazioni dei periodi storici. Un secondo percorso sarà adibito invece a ‘Galleria virtuale’ con percorsi tematici in ambienti tridimensionali con una forte valenza didattica-divulgativa. Il sito ‘Artgate’ sarà inoltre un laboratorio creativo, la vetrina di future espressioni artistiche, rivolto a giovani talenti. Tra le opere di maggior interesse, Il cacciatore a cavallo di Tiepolo, la collezione di gessi del Canova, La danza delle ore di Previati, un’opera Hayez, La confessione del Molteni, e ancora dipinti di Gola, Mose’ Bianchi, Induno, Poma, Bazzero. “La restituzione alla collettività dei contenuti culturali che un patrimonio d’arte esprime e racchiude è una responsabilità e nel contempo una finalità dell’’agire in istituzioni come la nostra” spiega il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, nella sua prefazione al libro, realizzato da Skira, che presenta le opere e anticipa il lancio del portale. “Il progetto Art gate avrà il compito di promuovere conoscenza - spiega Pier Mario Vello, Segretario Generale di Fondazione Cariplo- di creare collegamenti, di raggiungere un pubblico vastissimo che potrà apprezzare le opere, cercarne notizie, trovare collegamenti con altri musei, incrociare collezioni. Uno strumento innovativo a sostegno della cultura: tutto quello che si vuole sapere, lo si potrà avere comodamente a casa. Con artgate vogliamo mettere a disposizione il patrimonio artistico storico della fondazione perché i giovani possano interpretare il passato e, partendo da lì, creare nuovi linguaggi espressivi e nuove chiavi di lettura. ” “La nostra Fondazione detiene un patrimonio artistico di enorme valore culturale- ha spiegato Mario Romano Negri, Coordinatore Commissione Area Arte e Cultura di Fondazione Cariplo - Ci siamo chiesti come metterlo a servizio della comunità. Tre sono state le nostre risposte: innanzitutto abbiamo realizzato tre volumi d’arte ragionati distribuiti a biblioteche, enti etc. Un secondo percorso è stato quello dei prestiti delle opere, ad esempio allo stesso museo Guggheineim. Infine abbiamo pensato e realizzato un sito che non fosse solo mera catalogazione di opere ma piuttosto sito interattivo per accrescere e approfondire la conoscenza dei visitatori. ” .  
   
   
CULTURA. FINAZZER FLORY: “MILANO E LONDRA INSIEME PER L’EXPO”  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Seconda missione all’estero per l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory. Dopo Berlino, dove sono stati presi accordi per celebrare il ventennale della caduta del muro, con la trasmissione in diretta sul maxischermo di piazza Duomo, nonché a Parigi, Londra e New York, della grande festa alla Porta di Brandeburgo prevista il prossimo 9 novembre e la realizzazione di una mostra fotografica sul tema, l’assessore alla Cultura si è recato a Londra nelle giornate del 7 e 8 aprile. Nella sua missione Finazzer Flory ha incontrato i responsabili della National Gallery, di Tate Britain e Tate Modern. Assieme a loro ha individuato concrete iniziative da organizzare nei prossimi mesi, nel campo dell’arte moderna e contemporanea, in vista della programmazione culturale per Expo 2015. L´assessore alla Cultura ha incontrato anche lady Jane Roberts, curatrice delle Gallerie Reali della collezione di Windsor. L’incontro ha posto le basi per la grande mostra prevista per il 2015 a Milano dove saranno esposti i celeberrimi disegni di Leonardo. "L´expo per la cultura è già iniziato – ha affermato l´assessore Finazzer Flory – In base alla strategia che abbiamo adottato, la cultura si sviluppa in due direzioni, ‘Milano si racconta’ e ‘Milano mondo’ ". "Con questi appuntamenti internazionali - ha aggiunto - stiamo facendo conoscere Milano come città d´arte". "Si tratta ora - ha spiegato - non solo di inserire Milano in un circuito internazionale per quanto riguarda mostre e spettacolo dal vivo, ma anche di proporsi come soggetto protagonista, promuovendo sulla scena internazionale i nostri intellettuali e artisti". "E´ questo - ha concluso l´assessore - quello che sto facendo e che farò fino al 2011: un lavoro di lobby per la nostra città, per la difesa e la promozione dei nostri interessi comuni". Ai curatori della sezione rinascimentale della Tate Britain, l’assessore ha proposto un accordo di programma per lo scambio di opere da oggi al 2011. Finazzer Flory ha infine incontrato Andrea Rose, direttore delle Arti Visive del British Council con il quale il Comune darà vita a progetti comuni entro la fine di quest’anno. Per l’estate è invece allo studio un progetto ad hoc sul terreno dell’arte contemporanea. . .  
   
   
ALLEGRA AGLIARDI: QUANDO L’IMMAGINE DIVENTA PAROLA E LA PAROLA DIVENTA IMMAGINE DAL 16 APRILE AL 3 MAGGIO AL CASTELLO VISCONTEO DI PAVIA  
 
Pavia, 14 aprile 2009 – Il percorso di Allegra Agliardi, trentenne illustratrice milanese insignita del premio miglior giovane illustratore alla Ii edizione del Festival dell’Illustrazione di Pavia, si snoda da giovedì 16 aprile, quando sarà inaugurata alle 18. 00 al Castello Visconteo in viale Xi Febbraio 35 a Pavia, per concludersi il 3 maggio. Si tratta della seconda mostra collaterale legata al Festival organizzato dal Sistema Bibliotecario Intercomunale del Pavese “Renato Sòriga”e dal Comune di Pavia in collaborazione con l’Associazione "Amici della Biblioteca Ragazzi" che, dedicato a Tiziano Sclavi (le immagini di illustratori che l’hanno accompagnato e lo accompagnano nel dare volto e fattezze a Dylan Dog sono ammirabili allo spazio espositivo per le Arti Contemporanee del Palazzo del Broletto fino al 25 aprile), vedrà al Castello Visconteo dall’8 al 26 aprile anche l’esposizione di Federico Maggioni . La mostra di Allegra Agliardi ha come titolo “Le parole, i viaggi, le storie e l’immaginazione”: un titolo scelto dalla giovane illustratrice per condurre attraverso i filoni del suo lavoro, dove le parole sono le immagini legate agli Abbecedari e alle illustrazioni dei libri collegati alla poesia; i viaggi sono il resoconto “disegnato” delle sue passioni, della sua sensibilità per le culture diverse, il suo interesse per l’Africa che si è concretizzato negli anni in diversi progetti, ma sono anche quaderni di viaggio e tavole legate a viaggi in Etiopia; mentre le storie e l’immaginazione sono a testimoniare l’illustrazione più classica, quella che accompagna un racconto. Saranno 60 le immagini in mostra create da Allegra Agliardi, accanto alle tavole dedicate all’Etiopia e a quattro teche con materiale diverso. Inoltre, i volumi di Terre di Mezzo con illustrate le fiabe africane e i suoi ultimi due libri illustrati, “Patience mon ange” (pubblicato in Francia da Didier Jeunesse nel gennaio di quest’anno) e “Viola cambia scuola” (Edt Edizioni, collana Giralangolo), oltre agli schizzi e ai disegni che saranno appesicome dei lenzuoli per mostrare il percorso creatvo e di realizzazione delle tavole, spesso veri e propri collage digitali. In programma, per le scuole, nel corso del mese di aprile anche laboratori con la giovane illustratrice: sui ritratti, sugli animali fantastici e sulla parola che diventa immagine. Un laboratorio, quest’ultimo, dove i nomi degli animali si trasformano negli animali stessi e che nasce da un lavoro condotto con l’autore Sergio Carnevali. “Essere stata invitata al Festival dell’Illustrazione di Pavia è una grande emozione – confida Allegra Agliardi -. Per me si tratta della prima “antologica” nella quale ripercorro i vari filoni del mio lavoro, esponendo anche albi, schizzi e diverse applicazioni dell’illustrazione, non solo editoriale, ma anche applicata al prodotto, alla comunicazione, alla pubblicità. Una caratteristica importante del mio lavoro è che il linguaggio si adatta, cambia i connotati, si evolve a seconda del progetto e del contesto in cui l’immagine va a inserirsi. L’illustrazione per me è mezzo, arricchimento e vita del messaggio che deve trasmettere: è arte applicata e non pura autoreferenzalità. Penso che l’illustrazione abbia un ruolo importante e di responsabilità nella comunicazione in quanto è veicolo di valori oltre che di emozioni e questa responsabilità aumenta nel momento in cui i destinatari sono i bambini. Infine, tornando al Festival di Pavia, devo dire che è un onore grandissimo pensare che nello stesso spazio dove saranno esposti i miei lavori, il Castello Visconteo, sarà esposta anche la mostra dedicata a Federico Maggioni”. Allegra Agliardi vive e lavora a Milano. Diplomata all’istituto europeo di Design, dal 2001 pubblica e collabora con diverse case editrici, riviste e quotidiani e tiene laboratori di disegno sia per adulti sia per ragazzi, non solo in Italia, ma anche all’estero (ne sono esempi quelli alla scuola elementare di Ngor, in Nigeria, dove ha anche decorato gli spazi scolastici, alla scuola elementare italiana di Addis Abeba in Etiopia, alla Fiera del libro di Città del Messico nel 2004, al Centro culturale Stoà di Helsinki nel 2005). Da segnalare che in America è rappresentata dall’agente Lilla Rogers. Nel 2005, dalla collaborazione con Ilaria Faccioli, Davide Longaretti e Nicolò Bottarelli nasce lo studio creativo “Due mani non bastano”, con il quale ha condiviso diversi progetti e con cui condivide lo spazio creativo. Da segnalare, oltre alla decorazione della scuola di Ngor, anche quella del reparto pediatrico dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza. I suoi disegni esprimono la sua voglia di comunicare e la convinzione che l’immagine possieda una forza che viene dall’essere linguaggio universale attraverso cui si scambiano idee ed emozioni. Allegra Agliardi ha inoltre ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Il premio al Festival dell’Illustrazione di Pavia come miglior giovane illustratrice arriva su segnalazione dell’illustratore Michele Tranquillini, che a sua volta era stato insignito dello stesso premio nel corso della passata edizione del festival. La regola istituita prevede infatti che l’artista premiato ogni anno si assuma l’onere di segnalare l’illustratore che, a suo insindacabile giudizio, sarà premiato l’anno seguente. .  
   
   
MIRTA CARROLI LA PERSISTENZA DEL SEGNO PERSONALE DI SCULTURA CONTEMPORANEA DI GRANDI DIMENSIONI EN PLEIN AIR 18 APRILE – 9 NOVEMBRE 2009 CASTEL PERGINE, TRENTO  
 
Castel Pergine, 14 aprile 2009 - Il 18 Aprile inaugurerà la 17ma edizione dell’appuntamento annuale con la scultura contemporanea di grandi dimensioni a Castel Pergine, nel suggestivo paesaggio della Valsugana. Quest’anno i curatori Franco Batacchi, Theo Schneider e Verena Neff hanno scelto di esporre Mirta Carroli, una delle pochissime scultrici donne della scena contemporanea, la quale, seguendo il filo comune che ha caratterizzato le mostre precedenti, proporrà una serie di lavori site specific. Venti le sculture, per la maggior parte appositamente progettate per questo luogo, che si snoderanno in un percorso tematico unitario lungo le due cinte murarie e il cortile esterno del castello. Altrettante opere saranno collocate nelle sale interne dove si alterneranno ceramiche, sculture di medie e piccole dimensioni e disegni. La poetica di Mirta Carroli si incentra su un legame profondo tra l’opera creata e il luogo in cui l’artista lavora, traducendosi nel suo caso in una relazione privilegiata con l’enigma ancestrale della terra supporto-apertura-abisso e con gli archetipi delle civiltà agricole. Nell’opera di questa artista convivono infatti poeticità e concretezza, ricerca e confronto con la tradizione, anime contrapposte che attraverso la padronanza dei mezzi espressivi si sublimano in un linguaggio unitario di evocazione. I materiali utilizzati sono principalmente l’acciaio corten e il ferro, che vengono lavorati con la tecnica “per togliere” e “per mettere“: in una prima fase la scultrice toglie, cioè sfrangia, taglia, disegna sulla lastra utilizzando il plasma; quindi, una volta preparati gli elementi, li assembla. Ne scaturisce un discorso a volte filosofico, a volte lirico, che utilizza l’alfabeto primordiale della terra e del fuoco, elementi al tempo stesso astratti e reali, concettuali e concreti. Nella stessa direzione vanno anche le grandi opere progettate appositamente per Castel Pergine, in una sorta di dialogo continuo tra l’impeto della visione dell’artista e la potenza della struttura ospitante, come la maestosa Nike che troneggia di fronte alla porta principale del castello. Nero, ruggine e rosso i colori dominanti delle sculture. La mostra di Castel Pergine si preannuncia dunque come l’occasione per ammirare il lavoro di una scultrice che si rapporta all’ambiente circostante con la capacità di rispettarlo, esaltarlo e plasmarlo con lo stesso gesto. Inoltre questo appuntamento segue un’importante personale dedicata all’artista dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Brisighella, suo paese d’origine, nell’estate del 2008 e rinnova pertanto a breve distanza la sfida di far respirare grandi sculture contemporanee in un sito medievale, già così potentemente carico di valenze proprie. Mirta Carroli, nata a Brisighella nel 1949, vive e lavora a Bologna, dove insegna presso l’Accademia di Belle Arti. Fin dall’inizio degli anni Ottanta ha intrapreso un lavoro teorico e creativo sulla scultura di grandi dimensioni, partecipando a numerose esposizioni nazionali ed internazionali: dalla Xlvi Biennale di Venezia al Premio Marconi per la scultura del 1999, dalle mostre di New York tra il 1994 e il 2003 alle esposizioni di Bruxelles, Amburgo, Lubiana, Graz e Shangai. Il suo lavoro è stato seguito con particolare interesse da critici e curatori di grande prestigio, tra i quali: Giorgio Bonomi, Pietro Bellasi, Enrico Crispolti, Vittoria Coen, Renato Barilli, Claudio Cerritelli, Maria Luisa Trevisan, Marisa Vescovo, Marilena Pasquali, Elisa Del Prete, Adriano Baccilieri,carola Pandolfo, Rosalba Pajano ed altri ancora. E’ presente con sculture permanenti a: Bologna, Chiostro di San Giovanni in Monte, Macina; Fondazione Francesco Martini, Il grande carro; Capalbio, Pegaso la luna; Masserano (Biella) - Ultima Cena; Brufa di Torgiano (Perugia) - Il tempio delle voci; Grosseto - Energea. E’ prevista la produzione di un catalogo della mostra in italiano e in tedesco a cura di Verena Neff e Theo Schneider, con testi critici di Franco Batacchi, edito da Publistampa. .  
   
   
MARIA MULAS MEMOIRES DAL 19 MAGGIO AL 6 GIUGNO  
 
Milano, 14 aprile 2009 - Si inaugura martedì 19 maggio alle ore 18,30 presso l’Associazione Culturale Renzo Cortina – Via Mac Mahon 14/7 – Milano, la mostra di Maria Mulas dal titolo Memoires. La Galleria Cortina, ora Cortina Arte, in occasione della 500° mostra rende omaggio alla grande fotografa Maria Mulas, esponente di spicco della fotografia italiana. L’esposizione presenta una serie di scatti, testimonianze della vita artistica e culturale della Galleria fondata da Renzo Cortina nel 1962, foto realizzate da Maria Mulas nella sua lunga frequentazione dello spazio dell’amico Renzo. Completano la rassegna alcuni ritratti dei molti personaggi che hanno animato l’attività culturale della “Cortina”, artisti, scrittori, giornalisti, politici, amici. Ed è l’amicizia fra Maria e Renzo che viene qui celebrata, la grande artista fotografa e la galleria storica in occasione di una ricorrenza così importante come la mostra n° 500 dopo quarantasette anni di storia. I protagonisti di questa lunga vicenda resi eterni dall’estro delle immagini di Maria Mulas. .  
   
   
GOLF - MASTERS TOURNAMENT ALL´ARGENTINO ANGEL CABRERA: SUPERATI IN SPAREGGIO KENNY PERRY E CHAD CAMPBELL  
 
Roma, 14 aprile 2009 - L´argentino Angel Cabrera (276 - 68 68 69 71) ha vinto il 73° Masters Tournament, primo major stagionale disputato sul percorso dell´Augusta National ad Augusta in Georgia. Il quarantenne pro di Cordoba ha superato dopo due buche di spareggio Kenny Perry (276 - 68 67 70 71) e Chad Campbell (276 - 65 70 72 69) con i quali aveva chiuso alla pari le 72 buche di gara. Al quarto posto con 278 il giapponese Shingo Katayama. Al quinto con 279 Phil Mickelson, al sesto con 280 Tiger Woods, Steve Flesch, John Merrick e Steve Stricker, al 10° con 281 Jim Furyk. Degli altri bigs sono mai stati in corsa per il titolo il colombiano Camilo Villegas, 13° con 282, l´australiano Geoff Ogivly, 15° con 283, il sudafricano Trevor Immelman, campione uscente, 20° con 286, il fijano Vijay Singh, 30° con 287, l´irlandese Padraig Harrington, 35° con 288, lo spagnolo Sergio Garcia, 38° con 289, e il canadese Mike Weir, 46° con 294. Buona prestazione del giovanissimo irlandese Rory Mcilroy (20°), mentre sono usciti al taglio per un colpo i sudafricani Ernie Els e Retief Goosen, lo spagnolo José Maria Olazabal e l´australiano Adam Scott (146), e non ha avuto fortuna neanche il diciassettenne giapponese Ryo Ishikawa, 73° con 150. E´ stata una giornata finale ricca di colpi di scena, con Kenny Perry che ha gettato al vento un successo quasi certo a due buche dalla fine, e con la gara nella gara che hanno disputato Tiger Woods e Phil Mickelson, insieme nell´ultimo atto, giunti quasi alla soglia del play off per cedere proprio in vista del traguardo dopo una serie di giocate assolutamente straordinarie. Perry ha iniziato il turno conclusivo con molta prudenza, seguendo la via del par e mantenendo in tal modo la testa, a parte una buca in cui è passato avanti Campbell. Quando il trio che poi ha disputato lo spareggio ha iniziato la seconda metà del percorso si è trovato a ridosso Mickelson, autore di un eccellente 30 nelle prime nove, e Tiger Woods, entrambi dieci sotto par alla 16ª buca con Perry leader con "-11" alla 11ª. I precedenza i due avevano mancato di un soffio l´eagle alla 15, Woods da circa quattro metri e Mickelson incredibilmente da un metro. Alla 12 Perry ha messo a segno il primo birdie con una perfetta traiettoria da bordo green, e in concomitanza alla 17ª sono iniziati i guai di Mickelson e Tiger. Il mancino da San Diego si è imbambolato ancora un corto putt per il birdie e poi alla 18 ha segnato un bogey. A Woods è andata peggio, perché ha insistito nell´utilizzare il driver, con il quale era chiaramente a disagio, e i due colpi erranti hanno prodotto altrettanti bogey. Usciti di scena i due spauracchi, il trio di testa ha ripreso a camminare spedito. Cabrera, che aveva avuto una partenza difficile, si è assestato sul "meno 12" così come Campbell. Non sarebbe bastato perché Perry con un birdie alla 15 e una palla in bandiera alla 16 è volato a "meno 14". L´idea di essere sul punto di vincere il primo major, dopo 13 titoli in carriera, ha fatto però un brutto scherzo al 48enne di Elizabethtown, che dopo una prestazione pressoché perfetta è andato fuori giri. Una palla oltre il green della 17 ha dimezzato il suo vantaggio e un drive in bunker alla 18 ha prodotto lo spareggio. Alla prima buca Perry, pur mancando il green, ha sfiorato il successo perché la palla dell´approccio si è fermata a circa 30 cm dalla giacca verde. Cabrera ha salvato il par da quasi due metri, mentre a Campbell è stato fatale un putt non imbucato da circa un metro. Alla seconda buca dopo un buon drive di entrambi Perry, ormai deconcentrato, ha spedito la palla sotto il green, mentre Cabrera l´ha piantata a un paio di metri dall´asta. Perry è uscito lunghissimo e non ha trovato la buca, troppo lontana, con il putt della disperazione per il par e a quel punto l´argentino non l´ha perdonato con due tocchi in tranquillità. Cabrera, al quale è andato un assegno di 1. 350. 000 dollari su 7. 000. 000 di montepremi, è al secondo successo in un major dopo aver vinto l´Us Open nel 2007. Nel suo palmares figurano anche tre titoli nell´European Tour, uno in Asia e 14 in America Latina. .  
   
   
GOLF - INTERNAZIONALI DI FRANCIA: MATTEO MANASSERO SECONDO SUPERATO IN FINALE DAL TRANSALPINO ROMAIN WATTEL  
 
Roma, 14 aprile 2009 - Matteo Manassero si è classificato secondo nel Campionato Internazionale di Francia Boys disputato al Golf de Toulouse Seilh, a Seilh. L´azzurro è stato superato in finale per 1 up dal francese Romain Wattel dopo un match molto accesso. Manassero è andato subito in vantaggio, ha raddoppiato alla quinta buca, poi ha subito la reazione del francese (sua la 6ª) che ha pareggiato alla nona. All´11ª il transalpino si è portato avanti per la prima volta, ma Manassero ha recuperato alla 13. Dopo altre quattro buche pari Wattel ha vinto la 17 e poi ha impedito il tentativo dell´azzurro di guadagnare il play off. Nel suo cammino verso la finale Manassero ha eliminato il francese Thomas Elissalde (4/3), il portoghese Ricardo Melo Gouveia (2/1), il norvegese Mathias Lynne Schjolberg, vincitore del Junior Orange Bowl, con un secco 6/4, e in semifinale il tedesco Sebastian Kannler (4/3). Wattel ha guadagnato la finale battendo lo svizzero Steven Walther (2/1), il norvegese Ole Ramsnes (2/1), il connazionale Clément Sordet (3/2) e in semifinale lo svedese Mathias Johansson (1 up). Manassero è stato comunque il grande protagonista del torneo dove ha vinto la qualificazione medal e ha trascinato Italia 1 alla conquista del Trofeo delle Nazioni. In qualifica ha chiuso con 139 colpi (68 71) precedendo nettamente il francese Julien Brun (143) e il belga Pierre-alexis Rolland, il danese Thomas Sorensen e il transalpino Gary Stal, nell´ordine con 145. Sono entrati tra i 32 ammessi ai match play anche Emanuele Sesia, 27° con 151 (75 76), Claudio Viganò, 30° con 152 (75 77), e Andrea Bolognesi, 31° con 152 (74 78), gli ultimi due dopo uno spareggio a quattro per tre posti. Non si sono qualificati: 50° con 155 Filippo Zucchetti (76 79), 67° con 158 Mathias Capra (78 80), 68° con 158 Filippo Bergamaschi (78 80), 69° con 158 Luca Saccarello (77 81), 77° con 160 Luca Gobbi (84 76), 101° con 163 Corrado De Stefani (81 82). Negli incontri diretti Claudio Viganò ha superato il primo turno battendo per 2/1 il belga Pierre-alexis Rolland, poi ha ceduto con il francese Clément Sordet (1 up). Out al primo match Emanuele Sesia (1 up dal norvegese Ole Ramsnes) e Andrea Bolognesi (5/3 dal francese Julien Brun). Italia 1 (Manassero, Sesia, Viganò), come detto, si è imposta nel Trofeo delle Nazioni con 290 colpi, stesso score di Francia 1, ma migliori punteggi scartati. Terza con 291 la Danimarca, quindi con 292 Germania 1 e Francia 2, con 293 Germania 2 e Belgio 1 e 15ª con 310 Italia 2. Hanno seguito gli azzurri il capitano Renato Vianelli e l´allenatore Giovanni Gaudioso. Manassero, classe 1993, difende i colori di Gardagolf. Ha al suo attivo quattro titoli italiani individuali (baby 2003-2004, pulcini 2006, ragazzi 2008). Ha vinto con Gargadolf il Campionato a Squadre Serie A2 (2007) e il Campionato Serie A1 (2008). All´estero si è imposto nell´European Young Masters del 2007 sia nella classifica a squadre con l´Italia che in quella individuale. Nel torneo femminile, al Saint Cloud Gc di Garches, successo dell´irlandese Leona Maguire che in finale ha sconfitto per 1 up la sorprendente Klara Spilkova della Repubblica Ceca. L´unica azzurra ammessa ai match play, Alessandra De Luigi, è uscita nel primo turno per mano dell´irlandese Lisa Maguire (5/3). La De Luigi, 28ª con 149 (77 72) in qualifica, si è guadagnata l´accesso nel tabellone delle finaliste in uno spareggio a nove (7 promosse). Al primo posto la spagnola Mireia Prat (140 - 73 67), che nel giro finale ha superato l´olandese Marieke Nivard (141). Terza la francese Lucie Andrè (143). Non hanno superato il taglio Alessandra Braida, 44ª con 151 (76 75), Chiara Brizzolari, 50ª con 152 (75 77), Alessia Knight, 55ª con 153 (77 76), Eugenia Ferrero 58ª con 153 (74 79), e Laura Sedda 61ª con 154 (78 76). Nel Trofeo delle Nazioni si è imposta Spagna 1 con 284 davanti a Irlanda 1 (288), Francia 1 (289) e Spagna 2 (295). All´11 posto Italia 1 (300), al 12° Italia 2 (301). Chiara Brizzolari, entrata tra le 16 giocatrici (classificate dopo il 32° posto) che si sono contese il Trophée Cartier, ha vinto alla 19ª buca l´incontro con la tedesca Vicki Troeltsch, ma nel secondo turno è stata sconfitta a sua volta alla prima buca supplementare dalla spagnola Joana Yanes. La gara è stata appannaggio dell´inglese Holly Clyburn (4/3 in finale sull´iberica Noemi Jimenez Martin). Hanno accompagnato le azzurre il capitano Stefano Sardi e l´allenatore Roberto Zappa. .