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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Aprile 2011
LA COMMISSIONE EUROPEA PROMETTE UN SOSTEGNO DI 110 MILIONI DI EURO PER COMPLETARE LA MESSA IN SICUREZZA DEL SITO DI CHERNOBYL  
 
 Bruxelles, 19 aprile 2011 - Martedì 19 aprile, a 25 anni di distanza dal tragico incidente di Chernobyl, il commissario europeo Andris Piebalgs, in occasione di una conferenza ad alto livello a Kiev, annuncerà lo stanziamento di circa 110 milioni di euro per garantire la stabilità e la sicurezza ambientale del sito di Chernobyl. Ad oggi la Commissione ha destinato a Chernobyl somme ingenti – circa 470 milioni di euro – per progetti riguardanti essenzialmente la sicurezza nucleare, ma anche per programmi miranti ad aiutare la popolazione locale e a garantire alle famiglie colpite dal disastro l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità. Per riuscire a completare entro il 2015 i progetti principali riguardanti il sito sono però necessari altri 740 milioni di euro da parte della comunità internazionale. Il presidente della Commissione José Manuel Barroso, che parteciperà al vertice sulla sicurezza nucleare a Kiev, ha dichiarato: "La sicurezza nucleare è un problema mondiale, che richiede una risposta mondiale. L’impegno oggi assunto, che rispecchia il ruolo di primo piano della Commissione europea sulla sicurezza nucleare, sarà essenziale per rendere nuovamente sicuro il sito di Chernobyl. Ci auguriamo che anche i nostri partner principali rafforzino il loro contributo, così da completare i lavori avviati sul sarcofago di protezione entro il 2015. Al vertice sulla sicurezza nucleare, inoltre, insisterò affinché si prosegua nell’elaborare norme internazionali sugli impianti nucleari il più possibile rigorose." Il commissario per lo Sviluppo Andris Piebalgs, che rappresenterà la Commissione alla conferenza dei donatori, ha affermato: "Il recente incidente di Fukushima in Giappone è la dimostrazione che la sicurezza nucleare è ancora un problema prioritario. L’unione europea continuerà ad adoperarsi costantemente nell’interesse superiore dei cittadini, per rendere sicuri i siti nucleari e prevenire gli incidenti. La promessa di oggi è un grande passo avanti per contribuire a colmare la carenza di finanziamenti e far capire chiaramente che la Commissione si impegna a fare tutto il possibile per garantire la messa in sicurezza di Chernobyl, a vantaggio sia della popolazione locale che dell’ambiente." La partecipazione della Commissione alle manifestazioni di Kiev Il 19 aprile il presidente Barroso aprirà il vertice sulla sicurezza nucleare di Kiev, che rafforzerà la cooperazione e le capacità degli attori internazionali di prevenire gli incidenti nucleari e attenuarne la pericolosità. Il commissario Piebalgs parteciperà alla conferenza dei donatori di Chernobyl per contribuire alla raccolta dei finanziamenti ancora necessari per la messa in sicurezza definitiva del sito di Chernobyl entro il 2015. Il 20 aprile il commissario Piebalgs parteciperà alla conferenza ad alto livello "Chernobyl, venticinque anni dopo. Garantire la sicurezza futura". La manifestazione – alla quale dovrebbero partecipare anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, e il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Yukiya Amano – è organizzata dal governo ucraino e si terrà a Kiev dal 20 al 22 aprile. Come verranno utilizzati i finanziamenti promessi? I nuovi finanziamenti verranno utilizzati essenzialmente per completare il cosiddetto "nuovo confinamento sicuro" – una struttura gigantesca a forma di arco che andrà a coprire l’unità 4 danneggiata dell’impianto di Chernobyl, in modo da isolarla e permetterne il futuro smantellamento. Le dimensioni della struttura sono ciclopiche: una volta costruito, l’arco sarà lungo quasi come due campi da calcio e alto abbastanza da contenere la Statua della libertà. I finanziamenti promessi serviranno anche a completare la costruzione della struttura che, una volta realizzata, sarà utilizzata per lo stoccaggio del combustibile esaurito delle unità rimaste in funzione dopo l’incidente – un’opera indispensabile per la disattivazione definitiva della centrale. Il sostegno dell’Unione europea per aumentare la sicurezza del sito di Chernobyl Dopo l’incidente di Chernobyl, la Commissione europea si è attivata per migliorare la sicurezza nucleare e gestire le conseguenze del disastro. Finora, i principali risultati conseguiti con il suo operato (in gran parte mediante il fondo "Struttura di protezione di Chernobyl" e i finanziamenti internazionali erogati nel quadro del "Conto sicurezza nucleare") hanno riguardato la stabilizzazione del sarcofago di protezione attuale, la realizzazione di un’infrastruttura che, in linea con le norme sanitarie internazionali, garantisse il massimo grado di protezione agli operai presenti sul sito e, infine, la costruzione di strutture in vista della futura chiusura definitiva. Oltre al contributo ai fondi internazionali gestiti dalla Bers (segnatamente, il fondo "Struttura di protezione di Chernobyl" e il "Conto sicurezza nucleare"), la Commissione ha finanziato progetti per lo studio, la valutazione e l´attenuazione delle conseguenze dell´incidente. Ha dato inoltre il suo apporto ai progetti di gestione delle scorie radioattive necessari per il risanamento del sito. Le azioni già realizzate sono risultate decisive, poiché hanno creato le condizioni che hanno reso possibile l’avvio della costruzione della nuova struttura di confinamento sicuro. La Commissione non si è occupata solo di salvaguardia dell´ambiente, ma ha anche attuato progetti di carattere sociale in settori quali l’assistenza sanitaria, l’istruzione e l’orticoltura per aiutare chi sta ancora pagando le conseguenze dell´incidente a riprendere una vita normale. I progetti "bambini di Chernobyl" sono stati concepiti per aiutare le mamme e i bambini contaminati dalla catastrofe, rendendo accessibili a tutti i neonati della regione servizi sanitari di qualità e mettendo a disposizione dei genitori un corso di miglioramento delle loro "competenze parentali". Grazie a questi progetti è stato inoltre possibile fornire attrezzature ospedaliere (rianimatore neonatale, ventilatore, incubatrice, lampada fototerapica), organizzare corsi di nutrizione per le famiglie vulnerabili della regione e allestire spazi ricreativi all’aperto per i bambini. La Commissione ha infine finanziato un programma di risanamento economico mirante a creare opportunità nel settore agricolo e a dar vita all’imprenditoria privata, contribuendo a creare nuovi posti di lavoro e, di conseguenza, nuovi introiti fiscali a vantaggio della regione. Settanta famiglie della zona, ad esempio, hanno ricevuto una formazione in loco sui metodi di coltivazione di frutta e bacche, oltre a tutte le attrezzature necessarie. I partecipanti hanno già ottenuto qualche risultato positivo con la vendita dei primi raccolti di fragole e mele, contribuendo a rivitalizzare la regione e incoraggiando altri a creare la propria impresa.  
   
   
SORGENIA (GRUPPO CIR): RICAVI A 550 MILIONI, MARGINI IN FORTE CRESCITA, UTILE DEL TRIMESTRE A 2,9 MILIONI  
 
Milano, 19 aprile 2011 - Il Consiglio di Amministrazione di Sorgenia Spa, società controllata dal gruppo Cir e partecipata dall’operatore austriaco Verbund, si è riunito ieri sotto la presidenza di Rodolfo De Benedetti e ha esaminato i risultati del primo trimestre del 2011. Nel primo trimestre del 2011, nonostante le incertezze del contesto economico generale e le difficoltà del mercato, Sorgenia ha ottenuto un significativo incremento dei margini rispetto allo stesso periodo del 2010. In particolare il margine operativo lordo (Ebitda) adjusted è quasi quadruplicato rispetto al primo trimestre del 2010, passando da 11,5 milioni di euro a 45,5 milioni di euro. Tale incremento è dovuto principalmente ai migliori risultati dell´area Mercato dell´energia (Energy Supply), che ha beneficiato in particolare dell´avvio della marcia commerciale della centrale di Turano-bertonico Lodigiano (Lodi). I margini del primo trimestre dello scorso esercizio, peraltro, erano stati penalizzati da un guasto temporaneo alla centrale di Termoli. Nel trimestre la società ha ottenuto un utile netto adjusted di 2,9 milioni di euro rispetto alla perdita di 14,2 milioni di euro registrata nello stesso periodo del precedente esercizio. Risultati consolidati - I ricavi di vendita del gruppo Sorgenia nel primo trimestre del 2011 sono ammontati a 549,7 milioni di euro, in calo dell´8,6% rispetto al dato dello stesso periodo del 2010 (601,3 milioni di euro). La variazione è dovuta principalmente a una diminuzione dei volumi di vendita di gas naturale – anche a causa di temporanee riduzioni delle disponibilità sui contratti di approvvigionamento in essere - e a un differente mix di clienti. L´ebitda adjusted del primo trimestre, pari a 45,5 milioni di euro, è quasi quadruplicato rispetto al dato del primo trimestre del 2010 (11,5 milioni di euro). L´ebitda è stato pari a 51,5 milioni di euro, rispetto a 14,4 milioni di euro del periodo gennaio-marzo 2010. Il forte incremento rispetto all´anno precedente è riconducibile soprattutto al miglioramento dei risultati dell´area Mercato dell´energia (Energy Supply), che ha beneficiato dell´avvio a metà trimestre della marcia commerciale della centrale a ciclo combinato di Bertonico-turano Lodigiano (Lodi). Il risultato del primo trimestre del 2010, tuttavia, risentiva del fermo temporaneo della centrale di Termoli a causa di un guasto. L´utile netto consolidato adjusted è stato di 2,9 milioni di euro, rispetto a una perdita di 14,4 milioni nel primo trimestre del 2010. L’utile netto è ammontato a 6,8 milioni di euro, rispetto a una perdita di 12,2 milioni di euro nel primo trimestre del 2010. L’indebitamento finanziario netto consolidato al 31 marzo 2011 ammonta a 1.791,5 milioni di euro (1.745,7 milioni di euro al 31 dicembre 2010). La variazione è legata ai nuovi investimenti in capacità produttiva effettuati dalla società. I dipendenti del gruppo al 31 marzo 2011 erano 421 (415 al 31 dicembre 2010). Avanzamento del piano di investimenti - Nel corso del trimestre Sorgenia ha presentato alla comunità finanziaria il Business Plan 2011-2016. Il piano, in particolare, prevede: l´ingresso nel mercato residenziale e l´avvio di offerte congiunte elettricità e gas (dual fuel) con un obiettivo di 2 milioni di clienti al 2016; investimenti nel periodo per circa 1,2 miliardi di euro nelle tre aree di business della società (Mercato dell´energia, Fonti rinnovabili, Ricerca e produzione di idrocarburi); ricavi e margini in crescita, progressiva riduzione dell´indebitamento finanziario netto e del rapporto Net Debt/ebitda. Per quanto riguarda l´avanzamento degli investimenti previsti dal Business Plan, il 15 febbraio 2011 è entrata in marcia commerciale la centrale di Bertonico-turano Lodigiano (Lodi), mentre proseguono i lavori di realizzazione della centrale di Aprilia (Latina), quarto e ultimo impianto a ciclo combinato (Ccgt) previsto dal piano di sviluppo di Sorgenia, la cui entrata in esercizio è prevista nei primi mesi del prossimo anno. Proseguono, inoltre, le attività nell´area Fonti rinnovabili, nella quale Sorgenia ha ottenuto autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici per complessivi 400 Mw (100 Mw in Italia, 100 Mw in Francia e 200 Mw in Romania), e nell´area Ricerca e produzione di idrocarburi (E&p), che detiene licenze di esplorazione in Colombia, Mare del Nord e Polonia.  
   
   
LA REGIONE MARCHE ALL´ENERGY WEEK DI BRUXELLES.  
 
Ancona, 18 Aprile 2011 - La Regione Marche, anche quest´anno, e` presente alla Settimana dell´Energia a Bruxelles. Progetti, buone pratiche, nuovi strumenti finanziari, accordi di programmazione sono stati al centro della discussione dei 27 Paesi membri dall´11 al 15 aprile. Alcuni dati che emergono dal confronto tra i diversi Paesi: in dieci anni, secondo l´Eurostat, dal 1999 al 2009, l``Unione europea ha quasi raddoppiato i consumi di energie rinnovabili, passando dal 5,4% al 9%. Nello stesso periodo anche l``Italia ha fatto un balzo in avanti, portandosi dal 5,7% al 9,5%, ma e` rimasta distante dai Paesi piu` virtuosi del Nord Europa. Durante la ´Energy Week´ si svolgono numerose iniziative legate a tutte le forme di energie rinnovabili ´ solare, eolico, biomasse, mobilita`, per citarne alcune - si e` potuto avere quindi un riscontro dell´impegno della Unione Europea nel raggiungimento degli obiettivi sulla riduzione delle emissioni clima alteranti e trarre spunti per definire possibili strategie future. In questa cornice, la Regione Marche affiancata dalla Svim Sviluppo Marche spa, l´agenzia di sviluppo della Regione Marche, e` stata presente agli eventi con vari progetti legati all´energia, che coinvolgono l´assessorato regionale all´Ambiente e all´Energia, come City_sec e Setcom. ´Il lavoro svolto da Svim con i progetti europei sulle politiche energetiche e` per noi un punto di riferimento importantissimo ´ afferma l´assessore all´Ambiente e Energia Sandro Donati ´ tanto che quest´anno si e` organizzato l´evento che ha portato presso la nostra delegazione di Bruxelles le foto selezionate nell´ambito del Concorso fotografico nazionale ´Sustainable living in changing economy´ supportato dai progetti europei Setcom, Move e City-sec. Il Concorso nazionale ha avuto un importante riscontro (ben 540 fotografie) e ci e` sembrato importante che queste fotografie, che trattano dei temi della sostenibilita`, potessero essere apprezzate anche dal pubblico che partecipa all´Energy Week a Bruxelles´. Per la Regione Marche quindi, uno sguardo attento rivolto alla collaborazione e al confronto sui temi dell´energia e dell´ambiente. L´italia non puo` quindi tirarsi da parte rispetto agli obiettivi definiti dall´Europa, ne` tantomeno la Regione Marche, il cui percorso verso le rinnovabili viene portato avanti con determinazione dal Presidente Spacca e da tutta la Giunta.  
   
   
FVG: ENERGIA ALTERNATIVA PER LO SVILUPPO DELLA MONTAGNA  
 
Amaro, 19 aprile 2011 - E´ stata formalmente avviata, ad Amaro, nella nuova sede di distribuzione dei prodotti della Coopca, alla presenza del Presidente della Regione, Tondo, la consegna all´Enel della produzione elettrica del grande impianto fotovoltaico installato nella struttura realizzata nell´ambito del Cosint (Consorzio di sviluppo industriale di Tolmezzo). L´impianto ha una potenza totale di 975 kw attraverso 4064 moduli di celle fotovoltaiche distribuite su 5398 metri quadrati. E produce 1 milione e 171 mila Kwh l´anno. Costato 3.429.461 euro consente di evitare l´emissione di 580.838 kg di anidride carbonica l´anno. Una installazione importante, realizzata nel segno della continuità e dello sviluppo delle Cooperative Carniche, attive con profitto da 105 anni. Possibile grazie alla scelta, è stato detto, di mantenere la struttura della grande distribuzione, della quale di recente era stata posta la prima pietra, nel cuore della Carnia, per consolidare ulteriormente il legame della realtà cooperativistica con il territorio che l´ha generata. Riguardo all´inaugurazione del fotovoltaico, impianto che la Regione ha sostenuto, è importante perché favorisce l´economia locale, tramite la distribuzione di elettricità, avvantaggiando l´industria manifatturiera che è attualmente gravata dai costi dell´energia, che in Italia sono superiori del 30 per cento rispetto alle altre realtà europee. Si favorisce, dunque, la comunità locale, anche per incentivarne la fiducia verso la ripresa dalla crisi. Rispetto alla quale si intravvedono i primi segnali di recupero dell´economia, in particolare nella portualità e nell´export. Una ripresa non ancora accompagnata dal recupero dell´occupazione. Ma le scelte della Regione, di intervenire immediatamente con misure di carattere sociale, poi sulle grandi infrastrutture viarie, volte altresì a sviluppare un moderno sistema della portualità dell´Alto Adriatico, potranno agevolare il recupero anche dell´economia locale, quindi del lavoro.  
   
   
VIA A CENTRALE FOTOVOLTAICO A TROIA (FG)  
 
 Bari, 19 aprile 2011 - La Regione Puglia sta valutando di sottoporre al Consiglio le opportune modifiche della legge di Valutazione di Impatto Ambientale che potrebbero anche arrivare alla revoca delle deleghe attribuite alle Province in materia Via. Ne danno notizia la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone e l’assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro. In una nota congiunta i due componenti della giunta Vendola scrivono: “La Provincia di Foggia, come riportato anche sulla stampa di oggi, ha espresso parere di Via favorevole nei confronti di un impianto fotovoltaico da 123 megawatt nel comune di Troia. Questa valutazione ha costretto la Regione a concedere l’autorizzazione unica all’impianto. La Via è infatti un procedimento definitivo in materia di valutazioni ambientali, del quale la Regione è tenuta a prendere atto. Se non lo facesse, sarebbe costretta al risarcimento dei danni nei confronti dell’azienda che ha proposto il progetto. La Via chiude infatti tutti i procedimenti di carattere ambientale e obbliga la Regione per legge a concedere l’autorizzazione”. “L’impianto di Troia, che è stato oggetto di una lunga istruttoria – continuano i due assessori - è una testimonianza tangibile del fatto che le province non utilizzano criteri omogenei nel rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale. Infatti è già avvenuto che su insediamenti simili le Province abbiano espresso pareri differenti. Casi come questi, che esprimono valutazioni non solo difformi tra loro ma anche favorevoli ai megaimpianti, ci stanno facendo riflettere sulla necessità delle più opportune modifiche legislative perché tutto ciò non possa più accadere”.  
   
   
FIRMATO IL PATTO PER LO SVILUPPO, LA QUALIFICAZIONE DELL’OCCUPAZIONE E LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA INDUSTRIALE COMASCO  
 
 Como, 19 aprile 2011 - Nella necessità di coniugare la sempre maggiore competitività richiesta alle imprese dai mercati nazionali e internazionali con la salvaguardia dei diritti e delle tutele dei lavoratori, Confindustria Como e le Segreterie Confederali di Como di Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un “Patto per lo sviluppo, la qualificazione dell’occupazione e la competitività del sistema industriale comasco”. Alla base di questa decisione stanno alcune considerazioni di ordine generale, condivise da tutti gli attori coinvolti nel Patto: la ripresa economica è in atto ma è ancora debole e le aziende necessitano di interventi di accompagnamento istituzionale, in particolare a livello locale; il settore manifatturiero continuerà ancora per molti anni ad essere il motore dell’economia comasca sia in termini di Pil che in termini di occupazione, e perciò deve essere ascoltato nelle sue necessità; infine, la crisi mondiale ha messo le aziende di fronte a modelli operativi e di produzione differenti dai precedenti, e i cui aspetti determinanti sono ricerca, innovazione e flessibilità. Per rispondere in maniera fattiva alla situazione economica attuale e alle nuove modalità di lavoro che si sono imposte, Confindustria Como e le Organizzazioni Sindacali di Como hanno deciso di siglare questo patto, con l’impegno di sviluppare iniziative concrete. Nel dettaglio, sono 6 i temi individuati e per i quali verranno studiate apposite iniziative e progetti. Occupabilità e formazione - Impegno nella modifica – d’accordo con l’Amministrazione Provinciale – delle rilevazioni dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro, per valorizzare gli elementi qualitativi di domanda e offerta anche attraverso il censimento delle richieste inevase, affinché sia possibile orientare meglio le politiche attive del lavoro; realizzazione di un sistema di orientamento permanente per gli studenti e le famiglie, per garantire loro una migliore conoscenza del mercato del lavoro; sviluppo di rapporti di collaborazione con le scuole ad indirizzo tecnico e professionale, offrendo possibilità di aggiornamento agli insegnanti e adeguamento dei contenuti didattici; ampliamento del sistema di incontro tra giovani e imprese, a partire dal progetto “Studenti d’impresa” lanciato da Confindustria Como poche settimane fa; impulso alla Commissione Paritetica per la Formazione per il rafforzamento dell’occupabilità dei lavoratori in mobilità di aziende aderenti a Fondimpresa. Contrattazione di secondo livello - Convenendo che la situazione attuale non consente alle aziende di affrontare miglioramenti retributivi aziendali – se non in presenza del miglioramento degli indici di produttività e redditività, che potrebbero essere riconosciuti attraverso premi di risultato – Confindustria Como e le Organizzazioni Sindacali affidano alle rispettive categorie – con il coordinamento delle Confederazioni – la predisposizione di schemi contrattuali condivisi di premi di risultato che le aziende potranno inserire negli accordi aziendali di secondo livello. Welfare - Su questo tema Confindustria Como e le Organizzazioni Sindacali hanno costituito un apposito gruppo di lavoro che – entro settembre 2011 – intende operare una ricognizione delle esperienze più rilevanti nella contrattazione nazionale o di secondo livello o nelle prassi aziendali, e che individui i bisogni prioritari e le soluzioni gestionali e di copertura dei costi. Sicurezza - Sfruttando le possibilità offerte dal Fondo Interprofessionale Fondimpresa, verrà affidato alla Commissione Paritetica Provinciale l’incarico di progettare interventi di formazione sia obbligatoria che facoltativa per i lavoratori, ma anche di sensibilizzazione per gli studenti. Iniziative di integrazione - Con la finalità di permettere un migliore inserimento dei migranti nell’ambito del lavoro verranno realizzati corsi di lingua italiana. Promozione della legalità - Concordando che la legalità nei rapporti economici è fondamentale per evitare fenomeni di concorrenza sleale e di elusione di normative, verrà promossa presso le imprese associate l’adozione di regole che aiutino nella scelta responsabile di partners, subappaltatori e fornitori, ma anche la conoscenza degli strumenti per la verifica dell’attuazione delle misure di sicurezza sul lavoro e della regolarità contributiva dei lavoratori delle aziende appaltatrici.  
   
   
“CINQUE PASSI PER LAVORARE IN SICUREZZA”: FINALMENTE UNA RISPOSTA CONCRETA AL SISTRI  
 
 Milano, 19 aprile 2011 - Mercoledì 13 aprile si è svolto a Milano il secondo incontro del ciclo gratuito “Cinque Passi per lavorare in Sicurezza”, iniziativa rivolta alle aziende meccaniche patrocinata da Anima, Federazione di rappresentanza di Confindustria e animata da Formamec, ente di formazione della Federazione, e da Asso.mec., il selezionato network culturale multistakeholder che promuove la cultura dell’eccellenza e della qualità nella formazione continua per le imprese meccaniche. Finalità dell’iniziativa: analizzare il nuovo sistema di controllo di gestione rifiuti che entrerà in vigore definitivamente dal prossimo 1° giugno, il Sistri, per fare chiarezza sulla normativa e sulle sue applicazioni e soprattutto sulle nuove procedure che la sua introduzione comporta. La tavola rotonda è stata animata dalle domande e dagli interventi dei rappresentanti delle numerose aziende presenti. Secondo l’Ing. Marchesan, moderatore dell’iniziativa, “l’esperienza di oggi è stata particolarmente significativa per affrontare le difficoltà che le aziende hanno nella comprensione e nell’applicazione della normativa ambientale, in particolare di un argomento ostico come il Sistri, la cui introduzione non ha seguito un processo lineare e la cui procedura non è stata condivisa con il mondo produttivo. I continui interventi dei partecipanti hanno ben evidenziato queste carenze. Le aziende, infatti, hanno sempre più la necessità di un tavolo comune di confronto sulle modalità di applicazione di normative che sono spesso frammentarie, carenti e di difficile interpretazione. L’obiettivo che è emerso oggi è, in altre parole, la necessità di elaborare una strategia condivisa per affrontare le richieste di una legislazione che implica capacità di interpretazione e competenze sempre più specialistiche. Anima e il suo sistema formativo possono coadiuvare le aziende nel percorso di preparazione del personale che sarà impegnato ad affrontare queste problematiche”. “La grande partecipazione all’incontro è la testimonianza della reale esigenza di informazione/formazione, soprattutto in materia di sicurezza e normative, che viene dalle aziende che non vogliono incorrere in sanzioni, - afferma Barbara Pigoli, Vicedirettore di Formamec e Presidente di Assomec - proprio per questo motivo Anima, Formamec e Assomec promuovono i Cinque Passi per lavorare in Sicurezza, iniziativa che sta riscuotendo un grande successo e di cui siamo orgogliosi”. Il prossimo appuntamento con i Cinque Passi è per il 18 maggio 2011 alle ore 10 sempre presso la sede di Anima in Via Scarsellini 13 – Milano. Tema dell’incontro: “Responsabilità amministrativa e penale della sicurezza sui luoghi di lavoro”. La partecipazione agli eventi è gratuita fino a esaurimento posti. Gli interessati possono confermare la propria adesione all’indirizzo convegni@assomec.Eu  Info: tel. +39 02 45418.340.  
   
   
L’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN TOSCANA SFIORA LE 100MILA UNITÀ IN AUMENTO LE AZIENDE CONDOTTE DA DONNE GRAZIE AL CONTRIBUTO DELLE IMPRENDITRICI STRANIERE  
 
Firenze, 19 Aprile 2011 – Sfiorano il tetto delle 100mila unità le imprese femminili in Toscana, raggiungendo quota 99.331 a fine 2010 e contribuendo per il 23,8% alle imprese complessivamente registrate. I dati, che rendono conto di un ruolo sempre più importante assunto dalle aziende “in rosa” all’interno del sistema imprenditoriale della Toscana, emergono dall’analisi condotta da Unioncamere Toscana nell’ambito dell’Osservatorio sulle Imprese Femminili, in collaborazione con la Regione Toscana. Il 2010 rappresenta un anno di crescita per l’imprenditoria femminile, con un incremento delle imprese dell’1,6% (in assoluto +1.601 unità). La performance femminile, decisamente migliore rispetto a quella delle aziende non femminili (+0,3% pari a +999 unità), diventa quindi il traino per la crescita del tessuto imprenditoriale toscano (+0,6% in totale), dimostrando una più efficace capacità di reazione alle difficoltà congiunturali. Dal confronto con le altre regioni italiane, emerge che solo il Lazio può vantare tassi più alti di crescita dell’imprenditoria femminile, collocando la Toscana al secondo posto prima di Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Marche. A livello provinciale, c’è da registrare l’aumento del 3,2% delle imprese femminili della provincia di Prato, dove forte è il contributo dell’imprenditoria cinese nell’abbigliamento, seguita da Arezzo (+2,4%), Pisa (+2,1%) e Lucca (+1,9%). Le province di Firenze, Livorno, Massa, Pistoia e Siena si attestano su valori di sviluppo delle aziende al femminile che vanno da un punto percentuale al +1,4%. Fanalino di coda è la provincia di Grosseto dove le aziende “in rosa” crescono solo dello 0,4%. La Provincia di Grosseto è comunque quella con il più elevato tasso di imprese femminili. Il tasso di femminilizzazione, che rappresenta il peso che le aziende guidate da donne hanno all’interno del sistema imprenditoriale, in Toscana è cresciuto di 0,24 punti percentuali rispetto alla fine del 2009, registrando la dinamica migliore fra tutte le regioni italiane ed attestandosi così al 23,8%. Per quanto riguarda i settori di attività economica, il commercio si conferma il settore a maggior concentrazione di imprese femminili (il 28% del totale), registrando un aumento dello 0,8%. Crescono del +1% le aziende femminili del manifatturiero, in controtendenza rispetto alla diminuzione delle aziende non femminili (-1,3%). Ancora in positivo il bilancio al femminile dell’edilizia (+4,3%) che resta, comunque, un ambito imprenditoriale tipicamente maschile. L’agricoltura, pur confermandosi uno dei settori della Toscana in cui l’imprenditoria femminile è maggiormente sviluppata (un’azienda su tre è condotta da donne), sta attraversando invece una fase di involuzione, in analogia peraltro a quanto avviene per le aziende maschili. Attività immobiliari e settore turistico si confermano fra i settori privilegiati per le donne che hanno aperto un’attività nel 2010 (+2,5% nel primo caso, +2,3% nel secondo), mentre fra i restanti settori si fanno avanti le attività finanziarie ed assicurative (+2,9%), quelle professionali, scientifiche e tecniche (+2,7%), quelle legate all’istruzione (+6,8%), alla sanità ed assistenza sociale (+3,6%). Rispetto alle “quote rosa”, le donne che in Toscana a fine 2010 ricoprono posizioni di vertice all’interno delle aziende sono il 28,0%, valore che supera di oltre un punto percentuale la media nazionale. Resta da evidenziare che nel 2010 alla crescita dell’imprenditoria femminile ha contribuito in maniera determinante la componente straniera (+6,5% le imprenditrici di nazionalità comunitaria, +8,0% le non comunitarie). Quanto alle nazionalità, spiccano in ambito comunitario rumene (+19,9%) e polacche (+11,3%), in ambito extra comunitario cinesi (+11,9%), albanesi (+22,2%) e nigeriane (+14,5%).  
   
   
L’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN TOSCANA ANNO 2010 IL PUNTO DI VISTA DI PIERFRANCESCO PACINI – PRESIDENTE UNIONCAMERE TOSCANA  
 
 Firenze, 19 aprile 2011 - “La fotografia che esce dall’analisi condotta da Unioncamere Toscana è quella di una realtà femminile dinamica, fatta di imprese che nascono e si strutturano nonostante le difficoltà congiunturali, a conferma del fatto che le donne costituiscono una risorsa importante per lo sviluppo della nostra regione e per la crescita del relativo tessuto imprenditoriale. Un maggiore coinvolgimento della componente femminile nel mondo del lavoro, come sottolineato anche in ambito europeo, è dunque indispensabile, e può avvenire anche ampliando e incoraggiando le possibilità di fare impresa. In questo quadro, occorre evidenziare tuttavia due aspetti. Il primo riguarda il fatto che, almeno in parte, la crescita verificatasi nel 2010 dipende anche dalle conseguenze della crisi economica, che spinge una parte del mondo femminile a ricercare opportunità di reddito e ad entrare nel mondo del lavoro attraverso l’avvio di iniziative in proprio. Durante il 2010, infatti, le ditte individuali femminili della Toscana (+1,9%, 1.000 unità in più) si sono sviluppate in maniera consistente, evidenziando come in questa difficile fase economica molte donne stiano tentando la strada della piccola impresa. Il secondo riguarda invece il fenomeno -sempre più rilevante- dell’imprenditoria straniera, a conferma di come i processi di integrazione si realizzino anche nell’ambito della creazione d’impresa.”  
   
   
TELEPERFORMANCE APRE PROCEDURA DI MOBILITA’  
 
Roma, 19 aprile 2011 - La società In & Out S.p.a, filiale italiana del Gruppo multinazionale Teleperformance, ha aperto, giovedì 14 aprile 2011, una nuova procedura ufficiale di mobilità, che vedrà coinvolte le sedi di Roma, Fiumicino e Taranto. La riapertura di tale procedura, si rende necessaria per le difficili condizioni del mercato oltre che obbligatoria rispetto alla scadenza naturale dei termini di Legge, relativamente al periodo di utilizzo dei “Contratti di Solidarietà” a seguito dell’accordo sindacale siglato il 24 giugno 2010 presso il Ministero del Welfare. In tale occasione l’azienda ritenne opportuno fare richiesta e avvalersi di tale strumento per un periodo pari a soli 12 mesi, rispetto al massimo dei 24 previsti dall’ordinamento. Le condizioni di mercato, sicuramente peggiorate e tradottisi in risultati di conto economico negativo con pesanti perdite ad oggi nuovamente finanziati dall’azionista, obbliga però Teleperformance a riaffrontare nuovamente una situazione di crisi. Nel 2007 Teleperformance ha stabilizzato la sua intera forza lavoro, nel pieno rispetto della Circolare 17/2006 del Ministero del Lavoro (detta “Circolare Damiano”) perché ha creduto nella volontà delle Istituzioni Italiane di mettere delle regole definitive nel settore dei Contact center e, unica in Italia, si è assunta l’onere di una stabilizzazione che l’ha vista divenire una delle prima società italiane per numero di dipendenti. Oggi Teleperformance ha oltre 3mila lavoratori a tempo indeterminato in un mercato che non è riuscito a trovare un equilibrio che consenta alle aziende di sopravvivere rispettando la legge e senza dover contare sugli sgravi contributivi o sugli aiuti di Stato. Nonostante, quindi, gli sforzi dell’azionista che ha regolarmente ricapitalizzato la filiale italiana nel corso degli ultimi 2 anni, Teleperformance è costretta ad affrontare nuovamente lo stato di mobilità, non escludendo la necessità d’importanti azioni di razionalizzazione della propria organizzazione, pena la messa a repentaglio dell’intera realtà aziendale.  
   
   
CASSA INTEGRAZIONE IN UMBRIA: “DATI RELATIVI ALLE AUTORIZZAZIONI CONCESSE NON ALLE ORE UTILIZZATE” AFFERMA L’ASSESSORE REGIONALE ALL’ECONOMIA  
 
 Perugia, 19 aprile 2011 - Per evitare la distorsione della lettura dei dati relativi al ricorso alla Cassa integrazione Ordinaria, Straordinaria ed in Deroga, autorizzate dall’Inps in Umbria in questo primo trimestre del 2011 l’Assessore regionale all’Economia ritiene necessario fornire una precisazione per evitare una lettura distorta. “I dati diffusi dall’Inps – afferma l’Assessore - sono relativi alle ore autorizzate nel mese e non nei periodi nei quali tale monte ore può essere utilizzato. Tale differenza risulta particolarmente rilevante nel caso delle autorizzazioni alla Cigs e soprattutto alla Cig in deroga e a livello di singolo mese può determinare notevoli oscillazioni; si consideri che in Umbria gran parte delle autorizzazioni dell’ammortizzatore in deroga si concentrano nei primi mesi dell’anno ma vengono utilizzate, nella maggior parte dei casi, nel corso dell’intero anno”. L’incidenza complessiva della Cig sul totale delle ore lavorabili - stimato in base alle Ula alle dipendenze rilevate dall’Istat dalla contabilità territoriale (ossia 170 ore mensili moltiplicato nel caso dell’Umbria per le 261.700 Ula rilevate dall’Istat per l’anno 2009) – è pari al 6,6%, oltre 4 punti in più rispetto allo stesso mese del 2010 e quasi il doppio rispetto al mese precedente. L’incidenza della Cig sul totale delle ore lavorabili in Umbria supera nettamente quella dell’intero Paese (3,5%) che è sensibilmente diminuita (era il 4,1% nel marzo 2010), un dato su cui incidono fortemente le diverse modalità di concessione dell’ammortizzatore in deroga tra le diverse regioni. In base a tale stima in Umbria nel mese di marzo sarebbero 17.288 le unità di lavoro coinvolte (1.691 nella Cigo, 1.568 nella Cigs e 14.029 nella Cig in deroga), un dato che, qualora veritiero, ovviamente, sottostimerebbe fortemente il numero dei lavoratori sospesi. Esso risulta di oltre 8.000 unità superiore a quello del mese di febbraio e allo stesso tempo di quasi 11.000 unità superiore a quello dell’analogo mese del 2010. Tale crescita è prodotta dalla Cig in deroga (+12.526) il cui monte ore autorizzato però, come detto, non riguarda il singolo mese ma l’intero anno e su cui incide il fatto che nel 2010 l´attività di autorizzazione - per accogliere le ultime domande dell´anno precedente - era iniziata solo alla fine del mese di Marzo. “Alla luce di quanto precisato, conclude l’Assessore regionale, il dato che vede le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps in Umbria nel terzo mese del 2011 superiore del 162,8% a quello dell’analogo mese del 2010, acquista sicuramente un significato diverso. In Umbria, come nel resto del Paese, gli effetti congiunturali della crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo, sono ancora evidenti ma forte è l’impegno della Giunta regionale per superare al più presto questa fase e proprio in questa direzione vanno i Documenti di indirizzo triennale per le politiche industriali e per le politiche attive del lavoro, da poco varati dalla Giunta, che contengono misure ed azioni finalizzate a sostenere il sistema economico regionale, attraverso l’incremento della competitività e dell’occupazione”.  
   
   
"SICURLAVORANDO": AL VIA CICLO DI INCONTRI SULLA SICUREZZA SEMINARIO A CONFINDUSTRIA-TERAMO CON ASSESSORE LAVORO  
 
Pescara, 19 aprile 2011 "Lavorare senza rischi: sicurezza e prevenzione degli infortuni nei settori agroindustriale e agroalimentare". E´ il titolo del Seminario svoltosi ieri a Teramo, a presso la sede di Confindustria provinciale, che rappresenta il primo di un ciclo di incontri settoriali e territoriali espressamente rivolto a imprenditori, lavoratori e a rappresentanti di associazioni datoriali e sindacali per fornire indicazioni, leggi di riferimento e tutte le informazioni utili alla costruzione di una seria e condivisa cultura della prevenzione e della sicurezza. L´assessorato alle Politiche Attive del Lavoro della Regione Abruzzo, per il tramite di Abruzzo Lavoro, ha infatti attivato specifiche azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento delle realtà produttive per far crescere, sul piano culturale, l´attenzione verso la sicurezza e la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Tali azioni si inseriscono in una campagna informativa più ampia realizzata nell´ambito del Progetto "Sicurlavorando" (Piano Operativo 2007-2008) che mira a tre obiettivi: migliorare la percezione dei rischi e sensibilizzare circa l´importanza della sicurezza negli ambienti lavorativi, promuovendo la cultura della legalità e della prevenzione; valutare il grado di informazione e di consapevolezza rispetto all´argomento; promuovere la diffusione di buone prassi in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. All´incontro partecipano i rappresentanti di Confindustria Teramo, Abruzzo Lavoro, Inail Abruzzo, Csa-sicurezza Ambiente Qualità, Coldiretti Teramo, Cipat-cia Abruzzo e Confagricoltura Abruzzo. "In Abruzzo, come in Italia, l´agricoltura è il comparto che insieme all´edilizia registra il maggior numero di infortuni sul lavoro - sottolinea l´assessore - perciò l´introduzione di modelli di gestione della sicurezza e di procedure di lavoro finalizzate alla prevenzione dei rischi, oltre a garantire la tutela dei lavoratori, rappresenta un fattore determinante per lo sviluppo del nostro sistema economico a grande vocazione agricola e agro-industriale. Proprio da questa considerazione nella nuova programmazione del Fse abbiamo costruito un progetto dedicato alla formazione, "Sicurformando", e una riserva di 300mila euro è stata destinata proprio alle imprese operanti nei settori edile e dell´agricoltura, che risultano essere, sulla base delle rilevazioni effettuate dall´Inail, gli ambiti di attività economica a più elevata intensità di rischio. L´assessorato alle Politiche Attive del Lavoro della Regione Abruzzo, grazie ad Abruzzo Lavoro, sta portando avanti anche attraverso incontri come questo un´incisiva azione di sensibilizzazione. Prevenire incidenti e infortuni significa stabilire un patto di fiducia tra datori e lavoratori e porre le basi per garantire vantaggi reciproci. Oggi esistono leggi e sistemi di certificazione che incentivano le aziende più sicure, proiettandole verso i mercati nazionali e internazionali. La sicurezza non deve più essere vista come un "dovere burocratico". Può, al contrario, essere un asset strategico delle aziende che la perseguono per rafforzare la loro presenza sul mercato. In Italia - conclude - sono sempre più numerosi gli esempi basati sulla conciliazione tra produttività e cultura della sicurezza, sfere solo apparentemente divergenti, che favoriscono l´incremento dell´efficacia, dell´efficienza e dell´economicità nelle imprese".  
   
   
UMBRIA, THYSSEN KRUPP: ”NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA. ORA L’AGGIORNAMENTO DEL PATTO PER IL TERRITORIO” AFFERMA L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SICUREZZA NEI CANTIERI  
 
Perugia, 19 aprile 2011 - “Da oggi, da questa sentenza per il rogo alla Thyssen Krupp, niente sarà più come prima, commenta l’Assessore regionale alla sicurezza nei cantieri, da questo momento, infatti, può cambiare la coscienza dei lavoratori, che sanno di poter avere più garanzie per la loro sicurezza, ma dovrà cambiare l’approccio degli imprenditori. La sentenza ci dice che sono loro, gli imprenditori, i responsabili della sicurezza, e che da ora in avanti dovranno fare i conti con sentenze e condanne reali e non più con quel generico ”omicidio colposo” che troppo spesso ha lasciato fuori chi aveva il compito di assicurare ciò che in ogni posto di lavoro è un diritto imprescindibile: la sicurezza, appunto”. “Le condanne della Corte d’assise di Torino impongono un ripensamento dei diritti dei lavoratori, in primis la salute, e serviranno, continua l’Assessore, se la sentenza diventerà definitiva, come monito per il futuro. Forse smetteremo di considerare le cosiddette morti bianche come una tragica ed ineludibile fatalità. Esse sono al contrario il frutto di scelte sbagliate, di decisioni che rispondono ad esigenze di profitto, che troppo spesso mettono a repentaglio la vita dei lavoratori. Bene fanno la Presidente della Giunta regionale e l’Assessore regionale all’economia Rossi a sostenere che “questa sentenza di condanna richiama alla forte responsabilità delle imprese nell’assicurare le garanzie di sicurezza nei luoghi di lavoro, condizione imprescindibile rispetto al più generale diritto al lavoro”. “Questo richiamo – afferma l’Assessore regionale alla sicurezza nei cantieri - non è in antitesi con il mantenere attenzione nei confronti della multinazionale in Umbria, senza però lasciarsi toccare da eventuali rivalse di quest’ultima nei confronti del territorio. E’ giusto ed opportuno, cioè, essere preoccupati per gli effetti sulle prospettive, ma mai a costo di rinunciare al rispetto di un diritto fondamentale come la sicurezza nei luoghi di lavoro”. “Ora, conclude l’Assessore, è importante chiamare le forze politiche e le istituzioni per uno sforzo comune che vada nella direzione di un nuovo modello di sviluppo, e chiedere al contempo al Governo nazionale un aggiornamento del Patto per il Territorio”.  
   
   
C-GLOBAL, ROSSI: “COMUNE VOLONTÀ, BUON RISULTATO”  
 
Firenze, 19 aprile 2011 – “Un buon risultato, raggiunto grazie all’impegno delle istituzioni, dei sindacati, degli imprenditori. Ognuno ha fatto la propria parte”. Conferenza stampa-lampo questa mattina del presidente Enrico Rossi, che insieme al direttore generale della Bassilichi spa, Leonardo Bassilichi, ha illustrato l’accordo raggiunto per la soluzione della crisi C-global. L’azienda fiorentina si è impegnata a rilevare l’attività delle sedi di Pisa e di Firenze, assicurando ai 74 lavoratori un contratto a tempo indeterminato e agli stessi parametri salariali attuali. L’accordo prevede anche che C-global garantisca a Bassilichi tre anni di commesse. Nell’agosto del 2010 la C-global, azienda di servizi bancari, aveva annunciato la volontà di trasferire i dipendenti presso la sede di Collecchio, in provincia di Parma. Aveva quindi preso piede l’ipotesi di un possibile trasferimento delle attività in Moldavia. Sindacati ed enti locali avevano chiesto ed ottenuto dalla Regione la convocazione di un tavolo con la partecipazione di tutti i soggetti interessati. Si è infine profilata l’ipotesi di un intervento di Bassilichi, che oggi si è concretizzato. “Questa attività qualificata a sostegno del sistema bancario regionale resta in Toscana – ha proseguito il presidente Rossi – In questi mesi ci siamo spesso lamentati della scarsa propensione a investire di parte della nostra imprenditoria, ma ora, in questo momento di crisi, c’è una nuova generazione che si impegna e che ottiene dei risultati positivi. “Conta moltissimo – conclude il presidente – il clima che si crea nella regione, un clima favorevole allo sviluppo, che chiamerei di “comune volontà” a fare e ad accettare la sfida che la situazione ci propone”. Analoghi i concetti espressi da Leonardo Bassilichi. “Dobbiamo smettere di dire quanto è negativa la crisi e cominciare a guardare la situazione con occhi nuovi. Oggi in Toscana stiamo lavorando bene, facciamo cose complesse in un contesto di sistema e di fluidità reciproca, investiamo non a breve ma per il futuro. L’apertura dell’azienda su Pisa potrà avere interessanti risvolti in termini di ricerca e sviluppo. Nel nostro settore stiamo assistendo – ha concluso Bassilichi – a un vero “controesodo” di attività e competenze”.  
   
   
CONSORZIO V.D’AGRI: STIPENDI PAGATI, RIASSUNZIONI IN ARRIVO  
 
Potenza, 19 aprile 2011 - Per le novità sostanziali sul consorzio di Bonifica Alta Val d’Agri chieste dalla Cisl non c’è da attendere molto anzi non c’è d’attendere affatto. E quanto afferma il dipartimento Agricoltura a seguito del comunicato emesso oggi dalla Fai Cisl. Per quanto riguarda le retribuzioni dei lavoratori, infatti, a seguito della nota trasmessa alla Regione non dal sindacato ma dal prefetto veniva già il 4 marzo scorso interpellato il Consorzio Val D’agri con una lettera inviata anche al prefetto per conoscenza. Il Consorzio con nota del 6 aprile rispondeva affermando di aver provveduto a pagare le retribuzioni arretrate. Quanto alla seconda questione, ossia la riassunzione di lavoratori a tempo determinato e indeterminato ciclico, in sede di controllo delle relative deliberazioni, l’organo a ciò deputato ha chiesto chiarimenti, atteso che la delibera consortile presentava evidenti contraddizioni. Queste ultime venivano sanate solo due settimane fa dagli organismi direttivi dello stesso Consorzio di Bonifica, consentendo all’iter amministrativo di riprendere il suo corso, ripartendo dalla verifica del provvedimento. Le accuse di insensibilità partite dal sindacato, evidentemente, sono frutto di una carenza assoluta di conoscenza della vicenda a fronte della quale con troppa leggerezza si punta il dito accusatorio. Del resto se il Consorzio dovesse aver mentito a Regione e Prefettura in merito al saldo delle spettanze ai lavoratori sarebbe grave, ma altrettanto degno di riflessione sarebbe il fatto che un sindacato di categoria non è a conoscenza del fatto che ai lavoratori sono state corrisposte le spettanze. Questione seguita, invece, dall’assessorato sempre con grande sensibilità e attenzione.