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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Aprile 2011
LA COMMISSIONE EUROPEA VALUTA LA DIRETTIVA SULLA CONSERVAZIONE DEI DATI RELATIVI ALLE TELECOMUNICAZIONI  
 
 Bruxelles, 19 aprile 2011 - La Commissione europea ha adottato ieri la relazione di valutazione della direttiva sulla conservazione dei dati, che fa il punto sulle lezioni da trarre a partire dall’adozione di quest’ultima nel 2006. La direttiva ha introdotto la conservazione dei dati in risposta a problemi urgenti di sicurezza, in seguito ai gravi attentati terroristici di Madrid del 2004 e di Londra del 2005. La relazione conclude che i dati conservati relativi alle telecomunicazioni svolgono un ruolo importante nella protezione dei cittadini contro i danni causati da reati gravi. Essi forniscono prove indispensabili per risolvere i casi di reato e garantire che sia fatta giustizia. Tuttavia, il recepimento della direttiva non è stato uniforme e discrepanze fra le normative degli Stati membri creano difficoltà ai fornitori di servizi di telecomunicazione. Inoltre, la direttiva non garantisce di per sé che i dati siano conservati, richiamati e utilizzati in conformità al diritto della privacy e alla tutela dei dati personali, tanto da portare le autorità giurisdizionali, in taluni Stati membri, ad annullare la legislazione di recepimento della direttiva. La Commissione rivedrà ora le norme sulla conservazione dei dati attualmente in vigore, in consultazione con i servizi di polizia e giudiziari, l’industria, le autorità garanti della protezione dei dati e la società civile, al fine di proporre un quadro legislativo migliore. «La nostra valutazione mostra l’importanza dei dati immagazzinati relativi alle telecomunicazioni per i sistemi giudiziari penali e per l´applicazione della legge. Tali dati sono utilizzati come prova non solo per condannare i colpevoli di reati gravi e di terrorismo, ma anche per scagionare l’innocente da ogni sospetto. A titolo di esempio, i dati conservati sono stati fondamentali per il successo dell’operazione Rescue che ha consentito di identificare 670 presunti membri di una rete internazionale di pedofili e di proteggere i bambini dagli abusi negli Stati membri in cui la direttiva è stata recepita. Ma la relazione di valutazione mette in evidenza anche gravi lacune. Abbiamo bisogno di un approccio comune più proporzionato a questo problema nell´Unione europea. È mia intenzione pertanto rivedere la direttiva al fine di chiarire chi può consultare i dati, per quali scopi e secondo quali procedure», ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria Ue per gli Affari interni. La relazione di valutazione analizza il modo in cui gli Stati membri hanno recepito la direttiva, l’uso dei dati conservati e l’impatto su operatori e consumatori. I risultati principali sono illustrati di seguito. La maggior parte degli Stati membri ritengono che le norme Ue sulla conservazione dei dati siano tuttora necessarie per garantire il rispetto della legge, la protezione delle vittime e il funzionamento dei sistemi giudiziari penali. Usato come strumento investigativo, l’uso dei dati relativi a numeri telefonici, indirizzi Ip o identificativi di telefoni cellulari ha consentito la condanna di criminali e il proscioglimento di persone innocenti. Le modalità di conservazione variano da uno Stato membro all’altro. Ad esempio, i periodi di conservazione vanno da sei mesi a due anni e gli scopi per i quali i dati possono essere consultati e utilizzati, così come le procedure giuridiche per ottenerli, variano considerevolmente. Dato che la direttiva persegue solo un’armonizzazione parziale delle norme nazionali, non c’è da sorprendersi che non si sia concretizzato un approccio comune in questo campo. Il livello complessivamente basso di armonizzazione può creare però difficoltà agli operatori di telecomunicazioni, in particolare quelli di piccole dimensioni. Gli operatori sono rimborsati in modo diverso attraverso l´Unione europea per i costi di conservazione e accesso ai dati. La Commissione valuterà modalità più coerenti di rimborso dei costi. La conservazione dei dati costituisce una notevole limitazione del diritto alla vita privata. Benché non si riscontrino esempi concreti di violazioni gravi della privacy, il rischio di violazione della sicurezza dei dati permane, a meno che non sia instaurata una protezione. La Commissione valuterà quindi una regolamentazione più severa per l’immagazzinamento, l’accesso e l’utilizzo dei dati conservati. Contesto I dati relativi alle telecomunicazioni conservati dagli operatori di telecomunicazione sono utilizzati dai servizi di polizia e dai pubblici ministeri nelle fasi di indagine, accertamento e perseguimento di reati gravi e terroristici. L’unione europea, negli ultimi 10-15 anni, ha inteso regolamentare l’obbligo per i fornitori di servizi di telecomunicazione di conservare i dati per un certo periodo di tempo. La direttiva sulla conservazione dei dati (Direttiva 2006/24/Ce) impone agli Stati membri di garantire che questi operatori conservino determinate categorie di dati (per identificare identità e riferimenti di chiamate telefoniche effettuate e di messaggi di posta elettronica spediti, escludendo il contenuto di dette comunicazioni) a fini di indagine, accertamento e perseguimento di reati gravi, quali definiti da ciascuno Stato membro nella propria legislazione nazionale. I dati devono essere conservati per un periodo minimo di sei mesi fino a un massimo di due anni (a discrezione dello Stato membro nel recepire la direttiva nella legislazione nazionale). Le autorità di contrasto nella maggior parte degli Stati membri hanno riferito alla Commissione che i dati conservati svolgono un ruolo chiave nel tutelare i cittadini contro i danni causati dai reati, attraverso indagini penali più efficaci. Questi dati costituiscono validi indizi e prove che hanno portato alle condanne per reati e al proscioglimento di innocenti indagati di reato, in casi che senza la conservazione dei dati, non avrebbero mai potuto essere risolti. Le autorità garanti della protezione dei dati hanno criticato la direttiva in base al fatto che essa non prevede sufficienti limiti alla conservazione dei dati e salvaguardie relative alle modalità del loro immagazzinamento, consultazione e utilizzo. L’articolo 14 della direttiva prevede che la Commissione presenti una valutazione dell’applicazione di questo strumento e del suo impatto sugli operatori economici e sui consumatori. Prossime tappe Basandosi su questa valutazione, la Commissione predisporrà una proposta per modificare la direttiva. Nei prossimi mesi, essa procederà a consultare le autorità di contrasto, giudiziarie, di tutela della protezione dei dati, l’industria e la società civile sulle opzioni per un futuro quadro giuridico. I risultati della consultazione saranno incorporati nella relazione d’impatto come base della futura proposta.  
   
   
AGENDA DIGITALE: NORME TECNICHE PER I DISPOSITIVI 4G A BANDA LARGA SENZA FILI SULLE FREQUENZE GSM  
 
Bruxelles, 19 aprile 2011 - La Commissione europea ha appena adottato norme tecniche per l’apertura delle bande di radiofrequenza 900 e 1800 Mhz ai dispositivi di comunicazione avanzati di quarta generazione (4G). Queste norme, fondamentali per evitare i problemi di interferenza con i dispositivi Gsm e 3G esistenti, rappresentano un passo importante verso l’accesso a banda larga senza fili per un numero ancora maggiore di cittadini e imprese dell’Ue. La decisione della Commissione, che dovrà essere attuata dagli Stati membri entro la fine del 2011, consentirà in tal modo di conseguire gli obiettivi dell’Agenda digitale europea, ossia permettere a ogni cittadino europeo di accedere ai servizi di base a banda larga entro il 2013 e alla banda larga veloce e ultraveloce entro il 2020 (cfr. Ip/10/581, Memo/10/199 e Memo/10/200). Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e commissaria responsabile per l’Agenda digitale, ha dichiarato: “Questa decisione apre la via ai dispositivi mobili 4G più moderni, consentendo loro di fruire dello spettro radio necessario per stimolare ulteriormente i servizi a banda larga ad alta velocità e creare maggiore concorrenza”. La nuova decisione fa parte degli sforzi della Commissione di garantire che le comunicazioni senza fili possano accedere allo spettro radio necessario per sviluppare appieno il loro potenziale. Nella fattispecie la decisione della Commissione fissa parametri tecnici destinati a far coesistere sulle bande di frequenza 900 Mhz e 1800 Mhz il sistema Gsm (telefonia mobile 2G), i sistemi 3G che abbinano l’internet mobile ai servizi di telefonia tradizionale che si avvalgono del sistema Umts (Universal Mobile Telecommunications System) e la tecnologia mobile 4G a banda larga, che utilizza i sistemi Lte (Long Term evolution) e Wimax (Worldwide Interoperability for Microwave Access), in grado di trasmettere ed elaborare ingenti quantitativi di informazioni. Una simile coesistenza è prevista dalla direttiva Gsm riveduta sull’uso dello spettro radio necessario per i servizi mobili (Ip/09/1192). La decisione stabilisce un meccanismo per l’adozione di norme tecniche di armonizzazione basate sui contributi ricevuti dagli esperti nazionali di radiofrequenza. Le amministrazioni nazionali hanno tempo fino al 31 dicembre 2011 per attuare la decisione nei rispettivi ordinamenti nazionali, affinché le bande Gsm siano effettivamente disponibili per i sistemi Lte e Wimax. Basandosi sui primi passi della Commissione per aprire la bande 900 e 1800 Mhz nel 2009 (Ip/09/1545), gli Stati membri hanno già dovuto esaminare la concorrenza fra gli operatori di telefonia mobile e affrontare le eventuali distorsioni del mercato, conformemente alla legislazione dell’Unione in materia di telecomunicazioni. Nel 2009 sono stati avviati studi tecnici volti a dimostrare che i sistemi Lte e Wimax sono compatibili con gli altri sistemi già impiegati sulla stessa banda. Tali studi hanno inoltre chiarito le condizioni tecniche necessarie affinché le bande 900 e 1800 Mhz possano proteggere dalle interferenze i sistemi delle bande di frequenza adiacenti, quali i Gsm per i servizi ferroviari e aeronautici. Gli Stati membri hanno l’obbligo di offrire una protezione adeguata ai sistemi che utilizzano le bande di frequenza adiacenti.  
   
   
AGENDA DIGITALE: L’USO SEMPRE PIÙ PRECOCE DEI SOCIAL NETWORK - UN SONDAGGIO RIVELA CHE LA PRIVACY DEI GIOVANI INTERNAUTI È A RISCHIO  
 
 Bruxelles, 19 aprile 2011 - Da un sondaggio paneuropeo svolto su incarico della Commissione europea risulta che il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni e il 38% dei bambini tra i 9e i 12 anni ha registrato un profilo su un sito di social networking. Un quarto degli intervistati dichiara di navigare su siti come Facebook, Hyves, Tuenti, Nasza-klasa Schuelervz, Hi5, Iwiw o Myvip con un profilo “pubblico”, dunque visibile a tutti, e molti di loro vi indicano anche il loro indirizzo e/o il numero di telefono. Il quadro che emerge dal sondaggio assume rilevanza anche in vista dell’ormai prossima revisione dell’accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura. L’accordo, mediato dalla Commissione (Ip/09/232), è stato firmato nel 2009 dai gestori dei principali social network, che hanno deciso di adottare misure a tutela della sicurezza in rete dei loro utenti minorenni. Proprio la sicurezza è un elemento fondamentale dell’agenda digitale europea (cfr. Ip/10/581, Memo/10/199 e Memo/10/200). Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile dell’agenda digitale, ha dichiarato: “Un numero crescente di bambini e ragazzi si collega ai siti di social networking, ma molti di loro non adottano i necessari accorgimenti per proteggersi in rete, esponendosi così al rischio di stalking e adescamento. Tutti i gestori di siti di social networking dovrebbero pertanto immediatamente aumentare automaticamente il livello di privacy dei profili dei loro utenti minorenni, rendendoli accessibili soltanto a una cerchia di persone stabilita dagli utenti stessi ed escludendoli dai motori di ricerca online. Gli operatori che non hanno ancora sottoscritto l’accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura sono chiamati ad aderire in tempi brevi, perché è in gioco la sicurezza dei nostri figli”. Bambini e ragazzi sono utenti attivi dei siti di social networking - L’indagine condotta tra 25 000 bambini e ragazzi in 25 paesi europei e pubblicata oggi dal network Eukidsonline evidenzia che il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai 12 anni dichiara di avere un profilo sui siti di social networking, con una percentuale minima del 25% tra i francesi e un picco del 70% nei Paesi Bassi. I social network sono ancora più amati dai teenager: tra i 13 e i 16 anni il 77% dei ragazzi sostiene di avere registrato un profilo. Il 15% dei bambini dai 9 ai 12 anni indica di avere più di 100 contatti sul proprio profilo, tra cui spicca il 47% degli ungheresi. Tra i ragazzi dai 13 ai 16 anni i belgi, i danesi, i greci, gli ungheresi, gli italiani, gli olandesi, i norvegesi, i polacchi, gli svedesi e gli inglesi tendono maggiormente a superare i 100 contatti a persona rispetto ai loro coetanei negli altri paesi. I profili sono spesso pubblicamente accessibili - Un quarto dei partecipanti al sondaggio sui siti di social networking ha rivelato di avere un profilo accessibile a tutti gli utenti online. Un quinto dei bambini e dei ragazzi che ha indicato di avere un profilo pubblico dichiara anche di avervi registrato il proprio indirizzo e/o numero di telefono. In 15 paesi su 25, il profilo pubblico è generalmente più diffuso tra i bambini dai 9 ai 12 anni rispetto ai ragazzi dai 13 ai 16 anni. Solo il 56% dei bambini di 11 e 12 anni sostiene di essere in grado di modificare le impostazioni sulla privacy nel proprio profilo. Chi ha qualche anno in più dimostra di avere una maggiore dimestichezza in materia: il 78% dei ragazzi di 15 e 16 anni afferma di sapere come personalizzare tali impostazioni. Cosa fa la Commissione? La Commissione sta monitorando l’applicazione dell’accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura, una dichiarazione di autoregolamentazione sottoscritta dagli operatori dei siti di social networking con la quale si impegnano ad apportare una serie di modifiche ai servizi offerti per tutelare la sicurezza dei minori. A breve la Commissione pubblicherà la prima tranche dei risultati delle valutazioni sull’applicazione dell’accordo europeo da parte dei seguenti firmatari: Arto, Bebo, Facebook, Giovani, Hyves, Irc Galleria, Myspace, Nasza-klasa, Netlog, One.lt, Rate, Schuelervz, Tuenti e Zap (cfr. Ip/09/232 e Ip/10/144). La relazione pubblicata oggi evidenzia anche che alcuni dei siti di social networking più popolari tra i giovani europei non hanno firmato l’accordo. Alla luce di un uso sempre più precoce di Internet e dei servizi di social networking e del fatto che un numero crescente di ragazzi accede ad Internet tramite apparecchi mobili, la Commissione ha deciso di rivedere l’attuale quadro di autoregolamentazione degli operatori del settore. I gestori dei siti di social networking, i produttori di apparecchi mobili e console di giochi, i provider di servizi Internet, i fornitori di applicazioni e contenuti per dispositivi mobili, le associazioni di tutela dei consumatori, i ricercatori e le organizzazioni per la tutela dei minori saranno invitati ad aderire a questa piattaforma di scambio. Il dialogo si baserà sui progressi realizzati nell’ambito dell’accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura (cfr. L’allegato, così come Ip/09/232 e Ip/10/144) e del “Quadro europeo per un utilizzo più sicuro dei telefoni mobili da parte di adolescenti e bambini” (cfr. Ip/07/139, Ip/09/596, Ip/10/704). Per maggiori informazioni: Programma per l’uso sicuro di Internet: http://ec.Europa.eu/information_society/activities/sip/index_en.htm  
Consigli pratici per genitori su come garantire la sicurezza online ai propri figli: http://ec.Europa.eu/information_society/activities/sip/projects/centres/
practices/index_en.htm
 
 
   
   
25° WORKSHOP INTERNAZIONALE SUL RAGIONAMENTO QUALITATIVO  
 
Barcellona, 19 aprile 2011 - Il venticinquesimo workshop internazionale sul ragionamento qualitativo si svolgerà dal 16 al 18 luglio a Barcellona, in Spagna. Il ragionamento qualitativo (Qualitative reasoning - Qr) è un´area di ricerca all´interfaccia tra intelligenza artificiale, le scienze cognitive, l´ingegneria e la scienza. Il suo obbiettivo principale è quello di creare modelli di sistemi del mondo reale che possiedono aspetti continui circa i quali abbiamo solo una conoscenza incompleta e qualitativa. Gli esseri umani sono incredibilmente efficaci nel lavorare con una tale conoscenza, e molte applicazioni nei settori della scienza, dell´ingegneria e dell´educazione potrebbero trarre grandi benefici da simili capacità. Nel tentativo di comprendere la capacità di ragionare qualitativamente, il Qr combina la ricerca per una comprensione fondamentale del ragionamento efficace riguardo ai sistemi e nuovi modi di integrare modellazione convenzionale, analisi, diagnosi e tecniche di controllo per affrontare applicazioni reali. La conferenza cercherà di presentare e discutere le più recenti ricerche sul ragionamento qualitativo. Essa cercherà inoltre di creare collegamenti tra ricercatori di diverse università e gruppi di ricerca a livello internazionale. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www-ma2.Upc.edu/qr11/site_2/welcome.html    
   
   
8º SIMPOSIO INTERNAZIONALE "FRONTIERS OF COMBINING SYSTEMS"  
 
Saarbrücken, 19 aprile 2011 - L´ottavo simposio internazionale "Frontiers of Combining Systems" avrà luogo dal 5 al 7 ottobre 2011 Saarbrücken, in Germania. In vari campi dell´informatica, come la logica, il calcolo, lo sviluppo e la verifica di programmi, l´intelligenza artificiale, la rappresentazione della conoscenza e il ragionamento automatico, sono necessari sistemi formali predefiniti e meccanismi di inferenza per compiere compiti particolari. Per essere utilizzabili nella pratica, tali sistemi specializzati vanno combinati tra loro e integrati nei sistemi di uso generale. In molti campi è stato avviato lo sviluppo di tecniche e metodi generali per la combinazione e integrazione di sistemi speciali formalmente definiti, così come per l´analisi e la modularizzazione dei sistemi complessi. Come nelle edizioni precedenti, l´evento sarà incentrato su questo tipo di domande e attività di ricerca, e promuoverà i progressi compiuti nel campo. I temi specifici riguarderanno tra l´altro: - combinazioni di logiche quali la logica del predicato combinato, temporale, modale o epistemica; - combinazioni e modularità nelle ontologie; - combinazione di procedure decisionali, di procedure di soddisfacibilità e di tecniche di risoluzione a vincoli; - combinazioni e modularità nella riscrittura di termini; - integrazione della teoria equazionale e di altre teorie nei sistemi deduttivi; - combinazione di sistemi deduttivi e algebra informatica; - integrazione di strutture di dati nella programmazione e deduzione a vincoli; - metodi ibridi per la deduzione, risoluzione e propagazione a vincoli; - sistemi ibridi nella rappresentazione della conoscenza e semantica del linguaggio naturale; - logica combinata per i sistemi distribuiti e multiagente; - aspetti logici dei programmi combinanti e modularizzanti e specifiche. For further information, please visit: http://www.Mpi-inf.mpg.de/conferences/frocos2011/    
   
   
L’UNIONE EUROPEA FRENA L’ECOMMERCE  
 
Milano, 19 aprile 2011 – Lo scorso 24 marzo il Parlamento Europeo ha approvato una serie di misure nell’ambito di una direttiva sui “Diritti dei Consumatori” che rischiano non solo di minare alla base l’esistenza stessa del settore in Europa, ma anche di generare una pericolosa spirale inflazionistica sui prezzi dei prodotti venduti online. Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano scende in campo a fianco delle altre associazioni di rappresentanza del settore in Europa contro tale proposta. Il contesto - Sono oltre 150 milioni i consumatori europei online, poco meno di 10 milioni solo in Italia. L’aumento costante dei compratori online in tutta Europa è favorito da un servizio sempre più efficiente e da una convenienza non solo economica, ma anche e soprattutto, in termini di comodità, sostenibilità e servizio. Il settore del commercio elettronico inoltre cresce con continuità da oltre un decennio, generando non solo una costante crescita di posti di lavoro, ma anche favorendo l’iniziativa imprenditoriale e la creazione di nuove imprese, contrastando gli effetti di una crisi che al contrario genera sacche crescenti di disoccupazione. “In primo luogo è assurdo che il Parlamento Europeo legiferi in materia di e-Commerce senza avere sentito nessuna delle associazioni di riferimento del settore nei vari Paesi europei. - Ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, Consorzio del Commercio Elettronico Italiano (cliccare qui per scaricare la foto) - Da un consulto con loro emerge questo dato di fatto che sarebbe già grave in assoluto. Lo diventa ancora di più, leggendo nel dettaglio i contenuti della proposta di direttiva che non pare certamente elaborata da persone che conoscono in profondità la complessità di questo settore. Da un’analisi condotta sulla base dei dati forniti dalle associazioni di categoria europee che rappresentano circa il 50% del comparto, l’incremento dei costi di trasporto che si genererebbero se questa direttiva passasse, ammonta a circa 10 miliardi di Euro. Ad oggi, infatti, i costi di trasporto dell’e-Commerce europeo valgono circa 5,7 miliardi di Euro. Con la nuova legislazione salirebbero a 15,6 miliardi. Questi emendamenti provenienti dall’Europa sono i più devastanti mai proposti in materia di commercio elettronico. Oltre a non essere necessari, genererebbero un incremento dei costi che ricadrebbe inesorabilmente su un peggioramento dei prezzi per i consumatori. Molte Pmi italiane ed europee si vedrebbero costrette a chiudere e molte start up addirittura a non nascere in un momento in cui la forza e la vitalità imprenditoriale è più necessaria che mai per portare l’Italia e l’Europa fuori da una crisi fortissima che ha lasciato pesanti segni e dalla quale ancora non siamo del tutto usciti. In Italia, poi, la gravità sarebbe ancora più evidente se si pensa che solo da poco tempo si sta recuperando il terreno perduto e mai come oggi si respira un fermento imprenditoriale che non può fare che bene al settore e all’intero sistema Paese.” Gli articoli pericolosi - Articolo 22a, libertà di contratto - Secondo questa proposta i siti di e-Commerce avranno l’obbligo di consegnare in tutta Europa. In tal modo una piccola realtà che decidesse di aprire un sito in Italia o in uno qualsiasi degli altri Paesi dell’Unione Europea, avrebbe l’obbligo fin dall’inizio di prevedere un sistema di pagamento con 7 valute differenti, un sistema di traduzione in 25 lingue e dei contratti di spedizione in 27 Paesi. Si tratta di una complicazione che avrebbe come risultato immediato il freno di qualsiasi iniziativa imprenditoriale e l’uccisione sul nascere di qualsiasi start up online. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando questo peserebbe enormemente sull’aumento della disoccupazione e, indipendentemente da ciò, non consentirebbe alle aziende di decidere liberamente a quali mercati rivolgersi sulla base del proprio modello di business, limitando al massimo la libertà imprenditoriale. Articolo 12, diritto di recesso - Nei Paesi europei oggi il consumatore ha tra 7 e 10 giorni (in Italia 10) per cambiare idea e restituire un prodotto integro e non utilizzato, ottenendo da parte del venditore il rimborso del costo del prodotto. La nuova direttiva introdurrebbe un ampliamento considerevole dei tempi per effettuare il reso, consentendo di effettuare la notifica entro 14 giorni e la restituzione entro i successivi 14. In totale si quadruplica o trilpica, a seconda dei Paesi, il tempo per restituire il prodotto, lasciando quasi un mese di tempo (28 giorni) per esercitare questo diritto. Questo emendamento potrebbe avere serie conseguenze per i business online e potrebbe incoraggiare i consumatori a ordinare un numero maggiore di prodotti rispetto a quanti ne intendono comprare con effetti negativi non solo in termini di costi aggiuntivi per i venditori online, ma anche di forte aumento dell’impatto ambientale, generato dall’incremento del numero di viaggi di andata e ritorno dei corrieri per la consegna e il ritiro dei prodotti. Articoli 16 e 17, diritto di recesso - Il sito di e-Commerce è tenuto al rimborso del consumatore entro 14 giorni e non più entro i 30 prima consentiti. Questo può generare l’assurda situazione di dover rimborsare il bene prima di riceverlo indietro e quindi non avendo la possibilità di verificare che il prodotto sia integro, non utilizzato e uguale a quello spedito. Inoltre per gli ordini superiori a 40 Euro, l’azienda è tenuta a rimborsare anche le spese di reso. Questo notevole aggravio per i venditori mina alla base la sopravvivenza di molti di loro, generando anche il rischio di un conseguente aumento dei prezzi su Internet.  
   
   
BOLZANO: “PREZIOSO L’UTILIZZO DELLE NUOVE TECNOLOGIE NEL TRASPORTO PUBBLICO“  
 
Bolzano, 19 aprile 2011 - L’assessore alla mobilità, Thomas Widmann, esprime la propria soddisfazione per l’applicazione per telefono cellulare sviluppata da un gruppo di studenti altoatesini in collaborazione con hds, Südtirol 1 e Radio Tirol, grazie alla quale è possibile consultare sul cellulare gli orari del trasporto pubblico provinciale. “Si tratta di un’iniziativa che si muove nella direzione auspicata dall’Assessorato alla mobilità” ha dichiarato Widmann “e cioè verso un servizio di trasporto pubblico sempre più vicino e rispondente alle esigenze degli utenti, soprattutto per quanto riguarda le informazioni in tempo reale”. D’altro canto già oggi gli orari del trasporto pubblico grazie al Sistema Informativo Integrato Sii vengono aggiornati tempestivamente e sono disponibili online su Internet. È in fase di realizzazione il progetto di installare degli indicatori sui tempi di attesa alle fermate degli autobus, mentre nelle principali stazioni ferroviarie tra breve i viaggiatori potranno richiedere informazioni mediante appositi info-terminali. L’assessorato alla mobilità sta inoltre pensando di realizzare un collegamento wireless ad Internet sui treni ed una serie di altri progetti all’avanguardia che spaziano dagli autobus “a chiamata” alle comunicazioni in tempo reale su smartphone.  
   
   
L’UNIVERSITÀ BICOCCA SBARCA SU IPHONE E IPAD  
 
Milano, 19 aprile 2011 – È disponibile da alcuni giorni l’App “universal” Ibicocca per Iphone e Ipad. L’applicazione, totalmente gratuita per gli utenti iOs , è stata sviluppata dal Centro di Produzione Multimediale dell’Ateneo e contiene, per ora, una versione riassuntiva della guida universitaria e la newsletter Bnews. Dagli orari delle segreterie alle informazioni sui corsi di laurea, dalla mappa completa del campus ai contatti con le strutture didattiche agli appuntamenti culturali e alle news sulla ricerca. Tutto in pochi tocchi dello schermo. L’app Ibicocca può essere scaricata gratuitamente dall’App-store della Apple e installata sul proprio smartphone iOs. A breve sarà rilasciata anche la versione in inglese della guida. «Le nuove tecnologie – ha detto il rettore Marcello Fontanesi, commentando il lancio dell’applicazione - sono fondamentali per moltiplicare i canali di informazione e per raggiungere i nostri studenti e tutti quelli che sono interessati a entrare in contatto con noi in modo sempre più ampio e differenziato. Siamo molto sensibili all´impiego di nuove tecnologie di comunicazione e alla sperimentazione di tutti quei canali, come i social network, che permettono di essere raggiunti in modo semplice e di stabilire un contatto diretto. Bisogna saper parlare il linguaggio dei tempi».  
   
   
BOLZANO: SEMINARIO INFORMATIVO DEL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
 Bolzano, 19 aprile 2011 - Al fine di illustrare le novità e le procedure per accedere ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo l’Ufficio Fse della Provincia di Bolzano si è svolto il 15 aprile a Palazzo Widmann un incontro aperto a tutti gli interessati dal titolo “Seminario informativo – Fondo Sociale Europeo – presentazione del bando formazione Fondo Sociale Europeo 2011/2012”. Nel periodo 2011/12 il Fondo Sociale Europeo metterà a disposizione per misure di formazione e di aggiornamento professionale complessivamente 25 milioni di euro. I lavori sono stati aperti da Judith Notdurfter, direttrice dell’Ufficio Fse, Laura Favaro, coordinatrice dell’area programmazione Fse la quale ha presentato il bando di azioni formative 2010/2011 e Karin Vieider, dell’area valutazione, ha illustrato “Il sistema di valutazione ed il nuovo modulo”, infine André Cuoco, dell’assistenza tecnica, ha presentato la procedura web informatizzata per la presentazione delle proposte progettuali. Per ulteriori informazioni sul bando di concorso gli interessati possono contattare direttamente l’Ufficio Fondo Sociale Europeo che ha sede in via Conciapelli,69 a Bolzano Tel. 0471 413130, Fax 0471 413148, E-mail esfbz@provinz.Bz.it, Internet: www.Provinz.bz.it/europa/esf  
   
   
LA RICETTA MIGLIORE PER PREVEDERE IL FUTURO: INVENTARLO  
 
 Trieste, 19 aprile 2011 - Dalla Nasa a Trieste. Viene presentato oggi alle 19.30 all’Hotel Savoia Excelsior la Singularity University (Su), uno dei più avanzati e pioneristici progetti di formazione, ricerca e imprenditorialità. Nata nel 2009 nella Silicon Valley, Su ha sede al centro di ricerca Nasa Ames e ha lo scopo di selezionare, educare e ispirare leader capaci di fronteggiare le grandi sfide dell’umanità, applicando tecnologie e conoscenze in crescita ormai esponenziale: dall’information technology alle biotecnologie, dalla robotica alle nanotecnologie, dall’imprenditoria alla finanza sociale. A Trieste oggi sono presenti Chiara Giovenzana, Eric Ezechieli e Luca Escoffier, membri del team Italy della Singularity University. Selezionati tra oltre 1600 esperti da 80 paesi a fronte di solo 80 posti per vivere la Singularity University nel 2010, si dichiarano – come si legge sul blog dell’associazione Singularity University for Italy www.Su4i.org/  – «in prima linea insieme a tutti gli Italiani di talento che ormai non ‘scappano’ più, perché pensano che la vera frontiera sia il contribuire allo sviluppo del nostro paese e creare dei ponti duraturi di collaborazione non solo con le zone più innovative del pianeta, ma con il mondo intero». L’anno scorso hanno trascorso 75 giorni nel campus della Nasa, dove hanno incontrato e discusso con personaggi d’eccezione, come premi Nobel, astronauti, imprenditori di realtà di successo planetario (Google, Amazon, Ibm..). L’incontro è organizzato dal Master in Complex Actions, gestito dalla Sissa in collaborazione con l’Università di Trieste, Udine e la Parmenides Foundation di Pullach (Monaco). Come la Singularity University, il percorso formativo destinato a studenti di dottorato delle università del Friuli Venezia Giulia mira a una formazione interdisciplinare per favorire l’innovazione. Su intende infatti stimolare un pensiero pionieristico, innovazione e soluzioni dirompenti, che possano migliorare la vita di tutti i giorni in qualsiasi area del globo, senza causare effetti collaterali. Nasce da un’idea dei pioneristici Peter H. Diamandis, amministratore delegato della X Prize Foundation (fondazione americana che si occupa di progetti per lo sviluppo dell’umanità) e Ray Kurzweil, brillante scienziato, inventore e imprenditore considerato da molti il Leonardo da Vinci dei tempi moderni.  
   
   
BOLZANO, DELLAI: NECESSARIO CHE SIA APPROVATA RAPIDAMENTE LA NORMA SULL´UNIVERSITA´ IERI L´INCONTRO ORGANIZZATO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE CON I COMPONENTI DELLA COMMISSIONE DEI 12  
 
Bolzano, 19 aprile 2011 - Il presidente Lorenzo Dellai è intervenuto ieri all´incontro informativo organizzato dalla Commissione dei 12 con il Consiglio provinciale in merito all´iter delle norme di attuazione dello Statuto ed in particolare alla delega sull´Università, prevista dall´Accordo di Milano. Dellai ha sottolineato in primo luogo la natura particolare delle norme di attuazione - frutto di un´intesa fra i due governi, che non necessita di un successivo passaggio alle Camere - e ha auspicato una rapida attuazione della norma sull´Università, che di fatto necessita ora soltanto dell´approvazione formale dei ministeri interessati e poi dell´approvazione finale da parte del Consiglio dei ministri. Nel merito, il presidente della Provincia autonoma giudica la norma approvata dalla Commissione paritetica "una buona norma, anche se poteva essere ancora più avanzata e più innovativa", e auspica che l´Università affronti questa fase con coraggio e con apertura. "Il confronto che attende il nostro ateneo - ha aggiunto - non è quello con la Provincia ma, nella prospettiva di una sempre più ampia internazionalizzazione, con le Università di tutto il mondo." Allargando la visione alla riforma del titolo Vi dello Statuto nel suo complesso, Dellai ha sottolineato nuovamente come, a fronte della portata fortemente innovativa dei contenuti dell´Accordo di Milano, si registrino ora "alcune resistenze dovute alle naturali tendenze degli apparati amministrativi centralistici a conservare il potere nelle proprie mani". Il presidente si è tuttavia detto fiducioso che esse potranno essere superate e che il processo di approvazione delle norme previste possa essere completato in tempi brevi.  
   
   
ISTRUZIONE: FVG ALL´AVANGUARDIA NELL´INSEGNAMENTO IN LINGUA STRANIERA  
 
 Trieste, 19 aprile 2011 - Il Friuli Venezia Giulia è all´avanguardia in Italia per aver avviato, da oltre 10 anni, l´insegnamento in lingua straniera di discipline non linguistiche. A riconoscerlo è lo stesso ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca, che ha organizzato a Trieste, nella sede della Camera di commercio, la prima conferenza nazionale sul Content and Language Integrated Learning (Clil), letteralmente "Apprendimento integrato di lingua e contenuto" che in Friuli Venezia Giulia coinvolge una rete di scuole (attualmente sono 90) e 370 insegnanti. Una situazione definita "di grande partecipazione" sia dal direttore dell´Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, che dall´assessore regionale all´Istruzione, Università e Ricerca, Roberto Molinaro, presente all´apertura dei lavori assieme al consigliere del ministro Gelmini, Max Bruschi e da Maurizio Piscitelli, dirigente per la formazione del personale della scuola. L´interesse del mondo scolastico regionale per questo metodo è stato supportato dalla collaborazione tra la Regione e l´Ufficio scolastico del Friuli Venezia Giulia, che hanno sostenuto percorsi formativi finalizzati all´acquisizione delle competenze linguistiche e metodologiche per consentire agli insegnanti delle scuole primarie, medie e superiori di sperimentare il Clil nelle rispettive classi. Da parte regionale è stato evidenziato che il plurilinguismo appartiene culturalmente alla dimensione del Friuli Venezia Giulia, tanto per le minoranze che qui vivono quanto per le tendenze europeiste maturate nella seconda metà del 900 in particolare a Trieste, tornata italiana nel 1954. Un contesto storico e geografico in cui la scuola è diventata interprete della sensibilità e della peculiarità di un territorio che ogni anno accoglie 8 mila ricercatori provenienti da tutto il mondo, incanalandosi su percorsi di innovazione come quello rappresentato dal Clil ben prima di quanto sia avvenuto nel resto d´Italia. La Conferenza, a cui hanno partecipato l´ispettrice per le lingue della Lombardia, Gisella Langè, e i massimi esperti mondiali di Clil come David Marsh (università di Jyvaskyla), Peeter Mehisto (institute of education di Londra) e Maria Frigols (università di Valencia), diventa così un riconoscimento per Trieste ed il Friuli Venezia Giulia ed un´occasione, è stato detto, per condividere con il sistema Paese un´esperienza proposta dalle scuole alle istituzioni come priorità. Un messaggio che la Regione, dando il suo supporto a scambi e sperimentazioni transfrontaliere, ha recepito, nel convincimento che, anche per quanto riguarda il mondo dell´istruzione, il contesto comunitario porti ad investire nel cambiamento e nel raggiungimento di obiettivi strategici e condivisi.  
   
   
TRENTO, A SCUOLA DI MUSICA CON MOGOL: LE DOMANDE ENTRO IL 29 APRILE 2011 I CORSI, CHE SI TERRANNO AL CENTRO EUROPEO DI TOSCOLANO (UMBRIA), RIGUARDERANNO GLI INTERPRETI, GLI AUTORI DI TESTI E I COMPOSITORI  
 
Trento, 19 aprile 2011 - Scade alle ore 12 di venerdì 29 aprile 2011 il termine per la presentazione della domanda per essere ammessi alla selezione di dieci giovani tra i 18 e i 30 anni, trentini o residenti in Trentino da almeno tre anni e che, in possesso della cittadinanza italiana e del diploma di Scuola media secondaria di secondo grado o titolo equipollente, conseguito anche all´estero, potranno frequentare corsi di perfezionamento musicale per interpreti, autori di testi e compositori di musica leggera che saranno tenuti dal Centro Europeo di Toscolano (C.e.t.) presieduto e diretto dal maestro Giulio Rapetti Mogol. Le domande andranno spedite a "Provincia autonoma di Trento - Servizio Attività Culturali, Via Romagnosi, 5 - 38122 Trento", oppure consegnate a mano presso il Servizio attività culturali o anche avvalendosi degli sportelli periferici per l´informazione della Provincia. Per chi lo volesse, esiste anche la possibilità di inviare la domanda di ammissione alla selezione a mezzo posta certificata (Pec) all´indirizzo serv.Attcult@pec.provincia.tn.it o via fax al numero 0461 495080. La domanda dovrà essere firmata dal concorrente a pena di esclusione. Di tutti coloro che presenteranno domanda di ammissione verrà stilata una graduatoria che valuterà i titoli culturali di ciascun candidato; sarà data priorità a coloro che non hanno mai partecipato a iniziative del C.e.t.; laddove fosse necessario, verrà data precedenza ai candidati più giovani d´età. Nel caso venissero presentate più di dieci domande di ammissione, i primi trenta candidati parteciperanno ad un seminario di selezione, orientamento e verifica delle capacità e attitudini tecniche ed artistiche e del livello di maturazione artistica a cura di una giuria nominata dal C.e.t. In cui sarà presente anche un rappresentante dell´Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento. Il seminario sarà organizzato a Trento e, come si diceva prima, si terrà solo nel caso in cui le domande di ammissione siano superiori ai posti disponibili (dieci) e vi accederanno i candidati collocati nei primi trenta posti della graduatoria redatta sulla base dell´esito della valutazione dei titoli culturali. I corsi per i dieci trentini che si saranno aggiudicati la borsa di studio si terranno in tre moduli non consecutivi nell´arco di tempo che va da aprile a settembre 2011 e in date che saranno precisamente comunicate a selezione ultimata. I corsi saranno organizzati presso la sede del C.e.tt ad Avigliano Umbro (Tr), in località Casapancallo 3, con la possibilità di utilizzare tutte le strutture e le attrezzature tecniche, musicali e sportive presenti; i dieci vincitori della borsa di studio si impegnano a frequentare tutti e tre i moduli non consecutivi previsti dal corso diretto dal Maestro Mogol. Per ulteriori informazioni e per scaricare lo schema della domanda, consultare il sito www.Trentinocultura.net/    
   
   
I PRESIDI TRENTINI SI CONFRONTANO CON I RAPPORTI DELL’OCSE DUE GIORNI A COMANO SU INIZIATIVA DEL CENTRO FORMAZIONE DI ROVERETO  
 
 Trento, 19 aprile 2011 - Un Seminario di due giorni su “Le Frontiere dell’apprendimento” per tutti i dirigenti scolastici del Trentino, a Comano Terme, su iniziativa del Centro formazione insegnanti di Rovereto, a confronto diretto con David Istance dell’Ocse. Una scelta utile per confrontarsi con altre realtà, quindi, partendo dalla propria scuola e dalla realtà del Trentino. In mattinata, presente anche l’assessore provinciale all´istruzione Marta Dalmaso, insieme a Mario Dutto, responsabile della formazione dei dirigenti scolastici, e a Luciano Covi, direttore del Centro. Un seminario residenziale “fondativo”, focalizzato sulle frontiere dell’apprendimento, che vuole porre le basi teoriche, culturali e organizzative di un futuro percorso di formazione. Nel suo saluto iniziale Luciano Covi, direttore del Centro per la formazione continua e l´aggiornamento del personale insegnante di Rovereto, ha ricordato la collaborazione con i referenti della sede Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) di Trento al fine di tracciare “un percorso nuovo, moderno, che si propone di offrire ai partecipanti una riflessione sul tema dell’apprendimento alla luce delle ultime frontiere della ricerca, attraverso il confronto dialettico”. Per l’intera mattinata, relazioni e domande per un confronto serrato con David Istance, senior analyst, rappresentante istituzionale del Dipartimento Educazione dell’Ocse, che si occupa inoltre degli indicatori di valutazione della scuola, ma che ha voluto offrire ai responsabili degli istituti scolastici del Trentino una panoramica molto dettagliata su sulla natura dell´Ocse, sulla sua organizzazione in sezioni e dipartimenti, sulle ricerche e sui vari rapporti che esso produce, che anche quando non sono specificamente dedicati all’istruzione, incidono comunque sull’organizzazione scolastica e sul contesto dell’insegnamento/apprendimento e, quindi, sulla qualità dei risultati degli studenti. Insomma - ha fatto capire più volte il responsabile del Dipartimento Educazione-, “Ocse non vuol dire solo Indagini Pisa, che ormai tutti conoscono e richiedono, ma ricerca e confronto a tutto campo anche con la realtà dei paesi che non rientrano nell’Ocse, sui risultati dell’apprendimento degli studenti, sull’incidenza della spesa per istruzione e formazione nel Pil dei vari paesi, sulla governance e sulle decisioni politiche e amministrative dei diversi governi, sull’educazione permanente, sull’organizzazione scolastica complessiva, sul contesto e sull’ambiente d’apprendimento che sta "dietro a quella porta che ogni insegnante chiude alle sue spalle dopo il suono della campanella”. I lavori sono stati introdotti da Mario Dutto, referente scientifico del progetto, già direttore generale del Ministero (Miur) per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica, che ha sempre collegato gli imput provenienti dal rappresentante dell’Ocse al ruolo ed alla responsabilità dei dirigenti scolastici partecipanti, che nella scuola devono sempre più avere una leadership didattica, oltre che organizzativa ed amministrativa. In Trentino, ha ribadito Dutto, “partiamo da una realtà di sistema educativo ben solido e proprio per questo è necessario il confronto con lo scenario globale, accanto a qualche riflessione domestica. Lo scenario non ha limiti per noi in Trentino, abituati da sempre al dialogo con le frontiere della ricerca”. Tante le domande e gli interventi dei partecipanti, che nel pomeriggio si sono riuniti nei diversi gruppi di lavoro, prima del confronto in plenaria di domani mattina e della relazione del direttore Luciano Covi sull’attività del Centro nell’anno 2010. L’assessore Dalmaso, si è intrattenuta con i dirigenti scolastici ed ha espresso apprezzamento anche con i responsabili del Progetto di formazione e con il direttore del Centro per la qualità della proposta.  
   
   
BORSE DI STUDIO PER IL MASTER ISIA “INDUSTRIAL DESIGN”  
 
Pordenone, 19 aprile 2011 La Camera di Commercio sostiene la formazione quale fattore strategico per lo sviluppo del territorio, e in particolare la favorisce quando si tratta di una formazione richiesta dalle stesse aziende del territorio. È il caso del Master di primo livello in ambito di design industriale del prodotto dal titolo “Industria Design. Sistemi, servizi, prodotto”, organizzato dal Consorzio Universitario di Pordenone, in collaborazione con Isia Roma Design, che partirà il prossimo mese di giugno (scadenza immatricolazioni: 31 maggio 2011) e si concluderà nel mese di dicembre con uno stage in ambito design presso alcune tra le più qualificate aziende del nord Est. Il Master, unico nel Triveneto, approfondisce tematiche trasversali, in grado di analizzare la complessità del design del terzo millennio. Il corso avrà carattere professionalizzante, ed è basato su di un approccio interdisciplinare, in risposta ad una chiara esigenza di innovazione in tale ambito emersa dal territorio. L’intervento della Cdc consta in 12 mila euro, suddivisi in 6 borse di studio dell’importo di 2 mila euro ciascuna, a parziale copertura della quota di iscrizione al Master: “Siamo convinti di favorire la formazione di nuove figure professionali specializzate nella progettazione e nella produzione di nuovi prodotti – dichiara il Presidente camerale Giovanni Pavan - che possano poi contribuire a supportare le aziende del territorio nel loro processo di innovazione”. Per informazioni, iscrizioni e notizie sulle borse di studio consultare http://www.Unipordenone.it/it/master_isia.php    
   
   
PERCORSO DELLA LEGALITA’ 2010/2011  
 
Aosta, 19 aprile 2011 - La Presidenza della Regione e l’Assessorato Istruzione e cultura, con la collaborazione, della Presidenza del Consiglio regionale, del Comune di Aosta e del Sindacato Autonomo di Polizia, nell’ambito del progetto “Percorso della Legalità 2010/2011”, organizzano, a conclusione delle attività formative, una serie di visite didattiche. In particolare sono previste: per la giornata del 19 aprile 2011 la visita al Reparto Mobile della Polizia di Stato di Genova ove i 46 studenti e docenti accompagnatori del Liceo Scientifico “ E. Bérard” e del Liceo Classico di Aosta, del Liceo Linguistico di Courmayeur e dell’Istituzione tecnica commerciale e per geometri e professionale di Châtillon assisteranno a esercitazioni del reparto cinofilo e conosceranno le caratteristiche tecniche e operative dei mezzi in dotazione al Reparto. Inoltre nella giornata del 20 aprile 2011, 24 studenti, in rappresentanza delle diverse Istituzioni scolastiche della Regione, già in possesso di patente di guida e partecipanti al “Percorso della Legalità”, frequenteranno il corso di “Guida sicura” a Misano Adriatico. Seguiranno poi le visite alla Cascina Caccia a San Sebastiano da Po, bene confiscato alla mafia e la cui ristrutturazione ha visto la partecipazione finanziaria della Regione autonoma Valle d’Aosta, il 17 maggio 2011, cui parteciperanno 55 studenti e docenti del Liceo “Binel-viglino” di Pont-saint-martin e dell’Istituto tecnico e professionale “Corrado Gex” di Aosta, al Centro Polifunzionale della Polizia di Stato di Roma - Spinaceto e all’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato di Nettuno dal 22 al 24 maggio 2011 con la partecipazione di 50 studenti e docenti dell’Istituzione scolastica di Istruzione classica e artistica di Aosta e dell’Istituzione tecnica commerciale e per geometri e professionale di Châtillon.  
   
   
ROMA: SCUOLA, A TAVOLA CON L’UMBRIA  
 
 Roma, 19 Aprile 2011 - Pasta con il rancetto, salsiccia e patate al forno: questo il menù per i bambini delle scuole comunali di Roma Capitale per martedì 19 Aprile 2011, nell’ambito del progetto dedicato alla riscoperta e valorizzazione dei menù regionali e delle tradizioni gastronomiche del nostro Paese. Ad assaggiarlo, insieme ai bambini, ci sarà anche l’Assessore alla Famiglia all’Educazione e Giovani Gianluigi De Palo, che, alle 13.30, siederà alla mensa della Scuola Lambruschini, via Suor Celestina Donati 146, nel Xix Municipio. Un’occasione in più per conoscere da vicino la variegata realtà delle mense scolastiche capitoline nelle quali, ogni giorno, vengono serviti oltre 144 mila pasti, colazioni e merende, e garantite circa 12 mila diete speciali (pari all’8% giornaliero) per patologie, allergie, intolleranze e motivi etico-religiosi. Per un totale di 21 milioni di pasti all’anno. I menù vengono sempre elaborati da un pool di dietiste del Dipartimento in collaborazione con esperti nutrizionisti dell’Università La Sapienza di Roma. Inoltre il servizio di ristorazione scolastica offerto da Roma Capitale è sottoposto a continuo monitoraggio microbiologico nonché ad una verifica costante della gradibilità da parte degli utenti con 4.400 controlli annui. Grande attenzione alla qualità, che viene garantita dall’utilizzo di prodotti certificati, dal totale divieto di Ogm (organismi geneticamente modificati) nelle derrate alimentari e nei mangimi per gli animali, da prodotti a km zero, dall’alta percentuale di alimenti biologici (69%). Il 26% delle derrate è costituito da prodotti locali: 14% con carne Igp (che proviene dall’Appennino Tosco Emiliano; è in sperimentazione l’abbacchio romano Igp, 6% con l’ortofrutta (a freschezza garantita, cioè il periodo che intercorre tra la raccolta e il consumo non è superiore a 3 giorni), 4% con latticini Dop/igp (compresi mozzarella di bufala e pecorino romano).  
   
   
PALEOBIOLOGI SCOPRONO CHE IL SOLE E IL SESSO SULLA TERRAFERMA SONO COMPARSI PRIMA DI QUANTO IMMAGINATO  
 
Bruxelles, 19 aprile 2011 - Se pensate che la vita sulla terra sia iniziata 500 milioni di anni fa, pensateci ancora. Alcuni scienziati del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno scoperto nuove prove secondo cui tutto avrebbe avuto inizio 1 miliardo di anni fa. Presentato sulla rivista Nature, lo studio fa luce sul modo in cui la vita sulla Terra è passata dalla forma di piccole, semplici cellule batteriche (procarioti) a cellule più grandi e complesse (eucarioti), rendendo efficacemente possibili la fotosintesi e la riproduzione sessuata L´équipe della University of Sheffield e della University of Oxford, nel Regno Unito, e del Boston College, negli Stati Uniti, ha avviato un´indagine intorno a Loch Torridon, un fiordo sulla costa occidentale della Scozia, nella regione delle Highlands, e hanno scoperto i resti conservati di organismi che hanno fatto degli antichi fondali del fiordo la loro casa circa 1 miliardo di anni fa. I ricercatori hanno scoperto fossili molto dettagliati, ma così grandi e complessi che danno maggiore peso alle teorie relative al momento in cui le cellule eucarioti complesse sono comparse per la prima volta sulla terraferma. Secondo l´équipe, tutto ciò che è vegetale, come le piante, le alghe e gli alberi, si è evoluto e ha colonizzato la terra per via dell´evoluzione di queste cellule complesse. Leila Battison della University of Oxford, coautrice dello studio, dice: "Ciò che entusiasma di questi fossili è che registrano la comparsa di cellule eucarioti non marine. Non era mai stato trovato un fossile su roccia non marina più vecchio di circa 450 milioni di anni, quindi la ricerca estende l´arco temporale dell´esistenza di fossili non marini di altri 500 milioni di anni": Nel corso dei 500 milioni di anni successivi alla comparsa delle cellule complesse si sono verificati due sviluppi chiave: gli animali si sono spostati dal mare alla terra e organismi vegetali semplici, tra cui muschi, epatiche e licheni, hanno coperto la superficie terrestre. A questo variegato elenco di creature si sono uniti quindi i pesci, i rettili, le angiosperme, le conifere, i mammiferi e gli umani. "Generalmente si ritiene che la vita si sia originata negli oceani e che nell´ambiente marino si siano verificati gli importanti sviluppi che hanno caratterizzato i primi stadi dell´evoluzione della vita: l´origine dei procarioti, degli eucarioti, del sesso e della pluricellularità", spiega il dott. Charles Wellman, docente di paleobiologia al dipartimento di scienze animali e vegetali, University of Sheffield, e coautore dello studio. "Spesso si ritiene che durante questo periodo i continenti fossero essenzialmente privi di vita o, al massimo, popolati da un´insignificante categoria microbica dominata da cianobatteri. Abbiamo trovato prove dell´esistenza di forme di vita complesse sulla terra su depositi vecchi un miliardo di anni in Scozia. Questo suggerisce che la vita sulla terra allora fosse più abbondante e complessa di quanto ipotizzato". Wellman continua dicendo che questa scoperta potrebbe fare chiarezza sul modo in cui eventi importanti nella protostoria della vita potrebbero essersi verificati sulla terra e non completamente nel regno marino. Commentando i risultati, il prof. Martin Brasier del dipartimento di scienze della terra della University of Oxford dice: "Queste nuove cellule differiscono dai loro antenati batterici perché hanno strutture specializzate, tra cui un nucleo, nonché mitocondri e cloroplasti, che sono essenziali per la fotosintesi. Inoltre si riproducono per via sessuata, che consente un tasso molto più alto di ricambio evoluzionistico". Il tipo di condizioni presenti negli antichi laghi nei dintorni di Loch Torridon potrebbero persino aver favorito un passaggio cruciale in questa trasformazione, che ha previsto l´incorporazione di batteri simbiotici nella cellula per formare cloroplasti, secondo Brasier. "Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza i progressi fatti molto tempo fa da questi piccoli microbi, ora sepolti nei fosfati dei laghi della zona del Torridon", sottolinea il prof. Brasier. "Sono stati probabilmente questi organismi a contribuire a modificare il nostro paesaggio da un deserto arido e roccioso in un luogo verde e piacevole". Per maggiori informazioni, visitare: University of Sheffield: http://www.Sheffield.ac.uk/  University of Oxford: http://www.Ox.ac.uk/  Nature: http://www.Nature.com/    
   
   
PROTEZIONE CIVILE IN CAMPANIA: ASSEGNATI MEZZI AD ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E NUCLEI COMUNALI  
 
 Napoli, 19 aprile 2011 - E´ stato pubblicato ieri sul Bollettino ufficiale della Regione Campania il decreto dirigenziale, firmato la mattina del 13 aprile scorso, per l´assegnazione alle associazioni di volontariato degli automezzi e delle attrezzature speciali per il potenziamento dei nuclei comunali di Protezione civile, attualmente in deposito a Pozzuoli, presso il Centro San Martino della Regione Campania. "Si tratta - ha spiegato l´assessore regionale alla Protezione civile Edoardo Cosenza - dell´ultima tranche di mezzi ancora disponibili, pari al valore di 3 milioni 210mila euro, di un ben più ampio parco di attrezzature speciali, per un valore complessivo di circa 14 milioni di euro, già consegnate alla Direzione regionale dei Vigili del Fuoco e al Comune di Napoli. "In particolare, all´ente municipale, erano stati consegnati mezzi per circa 700mila euro, mentre al Corpo di pronto intervento, in base ad un preciso Accordo quadro, erano stati concessi in comodato d´uso mezzi per un valore complessivo di 10 milioni e 75mila euro, utili ad intervenire nelle varie tipologie di situazioni: dalle piccole motopompe per i cantinati, alle grandi idrovore, alle elettropompe; dai Runner 50, automezzi polivalenti da utilizzare sia per l´anticendio boschivo sia per gli interventi nei centri storici, agli Urban Search and Rescue, per gli interventi in caso di crolli. "In tempi molto rapidi questa Giunta - ha proseguito l´assessore Cosenza - ha dato il via libera alla consegna di un importante parco mezzi, rimasto, fino al nostro arrivo, inutilizzato. "Non a caso abbiamo dato immediato impulso anche alla consegna di buona parte di moderni equipaggiamenti ai Vigili del fuoco: la consegna, cui ha partecipato anche l´assessore all´Agricoltura Vito Amendolara, è avvenuta l´anno scorso al fine di garantire un´estate tranquilla dal punto di vista degli incendi. Gli automezzi speciali che la graduatoria pubblicata oggi attribuisce ai nuclei comunali e alle associazioni di volontariato sono in perfetto stato, poiché il personale di protezione civile ha costantemente provveduto alla loro manutenzione. Va precisato che fuoristrada pick up e le altre attrezzature nel periodo di tempo intercorso tra il loro acquisto e la loro consegna sono rimasti a disposizione della Protezione civile della Regione Campania, che li ha anche utilizzati nel corso dell´emergenza in Abruzzo", ha concluso l´assessore Cosenza.  
   
   
BOSCHI: GIUNTA REGIONALE UMBRIA PROROGA TERMINI ESBOSCO  
 
 Perugia, 19 aprile 2011 - In Umbria ci saranno tempi più lunghi per completare l´esbosco del legname. La Giunta regionale, su iniziativa dell´Assessore all´Agricoltura e Foreste, ha infatti prorogato i termini fissati dal Regolamento regionale, stabilendo che lo spostamento dei tronchi abbattuti dal luogo di caduta fino alle piazzole per il carico deve avvenire entro quarantacinque giorni dalla chiusura della stagione di taglio. Nel caso in cui si utilizzino sistemi o attrezzature quali teleferiche, rìsine, animali da soma o altri che non danneggiano i nuovi getti delle ceppaie, l´attività può essere proseguita per ulteriori 60 giorni. In base al regolamento regionale che disciplina la gestione forestale (n.7/2002), attualmente in vigore e sul quale la Giunta regionale ha già avviato l´iter per la modifica e l´adeguamento, l´esbosco dei prodotti legnosi dei boschi cedui deve avvenire "il più prontamente possibile e comunque entro quindici giorni successivi dalla data di chiusura della stagione di taglio". Un tempo, sottolineano dall´Assessorato regionale, che si è rivelato "troppo limitato" rispetto alla necessità di garantire continuità al lavoro in bosco. Considerata la stagionalità dei lavori forestali, infatti, il termine previsto "determina ripercussioni sulle giornate lavorative da dedicare alle attività selvicolturali e quindi, conseguentemente, sui livelli occupazionali e sulla stabilità del lavoro degli addetti". Come già stabilito negli anni precedenti, in attesa di modificare il Regolamento, la Giunta regionale ha pertanto deciso anche per il 2011 di allungare il periodo di esbosco, a condizione che non vengano arrecati danni al rinnovo del bosco ceduo. Il provvedimento sarà pubblicato nei prossimi giorni sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria.  
   
   
CERTIFICAZIONI AMBIENTALI, EMILIA-ROMAGNA AI PRIMI POSTI IN ITALIA. I DATI PER PROVINCIA  
 
Bologna, 19 aprile 2011 - Prima per il marchio ambientale europeo Emas, seconda per lo standard internazionale Iso 14001. Anche nel 2010 l’Emilia-romagna risulta ai vertici delle classifiche italiane per numero e diffusione delle certificazioni ambientali volontarie. Lo conferma l’aggiornamento periodico realizzato da Ervet, su base semestrale, che individua anche come settori in forte ascesa quelli dei servizi pubblici e della produzione di energia, gas e acqua. “Si tratta di un trend virtuoso - commenta l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda - che testimonia il radicarsi sul territorio regionale di una diffusa cultura della sostenibilità ambientale e di una crescente attenzione all’impatto che processi e sistemi produttivi hanno sull’ambiente e sulla vita dei cittadini. La Regione sostiene questo impegno. Nelle prossime settimane uscirà un bando che stanzia 500 mila euro per l’ulteriore diffusione della registrazione Emas nei Comuni, nelle Province e nella pubblica amministrazione del territorio emiliano-romagnolo ”. I dati regionali - Sono 185 (il 17% del totale nazionale) nel 2010 le organizzazioni che si sono dotate in Emilia-romagna del marchio europeo Emas che sancisce la qualità ambientale di aziende ed enti pubblici, un numero in leggera flessione rispetto al 2009 (erano 187), ma che comunque pone l’Emilia-romagna al primo posto in Italia. In ulteriore aumento del 16% rispetto al 2009 sono invece le certificazioni Iso 14001 che attestano l´impegno nel minimizzare l´impatto ambientale di processi, prodotti e servizi: 1.327 contro le 1.139 dell’anno precedente. Un dato che rappresenta l’11% del totale nazionale e che colloca l’Emilia-romagna al secondo posto dopo la Lombardia. I comparti più interessati alle certificazioni ambientali sono: per Emas l’agro-alimentare con 79 imprese certificate e un contributo pari al 43% del totale; seguito dai servizi (43 imprese), in particolare quelli riguardanti le attività di recupero e riciclo dei rifiuti (+5%). La certificazione Iso 14001 in regione è richiesta invece soprattutto da aziende del comparto metalmeccanico (con 262 certificati); dei servizi pubblici (197 certificati) e della produzione di energia, gas e acqua (183 certificati). L’emilia-romagna si conferma ai primo posti anche per le certificazioni di prodotto, che garantiscono che un prodotto o servizio abbiano un ridotto impatto ambientale durante l´intero ciclo di vita. Sono complessivamente 28 le imprese detentrici di 32 licenze Ecolabel (seconda in Italia dopo il Trentino Alto-adige), mentre sono 12 i produttori con 18 etichette ecologiche Epd, la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, (1° posto su scala nazionale). Trenta infine le aziende con prodotti certificati Pefc, che attesta la qualità ecologica dei prodotti legnosi (4° posto)  
   
   
BOLZANO: NATURA, PAESAGGIO E MOBILITÀ: DALL´ALTO ADIGE SPUNTI PER POLITICHE ECOSOSTENIBILI  
 
 Bolzano, 19 aprile 2011 - A delegazioni di vari paesi, nell´ambito del viaggio informativo su politiche all´insegna della sostenibilità ambientale organizzate dall´ International Learning Forum dell´organizzazione internazionale del lavoro Ilo (International Labour Organization), le Ripartizioni natura e paesaggio e Mobilità hanno illustrato interventi, misure e progetti. Gestione dei parchi naturali altoatesini e Dolomiti patrimonio Unesco sono stati i temi che nel corso dell´incontro avuto con l´assessore provinciale all´ambiente Michl Laimer hanno catturato l´interesse dei rappresentanti di una delegazione del Ministero per l´ambiente del Libano, che partecipano alla visita Ilo. In Libano, infatti, esistono quattro riserve naturalistiche, ma sussiste anche il progetto a medio termine di creare un parco naturale e aree protette. Ben impressionati si sono detti del coinvolgimento fattivo degli agricoltori di montagna nella tutela paesaggistica e delle modalità attuate per incrementare l´accettanza nei confronti dei parchi naturali. Altrettanto interessati si sono mostrate i rappresentati delle varie delegazioni con provenienza da varie parti del globo per il sistema di trasposto pubblico altoatesino e delle misure attuate per la sua modernizzazione ed efficienza illustrate loro dal direttore del Dipartimento mobilità della Provincia, Gianfranco Jellici. Particolare attenzione vi è stato per il nuovo Abo valido su tutto il territorio provinciale e per il nuovo progetto "bikemobil Card", un documento dotato di microchip, che sarà introdotto da fine aprile e consentirà di prendere in prestito biclette in abbinamento all´utilizzo dei mezzi pubblici su tutto il territorio altoatesino. Le delegazioni hanno ottenuto informazioni su mezzi sostenibili quali il treno della Venosta, la funicolare della Mendola, la funivia del Renon, ed hanno potuto allacciare contatti per possibili transfer di know how.  
   
   
FORESTA MODELLO: SI È TENUTO IN SPAGNA IL FORUM MONDIALE  
 
Firenze, 19 aprile 2011 – Va avanti il progetto Foresta Modello in Toscana. Si è svolto nei giorni scorsi a Burgos in Spagna il Forum Mondiale delle Foreste Modello, al quale hanno partecipato oltre 400 delegati provenienti da 60 Paesi facenti parte delle diverse Reti continentali. Fra questi ha partecipato la Regione Toscana e l’Unione Comuni Valdarno Valdisieve, territorio quest’ultimo nel quale è prevista la creazione della prima Foresta Modello in Toscana. I lavori si sono articolati nel corso di tutta la settimana con numerosi momenti di confronto e scambio tra le diverse realtà mondiali ognuna caratterizzata dalle proprie dinamiche territoriali e sociali. I tavoli attivati sono stati ritenuti particolarmente proficui per porre le basi di una collaborazione tra le diverse Foreste Modello applicando così il principio di “pensare globalmente/agire localmente”. Il processo Foreste Modello rappresenta un’occasione di sviluppo per la Toscana che è caratterizzata da una grande abbondanza di foreste con oltre il 50% del territorio regionale coperto da boschi. La partecipazione al processo di creazione della foresta modello porterà alla valorizzazione di numerosi settori legati al bosco del quale potranno giovarsi soggetti quali boscaioli, segherie, cercatori di funghi, cacciatori, escursionisti, ambientalisti ecc. Successivamente l’obiettivo è quello di estendere il progetto alle altre realtà toscane.  
   
   
POLIZIA: COLLABORAZIONE ESCLUSIVA TRA PROCURA UD E CORPO FORESTALE FVG  
 
 Udine, 19 aprile 2011 - Una sezione di polizia giudiziaria del Corpo forestale regionale sarà a disposizione della Procura della Repubblica di Udine. Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia, generata dalla collaborazione tra la direzione centrale delle Risorse rurali, agroalimentari e forestali, il Cfr e la Procura udinese che avrà a disposizione un ispettore e un agente del Cfr in qualità di sostituti procuratori al fine dell´espletamento delle deleghe e dell´attività di polizia giudiziaria. La materia che sarà di competenza dei due rappresentanti del Cfr sarà strettamente legata ai ruoli e compiti del Corpo stesso: dal controllo del territorio nell´intero Friuli Venezia Giulia, sotto il profilo ambientale e naturale a quello sul patrimonio faunistico e relativamente alle attività venatorie e alla pesca, nonché riguardo agli incendi boschivi.  
   
   
DEPURATORE CAROVIGNO (BR): "IN FUNZIONE DAL PROSSIMO 30 GIUGNO"  
 
 Bari, 19 aprile 2011 - Il nuovo cronoprogramma per la messa in esercizio del depuratore di Carovigno (Br) prevede che l´impianto sara´ avviato il prossimo 30 giugno. Ci vorrà poi un anno per completare le opere per il collettamento dei comuni di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, che avverrà dunque il 30 giugno 2012. Lo ha comunicato l´assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati, che ha nuovamente convocato un incontro tecnico, questa mattina a Bari, proprio a seguito delle lettere ricevute dal comune di Carovigno e dall´Acquedotto Pugliese con le quali venivano esposte le motivazioni che avevano impedito il rispetto dei precedenti impegni assunti in base ai quali l´impianto sarebbe entrato in funzione il 31 marzo scorso. All´incontro hanno preso parte l´assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno, il sindaco di San Vito dei Normanni Alberto Magli, l´assessore ai Lavori pubblici di San Michele Salentino Giuseppe Ciciriello, l´assessore all´Ambiente di Carovigno Antonio Pagliara, il Dirigente della pianificazione Aato Puglia Vito Colucci e rappresentanti dell´Aqp, del Arpa e del Sisri. "Ho riconvocato questa mattina un incontro - ha spiegato Amati - proprio allo scopo di definire con precisione in quale data l´impianto entrerà in esercizio. L´ostinazione con cui stiamo seguendo le vicende del depuratore di Carovigno corrisponde alla necessita´ di dotare la Città dell´impianto e contemporaneamente di sottrarci alla procedura di infrazione comunitaria, anche con riferimento alle opere di collettamento in favore dei comuni di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino. L´incontro e´ stato utile per fare una ricognizione rispetto agli impegni assunti da parte di tutti i soggetti interessati, che hanno congiuntamente individuato il 30 giugno prossimo per l´entrata in esercizio del depuratore e al 30 giugno 2012 per il completamento delle opere di collettamento di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, con una soluzione a gravita´ condivisa dalle comunità locali idonea a superare la vecchia previsione con l´impianto di sollevamento che si rivelava più impattante e costoso. Spero che tutti questa volta - ha concluso l´assessore - possano e sappiano mantenere gli impegni assunti, senza ulteriori rinvii."  
   
   
ILVA.ACQUA NON RAFFINATA? REGIONE PUGLIA AUTORIZZA LA REVOCA DEI LAVORI  
 
Bari, 19 aprile 2011- "Se entro 60 giorni non muterà il quadro attuale, con l´indisponibilita´ dell´Ilva a sostituire le acque del Sinni con le acque affinate provenienti dall´impianto di depurazione Bellavista di Taranto, autorizzeremo Aqp a revocare l´aggiudicazione dei lavori di costruzione dello stesso impianto, valutando ipotesi alternative di utilizzazione del finanziamento, sempre allo scopo di recuperare risorse idriche a favore dell´utilizzo potabile". Lo ha detto l´assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati questa mattina a Bari, nel corso dell´incontro tecnico convocato allo scopo di approfondire il tema della razionalizzazione dell´utilizzo delle risorse idriche nel territorio della provincia di Taranto, in considerazione anche del mancato accordo con Ilva, che non ha accettato la proposta della Regione Puglia di utilizzare per scopi industriali le acque provenienti dall´impianto di depurazione Bellavista di Taranto, liberando così le acque del Sinni da destinare alla diga del Pappadai, in cambio di un contributo fisso per la gestione dell´impianto. Nel corso della riunione, Amati ha anche comunicato di aver chiesto al Presidente della Basilicata, De Filippo, di iscrivere all´ordine del giorno della prossima riunione del Comitato di coordinamento dell´Accordo di programma per il trasferimento delle risorse idriche tra Puglia e Basilicata, iniziativa condivisa dalla Provincia di Taranto e dagli altri soggetti intervenuti, la differenziazione della componete ambientale della tariffa dell´acqua all´ingrosso in base ai diversi utilizzi (industriale, potabile ed irriguo), affinché il riparto sia in grado di rappresentare condizioni etiche di equita´, attraverso l´aumento a carico dell´industria e la corrispettiva diminuzione in favore del potabile e dell´agricoltura. Alla riunione erano presenti rappresentanti dell´assessorato regionale all´Agricoltura, della Provincia di Taranto, dell´Aato Puglia, dell´Aqp, dell´Eipli, dell´Autorita di bacino della Puglia, del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara e del Consorzio di Bonifica dell´Arneo. "Tra le pluralità di obbligazioni - ha detto Amati - a cui abbiamo il dovere di dare attuazione, c´è la necessita´ di creare le condizioni affinché le acque destinate a scopi idropotabili non siano più utilizzate a scopi industriali. Per questo abbiamo promosso una serie di incontri ed iniziative che si sono poi incrociate con le ulteriori problematiche avanzate dagli agricoltori, soprattutto quelli della provincia di Taranto, con riferimento al costo dell´acqua. Con questo intento avviammo apposito confronto con l´Ilva , anche per evitare che la diga Pappadai, invasabile con la risorsa idrica risparmiata al consumo industriale, non diventi un monumento all´incompiutezza. La società pero´ non ritenne di accompagnare questo processo ed abbandono´ il confronto, rifiutando le nostre proposte volte proprio ad evitare che acqua destinata al potabile venisse ancora utilizzata nel comparto industriale, attraverso la sostituzione dell´acqua che attualmente Ilva preleva dal Sinni con quella proveniente dall´impianto di affinamento Bellavista di Taranto." "Ho convocato la riunione di oggi - ha spiegato l´assessore - perché da un lato c´era la necessita di rispondere all´Aqp, che si trova in una situazione di stallo con riferimento ad un appalto già aggiudicato per la realizzazione del depuratore e dall´altro di condividere con il tavolo l´intenzione di richiedere una modifica sul contributo ambientale, creando una differenziazione tra l´utilizzo irriguo, potabile ed industriale". "A questo punto - ha concluso - ci siamo attribuiti 60 giorni, allo scadere dei quali muteremo, se nulla di nuovo sara´ intervenuto, la destinazione delle quote per realizzazione dell´impianto, nella consapevolezza che questa ipotesi, e a causa della irragionevole posizione di Ilva, provocherebbe un duplice danno al territorio che la ospita, poiché oltre al mutamento di destinazione delle risorse in favore di altri territori regionali si genererà l´impossibilta´ di liberare le risorse del Sinni in favore del potabile e dell´irriguo della provincia di Taranto, alla faccia dei Cittadini, in generale, e degli agricoltori in particolare."