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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Aprile 2011
LA COMMISSIONE CHIEDE AGLI STATI MEMBRI LA RESTITUZIONE DI 530 MILIONI DI EURO DI SPESE DELLA PAC  
 
 Bruxelles - Nell’ambito della procedura detta di liquidazione dei conti la Commissione europea ha chiestoil 15 aprile la restituzione di 530 milioni di euro di fondi dell’Unione indebitamente spesi dagli Stati membri. Queste somme riconfluiranno nel bilancio dell’Unione in seguito all’accertamento di violazioni delle norme sulla spesa agricola e di inadempienze nelle procedure di controllo. Se infatti gli Stati membri sono responsabili del pagamento e della verifica delle spese della politica agricola comune (Pac), spetta alla Commissione controllare che essi abbiano fatto un uso corretto dei fondi. Principali rettifiche finanziarie In virtù della decisione odierna la Bulgaria, la Danimarca, la Grecia, la Spagna, la Francia, l’Italia, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Romania e il Regno Unito dovranno restituire fondi al bilancio dell’Unione, mentre sarà rimborsato un piccolo importo alla Germania. Le principali rettifiche per paese sono: 137,23 milioni di euro a carico della Grecia per spese non ammissibili e inadempienze notevoli riscontrate nel sistema d’informazione geografica per gli oliveti (Gis)e a livello dei controlli in loco; 122,38 milioni di euro a carico della Grecia per carenze nei controlli in loco e nei sistemi di identificazione delle particelle agricole e di informazione geografica (Sipa/sig), nonché nei controlli amministrativi incrociati sugli aiuti per superficie (anche per le misure di sviluppo rurale connesse alla superficie); 74,9 milioni di euro a carico della Romania per carenze nel sistema di identificazione delle particelle agricole (Sipa) e nel sistema di informazione geografica (Sig)riguardo ai controlli amministrativi incrociati, alla fornitura di informazioni imprecise agli agricoltori e alle verifiche in loco inefficaci in merito agli aiuti per superficie (anche per le misure di sviluppo rurale connesse alla superficie); 70,96 milioni di euro a carico della Spagna per l’applicazione di tolleranze tecniche non corrette, carenze nei controlli delle rese e applicazione non corretta delle penali previste per la presentazione tardiva delle dichiarazioni di coltura relative all’olio di oliva; 37,25 milioni di euro a carico della Spagna per spese non ammissibili connesse alla gestione ecologica degli imballaggi e spese non ammissibili nel settore degli ortofrutticoli; 26,95 milioni di euro a carico del Regno Unito per carenze riguardanti il riconoscimento delle organizzazioni di produttori e carenze connesse alla verifica del valore della produzione commercializzata nel settore degli ortofrutticoli; 24,54 milioni di euro a carico della Bulgaria per insufficiente grado di approfondimento dei controlli in loco, lacune nei sistemi di identificazione delle particelle agricole e di informazione geografica (Sipa/sig), fornitura agli agricoltori di informazioni imprecise e orientamenti insufficienti in merito agli aiuti per superficie(anche per le misure di sviluppo rurale connesse alla superficie); 22,69 milioni di euro a carico dei Paesi Bassi per spese non ammissibili connesse alla stampa di diciture sugli imballaggi e spese non ammissibili sostenute da un’organizzazione di produttori nell’ambito della commercializzazione decentrata di prodotti ortofrutticoli. Agli Stati membri compete la gestione della maggior parte dei pagamenti erogati nell’ambito della Pac, principalmente attraverso i loro organismi pagatori. Spetta loro anche l’esecuzione di controlli, come ad esempio la verifica delle domande di pagamenti diretti presentate dagli agricoltori. La Commissione esegue ogni anno oltre 100 audit per verificare che i controlli eseguiti dagli Stati membri e le misure correttive adottate per rimediare alle carenze riscontrate siano sufficienti. La Commissione ha anche la facoltà di farsi restituire fondi con efficacia retroattiva se dagli audit emerge che l’azione correttiva messa in atto degli Stati membri non è stata sufficiente a garantire la correttezza della spesa di denaro dell’Unione. Le rettifiche finanziarie sono fissate in proporzione al tasso di errore. La decisione è stata adottata in esito ad un procedimento di conciliazione tra la Commissione e gli Stati membri in base a dati oggettivi e tenendo conto del rischio di uso improprio dei fondi. Per ulteriori informazioni sul funzionamento del sistema di liquidazione annuale dei conti, v. Memo/06/178 e l’opuscolo “Una gestione saggia del bilancio agricolo”, disponibile al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/agriculture/fin/clearance/factsheet_it.pdf  
   
   
OGM: LA COMMISSIONE PUBBLICA UNA RELAZIONE SULLE IMPLICAZIONI SOCIOECONOMICHE DELLA COLTIVAZIONE DEGLI OGM IN EUROPA  
 
Bruxelles, Una relazione della Commissione europea presentata il 15 aprile mette in luce gli attuali limiti della valutazione delle implicazioni socioeconomiche della coltivazione di piante geneticamente modificate (Gm) nell´Unione europea. In particolare, la relazione al Parlamento europeo e al Consiglio, che si basa su informazioni fornite principalmente dagli Stati membri, rivela che le informazioni esistenti hanno spesso scarso valore statistico e si fondano sovente su preconcetti sulla coltivazione degli Ogm. Nella relazione, la Commissione presenta anche un´analisi degli aspetti socioeconomici della coltivazione degli Ogm tratta dalla letteratura scientifica internazionale e dalle conclusioni di progetti di ricerca finanziati nell´ambito del programma quadro di ricerca europeo. John Dalli, commissario per la salute e la politica dei consumatori ha dichiarato: "Con la pubblicazione di questa relazione, la Commissione soddisfa una delle ultime richieste del Consiglio "Ambiente" del dicembre 2008 ancora in sospeso. Il documento è stato redatto sulla base di informazioni e dati forniti dagli Stati membri. Credo fermamente che questa relazione rappresenti un´opportunità: spetta ora agli Stati membri, alla Commissione, al Parlamento europeo e a tutte le parti interessate, comprenderne appieno il contenuto ed avviare un dibattito oggettivo sul ruolo potenziale dei fattori socioeconomici nella gestione della coltivazione degli Ogm nell´Unione europea". Risultati principali Dato che l´Ue rappresenta solo una piccola parte della superficie mondiale destinata alla coltivazione di Ogm, l´esperienza europea in questo settore è obiettivamente limitata. Non sorprende dunque che le informazioni statisticamente rilevanti sull´impatto socioeconomico della coltivazione degli Ogm siano scarse. I dati economici relativi alla situazione europea sono stati ricavati da studi condotti negli Stati membri con esperienza nella coltivazione di Ogm resistenti agli erbicidi o ai parassiti. Secondo tali studi, quando la pressione delle piante infestanti (Ht) o dei parassiti è elevata (Bt), le colture resistenti agli erbicidi o ai parassiti permettono di ottenere rese maggiori. Nella relazione sono esaminate le conseguenze sociali ed economiche della coltivazione degli Ogm sugli altri anelli della catena alimentare. Per integrare le informazioni fornite dagli Stati membri, la relazione passa anche in rassegna la letteratura scientifica internazionale esistente sulla dimensione socioeconomica della coltivazione degli Ogm. Le analisi economiche forniscono un quadro preciso dell´impatto economico sulle aziende agricole a livello mondiale, in particolare per quanto concerne le colture resistenti agli erbicidi o ai parassiti. Tuttavia, anche in questo caso le informazioni disponibili sugli impatti sociali e sulle conseguenze lungo la catena alimentare sono scarse o del tutto assenti. Infine, la relazione passa in rassegna i risultati dei progetti di ricerca finanziati dall´Ue sulle conseguenze socioeconomiche della coltivazione degli Ogm (Co-extra, Sigmea, Consumerchoice). Prossime tappe Questa relazione è il punto di partenza per gli Stati membri, la Commissione, il Parlamento europeo e tutte le parti interessate per approfondire la riflessione su questo tema sensibile. Secondo la Commissione però, per un dibattito costruttivo è necessario abbandonare la contrapposizione di visioni preconcette rilevate nella relazione e basarsi su considerazioni più obiettive e concrete. La Commissione raccomanda dunque di definire una serie di fattori e di indicatori chiari che consentano di analizzare in modo uniforme le conseguenze socioeconomiche della coltivazione degli Ogm nell´Ue e lungo la catena alimentare. La Commissione suggerisce altresì di avviare una riflessione su come utilizzare questa migliore comprensione della dimensione socioeconomica nella gestione della coltivazione degli Ogm. Contesto Il 4 dicembre del 2008 il Consiglio "Ambiente" ha chiesto agli Stati membri di raccogliere e scambiare informazioni sulle implicazioni socioeconomiche della coltivazione degli Ogm lungo la catena alimentare. Ha anche chiesto alla Commissione di preparare, sulla base di tali informazioni, una relazione che sarebbe servita come base per un esame approfondito della questione. La Commissione ha raccolto le informazioni attraverso un questionario che riguardava: · gli impatti socioeconomici della coltivazione degli Ogm negli Stati membri che attualmente o in passato hanno avuto esperienze di coltivazione a fini commerciali di piante Gm (Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Svezia); · gli impatti previsti nel caso in cui piante Gm nuove o esistenti fossero coltivate sul territorio degli Stati membri. Il questionario è stato inviato anche agli Stati membri dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein) ed è stato reso pubblico. Venticinque Stati membri, la Norvegia e alcune parti interessate hanno compilato il questionario. La Commissione ha ricevuto l´ultimo questionario compilato a gennaio 2011. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/food/food/biotechnology/index_en.htm    
   
   
BRUXELLES: "BUONE NOTIZIE PER L´IVA-MISURE FORESTALI DEI COMUNI"  
 
“Ho già da tempo sollecitato al Mipaaf e al Parlamento europeo, in qualità di coordinatore della Commissione Politiche agricole, la soluzione della problematica Iva. E da Bruxelles sembrano arrivare buone notizie”. È il commento dell’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno a margine dell’incontro svoltosi a Bari nella sede dell’Assessorato con i Sindaci dei Comuni dei Monti Dauni, sul tema della non ammissibilità dell´Iva fra le spese rendicontabili dagli Enti Pubblici nell´ambito delle Misure forestali del Programma di Sviluppo Rurale per la Puglia 2007-2013. Durante l´incontro è stato evidenziato l´impegno del Governo regionale in favore del territorio rappresentato dai Sindaci, tenuto conto che le Misure forestali assorbono il 22,3% del totale della dotazione finanziaria pubblica del Psr. “Mi giunge notizia – ribadisce Stefàno - del via libera della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo all´emendamento che autorizza il rimborso dell´Iva non recuperabile e non rendicontabile da parte delle Regioni e dei Comuni, che avevo personalmente sollecitato al nostro Ministero e al presidente De Castro. Dopo l´approvazione in seduta plenaria del Parlamento, sarà il Consiglio dei Ministri dell´Agricoltura ad avvallare la modifica al Reg. Ce 1698/2005.”. “Una modifica – sottolinea Stefàno- che auspichiamo e attendiamo, poiché così i soggetti pubblici non avranno più difficoltà nel reperire le risorse finanziarie necessarie al pagamento di tale imposta ai rispettivi fornitori di beni e servizi. Ma nel contempo, la modifica sarebbe anche un incentivo alla realizzazione degli interventi, aspetto importante in un momento di crisi delle finanze pubbliche, che ci aiuterebbe a scongiurare il rischio di perdita di risorse comunitarie e la mancata realizzazione dei progetti approvati dalla Regione Puglia destinati ad un territorio particolarmente svantaggiato”. “Resta il mio impegno – conclude Stefàno - a sollecitare la soluzione definitiva per la quale continuerà ad essere prezioso il contributo del presidente De Castro, ma sarà altrettanta necessaria l’azione che il nostro Ministro svolgerà in sede europea. Un risultato che mi auguro di poter portare personalmente ai sindaci dei Monti Dauni in un nuovo incontro che programmeremo nel loro territorio”.  
   
   
VENETO: NO CREDITO DALLA CAMORRA. STANZIATI FONDI AGEVOLATI PER IMPRESE AGRICOLE IN DIFFICOLTA  
 
 Venezia - “Imprese agricole mai nelle mani di organizzazioni criminali a stampo mafioso o camorristico. La Regione è dalla vostra parte”. Lo sottolinea l’assessore all’agricoltura Franco Manzato, in relazione alle recenti testimonianze della presenza di infiltrazioni mafiose in Veneto. “Le imprese agricole in difficoltà hanno la possibilità e devono rivolgersi a Veneto Sviluppo per fruire di mutui a tasso agevolato e per ottenere le garanzie fideiussorie atte a contrarli”, afferma Manzato, convito nel supportare il sistema di imprese che fanno capo all’agricoltura. “Spesso si dimentica infatti – aggiunge l’assessore - che il settore primario rappresenta un polmone dell’economia regionale ed italiana, un comparto capace di garantire qualità e origine controllata dei prodotti che assumiamo ogni giorno. Dal 2009 abbiamo messo in piedi un pacchetto di agevolazioni per l’impresa agricola veneta, che crea liquidità e accesso al credito facilitato - continua l’assessore – e le leggi regionali n° 16/2009 e n° 40/2010 sono state introdotte proprio con l’obiettivo di prevenire le patologie a stampo criminale di concessione del credito, che molto spesso sanno ben inserirsi nelle pieghe e nei punti oscuri del sistema economico italiano”. “Leggi che stanziano un totale di 13,3 milioni di euro, somma sostanziosa - afferma Manzato - suddivisa tra prestiti di conduzione, mutui a tasso agevolato per le aziende agricole, garanzie per l’accesso al credito degli imprenditori, compresi interventi per l’aumento del capitale di garanzia dei confidi agricoli”. Queste le misure messe in atto dalla Regione Veneto per agevolare l’accesso alla liquidità e al credito di tutte quelle imprese che attraversano momenti critici, che molto spesso non sanno a chi rivolgersi e che rischiano di cadere in giri malavitosi. “Infine è importante ricordare -conclude Manzato - che i fondi stanziati in questi anni stanno avendo un effetto moltiplicativo di reddito, in quanto sono inseriti in un sistema nel quale il debito rientrante viene subito reimpiegato e investito in altre realtà aziendali che ne necessitano. In questo modo si assicura un rigenerazione continua delle disponibilità finanziarie, che non andranno mai ad esaurirsi”.  
   
   
PROSECCO, FVG E VENETO PER TUTELARE LE PRODUZIONI  
 
Udine - La Regione Friuli Venezia Giulia attraverso gli uffici della Direzione Centrale Risorse rurali, agroalimentari e forestali sta già lavorando da alcuni mesi di concerto con la Regione Veneto per porre un tetto massimo alla produzione di Prosecco. Non si tratterà di rigide limitazioni: proprio per permettere la crescita di queste produzioni, ritenute "giovani" nel contesto vitivinicolo regionale, si punterà a limitare l´impianto di nuove viti in maniera incontrollata. Si tratterà in sostanza di delimitazioni solo quantitative, proprio per preservare e sviluppare la qualità delle produzioni regionali. Nel caso del Friuli Venezia Giulia, dove si può produrre Prosecco in tutte le province, si porrà un tetto massimo allo sviluppo di nuove viti. Se allo stato attuale si contano circa 1200 ettari di produzione, si sta cercando di porre il tetto a un massimo di 3 mila ettari nel giro di tre anni, anche per poter ottenere un valore di produzione più remunerativo per i produttori regionali. Secondo l´assessore regionale alle risorse rurali, agroalimentari e forestali, Claudio Violino, non si tratta di un provvedimento limitativo, quanto piuttosto di una strategia di sviluppo per permettere alle produzioni regionali di arrivare a degli alti standard qualitativi. Tuttavia nulla vieta di togliere il tetto alle produzioni e il conseguente contingentamento se le condizioni di mercato del Prosecco manifesteranno un´espansione di consumi.  
   
   
DALLA RICERCA NUCLEARE ALLA PRODUZIONE AGRO-ALIMENTARE: IL CASO DEL GRANO CRESO REALIZZATO DALL´ENEA.  
 
Il Commissario dell’Enea Giovanni Lelli in apertura del convegno “Dalla ricerca nucleare alla produzione agro-alimentare: il caso del grano Creso” che si è tenuto il 14 aprile all’Enea di Roma, ha ricordato che “Da più di venti anni gli italiani mangiano pasta fatta con il grano duro Creso, una varietà di grano ottenuta grazie agli esperimenti condotti nei laboratori Enea sugli effetti delle radiazioni sulle piante. Un risultato scientifico che ha reso possibile il miglioramento quantitativo e qualitativo delle produzioni agricole ottenuto grazie all’integrazione tra le diverse competenze scientifiche presenti in Enea e che ha saputo valorizzare con attività di trasferimento tecnologico nei confronti del mondo agro-industriale.” Il brevetto del grano Creso fu registrato dall’allora Cnen, oggi Enea, nel 1974 ed ebbe subito un’ampia diffusione, soprattutto in Italia. I primi studi iniziarono nel 1958, nel Centro Ricerche Casaccia sotto la guida del Prof. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, illustre genetista, recentemente scomparso. Scarascia Mugnozza dette un forte impulso alla ricerca sul miglioramento genetico delle specie agricole, ispirando gli sviluppi successivi delle biotecnologie. “La ricerca applicata ad esigenze concrete della società - ha messo in risalto il rappresentante della Fao Chikelu Mba- “ è sempre più attuale e necessario in un mondo in forte crescita demografica e con stili di vita sempre più esigenti”. “Il successo commerciale del grano Creso - ha sottolineato il Direttore Generale di Agroservice Eugenio Tassinari - è stato possibile grazie allo stretto rapporto dell’Enea con il mondo delle imprese produttrici di sementi, attraverso una efficace azione di trasferimento tecnologico verso il mercato”. “Nel guardare alle prospettive future - ha spiegato infine Daniele Rossi Direttore Generale di Federalimentare- l’impegno è rivolto ai temi della Bioeconomia, che stiamo affrontando insieme al mondo della ricerca nell’ambito delle Piattaforme Tecnologiche Europee. Le nuove priorità riguardano la ricerca, la formazione ed il trasferimento tecnologico. Creso Triticum Durum Il “Creso” è una varietà di frumento ottenuta presso i laboratori Enea del centro ricerche Casaccia nei primi anni ‘70. Rappresenta un vero fiore all’occhiello per l’Enea, in quanto questo brevetto, depositato nel 1975, vanta ben 4 record nel settore: è un brevetto ancora in vigore, a distanza di 35 anni dal deposito; ha avuto un’ampia diffusione, tale che negli anni ‘80 e ’90 ha rappresentato oltre il 50% della produzione di frumento duro in Italia; è stato il primo importante risultato della ricerca genetica Enea applicata al miglioramento produttivo di un cereale di base; dal 1975 ad oggi, con le royalties ha reso all’Ente 1 milione 678 mila euro ( 3 miliardi 239 milioni di lire). La sua principale caratteristica è quella di avere una taglia ridotta (70-80 centimetri) rispetto ai frumenti duri fino ad allora coltivati (130-150 cm), che ha reso la varietà molto resistente all’allettamento. Inoltre, il Creso ha una buona resistenza alle malattie ed una risposta produttiva elevata, quasi doppia rispetto alle varietà precedenti.
Titolo Brevetto Varietà di Frumento Duro (Triticum Durum) Autunno-primaverile Medio-precoce, denominata "Creso”
Inventori Bozzini - Mosconi
Titolare Enea
Co-titolari Enea
Concesso in licenza a Isea S.r.l.
Data Deposito 23-04-1975
N Dom Brev 49246A/75
N Brev Italia 803Nv del 19/02/1991
N Brev Enea 78
Status Vigente
Paesi di vigenza Italia
Contatti Pietro Antonio Gentili (Enea-utagri)
 
   
   
AUSTRIA, AGRICOLTORE PRODUCE LATTE BIOLOGICO PER SCUOLE  
 
Nikolaus Unterholzer è un agricoltore biologico ad ampio raggio e con la sua linea di prodotti Niki´s Milli, che comprende anche latte al gusto di cioccolato, vaniglia, banana, fragola e caffè, fornisce giornalmente 17 scuole di Salisburgo e provincia con 1.200 bicchieri di latte provenienti direttamente dalla sua stalla. Un distributore automatico di latte biologico fresco verrà presto installato anche nell´Università di scienze naturali di Salisburgo. Unterholzer ha introdotto nelle scuole il latte biologico e, dall´autunno 2010, imbottiglia il suo latte in appositi contenitori fatti di materie prime riciclabili (azienda d´imballaggi e confezionamenti Volpini), insegnando così ai ragazzi a rispettare l´ambiente. L´agricoltore è convinto dei benefici dell´agricoltura e dell´allevamento biologici. L´azienda, che comprende 18 ettari di superficie per il pascolo, non utilizza fieno-silo e confida anche nelle virtù dell´omeopatia per curare il suo bestiame.  
   
   
OGM: PROPOSTA DI LEGGE EUROPEA SUL DIVIETO PER MOTIVI AMBIENTALI  
 
Bolzano - L´assessore provinciale all´agricoltura Hans Berger sta seguendo con particolari speranze le decisioni del Parlamento europeo, che potrebbe introdurre il divieto di utilizzo degli organismi geneticamente modificati per motivi ambientali. "Si tratta solo di una proposta di legge - spiega Berger - ma è indicativa della sempre maggiore sensibilità su questo tema da parte della politica e dei consumatori". Lo scorso autunno, da uno sondaggio effettuato a livello europeo, era emersa una forte contrarietà da parte dei cittadini europei nei confronti degli Ogm: il 61% si era dichiarato contrario al suo utilizzo, il 53% lo considerava addirittura pericoloso. "Sono dati che non si possono sottovalutare - sottolinea l´assessore Hans Berger - solo perchè le grandi aziende agricole e alimentari premono sempre di più per il via libera indiscriminato agli organismi geneticamente modificati". Proprio per questo, l´assessore altoatesino con le competenze sull´agricoltura all´interno della Giunta provinciale, è particolarmente soddisfatto della proposta di legge presentata da un gruppo di parlamentari europei che delegherebbe agli stati membri la decisione sulla possibilità o meno di vietare gli Ogm. "In questo modo - prosegue Berger - non solo verrebbe rispettato il principio di sussidiarietà, ma si potrebbero tenere nella giusta considerazione le diverse sensibilità dei consumatori, che variano da paese a paese, nei confronti di un argomento così importante". La "nuova" strada percorsa dall´Unione Europea con la proposta di legge potrebbe discostarsi dalla linea che prevede l´introduzione del divieto di utilizzo degli Ogm per motivi sanitari. "L´obiettivo - aggiunte l´assessore Berger - sarà invece quello di invocare i motivi ambientali per giustificare il no agli organismi geneticamente modificati: dalla resistenza ai pesticidi, alla disseminazione nell´ambiente, alla tutela della biodiversità". In questo modo, infatti, potrebbe essere rafforzata la protezione giuridica contro eventuali contestazioni dell´organizzazione mondiale per il commercio. La proposta di legge dovrebbe essere votata e discussa all´inizio dell´estate.  
   
   
TUTELA DELL´AMBIENTE E DELLA BIODIVERSITA´ ´ DAGLI ACCORDI AGRO AMBIENTALI D´AREA UNDICI MILIONI PER UN NUOVO SVILUPPO RURALE DELLE MARCHE  
 
 Tutela del suolo, delle acque e della biodiversita`, sono i progetti integrati rientranti del Programma di Sviluppo rurale (Psr) 2007 ´ 2013 approvati dalla Giunta regionale su proposta del vice presidente e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini. ´Si tratta di risorse importanti ´ commenta Petrini ´ quasi 11 milioni di euro per il triennio 2011 ´ 2013. Gli accordi agro ambientali d´area sono uno strumento innovativo di sviluppo rurale, finalizzati a promuovere, in ambiti delimitati, un insieme di misure che convergono verso comuni obiettivi: la difesa del suolo, la tutela delle acque, il recupero del paesaggio rurale, la tutela della biodiversita`. Concentrando gli interventi su zone ad adeguata estensione territoriale, maggiori sono gli effetti benefici sull´ambiente derivanti dall´applicazione di tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale. Per questo vengono coinvolte specialmente le aree a protezione europea, le cosiddette aree Natura 2000. Il singolo accordo e` frutto degli impegni sottoscritti dagli imprenditori agricoli in un determinato territorio, a fronte dei quali ricevono specifiche compensazioni finanziarie diversificate per tipologia di coltura o allevamento, aggregando attorno al comune obiettivo di salvaguardia ambientale soggetti pubblici e privati. Si tratta di una misura innovativa a livello europeo, qualificante il Programma di sviluppo rurale delle Marche, pensata affinche` la qualita` espressa dal territorio, sia in termini agroalimentari, sia paesaggistico - ambientali, costituisca un fattore di attrattivita` e crescita´. I Soggetti promotori degli accordi possono essere gli enti gestori delle aree Natura 2000, siano essi enti parco, comunita` montane o province. Il soggetto promotore, oltre che svolgere attivita` di animazione, assume il ruolo di capofila per l´insieme dei partecipanti ed e` il riferimento dell´Autorita` di gestione per il controllo dello stato d´attuazione dell´accordo. Le tecniche di coltivazione e allevamento considerate dall´intervento sono il metodo biologico, e tutte le altre tecniche favorevoli alla protezione delle specie vegetali e dell´avifauna tutelate dalla normativa europea. Da rimarcare che i bandi emanati per dare attuazione all´intervento, le cui domande relative dovranno essere inviate entro il prossimo 15 maggio, presuppongono alcune modifiche al Programma di sviluppo rurale, le cui procedure non sono ancora concluse. Tuttavia, per rispettare i termini regolamentari per la presentazione delle domande d´aiuto commisurate a superfici ´ fissati appunto al 15 maggio - l´esecutivo regionale ha comunque disposto l´avvio dei bandi stessi, evidenziando tuttavia, che questi potranno subire modifiche derivanti dalle procedure di modifica del Psr stesso.  
   
   
FVG, RISORSE AGRICOLE: TAVOLO VERDE RICHIESTO E DISERTATO DA COLDIRETTI  
 
Udine - Dura presa di posizione dell´assessore Claudio Violino nei confronti dei sindacati agricoli, nello specifico Coldiretti: la scintilla scoppia a causa del Tavolo Verde, convocato a stretto giro dopo una precisa richiesta di Coldiretti per discutere delle modifiche da effettuare ad alcune misure del Piano di Sviluppo Rurale (misura 12, riguardante la filiera agroalimentare e la misura 112), tavolo poi disertato dalla stessa associazione che l´aveva richiesto. Anche Cia e Confagricoltura non si sono presentate all´incontro. La riunione, convocata per il 15 aprile nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia a Udine, è stata fortemente voluta e sollecitata da Coldiretti che, con una nota giunta negli uffici della Regione l´8 aprile scorso, chiedeva la convocazione di un Tavolo Verde per discutere delle modifiche da effettuare al Psr attraverso un confronto e non, come avvenuto solitamente attraverso le consultazione scritte del Comitato di sorveglianza - questo perché in questo modo si riteneva di poter snellire i procedimenti burocratici - ritenendo le modifiche di natura politica. L´amministrazione regionale ha ritenuto di convocare subito il Tavolo, proprio perché lo considera strumento di concertazione e confronto importante, ma registra con rammarico che gli stessi che l´avevano richiesto a gran voce poi non sono presentati andando contro i loro stessi interessi. Il Tavolo Verde che si è comunque svolto regolarmente, ha trovato il pieno accordo di tutte le associazioni intervenute (Kmecka Zveza, Legacoop, Confcooperative, associazione allevatori, Ordine dei dottori agronomi, Consorzi di Bonifica ed Ersa) in merito alle modifiche della misura 112 e 123 del Psr. In sostanza, si tratta di variazioni che andranno a privilegiare l´inserimento dei giovani nel settore zootecnico da latte ed altre modifiche di carattere tecnico che andranno ad aumentare il valore massimo di spesa, l´aumento della percentuale contributiva e dimezzando il vincolo di destinazione.  
   
   
RIFORMA DELLE TRE “R” PER AGRICOLTURA VENETA.  
 
Venezia - “La riforma agricola del Veneto procede a tutta forza: da oggi anche con il coordinamento con le Provincie venete”. L’assessore regionale all’agricoltura del Veneto Franco Manzato ha sintetizzato con queste parole il significato dell’incontro da lui promosso il 14 aprile a Mestre con i rappresentanti delle amministrazioni provinciali della Regione, per illustrare i contenuti dell’azione regionale nel settore. I presenti hanno espresso totale condivisione su tutti i punti disposti dalla riforma. “Ritengo che il coinvolgimento delle Province sia indispensabile – ha aggiunto Manzato – affinché si realizzi anche un moltiplicatore di informazione e di collaborazione capace di arrivare più rapidamente e direttamente ai Comuni e ai cittadini”. La Riforma delle Tre “R”, Razionalizzazione, Risparmio e Reddito del comparto agricolo, determinerà a breve termine una svolta del comparto. “Il mio obiettivo principale è costruire con i fatti una forte vicinanza al mondo agricolo e alle esigenze territoriali – ha sottolineato l’assessore – nel tentativo anche di equilibrare il potenziale urbanistico mediante il recupero del territorio dedito all’agricoltura”. “Sono più che mai determinato a portare avanti questa riforma – ha concluso Manzato – con la collaborazione di quanti credono nell’importanza di dare vigore e più concorrenzialità al nostro settore primario”.  
   
   
PARMA: 1 MILIONE E 230 MILA EURO PER GLI AGRICOLTORI DI MONTAGNA PER MANTENERE LE ATTIVITÀ AGRICOLE NELLE AREE SVANTAGGIATE. DOMANDE ENTRO IL 16 MAGGIO  
 
 Parma – È rivolto agli imprenditori agricoli delle aree svantaggiate della montagna e della collina del Parmense il bando approvato nei giorni scorsi dalla Giunta provinciale nell’ambito del Prip (Programma rurale integrato provinciale), ai sensi della Misura 211 (indennità a favore degli agricoltori delle zone montane). A disposizione degli agricoltori quasi 1 milione e 230mila euro: importo che potrebbe essere integrato nel corso dell’anno fino a oltre 2 milioni di euro, grazie a nuove assegnazioni di risorse. L’intento del bando, elaborato insieme alle Comunità Montane, è quello di mantenere le attività agricole nelle aree svantaggiate montane e collinari: la prosecuzione dell’attività agricola in queste aree è infatti indispensabile per tutelare l’ambiente e gli spazi naturali. Il bando inoltre contribuirà a compensare il deficit di reddito a carico degli agricoltori delle aree montane caratterizzate da svantaggi naturali. Per accedere al sostegno gli imprenditori agricoli devono avere un’età inferiore ai 65 anni e devono essere titolari di una superficie minima di 5 Ha di Sau (superficie agricola utilizzata), di cui almeno il 50% deve trovarsi in area svantaggiata. Inoltre, l’imprenditore deve impegnarsi a mantenere l’attività per cinque anni dalla presentazione della domanda. L’aiuto, concesso per ettaro di superficie coltivata, è diversificato in funzione del tipo di coltura praticata: 150 euro/ha di sostegno massimo per fruttiferi, orti, frutti minori, piante officinali; 100 per ulivo, castagno da frutto, vite; 200 per praticoltura avvicendata + zootecnia; 150 per pascolo prato permanente + zootecnia; 150 per seminativi; 100 per praticoltura avvicendata; 100 per pascolo prato permanente di montagna. Le domande di contributo possono essere presentate fino al 16 maggio 2011, utilizzando l’apposita modulistica scaricabile dal sito di Agrea www.Agrea.regione.emilia-romagna.it/  rivolgendosi preferibilmente a un Centro di assistenza agricola autorizzato (Caa). Per eventuali chiarimenti ci si può rivolgere direttamente al Servizio Agricoltura e Risorse naturali della Provincia (tel. 0521 931508) oppure consultare il sito www.Provincia.parma.it/    
   
   
AGRICOLTURA: PROSECCO, FVG E VENETO PER TUTELARE LE PRODUZIONI  
 
Udine- La Regione Friuli Venezia Giulia attraverso gli uffici della direzione centrale Risorse rurali, agroalimentari e forestali sta già lavorando da alcuni mesi di concerto con la Regione Veneto per porre un tetto massimo alla produzione di Prosecco. Non si tratterà di rigide limitazioni: proprio per permettere la crescita di queste produzioni, ritenute ´´giovani´´ nel contesto vitivinicolo regionale, si punterà a limitare l´impianto di nuove viti in maniera incontrollata. Si tratterà in sostanza di delimitazioni solo quantitative, proprio per preservare e sviluppare la qualità delle produzioni regionali. Nel caso del Friuli Venezia Giulia, dove si può produrre Prosecco in tutte le province, si porrà un tetto massimo allo sviluppo di nuove viti. Se allo stato attuale si contano circa 1.200 ettari di produzione, si sta cercando di porre il tetto ad un massimo di 3.000 ettari nel giro di tre anni, anche per poter ottenere un valore di produzione più remunerativo per i produttori regionali. Secondo l´assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino non si tratta di un provvedimento limitativo, quanto piuttosto di una strategia di sviluppo per permettere alle produzioni regionali di arrivare a degli alti standard qualitativi. Tuttavia nulla vieta di togliere il tetto alle produzioni e il conseguente contingentamento se le condizioni di mercato del Prosecco manifesteranno un´espansione di consumi. Questa strategia, concordata con l´assessorato all´Agricoltura della Regione Veneto, si inserisce nel contesto del protocollo d´intesa sulla nuova Doc interregionale Prosecco, firmata lo scorso anno in occasione di Vinitaly a Verona. Il documento prevede, tra le altre, azioni di ristrutturazione del costone carsico con interventi di bonifica, la realizzazione di un progetto di sviluppo specifico del Carso, la revisione e la semplificazione dei vincoli inerenti le zone Sic e Zps insistenti sul territorio, la realizzazione di un centro per la promozione del Prosecco Doc nell´omonima località e lo sviluppo di un progetto di promozione dei vini.  
   
   
BENE LA DOP PER FORMAGGELLA LUINESE  
 
Milano - "Grande soddisfazione per la ´Formaggella del Luinese´ che ha ottenuto la Denominazione di origine protetta (Dop) a livello europeo", è stata espressa dall´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani, dopo la pubblicazione del´atto di roiconoscimento sulla Gazzetta Ufficiale dell´Unione Europea. "Ho avuto modo di conoscere i produttori di ´Formaggella del Luinese´ e di esprimere loro il mio personale apprezzamento - ha ricordato De Capitani - la scorsa estate inaugurando, con l´assessore provinciale Bruno Specchiarelli, la Mipam (Mostra internazionale dei prodotti dell´agricoltura di montagna) di Laveno Mombello". "Il riconoscimento della Dop - ha concluso De Capitani - premia il lavoro dei numerosi produttori attivi nella provincia di Varese, l´impegno e la dedizione dell´assessore Specchiarelli per il raggiungimento di questo importante traguardo, ma premia soprattutto la grande qualità dell´agroalimentare della Regione Lombardia che ora, tra Dop e Igp, conta ben 225 prodotti".  
   
   
ASSOSEMENTI: LA PRODUZIONE DI SEMENTI DA ORTO MINACCIATA DALL’ART. 68  
 
 “L’attività di moltiplicazione delle sementi da orto in Italia ha visto nel 2010 un buon aumento delle superfici investite, superando i 19.000 ettari, di cui 5.000 ettari di coriandolo, nel complesso circa il 40% in più rispetto alla precedente indagine del 2008. L’espansione è tuttavia minacciata dalle regole del premio agroambientale dell’art. 68 della Pac – sottolinea Assosementi, l’Associazione italiana delle aziende sementiere – in quanto le colture da seme orticole sono escluse dalla rigida rotazione biennale prevista per l’aiuto nelle regioni del centro-sud”. “La rotazione ammessa solo tra colture cerealicole, oleaginose, bietola da zucchero, miglioratrici e foraggere introdotta nel febbraio 2010 - spiega Assosementi – ha provocato nelle ultime semine una minore disponibilità degli agricoltori verso le colture sementiere ortive. Nella sola Regione Marche si stima che questo vincolo porterà a fine campagna 2011 ad una riduzione del 30% delle aziende disposte a realizzare colture portaseme da orto”. “Occorre rapidamente riammettere le colture da seme da orto nella rotazione, superando una discriminazione che sta penalizzando soprattutto le regioni della cosiddetta ‘dorsale adriatica delle sementi ortive’. Questa dorsale va dalla Regione Emilia-romagna fino alla Puglia ed è in una fase - commenta Roberto Romagnoli, Presidente della Sezione orto di Assosementi – di importante consolidamento, grazie alla professionalità e dinamicità delle aziende coinvolte, dopo anni non molto favorevoli e nonostante le periodiche insidie climatiche”.  
   
   
PIANO DI SVILUPPO RURALE: PAGATI 93 MILIONI NEL 2010.: “LA TOSCANA SPENDE, E BENE”  
 
Firenze – 93 milioni di euro: questa la cifra pagata dalla Regione Toscana alle imprese agricole toscane nel 2010 nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale. I contributi sono stati erogati a fronte di 9344 domande presentate. Dal 2007 al 2010 sono stati complessivamente erogati nel Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana 218 milioni di euro. Nello stesso periodo sono 26.595 le domande pagate ai beneficiari, circa la metà delle quali per il sostegno negli investimenti delle imprese agricole. L’andamento della spesa è crescente si va dai 23 milioni erogati nel 2007 ai 93 del 2010. “E’ un impegno significativo – sottolinea l’assessore all’agricoltura della Regione, Gianni Salvadori, che dimostra una volta di più la grande capacità della Toscana di investire grazie alle risorse dei fondi comunitari provenienti dalla Ue. A differenza di altre regioni, che proprio nei giorni scorsi sono state richiamate dal Commissario europeo Hahn, la Toscana ha centrato l’obiettivo e ha raggiunto il 120% delle risorse programmate per gli anni 2007-2008. Ancora una volta la Toscana – ribadisce l’assessore – ha dimostrato di saper operare bene e velocemente, senza correre il rischio del disimpegno automatico delle risorse previsto dalla normativa comunitaria quando gli importi non vengono spesi entro il secondo anno successivo all’impegno degli stessi.” Guardando più nel dettaglio, nell’arco del periodo 2007-2010, ammontano a circa 95 milioni di euro i contributi erogati a favore degli investimenti nelle imprese agricole, agroalimentari e forestali, per le attività di produzione, allevamento, trasformazione e commercializzazione e di miglioramento fondiario. I contributi erogati hanno attivato investimenti pari a circa 210 milioni di euro. Per quanto riguarda i giovani, si è sostenuto l’insediamento di 693 giovani agricoltori in qualità di capo azienda in altrettante aziende agricole, mentre in generale le domande pagate a giovani agricoltori under 40 sono state 5000. “Un dato questo – sottolinea ancora Salvadori – di particolare importanza perchè in Toscana esiste una generale tendenza all’invecchiamento e allo spopolamento delle aree rurali. Ed è per questo motivo che per il futuro la Regione investirà ancora di più e in maniera ancora più selettiva sui giovani.” All’ambiente e allo spazio rurale sono stati destinati circa 109 milioni di euro (misure agroambientali, interventi per la protezione dei boschi dagli incendi, intervento per la difesa del suolo dal dissesto idrogeologico e di prevenzione delle calamità naturali). Ammontano a circa 11 milioni di euro i contributi erogati a favore di interventi finalizzati a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali; in particolare, la maggior parte dei contributi è stata erogata per la realizzazione di interventi finalizzati alla qualificazione dell’offerta agrituristica. In questo settore sono state sostenute oltre 270 imprese agricole. In termini di qualità della spesa, si evidenzia inoltre il buon livello di pagamenti effettuati per le misure di investimento che costituiscono il 50% dei pagamenti totali complessivamente effettuati.. Le province in cui si concentrano i maggiori pagamenti sono: la Provincia di Grosseto con 4.059 domande pagate e 40 milioni di euro erogati ai beneficiari, la Provincia di Siena con 28,2 milioni di euro e 3.658 domande pagate; la Provincia di Arezzo con 28,1 milioni di euro e 5.312 domande pagate; – la Provincia di Firenze con 24,2 milioni di euro e 3.495 domande pagate. Seguono le Province di: Pisa, con 1508 domande pagate e 19 milioni erogati; Pistoia con 1115 domande pagate e 11 milioni e 800 mila erogati; Lucca con 1065 domande pagate e 11 milioni e 540 mila euro di investimenti; Livorno con 1487 domande pagate e 8 milioni e 880 mila euro erogati; Massa con 1191 domande pagate e 7 milioni e 400 mila euro erogati, infine Prato con 251 domade pagate e 1 milione e 661 mila euro erogati.  
   
   
COMPENDI LAGUNARI, CAPPELLACCI: "TAVOLO DI COORDINAMENTO CON PROVINCE, COMUNI E OPERATORI"  
 
Cagliari - "Istituiremo un tavolo di coordinamento che coinvolgerà la Regione, le Province, i Comuni e gli operatori del settore. Entro trenta giorni, faremo il punto sulle azioni da attivare". Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine di una visita che ha avuto come tappe la peschiera di Marceddì, quella di S.giusta, la località Piscaredda (Riola Sardo) e che si è conclusa a Cabras con un confronto con gli operatori del settore locali. "Sono venuto di persona a verificare lo stato dei luoghi - ha aggiunto il presidente che, durante l´incontro con i pescatori svoltosi poco più di un mese fa a Villa Devoto, si impegnò a recarsi nei compendi lagunari dell´Oristanese - e a toccare con mano i problemi e approfondire, con chi é impegnato quotidianamente sul campo, le questioni da affrontare. Sono necessari nuovi interventi infrastrutturali - ha aggiunto Cappellacci - ma, é necessario anche impostare un lavoro organico per la manutenzione dei compendi, per garantire l´equilibrio ambientale e, soprattutto, per fare sistema ed essere competitivi sul mercato. Nell´immediato - ha sottolineato - dobbiamo affrontare il problema della mercerella con interventi urgenti indispensabili a salvaguardare le realtà produttive". Il presidente si é soffermato anche sull´annoso problema dei cormorani: "Non possiamo far altro - ha dichiarato- che richiamare, anche con azioni determinate, l´attenzione delle Istituzioni comunitarie su norme e principi che vanno a incidere sulla vita quotidiana di imprenditori, dei lavoratori e delle loro famiglie. Non nascondiamo le difficoltà, ma attiviamo un percorso che passo dopo passo consenta di affrontare problemi complessi e in alcuni casi risalenti nel tempo".  
   
   
VINI DA PESCE: AL VIA LA 12ª SELEZIONE NAZIONALE.  
 
Nella suggestiva atmosfera della macchia mediterranea, che avvolge il Monte Co`nero e si tuffa nell´azzurro dell´Adriatico, dall´11 al 13 maggio si svolgera` la 12ª edizione della Sele-zione Nazionale Vini da Pesce, unico concorso collegato alla gastronomia marinara tra quelli che godono dell´approvazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Adeguandosi ai nuovi stili di consumo, il concorso si presenta con ben dieci categorie in gara: non solo bianchi, ma anche rosati e spumanti a contendersi l´ambito riconoscimento di ´compagno ideale´ dei piatti a base di pesce. Organizzata dall´Istituto Marchigiano di Tutela Vini in collaborazione con la Camera di Commercio di Ancona, la Selezione rappresenta un evento di grande prestigio non solo per l´indiscussa professionalita` dei giurati, garantita dall´Associazione Enologi Enotecnici Italiani, ma anche per i risvolti d´immagine che riesce ad offrire ai produttori dei vini vincitori, grazie alla notevole visibilita` assicurata dalla manifestazione. La Selezione gode, inoltre, del patroci-nio di Regione Marche, Provincia di Ancona, Comune di Ancona e A.s.p.ea.-azienda Speciale della Camera di Commercio di Ancona per lo sviluppo della pesca e dell``agricoltura. Articolata in cinque commissioni di valutazione composte da enologi e giornalisti specializzati, italiani e stranieri, la giuria del concorso s´insediera` l´11 maggio prossimo nella pittoresca localita` di Sirolo dove, per tre giorni, esaminera` le centinaia di campioni pervenute, provenienti da ogni parte d´Italia, suddivise nelle dieci categorie nelle quali e` articolata la competizione. I campioni che conseguiranno un punteggio pari o superiore ad 80 centesimi, secondo il metodo di valutazione dell´Union Internationale des Oenologues, riceveranno il Diploma di Merito, mentre i primi tre classificati in ciascuna categoria di appartenenza si aggiudicheranno, rispettivamente, la medaglia d´oro, d´argento e di bronzo. All´azienda che raggiungera` invece il miglior risultato in assoluto, sara` attribuito il premio speciale ´Calice Dorico´. La scadenza per la presentazione dei campioni e` il 4 maggio 2011. Durante le fasi della selezione, organizzata con la collaborazione dell``Istituto per il Commercio Estero, il servizio sa-ra` assicurato dai professionisti dell´Ais-associazione Italiana Sommeliers. Questa autentica ´disfida´ tra i migliori vini d´Italia si svolge in una regione emblematica per il tema del concorso, in una terra ondulata da verdeggianti colline che si specchiano nell´azzurro del mare Adriatico: dolci colli disegnati dalla geometrica trama di vigneti che ge-nerano grandi vini. Primo fra tutti il celeberrimo Verdicchio, che con il pesce realizza un´intesa perfetta!.  
   
   
PROSCIUTTOPEDIA: NASCE LA PRIMA ENCICLOPEDIA DIGITALE DEDICATA ALL’ARTE SALUMIERA ITALIANA  
 
Parmacotto realizza Prosciuttopedia per raccontare la storia, i segreti, le origini, le caratteristiche dei salumi italiani, dalla produzione al confezionamento in vaschetta E’ online da oggi il nuovo progetto digital firmato Parmacotto: Prosciuttopedia, la prima enciclopedia digitale interamente dedicata all’arte salumiera italiana. Frutto della grande esperienza, passione e tradizionalità che da sempre contraddistinguono il Gruppo Parmacotto, Prosciuttopedia nasce per raccontare i segreti, le origini, la produzione, le caratteristiche, in una parola la meravigliosa storia di uno dei patrimoni gastronomici del nostro Paese: i salumi italiani. Prosciuttopedia - www.Prosciuttopedia.com - in modo immediato e di facile fruizione da un lato racconta con semplicità e stile i luoghi di origine, le curiosità, i metodi di produzione dei salumi italiani; dall’altro offre preziosi consigli e svela i segreti degli specialisti del sapore per apprendere, conoscere, degustare i salumi della nostra tradizione. La redazione di questi contenuti è affidata alla penna di Andrea Grignaffini, specialista enogastronomico, docente di Scienze gastronomiche all’Università di Roma e co-direttore della Guida Espresso ai Ristoranti. Prosciuttopedia comprende anche alcune sezioni più tecniche che approfondiscono la produzione del salume confezionato in vaschetta sotto il profilo tecnologico, della sicurezza, dell’etichettatura, nonché le problematiche legate all’alimentazione in rapporto ai salumi. Parmacotto con Prosciuttopedia si pone quale “ambasciatore” per diffondere e creare cultura verso l’arte e le tradizioni salumiere del nostro Paese. Realizzata in due lingue – italiano e inglese – Prosciuttopedia sarà costantemente aggiornata nei contenuti da autorevoli professionisti del settore - come biologi, consulenti aziendali esperti in diritto alimentare, tecnologi alimentari, oltre allo specialista enogastronomico Andrea Grignaffini - che garantiranno così un costante e continuo arricchimento dello strumento. Organizzata in sezioni, Prosciuttopedia esplora il mondo dei salumi a 360 gradi: Salumi d’Italia. Un’overview sulle origini storiche, geografiche e culturali dei salumi delle regioni italiane. Tecniche Salumiere. Una sezione di approfondimento sui processi di produzione dei salumi. Arte della Degustazione. Un angolo di piacere e cultura incentrato sui salumi e sui migliori abbinamenti enogastronomici che ne esaltano il gusto. Tutti a Tavola. Uno spazio volto a fornire indicazioni utili relative all’alimentazione in rapporto ai salumi. Oltre la Vaschetta. Un’utile e inedita raccolta di tutto ciò che è bene sapere sul salume confezionato in vaschetta: tecnologie, sicurezza, etichettatura, e tanto altro. La strategia di lancio di Prosciuttopedia prevede due direttrici principali:  in relazione agli interessi degli utenti, attraverso due momenti: la ricerca, con campagne di keyword advertising, e la navigazione, con campagne di display advertising sui siti del circuito Google e sulla blogosfera, tramite l´endorsement di blogger autorevoli.  legata alla socialità: con la presenza di campagne su social network come Facebook, concepite sugli interessi specifici del target, e di engagement continuo tramite i touchpoint di Parmacotto come la pagina fan di Roseo De Fettis sul sito istituzionale e la “neonata” pagina web di Salumeria Rosi. Il profilo di Parmacotto su Twitter, dal carattere squisitamente internazionale, inoltre contribuisce con tweet mirati a lanciare Prosciuttopedia nel resto del mondo. Prosciuttopedia è un progetto realizzato dalla web agency di Parmacotto: Bitmama. Le attività di digital Pr per Parmacotto sono curate da Ambito 5. Parmacotto, fondata nel 1978 dall’attuale Presidente Marco Rosi, vanta un fatturato in costante crescita che prevede la chiusura del 2010 a quota 168 milioni di euro registrando un +4-5% rispetto all’esercizio precedente, di cui il 16% realizzato all’estero. La crescita più significativa sarebbe stata registrata dall’export, che avrebbe fatto segnare un incremento più che rilevante in tutti i 18 Paesi in cui il Gruppo opera. Il positivo andamento dell’azienda sui mercati esteri è frutto di un’attenta strategia di internazionalizzazione che negli ultimi anni ha portato il Gruppo Parmacotto a investire sempre di più nello sviluppo dell’export e della presenza sui mercati target. Negli Usa la società è presente attraverso Parmacotto America, il cui quartier generale è a Norwalk Connecticut, e opera su tutto il territorio attraverso una rete di circa 30 distributori. Per quanto riguarda gli altri mercati target, il Gruppo è presente anche in Francia attraverso Parmacotto France  
   
   
FARINA DI CASTAGNE DELLA LUNIGIANA, ARRIVA LA DOP. E LA TOSCANA SALE A QUOTA 22  
 
Firenze – C’è una nuova Dop in Toscana e con questa siamo a quota 22. La Commissione Europea ha registrato infatti la Dop per la Farina di castagne della Lunigiana. Una denominazione importante per il patrimonio castanicolo toscano che con questa Dop realizza la 5° protezione comunitaria del settore, con la Farina di Neccio della Garfagnana Dop, il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop e la Castagna dell’Amiata Igp, riconoscendo qualità e vocazionalità di territori e prodotti ottenuti con difficoltà da tutti gli operatori del settore che in questi anni hanno cercato di preservare materie prime tipiche che subiscono la concorrenza di produzioni che vengono dall’estero. Ma quali sono le caratteristiche della D.o.p. «Farina di Castagne della Lunigiana»? E’ la farina dolce ottenuta mediante la lavorazione di castagne prodotte da castagni della specie Castanea sativa (Mill.) delle varietà di cui si riconosce storica presenza sul territorio interessato: Bresciana, Carpanese, Rossola, che costituiscono il 70 % delle varietà di castagno utilizzate per produrre la farina a cui si aggiungono altre meno diffuse quali Fosetta, Marzolina, Moretta, Primaticcia, Rigola, Rossella. Le castagne, che devono essere raccolte tra il 29 settembre e il 15 dicembre, vengono essiccate in strutture denominate «gradili» a fuoco lento con l’utilizzo esclusivo di legna di castagno, per un periodo minimo di 25 giorni. Dopo l’essiccazione, le castagne devono essere pulite dalla loro buccia esterna, con le tradizionali macchine e ripassate a mano, per levare le parti impure ed macinate nei tradizionali mulini a macine di pietra. L’energia per il funzionamento delle macine potrà essere sia elettrica che idraulica, ma il mulino non deve macinare più di cinque quintali di castagne secche al giorno per macina, al fine di evitare che una veloce macinatura impasti la pietra e la faccia riscaldare, causando la conseguente perdita al prodotto finito della sua preziosa caratteristica di «borotalcatura». Al momento dell’immissione al consumo la «Farina di Castagne della Lunigiana» si presenta così vellutata al tatto e fine al palato con granulometria minore o uguale a 0,8 mm, di cui almeno l’80 % minore o uguale a 0,3 mm, dolce al palato con contenuto in zuccheri totali non inferiori al 20 % e con caratteristico profumo di castagne senza odore di muffe e di stantio. Il colore varia dal bianco all’avorio e l’umidità massima è del 8 %. Tutta la filiera è sottoposta a controllo ed il Comitato Promotore Farina di castagne della Lunigiana Dop, a Licciana Nardi (Ms) farinalunigiana@libero.It, http://farinadicastagnedellalunigiana.Blogspot.com/ si sta occupando da alcuni anni di valorizzare il prodotto attraverso una rete locale di punti vendita ma anche guardando oltre. Grazie a questa farina l’arte culinaria lunigianese annovera una notevole gamma di piatti a base di farina di castagne, fra cui si evidenziano il pane (pattòna e marocca), le focaccine (cian), le frittelle cotte in padella (fritei, padléti), lasagne particolari (lasagna bastarda), da accompagnare con insaccati o formaggi della zona.  
   
   
FOOD & WINE FESTIVAL MONTECARLO 2011  
 
Opportunità per le pmi enogastronomiche – il Made in Italy si presenta nel Principato di Monaco nell’ evento per la promozione e la vendita dei prodotti tipici del Made in Italy nei giorni 24-25-26 giugno 2011. E’ una rassegna internazionale delle eccellenze enogastronomiche italiane giunta alla quarta edizione. Un esclusivo luogo d’incontro tra aziende italiane, operatori internazionali e consumatori finali su un unico tema: i prodotti di qualità della “dieta mediterranea”. L’evento si terrà la settimana prima del matrimonio del Principe che sarà l’avvenimento mondano dell’anno. Quindi una visibilità mediatica eccezionale per una manifestazione collocata in una splendida location: il Fairmont Hotel. Ambiente suggestivo , simbolo nel mondo di eleganza e buon gusto, dove le aziende italiane potranno promuovere , far degustare e vendere i loro prodotti. Durante il Food & Wine Festival Montecarlo verranno assegnati i premi di merito per le realtà che si sono contraddistinte nella ricerca della qualità dei prodotti, nell’originalità del packaging, nell’innovazione nei sistemi distributivi, nell’abbinamento cultura e valori nutrizionali, nelle azioni per l’internazionalizzazione sui vari mercati, nell’utilizzo dell’arte come strumento di comunicazione del cibo. Sarà insomma una occasione per fare affari e stabilire relazioni finalizzate allo sviluppo delle pmi del Made in Italy in un contesto veramente innovativo. Anche le modalità di partecipazione sono accattivanti : tutto compreso, stand, hotel, rete di vendita, servizi post fiera, posizionamento dei prodotti presso Essentia. Trovate in allegato la presentazione dell’iniziativa. Per approfondimenti potrete contattare il dr. Luigi Cadonici (email cadonici@tin.It cell. 348/8026363)  
   
   
ARRIVA IL NUOVO E DELIZIOSO SORBETTO DI NESTLÉ PROFESSIONAL CHE RACCHIUDE L’AROMA E IL GUSTO PREGIATO DEL TÈ VERDE  
 
Il Sorbetto Tè Verde è il dolce e fresco dessert rivolto al canale Horeca, una nuova esperienza che unisce gusto e freschezza capace di soddisfare le esigenze dei palati più raffinati ed esigenti Per un dolce refrigerio dalla calura estiva e per coronare una cena o un pranzo fuori casa, Nestlè Professional, divisione di Nestlé dedicata al mercato dell’out of home nel mondo Food&beverage, offre agli operatori del settore Horeca il nuovo Nestlé Sorbetto al Tè Verde, un dessert unico perché ricco di proprietà antiossidanti, fresco, dissetante e digestivo creato con gli estratti selezionati nelle migliori piantagioni di tè del sud dell’India. Nestlé Sorbetto Tè Verde rappresenta un’assoluta novità grazie all’esclusiva ricetta preparata con vero estratto di tè verde che dà al prodotto un esclusivo senso di freschezza. Con le sue proprietà antiossidanti e il suo gusto intenso e rinfrescante, il Sorbetto al Tè Verde è un ottimo compagno per un piacevole momento all’insegna della bontà e del benessere, capace di soddisfare ancora una volta con gusto e fantasia quel desiderio di dessert fresco e dolce garantendo la qualità e la selezione delle migliori materie prime. Grazie alla comodità di preparazione in tre semplici passi, è possibile offrire il dessert ai propri clienti in qualsiasi momento della giornata: basta stemperare il contenuto di una busta in 3 litri di acqua, versare la miscela nella sorbetteria e lasciare raffreddare fino ad ottenere la cremosità desiderata. Per gustare al meglio il sorbetto, si consiglia di servirlo in flute, in coppa o nell’apposita ampolla da sorbetto che Nestlé Professional offre ai suoi clienti. Nestlé Sorbetto Tè Verde va ad arricchire la già vasta gamma di sorbetti Nestlé Professional, che parte dalla classico gusto di Nestlé Sorbetto Limone, al piacere tropicale di Nestlé Sorbetto Ananas per arrivare alla delicata variante Nestlé Sorbetto Pompelmo Rosa. Nestlé Professional racchiude in sé l’esperienza ed il successo globale di Nestlé, l’azienda leader mondiale nel settore dell’alimentazione con 480 unità produttive distribuite in oltre 86 Paesi. All’avanguardia nel campo della nutrizione, Nestlé Professional si avvale dell’impegno di oltre 3500 ricercatori di 50 nazionalità diverse in grado di fornire dati necessari per la continua realizzazione di prodotti capaci di garantire il benessere in ogni fase della vita, senza mai tralasciare il sapore, l’aroma e la qualità degli alimenti  
   
   
CONCEDITI UN MOMENTO DI PIACERE UNICO CON HAG MOMENTS  
 
Hag Moments - una pregiata selezione di caffè decaffeinato aromatizzato con morbide note di Vaniglia o Nocciola, per concedersi un momento di piacere unico e inconfondibile - è l’ultima novità della gamma Hag. Tutto il gusto della vaniglia e della nocciola uniti al piacere di un gran caffè…ogni volta che lo si desidera! Un caffè da assaporare fino all’ultimo sorso per il suo gusto ricercato e un aroma incantevole. Hag Moments nelle varianti nocciola e vaniglia è disponibile nella confezione da 250 grammi. Caffè Hag cambia look, con il restyling del pack e del logo, a partire dal prossimo maggio. La grafica delle nuove confezioni esalterà la qualità di Caffè Hag e migliorerà la visibilità a scaffale grazie ad alcuni nuovi elementi grafici che trasmettono meglio la modernità, il piacere e la qualità della marca. “Il nuovo restyling di Hag è il connubio tra elementi autorevoli e rassicuranti ed elementi emozionali legati al piacere di gustare un buon caffè. Il nuovo runner dorato che fa da base al brand conferisce al pack un’immagine distintiva, autorevole e premium all’interno della categoria di prodotto. L’ovale intorno ad Hag è stato ridisegnato in chiave moderna e dinamica, mentre è stato mantenuto inalterato il tradizionale lettering e il suo cuoricino rosso, elementi connotativi della marca” afferma Giuliana Mantovano, Marketing Manager Coffee Kraft Foods Italia. Il nuovo packaging fa parte di un piano articolato di attività volto a comunicare tutta la qualità e il piacere di Caffè Hag: una campagna tv, con i soggetti Scrittore e Cantante, partita a gennaio e che continuerà anche in primavera, una campagna outdoor nelle principali città italiane, una campagn0a radio su Radio Montecarlo e attività di social networking per rafforzare la relazione con il consumatore. Oltre agli investimenti adv per il 2011, Caffè Hag conferma gli eventi Hag Pleasure Moments, legati al mondo del cinema, della lettura e della musica, e gli investimenti sul punto vendita, in particolare sul nuovo Hag Moments Nocciola e Vaniglia, per stimolare la prova prodotto. Il restyling è stato realizzato dall’agenzia Wave Design & Communication. Caffè Hag seleziona esclusivamente chicchi di prima qualità che contengono centinaia di sostanze aromatiche. Hag estrae la caffeina grazie all´azione dell´anidride carbonica, elemento presente anche in natura. In determinate condizioni di temperatura e pressione, attraverso un processo altamente selettivo, l´anidride carbonica cattura ed estrae la caffeina dai chicchi e con essa viene eliminata completamente. Rimangono così inalterate le sostanze nobili che determinano il gusto e l´aroma del caffè. Caffè Hag guida la crescita degli ultimi anni nel segmento del caffè decaffeinato e contribuisce in modo significativo a questa crescita incrementando i propri acquirenti