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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Novembre 2009
PESCA: LA RIUNIONE DECISIVA DELLA COMMISSIONE INTERNAZIONALE PER LA CONSERVAZIONE DEI TONNIDI DELL’ATLANTICO (ICCAT)  
 
Si è aperta lo scordo sabato a Recife, in Brasile, la riunione annuale della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (Iccat: International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas). Per l’Unione europea le questioni cruciali da affrontare sono le seguenti: assicurare la ricostituzione del tonno rosso dell’Atlantico, in particolare riducendo il totale ammissibile di catture e la capacità di pesca; promuovere il rispetto delle norme dell’Iccat; adottare per tutti gli stock ittici misure adeguate basate su fondamenti scientifici. L’ue intende far sì che si presti attenzione non solo al tonno rosso, ma a tutti gli stock ittici per i quali è necessario un intervento, e che siano adottate misure di conservazione tali da garantire la sostenibilità della pesca dei vari stock. Il Consiglio dell’Ue ha conferito alla Commissione europea un mandato forte di negoziazione per conto dell’Ue nella riunione dell’Iccat di quest’anno. Joe Borg, commissario europeo per gli affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “Nonostante gli sforzi profusi dai pescatori europei e i progressi realizzati, la situazione del tonno rosso richiede un intervento più incisivo. Quest’anno l’Iccat deve affrontare la questione in modo radicale. È indispensabile seguire scrupolosamente i pareri scientifici relativi al tonno rosso e a tutti gli altri stock ittici interessati, riducendo di conseguenza i totali ammissibili di catture, e contenere efficacemente l’eccessiva capacità di pesca. Ci aspettano decisioni difficili, ma questo è il prezzo da pagare per garantire il futuro delle attività di pesca. L’ue, che occupa una posizione di primo piano nel settore, svolgerà appieno il proprio ruolo”. Per lo stock orientale di tonno rosso l’Iccat ha adottato lo scorso anno a Marrakech un piano quindicennale riveduto che prevede campagne di pesca più brevi, un programma inteso a ridurre la capacità di pesca e un pacchetto di misure di controllo senza precedenti. Tuttavia, l’ultimo parere del comitato scientifico dell’Iccat ribadisce la necessità di ridurre i totali ammissibili di catture. Inoltre, secondo quanto previsto dal piano di ricostituzione di Marrakech, nella prossima riunione dell’Iccat dovranno essere discussi e approvati i piani di gestione della capacità elaborati dai Paesi membri dell’Iccat. A Recife sarà dato seguito anche alla riunione straordinaria del comitato di applicazione dell’Iccat tenutasi lo scorso marzo a Barcellona. Per gli altri stock d’importanza cruciale, compreso il tonno obeso, il pesce spada dell’Atlantico e del Mediterraneo e il tonno bianco dell’Atlantico settentrionale, è prevista la revisione o l’elaborazione di piani di gestione pluriennali. Anche se alcuni piani hanno dato buoni risultati (come quello per il pesce spada dell’Atlantico settentrionale), alla luce degli ultimi dati scientifici sono necessari ulteriori adeguamenti. Infine è opportuno che l’esame della conformità alle norme dell’Iccat per queste specie sia effettuato con lo stesso rigore riservato agli obblighi relativi al tonno rosso. L’unione europea promuoverà l’adozione di misure di protezione ambiziose per gli squali, nel rispetto dell’impegno da essa assunto con il corrispondente piano d’azione. Quest’anno, in particolare, l’Ue presenterà proposte di misure dirette a proteggere lo smeriglio e il pesce volpe. .  
   
   
WORKSHOP SULL´ACQUACOLTURA SOSTENIBILE NELL´EUROPA MERIDIONALE  
 
Il 20 e 21 gennaio il progetto Seacase ("Sustainable extensive and semi-intensive coastal aquaculture in Southern Europe"), finanziato dall´Ue, organizza il suo workshop finale a Tavira, in Portugal. Attraverso una combinazione di relazioni e presentazioni di poster, saranno affrontate questioni relative all´acquacoltura costiera sostenibile nell´Europa del sud. Saranno trattati i seguenti temi: vivai semi-estensivi; - sistemi estensivi in stagni e lagune; - sistemi semi-intensivi; - un sistema integrato; - miglioramenti tecnici; - qualità e certificazione dei prodotti; - stato attuale dell´acquacoltura estensiva e semi-intensiva e valutazione socio-economica. Finanziato nell´ambito dell´area tematica "Politiche" del Sesto programma quadro (6° Pq), il progetto Seacase ha sviluppato strumenti per conservare la competitività, produttività, sfruttabilità e quindi sostenibilità della produzione in acquacoltura estensiva e semi-intensiva nell´Europa meridionale. Questo allo scopo di ridurre l´impatto ambientale aumentando allo stesso tempo la qualità e l´immagine pubblica dei prodotti. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Seacase. Org/workshop. Html .  
   
   
LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA SARANNO A FIRENZE CON OLTRE 1000 AGRICOLTORI L’11 NOVEMBRE L’AGRICOLTURA VIVE LA SUA CRISI PIÙ GRAVE DEGLI ULTIMI 20 ANNI: IN TOSCANA MOBILITAZIONE NAZIONALE E UNITARIA DI CIA, CONFAGRICOLTURA, LEGACOOP-AGROALIMENTARE E FEDAGRI-CONFCCOOPERATIVE  
 
L’agricoltura sta vivendo la crisi più grave degli ultimi 20 anni. La crisi, che da un anno ha investito l’economia mondiale, continua a manifestare in pieno i suoi effetti. Essi risultano particolarmente gravi per l’agricoltura, tali da mettere a rischio la sopravvivenza di molte imprese. Le imprese agricole perdono competitività sui mercati e redditi, a causa della caduta libera dei prezzi e di un contestuale aumento dei costi di produzione che rende la gestione delle imprese insostenibile. Alle difficoltà economiche si aggiungono i crescenti ostacoli che impediscono di sviluppare una valida attività imprenditoriale, sottomettendo sempre più le aziende agricole a nuovi balzelli, vincoli ed adempimenti burocratici asfissianti. Tutti i principali settori produttivi sono in ginocchio: drammatica crisi della zootecnia; la perdita di redditività del settore cerealicolo ha causato la rinuncia alle prossime semine da parte di molti produttori toscani ; verticale crollo dei prezzi di vino e olio; grave crisi del settore floricolo; preoccupanti e crescenti difficoltà anche per il settore vivaistico. A fronte di tutto questo è stata decisa e concertata una mobilitazione nazionale e unitaria dell’agricoltura che in Toscana vede insieme Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Legacoop-agroalimentare e Fedagri-confccooperative, finalizzata a far conoscere ai cittadini la gravità della crisi del settore, a chiedere che il governo e la Regione Toscana intervengano finalmente con “soldi veri” per superare l’emergenza e per concertare un’adeguata strategia di sviluppo per il futuro. In particolare verrà organizzato un doppio presidio che si svolgerà mercoledì 11 novembre, dalle 9 alle 13 a Firenze in due luoghi diversi: davanti alla sede del Consiglio Regionale, in occasione della seduta straordinaria sulla crisi economica, prevista per quel giorno (verranno allestiti anche dei gazebo dove verranno distribuiti gratuitamente prodotti locali) e un altro presidio, dove sono attesi circa 1000 agricoltori da tutta la Toscana, che si svolgerà davanti alla Prefettura e alla Provincia di Firenze per incontrare il prefetto, il Presidente della Provincia, le autorità regionali. Di fronte alla gravità della situazione, è urgente che le Istituzioni a tutti i livelli intervengano, sia adottando misure straordinarie per evitare la chiusura di migliaia di imprese agricole, sia mettendo a punto una strategia di lungo respiro che ponga le condizioni per la competitività della nostra agricoltura. L’attuale Governo si è distinto unicamente per il sostanziale azzeramento delle risorse dedicate all’agricoltura, con tagli per oltre 1 miliardo di euro nella Finanziaria 2009 e nessuna previsione di recupero di risorse per il 2010; e per la mancanza di una strategia che andasse al di là di qualche azione di tutela corporativa di gruppi di interessi, come nel caso delle quote latte. Nonostante questo, però, la nostra agricoltura può uscire dalla crisi. Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Fedagri – Confcooperative e Legacoop – Agroalimentare della Toscana hanno individuato urgenti misure per superare questo difficile momento: riconoscimento dello Stato di Crisi e sospensione dei contributi e dei mutui • ripristino dei finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro tagliati all’agricoltura • fondo per le calamità naturali • agevolazioni contributive per le aree montane e svantaggiate • riduzione del cuneo fiscale per le aree non agevolate • estensione degli aiuti agli investimenti (Tremonti ter) alle imprese individuali • risorse per la promozione dei contratti di filiera • risorse per il piano irriguo nazionale • agevolazioni per il riordino fondiario e la proprietà contadina • misure per favorire l’accesso al credito • eliminazione dell’ingiusto balzello europeo sul carburante agricolo per i serricoltori e proroga delle agevolazioni per il gasolio agricolo • monitoraggio dei prezzi dei prodotti agricoli all’origine ed al consumo; • semplificazione delle norme burocratiche che strangolano gli imprenditori Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Fedagri – Confcooperative e Legacoop – Agroalimentare della Provincia di Firenze chiedono a tutte le Istituzioni toscane, alla Regione Toscana, alla Giunta Regionale, al Consiglio Regionale, alla Provincia di Firenze e anche al Comune di Firenze l’assunzione di un forte impegno affinché vengano date risposte concrete, efficaci e tempestive alla crisi dell’economia e dell’agricoltura. Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Fedagri – Confcooperative e Legacoop – Agroalimentare della Toscana chiedono inoltre, a tutte le Istituzioni toscane interventi immediati verso il Parlamento, il Governo ed il Ministero dell’Agricoltura affinché, a partire dalla discussione della Finanziaria 2010, vengano stanziate le risorse necessarie al settore, e siano definite strategie adeguate per uscire dalla crisi e per il rilancio dell’agricoltura nel nostro paese. Le priorità già indicate nei tavoli di concertazione e le azioni necessarie prima della fine della Legislatura regionale in corso più importanti per il nostro territorio sono le seguenti: attivare gli interventi anticrisi già definiti, aggiornandoli per renderli più accessibili da parte delle imprese agricole e per abbattere il costo del denaro; rendere immediatamente operativi gli accordi recentemente stipulati con il sistema bancario, agevolando l’accesso al credito delle imprese agricole, anche tramite la garanzia e controgaranzia messe a disposizione dalla Regione Toscana; effettuare una rapida verifica delle emergenze da affrontare attivando specifici tavoli di filiera nei settori in maggiore difficoltà; accelerare tutte le istruttorie ed i pagamenti del Psr ed assicurare la copertura di tutte le domande ammissibili e non ancora finanziate del Psr (es. Mis. 112, 121, 214, 215, 311, ecc. ); sbloccare immediatamente le risorse della programmazione Leader; attivare immediatamente tutte le misure del Psr ed approvare i bandi di filiera; attivare il monitoraggio dei prezzi dei prodotti agricoli all’origine ed al consumo; garantire la regolare conduzione dell’attività agricola e forestale, oggi minacciata, dalla incontrollata presenza degli ungulati e di altre specie faunistiche; approvare in tutte le province i Piani straordinari di contenimento degli ungulati, come previsto dalla Giunta Regionale; adottare provvedimenti urgenti per il contenimento del piccione; ottenere presso l’Ue l’autorizzazione al contenimento del lupo, garantendo nel frattempo gli interventi di prevenzione e la copertura dei costi assicurativi. Richiamando le proposte già avanzate nelle scorse settimane, si ribadisce infine l’importanza dell’approvazione entro la scadenza della Legislatura, di alcuni atti normativi all’attenzione del Consiglio Regionale: la Legge sull’agriturismo • la Legge di riordino della gestione faunistica e dell’attività venatoria • la riforma di Artea. .  
   
   
TIENE L’EXPORT DEI SALUMI ITALIANI NONOSTANTE LA CRISI INTERNAZIONALE NEI PRIMI SEI MESI INVIATE OLTRE CONFINE 50 MILA TONNELLATE, PER UN VALORE DI 395 MILIONI DI EURO  
 
Milanofiori - Secondo i dati recentemente diffusi dall’Istat ed elaborati da Ass. I. Ca. (Associazione Industriali delle Carni aderente a Confindustria), l’industria della salumeria italiana nel primo semestre 2009 ha sostanzialmente mantenuto le sue posizioni nell’export nonostante la crisi internazionale. L’invio all’estero dei prodotti del settore, benché abbia registrato un lieve calo in quantità (-2,7%) ha comunque superato le 50mila tonnellate esportate, rimanendo in linea con i risultati raggiunti negli ultimi anni. Il valore delle esportazioni ha raggiunto i 395 milioni di Euro (-1,2%). “Il risultato dell’export dei salumi italiani, non soltanto è risultato migliore di quello di molti settori della industria italiana ma, cosa più significativa, si è ancora una volta confermato al di sotto della media dell’industria alimentare (-5,4% in quantità e -5,5% in valore) caratterizzata dalle medesime doti anticicliche” – ha affermato il Presidente di Ass. I. Ca, Francesco Pizzagalli. “Nel secondo trimestre l’attenuazione della già contenuta flessione registrata nel primo trimestre dell’anno e il consolidamento di alcuni trend positivi hanno confermato la capacità di reazione delle esportazioni nostro settore di fronte alle avverse condizioni congiunturali, e hanno lasciato filtrare spiragli di luce su un quadro complesso e delicato, caratterizzato da una profonda incertezza e da un generale raffreddamento degli scambi internazionali. Un fatto, questo, fondamentale perché in un periodo come quello attuale, in cui per il nostro Paese l’uscita dalla crisi appare ancora lontana e i consumi domestici si mantengono deboli, una tenuta delle esportazioni rappresenta una importante risorsa su cui poter contare” ha concluso Pizzagalli. Ottimo risultato di mortadella e bresaola. Ottima la performance della mortadella. Nel primo semestre 2009 le spedizioni di questo prodotto hanno sfiorato le 10. 600 tonnellate (+5,8%), per un valore di oltre 37,5 mln di euro (+6,2%). Decisiva per il buon risultato di questa categorie è stata,ancora una volta, la domanda dei Paesi terzi cresciuta del 21,4%. Fra i mercati extracomunitari spiccano, in particolare, gli incrementi di Croazia (+41,2% per 952 tonn. ), Libano (+14,2% per 436 tonn) e Svizzera (+7,4% per 310 tonn). Si è consolidata in questo semestre anche la ripresa delle esportazioni di Bresaola. Grazie all’ulteriore progresso messo a segno nel secondo trimestre, nel periodo gennaio- giugno le spedizioni di questo prodotto hanno superato il ragguardevole traguardo delle 1. 130 tonnellate (+13,3%) per un corrispettivo di oltre 18,7 milioni euro (+17,4%). Austria, Belgio e Giappone sugli scudi. Tengono Germania e Inghilterra. All’interno del mercato unico, tengono Germania (-1,8%) e Regno Unito (-0,8%), mentre mostra un calo la Francia (-14,6%), penalizzata soprattutto dal calo delle esportazioni dei prosciutti crudi con osso. Fra i mercati positivi, da segnalare gli invii verso l’Austria con 4. 500 tonn (+8,1%) e i 28,6 milioni di euro (+11,6%). All’incremento delle spedizioni di prosciutti crudi e speck (+3,1%) - tradizionale volano del nostro export verso questo paese - si sono aggiunti gli interessanti aumenti di salami (+22,5%) e prosciutti cotti (+17,5%) il Belgio (+12,9% in quantità), grazie ai buoni risultati di salami, mortadella e prosciutti cotti, Slovenia (+28,5%) e Malta (+18,8%). Per quanto concerne i mercati Extra Ue, nei quali si sconta il calo dell’export verso gli Usa (-15%) penalizzato dal super euro, da sottolineare la buona performance verso la Croazia. Gli invii di prodotti della nostra salumeria verso questo mercato, trainati dalle spedizioni di mortadelle, hanno infatti raggiunto, nel periodo considerato, l’importante traguardo delle 1. 670 tonn. (+12,6%) per un fatturato di oltre 4,8 milioni di euro (+1,6%). Positivi sono apparsi anche gli invii verso il Giappone (+10,8% e +7,5%) e Hong Kong (+17,4% e +8,3%). Hanno chiuso in aumento, infine, anche le spedizioni verso il Libano (+13,1% in quantità e +20,8% in valore) e si sono confermate molto dinamiche quelle verso le principali economie dell’America Latina in particolare Argentina (+107,9%. ) e Brasile (+5,7%). .  
   
   
MARCHIO VENETO “QUALITÀ CERTIFICATA”. APPROVATI MANUALE D’IDENTITÀ E REGOLAMENTO USO  
 
 Venezia - Presentato il 7 novembre il Marchio regionale “Qualità Verificata”, che certificherà ai consumatori la qualità delle produzioni venete rispondenti a precisi requisiti, definiti da disciplinari di produzione approvati dalla Giunta regionale del Veneto, pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione e controllati da organismi indipendenti. “Si tratta di fatto dell’ultimo passaggio per l’attivazione della Legge Regionale n. 12 del 2001 – ha sottolineato il vicepresidente Franco Manzato – con la quale il Veneto ha voluto tutelare e valorizzare le proprie produzioni agricole e agroalimentari ai più alti livelli. Siamo ormai alla fine di un percorso lungo e complesso, durante il quale abbiamo approvato già numerosi disciplinari per l’ortofrutta e il florovivaismo, con la collaborazione degli stessi produttori, e costruito un sistema accettato dall’Unione Europea e che potrà quindi usufruire dei finanziamenti comunitari”. “Abbiamo studiato un marchio semplice ma di grande efficacia comunicativa – ha aggiunto Manzato – identico graficamente per tutte le produzioni certificate ma di colore diverso a seconda che si tratti di prodotti ortofrutticoli (verde), carne (rosso), prodotti ittici (blu scuro) o prodotti lattiero caseari (azzurro)”. La Giunta veneta ha ora approvato il Manuale di Identità Visiva del Marchio, che appunto riproduce le caratteristiche ideografiche e cromatiche di “Qualità Verificata” e ne specifica le regole di utilizzo, e il Regolamento d’uso del marchio stesso, che definisce le condizioni generali per la concessione del marchio e le modalità d’uso, oltre alle sanzioni applicabili nei casi di violazioni. La Direzione Produzioni agroalimentari provvederà alla sottoscrizione della domanda di registrazione, al successivo deposito presso la Camera di Commercio competente per territorio e all’adozione degli atti conseguenti. Dopo di che i produttori potranno accedere al sistema di certificazione, attraverso un sistema web molto semplice in fase di messa a punto finale, e inizieranno ad arrivare sul mercato i prodotti così marchiati, per i quali il consumatore potrà avere la garanzia di qualità veneta rispondente a regole di alto profilo. “Tali prodotti, inoltre – ha concluso Manzato – potranno essere presentati sotto la copertura del “marchio ombrello”, cioè con il logo dell’ospitalità “Veneto. Tra la terra e il cielo”, con la stella colorata a sette punte affiancata dal Leone alato di San Marco”. .  
   
   
CEREALICOLTURA, CIA: È NECESSARIO DIFENDERE QUALITÀ LUCANA  
 
“Un provvedimento sbagliato e dannoso che va ad aggravare la situazione per i nostri cerealicoltori che già vivono una pesante emergenza, con prezzi in caduta libera e costi alle stelle”. Così la Cia-confederazione italiana agricoltori della Basilicata commenta la decisione della Commissione Ue di correggere al ribasso i dazi all’import di grano duro, azzerando, addirittura, quelli per le produzioni di alta qualità, proveniente da Paesi terzi. Di qui la mobilitazione decisa dall´11 al 13 novembre prossimi sul territorio regionale con un´iniziativa specifica dedicata alla cerealicoltura per rilanciare il progetto del distretto cerealicolo lucano che comprende le aree tradizionalmente a vocazione cerealicola di qualità (principalmente Materano e Alto Bradano). “E´ da tempo che la Cia lucana – riferisce una nota della Confederazione - denuncia l´arrivo sui mercati italiani di grano dal Messico e dal Canada con gli effetti della concorrenza sleale per il grano di qualità lucano. La Commissione - evidenzia la Cia - ha giustificato la riduzione dei dazi con l’aumento dei noli nei porti aumentati di 18,53 euro per tonnellata e del calo del prezzo del grano duro sul mercato Usa, passato da 125 a 121 euro la tonnellata. Siamo in presenza di una misura che bisogna assolutamente contrastare. E’, oltretutto, un provvedimento che arriva in una fase drammatica di mercato, con il grano duro che in Italia è ormai pagato al di sotto dei prezzi di produzione e con la previsione di una nuova contrazione delle semine non solo a livello nazionale, ma anche europeo. Per questa ragione chiediamo – prosegue la Cia - l’intervento immediato del Governo italiano e dello stesso Parlamento Europeo affinché svolgano un’azione incisiva per far ripristinare i dazi sul grano duro, soprattutto su quello di buona qualità. La totale eliminazione di questo dazio, infatti, umilierebbe ulteriormente i produttori che hanno investito molto in qualità e ricerca”. Considerato l’ottimo raccolto di Usa e Canada e di come il cambio euro dollaro è ultracompetitivo per i produttori nord-americani, è facilmente intuibile che - conclude la Cia - il provvedimento varato dalla Commissione di Bruxelles aprirebbe i porti europei al grano duro di buona qualità d’oltre Atlantico, con un prevedibile nuovo pesante abbassamento dei prezzi per i produttori italiani. Il che creerebbe una situazione intollerabile e le conseguenze per il frumento “made in Italy” sarebbero devastanti”. .  
   
   
FONDI FVG PER AGRICOLTURA  
 
Udine - "Non vi lasceremo soli". Lo ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, nel ribadire l´attenzione dell´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia nei confronti delle aziende agricole, durante l´incontro di ieri ad Udine, nella sede della Federazione regionale della Coldiretti, con il direttivo regionale di questa organizzazione. Assieme all´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali, Claudio Violino, il presidente ha infatti annunciato nell´occasione alla più importante organizzazione agricola del Friuli Venezia Giulia, tramite il suo direttivo e il presidente, Dario Ermacora, di voler mettere a disposizione dell´agricoltura ulteriori 3 milioni di euro nel prossimo bilancio regionale. Tondo, ha ricordato il percorso di formazione del bilancio regionale in presenza di una significativa riduzione delle entrate fiscali, che ha portato a tagli in tutti i settori eccetto quelli del lavoro e della salute. L´attuale manovra economica, come ha affermato il presidente, pur senza toni polemici ma per chiarezza nei confronti degli interlocutori e dei cittadini, si è resa indispensabile anche a causa dell´ingessatura della spesa attuata nella precedente legislatura, che rende ora impossibile alla Regione contrarre ulteriori mutui. Il presidente Tondo ha anche invitato a una riflessione la Coldiretti, e con essa gli stessi agricoltori: è ancora opportuno che nel bilancio regionale sia prevista la somma di 2,5 milioni di euro per l´avvio dell´Organismo pagatore regionale (al posto dell´Agea). Tondo si è poi soffermato sulle azioni intraprese dall´Amministrazione regionale per razionalizzare la spesa, avendo comunque attenzione a che l´attuale crisi possa costituire un´occasione per il tessuto economico regionale, ed in esso l´agricoltura, per rafforzarsi e ritornare a essere competitiva. Il presidente ha infine invitato le rappresentanze delle parti sociali del Friuli Venezia Giulia a condividere l´azione di sostegno della Regione nei confronti di settori nei quali la crisi mette in reale difficoltà numerosi nuclei familiare, come avviene anche nel mondo agricolo. L´assessore Violino ha quindi risposto dettagliatamente alle attese e alle richieste avanzate dalla Coldiretti. Riguardo al Piano di sviluppo rurale (Psr), ha affermato che occorrerà rivederne i parametri per la distribuzione degli aiuti, nonchè le procedure di accesso. Ha anche detto che entro breve saranno pagati agli aventi diritto i contributi annunciati, precisando che il prossimo bando di accesso al Psr sarà rivisto secondo i nuovi obiettivi della politica agraria, mentre ne saranno semplificate le procedure. Violino ha anche ricordato che per l´agricoltura del Friuli Venezia Giulia la Regione ha previsto di mettere a disposizione 7 milioni di euro (oltre ai 3 milioni annunciati dal presidente), dando priorità alla zootecnia. Riguardo alle difficoltà che vive al momento il mondo della cooperazione, segnatamente i settori dei caseifici, delle latterie, degli essicatoi e delle cantine sociali, Violino ha affermato che il ruolo dell´Amministrazione regionale dovrà essere quello di accompagnare il processo di ammodernamento, del quale gli attori dovranno essere gli imprenditori agricoli e gli agricoltori. Una fotografia puntuale sulla situazione del mondo rurale del Friuli Venezia Giulia, e la posizione della Coldiretti regionale, erano state espresse in precedenza dal presidente Ermacora e dal direttore Elsa Bigai. Ermacora, a conclusione dell´incontro ha auspicato una programmazione pluriennale di interventi finalizzata afavorire la ripresa dell´agricoltura del Friuli Venezia Giulia. .  
   
   
CRISI PESCHE - RABBONI CHIEDE UN "TAVOLO" CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE E PIÙ ORGANIZZAZIONE TRA I PRODUTTORI. A CESENA I LAVORI DEL VENTISEIESIMO CONVEGNO SULLA PESCHICOLTURA.  
 
 Bologna - Più collaborazione tra i Paesi produttori per prevenire i surplus produttivi; crescita della quota di produzione organizzata nazionale (oggi in Italia le Op coprono solo il 30% del comparto); accordi con la grande distribuzione. Sono queste, secondo l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, le tre questioni su cui è necessario impegnarsi per affrontare la crisi del comparto delle pesche. “Il 2009 è stato un anno terribile per questa coltura, durante il quale i nodi che affliggono il settore sono venuti al pettine – ha detto concludendo, il 6 novembre a Cesena i lavori del ventiseiesimo convegno sugli scenari della peschicoltura, organizzato dalle Camere di commercio di Forlì-cesena e di Ravenna - ora è il momento di lavorare insieme per scioglierli”. “Il mercato delle pesche è ormai unico e internazionale – ha spiegato l’Assessore – e senza accordi tra i paesi produttori il rischio di annate come questa, caratterizzata da un eccesso produttivo, è sempre incombente. ” “ Senza contare – ha sottolineato - che solo insieme potremo utilizzare al meglio gli strumenti offerti dall’Unione europea proprio per prevenire i surplus produttivi”. Per quanto riguarda la situazione in Italia, per Rabboni gran parte delle difficoltà sono legate al fatto che è troppo bassa la quota di produttori organizzati. “Il mondo agricolo non può lamentarsi della situazione e non adottare dei correttivi. Bisogna aumentare la produzione organizzata almeno del 20%. Inoltre è necessaria una cabina di regia" – ha detto. Infine Rabboni ha chiesto alla grande distribuzione un tavolo di trattativa con le organizzazioni di produttori “per arrivare a un accordo generale sulle caratteristiche qualitative del prodotto e sui prezzi minimi da garantire alle aziende agricole per coprire almeno i costi. " Un esempio in questo senso può essere rappresentato dall’Accordo promosso dalla Regione la scorsa estate. “Anche se i risultati sono stati modesti - spiega infatti Rabboni – l’accordo del luglio scorso dimostra che è possibile arrivare a un’intesa che garantisca un prezzo minimo ai produttori e che fissi un prezzo massimo per i consumatori. Chiediamo al Governo di impegnarsi in questa direzione anche sul piano nazionale”. .  
   
   
UN NUOVO MARCHIO PER I PRODOTTI AGROALIMENTARI "QUALITÀ TRENTINO" RISPONDERÀ A PRECISI DISCIPLINARI E SARÀ GARANTITO DA ORGANISMI DI CONTROLLO INDIPENDENTI  
 
 "Qualità Trentino": sarà questo il logo che distinguerà sul mercato le produzioni agroalimentari trentine, indicandone l´origine territoriale e la corrispondenza ad elevati standard di qualità certificati da organismi di controllo indipendenti ed accreditati. Il nuovo marchio, stilisticamente coerente con quello territoriale "Trentino", anch´esso sottoposto a restyling, è stato approvato ieri, su proposta dell´assessore all´agricoltura Tiziano Mellarini, dalla giunta provinciale. Titolare e soggetto gestore del nuovo marchio sarà Trentino Spa. Oggi, nella sala stampa di piazza Dante, proprio l´assessore Mellarini ha presentato il nuovo marchio "Qualità Trentino". “Con l’introduzione di un marchio di qualità per la filiera agroalimentare trentina - dichiara l’assessore Mellarini – sarà possibile perseguire un duplice obiettivo: garantire il consumatore finale rispetto alla elevata (e certificata) qualità di offerta delle produzioni territoriali e contestualmente dare ulteriore forza al progetto di marketing territoriale del Trentino valorizzando l´intera filiera agroalimentare provinciale attraverso la promozione di un brand in grado di evocare il nostro territorio e di trasmettere qualità, genuinità e distintività nel vivere e nel produrre”. “Il marchio di qualità – aggiunge Mellarini - rappresenterà un importante biglietto da visita per le produzioni trentine oltre che un nuovo strumento operativo per una efficace promozione commerciale e territoriale in ambito nazionale e internazionale. La soluzione per garantire la competitività delle produzioni agricole e agroalimentari trentine è quella di continuare a puntare nella loro qualificazione e valorizzazione: il marchio di qualità approvato il 7 novembre dalla Giunta rappresenta un ulteriore passo in avanti in tale direzione". Qui di seguito una scheda tecnica che riassume gli obiettivi e le modalità di applicazione e controllo del nuovo marchio di qualità: Finalità del marchio - La creazione di un marchio di qualità con indicazione di origine si lega alla opportunità di sviluppare ulteriormente il progetto di marketing territoriale della Provincia nonché di assicurare la riconoscibilità dei prodotti agroalimentari territoriali ad elevato standard di qualità nelle relative attività di distribuzione, commercializzazione e vendita. Il marchio di qualità con indicazione di origine si prefigge in primo luogo di comunicare e identificare la qualità del prodotto agroalimentare territoriale secondo criteri noti, oggettivi e selettivi e, in secondo luogo, di specificare l’origine del medesimo. Il marchio di qualità si prefigge in particolare tre scopi: ottenere e assicurare un elevato livello qualitativo per i prodotti agricoli e alimentari; portare a conoscenza del consumatore, attraverso azioni informative e pubblicitarie, l´elevato livello qualitativo, i relativi criteri e le caratteristiche qualitative; promuovere e sostenere il marketing commerciale e la vendita di tali prodotti. Ambito di applicazione - Esso può essere apposto sui prodotti e sulle categorie di prodotti che rispondono a determinati requisiti qualitativi nonché sui seguenti prodotti classificati e disciplinati dalle relative normative comunitarie: prodotti tradizionali; i prodotti a cui è stata riconosciuta la denominazione di origine protetta (Dop) e i prodotti a cui è stata riconosciuta l’indicazione di origine protetta (Igp); prodotti contraddistinti dalla specialità tradizionale garantita (Stg); i vini di qualità; i prodotti di produzione biologica. In particolare, il marchio può essere apposto sui prodotti soggetti a tutela di origine previa verifica del loro legame con il territorio in base alla procedura prevista dai punti successivi. Titolarità, utilizzatori ed esclusività del marchio La società Trentino s. P. A. È titolare e soggetto gestore del marchio nonché delle attività connesse alla sua diffusione e tutela. Il marchio costituisce, nella sua declinazione settoriale legata alle produzioni agroalimentari, l’unico ed esclusivo segno di identificazione della qualità dei prodotti territoriali in qualsiasi attività di tipo promozionale, comunicazionale e commerciale, da parte della Provincia autonoma di Trento e dei relativi enti funzionali, nonché le società a prevalente partecipazione provinciale; degli enti pubblici della provincia di Trento; delle organizzazioni dei produttori e i singoli produttori che intendono utilizzare il riferimento al marchio per le proprie attività promozionali, di comunicazione e commercializzazione. Commissione tecnica e disciplinare - L’indicazione delle tipologie/famiglie di prodotti sui quali è possibile apporre il marchio è proposta, previa consultazione con il soggetto gestore del marchio e le strutture provinciali competenti, dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento all’interno delle “Linee di indirizzo per la promozione dei prodotti del Trentino”. La Giunta provinciale nomina una commissione tecnica composta da esperti e tecnici di settore in numero non superiore a tre componenti, di cui due su proposta del Dipartimento provinciale competente in materia di agricoltura ed uno su proposta della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento che hanno il compito di predisporre sia il disciplinare relativo ai prodotti/famiglie di prodotti autorizzati ad utilizzare il marchio, sia i modelli di contratto per la concessione della licenza d’uso del marchio stesso. I prodotti ed i relativi disciplinari dovranno rispondere a criteri o a norme nettamente più rigorosi e specifici di quelli istituiti dalla relativa legislazione comunitaria o nazionale. Certificazione e controllo della qualità - La qualità dei prodotti agricoli e alimentari è garantita attraverso un programma aperto di controllo della qualità. I controlli sono eseguiti da un organismo indipendente ed accreditato, abilitato dalla Provincia autonoma di Trento ad eseguire i controlli secondo le vigenti norme e sulla base del Piano controlli elaborato dall’organismo indipendente positivamente valutato dal Comitato strategico per la qualità. Comitato Strategico per la qualità - Composto dall’assessore all’agricoltura, un rappresentante del Dipartimento agricoltura, un rappresentante del Dipartimento promozione, uno di Trentino Spa e uno della Camera di commercio di Trento. Questi i compiti del comitato: - predispone i prerequisiti del marchio per i diversi settori; supervisiona e coordina le principali attività legate alla adesione dei produttori al marchio e a tutte le fasi di attuazione delle procedure di introduzione e attuazione del marchio; - orienta le strategie di gestione del marchio e cura il coordinamento con le linee strategiche del marketing territoriale; - esprime, su richiesta, pareri sulle domande di utilizzo del marchio di qualità con indicazione di origine; esprime pareri alla Giunta provinciale sui disciplinari recanti i criteri qualitativi e di origine validi per le varie categorie di prodotti; - esamina i modelli di contratto per l´uso del marchio. Procedure per il rilascio e il mantenimento del marchio - Il marchio si ottiene previa apposita domanda e successivamente all’espletamento del piano controlli che prevedere il rilascio da parte del soggetto certificatore di apposito certificato di conformità comprovante il rispetto delle norme contenute nello specifico disciplinare di produzione. Sono previste verifiche annuali e a non osservanza da parte dei licenziatari comportano la possibilità per il soggetto gestore di intervenire in qualsiasi momento al fine di ripristinare il corretto uso del marchio. Il sistema delle penalizzazioni si basa su due livelli secondo la gravità dell’inadempienza: sospensione della concessione del marchio e revoca della concessione del marchio. .  
   
   
CCIAA POTENZA: AZIONE DI INCOMING PER PMI AGROALIMENTARI  
 
Nell’ambito del programma di promozione internazionale delle imprese agroalimentari della provincia, la Camera di Commercio di Potenza, attraverso la sua Azienda Speciale Forim, organizza la partecipazione all’azione di incoming del sistema camerale nazionale, in tema agroalimentare, dall’area scandinava e dall’area baltica. L’iniziativa, rientrante nella quarta annualità del progetto “Sapori d’Italia nel mondo”, intende sostenere le imprese locali operanti nel settore agroalimentare, favorendo nuove opportunità di business con Paesi esteri emergenti e fortemente interessati alle produzioni tipiche dell’agrofood italiano. I Paesi coinvolti nell’iniziativa sono quelli appartenenti alle regioni europee della Scandinavia e delle Repubbliche Baltiche (Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia, Lettonia, Estonia e Lituania) dalle quali verranno selezionate delle delegazioni di operatori e buyers interessati ai prodotti agroalimentari e vitivinicoli del territorio locale. Gli operatori esteri selezionati saranno tutti ospitati a Roma, nel periodo compreso tra il 31 gennaio ed il 4 febbraio 2010, presso una struttura ricettiva adeguata, dove saranno organizzati incontri one-to-one, con agende personalizzate e preventivamente condivise con le aziende selezionate. Nell’ambito dell’iniziativa si prevede anche l’organizzazione di visite guidate presso le aziende, nella loro sede sul territorio, previa manifestazione d’interesse da parte degli operatori esteri. Le aziende possono manifestare interesse alla partecipazione inviando, entro e non oltre il prossimo 25 novembre 2009, esclusivamente via email all’indirizzo vincenzo. Delicio@pz. Camcom. It, la scheda di adesione scaricabile dai siti www. Pz. Camcom. It e www. Forimpz. It. Bas 02Ulteriori informazioni allo 0971/ 411357. .  
   
   
CAMPANIA: PERSONALE COMUNITÀ MONTANE, CONTRIBUTO UNA TANTUM DI 6 MILIONI E 300 MILA EURO PER RIDETERMINAZIONE PIANTE ORGANICHE  
 
 La Giunta regionale della Campania, su proposta del vicepresidente con delega alle Autonomie locali Antonio Valiante e dell´assessore al Bilancio Mariano D´antonio ha approvato il 6 novembre una delibera con cui stanzia un contributo una tantum di 6 milioni e 300 mila euro a favore delle comunità montane per la rideterminazione delle piante organiche. Lo stanziamento è di 1 milione e 800 mila euro per il 2009 e di 4 milioni e mezzo per il 2010. Con questo provvedimento, la Regione Campania interviene a sostegno delle comunità montane a seguito della crisi finanziaria che ha colpito gli enti dopo i tagli operati dallo Stato sulla contribuzione erariale nel biennio 2007-2008. Con la Finanziaria 2008 venne deciso un riordino delle comunità con una sostanziale riduzione del numero di amministrazioni e dei comuni partecipanti. La Regione Campania, in attuazione della norma nazionale, approvò il nuovo ordinamento, con l’individuazione degli ambiti territoriali, e affidò alle comunità il compito di rideterminare il personale sulla base delle funzioni effettivamente esercitate. "Ci siamo fatti carico come Regione - ha detto il vicepresidente Antonio Valiante - di intervenire per far sì che le comunità montane possano coprire i costi per il collocamento in disponibilità del personale in esubero, nell’attesa di una loro ricollocazione. Realizziamo questo ulteriore sforzo proseguendo sulla strada delle iniziative messe in campo in questi mesi a tutela dei lavoratori colpiti dalla crisi e dai tagli dello Stato". "Al fine di venire incontro alle attese delle comunità - ha aggiunto l’assessore D´antonio - abbiamo proceduto ad un prelievo dal Fondo di riserva per le spese impreviste per l’esercizio 2009. Proporremo al Consiglio di inserire nell´esercizio ordinario 2010 l´altra parte della somma stanziata". .  
   
   
SEMINARIO SULLA BIOMASSA ED EVENTO DI MEDIAZIONE  
 
 Il 26 novembre la rete Een (Enterprise Europe Network) terrà un seminario sulla biomassa ed un evento di mediazione a Liblice, nella Repubblica ceca. Il seminario fornirà informazioni sulla legislazione ceca relativa al tema e le possibilità di finanziamento da fondi nazionali ed europei e da capitali di rischio. Introdurrà altresì nuove tecnologie per la trasformazione di biomassa in energia e affronterà le sfide specifiche della produzione di biogas nella Repubblica ceca. Le aziende partecipanti avranno l´opportunità di presentare il loro materiale e parlare con i rappresentanti di altre aziende. Il workshop è organizzato come evento satellite della mostra mercato Aquaterm, che si svolgerà a Praga nello stesso periodo. Http://www. Enterprise-europe-network. Ec. Europa. Eu/public/calendar/viewdetails. Cfm?eventid=2172&type=future .  
   
   
CONFERENZA SERVZIO PER EX ZUCCHERIFICIIO A FINE ANNO SCADE CASSA INTEGRAZIONE PER LE 80 MASTRANZE  
 
Pescara - L´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, ha indetto per le 11. 30 di oggi , a Pescara, nella sede dell´assessorato in via Catullo, una conferenza di servizi in relazione alla problematica della riconversione agroindustriale della filiera bieticolo-saccarifera della Marsica ed in particolare dell´ex zuccherificio di Celano. Alla conferenza di servizi di domani sono stati invitati i tre direttori regionali di Coldiretti, Cia e Confagricoltura, il sindaco del Comune di Avezzano, il Commissario del Comune di Celano, il presidente della Provincia dell´Aquila, il commissario del Nucleo industriale di Avezzano, le organizzazioni sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e la proprietà Powercrop. "Il prossimo 31 dicembre - ricorda l´assessore Febbo - scadrà la cassa integrazione per il personale dell´ex zuccherificio ed è per questo che occorre intervenire al più presto per riconvertire le circa ottanta maestranze interessate da un accordo che, ormai, risale all´agosto di due anni fa. Ma da quella data - ha continuato Febbo - nessun passo in avanti è stato compiuto". L´intesa, siglata il 2 agosto 2007 a Roma presso il Ministero delle Politiche agricole tra Regione Abruzzo, Provincia dell? Aquila, comune di Celano, organizzazioni sindacali e le aziende Eridania Sadam e Powercrop, prevedeva la realizzazione di una centrale per biomasse ed un nuovo impianto per la valorizzazione e la trasformazione degli ortaggi tipici del Fucino. Il progetto in questione prevede l´impiego di 25 unità lavorative nella centrale biomasse, di 5 lavoratori nel parco biomasse e di 47 maestranze nella centrale di trasformazione orticola. L´impianto di generazione elettrica a ciclo combinato cogenerato, per un investimento complessivo di 92 milioni di euro, è destinato a sviluppare circa 30 Mwe di potenza, di cui 26,7 cedibili alla rete elettrica, e verrebbe alimentato in parte da colture agricole destinate alla produzione di cellulosa ed in parte dalle gestioni forestali. "A fronte di questo impegno, - ha proseguito l´assessore all´Agricoltura - come contropartita nei confronti del settore agricolo, sarebbero stoccate circa 30 mila tonnellate annue di prodotti orticoli". In particolare, l´impianto di trasformazione di prodotti orticoli consentirebbe di ritirare e collocare, alle condizioni di mercato, 20 mila tonnellate di patate e 10 mila di carote. .  
   
   
AGRICOLTURA FVG: LATTIERO-CASEARIO DI QUALITA´´  
 
 Gemona del Friuli - Non poteva non essere imperniato sulle problematiche che anche le aziende zootecniche vivono in conseguenza della crisi, l´intervento dell´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali, Claudio Violino, al Convegno del 7 novembre organizzato a Gemona, nell´ex Chiesa di San Michele, dall´Associazione regionale allevatori (Ara Fvg), nell´ambito della manifestazione ´Formaggio e dintorni´, sul tema ´Soltanto da ottimo latte grandi formaggi´. Un tema che è stato sviluppato da tecnici del settore, i quali hanno trattato esaurientemente le tematiche strutturali, igienico-sanitarie, agroalimentari, merceologiche, normative, di mercato, del comparto lattiero caseario. Ne è emerso un quadro di carattere scientifico estremamente attendibile, che ha dimostrato come il sistema latte del Friuli Venezia Giulia sia in grado di offrire un prodotto di alta qualità, destinato alla realizzazione di formaggi di pregio elevato, che sono un elemento importante per affrontare la crisi con strumenti adeguati, che puntano ad un´offerta di qualità che possa far passare in secondo piano il sottodimensionamento delle aziende agricole, anche di quelle zootecniche del Friuli Venezia Giulia. Serve però, secondo Luca Vadori, presidente dell´Ara Fvg, creare un sistema che possa mettere in rete anche i caseifici delle zone disagiate, come la fascia pedemontana, la montagna e il Carso. Affinchè sia possibile conferire il latte, anche quello più pregiato, ai caseifici per la lavorazione. Uno degli elementi principali per un latte di alta qualità, infatti, assieme al benessere dei capi di bestiame specialmente nella fase della mungitura e all´igiene, è rappresentato dall´alimentazione. Presenti al convegno il sindaco di Gemona, Gabriele Marini, e il consigliere regionale, Enore Picco, Violino, dopo il dibattito, ha ribadito la volontà della Regione di assicurare priorità all´agricoltura e in particolare alla zootecnia, con l´obiettivo di ridurre gli effetti della crisi. Una crisi che per effetto delle mancate entrate fiscali si traduce in tagli a tutti i settori operativi dell´Amministrazione e a fronte della quale, Violino ha ribadito la disponibilità del Fondo di rotazione, rivolto a ridurre gli oneri dei mutui e dei prestiti contratti dagli operatori agricoli. Inoltre, altri finanziamenti saranno reperiti dalla Pac, rivolti prevalentemente alla zootecnia. Secondo l´assessore infatti, l´obiettivo della Regione nel settore è quello di accompagnare al di là di questo periodo di criticità almeno mille aziende agricole. Assicurando maggiore attenzione a quelle zootecniche, a quelle non sottodimensionate, a quelle che consentono di gestire il territorio. Le aziende zootecniche infatti, secondo Violino innanzitutto non sono gestite ´part time´. Dunque i loro titolari sono impegnati a tempo pieno sul territorio. Un territorio che anche la presenza dei capi di bestiame consente di mantenere, conservare e valorizzare. Un ulteriore priorità sarà assegnata alle stalle che allevano bestiame da latte, magari della razza tipica friulana che è la Pezzata Rossa. Ma anche da parte degli allevatori occorre giunga un segnale forte di collaborazione lungo il percorso di una riforma del settore che dovrà portare alla ristrutturazione dello stesso, rendendolo capace di fare massa critica, grazie alla qualità e alla radicazione sul territorio, nei confronti dei mercati globali. Occorre infatti che la zootecnica del Friuli Venezia Giulia, che ha già dimostrato di essere all´avanguardia in Italia provvedendo alla razionalizzazione dell´Ara, prima suddivisa in quattro sezioni provinciali, ora di livello unicamente regionale, affronti la crisi con la consapevolezza reale dell´obiettivo della qualità da perseguire ulteriormente per fare sì che anche la zootecnia, in particolare i suoi prodotti lattiero caseari, siano un ulteriore biglietto da visita dell´agroalimentare regionale. .  
   
   
AGRICOLTURA BASILICATA, CIA: PESANTI CALI PER ANNATA AGRARIA 2009  
 
L’annata agraria 2009 si chiuderà in Basilicata con cali del 7,4 per cento della produzione lorda vendibile agricola e del 3,5 per cento del reddito medio aziendale; le giornate lavorative in meno in agricoltura si attesteranno intorno alle 120mila e 2. 000 addetti in meno. Sono questi i dati forniti oggi dalla Cia-confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata in un incontro nel quale sono state presentate le iniziative di mobilitazione generale del mondo agricolo lucano. Il presidente Donato Distefano – che ha tenuto la conferenza stampa insieme al vice presidente Paolo Carbone e i dirigenti di settore Giuseppe Labanca (ortofrutta), Luigi Zuccale (zootecnia), Antonio Nisi (cerealicoltura) e Luciano Sileo – ha sottolineato che “le previsioni per il 2010, se non interverranno misure di emergenza, sono della cancellazione di circa 2. 500 aziende agricole e zootecniche, con 40 mila ettari in meno investiti a cereali, il 13 per cento in meno del patrimonio zootecnico ovino, il 21 per cento in meno del patrimonio suino, l’8 per cento di vacche da latte. Tutto ciò mentre i costi per servizi e forniture irrigue in un anno hanno subito un aumento del 50 per cento. “Il provvedimento sullo stato di crisi annunciato dall’assessore regionale all’Agricoltura – ha detto Distefano - è inadeguato a fronteggiare l’emergenza perché non mette in campo strumenti, risorse finanziarie in grado di favorire la ripresa. Per questo insieme ai momenti di protesta e di proposta, intendiamo rilanciare la concertazione attraverso il Tavolo Verde e quello della filiera agro-alimentare”. .  
   
   
BASILICATA: NESSUNA GUERRA TRA ALLEVATORI, SOLO SPECULAZIONI  
 
E’ amaro constatare come continui l’opera di attacco e denigrazione dell’Apa di Potenza da parte di personaggi che non riescono a metabolizzare l’esito, per loro negativo, delle elezioni di rinnovo delle cariche associative del febbraio scorso. E’ accaduto, ancora, nei giorni scorsi quando nel corso di una conferenza stampa, falsando la realtà dei fatti si è cercato di passare per vittime nel mentre si è, invece, artefici di azioni a danno dell’Apa e tese a dividere e ad inquinare colpevolmente il mondo laborioso degli allevatori. La precisazione è del presidente Palmino Ferramosca, il quale ripercorre i fatti all’origine della polemica: “L’assemblea ordinaria dell’Apa di Potenza il 28 ottobre scorso, con voto segreto (125 a favore e solo 5 contrari) espresso alla presenza di un notaio, ha deliberato l’espulsione di 19 soci (non 30 o 40 come è stato falsamente detto) per avere promosso ed aderito ad una nuova associazione avente finalità concorrenziali. Dei 19 soci espulsi, 6 appartengono a 2 aziende. Tutto è avvenuto nel rigoroso rispetto delle norme statutarie, nessun atto d’imperio. Infatti, non appena all’Apa di Potenza si è appreso che presso lo studio del notaio Zotta di Rionero in Vulture, il 28 aprile 2009, un gruppo di suoi soci aveva costituito l’Ala (associazione lucana allevatori) con statuto identico al proprio e, quindi, con evidenti scopi concorrenti, li si è immediatamente invitati (a mezzo apposita lettera raccomandata) entro trenta giorni a chiarire la propria posizione. E’ proprio lo statuto dell’Apa, infatti, che all’art. 13 stabilisce chiaramente per i soci il divieto di “appartenenza o partecipazione a Organismi ed Enti i cui scopi sociali o la cui attività siano in concorrenza o in contrasto con quelli dell’associazione”. Di fronte alla pretesa di questi soggetti a voler mantenere una sorta di “doppia adesione” è stata consequenziale e d’obbligo la decisione della loro espulsione da parte della assemblea dei soci, nei modi e nelle forme democratiche prima ricordate. Tutto qui, nessuna fantasiosa volontà depuratoria di chicchessia. D’altronde è proprio nella stessa conferenza stampa che costoro confermano le proprie intenzioni presentando Ala come organismo alternativo anche sotto il profilo dell’assistenza tecnica. E’ poi assai singolare l’atteggiamento contraddittorio di questi personaggi che solo sino a qualche mese fa hanno avuto responsabilità diretta nella gestione dell’Apa di Potenza. All’improvviso scoprono l’esistenza di una situazione di morosità che riguarda taluni soci, quando questa è notoriamente una eredità proprio della loro gestione. All’improvviso, poi, parlano denigratoriamente di “un programma di assistenza tecnica fermo a 30 anni fa” quando solo fino a qualche mese fa tutto ciò era ritenuto all’avanguardia, tant’è che lo avallavano in quanto dirigenti, vi aderivano e ne usufruivano presso le proprie aziende. Di tali servizi, pur essendo stati espulsi da soci, ne usufruiscono potranno continuare ad usufruire anche da non soci. Sarebbe poi ad indagare la ragione della reiterata dimenticanza di costoro ad aggiungere la Copagri che, oltre a Coldiretti e Cia, è nell’elenco delle organizzazioni professionali presenti nell’Apa di Potenza. E’ stato poi detto, quasi fosse una iattura per la comunità lucana, che “oggi non c’è la possibilità di scegliere le professionalità perché si impongono solo tecnici della regione”. E’ vero, ma ciò discende da una precisa norma della regione (che noi oltretutto riteniamo giusta perché valorizza le professionalità lucane e tutela la loro occupazione) in base alla quale l’Apa è tenuta a convenzionare preferibilmente tecnici iscritti agli ordini professionali di Matera e Potenza. Per quanto riguarda, invece, la presunta “blindatura degli statuti con voto per socio e non per valenza economica delle imprese” aderenti, ricordiamo a tutti che l’Apa non è una Spa, bensì un organismo di rappresentanza , di tutela ed al servizio degli allevatori, per cui non si conta per peso economico ma in quanto singola azienda. Infine, un’ultima doverosa precisazione in merito alle critiche rivolte nella stessa sede al marchio nazionale “Italialleva” e alla affermazione in base alla quale l’Apa avrebbe “finalità tecniche e non competenze di marketing e promozione”. A tal proposito ricordiamo che il marchio “Italialleva”, senza costi aggiuntivi, certifica l’origine e quindi la qualità dei prodotti delle nostre aziende. Esso è il momento di sintesi di tutte le attività istituzionali dell’Apa: miglioramento genetico, controllo delle produzioni e di assistenza tecnica. Esso costituisce, quindi, un notevole valore aggiunto a vantaggio degli allevatori e dei consumatori. Non a caso esso è stato voluto dal Ministero per le politiche agricole. Quindi, l’azione dell’Apa tesa alla valorizzazione della produzione dei nostri allevatori è non solo assolutamente lecita, ma necessaria. Soprattutto se svolta, come accade in Basilicata, in pieno accordo con autorità regionali particolarmente sensibili a tali problematiche”. .  
   
   
PUGLIA: TAVOLO CRISI AGRICOLTURA. PIENA CONVERGENZA SU RICHIESTE AL GOVERNO  
 
Piena convergenza sui provvedimenti immediati da chiedere al governo nazionale e sulla linea politica per tamponare la crisi. E’ quanto emerso dal tavolo istituzionale sulla crisi in agricoltura convocato con urgenza dall’assessore Dario Stefàno ed al quale hanno partecipato le associazioni di categoria e sindacali del comparto agricolo pugliese, il sindaco di Torremaggiore, in rappresentanza di tutti i sindaci della Capitanata interessati dalle iniziative di mobilitazione e alcuni rappresentanti del comitati spontanei di protesta del Foggiano. Un tavolo voluto per fare il punto sullo stato della congiuntura critica del sistema agricolo, rivelato tra l’altro anche dalla mobilitazione spontanea degli agricoltori “a cui – dichiara l’assessore Stefàno - prestiamo l’attenzione che merita e a cui guardiamo con il massimo rispetto, sia perché ne condividiamo totalmente le rivendicazioni, sia perché sono le stesse richieste che abbiamo più volte presentato al Governo nazionale e che, purtroppo finora, non hanno attenuto risposta”. Una riunione intensa, quella di stamane, e molto apprezzata dalle associazioni di categoria, sindacali, dai rappresentanti dei comitati spontanei e dai sindaci del Foggiano investiti dalla mobilitazione in atto presenti, che hanno condiviso la linea politica presentata da Stefàno. “La nostra linea politica – ha spiegato l’assessore - è quella di non isolare la protesta della Puglia, ma di condividerla in una rivendicazione di livello nazionale con tutte le altre Regioni. Poiché è una crisi italiana, nella quale certamente la Puglia sconta delle criticità importanti a causa delle caratteristiche proprie del suo sistema agricolo. È necessario che il governo nazionale affidi al tema agricolo la rilevanza e la centralità che merita”. “L’orizzonte che ci deve muovere – ha aggiunto Stefàno – è l’amplificazione delle possibilità di successo in relazione alle misure urgenti da attuare: moratoria Inps, sia come provvedimento tampone che come opportunità per rivedere i meccanismi che regolano la contribuzione in agricoltura; sospensione immediata dei procedimenti esecutivi; rifinanziamento del Fondo di Solidarietà; piano di interventi straordinario per l’accesso al credito e per il consolidamento delle passività”. “Nel corso dell’ultima Conferenza Stato-regioni, attraverso il Presidente Vasco Errani – ha proseguito Stefàno – in qualità di coordinatore nazionale della Commissione Agricoltura ho chiesto un incontro, prospettatomi per mercoledì 11 novembre, con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, con il Ministro alle Politiche Agricole Luca Zaia e con il Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, per reiterare la richiesta degli interventi e perché il Governo assuma come elemento prioritario il sistema agricolo nazionale attribuendo ad esso lo stessa importanza strategica dell’industria automobilistica”. “La Regione Puglia – ha aggiunto l’assessore Stefàno – non è rimasta a guardare. Nel bilancio 2010 attiveremo il fondo per l’accesso al de minimis ed estenderemo con nuove risorse il fondo sull’olivicoltura anche al settore vitivinicolo. Nella prossima settimana, intanto, avvieremo un tavolo di coordinamento con gli organi preposti al controllo delle merci e di prodotti con l’obiettivo di istituire una Cabina di regia che organizzi in maniera puntuale verifiche doganali e accertamenti sulla qualità”. “Ai comitati di lotta – conclude Stefàno – chiedo di mantenere alto il profilo della protesta senza sconfinare in atti offensivi, sia per non consentirne la strumentalizzazione politica, ma soprattutto perché possa rendere più forti, incisive e ricche le nostre rivendicazioni presso il Governo”. .  
   
   
CRISI DELL’AGRICOLTURA PUGLIA, SUBITO UN TAVOLO PER MISURE STRAORDINARIE  
 
Di seguito un intervento di Stefàno del 6 novembre: “Dal governo centrale serve un piano strategico. Non c’è più tempo da perdere” “Le mobilitazioni del sistema agricolo si moltiplicano, ma il governo nazionale continua a restare inerte. Eppure, non c’è più tempo da perdere”. Così l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno, preoccupato per la situazione pugliese. “Sono vicino agli agricoltori pugliesi in stato di mobilitazione – prosegue - e sono al loro fianco affinché la loro voce sia ancora più forte e giunga nei luoghi veri della decisione. Ossia Roma e Bruxelles. Una solidarietà che nasce dalla grande preoccupazione per la grave crisi che sta investendo il sistema agricolo e per gli effetti devastanti su imprese, famiglie e lavoratori. Una crisi che ha prodotto un momento difficilissimo per la nostra agricoltura, inedito per le forme di concorrenza e complicato per le strategie da adottare in una economia globalizzata ma senza regole, in cui la pirateria agroalimentare ha provocato danni rilevanti”. “Una solidarietà che nasce, però – aggiunge - anche dalla consapevolezza che la sopravvivenza del sistema agricolo pugliese è indispensabile per la tenuta dell’intero sistema economico regionale. Per questo mi metterò a capo delle iniziative che dalla Puglia intenderanno muoversi verso Roma e Bruxelles”. “Una solidarietà –continua - non solo ideale, ma fatta di azioni reali: nelle prossime ore, infatti, riconvocherò un tavolo con tutte le organizzazioni sindacali e di categoria per valutare insieme ogni possibile iniziativa straordinaria da sottoporre alla adozione del governo regionale, compresa la eventuale dichiarazione della stato di crisi, con l’obiettivo di intensificare la pressione rivolta al governo nazionale, che ancora non appare sufficientemente attento a dare risposte. Inoltre, sua mia iniziativa e grazie alla disponibilità del Presidente della Conferenza Stato-regioni Vasco Errani è in programma nei prossimi giorni un incontro con il sottosegretario Gianni Letta ed il governo nazionale”. “Questo perché – sottolinea Stefàno - la Puglia vuole essere - ed è - in prima fila per difendere la dignità del proprio sistema agricolo, anche attraverso azioni politiche capaci di mobilitare l’intero sistema delle Regioni nei luoghi delle decisioni, con l’obiettivo di ottenere dal governo nazionale quello che da soli non possiamo fare”. “È una battaglia, questa, - aggiunge - che già da tempo stiamo conducendo verso il ministro Zaia ed il governo centrale affinché si dia soluzione con estrema urgenza ad alcune priorità, che non sono più procrastinabili. Le primissime: la moratoria per i pagamenti Inps e per le azioni esecutive in danno delle aziende agricole, propedeutiche ad una riforma del sistema; il finanziamento del Fondo di solidarietà necessario a dare risposta ai danni provocati dalle calamità e le misure di sostegno all’accesso al credito ed al consolidamento delle passività a breve”. “Una battaglia - conclude - che mi vedrà personalmente impegnato affinché già nella prossima Finanziaria ci siano segnali di attenzione concreta verso la soluzione delle problematiche che stiamo vivendo. È necessario che il governo centrale, così come hanno fatto altri governi europei, predisponga un piano straordinario che recuperi centralità al tema dell’agricoltura, assumendolo come obiettivo strategico. Noi, insieme agli agricoltori pugliesi, non ci arrendiamo facilmente. E siamo determinati a rendere ancora più incisiva la nostra azione”. .  
   
   
NASCE LA FILIERA CORTA DELLE AGRIENERGIE PRODURRÀ REDDITO PER GLI AGRICOLTORI E RISPARMI FINO AL 50% PER GLI UTENTI  
 
Produce reddito per gli agricoltori (in Toscana se ne possono produrre quantitativi del valore di 800 milioni di euro) e risparmio per i consumatori (fino al 50-60% in meno rispetto a impianti che utilizzano gpl o gasolio). Il tutto con la possibilità di usufruire di sostegni pubblici consistenti (fino al 60% del costo di realizzazione degli impianti) e con un bassissimo impatto ambientale. Sono queste le credenziali con cui si presenta il progetto “Energia vicina” con cui in Toscana si punta a far decollare la nascita di filiere corte per la produzione e la commercializzazione di agrienergie, utilizzando i residui della lavorazioni forestali e delle potature o anche, in parte, colture dedicate, come il pioppo, per produrre in loco energia termica e elettrica. L 6 novembre, ad Arezzo, in occasione della prima giornata della fiera nazionale “Agrienergie”, in programma sino a domenica al Centro Affari, si è sancito ufficialmente il passaggio dalla fase di sperimentazione a quello di lancio produttivo di questo settore. “In pochi anni in gran parte delle aree rurali della Toscana ci si riscalderà utilizzando i residui dei diradamenti nel bosco vicino casa, o delle potature di vigne e oliveti delle campagne circostanti: questo è l’obiettivo e la sfida che abbiamo davanti” ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, direttrice dell’Arsia, l’agenzia per l’innovazione in campo agricolo e forestale che ha seguito molti dei progetti innovativi della Regione in questo ambito. “L’attività di sperimentazione e di ricerca svolta in questi anni specie attraverso il varo di alcuni impianti-pilota e anche le innovazioni tecnologiche negli impianti di cui, qui alla fiera troviamo prove evidenti - ha aggiunto - ci offre l’opportunità di dire che siamo, finalmente, al punto di svolta. Ed è una svolta che sta facendo già i primi passi concreti: sono in funzione o in fase di completamento in Toscana una cinquantina di impianti che di qui al 2010 ci permetteranno di riscaldare mille appartamenti. In pochi anni si potrebbe arrivare al risultato ipotizzato in uno studio che abbiamo illustrato oggi: e cioè alla produzione di un quantitativo di energia prodotta pari a 350 Megawatt elettrici cioè con un valore sul mercato di 800 milioni di euro. Se utilizzata come termica questa energia permetterebbe di riscaldare fino a 50. 000 appartamenti, quindi una bella parte delle nostre aree rurali. Il combustibile necessario a ottenere simili risultati è attualmente disperso tra i campi e i boschi della Toscana. Sono materiali legnosi di scarto, residui dei diradamenti forestali, sono ciò che resta delle potature: oggi materiale inutilizzato, spesso bruciato in loco. La tecnologia sviluppata in questi ultimi anni può permettere all’agricoltore di raccogliere questo materiale disperso, di renderlo adatto a una combustione automatizzata, di immetterlo nel ciclo termico con impianti a altissima resa (sino a oltre il 90%), quindi senza alcuna dispersione, e quando possibile, di utilizzarlo per alimentare altri impianti nella stessa area, magari per riscaldare un vicino borgo rurale. L’imprenditore che si avventura in questo percorso ha il pieno sostegno pubblico: la Regione attraverso il piano di investimenti e il piano di sviluppo rurale contribuisce all’acquisto di macchinari e di impianti con quote che vanno dal 40 al 60% del costo. E un guadagno consistente è previsto anche per l’utente finale: una bolletta dimezzata rispetto a quella pagata per l’impianto Gpl e gasolio. .  
   
   
AGRICOLTURA IN SCICILIA, PRONTO DDL PER LA LOTTA CONTRO PUNTERUOLO ROSSO  
 
Palermo – L’assessorato regionale all’Agricoltura e Foreste, attraverso il dipartimento Interventi strutturali, guidato da Rosaria Barresi, ha predisposto un disegno di legge per promuovere una “campagna di abbattimento delle palme infestate” dal Punteruolo rosso. Il ddl, già inoltrato dall’assessore Michele Cimino in giunta di governo per l’approvazione, prevede un contributo forfettario di 200 euro, sui costi di abbattimento e di smaltimento per singola pianta, destinato a chi abbatte gli alberi già malati sia nelle zone di nuova infestazione che in quelle confinanti, dove ormai l’insetto si è insediato. L’assessore Cimino ha spiegato che “ad oggi, in tutto il territorio regionale, risultano oltre 5. 500 palme infestate dall’insetto e non ancora abbattute. E’ necessario limitare la presenza del Punteruolo preservando le aree rimaste indenni e intervenire, sulla base delle competenze dell’assessorato, con un’attività di controllo durante l’estirpazione”. Potranno beneficiare del contributo gli enti locali e cittadini privati. L’aiuto economico sarà erogato dopo l’abbattimento e lo smaltimento delle piante, previo accertamento degli uffici regionali preposti al controllo. Sarà l’Azienda Foreste demaniali a liquidare direttamente le ditte accreditate allo svolgimento degli interventi dal servizio Fitosanitario della Regione e i comuni, qualora l’estirpazione venga fatta con mezzi e personale propri. .  
   
   
PESCA IN SICILIA: ON LINE LA “LONG LIST” PER ESPERTI ESTERNI AL DIPARTIMENTO  
 
Palermo – Sono disponibili sul sito internet della Regione siciliana gli elenchi, distinti per aree disciplinari (economia-finanza, giuridica, informatica, ingegneria e biologia marina) dei nominativi degli esperti esterni che potranno essere utilizzati per la valutazione di proposte progettuali in materia di pesca a valere sulle operazioni dal Po Fep o su altri Fondi comunitari, nazionali e/o regionali, e per qualunque altro incarico altamente specialistico in ordine alle attività proprie del Dipartimento Pesca. .  
   
   
VITAMINE DEL GRUPPO B: SCUDO NATURALE CONTRO L’INFLUENZA VITAMINE B PER FORTIFICARE IL SISTEMA IMMUNITARIO CONTRO LE INFEZIONI STAGIONALI O PER RECUPERARE LA FORZA FISICA.  
 
Con il contributo dei prof. Paolo Magni- docente e ricercatore presso la Facoltà di Farmacia, Università degli Studi di Milano nel settore dell’Endocrinologia, Metabolismo e Nutrizione ed esperto di Nutrizione e Sport - e Fabrizio Pregliasco – docente di Igiene Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di Milano. Vaccini, farmaci, integratori: un cassetto ideale per prevenire \l’influenza. Il picco è previsto nell’intervallo tra Dicembre e Gennaio ma le sentinelle Influnet registrano, in questo autunno 2009, un aumento del numero dei contagi rispetto al passato. E’ bene allora cautelarsi subito seguendo le comuni regole della prevenzione, assumendo uno stile di vita che salvaguardi lo stato di salute del nostro organismo, rinforzando il sistema immunitario, scudo contro l’aggressione dei virus, attraverso una dieta alimentare equilibrata, ricca di micronutrienti, come le vitamine del gruppo B. Il prof. Paolo Magni, docente e ricercatore presso la Facoltà di Farmacia, Università degli Studi di Milano nel settore dell’Endocrinologia, Metabolismo e Nutrizione ed esperto di Nutrizione e Sport, conferma che: “Tra le sostanze che incidono positivamente sulle nostre reazioni di difesa ci sono proprio le vitamine del gruppo B che, oltre ad essere le chiavi del corretto metabolismo, sono molto importanti per la modulazione del sistema immunitario. La vitamina B6, in particolare, svolge un ruolo importante nella sintesi del Dna e delle proteine che costituiscono gli anticorpi, mentre le vitamine B3 e B5 favoriscono una miglior resistenza alle infezioni, in particolare di naso, orecchie e gola. La carenza di vitamina B6, può causare una riduzione della produzione di anticorpi e compromettere il valido funzionamento dei linfociti, mentre dosi insufficienti di vitamine B3 e B5 - ma anche di B1 e B2 - seppur in modo più modesto, possono abbassare in modo generale l’immunità. L’acido folico (vitamina B9) appare inoltre utile nel prevenire le infezioni respiratorie nei bambini” - “Bisogna poi considerarne l’azione sul trofismo delle cellule – aggiunge il professor Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di Milano – Il complesso vitaminico B fa parte di quella serie di mattoncini utili per ricostruire e per rinforzare la replicazione cellulare anche delle pareti delle vie respiratorie che quindi sono meno aggredite dagli agenti e possono recuperare con maggior efficacia dopo un episodio acuto”. La vitamina C, conosciuta per le sue doti di immunostimolatore, interagisce positivamente con le vitamine del gruppo B che rafforzano l’attivazione del sistema immunitario grazie all’azione congiunta. “Di conseguenza – prosegue il prof. Magni – un deficit di queste vitamine, anche se modesto, può, nella stagione fredda, associarsi ad una ridotta resistenza alle patologie infettive respiratorie nella popolazione in generale e nei soggetti fisiologicamente più vulnerabili, come bambini e anziani. ” “Le vitamine del gruppo B sono importanti all’interno di una dieta equilibrata. Per garantirne il giusto apporto potremmo ricorrere all’integrazione” commenta il prof. Pregliasco. Non è raro, infatti, che un’alimentazione varia possa nascondere delle carenze vitaminiche di questo tipo. Le B sono idrosolubili e non immagazzinabili; di conseguenza, non essendovi riserva a cui attingere, necessitano di essere assunte quotidianamente. Altri fattori che compromettono l’assunzione adeguata sono il consumo di cibi raffinati, la cui esposizione all’aria e al calore distrugge i micronutrienti, e l’eccessivo consumo di zuccheri che ne riduce per sua natura l’assorbimento. In questi casi gli integratori vitaminici specifici, come Be-total Plus, rappresentano un aiuto valido e sicuro poiché non vi è rischio di sovradosaggio, anche per i soggetti più cagionevoli come anziani e bambini. Be-total Plus è l’integratore alimentare di vitamine del gruppo B, i cui componenti presiedono al processo metabolico dei cibi. Storico il suo marchio e l’aiuto energetico fornito a tante generazioni di italiani, impegnato nella diffusione della conoscenza delle vitamine del gruppo B attraverso campagna informative nelle scuole e progetti social come “Più B per tutti”, programma di clown terapia in collaborazione con l’associazione Dottor Sorriso all’interno dei principali nosocomi italiani. .  
   
   
IGP PER I MARRONI DI COMBAI  
 
Vittorio Veneto (Treviso) - “Dobbiamo fare l’impossibile per conservare in vita le Comunità Montane, perché in Veneto sono Enti che funzionano bene e mantengono vivo il territorio, svolgendo un ruolo ben superiore al costo che richiedono. Per questo ho operato perché nel Bilancio regionale, presto al vaglio del Consiglio, siano inserite risorse sufficienti affinché le Comunità Montane venete continuino ad esistere, anche se dobbiamo rinunciare ai 3 milioni di euro che lo Stato trasferiva alla Regione”. Lo ha annunciato il vicepresidente della Giunta Regionale Franco Manzato, intervenendo ieri a Vittorio Veneto alla conferenza stampa di presentazione dell’Igp per il Marrone di Combai. “Questi Enti da noi sono preziosi – ha ribadito Manzato – ed è buonsenso mantenerli in vita: nessuno svolgerebbe lo stesso ruolo nel territorio. E’ una battaglia, questa, che l’ex consigliere regionale e oggi sindaco di Vittorio Veneto Toni da Re aveva combattuto con me a Palazzo Ferro Fini, e che oggi sta per diventare possibile”. Quanto all’Igp dei Marroni di Combai (oggi scadono i dei mesi dalla pubblicazione del disciplinare nella Gazzetta Ufficiale della Comunità) “è il riconoscimento di qualità ad uno dei più antichi prodotti del Veneto e della Marca – ha sottolineato Manzato – e premia secoli di produzione rispettosa della nostra terra e dell’identità del trevigiano. Proprio sulle Dop e sulle Igp lavoriamo in maniera forte per fare sinergia con il turismo del Veneto: enogastronomia e bellezze del territorio devono fanno da traino reciproco per l’economia dell’ospitalità, che in Veneto vale 12 miliardi di euro e occupa quasi mezzo milione di persone”. All’incontro odierno erano presenti numerosi produttori, i sindaci dei Comuni inclusi nel disciplinare dell’Igp: Segusino, Valdobbiadene, Miane, Follina, Cison, Revine, Tarzo, Vittorio Veneto, Fregona, Sarmede e Cordignano (tutti afferenti alla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane), il presidente dell’Amministrazione provinciale Leonardo Muraro, il presidente regionale delle Pro Loco Giovanni Follador, Gianni Chies in rappresentanza della Comunità Montana, Gianni Pagos presidente dell’Associazione produttori del marrone di Combai, Stefano Favretto presidente di Agricombai, gli storici Danilo Gasparini e Michele Pagos, e il testimonial del Marrone di Combai Marzio Bruseghin, campione di ciclismo originario di Cappella Maggiore e residente a Fregona. A Vittorio Veneto Manzato ha annunciato le prossime per la promozione del Marrone di Combai e degli altri prodotti veneti a qualità riconosciuta: “il turista vuole conoscere la tipicità del territorio e i sapori che lo contraddistinguono e a giorni firmeremo un protocollo con il sistema ricettivo turistico e con quello agroalimentare perché negli alberghi e nei ristoranti si consumino prodotti veneti, acquistati al costo di mercato riconoscendo la fatica degli agricoltori. Stiamo pure per chiudere accordi con la grande distribuzione perché negli scaffali promuova in maniera riconoscibile la tipicità e la qualità certificata dei nostri prodotti. Non siamo secondi a nessuno, e questo è l’unico modo di aggredire il mercato senza subire la concorrenza di merce che magari costa meno ma che è di dubbia qualità. Usiamo per questo tutti i mezzi disponibili – ha concluso Manzato – e non ultima la promozione attraverso lo sport e i suoi campioni, come Marzio Bruseghin, importante testimonial per la conoscenza del Marrone di Combai nel mondo”. .  
   
   
3° CONFERENZA INTERNAZIONALE CIISCAM SULLA DIETA MEDITERRANEA PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA DELLA NUOVA PIRAMIDE ALIMENTARE DELLA DIETA MEDITERRANEA MODERNA  
 
Gli scienziati del Mediterraneo illustrano la nuova Dieta Mediterranea. Moderna e sostenibile, per garantire salute e longevità. Presentata in anteprima la nuova Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea Moderna durante la 3a Conferenza Internazionale ‘ La Dieta Mediterranea: modello di Dieta Sostenibile’, organizzata dal Ciiscam nell’ambito delle Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, in collaborazione con l’Inran, l’Università degli Studi di Parma e con il contributo di Fao, Bioversity International, Ciheam-iam, Forum on Mediterranean Food Cultures. La Piramide della Dieta Mediterranea Moderna, frutto del dibatto scientifico tra le massime autorità in materia di Alimentazione & Nutrizione del Mediterraneo, rappresenta graficamente il nuovo modello dietetico di riferimento per i popoli del Mediterraneo. La Nuova Piramide sottolinea l’importanza basilare dell’attività fisica, della convivialità a tavola e suggerisce di privilegiare il consumo di prodotti locali su base stagionale. Basata sulle ultime evidenze scientifiche che correlano la Dieta Mediterranea a benefici per la salute, è rivolta a tutti gli individui di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ed illustra per la prima volta il concetto di strutturazione dei pasti principali insieme alla frequenza di consumo delle diverse categorie di alimenti. La Piramide rappresenta una macro-struttura in grado di adattarsi alle esigenze attuali della popolazione nel rispetto di tutte le varianti locali della Dieta Mediterranea. La necessità di questa azione sinergica, alla quale hanno preso parte i massimi esponenti della nutrizione del Mediterraneo, evidenzia il valore strategico della candidatura della dieta Mediterranea come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell´Unesco. L´obiettivo della 3° Conferenza Ciiscam è quello di diffondere una posizione scientifica unanime attraverso la nuova piramide alimentare Mediterranea, esente da copyright ed elaborata nel consensus position paper sulla Dieta Mediterranea. Tale documento riformula l´attuale concetto di dieta Mediterranea come modello di alimentazione salutare, in grado di ridurre la mortalità e la morbilità, in un nuovo concetto di dieta Mediterranea inteso come stile di vita sostenibile che si esprime attraverso le diverse specificità locali. Secondo le ultime stime dalla Fao, oggi il numero di persone denutrite è arrivato a più di un miliardo, e l´obesità e i disturbi cronici ad essa associati sono in crescita. L’aumento della produzione globalizzata di alimenti, infatti, non ha portato miglioramenti a livello globale in campo nutrizionale, mentre i modelli agricoli e rurali Mediterranei, che sono all´origine dell´identità Mediterranea, sono minacciati dalla predominanza di sistemi di consumo di importazione. Nell´ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio per l´anno 2015 e in direzione dell´Expo di Milano, la conferenza Ciiscam intende essere un contributo verso il raggiungimento globale degli obiettivi in tema di sicurezza alimentare attraverso la promozione della Dieta Mediterranea, della sua elevata biodiversità, sostenibilità e del relativo valore nutrizionale per il benessere. .  
   
   
TORRONE PROTAGONISTA NELLA RISTORAZIONE MILANESE E NELLA CLASSICA FESTA DEL TORRONE A CREMONA. UN’ALLEANZA STRATEGICA CHE HA COME OBIETTIVO LA MASSIMA VALORIZZAZIONE DEL NOSTRO PATRIMONIO DI TRADIZIONI ED ECCELLENZA ALIMENTARE PER EXPO 2015.  
 
Nei ristoranti della Cucina ambrosiana saranno proposti menu tematici e assaggi golosi Il 25 ottobre 1441, in occasione del fastoso matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, celebrato nella chiesa di San Sigismondo, alle porte di Cremona, un gruppo di pasticceri inventò un nuovo “gateau” a celebrazione del grande evento storico. Dal 12 al 14 novembre, invece, grazie alla collaborazione tra Ascom della provincia di Cremona, Epam (Associazione milanese pubblici esercizi- Unione Commercio) ed alla partnership tecnica di Sperlari e Rivoltini, il Torrone compierà un percorso a ritroso nei luoghi e nella storia. I ristoranti tipici della Cucina Ambrosiana, infatti, proporranno per tre giorni menu tematici e dolci per promuovere il tipico dolce natalizio e la festa che Cremona gli dedicherà dal 20 al 22 novembre. Inoltre nei locali che aderiranno all’iniziativa, sarà distribuito materiale informativo sulla kermesse e saranno offerti assaggi golosi. Questa barretta, infatti, incanta l´armonia dei profumi e la soavità del gusto: mandorle o nocciole intere e frantumate, amalgamate in un impasto di miele, zucchero e albume d’uovo montato a neve. Gli chef meneghini non si limiteranno alla ricetta tradizionale, ma sapranno interpretarla in nuove forme, in un fantasioso trionfo di sapori. “Grazie a iniziative come queste che mettono in relazione diretta produttori, esercenti e consumatori si può attuare una efficace promozione e valorizzazione delle tante eccellenze enogastronomiche del territorio milanese e Lombardo, unendo tradizione, gusto e scoperta dei luoghi” così l’Assessore al Turismo Marketing Territoriale, Identità del Comune di Milano Massimiliano Orsatti. “Manifestazioni come questa sono indispensabili non solo a far conoscere e apprezzare le bellezze del nostro territorio ma anche a conservare l’identità di un patrimonio ricco di tradizioni come quello milanese e lombardo”, dice Stefano Bolognini, assessore al Turismo, Sicurezza, Prevenzione, Polizia Provinciale e Protezione civile della Provincia di Milano. “L’alleanza enogastronomica fra Milano e Cremona con i ristoranti milanesi che nella ‘tre giorni’ dal 12 al 14 novembre promuoveranno il torrone con menu a tema e dolci – rileva Alfredo Zini, vicepresidente vicario di Epam - va nella direzione di una sempre maggiore promozione dei prodotti della cucina lombarda. E’ un’alleanza strategica che ha come obiettivo la massima valorizzazione del nostro patrimonio di tradizioni ed eccellenza alimentare per Expo 2015. La rassegna promossa da Ascom della provincia di Cremona e Epam diventerà, quindi un laboratorio dove tradizione, creatività e manualità si fondono diventando uno stile, un modo di lavorare tipico di questo spicchio di Lombardia dove il genio non è mai fine a se stesso ma si concreta attraverso l’operosità. Proprio grazie alla sua tipicità ed alle sapienti mani degli chef, inoltre, il torrone sarà, per tre giorni, l’ambasciatore di Cremona. Né potrebbe essere altrimenti per un dolce così cosmopolita da fondere in un unico impasto ingredienti e culture che abbracciano l’intero bacino del Mediterraneo. Le favolose circostanze della nascita, poi, sono un ulteriore velo di dolcezza su questa ghiottoneria, che, grazie alla sinergia con Epam, rinnova un goloso invito alla visita a Cremona ed alla partecipazione ad una festa capace di coniugare la produzione più prelibata ad un fitto calendario di manifestazioni parallele e creare una sinergia forte con tutti gli altri elementi culturali, ambientali, paesaggistici e sociali del Territorio. .  
   
   
DA VENCHI LE NUOVE CREME SPALMABILI  
 
Venchi ripropone la Crema di Cioccolato e Nocciole e la Crema Cuor di Cacao, ma la novità è nella consistenza della crema che, grazie a una nuova e originale ricetta, che prevede l’utilizzo dell’olio di oliva, è diventata decisamente più fluida e, quindi, di maggiore impatto sensoriale. Da quest’anno le Creme Spalmabili Venchi vengono presentate anche nella confezione mignon da 40 gr. .  
   
   
FIOR DI LOTO PROPONE LO ZENZERO CANDITO RICOPERTO DI CIOCCOLATO FONDENTE  
 
Lo zenzero candito (candie ginger) è uno dei tanti modi per gustare questa famosa radice. Sotto questa forma è conosciuto ed apprezzato in tutti i paesi del nord, in particolare in Inghilterra dove viene utilizzato nella preparazione di biscotti o dolci come i muffins o consumato ricoperto di cioccolato fondente. In Italia solo da poco tempo è entrato nelle abitudini alimentari, anche grazie alla cassa di risonanza data dalle trasmissioni televisive e dalle riviste specializzate nel benessere. Infatti lo zenzero anche sotto forma candita conserva innumerevoli qualità salutari. Il consumo di zenzero candito è destinato ad aumentare sia per il riscontro in termini di sapore che maggiormente per quelli salutari. Infatti allo zenzero che ricordiamo è di origine asiatica, vengono riconosciute molte proprietà, tra le più famose quelle di essere un ottimo rimedio contro la nausea di qualunque tipo: gravidanza, mal d’auto, mal di mare, mal d’aria, ecc. In questi casi è consigliabile portarlo con sé e consumarlo durante il viaggio o all’insorgere della nausea. Altra caratteristica positiva è quella di essere un ottimo digestivo, dunque via libera a qualche pezzetto di zenzero candito dopo i pasti e poi ancora, è un ottimo antisettico del cavo orale dunque è consigliato all’insorgere dei primi bruciori di gola per attenuarli ed in molti casi per bloccarli. Le sue proprietà corroboranti lo rendono un ottimo coadiuvante contro l’apatia e la stanchezza regalando un senso di vigore apprezzato a tutte le età ed anche da chi pratica sport. Sono da sfatare quei luoghi comuni che vogliono il consumo di zenzero candito poco indicato a chi vuole mantenere la linea o ha problemi di peso. La sua piccantezza non ha niente a che vedere con quella del peperoncino; in realtà nello zenzero è dovuta naturalmente al gingerolo che, insieme ad altri olii essenziali, rende lo zenzero un ottimo antinfiammatorio. Infine oggi è di modo proporlo a fine pasto ai propri ospiti, come succede nei migliori ristoranti, dove viene servita la cosiddetta pasticceria mignon. Per quanto riguarda invece il cioccolato, sembra che faccia bene addirittura al cuore. I risultati hanno rivelato che il fondente aumenta del 20% le concentrazioni di antiossidanti nel sangue. Il cioccolato fondente avrebbe anche la capacità di ridurre la pressione del sangue per effetto dei polifenoli, antiossidanti che sono alla base degli stessi effetti positivi che ha il vino rosso sul cuore, presenti nel cioccolato in una maggiore quantità. Note infine sono le proprietà antidepressive di questo alimento che influenzerebbe positivamente l´umore e aumenterebbe il desiderio sessuale, come già sosteneva Giacomo Casanova. .  
   
   
BASILICATA VINO NOVELLO, CIA: CROLLO PREZZI PAGATI AI PRODUTTORI  
 
“Per la vendemmia 2009 si confermano in Basilicata quantità e qualità (buona), ma per prezzi delle uve pagati ai produttori è un vero crollo verticale”. E’ quanto riferisce una nota della Cia di Basilicata. “La diminuzione – prosegue la Cia - si attesta, in media tra il 10 e il 20 per cento, con punte anche del 40 per cento rispetto allo scorso anno, mentre salgono i costi di produzione. Solo l’aglianico e con esso tutte le bottiglie che possono fregiarsi del doc si salvano nel rapporto costi produzione-margine di guadagno. Dunque i vitivinicoltori lucani sono mobilitati, come gli allevatori zootecnici, i produttori di olio ed ortofrutta, per partecipare alla settimana di iniziative promossa dalla Cia che comincerà lunedì prossimo 8 novembre”. “Il vino novello – sottolinea Paolo Carbone, vice presidente della Cia lucana – per i nostri viticoltori specie del Vulture rappresenta una produzione di nicchia e di esportazione ma molto limitata che quest’anno si ridimensiona ulteriormente con poche decine di migliaia di bottiglie. Le difficoltà per il “novello” si erano già manifestate negli ultimi due anni, ma il 2009 segna il livello produttivo più basso da quando, a fine degli anni ´90, questo vino aveva fatto il suo ingresso prepotentemente nel carrello della spesa degli italiani. “La situazione che sta vivendo il settore vitivinicolo - prosegue Carbone - è lo specchio delle difficoltà dell’agricoltura. In tutti i comparti, dall’ortofrutta ai cereali, dall’olio d’oliva al lattiero-caseario, i problemi ogni giorno di più si fanno pressanti”. Il patrimonio viticolo regionale si aggira sui 4000 ha di vigneti ( dai dati schedario e Istat della metà degli anni 90 ne avevamo 9000 ha se li confrontiamo con la Sicilia 140. 000 ha la Puglia altrettanti ) di questi circa 2700 ha sono in Provincia di Potenza e la restante parte in Provincia di Matera. In Basilicata esistono attualmente tre aree Doc ( Doc Vulture, Doc Matera e la Doc Terre dell’Alta Val d’Agri) mentre la restante parte del territorio regionale è destinato alle Igt Basilicata e Grottino. Nell’area del Vulture abbiano circa 2000 ha di vigneti coltivati di cui la maggior parte ad Aglianico di questi circa 800 ha sono iscritti agli albi Doc. .  
   
   
“I PICAI DEL RECIOTO” - PRIMA SPREMITURA PUBBLICA DEL RECIOTO DI GAMBELLARA  
 
 I produttori del Recioto si danno appuntamento il 10 gennaio a Montebello Vicentino. Tutti assieme per promuovere il territorio Tutti i produttori del Recioto di Gambellara si danno appuntamento il 10 gennaio per la prima spremitura pubblica del celebre vino vicentino, unica Docg del vicentino. A Montebello Vicentino (Vi) curiosi e appassionati potranno vedere scendere da un antico torchio di legno le prime gocce della nuova annata di questo vino passito, che ha una lunga tradizione in terra vicentina. I viticoltori porteranno in piazza i loro migliori grappoli di uva Garganega, lasciati fino a quel momento appassire appesi al soffitto, sotto forma di picai, in locali arieggiati. Il mosto che si ricaverà da questa spremitura fermenterà fino alla prossima primavera, diventando un vino dal colore brillante, giallo dorato chiaro, con note olfattive intense e fruttate, preludio di un sapore vellutato e armonico. “È una manifestazione a cui teniamo molto - dichiara Giuseppe Zonin, presidente del Consorzio Tutela Vini Doc Gambellara – e che ci permette di rinsaldare il contatto con il pubblico, che dimostra di apprezzare ogni anno di più i nostri prodotti”. La sesta edizione de “I Picai del Recioto: Prima pigiatura pubblica della Garganega” è organizzata dalla Strada del Recioto e dei vini Gambellara Doc, in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Doc Gambellara e l´amministrazione comunale di Montebello Vicentino. .  
   
   
I VINI DOC LIGURI IN VETRINA A TOKIO OSPITI DI EATALY INSIEME CON OLIO EXTRAVERGINE DOP, CHINOTTI DI SAVONA FOCACCIA E IL BOOM DEL PESTO  
 
Può sembrare una sfida impossibile, ma non è così. I vini Doc liguri conquistano una importante vetrina giapponese a Tokio, ospiti di Eataly, la grande catena di supermercati e ristoranti dei cibi di qualità creata dall´imprenditore Oscar Farinetti. Una iniziativa dell´assessorato all´Agricoltura, in collaborazione con la Camera di Commercio di Imperia e una Associazione Temporanea di Impresa fra Eataly e l´azienda vitinivicola Poggio dei Gorleri di Diano Marina che usufruisce dei finanziamenti Ue per la promozione del vino nei Paesi Terzi. Costo complessivo del progetto - presentato oggi in Regione Liguria dall´assessore all´agricoltura Giancarlo Cassini e da Oscar Farinetti - 146 mila euro, di cui 73 mila messi a disposizione dalla Regione Liguria. Lo spazio dei vini liguri nel negozio Eataly di Tokio, allestito anche in chiave di promozione turistica con grandi foto del territorio regionale, ospiterà fino a dicembre degustazioni gratuite di Pigato, Vermentino e Ormeasco , cui si aggiungeranno, gradualmente, nelle prossime settimane le altre Doc della regione, otto in tutto: Cinque Terre Sciacchetrà, Colli di Luni, Colline di Levanto, Golfo del Tigullio, Riviera Ligure di Ponente, Rossese di Dolceacqua, Val Polcevera e Val Polcevera Coronata, Pornassio o Ormeasco di Pornassio. Tokio ospita due sedi di Eataly, una nel quartiere Daikanyama, con con sei punti di ristorazione oltre al ristorante Guidoper Eataly, un´altra nel cuoore della megalopoli, nel famoso centro commerciale Mitsukoshi. Gli altri prodotti liguri, oltre ai vini, sempre presenti anche dopo la promozione, nei ristoranti e sugli scaffali di Eataly sono l´olio extravergine di oliva Dop Riviera Ligure, il chinotto prodotto da Lurisia con i chinotti di Savona, le olive taggiasche in salamoia, diversi sughi, la focaccia e il pesto. Alla famosa salsa verde genovese va finora il primato delle richieste di prodotti liguri da parte degli appassionati gourmet giapponesi. .