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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Giugno 2014
TORREFAZIONE: IL NUOVO ARRIVATO NEL SETTORE DELLA BIOENERGIA  
 
La torrefazione - la tostatura lenta del materiale da biomassa per migliorarne il contenuto energetico - è stata promossa come parte della soluzione per implementare la bioenergia su larga scala. L´industria afferma che la tecnologia della torrefazione funziona ed è disponibile, ma la sua diffusione non è stata rapida quanto auspicato. Gli esperti, i ricercatori e i produttori si sono riuniti a Bruxelles all´inizio del mese, per discutere i progressi e le prospettive della torrefazione durante la recente conferenza dell´Associazione europea per la biomassa (Aebiom). La torrefazione è ancora l´ultima arrivata nel campo della bioenergia, dopo essere emersa intorno al 2007 come il "carburante solido rinnovabile del futuro". È considerata un´alternativa alla combustione del carbone polverizzato ed ha anche una buona posizione negli apparecchi di riscaldamento su media scala. Nel suo intervento alla conferenza dell´Aebiom, Michael Wild, presidente del Consiglio internazionale della torrefazione di biomassa (Ibtc), ha sottolineato che la torrefazione non è più una tecnologia del futuro. "Sono lieto di dire - ha osservato - che nel 2014, è ormai disponibile... Possiamo dire che la torrefazione, la tecnologia della torrefazione, è disponibile e funziona". Tuttavia, anche se l´Europa ha una richiesta in continua crescita di applicazioni su piccola scala di prodotti torrefatti, i progressi non sono veloci quanto ci si aspettava. Il processo di torrefazione comporta il riscaldamento di materiali come il legno, i materiali di scarto e le colture, a una temperatura di 200-300°C senza ossigeno. Il riscaldamento lento tosta la biomassa, rilasciando i composti volatili e scomponendo le emicellulose. Il risultato è un prodotto secco e torrefatto che è stabile, friabile, più facile da macinare rispetto alla biomassa originale e meno suscettibile alla decomposizione biologica nei magazzini. Il processo comporta comunque delle difficoltà. Benché la tostatura e il processo di seccatura migliorino il contenuto di energia/carbonio, l´alta densità del materiale torrefatto ne rende il trasporto e la conservazione difficile dal punto di vista economico. Una soluzione è stata "addensare" il materiale trasformandolo in pellet. La densificazione comporta però altre difficoltà, come riconosce Wild: "Molte aziende hanno sottovalutato i problemi che comporta la densificazione... Non è difficile produrre pellet... Ma rendere questo processo efficiente con un consumo di energia e un´usura degli strumenti accettabili si è rivelato molto più complicato". È necessario migliorare anche la conservazione all´aperto dei prodotti torrefatti. Berry Meuleman, della Vattenfall, ha osservato che questo era un punto importante per la Vattenfall. "[Per quanto riguarda i prodotti torrefatti] - ha detto - vogliamo usare la stessa logistica impiegata nei nostri impianti elettrici a carbone, il che significa che dobbiamo poterli conservare all´aperto accanto al carbone... Questo significa che devono essere idrorepellenti e che non ci devono essere problemi di cattivo odore". L´industria confida di riuscire a risolvere presto tali questioni ancora aperte. A parte le difficoltà tecniche, sia Meuleman che Rob Voncken di Topell Energy hanno osservato che devono essere istallate strutture di supporto negli Stati membri per permettere alla torrefazione di attecchire. Il progetto Sector ("Production of Solid Sustainable Energy Carriers from Biomass by Means of Torrefaction"), finanziato dall´Ue, fa da supporto alle attività di commercializzazione della torrefazione. Il team del progetto sta attualmente sviluppando tecnologie per la produzione di vettori di bioenergia solidi. Il fine ultimo è di abbreviare i tempi di commercializzazione della tecnologia della torrefazione, nel rispetto di stringenti limiti di sostenibilità. Per maggiori informazioni, visitare: Conferenza europea sulla bioenergia Aebiom 2014 http://www.Aebiom.org/conference/Sector http://www.Sector-project.eu/home.1.0.html    
   
   
LOMBARDIA, EXPO,PRESIDENTE: RITARDO GOVERNO NELL´ATTRIBUIRE POTERI A CANTONE  
 
Milano - "Il decreto per i poteri a Cantone per Expo? Sinceramente faccio fatica a capire cosa stia succedendo. Il presidente del Consiglio viene un mese fa qui a Milano, parliamo di Cantone e di quali poteri deve avere, ci dice che farà tutto e invece dopo un mese siamo ancora qui a dire che forse lo farà". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia incontrando i giornalisti all´auditorium Testori a margine della consegna del Premio Rosa Camuna. "Cantone - ha detto ancora il governatore - doveva avere i poteri già un mese fa ed ogni giorno che passa è un giorno di controlli in meno e non capisco cosa serva al Governo per mettere in pratica quello che ha detto che farà ovvero un decreto per dare i poteri a Cantone. Sono allibito da questo indecisionismo su un tema importante come la legalità di Expo".  
   
   
AGRICOLTURA IN BASILICATA, RAGGIUNTO L´ACCORDO SULLA NUOVA PAC 2014-2020  
 
 Il negoziato sulla nuova Politica Agricola Comune, che vale 52 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, si chiuso ieri, 27 maggio 2014, con un´intesa raggiunta tra gli assessori regionali all´Agricoltura e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Equità, equilibrio territoriale e rafforzamento degli ambiti strategici dell´agricoltura italiana sono i denominatori comuni delle scelte adottate che hanno portato all´intesa. "Assumendo le modifiche unitarie proposte dalle Regioni, tra cui la Basilicata - dichiara l´assessore al ramo Michele Ottati - l´accordo si è concluso con risultati importanti anche per vocazioni agricole lucane, in particolare per la zootecnia da carne e da latte, le produzioni di grano duro, le coltivazioni proteiche vegetali, l´olio di qualità e il comparto ovicaprino. L´accordo - continua Ottati - è frutto del lungo lavoro portato avanti dal sistema delle Regioni, durante il quale la Basilicata, assieme alle Regioni del Centro Sud, in una difficile trattativa con le Regioni del Nord ha portato a casa un risultato soddisfacente tenuto conto che si era partiti da un documento base che prevedeva l´aiuto accoppiato a comparti che rischiavano di escludere quasi completamente le aziende agricole lucane. Inoltre - conclude l´esponente regionale - l´aver tenuto all´11 per cento la quota da destinare agli aiuti accoppiati invece del 15 per cento della proposta iniziale, permetterà agli agricoltori lucani di percepire un premio base in domanda unica (i così detti titoli) che subirà una minore decurtazione a partire dal 2015". L´accordo prevede, tra le altre decisioni assunte, anche l´incentivazione per il lavoro giovanile con una maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25 per cento per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, la definizione della figura dell´agricoltore attivo, la considerazione dell´Italia come Regione unica. Sugli aiuti aziendali, il cosidetto "Capping", attraverso l´intesa si è deciso di applicare una riduzione del 50 per cento dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150 mila euro del pagamento di base e del 100 per cento per la parte eccedente i 500 mila euro. Si è così valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l´esercizio dell´attività agricola. È stato anche stabilito che nel 2016 verranno effettuate verifiche sull´operatività e sull´attuazione delle nuove misure, alla luce anche delle scelte che verranno compiute dagli altri partner europei.  
   
   
LOMBARDIA.PAC,ASSESSORE:FRONTE NORD MAI STATO COSI´ COMPATTO ´RISULTATO FRUTTO INTESA TECNICO-POLITICA CON EMILIA ROMAGNA´  
 
Piacenza - "Il ruolo che ha avuto il Nord nella recentissima trattativa sulla Pac non ha precedenti storici. A Roma ci siamo presentati con una compattezza tale, forti di una proposta tecnica e politica condivisa, che siamo usciti con una buona negoziazione". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura, intervenendo oggi a Piacenza al convegno su ´Il futuro del pomodoro alla luce della nuova Pac´. All´incontro erano presenti anche l´assessore all´Agricoltura dell´Emilia Romagna, il sindaco di Piacenza e il presidente di Pomorete. Pomorete è la prima filiera verticale del pomodoro che riunisce dodici imprese locali, per un fatturato complessivo di 550 milioni e 3.000 dipendenti tra diretti e indiretti. Proposta Unica E Condivisa - "Perno del risultato nella trattativa sulla Pac - ha ricordato l´assessore lombardo - è stata l´intesa messa a punto tra Lombardia e Emilia Romagna, due realtà che maggiormente sentivano il problema non solo sul pomodoro ma sulla zootecnia e altri comparti". Quello che è stato raggiunto a Roma è un punto di partenza. "Nei prossimi mesi - ha detto l´assessore regionale lombardo - dovremo affinare i dati tecnici per arrivare, da qui al 2016, a un altra intesa sui correttivi da porre in essere. Correttivi che ci saranno anche alla luce delle scelte che i Paesi che non hanno ancora preso decisioni sulla Pac effettueranno. Una volta tanto siamo riusciti a bruciare i tempi. Il pragmatismo del Nord ha vinto, l´alleanza dei territori ha prevalso a prescindere dalle colorazioni politiche e soltanto nell´interesse dei cittadini. Fattori di svolta che saluto con grande soddisfazione". Expo, Per Far Conoscere La Qualita´ - "A Expo il distretto del pomodoro vada a parlare della qualità del suo prodotto, ben differente rispetto a quella di un concentrato cinese - ha ricordato il responsabile lombardo dell´Agricoltura - . Nel 2015 avremo la possibilità di farlo con grande apertura: il 90% della popolazione mondiale sarà rappresentata ai massimi livelli a poche decine di chilometri da Piacenza. Dobbiamo fare in modo che chi arriva per Expo venga a visitare i territori e non si fermi a Rho-pero: per questo serve una proposta complessiva attrattiva, seria. Come Regione Lombardia stiamo mettendo a punto un programma territoriale sulle singole province importante". "Occorre pensare, però, in una logica macroregionale - ha sottolineato l´assessore - facendo rete e continuando a coordinarci tra Regioni, a prescindere dalle posiziono politiche: se siamo riusciti a trovare un´intesa dal punto di vista economico, come è stato per la Pac, possiamo lavorare insieme anche nella promozione delle nostre produzioni e dei nostri territori. L´occasione di Expo passa solo una volta". Pomorete: Senza Aiuti Comunitari Nessuno Si Salva - Il lavoro svolto da Lombardia ed Emilia Romagna è stato salutato con grande soddisfazione anche dal presidente di Pomorete, che ha detto: "Fino a qualche settimana fa pomodoro e zootecnia rischiavano di restare fuori dagli aiuti. Quanta difficolta avremmo avuto come filiera per affrontare i mercati nei prossimi anni se non ci fosse stato questo risultato frutto del lavoro degli assessori all´Agricoltura lombardo ed emiliano? Con questa Pac passa la logica che oggi più nessuno si salva senza aiuti comunitari e senza una filiera integrata". Parola d´ordine, quindi, è "integrare sempre più settore agricolo con trasformazione e consumo: dentro questa logica c´è una traiettoria per il futuro. E dall´accordo sulla Pac ci sono le premesse per una maggior integrazione tra mondo agricolo e industriale".  
   
   
RIUNITO "TAVOLO VERDE" SU NUOVA "PAC": UMBRIA PREMIATA, TRA PRIME DIECI REGIONI PER AIUTI DIRETTI AGLI AGRICOLTORI  
 
Perugia – L´umbria, dopo il successo conseguito a gennaio con l´attribuzione di 876 milioni di euro per lo sviluppo rurale nel periodo 2014-2020, il 10 per cento in più, ottiene un risultato importante anche nella gestione delle risorse per gli aiuti diretti agli agricoltori, che la colloca fra le prime dieci regioni italiane per quantità degli aiuti. Così la rappresentante dell´Assessorato all´Agricoltura della Regione Umbria ha commentato l´esito del negoziato tra le Regioni e il Ministero delle Politiche agricole sulla applicazione della nuova Politica agricola comune ("Pac"), illustrandone nel dettaglio i contenuti ai rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole nella riunione del "Tavolo verde" che si è svolta stamani nella sede dell´Assessorato a Perugia. Le principali decisioni assunte, ha rilevato, riguardano la ripartizione degli aiuti "accoppiati", per i quali è stata fissata una quota dell´11 per cento del plafond nazionale. Le risorse sono state concentrate sui settori della zootecnia, dei seminativi e della olivicoltura, per un totale di circa 427 milioni di euro all´anno. Per l´Umbria, ha sottolineato, la mediazione finale è stata particolarmente significativa perché consente di aumentare le risorse disponibili per settori che sono strategici per la nostra agricoltura. Per la zootecnia, ha spiegato, il "budget" nazionale è di circa 211 milioni di euro all´anno: saranno operativi aiuti per i bovini da latte, per quelli da carne con una grande attenzione alle razze autoctone iscritte ai Libri genealogici e che danno luogo a certificazioni Dop e Igp; ammessi pure gli ovicaprini (gli aiuti valgono 16 milioni di euro), anche qui con attenzione alle razze autoctone. Sarà operativo un piano per i seminativi, con aiuti nelle aree del Centro Italia di circa 30 milioni di euro l´anno concentrati sulle oleoproteaginose (quali girasole, colza, fava e favino). Una "battaglia" strenua è stata combattuta dall´Assessorato umbro a favore dell´olivicoltura, insieme ad altri colleghi delle Regioni vocate alle produzioni di qualità. Gli aiuti al settore, che nella precedente proposta riguardavano solo Puglia, Calabria e parte della Liguria, sono stati estesi e si è ottenuto un plafond complessivo di 57 milioni di euro annui. Le modalità tecniche di questa nuova misura, ha specificato, saranno definite nelle prossime settimane, ma l´obiettivo è quello di favorire le aree vocate all´olivicoltura oggi in crisi sia per ragioni economiche e territoriali pur producendo un olio di qualità. L´accordo, ha detto ancora il rappresentante regionale, dovrà essere ora articolato tecnicamente in maniera più specifica, "traducendo" le scelte politiche in misure applicative. Dalle simulazioni fatte dagli uffici regionali, ha aggiunto, si evince che l´effetto complessivo sull´Umbria sarà quello di una media di 300 euro di aiuto per ettaro, con un miglioramento rispetto alla situazione attuale. Per gli agricoltori umbri c´è pertanto la possibilità di disporre di risorse importanti per alcune delle sue produzioni strategiche, che si affiancano agli strumenti specifici di aiuto su tabacco, ortofrutta e viticoltura. A proposito del vino umbro, l´assessore ha annunciato che sarà emanato a breve il nuovo bando regionale "Ocm" vino per la promozione nei Paesi extra Unione europea, con una dotazione finanziaria di oltre 1 milione e 300mila euro. Anche per l´"Ocm" vino, ha ricordato la rappresentante regionale, la trattativa era stata fruttuosa, portando in Umbria 6,5 milioni di euro l´anno in più rispetto al precedente piano. L´umbria, ha detto, è riuscita a ottenere risultati straordinari con l´incremento di risorse su tutto l´insieme degli strumenti per la competitività e la crescita dell´agricoltura umbra, dal Programma di sviluppo rurale all´Ocm vino ed ora per gli aiuti diretti alle imprese agricole per i prossimi sette anni. Ci sono, pertanto, le migliori condizioni per procedere speditamente verso nuovi traguardi per l´ulteriore sviluppo e la valorizzazione delle nostre produzioni.  
   
   
COLDIRETTI BASILICATA SU INCONTRO A NAPOLI  
 
Con il 61,5 per cento dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici – rende noto la Coldiretti Basilicata - è il peperoncino proveniente dal Vietnam il prodotto meno sicuro in vendita in Italia che durante il 2013, ne ha importato ben 273.800 chili per utilizzarlo nella preparazione di piatti tipici. Emerge dal Dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014” presentato dalla Coldiretti anche con una esposizione della “Classifica dei cibi più contaminati”, elaborata sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2014 sui Residui dei Fitosanitari in Europa, al Teatro Palapartenope di Napoli, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Per la Basilicata ha partecipato l’Assessore all’Agricoltura Ottati. Nutrita la partecipazione degli imprenditori agricoli di tutta la Regione guidati dai massimi dirigenti della Coldiretti di Basilicata. “Sono dati davvero preoccupanti - ha sottolineato il presidente della Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto - ben venga la decisione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di accogliere la nostra richiesta di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero e i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri per poi spesso spacciare i loro prodotti come Made in Italy”.  
   
   
NITRATI E AGRICOLTURA: POSITIVO INCONTRO A ROMA CON I MINISTRI MARTINA E GALLETTI. VERSO UNA NUOVA DISCIPLINA DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI E DEL BIODIGESTATO E UN CONFRONTO CON L´UNIONE EUROPEA PER LA REVISIONE DEI PIANI D´AZIONE REGIONALI  
 
Bologna - “Una riunione positiva: i ministri hanno accolto molte delle istanze nostre e del mondo agricolo”: così l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni commenta l’esito della riunione sul tavolo nitrati che si è svolta il 28 maggio a Roma, nella sede del Mipaaf. L’incontro era stato chiesto da Rabboni già nell’ottobre scorso agli allora ministri dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, e dell’Ambiente, Andrea Orlando. “Nella riunione di ieri - aggiunge Rabboni - è stata annunciata l’imminente emanazione di un decreto con il quale si autorizzerà l´utilizzo agronomico del biodigestato prodotto da impianti a biogas alimentati con effluenti zootecnici e biomasse di origine agricola e una flessibilità nel calendario invernale degli spandimenti per tenere conto delle frequenti variabilità e anomalie meteorologiche”. Nell’occasione sono stati inoltre presentati i risultati della ricerca condotta da Ispra (Istituto superiore prevenzione e ricerca ambientale) sulle cause remote dell´eccesso di nitrati nelle acque superficiali e sotterranee. A questo proposito, i ministri chiederanno a Bruxelles l´avvio di un confronto tecnico-scientifico per documentare la sopravvalutazione dell´incidenza degli effluenti zootecnici in alcuni ambiti specifici e conseguentemente richiedere una riduzione delle aree italiane sottoposte ai vincoli della direttiva europea sui nitrati. "Gli attuali piani d´azione e le deroghe al limite di spandimento di 150 chilogrammi di azoto per ettaro scadranno nel 2015 - conclude Rabboni -. Prima di allora occorre dimostrare e convincere la Commissione europea che la zootecnia italiana può essere alleggerita da molti dei vincoli attuali, perché il suo apporto di nitrati è sensibilmente più basso di quanto fin qui stimato ed altre sono le fonti inquinanti". Alla riunione del tavolo nitrati erano presenti i ministri delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e dell’Ambiente Gian Luca Galletti, gli assessori regionali all’Agricoltura di Emilia-romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, il presidente dell’Ispra e i rappresentanti delle associazioni agricole nazionali.  
   
   
LOMBARDIA.NITRATI,ASSESSORE:DOSSIER CONGIUNTO PER REVISIONE ZONE  
 
 Milano - "Finalmente si assiste alla ripartenza del tavolo dei nitrati, con la partecipazione costruttiva anche dei ministri delle Politiche agricole e dell´Ambiente. Ci sono i presupposti per chiedere al prossimo Consiglio dei ministri dell´Ambiente, in agenda per luglio a Creta, di rivedere le zone vulnerabili ai nitrati e avviare un percorso in grado di scagionare gli agricoltori, per troppo tempo additati come gli unici responsabili dell´inquinamento delle acque". A dirlo è l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, che, a più riprese, aveva sollecitato i Ministeri a intervenire e che ha partecipato al Tavolo sui nitrati, insieme a Emilia-romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ci Sono Studi Scientifici - "Sulla base degli studi scientifici di Ispra, ma anche dell´Università di Milano – spiega l´assessore lombardo - possiamo dare il via a una Operazione-verità che pone fine alla demonizzazione acritica e ingiustificata degli allevatori del Nord. Appare chiaro che la presunzione di colpevolezza a carico del sistema agricolo non trova riscontro su base scientifica, che al contrario accerta una pluralità di fonti inquinanti, mettendo al primo posto quelle di derivazione civile e industriale". Evitare Danno A Zootecnia Del Nord - L´assessore all´Agricoltura della Lombardia annuncia che verrà predisposto "un dossier congiunto per la revisione delle zone vulnerabili ai nitrati, che altro non sono che gabbie immotivate e non veritiere a danno della zootecnia del Nord".  
   
   
BRUNELLO FALSO, ROSSI: SUBITO LEGGI PIÙ SEVERE CONTRO TRUFFATORI  
 
Firenze - "La contraffazione del Brunello è un danno di immagine per la Toscana e per tutto il nostro paese. Ci vogliono leggi ancora più severe contro i manipolatori di quelli che sono i prodotti di assoluta eccellenza, allineando la nostra legislazione a quella di altri paesi europei." Lo sostiene il presidente della Regione Enrico Rossi commentando il sequestro di otre 30.000 bottiglie di vino etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altri docg, ad opera dei Carabinieri del reparto operativo di Siena. ​"La manipolazione di prodotti tanto eccellenzi", prosegue, "è un danno e un attacco alle aziende che lavorano bene e con correttezza. Anche in questa occasione non c´è al momento alcun coinvolgimento degli operatori di aziende di Montalcino." "Mi farò promotore di una iniziativa che sensibilizzi ulteriormente le istituzioni, a partire dal Parlamento, affinchè questo genere di crimini venga punito con la massima severità. Non escludo che la Regione si costituisca parte civile. Ringrazio le forze dell´ordine e il reparto operativo dei Carabienieri di Siena per l´iniziativa contro la frode del Brunello."  
   
   
AGROINDUSTRIA: PROGETTI REGIONALI ALLINEATI AL MERCATO. FARE RETE E ACCOMPAGNARE LE AZIENDE VENETE ALL’ESTERO  
 
Treviso - “Il settore agroalimentare veneto è una grande realtà che ha enormi potenzialità, spinte da salubrità, qualità, unicità e tipicità dei prodotti. Va fatto però conoscere meglio e per questo abbiamo dato il via a due programmi promozionali pluriennali, con un investimento annuo di 800 mila euro. L’obiettivo è di intensificare l esportazione delle tipicità venete: in Cina e in altri Paesi extraeuropei che stanno dimostrando grande apprezzamento per i nostro modo di alimentarci”. L’assessore all’agricoltura del veneto Franco Manzato lo ha detto stamani nel corso della conferenza stampa di presentazione del Monitor delle imprese agroindustriali del nord Italia, realizzato da Community Media Research (Crm) e Friuladria Credit Agricole, in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Regione del Veneto. Il Monitor ha evidenziato la necessità di esportare di più per mantenere positivo il saldo aziendale e pareggiare la diminuzione dei consumi interni al Paese: bevande in primis, ma anche frutti, ortaggi e formaggi, sono tra le produzioni che trovano più ampio sbocco al di là dei confini nazionali. “Sono ambiti nei quali la Regione è pienamente operativa. L’idea è di costruire, da qui ai prossimi tre anni – ha continuato l’assessore – un vero e proprio ‘sistema Veneto’ in grado di fare rete, immagine e rendere vincente all’estero il “made in Veneto” come mix di prodotti tipici di altissimo livello, capaci di comunicare anche cultura, storia, arte, ospitalità”. “Con i progetti che stiamo portando avanti – ha concluso Manzato – rispondiamo perfettamente, ed in anticipo, alle esigenze delle imprese che il Monitor elenca. Allora dico: facciamo rete e avanti tutta!”.  
   
   
ATTUAZIONE PAC, AGRINSIEME EMILIA ROMAGNA: “ E STATO UN GRAVE ERRORE NON UTILIZZARE LA PERCENTUALE POSSIBILE, DEL 13 PIÙ 2 PER CENTO, LA QUOTA DI MASSIMALE DA DESTINARE AI PAGAMENTI ACCOPPIATI SETTORIALI: PENALIZZATA SOPRATTUTTO ORTOFRUTTA TRASFORMATA”  
 
Bologna –“ E stato un grave errore non utilizzare la percentuale possibile, del 13 più 2 per cento, la quota di massimale da destinare ai pagamenti accoppiati settoriali”. Lo rileva con rammarico Agrinsieme Emilia Romagna – a seguito dell’accordo, raggiunto a Roma tra Ministero delle politiche agricole e Regioni, per gli aiuti accoppiati della nuova Pac 2014-2020 e la definizione di agricoltore attivo - sottolineando che a farne le spese è anche una filiera importante come quella dell’ortofrutta trasformata. “La decisione che prevede per i pagamenti superiori al 150 mila euro prelievi superiori senza applicare alcun sistema di scalarità – osserva Agrinsieme - presterà il fianco ad ‘artifizi contabili’ e parcellizzazioni aziendali per poter acceder comunque agli aiuti”. La cosiddetta “degressività” colpirà perciò realtà dinamiche e competitive che creano ricchezza e occupazione. “Ci si è invece fermati all’11 per cento rinunciando a voler gestire una fetta importante di risorse e prevedendo misure che potrebbero essere di fatto ininfluenti sui conti aziendali. Infine, altra conseguenza che penalizza l’agricoltura emiliano romagnola – conclude Agrinsieme nel ringraziare l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni per l’impegno speso in questi giorni - non si è trovato l’accordo per incrementare anche il budget degli aiuti accoppiati per il pomodoro da industria e la barbabietola. Non si è riusciti inoltre a prevedere alcun sostegno per la frutta trasformata, penalizzando quindi filiere produttive importanti oltre che per valenza territoriale, anche per quella occupazionale”.  
   
   
LOMBARDIA.GIUNTA, REGIONE PROMUOVE VINO SUI MERCATI DEI PAESI TERZI IL PRESIDENTE: RISORSE PER FAR CRESCERE NOSTRA ECONOMIA L´ASSESSORE: VOGLIAMO PUNTARE SOPRATTUTTO SULLA QUALITÀ  
 
 Milano - Regione Lombardia promuove il vino lombardo sui mercati dei Paesi terzi. A godere del contributo saranno i vini a denominazione di origine protetta (Dop) e i vini ad indicazione geografica protetta (Igp), che costituiscono quasi l´89 per cento della produzione vinicola regionale. "Anche in questo caso - ha commentato il presidente della Regione Lombardia, illustrando i contenuti della delibera in conferenza stampa - si tratta di risorse diverse, destinate a sostenere e far crescere l´economia lombarda". Export In Crescita A Doppia Cifra - "L´export dei vini lombardi è cresciuto nel 2013 dell´11,4 per cento - ha affermato l´assessore all´Agricoltura - e tutta la produzione regionale è caratterizzata da una qualità riconosciuta. Basti pensare che la vendemmia 2013 si è chiusa con l´88,9 per cento di vini a denominazione di qualità sul totale di quelli prodotti: su 1,464 milioni di ettolitri di vino prodotto in Lombardia lo scorso anno, ben 1,303 milioni di ettolitri ha il marchio Docg, Doc o Igt. Ed è proprio sulla qualità che la Regione vuole sostenere i vitivinicoltori lombardi". Con il provvedimento viene attivata una misura di promozione del vino sui mercati extra europei, sulla base di "progetti annuali". Per la campagna 2014/2015 sono disponibili risorse per 3.421.992 euro I Requisiti Dei Beneficiari - La scelta dell´Amministrazione regionale è quella di puntare sulla qualità e quindi sulle aziende che confezionano vino in bottiglia. Infatti, i produttori che siano considerati singolarmente o associati, e le loro associazioni, saranno in grado di accedere al contributo soltanto se confezionano almeno il 75 per cento della loro produzione oppure imbottigliano almeno 600.000 bottiglie l´anno. Ai richiedenti è richiesto, infine, che abbiano già commercializzato il proprio vino in Paesi terzi per almeno il 5 per cento del vino prodotto nel 2013. Limiti Del Finanziamento - Il contributo massimo ammissibile al finanziamento è di 400.000 euro a beneficiario. Tale importo potrà essere aumentato in caso di disponibilità di budget, fermo restando gli esiti dell´istruttoria e la percentuale di contributo massimo del 50 per cento sulla spesa ammessa. In caso di progetti di promozione da realizzare con altre Regioni è prevista una riserva di 600.000 euro, di cui 350.000 per iniziative in cui Regione Lombardia è capofila e 250.000 euro per progetti promossi da altre Regioni.  
   
   
SARDEGNA: AIUTI PER LA PROMOZIONE DEL VINO SUI MERCATI DEI PAESI TERZI  
 
Cagliari - Anche per quest’anno, ammontano ad 1.958.732 euro i fondi disponibili per la promozione del vino nei paesi terzi per l’annualità 2014/2015. I produttori e le organizzazioni operanti nel settore potranno presentare progetti aventi un costo complessivo minimo per paese terzo di 100 mila euro per anno. L’intensità dell’aiuto potrà arrivare a coprire fino al 50% delle spese sostenute. Il restante 50% è a carico del beneficiario. La promozione riguarda tutte le categorie di vini a denominazione di origine protetta, i vini ad indicazione geografica nonché i vini con indicazione della varietà di uva da vino. Le azioni ammissibili da svolgere esclusivamente nei Paesi terzi riguardano: - promozione e pubblicità, che mettano in rilievo i vantaggi dei prodotti di qualità, la sicurezza alimentare ed il rispetto dell’ambiente e delle disposizioni attuative del Regolamento, da attuare a mezzo dei canali di informazione quali stampa e televisione; - partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale; - campagne di informazione e promozione, in particolare, sulle denominazioni d’origine e sulle indicazioni geografiche, da attuarsi presso i punti vendita (grande distribuzione, ristorazione dei paesi terzi, Horeca, ecc); - altri strumenti di comunicazione tra cui creazione siti internet, nella lingua ufficiale del Paese destinatario delle azioni, o in lingua inglese, in cui vengono descritte le qualità del prodotto e la zona di provenienza dello stesso, realizzazione di opuscoli, pieghevoli o altro materiale informativo e incontri sul territorio nazionale con operatori e/o giornalisti dei Paesi terzi da svolgersi anche presso le aziende partecipanti ai progetti (incoming). La domanda di richiesta dell’aiuto dovrà pervenire in originale e su supporto ottico (Cd/dvd), a mano, tramite corriere espresso o raccomandata entro le ore 13 del 30 giugno 2014 all’Agenzia Argea Area Coordinamento Attività Ispettive in Viale Adua, 1 – 07100 Sassari.  
   
   
AGRICOLTURA. VENETO CONFERMA EFFICIENZA SPESA FONDI COMUNITARI  
 
Venezia - Il Veneto conferma l’efficienza della spesa del suo Programma di Sviluppo Rurale, soprattutto nei segmenti di maggiore portata finanziaria, come la competitività del settore agricolo e forestale e il miglioramento ambientale. È quanto constatato a Mestre in occasione della riunione del Comitato di sorveglianza del Psr regionale, che ha esaminato la Relazione annuale del programma riferita al 2013. “Il documento, formalmente riferito all’ultimo anno del periodo di programmazione comunitaria iniziato nel 2007 – ha fatto presente l’assessore all’agricoltura Franco Manzato – ha anche offerto indicazioni importanti per la definizione del programma 2014-2020, che a breve sarà presentato in Consiglio Regionale”. L’esecuzione finanziaria si è confermata sui livelli degli anni precedenti. Al 31 dicembre dello scorso anno le somme liquidate sono state pari al 67 per cento delle risorse pubbliche a disposizione del programma. Per la competitività del settore agricolo e forestale (Asse1) le risorse erogate, pari a 389milioni di euro, hanno toccato il 71 per cento di quanto programmato, mentre per il miglioramento agroambientale (Asse 2) il dato è salito fino al 78% (252 milioni di euro). Si tratta di una delle performance finanziarie migliori in Italia ,come confermano i dati finanziari aggiornati di aprile che, fatta eccezione per le province autonome di Trento e Bolzano, collocano il Veneto dietro alla sola Lombardia, con il 73 per cento totale di avanzamento di spesa effettivamente sostenuta. In ripresa la spesa del terzo asse, dedicato alla qualità della vita delle aree rurali e alla diversificazione. Le particolari tempistiche dovute alla tipologia di intervento, al coinvolgimento di aggregazioni complesse (come nel caso dei partenariati rurali) e ad investimenti su larga scala (progetto banda larga), hanno inizialmente rallentato l’avanzamento finanziario, che alla fine dell’anno scorso ha fatto registrare il 35% di risorse pubbliche liquidate rispetto al programmato (22 milioni di euro). Molti gli spunti emersi anche dall’analisi dell’Asse 4 – Leader dedicato allo sviluppo locale. Nel 2013 infatti è stata praticamente completata l’attivazione dei bandi gestiti dai quattordici Gruppi di azione locale del territorio regionale. Entro il 31 dicembre, la spesa programmata è risultata completamente impegnata, recuperando in parte la situazione rilevata in fase di verifica degli obiettivi intermedi di spesa, quando era stato raggiunto complessivamente il 75 per cento, ma cinque Gal su quattordici erano rimasti sotto questa soglia. Anche l’erogazione nei confronti dei beneficiari finali, pur dimostrando progressi positivi, risulta inferiore agli altri assi (28 per cento).  
   
   
LOMBARDIA.GIUNTA BONIFICHE,ASSESSORE:42 MLN A COMUNI E PROVINCE  
 
 Milano - Su proposta dell´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, la Giunta regionale ha approvato oggi uno stanziamento di 42 milioni di euro (19 per il 2014 e 23 per il 2015) per interventi di bonifica e per il completamento o l´avanzamento delle operazioni già avviate. "Questi fondi - ha spiegato l´assessore - hanno anche l´obiettivo di semplificare le possibilità di intervento diretto e la progettazione. Potranno essere usati anche per eventuali lavori di messa in sicurezza". In Aiuto Di 18 Comuni - Sono 18 i Comuni che potranno beneficiare dei contributi: Monticelli pavese, Spessa, Valle Lomellina, Santa Giuletta e Varzi Valle Staffora, in provincia di Pavia; Casalpusterlengo (Lodi); Rho, Trezzano Rosa e Lacchiarella, in provincia di Milano; Zanica (Bergamo) e Asola (Mantova). Rientrano nei 19 milioni di euro anche 910.000 euro per il sito Caffaro a Brescia e 28.064 euro per la diga Masetti nel Mantovano. Interventi Prioritari A Favore Dei Comuni - In particolare, per quanto riguarda gli interventi previsti nella programmazione economico-finanziaria 2014/2016, sono finanziati i seguenti interventi prioritari: - a Rho (Mi), la realizzazione degli interventi di bonifica del focolaio di contaminazione individuato nel sito dell´ex Chimica Bianchi; - ad Asola (Mn), la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza permanente e bonifica dell´area dell´ex Flucosit; - a Mantova (Mn), presso la Diga Masetti, il completamento degli interventi di bonifica; - a Varzi (Pv) Valle Staffora, il completamento dell´intervento di bonifica d´ufficio nell´area demaniale del torrente Staffora. Fondi Anche Per 5 Province Contro Inquinamento Acque - Come detto, sono state integrate le risorse per il proseguimento degli interventi in capo alle Province e all´Arpa sulla ricerca delle sorgenti di inquinamento delle acque sotterranee: a Bergamo (quartiere Redona), a Como (Cassina Rizzardi), a Lodi (ex Agip via Sant´angelo), Varese e Pavia. "I programmi presentati e in corso di realizzazione dalle Province - ha aggiunto l´assessore - sono finalizzati a ricercare le potenziali fonti della contaminazione, in modo da consentire l´avvio delle procedure di bonifica e di messa in sicurezza previste dalla legge". Chi Inquina Paga - "In Lombardia - ha concluso l´assessore - vige il principio del ´chi inquina paga´. I responsabili di vecchi e nuovi focolai saranno sempre più ricercati e perseguiti. Con questi fondi ci aspettiamo dunque di poter evitare conseguenze gravi laddove sono state riscontrate fonti di inquinamento".