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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Febbraio 2011
SCOPERTO "INTERRUTTORE GENERALE" DEI GLOBULI BIANCHI CHE MIGLIORERÀ LE TERAPIE PER L´ARTRITE REUMATOIDE  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2011 - Scienziati nel Regno Unito hanno identificato una proteina che agisce da "interruttore generale" in alcuni globuli bianchi determinando se essi favoriscono o bloccano l´infiammazione. Essi ritengono che queste scoperte, presentate nella rivista Nature Immunology, potrebbero aiutare le terapie per varie malattie, come l´artrite reumatoide, che comportano un´eccessiva infiammazione. La ricerca è stata in parte finanziata dal progetto Model-in ("Genomic determinants of inflammation: from physical measurements to system perturbation and mathematical"), che è supportato con oltre 2,9 milioni di euro nell´ambito del Settimo programma quadro (7°Pq) dell´Ue. Mentre le risposte infiammatorie sono un´importante difesa che il corpo utilizza contro stimoli nocivi come infezioni o danni ai tessuti, in molte malattie un´infiammazione eccessiva può danneggiare il corpo. Chi soffre di artrite reumatoide, ad esempio, deve lottare con articolazioni che diventano gonfie e dolenti. Ma le ragioni del perché ciò accade, non sono ben chiare. Il team di ricerca dell´Imperial College London (Icl) nel Regno Unito ha spiegato che le cellule del sistema immunitario chiamate macroagi possono sia stimolare l´infiammazione che inibirla, rilasciando dei segnali chimici che alterano il comportamento di altre cellule. Nel loro studio, i ricercatori hanno mostrato che una proteina chiamata Irf5 agisce da interruttore molecolare che controlla se i macrofagi favoriscono o bloccano l´infiammazione. Le loro scoperte suggeriscono che bloccare la produzione di Irf5 nei macrofagi potrebbe essere un modo efficace di trattare un´ampia gamma di malattie autoimmunitarie, come l´artrite reumatoide, la malattia infiammatoria intestinale, il lupus e la sclerosi multipla. Essi hanno spiegato che aumentare i livelli di Irf5 potrebbe aiutare il trattamento delle persone il cui sistema immunitario è compromesso. La dott.Ssa Irina Udalova, ricercatrice anziana presso il Kennedy Institute of Rheumatology all´Imperial College, ha detto: "Le malattie possono influire su quali geni vengono accesi o spenti in particolari tipi di cellule. Comprendere come questa accensione viene regolata è fondamentale per progettare strategie mirate per inibire le risposte cellulari indesiderate." Secondo la dott.Ssa Udalova, "I nostri risultati mostrano che la Irf5 è l´interruttore principale in un gruppo chiave di cellule immunitarie, ed è essa che determina il profilo dei geni che vengono accesi in quelle cellule." Lei ha descritto questa scoperta come "veramente eccitante, poiché significa che se possiamo progettare molecole che interferiscono con la funzione della Irf5, questo ci potrebbe fornire nuovi trattamenti antinfiammatori per un´ampia gamma di malattie". Ricercatori dall´Icl hanno già sviluppato terapie anti-Tnf (fattore di necrosi tumorale), una categoria di farmaci che è comunemente usata come trattamento per l´artrite reumatoide. I farmaci prendono di mira il Tnf, un´importante sostanza chimica per la trasduzione del segnale rilasciata dalle cellule immunitarie per stimolare le risposte infiammatorie. Tuttavia, circa il 30% dei pazienti non reagisce ai farmaci anti-Tnf, e vi è quindi una grande necessità di sviluppare terapie con un´efficacia più ampia. Le ricerche sull´associazione tra i geni hanno collegato le variazioni nel gene che codifica la Irf5 con un maggiore rischio di malattie autoimmunitarie. La dott.Ssa Udalova ha quindi esaminato anche il ruolo giocato dalla proteina nel controllo dell´infiammazione. Lei ha utilizzato virus modificati geneticamente per inserire ulteriori copie del gene Irf5 in macrofagi umani cresciuto in laboratorio, facendo sì che le cellule producessero più Irf5. Quando ha compiuto questa operazione su macrofagi con caratteristiche antinfiammatorie, questi sono passati alla promozione dell´infiammazione. L´inibizione della Irf5 nei macrofagi pro-infiammazione, effettuata usando molecole sintetiche, ha ridotto la produzione dei segnali che promuovono l´infiammazione da parte delle cellule. Lei ha anche studiato topi modificati geneticamente che non erano in grado di produrre Irf5. Questi topi producevano livelli più bassi dei segnali chimici che stimolano l´infiammazione. La dott.Ssa Udalova ha concluso che la Irf5 sembra funzionare accendendo i geni che stimolano le risposte infiammatorie e indebolendo i geni che le inibiscono. Essa può fare questo o interagendo direttamente con l´acido deossiribonucleico (Dna), o interagendo con altre proteine che controllano quali geni vengono accesi. Il suo team sta ora studiando in che modo la Irf5 funziona a livello molecolare e con quali altre proteine essa interagisce allo scopo di progettare dei modi per bloccare i suoi effetti. Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College London (Icl): http://www3.Imperial.ac.uk/  Model-in: http://www.Model-in.org/  Nature Immunology: http://www.Nature.com/ni/index.html    
   
   
RICERCATORI FINANZIATI DALL´UE PUNTANO I RIFLETTORI SUL BENESSERE DEI BAMBINI  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2011 - I ricercatori riconoscono da tempo i benefici dell´istruzione nella prima infanzia - sia per i bambini che per i loro genitori. Migliorare la vita dei bambini piccoli li aiuta a diventare membri produttivi della società. Ricercatori finanziati dall´Ue coordinati dall´Università di Stavanger in Norvegia si sono posti l´obiettivo di migliorare il benessere dei bambini europei. Il progetto Toddler ("Toddler opportunities for disadvantaged and diverse learners on the early-childhood road") è finanziato con un contributo di 300.000 euro nell´ambito del programma per l´apprendimento permanente dell´Ue. L´istruzione pre-scolastica è uno dei più importanti obiettivi dell´Ue, come si evince dalle priorità 2010 dell´Ue. Sebbene sempre più persone si rendano conto che l´istruzione e le attenzioni hanno un ruolo fondamentale nelle prime fasi dello sviluppo di un bambino, non si è ancora fatto abbastanza in termini di ricerca in questo campo. Questo importante studio esteso a tutta l´Europa si sta occupando di come far cominciare i bambini nel miglior modo possibile. Due esperti della Kingston University nel Regno Unito partecipano al progetto. Condurranno le loro ricerche in asili nido, asili infantili e centri per l´infanzia in tutta l´Inghilterra per determinare i metodi che daranno ai bambini di età compresa tra i 18 e i 36 mesi le migliori opportunità di avere una vita soddisfacente da adulti. Secondo i ricercatori i risultati dello studio saranno anche di beneficio per le famiglie di migranti o a basso reddito. I risultati di Helen Sutherland e Jan Styman saranno confrontati con i dati ottenuti dai loro colleghi in sette altri paesi e saranno usati per produrre raccomandazioni per migliorare l´istruzione dei primi anni di vita dei bambini. I ricercatori produrranno corsi di formazione e materiale per l´insegnamento, come pacchetti online, per sostenere sia gli educatori che i familiari nel loro tentativo di migliorare il benessere dei bambini. Il team identificherà specifiche aree che hanno bisogno di miglioramento nei vari paesi. Particolare attenzione verrà conferita alle attività per promuovere il benessere e il linguaggio. "Speriamo che il progetto permetterà ai professionisti del settore di capire di più i bambini e come sviluppare al meglio le loro potenzialità," dice la Sutherland, che ha oltre vent´anni di esperienza nel campo dell´istruzione della prima infanzia. "Esamineremo i fattori che aiutano i bambini a raggiungere il benessere emotivo come il loro ambiente, il tipo di sostegno che ricevono da professionisti e genitori e come imparano a parlare." La Sutherland sottolinea che nel Regno Unito, non ci sono obblighi legali di insegnare ai bambini prima dell´età di cinque anni e quindi storicamente ci si è occupati poco dell´istruzione dei bambini più piccoli, sebbene il governo finanzi le scuole materne per i bambini di tre e quattro anni. "Gli anni tra zero a cinque sono anni formativi che possono dare ai bambini abilità che useranno per tutta la vita per imparare e svilupparsi," dice la Sutherland. "Speriamo che questo progetto aiuterà a dare ai bambini le opportunità che li aiuteranno a ottenere il meglio dalla vita e che migliorerà la posizione e la comprensione di coloro che si occupano dell´istruzione dei bambini di quest´età." Esperti provenienti da Belgio, Danimarca, Germania, Spagna, Portogallo e Romania stanno apportando contributi fondamentali a questo studio. Per maggiori informazioni, visitare: Kingston University: http://www.Kingston.ac.uk/  Programma per l´apprendimento permanente: http://ec.Europa.eu/education/lifelong-learning-programme/doc78_en.htm    
   
   
REGINA ELENA: CATTIVA COMUNICAZIONE NEI TUMORI, DIAMOCI UN TAGLIO!INTERROMPERE LA COMUNICAZIONE TRA HMENA E HER2 PUÒ RIDURRE L’AGGRESSIVITÀ DEL TUMORE AL SENO  
 
Roma,1 febbraio 2011 - Il tumore alla mammella è una patologia che presenta diverse varianti a livello molecolare che guidano l’oncologo nella scelta terapeutica. Individuare i geni e le proteine coinvolte nello sviluppo dei vari tipi di carcinoma mammario e i loro meccanismi di comunicazione aiuta ad attuare terapie sempre più mirate ed efficaci. Il team di ricercatori coordinati da Paola Nisticò, del Laboratorio di Immunologia dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma e con l’Istituto San Raffaele di Milano, hanno dimostrato che i tumori al seno contemporaneamente positivi per l’espressione dell’oncogene Her2 e della proteina hMena, sono particolarmente aggressivi. Esperimenti condotti in vitro su cellule di carcinoma della mammella mostrano inoltre come inibendo hMena si abbia un rallentamento della proliferazione tumorale indotta da Her2. Lo studio, in parte finanziato dall’Airc, è stato recentemente pubblicato dalla rivista Plos-one. I dati ottenuti non solo evidenziano il ruolo fondamentale di hMena nello sviluppo delle neoplasie mammarie, ma suggeriscono anche che interrompendo i segnali di comunicazione molecolari che intercorrono tra hMena e Her2 si possa arrestare la progressione tumorale. Il gene hMena, identificato per la prima volta all’Istituto Regina Elena dalla stessa Nisticò e da Francesca Di Modugno, è assente nell’epitelio delle mammelle sane e compare invece nelle lesioni benigne che evolvono in tumori. Esso si candida quindi ad essere un marker di diagnosi precoce per il cancro al seno e un importante target terapeutico. Per identificare alcuni meccanismi di comunicazione che le cellule tumorali utilizzano per proliferare, stimolate da segnali che provengono sia dalla cellula stessa che dal microambiente tumorale, i ricercatori hanno studiato la cooperazione tra l’oncogene Her-2 e la proteina hMena nei tumori al seno. Il gene hMena dà origine a diverse varianti proteiche che si sono dimostrate validi marcatori precoci di carcinoma mammario, in quanto sono presenti solo nelle lesioni benigne che hanno però una elevata probabilità di evolvere in cancro. Ciò avviene, con molta probabilità, poiché hMena regola il complesso di filamenti proteici che costituiscono l’impalcatura delle cellule, il così detto citoscheletro. Questa è una struttura molto dinamica, che controlla la forma e la funzione di ogni cellula. In quelle cancerose, questo “scheletro mobile” cambia per l’ aumentata espressione di hMena e delle sue varianti . Il gene Her-2 invece è uno degli oncogeni più noti e rappresenta già un importante target terapeutico per il cancro alla mammella.   
   
   
ESAME INDOLORE E NON INVASIVO: IL SERVIZIO DI MANOMETRIA ANO-RETTALE AL POLICLINICO DI ABANO TERME  
 
Abano Terme (Padova), 1 febbraio 2011 -  Al Policlinico di Abano Terme, nel contesto del potenziamento dei servizi per la diagnosi e la cura delle patologie del pavimento pelvico, oltre alle appropriate indagini radiologiche e all’ecografia transanale, è adesso disponibile il servizio di Manometria ano-rettale. La manometria ano-rettale è un esame diagnostico utile all´esatta valutazione della funzione dell’ultimo tratto dell’intestino, e in particolare dell’apparato sfinterico. Diversamente dagli esami morfologici, come l’ecografia o l’endoscopia, che rilevano soltanto la situazione anatomica questo esame, mediante la determinazione e lo studio delle pressioni del tratto ano-rettale, fornisce utili informazioni sulla funzionalità degli sfinteri anali, sulla lunghezza e morfologia del canale anale, sulla capacità funzionale e sensitiva del retto e sui normali riflessi che stanno alla base della continenza e della defecazione. L’esame è assolutamente indolore e non invasivo e consente di registrare le condizioni pressorie presenti a riposo, in fase di contrazione ed in fase di ponzamento. Questo test, che viene eseguito soltanto nelle strutture sanitarie più avanzate, è oggi necessario per il corretto inquadramento diagnostico di alcune diffuse patologie del pavimento pelvico come la stipsi o l’incontinenza fecale, al fine di programmare il più adeguato percorso terapeutico, per predirne l’esito e per valutarne il risultato nel tempo.  
   
   
SANITÀ IN UMBRIA: ASL 1, DECISIONI GIUNTA REGIONALE  
 
Perugia, 1 febbraio 2011 - A seguito della nomina di Emilio Duca, già direttore generale della Asl 1 dell´Alto Tevere, a direttore regionale alla sanità della Regione Umbria, la Giunta regionale dell´Umbria, su proposta della presidente Catiuscia Marini, ha deliberato la conferma dei direttori sanitario ed amministrativo della stessa Asl, Silvio Pasqui e Andrea Casciari. Quest´ultimo svolgerà le competenze della direzione generale sino alla nomina del nuovo direttore generale.  
   
   
INFLUENZA: DECEDUTO IN VENETO PAZIENTE CON GRAVE PATOLOGIA PREGRESSA. VACCINARSI UTILE E ANCORA POSSIBILE  
 
 Venezia, 1 febbraio 2011 - Un uomo di 57 anni, affetto da grave patologia pregressa (mieloma multiplo chemio trattato) e positivo al tampone dell’influenza H1n1 è deceduto il 30 gennaio all’ospedale Cà Foncello di Treviso, dove era ricoverato in terapia intensiva dal 27 gennaio scorso. Il paziente non era vaccinato. Il decesso è stato notificato oggi alla direzione regionale prevenzione. Ne dà notizia l’assessore alla sanità Luca Coletto. Si tratta del settimo decesso registrato negli ospedali veneti dall’inizio dell’epidemia stagionale, che ha già colpito oltre 130.000 veneti. “Anche questo caso, come quelli dei giorni scorsi – sottolinea Coletto – addolora, ma rientra pienamente nella casistica annuale. Non c’è quindi alcun motivo di allarme, ma c’è da raccomandare ancora una volta di vaccinarsi ai cittadini che non l’hanno ancora fatto: soprattutto nei portatori di patologie pregresse – dice Coletto – è un importante fattore di difesa da possibili gravi complicazioni”. L’assessore sottolinea anche che “il sistema sanitario veneto sta affrontando con efficienza l’epidemia influenzale annuale” e che “tutte le nostre strutture sono perfettamente attrezzate per rispondere ad ogni evenienza ed è ancora abbondante la scorta disponibile di vaccino”. L’anno scorso l’influenza H1n1 aveva colpito oltre 300.000 persone e causato 182 ricoveri e 13 decessi  
   
   
INFLUENZA: IN PIEMONTE IN AUMENTO I CASI RISPETTO ALLA SCORSA SETTIMANA.  
 
Torino, 1 febbraio 2011 - Sono 44mila le persone ammalate in Piemonte. Un dato che registra un aumento rispetto alla scorsa settimana. L’epidemia influenzale in Piemonte, che resta a livelli decisamente superiori rispetto alla media italiana, ha un tasso di incidenza di 9.8 casi su mille assistiti. Rispetto alla scorsa settimana, l’aumento dell’epidemia influenzale interessa tutte le fasce d’età, ma i picchi maggiori interessano i bambini e i giovani: 28.6 casi su 1000 assistiti per i bambini da 0 a 4 anni, 16 casi su 1000 dai 5 ai 14 anni e 16,8 casi su 1000 nella fascia d’età fra i 15 e i 24 anni. In crescita anche i casi nella fascia dai 25 ai 44 anni (10 casi su 1000 assistiti), mentre rimane costante l’incidenza nel gruppo di età dai 45 ai 64 anni (8 casi per mille) e negli ultrasessantaquattrenni (3.2 casi per 1000, come nella settimana precedente). Il dato generale italiano risulta ancora in crescita ma di intensità moderata: il tasso di incidenza settimanale è di circa 7,5 casi su mille assistiti. Le regioni con incidenza più alta della media sono Abruzzo, Marche, Campania, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Lazio e le province autonome di Trento e Bolzano. La maggior parte dei Paesi europei registra una diffusa attività influenzale, con tassi di incidenza in aumento, soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale. I virus isolati sono prevalentemente del tipo A(h1n1) oppure B e le caratteristiche dei casi sono simili a quelle manifestate nella scorsa stagione.  
   
   
LIGURIA OCULISTICA: PADRE ANTERO MICONE, ASSESSORE MONTALDO: “CONTRO LE FUGHE SERVE LA SPECIALIZZAZIONE”  
 
Genova, 1 febbraio 2011 - “La trasformazione del nostro sistema sanitario è fatta di cose che si superano perché obsolete e iniziative che si aprono e potenziano perché necessarie e la struttura complessa di oculistica presso l´ospedale di Sestri Ponente è una di queste”. Lo ha detto l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo il 28 gennaio in occasione dell’apertura della rinnovata ala ambulatoriale di oculistica presso l´ospedale Micone a cui hanno partecipato anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, il direttore della Asl 3 Genovese, Renata Canini, il presidente dell´Ordine dei Medici, Enrico Bartolini e il responsabile della struttura, Fabio Giacomelli. “Il rinnovo di questa ala diretta da Fabio Giacomelli – ha detto Montaldo – è merito della Asl 3 che ci ha creduto e investito molte risorse e ha dato forza al dirigente e a tutti gli operatori. Grazie a questo intervento sono state recuperate molte prestazioni che andavano fuori regione: si è passati infatti da 342 pazienti che sono arrivati qui nel 2009, sia da fuori provincia che da fuori regione, ai 696 del 2010. A questo punto mi auguro che tutto ciò possa accadere anche in altre strutture come S. Martino, sia nella dimensione universitaria che in quella ospedaliera”. “I risultati prodotti dai nuovi ambulatori della struttura complessa di oculistica nell´ospedale di Sestri Ponente – ha continuato Montaldo – sono la dimostrazione che la strada è quella della specializzazione dei nostri centri. Noi abbiamo infatti scelto di concentrare a Sestri l´oculistica del Ponente genovese, senza far venire meno le attività di oculistica di Villa Scassi e del Celesia”.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: ESENZIONE DAL TICKET PER VISITE ED ESAMI, NUOVE MODALITÀ PER LA CERTIFICAZIONE  
 
 Bologna, 1 febbraio 2011 – Cambia la modalità per certificare l’esenzione dal ticket in base al reddito per visite ed esami specialistici, ma c’è tempo fino al prossimo 1° maggio per adeguarsi alle novità previste da un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze dell’11 dicembre 2009. Secondo la nuova modalità, le persone che hanno diritto all’esenzione per reddito devono essere in possesso di un apposito certificato che viene rilasciato all’Azienda Usl di residenza. Sulla base di questo certificato, il medico che prescrive visite o esami specialistici indica il diritto all’esenzione sulla ricetta di prescrizione. Tale modalità diviene obbligatoria dal 1° maggio e da questa data non sarà più possibile autocertificare il diritto all’esenzione al momento della prenotazione di una visita o di un esame, come avviene ora. Il periodo di transizione – da febbraio ad aprile – è stato previsto dalla Regione per consentire una corretta informazione ai cittadini interessati alle nuove modalità e per dare il tempo alle Aziende sanitarie, ai medici e pediatri di famiglia e agli altri specialisti che prescrivono visite ed esami, di adeguare la loro organizzazione. Ciò significa che in questo periodo la vecchia e la nuova procedura convivono: fino al 30 aprile, dunque, le persone esenti per reddito dal pagamento del ticket, fino a che non sono in possesso del certificato di esenzione per reddito, possono continuare ad autocertificare la propria condizione nel momento in cui prenotano visite ed esami. Il certificato di esenzione per reddito Da domani, 1° febbraio, le persone esenti per reddito possono iniziare a richiedere il certificato di esenzione per reddito alla propria Azienda Usl recandosi personalmente agli sportelli o delegando per iscritto una persona di fiducia. Per avere il certificato devono compilare un apposito modulo di autocertificazione, scaricabile anche dal portale del Servizio sanitario regionale Saluter all’indirizzo: www.Saluter.it/servizi/esenzione-ticket-per-reddito. Il certificato ha validità annuale (con scadenza al 31 dicembre) e va rinnovato ogni anno. Per le persone con più di 65 anni, ha validità illimitata. In ogni caso, anche per le persone con più di 65 anni, se le condizioni di reddito cambiano e non si ha più diritto all’esenzione, occorre comunicarlo tempestivamente alla propria Azienda Usl. Per sapere dove andare per avere il certificato di esenzione per reddito e avere tutti gli approfondimenti eventualmente necessari, è possibile telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033033 (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30, il sabato dalle 8.30 alle 13.30); è possibile inoltre consultare la Guida ai servizi, scrivendo nel campo cerca “esenzione ticket per reddito”, nella homepage del portale Saluter www.Saluter.it/servizi-ai-cittadini e nelle homepage di tutti i siti delle Aziende sanitarie. La campagna informativa Per informare i cittadini sulla nuova modalità di certificazione del diritto all’esenzione e per accompagnare questo periodo di transizione in cui convivono regole vecchie e nuove, la Regione ha realizzato una campagna informativa che prevede depliant e locandine (diffusi già a partire dai prossimi giorni negli studi di medici e pediatri di famiglia, nelle sedi dei Cup e degli Uffici relazioni con il pubblico, nelle sale di attesa delle strutture sanitarie, nei Pronto soccorso) e brevi filmati da proiettare nei monitor delle sale di attesa dei servizi sanitari (diffusi a partire dalle prossime settimane). I materiali informativi saranno inoltre diffusi nelle sedi delle organizzazioni sindacali. Chi ha diritto alla esenzione per reddito Sono esenti dal pagamento del ticket in base al reddito: - le persone con più di 65 anni e i bambini con meno di 6, con reddito familiare complessivo inferiore a 36.151,98 euro; - chi ha la pensione sociale o la pensione al minimo, con più di 60 anni, e i familiari a carico, con reddito familiare complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro se il coniuge è a carico, e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico; - i disoccupati con più di 16 anni registrati nei Centri per l’impiego, in passato già occupati, e i familiari a carico, con reddito familiare complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro se il coniuge è a carico, e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.