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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Febbraio 2011
UE: GIORNATA DELLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2011 - Nel mondo d´oggi le informazioni si scambiano sempre più facilmente e rapidamente. Può accadere così che i dati di una persona – email, fotografie, agenda elettronica – siano creati nel Regno Unito con un software situato in Germania, trattati in India e conservati in Polonia per poi essere consultati in Spagna da un cittadino italiano. Il rapido intensificarsi dei flussi d´informazione nel mondo intero mette a dura prova il diritto alla riservatezza dei dati personali. Al lavoro, nei rapporti con le autorità pubbliche, acquistando merci o servizi, viaggiando o navigando su internet, ogni giorno i cittadini hanno a che fare con la protezione dei dati personali, anche nella loro dimensione transfrontaliera. Nella giornata del 28 gennaio dedicata alla protezione dei dati personali il Consiglio d´Europa e la Commissione europea hanno unito le forze per promuovere il diritto fondamentale alla privacy. La Giornata della protezione dei dati personali è celebrata annualmente per spiegare ai cittadini quali sono le informazioni di carattere personale raccolte e trattate, il perché di tale trattamento e i diritti di cui ciascuno dispone in questo ambito. Le norme di protezione dei dati dell´Unione europea hanno ormai più di 15 anni; per quanto abbiano retto bene al tempo, è ora che siano modernizzate in modo da corrispondere al nuovo contesto tecnologico. La Commissione europea intende per l´appunto proporre la modifica della direttiva sulla protezione dei dati del 1995 entro quest´anno. "Una protezione efficace dei dati personali è presupposto essenziale delle nostre democrazie da cui traggono sostegno gli altri diritti e libertà fondamentali", ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente incaricata del portafoglio Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza. "Dobbiamo trovare un equilibrio tra la tutela della privacy e il libero flusso delle informazioni, che può creare nuove opportunità economiche. Sono queste le problematiche che intendo affrontare con le nostre proposte di modernizzare le norme Ue di protezione dei dati nel 2011." Si celebra oggi il 30° anniversario della convenzione del Consiglio d´Europa sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale ("convenzione 108"). "Di fronte alle sfide poste dal rapido sviluppo delle tecnologie dell´informazione, il diritto al rispetto della vita privata assume più importanza che mai. Sono trent´anni che la convenzione sulla protezione dei dati svolge un ruolo chiave nel garantire tale diritto, e perché continui per i prossimi trenta sono necessari alcuni adattamenti", ha dichiarato il segretario generale Thorbjørn Jagland insistendo "sulla necessità di un autentico quadro internazionale fondato sui diritti umani, che sia flessibile, trasparente e completo". Negli ultimi anni la privacy e la protezione dei dati hanno spesso occupato i titoli dei giornali. La tecnologia procede a ritmi esponenziali apportando cambiamenti spettacolari nel modo in cui vengono usati i dati personali per fornire beni e servizi. Ciò vale soprattutto per l´ambiente on line: servizi di internet banking, viaggi, social network. La condivisione dei dati personali è poi anche uno dei presupposti di una società sicura. Contesto Direttiva europea sulla protezione dei dati del 1995 - Il 4 novembre 2010 la Commissione ha presentato una strategia per rafforzare le norme di protezione dei dati dell´Ue (Ip/10/1462 e Memo/10/542). Lo scopo è proteggere i dati personali in tutti i settori, anche nelle attività di contrasto, riducendo nel contempo la burocrazia per le imprese e assicurando la libera circolazione dei dati in tutta l´Ue. Sulla base di questa revisione e dei risultati di una consultazione pubblica, la Commissione modificherà la direttiva sulla protezione dei dati del 1995. Obiettivo delle norme di protezione dei dati dell´Ue (la direttiva 95/46/Ce sulla protezione dei dati del 1995) è proteggere i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche, in particolare il diritto alla protezione dei dati e la loro libera circolazione. Hanno integrato questa direttiva di carattere generale altri strumenti giuridici come la direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche per il settore delle comunicazioni. Sono inoltre in vigore norme specifiche per la protezione dei dati personali nell´ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (decisione quadro 2008/977/Gai). Il diritto alla protezione dei dati personali è esplicitamente riconosciuto dall´articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea e dal trattato di Lisbona. L´articolo 16 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea fornisce la base giuridica per le norme di protezione dei dati per tutte le attività rientranti nell´ambito di applicazione del diritto dell´Ue. Azione del Consiglio d´Europa per la protezione dei dati - Aperta alla firma nel 1981, la convenzione 108 del Consiglio d´Europa è un riferimento per 43 Stati europei e l´unico strumento internazionale giuridicamente vincolante applicabile nel mondo intero. Qualunque paese, purché disponga della normativa richiesta in ordine alla protezione dei dati, può diventarne parte. La convenzione definisce una serie di principi fondamentali universalmente riconosciuti e di norme giuridicamente vincolanti. Le sue disposizioni di carattere neutro sotto il profilo tecnologico proteggono dall´intrusione di autorità pubbliche o di privati nella privacy di ciascuno. La convenzione istituisce un quadro giuridico per il trasferimento dei dati personali tra i paesi che l´hanno ratificata e una piattaforma di cooperazione multilaterale tra gli Stati parte, su un piano di parità. I paesi possono scambiare idee e buone pratiche ed elaborare insieme nuovi standard. Nel 2001 è venuto ad integrare la convenzione 108 un protocollo addizionale sulle autorità di controllo e i flussi transfrontalieri di dati. Il 28 gennaio viene celebrata la Giornata della protezione dei dati personali perché quel giorno ricorre l´anniversario della convenzione 108. Quest´anno il Consiglio d´Europa coglie l´occasione per avviare una consultazione su come modernizzare la convenzione 108 e continuare a innalzare le norme di protezione dei dati non soltanto in Europa, ma nel mondo intero.  
   
   
CONFERENZA SUI PROGRESSI NELL´ANALISI E DATA MINING DEI SOCIAL NETWORK, KAOHSIUNG, TAIWAN  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2011 - Dal 25 al 27 luglio 2011 si terrà a Kaohsiung (Taiwan) una conferenza sui progressi nell´analisi e data mining dei social network. Negli ultimi anni la ricerca sui social network ha fatto significativi passi avanti. Lo sviluppo di tecniche sofisticate per l´analisi e il data mining dei social network (social network analysis and mining o Snam) è stato grandemente influenzato dai siti web sociali online, log email e sistemi di instant messaging, che vengono ampiamente analizzati usando una teoria dei grafi e tecniche di apprendimento automatico. Gli utenti considerano internet sempre più come un mezzo sociale che facilita l´interazione tra le persone, lo scambio di esperienze e conoscenze, le attività di gruppo, la formazione e l´evoluzione di comunità. Questo ha portato a una sempre maggiore importanza delle Snam nel settore accademico, politico, della sicurezza nazionale e degli affari. Tutto ciò segue il modello di entità conosciute che si sono evolute in network nei quali gli attori sono sempre più dipendenti dalla loro integrazione strutturale. L´evento sarà un luogo interdisciplinare che riunirà professionisti e ricercatori di vari campi delle Snam con lo scopo di promuovere la collaborazione e lo scambio di idee e pratiche. Si intendono affrontare importanti aspetti con una particolare attenzione alle tendenze emergenti e alle esigenze dell´industria legate all´analisi e al data mining dei social network. Per ulteriori informazioni, fare clic: http://asonam2011.Im.nuk.edu.tw/    
   
   
“EGOVERNMENT NEGLI ENTI LOCALI: A CERTE CONDIZIONI”. CONVEGNO MERCOLEDÌ AL POLITECNICO DI MILANO VERRANNO PRESENTATI I RISULTATI DELLA RICERCA CHE L´OSSERVATORIO EGOVERNMENT DELLA SCHOOL OF MANAGEMENT HA CONDOTTO SU OLTRE 650 PUBBLICHE AMMINISTRAZIONE E ILLUSTRATI CASI DI SUCCESSO  
 
 Milano, 1 febbraio 2010 - "eGovernment negli enti locali: a certe condizioni" è il titolo del convegno di presentazione della ricerca dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano (responsabile scientifico prof. Giuliano Noci, curatore dell´indagine Michele Benedetti) che si terrà mercoledì 2 febbraio al Politecnico, p.Zza Leonardo da Vinci 32 a Milano (ore 10-13, aula De Donato). La ricerca è stata realizzata con il patrocinio del Ministro per la Pubblica amministrazione e l´innovazione e di Upi, Unione Province d´Italia, con il contributo di Consorzio Cbi e con il supporto di Infogroup, Telecom Italia; Credemtel; Abilab e eContent Award. La partecipazione è gratuita, previa registrazione al sito www.Osservatori.net/  Occasione del convegno è la presentazione dei risultati della ricerca 2010, che ha coinvolto più di 650 pubbliche amministrazioni locali, tra Comuni, Province e Regioni e visto l’analisi approfondita di circa 20 casi studio condotti tramite interviste dirette. Nel merito, quest’anno l’indagine si è concentrata sullo studio delle modalità di gestione dei progetti di innovazione organizzativa e tecnologica negli enti locali, approfondendo i modelli tecnologici e organizzativi nei sistemi di pagamento multicanale e i modelli di adozione dei sistemi di archiviazione elettronica e conservazione sostitutiva. I risultati della ricerca saranno accompagnati dall’illustrazione di significative esperienze relative a progetti di innovazione negli enti locali e discussi con autorevoli rappresentati di enti pubblici e privati direttamente o indirettamente coinvolti nel processo di ammodernamento della pubblica amministrazione italiana. Il convegno sarà aperto alle 10 dal professor Giuliano Noci (“Osservatorio eGovernment: obiettivi 2010 e strategie future”), seguito da Corrado Ghirardelli, rappresentante Upi nella commissione permanente sull’innovazione tecnologica nelle Regioni e negli Enti Locali (“Il ruolo delle Province a supporto dell’innovazione nei piccoli Comuni”). Alle 10.30 prenderà la parola Michele Benedetti, dell´Osservatorio eGovernment (“I percorsi di gestione dell´innovazione”), e successivamente Vittorio Severi, direttore generale del Comune di Cesena, che illustrerà un caso di successo. Alle 11 Carlo Mattia Ghezzi, del Politecnico di Milano, parlerà di “Modelli tecnologici e organizzativi nei sistemi di pagamento multicanale”, tema illustrato concretamente dal caso del Comune di Prato, portato da Gabriella Martinelli, dirigente del Sistema informativo. Alle 11.30 sarà la volta di Chiara Sandi, del Politecnico, che parlerà di “Modelli di adozione dei sistemi di archiviazione elettronica e conservazione sostitutiva”; al termine Alberto Corò, dirigente del Settore servizi informatici e telematici del Comune di Padova, porterà la sua esperienza. Alle 12, infine, prenderà il via una tavola rotonda su “Le sfide future per gli enti locali”, moderata dal professor Noci, a cui prenderanno parte: Andrea Maria Nicola Costa, responsabile Marketing public sector di Telecom Italia; Claudio Forghieri, responsabile della Rete Civica del Comune di Modena; Claudio Giovanni Fornaro, responsabile Ufficio prodotti e servizi per la Pubblica Amministrazione di Intesa Sanpaolo; Liliana Fratini Passi, segretario generale del consorzio Customer to Business Interaction (Cbi); Lucia Pasetti, vice-presidente Cisis.  
   
   
CONCLUSA LA TRE GIORNI DEDICATA ALLA BREVETTAZIONE  
 
Valenzano, 1 febbraio 2011 - Si è concluso il 27 gennaio, presso il Dipartimento di Ingegneria dell´Innovazione dell’Università del Salento, l’appuntamento di gennaio con l’innovazione, il ciclo di seminari “Le diverse strategie e procedure di brevettazione alla luce delle recenti modifiche della procedura italiana e della Convenzione sul Brevetto Europeo”, organizzati dall’Arti – Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione – nelle sedi universitarie di Foggia, Bari e Lecce. Tutela della proprietà intellettuale e del segreto industriale, differenti strategie di valorizzazione della ricerca scientifica e recenti novità legislative in tema di brevetti sono stati i principali temi affrontati nel workshop da Massimo Barbieri (dell’Ufficio di trasferimento tecnologico del Politecnico di Milano). Rivolto a ricercatori e imprese, il seminario si è posto l’obiettivo di approfondire la conoscenza delle strategie e delle procedure di protezione e gestione del brevetto a livello nazionale e internazionale, fornendo gli strumenti pratici per un’amministrazione consapevole del trasferimento tecnologico: l´analisi e la conoscenza delle procedure costituiscono, infatti, un elemento rilevante nelle istruttorie brevettuali degli enti di ricerca, nell´ottica di ottimizzazione dei costi, delle procedure e dei tempi. Il ciclo di seminari terminato è stato il quinto di una serie di nove appuntamenti dedicati all’innovazione ed al trasferimento tecnologico, organizzati nell’ambito del progetto “Creare impresa e diffondere tecnologia a partire dalla ricerca – Ilo2” (promosso dall’Arti, in collaborazione con i cinque atenei pugliesi, il Cnr e l’Enea, su incarico dell’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia). L’iniziativa, inedita per la Puglia, mira a fornire sia ai ricercatori sia agli imprenditori strumenti concreti ed operativi per approfondire tematiche di grande interesse attuale, quali il finanziamento dell’innovazione, il trasferimento tecnologico, la valorizzazione della ricerca e l’avvio di spin off e start up innovative. Il prossimo ciclo di incontri, dedicati a “Tecniche avanzate di ricerca dello stato dell’arte brevettuale e claiming dei brevetti: dalle banche dati internazionali per le ricerche brevettuali al claiming dei brevetti, passando per l’analisi di anteriorità”, è previsto per le giornate del 22, 23 e 24 febbraio, rispettivamente a Foggia, a Bari e a Lecce. Il calendario completo dei workshop è disponibile online su www.Arti.puglia.it/  La partecipazione ai seminari è gratuita, ma soggetta a iscrizione sul sito.  
   
   
US€: TROPPI RAGAZZI ABBANDONANO LA SCUOLA: INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2011 - Nell´unione europea sono più di 6 milioni i giovani che abbandonano gli studi con al massimo un diploma di terza media. Questi giovani hanno grosse difficoltà a trovare un lavoro e sono più spesso disoccupati e dipendenti dall´assistenza sociale. L´abbandono scolastico precoce (attualmente al 14,4% nell´Ue e al 19,2% in Italia) frena lo sviluppo economico e sociale e ostacola il raggiungimento dell´obiettivo dell´Unione europea di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La Commissione ha approvato il 31 gennaio un´iniziativa per ridurre entro la fine del decennio a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico. Nell´unione europea sono più di 6 milioni i giovani che abbandonano gli studi con al massimo un diploma di terza media. Questi giovani hanno grosse difficoltà a trovare un lavoro e sono più spesso disoccupati e dipendenti dall´assistenza sociale. L´abbandono scolastico precoce (attualmente al 14,4% nell´Ue e al 19,2% in Italia) frena lo sviluppo economico e sociale e ostacola il raggiungimento dell´obiettivo dell´Unione europea di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La Commissione ha approvato oggi un´iniziativa per ridurre entro la fine del decennio a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico. José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ha dichiarato: "L´europa non può permettersi di fare a meno del contributo che così tanti giovani possono dare alle nostre società e alle nostre economie. Per uscire dalla crisi, dobbiamo valorizzare il potenziale costituito dai giovani europei." Androulla Vassiliou, Commissaria europea per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha aggiunto: "Ridurre di un solo punto percentuale il tasso di abbandono scolastico in Europa equivale a creare ogni anno quasi mezzo milione di giovani qualificati in più. Molti paesi sono già riusciti a ridurre il numero dei giovani che lasciano la scuola con basse qualifiche, ma è necessario fare di più." La nuova iniziativa della Commissione analizza la situazione dell´abbandono scolastico in Europa, le sue principali cause, i rischi che esso comporta per lo sviluppo dell´economia e della società e propone modi per affrontare più efficacemente il problema. La proposta di raccomandazione del Consiglio contiene una serie di linee guida che potranno aiutare gli Stati membri a predisporre politiche ampie e realistiche di riduzione dell´abbandono scolastico. La situazione in Europa - Il tasso medio Ue di abbandono scolastico è attualmente del 14,4%, ma questo dato nasconde notevoli differenze tra i paesi: Sette Stati membri hanno già raggiunto il traguardo del 10%: Austria, Repubblica ceca, Finlandia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia. In tre Stati membri la percentuale è superiore al 30%: Malta, Portogallo e Spagna. In quasi tutti i paesi il tasso è sceso rispetto al 2000. In alcuni paesi che presentano un tasso elevato la riduzione è stata significativa: Romania, Malta, Italia, Cipro e Portogallo. Notevoli progressi sono stati compiuti anche da paesi in cui il tasso di abbandono era basso già all´inizio del decennio: Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Polonia. Anche se vi sono caratteristiche comuni, la situazione varia secondo gli Stati membri anche per quanto riguarda i gruppi più interessati dal fenomeno, il livello di istruzione raggiunto dai giovani che abbandonano gli studi e il loro status occupazionale. Come affrontare il problema - Il problema dell´abbandono scolastico è complesso e a risolverlo non bastano le sole politiche dell´istruzione. Strategie efficaci devono includere anche le politiche della gioventù e le politiche sociali ed essere adattate alle condizioni locali, regionali e nazionali. Devono articolarsi in misure di prevenzione, di intervento e di compensazione. La prevenzione dell´abbandono scolastico deve cominciare il più presto possibile, offrendo agli alunni un sostegno all´apprendimento ed evitando condizioni che possono portare all´abbandono della scuola, come le bocciature e la mancanza di un aiuto adeguato agli alunni di madrelingua diversa. Le misure di intervento devono far fronte in modo rapido ed efficace alle difficoltà che si manifestano, come l´assenteismo e i cattivi risultati scolastici. Le misure di compensazione servono a offrire una "seconda opportunità", mediante classi speciali o dando ai giovani adulti la possibilità di reinserirsi nella scuola e di seguire una formazione. Una migliore cooperazione tra i paesi dell´Ue, lo scambio di buone pratiche e un uso più mirato dei finanziamenti europei potranno contribuire a dare una soluzione al problema. Le prossime tappe - Le proposte della Commissione saranno discusse dai ministri dell´istruzione nella riunione del Consiglio che si terrà a Bruxelles dal 2 al 4 maggio. Gli Stati membri saranno invitati ad adottare entro il 2012 strategie globali basate su questo quadro e a metterle in atto nei rispettivi programmi nazionali di riforme. La Commissione, da parte sua, destinerà risorse del programma per l´apprendimento permanente e del programma quadro di ricerca alla ricerca di modi innovativi per affrontare il problema e attraverso il Fondo sociale europeo contribuirà al finanziamento di misure nazionale e regionali dirette a ridurre l´abbandono scolastico.  
   
   
US€: UNIVERSIT, PROGRAMMA JEAN MONNET: ANCORA 15 GIORNI PER PARTECIPARE!  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2011 - Università di tutto il mondo affrettatevi: avete tempo fino al 15 febbraio per partecipare al nuovo invito a presentare offerte per il programma Jean Monnet. Il programma ha l´obiettivo di sostenere l’insegnamento, la ricerca e il dibattito sull´integrazione europea. Questa la pagina generale del bando dove si possono trovare ulteriori informazioni e i moduli per partecipare. Http://eacea.ec.europa.eu/llp/funding/2011/call_jean_monnet_action_ka1_2011_en.php    
   
   
UDINE: "INCONTRI CON LE SCUOLE ALLA JOPPI", 26 GENNAIO – 2 FEBBRAIO  
 
Udine, 1 febbraio 2011 -  Continuano le iniziative organizzate dalla Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica Joppi di Udine per rendere omaggio al grande autore per l’infanzia, Gianni Rodari. A partire dal 26 gennaio la Biblioteca invierà, presso le classi terze delle scuole primarie Nievo, Zorutti, Divisione Alpina Julia, Carducci, S.domenico, Rodari, Fruch e Alberti, i "messaggeri di Rodari", cioè gli animatori della Cooperativa Damatrà, per leggere favole e storie di uno dei più grandi autori della letteratura per ragazzi non solo italiana. La Grammatica della fantasia, l´opera teorica di Rodari che ancor oggi costituisce il punto di partenza per chi voglia scrivere storie per e con i bambini e che è stata il tema del corso/laboratorio appena concluso con Chiara Carminati, sarà il filo conduttore della fantasiosa narrazione nella quale sarà coinvolto il giovanissimo pubblico. Lo scopo dell´iniziativa è di far conoscere ai bambini l´opera oggi rieditata da Einaudi, E.elle ed altri editori con l´apporto, spesso convincente ed efficace, di grandi illustratori: insomma un invito esplicito a non dimenticare, a 90 anni dalla sua scomparsa, il "grande amico Gianni" ed a farlo uscire dai confini ristretti delle antologie.  
   
   
BOLZANO: SCUOLE SECONDARIE 2° GRADO: RESE NOTE LE MATERIE PER GLI ESAMI DI STATO  
 
Bolzano, 1 febbraio 2011 - L’intendenza scolastica italiana ha reso note le materie degli esami di Stato 2010/2011 conclusivi delle scuole secondarie di 2° grado (ex esami di maturità) riguardanti la seconda prova scritta e quelle affidate ai commissari esterni. Gli esami finali della scuola secondaria di 2° grado (ex maturità) per l’anno scolastico 2010/2011 avranno inizio con la prima prova scritta d’italiano sull’intero territorio nazionale il prossimo 22 giugno 2011 alle ore 8.30, come stabilito dall’Ordinanza Ministeriale n. 53 del 25 giugno 2010. L’ Intendenza scolastica italiana ha reso note le materie della seconda prova scritta e quelle affidate ai commissari esterni, per le scuole in lingua italiana (si veda allegato). Le materie sono state determinate dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca su proposta dei rappresentanti delle tre Intendenze scolastiche della provincia di Bolzano. La prima prova scritta d’italiano di norma è stata affidata ad un commissario interno, mentre la seconda prova scritta, caratterizzante ogni indirizzo di studio, è stata affidata ad un commissario esterno. La materia tedesco Ii lingua, secondo il principio dell’alternanza, questo anno è stata affidata ad un commissario interno. I candidati che saranno impegnati negli esami di Stato saranno in totale 995 compresi i candidati esterni (privatisti), così suddivisi: 742 candidati delle scuole a carattere statale, 219 candidati delle scuole riconosciute paritarie, 34 candidati esterni. Gli Istituti sedi degli esami di Stato sono 11 scuole a carattere statale, e 6 Istituti riconosciuti paritari.  
   
   
UDINE LA PROVINCIA LANCIA IL PROGETTO DI EDILIZIA SCOLASTICA “CAMPUS”  
 
Udine, 1 febbraio 2011 - L’assessore Mario Virgili: “L’incontro odierno rappresenta l’inizio di un percorso che porterà, attraverso il confronto tra amministratori locali, dirigenti scolastici con il coinvolgimento anche degli studenti, alla definizione del piano per la realizzazione dei Campus Provinciali delle scuole superiori, veri e propri ambiti in cui le comunità legate agli istituti potranno disporre di spazi che rendano unica la loro esperienza educativa e di vita” Si è tenuta il 24 gennaio presso il Salone del Consiglio di Palazzo Belgrado una prima riunione operativa per l’avvio del Progetto “Campus”, iniziativa che intende sintetizzare l’insieme delle modalità con cui la Provincia vuole attivarsi per dare un ulteriore impulso alle aree dove sussistono istituti superiori tramite lo sviluppo integrato dei servizi a corollario delle scuole, come le mense, gli impianti sportivi, le biblioteche, e le componenti urbanistico-infrastrutturali come la viabilità, gli spazi parcheggio e i servizi dei privati. Il compito del progetto è quello di approfondire il significato culturale del patrimonio immobiliare scolastico della Provincia, valutarne le possibilità di incremento del valore e della fruizione per permetterne un utilizzo il più efficiente possibile, secondo un programma che contempli anche un eventuale riassetto urbanistico e di infrastrutturazione dei luoghi riservati alla didattica. Questa necessità di riprogrammazione a nuovi fini didattici e modalità d’uso è promossa dall’assessorato all’Edilizia scolastica tramite il nuovo progetto “Campus”, ed ha trovato conferma sul campo negli incontri avuti a vario titolo con la Dirigenza scolastica. “Il progetto “Campus” vedrà operare in sinergia diversi soggetti pubblici del territorio” ricorda l’assessore competente Mario Virgili, “ovvero gli amministratori locali, i dirigenti provinciali che si occupano di Edilizia, Istruzione e Finanza, i dirigenti scolastici degli istituti superiori operanti in provincia. Dopo questa prima riunione, verranno creati degli appositi gruppi di lavoro coinvolgendo anche gli studenti, cui avevo anticipato l’iniziativa durante l’incontro con la Consulta, per comprendere meglio le loro aspettative, le loro richieste e i loro bisogni. L’obiettivo finale è quello di indirizzare gli investimenti a disposizione per la creazione di siti che attraggano la scelta dei ragazzi nel momento del passaggio all’istruzione superiore e che ne favoriscano lo studio. Il nostro sarà un percorso comune che ci porterà obbligatoriamente a lavorare insieme all’insegna della condivisione degli obiettivi e del contenimento dei costi”. Fondamentale sarà anche il ruolo dei comuni per la loro competenza urbanistica anche e soprattutto perché le ricadute positive in termini di sviluppo avranno luogo sul loro territorio. È stata individuata una decina di Campus su cui operare, di cui quattro a Udine, su cui -come è stato ricordato durante l’incontro- si riversa quotidianamente ben il 60% degli studenti delle superiori di tutta la provincia: si tratta dei Centri studi Udine Ovest, Udine Est, Viale Leonardo da Vinci, Educandato Convitto Uccellis. Nell’alto Friuli troviamo i Centri studi di Tolmezzo e di Gemona, mentre a Cividale il Polo di via Rubignacco e il Convitto Paolo Diacono. Completano il quadro i Centri studi di Codroipo e Latisana. Ognuno di questi siti presenta opportunità, problematiche e necessità diverse; verranno affrontate innanzitutto le questioni legate all’interscambio modale dei mezzi di trasporto con la relativa disponibilità di parcheggio, la totale accessibilità (soprattutto per quanto riguarda il superamento delle barriere architettoniche), la concreta fruizione delle dotazioni tecnologiche. Per rendere i luoghi di studio più accattivanti per i ragazzi, si provvederà alla valorizzazione estetica degli istituti e a tutto quanto sia necessario per favorire il comfort psico-fisico degli studenti, ma anche alla definizione di possibili linee di sviluppo urbanistico. “Questo progetto” ha sottolineato l’assessore Virgili “vuole essere di ampio respiro, con vaste prospettive, superando così l’eccessiva frammentarietà degli interventi attuati sinora; ha inevitabilmente carattere pluriennale, visto che, secondo il Piano di stabilità, a fronte di richieste di investimenti nell’edilizia scolastica pari a un totale di 120 milioni di euro, ogni anno la Provincia ne può destinare circa 3 milioni 400 mila. Inoltre, se per le necessarie manutenzioni occorrerebbero tre milioni di euro, la disponibilità annuale è pari a un milione: nonostante le ristrettezze economiche,” ricorda l’assessore “la provincia di Udine occupa il settimo posto in Italia per quanto riguarda la valutazione della qualità dei suoi istituti superiori.” Quanto prospettato ha trovato la condivisione di tutti i dirigenti scolastici che sono intervenuti per dare il loro contributo alla definizione dell’iniziativa. Molti anche i sindaci, assessori comunali che hanno sottolineato anche le possibili integrazioni con i sistemi scolastici comunali. Apprezzamenti per il progetto “Campus” anche da parte dell’assessore alla Pianificazione territoriale del Comune di Udine Mariagrazia Santoro, con cui lo stato di approfondimento è già a buon livello, che ha sottolineato l’importanza della sinergia tra enti locali e ha ricordato la necessità di una razionalizzazione dei Poli scolastici udinesi di viale Nogara e di via Diaz.  
   
   
DA CITTADINANZATTIVA, AL VIA LA V° EDIZIONE PREMIO DELLE BUONE PRATICHE DI EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA E ALLA SALUTE “VITO SCAFIDI”. IL 7 APRILE LA PREMIAZIONE A ROMA  
 
Roma, 1 febbraio 2011 - Sono aperte le iscrizioni alla V° edizione del Premio delle buone pratiche di educazione alla sicurezza e alla salute “Vito Scafidi”, istituito da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna Impararesicuri e capace negli anni di coinvolgere oltre 900 istituti scolastici. Alla V° edizione del Premio potranno concorrere le scuole di ogni ordine e grado che invieranno entro il 15 marzo 2011 progetti realizzati nell’anno scolastico 2009-2010 o in quello in corso, riguardanti una delle tre aree tematiche: Sicurezza a scuola, intesa come sicurezza strutturale, educazione ai comportamenti corretti da tenere in caso di emergenza (calamità naturali, incendio, ecc.); Educazione al benessere, intesa come educazione ad una alimentazione corretta, ad attività motorie e sportive adeguate, all’assunzione di stili di vita sani; Sicurezza a scuola e dintorni, intesa come sicurezza e qualità dell’ambiente, sicurezza degli alunni dentro e fuori la scuola, prevenzione del bullismo e del vandalismo, prevenzione circa l’uso di droghe e alcol, utilizzo improprio delle nuove tecnologie, ecc.). Novità del 2011, un riconoscimento particolare verrà assegnato a quelle scuole che avranno verificato e testato il piano di emergenza rischio-sismico del proprio Comune. On line su www.Cittadinanzattiva.it/scuola-home.html il bando completo con l’elenco dei requisiti da rispettare e le modalità di invio dei materiali illustrativi dei progetti. La premiazione è in programma a Roma in data 7 aprile alla presenza, tra gli altri, di esponenti delle Istituzioni e rappresentanti del mondo scolastico. “La difficile situazione in cui versano più della metà degli edifici scolastici” commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva, “da un lato ha scosso scuole e società civile a richiedere con urgenza interventi capaci di migliorare radicalmente la situazione esistente, dall’altro ha portato a far conoscere quanto di positivo, in termini di sviluppo della cultura della sicurezza, si stia già facendo in ambito scolastico”.  
   
   
AVVIATE A MELFI LE “LEZIONI NITTIANE”  
 
Potenza, 1 febbraio 2011 - Doppio avvio del ciclo di “lezioni nittiane” a Melfi, presso il Centro culturale Nitti, che ha riunito ieri mattina 250 studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori provenienti da vari istituti della Basilicata e al pomeriggio un analogo pubblico adulto che ha riempito l’auditorium del centro culturale segnalando il vivo successo dell’iniziativa. Hanno introdotto la prima lezione conferenza, tenuta dal Prof. Luigi Mascilli Migliorini, ordinario di Storia Moderna all’Università L’orientale di Napoli, dedicata alla “trilogia sull’Europa” (opere di Nitti dedicate alla pace in particolare dopo la prima guerra mondiale), il vice presidente dell’Associazione Nitti ing. Alfonso Ernesto Navazio (già sindaco di Melfi e consigliere regionale della Basilicata), il presidente della Fondazione Nitti prof. Stefano Rolando (sul ruolo dell’iniziativa culturale e civile contro il “taglio della memoria” e per valorizzare le radici identitarie della cultura e della società), il vice presidente del Parlamento Europeo on. Gianni Pittella (sull’importanza dell’impegno delle fondazioni culturali per riportare il tema del Mezzogiorno al centro dell’agenda della politica interna e internazionale dell’Italia). Le pagine nittiane, in gran parte tratte da “L’europa senza pace” sono state lette dall’attore Gennaro Tritto, che aveva già interpretato Nitti in versioni teatrali sulla figura della statista lucano. Luigi Mascilli Migliorini ha illustrato il rigore intellettuale e interpretativo di Nitti attorno ai trattati di pace dopo la prima guerra mondiale nel timore che la parola “pace” fosse stata sostituita dalla parola “vendetta” mettendo in guardia l’Europa dai rischi a breve di quell’orientamento, così come purtroppo fu. E ha spiegato, invece, la sintonia tra Nitti e Keynes (autore poi del libro “Le conseguenze economiche della pace”) in una moderna cultura dell’equilibrio tra le ragioni del mercato e le ragioni delle regole dettate dalla politica. Con lo sguardo ad oggi, la conclusione della conferenza ha toccato le crisi della sponda sud del Mediterraneo (paesi arabi in rivolta e difficoltà dell’equilibrio tra Israele e Palestina) ricordando la visione di Nitti attorno al principio che “se le paci non sono di giustizia sono destinate ad essere paci di violenza”.  
   
   
«LA FORMA DEI PENSIERI»: PAOLO ULIAN ALL’ISIA DI FAENZA  
 
 Faenza, 1 febbraio 2011 - Un fiammifero con due capocchie di zolfo ed è Double Match. Una piccola cialda, un Finger Biscuit – un biscotto da dito - da poter affondare con gusto nella Nutella. Infradito da mare che lasciano messaggi sulla sabbia: Who Loves Follow Me. Tre oggetti trasformati da un´idea, da un piccolo spostamento di enorme significato. È la sorprendente - e geniale - semplicità di Paolo Ulian, il più significativo e influente designer italiano del nuovo millennio. Un uomo che ha svecchiato il panorama del design italiano, dialogando con mostri sacri come Enzo Mari, Bruno Munari e Ettore Sottsass. A mo´ di chiosa, valga l´affermazione dello storico e critico del design Beppe Finessi: «Fossimo in un paese civile, Paolo Ulian sarebbe una star». La Lectio Magistralis «La forma dei pensieri» di Paolo Ulian sarà il piatto forte dell´inaugurazione dell´Anno Accademico 2010-2011 dell’Isia (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Faenza. Giovedì 10 febbraio, con inizio alle ore 17.30, l´università del design si aprirà al pubblico per celebrare così un altro anno di attività didattica. Dopo gli interventi dei professori Anty Pansera e Roberto Ossani, presidente e direttore dell´istituto faentino, e i saluti di Patrizio Bianchi, assessore regionale all´università, e di Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza, ci si potrà abbandonare alla fucina di idee del designer toscano. Una realtà costruita con curiosità, ironia e guizzi che trasformano i pensieri in una forma inimitabile. Seguirà aperitivo, va da sé, a tema: a base di food design. Per ulteriori informazioni: www.Isiafaenza.it; oppure chiamare allo 0546/22293. L´anima del design Quattro chiacchiere con Paolo Ulian - Tre parole-chiave per il design, oggi. Etico, didattico, sperimentale. Ha senso continuare a parlare di design made in Italy? Le economie emergenti stanno velocemente mettendo in discussione i primati raggiunti dal made in Italy e invadendo il mercato mondiale con prodotti il cui livello qualitativo é in continua evoluzione e miglioramento. Credo che in questa realtà socioeconomica le etichette non abbiano più molto senso, nel bene e nel male conta solo la qualità oggettiva delle cose. Lei si è diplomato all´Isia di Firenze nel 1990. Che cosa le ha dato quel periodo di studio? Certamente molto. Ho avuto la fortuna di avere dei docenti fantastici, pieni di passione ed energia ( Enzo Mari su tutti) che hanno lasciato delle traccie indelebili in noi studenti. Lì ho capito che il design non era semplicemente una questione di buon rapporto tra forma e funzione, non era il partecipare più o meno attivamente al sistema produttivo delle merci con l´unico obiettivo di ottenere mere soddisfazioni economiche, era qualcosa di più, qualcosa che aveva a che fare con i meccanismi mentali dell´arte, della sperimentazione e della libertà espressiva finalizzata alla ricerca dell´assoluto, sicuramente qualcosa che si avvicina più all´anima che al corpo. Come vede gli Isia nel panorama del sistema universitario in Italia? Al contrario di molte facoltà del design nate negli ultimi vent´anni, dove vige un´ insegnamento burocratico, spersonalizzato, quasi di massa, io vedo l´ Isia come una delle poche scuole ancora in grado di stabilire un sano e umano rapporto didattico tra studenti e docenti, molto vicino a ciò che avveniva negli atelier artistici rinascimentali dove il maestro passava i suoi saperi a una cerchia ristretta di assistenti, una sorta di grande famiglia in cui tutto diviene più semplice, diretto ed efficace.  
   
   
ANCONA: AL VIA LE 266 BORSE DI STUDIO FINANZIATE DALLA PROVINCIA  
 
Ancona, 1 febbraio 2011 - Scattano da oggi 1° febbraio le 266 borse di studio per la realizzazione di esperienze formative finanziate dalla Provincia di Ancona. Un´occasione per tanti disoccupati residenti nel territorio provinciale, che oltre a poter contare su una fonte di reddito di 650 euro mensili per 8 mesi, avranno l´opportunità di svolgere un´esperienza in ambito lavorativo, con l´auspicio di una successiva stabilizzazione all´interno dell´azienda, onlus o studio professionale in cui verranno ospitati. Il bando, scaduto lo scorso giugno, aveva inizialmente previsto un stanziamento di 800 mila euro per un totale di 140 borse. Successivamente la Provincia di Ancona ha deciso di integrare le risorse portandole a un totale di oltre 1 milione e 500 mila euro, riuscendo così ad incrementare il numero delle borse fino a 266. "Il crescente numero di richieste - afferma la presidentePatrizia Casagrande - dimostra come queste misure anticrisi siano tra le più apprezzate. Soprattutto da parte dei più giovani, cioè coloro che oggi incontrano maggiori difficoltà di collocamento nel mercato del lavoro, c´è la consapevolezza che la borsa di studio rappresenti una possibilità concreta per un futuro impiego o, quanto meno, un´azione formativa importante e utile al proprio curriculum. Inoltre, la borsa di studio è uno strumento attraverso cui promuovere le progettualità più innovative, le quali, con il tempo, possono diventare un contributo anche per il sistema delle imprese e, dunque, un sostegno al rilancio economico del nostro distretto".  
   
   
VADEMECUM ISCRIZIONI SCOLASTICHE: TUTTO QUEL CHE C’E’ DA SAPERE  
 
Empoli, 1 febbraio 2011 - Ansia a pieno regime per centinaia di migliaia di famiglie alle prese con le iscrizioni scolastiche. Ai genitori non sfugge affatto che una croce in più o in meno può mettere in forse tre e anche cinque anni di serenità familiare. Tra le eventualità più temute svettano nell’ordine: un insegnante troppo severo, un tempo scuola che non collima con le esigenze lavorative della famiglia e un edificio scolastico difficilmente raggiungibile. Ecco allora una guida dettagliata che viene dall’esperienza dei genitori dell’A.ge. Toscana e dal servizio di consulenza gratuita che l’Associazione svolge ormai da numerosi anni. “Per una buona scelta può aiutare molto il passaparola fra genitori –dichiara la presidente regionale Rita Manzani Di Goro- ma è anche necessario ascoltare bene le indicazioni fornite dalla scuola e riflettere attentamente sulla scelta che si va a fare”. La prima decisione riguarda il modello orario: tempo corto o tempo lungo? Bisognerebbe pensare in primo luogo al bambino, ma di fatto occorre confrontarsi con l’effettiva presenza di adulti che possano prendersi cura di lui all’uscita dalla scuola. E non va dimenticato che nella primaria il tempo pieno (40 ore) è rimasto una scuola di tutto rispetto, in confronto agli altri orari (24-27-30 ore) che anche a causa dei tagli agli organici vedono una girandola di insegnanti alternarsi nelle classi. Per l’infanzia è da privilegiare l’iscrizione a 40 ore, soprattutto se la scuola è dotata di spazi per far riposare i più piccini dopo pranzo. Si sconsiglia invece il tempo prolungato fino a 50 ore, perché in quel caso vanno a sparire completamente le ore di compresenza degli insegnanti e non c’è più tempo per star dietro ai più piccoli oppure per fare interventi differenziati nelle sezioni che accolgono bambini di età e grado di maturazione diversi. L’anticipo delle iscrizioni, previsto per i bambini che compiono 3 o 6 anni entro il 30 aprile 2012, è in genere da sconsigliare, perché non è detto che un bimbo vispo e intelligente sia emotivamente maturo per questo passaggio anticipato. A quella età un anno di differenza rispetto ai compagni di classe vuol dire molto e a ben guardare si rischia di rubare un anno di infanzia ai nostri figli con la prospettiva di farli diventare dei disoccupati un anno prima. “I genitori hanno diritto di scegliere fra tutte le possibili opzioni –prosegue Di Goro- senza limitazioni da parte della scuola, che non può decidere a priori di puntare solo su alcune, scoraggiando la scelta di altre. Il nostro consiglio comunque è quello di dare una sola preferenza, perché altrimenti la scuola può legittimamente assegnarci un tempo scuola che risulta essere la nostra seconda, terza o anche quarta scelta”. Prima dell’inizio delle iscrizioni il consiglio di circolo/istituto deve deliberare i criteri di accoglimento delle domande di iscrizioni alle quali il Dirigente scolastico si deve attenere per non superare il numero massimo di alunni che possono essere accolti in base agli spazi nelle aule e alle strutture disponibili (palestre, laboratori ecc.), stabilendo i criteri di precedenza per l’accoglimento delle domande e l’articolazione del tempo scuola su 5 o 6 giorni. Patti chiari e amicizia lunga, insomma, perché non si può scegliere al buio. Anche questo comunque non basta, perché per sapere come sarà articolata la classe di nostro figlio occorre conoscere cosa ha scelto la maggioranza dei genitori e se la dotazione di organico sarà adeguata alle richieste: la scuola anzi ha il dovere di avvertire le famiglie che le domande saranno accolte solo a determinate condizioni. È giusto sapere che il Ministero garantisce una dotazione di insegnanti di scuola primaria di 27 ore per classe e di 40 ore per il solo tempo pieno già esistente, per cui ci potranno essere difficoltà a costituire una classe a 30 ore o una nuova prima a tempo pieno. Le classi che già funzionano a 30 o 33 ore hanno invece diritto a completare il ciclo con il tempo scuola assegnato in precedenza. I genitori hanno anche diritto di sapere che per costituire una classe a 24 ore occorrono 15 domande concordi. Visto che una classe può arrivare al massimo a 27 alunni ciò significa che le altre famiglie si dovranno eventualmente adattare. Lo stesso vale per la scuola dell’infanzia, con l’avvertenza che per costituire una classe occorrono 18 domande e che il numero massimo di alunni può arrivare a 29. Specialmente nei piccoli centri sarebbe opportuno che i genitori concordassero quale scelta effettuare, in modo da garantire meglio tutti e non affidarsi alla lotteria degli accomodamenti finali. Nei centri più grandi attenzione alla ripartizione fra singoli plessi, perché alla fine il dirigente avrà la necessità di far quadrare domande, aule e organici e capita spesso che qualcuno rimanga sacrificato nelle sue aspettative. La richiesta è spesso superiore alla disponibilità di posti e allora molte scuole per graduare le domande in eccesso fanno riferimento alla residenza del bambino. Questo può costituire un elemento di precedenza oppure un punteggio aggiuntivo; si può anche fare riferimento allo stradario comunale come pure al luogo di lavoro dei genitori, alla presenza dei nonni e al domicilio. Attenzione dunque ai criteri stabiliti dal consiglio di circolo/istituto per le liste di attesa, ai punteggi e alle priorità, con l’avvertenza che la delibera deve essere adottata prima dell’inizio delle iscrizioni e che tutti i requisiti debbono essere posseduti e documentati entro la data di chiusura, e cioè il 12 febbraio 2011. Questa scadenza è tassativa: le domande presentate successivamente non possono essere accolte per la scuola dell’infanzia e vengono poste in coda a tutte le altre negli altri ordini di scuola. L’iscrizione alla scuola media e superiore è effettuata presso la scuola attualmente frequentata, che provvederà all’inoltro delle domande. La domanda va presentata per una sola scuola, ma attenzione perché, come recita la circolare 101/2010, “Non sempre la domanda di iscrizione può trovare accoglimento. La indisponibilità di posti, di servizi e di strutture può infatti ostacolare la soddisfazione delle richieste”, per cui il dirigente scolastico può contattare gli esclusi e concordare con loro il trasferimento ad altra scuola. Solo per la scuola superiore si possono indicare in subordine uno o due istituti di proprio gradimento e in mancanza di posti il preside ricevente provvederà al successivo inoltro delle domande in eccedenza. Per le classi intermedie e all’interno dello stesso istituto comprensivo è prevista l’iscrizione d’ufficio, con obbligo di versare la quota assicurativa e, negli ultimi due anni di scuola superiore, il contributo richiesto. Dall’infanzia fino alla terza superiore il contributo è volontario e consigliato, a patto che la scuola lo utilizzi per aumentare la qualità dell’offerta formativa e rendiconti ai genitori le modalità di utilizzo. Da non dimenticare che tasse e contributi scolastici sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi dei genitori. I moduli per le iscrizioni devono essere disponibili sui siti internet delle scuole che ne sono dotate. Un capitolo apposito per gli alunni portatori di handicap. Il Dpr 81/2009 stabilisce che le classi che li accolgono “sono costituite di norma con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili e purché il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate”. È necessario dunque che tutta la documentazione sia in regola entro i tempi previsti e che il dirigente faccia un’accurata relazione circa la necessità di mantenere il numero degli alunni entro un certo limite. Questo può influire molto sul numero e la tipologia delle classi che si vanno a formare. Dalla circolare sulle iscrizioni per l’a.S. 2011/12 ancora un paio di indicazioni utili per i genitori: il nulla osta al trasferimento in corso d’anno è un diritto e non può essere in alcun modo negato o ritardato da parte della scuola di appartenenza. Quanto all’insegnamento della religione cattolica, la domanda va presentata solo all’inizio di ogni ciclo di istruzione e la scelta può essere modificata anno per anno entro il termine delle iscrizioni. La scelta delle attività alternative invece può essere effettuata entro l’inizio del nuovo anno scolastico. “Anche per le scuole medie valgono i criteri già indicati –aggiunge Jachen Gaudenz, presidente dell’A.ge. Arcipelago Toscano - L´importante è operare una sola scelta e non barrare anche le alternative, altrimenti vi è una discrezionalità nella scuola ad operare delle scelte contro cui non è possibile opporsi. Importante è che le attività pomeridiane siano di effettivo recupero o approfondimento con specifici progetti e non una prosecuzione delle lezioni curricolari mattutine”. “Diversa è la situazione per le scuole superiori. Il più delle volte c’è mancanza di comunicazione tra i genitori degli alunni che già frequentano il corso superiore e quelli che hanno i figli in terza media, per cui si lascia solo alla scuola la promozione dell´istituto, che non sempre è rappresentato fedelmente. A volte vengono mostrati aspetti della scuola, come ad esempio laboratori o attività complementari, corsi di recupero e valorizzazione delle eccellenze di cui i ragazzi non potranno poi usufruire”. “Le iscrizioni avvengono spesso sulla base della simpatia ispirata dall´Istituto durante l´orientamento, dai compagni, da esigenze familiari anziché privilegiando le attitudini e le indicazioni dei docenti –conclude Gaudenz- Purtroppo effettuare le iscrizioni a febbraio, se da una parte è utile per programmare le cattedre e le strutture per l´anno successivo, dall´altra è troppo precoce per far manifestare all´alunno un interesse che lo condizionerà per il successivo quinquennio. È quindi necessario che i genitori si confrontino e chiedano fin d´ora una copia del Pof relativo all´anno di iscrizione del proprio figlio per verificare la proposta della scuola, e che durante l´anno pretendano il rispetto di quanto indicato. Il Piano dell’offerta formativa è un vero e proprio contratto fra scuola e famiglie e come tale va rispettato”.  
   
   
SMOG A MILANO: GARANTITO L’ACCESSO AL 55% DEI MEZZI COMMERCIALI - EURO 4 CON FAP EURO 5. PROSSIMA DOMENICA DI NUOVO A PIEDI. ENTRATO IERI IN AZIONE OGGI LA SECONDA FASE DEL PIANO ANTI-SMOG. 74 LE PATTUGLIE AI VARCHI. APPELLO AD ABBASSARE IL RISCALDAMENTO: INCIDE IN MANIERA RILEVANTE  
 
Milano, 1 febbraio 2011 – De Corato: “Oggi all’interno della Cerchia dei Bastioni possono entrare solo i veicoli benzina Euro 3, Euro 4, Euro5 e i diesel Euro4 con filtro antiparticolato e Euro5. Non possono entrare invece tutti quei veicoli che generalmente pagano Ecopass, oltre ovviamente ai benzina Euro 0, e ai diesel Euro0, Euro1 e Euro2 il cui blocco è previsto dalla legge regionale. Sono comunque previste deroghe per alcuni veicoli , tra cui quella per il trasporto merci deperibili Diesel Euro4, che è stata messa in atto accogliendo la richiesta di Assolombarda. Ai veicoli derogati è permesso l’ingresso all’interno della Cerchia dei Bastioni, ma dovranno comunque pagare Ecopass, se dovuto”. “Dai dati rilevati dalle telecamere nei mesi scorsi” fa sapere il vice Sindaco “risultano esclusi dal blocco più del 55% dei veicoli per il trasporto merci”. “I controlli per il rispetto del provvedimento si stanno svolgendo sia all’interno della Cerchia dei Bastioni, sia ai varchi, che vengono controllati, nell’arco di due turni, da 74 pattuglie: ogni varco normalmente accessibile dalle auto oggi è controllato da una pattuglia della Polizia Locale. La sua presenza sul territorio , nel primo giorno di entrata in azione della seconda fase del provvedimento anti-smog, è maggiormente mirata a informare i cittadini e a prevenire gli ingressi piuttosto che a multare” “Voglio infine ringraziare i milanesi” conclude il vice Sindaco “che hanno risposto in maniera virtuosa al provvedimento e hanno rispettato il blocco domenicale. I pochi verbali di ieri a fronte dei controlli sistematici effettuati dalla Polizia Locale dimostrano la civiltà dei cittadini”. “I dati Arpa sulle concentrazioni di Pm10 nella giornata di ieri indicano nuovamente per le polveri sottili il superamento del limite dei 50 mg/mc, nonostante il blocco domenicale. Questo a dimostrazione che i fattori concomitanti per i superamenti della soglia del Pm10 sono diversi e che anche le emissioni delle caldaie incidono in maniera rilevante sulla qualità dell’aria, soprattutto in corrispondenza di particolari condizioni meteo-climatiche come quelle di questi giorni. Noi stiamo effettuando controlli sul traffico, ma per quanto riguarda le caldaie, mi appello alla responsabilità dei cittadini, rivolgendomi ad amministratori di condominio, proprietari e inquilini affinché rispettino il provvedimento di oggi e mantengano il riscaldamento accesso al di sotto dei 19 gradi e per una durata massima di 13 ore” “Il bollettino meteo dei prossimi giorni” conclude il vice Sindaco “fa purtroppo pensare al protrarsi delle giornate di superamento dei limiti per il Pm10. Per questo, la prossima domenica quasi sicuramente si andrà di nuovo a piedi”  
   
   
EMILIA ROMAGNA: VIA LIBERA ALLA RISERVA DEI GHIRARDI  
 
Bologna, 1 febbraio 2011 – Nasce in Emilia-romagna una nuova riserva naturale, quella dei Ghirardi, nell’alta Val Taro in Provincia di Parma. Prevista dal piano triennale 2009-2011 delle aree protette, la riserva - che si estende per circa 370 ettari ed interessa porzioni territoriali dei Comuni di Borgo Val di Taro e di Albareto - tutela un mosaico di aree ad elevata biodiversità: boschi, terreni agricoli, pareti rocciose, calanchi, greti fluviali. Il via libera è arrivato nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa. Il paesaggio di questa porzione della montagna parmense si è conservato grazie alla cura e alla lungimiranza dei proprietari, dalla cui volontà nasce la proposta di riserva naturale. L’area della riserva - la sedicesima in regione e già tutelata come Sito d’Importanza Comunitaria (Sic), oasi faunistica di protezione della fauna e come oasi del Wwf - vanta al suo interno anche un centro visita aperto al pubblico in località Case Pradelle. Con l’istituzione della riserva si corona un percorso di concertazione che ha visto insieme l’assessorato regionale Ambiente e Riqualificazione Urbana e la Provincia di Parma a cui compete la gestione della Riserva.  
   
   
RISANAMENTO STAGNI ORISTANESE, PRESTO PRIMO TRASFERIMENTO DI FONDI DA REGIONE A PROVINCIA  
 
Cagliari, 1 febbraio 2011 - Accelerata sulle procedure per il passaggio dalla Regione alla Provincia di Oristano dei fondi del risanamento ambientale degli stagni del territorio. Ieri mattina a Cagliari si è tenuto un vertice tra il Servizio tutela e gestione risorse idriche della Direzione generale dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna (competente sulla materia) e i rappresentanti del Comitato di valutazione e controllo per il piano di recupero ambientale e rilancio produttivo dello stagno di Cabras nonché del gruppo di Coordinamento tecnico scientifico di supporto per fare il punto sulle problematiche relative alla propagazione del giacinto d’acqua nel compendio lagunare di Cabras e per definire le azioni da attuare per la sua eradicazione eliminazione. A questo proposito, verranno utilizzati parte dei finanziamenti programmati per il risanamento e valorizzazione degli stagni a favore delle Province, il cui trasferimento è previsto a breve. All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti del Servizio pesca dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dell’Arpas, del Consorzio di bonifica di Oristano, del Consorzio Pontis, il sindaco di Riola e il vicesindaco di Cabras, alcune associazioni di categoria e i docenti universitari Angelo Cau e Nicola Sechi. Si è trattato di una riunione operativa anche per il parere positivo rilasciato dal Comitato per l´asportazione del giacinto d’acqua nel rispetto delle normative di settore. I lavori sono proseguiti con la Provincia di Oristano, cui fanno capo le risorse finanziarie, per definire con la Regione la convenzione di trasferimento dei fondi e per cui è stata consegnata una bozza per gli interventi di asportazione della mercerella enigmatica dagli stagni di Marceddì e di Corru S’ittiri. Lo stesso documento servirà come base anche per gli altri interventi programmati. “Benché non sia una vicenda che riguarda primariamente le competenze dell’assessorato dell’Agricoltura - commenta l’assessore Andrea Prato – abbiamo seguito con attenzione le procedure e diamo atto della grande sensibilità mostrata sin dall’inizio dall’Agenzia del distretto idrografico. Ora auspichiamo una rapida conclusione dell’iter amministrativo, visto che si tratta di interventi che hanno importanti riflessi sulla valorizzazione produttiva degli stagni, per i quali può essere prezioso il coinvolgimento diretto e il sapere professionale dei concessionari. Crediamo inoltre che non ci possa essere sviluppo imprenditoriale nelle proprietà pubbliche lagunari se non si garantisce un equilibrio ambientale in ecosistemi così complessi e per questo motivo sarà decisivo il rigore nell’individuazione delle opere da realizzare e la tempestività nella loro attuazione".  
   
   
ARPA RISORSA STRATEGICA PER FVG  
 
 Trieste, 1 febbraio 2011 - "Siete una risorsa strategica per il Friuli Venezia Giulia. Il vostro lavoro è necessario per aiutare l´Amministrazione regionale a prendere decisioni importanti sul piano ambientale ed economico. Il vostro ruolo di tecnici e scienziati garantisce la popolazione del Friuli Venezia Giulia su questioni come salute e tutela dell´ambiente". Con queste parole il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, ha salutato i dipendenti dell´Arpa del Friuli Venezia Giulia. Ieri infatti, nelle vesti di assessore all´Ambiente, Ciriani ha visitato la sede della direzione Arpa a Palmanova e i laboratori di Udine ma, ha spiegato, sarà quanto prima anche a Trieste, Gorizia e Pordenone. "Ho voluto incontrare i dipendenti Arpa - ha spiegato Ciriani - perchè io per primo voglio mettere in evidenza il ruolo centrale di questa struttura. L´arpa non appartiene alla politica e non deriva dall´industria, è uno strumento tecnico il cui ruolo è quello di analizzare e certificare lo stato di salute del territorio regionale. Intendo valorizzare il ruolo tecnico di questa agenzia che gode della fiducia e del rispetto che si deve a una istituzione tecnico scientifica il cui ruolo è quello di garantire pareri tecnici super partes affiancando la Regione nelle difficili scelte che riguardano ambiente e salubrità". Nel corso dell´incontro con i vertici e i dipendenti dell´Arpa sono state affrontate una serie di tematiche relative anche alla gestione dell´agenzia: dalla necessità di centralizzare le analisi in un laboratorio regionale unico fino alle questioni sindacali di inquadramento dei lavoratori. "All´arpa - ha detto ancora Ciriani - si respira l´aria tipica di un laboratorio scientifico. Mi sono confrontato con persone dinamiche e abituate a lavorare sui fatti e sui dati ed è di questo che abbiamo necessariamente bisogno: dati e analisi che ci permettano di effettuare, sostenuti dall´evidenza scientifica e tecnica, le grandi scelte di carattere industriale, energetico, economico che oggi sottendono allo sviluppo del Friuli Venezia Giulia".  
   
   
RIFIUTI IN LOMBARDIA: GESTIONE CORRETTA? FEDERALISTA E A KM ZERO  
 
 Milano, 1 febbraio 2011 - Tolleranza zero con chi non rispetta le norme vigenti per lo smaltimento dei rifiuti e ´sottozero´ per chi ricicla in attività lecite i capitali della criminalità organizzata; impegno concreto a rendere praticabile il federalismo anche in un settore delicato come questo, perché ciò che si butta deve essere conferito dove viene prodotto. E´ quanto ha ribadito ieri l´assessore regionale al Territorio e urbanistica Daniele Belotti nel corso del suo intervento al convegno ´Il traffico dei rifiuti in Lombardia e le infiltrazioni della ´ndrangheta´, organizzato dalla Provincia di Milano. Assente il ministro dell´Interno Roberto Maroni, è toccato al presidente Guido Podestà avviare il confronto, alla presenza del presidente della Commissione bicamerale d´inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. "Come Regione - ha ricordato Belotti - abbiamo intenzione di istituire a breve un osservatorio sul fenomeno dei traffici illeciti di rifiuti, insieme alle Asl, ad Arpa, agli enti locali e alle associazioni ambientaliste, chiedendo la fondamentale collaborazione delle forze dell´ordine e della magistratura". "Perché chi ´lava´ soldi di dubbia provenienza in attività lecite - ha proseguito Belotti - falsa il mercato, danneggiando chi lavora onestamente e spingendo altri imprenditori a comportamenti spregiudicati per restare in piedi". Fortunatamente, ha sottolineato l´assessore regionale, "il terreno su cui avviare queste azioni è fertile: siamo una regione con raccolta differenziata da record, con un alto senso civico e una grande attenzione verso le tematiche ambientali. Intendiamo comunque continuare ad insistere con politiche di sensibilizzazione adeguate verso i cittadini", perché il nostro obiettivo è di arrivare all´autosufficienza, ad un "federalismo dei rifiuti che deve andare di pari passo con la necessità di avere risorse conseguenti per lo sviluppo e la crescita". "I nostri rifiuti dovranno essere smaltiti in casa nostra - ha chiarito Belotti - perché la gestione e il trattamento a ´km zero´ restano una via seria per combattere l´infiltrazione della criminalità in questo settore". Un ultimo appello, ma non certo meno importante, l´assessore Belotti lo ha voluto rivolgere alle associazioni ambientaliste: "Basta con le opposizioni preconcette o con i "sì, ma lontano da casa mia" a qualsiasi impianto di trattamento e smaltimento. Meglio avere impianti realizzati a norma, a basso impatto ambientale, controllati e frutto di tecnologie all´avanguardia oppure rischiare di soggiacere alle regole della criminalità, lasciando spazio a chi, senza scrupoli, prende scorciatoie e alimenta traffici illeciti? Discorso che vale ancor di più per l´amianto, visto che in questo momento non abbiamo impianti di smaltimento disponibili in Lombardia e che la prima discarica sarà pronta solo fra 3 o 4 mesi. Contrastare le discariche nelle quali l´eternit smaltito diventa innocuo produce due conseguenze: aumenta i rischi ambientali (perché sui tetti è pericoloso) e facilita la diffusione di discariche o impianti abusivi magari proprio da parte di aziende mafiose".  
   
   
DEPURATORE GENNARINI-BELLAVISTA TARANTO  
 
 Bari, 1 febbraio 2011 - L’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha scritto una lettera al Capo Dipartimento di Protezione civile Franco Gabrielli per chiedere l’autorizzazione all’utilizzo delle economie risultanti dal progetto per la costruzione degli impianti di super affinamento Gennarini e Bellavista di Taranto per realizzare una rete di distribuzione interna allo stabilimento Ilva delle acque provenienti dallo stesso impianto. Il progetto di realizzazione della rete di distribuzione consisterà in un’integrazione dell’opera di realizzazione dell’impianto di affinamento autorizzato nel 2004, al fine di sostituire con le acque super affinate quelle del Sinni e del Tara, attualmente utilizzate da Ilva. L’iniziativa si iscrive nell’ambito degli impegni assunti dalla Regione negli incontri tecnici svoltisi il 17 novembre 2010 e il 24 gennaio scorso, ed in preparazione dell’ulteriore incontro già fissato per il 7 febbraio. Attraverso la realizzazione di quest’opera, sarà possibile quindi risparmiare i 250 litri al secondo di acqua destinata al potabile, che attualmente l’Ilva preleva dal Sinni ed utilizza per scopi industriali. L’acqua risparmiata potrà invasare la Diga del Pappadai, in fase di collaudo, evitando di fare di quest’ultima un “monumento allo spreco” e consentendo di mettere a frutto le ingenti risorse finanziarie investite per realizzarla. Il risparmio dell’acqua del Sinni permetterà allo stesso tempo di amministrare con maggiore parsimonia l’acqua di buona qualità fornita dalla Regione Basilicata, per la quale anche i cittadini pagano un contributo, dando così attuazione al principio di gestione eticamente sostenibile della risorsa idrica.