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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Aprile 2012
PROTEOMICA: RICERCATORE EUROPEO RICEVE DUE PRESTIGIOSI PREMI SCIENTIFICI  
 
Bruxelles, 24 aprile 2012 - Un ricercatore tedesco ha appena ricevuto non uno ma due importanti riconoscimenti scientifici per la ricerca condotta sulla spettrometria di massa. Il professor Matthias Mann, coordinatore del progetto del Settimo programma quadro (7° Pq) Prospects ("Proteomics specification in time and space"), ha ricevuto il Premio Louis-jeantet per la medicina 2012 e il Premio Ernst Schering 2012. Questi premi gli sono stati conferiti per il suo lavoro sullo sviluppo di procedure spettrometriche di massa per l´analisi delle proteine e sui metodi di proteomica su larga scala, un importante nuovo campo della ricerca biomedica che si occupa dell´identificazione e la caratterizzazione su larga scala di grandi gruppi di proteine, o proteomi. Adesso che il patrimonio genetico di molte specie è stato decifrato, l´attenzione dei biologi si è spostata dal genoma al proteoma con lo scopo di caratterizzare la totalità della proteine in una cellula o in un organismo. Il professor Mann ha rivoluzionato i metodi usati per caratterizzare il proteoma usando la spettrometria di massa, una tecnica per misurare la struttura delle molecole misurando la loro massa. In un´intervista con il Notiziario Cordis, il professor Mann parla dell´importanza di aver vinto i due premi: "Sono molto contento di ricevere questi due premi. Vincere il Premio Louis-jeantet è particolarmente importante poiché è un premio per la medicina, il che significa che il nostro lavoro è stato riconosciuto per il suo impatto sulla scienza medica e quindi ci aiuta a progredire in questa direzione. È un campo che merita, ed è molto promettente. Speriamo di usare questa tecnologia direttamente per la diagnosi e di essere in grado di stabilire di quali cure ha bisogno un paziente sulla base del suo profilo proteico. Conoscere bene le proteine può aiutarci molto a capire le malattie." Il professor Mann ha coordinato il lavoro che è riuscito a estrarre le proteine dal gel usato dai biologi per separare queste molecole, ma che in precedenza rendeva l´analisi tramite spettrometria di massa impossibile. Ha quindi miniaturizzato l´elettronebulizzazione, una tecnica usata per ionizzare le molecole e ha così potenziato significativamente la sensibilità dell´analisi. Infine ha usato algoritmi matematici per identificare i frammenti di proteine confrontandoli con quelli già inclusi nei database. Il Premio Ernst Schering è stato fondato nel 1991 e viene assegnato a cadenza annuale per ricerca di base particolarmente brillante nei campi della medicina, della biologia o della chimica. Dal 1986, la Fondazione Louis-jeantet con sede in Svizzera ha conferito il Premio Louis-jeantet per la Medicina ogni anno a ricercatori di biomedicina in Europa. Il professor Mann ha sottolienato il ruolo dei finanziamenti Ue per i risultati ottenuti. Ha lodato l´Ue per il suo "approccio lungimirante" nell´identificare quanto sia importante il sostegno per la ricerca sulla spettrometria di massa dal momento che essa è entrata nel campo dell´analisi proteica. Ha inoltre elogiato il modo in cui i progetti finanziati dall´Ue fondono la collaborazione tra mondo accademico e industria citando il partenariato con uno dei partner del progetto Prospects, Thermo Scientific, come esempio: "Siamo lieti e molto grati al sostegno dell´Ue poiché ha avuto un effetto direttamente positivo sul nostro lavoro, fornendoci l´opportunità di svolgerlo a un livello che ci permette di essere competitivi. Per esempio, il partenariato con Thermo significa che possiamo usare uno strumento che hanno sviluppato prima che arrivi sul mercato, è un bel modo di riunire partner industriali visto che ci obbliga a lavorare insieme e riunisce varie sotto-discipline della proteomica." Ha commentato inoltre il modo in cui il finanziamento dell´Ue aiuta l´Ue a rimanere competitiva in un campo che si espande tanto velocemente: "Con la crescente concorrenza da parte degli Stati Uniti e dell´Asia in questo campo, è importante che l´Europa mantenga il suo posto in prima linea ed è qui che il finanziamento Ue alla ricerca è utile. Matthias Mann ha studiato matematica e fisica presso l´Università di Göttingen in Germania prima di iniziare il dottorato di ricerca nel 1988 alla Yale University negli Stati Uniti. Dopo una borsa di studio post-dottorato all´Università della Danimarca meridionale di Odense, è diventato group leader presso il Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) a Heidelberg. In seguito è tornato a Odense come professore di bioinformatica. Dal 2005 è direttore dell´Istituto Max Planck per la biochimica di Monaco, Germania. Inoltre è presidente del dipartimento di proteomica presso l´appena fondata Fondazione Novo Nordisk per la ricerca sulle proteine a Copenhagen, in Danimarca. È autore e co-autore di oltre 440 pubblicazioni con oltre 70.000 citazioni, il che lo rende uno dei ricercatori più produttivi al mondo. Prospects, coordinato da Mann, è finanziato con 12 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del 7° Pq e riunisce ricercatori provenienti da Danimarca, Germania, Israele, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera. Per maggiori informazioni, visitare: Gruppo di Matthias Mann presso l´ Istituto Max-planck per la biochimica: www.Biochem.mpg.de/mann/  Prospects: www.Prospects-fp7.eu    
   
   
I NEURONI E LA STRATEGIA DI POLLICINO L´IMPORTANZA DELLO STUDIO SULLE CONNESSIONI NEURONALI NELLE PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE, NELLA RIGENERAZIONE NERVOSA E NEL CANCRO: DOTE MILIONARIA DELLA FONDAZIONE ARMENISE-HARVARD A UNA RICERCATRICE FRANCESE IN ARRIVO AL CIBIO DI TRENTO  
 
 Firenze-Boston, 24 aprile 2012 - Incredibilmente l’Italia continua ad attirare i ricercatori stranieri, grazie a centri innovativi come il Cibio (Centro di Biologia Integrativa dell’Università Trento) e al sostegno di istituzioni lungimiranti, come la Fondazione Giovanni Armenise-harvard, che hanno permesso l’arrivo della francese Marie-laure Baudet, finanziata con il milione di dollari del programma Armenise-harvard Career Development Award. Marie-laure continuerà la sua ricerca sullo sviluppo delle connessioni neuronali del cervello, iniziata presso l’Università di Cambridge (Uk) al Cibio, accanto al laboratorio di Sheref Mansy assegnatario nel 2009 del finanziamento Armenise-harvard. Le connessioni neuronali si formano durante lo sviluppo del sistema nervoso e, in breve, assicurano la formazione di complessi circuiti delle cellule comunicanti fra loro, chiamate appunto neuroni. Questo processo è essenziale durante lo sviluppo poiché questi circuiti, una volta che si sono formati, costituiscono la base di ogni attività cerebrale, dai processi di base delle informazioni sensoriali alle più alte funzioni cognitive, come l’attività decisionale. Ma come si stabiliscono questi collegamenti? Durante lo sviluppo il neurone estende delle piccole protrusioni, che includono gli assoni, che navigano in un ambiente complesso per raggiungere e connettersi con le sue cellule-bersaglio. Come nella favola di Perrault, incredibilmente gli assoni trovano la loro strada grazie a molecole che agiscono come segnaposti (i sassolini o le briciole di Pollicino) per guidarli con estrema precisione verso la loro destinazione finale. Un errore di collegamento può avere conseguenze devastanti. Per evitare qualunque errore di routine degli assoni, scende in campo un vasto e complesso schieramento di meccanismi regolatori. In particolare si sospetta che i microRnas, molecole chiave regolatorie in tutte le cellule eucariote virtuali dalle piante all’uomo, possano avere ruoli importanti nella costituzione del circuito neuronale. Infatti gli studi di Marie Laure e dei suoi collaboratori hanno recentemente dimostrato che i microRnas contribuiscono a una corretta guida degli assoni. Ma le loro funzioni fisiologiche in questo processo sono ancora largamente sconosciute e Marie-laure si concentra sul chiarimento dei meccanismi impiegati dai microRnas per formare le connessioni neuronali del cervello. L’acquisizione di queste conoscenze di base è essenziale per lo sviluppo di terapie cliniche. Poiché il processo di migrazione/metastasi e quello della guida degli assoni coinvolgono alcune molecole simili, una migliore conoscenza dei neuroni microRnas può avere conseguenze terapeutiche nella lotta contro il cancro, per esempio nella prevenzione delle metastasi, oltre che nella cura e nella prevenzione delle malattie neurodegenerative, nella rigenerazione e ricrescita terapeutica dei nervi e nel ricollegamento del sistema nervoso centrale a seguito di lesioni. Http://www.armeniseharvard.org/grants/    
   
   
INVECCHIAMENTO: QUANTI ANNI POSSIAMO ASPETTARCI DI VIVERE IN BUONA SALUTE?  
 
Bruxelles, 24 aprile 2012 - Si prevede che il numero di cittadini europei dai 65 anni in su raddoppierà nei prossimi 50 anni. Tuttavia, mentre i dati sull´aspettativa di vita (Av) per la popolazione europea che invecchia possono aiutarci a fare previsioni per il futuro, essi riguardano solo una parte del fenomeno. L´altro fattore importante è stabilire quanti di questi anni saranno anni di buona salute; a questo proposito sono appena stati pubblicati nuovi dati per ciascuno Stato membro che mostrano quanto a lungo le persone possono aspettarsi di vivere senza disabilità. Le cifre degli "anni di vita in buona salute" (Hly - Healthy Life Years) sono state presentate in occasione del primo incontro annuale dell´Azione congiunta europea sugli anni di vita in buona salute (Ehleis) che si è tenuta a Parigi il 19 aprile ed è stata ospitata dall´ente coordinatore dell´Ehleis, l´Institut nationale del la santé et de la recherche médicale (Inserm). L´av alla nascita è il numero medio di anni che un neonato vivrà se continueranno a valere i correnti tassi di mortalità. Nel 2009, l´Av alla nascita per gli uomini che vivevano in uno dei 27 Stati membri dell´Ue (la Ue-27) era di 79,7 anni e le cifre mostrano che 61,3 di questi saranno anni di vita in buona salute, quasi l´80% dell´Av alla nascita. Per lo stesso anno, le donne dell´Ue-27 possono aspettarsi 62 anni di vita in buona salute, il 75% della loro Av alla nascita: 82.6 anni. Gli anni di vita in buona salute sono un importante indicatore politico europeo inserito nella strategia di Lisbona per valutare la qualità della vita e lo stato di salute funzionale degli europei. L´indicatore Hly fa anche parte degli indicatori sanitari della Comunità europea (Echi) ed è stato designato come obiettivo generale del primo partenariato europeo per l´innovazione (Pei) sull´Invecchiamento sano e attivo lanciato a febbraio 2011. L´obiettivo dell´Pei per l´invecchiamento sano e attivo è volto ad assicurare che le cure per la popolazione europea che invecchia siano sostenibili a lungo termine e il suo obiettivo è aumentare di due anni la vita in buona salute nell´Ue entro il 2020. I dati mostrano anche che nel 2010 nell´Ue, la Svezia aveva la più alta Av alla nascita, con 79,6 anni per gli uomini, mentre la Lituania aveva quella più bassa, 68 anni. Gli uomini svedesi possono aspettarsi di essere in salute fino all´età di 71,7 anni, mentre in Slovacchia gli uomini hanno il più basso tasso di anni di vita in buona salute, 52,3 anni. È interessante rilevare che i risultati mostrano che nel periodo che va dal 2008 al 2010, e nonostante i bassi tassi di Av e Hly per gli uomini, la Lituania ha registrato il più alto aumento di anni di vita in buona salute, quasi tre anni, mentre i Paesi Bassi la maggiore diminuzione: una perdita di 1,3 anni. Questo dimostra che spesso le aspettative di salute tendono ad avvicinarsi tra un paese e l´altro in Europa: il divario tra la Lituania e i Paesi Bassi è diminuito di oltre quattro Hly in appena tre anni. Nel 2010 nell´Ue, la Francia e la Spagna avevano la più alta Av alla nascita (85,3 anni) per le donne e la Bulgaria la più bassa (77,4 anni), un divario di quasi 8 anni. Nel 2010, Malta aveva il più alto numero di anni di vita in buona salute (71,6 anni) per le donne e la Slovacchia il più basso (52,1 anni). È di nuovo la Lituania che ha registrato il più alto aumento di anni di vita in buona salute per le donne (2,4 anni) nel periodo che va dal 2008 al 2010, confermando le osservazioni fatte per gli uomini, mentre la Finlandia ha visto la più significativa diminuzione (una perdita di 1,7 anni). Come per gli uomini, le aspettative di salute delle donne mostrano una certa convergenza. I dati Hly si ottengono applicando la prevalenza della disabilità osservata nella popolazione generale a una tabella della vita standard, per distribuire gli anni vissuti in anni vissuti con una disabilità e anni vissuti senza disabilità. Per l´indicatore Hly, la prevalenza della disabilità si basa sul sondaggio annuale delle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (Eu-silc) coordinato da Eurostat. La prevalenza di disabilità si misura attraverso un quesito generale sulle limitazioni all´attività: quanto è stato limitato un individuo per almeno sei mesi, a causa di problemi di salute, nelle attività che svolge normalmente? Per maggiori informazioni, visitare: Healthy Life Years (Hly): http://ec.Europa.eu/health/indicators/healthy_life_years/hly_en.htm    
   
   
SANITÀ, LA REGIONE LOMBARDIA STUDIA CON LE IMPRESE NUOVI PRODOTTI  
 
Milano, 23 aprile 2012 - Grazie a un investimento di 750.000 euro Regione Lombardia parteciperà direttamente, insieme ad alcune imprese, alla ricerca e allo sviluppo di prodotti in ambito sanitario non ancora esistenti sul mercato, ritenuti utili a migliorare i processi organizzativi e la qualità dei servizi offerti ai cittadini, abbattendo i costi. Si tratta in particolare di: sistemi robotici automatizzati per il prelievo venoso; dispositivi di interfaccia universale per apparecchiature medicali domiciliari per la trasmissione dei dati dei pazienti; dispositivi automatizzati per il traino di letti e barelle. Oltre 60 aziende hanno già risposto positivamente all´invito di Regione Lombardia a sviluppare insieme questi nuovi prodotti, partecipando alla prima "audizione collettiva di dialogo tecnico con il mercato", in corso di svolgimento oggi a Palazzo Lombardia. Modello Innovativo - "E´ la prima volta in Italia - ha spiegato il presidente Roberto Formigoniintroducendo i lavori, affiancato dal sottosegretario all´Università e Ricerca Alberto Cavalli - che viene organizzata un´iniziativa di questo genere. E´ un modello assolutamente innovativo, che la Lombardia sta realizzando e che ha già attirato l´attenzione sia del Governo sia di altre Regioni. Quelle che svilupperemo sono tecnologie molto avanzate, che possono portare alla realizzazione di brevetti di cui la stessa Regione diventerebbe proprietaria". Questo procedimento, già utilizzato in Gran Bretagna e negli Usa, è promosso dalla normativa comunitaria ma ancora poco diffuso in Europa. "Questa è la strada giusta - ha aggiunto Formigoni - che ci permette di offrire ai cittadini un servizio sempre migliore e allo stesso tempo di far fronte alla diminuzione delle risorse governative, riducendo i costi dei servizi. Il vantaggio per le imprese è la possibilità di commercializzazione di questi nuovi prodotti". Partnership Con Niguarda - I tecnici di Regione Lombardia e i ricercatori delle aziende si affiancheranno dunque per inventare il prodotto più idoneo alle caratteristiche richieste. Lo stanziamento regionale coprirà i costi del personale impiegato in questa attività. Il progetto è realizzato in collaborazione con l´Azienda Ospedaliera Niguarda, che svolgerà il ruolo di stazione appaltante. "La direzione in cui Regione Lombardia si muove da tempo - ha aggiunto il presidente - è quella di garantire livelli qualitativi sempre migliori a fronte di risorse sensibilmente inferiori". La spesa per la sanità pubblica italiana corrisponde al 7,2 per cento del Pil, un dato tra i più bassi d´Europa. In Lombardia la percentuale scende al 5,4 per cento del Pil, un valore estremamente contenuto in senso assoluto. Considerandolo poi in relazione sia agli elevati volumi di prestazioni effettuate sia al loro standard qualitativo, in alcuni casi elevatissimo, "giungiamo alla conclusione - ha proseguito Formigoni - che in Lombardia è presente oggi un sistema sanitario che garantisce un rapporto costi/benefici in assoluto tra i più bassi al mondo". Pubblico E Privato - "La giornata di oggi - ha concluso il presidente - rappresenta un nuovo capitolo nei rapporti di collaborazione tra Regione Lombardia e il mondo privato. Questa collaborazione, che ha già portato molti frutti, si realizza in Lombardia a un livello corretto ed equilibrato". Formigoni ha ribadito come non sia vero quanto è stato detto in questi giorni e cioè che nella sanità lombarda ci sia la maggiore presenza di privato in Italia: la Lombardia in realtà si trova al settimo posto tra le Regioni; oltretutto le strutture private qui offrono molto spesso prestazioni di alta qualità. Sottosegretario Cavalli - "Regione Lombardia - ha sottolineato il sottosegretario Cavalli - scende in campo direttamente per promuovere innovazione. Pone le domande giuste per trovare soluzioni a problemi non ancora risolti, si propone come acquirente di prodotti e servizi che non sono ancora disponibili sul mercato chiamando al dialogo il mondo della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell´impresa. Aggiunge, alle iniziative che ha già attivato a sostegno della crescita e che non hanno paragone tra le Regioni italiane per numero, varietà e dotazione di risorse, questa nuova e innovativa procedura".  
   
   
TOSCANA, NO AL PLASMA IN VENDITA: DONEREMO QUELLO IN ECCESSO AI PAESI CHE NE HANNO BISOGNO  
 
Firenze, 24 aprile 2012 – Il dono del sangue è qualcosa di prezioso e non può essere commercializzato. Per questo la Toscana ha scelto di non vendere il plasma alle case farmaceutiche. Se ce ne dovesse essere in eccesso, dopo aver assicurato le cure a tutti i pazienti toscani e italiani, sarà donato ai paesi che ne sono carenti. Del resto ancora oggi nel mondo oltre il 70 per cento degli emofilici non riceve cure adeguate. Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Toscana, lo ha ricordato nel corso dell’assemblea regionale dell’Avis a cui è intervenuta il 21 aprile a Lucca. “Su questo la Toscana continuerà a battersi – ribatte – La donazione è un atto volontario, anonimo, gratuito e consapevole e il dono del sangue non può essere mai oggetto di commercializzazione. La Toscana si farà quindi garante dei valori etici del percorso di lavorazione del plasma, anche in vista delle nuove gare per la lavorazione”. L’assessore a Lucca ne approfitta per ringraziare tutti i donatori di sangue, “il cui aiuto e stimolo è importantissimo”. L’anno scorso le donazioni di sangue ed emocomponenti in Toscana sono state 245.525, il 2% in più rispetto al 2010. “L’obiettivo – sottolinea – è crescere ancora, ma soprattutto garantire un flusso costante nel corso di tutto l’anno per assicurare sempre a tutti i pazienti ricoverati nei nostri ospedali il supporto trasfusionale necessario“. Quanto alle priorità, sono due: la qualità e il completamento del percorso di accreditamento che entro il 2014 porterà ad avere tutto il sisma trasfusionale accreditato e rispondente agli standard europei e la riorganizzazione del sistema sangue.“Abbiamo iniziato, in linea con i paesi europei più evoluti e con le linee guida del Centro nazionale sangue, un percorso per la realizzazione di tre officine trasfusionali, una per area vasta, ma non si tratta – spiega – né di tagli nè di ridimensionamento. Utilizzeremo infatti le eventuali economie di scala per valorizzare ulteriormente il sistema ed accrescerne qualità e sicurezza”. Processi di riorganizzazione sollecitati e sostenuti delle stesse associazioni.  
   
   
IL PRESIDENTE SCOPELLITI E LA VICEPRESIDENTE STASI HANNO INCONTRATO L’ASSOCIAZIONE FORNITORI OSPEDALIERI CALABRIA  
 
Catanzaro, 24 aprile 2012 - Nei giorni scorsi il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e la Vicepresidente Antonella Stasi, su richiesta del Presidente Cesare Spanò, hanno tenuto una proficua riunione con l’A.f.o.c. (dell´Associazione Fornitori Ospedalieri Calabria). Durante l’incontro a cui era presente anche una delegazione di fornitori concessionari esclusivisti d’importanti aziende del settore, sono state esposte le varie problematiche affrontate dagli imprenditori che operano nella regione da oltre trent’anni, dovute ai ritardi accumulati nei pagamenti. La lentezza dei pagamenti porta alla chiusura di credito da parte delle banche e l’impossibilità di reperire operatori finanziari disposti ad acquistare gli stessi crediti. Spanò ha anche sottolineato come intorno al settore graviti una grossa mole di forza lavoro diretta ed indiretta, in tutta la rete ospedaliera calabrese. Il Presidente Scopelliti ha evidenziato che è intenzione della Regione Calabria accelerare rispetto alla chiusura dei debiti pregressi con i fornitori nel settore sanitario, attraverso un percorso già avviato che consentirà alle Asp e Ospedali calabresi di ristabilire la posizione debitoria regionale, soprattutto grazie allo sblocco dei fondi nazionali ottenuti per i buoni risultati raggiunti dal piano di rientro. Nei prossimi giorni ci sarà una dettagliata verifica soprattutto con un programma sui tempi di pagamento dei fornitori ospedalieri.  
   
   
MADRI DOPO IL TUMORE, FERTILITÀ SALVA SOLO NEL 10% DELLE UNDER 40 L’AIOM: “TROPPE LE BUFALE SUL WEB, SERVONO SITI CERTIFICATI”  
 
Mestre, 24 aprile 2012 – Ogni anno in Italia, 2500 donne con meno di 40 anni sono colpite da tumore al seno e più di un terzo di loro non ha ancora avuto figli. Solo il 10% ricorre alle tecniche che oggi permettono di preservare la fertilità e il 90% perde l’opportunità di diventare madre. “Dobbiamo impegnarci di più per informare tutte le pazienti – spiega il prof. Stefano Cascinu, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) in apertura della Xx Conferenza Nazionale svoltosi a Mestre fino al 22 aprile -. Due donne malate su tre cercano informazioni sul tumore sul web, dove però il rischio di false o cattive indicazioni è molto alto. Ecco perché solo siti che abbiano una validazione scientifica possono rappresentare un aiuto reale”. All’oncologia ginecologica - ogni anno in Italia si registrano 45.000 nuovi casi di cancro al seno, 7.700 all’endometrio, 4.500 all’ovaio e 3.500 all’utero - l’Aiom dedica la Xx Conferenza Nazionale e lancia un appello a tutte le donne perché si rivolgano solo a siti certificati. “È essenziale utilizzare tutti gli strumenti disponibili per informare correttamente i malati – continua il prof. Cascinu –. Internet e i social network rappresentano un’opportunità da non sottovalutare, soprattutto per donne giovani che spesso ricorrono a questi strumenti. Ma va posta particolare attenzione al rischio che sul web le ‘bufale’ siano spacciate per verità. Sempre più spesso si rivolgono a noi pazienti e familiari esigendo pseudo-terapie o “tecniche” che non hanno nulla di scientifico. La nostra società scientifica da sempre si impegna per fornire ai pazienti informazioni certificate dal sito ufficiale dell’Aiom, a quello della fondazione Aiom, fino all’ultimo nato: www.Sempredonna.net, con consigli utili per le donne colpite da tumore forniti da esperti e dalle stesse pazienti”. “I progressi nella lotta alle neoplasie femminili sono straordinari – afferma il prof. Sandro Pignata, presidente della Conferenza Nazionale -. Grazie alla diagnosi precoce salviamo molte vite e una donna su 2 guarisce se il tumore è individuato nella fase iniziale. Inoltre riusciamo a far sopravvivere le pazienti più a lungo e con una migliore qualità di vita. Le terapie oggi disponibili permettono di raggiungere questi risultati”. Non sempre è possibile individuare in fase iniziale il tumore. “Nel caso particolare del cancro dell’ovaio - sottolinea il prof. Giovanni Scambia, dell’Università Cattolica di Roma -, a differenza di quanto avviene in quello del seno, la diagnosi precoce è particolarmente difficile perché non vi sono sintomi che la permettano. Con la conseguenza che nell’80% dei casi la neoplasia viene scoperta solo quando è già in uno stadio avanzato. Ecco perché, anche se non vi sono fattori di rischio chiaramente dimostrati, è importante puntare sulla prevenzione. Attenzione quindi allo stile di vita, seguendo un’alimentazione corretta ed evitando il fumo di sigaretta”. La Conferenza di Mestre dedica grande spazio agli strumenti per tutelare la fertilità. I trattamenti chemioterapici determinano la menopausa precoce in 7 donne su 10, un’eventualità che spaventa le donne e spesso influenza la decisione nei confronti delle cure. Ma con le tecniche oggi disponibili è possibile realizzare il desiderio delle pazienti di diventare madri dopo il cancro. Il metodo più diffuso è rappresentato dalla crioconservazione (ibernazione in azoto liquido) degli ovociti o di pezzi di tessuto ovarico, che potranno essere utilizzati dopo la fine delle terapie. È inoltre recente la sperimentazione di una tecnica tutta italiana che permette di mettere ‘a riposo’ le ovaie durante la chemioterapia così da preservarle dall’attacco dei farmaci. Una sessione della Conferenza inoltre è dedicata alla “Neoplasia in gravidanza”. Ben il 15% dei tumori al seno diagnosticati in donne al di sotto dei 35 anni si verifica durante la gestazione. Se da un lato ritardare la terapia può mettere la paziente in grave pericolo e di conseguenza esporre a rischio il futuro del bambino, dall’altro fino ad oggi i dati su questo particolare tema erano scarsi. “Una delle più importanti riviste scientifiche internazionali, Lancet Oncology – conclude il prof. Carmine Pinto, segretario nazionale Aiom – ha recentemente pubblicato nuovi risultati che dimostrano che i bambini nati da mamme sottoposte a chemioterapia durante la gravidanza, a partire dalla 14esima settimana, hanno una crescita e uno sviluppo nella norma, al confronto con i piccoli le cui mamme non sono state sottoposte al trattamento antitumorale. I dati relativi al comportamento dei bambini, la salute generale, l’udito, lo sviluppo e il funzionamento del cuore e la crescita generale sono apparsi del tutto confrontabili con quelli riscontrati nella popolazione generale. La decisione di somministrare la chemioterapia deve dunque sottostare alle stesse linee-guida che riguardano le pazienti non in gravidanza: è possibile cominciare i cicli di chemioterapia a partire dalla 14° settimana di gestazione in poi, naturalmente prestando una particolare attenzione alle cure prenatali. Le nuove conoscenze aumentano le speranze di salvare la vita sia alla madre che al bambino”.  
   
   
UMBRIA, ANNO EUROPEO INVECCHIAMENTO ATTIVO: UNA SFIDA PER LE ISTITUZIONI  
 
Perugia, 24 aprile 2012 - L´invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni rappresentano una sfida culturale che riguarderà tutti gli assetti istituzionali che dovranno rivedere il loro modello sanitario e sociale: è il messaggio emerso dall´incontro organizzato il 19 aprile dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a Roma, dal titolo "Anno europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni: sfide demografiche e solidarietà tra le generazioni". A renderlo noto è la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, che ha partecipato all´iniziativa insieme agli amministratori e ai rappresentanti di diverse Regioni. "Nel suo intervento il ministro per la cooperazione internazionale e l´integrazione, Andrea Riccardi - ha detto la vicepresidente - ha ricordato che il Governo per la famiglia ha stanziato risorse pari a 70 milioni di euro, di cui 45 saranno destinati alle Regioni. Le Regioni in Commissione politiche sociali ieri hanno espresso parere positivo apprezzando l´impegno del ministro in questo difficile momento. In particolare alla Regione Umbria sono destinati 738 mila euro che andranno a rinforzare le risorse già stanziate in bilancio regionale per la famiglia e politiche finalizzate allo sviluppo e al consolidamento del sistema integrato socio-educativo per la prima infanzia e per finalità a favore degli anziani, anche per la permanenza presso il proprio domicilio, la promozione di una vita indipendente, per favorire il rapporto tra le generazioni e colmare il divario digitale". "I contenuti e le indicazioni emerse durante l´incontro avvalorano il percorso intrapreso dalla Regione Umbria che ha preadottato un disegno di legge a tutela della promozione e della valorizzazione dell´invecchiamento attivo, con lo scopo di promuovere azioni per il benessere e la prevenzione degli anziani, per la formazione continua, per incentivare il turismo sociale, individuare strumenti utili a favorire la fruizione della cultura, lo scambio di saperi e conoscenze tra le generazioni, anche attraverso progetti che coinvolgono le scuole. Tutto ciò - ha aggiunto - è in sintonia con quanto previsto dal nuovo Piano sociale regionale che punta a valorizzazione le persone anziane come risorsa della società anche attraverso un impegno utile e gratificante". "Il principio - ha aggiunto - acquista maggior valore alla luce dell´indagine effettuata dal servizio di sondaggi e analisi della Commissione europea, Eurobarometro, dalla quale emerge in modo chiaro l´importanza degli anziani in Italia e in Europa. Su 1.039 intervistati sul territorio nazionale, l´81 ha dichiarato che gli anziani possono avere un ruolo fondamentale nella cura dei nipoti, l´83 per cento ritiene che siano ancora importanti sotto il profilo del sostegno economico per la famiglia, il 71 per cento sostiene che possano dare impulso ai consumi e ciò vale anche per l´assistenza ai familiari. Il 77 per cento degli intervistati dichiara che possano ancora lavorare dietro retribuzione, mentre il 61 per cento trova importante la loro attività nel volontariato. Il dato trova grande riscontro anche in Umbria, visto che nella nostra regione la popolazione anziana gode di un alto livello di autonomia che, realisticamente, può rimanere tale se supportato da politiche attive in grado di contrastare i rischi tipici connessi all´avanzare dell´età - ha concluso la vicepresidente - Promuovere politiche per l´invecchiamento attivo rappresenta quindi, per le amministrazioni locali una nuova sfida e ciò lo è a maggiormente per l´Umbria che, essendo la quarta regione italiana per indice di vecchiaia, è fortemente interessata dal fenomeno".  
   
   
RAPPORTO OSSERVASALUTE, CAMPANIA: ANALISI ATTENTA, MA FERMA AL 2010  
 
Napoli, 24 aprile 2012 - "Dovremo attendere il prossimo anno per vedere fotografati i progressi compiuti nell´ultimo biennio nella sanità campana. Il Rapporto Osservasalute sottolinea che <il 69%, del disavanzo cumulato nel periodo 2001-2010 è stato prodotto da sole tre regioni: Lazio, Campania e Sicilia>. E´ dunque fermo al 2010, e non tiene conto che a partire da quell´anno, con l´insediamento della Giunta Caldoro, c´è stata una riduzione importante del deficit sanitario, sceso da oltre 900 milioni a 250 milioni." Così Raffaele Calabrò, consigliere del presidente Caldoro per la Sanità, commenta i dati presentati questa mattina sullo stato di salute e qualità dell’assistenza nelle Regioni italiane. "Il Rapporto resta comunque un´analisi interessante ed occasione di riflessione sulla sanità nel suo complesso. "Innanzitutto, potremmo dire che qualcosa è cambiato e - in meglio - nella gestione della sanità nel nostro Paese, comprese le Regioni in rosso: tant´è che, come sottolinea l´indagine, la spesa italiana per la sanità è inferiore a quella di altri Paesi come Gran Bretagna, Germania e Francia. Inoltre, il giudizio positivo in merito al funzionamento degli ospedali ed il trend in forte diminuzione del tasso di ospedalizzazione e parallelamente delle giornate di degenza, denotano che abbiamo finalmente assorbito il concetto di appropriatezza delle cure. Anche in questo caso - sottolinea Calabrò - va sottolineato che i dati, pur se non sembrano premiare la Campania limitatamente all´ospedalizzazione, di fatto sono precedenti alla programmazione della rete ospedaliera e della rete territoriale e quindi attenderei dati più recenti. "Devono invece far riflettere i dati che denotano come le regioni con un Pil pro capite più basso si presentano con una spesa sanitaria superiore rispetto a quelle con Pil più alto: che tradotto significa - come da tempo sosteniamo - che condizioni socioeconomiche basse comportano maggiori bisogni sanitari e quindi più spesa sanitaria, cosa che ripropone la giustezza della revisione del criterio di riparto del Fondo Sanitario. "Per ultimo, e non per minore importanza, l´analisi giustamente paventa che il contenimento dei costi sia ottenuto riducendo i servizi offerti, con un impatto negativo di medio periodo sulle condizioni di salute della popolazione, in particolare nelle Regioni sottoposte a Piano di Rientro. Osservazione - conclude Calabrò - che risolleva l´emergenza di uno sblocco del turn over in sanità che penalizza fortemente l´assistenza sanitaria ai cittadini campani, e che va affrontato con urgenza."  
   
   
SANITA´: POLICLINICO DI PALERMO; BORSELLINO, "GARANTIRE ESIGENZE DEI MALATI"  
 
Palermo, 24 aprile 2012 - "Il trasferimento dei pazienti dall´oncologia medica del Policlinico di Palermo alle altre strutture nelle quali potranno continuare le terapie necessarie avverra´ con la massima cautela e nella massima serenita´, rispettando prima di tutto le esigenze dei pazienti e dei loro familiari". Lo ha ribadito il dirigente generale dell´assessorato regionale della Salute, Lucia Borsellino, al termine di un lungo incontro con il direttore generale del Policlinico di Palermo, Mario La Rocca, e il commissario straordinario dell´ospedale Civico di Palermo, Carmelo Pullara, che ha offerto la massima disponibilita´ della struttura a ospitare i pazienti. E´ stata istituita una commissione, della quale fanno parte anche funzionari del Ministero della Salute, dell´assessorato e dei comitati consultivi, che si insediera´ domani mattina con il compito di definire il piano operativo e fornire il supporto al management e agli operatori del Policlinico, garantendo la sicurezza dei pazienti oncologici. "I pazienti saranno adeguatamente informati - aggiunge la Borsellino - e faremo in modo di farli seguire dagli stessi operatori sanitari che li hanno avuti in carico, in un contesto organizzativo che assicuri maggiori garanzie. Nel frattempo ci adopereremo affinche´ il reparto del Policlinico possa superare nel piu´ breve tempo possibile tutte quelle criticita´ che ne hanno imposto la temporanea sospensione".  
   
   
TAVOLO DI LAVORO SU SANITÀ IN BASSA VAL DI CECINA: OGGI PRIMO POSITIVO INCONTRO IN REGIONE TOSCANA  
 
Firenze, 24 aprile 2012 – “Una riunione positiva, che ha consentito di riprendere il dialogo istituzionale e di fare il punto sulle azioni a sostegno della sanità del territorio”. Questo, nelle parole dei partecipanti, l’esito del primo incontro del Tavolo per la sanità in Bassa Val di Cecina, che si è tenuto ieri negli uffici dell’assessorato regionale al diritto alla salute. Il Tavolo è composto dai sindaci dei Comuni della Bassa Val di Cecina, dal sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, presidente della Conferenza provinciale dei Sindaci, dall’Azienda Usl 6 di Livorno, dalla Fondazione Monasterio, dalla Regione e dal Laboratorio Mes della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa. Nel corso della riunione sono state confermate tutte le azioni a sostegno dei Cup della Bassa Val di Cecina, studiate per migliorare ulteriormente il livello di risposta ai cittadini in tutti i punti di erogazione. E’ stato inoltre stabilito un percorso per approfondire e monitorare le Aree che presentano le maggiori criticità, in particolare: Cup e liste di attesa, organizzazione per intensità di cura, percorso cardiologico, sanità d’iniziativa e chirurgia. “Obiettivo finale del Tavolo – ha precisato l’assessore regionale al diritto alla salute, Daniela Scaramuccia – è la definizione e la conferma del ruolo del presidio ospedaliero di Cecina e della sanità territoriale, all’interno della rete sanitaria provinciale e di Area Vasta”. Il prossimo incontro del Tavolo sarà finalizzato a fare il punto sulle analisi e gli approfondimenti condotti dalla Fondazione Monasterio e dal Laboratorio Mes in sinergia con esperti della Regione e dell’Azienda  
   
   
LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA AGLI IMMIGRATI DISCUSSE AL CONVEGNO DI ANCONA  
 
Ancona, 24 aprile 2012 - Il contesto migratorio italiano e regionale, i problemi di salute e le modalità per garantire assistenza sanitaria agli immigrati secondo i dettami costituzionali e i principi ispiratori del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale: questi i temi affrontati al convegno “L’assistenza sanitaria alla popolazione immigrata. Il diritto alla salute, un diritto per tutti”. Organizzato dall’osservatorio sulle Diseguaglianze nella salute dell’Agenzia Regionale Sanitaria delle Marche, l’incontro - svolto venerdì scorso ad Ancona nella Facoltà di Medicina – ha visto grande l’affluenza, più di 250 presenze, tra operatori sanitari delle Aziende sanitarie, dei servizi sociali, delle Questure e Prefetture, di associazioni no profit e di immigrati. Fornire risposte per garantire la reale tutela del diritto alla salute degli immigrati è sempre stato l’obiettivo delle politiche regionali, hanno specificato i rappresentanti dell’assessorato alla Salute. Attuando il nuovo Piano sanitario 2012-2014, si tratta di proseguire le azioni intraprese, tra cui la formazione continua degli operatori, il potenziamento del lavoro in rete anche per superare le difformità esistenti nel territorio regionale, migliorare l’assistenza di base anche pediatrica, impiegare al meglio la mediazione interculturale, specie nell’area materno infantile. “In Italia gli immigrati sono circa 5 milioni e apportano l’11% del Pil - ha evidenziato Salvatore Geraci, della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni - rappresentano quindi un’importante risorsa per l’Europa e l’Unione Europea ne ha bisogno per lo sviluppo demografico ed economico”. Patrizia Carletti, dell’Osservatorio sulle Diseguaglianze nella salute dell’Ars Marche, ha presentato i dati epidemiologici da cui si evidenzia che gli immigrati hanno un profilo di salute peggiore degli italiani e che vi sono maggiori difficoltà di accesso ai servizi e alle cure. “L’equità - ha detto - è un obiettivo del Ssn e dei Ssr ed il miglioramento dei servizi per i gruppi più vulnerabili ha ricadute positive su tutti i cittadini. Proprio in un momento di crisi come questo non possiamo permetterci di lasciare ancora più indietro chi è già indietro il che comporterebbe ulteriori costi. La vera innovazione è cogliere tutti i punti di vista, valorizzare le energie e le risorse dei nuovi cittadini e lavorare per progetti comuni”. Maria Letizia Lorenzini, dell’Assessorato alla Salute della Regione Lazio, ha poi illustrato il contenuto del documento nazionale le “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniere da parte delle Regioni e Province Autonome” del Tavolo nazionale “Immigrati e servizi sanitari” coordinato dalla Regione Marche e recentemente approvato dalla Conferenza delle Regioni. Il documento è l’unico disponibile per guidare le Regioni alla corretta applicazione della normativa sulla erogazione dell’assistenza sanitaria agli stranieri, extra-comunitari e comunitari, presenti in Italia. Dalla tavola rotonda sono emerse proposte come la necessità di individuare interventi per l’integrazione dei profughi, garantire l’assistenza sanitaria ai detenuti, proseguire con la formazione degli operatori sociali e sanitari per rendere i servizi “più competenti” nell’affrontare l’utenza straniera, intraprendere azioni per migliorare l’informazione rivolta agli immigrati, impiegare in modo stabile nei servizi la mediazione interculturale, migliorare il lavoro in rete.  
   
   
RINASCIMENTO IN TERRA D´AREZZO UNO SPETTACOLARE ITINERARIO ARTISTICO LUNGO UN SECOLO D’ORO DA BEATO ANGELICO E PIERO DELLA FRANCESCA A BARTOLOMEO DELLA GATTA E LUCA SIGNORELLI (18 GIUGNO – 18 NOVEMBRE 2012)  
 
 Arezzo, 24 aprile 2012 - Beato Angelico e Piero della Francesca, Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli. E inoltre Donatello, Neri di Bicci, Michele da Firenze, Andrea della Robbia, Jacopo Sansovino, Filippo Lippi. Ecco i principali artefici del Rinascimento aretino, al centro del progetto Pgm, Piccoli Grandi Musei 2012 (18 giugno – 18 novembre), iniziativa promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con l’obiettivo di valorizzare i musei e le eccellenze artistiche, monumentali e culturali dei territori. Questa Viii edizione approda appunto in terra d’Arezzo, patria e rifugio di alcuni dei maggiori artisti dell’epoca, coinvolgendo i più importanti musei del capoluogo e della Valdichiana, che tutt’oggi risplendono delle loro opere: ad Arezzo Fraternita dei Laici, i musei Diocesano e Nazionale di Arte Medievale e Moderna; a Cortona Maec (Museo dell’Accademia Etrusca) e Museo Diocesano; a Castiglion Fiorentino Collegiata della Pieve di San Giuliano e Pinacoteca Comunale; a Lucignano il Museo Comunale. L’iniziativa arricchisce la mostra che Perugia dedica adesso a Signorelli: la scoperta del grande artista continua infatti oltre il circuito umbro per approdare nella natia Cortona, ad Arezzo e nei Comuni della Valdichiana, che ne ospitano numerosi e straordinari capolavori. Promosse dal progetto Pgm anche le numerose chiese, decorate, come noto, da affreschi, dipinti e sculture sublimi. Tra le altre, ad Arezzo, la Chiesa di San Francesco (Storie della vera Croce di Piero della Francesca), la cattedrale (fonte battesimale di Donatello e ceramiche di Andrea della Robbia), la badia delle Sante Flora e Lucilla e la chiesa dei Santi Michele e Adriano. Un percorso che continua con le chiese, collegiate e oratori di Cortona, Marciano, Foiano e Monte S. Savino. Complessivamente, un vero e proprio viaggio nel panorama artistico di un secolo mitico. L’elenco completo e dettagliato delle iniziative sarà diffuso il 15 giugno nel corso di una conferenza stampa ad Arezzo. Tra l’altro, sono eccezionalmente previsti anche alcuni spettacolari ritorni. Uno per tutti, il bellissimo trittico di Filippo Lippi Incoronazione della Vergine fra angeli, quattro santi benedettini, Gregorio e Carlo Marsuppini proveniente dalla chiesa del monastero di S. Bernardo di Arezzo, ora conservato alla Pinacoteca vaticana. Sarà esposto ad Arezzo nel Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna. Liletta Fornasari (presidente della Fraternita dei Laici) e Paola Refice (direttrice del Museo Statale d’arte medievale e moderna oltre che funzionaria della soprintendenza aretina) curano progetto e catalogo. Pgm si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze contribuiscono alla promozione Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Diocesi di Arezzo-cortona-san Sepolcro e i comuni di Arezzo e della Valdichiana. Collaborano, tra gli altri, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza e la Fraternita dei Laici di Arezzo, Civita.  
   
   
IL “ROMANINO” DI BRERA TORNA NELLE MANI DELLA FAMIGLIA GENTILI, DOPO 70 ANNI COSI’ SI CONCLUDE L’INTRIGO INTERNAZIONALE INTORNO AL CAPOLAVORO BAROCCO TRAFUGATO DAI NAZISTI  
 
Tallahassee, 24 aprile 2012. Erano le 13 il 19 aprile a Tallahassee in Florida, (le 19 in Italia) quando si è aperta la cerimonia di restituzione agli eredi della Famiglia Gentili del ‘Cristo Portacroce’ di Girolamo di Romano, detto Il Romanino appartenuto, fino a ieri, alla Pinacoteca di Brera dal 1998. Il dipinto, prestato dalla Pinacoteca di Brera all’esposizione in Florida per il Mary Brogan Museum of Art and Science “Baroque Painting in Lombardy from the Pinacoteca di Brera” la scorsa estate era infatti al centro di una controversia internazionale sui saccheggi effettuati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Mentre la mostra è stata smantellata il 4 settembre e le opere sono rientrate a Milano, il Romanino è rimasto infatti in America in attesa di una soluzione del caso. Lo stesso Museo e Ilaria Niccolini Production, organizzatore internazionale della mostra, hanno da subito collaborato con le istituzioni americane per consentire lo sviluppo delle operazioni e delle indagini. Gli eredi della famiglia Gentili, originari proprietari del dipinto, avevano infatti intrapreso nel 2000 passi legali per rintracciare le opere perdute durante l´occupazione nazista e per tentare di rientrarne in possesso. Già nel 1999 il Louvre ha dovuto restituire alla famiglia Gentili cinque dipinti che erano stati venduti all´asta nello stesso periodo di quello in mostra al Brogan Museum. E così il 18 aprile 2012 l’opera è tornata nelle mani degli eredi di Gentili che, il prossimo 6 giugno, a New York, metteranno all’asta il dipinto. “Sono profondamente grato – ha affermato Lionel Salem, uno degli eredi della famiglia Gentili - per gli sforzi compiuti dal Dhs relativamente a questo episodio. Gli eredi Gentili sono unanimi nel desiderio di esprimere appieno la loro immensa gratitudine per il lavoro fantastico svolto dal Department of Homeland Security nell’investigare il caso del Romanino e nel difendere gli interessi della nostra famiglia”. “La questione era aperta da oltre dodici anni – ha affermato Corinne Hershkovitch, legale degli eredi Gentili - e lo scorso autunno offriva ancora uno scenario diplomaticamente complesso e di alta tensione. Nessun passo avanti era stato compiuto poiché nessuna collaborazione era pervenuta dal Governo Italiano”. “Eravamo pronti a portare il caso in tribunale - afferma l’Avvocato del Governo Americano Pamela Marsh - laddove fosse stato necessario, e avevamo preparato una pluralità di scenari da poter trattare, ma siamo grati che, dopo i primi mesi di trattativa durante la quale non era trapelata alcuna disponibilità a risolvere in tempi brevi la disputa, a fine anno il Governo italiano ha finalmente accolto le nostre richieste. La criticità della situazione economica ha relativamente semplificato le trattative in quanto l’Italia ha deciso di evitare onerose operazioni legali e allo stesso tempo si è dichiarata impossibilitata a poter offrire una somma equa alla famiglia quale indennizzo per l’opera’. “Naturalmente molte domande sono ancora prive di risposta – afferma Ilaria Niccolini, organizzatrice della mostra e parte attiva nelle pratiche per la restituzione del dipinto - come è possibile che una Soprintendenza di prestigio come quella di Brera abbia potuto mandare in prestito un’opera con una tale vicenda alle spalle? Come è possibile che dal 2000 il Governo italiano non abbia avuto il tempo o le professionalità per approfondire tale vicenda e rispondere tempestivamente alle istituzioni internazionali che stavano investigando? Come è possibile che gli uffici della Pinacoteca preposti alla verifica di ciascuna opera data in prestito non si siano resi conto della ‘fragilità’ diplomatica dietro al Romanino? Non è questo forse tra i compiti principali di un Register officer? Insomma, l’Italia non ha fatto certo una bella figura e ieri, durante l’attesissima cerimonia, si è respirato certo un clima di grande soddisfazione per la risoluzione di questa imbarazzante vicenda”. La cerimonia di ‘restituzione’ agli eredi di Federico Gentili è stata officiata dall’Avvocato del Governo Americano, Pamela Marsh, e alla presenza degli agenti speciali di Homeland Security Investigations, degli avvocati di Stato della Florida e dell’ufficio centrale nazionale dell’Interpol a Washington. L’opera “Cristo Portacroce Trascinato da un Manigoldo” di Gerolamo Romano detto il Romanino, risalente al 1538 circa. L´opera ritrae il Cristo, incoronato di spine e vestito di un mantello di seta color rame, che porta la croce sulla spalla destra, mentre un soldato lo trascina con una corda. L´immagine di Cristo che porta la croce è tipica della pittura lombardo-veneziana del 16esimo secolo e del Romanino in particolare. Le tracce più antiche del dipinto lo indicano come risalente al 1538, quando apparteneva alla collezione di Antonio e Cesare Averoldi. Il 4 giugno 1914 venne messo all´asta a Parigi, e fu acquistato dalla famiglia Gentili. Giuseppe Gentili morì nel 1940 ed i suoi figli fuggirono in Canada, trascorrendo gli anni della guerra in Canada e negli Stati Uniti. Altri membri della famiglia, tra i quali la sorella di Giuseppe Gentili, morirono nei campi di concentramento. Una parte della collezione della famiglia, incluso il dipinto in mostra al Brogan Museum, venne venduta all´asta dal governo di Vichy nel 1941. Il dipinto è entrato poi a far parte della collezione di Brera nel 1998.  
   
   
MOSTRA "I BAMBINI E IL CIELO" PROPONE TEMA CENTRALE  
 
Udine, 24 aprile 2012 - "L´arte è una via di conoscenza, un modo di avvicinarsi al senso di tutto: i bambini ignorano tante cose, ma a quella conoscenza lì sanno arrivare per intuizione immediata, quasi senza fatica. Nella nostra società mancano i bambini e se prendiamo i bambini sul serio, ci possiamo ancora salvare. Nella società e nella Chiesa". Le parole sono del presidente del Comitato di San Floriano, mons. Angelo Zanello, che ieri ha presentato ufficialmente la mostra internazionale d´arte "I bambini e il cielo" che si aprirà il 28 aprile a Illegio, piccolo paese della Carnia ormai famoso per l´altissima qualità delle sue proposte artistiche tanto da essere stato inserito come tappa della prossima visita in regione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il prossimo 10 maggio. Un tema, quello del mistero dell´infanzia raccontato nelle iconografie che rappresentano i bambini nella Storia sacra, particolarmente toccante e importante da affrontare. "È merito di questo evento aver riportato l´attenzione su una figura e un mondo di valori che sono sempre più minacciati e rischiano di dover essere tutelati: invece il bambino è il centro di tutto, è la vivacità del mondo e lo sa cambiare: i bambini portano tutti noi verso il cielo", ha commentato l´assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, nel corso della presentazione nel centro Paolino d´Aquileia a Udine. "Se così spesso affrontiamo le conseguenze di una crisi che non è legata solo all´economia ma è anche culturale, lo dobbiamo alla globalizzazione che ha cambiato tutto il mondo e ci ha reso difficile traghettare in questo cambiamento i nostri valori - ha approfondito De Anna - . La famiglia, la solidarietà, l´attenzione ai più fragili, sono valori fondamentali non solo in un´ottica cristiana ma anche in una visione laica, così come ribaditi dai padri della nostra Costituzione. Eppure oggi sembra sempre più complicato pensare alla vita, alle cose più semplici ed essenziali. Riportare ai valori imprescindibili della nostra società va a merito di questo evento, come da tradizione di eccelso livello artistico". La mostra, proposta e ideata dal Comitato di San Floriano, istituzione dell´Arcidiocesi di Udine, gode del supporto di Progetto Culturale promosso dalla Chiesa italiana, assieme a quello della Regione Friuli Venezia Giulia e altre istituzioni (Provincia e Cciaa di Udine, Comune di Tolmezzo, Comunità montana della Carnia e Fondazione Crup) e ha coinvolto una cinquantina di studiosi. Un´ottantina saranno le opere - alcune delle quali inedite e mai prima esposte, specialmente nelle sezioni dedicate alla scultura tra Ducento e Quattrocento italiano - selezionate dalle sedi museali più prestigiose d´Europa. "Oltre alle istituzioni con cui ormai da anni abbiamo potuto costruire una consuetudine al prestito, ogni anno aggiungiamo qualche nuovo interlocutore e questo è un bel segno perché vuol dire che considerano la nostra proposta importante scientificamente e affidabile dal punto di vista organizzativo", ha commentato il curatore, Alessio Geretti. Il racconto dell´iconografia del bambino, che Geretti ha definito in maniera illuminante come "un livello stratigrafico della personalità di ciascuno di noi" si dipana tra alcune opere molto familiari e altre rarissime. Alla conferenza stampa è intervenuta anche l´assessore comunale alla Cultura di Tolmezzo, Aurelia Bubisutti, che ha ricordato anche gli appuntamenti collaterali che animano il tolmezzino. "Abbiamo organizzato assieme al comitato di San Floriano una mostra su Gian Francesco da Tolmezzo che culminerà a fine anno con un convegno nel quale sarà presentata la prima monografia dedicata all´artista carnico". La mostra, che si inaugurerà nella Casa delle esposizioni alla presenza del prefetto della Sacra Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, cardinale Antonio Canizares Llovera, rimarrà aperta fino al 30 settembre 2012.  
   
   
PROVE DI COPPA AMERICA CON FIUME SOLDI PUBBLICI, SNOBBATI INVESTIMENTI DEI PRIVATI. IL NAUTICSUD AVEVA OFFERTO APPOGGIO ED INVECE È STATO ANNULLATO DOPO 43 ANNI !!  
 
Napoli, 24 Aprile 2012 - L’unione Nazionale Armatori da Diporto, attraverso il Presidente Lino Ferrara attacca la decisione di aver tralasciato gli investimenti dei privati, fra cui Nauticsud, che aveva offerto appoggio per le Prove di Coppa America. “A proposito dei “bilanci” post regate – esordisce il Presidente dell’Unione Nazionale Armatori da Diporto Lino Ferrara - dopo l’asservita euforia di tutti i mezzi d’ informazione, oggi 19 Aprile 2012 leggiamo a pagina 5 del il Corriere del Mezzogiorno l’intervento del segretario regionale Uil Anna Rea in cui evidenzia che “...Gli sforzi sono stati unicamente quelli degli enti locali, comune e regione, insieme alla Camera di Commercio, nessun privato, nessuna banca, nessun”benefattore” o propulsore “ottimista”...Napoli, la Campania hanno bisogno di mille America’s Cup, certo con organizzazione, investimenti (magari privati)...” “Mi corre l’obbligo allora sottolineare – dichiara Lino Ferrara - nella mia qualità di Presidente dimissionario di Nauticsud il salone del turismo nautico che si accingeva a svolgere la 43° edizione dal 14 al 22 Aprile 2012, nel capoluogo Campano, che avevamo inizialmente salutato con entusiasmo la sinergia Istituzionale che aveva portato le regate sul nostro territorio al punto di offrirci a sponsorizzare l’equipaggio “made in Naples” inizialmente annunciato e riportato dagli organi di stampa.” http://www.Campaniasuweb.it/story/america’s-cup-nauticsud-si-candida-sponsor-del-team-napoletano  “Invece – denuncia il Presidente dell’Unione Armatori da Diporto - quello che doveva essere un sinergico vantaggio competitivo per la tradizionale manifestazione Nauticsud per il turismo nautico, si è trasformato in un irreversibile fattore di crisi allorquando è stata ignorata e arrogantemente annullata nella sua parte migliore, quella a mare, dall’Autorità Portuale di Napoli a pochi giorni dalla sua inaugurazione, non per motivi legati alla sicurezza in mare, non per l’occupazione dello stesso spazio demaniale da altri soggetti, ma al solo fine di assecondare segreti patti di esclusiva di marketing su tutto il territorio circostante oggetto oggi di nostro ricorso al Tar per l’azione di risarcimento del danno. Segreti patti di marketing, che solo il presidente dell’Unione Industriali di Napoli e amministratore unico di Acn poteva conoscere.” http://sport.Ilmediano.it/aspx/visarticolo.aspx?id=18905  http://www.Campanianotizie.com/attualita/napoli/11011-americas-cup-al-molo-luise-per-ferrara-solo-voci-infondate.html  “Nessun riguardo e nessuna correttezza istituzionale è stata riservata a Nauticsud allorquando le regate hanno cambiato location spostandosi dalla improbabile sede Bagnoli alla sempre ambita baia Mergellina senza la quale non si sarebbe realizzata la pedonalizzazione di Via Caracciolo, operazione non improvvisata, ma sempre meditata, almeno dal giorno in cui Nauticsud (Aprile 2011) inviò i propri progetti di riqualificazione del water front, tra cui la pedonalizzazione di Via Caracciolo, a tutti i candidati a sindaco di Napoli. Il vero successo non sono state le regate - conclude Ferrara - non è stato il finto arrivo di turisti, invece è stata la pedonalizzazione di Via Caracciolo (anche se da reinterpretare), ed allora perché si è fatto credere di puntare inizialmente su Bagnoli? Che rassicurazioni offriva quella location ad un manager minimamente avveduto seppure operante non con risorse proprie, ma risorse pubbliche? E’ questa la strategia manageriale che Paolo Graziano adotterebbe per la Magnaghi?” “In conclusione – dice Ferrara – se a Mergellina è stato necessario allungare la scogliera esistente, a Bagnoli come avrebbero fatto, dove non esiste nessun riparo?”  
   
   
SPORT: 736 MILA EURO AGLI EVENTI "TOP" DEL FRIULI VENEZIA GIULIA  
 
Udine, 24 aprile 2012 - Ammontano a 736 mila euro i fondi che l´assessorato allo Sport ha assegnato per il 2012 a 32 istituzioni pubbliche e private, società e associazioni sportive e gruppi ricreativi aziendali senza fine di lucro, per sostenere l´organizzazione delle manifestazioni sportive più importanti e prestigiose del territorio regionale. La delibera di riparto, proposta dall´assessore allo Sport, Elio De Anna, è stata approvata quest´oggi dalla Giunta regionale, dando così il via libera alle assegnazioni. Per giungere alla definizione della griglia e delle relative spettanze a favore delle singole società, è stato creato un apposito schema, che tiene conto, tra l´altro, della internazionalità della manifestazione, del suo valore nell´ambito della promozione della disciplina, della storicità dell´evento, nonché della sua ricaduta mediatica. Questi criteri generali sono stati quindi condivisi e applicati dalla Commissione per la governance dello sport, di cui fanno parte - oltre alla Regione - i rappresentanti di Upi, Anci, Coni e del mondo della scuola. Al termine del percorso sono stati individuati otto indicatori tutti misurabili, in base ai quali il gruppo di lavoro ha definito tre fasce di intervento. Nella prima, compresa tra i 40 e i 30 mila euro, fanno parte quattro manifestazioni: 13/ma Maratonina Città di Udine, 30/ma Word Dance Trophy del Club Sunshine di danza sportiva, il 27/mo International Karate Città Grado organizzato dalla Fijlkam e il 7/mo Grand Prix d´Italia del moto club Olimpia di Pozzuolo del Friuli. Quindi altre 6 manifestazioni sono state inserite in una seconda fascia, dove sono previsti contributi compresi tra i 29 e i 21 mila euro; infine una terza fascia (22 beneficiari) con un sostegno della Regione pari a 20 mila euro. Rispetto al passato, il numero delle associazioni sportive che potranno contare sui contributi della Regione è sceso da 50 a 32; quindici manifestazioni sono state inserite direttamente a capitolo in occasione dell´approvazione della legge finanziaria del 2012 licenziata dal Consiglio a dicembre dello scorso anno, mentre altre tre iniziative si erano esaurite nel corso dell´annata precedente. "In questo modo - spiega l´assessore De Anna - alle 15 iniziative in Finanziaria verrà garantita la continuità del sostegno e quindi la programmazione nell´arco di un triennio. Per quanto riguarda invece gli eventi ´top´, rispetto al 2011 le poste in bilancio pari a 736 mila euro sono in linea con quelli dell´anno precedente, senza compiere quindi alcun taglio evidente. A questi vanno poi aggiunti gli altri 570 mila euro a capitolo in finanziaria, per un totale complessivo di oltre 1 milione 300 mila euro. Al riparto dei ´Top´ ne farà seguito un secondo in programma nel mese di maggio (il cosiddetto ´ripartone´): in quella circostanza verrà notificato agli aventi diritto il contributo in base al punteggio acquisito così come previsto dal regolamento approvato nel 2011".