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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Settembre 2012
L´ALTRUISMO È LEGATO ALLA DIMENSIONE DELLA MATERIA GRIGIA  
 
Bruxelles, 18 settembre 2012 - Che cosa rende una persona altruista? Molti filosofi nel corso dei secoli hanno riflettuto sulla questione, ma non sono riusciti a dare risposte concrete. Una nuova ricerca dell´Università di Zurigo in Svizzera suggerisce che la risposta potrebbe risiedere nel nostro cervello, o, più precisamente, che il volume di una regione del cervello di piccole dimensioni possa influenzare la nostra predisposizione a un comportamento altruistico. I risultati, presentati sulla rivista Neuron, indicano che gli individui che si comportano in modo più altruistico di altri, hanno più materia grigia a livello della giunzione tra il lobo parietale e il lobo temporale. Questo dimostra per la prima volta che vi è una connessione tra anatomia del cervello, l´attività cerebrale e il comportamento altruistico. Contrariamente a studi precedenti, che hanno dimostrato che le categorie sociali come il genere, il reddito o l´istruzione non possono da sole spiegare le differenze nel comportamento altruistico, recenti ricerche nel campo delle neuroscienze hanno dimostrato che le differenze nella struttura del cervello potrebbero essere legate a differenze e abilità di tratti della personalità. Ora, per la prima volta, un team di ricercatori dell´Università di Zurigo, diretto da Ernst Fehr, direttore del Dipartimento di economia, dimostra che vi è un collegamento tra l´anatomia del cervello e il comportamento altruistico. Per il loro studio, i ricercatori hanno chiesto a dei volontari di dividere una somma di denaro tra loro e una persona anonima. I partecipanti avevano sempre la possibilità di sacrificare una parte del denaro a beneficio dell´altra persona. Il sacrificio monetario era considerato un atto altruista perché aiutava qualcun altro a discapito di se stessi. I ricercatori hanno trovato grandi differenze in questo senso: alcuni partecipanti non erano quasi mai disposti a sacrificare denaro per aiutare gli altri, mentre altri si comportavano molto altruisticamente. Studi precedenti hanno dimostrato che il luogo in cui si incontrano i lobi parietale e temporale è legato alla capacità di mettersi nei panni di qualcun altro, al fine di capire i suoi pensieri e sentimenti; una capacità che i ricercatori considerano strettamente correlata all´altruismo. Il team ha quindi ipotizzato che le differenze individuali in questa parte del cervello potrebbero essere legate a differenze di comportamento altruistico. E secondo Yosuke Morishima, un ricercatore post-dottorato presso il Dipartimento di economia dell´Università di Zurigo, hanno ragione: "Le persone che si comportavano più altruisticamente avevano anche una maggiore percentuale di materia grigia a livello della giunzione tra i lobi parietale e temporale". I ricercatori hanno anche scoperto che i soggetti mostravano marcate differenze nell´attività cerebrale mentre stavano decidendo come dividere il denaro. Nel caso di persone egoiste, la piccola regione del cervello dietro l´orecchio è già attiva quando il costo del comportamento altruistico è molto basso. Nelle persone altruiste, invece, questa regione del cervello diventa più attiva solo quando il costo è molto elevato. La regione del cervello si attiva in modo particolarmente forte quando le persone raggiungono i limiti della loro disponibilità a comportarsi altruisticamente. Il motivo - sospettano i ricercatori - è che questo avviene quando vi è la più grande necessità di superare l´egocentrismo innato dell´uomo attivando questa regione del cervello. Il dott. Fehr ha dichiarato: "Si tratta di risultati entusiasmanti per noi. Tuttavia, non si deve saltare alla conclusione che il comportamento altruistico è determinato esclusivamente da fattori biologici". Sembra che il volume della materia grigia possa anche essere influenzato da processi sociali. Secondo il dott. Fehr, i risultati sollevano quindi la questione se sia possibile stimolare lo sviluppo delle regioni del cervello che sono importanti per il comportamento altruistico, attraverso la formazione o le regole sociali. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Zurigo: http://www.Uzh.ch/index_en.html  Neuron: http://www.Cell.com/neuron/    
   
   
CITTADINI SCIENZIATI AIUTANO A FAR LUCE SUL MISTERO DEL PATRIMONIO GENETICO EUROPEO  
 
Bruxelles, 18 settembre 2012 - Una delle più grandi sfide per gli archeologi e gli storici è quello di capire i primi passi compiuti dall´uomo nel continente europeo. Tale compito richiede l´intervento di una grande squadra. È per questo motivo che l´Università di Sheffield nel Regno Unito ha arruolato "cittadini scienziati" per assistere nella loro importante ricerca sul patrimonio genetico europeo. Questi cittadini scienziati non sono tenuti ad avere una formazione o esperienza scientifica, è sufficiente una forte passione per l´argomento. I cittadini scienziati sono quindi sempre più spronati a partecipare alla ricerca da parte della comunità scientifica. Lo studio è stato presentato sulla rivista Plos One. Questa iniziativa è stata guidata dal dottor Andy Grierson dell´Istituto di neuroscienze traslazionali dell´Università di Sheffield (Sitran) e ha visto la collaborazione di cittadini scienziati dall´Europa e dal Nord America. Insieme speravano di individuare nuovi indizi per svelare la storia genetica dell´Europa. Il dott. Grierson ha spiegato il compito: "Capire la storia europea da quando l´uomo è arrivato nel continente è una grande sfida per gli archeologi e gli storici. Uno dei modi in cui gli scienziati possono aiutare è quello di studiare la genetica degli uomini europei. Tutti gli uomini portano un cromosoma Y che ereditano dal proprio padre, infatti esso è stato tramandato di padre in figlio per migliaia di anni. Così la maggior parte degli uomini in Europa condivideranno antenati comuni in un certo punto nel passato e siamo in grado di indagare questa ascendenza comune con studi genetici del cromosoma Y. Tuttavia, fino a poco tempo fa, non vi erano sufficienti indizi genetici sul cromosoma Y per consentire agli scienziati di avere la certezza di individuare diverse popolazioni." In risposta a questo deficit di conoscenza la squadra ha risposto con il download dei dati del genoma umano prodotti dal progetto 1000 Genomes dell´Istituto Sanger di Cambridge (Regno Unito). Utilizzando questi dati sono stati estratti 200 nuove varianti genetiche dai cromosomi Y del gruppo più numeroso di uomini occidentali europei. Determinando i modelli di questi marcatori in ciascuno dei campioni del progetto 1000 Genomes, il team ha elaborato un nuovo albero genealogico per la maggior parte degli uomini in Europa occidentale. Queste informazioni permettono ora un´analisi più dettagliata della migrazione ed espansione delle popolazioni in Europa. "Questo approccio alla ricerca genetica orientato dalla comunità potrebbe essere facilmente adottato da altri settori di ricerca", ha detto il dott. Grierson. "In particolare, il progetto 1000 Genomes ha reso l´intera sequenza del genoma di più di 2.000 persone liberamente disponibili per scopi di ricerca. Queste sequenze potenzialmente contengono nuovi elementi che offriranno importanti informazioni a diverse discipline come la medicina clinica e la biologia evolutiva." Secondo il dott. Grierson, lavorare con i cittadini scienziati ha permesso ai ricercatori di andare avanti con lo studio molto più rapidamente, nonostante l´enorme quantità di dati da analizzare. "Ci sono migliaia di laureati in scienze, che per un motivo o un altro hanno perseguito una carriera non scientifica", ha spiegato. "Avviare progetti che coinvolgono cittadini scienziati permette a queste persone di impegnarsi nuovamente nella ricerca. Allo stesso modo, molte persone con una carriera nelle tecnologie dell´informazione possiedono già i tipi di competenze necessarie per l´analisi di intere sequenze genomiche in progetti come il nostro". Per maggiori informazioni, visitare: Istituto di neuroscienze traslazionali dell´Università di Sheffield: http://sitran.Dept.shef.ac.uk/  Plos One: http://www.Plosone.org/home.action    
   
   
UNA MIGLIORE GESTIONE DELLA DIETA POTREBBE AIUTARE A COMBATTERE GLI EFFETTI COLLATERALI DI UN FARMACO ANTIPARASSITARIO  
 
Bruxelles, 18 settembre 2012 - Gli effetti collaterali negativi causati dal farmaco antiparassitario chinino nel trattamento della malaria potrebbero essere controllati mediante la dieta; è questa la conclusione di un nuovo studio di un team di scienziati proveniente da Malesia e Regno Unito. Scrivendo nel Journal of Antimicrobial Chemotherapy, i ricercatori mostrano che la naturale variazione nei nostri livelli dell´amminoacido triptofano ha un´influenza significativa su come reagiamo alla terapia con il chinino. Più bassi sono i nostri livelli di triptofano e più facilmente subiremo gli effetti secondari. Poiché il triptofano è un amminoacido essenziale che il corpo non è in grado di produrre da solo, noi controlliamo i nostri livelli di triptofano mediante i tipi di cibo che mangiamo. Il chinino è stato usato nel trattamento antimalarico sin dal 1600 ma, nonostante le sue qualità, esso possiede anche una serie di effetti secondari, dalla nausea all´emicrania, fino alla cecità, sordità e, in rari casi, alla morte. Una precedente ricerca del team aveva utilizzato un lievito modello, che dal punto di vista evolutivo è relativamente prossimo a quello umano, e aveva mostrato che il chinino può bloccare l´assorbimento di triptofano, causando tossicità da chinino nelle cellule. Questo lavoro ha fornito nuove informazioni su come si comporta il chinino e ha portato il team a ritenere che una terapia con una combinazione chinino/triptofano potrebbe permettere di usare dosaggi superiori di chinino per migliorare l´efficacia del farmaco e ridurre il rischio di effetti secondari indesiderati. Adesso, basandosi su questo lavoro, per il loro recente studio gli scienziati hanno sottoposto a esami dei malati di malaria in vari ospedali pubblici nella valle di Klang in Malesia e hanno scoperto che i livelli di chinino nei pazienti che ricevevano la cura per la malaria erano collegati ai loro livelli di triptofano. Essi hanno inoltre mostrato che l´incidenza di reazioni avverse al chinino era significativamente più bassa nei pazienti con alti livelli di triptofano. Il ricercatore capo, il dott. Simon Avery dell´Università di Nottingham, ha commentato: "Questo nuovo lavoro con i pazienti affetti da malaria mostra che le nostre prime ipotesi sono ampiamente confermate nella pratica clinica. Ovvero, la variazione naturale nei livelli umani dell´amminoacido triptofano può avere una netta rilevanza sulle risposte del paziente alla terapia con il chinino. Una possibile applicazione deriva dal fatto che i livelli di triptofano possono essere modificati mediante la dieta, offrendo quindi forse un modo semplice ed economico di manipolare le risposte avverse al chinino nei pazienti." Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa 3,3 miliardi di persone nel mondo corrono il rischio di contrarre la malaria. Nel 2010 ci sono stati circa 216 milioni di casi di malaria e si stima che 655.000 persone siano morte per questa malattia. La malaria è provocata da un parassita, il Plasmodio, che si trasmette attraverso le punture di zanzare infette. Nell´organismo umano i parassiti si moltiplicano nel fegato e successivamente infettano i globuli rossi. I sintomi della malaria comprendono febbre, emicrania e vomito, e solitamente compaiono tra 10 e 15 giorni dopo la puntura della zanzara. Se non curata, la malaria può mettere rapidamente in pericolo la vita del malato interrompendo la fornitura di sangue agli organi vitali. Sfortunatamente, in molte regioni del mondo, i parassiti hanno sviluppato una resistenza a molti farmaci contro la malaria. Il triptofano è abbondante nella carne ma scarso nella patata dolce, una coltivazione di base ai tropici dove la malaria è diffusa. Se il chinino riduce drasticamente l´assorbimento di triptofano, ne consegue che le persone con preesistente carenza di triptofano, una condizione comune nelle popolazioni malnutrite, saranno particolarmente a rischio con questo farmaco. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Nottingham: http://www.Nottingham.ac.uk/    
   
   
CHI HA LE GAMBE PIÙ EFFICIENTI, GLI ARTROPODI O GLI ESSERI UMANI?  
 
Bruxelles, 18 settembre 2012 - Due ricercatori irlandesi hanno svelato che le zampe delle cavallette e dei granchi sono modellate in modo ideale per resistere alle flessioni e compressioni, e ciò rende la qualità della loro "progettazione" significativamente superiore a quella delle gambe umane. Scrivendo nella rivista della Royal Society, la coppia del Trinity College di Dublino, ha dichiarato che se le ossa delle gambe umane fossero fatte nello stesso modo, esse potrebbero essere due volte più forti. "Come tutti gli artropodi, cavallette e granchi possiedono il cosiddetto esoscheletro fatto di un materiale molto speciale chiamato cuticola," ha commentato uno degli autori dello studio, il professor David Taylor del Trinity Centre per la bioingegneria. "Questo esoscheletro protegge l´animale come l´armatura di un cavaliere. Recentemente abbiamo mostrato che questa cuticola è in effetti uno dei materiali naturali più duri." "In termini di evoluzione, avere le ossa all´esterno è stata un´idea piuttosto valida," ha aggiunto il suo coautore e partner, il dott. Jan-henning Dirks. "[Per] milioni di anni, animali con esoscheletro come insetti, ragni e crostacei [si sono] trovati praticamente in ogni ecosistema del mondo." I ricercatori hanno usato le più recenti tecniche nel campo dell´ingegneria meccanica, della scienza dei materiali e della biomeccanica per calcolare esattamente perché questo esoscheletro è così efficace. Il loro studio si è concentrato in particolare sul diametro e sullo spessore delle ossa. Essi hanno usato una speciale macchina per la tomografia computerizzata per generare immagini a raggi X delle zampe degli insetti con una risoluzione di appena pochi millesimi di millimetro, e hanno raccolto e confrontato dati di granchi e di ossa umane. I loro risultati mostrano che mentre le ossa delle gambe umane possiedono dotti con pareti relativamente spesse, le zampe di insetti e granchi possiedono una parete molto più sottile in rapporto al loro diametro. Il professor Taylor ha commentato: "Questo rapporto tra lo spessore della parete e il diametro ci può dire molto sulla stabilità meccanica della struttura. Immaginiamo le ossa come semplici tubi. Ora, disponendo di una quantità limitata di materiale, cosa faremmo? Costruiremmo un solido bastone pieno o un tubo cavo con pareti sottili? Se compresso, il bastone si potrebbe piegare facilmente come un fuscello; il tubo cavo, tuttavia, si potrebbe deformare come una lattina di birra." Lo studio mostra che per un dato peso, dal punto di vista meccanico esiste uno spessore ottimale della parete. Ad esempio, la forma delle zampe dei granchi rappresenta un compromesso ideale per resistere sia alle forze di flessione che di compressione a cui il granchio è sottoposto quando cammina sott´acqua. Ma le zampe della cavalletta sono ottimizzate per sopportare le grandi forze di flessione che entrano in gioco quando l´animale salta. Lo studio conclude dicendo che se le ossa spesse degli esseri umani potessero essere "riprogettate" come un esoscheletro che usa la stessa quantità di materiale osseo, esse potrebbero essere il doppio più forti rispetto a ora. Il professor Taylor dice: "Naturalmente, ci sono numerosi altri fattori che determinano i vantaggi evolutivi degli endoscheletri e degli esoscheletri. Tuttavia, noi riteniamo che osservando il problema dal punto di vista ingegneristico, siamo riusciti a gettare nuova luce sullo sviluppo evolutivo delle forme scheletriche." Per maggiori informazioni, visitare: Trinity College Dublin: http://www.Tcd.ie/    
   
   
ECIM 2012, FIRENZE CAPITALE DELLA MEDICINA INTEGRATA  
 
Firenze, 18 settembre 2012 – Per due giorni Firenze sarà la capitale della medicina integrata. Dal 21 al 22 settembre si tiene al Palazzo dei Congressi il 5° congresso europeo di medicina integrata (Ecim 2012), preceduto da un’inaugurazione nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, giovedì 20 alle 18. Un meeting internazionale sui temi dell’integrazione delle medicine complementari nei sistemi sanitari, formazione e metodologia della ricerca. Al congresso, “Il futuro dell’assistenza globale del paziente. Promuovere la salute e lo sviluppo di un trattamento integrato e sostenibile del paziente acuto e cronico”, parteciperanno oltre 1.000 studiosi di 45 Paesi, con la presentazione di circa 500 lavori scientifici. L’evento è stato presentato stamani nel corso di una conferenza stampa dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, assieme a Sonia Baccetti, responsabile della Rete toscana di medicina integrata, Elio Rossi, responsabile del centro regionale di riferimento per l’omeopatia di Lucca, e Gian Franco Gensini, preside della facoltà di medicina di Firenze. Il congresso è promosso da Regione Toscana, Università di Firenze, Asl 10 di Firenze, Asl 2 di Lucca e Ordine dei Medici di Firenze, assieme all’Università Charité di Berlino, con la collaborazione delle altre Università toscane e il patrocinio di numerose istituzioni nazionali e internazionali. “Dopo oltre un decennio di politiche di integrazione sviluppate dalla Regione Toscana, le medicine complementari rappresentano una realtà radicata all’interno del sistema sanitario pubblico – ha dichiarato l’assessore Luigi Marroni – Il percorso di dialogo e integrazione è stato condotto sin dall’inizio in sintonia con i cardini del sistema pubblico regionale: universalità dell’accesso alle cure, qualità e sicurezza delle prestazioni, professionalità degli operatori sanitari, complementarietà delle diverse risorse della salute e, last but not least, la loro sostenibilità”. E’ la prima volta che il congresso Ecim si tiene in un Paese diverso dalla Germania, che ha ospitato le precedenti edizioni. E non è un caso che sia stata scelta Firenze, visto il ruolo che la Regione Toscana svolge ormai da anni per l’integrazione delle medicine complementari nelle strutture del sistema sanitario pubblico. Quella toscana è considerata una delle esperienze italiane più efficaci in questo campo e punto di riferimento anche a livello europeo. “Se non in Toscana dove? E’ la domanda che sottintende all’organizzazione di questo congresso – osserva Sonia Baccetti - In Toscana l’integrazione fra le medicine complementari e la medicina ufficiale è una realtà consolidata, come dimostrano i numerosi lavori scientifici presentati dagli operatori del Ssr toscano. Ecim 2012 è un’occasione per un confronto internazionale sui temi dell’integrazione, sulla scelta delle migliori tecniche terapeutiche, sui cambiamenti degli stili di vita che queste pratiche inducono e sui possibili “guadagni” di salute e risorse che derivano dalla diffusione delle medicine complementari nei servizi sanitari”. “Vorrei sottolineare la grande novità che Ecim rappresenta – dice Elio Rossi – Per la prima volta, infatti, in Italia si svolge un congresso con caratteristiche analoghe a quelle della medicina ufficiale. Un congresso in cui i contributi scientifici (comunicazioni orali e poster) inviati da ricercatori di oltre 40 paesi, sono stati selezionati da un Comitato scientifico composto dai maggiori esperti italiani e internazionali del settore, e pubblicati su un’importante rivista internazionale”. “L’occasione offerta da Ecim 2012 – sottolinea Gian Franco Gensini – è particolarmente importante in questa fase della medicina, in cui i concetti della system medicine e della 4P medicine offrono una visione olistica delle condizioni morbose. La system medicine affronta ogni problema comunque focalizzato e localizzato in un’ottica complessiva, in cui ogni variazione dello stato di salute viene visto in un’ottica di organismo e non di singolo organo o apparato, così come nella medicina integrata. La medicina delle 4P (predittiva, preventiva, partecipativa e personalizzata) vede nella personalizzazione e nella partecipazione elementi di particolare intersezione con la medicina integrata, in cui la personalizzazione sulla base di precise conoscenze della persona e del suo vissuto e la precisa partecipazione della persona ammalata alla propria cura rappresentano componenti centrali dell’integrazione”. Ecim 2012 - Nella due giorni fiorentina, si parlerà, tra l’altro, di oncologia integrata, terapia del dolore cronico e acuto, medicina di genere, gravidanza, parto e puerperio, malattie allergiche, pediatria, salute mentale, veterinaria integrata, alimentazione/nutrizione, dipendenze e disturbi alimentari. Sono previsti workshop sulle tecniche di medicina tradizionale cinese, sull’agopuntura addominale e sul trattamento dell’obesità con agopuntura, di danzaterapia e musicoterapia. In apertura le letture magistrali di Gian Franco Gensini, preside della Facoltà di Medicina di Firenze, del medico e ricercatore inglese George Lewith, Università di Southampton (Gb), di Aviad Haramati, docente della Georgetown University di Washington, sui temi della medicina integrata nella prospettiva della medicina personalizzata, predittiva, preventiva, partecipativa, sull’effetto placebo, sui percorsi formativi della medicina integrata. L’antropologo Antonio Guerci dell’Università di Genova esporrà una relazione sui temi antropologici e di etnomedicina; saranno presenti Peter Fisher, direttore sanitario del Royal London Hospital for Integrated Medicine (Rlhim) e Virgilio Sacchini, che opera presso i servizi di medicina integrata del Memorial Sloan-kettering Cancer Center di New York, uno dei primi centri ospedalieri che ha incluso le medicine complementari fra i servizi per il paziente oncologico. Le medicine complementari in Toscana - Grazie a un percorso di integrazione avviato negli anni Novanta, le medicine complementari – utilizzate in Italia da circa il 15% della popolazione (Rapporto Eurispes 2012) – sono inserite nel Servizio sanitario della Regione Toscana. Secondo l’ultimo censimento della Rete toscana di medicina integrata (aprile 2012, dati riferiti al dicembre 2011) le attività di medicina complementare in Toscana sono 106: 54 di Medicina Tradizionale Cinese/agopuntura, 29 di omeopatia, 9 di fitoterapia e 14 di medicina manuale e altre discipline. Accanto a queste attività dedicate alle Mc, sono diverse le esperienze di integrazione nelle “normali” attività aziendali, ad esempio l’uso della medicina tradizionale cinese nella promozione del parto fisiologico. In alcuni punti nascita di ospedali toscani, come il Centro nascita Margherita di Careggi, l’ospedale Lotti di Pontedera, il “Misericordia e Dolce” di Prato, ostetriche e agopuntori usano la Mtc per favorire il parto e ridurre il dolore in maniera fisiologica. Tre le strutture di riferimento regionale: per le Mc e l’agopuntura il centro Fior di Prugna dell’Azienda sanitaria di Firenze, per l’omeopatia presso l’ospedale Campo di Marte di Lucca e per la fitoterapia presso il Centro di medicina integrativa di Careggi. Uno studio condotto dall’Agenzia regionale di sanità (2009) ha riferito che un toscano su 5 conosce le medicine complementari, soprattutto omeopatia (18%) e agopuntura (14%) e il 13,4% ne ha utilizzato almeno una (in particolare l’omeopatia, 7,9%). L’omeopatia inoltre è ampiamente usata in ambito pediatrico, circa un quarto degli intervistati infatti la usa per i propri figli. Le prestazioni ambulatoriali di medicina complementare nel 2010 sono state circa 30.000.  
   
   
MARCHE: SANITÀ, ISTITUITA UNA “UNITÀ DI COORDINAMENTO” PER CONSEGUIRE IL PAREGGIO DI BILANCIO NEL 2012.  
 
Ancona, 18 settembre 2012 - Coordinamento più stretto tra la programmazione e la gestione del servizio sanitario regionale per conseguire il pareggio di bilancio nel 2012. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha istituito una “Unità di coordinamento”, presieduta dal direttore del dipartimento Carmine Ruta, alla quale partecipano i direttori generali delle Aziende ospedaliere, dell’Asur e dell’Inrca. All´unita di coordinamento sarà presente anche l´assessore regionale alla Sanità. Settimanalmente il gruppo si riunirà per monitorare le azioni necessarie a conseguire l’equilibrio finanziario nell’esercizio in corso e a segnalare alla Giunta regionale ulteriori interventi che necessitano di una formalizzazione amministrativa (delibera) per essere attuati, rispetto a quanto già previsto dalla programmazione regionale. Le azioni necessarie, è stato ribadito, dovranno seguire non una logica di tagli lineari, ma rapportata alla funzione strategica che le singole strutture svolgono, anche in funzione del contenimento della mobilità passiva. Sostanzialmente la Giunta rafforza il monitoraggio del sistema sanitario, in considerazione del mutevole quadro economico nazionale, alla luce di provvedimenti governativi come la spending review e l’ancora non definito piano di riparto del Fondo sanitario nazionale tra le Regioni. “Le Marche - è stato ribadito nel corso della discussione - hanno avviato azioni di rientro per circa 100 milioni di euro nel 2012. La carenza di riferimenti finanziari nazionali e il taglio del Fondo nazionale costringono, però, a rafforzare i controlli, per evitare penalizzazioni nei servizi erogati alla comunità. È necessario, perciò, implementare le sinergie all’interno del sistema sanitario e con i territori, al fine di evitare che i livelli di assistenza vengano ridotti dalla sempre maggiore scarsità di risorse disponibili”.  
   
   
LOTTA AL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO DUEMILA ESPERTI A FIRENZE PER EUROGIN FIRENZE CONVENTION BUREAU SI AGGIUDICA IL CONGRESSO INTERNAZIONALE PER IL 2013  
 
 Firenze, 18 settembre 2012 - Oltre duemila esperti da tutto il pianeta a Firenze per fare il punto sulla ricerca contro il tumore del collo dell’utero e il Papillomavirus. Firenze Convention Bureau, con la collaborazione di Firenze Fiera, è riuscita infatti ad aggiudicarsi e portare quindi a Firenze l’edizione 2013 di Eurogin, che si terrà dal 3 al 5 novembre. Eurogin è uno dei più importanti e partecipati forum mondiali per esperti nel settore del tumore del collo dell’utero e del Papillomavirus, organizzato da una prestigiosa associazione con sede a Parigi presieduta dal dottor Raphael Monsonego. L’obiettivo è quello di proporsi come momento di confronto e di informazione sui risultati della ricerca in questo particolare settore clinico per individuare forme di cura sempre più efficaci. Tra i relatori del congresso figurano sempre prestigiosi esponenti dei grandi centri di ricerca internazionali, sia pubblici che privati, oltre che del mondo accademico. Tra gli sponsor dell’iniziativa ci saranno anche importanti case farmaceutiche. “Un grande risultato, anche perché la concorrenza delle altre destinazioni internazionali era molto forte – spiega la direttrice di Firenze Convention Bureau, Carlotta Ferrari -. Fcb è entrato in contatto con l´associazione Eurogin lo scorso febbraio, dopo un’attenta analisi delle associazioni francesi. Siamo andati insieme a Firenze Fiera presso i loro uffici ad incontrare il presidente e il Conference Manager Peter Mattonet per discutere sulla location e i servizi che siamo in grado di offrire, compreso un grande saluto di benvenuto ai partecipanti che sosterremo a nostre spese. Uno sforzo che faremo volentieri, sapendo quale sarà la ricaduta economica per il territorio dall’ospitare un simile evento, se si pensa che si tratta di visitatori con una potenzialità di spesa mediamente assai più elevata del turista medio”. "Un altro importante risultato - commenta il presidente di Fcb e assessore provinciale al Turismo Giacomo Billi - che dimostra la qualità del lavoro svolto in questi ultimi anni per portare Firenze tra le capitali del turismo congressuale internazionale. Un settore in continua espansione, in grado di contribuire non poco alla crescita economica della nostra città, ma che richiede un impegno forte e grande professionalità per confrontarsi con gli altri competitors. Quell´impegno e quella professionalità che Convention Bureau sta dimostrando". Nel mondo, ogni anno vengono segnalati circa 510.000 casi di cancro al collo dell´utero, che diventa così la seconda causa di morte da cancro per le donne nel mondo. Tuttavia, il cancro al collo dell´utero è trattabile, e spesso è curabile, se individuato nelle prime fasi di sviluppo. L´evento vuole dunque accelerare la trasformazione delle scoperte scientifiche in prassi medica quotidiana.  
   
   
NUOVO PIANOSOCIOSANITARIO E VOLONTARIATO A TREVISO. CONOSCERE PER PARTECIPARE INCONTRI PER CAPIRE NOVITA’ INTRODOTTE DA RECENTE LEGGE REGIONALE  
 
Treviso, 18 settembre 2012 - Formare e informare i tanti volontari della provincia di Treviso delle novità introdotte nel campo sociale e sociosanitario dalla recente legge regionale n.23 del 2012 - -il nuovo piano sociosanitario della Regione Veneto - e delle ricadute concrete che avrà sulle amministrazioni locali (tramite ad esempio i Piani di zona dei servizi sociosanitari) e sui cittadini nei loro rapporti con le strutture e con le associazioni. Con quest’obiettivo l’Assessorato regionale ai Servizi Sociali e il Csv (Centro servizio volontariato) di Treviso hanno promosso una serie di incontri che sono stati presentati stamani nella sede del Csv dall’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, dal Presidente del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della provincia di Treviso Adriano Bordignon, e da Annalisa Basso dirigente regionale del sociale. “L’iniziativa - ha detto Sernagiotto - metterà al corrente il vasto mondo del volontariato trevigiano dei cambiamenti previsti dal nuovo Pssr nelle tematiche sociosanitarie. Vogliamo dare strumenti di conoscenza ai volontari in modo che siano ancora più vicini e capaci d’aiuto nei confronti delle persone da loro assistite e sinergici con il mondo istituzionale e delle strutture sociosanitarie”. Bordignon ha sottolineato che si tratta di una “iniziativa di crescita per la cittadinanza nata da un confronto tra assessorato regionale e mondo del volontariato trevigiano. Il nuovo piano sociosanitario regionale ridisegna una cornice entro la quale tutti i nostri interventi, anche quelli del volontariato, dovranno riposizionarsi. Vogliamo capirne di più di questi contenuti e questo è il senso degli incontri che avverranno nelle tre ullss del territorio provinciale”. Secondo Basso, “è importante far capire alla popolazione come si sta evolvendo il nostro Veneto dal punto di vista sociale e sanitario, come si configurerà nei prossimi dieci-vent’anni per quanto riguarda i servizi e quali sono le opportunità che il nuovo piano sociosanitario offre pur nelle difficoltà economiche presenti”. Gli incontri programmati in collaborazione tra Regione Veneto, Volontarinsieme (coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso), Aziende Ullss n. 7, n. 8 e n. 9, Conferenze dei Sindaci della Provincia di Treviso avranno il seguente calendario: 1, 15 e 29 ottobre, Ulss n.9, a Preganziol di Treviso nella Sala Grande Anci presso Ex Pime via Terraglio 58; 8 e 22 ottobre e 5 novembre, Ulss n.8, Montebelluna, Sala convegni dell’Ospedale, Via Togliatti 1; 3,7 e 31 ottobre, Ulss n.7, Conegliano, Sala Riunioni n.1 sede Ulss n.7 via Lubin, 16; 10 e 24 ottobre e 7 novembre, Ulss n. 9 di Oderzo/motta di Livenza, Aula Magna del Csm Uoc presso presidio ospedaliero edificio 7 in via Luzzatti 33.  
   
   
STAMINALI, BASILICATA: GARANTITO DIRITTO ALLA SALUTE  
 
 Potenza, 18 settembre 2012 - “Apprendo con gioia la notizia della decisione del giudice di Matera che ha accolto il ricorso presentato dal legale della famiglia Tortorelli. Il piccolo Daniele, a cui va il mio sincero abbraccio, potrà continuare a sottoporsi alle terapie interrotte a Brescia e a sperare in ulteriori miglioramenti”. Così l’assessore alla Salute della Regione Basilicata, Attilio Martorano, ha commentato la sentenza del giudice di Matera che, accogliendo il ricorso d’urgenza presentato dal legale della famiglia Tortorelli, ha annullato lo stop alle cure a base di cellule staminali imposto dal Tar di Brescia per il piccolo Daniele - il bambino materano di cinque anni affetto dal morbo di Niemann-pick e costretto ad alimentarsi con un sondino nasogastrico – autorizzando il ripristino temporaneo delle terapie. “Al di là delle discussioni di natura deontologica e scientifica sull’opportunità di somministrare o meno cure sperimentali come quelle che interessano il piccolo Daniele – ha detto Martorano - non bisogna perdere di vista che il diritto alla salute va tutelato e garantito in tutte le forme e per ogni cittadino. Il diritto alla salute è imperativo, imprescindibile e inalienabile. Sono vicino ai familiari di Daniele in questo delicato momento ed esprimo apprezzamento per la tenacia e la dignità con cui hanno condotto questa battaglia legale”.  
   
   
DUE GIORNI DI STUDIO PER I MANAGER DELLA SANITÀ  
 
Torino 18 settembre 2012 - Sono state due giornate davvero intense quelle che l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino, i direttori delle aziende sanitarie ed ospedaliere e gli amministratori di federazione hanno trascorso il 14 e 15 settembre nei locali di Villa Lascaris a Pianezza (Torino). L’incontro era stato convocato per aggiornare e informare sulle recentissime nuove normative e disposizioni legislative in materia di sanità, come il decreto sulla spending review e il “decreto Balduzzi”, ed analizzarne gli impatti sul sistema sanitario piemontese. “Le riflessioni fatte - ha dichiarato al termine Monferino - hanno portato ad individuare piani e azioni che dovranno svilupparsi nei prossimi mesi per raggiungere obiettivi di efficienza garantendo la qualità delle prestazioni offerte. La presenza contemporanea dei responsabili di aziende sanitarie e di federazioni ha consentito anche di identificare, con un lavoro congiunto, tutte le attività che nel corso del 2012 dovrebbero consentire di raccogliere importanti risorse economiche, in particolare nell’area degli acquisti e della farmaceutica”. Sono così state individuate le attività che dovranno essere spostate verso il territorio potenziandone l’efficacia proprio a favore dei cittadini. Sulla rivisitazione della rete ospedaliera, alla luce delle recentissime evoluzioni previste dal “Piano nazionale esiti” e dagli indicatori sui volumi di attività sanitarie sicure, sono state prospettate ipotesi di razionalizzazioni e accorpamenti tra gli ospedali di ciascuna federazione nelle aree della Chirurgia. “Tali ipotesi - ha puntualizzato Monferino - saranno rianalizzate in sedute più ristrette all’interno di ciascuna federazione con i direttori generali per validare il disegno complessivo della rete. Ciò avverrà nell´arco di poche settimane, al termine delle quali presenteremo un disegno definitivo”. Per quanto riguarda i conti economici e gli stati patrimoniali delle aziende sanitarie, l’assessore ha annunciato che “registriamo al termine del primo semestre una leggera diminuzione della spesa complessiva del sistema sanitario, non ancora in linea con l’obiettivo che dovremo raggiungere a fine anno, per il quale sappiamo che proprio il decreto 95 e il decreto Sanità danno ulteriori strumenti con cui agire e che vanno dunque applicati”. Sono stati presentati anche alcuni progetti che dovrebbero da una parte generare liquidità grazie ad un migliore utilizzo del patrimonio immobiliare disponibile e indisponibile delle aziende, fra i quali la possibilità della costituzione di un fondo di valorizzazione, e due progetti per ridurre i ritardi nei pagamenti. “Sono stati insomma due giorni molto densi - ha concluso Monferino - e pieni di idee, progetti, piani che la squadra della sanità piemontese ha dibattuto con l’obiettivo di garantire l’offerta dei servizi di qualità fino ad oggi dati, pur in carenza delle risorse finanziarie di provenienza statale e regionale. Sono emerse grande volontà, disponibilità e collaborazione dimostrata da tutti i direttori, dai loro collaboratori e dagli amministratori unici di federazione che, sposando la volontà di agire come squadra, danno di per sé la migliore garanzia di una positiva concretizzazione del raggiungimento degli obiettivi”.  
   
   
PAVIA, 19 OSPEDALI PER UNA SANITÀ D´ECCELLENZA  
 
 Milano, 18 settembre 2012 - La sanità lombarda, e specificatamente quella della provincia di Pavia, si distingue in Italia per la qualità della ricerca e della cura e si posiziona fra le più avanzate in Europa, registrando anche un bilancio virtuoso. Lo hanno ribadito l´assessore alla Casa della Regione Lombardia e presidente del Tavolo Territoriale di Confronto di Pavia Domenico Zambetti e l´onorevole Giancarlo Abelli, delegato del presidente Roberto Formigoni per il rapporto con il Parlamento e le istituzioni del territorio incontrando gli esponenti della provincia. "Quando si parla di sanità lombarda - ha esordito l´assessore Zambetti - si usa infatti il termine ´eccellenze´ e lo si documenta con il fatto che la Lombardia attrae pazienti da tutte le altre aree del Paese. Si tratta di una qualità frutto del modello basato su una concorrenza pubblico-privato, con possibilità di scelta per il cittadino comunque garantita dalla Regione". L´offerta Ospedaliera - L´offerta ospedaliera pavese è ampia ed articolata con 19 ospedali. Di essi 8 sono strutture dell´Azienda Ospedaliera della provincia di Pavia, 4 sono Irccs (1 pubblico, la Fondazione Policlinico San Matteo e 3 privati, di cui 2 della Fondazione Maugeri e 1 della Fondazione Mondino). Gli altri ospedali sono Istituti clinici, scientifici e case di Cura accreditate. Ciò consente di avere un numero di posti letto superiore allo standard di riferimento (6,5 contro i 4,5 per mille assistiti considerati ottimali), sia per acuti che per post-acuti. Eccellenza Nell´eccellenza - "L´integrazione stretta del settore pubblico con quello privato - ha aggiunto Zambetti - fa della sanità pavese un´eccellenza nell´eccellenza della sanità lombarda garantendo qualità, servizi e occupazione. Inoltre, in questo territorio si punta molto sulla ricerca scientifica". Il Nuovo Campus - "Pavia vanta un´eccellenza mondiale - ha ricordato l´assessore - come il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao), primo centro ospedaliero in Italia (e quarto del mondo, dopo Stati Uniti, Germania e Giappone), espressamente dedicato al trattamento di alcuni tumori e punta ulteriormente a crescere come dimostra il recente accordo per la realizzazione, a Pavia, del Campus della salute, nelle aree dell´ospedale San Matteo". "Altri interventi di edilizia sanitaria stanno interessando tutto il territorio - ha concluso Zambetti -. In particolare cito il nuovo Dipartimento di Emergenza e Accettazione del Policlinico San Matteo (per un investimento totale di circa 150 milioni di euro) e che è in fase di completamento per la prossima attivazione, il nuovo ospedale di Broni Stradella, già attivato nel 2009 e che si configura come un ulteriore punto qualificante del territorio della provincia pavese. Complessivamente, l´importo per interventi (fatta eccezione per il Dipartimento di emergenza e accettazione del San Matteo) negli ultimi 15 anni è stato pari a 125 milioni di euro, di cui 23 regionali. A questi interventi, quest´anno si è aggiunto il finanziamento, con il Fondo di Rotazione Regionale, dell´intervento di adeguamento alla prevenzione incendi per il presidio di Voghera da 1 milione di euro". Altri Interventi - Altri 8 interventi, per 52 milioni, sono poi inseriti negli Atti integrativi all´Accordo di Programma Quadro in materia di Sanità del 3 marzo 1999 e finanziati al 95% da fondi statali. Tra quelli completati ci sono: la realizzazione del nuovo ospedale di Broni Stradella (26 milioni); l´ampliamento del comparto operatorio del presidio ospedaliero di Vigevano (2,8 milioni) e l´adeguamento del presidio ospedaliero di Mede (1,6 milioni). Sono invece in fase di completamento: il nuovo padiglione e adeguamento del presidio di Vigevano pari a 6,9 milioni; il completamento e la ristrutturazione del presidio di Voghera pari a 11,5 milioni; la riqualificazione per adeguamento del presidio di Casorate Primo pari a 1,5 milioni; la riqualificazione per adeguamento del presidio di Varzi pari a 2,3 milioni e il completamento e la ristrutturazione del presidio di Mortara pari a 2,7 milioni. Oltre I Tagli Del Governo - "Siamo davanti a una sanità di altissimo livello - ha detto il delegato del presidente Formigoni Giancarlo Abelli - cui il Governo ha tagliato 144 milioni di euro con la spending review e ci chiede nuovi sforzi che un territorio di eccellenza quale quello pavese saprà realizzare".  
   
   
ECCO TUTTE LE AZIONI A SOSTEGNO DEI DISABILI A FUCECCHIO  
 
Fucecchio, 18 settembre 2012 - La disabilità, con 368 mila euro previsti nel bilancio 2012, rappresenta il punto centrale delle politiche sociali del Comune di Fucecchio. Le attività che riguardano questa tematica coinvolgono non solo il Comune ma anche la Società della Salute e l’Azienda Usl 11, con l’intento di favorire il più possibile la permanenza del disabile in famiglia e l’inserimento in strutture di ospitalità solo in casi necessari. Gli interventi sulla disabilità hanno l’obiettivo di fornire un sostegno concreto non solo alle persone disabili ma anche alle loro famiglie attraverso servizi e progetti personalizzati al fine di promuovere la piena integrazione nella società, il recupero delle potenzialità e lo sviluppo dell’autonomia. A Fucecchio sono oltre 150 le persone disabili seguite dai Servizi sociali nel 2011. Di queste 14 hanno usufruito di interventi a domicilio, 6 sono state inserite in strutture residenziali, 18 hanno frequentato i centri diurni, 32 hanno usufruito di una assistenza specialistica a scuola, 2 sono stati inseriti all’interno del mondo del lavoro, 5 hanno avuto accesso a contributi economici. Nel 2012 il Comune di Fucecchio ha previsto di stanziare 103 mila euro per l’assistenza specialistica scolastica, 95 mila per l’inserimento in strutture residenziali, 101 mila per l’inserimento nei centri diurni, 19 mila per l’assistenza domiciliare, 35 mila per il trasporto sociale, 7 mila per il progetto “Smile e Splash” (che offre attività ricreative, riabilitative, educative come teatro, musica, attività motoria, piscina, informatica ecc). Oltre a questi interventi, la Società della Salute gestirà il progetto “Vita Indipendente” che prevede un contributo mensile per garantire una vita autonoma ed indipendente ai disabili fra 18 ed i 65 anni in possesso di certificazione di gravità in base alla legge n. 104/92. “Il nostro territorio - dice Sandro Buggiani Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Fucecchio - si è da sempre contraddistinto per un’attenzione particolare alle persone maggiormente in difficoltà ed i numeri elencati lo dimostrano. Particolare attenzione viene prestata alla condizione dei minori verso i quali si concentrano la maggior parte dei servizi e attività proprio per favorire il massimo sviluppo delle loro potenzialità fin da piccoli. Uno sguardo attento è rivolto anche agli alunni portatori di disabilità nel contesto scolastico perché crediamo che la scuola sia l’ambito fondamentale in cui si può realizzare lo sviluppo e l’inclusione sociale. Su questo punto vorrei precisare - prosegue Buggiani – come, negli ultimi anni, si stia verificando una situazione che rischia di togliere incisività agli interventi che le amministrazioni comunali garantiscono a questi ragazzi. Sempre più spesso i Comuni si trovano a svolgere un’azione di supplenza rispetto alle azioni che dovrebbe garantire lo Stato attraverso gli insegnanti di sostegno, che purtroppo sono sempre meno. Credo che tale situazione non possa continuare a persistere anche perché le risorse a disposizione dei Comuni saranno sempre minori e occorrerà stabilire un limite oltre il quale non sarà possibile andare”. Il Comune di Fucecchio sta anche predisponendo il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, uno strumento che riguarda tutti i cittadini di Fucecchio a partire dalle persone disabili. “Si tratta di un impegno importante per l’individuazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche sul nostro territorio comunale. Il lavoro promosso con l’iniziativa Barriere?nograzie – conclude Buggiani – è ormai giunto al termine e a settembre presenteremo i risultati emersi ed elaborati dai ricercatori dell’Università di Firenze. Uno strumento che ci sarà molto utile non solo per intervenire sulle opere già fatte ma anche per progettare nella giusta maniera le opere future”.  
   
   
GIOCO D’AZZARDO A TREVISO: CREATA RETE ASSISTENZA TRA ULLSS TREVIGIANE; PRIMO ESEMPIO COORDINAMENTO VENETO PER AFFRONTARE QUESTO PROBLEMA DI DIPENDENZA CHE SI STIMA INTERESSI 250 MILA VENETI TRA 15-64 ANNI  
 
Venezia, 18 settembre 2012 “Parte dal territorio provinciale di Treviso la prima rete di assistenza tra strutture sociali e sanitarie per affrontare la crescente forma di dipendenza e patologia legata al gioco d’azzardo. E’ un progetto che ha finanziato la Regione e che è promosso dalla tre Ullss trevigiane. Contiamo che possa fare da esempio per tutto il Veneto, visto che i dati in nostro possesso stimano che circa 250 mila veneti tra i 15 e i 64 anni siano giocatori a rischio moderato-grave e di questi 24 mila sono giovani”. Così l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto intervenuto il 14 settembre a Montebelluna (Treviso) nella sede dell’Ospedale al seminario sul “ ‘progetto Jackpot’ implementazione di una rete di servizi assistenziali per il gioco d’azzardo patologico”. Obiettivo del progetto è quello di sviluppare una rete di assistenza provinciale ed è realizzato dall’azienda Ulss 8 con la collaborazione dei dipartimenti per le dipendenze dell’Ulss 7 di Pieve di Soligo e dell’Ulss 9 di Treviso e prevede la creazione di ambulatori dedicati ai problemi azzardo-correlati nelle sedi dei Serd delle tre Ulss. Sono intervenuti, tra gli altri, al seminario Graziano Bellio, direttore del Dipartimento per le tossicodipendenze dell´Ulss 8 e responsabile del progetto, ed il direttore generale dell´Ulss 8, Renato Mason. “L’assessorato – sottolinea Sernagiotto – prevede nel nuovo piano per le dipendenze la creazione di ambulatori specifici per questa patologia che rappresenta un bisogno di salute e assistenza oramai emergente”.  
   
   
L’ISTITUTO REGINA ELENA INAUGURA NUOVO DAY HOSPITAL ONCOLOGICO  
 
 Roma, 18 settembre 2012 – Ogni anno sono circa 30.000 i pazienti seguiti dal Dipartimento di Oncologia Medica che eroga 200.000 prestazioni ed è diretto dal Prof. Francesco Cognetti. Da oggi gli Istituti si dotano di un nuovo Day Hospital di Mq. 600, adiacente un area verde di Mq. 2000. Sono 24 le poltrone ergonomiche per le infusioni chemioterapiche distribuite in 2 ampi open space, dove è garantita comunque la privacy, cui si aggiungono 4 posti letto. Le 150 visite e le oltre 100 terapie quotidiane, che si articolano su 5 giorni dalle 8.00 alle 19.00, si effettuano ora in un area dove è stato curato ogni minimo particolare. Il progetto cromatico, promosso dal Direttore Sanitario Dott.ssa Amalia Allocca, è stato realizzato dall’architetto Paolo Brescia di “Cromoambiente”. “La nostra attività – spiega il Prof. Francesco Cognetti – è molto intensa. I nuovi ambienti sono molto funzionali e confortevoli con ampi open space che consentono il monitoraggio continuo da parte degli operatori sugli ammalati. Anche dal punto di vista estetico, il gioco di colori è particolarmente piacevole e favorisce un approccio di massima serenità. “ “Con una architettura finalizzata all’umanizzazione delle cure,- sottolinea la Dott.ssa Amalia Allocca - abbiamo cercato di alleggerire l’intensità emotiva di pazienti e di operatori.” Gli ambienti sono stati “colorati” ed arredati secondo il Metodo Cromoambiente dell’Arch. Paolo Brescia che spiega: “La visione dinamica di giochi di colori e ottici se da una parte favorisce l’evasione degli utenti, dall’altra sostiene l’attenzione degli operatori.” Gli ambienti sono caratterizzati da colori che facilitano la socializzazione, l’associazione d’idee con luoghi aperti oppure che aiutano a diminuire lo stress e la percezione olfattiva. I soffitti, bi o tricolori aiutano ad evadere e fantasticare con il pensiero, come pure i vari giochi ottici disseminati nei nuovi ambienti. Ampie vetrate consentono la vista su un grande giardino ombreggiato che sarà ulteriormente attrezzato per i pazienti che lo popoleranno nelle belle giornate. L’area del Day Hospital è adiacente all’atrio principale degli Istituti, ciò insieme al giardino consente quindi ampi movimenti ai pazienti che vengono tutti dotati di un dispositivo “cercapersone” (donazione dell’associazione Amoc) che li avvisa quando è il loro turno di visita o di terapia. “Questo nuovo spazio all’interno dell’Istituto – conclude il Prof. Lucio Capurso, Direttore Generale Ifo - è un ulteriore importante tassello che si inserisce nei nostri progetti di umanizzazione delle cure.”  
   
   
SPIRAL: NUOVE METODOLOGIE PER VALUTARE IL BENESSERE DEI CITTADINI  
 
Trento, 17 settembre 2012 - Si è concluso il 14 settembre a presso la sede della Provincia, il seminario promosso dal Consiglio d´Europa per la diffusione della metodologia Spiral, per la definizione e la valutazione del concetto di "benessere" e basata sul coinvolgimento dei cittadini. Alla formazione hanno partecipato una ventina di persone, metà delle quali provenienti dal Trentino, e la restante parte da diverse regioni d´Italia. Il metodo Spiral è già stato adottato dal Comune di Pergine; l´assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, presente all´incontro, si è detta interessata a sperimentarlo con la rete delle donne elette del Trentino. Cos´è realmente il benessere? Come viene percepito dai cittadini? Esistono discrepanze fra tale percezione e quella delle amministrazioni pubbliche, ma anche di altri decisori, ad esempio gli imprenditori? Questo il quesito che il Consiglio d´Europa si è posto. Partendo dall’obiettivo della coesione sociale, definita come la capacità della società di assicurare il benessere a tutti, generazioni future incluse, attraverso la co-responsbilità di tutti gli attori sociali, pubblici e privati, il Consiglio d´Europa ha proposto nel suo Piano d´azione per la coesione sociale una metodologia partecipativa (denominata metodologia Spiral) per definire il benessere e sviluppare degli indicatori di progresso coinvolgendo i cittadini. Questa metodologia, sviluppata nell’arco di 7 anni insieme a un centinaio di città, villaggi, istituzioni pubbliche (scuole, ospedali e così via), ma anche imprese e professionisti di diversi paesi europei, permette di costruire dei piani d´azione locali con un’ampia concertazione, aventi come fine ultimo il benessere di tutti, così come definito da ogni comunità, e rivolti, in particolar modo, a orientare le politiche locali, così come quelle regionali e nazionali, per renderle più vicine alle aspettative dei cittadini. Questo approccio è particolarmente utile nel difficile momento di crisi attuale, poiché aumenta l´efficacia delle politiche pubbliche e delle azioni della società civile in generale, puntando sulle risorse esistenti, siano esse materiali o immateriali. Esso fornisce pertanto una buona base per la definizione di una strategia partecipativa per combattere le situazioni di povertà, rafforzando la coesione sociale e promuovendo un modello di sviluppo sostenibile, integrando diverse fonti di finanziamento e risorse. La metodologia propone i seguenti passaggi, ognuno da sviluppare a seconda delle esigenze locali e dei contesti differenti: costituzione di un comitato di coordinamento che rappresenta i diversi attori del territorio (ente locale, società civile, imprese e quant´altro) e che si fa garante dello svolgimento del processo; espressione dei criteri (formulazione scritta sintetica di idee) di benessere da parte di gruppi omogenei di cittadini partendo da tre domande a risposta aperta (più eventualmente una quarta posta successivamente) analisi delle situazioni di malessere / benessere / povertà / esclusione sociale nelle loro multi-dimensionalità (legami tra diversi tematiche) utilizzando i criteri dei cittadini di cui sopra; elaborazione qualitativa e quantitativa dei dati e sviluppo di sintesi divulgabili con l´ausilio di un software appositamente progettato per questo scopo; restituzione e validazione dei risultati del lavoro di elaborazione con la partecipazione dei cittadini e successiva elaborazione di proposte di azioni per rispondere alle esigenze emerse; costruzione di un piano d´azione concertato per la lotta contro la povertà e il benessere di tutti facendo leva sulle risorse esistenti, possibilmente con lo sviluppo di una Carta delle responsabilità sociali condivise a livello locale; valutazione partecipata e condivisa dell’impatto sul benessere delle azioni realizzate e pianificazione strategica per migliorare i piani d’azione. Dopo le iniziative di formazione, come quella svoltasi il 13 e 14 settembre a Trento, a formazione il Consiglio d’Europa fornisce un appoggio a distanza. Una seconda formazione può essere organizzata per analizzare i risultati e sviluppare ulteriormente il processi. È anche possibile utilizzare la piattaforma web https://spiral.Cws.coe.int  per scambiarsi informazioni tra differenti attori e scaricare documenti. In Trentino questa metodologia partecipativa è già stata adottata dal Comune di Pergine e ha portato fra le altre cose al recupero e alla messa a disposizione dei cittadini di alcuni spazi pubblici.  
   
   
PROMUOVERE L´INVECCHIAMENTO ATTIVO: DAGLI ESERCIZI DELLA MENTE ALLA MOBILITÀ INTELLIGENTE  
 
Milano, 18 settembre 2012 - Entro il 2020 il numero delle persone con più di 65 anni supererà nel mondo quello dei bambini con meno di 5 anni, mentre entro il 2040 quello delle persone con più di 80 anni sarà cresciuto del 233 per cento. In Italia nel 2040 il 32,6 per cento della popolazione avrà più di 65 anni, il 10,4 per cento più di 80. Creare una città a misura di anziano attraverso un processo di ottimizzazione delle opportunità di cura, partecipazione e sicurezza, è quindi prioritario. Presso l’Università di Milano-bicocca, nel corso del Fostering active ageing: from cognitive intervention to smart mobility, si discuterà delle soluzioni per migliorare la qualità della vita delle persone anziane: decadenza mentale e mobilità, questi i temi su cui si concentreranno gli esperti. All´incontro, organizzato nell’ambito del progetto Alias in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, l’Università di Tokyo e Fondazione Cariplo, partecipano, tra gli altri, il professor Ryuta Kawashima (Università di Tohokyo) - neuroscienziato di fama internazionale, inventore del videogioco “Brain Training” per la Nintendo, e il professor Katsuhiro Nishinari (Università di Tokyo), tra i maggiori esperti internazionali di traffico veicolare e pedonale, creatore dell’approccio Jammology, una disciplina interamente dedicata allo studio delle congestioni pedonali e veicolari. Venerdì 21 settembre 2012, ore 9.00 Università degli Studi di Milano-bicocca Edificio U6, quarto piano, Sala Rodolfi - Piazza dell´Ateneo Nuovo 1, Milano http://www.Alias.disco.unimib.it/sept-21-meeting.html    
   
   
LE SINERGIE CONNETTIVE PITTORICHE DI ANNA SECCIA  
 
Pescara, 18 settembre 2012 - Ancora grande attenzione per le azioni dell’Opera Aperta” di Anna Seccia con la realizzazione di grandi tele di pittura collaborativa-connettiva, generatrici del “senso” e del “fare pittorico” attraverso le relazioni, il corpo, il suono, il colore e il gesto libero. Infatti, in occasione dell’8° Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci (Associazione Musei Italiani) il 6 ottobre 2012, nello spazio di Sfera design di Pescara, in via Caduta del Forte 36, dal 6 al 25 ottobre 2012 verrà esposta l’opera collaborativa di grandi dimensioni “Sinergie”, mt. 4 x1,60 acrilico su tela, realizzata per la 7°Giornata del Contemporaneo 2011 dall’artista Anna Seccia, con il coinvolgimento degli studenti del Liceo Artistico Bellisario Misticoni di Pescara. L’opera in esposizione verrà accompagnata da un video documentario, che ne racconta la nascita, esso è stato realizzato dagli studenti del Liceo Artistico sotto la direzione del professor Pierpaolo Serini. L’opera nasce con un work in progress ideato dall’artista nella “stanza del colore”attraverso una componente ludica emotiva con un’esplorazione unica del colore, del segno e del suono con le musiche del Maestro Antonio Cericola per l’elaborazione del “senso” e del “fare arte” attraverso l’abbandono all’immaginario emotivo del “qui ed ora”. Attraverso l’interazione con l’artista le sinergie di diverse personalità si sono incontrate in un momento corale e attraverso la pittura connettiva di Anna Seccia ogni singola voce ha avuto pari dignità nella dinamicità della composizione finale. Ricordiamo che l’opera esposta, documenta il terzo step della singolare partecipazione di Anna Seccia al Padiglione Italia/abruzzo della 54° biennale di Venezia 2011curata da Vittorio Sgarbi con l’Opera Aperta: L’arte è cosa mia, nostra. Per l’8° Giornata del Contemporaneo il 6 ottobre 2012, troviamo ancora Anna Seccia impegnata nella realizzazione di un’altra singolare opera collaborativa di grandi dimensioni: “Sinergie di Fragmenta 100” che vede il coinvolgimento ad un’azione partecipativa pittorica i cittadini di Francavilla al mare (Ch) e le scuole del territorio nel Museo Michetti.  
   
   
ITALIA DA FAVOLA AGLI EUROPEI DI DELTAPLANO E PARAPENDIO  
 
 Torino, 18 settembre 2012 - Una grande, grandissima Italia rientra dalla Turchia con altri due titoli europei di volo in deltaplano, a squadre e individuale con Alessandro Ploner, pilota di San Cassiano (Bolzano). Da Saint-andré-les-alpes in Francia, invece, è una grande, grandissima Nicole Fedele, pilota di Gemona del Friuli (Udine) che porta in Italia la medaglia d´oro degli europei di volo in parapendio. Teatro della prima competizione la città di Kayseri nell´Anatolia centrale, presenti 17 nazioni e circa 100 tra piloti ed accompagnatori. Nove le manches disputate tra i 57 e gli oltre 132 chilometri. Il team azzurro ha preceduto Slovenia, Spagna e Germania, Ploner primo davanti a Dan Vyhnalik (Repubblica Ceca) e Primoz Gricar (Slovenia). Ottimo il comportamento di tutti gli altri azzurri a partire da Christian Ciech di Mornago (Varese), che ha inanellato tre vittorie di task consecutive, fermato solo da un guasto alla strumentazione mentre si apprestava a vincere la quarta e salire sul podio. Ha dovuto accontentarsi di un sesto posto. Bravissimi Elio Cataldi di Vittorio Veneto (Treviso), secondo in una task e sempre tra i primi in classifica nelle altre, insieme a Suan Selenati di Arta Terme (Udine), Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia), Paolo Rosichetti di Perugia, Tullio Gervasoni di Brescia, Edoardo Giudiceandrea di Bergamo, l´alto atesino Anton Moroder. Insieme a loro il Ct Marco Borri ed il suo assistente Pietro Bacchi, entrambi di Biella. Impressionante il palmares degi azzurri che aggiungono il titolo odierno a quelli mondiali vinti in Umbria lo scorso anno ed a Laragne (Francia) nel 2009 ed a quello europeo di Alger (Spagna), che portano l´Italia ai vertici mondiali della disciplina e due piloti, Ploner e Ciech, primi nel raking mondiale. Agli europei di parapendio, presenti 134 piloti di 26 nazioni impegnati in sei manche tra i 60 ed i 102 km, Nicole Fedele, campionessa italiana in carica, persa e rimontata la prima posizione, alla fine ha lasciato alle spalle l´inglese Kirsty Cameron e la svizzera Regula Strasser. La formazione italiana comprendeva i torinesi Davide Cassetta e Marco Littamé, campione italiano 2012, Joachim Oberhauser e Peter Gebhard (Alto Adige), Alberto Vitale di Bologna, i trentini Christian Biasi e Luca Donini, vice campione del mondo ed oggi migliore tra i maschi con il sesto posto in classifica. Il team era guidato dal Ct Alberto Castagna di Milano, dal coordinatore tecnico Giorgio Corti di Lecco e dal coordinatore logistico Paolo Zammarchi di Brescia. La classifica maschile ha assegnato l´oro al bulgaro Yassen Savov, davanti allo spagnolo Xevi Bonet Dalmau ed al britannico Russell Ogden. Nella classifica per nazioni si aggiudica il titolo l´Austria, seguita nell´ordine da Spagna, Svizzera, Germania, Regno Unito ed Italia.  
   
   
CON CANOTTAGGIO VARESE VA IN EUROPA  
 
Milano, 18 settembre 2012 - ´Sono orgogliosa di avere inserito gli europei di canottaggio nel novero dei grandi eventi che Regione Lombardia sostiene. La manifestazione è stata un esempio mirabile di una organizzazione eccellente e coinvolgente. Lo specchio acqua davanti alla Schiranna, sul lago di Varese, si presta in modo ineguagliabile a questo sport e lo sforzo di costruire le strutture necessarie al campionato permetterà di ripetere in futuro manifestazioni simili a cominciare dai mondiali master del 2013´. E´ quanto detto, il 16 settembre , da Luciana Ruffinelli, assessore allo Sport e ai Giovani di Regione Lombardia, al termine dei campionati europei di canottaggio che si sono svolti sul lago di Varese. Riprese Televisive Esaltano Paesaggio - ´La straordinarietà dell´evento - ha sottolineato l´assessore - nasce dal fatto che una disciplina di solito non considerato uno degli sport mediatici per eccellenza, abbia , invece, avuto lunghe riprese in televisione che ha poi distribuito le immagini sui canali dell´eurovisione. Le riprese filmante hanno dato conto della bellezza del territorio varesino. L´ avvenimento sportivo ha avuto un seguito di pubblico inimmaginabile, fatto soprattutto di famiglie oltre che addetti ai lavori, richiamato da tanti paesi d´Europa e non solo dalla nostra provincia. Lombardia Conferma Appoggio Alla Manifestazione -´Regione Lombardia - ha concluso Luciana Ruffinelli - conferma il proprio sostegno a tutti i grandi eventi di qualità e di intelligente organizzazione. Personalmente mi complimento con il comitato e la federazione che hanno portato i campionati europei di canottaggio sul tetto d´Europa e sugli schermi di tutto il continente´.  
   
   
SPORT, DALLA REGIONE TOSCANA QUASI 4 MILIONI E MEZZO PER GLI IMPIANTI TOSCANI  
 
 Firenze, 18 settembre 2012 – Quasi quattro milioni e mezzo di euro per l’impiantistica sportiva toscana. Sono queste le risorse che la Giunta regionale ha messo a disposizione per cofinanziare la riqualificazione, messa a norma, ristrutturazione, adeguamento, ripristino e realizzazione di impianti sportivi su tutto il territorio toscano. Con queste risorse la Regione è intervenuta su ben 96 progetti di impiantistica presentati dai comuni toscani. “Si tratta di un intervento finanziario consistente da parte della Regione – ha sottolineato l’assessore al welfare e allo sport Salvatore Allocca – che ha avuto il merito di attivare sul territorio delle risorse importanti, quantificabili in oltre 15 milioni e mezzo di euro. Sono valori importanti in assoluto ma lo diventano ancora di più se si considera il momento economico. Il nostro obiettivo è mettere a disposizione nuovi spazi e rinnovare quelli esistenti per facilitare l’avvio ed il proseguimento della pratica sportiva, secondo quanto previsto dal Piano regionale 2012-2015 per la promozione della cultura e della pratica sportiva e motorio-ricreativa. Una parte importante delle risorse abbiamo deciso di destinarla a quei territori della Lunigiana che hanno subito danni rilevanti in seguito all’alluvione”. Otto progetti, per un cofinanziamento regionale di circa 1 milione di euro, saranno realizzati nei Comuni della provincia di Massa Carrara (Podenzana, Montignoso, Pontremoli, Villafranca in Lunigiana, Aulla, Licciana Nardi e Mulazzo) alle prese con la ricostruzione dopo l’alluvione di quasi un anno fa, mezzo milione di euro sarà utilizzato per ultimare il palazzetto dello sport a Villafranca in Lunigiana. Fra le altre province spicca Firenze, con il numero più consistente di progetti ammessi a cofinanziamento, 16. Seguono Arezzo, con 14, Lucca (12),, Pisa con 11, Grosseto con 10, Siena con 9, Prato e Pistoia con 7 ciascuna. Chiude Livorno con 3 progetti finanziati I decreti che stanziano le risorse stabiliscono che l’inizio dei lavori debba avvenire entro 8 mesi e la conclusione entro 2 anni dalla pubblicazione sul Burt, pena la revoca del contributo regionale.