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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Settembre 2012
UE, COSTRUZIONI: RILANCIARE LA CRESCITA SFRUTTANDO LE POTENZIALITÀ DEGLI EDIFICI A BASSO CONSUMO  
 
Bruxelles, 18 settembre 2012 - Gli edifici a basso consumo energetico, grazie ai quali si potrebbero contenere i costi e ridurre le emissioni di Co2, non sono ancora molto diffusi nonostante i loro indubbi vantaggi economici e ambientali. Per promuovere questo settore, che rappresenta oltre il 10% dell’occupazione dell’Ue, la Commissione europea ha presentato oggi una strategia mirata anche a potenziarne il ruolo di punta nella creazione di posti di lavoro nel contesto di una crescita durevole dell’economia. Tra gli elementi principali della strategia figura la creazione di condizioni favorevoli agli investimenti, soprattutto nel campo del rinnovo e della manutenzione degli edifici, ad esempio incoraggiando il ricorso al pacchetto di prestiti della Banca europea per gli investimenti (Bei), dotato di 120 miliardi di euro, nel quadro del Patto per la crescita e l’occupazione siglato nel giugno scorso. La strategia è mirata inoltre a incentivare l’innovazione e a migliorare le qualifiche della manodopera per promuovere la mobilità, a migliorare l’efficienza delle risorse grazie al riconoscimento reciproco nell’Ue di tecniche di costruzione sostenibili, a dotare le imprese edili di codici di buona pratica di progettazione standardizzati in modo da poter lavorare anche in altri Stati membri e a rafforzare la posizione delle imprese europee sul mercato mondiale, in modo che promuovano buone prestazioni e stimolino standard di costruzione sostenibili anche nei paesi terzi. Antonio Tajani, vicepresidente e commissario europeo per l’Industria e l’imprenditoria, ha dichiarato: “In questo momento di grave crisi economica e sociale gli edifici a basso consumo di energia rappresentano investimenti redditizi sia per la società che per gli investitori privati. Il settore edilizio dovrebbe considerarli un’opportunità per innovare e attirare nuovi talenti. Le tecnologie moderne offrono grandi potenzialità, non solo per le abitazioni di nuova costruzione ma anche per ristrutturare milioni di edifici esistenti, migliorandone l’efficienza energetica e attuando gli obiettivi della strategia Ue 2020. Non lasciamoci sfuggire questa opportunità. Il settore delle costruzioni può diventare un motore della crescita sostenibile.” Perché una strategia nel settore delle costruzioni? · a livello di Ue-27, la crisi economica e finanziaria ha causato una diminuzione delle commesse nel campo della costruzione di edifici e di infrastrutture pari al 17% tra gennaio 2008 e aprile del 2012; · lo scoppio della bolla immobiliare ha continuato a ridurre in misura significativa l’attività del settore, causando disoccupazione; · la contrazione dei mercati creditizi e la tendenza ai ritardi nei pagamenti comprime ulteriormente la solvibilità delle imprese di costruzione; · il settore è costantemente alla ricerca di manodopera qualificata; · gli edifici a consumo energetico quasi nullo (Nearly Zero Energy Buildings - Nzeb), introdotti con la rifusione della direttiva sul rendimento energetico nell´edilizia, rappresentano una sfida notevole per il settore delle costruzioni; · le iniziative per migliorare l’efficienza energetica e integrare le energie rinnovabili progrediscono lentamente, soprattutto nel campo della ristrutturazione degli edifici esistenti; · la situazione dei mercati internazionali è critica per gli operatori Ue: in altri paesi, nei quali le norme sociali e ambientali sono meno rigorose, la concorrenza pone dei problemi. Gli operatori non Ue beneficiano tra l’altro di aiuti di Stato, come avviene in Cina, che ostacolano l’accesso degli operatori Ue a tali mercati. Prossime tappe - Sarà organizzata una conferenza ad alto livello, cui parteciperanno Stati membri e rappresentanti del settore, per esaminare l’attuazione della strategia e formulare raccomandazioni su possibili azioni correttive o nuove iniziative. Parallelamente, vari gruppi di lavoro discuteranno diversi approcci all’attuazione di iniziative specifiche e valuteranno i probabili effetti delle iniziative in corso a livello nazionale e settoriale su tali iniziative, individuando le possibili sinergie.  
   
   
ENERGIA - REGIONE SARDEGNA AVVIA SPERIMENTAZIONE SOLARE TERMO-DINAMICO A OTTANA  
 
Cagliari, 18 Settembre 2012 - "Oggi dimostriamo con fatti concreti che noi non solo abbiamo ben compreso che il tempo delle scelte è arrivato, ma abbiamo altresì iniziato a mettere in pratica quelle che sono decisioni innovative, virtuose e di rottura". Così il presidente Ugo Cappellacci ha annunciato la sperimentazione in Sardegna del primo progetto in Europa della tecnologia solare-termodinamico per la produzione e l’accumulo di energia, distribuita su scala regionale. Il progetto prevede la realizzazione di interventi pilota per la sperimentazione di nuovi modelli energetici. "Sono scelte – ha aggiunto il governatore- che abbiamo fatto con coraggio, opponendoci a chi avrebbe voluto ridurre la nostra isola a sede di centrali nucleari, e soprattutto con il conforto del voto dei Sardi che hanno confermato il loro orientamento in materia con ben due referendum. La vera Autonomia è quella che si traduce in azione politica quotidiana e che opera anzitutto in una non-dipendenza dagli altri". "La Giunta regionale - ha spiegato l’assessore dell’industria, Alessandra Zedda - ha programmato, con apposita delibera, la realizzazione di una serie di impianti pilota basati su questa tecnologia. Il primo sarà realizzato a Ottana, terzo polo industriale della Sardegna, come primo intervento di infrastrutturazione energetica, destinato alle imprese di trasformazione e dell’indotto della Sardegna centrale; il secondo impianto in Ogliastra, mentre a metà ottobre scadrà il bando per un terzo progetto dedicato ai comuni sardi. Un quarto potrà sorgere a Villacidro se vi saranno le risorse. L’avvio del progetto - ha aggiunto l’assessore - rappresenta un altro passo in avanti dell’esecutivo nel rispetto delle scelte di politica industriale regionale e della politica energetica nazionale, tracciata nel decreto Burden Sharing. Crediamo che le energie rinnovabili possano essere il futuro energetico dell’isola, e ribadiamo il loro valore nel piano energetico regionale, che sarà varato entro la fine dell’anno". L’impianto di Ottana sarà realizzato e gestito dall’Enas, l´ente che gestisce il sistema idrico multisettoriale regionale. Consiste in una struttura integrata con altre fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico a concentrazione) costituita da un impianto che accumula energia solare, attraverso un serbatoio d’olio e un sistema di batterie, con una potenza di circa 1 Mw. L´obiettivo è l’autosufficienza energetica del sistema idrico e la riduzione delle bollette dell’acqua nel settore potabile irriguo e industriale. Il progetto, inoltre, contempla un’intensa attività di ricerca, finalizzata alla diffusione di tecnologie replicabili nel campo dell’energia alternative. Si prevede che l’impianto sarà operativo nel 2014, per una spesa complessiva di 10 milioni di euro. Tutti e tre gli impianti saranno gestiti dall’Assessorato dell’Industria responsabile della linea di intervento del Por Sardegna, il coordinamento scientifico è affidato a Sardegna Ricerche. L’investimento complessivo è di circa € 25.000.000/00. "Come partner scientifico - ha affermato il presidente di Sardegna Ricerche, Ketty Corona - crediamo nel valore innovativo del progetto e monitoriamo la sua sperimentazione. A tal fine stiamo predisponendo un software che metta in relazione tutti gli enti coinvolti, in modo da avere una visione unitaria dell’iniziativa".  
   
   
GSE E APER: CONCLUSO IL CONVEGNO DAL TITOLO “UN NUOVO INIZIO PER LE RINNOVABILI”  
 
Roma, 18 settembre 2012 - Grande partecipazione per il workshop organizzato dal Gestore dei Servizi Energetici e Aper dal titolo “Un nuovo inizio per le rinnovabili. Come cambiano gli scenari e le regole del gioco dopo l’entrata in vigore del Dm Fer e del V Conto energia” che si è tenuto il 13 settembre presso l’Auditorium del Gse. Un importante momento di formazione che ha visto illustrate le principali novità contenute nei recenti provvedimenti che hanno ridisegnato il settore italiano delle rinnovabili. «Oggi il settore delle Fer è in pieno fermento, come del resto accade ogni qualvolta venga introdotta una novità normativa» così ha aperto il Convegno il Presidente e Amministratore Delegato del Gse, Nando Pasquali, “ed è altrettanto indubbio che questo comparto si sia contraddistinto per una crescita costante, sostenuta dagli incentivi, da una grande capacità degli operatori e dalla maturazione tecnologica del settore, che speriamo possa portare presto alla grid parity”, ha dichiarato Pasquali. «I nuovi decreti - dichiara al termine dell’evento Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Aper – permetteranno un modestissimo sviluppo delle rinnovabili elettriche da oggi al 2020, appena sufficiente a raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles. Ritengo che l’Italia debba essere più ambiziosa e attenta alla crescita, facendo la fondamentale scelta di prediligere uno sviluppo green rispetto alle fonti fossili. In un momento in cui il contesto europeo ha quasi definito ambiziosi obiettivi al 2030 e le strategie al 2050, il nostro Paese dovrebbe proseguire politiche di sviluppo con strumenti attuativi coerenti che rendano possibile il raggiungimento al 2020 di una quota pari al 38% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, così come sembra suggerire la bozza di Strategia Energetica Nazionale, apparsa in questi giorni sui media».  
   
   
ENERGIA, DE FILIPPO: ITALIA EVITI SCORCIATOIE PERICOLOSE  
 
 Potenza, 18 settembre 2012 - L’italia è un Paese che ha molte debolezze sul versante energetico ma ci sono scorciatoie per affrontare questo problema che vanno evitate perché sarebbero fallimentari. Per questo spero che anche le ipotesi che in documenti informali attualmente circolano sulla riforma dell’articolo 117 della Costituzione che fa dell’energia una materia a responsabilità concorrente tra Stato e Regioni venga definitivamente accantonata perché produrrebbe lo stesso risultato fallimentare che ha prodotto la strategia di centralizzazione fatta negli anni scorsi in materia nucleare”. Lo ha affermato il 15 settembre il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo all’incontro internazionale promosso dall’Api a Maratea sul tema “Uscire dalla crisi economica con la green economy”. De Filippo ha sottolineato che “in materia energetica bisogna rilanciare la concertazione e la condivisione con i territori. E questo può rappresentare anche un’opportunità per il Mezzogiorno, per il quale la green economy e l’insieme di quelle azioni che vanno sotto il nome di smart cities, città che consumino sempre meno e siano più sostenibili, possono rappresentare un’occasione di riscatto, un terreno di semina che chiami tutti a dare il proprio contributo per rilanciare questa parte del Paese”. Per quel che riguarda lo specifico della Basilicata, il presidente della Regione ha spiegato che “ci troviamo in uno scenario delle fonti fossili tra i più importanti al mondo, e questo porta molti interessi, ma anche molte ansie. Dobbiamo avere molta pazienza e capacità di dialogo per affrontare la questione con equilibrio. Ma la Basilicata ha una sua molteplicità a cui tutti gli uomini e le donne di questa regione non intendono per sempre rinunciare. Dobbiamo essere agricoltura, turismo, ambiente, beni culturali, e chi si affaccia a queste terrazze di Maratea capisce che il rapporto tra petrolio e destino della Basilicata sta esattamente a questo incrocio: sapremo garantire anche per il futuro questa molteplicità e credo che su questo punto, all’interno della nostra comunità regionale, ci sia una condivisione superiore a quella che appare”. Parlando della Regione, De Filippo ha sottolineato il ruolo dato a tutela dell’ambiente dall’assessore Vilma Mazzocco, esponente dell’Api, a cui ha espresso “condivisione e sostegno, conscio che non sia stata messa in un posto comodo” ed ha sottolineato anche il qualificato contributo di proposta sempre offerto dal capogruppo dell’Api Alessandro Singetta all’interno del Consiglio Regionale così come dal segretario regionale dell’Api, Carmine Nigro, nell’ambito della coalizione. Infine, facendo cenno alle primarie del centrosinistra, De Filippo ha ribadito il suo sostegno alla candidatura del segretario del Pd Bersani, ma ha espresso anche apprezzamento per il candidato sostenuto dall’Api Bruno Tabacci: “gli riconosco – ha detto lo stesso profilo di serietà merito e rigore nelle primarie di cui sento una grandissima esigenza. Se tutti quanti, come Bersani e Tabacci asciugassero un po’ le strategie di movimentismi e cinismi che fanno aumentare il senso di distanza tra politica e comunità, faremmo un servizio notevole per democrazia e libertà, valori che non rappresentano conquiste fatte una volta per sempre ma che vanno coltivati e costruiti ogni giorno”.  
   
   
ESTRA RETI GAS: PAGAMENTO DELLE BOLLETTE ON LINE  
 
Firenze, 18 settembre 2012 - È già attivo il nuovo sistema di pagamento on line del gruppo Estra dal sito internet www.Estraspa.it. L’azienda ha infatti integrato nei propri sistemi ePositivity, il Pos Virtuale di Bnl Positivity, per garantire la gestione ed il pagamento delle fatture di Estra Energie, Estra Elettricità ed Estracom direttamente da casa o dall’ufficio. I pagamenti online delle fatture si possono effettuare con carte Visa, Mastercard e Maestro. Basta entrare nel sito www.Estraspa.it, iscriversi nell’Area Clienti e procedere con il pagamento della fattura. Il sistema fino alla fine del 2012 è completamente gratuito per tutti i clienti: nessuna commissione, nessun costo. E’ comunque già in corso di valutazione la possibilità di estendere la gratuità anche per il 2013 per agevolare ulteriormente i clienti. La soluzione ePositivity garantisce semplicità di utilizzo e tanti servizi avanzati tra cui: pagamenti a distanza con pochi click, transazioni tutelate dai massimi livelli di sicurezza grazie ai sistemi di protezione “Verified by Visa”e “Securcode Mastercard”. “Con questo nuova modalità di pagamento online Estra e Bnl Positivity contribuiranno a semplificare le comunicazioni tra azienda e clienti garantendo entrambe le parti - ha dichiarato Paolo Abati Direttore Generale di Estra – L’utente che si collega al sito di Estra può effettuare i pagamenti delle fatture comodamente seduto davanti al suo pc, evitando le code agli sportelli e con la garanzia di una migliore qualità del servizio”. Il Direttore Generale di Bnl Positivity Marco Pantaleoni ha aggiunto: “Con questa nuova intesa Bnl Positivity prosegue nella sua strategia di diffusione dei pagamenti online che offre diversi vantaggi in termini di semplicità e rapidità. A breve, inoltre, il cliente potrà optare per l’addebito automatico delle fatture Estra sulla propria carta di credito alla loro data di scadenza e per i pagamenti online dei servizi tramite cellulare”. Accedendo all’Area clienti di Estra oltre al pagamento online, sono già attivi da tempo altri servizi utili: visualizzare l’estratto conto, gestire i propri dati anagrafici, verificare l’andamento storico dei propri consumi, attivare la fattura web. Le fatture dei consumi, infatti, possono essere ricevute — da chi ne farà richiesta - anche via email. Una soluzione ecologica e intelligente per non perdere più nemmeno un foglio e dare una mano all’ambiente.  
   
   
IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA BIOMASSE E BIOGAS, LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE  
 
Ancona, 18 settembre 2012 - Giudizio positivo sui risultati ottenuti dalla Regione in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; rimodulazione del Pear; piano stralcio per definire le aree non idonee agli insediamenti di impianti a biogas e biomasse; abbassamento della soglia di assoggettabilità alla Via; conferimento all’Avvocatura regionale del mandato a verificare la legittimità della sospensiva per le autorizzazioni già rilasciate come richiesto dal Consiglio regionale. Queste le decisioni dibattute nella seduta odierna dalla Giunta regionale in merito alla situazione venutasi a creare sugli impianti di produzione di energia elettrica da biomasse e biogas. - La Giunta regionale esprime un giudizio positivo sui risultati ottenuti dal Piano energetico ambientale regionale (Pear) sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La determinazione del governo regionale ha infatti consentito, nonostante le difficoltà di collaborazione con altri organi istituzionali e le sensibilità critiche ispirate a logiche localistiche provenienti dai territori, di superare già nel 2011 l’obiettivo fissato dal Pear al 2015 per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Al 31 dicembre 2011 si sono infatti raggiunti i 1.189 Gwh di produzione, contro i 1.157 fissati dal Pear al 2015. Monitoraggio obiettivi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nelle Marche (Dati 2011, Terna-gse) Fonte Situazione 2005 Situazione già conseguita al 2011 Obiettivi Pear 2015 Produzione di energia elettrica (Gwh) Produzione di energia elettrica (Gwh) (Gwh) Idroelettrico 582,6 445,8 450 Eolico 0 0,3 320 Solare Fv 0 658,4 27 Geotermoelettrico 0 0 0 Biomasse solida 45,8 0 360 Biogas e bioliquidi 83,1 Forsu (termovalorizzatore) 2,2 Totale Biomasse 45,8 85,3 360 Totale Fonti Rinnovabili 628,4 1.189,8 1.157 - Di fronte alle sensibilità emerse dal territorio e agli atti di altri organi istituzionali, la Giunta ha deciso di procedere alla revisione del Pear, mantenendo l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza energetica riducendo le emissioni climalteranti e di rispettare gli obiettivi del burden sharing. - La Giunta regionale ha deciso di procedere immediatamente alla redazione di un Piano stralcio urgente del Pear per la definizione delle aree non idonee ad ospitare impianti a biomasse e biogas. - In relazione alla mozione approvata dal Consiglio regionale, supportata da posizioni autorevoli come quella del presidente della Iv Commissione consiliare Ambiente e Energia che evidenzia un chiaro e certificato orientamento di programmazione, la Giunta ritiene coerente e appropriato percorrere la strada indicata di abbassamento dei limiti di assoggettabilità alla Via (Valutazione di impatto ambientale), da definire anche in funzione delle nuove normative introdotte dalla legislazione sugli incentivi. A tal fine invita il presidente della Iv Commissione regionale Ambiente e Energia a presentare coerentemente un’iniziativa legislativa di modifica della legge regionale n.3 del 2012 (“Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale”) per l’abbassamento di tale soglia di assoggettabilità alla Via a 0,25 Mw elettrici, riferimento oggi giuridicamente vincolante per il governo regionale. - La Giunta infine ha dato mandato all’Avvocatura regionale a esaminare in tempi rapidissimi (10 giorni) la richiesta avanzata dal Consiglio regionale di sospensiva delle autorizzazioni in essere per gli impianti a biogas e biomasse.  
   
   
TIRRENO POWER, DA ROMA SÌ ALL´AIA TRANSITORIA. INCARICO ARPAL PER NUOVI CONTROLLI AMBIENTALI SU CENTRALE VADO LIGURE DOPO IL GIUDIZIO POSITIVO DELLA GIUNTA BURLANDO  
 
 Roma, 18 Settembre 2012. Via libera anche dalla Conferenza dei servizi al ministero dell´Ambiente per l´ottenimento dell´Autorizzazione integrata ambientale (Aia) transitoria per la centrale di Vado Ligure. La Regione Liguria, presente con gli assessori Renzo Guccinelli e Renata Briano, si è espressa positivamente sul rilascio dell´Aia alla Società Tirreno Power, essendo state accolte tutte le prescrizioni indicate nella delibera di giunta di venerdì scorso. Ciò consentirà di avere più forza nei controlli, una riduzione sensibile dell´inquinamento e l´avvio dell´Osservatorio Salute Ambiente che potrà dare risposte scientifiche alle istituzioni e soprattutto ai cittadini. Nel frattempo è stato varato un programma di attività di controllo. Nuove postazioni fisse di misura della qualità dell´aria, campionamenti e controlli a camino, monitoraggio e analisi al microscopio a scansione elettronica dei radionuclidi prodotti dalla centrale, validazione del modello di ricaduta, studio integrato di tutti questi dati: Regione Liguria ha avviato una nuova fase di controlli e monitoraggi intorno a Tirreno Power, incaricando ufficialmente Arpal, l´Agenzia Regionale per la Protezione dell´Ambiente Ligure, di valutare l´impatto specifico causato dalla centrale. A fronte di un investimento di 300 mila euro gli specialisti dell’Agenzia, già al lavoro sul sito con incarichi mirati richiesti anche dalla magistratura savonese, eseguiranno rilevamenti accurati correlando fra loro diverse tipologie di inquinanti e le loro ricadute sulle varie matrici ambientali. Dopo una prima fase verrà valutata l´opportunità di intraprendere uno studio lichenico dell´area.  
   
   
IMU, IL COMUNE DI FIRENZE PORTA L’ALIQUOTA ORDINARIA ALL’1,06% “INVARIATA ALLO 0,40% QUELLA SULL’ABITAZIONE PRINCIPALE”  
 
 Firenze, 18 settembre 2012 - L´aliquota ordinaria per l´Imu 2012 precedentemente stabilita allo 0,99%, è rideterminata nella misura massima prevista dalla legge allo 1,06%, ma resta invariata quella relativa all’abitazione principale. Lo ha deciso la giunta su proposta dell’assessore al bilancio Alessandro Petretto, sulla base dei dati aggiornati relativi all´esito dei pagamenti dell´acconto Imu (giugno 2012), allo scopo di allineare gli scostamenti fra gettito stimato e gettito effettivamente conseguito. La delibera – che ora dovrà essere approvata dal consiglio comunale – oltre a mantenere invariata l´imposizione sull´abitazione principale e sue pertinenze (aliquota 0,40%), prevede anche per gli immobili locati con contratto concordato un’aliquota dello 0,76% nonché sugli immobili rurali ad uso strumentale una dello 0,20%. E inoltre una specifica aliquota, inferiore a quella ordinaria e pari al 1,04%, per i proprietari di negozi o laboratori dove questi svolgano direttamente un´attività commerciale o lavorativa. “Questo provvedimento – ha sottolineato l’assessore Petretto – è consequenziale allo scostamento fra gettito stimato e quello realmente incassato. Mi preme sottolineare come in questa delibera siano evidenziati elementi di equità per quanto riguarda l’aliquota per l’abitazione principale e l’introduzione di una specifica aliquota relativa alle attività commerciali, come messaggio di sostegno ai proprietari che utilizzano il negozio o il laboratorio in modo diretto”  
   
   
FORMAZIONE PROFESSIONALE IN EDILIZIA ABITATIVA. FIRMATO IN VENETO PROTOCOLLO INTESA CON ATER PER INCENTIVARE FORMAZIONE NELL’AMBITO ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO  
 
Vicenza, 18 settembre 2012 - Gli assessori regionali alla formazione Elena Donazzan e all’edilizia residenziale pubblica Massimo Giorgetti hanno firmato il 14 settembre a Vicenza, nella sede dell’Ater, presente anche il collega al bilancio Roberto Ciambetti, un protocollo d’intesa con l’Ater di Vicenza per favorire l’inserimento lavorativo e formativo nel settore dell’edilizia residenziale nella provincia di Vicenza di giovani studenti e diplomati geometri. Ha firmato per l’Ater il Presidente Valentino Scomazzon. Presente anche il Presidente dell’Ordine dei Geometri di Vicenza Giovanni Bisson. L’intesa disciplina i rapporti tra Regione e l’Ater relativamente alla programmazione e svolgimento di azioni formative. Nello specifico dare la possibilità a giovani diplomati di svolgere presso l’Ater il tirocinio obbligatorio, valido per l’accesso alle professioni regolamentate, e a studenti del 4° e 5° anno con un’integrazione tra scuola e lavoro di frequentare lezioni vertenti sulla normativa dei Lavori Pubblici, da effettuarsi presso Istituti Tecnici per Geometri della Provincia di Vicenza. L’ater di Vicenza ospiterà nei propri uffici tecnici quattro giovani diplomati geometri per lo svolgimento di attività valida per il tirocinio obbligatorio della durata di 18 mesi, richiesto per l’ammissione agli esami di stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione di geometra, permettendo loro di svolgere la pratica formativa in un settore di alto interesse sociale ed economico qual è l’edilizia residenziale pubblica. Inoltre l’Ater organizzerà cinque lezioni teoriche, rivolte in particolare agli studenti del 4° e del 5° anno, che si svolgeranno presso le sedi di cinque Istituti Tecnici per Geometri della Provincia di Vicenza d’intesa con i Dirigenti scolastici, l’offerta tecnico-formativa delle lezioni, inserendo tale iniziativa armonicamente all’interno del programma di studi per l’anno scolastico 2012/2013. L’assessore Donazzan ha sottolineato come la “Regione sostenga da tempo con forza gli istituti tecnici. Infatti crediamo moltissimo nella formazione tecnica e professionale perché sono questi i percorsi che danno maggiore occupabilità per i nostri giovani. Per fare ciò abbiamo bisogno di partner forti, non solo le istituzioni e/o la scuola, non solo le imprese private con le quali abbiamo una lunga e radicata collaborazione, ma anche con le aziende pubbliche in questo caso l’Ater di Vicenza. E’ un buon modello che rende effettivo il rapporto vitale e di trasmissione pratica oltre che teorica tra scuola e lavoro”. Giorgetti (che ha incontrato anche il personale dell’Azienda esponendo i punti salienti della riforma sull’edilizia residenziale pubblica) si è impegnato ad esportare il protocollo appena sottoscritto anche nelle altre Ater venete e ha osservato che “sarà sicuramente utile non solo per i diplomati e gli studenti ma anche per il personale tecnico delle Aziende”. Ciambetti ha riconosciuto la bontà dell’idea di fare sinergia tra gli istituti per geometri, l’Ordine dei Geometri, l’Ater e la Regione per mettere in contatto con il cantiere, il lavoro vero e proprio, la progettazione degli edifici gli studenti de i tirocinanti geometri. Il Presidente dell’Ater di Vicenza Scomazzon ha detto, tra l’altro: “La politica che propone iniziative concrete piace alla gente soprattutto in un momento caratterizzato da un clima di forte antipolitica. I lavori pubblici hanno uno spazio marginale nei programmi scolastici. I corsi consentiranno ai giovani diplomati della provincia di Vicenza di acquisire nuove competenze facilmente spendibili sul mercato del lavoro. Auspico che anche altri enti pubblici replichino l’iniziativa”  
   
   
TRENTINO E CALIFORNIA: SISTEMI DELLA RICERCA A CONFRONTO  
 
 Trento, 18 settembre 2012 - Silicon valley, California: il luogo ideale per fare impresa, per creare start up, per trasformare idee e conoscenze in prodotti che cambiano la vita delle persone, in particolare nel campo delle Ict. Un "ecosistema" che produce da solo oltre 13% del pil degli Usa, grazie ad una straordinaria e per molti versi non replicabile combinazione di fattori: presenza di alcune delle migliori università del mondo, con una forte propensione al business, di venture capital, capitali di rischio messi a disposizione delle nuove iniziative imprenditoriali (14.000 milioni di dollari, il 40% del totale Usa), di acceleratori di business e associazioni d´impresa, di una cultura del rischio (e dell´eventuale fallimento) estremamente sviluppata. La Silicon Valley è stata la meta di una missione, lo scorso giugno, di una delegazione trentina, di cui facevamo parte i responsabili di una dozzina di aziende ed alcuni soggetti della ricerca, in particolare di Fbk e Fem. Organizzata dalla società Spinnvest, la missione ha "riportato a casa" il 13 settembre, nel palazzo della Provincia, le sue impressioni e i suoi suggerimenti. Un momento di confronto importante a cui non ha voluto mancare il presidente Lorenzo Dellai, che ha accolto molte delle proposte. Fra le altre, potenziare e riqualificare lo strumento del seed money (fondi per l´avvio di nuove imprese), rivedere i criteri per il sostegno delle start up (le imprese che nascono da attività di ricerca e sviluppo), creare un luogo anche fisico di confronto e di scambio di idee fra studenti, ricercatori, imprese (sul modello degli "acceleratori" californiani), rivedere i criteri di valutazione dei ricercatori e dei progetti di ricerca dando alle dimensioni del lavoro e dell´economia lo spazio che meritano. Un momento di confronto importante, insomma, quello organizzato ieri da Provincia e Confindustria. Importante soprattutto per la concretezza delle proposte che i imprenditori e ricercatori hanno avanzato all´indomani della missione - della durata di una settimana - svoltasi a giugno nell´"ecosistema" da cui sono scaturite realtà come Hewlett Packard (la prima azienda di elettronica insediatasi nella Bay area di San Francisco), Microsoft, Google, Apple, Intel, Facebook, Yahoo, Oracle e così via, nonché un´università come Stanford. Obiettivo dei partecipanti, verificare la bontà di un´idea di business e la possibilità di avviare delle collaborazioni con realtà locali, concentrandosi in particolare su tre campi: energie rinnovabili, medicale, ict e microelettronica. In primo luogo, però, e molto umilmente, capire come funziona un sistema così, e che cosa il Trentino può mutuare, con gli opportuni adattamenti, da esso. Quali le impressioni condivise dai partecipanti? Che il segreto della Silicon Valley è dovuto ad un mix di fattori, alcuni dei quali non ci sono affatto estranei, come la concentrazione di idee e di risorse umane qualificate (ci sono anche qui); ma soprattutto ad una fortissima propensione al rischio, ovvero ad un elemento che è prima di tutto culturale. E su questo terreno, evidentemente, c´è molto da lavorare. Luca Cattoi , di Graffiti 2000, ha sintetizzato così il punto di vista dell´imprenditore: nella Silicon Valley le barriera d´ ingresso per chi ha delle idee, dal punto di vista sia economico (grazie alla presenza di capitali di rischio privati) che psicologico, sono molto basse; la cultura digitale è largamente diffusa; gli "acceleratori" di impresa organizzano appuntamenti anche settimanali nel corso dei quali i giovani presentano un´idea (in cinque minuti e con l´ausilio di poche slides, quindi poche chiacchiere e molto pragmatismo), ed alcuni guru della Silicon Calley danno (gratuitamente) suggerimenti su come svilupparla. Ed ancora: c´è la consapevolezza che il team è l´elemento fondamentale nella creazione di una start up, che le start up stesse non sono aziende come le altre, sono un mondo a sé, dove si coltivano idee per la cambiane il mondo, dove si è incoraggiati a pensare in grande ("da noi al contrario cerchiamo di essere molto concreti e di volare basso"). Cosa si porta a casa da un viaggio così, allora? Metodologie organizzative evolute, per valutare e premiare il merito, ma anche opportunità e contatti per farsi conosce internazionalmente (in California fra l´altro c´è una forte comunità italiana e trentina, e il console generale italiano a San Francisco, Mauro Battocchi, è originario di Tione), assieme all´opportunità di capire se le proprie idee di business sono uniche e possono funzionare. Si porta a casa anche un´etica del fallimento: lì non viene considerato la fine di un sogno, qualcosa di cui vergognarsi, ma un´esperienza dalla quale imparare, per ricominciare. E il ricercatore? Ne ha parlato Pierluigi Belluti della Fbk, che da sempre "lavora" il silicio. "Cosa mi ha colpito? Il fatto che l´idea di fare business lì e ovunque, non e considerata un´anomalia. Inoltre, l´organizzazione del lavoro nei centri di ricerca. Se ti dedichi a una start up, cioè se vuoi generare una ricaduta imprenditoriale dal tuo lavoro di ricerca, non puoi fare pubblicazione scientifiche per un certo tempo. Lì ne tengono conto, qui no. Qui tutta la valutazione è imperniata sulla pubblicazione scientifica, con il risultato che se ti dedichi all´innovazione applicata la tua carriera di ricercatore viene penalizzata." Nella Silicon valley, fra le altre cose, le Università dispongono di fondi per consentire l´avvio di start up, coprendo almeno la fase iniziale della ricerca di mercato ed evitando così che il proponente vada a proporre ai venture capitalist idee non così innovative o cose che già ci sono. Alfredo Maglione, presidente del gruppo Optoi, ha tirato le somme. "Ci sono punti di forza e di debolezza anche nel sistema californiano. Fra i secondi, che saltano subito all´occhio di noi trentini, le forti disparità sociali e l´eccesso di competizione. Ci sono anche similitudini e differenze. In California l´innovazione è più legata al mercato, ad un progresso che è al tempo stesso sociale ed economico, da noi è più orientata a creare conoscenza, all´avanzamento della cultura e del progresso scientifico. In California gli studenti puntano all´innovazione e alla creazione di aziende, qui al posto di lavoro fisso. Inoltre le aziende da noi cercano di proteggere il business che hanno già piuttosto che cercarne di nuovi. In California si tengono incontri periodici per presentare e valutare idee innovative, qui si comincia a fare ma siamo ancora agli inizi. Ad ancora, in California molta parte dei fondi arriva dal privato, da noi più da bandi e leggi e dall´ente pubblico. Cosa sarebbe possibile fare, dunque, in Trentino? Queste le proposte: potenziare il seed money a servizio delle start up ( strutturandolo su più livelli, il primo ad esempio fino a 10.000 euro , il secondo fino a 100.000); creare eventi periodici di presentazione di idee a imprese e imprenditori; introdurre criteri di valutazione dell´attività di ricerca che valorizzino la sua capacità di produrre contratti e brevetti e non solo pubblicazioni scientifiche (n California esse sono al terzo posto fra i criteri di valutazione). Ed ancora: una task force pubblico-privata per l´innovazione; la creazione di un Club degli innovatori (proposta cara a Confindustria); una Scuola estiva dell´innovazione, rivolta ai giovani, con la partecipazione di imprenditori importanti, che presentino la loro esperienza; l´individuazione di luoghi "aperti" per gli innovatori. Sullo sfondo, l´esigenza di un "grande progetto": in California tutto è partito dalle Ict, ed infatti si parla di Silicon Valley, della "valle del silicio", inTrentino si potrebbe parlare di Green valley. E´ seguita una breve tavola rotonda, moderata dal giornalista Alberto Faustini, nel corso della quale sono state illustrate le esperienze di tre imprenditori di successo trentini, Giulio Bonazzi, Antonello Briosi, Enrico Zobele, e quindi le conclusioni del presidente Dellai, che si è detto molto interessato alle proposte concrete che sono state avanzate. Tre i ragionamenti sviluppati dal presidente della Provincia: "Il primo riguarda l´approccio culturale. Noi siamo ancora il transizione, abbiamo investito per diversi decenni in scuola, innovazione, ricerca. Ora bisogna passare ai risultati concreti. C´è un problema culturale. Ad esempio, penso al riferimento al rischio: se noi avessimo la percentuale di fallimenti della California quante interrogazioni, inchieste della Corte dei Conti, titoli di giornale. In quanto al rapporto Universita-azienda, esso non deve essere visto con sospetto, ma considerato come un´opportunità, in un paese che perde competitività nel mondo Sugli strumenti che aiutino l´innovazione, innanzitutto, abbiamo investito nell´idea di un trentino digitale. Idea che non riguarda solo l´infrastruttura ma investe i servizi, i prodotti che possono essere veicolati. Questo aiuta. Inoltre disponiamo degli strumenti per costruire un sistema che si occupi di innovazione, per la parte pubblica; la delega dallo Stato in materia di Università e la nuova Trentino Sviluppo sono fra questi. Ci stiamo muovendo anche nel campo dei venture capital e a breve raggiungeremo un risultato importante. Infine, l´internazionalizzazione: io credo che dobbiamo rafforzare gli accordi-quadro con sistemi territoriali o paesi di particolare significato. E´ importante inoltre che i Confidi siano maggiormente a fianco delle imprese che si muovono in altri paesi." Riguardo alle proposte avanzate dai partecipanti alla missione, Dellai ha detto di condividerne molte, dalla necessità di potenziare e riqualificare lo strumento del seed money (che da noi è solo pubblico), valutando la possibilità di renderlo "a sportello" e non a bando e di strutturarlo su più livelli, alla previsione di luoghi di di scambio e confronto fra studenti, ricercatori e imprese. Sui criteri di valutazione di docenti e ricercatori è possibile un ragionamento che non stravolga l´esistente ma valorizzi la dimensione del lavoro e dell´economia. Anche altre proposte in favore dell´imprenditoria giovanile sono state giudicate molto interessanti e potranno essere presto accolte in un"pacchetto" di interventi che la Provincia sta elaborando. Bene infine all´idea di un Trentino che coltivi una vocazione, una visione di lungo periodo, "identificando non un unico distretto industriale, la pluralità e la diversificazione del mondo imprenditoriale nel nostro territorio va rispettata, ma individuando, come abbiamo già iniziato a fare, un filo conduttore."  
   
   
I GIOVANI TROVANO LAVORO CON LO STAGE: OLTRE IL 90% DELLE AZIENDE SCEGLIE LO STAGE PER CONOSCERE E INSERIRE NUOVE RISORSE  
 
Milano, 18 settembre 2012 – Lo stage si conferma uno dei canali preferenziali per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro: il 91,5% delle aziende utilizza lo stage per conoscere nuove risorse da inserire in azienda. Lo rivela un’indagine realizzata da Actl - sportellostage.It su un campione di 130 aziende del territorio nazionale sul tema della Riforma del mercato del lavoro. Attraverso indagini come questa che Actl –  www.Sportellostage.it  realizza periodicamente sul tema del mercato del lavoro e dello stage, desideriamo conoscere le reali esigenze delle aziende per migliorare sempre più i nostri servizi per l’incontro tra la domanda e l’offerta di stage e di lavoro. “I dati confermano che lo stage è un canale fondamentale per aumentare l’occupazione giovanile. Favorire un uso virtuoso dello stage è il nostro obiettivo prioritario: riteniamo pertanto che per incentivare la maggiore e migliore diffusione e promozione degli stage le Regioni potrebbero istituire un tavolo di confronto con gli enti promotori”, dichiara Marina Verderajme, Presidente di Actl. “Come rilevato dall’indagine realizzata da Actl – sportellostage.It il canale principale per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro è lo stage, utilizzato dalle aziende per conoscere nuovi potenziali talenti da inserire. Considerando gli effetti della Riforma, espressi in percentuale, si può evincere che le nuove disposizioni in materia di stage hanno inibito le aziende dall’uso di tale istituto. Al fine, quindi, di promuovere e incrementare l’utilizzo di un ottimo “facilitatore” di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani, quale è lo stage, è indispensabile ripristinare le diposizioni precedenti, durata 12 mesi (attualmente 6 mesi) ed eliminazione della previsione di una congrua indennità”, dichiara l’ Avv. Gabriele Fava Chairman, Studio Fava & Associati. Il 60,7% delle aziende dichiara che più del 30 % degli stage attivati si trasforma in rapporto di lavoro. Il 56,9% delle aziende afferma inoltre che, a seguito della Riforma del mercato del lavoro, inserirà lo stesso numero di stagisti del 2011. Come si pongono le aziende nei confronti della Riforma? Secondo l’indagine di Actl le aziende sembrano piuttosto pessimiste sugli sviluppi della Riforma: l’86,1% delle aziende ritiene che i nuovi interventi per rendere il mercato il mercato del lavoro più dinamico non siano in grado di ridurre il tasso di disoccupazione; l’85,3 % afferma che la riforma non ha incoraggiato a valutare nuove assunzioni e/o stabilizzazioni. Anche l’apprendistato che la Riforma promuove come strumento per l’inserimento dei giovani in azienda, al momento non sembra essere preso in considerazione dalle aziende: per il 66,1% delle aziende il numero di giovani inseriti con un contratto di apprendistato rimarrà invariato, aumenterà per il 18,4% e diminuirà per il 15,3%.  
   
   
MOHAMED E MARIA I NUOVI PROTAGONISTI DELLE IMPRESE MILANESI PER LA PRIMA VOLTA IL NOME PIÙ DIFFUSO TRA I NUOVI IMPRENDITORI È STRANIERO. SEGUONO MARCO E ALESSANDRO MENTRE AL SESTO POSTO ECCO MARIA TRA TUTTE LE IMPRESE (NUOVE E VECCHIE), DOMINA GIUSEPPE IL SIG. ROSSI L’ITALIANO PIÙ DIFFUSO, NESSUN NUOVO BRAMBILLA IMPRENDITORE  
 
Milano, 18 settembre 2012 - Per la prima volta a Milano il nome più diffuso tra i nuovi imprenditori è straniero: con 230 imprese (il 4,5% del totale: quasi 1 nome ogni 20 imprese), Mohamed rappresenta infatti il nome di titolare che appare con maggiore frequenza tra le imprese milanesi (ditte individuali) nate nel corso del 2011. Staccatissimi Marco (94), Alessandro (87), Giuseppe (87), Antonio (81). Al sesto posto ecco il primo nome di donna (Maria) con 80 nuove imprese. Tra i primi 20 nomi imprenditoriali per il 2011, ben 6 quelli chiaramente stranieri: oltre a Mohamed, ecco Ahmed, Hu, Ibrahim, Chen e Abdel. La Milano multietnica si conferma anche per i nomi di imprenditori donna. Tra i primi 15, 4 sono manifestatamene stranieri, e tutti cinesi: Chen, Hu, Li e Zhang. Se però passiamo a considerare tutte le imprese attive, Giuseppe, con 1.438 imprese (il 2,8% del totale), continua a regnare incontrastato. Ma al secondo posto ecco di nuovo Mohamed che sale quest’anno a 1320 imprese, scavalcando Maria con 1.136 imprese, l’unico nome di donna presente tra i primi 20 e Marco con 1.121 imprese. Tra i soli nomi di donna, oltre a Maria (il nome più diffuso tra le imprenditrici milanesi: quasi 1 su 10), ecco Anna e Laura. Mentre tra i cognomi italiani, al primo posto c’è il sig. Rossi con 155 imprese, seguito da Colombo (113), Russo (106) e Bianchi (97). Il Sig. Brambilla è al decimo posto con 49 imprese, ma nel corso del 2011 nessuna piccola nuova impresa lo ha avuto come titolare. Nel 2011 invece boom di Napolitano: con 8 nuove imprese è il quinto cognome maggiormente in crescita. Primo Russo con 18 nuove imprese, seguito da Bianchi. Sono questi i principali dati che emergono da un’elaborazione del Lab Mim della Camera di Commercio di Milano sul Registro imprese relativa alle ditte individuali nate nel corso del 2011 e ancora in attività a febbraio 2012. Imprese iscritte nel 2011: i 20 nomi più diffusi tra i titolari (e percentuale sul totale dei nuovi iscritti)
Nome n. Imprese % sul tot.
Mohamed 230 4,6%
Marco 94 1,9%
Alessandro 87 1,7%
Giuseppe 87 1,7%
Antonio 81 1,6%
Maria 80 1,6%
Ahmed 79 1,6%
Andrea 73 1,5%
Paolo 69 1,4%
Massimo 59 1,2%
Francesco 58 1,2%
Hu 56 1,1%
Ibrahim 56 1,1%
Giovanni 55 1,1%
Luca 54 1,1%
Roberto 54 1,1%
Chen 49 1,0%
Stefano 47 0,9%
Mario 39 0,8%
Abdel 38 0,8%
Fonte: Registro imprese Tutti I Dati Della Ricerca I nomi di imprenditori a Milano sul totale. E’ Giuseppe il nome più diffuso tra gli imprenditori milanesi con 1.438 imprese (il 2,8% del totale delle ditte individuali a Milano). Al secondo posto Mohamed con 1.320 imprese (2,5%), seguito da Maria con 1.136 (2,2%). Al quarto posto Marco (1.121) e al quinto Antonio (1.095). I nomi di imprenditori donne: iscritte e totale. Una impresa “rosa” su 20 iscritta nell’ultimo anno a Milano ha come titolare una donna con il nome Maria (pari al 5,5% del totale di imprese rosa neo iscritte). Segue il nome di Anna (32 imprese, 2,2% del totale), di Chen (28) e di Elena (26). Se passiamo a considerare tutte le imprese, Maria rimane al primo posto con un peso sul totale superiore al 9% (1.136 imprese), segue Anna con 389 imprese, Laura (252) e Paola (216). Primo nome straniero Hu all’ottavo posto. Imprese iscritte nel 2011: i 15 nomi più diffusi tra i titolari donna (e percentuale sul totale dei nuovi iscritti)
Nome n. Imprese % sul tot.
Maria 80 5,5%
Anna 32 2,2%
Chen 28 1,9%
Elena 26 1,8%
Francesca 26 1,8%
Hu 26 1,8%
Laura 26 1,8%
Cristina 21 1,5%
Daniela 21 1,5%
Stefania 21 1,5%
Li 20 1,4%
Barbara 19 1,3%
Roberta 18 1,2%
Valentina 18 1,2%
Zhang 18 1,2%
Fonte: Registro imprese Imprese attive: i 20 nomi più diffusi tra i titolari (e percentuale sul totale imprese attive)
Nome n. Imprese % sul tot.
Giuseppe 1.438 2,8%
Mohamed 1.320 2,5%
Maria 1.136 2,2%
Marco 1.121 2,1%
Antonio 1.095 2,1%
Roberto 1.029 2,0%
Francesco 926 1,8%
Giovanni 895 1,7%
Andrea 784 1,5%
Paolo 782 1,5%
Massimo 707 1,4%
Alessandro 697 1,3%
Luigi 665 1,3%
Luca 646 1,2%
Stefano 604 1,2%
Fonte: Registro imprese Imprese attive: i 20 nomi più diffusi tra i titolari donna (e percentuale sul totale imprese attive)
Nome n. Imprese % sul tot.
Maria 1.136 9,1%
Anna 389 3,1%
Laura 252 2,0%
Paola 216 1,7%
Francesca 208 1,7%
Angela 192 1,5%
Cristina 186 1,5%
Hu 183 1,5%
Daniela 182 1,5%
Elena 180 1,4%
Rosa 178 1,4%
Patrizia 173 1,4%
Barbara 168 1,3%
Giovanna 151 1,2%
Silvia 143 1,1%
Fonte: Registro imprese Imprese attive: i 10 cognomi italiani più diffusi tra i titolari (e percentuale sul totale imprese attive)
Nome n. Imprese % sul tot.
Rossi 155 0,3%
Colombo 113 0,2%
Russo 106 0,2%
Bianchi 97 0,2%
Cattaneo 61 0,1%
Barbieri 59 0,1%
Fontana 58 0,1%
Gallo 56 0,1%
Mariani 53 0,1%
Brambilla 49 0,1%
Fonte: Registro imprese Imprese attive: i 10 cognomi italiani più diffusi tra i titolari (e percentuale sul totale dei nuovi iscritti)
Nome n. Imprese % sul tot.
Russo 18 0,4%
Bianchi 12 0,2%
Colombo 11 0,2%
Rossi 11 0,2%
Napolitano 8 0,2%
Fonte: Registro imprese
 
   
   
ROMANIA SECONDA IN EUROPA CENTRALE PER CRESCITA RICAVI IMPRESE  
 
 Bucarest, 18 settembre 2012 - La Romania si colloca in seconda posizione nell´Europa centrale per crescita media dei ricavi delle grandi imprese nel corso del 2011, nonostante un calo su base annua nel primo trimestre: è quanto illustra Deloitte, nel suo report "Deloitte Central Europe Top 500". I profitti sono diminuiti per la maggior parte delle compagnie, le prospettive non sono positive; tuttavia su scala regionale, la Romania continua a ottenere buoni risultati di crescita. Il Paese si colloca al quinto posto nell´Europa centrale per numero di imprese presenti nella Top 500 relativa al 2011, con 37 compagnie che hanno ottenuto ricavi complessivi per 39,6 miliardi di euro rispetto al 2010. Nel 2010 la Romania era presente nella Top 500 con 38 imprese, con ricavi complessivi per 37,49 miliardi di euro. La crescita media dei ricavi delle maggiori compagnie della regione nel 2011 è stata del 9-10 per cento rispetto al 2010; nel caso delle imprese romene ha raggiunto il 16 per cento. Omv Petrom è l´impresa romena meglio piazzata, al sedicesimo posto, perdendo due posizioni; al 41° posto, migliorando di uno, si colloca Automobile Dacia, Rompetrol Rafinare è quarantatreesima, con una brusca discesa rispetto al 24° posto, mentre Petrotel Lukoil sale di due, dalla posizione numero 118 alla 116.  
   
   
INDUSTRIA, II TRIMESTRE 2012 ANCORA IN CALO -5,3% RISPETTO AL 2011 E -2,1% CONGIUNTURALE LE MICROIMPRESE SOFFRONO, IN FLESSIONE ANCHE L’EXPORT (-1,8%). MERCATO INTERNO IN CADUTA LIBERA AUMENTA LA SFIDUCIA, BIANCHI: «LA RIPRESA SI STA ALLONTANANDO, MA LE IMPRESE RESISTONO».  
 
Venezia, 18 settembre 2012 - Nel secondo trimestre 2012, sulla base dell’indagine Venetocongiuntura, la produzione industriale ha registrato una flessione del -5,3% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre la variazione congiunturale destagionalizzata è stata del -2,1%. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto, con la collaborazione della Confartigianato del Veneto, è stata effettuata su un campione di 2.807 imprese con almeno 2 addetti. «I dati del secondo trimestre mostrano una nuova contrazione dei livelli produttivi sia rispetto allo scorso anno (-5,3%) che rispetto al primo trimestre dell’anno (-2,1% il dato destagionalizzato) e un peggioramento di fatturato e ordini. Non è facile commentare questi dati – sottolinea Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto – dopo la nuova fiammata speculativa che da un lato ha fatto schizzare lo spread e dall’altro ha fatto precipitare la Borsa. L’economia reale non gode certamente di ottima salute e la ripresa sembra allontanarsi: lo confermano sia la flessione della domanda interna, il vero punto debole del sistema industriale, sia la perdita di slancio della domanda estera rispetto ai mesi precedenti. Le previsioni degli imprenditori continuano a risentire del generale clima di incertezza e dell’evoluzione dello scenario internazionale, prefigurando scenari negativi anche per i mesi estivi. Ci saranno inevitabili ricadute anche sulle stime del Pil regionale: secondo l’ultimo scenario di previsione, la riduzione dei livelli produttivi, comune a tutte le regioni, risulta più grave di quanto inizialmente previsto e per il Veneto comporterà nel 2012 una riduzione del Pil pari al -2% (era -1,5% la previsione precedente). I segnali d’allarme che giungono dai mercati finanziari sono pesanti per le nostre imprese e diffondono pessimismo e impotenza proprio perché “esterni” al controllo delle imprese e dell’economia reale. Ma la maggior parte delle nostre imprese sono in buona salute e pronte a riprendere l’attività produttiva nel momento in cui dovessero cogliere i segnali di un’inversione di tendenza del ciclo economico. Ma non possono fare niente per modificare le dinamiche dei mercati finanziari e speculativi che le condizionano così pesantemente». Produzione industriale - Sotto il profilo settoriale l’andamento negativo della produzione risulta generalizzato. Il calo più marcato riguarda le microimprese (2-9 addetti) con -8,2%, seguite dalle medie imprese (50-249 addetti) con -5,4% e dalle piccole (10-49 addetti) con -4,8%. La dinamica negativa si registra sia per le imprese che producono beni intermedi (-7,3%) sia beni di consumo (-4,1%) e strumentali (-3,4%). Per quanto riguarda i settori le diminuzioni più marcate sono state rilevate per i comparti del tessile, abbigliamento e calzature (-10,2%), del marmo, vetro, ceramica e altri metalli non metalliferi (-8,6%), del legno e mobile (-7,7%) e della carta e stampa (-7,1%). L’unico comparto che ha registrato un andamento pressoché stabile è quello dell’alimentare, bevande e tabacco (+0,2%). Fatturato interno ed estero - Il trend negativo è confermato dalla diminuzione del -5,1% del fatturato su base annua. La peggior performance è ascrivibile alle micro (-7,7%) e medie imprese (-5,6%). Sotto il profilo settoriale spicca la variazione negativa del marmo, vetro e ceramica (-9,7%) e dei mezzi di trasporto (-9,0%). L’alimentare, bevande e tabacco si riconferma l’unico settore con una variazione stabile del fatturato, pari a +0,3%. La variazione negativa è ascrivibile a una forte diminuzione del fatturato interno rispetto a una sostanziale stabilità di quello estero, insufficiente a bilanciare il trend complessivo. Il fatturato estero ha registrato una stazionarietà del -0,2% (+0,4% le medie imprese, -1,1% le microimprese) grazie soprattutto ai settori della gomma e plastica (+2,8%), dei metalli e prodotti in metallo (+2,3%) e dell’alimentare, bevande e tabacco (+1,7%). Segno meno per l’industria dei mezzi di trasporto (-9,5%). Il fatturato interno ha mostrato una forte contrazione del -7,3% (-9,8% le medie imprese) dovuta in primis ai comparti del tessile, abbigliamento e calzature (-12,8%), del marmo, vetri, ceramica e altri metalli non metalliferi (-11,6%) e al comparto legno e mobile (-9,1). Ordinativi - Gli ordinativi hanno segnato un calo del -6,0% su base annua (-8,2% le microimprese). La performance peggiore è stata registrate nel comparto tessile, abbigliamento e calzature (-10,8%). Leggera flessione degli ordinativi dal mercato estero (-1,8%), determinata dalle grandi imprese (-2,4%). Il settore con la performance migliore è l’alimentare, bevande e tabacco (+1,7%), mentre risulta negativa la dinamica del tessile, abbigliamento e calzature (-5,1%). Continua la tendenza negativa per gli ordinativi dal mercato interno (-7,9%) relativamente a tutte le dimensioni d’azienda, in particolare alle medie imprese (-10,6%). I settori più colpiti sono tessile, abbigliamento e calzature (-14,7%), mezzi di trasporto (-12,6%) e marmo, vetro, ceramica e altri metalli non metalliferi (-11,3%). Occupazione - L’occupazione è segnata da una lieve flessione pari a -0,8% su base annua (uguale al trimestre precedente), che interessa principalmente le imprese di maggiori dimensioni (-2,7%). Sotto il profilo settoriale il calo maggiore è stato registrato nel comparto del marmo, vetro, ceramica e altri metalli non metalliferi (-3,1%), mentre gli altri settori hanno evidenziato una dinamica stazionaria. Previsioni - Continua il pessimismo degli imprenditori per i prossimi tre mesi con un saldo pari a -36,6 punti percentuali ( -22,8 p.P. Nel trimestre precedente) per la produzione. Perdita di fiducia anche per l’indicatore del fatturato (-35,1 p.P. Contro il -20,8 p.P. Del trimestre precedente). Negative le attese per gli ordinativi dal mercato interno (-40 p.P.). Peggiorano anche quelle per il mercato estero (-19,2 p.P. Contro il -3,6 p.P. Del trimestre precedente). Cresce la sfiducia anche per l’occupazione (-14,0 p.P., -12,9 p.P. Nel trimestre precedente).  
   
   
L’ANDAMENTO DELLA CONGIUNTURA IN PIEMONTE: UNIONCAMERE PIEMONTE E CONFINDUSTRIA PIEMONTE DIFFONDONO I DATI DEL II E III TRIMESTRE 2012 CON INTESA SANPAOLO E UNICREDIT  
 
 Torino, 17 settembre 2012 – Ieri Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte hanno diffuso insieme i risultati a consuntivo e previsionali delle rispettive indagini congiunturali, con l’obiettivo di monitorare l’andamento della congiuntura in Piemonte. Dopo i saluti del Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato, sono intervenuti il responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte Roberto Strocco - che ha analizzato i risultati della performance congiunturale del periodo aprile-giugno 2012 - e il responsabile dell’Ufficio Studi Economici di Confindustria Piemonte Luca Pignatelli, che ha presentato le linee di sviluppo dell’industria piemontese nel Iii trimestre 2012. A commento dei dati illustrati da Unioncamere Piemonte e Confindustria, sono poi intervenuti Gregorio De Felice del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e Zeno Rotondi, responsabile Ufficio Studi Italia Unicredit. Ha chiuso i lavori il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello. Le indagini presentate da Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte confermano la gravità della fase recessiva iniziata a fine 2011. I risultati negativi registrati dall’indagine di Unioncamere Piemonte nel secondo trimestre trovano piena corrispondenza nelle previsioni per il terzo trimestre registrate dal sondaggio di Confindustria Piemonte: le imprese si attendono infatti un ulteriore indebolimento delle condizioni di mercato. Anche per quanto riguarda gli ordini esteri, tradizionale “valvola di sfogo” nelle fasi di recessione, le due indagini non danno indicazioni incoraggianti: alla stagnazione segnalata dai dati di Unioncamere Piemonte corrisponde per il terzo trimestre una frenata più marcata. È significativo che anche tra le imprese più radicate sui mercati esteri, che in passato si erano mosse controtendenza, prevalga un clima di fiducia pessimistico. La crisi colpisce in misura trasversale tutti i settori, le tipologie di impresa e le aree territoriali, sia pure con intensità lievemente diverse. Commentando i risultati delle indagini, il presidente di Confindustria Piemonte, Gianfranco Carbonato, rileva come i dati confermino in pieno la difficoltà della situazione congiunturale: “Dopo i deboli segnali di ripresa emersi nel 2010, la crisi si è nuovamente aggravata. Ciò che preoccupa maggiormente è il fatto che anche nel medio periodo non si vedano vie di uscita praticabili da una crisi lunga e profonda, che intreccia motivazioni congiunturali e strutturali; l’industria sembra destinata a convivere per un periodo piuttosto lungo con prospettive di mercato sfavorevoli. In questa situazione, diventa particolarmente urgente equilibrare le esigenze del rigore e del risanamento con quelle della crescita. Un obiettivo che richiede anche un forte impegno delle parti sociali per rilanciare produttività e sviluppo”. “Come confermato anche dai dati nazionali, il Piemonte sta vivendo una congiuntura industriale fortemente negativa. Le imprese stanno soffrendo, soprattutto quelle che lavorano nel mercato interno. Anche l’export, che fino a qualche mese fa ha rappresentato l’àncora di salvezza nella nostra economia, ha rallentato la sua corsa. Occorre un rilancio forte e deciso, una svolta basata sulla competitività territoriale - ha commentato il Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello -. Consapevoli di questo momento storico, le Camere di commercio piemontesi stanno mettendo in campo interventi straordinari per sostenere le imprese, nell’attesa che l’intero sistema economico italiano ed europeo si rimetta in moto”. “Nei prossimi trimestri l’industria piemontese continuerà a essere condizionata dalla debolezza della domanda interna e delle importazioni dell’Eurozona - rileva Gregorio De Felice, chief economist Intesa Sanpaolo. I mercati extra-europei, soprattutto quelli di recente industrializzazione, saranno quindi una via obbligata per la crescita delle imprese del Piemonte. Il tessuto produttivo della regione può cogliere con successo questa sfida come dimostrano i buoni risultati ottenuti nell’arco dell’ultimo decennio: tra il 2000 e il 2011 le esportazioni di manufatti piemontesi nei nuovi mercati sono quasi raddoppiate salendo a circa 13 miliardi di euro. Nei primi sei mesi del 2012 questo trend di crescita è proseguito con un aumento dell’export regionale del 6% tendenziale. Gli spazi di miglioramento sono tuttavia ancora notevoli soprattutto nei mercati più lontani (Asia Orientale e Sud e Centro America), dove il ritardo italiano e piemontese è più pronunciato rispetto ai concorrenti internazionali e le prospettive di crescita nei prossimi anni sono più consistenti”. “Nell’era della globalizzazione, i mercati internazionali sono diventati di fatto un sostituto dei mercati domestici - sottolinea Zeno Rotondi, chief economist di Unicredit -. Tuttavia, non pochi sono gli ostacoli che limitano l’accesso delle Pmi all’estero, come dimostra l’indagine annuale Unicredit. Laddove la crescita dimensionale non è una opzione perseguibile, risulta strategica la collaborazione con altre imprese per esportare all’estero e accedere anche ai mercati di sbocco più distanti. Per aumentare la competitività dell’export, il contratto di rete rappresenta una opportunità che in Piemonte non risulta sfruttata appieno e ha ancora potenzialità di crescita. A una maggiore propensione a collaborare in rete si associa infatti una quota media di fatturato all’estero più elevata: nel 2010 in Piemonte la quota media di fatturato realizzato all’estero era pari al 34% per le imprese in rete rispetto a un 30% delle altre. Inoltre collaborare facilita l’accesso a mercati più lontani: per esempio ben il 67%delle aziende piemontesi che nel 2011 hanno esportato in America Centrale e del Sud, è in rete”. Ii Trimestre 2012: I Dati A Consuntivo Di Unioncamere Piemonte - Nel Ii trimestre 2012 si è ulteriormente aggravata la crisi del tessuto manifatturiero piemontese. Facendo seguito alla flessione dello 0,4% dell’ultimo trimestre del 2011, e al calo del 3,6% nei primi tre mesi del 2012, nel periodo aprile-giugno 2012 la produzione industriale ha manifestato, infatti, una variazione tendenziale grezza del -5,4%. La flessione della produzione industriale si associa ai risultati per lo più negativi realizzati dagli altri indicatori. Gli ordinativi interni diminuiscono del 6,6% rispetto al periodo aprile-giugno 2011, quelli esteri, invece, manifestano una sostanziale stabilità (+0,6% rispetto allo stesso periodo). Cala il fatturato totale: le imprese manifatturiere piemontesi registrano, mediamente, una diminuzione tendenziale del fatturato pari al 3,7%. Più incoraggiante appare, invece, la variazione tendenziale realizzata dal fatturato estero (+0,8%). Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla 163ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di luglio 2012 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno, e ha coinvolto 1.201 imprese industriali piemontesi. Si evidenzia come, per via delle modifiche metodologiche introdotte a partire dal I trimestre 2011, i risultati successivi all’ultimo trimestre del 2010 non siano statisticamente confrontabili con quelli delle precedenti rilevazioni. L’andamento negativo della produzione dell’industria manifatturiera piemontese interessa tutti i principali comparti. Il panorama settoriale appare, infatti, costellato di segni negativi. Anche le industrie meccaniche, che nei primi tre mesi dell’anno avevano registrato un andamento positivo, manifestano, in questo secondo trimestre, una flessione tendenziale dell’output prodotto (-1,0%). Meno negativi del dato medio complessivo appaiono anche i risultati dell’industria alimentare (-1, 4%) e di quella tessile (-3,5%). Peggiori rispetto al dato medio piemontese risultano, invece, le contrazioni registrate dagli altri settori di attività. Di simile intensità appaiono le variazioni negative realizzate dalle industrie dei metalli (-6,4%) e dai mezzi di trasporto (-6,9%). Le industrie elettriche ed elettroniche registrano un calo del 7,1%; il comparto del legno si contrae del 7,8%, mentre la contrazione della produzione più elevata appartiene al settore della chimica e delle materie plastiche (-9,5%). Il segno negativo accomuna, inoltre, tutti i territori, anche se con intensità differenti. Biella risulta la provincia con la flessione più marcata della produzione industriale (-8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Registrano performance peggiori rispetto al dato medio regionale anche Torino (-7,7%) e il Verbano Cusio Ossola (-7,3%). La provincia di Asti manifesta un calo tendenziale della produzione di 5 punti percentuale, seguita da Novara con un -4,3%. Meno intense risultano le flessioni registrate dalle altre province piemontesi. Alessandria manifesta una diminuzione della produzione del 2,1%, Vercelli del 1,9% e Cuneo del -1,3%. Le esportazioni piemontesi nel Ii trimestre 2012: Export:10,2 miliardi di euro (+3,0% rispetto al Ii trimestre 2011); Saldo bilancia commerciale: +3,2 miliardi di euro; Export verso Ue-27: -2,8% rispetto al Ii trimestre 2011; Export verso extra Ue-27: +12,5% rispetto al Ii trimestre 2011. Iii Trimestre 2012: I Dati Previsionali Di Confindustria Piemonte - Le aspettative delle imprese piemontesi per il Iii trimestre 2012 segnalano un marcato indebolimento del clima di fiducia, in linea con il peggioramento del quadro economico complessivo registrato all’inizio dell’estate. Le previsioni su produzione e ordini totali fanno segnare un saldo fortemente negativo (rispettivamente -21,7% e -21,4%), arretrando di circa 15 punti rispetto allo scorso trimestre. Peggiorano anche le previsioni relative ai mercati esteri: il saldo ottimisti-pessimisti ritorna su valori negativi (-5,7 punti) dopo il rimbalzo di marzo. La crisi sta colpendo tutti i settori economici e le tipologie aziendali: le piccole, medie e grandi imprese e le imprese metalmeccaniche e non concordano su una visione pessimistica del periodo estivo, con previsioni di produzione e ordini in flessione. Isolate eccezioni riguardano le imprese che realizzano una quota prevalente del fatturato sui mercati esteri: le attese restano sfavorevoli anche in questo caso, ma il saldo ottimisti-pessimisti è meno negativo. A questo proposito, è interessante notare come negli scorsi trimestri si registrasse un divario molto ampio tra imprese esportatrici e imprese con mercato prevalentemente nazionale: la differenza nel valore dei saldi riferiti a produzione e ordini era arrivato a sfiorare i 30 punti percentuali. Oggi l’aggravarsi della crisi ha invece colpito in misura abbastanza uniforme tutte le imprese: neppure l’andamento meno recessivo dei mercati di riferimento è sufficiente a compensare la caduta della domanda interna. L’analisi degli altri indicatori elaborati dall’indagine conferma le difficoltà dell’attuale fase congiunturale. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva rimane attestato intorno al 70-71%, quattro punti al di sotto del livello tipico delle fasi normali di crescita. D’altra parte, va ricordato come all’esplodere della crisi, nei primi mesi del 2009, l’indicatore fosse precipitato di 15 punti nel corso di due trimestri. In questa situazione di grande incertezza, non stupisce che gli investimenti siano fermi: come nei trimestri scorsi, solo un’azienda su cinque ha in programma investimenti di qualche rilievo e solo un terzo circa prevede di rinnovare gli impianti obsoleti. Rimane problematica la situazione di liquidità: 6 aziende su 10 dichiarano ritardi negli incassi. Sul fronte occupazionale, la situazione rimane grosso modo quella dei mesi scorsi. Poco meno di un terzo delle imprese (28%) prevede di essere costretta a ricorrere alla Cig; una percentuale analoga a quella degli ultimi due trimestri. Anche in questo caso, come per il tasso di utilizzo degli impianti, va osservato che all’esplodere della prima onda della crisi, all’inizio del 2009, il ricorso alla Cig salì di oltre 30 punti percentuali nel corso di un paio di trimestri. Non possono che essere negative, infine, le previsioni di nuove assunzioni: il saldo ottimisti-pessimisti resta negativo (-13 punti) e peggiora di qualche punto rispetto allo scorso trimestre. L’analisi del profilo del ciclo di lungo periodo, quale emerge dall’andamento delle attese sui livelli produttivi, mette in luce la profondità della crisi attuale. L’indicatore del clima di fiducia rilevato dalle indagini trimestrali di Confindustria Piemonte si colloca a giugno su livelli tipici di altre fasi di crisi (2008-09, 1992-93, 1981-83). È tuttavia impossibile allo stato attuale ipotizzare se ci troviamo ancora nel mezzo di un percorso discendente, come nel 2009, oppure all’inizio di una fase di stagnazione come nel 1981-1983.  
   
   
LA COMPETITIVITÀ C’È QUANDO LE NORME SONO AL PASSO CON LE IMPRESE  
 
 Milano, 18 settembre 2012 - La numerosa e sentita partecipazione all’assemblea annuale dei costruttori italiani di caldareria, rappresentati dall’Associazione Ucc federata ad Anima/confindustria, ha rappresentato un segnale significativo: fare sistema per sviluppare sinergie tra aziende è sempre più una necessità e non solo un’espressione di volontà come negli anni passati. In un contesto economico-sociale estremamente difficile come quello attuale non si possono perseguire obiettivi ambiziosi se l’azienda opera in maniera autonoma ed isolata. L’evento pubblico di carattere tecnico, dal titolo "Impatto della prossima revisione della Direttiva 97/23/Ce Ped", è stato un confronto tra le parti direttamente coinvolte quali Costruttori, Utilizzatori, Organismi Notificati. Sono intervenute le Istituzioni nazionali ed europee incaricate della supervisione della Direttiva stessa. Erano presenti Hans D’hooge - European Commission, Dg Enterprise & Industry, Vincenzo Correggia - Ministero dello Sviluppo Economico, Fernando Lidonnici - Direttore Sant’ambrogio Servizi Industriali Srl, Renato Pintabona - Presidente Forum Organismi Notificati e Rodolfo Longoni - Team Leader Engineering & Resaarch Procurement - Enel Spa. L’occasione del confronto è stata suscitata dall’attuale allineamento a livello europeo di 9 direttive comunitarie al Nuovo quadro legislativo (Nlf - New Legislative Framework). Tra queste, in prima battuta, non è stata inserita la Direttiva Ped. La Commissione Europea, infatti, ha ritenuto necessario, prima di avviare un’eventuale revisione della Direttiva Ped, entrata in vigore dieci anni fa, effettuare un’ indagine. Lo studio ha coinvolto 13 paesi dell’Unione Europea, tra cui Italia, Germania, Uk, Austria, Francia, Olanda, Polonia. I primi risultati intermedi sono stati illustrati dalla Commissione Europea nel corso del convegno; i risultati finali saranno ufficialmente presentati nell’autunno del 2012, sulla base dei quali sarà valutata l’opportunità di dare inizio a una vera e propria revisione della Direttiva Ped. Il Presidente di Ucc Emanuela Tosto ha dato questa chiave di lettura alle esigenze del comparto rappresentato dall’associazione: “Con l’Italia ufficialmente in recessione, con una stagnazione dell’intera zona Euro ed una crisi che ha colpito pressoché tutti i paesi industrializzati, è giocoforza interrogarsi sugli scenari futuri e rimboccarsi le maniche per costruire insieme una prospettiva di ripresa sostenibile. Dal mio punto di vista, e lo dico come Presidente e come imprenditrice, l’unico modo per tornare competitivi e crescere, è quello di continuare a investire in ricerca e sviluppo” - continua Emanuela Tosto - “Ucc da sempre aiuta le aziende ad anticipare la normativa, a contribuire alla sua stesura in modo tale da vivere da protagonisti il mercato e la realizzazione e commercializzazione dei propri prodotti. Poter pianificare gli investimenti nel rispetto e nei tempi dei cambiamenti normativi per le imprese è fattore competitivo per eccellenza.” Enel ha illustrato i riflessi dell’applicazione della normativa (Ped) all’interno dell’organizzazione aziendale evidenziando tra i vari aspetti, gli effetti positivi che la normativa ha determinato nell’ambito della libera circolazione delle merci e del global procurement. Ha auspicato inoltre che si possa uniformare sempre più l’approccio dei Notified Body alle questioni tecniche e procedurali ricorrenti e che il loro supporto si estenda al di là degli aspetti formali ad un miglioramento effettivo delle procedure di progettazione. Le aspettative per una revisione della Ped da parte di Enel riguardano una specifica e diffusa distinzione e conoscenza dei ruoli del Rappresentante Autorizzato e Importatore e del Responsabile della Messa sul Mercato Enel ha illustrato i riflessi dell’applicazione della normativa (Ped) all’interno dell’organizzazione aziendale evidenziando tra i vari aspetti, gli effetti positivi che la normativa ha determinato nell’ambito della libera circolazione delle merci e del global procurement. Ha auspicato inoltre che si possa uniformare sempre più l’approccio dei Notified Body alle questioni tecniche e procedurali ricorrenti e che il loro supporto si estenda al di là degli aspetti formali ad un miglioramento effettivo delle procedure di progettazione. Le aspettative per una revisione della Ped da parte di Enel riguardano una specifica e diffusa distinzione e conoscenza dei ruoli del Rappresentante Autorizzato e Importatore e del Responsabile della Messa sul Mercato. Il Forum Italiano degli Organismi Notificati, nato nel 2003 con l´obiettivo di promuovere una omogenea interpretazione ed applicazione della Ped da parte degli organismi operanti in Italia, ha rilevato che, se è vero che molti dubbi interpretativi sono ormai stati chiariti, rimangono alcuni problemi per i quali bisogna trovare il coraggio di dare delle soluzioni. Tra questi si ricorda il problema della valutazione della conformità ai Res di attrezzature pre-Ped (richiesta nel caso di modifica oppure nel caso di inserimento in un insieme Ped) e la mancanza di una chiara definizione di “insieme” che tenga conto della realtà, spesso complessa, degli impianti industriali. D’hooge della Commissione Europea ha condiviso con i partecipanti l’analisi condotta in maniera indipendente dal Cses (Centre for Strategy & Evaluation Services) che ha intervistato 90 stakeholders con l’obiettivo di valutare l’ipotetica revisione della Direttiva Ped. Alcune delle osservazioni ricorrenti riguardano la richiesta di rafforzare la sorveglianza del mercato, le troppe differenze che esistono tra stato e stato sulle procedure di valutazione della conformità di uno stesso prodotto, la continua spinta alla delocalizzazione dei processi produttivi verso paesi a basso costo, la diffusa mancata applicazione delle linee guida Ped redatte dalla Commissione Europea, la difficile reperibilità di addetti qualificati e ingegneri in grado di applicare correttamente la legislazione europea. Il dialogo tra i protagonisti del convegno e la discussione con i partecipanti hanno permesso di tracciare una posizione comune: l’adozione nel 2002 della Direttiva Ped ha determinato uno scenario di riferimento ormai assolutamente operativo sotto ogni punto di vista che tuttavia necessita di essere migliorato con il contributo di tutti, soprattutto in considerazione del fatto che la Direttiva Ped ha investito di grandi responsabilità le figure del costruttore e, alcune volte, dell’utente finale. E’ una situazione che risulta problematica nel momento in cui alla maggiore responsabilità non corrisponde un innalzamento dei livelli di sicurezza. Le cause sono riconducibili a una difficoltosa comunicazione di informazioni tra fabbricante ed utilizzatore, e al fatto che spesso accade che l’utilizzatore finale, a volte mancante di tutte le competenze tecniche necessarie, non sia il committente. Data la situazione i fabbricanti, che accettano la maggior responsabilità, chiedono all’unisono più controlli che significano linee guida non più interpretabili, dettate dagli organismi notificati, e un maggiore controllo del mercato da parte del Ministero. L’associazione Ucc da tempo sta preparando i suoi soci a far fronte al futuro non solo lavorando e preparandoli alle norme ma educando i giovani a competenze che possano arricchire il comparto. Il primo investimento rimane il capitale umano. Questo è il valore che ha spinto Ucc a farsi promotrice del “Progetto scuola” con l’obiettivo di avvicinare i giovani a percorsi di studio più legati alle esigenze imprenditoriali per superare l’idea malsana che la scuola serva per la vita ma non per il lavoro. Lo scorso anno è stata firmata la prima convenzione tra l’associata Stf spa e l’Ipsia di Magenta ”Leonardo da Vinci”. L’accordo tra l’associata Stf e l’Ipsia Leonardo da Vinci si caratterizza per l’istituzione di un “laboratorio di saldatura” per le classi Iii e Iv con un monte lavoro di circa 40 ore suddiviso tra ore di laboratorio ed ore da effettuarsi presso l’azienda sotto il tutoraggio di un docente e di un tutor della ditta stessa. Al termine di ogni unità didattica sono previste verifiche orali e pratiche e alla fine dell’anno scolastico, per gli studenti più meritevoli, è previsto uno stage presso l’azienda. Le imprese della caldareria lavorano oggi per essere leader di mercato oggi e domani. “Bisogna guardare all’immediato per sopravvivere ma guardare anche più lontano per gettare le basi di una crescita futura: le parole d’ordine sono resistere ed investire! Il binomio Pmi ed innovazione, continua a rappresentare una chiave di volta se si ha l’ambizione di contribuire, con i fatti, alla ripresa economica” – conclude la Presidente Tosto.  
   
   
“MILANO BEYOND DESIGN”. MILANO GUEST CITY DELLA DESIGN WEEK PORTA A PECHINO IL DESIGN MADE IN ITALY  
 
Milano, 18 settembre 2012 - La Città di Milano, fucina riconosciuta a livello internazionale per l’ideazione, la progettazione e la produzione di arredi di design, è ospite d’onore dell’edizione 2012 di Beijing Design Week, che si svolgerà a Pechino dal 26 settembre al 6 ottobre e che nel 2011 ha registrato ben 3,5 milioni di presenze. “Essere Guest City a Pechino per la settimana del design non è soltanto un onore e un riconoscimento del ruolo straordinario che l’Italia e Milano hanno sempre svolto nel campo della creatività e della produzione del design – ha detto l’assessore a Cultura, Moda, Design Stefano Boeri –, ma anche l’opportunità di creare rapporti commerciali privilegiati e consolidare il rapporto interculturale tra l’Italia la Cina. Per questo abbiamo voluto creare un programma di iniziative culturali dal titolo, appunto, ‘Milano Beyond design’, per significare la capacità di questa città di rinnovare continuamente la propria creatività non solo con una produzione sempre innovativa, ma anche la capacità di applicare linguaggi, soluzioni e proposte anche in altri ambiti culturali e sociali”. Il Comune di Milano ha infatti promosso e coordinato – insieme a Camera di Commercio, Politecnico di Milano, Triennale Design Museum, Rcs Mediagroup,interni, dotdotdot studio ed esterni – una serie di iniziative, integrate nel palinsesto della Beijing Design Week, per mostrare non solo l’eccellenza della tradizione del design italiano, ma anche il presente e le nuove frontiere del design futuro, permesse dalle nuove tecnologie dell’era digitale. Oltre alla mostra “The New Italian Design 2.0”, promossa dal Triennale Design Museum e da poco conclusa al Beijing Design Center, che è stata un “preludio” di “Milano beyond design”, nell’ambito del programma si potranno visitare altre due mostre: una, intitolata Design Time e ambientata all’interno della Beijing Design Fair, crea un percorso scandito dalle diverse ore della giornata con oggetti icona del design italiano; l’altra presenta invece una serie di City Vision, realizzate nell’ambito del programma Hutopolis del Politecnico di Milano. La mostra sarà affiancata da Meet People, una fitta agenda di incontri, talks e dibattiti con le aziende, i designer italiani e cinesi e da due “live show”: Meet Design Show – uno spettacolo che racconta il design italiano – e Meet the Media Guru, che andrà in scena contemporaneamente in due location, a Beijing e a Milano, e racconterà la ricchezza del design milanese al pubblico internazionale. Gli incontri si svolgeranno all’interno della Beijing Design Fair, progetto fieristico dedicato al design made in Italy che pone al centro il sistema arredamento italiano e la conoscenza dei brand più prestigiosi del sistema produttivo italiano. Nell’ambito del programma “Ccd – The Community @ Beijing Design Week 2012”, che si svolgerà nel Caochangdi Village a cura di Bao Atelier, saranno poi visibili e “vivibili” alcune installazioni create alcune da maestri del design - tra i quali Alessandro e Francesco Mendini e Zang Ke – altre concepite da giovani creativi che interpretano il tema “Milano beyond Design”. Completano il programma workshop e lecture in collaborazione con le università di Pechino.  
   
   
AZIENDE ITALIANE IN CRISI ANCHE ALL’ESTERO: ISTANZA DI FALLIMENTO PER LA SLOVACCA SLOTEX DI PROPRIETÀ DELL’ITALIANA EUROTESSIL.  
 
Lecce, 18 settembre 2012 - Delocalizzano, spostano la produzione all’estero e poi se gli va male falliscono. Sono tante le aziende italiane del Tac (Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero) che hanno deciso la politica della smobilitazione, fuggendo dall’Italia alla spasmodica ricerca di profitto, magari dopo aver preso soldi pubblici per “salvare” la propria produzione nel paese d’origine, ma che quatti quatti lasciano il Belpaese verso mete che consentono un abbattimento dei costi di produzione per il minor costo della manodopera e del peso del fisco. È per tali ragioni che lo “Sportello dei Diritti” ha avviato una vera e propria campagna in favore del Tac italiano denunciando tutte le anomalie da parte di quegli imprenditori che se ne sono andati a cercare miglior fortuna all’estero ed in particolare nell’Est dove alcuni stati, tra cui la Slovacchia concedono ancora grandi vantaggi agli investitori stranieri per attrarre i loro capitali. Così abbiamo appreso la notizia di una società slovacca, la Slotex Fashion di Vranov nad Toplou (regione di Presov) che risulterebbe di proprietà di una certa Eurotessil di Rosà, in provincia di Vicenza, per cui è stata avviata la procedura di fallimento e che ha lasciato, di fatto a casa 180 dipendenti non avendo pagato gli stipendi di giugno, luglio e agosto, oltre ai due mesi di legge di fine rapporto, oltre ai contributi sanitari e sociali. Tutto ciò mentre la società italiana avrebbe spostato la propria produzione in Romania. Tali fatti, avrebbero convito i sindacati della Slovacchia ad una mobilitazione anche per impedire che in futuro il governo non si dia da fare solo per creare le giuste condizioni per attrarre gli investitori, ma anche per adottare le misure per garantire che la gente non perda quei posti di lavoro creati dalle aziende straniere. Anche per queste ragioni, Giovanni D’agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è convinto che il nostro governo non possa più tacere su quanto accade alle imprese nostrane che decidono d’investire e che fanno profitti all’estero a danno delle economie dei nostri territori.  
   
   
MECCANICA VARIA SOSTENUTA SOLO DALL’EXPORT BONOMI/ANIMA: ESTERO UNICO ORIZZONTE DEI NOSTRI PRODOTTI  
 
Milano, 18 settembre 2012 - L’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Anima, Federazione delle Associazioni Nazionali della Meccanica Varia e Affine di Confindustria è stata condotta su un panel di circa 400 aziende composto per il 16% da piccole aziende, per il 60% da medie aziende e per il restante 24% da grandi imprese. L’indagine mette in evidenza come la maggior parte degli intervistati consideri il fatturato previsto ancora sostanzialmente stabile, nonostante il perdurare delle turbolenze finanziarie che l’Europa sta vivendo. Le aziende evidenziano, infatti, una moderata crescita delle esportazioni per il settore meccanico soprattutto verso i Paesi Extra Ue, che controbilancia le difficoltà sempre maggiori in cui versa il mercato nazionale. Il livello degli ordini ha fatto registrare nei primi mesi del 2012 un andamento sostanzialmente analogo rispetto all’ultima parte del 2011, quando si era delineato un modesto miglioramento rispetto ai trimestri passati. Per quanto concerne il dato occupazionale, mentre per il settore manifatturiero nel suo complesso il 2012 sta presentando seri rischi di ridimensionamento, per il comparto della meccanica varia risulta sostanzialmente stabile. Il Presidente di Anima, Sandro Bonomi, ha osservato: “In un contesto recessivo ormai generalizzato che finisce per attenuare anche il trend positivo di mercati emergenti, non solo il mercato interno italiano risulta stagnante, ma le stesse esportazioni, da sempre motore vitale della nostra meccanica, rischiano di perdere slancio, frenate dalle difficoltà contingenti degli altri paesi. Sono convinto però che non tutto sia perduto, le nostre aziende sono vive e sapranno rivolgersi a mercati più confacenti alle loro produzioni. La nostra Federazione, che le rappresenta, sta mettendo in atto nuovi progetti e iniziative per convogliare queste energie verso paesi come la Russia e in particolare il distretto Siberiano dove stiamo realizzando una missione imprenditoriale per il prossimo ottobre.”  
   
   
PIEMONTE - DESIGN: LA REGIONE PROTAGONISTA NELLE CAPITALI EUROPEE  
 
Torino, 18 settembre 2012 - Le capitali europee puntano sul design e il Piemonte è ovunque tra i protagonisti. Conclusa l’esperienza di Helsinki, dove 13 imprese hanno partecipato a un programma di b2b dal 6 al 16 settembre, 8 sono ora in partenza per Londra: dal 19 al 22 saranno a 100% Design, il più importante salone dedicato all’arredo per interni del Regno Unito. Il “tour” prosegue a Praga, dall’1 al 7 ottobre, dove 14 aziende volano a Designblok, principale manifestazione internazionale di settore della Repubblica Ceca. Le iniziative sono realizzate grazie al contributo della Camera di Commercio di Torino e il supporto organizzativo del Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte), nell’ambito di To-design in the World, progetto camerale ideato per far promuovere i designer piemontesi sui mercati esteri. “Dopo essere stata invitata a Helsinki, capitale del design 2012, Torino, e con essa il Piemonte, prosegue il suo cammino tra i più importanti centri culturali europei, portando il suo bagaglio di esperienza e innovazione in tema di design - commenta Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino -. Un percorso che la nostra Camera sostiene anche attraverso To-design in the World, progetto ideato 2 anni fa per individuare nuovi sbocchi commerciali per le eccellenze e i prodotti ideati o realizzati in Piemonte. Un territorio che conta circa 850 imprese e studi professionali, dove la cultura del design cresce all’interno delle aziende, in particolare manifatturiere, che sempre più comprendono l’importanza di dotarsi di una testa progettuale alzando lo standard produttivo e che sono quindi in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati esteri”. “A Torino e in Piemonte da sempre il motore della produzione e dell’innovazione è stato il design. Una tradizione che si è rinnovata nel tempo attraverso nuove generazioni di stilisti che hanno contribuito a posizionare Torino nella mappa europea del design. Oggi la nostra città è rinomata nel mondo grazie alla costante nascita di studi e imprese di design che abbracciano i più svariati prodotti industriali - spiega Giuseppe Donato, presidente di Ceipiemonte -. La vocazione internazionale si conferma e si consolida costantemente: un processo di sviluppo cui il sistema Piemonte concorre sostenendolo attraverso numerose iniziative, come la partecipazione ai prossimi saloni di Londra e Praga”.  
   
   
CONFINDUSTRIA COMO: INCONTRO "TURCHIA OPPRTUNITÀ DI BUSINESS PER LE IMPRESE"  
 
Como, 18 settembre 2012 - Confindustria Como, in collaborazione con Unicredit e Mda Consulting, organizza mercoledì 26 settembre, alle ore 10, presso la sede di Confindustria Como, l’incontro “Focus Turchia: Opportunita’ Di Business Per Le Imprese”. La Turchia rappresenta un mercato importante per le imprese italiane; è stato infatti, uno dei Paesi con la maggior crescita nel 2010 (+ 8,9%) attestatasi nei primi nove mesi del 2011 a + 9,6%. L’italia rappresenta per la Turchia il quarto partner commerciale con un interscambio in costante crescita, aumentato nel 2011 di circa il 28%. La Turchia oltre a rappresentare un interessante mercato di sbocco per i prodotti del Made in Italy, facilitato anche dagli accordi esistenti con l’Unione Europea, è da sempre considerata anche un ponte strategico di accesso ai mercati dell’Area Medio Orientale e Centro Asiatica. L’incontro è organizzato con l’obiettivo di illustrare le opportunità che offre il mercato Turco con un approfondimento alle modalità di approccio e agli aspetti legali, fiscali e finanziari. Di seguito il programma dell’incontro: Ore 9.30 Registrazione partecipanti. Ore 10.00 Indirizzi di saluto: Alessandro Besana Referente Area Internazionalizzazione Confindustria Como; Monica Cellerino Responsabile del Territorio Lombardia Unicredit. Ore 10.30 “Turchia: uno sguardo d’insieme” Francesca Nenci Head of Political Risk & Country Analysis Unicredit. Ore 11.15 “Opportunità di business in Turchia” Nicola Longo Dente Head of International & Multinational Relationship; Tiziano Furlan Mda Consulting. Iscrizioni entro il 21 settembre. Info: Tel. 031.234111, Segreteria Area Internazionalizzazione.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, TIENE L’EXPORT: ITALIA SECONDA IN EUROPA PER SURPLUS DELLA BILANCIA COMMERCIALE NEI PRIMI SETTE MESI 2012 SALDO MADE IN ITALY AL NETTO DELL’ENERGIA PARI A CIRCA 42 MILIARDI DI EURO, TRE VOLTE SUPERIORE ALLO STESSO PERIODO 2011  
 
Roma, 18 settembre 2012 – A luglio l’export italiano, nei dati destagionalizzati, si mantiene stabile rispetto al mese precedente (+0,3%), in linea con i risultati dei principali competitor europei, la Germania (+0,5%) e la Francia (+0,8%). Per quanto riguarda i mercati di riferimento, lieve flessione congiunturale nel mese di luglio per le vendite in ambito extra-Ue (-0,3%). Anche a livello europeo, diminuisce rispetto a giugno il contributo dell’Italia all’export dell’Unione verso i mercati extra-europei (-4,5%), dato negativo analogo a quello della Germania (-4,2%), principale esportatore dell’Ue. Tra i partner commerciali, riprendono quota le vendite negli Stati Uniti, verso cui si registra un aumento dell’export del 18,7% e un surplus di otto miliardi di euro, il più consistente registrato dall’Italia nel periodo gennaio-luglio 2012. A livello di saldo della bilancia commerciale, sempre nei dati destagionalizzati, tra i Paesi Ue, solo l’Italia segue (anche se a grande distanza) la Germania con un avanzo pari a circa tre miliardi di euro, mentre la Francia e il Regno Unito restano in territorio negativo con un deficit rispettivamente di 40 e 74,6 miliardi di euro. “Vendiamo all’estero meno prodotti ma di miglior qualità: prova ne è la riduzione dello 0,3% delle quantità di beni venduti e il contemporaneo aumento del 4,5% dei valori medi unitari nei primi sette mesi del 2012. – afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi – La crescita invece del valore delle importazioni di energia dell’8,6% è dovuta anche alla svalutazione dell’euro, che ci porta a pagare un prezzo maggiore per il nostro fabbisogno energetico. Probabilmente, se nei prossimi mesi assisteremo ad un rafforzamento della moneta unica, potremmo assistere ad un’inversione di tendenza”. In ambito settoriale, il Made in Italy al netto dell’energia presenta un surplus di circa 42 miliardi di euro nel periodo gennaio-luglio 2012, di quasi tre volte superiore a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno (17 miliardi), risultato cui contribuisce soprattutto la meccanica, con un surplus di 28,2 miliardi di euro, che rappresenta il 67% dell’attivo della bilancia commerciale non energetica. Se si guarda alle performance esportative, l’intero comparto della meccatronica raggiunge un valore delle vendite di oltre 60 miliardi di euro, mentre un competitor come la Francia si attesta su un valore pari a 48,8 miliardi.  
   
   
MANUFATTURIERO NOVARESE, PRODUZIONE IN CALO MA SPIRAGLI POSITIVI  
 
Novara, 18 settembre 2012 - Ancora un risultato negativo per la produzione industriale novarese, che nel secondo trimestre 2012 vede diminuire, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia la produzione, in calo del -4,3%, che il fatturato, sceso del -5,8%. La 163a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, che in provincia di Novara ha coinvolto 149 imprese, per un totale di 7.480 addetti ed un fatturato superiore ai 2,5 miliardi di euro, evidenzia flessioni produttive per tutte le province del Piemonte: la produzione regionale arretra del -5,4% rispetto al periodo aprile-giugno dello scorso anno, mentre il fatturato registra una diminuzione del -3,7%. «Per il terzo trimestre consecutivo la produzione industriale novarese risulta in calo – commenta Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio di Novara – Rispetto ai risultati registrati in apertura d’anno, si rileva un lieve miglioramento, soprattutto in riferimento alla domanda estera, che non riesce, tuttavia, a compensare le debolezze del mercato interno: una reale ripresa potrà realizzarsi solo a fronte di un cambiamento del clima in cui operano gli imprenditori – aggiunge Rovellotti – soffocati dalle difficoltà di accesso al credito ed oppressi dal peso di una burocrazia spesso ancora lontana da una reale semplificazione». Settori - Tutte le attività industriali, ad eccezione dell’alimentare, sono interessate da una flessione della produzione, evidenziando intensità differenti, ma generalmente moderate: la perdita maggiore è quella della chimica-gomma-plastica (-5,1%), seguita dal metalmeccanico (-3,7%); tessile-abbigliamento e rubinetterie contengono, invece, il calo produttivo entro il punto percentuale, mentre continua l’andamento positivo del comparto alimentare, in crescita del +1,8% rispetto al secondo trimestre 2011. Dimensioni - Sotto il profilo dimensionale si riscontra un andamento eterogeneo della produzione: le maggiori criticità riguardano sia le microimprese con meno di 10 addetti, che registrano una riduzione produttiva pari al -6,9%, sia le imprese di maggiori dimensioni (50-249 addetti), il cui calo dell’output si attesta al -7,1%. Più contenuta la flessione evidenziata dalle imprese con oltre 250 addetti (-2,7%), mentre evidenziano una variazione positiva, pari al +1,4%, le imprese della fascia dimensionale 10-49 addetti. Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttiva si attesta, in media, al 48,3%, con valori superiori alla media provinciale per le rubinetterie (68,1%) e la chimica-gomma-plastica (57,2%). Nuovi Ordinativi - Sul fronte della domanda, emerge con evidenza la contrapposizione tra l’andamento del mercato interno, che sconta una flessione del -7,2%, e di quello estero, in crescita del +4,4%. Il calo delle commesse interne colpisce tutti i comparti, senza eccezione alcuna, con una perdita del -9,7% per il metalmeccanico. Viceversa, il quadro degli ordinativi esteri è dominato dal segno “più”, con valori compresi tra il +3,6% dell’alimentare e il +9,1% delle rubinetterie. Fatturato - Il confronto con il secondo trimestre 2011 vede diminuire il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente del -5,8%, con flessioni superiori alla media provinciale per il comparto della chimica e gomma plastica (-8,3%) e variazioni positive, invece, per il tessile-abbigliamento (+1,9%) e le rubinetterie (+1,7%). Diminuisce anche il fatturato estero, in discesa del -4,4%: il risultato generale risente, tuttavia, della performance negativa della chimica-gomma-plastica (-9,2%) cui si contrappone la crescita evidenziata dalle altre attività produttive. Prospettive A Tre Mesi - Le prospettive degli imprenditori per il periodo luglio-settembre 2012 si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali, con l’unica eccezione degli ordinativi esteri. Circa il 45% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 15,6% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -29,2 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 47,2% degli imprenditori, quota che supera di 29,6 punti percentuale quella degli ottimisti. Analoghe le aspettative espresse nei confronti degli ordinativi interni, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -32,7 punti percentuale. Diverse le aspettative espresse in merito alla domanda estera, attesa in aumento dal 24,9% degli intervistati contro il 19,8% che ne ipotizza un calo, con un conseguente saldo di opinione positivo, pari a 5,4 punti percentuali; va comunque sottolineato che ben il 55,6% delle imprenditori prevede una situazione di stazionarietà in merito alle commesse estere.  
   
   
PRESENTAZIONE BANDO PRINCIPI ATTIVI 2012.  
 
Grottaglie (Ta), 19 Settembre 2012 – Oggi alle ore 19:00 presso il Laboratorio Urbano e.Motiva.mente sito in Via Mastropaolo (adiacenze della Chiesa Madonna del Carmine) a Grottaglie (Ta) ci sarà la presentazione del bando di concorso Principi Attivi 2012 . L´incontro, promosso dalle Associazioni Culturali Compagnia della Polvere di Grottaglie (Ta) e Produe - insieme per le idee – di Oria (Br), è patrocinato dal Comune di Grottaglie - Assessorato alle Politiche Giovanili. Principi Attivi è l’iniziativa di Bollenti Spiriti e Regione Puglia per favorire la partecipazione dei giovani pugliesi alla vita attiva e allo sviluppo del territorio attraverso il finanziamento di progetti ideati e realizzati dai giovani stessi. L’obiettivo è duplice: verso i giovani: dare responsabilità, occasioni di apprendimento e di attivazione diretta; verso la comunità regionale: dare un iniezione di energia e innovazione al sistema sociale ed economico pugliese. Principi Attivi finanzia gruppi informali di giovani che intendono realizzare: A. Idee per la tutela e la valorizzazione del territorio (es: sviluppo sostenibile, turismo, sviluppo urbano e rurale, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico etc.); B. Idee per lo sviluppo dell’economia della conoscenza e dell’innovazione (es. Innovazioni di prodotto e di processo, media e comunicazione, nuove tecnologie etc.); C. Idee per l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva (es. Qualità della vita, disabilità, antirazzismo, migranti, sport, pari opportunità, apprendimento, accesso al lavoro, impegno civile, legalità etc.). In caso di approvazione del progetto, i gruppi informali si impegnano a costituire un nuovo soggetto giuridico a propria scelta (associazione, cooperativa, impresa etc.). Il contributo massimo ammissibile per ciascuna proposta progettuale è di 25.000 Euro per realizzare progetti delle durata massima di 12 mesi. L´incontro informativo del prossimo 19 settembre ha come obiettivo quello di indirizzare i giovani pugliesi verso un progetto sperimentale che può vederli impegnati nella realizzazione di nuove idee e progetti che possono trasformarsi in veri e propri mestieri del futuro.  
   
   
COMMERCIO: IN FVG È SETTORE CHE MEGLIO RESISTE A CRISI  
 
Trieste, 18 settembre 2012 - Gli effetti della crisi si sentono ovunque ma i dati più incoraggianti per il Friuli Venezia Giulia, e per Trieste in particolare, giungono proprio dal commercio che, come ha spiegato ieri l´assessore regionale Angela Brandi intervenendo alla conferenza stampa indetta da Confcommercio, nel capoluogo giuliano resiste meglio di altri settori mantenendo quasi inalterato il numero di esercizi commerciali complessivi (3081) ma anche quello di esercizi di vicinato (meno di 250 metri quadrati) che, rispetto ai 2953 del 2010, si attestano a 2.874 unità con una perdita limitata a meno del 3 per cento. "L´inconfutabile flessione dei consumi - ha aggiunto Brandi - è quindi legata anche al fattore prudenza del consumatore ed al minore accesso al credito degli operatori, situazioni che la Regione monitora costantemente per intervenire su più fronti, compreso quello dei Centri di assistenza tecnica alle imprese del Terziario (Cat), verso i quali sono stati dirottati nel 2011 325 mila euro in ambito regionale e, di questi, 110.578 al Cat Terziaria di Trieste per programmi di informazione e assistenza generica alle imprese (45.578 euro) e per l´Osservatorio permanente per il monitoraggio del terziario del Friuli Venezia Giulia (65 mila)". Illustrando le varie forme di finanziamento al settore, Brandi ha poi citato i 700 mila euro di contributi distribuiti nel 2011 su base regionale (154.726 euro a Trieste) per programmi di investimento in sistemi di sicurezza, nella certificazione di qualità, nel commercio elettronico, nell´acquisto di beni mobili e nell´ammodernamento-adeguamento degli immobili aziendali. Quest´anno, ha aggiunto l´assessore, i Cat Fvg riceveranno globalmente 600 mila euro per le medesime finalità, suddivisi tra Udine (191.096 euro a Terziaria e 22.220 a Microimprese), Trieste (116.073 a Terziaria e 15.130 a Servizi al Commercio), Pordenone (108.751 a Terziaria e 38.666 a Primimpresa) e Gorizia (64.293 a Terziaria e 42.863 ad Ascom Servizi Monfalcone). L´iniziativa che Brandi ha però giudicato più innovativa e coinvolgente riguarda i Centri commerciali naturali (Ccn) e i Centri in Via (Civ), ovvero il concetto che uniti si vince applicato alle realtà imprenditoriali dei centri urbani, laddove il marketing comune si rivela un valore aggiunto per diminuire i costi ed aumentare l´attrattività. Ccn e Civ dell´estremo Nordest hanno potuto disporre nel 2011 di 640 mila euro, 84.400 dei quali per i progetti di Trieste. A questo proposito, vanno citate le creazioni dei due centri commerciali naturali di Trieste Centro (45.900 euro) e Duino Aurisina Mare (38.500 euro).  
   
   
COMMERCIO: DA REGIONE FVG SEICENTOMILA EURO AI CAT  
 
Trieste, 18 settembre 2012 - Seicentomila euro di contributi erogati al settore del Commercio da parte della Regione. Ne dà notizia l´assessore regionale Angela Brandi, facendo riferimento alla legge regionale che prevede nello specifico l´assegnazione ai Centri di Assistenza Tecnica alle imprese (Cat) di un finanziamento su determinati progetti. Entro il 31 gennaio, infatti, le aziende possono presentare ai Cat domande di contributo riguardanti vari ambiti dell´attività, quali il commercio elettronico, i sistemi di sicurezza, la certificazione di qualità, l´acquisto di beni mobili e l´ammodernamento, oltre che l´adeguamento, degli immobili aziendali. La percentuale del contributo varia a seconda del tipo d´investimento, fino a un massimo del 50% della spesa ammissibile, compresa tra i 4.000 e i 26.000 euro, ad eccezione degli interventi riguardanti la sicurezza, per i quali la spesa minima scende a 1.500 euro. "Si tratta - ha detto l´assessore Brandi - di un importante sostegno offerto alle imprese commerciali, in primo luogo perché avviene in un momento di difficoltà economica generale, ed inoltre consente agli imprenditori del settore di poter investire in ambiti riguardanti l´innovazione, la quale è fondamentale per essere competitivi sul mercato". "In questo processo, in cui l´obiettivo del miglioramento dell´offerta è preminente - ha spiegato l´assessore - i Cat svolgono un ruolo capillare sul territorio, in quanto rappresentano un punto di collegamento strategico fra l´Amministrazione regionale e le imprese, nell´ottica condivisa di offrire agli operatori del commercio un sostegno concreto attraverso servizi rapidi ed efficienti". Per quel che riguarda la suddivisione territoriale delle risorse i due Centri di Udine, Terziaria e Microimprese, andranno a percepire rispettivamente 191.096 e 22.220 Euro; Terziaria Trieste e Servizi al commercio di Trieste riceveranno 116.073 e 15.130 Euro. Sul fronte pordenonese ai due Cat, Terziaria e Primimpresa, verranno erogati 108.751 e 38.666 Euro. Infine, per quel che riguarda la provincia di Gorizia, a Terziaria e ad Ascom servizi Monfalcone, sono stati attribuiti 64.293 e 42.863 Euro.  
   
   
INCONTRO A MATERA SUL POLO DEL SALOTTO  
 
Matera, 18 settembre 2012 - Analisi del sistema produttivo territoriale e delle relative esigenze, anche in riferimento ai fabbisogni infrastrutturali. Individuazione delle iniziative imprenditoriali interessate ad investire con proposte serie e concrete di sviluppo; individuazione e definizione degli strumenti pubblici, in termini di aiuti per gli investimenti, da mettere in campo da parte del Governo nazionale e di quello regionale. Sono i 3 punti caratterizzanti che, in attuazione delle intese sottoscritte a Roma con il sottosegretario De Vincenti dagli assessori di Basilicata e Puglia Viti e Capone, daranno corpo e sostanza al verbale d’intesa che il Gruppo di lavoro Governo e Regioni Basilicata e Puglia sta completando e dovrà essere messo a punto, sentiti i sindacati e i responsabili delle associazioni imprenditoriali, entro il prossimo 30 settembre. Sono stati illustrati oggi a Matera dagli assessori alla Formazione e Lavoro, Vincenzo Viti, e alle Attività produttive, Marcello Pittella, da Carlo Sappino, direttore del Ministero per lo Sviluppo economico, e da Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, nel corso di un incontro informativo sullo stato delle istruttorie relative al progetto di rilancio del “Polo murgiano” nella sala consiliare della Provincia, al quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali regionali, provinciali e comunali, parti sociali e distretto del salotto. “Entro il 30 novembre, invece, - ha sottolineato l’assessore Viti nel suo intervento introduttivo subito dopo i saluti del presidente della Provincia di Matera Franco Stella – dovrà essere approvato l’accordo di programma definitivo tra Governo, Regioni Basilicata e Puglia e parti sociali. L’obiettivo al quale punta la Regione attraverso i Dipartimenti interessati, condiviso e sostenuto dal presidente Vito De Filippo, è di porre fine a una lunga e controversa vicenda e offrire uno strumento concreto non solo per individuare soluzioni concertate e condivise alle situazioni di crisi produttiva e occupazionale ma per invertire la tendenza e ridare centralità e prospettive a un’area strategica del Sud che coinvolge la nostra regione e quella pugliese”. L’assessore Pittella ha sottolineato l’importanza dell’intervento del direttore del Ministero dello Sviluppo Sappino e dell’ad di Invitalia Arcuri “quale messaggio della volontà del Governo nazionale di voler tornare ad investire nel nostro territorio. La Regione Basilicata, dal canto suo, – ha aggiunto – oggi conferma la disponibilità a mettere in campo strumenti, non solo finanziari, per raccogliere la sfida finalizzata ad individuare proposte imprenditoriali rigidamente basate sulla qualità e su un percorso di investimenti e occupazione di lunga durata”. Pittella ha concluso ricordando l’importanza, per il rilancio, del tema infrastrutturale e del ruolo strategico da assegnare al completamento ed attivazione della pista Mattei. Sono intervenuti, tra gli altri, nel corso dell’incontro, il presidente della prima Commissione consiliare regionale Vincenzo Santochirico, i segretari provinciali Andriulli (Fillea Cgil), Amatulli (Cisl), Delicio (Feneal Uil), il presidente di Confindustria Basilicata Somma, il vicepresidente dell’Api Fontanarosa, il presidente del Distretto del Mobile imbottito Di Maggio, il sindaco di Matera Adduce, il Capogruppo del Pd Luca Braia. Cauto ottimismo, attesa per i passaggi ulteriori di una trattativa che ha imboccato la strada di una maggiore concretezza e riconoscimento per l’azione sviluppata dalla Regione Basilicata è stata espressa dagli esponenti delle forze sociali, produttive e istituzionali. Nel pomeriggio, analogo incontro con gli amministratori regionali pugliesi e con le forze produttive sociali ed istituzionali di quella regione, avrà luogo a Santeramo in Colle.  
   
   
EXPORT; IN UMBRIA DATI POSITIVI, DALLA REGIONE RISORSE AGGIUNTIVE PER UN MILIONE DI EURO  
 
Perugia, 18 settembre 2012 - "Supportare con specifici strumenti l´aggregazione di imprese che guardano ai mercati esteri. Così la Regione Umbria intende sostenere e estendere all´intero sistema delle pmi le opportunità offerte dall´export e dall´internazionalizzazione. Da qui la decisione della Giunta regionale di destinare, per i prossimi dodici mesi, un milione di euro aggiuntivi, rispetto allo stanziamento ordinario di pari importo, per realizzare uno specifico programma di iniziative e progetti di internazionalizzazione promossi da reti e consorzi di imprese". Lo ha annunciato l´assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi, commentando i dati sull´export umbro del primo semestre 2012, con quasi 2 miliardi di esportazioni ed un incremento percentuale dell´8,5%, che hanno posto l´Umbria tra le prime regioni in Italia. Per Riommi si tratta di "un confortante segnale di vivacità del sistema produttivo regionale in un contesto ancora caratterizzato da forti preoccupazioni per la tenuta di parti importanti del sistema delle imprese. Il quadro che si ricava - secondo l´assessore - conferma che la matrice produttiva su cui si è costruito lo sviluppo della regione è quella che tiene e che anzi dà segnali di crescita e di sviluppo sul piano internazionale. Siderurgia, meccanica di precisione ed avanzata, tessile abbigliamento, l´arredo casa e produzioni alimentari di qualità - evidenzia - rappresentano i comparti da cui ripartire e su cui articolare una politica industriale della regione in cui l´export e l´internazionalizzazione delle imprese, unitamente alla crescita delle dimensioni d´impresa, il sostegno alla ricerca ed all´innovazione e l´accesso al credito rappresentano le principali linee direttrici dell´azione regionale". I protagonisti della possibile ripresa sono infatti per Riommi soprattutto gli esportatori. Si tratta di un numero ancora relativamente piccolo di imprese tra i 20 e i 50 dipendenti che costituiscono una significativa presenza e trainano il valore aggiunto industriale coprendone quasi l´80 per cento, anche grazie alla capacità di essere concorrenziali sui mercati globali.  
   
   
ALLA CINA PIACE IL MOBILE MILANESE 85 MILIONI L’INTERSCAMBIO CINA – LOMBARDIA IN SEI MESI BENE MILANO PER IMPORT-EXPORT, +30% LE ESPORTAZIONI  
 
Milano, 18 settembre 2012 - Vale quasi 85milioni di euro l’interscambio per il settore mobili e design tra Cina e Lombardia nei primi sei mesi del 2012, circa un terzo del totale italiano. Como, Monza e Brianza, e Milano prime per export nel Paese. Milano aumenta il suo export del 30% rispetto ai primi sei mesi del 2011, in aumento anche l’import del 2,2%. L’import milanese pesa il 50,6% su quello lombardo, 11,9% invece il peso dell’export. In tutti i settori, non solo i mobili, la Lombardia esporta in Cina per un totale di quasi un miliardo e mezzo di euro al Ii trimestre 2012, un terzo del totale italiano. L’interscambio tra Lombardia e Cina è rappresentato principalmente dai prodotti manifatturieri (97,7% del totale import/export). Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Istat al Ii trimestre 2011 e 2012.  
   
   
INDUSTRIA, PER LIVORNO E PIOMBINO LA GIUNTA CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DI AREA DI CRISI  
 
Firenze, 18 settembre 2012 – Riconoscimento di area di crisi complessa per il polo siderurgico di Piombino e per quello della componentistica auto di Livorno e Collesalvetti. E’ questa la richiesta al governo che la giunta ha formalizzato ieri approvando una delibera presentata dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini. La richiesta, sotto forma di istanza al Ministero dello sviluppo economico, parte dalla considerazione che le aree di Piombino-val di Cornia e Livorno-collesalvetti, da tempo colpite da recessione economica e perdita di posti di lavoro, sono da considerarsi, per dimensioni ed importanza delle imprese, non solo di rilevanza regionale ma anche nazionale. In entrambi i casi, infatti, siamo in presenza di una prevalenza di grande impresa e di gruppi multinazionali, con una forte dipendenza dai mercati mondiali dominati da pochi grandi produttori a livello internazionale, un significativo indotto e necessità di processi di riconversione, il tutto concentrato su uno spazio geografico limitato. Il riconoscimento di questi due territori come area di crisi complessa, così come previsto dalla normativa nazionale, è presupposto essenziale per rendere efficaci i progetti di riqualificazione e riconversione industriale che, peraltro, la Regione ha già messo in campo. Entrambi i siti, a causa di problemi ambientali, sono fra l’altro individuati come Sin (siti di interesse nazionale), cosa che costituisce una forte limitazioni negli interventi nel breve periodo e rende necessario un intervento a livello nazionale. “La richiesta – spiega l’assessore Simoncini – deriva dalle difficoltà molto pesanti che le aree di Livorno- Collesalvetti e di Piombino-val di Cornia vivono in relazione alla crisi della componentistica e della siderurgia. In questi anni si sono presi centinaia di posti di lavoro e migliaia di lavoratori sono stati e sono in cassa integrazione. Le difficoltà hanno colpito le aziende principali e l’indotto. Peraltro, ad oggi non ci sono segnali di inversione di tendenza in questi due settori, che sono fra l’altro anche direttamente collegati. Da qui la richiesta di riconoscimento di aree di crisi complessa, che se ottenuta potrebbe attivare sul territorio risorse nazionali per progetti di reindustrializzazione e riconversione produttiva. Al tempo stesso, con questa candidatura, intendiamo spronare il governo a mettere in campo politiche industriali forti a sostegno di due settori strategici come la siderurgia e l’automotive. La Regione, che ha firmato accordi con i sindaci di Livorno e di Piombino e la provincia di Livorno a sostegno di progetti di intervento sui due territori, sosterrà la richiesta anche nella definizione dei criteri per la determinazione delle nuove aree di crisi complessa, e farà la propria parte nel sostenere i progetti di reindustrializzazione e riconversione.” La delibera approvata dalla giunta fa riferimento alla legge nazionale 134 del 7 agosto 2012 che prevede, in caso di crisi complesse, l’attivazione di progetti di riconversione che promuovano la riqualificazione delle aree interessate, del capitale umano, il recupero ambientale e l’efficienza energetica dei siti e il potenziamento delle infrastrutture a fronte di un finanziamento da parte del governo con la costituzione di un apposito Fondo per la crescita sostenibile. In particolare il polo siderurgico di Piombino, il secondo per importanza a livello nazionale e fra i primi a livello europeo, risente della crisi, di portata mondiale, del mercato dell’acciaio, aggravata da problemi di tipo infrastrutturale, energetico ed ambientale. Da tempo regione ed enti locali hanno avanzato al governo richiesta di apertura di un tavolo a livello nazionale mentre la giunta ha varato un progetto di rilancio. Il polo della componentistica auto dell’area urbana di Livorno e Collesalvetti costituisce uno dei 5 poli nazionali della subfornitura meccanica automotive, con un indotto meccanico fatto di piccole e piccolissime aziende diffuso capillarmente in tutta l’area. Le imprese del settore, in questi anni, hanno attraversato processi di riorganizzazione con ricadute negative sull’occupazione e anche in questo caso la Regione sta sostenendo, con gli enti locali, interventi per il rilancio del settore.  
   
   
VCO, CONGIUNTURA ECONOMICA II TRIM. 2012, MALE PRODUZIONE E FATTURATO  
 
Verbania, 18 settembre 2012 - L´analisi congiunturale relativa al Ii° trimestre 2012 realizzata dalla Camera di Commercio del Vco in collaborazione con Unioncamere Piemonte registra, rispetto allo stesso periodo 2011, andamenti critici per produzione (-7,3%), fatturato (-8,5%) e ordinativi interni (-9,1%). Stabili gli ordinativi esteri (+0,7%). Andamenti sotto la media piemontese, che registra: produzione -5,4%, fatturato -3,7%. Per il terzo trimestre tornano incerte le aspettative degli operatori economici sull’andamento di produzione e fatturato. Saldi positivi invece per gli ordinativi esteri. Tutti i settori registrano andamenti negativi per la produzione, rispetto allo stesso periodo del 2011. Le industrie metalmeccaniche segnano risultati inferiori rispetto alla media provinciale: -6,5% la produzione, -10,4% il fatturato, -11% gli ordinativi interni. Andamenti critici soprattutto per il comparto delle industrie dei metalli. Tutte le province piemontesi registrano, seppur con tassi diversi (che vanno dal -8,3% di Biella al -1,3% di Cuneo), un andamento negativo della produzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre la media regionale segna -5,4% per la produzione e -3,7% per il fatturato. Rispetto al trimestre precedente, a livello locale le imprese segnalano una “stazionarietà” degli indicatori riferiti a produzione e ordinativi esteri. Per il 42% del campione di imprese la produzione è rimasta stabile (per il 24% delle imprese intervistate si registra un aumento mentre per il 34% una flessione). In flessione l’andamento per gli ordinativi interni, dove oltre il 43% degli intervistati segnala una diminuzione degli ordinativi interni. Il grado di utilizzo della capacità produttiva è fisso nel secondo trimestre 2012 al 55% (era il 53% nel primo trimestre dell’anno), valore più basso a livello regionale (media del 58%). Aspettative degli operatori per il terzo trimestre del 2012 - Tornano a peggiorare le aspettative degli operatori economici per il terzo trimestre del 2012 per tutti gli indicatori economici. La produzione industriale crescerà ancora per circa il 14%, registrando un saldo tra ottimisti-pessimisti pari a -44%. Stimato in flessione anche il fatturato (-47%), gli ordinativi totali e quelli interni: rispettivamente -39% il saldo ottimisti-pessimisti per gli ordini totali, -47% per gli ordinativi interni, segnale di difficoltà negli ordini a livello nazionale. Sostanzialmente stabili gli ordinativi esteri. L´analisi completa dei dati è disponibile sul sito internet della Camera di commercio all´indirizzo: www.Vb.camcom.it / Vco economia / congiuntura /Ii° trimestre 2012.  
   
   
APERTO IL DESK VIETNAM, UN AIUTO PER TROVARE NUOVI SBOCCHI AI PRODOTTI DI QUALITÀ DELLA TOSCANA  
 
Firenze, 18 settembre 2012 - Uno sportello per chi vuole potenziare i propri rapporti commerciali con il Vietnam, tra i trenta nuovi mercati più dinamici al mondo, ma non sa come fare. Un desk che apre ora a Firenze e sarà operativo per tre mesi, affidato a Pham Hoang Hai, giovane segretario, non ancora trentenne, della Camera di commercio italiana di Hanoi, che ha studiato in Italia e conosce bene la lingua e il nostro paese. “Lo sportello che inauguriamo, frutto anche dell’accordo firmato a febbraio dalla Regione Toscana con l’agenzia del governo vietnamita per la promozione e l’internazionalizzazione, è uno strumento in più che mettiamo in campo per aiutare il made in Tuscany delle tante e piccole aziende toscane, i cui prodotti sono ambiti nel mondo e ovunque ricercati dalle classi medie emergenti” spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi. Già stamattina si sono tenuti, presso il desk, incontri tra una ventina di associazioni di categoria vietnamite e circa 40 imprese toscane operanti in vari settori. Il desk, inaugurato stamani, avrà un ufficio completamente dedicato al piano terra di Villa Fabbricotti, sede dell’agenzia Toscana Promozione. Servirà a rafforzare i rapporti di collaborazione con il Vietnam, ma sarà soprattutto un punto di riferimento stabile a disposizione delle aziende toscane intenzionate ad affacciarsi su quel mercato. Sono previsti anche incontri con le imprese sul territorio. “Paesi emergenti come il Vietnam o l’India, la Russia e la Cina sono una grande opportunità per le nostre imprese – sottolinea Rossi – Fino a qualche tempo fa le aziende si trasferivano oltre confine per abbattere i costi di produzione e produrre lì beni venduti per lo più in Europa e Nord America. Oggi e domani questi paesi diventano enormi bacini di domanda per prodotti di fascia medio-alta, quali sicuramente quelli toscani sicuramente sono”. Tessile e calzature prima di tutto, a guardare gli ultimi dati sull’export verso il Vietnam, ma anche pelle, mobili e altri settori, dalla meccanica strumentale ai materiali da costruzione o le infrastrutture per cantieri. Bastano pochi numeri per capire le enormi potenzialità: anche per l’export verso un paese, come il Vietnam, dove il potere di acquisto della popolazione rurale, che è la parte più consistente degli 86 milioni di abitanti, rimane limitato ma va formandosi nelle città un significativa classe di consumatori. Si stima infatti che la domanda del Vietnam possa crescere nei prossimi sei anni del 71 per cento. Una crescita che neppure la crisi internazionale sembra aver fermato. Un import in ascesa che riguarderà soprattutto l’agroalimentare, abbigliamento ed accessori – non a caso tutte le firme più importanti della moda hanno già aperto in Vietnam vetrine e negozi – calzature ed arredamento. E la Toscana non parte da zero. L’italia è al quindicesimo posto per quanto riguarda l’interscambio con il Vietnam e la Toscana, tra le regioni d’Italia, è quarta, dietro Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, con il 16 per cento del made in Italy destinato al Vietnam quando la media sull’export italiano è in genere attorno all’8 per cento. L’inaugurazione del desk a Toscana Promozione segue l’attivazione, dal 2010 ad oggi, di due progetti nati per sviluppare con il paese asiatico rapporti stabili: uno riguarda il settore delle calzature e della pelle. Il Vietnam sta diventando inoltre sempre di più anche una piattaforma di lancio importante verso il mercato cinese e già cinque imprese toscane vi contano uffici o sedi distaccate. Oltre alla Piaggio di Pontedera, sono già presenti in Vietnam la Esanastri di Calcinaia, in provincia di Pisa, la Savino del Bene di Scandicci, la Segis di Poggibonsi e la Albini e Pitigliani di Prato. Da segnalare infine, sempre oggi, la sottoscrizione di un accordo di paternariato tra l’Associazione degli imprenditori vietnamiti in Italia (che conta oltre 1000 iscritti, 50 dei quali operanti in Toscana) e la Hanoi Business Association, vale a dire l’equivalente della Confindustria. L’accordo, grazie ai buoni rapporti Vietnam-cina, permetterà attraverso la Hanoi Business Association di facilitare l’accesso anche al mercato cinese.  
   
   
TURISMO, DELEGAZIONI DI TOUR OPERATOR DA USA E CANADA  
 
Verona, 18 settembre 2012 - La Camera di Commercio di Verona sta attuando un importante progetto promozionale nel settore turistico. Con l’intento di offrire opportunità di business alle imprese veronesi del settore e di promuovere l’incoming sul territorio, infatti, si accoglieranno a Verona 2 delegazioni di tour operator stranieri provenienti da Usa e Canada dal 19 al 22 settembre 2012 e Brasile, Argentina e Messico dal 5 al 7 dicembre 2012. Tali operatori saranno selezionati da parte degli uffici esteri di Metropoli, Azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, in collaborazione con le Camere di Commercio estere e la rete Enterprise Europe Network, in base alle caratteristiche dell’offerta ricettiva del territorio veronese, al fine di promuovere tra i consumatori di questi Paesi le nostre strutture ricettive di medio ed alto livello. Il progetto, la cui partecipazione per gli operatori veronesi è gratuita, prevede la realizzazione di incontri d’affari bilaterali tra i tour operator e le imprese turistiche della provincia di Verona, visite di alcune strutture ricettive, tour enogastronomici per far conoscere meglio il territorio e un catalogo con le schede di tutti gli operatori partecipanti, che verrà rilasciato ai tour operator ospiti. Le richieste di partecipazione pervenute in Camera di Commercio sono state tantissime, oltre alla disponibilità di varie strutture ad ospitare le delegazioni, a dimostrazione che c’è fermento tra gli operatori turistici veronesi che vedono in questo progetto un’opportunità di sviluppo per la loro attività e per il territorio scaligero, spesso messo in ombra dalla più celebre Venezia. Gli incontri bilaterali si terranno nei giorni 20 e 21 settembre presso la Camera di Commercio di Verona e vedranno protagonisti le strutture alberghiere nella prima giornata e tutte le altre tipologie di operatori turistici (agenzie viaggio, di incoming, bus operators, ristoranti, associazioni varie) nella seconda. Il 21 settembre alle ore 11:30 in sala Transatlantico presso la Camera di Commercio di Verona, si terrà altresì l’incontro di presentazione del progetto. I giornalisti avranno la possibilità di intervistare gli operatori presenti durante lo svolgimento dell’evento, “testando” così direttamente la particolare formula della manifestazione. “Auspicando con questa iniziativa un nuovo slancio per la ripresa del turismo nella nostra provincia – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Verona Alessandro Bianchi – ci prepariamo a ripetere il progetto anche il prossimo anno, già sollecitati –come era prevedibile- dagli stessi operatori turistici veronesi”.