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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Marzo 2014
LA SANITÀ ONLINE: A CHE PUNTO SIAMO?  
 

Bruxelles, 25 marzo 2014 - "L´europa sta affrontando una crisi di assistenza sanitaria a causa dell´invecchiamento della popolazione. Utilizzando al meglio la tecnologia digitale possiamo ridurre i costi, ridare il controllo al paziente, rendere più efficiente la sanità e aiutare i cittadini europei ad essere attivi nella società più a lungo". Dobbiamo continuare a prendere il polso della situazione", ha dichiarato Neelie Kroes. La sanità online: a che punto siamo? Qual è la diagnosi? Secondo due indagini svolte nelle unità ospedaliere di cura intensiva (dedicate cioè alle cure mediche o chirurgiche a breve termine) e tra i medici generici d´Europa, l´utilizzo della sanità online ha iniziato a prendere piede: il 60% dei medici generici utilizzava gli strumenti di assistenza sanitaria online nel 2013, con un aumento del 50% rispetto al 2007. Ma occorre fare molto di più. Tra i principali dati che le indagini hanno messo in luce: i paesi nei quali si registra la maggiore diffusione della #sanità online sono la Danimarca (66%), l´Estonia (63%), la Svezia e la Finlandia (entrambe al 62%). I profili completi per paese sono disponibili qui. I servizi di sanità online sono ancora utilizzati perlopiù per la registrazione e la trasmissione tradizionale, anziché per scopi clinici, come le visite online (solo il 10% dei medici generici svolge visite online). In fatto di digitalizzazione delle cartelle cliniche dei pazienti, i Paesi Bassi si piazzano primi con una percentuale di digitalizzazione dell´83,2%; in seconda posizione troviamo la Danimarca (80,6%) e in terza il Regno Unito (80,5%). Tuttavia, appena il 9% degli ospedali in Europa permette ai pazienti di accedere online alla propria cartella clinica e la maggior parte di essi dà solo un accesso parziale. Quando adottano la sanità online, gli ospedali e i medici generici si scontrano con numerosi ostacoli che vanno dalla mancanza di interoperabilità alla mancanza di un quadro normativo e di risorse. Nel commentare l´indagine, la Vicepresidente della Commissione @Neeliekroeseu ha dichiarato: "Dobbiamo intervenire per cambiare la mentalità nel settore sanitario in tempo brevi. Il fatto che sei medici generici su dieci utilizzino gli strumenti di sanità online indica che incominciano a prenderci la mano, ma a noi serve un´impennata! È assurdo che appena il 9% degli ospedali in Europa permetta ai pazienti di accedere online alla propria cartella clinica. Auspico che i governi, gli innovatori nel campo dell´alta tecnologia, le compagnie di assicurazioni, le aziende farmaceutiche e gli ospedali uniscano le forze per dare vita a un sistema di assistenza sanitaria innovativo ed efficiente sotto il profilo dei costi, con maggiore controllo e trasparenza per il paziente." Il Commissario per la Salute, Tonio Borg, ha aggiunto: "Le soluzioni basate sulla sanità online possono portare a cure migliori per i pazienti e a sistemi sanitari più efficienti. Le indagini indicano che alcuni Stati membri sono chiaramente in testa nell´uso delle prescrizioni elettroniche e delle cartelle cliniche digitalizzate e possono essere fonte di ispirazione per gli altri. Mi aspetto che tutti gli Stati membri comprendano il potenziale delle soluzioni basate sulla sanità online e collaborino a tale riguardo nell´ambito della nostra rete europea di sanità online." Perché le lunghe attese? Alla domanda sul perché non utilizzino di più i servizi di sanità online, i medici generici hanno addotto come motivo la scarsa remunerazione (79%), le conoscenze informatiche insufficienti (72%), la mancanza di interoperabilità dei sistemi (73%) e la mancanza di un quadro normativo sulla riservatezza per le comunicazioni per e-mail tra medico e paziente (71%). Contesto - Gli studi hanno valutato l´utilizzazione degli strumenti e dei servizi digitali nella sanità: uso e accesso alle cartelle cliniche digitalizzate, telemedicina, scambio di informazioni tra professionisti, ecc. Questi servizi, se dispiegati pienamente, forniscono ai pazienti un´informazione più completa e li coinvolgono maggiormente nelle proprie cure sanitarie. Inoltre permettono un accesso migliore alla consulenza e all´assistenza sanitaria e migliorano l´efficienza dei sistemi sanitari nazionali. Tra gli strumenti di sanità online si annoverano: a) le cartelle cliniche digitalizzate; b) lo scambio di informazioni sanitarie; c) la telemedicina e d) le cartelle sanitarie personali. Scambio di informazioni sanitarie: Nell´unione europea il 48% degli ospedali condivide per via elettronica alcune informazioni mediche con medici generici esterni e il 70% degli ospedali le condivide con operatori sanitari esterni. I migliori risultati si registrano in Danimarca, in Estonia, in Lussemburgo, nei Paesi Bassi e in Svezia (il 100% dei loro ospedali pratica lo scambio di informazioni ad un qualche livello). I medici generici fanno un uso limitato delle prescrizioni elettroniche e delle interazioni con i pazienti per e-mail (32% e 35% rispettivamente). I tre paesi in vetta alla classifica per le prescrizioni elettroniche sono l´Estonia (100%), la Croazia (99%) e la Svezia (97%), mentre per quanto riguarda l´uso dell´e-mail troviamo la Danimarca (100%), l´Estonia (70%) e l´Italia (62%). Meno dell´8% degli ospedali dell´Ue condivide informazioni mediche per via elettronica con operatori sanitari stabiliti in altri paesi dell´Ue. Telemedicina Appena il 9% degli ospedali offre ai pazienti la possibilità di essere seguiti a distanza, il che ridurrebbe la necessità di degenze in ospedale, permettendo così ai pazienti di vivere autonomamente in condizioni di maggiore sicurezza. Meno del 10% dei medici generici svolge visite online con i pazienti e meno del 16% consulta altri specialisti medici online. Https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/european-hospital-survey-benchmarking-deployment-ehealth-services-2012-2013

 

 
   
   
PREVEDERE IL FUTURO DEL DOPING NELLO SPORT  
 
Bruxelles, 25 marzo 2014 - Il doping nello sport non è una novità. Gli antichi atleti greci usavano delle pozioni stimolanti per fortificarsi. Stricnina, caffeina, cocaina e alcol venivano usati abitualmente dai ciclisti nel Xix secolo. Il maratoneta Thomas Hicks vinse la maratona dei Giochi olimpici del 1904 con l´aiuto di uova crude, iniezioni di stricnina e dosi di brandy somministrate durante la gara. Durante il Xx secolo il doping divenne sempre più comune, portando non solo a competizioni sleali, ma anche alla tragica morte di atleti di alto livello. L´agenzia mondiale antidoping (Ama) venne creata 15 anni fa con la missione di promuovere, coordinare e monitorare la lotta contro il doping nello sport. Poiché i metodi e le sostanze usate nel doping diventano sempre più sofisticati, l´Ama si vede obbligata a monitorare rigorosamente le nuove innovazioni in fase di sviluppo nel campo della medicina. Parlando alla recente Innovation Convention della Commissione europea, il dott. Olivier Rabin, direttore scientifico dell´Ama ha voluto sottolineare questo punto. "Uno dei nostri compiti è quello di anticipare ciò che esisterà fra cinque o dieci anni. Le medicine esistenti solitamente non rappresentano un grande problema. Più interessanti sono i farmaci in fase di sviluppo da parte dell´industria farmaceutica, che potrebbero essere le cure di domani, ma alcuni dei quali potrebbero anche diventare i futuri agenti dopanti. Questo è il motivo per cui abbiamo creato dei collegamenti per collaborare con l´industria biofarmaceutica, volti a facilitare lo scambio di informazioni e a consentirci di ricevere informazioni confidenziali per sviluppare i test antidoping di domani". Un metodo che l´Ama ha tenuto d´occhio per un certo periodo, e che ha recentemente attirato una grande attenzione da parte dei media, è il doping genetico. Il doping genetico è il trasferimento all´interno dell´organismo di un gene, conosciuto come transgene, allo scopo di aumentare le prestazioni. Il doping genetico venne individuato dall´Ama oltre dieci anni fa come una delle possibili minacce che lo sport avrebbe dovuto affrontare. Il dott. Olivier Rabin fa notare: "Un esempio è l´Eritropoietina (Epo), che viene usata da diversi atleti per promuovere la produzione di globuli rossi nel sangue. Si tratta di un ottimo farmaco per curare chi soffre di anemia, ma a volte ne abusano gli atleti. Sappiamo che alcuni atleti potrebbero essere tentati di farsi iniettare un gene Epo, che alla fine darebbe loro una maggiore capacità di trasferire ossigeno nei loro muscoli e quindi molto probabilmente consentirebbe di aumentare le loro prestazioni. È una cosa che stiamo studiando con molta attenzione". Oggi il doping genetico è ancora in una fase piuttosto sperimentale ed è anche molto rischioso. Ci sono stati pazienti che sono morti durante dei protocolli di terapia genica. Ciò che è preoccupante, secondo il dott. Rabin, è che è ancora praticabile da quasi qualsiasi comune scienziato nel campo della biologia molecolare. "Si tratta di un rischio che riteniamo molto serio. Alcuni esperti con cui stiamo lavorando in giro per il mondo sono stati avvicinati da atleti o allenatori pronti a far trattare la loro intera squadra con la terapia genica, in particolare con Igf-1. Conosco un esperto che, dopo aver effettuato una presentazione, venne sommerso da email e chiamate che gli chiedevano in che modo le squadre potevano avere accesso alla sua tecnologia". L´ama sta sviluppando gli strumenti per rilevare il doping genetico e altri metodi dopanti del futuro, in particolare strumenti per facilitare il trasferimento di informazioni. "In futuro, gli smartphone potrebbero essere usati come dispositivi medici. Alcuni di essi possono essere già usati per misurare la pressione sanguigna e monitorare il diabete. Questo fatto può essere valutato per quanto riguarda l´antidoping. Potrebbe essere semplice come chiamare un atleta e chiedergli di mettere un dito su un dispositivo connesso al suo smartphone, in modo da consentire di ottenere delle informazioni che potrebbero essere estremamente utili per quanto riguarda il rilevamento". Per maggiori informazioni, visitare: http://cordis.Europa.eu/wire/index.cfm?fuseaction=article.detail&rcn=43148&rev=0    
   
   
CHIRGURGIA ROBOTICA, LA TOSCANA TIENE LEZIONI IN USA  
 
 Firenze, 25 marzo 2014 - La Toscana tiene lezioni di chirurgia robotica negli Usa, la patria del robot Da Vinci. Il professor Ugo Boggi, associato di chirurgia all´Università di Pisa, ha tenuto in questi giorni una lezione magistrale di chirurgia robotica del pancreas e del fegato ad Harvard, la più prestigiosa Università statunitense. Il ciclo di incontri, organizzato dal Beth Israel Deaconess Medical Center, prevede una serie di lezioni tenute da esperti di livello internazionale per aggiornare gli specialisti di tutto il mondo. Oltre a tenere le lezioni, i docenti incontrano i colleghi Usa per scambi culturali e avvio di contatti accademici. Ugo Boggi è stato presente anche in sala operatoria, per confrontare le tecniche chirurgiche applicate nell´azienda ospedaliero-universitaria pisana con quelle dei colleghi statunitensi. "E´ per noi motivo di grande orgoglio - è il commento dell´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - che un chirurgo toscano sia chiamato a tenere lezioni in un´Università così prestigiosa, e nel Paese dove il robot Da Vinci viene prodotto e dove ne sono operativi il maggior numero al mondo. Che il professor Boggi sia stato ritenuto la persona più adatta per aggiornare i chirurghi di tutto il mondo sulla chirurgia robotica di fegato e pancreas è davvero lusinghiero e sta a testimoniare l´alto livello raggiunto dalla ricerca in Toscana. Nella nostra regione - aggiunge l´assessore - esiste una grande esperienza nel settore della robotica in varie aziende - Pisa, Grosseto, Firenze, Siena - e con professionisti di grande valore. E´ nella nostra strategia puntare sulle eccellenze, di cui la robotica è una tecnologia di punta". Durante la sua presenza negli Stati Uniti, il professor Boggi ha attivato anche un interscambio tra le Università di Pisa e di Harvard: chirurghi delle due Università soggiorneranno nell´Università amica, sia come allievi che come docenti. La lezione sul trapianto di organi che Boggi ha tenuto ad Harvard sarà anche l´argomento su cui il chirurgo toscano sarà relatore a luglio a San Francisco, al congresso mondiale di trapianti.  
   
   
VISITA IN REGIONE DEL PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA, LUC MONTAGNIER. FRATTURA: CON UNA COLLABORAZIONE DI TALE LEVATURA COSTRUIAMO IL DIRITTO ALLA QUALITÀ DELLA VITA  
 
Campobasso, 25 marzo 2014 - Medicina, ricerca e politica a servizio di una più alta qualità della vita. Questa, la promessa scambiata  nella sala giunta di Palazzo Vitale tra il Premio Nobel per la Medicina, il professor Luc Montagnier, e il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. Ad accompagnare nella visita istituzionale a Campobasso l´esimio luminare, il presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa. Proprio con la Fondazione di Pozzilli, Luc Montagnier ha scelto di avviare in Molise un progetto multidisciplinare che punta ad aiutare la popolazione a conservare uno stato di salute buono anche in età avanzata. "Come Regione ci auguriamo di poter essere al suo fianco per promuovere una ricerca di qualità nel nostro territorio, con quel sentimento di gratitudine profonda che il Molise, con i suoi contenuti ma pure sospetti casi di affezione da Hiv, sente di doverle tributare, come il resto del mondo, per quanto ha fatto con le sue scoperte nel campo della medicina", così il caloroso benvenuto del governatore al Premio Nobel, Montagnier. "L´idea di poter godere della sua presenza e della sua collaborazione all´interno di una struttura di eccellenza della nostra regione - ha subito rimarcato Frattura -, ci consente di guardare alla sanità da un´altra prospettiva, ben più importante, come la promozione della qualità che questa regione è in grado di offrire. Ne parliamo oggi, provando a capire che cosa significa qualità, che cosa i tempi di risposta e cosa avvalersi di una collaborazione di tale livello. Ne parliamo superando così la dura polemica che viviamo da tempo legata esclusivamente alla questione dell´offerta sanitaria". Con una attenta riflessione sul valore della ricerca, dell´innovazione e delle opportunità che proprio la ricerca dà nella cura della malattia e della qualità della vita per il cittadino e il paziente, il presidente Frattura ha garantito l´impegno e l´attenzione della Regione su questi temi. "La cosa straordinaria - ha fatto notare -, sta nel fatto che qui non si chiedono risorse finanziarie, ma attenzione a che la riduzione dei tempi burocratici abbia un riscontro certo. Rispetto a ciò, sento di poter assicurare totale impegno delle nostre Istituzioni perché la sburocratizzazione e lo snellimento di tutte le procedure diventino un dato certo, anche per candidare il nostro Molise a un piccolo modello di riferimento nel rispetto dei tempi". "In questa regione - ha ricordato ancora il presidente -, c´è una importante banca dati, frutto del validissimo progetto Moli-sani: potrà essere, in questo processo di costruzione delle opportunità di qualità, un elemento di partenza a dimostrazione che tutto ciò che si fa, ha poi un senso quando si riesce a valorizzarlo". Impegni, quelli del presidente Frattura, presi in risposta al progetto e al lavoro che Luc Montagnier ha presentato a Palazzo Vitale: "Quello che noi ci accingiamo a fare - ha spiegato il Premio Nobel per la Medicina -, trasformerà questa piccola regione in un modello per una ricerca nuova e più efficace per il benessere delle persone. Lo scopo del progetto cui tengo maggiormente è che questa regione possa vivere più a lungo ma soprattutto meglio: oggi siamo di fronte a un terribile paradosso, viviamo di più ma moriamo male. Ho notato nei piccoli centri che ho visitato una amabilità e una ospitalità che non pensavo di trovare ma principalmente uno spirito di iniziativa finora davvero insospettato. A Pozzilli ho visitato l´ospedale di Neuromed che mi sarebbe stato impossibile immaginare in una comunità così piccola e poco nota, ne sono grato ai dirigenti dell´Istituto e alla Regione Molise", ha concluso tra gli applausi della sala il professor Montagnier.  
   
   
DALLA SANITÀ ALLA BANDA LARGA, SOLUZIONI PER I PROBLEMI DELL´ELBA  
 
Portoferraio (Li), 25 marzo 2014 – Dal rilancio della sanità elbana, alla necessità di sollecitare Telecom a realizzare i collegamenti per la banda larga, la presenza del presidente della Regione Enrico Rossi, ha permesso di esaminare i problemi dell´isola per cercare di trovare le soluzioni più idonee. "Non taglieremo il punto nascita – ha precisato Rossi riferendosi all´ospedale di Portoferraio – nonostante sia al di sotto della soglia giudicata minima di 500 parti l´anno. Non lo faremo perché siamo in un´isola e di questo occorre tener conto. Dovremo poi riqualificare la chirurgia e stiamo intervenendo per migliorare il Pronto soccorso. Direi che l´istituzione della guardia anestesiologica attiva 24 ore su 24 abbiamo fatto crescere la qualità dell´assistenza elbana. E su questa strada intendiamo continuare". Prima dell´inaugurazione della Bottega della salute, il presidente ha salutato e stretto la mano ad alcuni esponenti del comitato che reggeva uno striscione in cui veniva sollecitato ad un impegno per l´isola, ricordando loro come finalmente sia stato possibile fare la gara per riparere l´ascensore, augurandosi che la messa in funzione sia possibile a tempi brevi. L´altra questione che ha molto colpito il presidente Rossi è quella segnalata dal sindaco di Campo, Vanno Segnini, il quale ha denunciato la difficile connessione alla banda larga, nonostante i notevoli investimenti effettuati all´Elba dalla Regione. "E´ inaccettabile – ha commentato Enrico Rossi – e scriverò personalmente a Telecom affinché realizzi il collegamento con l´infrastruttura a banda larga presente sull´isola. Non permetterò che venga vanificato un investimento di risorse regionali da 2,5 milioni di euro e che non si possa sfruttare appieno il collegamento veloce con la rete mondiale, oggi sempre più fondamentale per le imprese e per il turismo".  
   
   
PARRUCCHE PER CHI HA PARTICOLARI PATOLOGIE, DALLA REGIONE TOSCANA 500.000 EURO  
 
Firenze, 25 marzo 2014 - Anche per il 2014 la Regione assegna alle aziende sanitarie la cifra complessiva di 500.000 euro come contributo per l´acquisto di parrucche per le persone colpite da alopecia in seguito a interventi sanitari correlati a patologie oncologiche, o da alopecia conseguente a specifiche patologie. Il provvedimento è contenuto in una delibera presentata dall´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e approvata stamani dalla giunta. "Le parrucche - dice l´assessore Marroni - rivestono un ruolo molto significativo per le persone colpite da determinate patologie e sono ausilii importantissimi nelle fasi di recupero, per consentire un miglioramento della qualità della vita. Per questo come Regione ci impegnamo per continuare a garantire ogni anno questo contributo". Dal 2006 la Regione finanzia questo contributo, prima rivolto solo alle persone con patologie oncologiche, dal 2008 esteso anche alle persone con alopecia conseguente ad altre patologie. Le persone che beneficiano del finanziamento sono quasi tutte donne: dal monitoraggio annuale condotto dalla Regione risulta che più di 1.700 donne abbiano beneficiato di questo contributo, pari a un massimo di 300 euro a persona. Le persone che ritengono di aver diritto al contributo devono far richiesta alla propria Asl, presentando idonea documentazione.  
   
   
SALUTE: FVG, ISTITUITA CENTRALE 118 UNICA REGIONALE  
 
Trieste, 25 marzo 2014 - Cambia la gestione della rete dell´emergenza in regione. La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, ha istituito la Centrale operativa 118 unica. Sarà collocata a Jalmicco di Palmanova, nell´edificio già sede della Protezione civile regionale, con la quale potranno essere realizzate importanti sinergie, e il suo effettivo avvio avverrà presumibilmente a partire dall´autunno 2015. L´amministrazione regionale nell´ambito di un complessivo processo riformatore della sanità regionale ha superato il modello delle quattro centrali operative, una per ogni provincia, per sviluppare un sistema che porterà a procedure comuni, a migliorare le dotazioni logistiche ed accrescere l´integrazione tra le attività del 118 e il modello "hub and spoke". "A distanza di vent´anni circa dall´avvio dell´organizzazione in quattro centrali è maturata una nuova cultura del sistema di emergenza - spiega l´assessore Telesca - che porterà ora ad avviare un nuovo processo organizzativo in grado di far superare le disomogeneità finora riscontrate e dare così pari opportunità di accesso ai servizi per tutto il territorio regionale: ciò non può che avvenire con la realizzazione di una regia unica regionale identificata nella Centrale operativa 118 che diventerà per diversi aspetti il braccio operativo della Regione". La nuova centrale unica comporterà, in particolare, un´unica modalità di allertamento dei soccorsi; la distribuzione dei mezzi sotto un´unica regia, un unico piano per la loro sostituzione e attrezzaggio; stesse procedure operative e di sicurezza e percorsi diagnostico terapeutici per quelle patologie tempo-dipendenti attuati e monitorati sotto unica gestione; un interlocutore unico con la Protezione civile in caso di maxi emergenze e catastrofi e anche per i rapporti istituzionali interregionali, statali e transfrontalieri; la facilitazione nel passaggio al numero unico europeo per le emergenze (112). Questo è uno dei processi verso quella omogeneità di servizi ed equità di trattamento per tutti i cittadini della Regione. "Accanto ai vantaggi sanitari e di assistenza, in tema di qualità sicurezza, non sono ininfluenti anche le conseguenze in termini di risparmio finanziario legato alle economie di scala che questo sistema unico consente di fare", commenta Telesca. Con la nuova organizzazione, infatti, il risparmio sui costi del personale adibito alla funzione di centrale è quantificabile in circa 1.100.000 euro all´anno (da 2 milioni e 900 mila attuali a 1 milione e 800 mila). Superare le quattro centrali permette inoltre di risparmiare 800 mila euro di strumentazioni, oltre ad altri 200mila euro all´anno di costi di manutenzione delle tecnologie, utenze e servizi necessari al funzionamento delle sedi. Il personale da destinare alla Centrale sarà individuato mediante l´utilizzo della mobilità previo confronto con le organizzazioni sindacali di riferimento.  
   
   
QUANDO LA SALUTE SI COMPRA ALLA BOTTEGA: A PORTOFERRAIO APERTA LA PRIMA IN TOSCANA  
 
Portoferraio (Li), 25 marzo 2014 – Non più code agli sportelli per avere i referti degli esami medici, o per prenotare visite ed esami, non più attese per misurarsi peso e pressione, non più difficoltà per stampare l´esenzione dal pagamento del ticket sanitario o per attivare la propria carta sanitaria elettronica. Da oggi ci pensa il "bottegaio" ovvero il gestore della Bottega della salute. La prima di una lunga serie (saranno settanta) prevista entro il 2015 in Toscana è stata aperta questa mattina a Portoferraio presso la sede della Misericordia in via Carducci. E´ stato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi a farlo, accompagnato dall´assessore regionale al diritto alla salute, Luigi Marroni e dai presidenti di Anci e Uncem Toscana, Alessandro Cosimi e Oreste Giurlani. Al momento l´esercente di questo particolare esercizio capace di fornire salute e non solo, ha la faccia di Alessia e di Andrea, i due giovani del servizio civile regionale che la terranno aperta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 17. Sono stati adeguatamente formati tanto da essere anche in grado, al bisogno, di usare il defibrillatore semiatomatico, uno strumento salvavita di cui la struttura è dotata. Presentandosi alla Bottega si potrà inoltre farsi stampare il proprio Cud, accedere ai servizi online di Poste Italiane e Inps, pagando i bollettini, inviando raccomandate e altro. Tra i servizi garantiti anche il pagamento del bollo auto, la fornitura di moduli per certificazioni e domande varie, le informazioni sui servizi di Comune, Asl e Regione. Insomma la "Bottega della salute" promette e mantiene una Pubblica Amministrazione più amica e soprattutto più vicina anche ai cittadini più lontani. Basti pensare che nel progetto regionale (finanziato con 3 milioni di euro in tre anni) c´è l´apertura della seconda bottega all´Isola di Capraia agli inizi di aprile, così da avvicinare i capresi ai servizi di cui godono tutti gli altri toscani. All´elba ne sono previste, entro una decina di giorni, altre 5, a Capoliveri, Campo, Marciana, Porto Azzurro e Rio nell´Elba. "E´ un´utile opportunità - ha osservato il presidente Rossi – che offriamo per primi agli elbani per facilitare il loro approccio ai servizi sanitari regionali. Ringrazio tutti ed in particolare la Misericordia, esprimendo tutto il mio apprezzamento per ciò che avete fatto per arrivare a questa traguardo. Ringrazio i giovani del servizio civile regionale e sono contento di aver dato a migliaia di ragazzi toscani, fiducia, speranza e opportunità di lavoro attraverso il progetto Giovanisì. Mi piacerebbe che anche lo Stato tornasse ad investire nella sanità, nella scuola e sui giovani. Chiedetelo anche voi. Fate sentire che questo è anche il vostro desiderio". Diritti e welfare Ambiente e territorio  
   
   
FVG: PREVENZIONE E RIABILITAZIONE BASE PER RIFORMA VERA  
 
Gemona del Friuli, 25 marzo 2014 - Meno ospedalizzazione e più territorialità, maggiore attenzione alla prevenzione ed alla fase di riabilitazione post acuzie garantiranno un´opportuna inversione di tendenza alla sanità regionale attraverso quella che la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nel corso del suo intervento al convegno "Ti prendi cura del tuo seno?" organizzato a Gemona dalla Cisl Alto Friuli, ha definito una riforma vera basata sulla riqualificazione intelligente della spesa. Controlli preventivi e stili di vita più adeguati sono, secondo Serracchiani, fondamentali per salvaguardare la salute e quindi la sicurezza dei cittadini, quello che è e deve essere l´obiettivo primario dell´attuale Governo regionale. Non a caso, è stato ricordato l´incremento di risorse destinate alla prevenzione, da 65 a 100 milioni di euro, che ora rappresenta il 5 per cento della spesa complessiva rispetto al precedente 2,9 e contribuirà i maniera importante a contenere i costi sociali.  
   
   
INAUGURATA LA RESIDENZA PROTETTA DI SASSOFERRATO - SPACCA: ”L’INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA STELLA POLARE DELLA RIFORMA SANITARIA” .  
 
Ancona, 25 marzo 2014 - E’ stata inaugurata il 21 marzo, alla presenza del presidente della Regione Gian Mario Spacca e del sindaco Ugo Pesciarelli, la nuova residenza protetta situata al primo piano dell’Ospedale di Sassoferrato. Si tratta di una struttura moderna ed efficiente destinata alle persone anziane, sole e non autosufficienti realizzata a seguito di accordo di programma tra il Comune e l’Asur Marche. Il costo complessivo della struttura ammonta a 1 milione di euro, di cui 550.000 euro a carico del bilancio comunale di Sassoferrato e 450.000 euro finanziati dalla Regione Marche e la gestione sarà a carico del Comune. “Una delle sfide che stiamo affrontando – ha detto il presidente della Regione Gian Mario Spacca - è quella dell’integrazione tra sanità e sociale perché la popolazione marchigiana è sempre più anziana e necessita quindi di servizi che accompagnino i cittadini a vivere attivamente la quarta età. Proprio a queste persone, che spesso rimangono sole e che hanno delle patologie anche di rilievo, offriamo una struttura mirata. Siamo la regione con la più alta speranza di vita in Europa e, quindi, è fondamentale interpretare correttamente le problematiche dell’invecchiamento. Dobbiamo concentrarci di meno sugli ospedali per acuti, per i cui posti letto le Marche sono sovradotate, e di più sulle strutture dedicate alle fragilità, per le quali i posti letto sono al contrario sottodimensionati. In questo senso riteniamo che l’integrazione socio-sanitaria sul territorio sia la stella polare della riforma intrapresa. Entro l’estate sarà inaugurata anche la Casa della salute al piano terra: è questa la nuova frontiera di cui ha bisogno complessivamente la nostra regione con la creazione di una rete articolata sul territorio che dia forza al modello policentrico delle Marche”. “La comunità di Sassoferrato- ha aggiunto l’assessore alla Sanità Almerino Mezzolani - è la prima nelle Marche a realizzare un progetto completo di integrazione socio-sanitaria è un esempio per tutte le Marche. Qui oggi dimostriamo con i fatti quali eccellenti risultati può portare la riforma sanitaria se vista senza pregiudizi e interpretata in modo intelligente in funzione dei nuovi bisogni della popolazione marchigiana”. «Si tratta di una realizzazione di fondamentale importanza – ha sottolineato il sindaco Ugo Pesciarelli - per fornire un’adeguata risposta alle esigenze della fascia più debole della popolazione, ovvero dei cittadini in età avanzata, non più in grado di essere autosufficienti e privi di familiari che possano occuparsi di loro. Con tale opera - prosegue il primo cittadino - si concretizza un modello virtuoso di integrazione socio-sanitaria che consentirà un utilizzo più razionale del nostro presidio secondo la seguente articolazione: a piano terra gli ambulatori, la Potes ed eventualmente gli studi dei medici di base, al primo piano la Residenza Protetta, appunto, e al secondo i reparti della Rsa (Residenza Sanitaria per Anziani) e Riabilitazione. La gestione del servizio - conclude Pesciarelli - verrà affidata alla ditta aggiudicatrice del bando pubblico di appalto, la cui scadenza è fissata per il giorno17 di questo mese» La residenza protetta di Sassoferrato si estende su una superficie di circa 900 mq e può ospitare 36 utenti (attualmente sono disponibili n. 25 posti). Comprende 14 camere (3 camere sono singole e 11 doppie), tutte accessoriate di servizi (bagni) di cui uno assistito, senza barriere architettoniche, n. 2 soggiorni – sala da pranzo, 1 palestra ed una stanza destinata ad attività polivalenti, balconi e altri locali deposito e servizi. I lavori sono stati eseguiti dalla A.t.i. (Associazione Temporanea Imprese), costituita dalla “Fiori-costruzioni srl”, che si è occupata delle opere murarie, e dalla “Idra.t.el. Di Tassi Pierino & C. Snc”, che ha realizzato l’impiantistica. Questo progetto si integra con la Rsa (Residenza Sanitaria per Anziani) attualmente funzionante con 20 posti letto, con la Riabilitazione già operante con 18 posti letto e con la Casa della Salute il cui progetto è in fase di ultimazione e che verrà completata sempre nell’ex Ospedale S.antonio Abate di Sassoferrato entro l’estate.  
   
   
MEDICINA ANTIAGE: TRATTAMENTI SÌ, MA SOLO SE SICURI E GARANTITI L’AFFIDABILITÀ DI RICONOSCIUTE STRUTTURE OSPEDALIERE NAZIONALI PER COMBATTERE L’INVECCHIAMENTO  
 
Milano, 25 marzo 2014 – Si inaugura ufficialmente oggi il primo Istituto Dermoclinico Vita Cutis, all’interno dell’Istituto Clinico Sant’ambrogio di Milano, la cui attività era stata avviata nel dicembre dello scorso anno. L’istituto Dermoclinico, dedicato alla cura e alla prevenzione dei segni dell’invecchiamento, nasce dalla collaborazione tra il Gruppo Ospedaliero San Donato di cui l’Istituto Clinico Sant’ambrogio fa parte e il Professor Antonino Di Pietro, padre della dermatologia plastica in Italia e Presidente fondatore di Isplad, Società Internazionale di Dermatologia Plastica e Rigenerativa. “L’istituto Dermoclinico Vita Cutis - afferma Francesco Galli, Amministratore Delegato dell’ospedale del Gruppo Ospedaliero San Donato e dell’Istituto stesso - è un centro innovativo per un pubblico sempre più esigente ed in crescita, che chiede prestazioni di altissimo livello ma anche la sicurezza e la qualità, che solo un ambiente ospedaliero può garantire”. Il settore delle “cure antiage” non ha risentito di alcuna flessione, anzi, secondo i dati elaborati da Global Data, i soli trattamenti della cura del viso, a livello mondiale, hanno raggiunto nel 2010 un giro d’affari di 2,1 bilioni di dollari e, secondo le previsioni, nel 2017 dovrebbero sfiorare i 4 bilioni di dollari. L’italia non è da meno: nel 2010 i trattamenti per il viso hanno raggiunto un volume d’affari pari a 81,2 milioni di euro, con la previsione di raggiungere nel 2017, i 136 milioni di euro. “Del resto - osserva Antonino Di Pietro, direttore scientifico degli Istituti Vita Cutis - questi dati sono facilmente comprensibili se consideriamo che i problemi legati all’invecchiamento riguardano il 100% della popolazione, e chi più chi meno, tutti desiderano rimanere giovani, cercando di rallentare i processi fisiologici del trascorrere degli anni”. Non è un caso che le strutture ospedaliere abbiano abbracciato l’idea di Antonino Di Pietro. “Se le difficoltà economiche non fanno rinunciare alle cure di bellezza, la scelta dello specialista e della struttura è fatta con maggiore attenzione” afferma Antonino Di Pietro. Più richieste, quindi, ma di maggiore qualità. Ma quali sono i vantaggi dei trattamenti antiage eseguiti in affermate strutture ospedaliere, riconosciute per il loro livello professionale a livello nazionale? “L’istituto Dermoclinico Vita Cutis è una struttura policentrica altamente specializzata, sotto il cui nome vengono aperte diverse sedi in tutta Italia (quella di Milano è solo la prima) e in Europa, prosegue il dermatologo. Questi Istituti hanno due caratteristiche fondamentali: l’uniformità dei trattamenti (filler, peeling, rigeneranti, ecc.) proposti ai pazienti, eseguiti solo da specialisti dermatologi che si affidano esclusivamente a tecnologie all’avanguardia (laser, luce pulsata, radiofrequenza, ecc) e l’affidabilità di tutte le terapie effettuate, frutto di rigorose ricerche scientifiche che mettono al primo posto la serietà dei risultati e la salvaguardia della salute”. “Inoltre, prosegue Di Pietro, la collaborazione con le strutture ospedaliere già presenti sul territorio renderà le cure estetiche alla portata di una più ampia parte delle persone con costi maggiormente contenuti rispetto ai prezzi medi di mercato. Curare il proprio aspetto non è un lusso per pochi fortunati ma un bisogno antico quanto il mondo, che oggi vede affermarsi la tendenza a scegliere interventi mai invasivi che rispettano l’integrità della cute per una bellezza naturale e autentica”. Proteggere, nutrire, rinnovare e rigenerare sono le regole del Prof. Di Pietro per mantenere una pelle sana e bella. L’istituto Dermoclinico Vita Cutis, per ora solo a Milano in via Faravelli, aprirà presto anche all’interno di altri ospedali del Gruppo Ospedaliero San Donato che si trovano in Lombardia e a Bologna ( www.Santambrogio-gsd.it  - www.Dermoclinico.com ).  
   
   
GLI ANZIANI IN TOSCANA? STANNO BENE, GRAZIE. I RISULTATI DELL´INDAGINE PASSI D´ARGENTO  
 
 Firenze, 25 marzo 2014 - Tra i più longevi d´Italia, gli ultra65enni in Toscana sono piuttosto soddisfatti della propria vita e della propria salute. Il 42% risulta in buone condizioni di salute (mentre il 23% è in buone condizioni ma a rischio) e oltre 1 anziano su 2 (55%) non ha problemi a svolgere le normali attività della vita quotidiana. Questi alcuni dati emersi dall´indagine 2012-2013 della sorveglianza Passi d´Argento, a cui la Toscana (Direzione generale salute e Agenzia regionale di sanità) ha partecipato con 8 Società della salute/Zone distretto (Apuane, Lunigiana, Pistoiese, Pratese, Valdinievole, Amiata grossetana, Colline dell´Albegna, Grossetana) e 3 Asl (7 di Siena, 8 di Arezzo, 11 di Empoli). "Sono tanti e di diverso tipo i fattori che contribuiscono alla buone condizioni di salute dei anziani toscani - è il commento dell´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - Ma sicuramente una buona parte del merito va alla nostra sanità. Penso per esempio alla medicina di iniziativa, alla capillarità dell´assistenza sul territorio, all´Afa, l´attività fisica adattata rivolta proprio agli anziani e a persone con patologie. Tutte azioni che contribuiscono ad allungare la vita e migliorare la salute dei nostri anziani". "La buona salute degli anziani toscani è certamente un dato positivo – spiega la vicepresidente con delega al welfare Stefania Saccardi - ma è necessario concentrarsi su quel 23% in buone condizioni, ma a rischio, e costruire una rete di protezione che eviti che questa fetta della popolazione toscana anziana entri nella rete di protezione socio-sanitaria. Con l´allungamento della vita aumentano anche le problematiche relative alla non autosufficienza, con ricadute economiche rilevanti sul sistema socio-sanitario. Diventa perciò fondamentale - conclude - aumentare l´attenzione alla fase di prevenzione, combattere una delle malattie peggiori, la solitudine, e tutte le cause di rischio." Passi (acronimo di Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia) d´Argento è un sistema di sorveglianza nazionale che fornisce, dal 2009, informazioni tempestive e confrontabili tra le regioni italiane sullo stato di salute e l´invecchiamento attivo delle persone con 65 anni e più, anche per monitorare gli interventi messi in atto e promuovere azioni e strategie d´intervento efficaci all´interno della programmazione socio-sanitaria. I risultati dell´indagine 2012-2013 in Toscana, a cui hanno partecipato oltre 3.000 anziani, sono adesso disponibili nel report regionale. I dati toscani sono confrontati anche con quelli del pool nazionale di Asl che hanno partecipato all´indagine generale (116 Asl di 18 regioni e 1 provincia autonoma, per un totale di oltre 24mila interviste). Il Report toscano, realizzato dall´Ars, indaga principalmente 4 aspetti: Benessere e indipendenza - In Toscana gli anziani sono piuttosto soddisfatti della propria vita (78%) e della propria salute (82%), ma il 56% di loro arriva a fine mese con difficoltà (45% con qualche difficoltà, 11% con molte difficoltà), soprattutto i più anziani e le donne. Chi dichiara di arrivare a fine mese molto/abbastanza facilmente (44%) ha in genere una scolarità più alta. Il 16% degli anziani non riesce a svolgere da solo almeno una delle attività di base della vita quotidiana (lavarsi, andare in bagno, vestirsi, spostarsi in casa, alimentarsi, essere continente), mentre il 35% - pur autonomo nelle attività di base - ha bisogno di aiuto in almeno 2 delle attività più complesse (usare il telefono, prendere le medicine, fare la spesa o delle compere, cucinare o riscaldare i pasti, prendersi cura della casa, fare il bucato, spostarsi fuori casa con mezzi pubblici o con la propria auto, pagare conti o bollette). A livello generale, i dati toscani sono in linea con quelli nazionali, anche se gli anziani in Toscana vivono meno da soli (17% vs 21%) e si dichiarano mediamente più soddisfatti della propria vita (molto o abbastanza soddisfatti: 78% vs 74%). Fattori di rischio, condizioni di salute e cure - Quanto agli stili di vita, gli anziani toscani hanno un quadro simile al resto d´Italia: sono obesi o in sovrappeso 6 anziani su 10, quasi 2 su 10 consumano più di 1 bicchiere di alcolici al giorno (dose massima dopo i 65 anni per non essere considerati bevitori a rischio), ma meno di 1 su 10 fuma. Solo 1 anziano su 10 in Toscana consuma le 5 o più porzioni di frutta e verdura al giorno consigliate dall´Oms, ma rispetto al dato nazionale è più basso anche il numero di coloro che ne consumano meno di 3 porzioni. Riguardo alle malattie croniche, il 12% degli anziani (poco più di un anziano su 10) ne ha 3 o più. Le più diffuse sono le malattie respiratorie (23%), quelle del cuore (20%) e il diabete (20%). Per quanto riguarda invece i fattori di rischio (cioè le condizioni il cui mancato trattamento può facilitare il peggioramento delle condizioni di salute e/o funzionali), gli anziani in Toscana presentano una situazione migliore del resto d´Italia per problemi di masticazione (12% vs 15%), ipertensione (56% vs 60%) e cadute negli ultimi 30 giorni (9% vs 11%). Anche le limitazioni nella vista (che affliggono in Toscana il 12% degli anziani) e nell´udito (15%) sono lievemente inferiori al dato di pool nazionale. E´ peggiore invece la situazione quanto al rischio di isolamento sociale e la disponibilità di aiuto nella vita quotidiana: sono il 24% gli anziani in Toscana a rischio di isolamento (vs il 20% nel pool nazionale) e il 47% quelli che ricevono aiuto nelle attività quotidiane (vs il 51%). Per quanto riguarda la prevenzione e il monitoraggio delle cure, gli anziani toscani che assumono 4 o più farmaci contemporaneamente sono il 35%, dato nettamente inferiore alla media nazionale del 45%. I toscani si dichiarano anche meglio informati su come difendersi dalle ondate di calore (74% in Toscana vs 67% nel pool nazionale). In linea invece i dati sulla vaccinazione antinfluenzale. Partecipazione attiva degli anziani alla vita sociale: gli anziani come "risorsa" - Per la prima volta, Passi d´Argento "misura" il contributo che le persone con 65 anni e più offrono alla società, fornendo sostegno all´interno del proprio contesto familiare e della comunità. Rispetto all´Italia, in Toscana è tuttora più ridotta la capacità degli anziani di essere risorsa per la famiglia e la comunità (26% vs 30%) e la partecipazione degli anziani ad attività sociali (26% vs 29% frequentano circoli ricreativi, parrocchie, sedi di partiti politici e associazioni). Questo dato, in linea con quanto rilevato sul rischio di isolamento sociale e la disponibilità di aiuto nella vita quotidiana, è parzialmente bilanciato dal fatto che in Toscana oltre il 6% degli anziani ha un lavoro retribuito (vs il 5% del pool nazionale), tenendo anche conto che la nostra popolazione è mediamente composta da una maggior proporzione di over85 rispetto a molte delle altre realtà partecipanti all´indagine. Ambiente di vita - I dati raccolti riflettono una situazione mediamente positiva: 7 anziani su 10 in Toscana dichiarano di accedere ai servizi principali (alimentari, Asl, comune, farmacia, medico, supermercati) molto o abbastanza facilmente, in maniera significativamente superiore a quanto rilevato nel pool nazionale. Solo 1 anziano su 10 ha percezioni negative sul senso di sicurezza nell´ambiente di vita, anche se su questi dati pesa la mancanza dei campioni di popolazione delle maggiori aree urbane della regione, come Firenze, Livorno e Pisa.  
   
   
SANITÀ: SINERGIA REGIONE FVG-MINISTERO PER GARANTIRE SALUTE PUBBLICA  
 
Udine, 25 marzo 2015 - Regione Friuli Venezia Giulia e direzione della Prevenzione, Ufficio sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) del ministero della Salute intensificheranno la collaborazione per garantire una più efficacie ed efficiente tutela della salute pubblica e della sicurezza dei cittadini. Sul tema sarà sottoscritto a breve un accordo, il cui testo è stato approvato dalla Giunta regionale. La collaborazione riguarderà attività di profilassi internazionale e sanità transfrontaliera, con particolare riguardo alla importazioni di alimenti di origine non animale, di materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti ed altre merci che richiedono accertamenti sanitari. Gli aspetti di maggiore rilevanza riguardano l´analisi dei rischi per la salute derivanti dai movimenti transfrontalieri di mezzi di trasporto, persone e merci; l´effettuazione congiunta di campagne conoscitive di monitoraggio su particolari tipologie di merci; la condivisione delle informazioni e dei dati frutto delle attività di vigilanza. Una volta avviate le attività congiunte, si verificherà anche l´opportunità di utilizzare su base volontaria personale medico, tecnico sanitario ed amministrativo degli enti del Servizio Sanitario della Regione presso le sedi dell´Usmaf di Trieste, attraverso l´attivazione di comandi di dipendenti.  
   
   
OSPEDALE GIOVANNI XXIII. VENDOLA CONSEGNA BIBLIOTECA PER BAMBINI SU ACQUA.  
 
 Bari, 25 marzo 2014 - “Il libro ha sempre non solo un significato didattico, ha sempre anche un significato terapeutico. I libri fanno parte di quella più globale terapia sociale che consiste nell’incivilire le comunità. Un mondo senza libri è un mondo malato, malato di ignoranza”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo ieri pomeriggio all’iniziativa che l’Acquedotto pugliese (con il patrocinio della Regione Puglia) ha voluto avviare a Bari, presso l’ospedale Giovanni Xxiii, in occasione della 22esima Giornata Mondiale dell’Acqua indetta dalle Nazioni Unite (22 marzo), dal titolo “Splash, cick, plin, cioff, ciak L’acqua racconta”. L’iiniziativa di Aqp è quella di donare a tutti i reparti di pediatria delle strutture pubbliche pugliesi una biblioteca per bambini dedicata interamente all’acqua, all’acqua intesa come valore assoluto e bene comune fondamentale per la vita, un bene da tutelare e da non sprecare. “Abbiamo avviato un’esperienza diffusa, che è stata quella della costruzione dei biblionidi – ha aggiunto Vendola - la possibilità cioè di portare piccole biblioteche all’interno di ogni reparto pediatrico delle strutture sanitarie pugliesi, di dotare di libri anche le strutture preposte all’accoglienza, perché abbiamo l’idea che un libro è un amico di un bambino, un libro è un compagno di viaggi e di avventura. Portare libri in un luogo emblematico come quello che accoglie i bimbi malati, significa rafforzare il concetto che le creature ricoverate non devono essere mutilate del diritto all’apprendimento e del loro percorso formativo”. “Un modo per fare socializzazione in un ospedale pediatrico è quello che ha pensato Aqp, portare cioè tutti i libri per bambini che parlano dell’acqua – ha continuato Vendola – dell’acqua intesa come vita, come diritto, dell’acqua che va curata, preservata, rispettata, tutelata e conosciuta. Mi pare che in questo modo può guarire l’acqua, anch’essa malata di ecomalattie molto gravi, e i bambini forse possono attraversare il periodo della convalescenza, non solo guarendo dalla malattia, ma anche arricchendosi”. Per Vendola infine, l’iniziativa di Aqp “è un’iniziativa pilota perché anche altri attori della società pugliese potranno interferire in luoghi come questo, in luoghi che sempre meno vogliamo che assomiglino a delle prigioni”. Hanno partecipato all’iniziativa di questo pomeriggio anche l’Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese, Nicola Costantino e il Direttore Generale del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli.  
   
   
GIRO D´ITALIA: INAUGURATO ARCO TAPPONE ZONCOLAN  
 
Ovaro, 25 marzo 2014 - Un´opera che rappresenta un omaggio del paese carnico alla montagna, che l´ha reso celebre nel mondo grazie al ciclismo e alle imprese nelle tappe del Giro d´Italia. Così è stato definito l´arco dello Zoncolan in legno lamellare, che è stato inaugurato a Ovaro (Ud) alla presenza delle autorità e della popolazione locale. Nel corso della breve cerimonia il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello ha ricordato come lo Zoncolan rappresenta il brand più convincente del Friuli Venezia Giulia e una vera risorsa per lo sviluppo del turismo in montagna. L´opera che supera la strada che s´inerpica verso la località di Liariis simboleggia la porta della tappa più dura del Giro d´Italia. L´arco è costato sessanta mila euro nell´ambito dei 470 mila di fondi comunitari che sono stati spesi per la riqualificazione della piazza centrale di Ovaro. L´opera, è stato evidenziato alla cerimonia alla cui presero parte numerosi bambini, vuole però essere anche un simbolo del futuro sviluppo della Carnia: in tal senso, come sottolineato dal vicepresidente regionale, nella frastagliata offerta turistica della montagna friulana, dovrebbe rappresentare un elemento d´unione, sul quale lavorare in modo continuativo. Per rafforzare tale indirizzo di sviluppo del territorio il taglio del nastro dell´arco è stato fatto proprio dai giovani. L´incontro arricchito da musiche eseguite dalla Brigata Alpina Julia, ha visto gli interventi del ct della nazionale ciclismo Davide Cassani, del giornalista Antonio Simeoli e del dirigente sportivo Enzo Cainero. Il sindaco di Ovaro Romeo Rovis ha ringraziato i volontari per il lavoro svolto in occasione del Giro d´Italia, che quest´anno avrà come protagonista lo Zoncolan il 31 maggio.