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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Gennaio 2008
LA CAMERA DEI LORD DEL REGNO UNITO RESPINGE IL DIVIETO ALLA RICERCA CON EMBIONI IBRIDI  
 
Londra, 21 gennaio 2008 - La Camera dei Lord del Regno Unito ha approvato le proposte governative a favore della ricerca che utilizza embrioni ibridi, con Dna umano e animale. Il voto è stato accolto con sollievo dagli scienziati che avevano promosso una campagna a favore del consenso a tale ricerca. Ma questo risultato ha anche deluso alcuni gruppi di oppositori che considerano immorale la creazione di simili embrioni, costituiti per la maggior parte da tessuti umani, ma contenenti anche una piccola quantità di Dna animale. Il voto ha fatto seguito alla presentazione di un emendamento alla Legge sulla fertilizzazione umana e sull´embriologia alla Camera dei Lord, ma la mozione è stata respinta con 268 voti contro 96. Con l´entrata in vigore della legislazione, gli scienziati potranno tenere in vita gli embrioni ibridi per 14 giorni, senza tuttavia impiantarli in un utero. Quattro organizzazioni di ricercatori britannici avevano fatto appello alla Camera dei Lord affinché non bloccasse l´utilizzo di embrioni ibridi umani-animali per la ricerca, a seguito della notizia dell´opposizione di alcuni tra i suoi membri. Lord Alton aveva proposto un emendamento inteso a vietare la creazione di embrioni ibridi. In caso di mancata approvazione dell´emendamento, Lord Alton e i suoi sostenitori chiedevano comunque maggior rigore nella procedura di valutazione che precede la concessione di licenze per la creazione di embrioni ibridi. Un documento informativo di quattro organismi di ricerca (Consiglio della ricerca media, Royal Society, Wellcome Trust e Accademia della scienza medica) spiega per quale motivo gli scienziati considerano molto importanti gli embrioni ibridi. «Questa ricerca presenta un enorme potenziale per la cura di gravi disturbi debilitanti, quali anomalie dello sviluppo nei bambini, ictus, cancro, Hiv/aids, diabete e morbo di Parkinson, nonché cure migliori e più sicure per le coppie sterili», afferma il documento. La maggioranza dei pari condivideva questa opinione. Lord Winston, ricercatore esperto di fertilità e membro della Camera dei Lord , ha affermato che «il 95% della comunità scientifica ritiene che la ricerca sulle cellule staminali sia necessaria». Il ministro della Salute Lord Darzi ha fornito rassicurazioni sui controlli: «Questo tipo di ricerche saranno permesse esclusivamente previa autorizzazione dell´Hfea [Human Fertilisation and Embryology Authority, l´Autorità per la fertilizzazione e l´embriologia] e solo in circostanze nelle quali la stessa Hfea le ritenga necessarie. Nel prendere queste decisioni, l´Hfea dovrà tenere conto di tutti gli altri percorsi di ricerca possibili per ottenere lo stesso fine». Il documento informativo degli scienziati prosegue facendo rilevare che il Regno Unito è uno dei paesi leader in questo campo e che eventuali restrizioni metterebbero a rischio questa posizione di primo piano: «I punti di forza del Regno Unito in questo settore offrono preziose opportunità di influire sull´agenda internazionale, di guidare la trasformazione della ricerca di base in vantaggi clinici e di attirare nel Regno Unito scienziati competenti e investimenti internazionali per la ricerca sulle cellule staminali . » Al momento della votazione, davanti alla Camera dei Lord si sono radunati centinaia di dimostranti dell´organizzazione «Christian Concern For Our Nation». .  
   
   
SCIENZIATI SCOPRONO UN NUOVO ATTORE NEL SISTEMA IMMUNITARIO  
 
Bruxelles, 21 gennaio 2008 - Un gruppo internazionale di scienziati ha scoperto un nuovo attore nel sistema immunitario di moscerini della frutta, topi ed esseri umani. La molecola, che è stata chiamata Akirin (termine giapponese che significa «fare chiarezza»), svolge un ruolo importante nell´innesco della risposta immunitaria innata. Gli scienziati, di Francia, Germania e Giappone, hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista «Nature Immunology». Il sistema immunitario innato è presente in tutti gli animali. Quando i recettori che si trovano sulla superficie delle cellule riconoscono un invasore, inviano un messaggio all´interno della cellula, che quindi rilascia proteine immunologicamente attive. Il sistema immunitario innato non è cambiato molto nel corso dell´evoluzione e molte delle molecole presenti nel sistema immunitario innato del moscerino della frutta si trovano anche nell´uomo. I vertebrati hanno anche un sistema immunitario acquisito. Questo ulteriore strato di difesa è costituito da antigeni che permettono all´organismo di «ricordare» i patogeni che ha incontrato. Se un patogeno cerca di infettare nuovamente l´organismo, questi antigeni «mnemonici» sono in grado di attivare una risposta rapida ed efficace. I moscerini della frutta sono privi di un sistema immunitario acquisito e, pertanto, vengono utilizzati spesso per studiare il sistema immunitario innato. Nei moscerini della frutta sono due i percorsi di segnalazione che possono essere innescati quando il sistema immunitario individua un invasore. Il nome di uno di essi è «Imd» (che sta per immunodeficienza) e, benché sia stato scoperto oltre 10 anni fa, non è ancora del tutto chiaro. In quest´ultimo studio gli scienziati hanno utilizzato l´interferenza dell´Rna (Rnai) per disattivare singole molecole lungo il percorso. Questo esperimento ha portato alla scoperta di una molecola precedentemente sconosciuta, che è stata battezzata Akirin. Quando Akirin è stata disattivata nelle cellule immunitarie dei moscerini, questi ultimi sono diventati molto più suscettibili alle infezioni batteriche. Bloccando la molecola nell´intero organismo, i moscerini morivano prima nella fase larvale. Da studi ulteriori è emerso che, nei topi, Akirin svolge un ruolo analogo a quello osservato nei moscerini. Inoltre, quando è stata prodotta la versione umana di Akirin in moscerini in cui questa stessa molecola era stata disattivata, la risposta immunitaria innata è stata ripristinata. Un giorno questi risultati potrebbero portare allo sviluppo di nuove cure per il cancro. «Il cosiddetto percorso di segnalazione Nf-fûb svolge un ruolo importante nelle infiammazioni, e le infiammazioni sono determinanti nello sviluppo del cancro», ha spiegato Michael Boutros del Deutsches Krebsforschungszentrum (Dkfz, Centro tedesco per la ricerca sul cancro) uno degli autori del documento. «Pertanto, la ricerca di piccole molecole in grado di inibire questo percorso di segnalazione prosegue. » Farmaci volti a bloccare altri anelli della catena di segnalazione vengono già testati in sperimentazioni cliniche. «Quanti più anelli della catena conosciamo, tante più possibilità abbiamo di interferire con essa», ha dichiarato il dottor Boutros. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Nature. Com/natureimmunology http://www. Dkfz. De .  
   
   
LA SOMMINISTRAZIONE AUTOMATICA DEI FARMACI AIUTERÀ I MALATI CRONICI  
 
Bruxelles, 21 gennaio 2008 - Un dente protesico potrebbe presto aiutare i pazienti a seguire la loro cura attraverso il rilascio controllato di dosi di farmaci a intervalli regolari. Il dente è stato progettato nell´ambito del progetto finanziato dall´Ue «Intellidrug» (Intelligent intra-oral medicine delivery micro-system to treat addiction and chronic diseases), completato di recente. Dagli studi emerge che il 50% dei pazienti non prende le medicine perché se ne dimentica o perché non le considera necessarie. Vi sono inoltre pazienti che prendono i farmaci all´ora o nella dose sbagliata. La protesi è grande circa quanto due molari e contiene un serbatoio, un meccanismo di rilascio, un circuito programmabile, microsensori, microattuatori e batterie. È controllabile con i raggi infrarossi, in tal modo le impostazioni possono essere regolate in qualsiasi momento. I ricercatori del progetto sperano tuttavia di riuscire a sostituire gli infrarossi con la tecnologia di identificazione mediante radiofrequenze (Rfid) e più tardi con la telefonia Gsm. Le batterie dovrebbero durare tre mesi e il serbatoio dovrebbe essere riempito con una frequenza settimanale o mensile, in funzione del farmaco e del dosaggio. I ricercatori hanno scelto il cavo orale in quanto «è facilmente accessibile, quindi il dispositivo può essere facilmente impiantato, riempito o dotato di nuove batterie», ha dichiarato il direttore del progetto, l´ingegnere Ben Beiski della società israeliana Assuta Medical Centres. «Somministrare i farmaci attraverso il tessuto orale significa anche una maggiore biodisponibilità. » Il corpo è in grado di assorbire le sostanze rapidamente e in modo efficace attraverso il tessuto del cavo orale. La somministrazione convenzionale dei farmaci attraverso la semplice deglutizione implica sovente una perdita della loro efficacia lungo il percorso attraverso il tubo gastrointestinale, prima di raggiungere il sangue. Di conseguenza, la somministrazione dei farmaci attraverso il tessuto orale richiede dosi più piccole. Il sistema è già stato sperimentato con successo nei suini. Nel novembre 2007 è stata avviata la sperimentazione nell´uomo: dodici volontari stanno seguendo una terapia al naltrexone, un antagonista degli oppiacei utilizzato per il trattamento della dipendenza da eroina. Terminata questa sperimentazione, il sistema Intellidrug potrebbe arrivare sul mercato nell´arco di circa tre anni, consentendo di aiutare soprattutto i pazienti affetti da malattie croniche come l´ipertensione, i dolori cronici o il diabete. Il progetto Intellidrug ha visto collaborare 15 partner provenienti da sei paesi, Israele, Spagna, Svizzera, Polonia, Germania e Italia, e ha ricevuto un finanziamento di 2 Mio Eur dall´Ue nell´ambito del Sesto programma quadro (6°Pq). Per ulteriori informazioni visitare: Ict Results: http://cordis. Europa. Eu/ictresults/ Progetto Intellidrug: http://www. Intellidrug. Org/ .  
   
   
CONFERENZA «VISION IN ACTION-ACCESSIBILITY TO NEXT GENERATION NETWORKS» NUOVE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE PER LE PERSONE ANZIANE E I DISABILI.  
 
Bruxelles, 21 gennaio 2008 - Il 7 febbraio a Bruxelles (Belgio) la rete intergovernativa Cost organizza una conferenza sull´accessibilità alle nuove tecnologie della comunicazione per le persone anziane e i disabili. Quali possibilità offrono le nuove tecnologie della comunicazione alle persone anziane e ai disabili e come si può indurre l´industria a sfruttare tali possibilità? What are the main concerns, issues and requirements for the industry? Come si può assicurare che le persone anziane e i disabili non siano esclusi dalle opportunità offerte dai servizi di rete di prossima generazione? Questi sono alcuni quesiti a cui la conferenza intende rispondere. Grazie alla rappresentazione di scenari attuali e futuri, i partecipanti potranno sperimentare alcuni aspetti importanti di questo problema e proporre soluzioni agli interpreti. Questa sessione interattiva rappresenterà un´opportunità per esaminare i vantaggi potenziali e partecipare direttamente al dibattito. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Tiresias. Org/cost219ter/mtgs. Htm .  
   
   
UNO STUDIO COLLEGA LA DIETA MEDITERRANEA IN GRAVIDANZA A UNA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI ASMA E DI ALLERGIA NEI BAMBINI  
 
Bruxelles, 21 gennaio 2008 - In base a un nuovo studio, le donne che durante la gravidanza seguono una dieta mediterranea potrebbero ridurre il rischio che i loro figli sviluppino l´asma e le allergie. La ricerca, finanziata in parte dall´Ue, è stata pubblicata online sulla rivista «Thorax». La dieta mediterranea è caratterizzata da livelli elevati di alimenti vegetali, quali frutta e verdura, pane e cereali, legumi e noci, nonché quantità modeste di latticini e uova. Anche il pesce viene consumato regolarmente e, insieme all´olio d´oliva, rappresenta la fonte principale di grassi della dieta. La carne rossa viene assunta solo in quantità ridotta. Numerosi studi hanno associato la dieta mediterranea a livelli più bassi di obesità, di pressione sanguigna elevata, di malattie coronariche e di varie forme di cancro. Nel 2007 alcuni degli scienziati coinvolti nello studio in oggetto hanno pubblicato ricerche che dimostrano che seguire una dieta mediterranea durante l´infanzia protegge dalla rinite allergica e dai sintomi dell´asma. Tuttavia, finora nessuno aveva esaminato l´impatto della dieta mediterranea durante la gravidanza sull´incidenza dell´allergia e dell´asma nei nuovi nati. I ricercatori hanno preso come campione oltre 450 coppie di madri e figli residenti nell´isola spagnola di Minorca e li hanno seguiti dalla gravidanza fino a sei anni e mezzo dopo la nascita. Per valutare la dieta della madre durante la gestazione e quella del bambino fino a sei anni sono stati utilizzati questionari sulle abitudini alimentari. Nel corso dell´analisi, i genitori hanno anche fornito informazioni sui sintomi allergici e respiratori dei propri figli e i bambini sono stati sottoposti a test per valutare la loro reazione a sei allergeni comuni, quali il polline dell´erba e l´epitelio dei gatti. Alla dieta seguita dalle madri nel corso della gravidanza è stato assegnato un punteggio da zero a sette, a seconda del livello di adesione a una «dieta mediterranea tradizionale». A ogni componente della dieta consumato in quantità superiori alla media (verdure, legumi, frutta e noci, cereali, pesce e latticini) è stato attribuito un punto. Poiché si parte dal presupposto che la carne sia dannosa, le donne che hanno consumato meno carne della media hanno guadagnato un punto extra. Un punteggio compreso tra quattro e sette è stato considerato sinonimo di una dieta mediterranea di alta qualità. I questionari hanno rivelato che quasi i due terzi delle donne avevano seguito una dieta mediterranea di alta qualità durante la gravidanza. All´età di sei anni, solamente il 13% dei bambini era affetto da dispnea persistente, il 17% mostrava una risposta positiva agli allergeni utilizzati per i test sulla pelle e quasi il 6% denotava sintomi simili all´asma e risultati positivi ai test epidermici. Gli scienziati hanno constatato che le donne che si erano attenute a una dieta mediterranea qualitativamente elevata nel corso della gestazione avevano molta più probabilità di avere figli senza alcun sintomo asmatico e allergico rispetto alle donne che avevano seguito una dieta di bassa qualità. L´influenza della dieta delle madri è risultata indipendente dagli effetti positivi della dieta mediterranea seguita durante l´infanzia. Tra le componenti della dieta che hanno apparentemente sortito un effetto molto significativo figurano l´assunzione di verdure più di otto volte alla settimana, il consumo di pesce almeno tre volte alla settimana e l´assunzione di almeno una porzione di legumi alla settimana. Per contro, il consumo di carne rossa da tre a quattro volte la settimana è sembrato aumentare i rischi. Secondo gli scienziati, occorrono ulteriori studi per comprendere esattamente i motivi per cui una dieta mediterranea possa avere effetti così chiaramente protettivi nei confronti di asma e allergie. Tuttavia, rilevano che i risultati dello studio «riflettono presumibilmente un´esposizione elevata del feto a diversi composti antiossidanti e al loro effetto avverso sui danni provocati dallo stress ossidativo sui tessuti polmonari». I cereali, la frutta, la verdura e i legumi sono tutti ricchi di composti antiossidanti quali le vitamine C ed E. Anche l´olio d´oliva contiene antiossidanti e presenta altre proprietà benefiche. Nel contempo, gli acidi grassi contenuti negli oli di pesce hanno effetti antinfiammatori. I ricercatori sottolineano inoltre l´importanza della finestra di esposizione a tali composti benefici. Negli apparati il cui sviluppo richiede molto tempo, quali i sistemi respiratorio e immunitario, i vantaggi dei composti antiossidanti potrebbero essere massimi nelle primissime fasi di sviluppo, mentre il bambino è ancora nell´utero. «Di conseguenza, l´effetto protettivo di una dieta mediterranea sullo sviluppo di asma e allergie potrebbe essere più marcato durante la gravidanza che non nell´infanzia», hanno scritto gli scienziati. «Tale conclusione è coerente con i nostri risultati che indicano un effetto dell´adesione materna a una dieta mediterranea durante la gravidanza sulla dispnea persistente e sull´atopia più forte e indipendente della dieta durante l´infanzia. » Anche in questo caso servono maggiori ricerche per identificare la finestra di esposizione più significativa e per stabilire se gli effetti protettivi della dieta materna durante la gravidanza continuino a farsi sentire anche durante l´infanzia. Il sostegno comunitario alla ricerca è stato messo a disposizione dai progetti Newgeneris («Newborns and genotoxic exposure risks», Neonati e rischi di esposizione genotossica) e Ga2len («Global allergy and asthma European network», Rete europea globale sull´allergia e l´asma), entrambi finanziati a titolo della priorità tematica «Qualità e sicurezza alimentare» del Sesto programma quadro (6°Pq). Per maggiori informazioni consultare: http://thorax. Bmj. Com/ .  
   
   
PARIGI: GIORNATA DEI MALATI E CONFERENZA ANNUALE DEL PROGETTO GA2LEN  
 
Parigi, 21 gennaio 2008 - Dal 10 al 12 aprile il progetto Ga2len (Global allergy and asthma European network) organizzerà a Parigi (Francia) la sua conferenza annuale e la giornata dedicata ai malati. Nel corso della sessione plenaria verranno delineati le attività passate e i programmi futuri del progetto Ga2len. L´elemento saliente della manifestazione sarà la giornata dedicata ai malati che si terrà sabato 12 aprile, in occasione della quale il pubblico sarà invitato a partecipare attivamente per scoprire il lavoro svolto nell´ambito del progetto Ga2len. Il tema di quest´anno è «Potresti essere allergico senza saperlo!» Nel corso della mattinata si terrà una presentazione generale sulle allergie, mentre nel pomeriggio verrà illustrato il lavoro del progetto Ga2len. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Ga2len. Net .  
   
   
IN ITALIA SI MUORE ANCORA FRA TROPPE SOFFERENZE NELLE TERAPIE ONCOLOGICHE E DI FINE VITA SPENDIAMO PER GLI OPPIOIDI UN DECIMO DELLA GERMANIA. LA DENUNCIA AL CONVEGNO DI FILE. QUANTO COSTERANNO I 16 HOSPICE TOSCANI  
 
Firenze, 21 gennaio 2008 – Nelle terapie oncologiche e nelle cure di vite vita l´Italia è ancora agli ultimi posti in Europa nell´uso degli oppioidi. Nella classifica dei 14 paesi più importanti dell’Unione il nostro paese è penultimo, seguito soltanto dall´Irlanda e molto lontano da Germania e Danimarca, nazioni in cui il consumo terapeutico degli oppioidi è dieci volle superiore, con una spesa è di 7 euro pro-capite all´anno contro gli appena 50 centesimi dell’Italia. Questi dati sono emersi oggi a Firenze in chiusura del convegno L’hospice e il sistema delle cure organizzato dalla Fondazione di Leniterapia File con grande successo e partecipazione di specialisti da tutta Italia. Per la maggior parte dei medici italiani, in sostanza, gli oppioidi restano un tabù e il concetto stesso di terapia del dolore fa ancora fatica ad affermarsi. Ciò accade in parte per evidenti ritardi culturali e in parte a causa di complicazioni burocratiche (occorre, per esempio, una ricetta speciale in tre copie) che ostacolano la prescrizione di questi farmaci. Il paradosso è clamoroso, se si pensa che per il cancro, ma anche per altre malattie, al momento della diagnosi il dolore è un sintomo importante per circa 70mila pazienti. Con un’intensità crescente che nella fase terminale finisce per riguardare oltre 100 mila malati. Moltissimi pazienti (circa il 40%) hanno dolori così insopportabilmente forti da desiderare di morire. Nella maggior parte dei casi (66%) diventa anche impossibile fare vita normale, un handicap che quasi sempre si ripercuote in modo drammatico sul menage familiare. Le terapie? Purtroppo sono non di rado inadeguate. Quasi tutti i malati sono trattati con antidolorifici, ma come rivela lo studio Epic, ben 84 pazienti su cento giudicano sostanzialmente inefficace la terapia prescritta. Dedicata alle esperienze europee e a quelle italiane, dopo una prima giornata riservata agli aspetti architettonici degli hospice, questo secondo round del convegno di File ha contribuito a delineare una serie di concetti e indicazioni destinati certamente in qualche modo a influenzare la fioritura di strutture, in corso anche in Italia, per l’accoglienza ai malati inguaribili. Oggi ogni Regione e ogni Asl fa praticamente quello che crede meglio, senza alcuna uniformità di criteri, ne’ di trattamento ne’ tariffari. Una giornata di degenza può costare, per esempio, dai 180 ai 480 euro. Occorre, evidentemente, una politica degli hospice. In Toscana entro i prossimi due anni saranno operative 16 strutture, dalle 3 appena di fine 2007. In totale 176 posti letto con cui sarà coperto il fabbisogno di tutta la regione. Si stima per ciascun posto letto una spesa di circa 70 mila euro all’anno, il che comporterebbe per il sistema sanitario un investimento di oltre 12 milioni di euro. Secondo quando affermato dall’oncologo Gianni Amunni, direttore dell’Istituto Toscano Tumori, che in chiusura di convegno ha portato il saluto dell’assessore regionale alla Sanità Enrico Rossi, ogni hospice non potrà che essere inserito in una rete di cure palliative, per garantire vari livelli di assistenza, compreso quella a domicilio. L’hospice, ha detto Amunni, non può funzionare da solo. Ed è per questo motivo che la Regione creerà reti di cure palliative anche nelle zone che adesso ne sono prive. .  
   
   
ZEVALIN ASSOCIATO AD ALTE DOSI DI CHEMIOTERAPIA E A TRAPIANTO AUTOLOGO DI CELLULE STAMINALI (ASCT) DETERMINA UN’ELEVATA SOPRAVVIVENZA GLOBALE E LIBERA DA PROGRESSIONE IN PAZIENTI AFFETTI DA LINFOMA NON-HODGKIN RECIDIVATO RISULTATI PROMETTENTI DELLA RADIO-IMMUNOTERAPIA NEL TRAPIANTO AUTOLOGO DI CELLULE STAMINALI GIUSTIFICANO UNO STUDIO CLINICO RANDOMIZZATO  
 
 Seattle e Bresso, 21 gennaio 2008 — Cell Therapeutics, Inc. (Cti) ha annunciato i risultati di uno studio clinico di fase Ii pubblicati sul Journal of Clinical Oncology che dimostrano come l’associazione di radio-immunoterapia (Rit) ad alte dosi di chemioterapia (Hdc), seguita da trapianto autologo di cellule staminali (Asct), determini un’elevata (70%) sopravvivenza libera da progressione (Pfs) a due anni, senza aggiungere effetti tossici alla Hdc, sottolineando il ruolo potenziale della Rit nel trapianto autologo di cellule staminali. La terapia radiante corporea (Tbi) ha dimostrato in passato di migliorare in modo significativo la Pfs quando associata ad elevate dosi di chemioterapia seguita da trapianto autologo di cellule staminali, rispetto alla sola Hdc. Tuttavia, Tbi comporta complicanze a lungo termine e non tutti i pazienti possono essere candidati al trattamento con Tbi come parte integrante del trattamento preparatorio. La radioimmunoterapia con Zevalin (Ibritumomab Tiuxetan), approvato per il linfoma non-Hodgkin follicolare di basso grado, recidivato dopo il trattamento di prima linea a base di rituximab, consente elevate dosi di radiazioni mirate al linfoma con basse dosi a carico dei tessuti sani. Lo studio, effettuato presso il City of Hope Comprehensive Cancer Center, ha utilizzato una dose singola di Zevalin nei pazienti sottoposti ad Asct a seguito di Hdc con il regime Beam (carmustina, citarabina, etoposide e melfalan). Su 41 pazienti 37 non hanno ottenuto risultati con una precedente terapia a base di rituximab. Tra i 10 pazienti trapiantati con una remissione parziale, 7 (70%) hanno raggiunto una completa remissione dopo una terapia a base di Zevalin. L’aggiunta di Zevalin al protocollo chemioterapico Beam non ha comportato un aumento della tossicità della Hdc; il tasso di mortalità al giorno 100 è risultato pari a zero (0)%. Soprattutto, la stima della sopravvivenza libera da progressione e globale a 2 anni è risultata approssimativamente dell’89% e 70%, rispettivamente. “La scelta di utilizzare la radioimmunoterapia mirata assieme alla chemioterapia a dosi elevate, prima del trapianto autologo di cellule staminali per il trattamento del linfoma recidivato, rappresenta una nuova e interessante applicazione potenziale di Zevalin. Prevediamo di approfondire questi risultati in direzione di una potenziale registrazione aggiuntiva per Zevalin” ha sottolineato Jack Singer, M. D. Chief Medical Officer di Cti. Lo studio clinico è pubblicato sull’edizione online del Journal of Clinical Oncology (Jco) all’indirizzo http://jco. Ascopubs. Org/cgi/doi/10. 1200/jco. 2007. 11. 9248. Dettagli dello studio Lo studio ha valutato la tollerabilità e l’efficacia della combinazione di una dose standard di Zevalin (14. 8 Mbq/kg [0. 4mCi/kg]) seguita da una dose elevata di Beam e trapianto autologo di cellule staminali, in pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin considerati non eleggibili per la terapia radiante corporea totale a causa dell’età o di precedente radioterapia. Gli endpoint primari dello studio erano rappresentati dalla sopravvivenza libera da progressione (Pfs) e globale (Os). Gli endpoint secondari comprendevano la valutazione di sicurezza e le complicanze a lungo termine. Sono stati arruolati 60 pazienti e 41 sono stati sottoposti al protocollo completo. L’età media dei pazienti trattati era di 59,6 (range da 19,8 a 78,9 anni). L’istologia del linfoma includeva il tipo a cellule B diffuse (n. 20), delle cellule del mantello (n. 13), follicolare (n. 4) e cellule trasformate (n. 4). La massa tumorale media prima del trattamento era di 3,1 cm. ; il numero medio delle precedenti terapie era 2 con un range da 1 a 6. Su 41 pazienti 35 erano in vita durante la fase di analisi; 27 pazienti erano in remissione. Con un follow-up medio di 18,4 mesi (range da 5,5 a 53,3 mesi), la Os e Pfs a due anni stimate secondo Kaplan Meier erano pari a 88,9% e 69,8%, rispettivamente. Le tossicità primarie osservate comprendevano mucositi di grado 3 o 4 in 21 pazienti, ipossia di grado 3 in 8 pazienti, e pneumoniti di grado 3, che hanno risposto ai corticosteroidi, in 3 pazienti. La mortalità correlata al trapianto a 100 giorni era pari allo 0%. Gli autori hanno concluso: “La combinazione di 90Y ibritumomab tiuxetan con dosi elevate di Beam prima del Asct è fattibile senza causare un aumento della tossicità. Sono inoltre incoraggianti gli alti tassi di Pfs, specialmente in pazienti con linfoma a cellule B diffuse”. .  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA, L’OBIETTIVO È RIDURRE LE LISTE D’ATTESASALVADORI: «NON È CON LE POLEMICHE CHE RISOLVEREMO IL PROBLEMA» AVVIATI A NOVEMBRE I PROGETTI PILOTA. L’ENTRATA A REGIME A METÀ 2008  
 
Firenze , 21 gennaio 2008 - «Il progetto per assistere in modo continuativo le persone non autosufficienti è partito con l’avvio dei progetti pilota nelle 34 zone socio-sanitarie toscane. Per la fase pilota la Regione ha messo a disposizione 10 milioni di euro, per il 2008 i milioni disponibili saranno 50, già stanziati nel bilancio regionale. A luglio 2008 è prevista l’entrata a regime. Uno degli obiettivi prioritari del fondo per la non autosufficienza è ridurre drasticamente le liste d’attesa e non credo che con le polemiche strumentali risolveremo il problema». L’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori è tornato a ribadire gli impegni della Regione sul fronte dell’assistenza alle persone anziane non autosufficienti. Gli spunti sono arrivati prima! dall’incontro con il ministro alla solidarietà s! ociale P aolo Ferrero, ieri pomeriggio. Poi dal protocollo d’intesa siglato stamattina con le organizzazioni sindacali toscane. Infine da alcune dichiarazioni di esponenti del centro destra sulla questione delle liste d’attesa. «Vorrei ricordare che il progetto è stato presentato in Consiglio regionale il 31 ottobre – ha chiarito Salvadori – in corrispondenza con il Piano Sociale Integrato. Mi stupisce che al momento della presentazione del progetto la maggioranza abbia dato il voto favorevole, mentre l’opposizione si è astenuta o ha addirittura votato contro. La Regione sta lavorando seriamente su questo fronte, garantendo principi di appropriatezza nella valutazione dei casi e nella risposta diretta. Il problema delle liste di attesa è certamente prioritario – ha aggiunto ancora l’assessore – ma un altro punto caratterizzante il nostro disegno è quello di privilegiare la domiciliarità e la! semi-residenzialità. È anche in questo modo che abbatteremo le liste d’attesa già entro quest’anno». Infine una sottolineatura sullo sforzo richiesto ai cittadini. «Un elemento da sottolineare – ha concluso Salvadori - è che per il 2008 ai cittadini toscani non verrà chiesto un soldo, in termini di nuove tasse, per alimentare il fondo e che tutto quello che affluirà nelle casse regionali come extra gettito sarà destinato a questo strumento che la Regione considera fondamentale». .  
   
   
DISABILITÀ, GLI SFORZI PER GARANTIRE UNA VITA AUTONOMA  
 
Firenze, 21 gennaio 2008 - I disabili nel progetto del fondo regionale per la non autosufficienza, la creazione di strumenti concreti per il ‘dopo di noi’, il loro inserimento lavorativo e scolastico. Sono stati questi i punti principali toccati dall’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori introducendo il convegno sulla disabilità che si è tenuto il 18 gennaio nell’auditorium del Consiglio regionale e al quale hanno preso parte, oltre ai rappresentanti di associazioni, amministrazioni locali, organizzazioni sindacali, il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero e il sottosegretario Cecilia Donaggio. «Dobbiamo in tutti modi cercare di far capire alla gente – ha spiegato Salvadori – che un disabile non è un diverso ma una persona alla quale bisogna garantire condizioni vere di accesso e cittadinanza. La Toscana ha da più di 15 ! anni una legge regionale (la n. 47 del 1991 sull’elimina! zione de lle barriere architettoniche) che non è soltanto un’enunciazione di principi. La legge prevede che i Comuni approvino un piano (il Peba, Piano di Abbattimento Barriere Architettoniche) ma finora è duro constatare che sono meno di trenta quelli che lo hanno fatto. Nel nuovo Piano Sociale abbiamo perciò previsto che dall’approvazione dei piani comunali dipenderà l’assegnazione dei finanziamenti per l’abbattimento delle barriere e la Regione sta facendo di tutto per consentire ai Comuni di dotarsi di questi strumenti». Tante le azioni avviate dall’assessorato alle politiche sociali per arrivare a soluzioni concrete per il mondo della disabilità. Anche l’attività congiunta con l’assessorato regionale al lavoro è uno degli aspetti essenziali della strategia. «Anzitutto – ha proseguito l’assessore - fra marzo e maggio arriverà a compimento la fase sperimen! tale del progetto ‘Vita indipendente’; successivamente avvieremo una verifica con tutti i soggetti coinvolti per passare alla fase strutturale. Per quanto riguarda il fondo per la non autosufficienza, valuteremo le possibilità di inclusione nel progetto anche delle persone con disabilità sotto i 65 anni. A questo proposito vorrei aggiungere che le capacità di inclusione nel progetto dipenderanno molto dalle risorse a disposizione, anche se la Regione destinerà a questo tutte le risorse che deriveranno dall’extra-gettito. Il ‘dopo di noi’, è senza dubbio uno dei problemi più importanti per le persone con disabilità, soprattutto di tipo mentale. Vogliamo garantire a queste cittadini una vita dignitosa e autonoma, nei limiti delle loro condizioni. Anche qui va risolto il nodo finanziario e la via che abbiamo proposto è quella della “fondazione di partecipazione” con la presenza de! lle amministrazioni pubbliche». Infine inserimento lavor! ativo e scolastico, altri due aspetti non secondari. «La Regione si è sempre dimostrata attentissima a questi temi, concentrando la propria attenzione sulla persona. In entrambi i casi la sinergia con l’assessorato regionale al lavoro sarà ancora più intensa perché da scuola e lavoro dipende la possibilità per queste persone di crescere e di vivere in modo autonomo». .  
   
   
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E DISABILI. ASSESSORE VALDEGAMBERI: “APPROVATI RENDICONTI 2006 ULLSS SU STRUTTURE RESIDENZIALI VENETE: 412 MILIONI EURO NEL 2006  
 
” Venezia, 21 gennaio 2008 - La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha approvato la rendicontazione presentata per il 2006 dalle Aziende Ullss del Veneto e relativa alle attività di prestazioni sociosanitarie nei Centri di Servizio residenziali e semiresidenziali. Il provvedimento è stato preso di concerto con l’Assessore regionale alle politiche sanitarie Francesca Martini. “Si tratta di 412. 581. 000 euro – rende noto Valdegamberi – di cui 376 milioni di euro per i contributi annui complessivi per gli anziani non autosufficienti per il primo, secondo livello e per gli altri livelli assistenziali nelle strutture residenziali e di 3. 7 milioni per il costo complessivo dei centri diurni. Arrivando invece alle persone disabili, la rendicontazione relativa al 2006 segnala 24,6 milioni di euro per le Rsa e più di 9 milioni di euro per le comunità alloggio. Un’ingente quantità di risorse regionali – sottolinea l’Assessore – che confermano l’attenzione e la sensibilità dell’Ente Regione nei confronti delle persone non autosufficienti del Veneto. La Regione con l’attuazione di politiche mirate, vuole che esse siano al centro delle politiche sociali e d’assistenza, sottolineandone e affermandone la dignità, la libertà di scelta delle strutture alle quali rivolgersi, l’esigenza che assieme a una residenzialità efficiente ed efficace si sviluppi anche, e di molto, una domiciliarità che consenta alla persona non autosufficiente di essere assistita nel proprio ambiente, nella propria casa, vicino ai suoi cari. Il sistema dei servizi territoriali residenziali in questi anni, pur in presenza di risorse sempre più esigue, è diventato più dinamico, si è trasformato in centri di servizio sempre più collegati alla realtà sociale del territorio dove sono presenti. Non ci sono più le ‘case di riposo’ – ha detto Valdegamebri – ma ora sono attivi i ‘centri di servizio’ che danno risposte anche alla famiglia con i servizi di sollievo e con i centri diurni”. .  
   
   
FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA, ACCORDO REGIONE TOSCANA-SINDACATI DA NOVEMBRE 2007 AVVIATI I PROGETTI PILOTA NELLE 34 ZONE SOCIO-SANITARIE  
 
Firenze, 21 gennaio 2008 - Avvio di progetti pilota, definizione degli strumenti di base e delle risorse, sostegno all’assistenza domiciliare integrata, ampliamento dell’offerta per la residenzialità e la semiresidenzialità, buoni di servizio per accedere a servizi privati. Sono questi i punti essenziali dell’accordo siglato da Regione e Cgil-cisl-uil presentato il 18 gennaio a Palazzo Bastogi relativo al progetto regionale del fondo per la non autosufficienza. «Questo documento rappresenta un altro passo importante verso l’attivazione del progetto complessivo – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori. La condivisione dell’impianto da parte delle rappresentanze sindacali è un aspetto fondamentale per proseguire nel nostro lavoro. I prossimi mesi saranno decisivi, dal buon esito dei percorsi pilota già a! vviati in tutte le 34 zone socio–sanitarie dipende la ri! uscita d i tutta l’operazione. Ma già dai primi risultati posso anticipare che la struttura che abbiamo ideato sembra rispondere alle esigenze delle famiglie». «In questa società si vive di più, ed è giusto che si viva meglio – hanno detto Cgil, Cisl e Uil della Toscana - per questo abbiamo fortemente voluto la costituzione del fondo regionale sulla non autosufficienza. La firma di questo protocollo d’intesa è un primo risultato importante perchè fissa i principi e i punti essenziali dell’intero progetto che poi andranno sviluppati e articolati nel confronto successivo sulla proposta di legge. Con l’avvio della fase pilota si cominciano a dare risposte ulteriori alle famiglie toscane e un aiuto concreto in termini di assistenza che al momento è ancora in larga parte a carico dei familiari della persona non autosufficiente». «Già in questa prima fase – aggiung! ono le tre organizzazioni sindacali - si iniziano a concretizzare gli impegni assunti soprattutto per il mantenimento degli anziani al proprio domicilio garantendo un aumento della assistenza domiciliare sia in termini di persone assistite che in termini di tempo e qualità per coloro che già ne usufruiscono. Il fondo colma una lacuna grave e risponde in maniera organica alla domanda di aiuto delle famiglie. Per la nascita del fondo Cgil, Cisl e Uil, ed i rispettivi sindacati dei pensionati, si sono fortemente e da anni mobilitate, convinte che rappresenti una risposta di civiltà ad un bisogno molto esteso. Con la sua costituzione si riafferma l’universalità dell’intervento, la sua integrazione e la domiciliarità come scelte strategiche. Quanto abbiamo siglato – concludono Cgil, Cisl e Uil - è una preintesa che dovrebbe portare ad un articolato di legge che vogliamo discutere prima del suo approdo in Con! siglio regionale e che comunque dovrà contenere i punti! essenzi ali dell’accordo: sviluppo dell’offerta dei servizi; certezza della risposta assistenziale; protocollo ospedale–territorio; contabilità separata a garanzia che le risorse siano dedicate esclusivamente agli interventi per la non autosufficienza; ultimo, ma non ultimo, nel 2008 il fondo sarà costituito senza il ricorso ad una fiscalità aggiuntiva, senza cioè ulteriori aggravi per i cittadini». Il documento impegna le parti a sviluppare tutta una serie di elementi e ad individuare gli strumenti operativi che saranno successivamente inclusi nella proposta di legge. I principi generali del progetto prevedono l’universalità di accesso alle prestazioni, l’integrazione delle politiche sanitarie e sociali, il sostegno alla domiciliarità, il coinvolgimento delle comunità locali nell’attuazione e valutazione degli interventi. Nell’accordo sono contenuti alcuni impegni per il 2008,! primo anno di attuazione del progetto. Anzitutto, in attesa della proposta di legge che lo disciplinerà, Regione e sindacati apriranno un confronto sul testo prima della presentazione in Consiglio regionale. In quanto alle risorse, è previsto il ricorso al maggior gettito prodotto nel 2007 e a quelle nazionali, senza ulteriori tasse per i cittadini. Nelle varie zone-distretto saranno avviate esperienze pilota (in parte già attive) nei primi 6 mesi dl 2008, prima dell’entrata a regime prevista a partire da luglio. La costituzione di un Punto unico di accesso, per ottenere tutte le risposte necessarie al percorso assistenziale, e la valutazione multidimensionale di ciascun singolo caso costituiranno i punti essenziali per l’avvio delle sperimentazioni. Altri elementi di base saranno costituiti dalla continuità assistenziale, dal progetto assistenziale personalizzato, dalla banca dati centralizzata, dall’incremento progressivo del! ricorso all’assistenza domiciliare integrata e al soste! gno domi ciliare, dall’ampliamento della residenzialità e semiresidenzialità. Infine è prevista anche l’erogazione di buoni servizio da utilizzare per accedere ai servizi di assistenza familiare privati, coinvolgendo in tal senso anche i centri per l’impiego per facilitare l’incontro tra domanda e offerta. .  
   
   
IL LIBRO PARLATO UNA SPERIMENTAZIONE SULL´EFFICACIA DEGLI AUDIOLIBRI PER I RAGAZZI AFFETTI DA DISLESSIA  
 
Bosisio Parini (Lc), 21 gennaio 2008 - Si è conclusa presso l´Irccs "E. Medea" di Bosisio Parini un´indagine finalizzata a rilevare i benefici risultanti dall´utilizzo di testi su supporti di tipo informatico per i soggetti affetti da dislessia. Hanno partecipato alla ricerca 40 ragazzi, d´età compresa tra gli 11 e i 16 anni, con una diagnosi di Dislessia Evolutiva (Disturbo Specifico della Lettura secondo il manuale diagnostico Icd-10), ricevuta presso l´Irccs "E. Medea" di Bosisio Parini o presso altri centri diagnostici specializzati, che avevano già terminato qualsiasi forma di trattamento riabilitativo e che non avevano utilizzato in precedenza audiolibri. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi di 20 ragazzi ciascuno, uno sperimentale, che ha utilizzato gli audiolibri, ed uno di controllo, che non ha utilizzato gli audiolibri. Ai soggetti del gruppo sperimentale sono state fornite le registrazioni dei testi scolastici di Storia, Geografia, Scienze ed Antologia e di un libro di narrativa. I ragazzi del gruppo di controllo, invece, hanno proseguito il percorso scolastico con le modalità normalmente adottate. I testi sono stati registrati dall´Associazione Libro parlato Lions "Romolo Monti" di Milano, in parte tramite donatori di voce, in parte attraverso l´utilizzo di un programma di sintesi vocale. Durante il periodo della sperimentazione è stato monitorato l´utilizzo degli audiolibri da parte dei ragazzi del gruppo sperimentale attraverso interviste telefoniche a ragazzi e genitori, al fine di rilevare eventuali difficoltà, problemi e punti di forza degli strumenti. Il progetto, che è durato un anno ed è stato finanziato dalla Fondazione della Provincia di Lecco e dall´Associazione "Lions Club" (Distretto Lions 108 Ib 1), verrà presentato presso la sede de La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, in via don Luigi Monza 20, lunedì 21 gennaio alle ore 14. 30. .  
   
   
SANITA’. MARTINI: “L’ATTIVAZIONE DI UNA DIRETTA, PUNTUALE E CORRETTA INFORMAZIONE PER I CITTADINI VENETI DA’ RISULTATI POSITIVI. DOMANDE E RISPOSTE SUI SITI WEB DELLE AZIENDE SANITARIE”  
 
Venezia, 21 gennaio 2008 - “L’attivazione di una diretta, puntuale e corretta informazione per i cittadini dà risultati positivi. ” Lo ha detto l’assessore alle Politiche sanitarie, Francesca Martini, commentando le 240 telefonate che i veneti hanno fatto sino alle ore 15 del 18 gennaio al numero verde attivo da ieri per ottenere risposte chiare, rapide e puntuali sui dubbi rispetto alle meningite e al tempo stesso per conoscere le opportunità di salute offerte nella nostra Regione. “Il numero verde 800014184 - ricorda Francesca Martini – sarà in funzione anche durante il fine settimana dalle ore 8 alle ore 20. Da stasera tutti i siti web delle aziende sanitarie del Veneto pubblicheranno, inoltre, le domande più frequenti su questa patologia e le relative risposte con un linguaggio semplice e immediato per fugare eventuali dubbi ed incertezze. Il numero verde resterà comunque aperto sino a quando questo si renderà necessario. Ritengo, infatti, tale strumento di contatto diretto con gli utenti molto importante e di grande impatto per la percezione della qualità del nostro servizio sanitario regionale. Si tratta di una modalità che intendo utilizzare in futuro per una corretta ed immediata informazione su tematiche di interesse pubblico portate avanti dalla sanità veneta. ” “Ricordo infine – conclude l’Assessore - che per le prenotazioni non si deve contattate il numero verde, bensì bisogna rivolgersi come sempre alle proprie Aziende sanitarie” .  
   
   
GIUNTA DEL LAZIO: ACCORDO CON GUARDIA DI FINANZA PER CONTROLLO SPESA SANITARIA  
 
Roma, 21 gennaio 2008 - La giunta regionale del Lazio ha approvato un protocollo d´intesa relativo ai rapporti di collaborazione con la Guardia di finanza finalizzato al controllo della spesa sanitaria. Sulla base dell´accordo, la Regione si impegna a individuare possibili irregolarità in materia di spesa farmaceutica e appalti per forniture di beni e sevizi. Queste saranno segnalate al comando regionale della Guardia di finanza che provvederà agli accertamenti. Il protocollo prevede, inoltre, cha le fiamme gialle organizzino corsi di formazione per dotare i funzionari della Regione degli strumenti adatti a individuare eventuali anomalie nei conti della sanità. .  
   
   
40 MILIONI PER L´AMMODERNAMENTO DELLE STRUMENTAZIONI SANITARIE DEL LAZIO  
 
Roma, 21 gennaio 2008 - É stata definitivamente approvata dalla giunta regionale la delibera che stanzia 40 milioni di euro per la realizzazione di un programma triennale di ammodernamento tecnologico delle attrezzature e strumentazioni sanitarie e informatiche delle aziende sanitarie e degli istituti di ricovero e cura di carattere scientifico pubblici. La delibera ha ottenuto il via libera anche dalla Commissione sanità del Consiglio regionale e dei ministeri del Tesoro e della Salute: i fondi regionali verranno quindi assegnati alle Asl agli ospedali e agli Irccs mentre a decidere il tipo di attrezzature da acquistare sarà la Direzione regionale tutela della salute insieme sistema sanitario regionale. La definizione del provvedimento avverrà sulla scorta delle richieste presentate dalle Asl, Aziende ospedaliere e Irccs verificata la coerenza delle stesse con il Piano di rientro sanitario. .  
   
   
A ROMA 900 MILA EURO PER L´AMBULATORIO CARITAS  
 
Roma, 21 gennaio 2008 - La giunta regionale del Lazio ha stanziato 900 mila euro per il sostegno, nel triennio 2008-2010, del poliambulatorio Caritas di via Marsala. La Regione torna così a finanziare un progetto avviato nel 2002 che ha coinvolto oltre 17 mila pazienti di 90 nazioni. Tra i nuovi obiettivi previsti dalla struttura, interventi specifici sulle vittime di tratta e tortura, aiuto a comunità scarsamente raggiunte dal sistema sanitario come cinesi e rom, avvio di progetti con strutture pubbliche e istituzioni. .  
   
   
SPESA FARMACEUTICA IN CALO NELLA REGIONE LAZIO  
 
Roma, 21 gennaio 2008 - Nel mese di dicembre sono stati risparmiati, nella regione Lazio, 10 milioni di euro, pari all’8,45% in meno rispetto allo stesso mese del 2006. “Lo sforzo per il risanamento dei conti – ha dichiarato l’Assessore alla Sanità Augusto Battaglia - non solo procede nella giusta direzione, ma i suoi risultati sono destinati a produrre un progressivo e sostanziale miglioramento dell’intero sistema sanitario regionale, e ciò non solo in termini di spesa”. L’importante risultato di dicembre è stato ottenuto senza alcuna penalizzazione né limitazione di prestazioni per i cittadini. Il dato appare ancor più significativo se rapportato al risparmio già raggiunto con lo scorso anno e che conferma appieno la natura strutturale delle misure adottate dalla Sanità del Lazio per la riduzione della spesa farmaceutica. “Quello del risparmio sulla spesa farmaceutica è un dato sintomatico – ha precisato Battaglia – in quanto evidenzia con chiarezza che lo sforzo intrapreso dalla Sanità laziale per il risanamento dei conti non solo è avviato nella giusta direzione, ma che i risultati sono destinati a produrre un progressivo e sostanziale miglioramento dell’intero sistema sanitario regionale, e ciò non solo in termini di spesa. A confermarlo ci sono tutti gli indici delle prestazioni e dei servizi che registrano un costante andamento positivo. Un quadro complessivo che porta la Sanità laziale sempre più vicina agli obiettivi previsti dal Piano di Rientro”. .  
   
   
LISTE DI ATTESA, DIRETTORI ASL LIGURI: "LE MAGGIORI PROBLEMATICHE SU OCULISTICA E ORTOPEDIA"  
 
Genova, 21 Gennaio 2008 - Sono oculistica e ortopedia le prestazioni su cui si registrano le maggiori criticità in Liguria. Lo dicono i direttore generali e sanitari delle cinque Aziende liguri che hanno partecipato questa mattina alla presentazione del primo monitoraggio sulle liste di attesa dopo il varo nell´ottobre scorso da parte della Giunta regionale di un piano di abbattimento per sette prestazioni. Sia nella Asl 1 che nella Asl 2 e nella Asl 3 le maggiori preoccupazioni dei direttori generali e sanitari riguardano l´area oculistica e ortopedica. Mario Fisci direttore sanitario della Asl 3 ha comunicato "l´attivazione di un ambulatorio dedicato alle patologie oculari come il glaucoma, molto frequente in Liguria per la presenza di persone anziane che necessitano di controlli continui e ripetitivi che contribuiscono ad aumentare i tempi di attesa". A queste patologie si aggiunge nella Asl 2 l´ecocolordoppler praticato da pochi specialisti in strutture pubbliche, come ha rimarcato il direttore generale della Asl, Flavio Neirotti. Nella Asl 4 si rimarcano alcuni problemi con la Tac e nella Asl 5 con l´ecocolordoppler e con le ecografie, anche se l´andamento, come ha sottolineato il direttore generale Gianfranco Conzi è in miglioramento. .  
   
   
A PALAZZO REALE DI MILANO GIACOMO BALLA: LA MOSTRA DEDICATA AL GRANDE FUTURISTA: PIÙ DI 200 OPERE NE ILLUSTRANO IL PERCORSO ARTISTICO NEGLI ANNI TRA IL 1900 E IL 1929  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - Il prossimo 14 febbraio 2008, si aprirà nelle sale di Palazzo Reale la mostra Giacomo Balla: la modernità futurista. La mostra è molto attesa per due motivi: il primo è che da 37 anni non è più stata organizzata nessuna grande retrospettiva su Giacomo Balla. L’ultima antologica completa risale infatti al 1971, quando Palma Bucarelli, allora direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, affidò a Giorgio De Marchis la cura di una mostra che comprendeva circa 90 opere. Il secondo motivo è che a Milano non c’è mai stata una vera e propria retrospettiva dedicata a Balla. La cultura milanese e lombarda si è sempre identificata più in Boccioni, l’altro grande futurista, e ha quindi tenuto in minor conto la ricerca e l’originalità di Balla. Negli ultimi quarant’anni, e maggiormente dopo il cambio di secolo, gli studi sull’avanguardia storica hanno conosciuto un profondo rinnovamento, che ha portato a nuove valutazioni e a nuovi parametri di giudizio. Su questa base analitica, l’opera di Balla appare di una modernità straordinaria, nella misura in cui non soggiace al filtro della storia, ma rivendica un’immediatezza di segno e di soluzioni linguistiche che corrispondono perfettamente alla sensibilità contemporanea. La retrospettiva di Milano nasce dall’insieme di queste idee: riproporre l’opera di uno dei grandi protagonisti del futurismo; portare per la prima volta Balla a Milano, cioè nella patria culturale di Boccioni; verificare la modernità assoluta e la fortuna di cui gode presso gli artisti contemporanei. La mostra presenterà e prenderà in esame il trentennio più importante della lunga carriera dell’artista: quello che va dal 1900 al 1929, dall’esperienza divisionista, declinata in moduli inediti e di estrema attualità, agli anni del futurismo, vissuti nella pluridisciplinarietà sperimentale. I curatori non hanno voluto limitare il futurismo dell’artista alla prima fase storica del movimento, che si concluse con la guerra, ma estenderla ai pieni anni ’20, proprio quando lo studio di Balla diventò il punto di riferimento e il centro propulsore dell’avanguardia italiana. Curata da Giovanni Lista, Paolo Baldacci e Livia Velani, la mostra è promossa dal Comune di Milano Assessorato Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Skira in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Il lavoro dei curatori si è concentrato sulle opere del periodo prescelto per offrire al pubblico una mostra completa, esauriente e analitica, capace di illustrare e spiegare le diverse fasi della ricerca artistica di Balla. Al primo piano di Palazzo Reale saranno riunite circa 200 opere tra olii, tempere, pastelli, acquarelli, disegni, assemblaggi, sculture, fotografie e documenti, grazie a prestiti eccezionali ottenuti da collezioni private e musei internazionali, come il Museum of Modern Art di New York, il Musée National d’Art Moderne – Centre Georges Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, la Staatsgalerie di Stoccarda, il Museo Thyssen-bornemisza di Madrid, il Kröller-müller Museum di Otterlo. Salvo pochissime, inevitabili, lacune, si potrà vedere tutta l’opera maggiore e più famosa di questo grande protagonista della modernità italiana ed europea, ivi compresi i bozzetti per i costumi teatrali, la scenografia e la moda, le opere di arte postale, le tavole parolibere e i manoscritti. Cinque le sezioni in cui sarà divisa la mostra: Divisionismo e visione fotografica, Analisi del movimento, Ricostruzione futurista dell’universo, Arte-azione futurista e Energie e sensazioni. Divisionismo e visione fotografica. Le opere esposte coprono il primo decennio del ‘900. Balla, che si è trasferito da Torino a Roma, esordisce come divisionista, facendo prova di grande originalità. Il suo divisionismo è scevro da componenti mistiche, spiritualiste e simboliste. Aderisce invece ad audacissimi tagli fotografici dell’immagine e a un’estesa gamma strumentale nel modo di trattare la pennellata divisa. I temi affrontati dall’artista vanno dal mondo famigliare al documento sociale, dal fascino per la natura all’indagine della resa ottica. L’approccio sperimentale e oggettivo della sua pittura apre una linea originale e autonoma all’interno del divisionismo italiano, di cui è uno dei più alti rappresentanti. Il carattere perentorio dell’inquadratura fotografica è utilizzato in capolavori come La Madre, opera monumentale del 1901, e Agave sul mare del 1905, quadro inedito che viene esposto per la prima volta. La dimensione intimista dello spazio domestico è messa in scena in opere come Elisa sulla porta del 1904 e Affetti del 1910; la natura panteista è rappresentata con Villa Borghese – Parco dei Daini del 1910; il mondo sociale è trattato in Fallimento del 1902 (di cui si espone il bozzetto) e La giornata dell’operaio del 1904. Il divisionismo di Balla testimonia già il suo approccio sperimentale, evolvendo fino ad assumere tutti i caratteri di un’opera compiuta, che lo rende celebre tra gli artisti italiani. Analisi del movimento. Balla entra a posteriori nel futurismo, quando il programma della nuova pittura è già stato formulato da Boccioni in nome di un divisionismo del colore e della forma messo al servizio dei nuovi temi della modernità: la velocità, la macchina, la vita urbana, i moti sociali. E’ allora che Balla dipinge la famosissima Lampada ad arco del 1910-11 (opera non esposta), in cui declina in modo allegorico il divisionismo mostrando il trionfo di una lampadina elettrica sul vecchio chiaro di luna romantico. Boccioni decide di non inserire quest’opera nella mostra di Parigi del 1912 per non apparire arretrato rispetto ai cubisti. Balla reagisce lanciandosi in una nuova fase di sperimentazione e di ricerca. Nascono così i capolavori che lo rendono ancora oggi celebre, come Dinamismo di un cane al guinzaglio (opera non esposta) e Bambina che corre sul balcone, entrambi del 1912. In questi dipinti, Balla cerca di fissare secondo i modi di una sintesi analitica un tema plastico radicalmente nuovo: la forma in movimento o il movimento di una forma. Egli mette a punto delle soluzioni diverse e nuovissime, aprendo la strada a un nuovo codice di rappresentazione da cui trarrà il linguaggio astratto delle sue opere successive. Passa poi allo studio dei corpi in volo, a una forma aerea che sfugge ancora di più alla percezione dell’occhio umano. Lo studio del movimento continua su temi meno naturalistici e nettamente incorporei, come il raggio luminoso e la velocità lineare e repentina di un automobile in corsa. In mostra sono presenti opere eccezionali come Automobile in corsa (velocità+luci) del 1912 del Museum of Modern Art di New York, fino ad ora mai esposto in Italia. Il risultato estremo di questa sua ricerca, di cui fa parte un divisionismo della forma che ignora la sintassi analitica della scomposizione cubista, sono le velocità di automobili in cui la resa è totalmente astratta. Un precipitarsi di diagonali, uno sventagliamento di curve, un accumulo di diagrammi astratti, rendono, con i soli mezzi plastici della pittura, la sensazione della velocità senza l’oggetto che l’ha prodotta. Balla passa poi allo studio dei vortici e delle rotazioni celesti. Dipinge capolavori come Vortice+volumi di spazio del 1914 e, dopo aver osservato dal vero l’eclisse del 1914, la serie di Mercurio che passa davanti al sole. Il tema delle rotazioni celesti gli permette di restituire un movimento che sfugge al carattere episodico dell’evento cinetico ed esprime invece una sorta di eternità dell’energia in atto. Ricostruzione futurista dell’universo. Balla supera la bidimensionalità della tela dipinta nel momento in cui comincia ad inserire nei suoi quadri collage di carta stagnola, carte colorate, lamiere, alla ricerca di superfici riflettenti che possano dare il senso di fugacità effimera e di mobilità della forma. La sua ricerca evolve così dal quadro-oggetto all’assemblaggio tridimensionale, cioè al montaggio di materiali diversi, in cui vuole fissare gli equivalenti astratti di ogni sensazione o elemento della vita universale. Questa tappa del suo lavoro viene teorizzata nel manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, che firma nel 1915 con il giovane Depero. In questo manifesto Balla apre due grandi ipotesi di ricerca: la prima è quella di un’estrema latitudine del mondo futurista che va dall’oggetto quotidiano all’abito, dalla scenografia teatrale a qualsiasi oggetto strumentale che va ripensato secondo i canoni formali del futurismo. La seconda ipotesi è quella dell’assemblaggio di materiali che, probabilmente su influsso diretto dei teorici della Gestalt, viene chiamato complesso plastico. In mostra ci sarà un’opera straordinaria, mai esposta finora e del tutto inedita: il primo Complesso plastico realizzato da Balla nel 1914, recentemente ritrovato nella collezione Odescalchi di Roma nel Castello di Bracciano. In questa sezione saranno esposti anche i bozzetti di costumi e di scene teatrali provenienti dal Museo Teatrale alla Scala. Questi bozzetti sono già stati presentati diverse volte, ma vengono per la prima volta identificati come progetti preparatori per una messinscena teosofica di “Proserpine” di Paisiello. Ci saranno anche tavole parolibere, opere di arte postale, copertine di riviste e i cosiddetti “fiori futuristi”, in cui Balla ha lanciato l’idea di una natura interamente ricreata dall’uomo. Arte-azione futurista. Il futurismo, secondo la volontà stessa di Martinetti che ne è stato il fondatore, voleva essere la tappa ultima del Risorgimento, la possibilità di costruire un’identità culturale italiana moderna. E in questo senso, il futurismo è stato concepito nel più profondo come un’arte-azione, come una creazione militante, che avrebbe dovuto forgiare i valori della nuova Italia post-unitaria. In ogni opera futurista c’è la volontà di allegorizzare dei valori, o per lo meno di educare lo spettatore italiano ad una società altra rispetto alla grande tradizione della cultura classica e rinascimentale su cui è stata costruita l’identità artistica nazionale. In questa sezione ci saranno opere legate alla fase patriottica della propaganda di guerra, ma anche opere legate all’osservazione ironica del mondo borghese, o allegorie didattico-attivistiche, come Scienza contro oscurantismo del 1920, Pessimismo e ottimismo del 1923, che testimoniano la scelta futurista di impugnare l’arte come strumento di educazione, propaganda, formazione. Energie e sensazioni. Nel dopoguerra, la ricerca di Balla si svincola dai temi più contingenti del futurismo per assumere una vera e propria lettura del mondo in chiave energetica. L’energia di cui egli parla non è più quella del mondo meccanico o tecnologico, pesantemente compromesso con la guerra. Balla si interessa allo scambio osmotico continuo, che produce l’essere e il vivere del “tutto”: l’energia della natura, del ciclo delle stagioni, l’energia psichica, tutti i tipi di forza vitale e il modo in cui essi si rivelano attraverso la sensazione. La sensazione è ciò che produce l’attivazione del campo di energia. Un colpo di fucile, l’apertura di un flacone di profumo, il più piccolo episodio del quotidiano aprono questa rivelazione del campo di energia e mettono l’essere in sintonia con la totalità cosmica. Questo è il tema dell’ultima ricerca di Balla. Un decennio che vede la produzione di nuovi capolavori, come Forze di paesaggio estivo del 1917 e Colpo di fucile domenicale del 1918, prime versioni inedite che sono state ritrovate nel corso della preparazione della mostra. Particolare attenzione sarà dedicata all’allestimento, a cura dell’architetto Daniela Volpi, che creerà nelle sale di neoclassica simmetria di Palazzo Reale spazi obliqui e slittanti con effetto di espansione dinamica estremamente appropriati all’ambientazione di opere così innovatrici come quelle di Balla. In mostra sarà proiettato il film “Balla e i futuristi”, realizzato nel 1971 da Jack Clemente per la radio-televisione francese: uno straordinario esempio di documentario d’arte con colorite testimonianze delle figlie e degli amici dell’artista. Questa mostra sarà una grande rivelazione e una rivincita postuma per Balla. Balla ha incarnato l’altro grande polo della creazione futurista e, dopo la sua morte, ha preso il posto di Boccioni come guida del movimento, che è stato la vera grande avanguardia nazionale italiana del ‘900. .  
   
   
A FIRENZE IL RAPPRESENTANTE EUROPEO PER GLI AFFARI SOCIALI JEROME VIGNON IL WELFARE TOSCANO DIVENTA MODELLO PER L’EUROPA SALVADORI: «ORGOGLIOSI DI DIVENTARE ESEMPIO PER LA COMMISSIONE UE»  
 
Firenze21 gennaio 2008 - Il welfare toscano come modello per l’Europa. E’ questo Il filo conduttore della visita che ha portato il 19 gennaio l’assessore regionale alle politiche sociali della regione, Gianni Salvadori e Jerome Vignon, responsabile per l’inclusione sociale della direzione generale affari sociali delle Commissione europea, a toccare con mano tre delle esperienze più significative della Toscana. La visita, che si è svolta a seguito del convegno tenuto ieri all’Istituto degli Innocenti sul tema del rapporto fra il Terzo settore e l’Europa, è cominciata dalla storica sede della Misericordia in piazza del Duomo a Firenze, per poi proseguire con l’albergo popolare e concludersi alla Madonnina del Grappa, altra storica istituzione fondata nel 1924 da don Giulio Facibeni. Un percorso nel quale l’assessore Salvadori e il rappresentante della Commissione Ue sono stati ac! compagnati, fra gli altri, dal portavoce del Forum del Terzo S! ettore t oscano, Vincenzo Striano. Al termine della visita, conclusa alla Madonnina del Grappa con la guida di don Corso Guicciardini, e che ha permesso a Vignon di approfondire alcune delle più importanti e significative realtà che connotano il welfare in Toscana, è stato tenuto un breve incontro con la stampa. Vignon si è detto molto interessato e ha sottolineato con ammirazione la capacità di intergrazione e di cooperazione dimostrata dal terzo settore della Toscana. Un’esperienza, quella del volontariato nella nostra regione, che – ha ricordato - ha avuto inizio fin dal 1200. Per il Terzo Settore toscano è stato il portavoce del Forum, Vincenzo Striano a ribadire l’importanza dell’iniziativa, che assume un duplice significato: quello di aiutare gli operatori toscani a rapportarsi sempre meglio con l’Europa e le sue istituzioni e quello di fornire all’Europ! a stessa un modello che contribuisca ad accentuarne l’impegno sociale. Soddisfatto l’assessore Gianni Salvadori, impegnato da tempo a costruire un più saldo legame con l’Eurppa e le istituzioni comunitarie in tema di politiche sociali. «Abbiamo realizzato un ponte importante – ha ribadito Salvadori –, un ponte che servirà a valorizzare ancora meglio tutto il Terzo settore della Toscana e quello che rappresenta. Un tessuto sociale straordinario, fatto di volontariato, di cooperative sociali, di associazioni di promozione sociale, di tante persone che in tutta la Toscana lavorano a fianco delle istituzioni e contribuiscono al nostro modello sociale rendendo uno straordinario servizio alla collettività. Un ponte che ci ha permette di far conoscere meglio le grandi risposte che, grazie a tutto questo, la Toscana è riuscita a dare negli anni e che ogg! i continua a renderla protagonista nelle crescenti problematic! he socia li del nostro tempo. L’apprezzamento che abbiamo ricevuto - ha concluso Salvadori - ci rende ancora più determinati a continuare su questa strada e ci rende orgogliosi di poterci offrire come modello di riferimento dell’Europa. Un’europa che vorremmo sempre più improntata alla solidarietà sociale. » .  
   
   
LA REGIONE TOSCANA REALIZZERÀ 13 NUOVI HOSPICE CON I TRE GIÀ OPERATIVI CONSENTIRANNO DI FRONTEGGIARE LA DOMANDA DI ASSISTENZA AI MALATI INGUARIBILI. SONO 18 MILA OGNI ANNO GLI UTENTI POTENZIALI DI CURE PALLIATIVE  
 
Firenze, 21 gennaio 2008 – Tredici nuovi hospice, da aggiungersi ai 3 già operativi, per un totale di 174 posti letto. Fanno parte del piano della Regione Toscana per l’assistenza ai malati inguaribili. Ne ha dato notizia il 17 gennaio l’oncologo Gianni Amunni, direttore dell’Istituto Toscano Tumori (Itt) della Regione, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del convegno Hospice, il sistema delle cure, in programma domani e sabato al Convitto della Calza per l’organizzazione della Fondazione Italiana di Leniterapia File. Entro il 2008 saranno attive 5 nuove strutture: a Empoli, Carrara, Lucca, Prato e Firenze, quest’ultima nell’ex convento delle Oblate a Careggi. Andranno ad aggiungersi agli hospice attualmente già attivi a Livorno, Camaiore e Montevarchi. Una volta operative, le 16 strutture consentiranno di far pienamente fronte a una domanda che coinvolge, mediamente, 0,4 pazienti ogni 10 mila abitanti. Amunni ha tuttavia spiegato che senza una reale rete di cure palliative gli hospice da soli servono a poco. L’importante, dunque, è realizzare una rete efficace che copra opportunamente il territorio con la collaborazione di istituzioni e società civile, ovvero pubblico e organizzazioni del volontariato. Gli utenti toscani di cure palliative sono circa 18 mila ogni anno. Nel 2006, su un totale di 39. 362 decessi, 11. 876 (poco meno di un terzo) sono stati causati da un tumore (30 i minorenni). Calcolando che il 90% dei pazienti oncologici deve affrontare una fase terminale, si stima in circa 11 mila persone l’utenza potenziale di cure palliative in Toscana. .  
   
   
GAROFALO PITTORE DELLA FERRARA ESTENSE PRIMO GRANDE EVENTO DELLA FONDAZIONE ERMITAGE ITALIA L´ESPOSIZIONE IN PROGRAMMA IN CASTELLO DAL 4 APRILE AL 6 LUGLIO  
 
Ferrara, 21 gennaio 2008 - Il quadro ´Allegoria del Vecchio e Nuovo Testamento´ del Garofalo appartenente al museo Ermitage di San Pietroburgo Ermitage Italia dà avvio alla sua attività sia di ricerca approvando le prime borse di studio, sia presentando la prima mostra, una grande antologica dedicata a Benvenuto Tisi detto il Garofalo, un pittore poco indagato ma che influenzò, per molti aspetti, il percorso guidato dalla scuola ferrarese del primo Rinascimento. “Puntiamo ad avere circa 80 opere – ha spiegato Irina Artemieva, direttrice del Comitato scientifico della Fondazione Ermitage Italia – provenienti dai più prestigiosi musei al mondo, fra cui la National Gallery di Londra e la Gemäldegalerie di Dresda. Un gruppo di dipinti – ha continuato – proverrà direttamente dall’Ermitage di San Pietroburgo e molte opere del pittore che fu attivo alla corte estense non sono mai state viste dal pubblico italiano”. Rapporti sono in corso anche con la Galleria Borghese di Roma in questa fase organizzativa del primo evento espositivo della Fondazione e la mostra è già in calendario dal 4 aprile al 6 luglio in Castello Estense a Ferrara. Tra le opere in esposizione tre eccezionali dipinti di grandi dimensioni realizzati da Garofalo per il convento di San Bernardino nel 1530: “le nozze di Cana”, “la via crucis” e un’”allegoria del Vecchio e Nuovo Testamento”. Soddisfazione hanno espresso il presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione, Pier Giorgio Dall’acqua, e i componenti Gaetano Sateriale (sindaco di Ferrara) e Alfredo Bertelli (sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-romagna), per il primo avvenimento artistico firmato Ermitage Italia che promette di essere di grande interesse culturale e scientifico. .  
   
   
OTTOCENTO ROMA, SCUDERIE DEL QUIRINALE 29 FEBBRAIO -10 GIUGNO 2008  
 
 Roma, 21 gennaio 2008 - La mostra Ottocento si presenta come una grande sfida per due motivi: è la prima volta che si fa un’esposizione sulla pittura italiana di questo secolo e la rivalutazione dell’arte pittorica di molti artisti che, al di là di Canova, nella scultura e Segantini e Boldini in pittura, non rappresentavano più l’eccellenza in arte nel secolo in cui l´Italia conquistò la sua libertà e l´indipendenza nazionale. Nell’ottocento infatti la musica, con il melodramma di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Puccini, dominava ancora nel mondo, mentre nell’arte si riscontrava la perdita dell´antico primato. Le Scuderie del Quirinale ospiteranno circa 100 capolavori selezionati da Maria Vittoria Marini Clarelli, (Soprintendente alla Galleria Nazionale d´Arte Moderna di Roma), Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (i maggiori studiosi dell´arte del secolo e già curatori delle mostre dedicate ai Macchiaioli e a Boldini che hanno riscosso un eccezionale successo di pubblico e di critica). Il fine è dimostrare, come una serie di pittori straordinari, tra Roma e Milano, Firenze e Napoli, abbiano lottato in contesti e situazioni storiche difficili, per realizzare opere che fossero all’altezza della migliore tradizione nazionale. Appiani, Palagi, Hayez e i rappresentanti della Scuola Romantica a Milano, i Macchiaioli come Fattori, Lega, Signorini a Firenze, i vedutisti della Scuola di Posillipo e Morelli a Napoli, hanno reinterpretato il lento, spesso dorato, tramonto dell’ideale classico e delle regole ritenute immutabili dell’Accademia, realizzando, in nome dei grandi ideali del Risorgimento e dei conflitti esistenziali nei Romantici, una pittura che desse conto della semplice natura e della vita quotidiana nei Macchiaioli, dei misteriosi percorsi dell´animo in Morelli, creando così una nuova idea di bello che corrispondesse alle inquietudini dell´uomo moderno. Gli strepitosi ritratti, come quello dell´eroica Principessa Belgiojoso, i sensuali nudi femminili dell´autore del Bacio, Francesco Hayez, le malinconiche scene familiari, come l´indimenticabile Canto di uno stornello di Silvestro Lega, le smaglianti tavolette (su cui svetta l´incanto dei Bagni della Rotonda Palmieri) e gli intensi ritratti di Giovanni Fattori, chiamati a raccolta dai maggiori musei e dalle collezioni private più esclusive, restituiscono le passioni, le speranze e le delusioni, di un Paese in lotta per l’indipendenza e per la creazione di una società più equa. Dopo l´Unità d´Italia, le vicende della pittura, a cominciare dall´esperienza rivoluzionaria dei Macchiaioli che si esaurisce nel giro di dieci anni, vedono scavarsi un solco tra gli artisti ufficiali, graditi all´establishment, e quelli che, in perenne conflitto con la società, cercano di realizzare un nuovo modo di vedere ed interpretare la realtà. La mostra intende mettere a confronto presupposti e esiti diversi, tra il linguaggio della "macchia", basato su una potente sintesi plastica e cromatica, e la materializzazione dell´immagine perseguita tra le vibrazioni luminose di Morelli e le sperimentazioni atmosferiche della Scapigliatura e del Divisionismo. I protagonisti di questo movimento, Segantini, Morbelli, Novellini, Previati, Pelizza da Volpedo, presenti con capolavori indimenticabili anche per il loro significato storico, come il celeberrimo Quarto Stato, testimoniano la grandezza e la modernità, assolutamente europee, di questa ultima grande stagione della pittura italiana dell´Ottocento. Per evocare meglio il percorso artistico del secolo alcuni capolavori assoluti della scultura - di artisti come Canova, Tenerani, Bartolini, Vela, Duprè, Cecioni, Gemito, sino a Medardo Rosso - fanno da grandi testimoni, strategicamente dislocati negli snodi principali, alle diverse sezioni. .  
   
   
GUIDO CAGNACCI PROTAGONISTA DEL SEICENTO TRA CARAVAGGIO E RENI MUSEI SAN DOMENICO  
 
 Forlì (Fc) 20 gennaio al 22 giugno Forlì (Fc), 21 gennaio 2008 - Nato a Santarcangelo di Romagna nel 1601 e morto a Vienna nel 1663, Guido Cagnacci fu un protagonista del suo tempo, partecipò a Roma della rivoluzione caravaggesca e, a Bologna, della “bellezza virtuosa” di Guido Reni. Fu a Venezia e alla corte imperiale di Vienna. L´artista seppe combinare i diversi spunti che gli derivarono dalla conoscenza del naturalismo di ceppo caravaggesco e dell´idealismo reniano, così da ricavarne un profilo e una personalità che si sottrae alle classificazioni correnti. Per evidenziare le peculiarità di tali esperienze, l´esposizione affianca ai capolavori giovanili di Cagnacci, dipinti del Caravaggio e dei suoi seguaci, da Vouet a Van Honthorst a Serodine ad Orazio e Artemisia Gentileschi, nonché di Guido Reni e di Guercino. La mostra propone di più di settanta opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri e costituisce la più grande monografica nazionale dedicata al pittore. Musei San Domenico - Piazza Guido Da Montefeltro, 2 Forlì (Fc) .  
   
   
ANDRZEJ TOBIS A-Z (EDUCATIONAL CABINETS) 22 GENNAIO - 23 FEBBRAIO 2008.  
 
 Roma, 21 gennaio 2008 - 1/9 unosunove arte contemporanea è lieta di annunciare la prima mostra personale a Roma dell’artista polacco Andrzej Tobis che presenterà negli spazi di Palazzo Santacroce il progetto “A-z (Educational Cabinets)”. Questa straordinaria raccolta di 150 immagini, la cui prima presentazione è attualmente in corso presso la galleria Kronika, centro per l’arte contemporanea situato nel cuore della città industriale di Bytom, Silesia, (www. Kronika. Org. Pl), ha suscitato uno straordinario interesse tanto da essere stata scelta come evento espositivo principale nell’ambito delle attività svolte presso l’Istituto di cultura Polacco a Berlino in occasione della 5° Biennale che sarà inaugurata ad Aprile 2008. L’artista ricostruisce attraverso le immagini un dizionario illustrato polacco-tedesco edito a Leipzing nel 1954 (Blidworterbuch Deutsch und Polnisch). Con il progetto di Andrzej Tobis il lessico della Germania comunista torna in uso ma posto in un contesto moderno, ciascuna parola o frase è illustrata con una fotografia della Polonia contemporanea. “…ho trovato questo libro affascinante. Questa rappresentazione oggettiva del mondo intero, era infatti uno strumento usato per creare una realtà falsa. Semplicemente propaganda politica, qualche volta divertente (da un punto di vista attuale), altre volte impressionante. È vero, ci sono molti termini ideologicamente neutrali. È un grande mix. Così ho deciso di iniziare il progetto, provando ad usare parole e frasi da un dizionario di 50 anni fa accostandole ad immagini della Polonia dei giorni nostri e viceversa, provare ad adattare immagini attuali a parole prese dal vecchio dizionario. ” (Andrzejtobis) Nessuna delle immagini è stata pre-elaborata o alterata in digitale e ciascuno dei lemmi illustrati è presentato in una cornice didattica la cui forma è ispirata dai box in uso in tutte le istituzioni pubbliche della Polonia comunista come scuole, centri d’addestramento, ospedali e uffici. I 150 lavori esposti formano solo la prima parte di un progetto che continuerà ad essere sviluppato nel tempo fino a raccogliere 300 immagini che verranno pubblicate sotto forma di un vero e proprio dizionario illustrato. Andrzej Tobis è nato nel 1970 a Wielun, Polonia. Diplomatosi nel 1995 presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia, dove ha lavorato fino al 1996 come assistente al dipartimento generale di educazione artistica, nel 2001 ha ricevuto la qualifica di primo grado nella Facoltà di pittura all’Accademia di Belle Arti di Cracovia ed oggi dirige il workshop di pittura all’Accademia di Belle Arti di Katowice. La mostra è realizzata in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma. .  
   
   
GRANDE ATTESA PER LA MOSTRA FRANCIS BACON A MILANO, PALAZZO REALE DAL MESE DI MARZO  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - Francis Bacon è unanimemente riconosciuto come l’ultimo dei grandi maestri del Novecento, ma una rassegna a lui dedicata manca in Italia dal 1993. Nonostante ciò, l’opera di Bacon è conosciuta e apprezzata da un vasto pubblico per la capacità con la quale il grande artista ha saputo interpretare le universali inquietudini del suo secolo. La mostra di Milano, promossa dal Comune di Milano e da Skira Editore e coprodotta da Palazzo Reale con Skira e con la collaborazione di Arthemisia, vuole porsi, per completezza e rigore, nel filone degli importanti omaggi che internazionalmente sono stati dedicati al grande Maestro, rappresentando l’occasione per molti di potersi confrontare per la prima volta con le opere di questo straordinario artista. Milano anticipa inoltre i futuri omaggi al grande artista che saranno resi nel 2009, centenario della sua nascita, dalla Tate di Londra, dal Prado di Madrid e dal Metropolitan di New York. L’esposizione, che costituisce dunque uno degli eventi più importanti della stagione culturale milanese, presenta le fasi salienti della ricerca pittorica di Bacon, attraverso opere provenienti dai più importanti Musei e collezioni di tutto il mondo, in particolare da Francia, Belgio, Gran Bretagna, Portogallo, Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, Finlandia, Israele, Stati Uniti d’America, Venezuela, Messico, Giappone, Australia e Taiwan. Il progetto scientifico dell’esposizione è curato dal Professor Rudy Chiappini, già commissario nel 1993, in qualità di direttore del Museo d’Arte Moderna di Lugano, della prima mostra postuma dedicata al pittore. La mostra di Palazzo Reale ha carattere antologico e costituisce un’occasione privilegiata per avvicinarsi all’opera di Francis Bacon, consentendo una lettura complessiva del suo percorso artistico. Il nucleo dell’esposizione prevede la selezione di circa sessanta opere quasi tutte inedite per l’Italia, per un totale di ottanta dipinti considerando lo sviluppo dei dittici e dei trittici, a partire dai primissimi dipinti realizzati negli anni Trenta, che rivelano un Bacon ancora alla ricerca di un linguaggio personale ma già attratto dalla deformazione e dall’ambiguità delle figure riprodotte, fino agli ultimi grandi trittici, in particolare quelli dedicati al compagno John Edwards, nei quali il tormento esistenziale dell’artista sembra intravedere orizzonti di una sofferta serenità. L’esposizione si apre con un gruppo di importanti opere su carta di grande rilevanza ritrovate soltanto dopo la morte dell’artista e finora mai presentate in Italia. Questi disegni forniscono nuove decisive indicazioni per la comprensione del percorso creativo di Bacon, ancora poco studiato e che fino a pochi anni fa si riteneva prescindesse da qualsiasi forma di studio preparatorio e di bozzetto. The Hugh Lane City Gallery di Dublino, città natale dell’artista, ha inoltre ricevuto in eredità l’intero atelier di Bacon a Londra, che espone dal 2001 in modo permanente e conserva preziosi reperti fotografici di straordinaria importanza per rivelare le sue molteplici fonti ispirative, dalle vecchie fotografie di Eadweard Muybridge a preziosi fotogrammi di film di Ejzenstejn, da immagini rielaborate tratte da libri di anatomia a riproduzioni di dipinti sui quali l’artista è intervenuto graficamente. Una stanza di Palazzo Reale presenta così, per la prima volta in Italia, la riproduzione fotografica, assolutamente fedele all’originale, dell’atelier di Bacon al 7 di Reece Mews, South Kensington, Londra, il microcosmo più intimo dell’artista, dove egli ha abitato dal 1961 al 1992 e dove erano assemblati insieme colori e tele, fotografie e oggetti, libri e carte, schizzi e appunti, qualsiasi cosa potesse ispirarlo, in un assemblaggio caotico e da artista “maledetto”, in totale contrasto con l’ordine maniacale della stanza accanto che fungeva da casa con cucina, bagno e camera da letto. Bacon, pur avendo raggiunto in vita una grande notorietà e disponendo di notevoli mezzi finanziari, aveva infatti uno stile di vita quasi monacale. La mostra prosegue con i dipinti del primo dopoguerra, quando Bacon si afferma sulla scena internazionale grazie agli Studi di figura (1945-1946), e soprattutto alla serie delle Teste (1949) che nella loro drammaticità preludono a una delle tematiche più celebri e affascinanti dell’artista: quella dedicata ai papi. Bacon considerava il Ritratto di papa Innocenzo X di Velázquez uno dei quadri più importanti della storia ed era ossessionato dalla sua perfezione. In mostra sono esposti alcuni lavori su questo tema, con il quale l’artista, attraverso gli anni, si è confrontato almeno una quindicina di volte, realizzando alcuni tra i capolavori assoluti dell’arte moderna, e facendo assurgere l’immagine del papa a metafora della condizione umana, tra disperazione e follia: il più straordinario è Papa I (1951) dalla Art Gallery di Aberdeen. Un’attenzione particolare viene poi posta nel documentare l’attività di Bacon negli anni Cinquanta, rivolta ai ritratti, di amici o eseguiti su commissione, come la serie Uomo in blu. Questi dipinti mantengono un carattere piuttosto misterioso e sinistro: figure incorporee e spettrali, volti argentei e sfocati, corpi che svaniscono nell’oscurità nero-inchiostro. In questo decennio Bacon realizza i lavori più importanti. Nel decennio successivo, i suoi personaggi iniziano ad apparire in uno spazio meglio definito e brillantemente illuminato. Non si tratta più di presenze vaghe e indistinte, ma di figure che possiedono solidità e volume, unitamente a un’accresciuta espressività, come testimoniano i ritratti di cari amici come Henrietta Moraes, Isabel Rawsthorne, dell’amato George Dyer o del grande pittore Lucien Freud, cui Bacon è legato da amicizia e rispetto. I grandi trittici degli anni Settanta evidenziano poi che, una volta raggiunta la piena maturità stilistica, Bacon porti all’esasperazione l’attenzione rivolta al soggetto, come se l’artista perseguisse un unico obiettivo: quello di penetrare i misteriosi e oscuri meandri dell’animo umano. Un viaggio nell’interiorità dell’individuo e al tempo stesso nell’attualità di una società sconvolta, scandito dalle figure anonime che urlano nelle loro gabbie, dalla sensualità e dall’erotismo provocatoriamente esibiti, dal senso della morte e dalla voluttuosità vitalistica presenti nei suoi capolavori. Tra i vari esempi in mostra, ricordiamo Tre studi di uomo di spalle dal Kunsthaus di Zurigo e Trittico proveniente dalla National Gallery di Canberra, in Australia. Non mancano poi altri straordinari d’après, dopo Velázquez, come Edipo e la sfinge da Ingres (1983) dal Museo Berardo di Lisbona. Sono presi infine in esame gli ultimi anni, quando il carattere furioso e visionario, tipico dei dipinti degli anni Sessanta e Settanta, viene temperato da una concezione meno appassionata ma non meno realistica e lucida. L’opera di Bacon subisce ora un processo di riduzione all’essenza del racconto, in alcuni casi spinto fino all’estremizzazione, con poche macchie di colore raggrumato in uno sfondo neutro. Una mostra così concepita si presenta quindi come un’occasione unica per avvicinarsi all’opera di Francis Bacon: consente una lettura complessiva del suo percorso artistico sviluppatosi nell’arco di oltre mezzo secolo e rivela, attraverso materiale per lo più inedito, aspetti particolari e assolutamente originali della sua creatività. Il catalogo della mostra edito da Skira ha il carattere di una monografia aggiornata sull’opera di Bacon: oltre al saggio introduttivo di Rudy Chiappini, curatore della mostra, contiene gli scritti di Fabrice Hergott, già responsabile della mostra di Bacon al Centre Pompidou e direttore del Musée de la Ville a Parigi, di Christoph Heinrich, curatore di arte moderna e contemporanea all’Art Museum di Denver, di Jean Louis Schefer, teorico dell’arte e saggista francese e di Barbara Dawson, direttrice della City Gallery The Hugh Lane di Dublino, che conserva l’atelier di Bacon, oltre alle schede descrittive delle opere stilate dalla storica dell’arte Francesca Marini e alle immagini a colori di tutte le opere esposte. L’allestimento della mostra, molto essenziale e minimalista, concepito per rendere assolute protagoniste le sole opere di Bacon, è a cura di Cesare Mari. L’immagine grafica della mostra è di Pier Luigi Cerri. .  
   
   
LA MOSTRA DI MARIO GIACOMELLI INAUGURATA A NEW YORK  
 
New York, 21 gennaio 2008 – E’ stata inaugurata la mostra fotografica di Mario Giacomelli all´Istituto italiano di cultura di Park Avenue, diretto da un paio di mesi da un vulcanico Renato Miracco, storico dell´arte e consulente, tra l´altro, della Tate di Londra e del Metropolitan Museum di N. Y. All´inaugurazione non è voluto mancare il console italiano a New York, Francesco Maria Talò affascinato dalle opere in mostra. Sia il direttore dell’Istituto italiano di cultura che il console si sono mostrati molto interessati a nuove forme di collaborazione con la Provincia di Ancona, rappresentata per l´occasione da Carlo Pesaresi, assessore alla Cultura, dall’assessore Marcello Mariani e dalla portavoce della presidente Maria Manganaro. Di fatto, l´esposizione di Giacomelli, alla sua terza e ultima tappa statunitense dopo Los Angeles e Chicago, ha attirato più di un centinaio di visitatori, soprattutto newyorchesi, attenti osservatori della trasfigurazioni poetiche del maestro di Senigallia. Con un calice di vino rosso, hanno iniziato la loro visita per ritrovarsi poi tutti nella sala conferenze a scoprire che era quel poeta dello sguardo. A raccontarlo sono i dettagli delle foto accostati alla trascrizione autografa di brevi pensieri di Giacomelli ("le mie foto non saranno capite ma interpretate"), al volto del fotografo che si preoccupava poco della tecnica per dedicarsi "all´idea", e alle riprese delle colline senigalliesi, morbide e regolari, curate e violate dalla mano dell´uomo. La presentazione è stata affidata alle parole dell´assessore Pesaresi, che ha portato il saluto della presidente Patrizia Casagrande e ha invitato i visitatori a un viaggio nell´anconetano, dell´assessore Mariani che invece ha raccontato aneddoti sul suo concittadino-artista, dello stesso Renato Miracco che, dopo aver letto un messaggio di saluto del sindaco Luana Angeloni, ha sottolineato la genialità di Giacomelli nel fondere amore, tragedia e poesia in tutti i suoi lavori. La mostra, curata dal professor Bugatti, direttore del Musinf di Senigallia, è un´occasione importante di promozione e di confronto esterno per l´amministrazione provinciale di Ancona che vuole puntare molto sulla cultura e sul turismo. .  
   
   
AL CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA THE PAINTING OF MODERN LIFE / DIPINGERE LA VITA MODERNA A CURA DI RALPH RUGOFF  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - Il Castello di Rivoli propone una grande rassegna collettiva che ha come tema uno degli aspetti più affascinanti e controversi delle arti visive: l’uso dell’immagine fotografica nel linguaggio pittorico. Il tema dell’impiego di immagini fotografiche in pittura è centrale nella storia dell’arte contemporanea sia in rapporto all’evoluzione delle arti visive in senso concettuale, sia sul recupero dell’immagine nelle più recenti tendenze. La mostra, curata da Ralph Rugoff, direttore di The Hayward / Southbank Centre di Londra, affronta l’evoluzione internazionale della pittura degli ultimi quarantacinque anni attraverso settantanove opere di ventidue tra artisti europei, americani e asiatici. Il percorso della rassegna, ospitata nel grande spazio della Manica Lunga del Museo, prende l’avvio da opere ispirate alla fotografia realizzate negli anni Sessanta da Gerhard Richter a Vija Celmins, da Malcolm Morley a Michelangelo Pistoletto. Anticipando concetti fondamentali dell’arte dei nostri giorni, i dipinti in mostra dichiarano la volontà da parte degli artisti di trovare una terza via tra modernismo d’avanguardia e forme di rappresentazione realistica. Le caratteristiche tradizionali della pittura, come la gestualità e la pennellata, si combinano a codici della rappresentazione fotografica per creare composizioni che sovvertono i preconcetti relativi ad entrambi i mezzi espressivi. Le opere in mostra indicano come attraverso il rapporto con la fotografia i pittori abbiano inteso ristabilire una relazione tra arte e vita quotidiana, politica e tempo libero, vita urbana ed eventi di attualità. La rassegna propone una riflessione su come si evolva un’immagine quando essa è trasposta da un linguaggio ad un altro (dalla fotografia alla pittura), su quali siano le sue costanti e le sue peculiarità o ancora in che maniera il linguaggio connoti il significato dell’immagine. La mostra include opere di Richard Artschwager, Robert Bechtle, Vija Celmins, Peter Doig, Marlene Dumas, Thomas Eggerer, Judith Eisler, Franz Gertsch, Richard Hamilton, Eberhard Havekost, David Hockney, Johannes Kahrs, Johanna Kandl, Martin Kippenberger, Liu Xiaodong, Malcolm Morley, Elizabeth Peyton, Michelangelo Pistoletto, Gerhard Richter, Wilhelm Sasnal, Luc Tuymans e Andy Warhol. In occasione della mostra sarà pubblicato da Skira, Milano, un catalogo illustrato di circa 200 pagine comprendente saggi di Carolyn Christov-bakargiev, Martin Herbert, Ralph Rugoff, Barry Schwabsky e Kaja Silverman. .  
   
   
DUOMO DI MONZA, CAPPELLA DI TEODOLINDA: MUSEO E TESORO DEL DUOMO DI MONZA: LA CAMPAGNA DI RESTAURI DEL CICLO DEGLI ZAVATTARI NELLA CAPPELLA DI TEODOLINDA  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - Giovedì 24 gennaio 2008 alle ore 11. 00, la Fondazione Gaiani – ente di gestione del nuovo Museo e Tesoro del Duomo di Monza – presenta in Duomo un nuovo e straordinario progetto: la campagna di restauri che interesserà il celebre ciclo di affreschi della Cappella di Teodolinda, realizzato tra il 1441 e il 1446 dalla famiglia degli Zavattari, artisti lombardi attivi già dalla fine del Xiv secolo nel Duomo di Milano. La Cappella è anche celebre perché in essa è conservata la mitica Corona Ferrea oltre che al sarcofago dove riposa la grande regina longobarda. Il restauro, la cui necessità venne già dimostrata dall’attenta analisi conoscitiva sullo stato di salute dell’opera realizzata nel 1991, oltre a riportare i dipinti al loro antico splendore, sarà una straordinaria occasione di ricerca e di studio sia sull’opera di una delle maggiori botteghe meneghine del Xv secolo sia sulle numerose tecniche artistiche in voga in Lombardia alle soglie del Rinascimento. Gli affreschi sono composti da ben 45 scene divise in cinque fasce sovrapposte, che raffigurano oltre 800 personaggi per un totale di circa 500 mq di superficie dipinta. Considerato uno dei migliori esempi di pittura gotico-internazionale in Italia, il ciclo venne realizzato per celebrare proprio Teodolinda, mitica fondatrice del Duomo di Monza, e raccontare così la sua storia ai posteri. Ben 28 tappe del racconto sono dedicate a scene nuziali –– i due matrimoni della regina, vedova del re Autari e quindi sposa di Agilulfo - circostanza che ha più volte portato gli studiosi a ritenere i dipinti un omaggio a Bianca Maria Visconti – grazie all’affascinante analogia che naturalmente si crea tra la regina longobarda e la principessa lombarda – e quindi alle sue nozze con Francesco Sforza, avvenute proprio nel 1441. L’opera è considerata dagli storici uno dei momenti conclusivi della riedificazione gotica della Basilica di San Giovanni, cominciata per volontà dei Visconti con una solenne cerimonia il 31 maggio 1300 e pressoché conclusa attorno il 23 maggio 1396, data della morte di Matteo da Campione, l’architetto e scultore al quale si deve anche la magnifica facciata che ancor oggi possiamo ammirare. Il restauro si pone come il primo momento, dopo l’inaugurazione del nuovo Museo e Tesoro del Duomo di Monza aperto al pubblico dal 11 novembre 2007 e ad oggi visitato e apprezzato da oltre cinquemila visitatori, che Museo e Duomo dedicheranno a Tedolinda per celebrare i settecento anni dalla traslazione delle sue spoglie che proprio dal 1308 riposano nel sarcofago protetto dall´altare della Cappella. L’incontro, coordinato da Dario Cimorelli, consigliere della Fondazione Gaiani, vedrà gli interventi dei rappresentanti degli enti finanziatori e sostenitori della straordinaria iniziativa: Bertrand du Vignaud, Presidente del World Monuments Fund Europe; Massimo Zanello, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia; Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo; Nello Piredda, Direttore commerciale e Project Business di Osram Italia; Gino Famiglietti, Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombradia del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Carla Di Francesco, Direttore generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Mons. Silvano Provasi, Arciprete del Duomo di Monza; Franco Gaiani, Presidente della Fondazione Gaiani. Info@museoduomomonza. It; www. Museoduomomonza. It .  
   
   
SCOPRIRE IL DESIGN LA COLLEZIONE VON VEGESACK ALLA PINACOTECA GIOVANNI E MARELLA AGNELLI: INIZIATIVA INSERITA NEL CALENDARIO DI TORINO 2008 WORLD DESIGN CAPITAL.  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - La mostra, a cura di Mathias Schwartz-clauss, racconta la collezione di Alexander von Vegesack proponendo un inedito ritratto del collezionista, della sua passione e della particolare curiosità per la ricerca e la capacità di leggere oltre la pura estetica dell’oggetto. Un nucleo di più di 300 oggetti, divisi in ventidue sezioni, ripercorre la storia del design del Xx secolo, attraverso mobili, modelli di architettura, tessuti, selle, piatti e bicchieri, libri, cataloghi, fotografie, film e documenti, provenienti dalla collezione privata di Alexander von Vegesack, innovatore culturale, fondatore e direttore del Vitra Design Museum di Weil am Rhein. Apre l’esposizione un’originale “biografia” tridimensionale che, attraverso la storia della sua famiglia, racconta delle prime ricerche in un bazar del Cairo, dei rapporti con l’Europa dell’Est, della vita, del lavoro, e soprattutto dei viaggi intorno al mondo. La mostra, la cui linea guida è rappresentata dal mobilio industriale, si articola in un percorso espositivo che presenta pezzi seriali, pezzi unici, e prototipi che hanno segnato la storia del design del ‘900 come i primi mobili in legno curvato Thonet, le sedie e gli arredi di Jean Prouvé, Charles e Ray Eames e Alvar Aalto, le architetture domestiche di Le Corbusier, i primi esempi degli anni ’20 delle sedie di Mies van der Rohe in tubolare d’acciaio e pezzi importanti di designer contemporanei come Ron Arad o Fernando e Humberto Campana. Completano la collezione oggetti curiosi e souvenirs di viaggi che raccontano dalla Spagna al Messico, dall’Austria al Giappone, la vita di Alexander von Vegesack che, a partire dagli anni ’60, inizia a dedicarsi in modo intuitivo ma al tempo stesso scientifico, alla creazione della sua eclettica collezione. Da “Vanity” una galleria che presentava vestiti usati, al teatro allestito in una ex-fabbrica di Amburgo, alla fattoria in Les Landes, Francia, fino alla tenuta di Boisbuchet nel Sud-est della Francia, un centro culturale internazionale dove, dal 1996, in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi e il Vitra Design Museum, organizza una serie di workshop estivi in cui i visiting professor sono artisti, designer e architetti di fama internazionale con l’obiettivo di stimolare il processo creativo attraverso il pensiero razionale, la creatività e le capacità manuali in un contesto bucolico straordinario. Filmati e una breve descrizione degli oggetti esposti completano questa unica, non ortodossa raccolta, accompagnata da un ricco catalogo illustrato, edito da Electa con testi di Deyan Sudjiic, Rolf Fehlbaum, Mateo Kries e altri autori. Alfa Romeo sosterrà, in qualità di Main Sponsor, l´esclusiva esposizione "Scoprire il Design. La collezione Von Vegesack", in mostra presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino dal 20 marzo al 6 luglio 2008, e con l´esposizione dell´Alfa 8C Competizione, sarà protagonista del vernissage del 19 marzo. Alfa Romeo, fin dal 2005, sostiene iniziative culturali ed artistiche con l´obiettivo di intraprendere un percorso continuativo a sostegno di eventi legati all´Arte Moderna e Contemporanea, sviluppando un importante progetto di marketing culturale. La mostra "Boccioni, pittore, scultore futurista" di Milano, la Fiera Artissima di Torino, Artefiera a Bologna, il Miart, la mostra di Julian Schnabel a Roma e a Milano, sono solo alcuni esempi di questo cammino intenso e appassionante. Creatività, innovazione e una cultura dell´estetica e del prestigio sono alcuni dei concetti chiave per Alfa Romeo, così come per le espressioni artistiche cui il Brand decide di associare la propria immagine ed i propri prodotti . .  
   
   
IL MIBAC – COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI DEL CENTENARIO DELLA CGIL E LA FONDAZIONE GIUSEPPE DI VITTORIO PROMUOVONO “ROSSA IMMAGINE E COMUNICAZIONE DEL LAVORO: 1848/2006”, A CURA DI LUIGI MARTINI, DEDICATA ALL’EVOLUZIONE ICONOGRAFICA DEL LAVORO.  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - Una mostra storica di grande novità, che vede impiegate tecnologie multimediali e interattive all’avanguardia: il percorso cronologico si svolge attraverso l’immagine e la comunicazione prodotta dal movimento dei lavoratori, e dal sistema della comunicazione più in generale, dal 1848 al 2006. Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, in collaborazione con l’Associazione Centenario Cgil, l’Associazione Torino Città Capitale Europea e Città della Scienza di Napoli, la mostra, realizzata con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino, Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli e con il contributo di Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dopo la sede napoletana di Città della Scienza, approda al Palafuksas di Torino dal 16 febbraio 2008 al 4 maggio 2008 . L’allestimento multimediale sfrutta le potenzialità visive ed emozionali fornite oggi dalle nuove tecnologie. La narrazione invita lo spettatore ad alternare momenti spettacolari a momenti di approfondimento. Ciò che si vuole offrire è l’esperienza di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, una storia fatta di eventi, di lotte e di scontri ma anche di idee, di rapporti, di coesione sociale, di partecipazione, concetti facilmente rappresentabili attraverso un allestimento dinamico e tecnologico che stimola la partecipazione collettiva. La metafora visiva che accompagna il pubblico lungo tutta la visita è l’idea di movimento che segue l’irrompere nella storia del movimento dei lavoratori, inteso come forma di aggregazione e di lotta per l’affermazione o la difesa dei propri diritti e dei propri ideali; idea che si declina nella rappresentazione delle masse che avanzano. Il potere immersivo delle immagini e delle sonorità investe l’ambiente espositivo e coinvolge lo spettatore in un accattivante spettacolo multisensoriale. La mostra si sviluppa attorno all’antica ghiacciaia, situata al centro del Palafuksas, che diventa il cuore pulsante della mostra. In questo suggestivo spazio prende forma l’installazione conclusiva: i diritti che oggi sono parte integrante della nostra società, sono frutto di lotte avvenute nel corso di oltre un secolo di storia del movimento dei lavoratori e della Cgil. La mostra si distingue per la straordinaria forza comunicativa delle installazioni, coinvolgenti e non prive di spunti divertenti, che, come tali, consentono di riflettere attraverso l’arte su temi di grande importanza sociale, in modo innovativo. La mostra ha un taglio didattico e moderno e si rivolge ad un pubblico eterogeneo. Sezioni della mostra. Le società operaie Il percorso si apre con una videoinstallazione dedicata alle prime forme di aggregazione mutualistica, le Società Operaie di Mutuo Soccorso. Alcuni dei personaggi delle foto in proiezione avanzano idealmente verso il pubblico e rivelano frammenti di storie vissute. Tra campagna e città. Una serie di foto presenta la condizione dei lavoratori delle diverse categorie e nelle diverse aree territoriali. Corpo del lavoro. Documenti e immagini (manifesti, cartoline, fotografie) introducono la nascita della cooperazione, le prime Camere del Lavoro e le organizzazioni sindacali. Le immagini raccontano la rappresentazione del corpo (fisico) del lavoratore e di alcuni simboli del periodo. Primo maggio Riproduzioni di manifesti del 1° Maggio, dai primi del ‘900 ad oggi; fanno da cornice ad una grande videoproiezione che ripropone le immagini di uno sciopero di lavoratori nel 1918 e ad una gigantografia che ritrae l’incedere di un corteo durante i festeggiamenti del 1° Maggio 1902 a Trieste: inequivocabile il richiamo al famoso quadro di Pelizza da Volpedo, dipinto in questi anni (1901), divenuto simbolo condiviso delle lotte e del movimento dei lavoratori. Confederazione Generale del Lavoro. Una suggestiva installazione è dedicata al primo congresso della Cgdl nell’ottobre 1906: una gigantografia ritrae i partecipanti riuniti attorno ad un grande tavolo e un tavolo reale, dotato di strumenti interattivi, costituisce il prolungamento tra il congresso e i visitatori. Una videoproiezione racconta il contesto economico e produttivo di inizio secolo e una seconda racconta dell’Italia post-unitaria con il fiorire delle organizzazioni e delle lotte dei lavoratori in tutto il paese. La lunga ombra. Gli anni del Duce e del Fascismo sono documentati attraverso vari aspetti della comunicazione legati al lavoro (discorsi di Mussolini, visite di Mussolini nelle fabbriche, alla Fiat e agli stabilimenti Mirafiori, temi dell’autarchia e dell’esaltazione della produttività, fordismo e donne al lavoro). Non mancano immagini delle grandi parate di regime e del lavoro nell’industria dove prevale la simbologia dell’uomo forte. Lotta clandestina. Alle “spalle” del Duce, prende corpo l’installazione dedicata alla lotta clandestina. Il visitatore si immerge una stanza a cul de sac avvolta nella penombra. Lungo le pareti si aprono fessure attraverso le quali giungono suoni e si intravedono movimenti: le immagini e le voci di quattro testimoni del periodo. Dopo la svolta totalitaria del 1925-1926, molti sindacalisti ripararono all’estero. Per esempio, rifugiato a Parigi, Bruno Buozzi dà vita alla riformista Confederazione Generale del Lavoro, mentre in Italia opera nella clandestinità la Confederazione Generale del Lavoro, guidata dalla componente comunista che cerca di infiltrarsi nelle strutture sindacali fasciste e di aprire contraddizioni nel regime. Rinascita. Usciti dalla clandestinità i visitatori sono accolti dalle immagini della Liberazione; in un suggestivo montaggio, il video racconta la liberazione delle fabbriche e delle città (in particolare a Torino e a Milano). Un allestimento evocativo ed emozionale introduce quindi il visitatore all’interno di un grande “Comizio”, modalità caratteristica della comunicazione sindacale e politica di quegli anni. La rottura dell’unità antifascista e del sindacato fanno da spartiacque fra gli anni della lotta unitaria e antifascista e lo scontro ideologico degli anni Cinquanta. Parallelamente si affermano figure carismatiche alla guida del sindacato che riescono a concentrare attorno a sé la fiducia e l’affetto della base; emblematico è il caso di Giuseppe Di Vittorio. Boom economico e immigrazione. Videoproiezioni diverse rappresentano i momenti di lotta degli anni Sessanta: i partecipanti agitano i cartelli di protesta, urlano slogan della contrattazione collettiva, della ritrovata unità tra Cgil, Cisl e Uil (comprese le contestazioni studentesche e operaie del 1968/’69), delle lotte per la parità salariale uomo-donna, per la casa, per la riforma pensionistica e sanitaria, per la salute in fabbrica e sul territorio, per l’alfabetizzazione. Uniti nella lotta. Una gigantesca videoproiezione, invade lo spazio e il pubblico ha l’impressione di camminare a fianco della folla di un rumoroso corteo che avanza. Sono gli anni Settanta (Nord-sud uniti nella lotta) ed è iniziata “la strategia della tensione”, con “le stragi di Stato”, l’eversione nera e il terrorismo rosso. Il sindacato si afferma come soggetto politico importante capace di unire attorno a se studenti e lavoratori. Un’installazione che evoca visivamente l’idea del flusso di parole e di slogan (alcune parole scorrono passando da uno schermo all’altro, come sul nastro trasportatore della linea produttiva di uno stabilimento industriale) offre la possibilità di approfondire le tematiche cruciali. Quadrato rosso. La crisi economica, arrivata al suo apice alla fine degli anni Settanta, porta l’inflazione a livelli allarmanti. La politica economica adotta misure che intaccano le conquiste dei lavoratori e hanno pesanti ripercussioni sulle famiglie (abolizione della scala mobile, riduzione degli assegni familiari, riforma previdenziale, innalzamento dell’età pensionabile). Si manifestano divergenze nel mondo sindacale. L’italia non dimostra sufficiente forza nel campo dell’innovazione tecnologica ed è il settembre 1980 quando 40. 000 quadri impiegati della Fiat manifestano per la prima volta la propria opposizione nei confronti del sindacato operaio, che accusano di rigidità. Negli anni Novanta continua il processo di decentralizzazione e parcellizzazione del processo produttivo con grande perdita di posti di lavoro. Bisogna “Far quadrato”, ed emblematica del periodo è la presentazione, nel 1989, del nuovo simbolo della Cgil: un quadrato rosso. L’economia impone flessibilità e mobilità, sparisce definitivamente il concetto di operaio massa e si comincia a parlare di lavoro interinale. Quarto Stato. L’ultima installazione riprende visivamente il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo ma i protagonisti sono le immagini dei lavoratori di oggi. Una videoinstallazione volutamente aperta e interrogativa, uno sguardo sull’attualità che difficilmente può dare risposte e più facilmente suscitare domande. Oggi lo scenario del lavoro è un mosaico complesso e mobilità e flessibilità sono sempre più sinonimo di precarietà. Aumentano i lavoratori con partita Iva, quelli con contratti a progetto, si diffonde il ricorso allo stage come forma di periodo di prova non retribuito. Il lavoratore deve essere in grado di riciclarsi in continuazione acquisendo sempre nuove e differenti competenze e il sindacato deve confrontarsi con questo mutato orizzonte per creare nuove modalità di lotta, di organizzazione e di azione che tuteli e riconquisti i diritti dei lavoratori. Conquiste. Da ogni sezione del percorso partono delle linee rosse, tracciate a terra, che convergono verso lo spazio centrale costituito da un’antica ghiacciaia. Alla fine di ogni linea è riportato il testo di legge che ha introdotto un nuovo diritto del lavoro per non dimenticare l’importanza delle conquiste fatte; diritti, che dopo essere stati motivo di lotte avvenute nel corso del tempo, sono finalmente diventati parte integrante della nostra società. Coedito da Skira e Ediesse .  
   
   
PRESENTATO “A SCUOLA D’ARTE CON SPACAL”, CICLO DI LABORATORI D’ARTE DEDICATI AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE IN PROGRAMMA PRESSO IL MOLO IV SEDE DELLA MOSTRA DEDICATA ALL´ARTISTA  
 
Trieste, 21 Gennaio 2008 - Si chiama “A scuola d’arte con Spacal”, il ciclo di laboratori d’arte dedicati agli studenti delle scuole italiane e slovene della Provincia di Trieste in programma al Molo Iv presso la sede della mostra dedicata all’artista. “Tra le iniziative collaterali che arricchiscono la mostra di Spacal abbiamo deciso di avviare questi laboratori dedicati agli studenti di tutte le età – ha detto Maria Teresa Bassa Poropat, Presidente della Provincia di Trieste – per avvicinarli all’arte del maestro, al suo linguaggio espressivo e alle tecniche utilizzate. I giovani potranno così vivere un’esperienza concreta ed esclusiva, e contemporaneamente la mostra si trasformerà per qualche ora in luogo di ricerca e produzione di sapere”. Il primo appuntamento con laboratori d’arte, curati dal Gruppo Immagine, è avvenuto il domenica 20 gennaio, mentre i successivi saranno mercoledì 23 gennaio e sabato 26 gennaio entrambi alle 10. 30 (per informazioni e prenotazioni rivolgersi al numero telefonico 340 7187234). Per circa due ore i giovani partecipanti impareranno ad usare i materiali utilizzati dal maestro come il legno, il sughero, la carta di giornale. E’ prevista anche una dimostrazione pratica della tecnica artistica di frottage. Il lavoro che sarà prodotto dagli studenti, raccolto in uno striscione, sarà esposto alla mostra. Proseguono intanto le altre iniziative collegate alla rassegna artistica. In primo piano ci sono le due Conferenze di approfondimento dedicate alla vita e alle opere di Spacal. Mercoledì 23 gennaio alle ore 18. 30 presso la sede espositiva, il professor Franco Vecchiet terrà la relazione “Una città allo specchio”, mentre il 25 gennaio alla stessa ora Borut e Martin Spacal, rispettivamente figlio e nipote dell’artista, presenteranno il libro “Un fiore nella notte” dedicato al pittore. In programma anche questo week end le consuete visite guidate: sabato 19 gennaio alle ore 18. 00 in italiano e sloveno e domenica 20 gennaio alle ore 11. 00 sempre in lingua italiana e slovena. La mostra “Spacal. Artista senza confini” ha raggiunto quota 2. 378 visitatori. L’ingresso alla mostra è gratuito e l’orario di apertura è il seguente: tutti i giorni dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22. L’esposizione resterà aperta fino al 27 gennaio. .  
   
   
BUNKER D´ARTE COLLEZIONE DELLA GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA BUNKIER SZTUKI DI CRACOVIA 21 GENNAIO - 29 FEBBRAIO 2008  
 
 Roma, 21 gennaio 2008 - Lunedì 21 gennaio 2008 alle ore 18. 30, l’Istituto Polacco di Roma presenta a Palazzo Blumenstihl in via Vittoria Colonna 1 e nella sede distaccata di via dei Prefetti 46 la mostra Bunker D’arte - Collezione della Galleria d´Arte Contemporanea Bunkier Sztuki di Cracovia, a cura di Beata Nowacka-kardzis e Ania Jagiello, primo appuntamento del progetto Transfert Gallerie Polacche a Roma. A partire dagli anni Novanta la Galleria Bunker d’Arte di Cracovia è uno dei centri più influenti sulla scena artistica polacca. Un forum per i nuovi media che si distingue per un programma espositivo impegnativo e coraggioso. La sua collezione è la cronaca delle questioni fondamentali relative all’arte polacca degli ultimi anni e raccoglie il lavoro di molti dei protagonisti di questo sviluppo. L’esposizione italiana è la prima presentazione della Collezione del Bunker d’Arte al di fuori dei confini nazionali e si concentra sul lavoro di sedici artisti. Tra i più anziani Józef Robakowski, pioniere della videoarte in Polonia, Krzysztof Wodiczko, noto per le sue proiezioni pubbliche realizzate in tutto il mondo, e Marek Sobczyk, tra i fondatori del Gruppa, i “nuovi selvaggi” della pittura polacca. La generazione di mezzo è rappresentata da artisti quali Łukasz Skąpski, il cui lavoro unisce concettualismo ed estetica minimalista, Marta Deskur e Katarzyna Górna, praticano entrambe la fotografia e il video, Jadwiga Sawicka, autore di quadri parsimoniosi, freddi e intellettuali, Piotr Lutyński, pittore incredibilmente impulsivo, sensitivo e sensuale e Wael Shawky, creatore di installazioni e film. La scena artistica recente ha posto alla ribalta personalità quali Oskar Dawicki, performer, autore di film e installazioni, Wilhelm Sasnal, Rafał Bujnowski e Marcin Maciejowski, impegnati principalmente in ambito pittorico: un tempo lavoravano insieme nel Grupa Ładnie, ora, singolarmente, ottengono riconoscimenti e lodi internazionali. Tra le giovani “scoperte” della scena cracoviana, accompagnate e sostenute fin dagli esordi dal Bunker d’Arte, Janek Simon, Karolina Kowalska e Małgorzata Markiewicz. .  
   
   
LIVIO ROSIGNANO. LA POETICA DEL QUOTIDIANO TRIESTE 19 – 31 GENNAIO 2008  
 
Trieste, 21 gennaio 2008 - S’inaugura venerdì 18 gennaio 2008 alle ore 18. 30 a Trieste nello Spazio espositivo Rosignano Arte (via Boccardi 7/b) una prestigiosa mostra personale del pittore Livio Rosignano, organizzata dal Club della Repubblica. Il maestro, decano degli artisti triestini, vi espone venticinque opere realizzate a olio su tela dal 1997 a oggi e dedicate ad alcuni dei suoi temi prediletti, quali i personaggi, il paesaggio e la natura morta. La rassegna appare particolarmente interessante anche in considerazione del fatto che tutti i lavori presenti sono inediti. Alla vernice parteciperà la Ragtime Jazz Band, la quale eseguirà alcuni brani del proprio repertorio, donando un tocco particolare all’evento. La poetica del quotidiano rappresenta da sempre il Leitmotiv dell’artista, nato a Pinguente (Istria) nel 1924, ma residente fin da giovanissimo a Trieste. Qui visse a San Giacomo nel popolare complesso del “Vaticano”, studiò all’Istituto Nautico, dove fu molto apprezzato dal pittore Giovanni Giordani, che gli fu maestro, condivise lo studio di San Giusto con il collega Vittorio Bergagna, frequentò la Scuola di Figura del Museo Revoltella sotto la guida di Edgardo Sambo e conobbe Carlo Sbisà nell’ambito della Scuola d’incisione fondata da quest’ultimo. Finchè, nel 1950, intuendo che la propria città non gli suggeriva gli stimoli giusti, partì per le nebbie milanesi, che lo indussero a una maniera pittorica più tonale e rarefatta, ispirata al chiarismo lombardo. In seguito lasciò tuttavia Milano, dove soggiornò per periodi alterni, non riuscendo ad acclimatarsi, per ritornare definitivamente a Trieste. La rassegna ripercorre con coerenza stilistica e omogeneità di linguaggio l’approccio maturo dell’artista, riproponendo con tocco più lieve l’impulso fauve degli anni giovanili, reinterpretando con aderente lirismo il paesaggio, ma soprattutto facendo vivere di luce propria gli oggetti e svelando l’animo umano. Gli occhi straniati dei vinti, per cui la vita di ogni giorno è spesso sofferenza, lo squallore dei grandi muri vuoti, che si ergono, come metafore, a separci, il silenzio inquietante della solitudine, si rigenerano e vengono idealmente spazzati via dalla foga espressionista della bora e del mare. O trovano un attimo di pace nel verde del Carso. Potremmo quasi dire che nella natura il maestro si rigenera. Rosignano ha al suo attivo la partecipazione a numerosissime mostre personali e collettive in Italia e all’estero: dalla Biennale di Milano alla Quadriennale di Roma, dal Premio Michetti al Suzzara, dal Marzotto alla mostra del Po. Ha tenuto personali, tra le altre, a Milano, Venezia, Genova, Bergamo, Bologna, Forlì, Trieste, Bruxelles, Bucarest, Monaco di Baviera ecc. E ha partecipato a mostre di gruppo a New York, Austria, ex Jugoslavia. E’ stato premiato in varie mostre nazionali, segnalato per il Premio Bolaffi 1974 e del Sigillo Trecentesco dal Comune di Trieste. E’ anche incisore e illustratore. Appassionato lettore, ha scritto alcuni libri e si è occupato di critica d’arte. .  
   
   
FSE: PRIMA RIUNIONE DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA PER IL PERIODO 2007-2013  
 
Bolzano, 21 gennaio 2008 - Mercoledì 23 gennaio a Bolzano si terrà la prima riunione del Comitato di sorveglianza del Programma operativo del Fondo sociale europeo per la Provincia di Bolzano. Il Comitato esamina programmi, progetti e criteri di selezione riguardanti l´Obiettivo 2 (competitività regionale e occupazione) per il periodo 2007-2013. Alle 16 è in programma a Palazzo Widmann un incontro con i mass media. Il Comitato di sorveglianza ha il compito di accertare l´efficacia e la qualità dell´attuazione del Programma operativo del Fondo Sociale Europeo della Provincia. Presieduto da Luis Durnwalder, è composto dai rappresentanti della Commissione europea, del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dello Sviluppo economico, del Dipartimento per i diritti e le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ne fanno parte anche gli assessori Luisa Gnecchi e Otto Saurer, la direttrice del Servizio Fse Barbara Repetto, i rappresentanti delle parti economiche e sociali e funzionari di Ripartizioni provinciali. La prima riunione, con la quale si da´ formalmente avvio al periodo operativo 2007-2013, è in programma mercoledì 23 gennaio dalle 9 alle 17 a Palazzo Widmann. Per poter pubblicare al più presto nuovi avvisi e bandi per finanziare nuove proposte progettuali per il 2008, il Comitato di sorveglianza dovrà approvare i nuovi criteri di selezione delle operazioni da ammettere a finanziamento. Inoltre il Comitato sarà informato sulle complesse ristrutturazioni che il Servizio Fse sta attuando e che riguardano gli aspetti sia gestionali che di controllo e delle principali novità del sistema di accreditamento a seguito delle recenti riforme normative comunitarie. L’autorità di certificazione infine darà un’informativa sullo stato d’avanzamento sia del Programma operativo 2000-2006 che si sta per concludere sia del nuovo Programma 2007-2013. Va ricordato che con il bando estivo del 2007 il Servio Fse della Provincia di Bolzano è una dei primi enti locali d’Italia ad aver già avviato numerosi corsi formativi, che partiranno da febbraio 2008. Con il citato bando sono stati ammessi ben 213 progetti e sono già stati impegnati quasi 20 milioni €. .  
   
   
PREMIO INTERNAZIONALE DEDALO MINOSSE ALLA COMMITTENZA D´ARCHITETTURA SETTIMA EDIZIONE 2007/2008 ISCRIZIONI PROROGATE FINO ALL´8 FEBBRAIO 2008  
 
Milano, 21 gennaio 2008 - Il Dedalo Minosse è un premio che riconosce il valore del progetto e pone l´accento sulla committenza, spesso ignorata quando si parla d´architettura, dimenticando che la realizzazione architettonica di qualità può nascere solo dall´esemplare connubio tra chi la promuove e chi la progetta. Promosso da Ala - Assoarchitetti con la rivista internazionale l´Arca, il Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza d´Architettura, che nelle passate edizioni ha ottenuto il patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana e di numerose Istituzioni nazionali e internazionali, s´appresta alla settima edizione 2007 / 2008, con la quale celebrerà anche il decennale dalla fondazione. Aperta ai committenti pubblici e privati di tutto il mondo, la manifestazione seleziona e propone architetture realizzate, segno visibile di una ricerca contemporanea, dove risalta il contributo alla qualità che nasce dalla collaborazione tra architetto e committente. La campagna d´iscrizione, partita il 10 settembre 2007, si protrarrà sino all´8 febbaraio 2008. L´8 febbraio è il termine ultimo per l´invio sia della scheda di iscrizione che dei materiali richiesti dal Regolamento. La giuria dedicherà una particolare attenzione a quelle opere che avranno affrontato temi ispirati alla sostenibilità sociale ed economica, alle opere ispirate dal Design for All, al trattamento della luce naturale, all´uso sostenibile del territorio, delle risorse, dell´energia, dell´ambiente e del paesaggio, alla valorizzazione e conservazione del patrimonio storico e architettonico, all´uso di tecnologie e materiali innovativi, all´architettura ecologica, bio-compatibile e rinnovabile. Questo il programma di massima per l´edizione 2007/2008: campagna d´iscrizione: 10 settembre 2007 - 8 febbraio 2008; riunione della giuria: 15 febbraio 2008; tavola rotonda: pomeriggio o sera del 29 maggio 2008; conferenza stampa: mattina del 30 maggio 2008; cerimonia di premiazione: pomeriggio del 30 maggio 2008, Teatro Olimpico; mostra dei progetti premiati: 30 maggio - 8 settembre 2008, Palazzo Valmarana Braga. Http://dedalominosse. Assoarchitetti. It/ .  
   
   
THOMAS STRUTH MADRE, NAPOLI, 20 GENNAIO – 28 APRILE 2008  
 
Napoli, 21 gennaio 2008 - Thomas Struth è uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea, a cui il Madre dedica la sua prima personale in un’istituzione museale italiana. La mostra ripercorre le tappe principali della sua straordinaria carriera con cui esordisce alla fine degli anni Settanta presentando vedute in bianco e nero che ritraggono il paesaggio urbano. Attraverso la meticolosa e sobria tecnica fotografica Struth racconta la storia delle città ed i valori dei suoi abitanti rintracciabili all’interno delle diverse forme architettoniche. Negli anni Novanta estende la sua indagine ad altre tematiche, aggiungendo alla produzione dei paesaggi urbani quella dei paesaggi naturali, degli interni di musei, dei luoghi di culto e dei ritratti, lavorando per serie o per singoli soggetti. Ogni tematica viene accuratamente circoscritta, analizzata e caratterizzata. La serie più celebre è quella delle Museum Photographs, iniziata a partire dal 1989, nella quale Struth ritrae i visitatori intenti a contemplare le opere all’interno dei musei. Nelle fotografie, tutte di grande formato e a colori, l’artista ritrae la gente che guarda, ponendosi sia dal punto di vista dell’opera o come semplice osservatore esterno dell’atto. In entrambe le prospettive, avvicinando le persone ai dipinti, Struth mette in atto un dialogo intenso tra i due mezzi di rappresentazione, fotografia e pittura, dando vita anche ad uno studio psicologico sui modi di recepire l’arte da parte di persone di diverse età, sesso e provenienza sociale. I visitatori diventano elementi perfettamente integrati con l’ambiente circostante grazie all’uso di autentiche comparse appositamente disposte dallo stesso fotografo che ne cura posizione, espressione e gestualità. Le immagini restano così come sospese nel tempo grazie alla sensazione di “teatralità silenziosa” che rende le comparse elementi essenziali della scena. Struth ritrae così la condizione esistenziale dell’uomo confrontato con la propria immagine nell’opera d’arte. In occasione della grande mostra al Madre verranno presentati circa 60 lavori, fotografie di piccole, medie e grandi dimensioni, alcune appartenenti alla serie Museum Photografs , altri che ritraggono gruppi familiari e paesaggi urbani. In occasione dell’esposizione saranno esposti anche “I Paradisi”, scatti fotografici che ritraggono luoghi dove l’uomo non ha mai o raramente messo piede. Per la mostra verrà realizzato un catalogo in italiano ed uno inglese editi da Electa. Il catalogo sarà corredato da saggi del curatore della mostra Mario Codognato, curatore generale del Museo Madre, e del prof. Ulrich Baer ordinario di Storia e Letteratura tedesca della New York University. Thomas Struth è nato a Geldern in Germania nel 1954 Studia alla Kunstakademie Düsseldorf con Peter Kleemann, Gerhard Richter e Bernd Becher. Dal 1993 al 1996 è docente di fotografia allo Staatliche Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe. Nel 1997 riceve il Premio Internazionale per la Fotografia “Spectrum”-stiftung Niedersachsen. Già dalla fine degli anni Ottanta le opere di Thomas Struth sono state esposte in importanti spazi pubblici e privati. Comunicato stampa Organizzazione e Gestione Tra le mostre più importanti ricordiamo le personali alla Kunsthalle di Berna e al museo di Yamaguchi nel 1987; al Portikus di Francoforte nel 1988; alla Renaissance Society di Chicago nel 1990; all’ Hirschhron Museum di Washington nel 1992; alla Kunsthalle di Amburgo nel 1993, all’Ica di Boston e all’Ica di Londra nel 1994; alla Art Gallery of Ontario di Toronto e al Kunstmuseum di Bonn nel 1995; all’ International Art Palace di Pechino nel 1997; al Carré d’Art di Nîmes e allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1998; al Museum of Modern Art di Tokyo nel 2000; al Museo di Dallas e al Moca di Los Angeles nel 2002, al Metropolitan Museum di New York nel 2003 ed infine al Prado di Madrid nel 2007. Le sue opere si trovano nelle collezioni dei più importanti musei del mondo, quale il Moma ed il Metropolitan di New York, la Tate di Londra, il Museo d’Arte Moderna di Tokio e numerosi altri. “L’unicità dell’opera d’arte si identifica con la sua integrazione nel contesto della tradizione. È vero che questa tradizione è a sua volta qualcosa di vivente, qualcosa di straordinariamente mutevole”. .  
   
   
SUNRISE (GIOVANELLI-MILINI) VINCE LA 18A TRANS LAC EN DU  
 
Salo´ 21 gennaio 2008 - “Sunrise”, scafo della serie Protagonist, degli skipper madernesi Matteo Giovanelli e Alberto Milini (dopo quasi 7 ore di navigazione in notturna) ha vinto la classica regata della "18a Trans Lac end Du", gara che apre, di fatto, gli eventi agonistici del 2008 sul lago di Garda. Secondo ha chiuso "Mi Vida" di Sperzagni-de Micheli di Portese, terzi Taddei-de Natale di Salò su "Whisper". La Trans Lac en Du è stata organizzata dalla Canottieri Garda (che quest´anno taglia il traguardo dei 117 anni di attività) grazie alla collaborazione del progetto di vela terapia di "Hyak"dell´aod di Desenzano-gavardo e il Cps di Salò. La Trans Lac en du andrà in onda il prossimo sabato 2 febbraio su Teletutto (area Brescia e lago di Garda) nel corso della trasmissione "Vele di sera" in diretta dalle 20 e 30. Tutti Gli Arrivati Al Traguard Di Salo´
Sunrise Giovanelli Milini 1 Protagonist 23,12,50
Mivida Sperzagni De Micheli 2 Dolphin 81 23,20,40
Whisper Taddei De Natale 3 Protagonist 23,33,39
Yerba Del Diablo Barzaghi Folchini 4 Protagonist 23,45,24
Satanasso Pradella Lavelli 5 Asso 00,15,51
Keasso Tosi Somensini 6 Asso 00,22,49
Blizard Randazzo Guglielmino 7 Crociera 00,51,20
Ginette Tirelli Bai 8 Surprise 01,21,46
Ass. Vela Crema Regosa Ghidoni 9 Protagonist 01,39,55
Elisir Goffi Tampella 10 Protagonist 01,57,07
Venus Lameri Santinelli 11 Crociera 02,00,20
10&Lode Bianchini Bergamaschi 12 Crociera 02,02,00
Joex Interdict Fracchia Barchi 13 Crociera 02,03,15
Aquilotto Rovizzi Cavagnini 14 Crociera 02,03,30
Cnp Paoletti Trenti Rit Rit
Acchiappasogni Morabito Ruggeri Rit Rit
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