Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Maggio 2013
LINEE GUIDA PER REALIZZARE NEL VENETO L’AGENDA DIGITALE  
 
Un insieme organico di linee guida, che condurranno entro breve all’approvazione dell’Agenda Digitale del Veneto”, è stato adottato dalla giunta regionale su proposta del vicepresidente e assessore regionale all’informatica Marino Zorzato. Lo scopo del provvedimento è di delineare gli obiettivi strategici dell’”Agenda Digitale del Veneto” e i temi e le direttrici di sviluppo lungo le quali si articolerà con riferimento al periodo 2013-2015. “L’amministrazione regionale – spiega Zorzato – sta gendo da anni nel campo dell’ammodernamento e della semplificazione dei rapporti con i cittadini, grazie anche alle nuove tecnologie, con l’obiettivo di sostenere un processo ampio di innovazione e di crescita della competitività del territorio veneto. In questo percorso la Regione ha deciso nell’agosto scorso la realizzazione dell’ ”Agenda Digitale del Veneto”, vale a dire del documento programmatico che delinea gli sviluppi della Società dell’Informazione in ambito regionale, in continuità con i processi pianificatori già intrapresi e la normativa in materia”.. Queste guida, elaborate da un gruppo di lavoro, individuano come obiettivi strategici il miglioramento della qualità della vita delle persone e delle famiglie; il sostegno alla competitività delle imprese del territorio e l’accrescimento dei livelli di efficienza/efficacia della Pubblica Amministrazione locale. Per raggiungerli vengono delineate le aree prioritarie di intervento e gli ambiti d’azione che supporteranno la realizzazione concreta dell’ “Agenda Digitale del Veneto”. Quest’ultima punterà, tra l’altro, ad un ulteriore sviluppo di reti a “banda larga” e a “banda ultra larga”, anche attraverso l’incremento delle infrastrutture tecnologiche, per dare copertura alle aree in “digital divide” e dotare la Regione di un’infrastruttura di connessione capace di ottimizzare i servizi offerti dalla Pa; la promozione dell’e-government e l’avvicinamento dei cittadini alle istituzioni pubbliche, grazie anche all’utilizzo dei “social media”; lo sviluppo del “cloud computing” a favore del settore pubblico e del settore imprenditoriale; l’estensione dell’alfabetizzazione informatica; la creazione delle condizioni per una partnership pubblico-privata diretta a realizzare le piattaforme tecnologiche indispensabili alla realizzazione di “smart cities”; lo sviluppo dell’economia e del business digitali, favorendo la crescita delle start-up tecnologiche e la diffusione dell’e-commerce  
   
   
PRIVACY ONLINE? ZONEALARM SPIEGA COME PROTEGGERLA  
 
Che piaccia o meno, le attività su internet vengono monitorate ogni volta che si accede online. È un dato di fatto, ma è anche una percezione condivisa: il 69% degli utenti ha la sensazione di avere meno controllo sulle proprie informazioni personali rispetto a 5 anni fa. Il 61% degli utenti dei social network condividerebbe più contenuti se potesse controllare chi visualizza i contenuti pubblicati. E allora che fare per proteggere la propria privacy online? Zonealarm, divisione consumer di Check Point, ha elaborato alcuni semplici consigli che gli utenti possono adottare per proteggere la loro privacy online. È bene che gli utenti abbiano chiaro chi raccoglie queste informazioni, che cosa significa a livello di privacy, e cosa è possibile fare per evitare questo monitoraggio remoto. Quando si è online, sono diversi i programmi e gli strumenti che possono tenere traccia attraverso il browser delle attività di ricerca e della navigazione. Tra gli strumenti più comuni per registrare queste informazioni, vi sono Javascript, le immagini, i cookies flash ed iFrames. Ma anche: Social buttons: questi pulsanti sono in grado di passare informazioni ai social network su tutte le attività sul web, persino se non si clicca mai, non si è loggati o non si possiede un account sui social network. Ad Networks: Le reti pubblicitarie costruiscono profili personali “gemelli” che seguono gli utenti sul web. Questi profili dettagliati contengono informazioni demografiche e interessi personali. Società di monitoraggio: queste agenzie monitorano le attività sul web, inclusa la cronologia delle ricerche, dove si clicca, gli acquisti effettuati e i video visualizzati. Inoltre, esistono oltre 200 advertiser indipendenti e 630 tecnologie di monitoraggio che raccolgono i dati personali sul web, senza considerare i numerosi siti web che raccolgono le informazioni personali quando vi si accede online. Nonostante il 68% delle persone “non è d’accordo con la pubblicità mirata perché non desidera che il proprio comportamento online venga analizzato”, le aziende utilizzano le attività sul web - come acquisti, click, articoli letti e cronologia web - per creare profili estremamente dettagliati che includono aspetti personali della vita privata quali religione, credo politico, orientamento sessuale, status economico, e condizioni di salute. I rischi principali legati alle attività di monitoraggio online non riguardano solo la pubblicità mirata, ma la raccolta e l’utilizzo di informazioni personali secondo modalità che non si possono vedere, conoscere o persino immaginare. Il rischio è quello di subire furti di identità, perdere opportunità di lavoro o subire danni a livello di reputazione online. Di seguito alcuni semplici consigli di Zonealarm per riprendere il controllo e proteggere la propria privacy online: Bloccare il monitoraggio in background con la funzionalità gratuita Do Not Track di Zonealarm Riprendere il controllo sui social media, e impostare condizioni di privacy più rigide sui social network Proteggere la navigazione utilizzando Https e connettendosi a Vpn (Virtual Private Network) Far cancellare le proprie informazioni da parte delle aziende che le visualizzano pubblicamente e le vendono Impegnarsi attivamente per il diritto alla privacy, opporsi apertamente contro le attività di quei siti web che non la rispettano Salvaguardare le proprie informazioni, evitando ogni volta che sia possibile di fornire informazioni personali ai siti web --- Check Point Software Technologies Ltd. (www.Checkpoint.com) è leader mondiale della sicurezza su Internet e l’unico vendor in grado di offrire Sicurezza Totale a reti, dati ed endpoint, unificata in una singola infrastruttura di gestione. Check Point offre ai clienti protezione senza compromessi da ogni tipo di minacce, diminuisce la complessità e riduce i costi totali di possesso. Grazie a Firewall-1 e alla tecnologia Stateful Inspection, Check Point può essere definito il pioniere nel settore della sicurezza. Check Point continua ad innovare con lo sviluppo dell’architettura Software Blade grazie alla quale è in grado di offrire soluzioni sicure, semplici e flessibili che possono essere completamente personalizzate per rispondere alle specifiche esigenze di sicurezza di ogni organizzazione o ambiente. Tra i clienti Check Point vi sono tutte le aziende della lista Fortune 100 e decine di migliaia di organizzazioni di ogni dimensione. In aggiunta, la nota linea di soluzioni Zonealarm protegge milioni di utenti individuali da hacker, spyware e furti di identità. Info: Info_it@checkpoint.com  - www.Checkpoint.com  - http://www.Opsec.com    
   
   
SICUREZZA DIGITALE: I RICERCATORI ESET SPIEGANO COME RIDURRE I RISCHI DI ATTACCHI HACKER AGLI ACCOUNT TWITTER  
 
Dopo i recenti attacchi hacker agli account Twitter di alcuni dei principali media internazionali, il popolare Social Network lancia le linee guida per difendersi dallo spear-phishing, una forma più sofisticata di phishing che mira a specifici obiettivi individuali o aziendali. Ma secondo gli esperti del Centro Ricerche Eset, uno dei principali produttori di software per la sicurezza digitale, le raccomandazioni di Twitter potrebbero non essere sufficienti a ridurre i rischi e rilancia con nuove contromisure, utili a tutto il popolo dei tweet. L’episodio più eclatante è stato il falso tweet partito ad aprile scorso dall’account ufficiale dell’Associated Press, che annunciava due esplosioni alla Casa Bianca provocando il crollo della Borsa americana, mentre l’ultima vittima illustre è il quotidiano inglese The Guardian, oggetto di attacco da parte di un gruppo hacker autodefinitosi ‘Esercito Elettronico Siriano’, lo stesso gruppo che all’inizio dell’anno ha colpito la Bbc. Stando alle dichiarazioni dello stesso Twitter, questi potrebbero essere i primi di una lunga serie di attacchi ai grandi gruppi editoriali di tutto il mondo con un tipo particolare phishing (email esca inviate dai cyber criminali per catturare dati sensibili dell’utente, quali password, numeri di carta di credito, spingendolo ad esempio a effettuare il login attraverso falsi siti ufficiali). Nell’email di allarme, inviata ai più importanti media internazionali, Twitter traccia una serie di linee guida per proteggersi da attacchi: “Ridurre la vulnerabilità al phishing dei computer aziendali con misure di sicurezza più forti, designare un solo computer all’uso di Twitter per impedire che la password si diffonda su diversi dispositivi, evitare di navigare sul web e leggere la posta da quello stesso computer”. Secondo i ricercatori Eset però queste misure potrebbero non essere sufficientemente adeguate per prevenire gli attacchi, in quanto non tutti gli account Twitter vengono attaccati con phishing o spear-phishing. Gli hacker possono inviare falsi tweet anche quando riescono ad attaccare una sessione non cifrata, dunque talvolta le violazioni della sicurezza sono dovute a errori e superficialità da parte degli stessi utenti. Si può allora ridurre il rischio connettendosi tramite Vpn o accedendo ai siti via Ssl, sebbene questo possa rendere il processo meno immediato. Può inoltre essere utile non avere l’account Twitter permanentemente aperto in background mentre si lavora ad altro, anche se questo potrebbe risultare scomodo per molti utenti che usano i social network. In definitiva per Eset “che si tratti di spear-phishing o meno, l’unico modo per rendere più difficile il lavoro degli hacker è l’accurata formazione e consapevolezza dell’utente”. Dopo l’attacco hacker all’Associated Press Twitter ha annunciato il test di un sistema di autenticazione a due fattori, anche detto autenticazione multi-fattoriale, più efficace di quello basato su un’unica password perché richiede, oltre ad essa, l’uso di un secondo device (di solito uno smartphone) sul quale viene invitato, via Sms o App, un codice generato casualmente da inserire durante il log in  
   
   
MARCHE: PRESENTATA L’ATTIVITÀ DEL TRIBUNALE ARBITRALE GIUDIZIARIO EUROPEO  
 
Un’alternativa più rapida e meno costosa per risolvere le controversie giudiziarie. E’ il T.a.g.e., Tribunale Arbitrale Giudiziario Europeo, un’istituzione privata a cui il cittadino si può rivolgere evitando il ricorso all’autorità giudiziaria ordinaria. Ad operare sono professionisti di affermata esperienza in molteplici settori, a garanzia di un risultato in tempi brevi e a costo limitato. La sua attività prende avvio nelle Marche e per l’occasione è stata presentata ufficialmente oggi in Regione, alla presenza dell’assessore Pietro Marcolini, del coordinatore nazionale Franco Polverini, e del responsabile regionale Giuseppe Tosoni. “I problemi della giustizia ordinaria – afferma l’assessore Marcolini – legati alla costante carenza di personale e di strutture e alla lunghezza esasperante dei procedimenti, diventano sempre più pressanti. L’arbitrato è una soluzione praticabile nelle controversie insorgenti tra i cittadini”. Ad operare sono professionisti di affermata esperienza in molteplici settori; i primi ad essere nominati nelle Marche sono, oltre a Tosoni, commercialista civitanovese, il notaio Alfonso Rossi, responsabile per il Fermano, il commercialista Felice Tiburzi e l’avvocato Massimo Cesca, responsabile per la provincia di Macerata. Altri professionisti sono in fase di selezione e di nomina. “Un servizio di estrema importanza”, come dichiara Tosoni, che garantisce decisioni rapide a prezzi contenuti, in quanto istituzionalmente è previsto che il cosiddetto “lodo” sia pronunciato entro 180 giorni nel rispetto, al contempo, della più assoluta riservatezza sulle pratiche affrontate. I costi sono in linea con le tariffe standard europee e rapportabili alle capacità reddituali dei richiedenti. La riservatezza dell’arbitrato è, in particolare, uno dei vantaggi principali e maggiormente apprezzato, poiché avviene con l’esclusione del pubblico e i dati riservati sono tutelati. Lo stesso codice di procedura civile offre la possibilità dell’arbitrato, facoltativa ma obbligatoria nel caso in cui il ricorso ad essa sia previsto dalla clausola compromissoria contenuta in un contratto precedentemente stipulato tra le parti, come nel caso dei contratti assicurativi, contratti di lavoro dipendente e pubblico, contratti d’appalto in edilizia o nei servizi, controversie condominiali. L’arbitro unico o il collegio arbitrale pronuncia una vera e propria sentenza che diviene esecutiva al pari di qualsiasi decisione emessa dagli organi della giustizia ordinaria. Le sentenze sono definitive e vincolanti. In molti Paesi europei come Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Germania e altri, le liti giudiziarie sono decise in gran parte attraverso tipologie di procedura arbitrale. In America circa il 90% delle cause sono risolte con strutture simili a questa  
   
   
NASCE SOLUTIONS30 ITALIA  
 
Un nuovo nome per la filiale italiana del gruppo, che lancia due brand coinvolgendo partner di valore. A seguito degli sviluppi avvenuti a livello internazionale che hanno portato al cambiamento del nome dell’azienda da Pc30 a Solutions30, anche in Italia è stata costituita Solutions30. Fino a ora nel nostro paese la multinazionale di origine francese è stata rappresentata dalla società Telima Italia srl che a partire dal 10 maggio ha modificato il suo nome in Solutions 30 Italia srl. Invariata rimane la struttura operativa che copre tutto il territorio nazionale grazie a una rete di agenzie e ai call center che forniscono il supporto a tutte le attività dell’organizzazione. Non si modifica neppure la guida dell’azienda che di recente ha rinnovato le cariche del Consiglio di Amministrazione, affiancando ai consiglieri esistenti l’ Ing. Ferruccio Varese e l’ Ing. Giovanni Ragusa, entrambi grandi esperti di assistenza tecnica hardware e software. La consociata italiana dipende direttamente dall’organizzazione francese Solutions30 Sa che è quotata alla borsa a Parigi. Alla guida di Solutions30 Italia, la filiale più importante del gruppo dopo quella francese, è Ruggero Fortis, direttore generale in azienda dal 2003, e che ne ha anche gestito la startup in Italia. Con l’introduzione di nuovi marchi come Energy30 e Money30, che si affiancano allo storico brand Pc30, l’azienda ha messo in gioco una serie di competenze specialistiche in diversi ambiti con il fine di raggiungere una crescita anche in questi settori. “Grazie a un andamento positivo a livello commerciale e finanziario, Solutions30 Italia nel 2012 ha registrato un incremento dei volumi d’affari del 40% rispetto all’anno precedente” – dichiara Fortis –. “La strategia del gruppo, sia a livello internazionale che a livello locale prevede la concentrazione delle attività sulle tecnologie ad alto potenziale e questa scelta ha dimostrato di essere vincente in tutta Europa, portando risultati positivi in tutti i paesi - e l’Italia ha ormai un ruolo di primo piano nel contribuire all’aumento del fatturato e dei profitti del gruppo. Per raggiungere gli obiettivi di crescita, la filosofia di Solutions30 prevede una serie di collaborazioni con business partner strategici che permettono all’azienda di arricchire la propria offerta di servizi, allargare la base dei clienti e ottimizzare l’efficacia della propria rete di tecnici. Fiduciosa in un rilancio dell’economia italiana, nel nome di una Agenda Digitale che l’esecutivo appena insediato potrà portare avanti, Solutions30 guarda con interesse al mondo dei contatori digitali e della monetica, forte di partnership come quelle con Urmet e con Verifone che – dice Fortis – “ci consentiranno di catturare ulteriore potenziale di un mercato che – ne siamo sicuri – avrò tassi di sviluppo molto interessanti nel triennio a venire.” Chi è Solutions30 Il gruppo Solutions30 (presente in Italia con i marchi Pc30, Money30 e Energy30), è leader in Europa di soluzioni per le nuove tecnologie. La sua missione è quella di rendere accessibile a tutti, privati e imprese, i cambiamenti tecnologici che cambiano la vita quotidiana: ieri l’informatica e internet, oggi i digitale, domani le tecnologie che rendono il mondo sempre più interconnesso in tempo reale. Forte di 4 milioni di interventi realizzati dalla sua creazione, la società è organizzata intorno a una rete di tecnici presenti su tutto il territorio. Solutions 30 copre attualmente l’intero territorio in Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Germania. Di recente il gruppo ha aperto una filiale in Spagna e vuole portare a termine una copertura completa del territorio europeo. Solutions 30 è quotata alla borsa di Parigi Ipo su Alternext (Isin Fr0010263335 – code Als30). La filiale italiana denominata Telima Italia è stata creata nel maggio del 2008 e rinominata Solutions30 Italia nel maggio del 2013  
   
   
CYBER CRIME. DA COMUNE E PROCURA UN FONDO PER PREVENIRE I REATI INFORMATICI A MILANO OLTRE 2.500 PROCEDIMENTI ALL´ANNO. AL VIA CAMPAGNE DI INFORMAZIONE PER CITTADINI E IMPRESE  
 
E’ stata annunciata il 15 maggio, in occasione della tavola rotonda “Crimine informatico vittime processo penale” presso l’Aula Magna del Tribunale di Milano, l’istituzione di un fondo economico del Comune di Milano creato con le somme risarcitorie che gli autori di reati informatici dovranno versare qualora le vittime non siano presenti al processo penale. Scopo del fondo è la realizzazione di campagne informative e attività di prevenzione rivolte ai cittadini e alle imprese sul tema del cyber crime. A presentare l’iniziativa il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani e il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Edmondo Bruti Liberati. L´istituzione del fondo fa seguito a un percorso di collaborazione tra l´assessorato al Lavoro e Sviluppo economico del Comune di Milano e la Procura della Repubblica, che ha visto le due istituzioni impegnate in un progetto di formazione per operatori della giustizia rispetto ai reati informatici. Il progetto, che ha coinvolto circa 400 persone tra Polizia giudiziaria, Polizia locale, personale della Procura, si è svolto tramite lezioni in aula e attraverso moduli di formazione a distanza su piattaforma informatica messa a disposizione dal Comune di Milano. “Grazie all’attuazione di questa iniziativa pilota realizzata con la Procura, l’Amministrazione vuole essere vicina alle vittime di questi particolari reati, che vanno dal furto d’identità alle truffe informatiche, per tutelare soprattutto coloro che per vari motivi rinunciano a costituirsi parte civile nel processo. Frodi che colpiscono in particolar modo i più giovani e i soggetti più inesperti del web e del mondo della rete”, cosi il Sindaco Giuliano Pisapia commenta l’istituzione del fondo a favore delle vittime di crimini informatici. “La collaborazione con il Pool reati informatici della Procura è partita da un progetto di formazione degli operatori, reso possibile grazie alle competenze dell’Amministrazione in tema di formazione a distanza, e si è estesa all´ambito della mediazione penale e al risarcimento delle vittime. L´idea dell´istituzione di un fondo specifico all´interno del bilancio comunale in cui possano confluire i risarcimenti derivanti dall´eventuale patteggiamento nasce proprio da questo originale percorso di collaborazione tra istituzioni, primo esempio in Italia sulle specifiche tematiche del cyber crime”. Così l’assessore Cristina Tajani che ha aggiunto: “Questo particolare impegno del Comune ha poi un versante di attenzione alla vittima e di individuazione di strumenti di prevenzione, nonché il recupero dei colpevoli applicando misure alternative alla pena carceraria”. "La Procura di Milano da sempre si occupa dei reati seriali e particolarmente odiosi nei confronti delle persone, costituendo gruppi di alta specializzazione sia tra i magistrati che tra la polizia giudiziaria”, così interviene il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Edmondo Bruti Liberati che prosegue: “La pervasività dello strumento informatico è tale anche perché ormai ogni reato di regola comporta l´utilizzo di computer, cellulari o altri strumenti informatici. In questo scenario la collaborazione con il Comune di Milano sia sui temi della formazione della polizia giudiziaria sia su quelli della tutela della vittima costituisce per il nostro pool reati informatici un tassello imprescindibile, anche nell´ottica di sperimentazione di modalità di giustizia riparativa con ricadute su tutta la collettività". Accanto alla definizione del fondo e del suo utilizzo, l’accordo tra Comune e Procura prevede anche la realizzazione di materiale informativo da pubblicare sul sito internet del Comune di Milano inerente i reati informatici più vicini alla popolazione cittadina come il furto d’identità, le truffe online, la diffamazione, lo stalking, sino al cyberbullismo e alla pedopornografia. Secondo i dati resi noti dalla Procura della Repubblica di Milano, attraverso il Bilancio sociale 2011/2012, tra gennaio e luglio 2012 i procedimenti iscritti sono stati 501 verso soggetti noti e ben 2.414 verso ignoti. Il numero dei reati informatici inoltre risulta in costante aumento, e la qualità delle aggressioni informatiche è ugualmente in crescita. Nello specifico sono stati rilevati 69 dialer, 76 furti d’identità, 153 violazioni di account, 49 accessi abusivi ad e mail, 903 truffe per acquisti on line, 768 bonifici o ricariche disconosciute, 510 usi abusivi di carte di credito e 83 per diffamazione, per un totale di oltre 2.500 procedimenti. Per comprendere la portata del fenomeno basti pensare che nell’ultima indagine milanese svolta relativamente al reato di phishing (truffa via internet attraverso la quale un aggressore cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali sensibili), il danno per circa 600 correntisti è stato stimato in circa 330mila euro. La nascita del fondo si pone in continuità con la collaborazione, già avviata l’estate scorsa, tra Comune di Milano - Settore Lavoro e occupazione e la Procura per l’attivazione di percorsi di aggiornamento professionale sul cyber crime per la Polizia Giudiziaria, dello Stato e Locale per complessive 42 ore di formazione presso il Centro di via Pepe dove si sono svolti 48 incontri tra lezioni frontali, seminari e laboratori, con l’intervento di 25 docenti delle Università milanesi. A conclusione sono stati consegnati 398 attestati formativi ai soggetti partecipanti. I risultati raggiunti da questa collaborazione sono positivi tanto che si pensa già ad applicare il modello Milano in altri ambiti territoriali nazionali.  
   
   
NAVIGARE SICURI - OLTRE 30.000 STUDENTI DELLE SCUOLE ITALIANE GUIDATI DA TELECOM ITALIA ALL’USO CONSAPEVOLE DEL WEB  
 
A Roma sono stati presentati i risultati del Tour 2012-2013 di “Navigare Sicuri”, il progetto di Telecom Italia per sensibilizzare bambini, studenti e genitori ad un uso consapevole del web, con l’obiettivo di renderli in grado di riconoscere le insidie di internet al di là di tutte le sue straordinarie potenzialità come preziosa risorsa di conoscenza, informazione e socializzazione. Giunto ormai alla sua terza edizione “Navigare Sicuri” - sviluppato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Fondazione Movimento Bambino e Save the Children - dal 2010 ha coinvolto complessivamente 40 città italiane, oltre 650.000 studenti e 1,5 milioni di familiari. In particolare quest’anno, il progetto ha fatto tappa in 10 città (Torino, Milano, Trieste, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo) e 76 scuole, interessando direttamente oltre 30.000 studenti e 1.000 insegnanti. Grande protagonista dell’edizione 2012-2013 è stato Umberto Rapetto, Direttore Iniziative e Progetti Speciali di Telecom Italia (ex Colonnello della Guardia di Finanza, già comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico ed esperto di sicurezza informatica), che nelle scuole coinvolte in Italia e in diretta streaming su www.Navigaresicuri.org  e www.Rainet.it , ha appassionato le platee in un percorso di sensibilizzazione e informazione con la collaborazione del circuito di blogger Fattore Mamma e di esperti delle varie materie trattate. In ciascuna regione, sono stati coinvolti genitori attivi sui social media che hanno promosso, a livello locale, un confronto diretto in famiglia, tra professori e studenti, sessuologi, sociologi ed esperti della Rete, sul rapporto media digitali e minori. Ogni tappa del Tour 2012-2013 è durata 5 giorni, durante i quali gli studenti delle scuole delle città raggiunte hanno preso parte a laboratori interattivi con personale specializzato per confrontarsi sui principali temi della media education identificati in collaborazione con Save the Children: il cyberbullismo, il furto d’identità, l’adescamento e i nuovissimi contenuti relativi al sexting, la legalità e l’internet addiction. Durante i laboratori, tre minifilm dal finale aperto, appositamente realizzati dalla Scuola Holden di Torino, hanno anche affrontato nello specifico la difficile problematica della microprostituzione tra minori attraverso i new media, le regole per navigare online senza violare le leggi e il rapporto tra vita reale e vita virtuale. Ai laboratori si sono affiancati incontri pubblici che hanno coinvolto di volta in volta la popolazione studentesca e la cittadinanza in una riflessione allargata sui temi del web, portando esempi concreti di situazioni di disagio e illustrando le linee-guida per poter mettere giovani e adulti nelle condizioni di affrontare i media digitali in sicurezza. “Per il terzo anno consecutivo con il progetto “Navigare Sicuri”, Telecom Italia in sinergia con importanti realtà no-profit, ha offerto agli studenti e alle famiglie di tutto il territorio nazionale spunti di riflessione e strumenti per un utilizzo sicuro del web – ha dichiarato Marcella Logli, Direttore Corporate Identity & Public Relations e Segretario Generale Fondazione Telecom Italia. “La frontiera della sicurezza informatica, infatti, si sposta sempre più verso la consapevolezza dei rischi insiti nell´uso stesso delle tecnologie della comunicazione. Un impegno tanto più importante se rivolto ai minori, futuri protagonisti della società ma soprattutto già cittadini del mondo digitale”. Insieme al progetto “Navigare Insieme”dedicato all’alfabetizzazione digitale agli over 60, “Navigare Sicuri” è stato inserito dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali e dello Sviluppo Economico all’interno del Piano D´azione Nazionale della Responsabilità sociale d’impresa 2012-2014. Il Piano, che è stato inviato alla Commissione Europea, illustra le azioni prioritarie e i progetti volti alla realizzazione della "Strategia rinnovata dell’Ue per il periodo 2011-2014 in materia di responsabilità sociale delle imprese", in linea sia con la ricerca di un modello alternativo di sviluppo e di uscita dalla crisi economica e sociale sia con le politiche europee del Libro verde del 2001 e con le indicazioni in materia di responsabilità sociale d’impresa contenute nella strategia Europa 2020. Le iniziative ideate e realizzate da Telecom Italia sono state considerate, da un lato, esperienze-modello d’innovazione sociale e di partenariato pubblico-privato e dall’altro, settore non profit, per assicurare che le azioni dell’impresa nei confronti della comunità siano in linea con le esigenze degli stakeholder. Progetti in grado di massimizzare le potenzialità di tutti gli attori coinvolti, dalla profonda conoscenza delle esigenze delle comunità locali, alla disponibilità delle infrastrutture, alla presenza capillare sul territorio grazie alla maggiore facilità di accesso a competenze tecniche e risorse finanziarie. Info: Telecom Italia: Con “Navigare Sicuri” Oltre 30.000 Studenti Delle Scuole Italiane Sono Stati Guidati All’uso Consapevole Del Web Presentati oggi a Roma i risultati del Tour 2012-2013 di Navigare Sicuri, il progetto di Telecom Italia per sensibilizzare bambini, studenti e genitori all’uso consapevole del web. Quest’anno l’iniziativa ha toccato 10 città italiane e coinvolto oltre 30.000 studenti, 1.000 insegnanti e 70.000 familiari Roma, 15 maggio 2013 Sono stati presentati oggi a Roma i risultati del Tour 2012-2013 di “Navigare Sicuri”, il progetto di Telecom Italia per sensibilizzare bambini, studenti e genitori ad un uso consapevole del web, con l’obiettivo di renderli in grado di riconoscere le insidie di internet al di là di tutte le sue straordinarie potenzialità come preziosa risorsa di conoscenza, informazione e socializzazione. Giunto ormai alla sua terza edizione “Navigare Sicuri” - sviluppato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Fondazione Movimento Bambino e Save the Children - dal 2010 ha coinvolto complessivamente 40 città italiane, oltre 650.000 studenti e 1,5 milioni di familiari. In particolare quest’anno, il progetto ha fatto tappa in 10 città (Torino, Milano, Trieste, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo) e 76 scuole, interessando direttamente oltre 30.000 studenti e 1.000 insegnanti. Grande protagonista dell’edizione 2012-2013 è stato Umberto Rapetto, Direttore Iniziative e Progetti Speciali di Telecom Italia (ex Colonnello della Guardia di Finanza, già comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico ed esperto di sicurezza informatica), che nelle scuole coinvolte in Italia e in diretta streaming su www.Navigaresicuri.org e www.Rainet.it, ha appassionato le platee in un percorso di sensibilizzazione e informazione con la collaborazione del circuito di blogger Fattore Mamma e di esperti delle varie materie trattate. In ciascuna regione, sono stati coinvolti genitori attivi sui social media che hanno promosso, a livello locale, un confronto diretto in famiglia, tra professori e studenti, sessuologi, sociologi ed esperti della Rete, sul rapporto media digitali e minori. Ogni tappa del Tour 2012-2013 è durata 5 giorni, durante i quali gli studenti delle scuole delle città raggiunte hanno preso parte a laboratori interattivi con personale specializzato per confrontarsi sui principali temi della media education identificati in collaborazione con Save the Children: il cyberbullismo, il furto d’identità, l’adescamento e i nuovissimi contenuti relativi al sexting, la legalità e l’internet addiction. Durante i laboratori, tre minifilm dal finale aperto, appositamente realizzati dalla Scuola Holden di Torino, hanno anche affrontato nello specifico la difficile problematica della microprostituzione tra minori attraverso i new media, le regole per navigare online senza violare le leggi e il rapporto tra vita reale e vita virtuale. Ai laboratori si sono affiancati incontri pubblici che hanno coinvolto di volta in volta la popolazione studentesca e la cittadinanza in una riflessione allargata sui temi del web, portando esempi concreti di situazioni di disagio e illustrando le linee-guida per poter mettere giovani e adulti nelle condizioni di affrontare i media digitali in sicurezza. “Per il terzo anno consecutivo con il progetto “Navigare Sicuri”, Telecom Italia in sinergia con importanti realtà no-profit, ha offerto agli studenti e alle famiglie di tutto il territorio nazionale spunti di riflessione e strumenti per un utilizzo sicuro del web – ha dichiarato Marcella Logli, Direttore Corporate Identity & Public Relations e Segretario Generale Fondazione Telecom Italia. “La frontiera della sicurezza informatica, infatti, si sposta sempre più verso la consapevolezza dei rischi insiti nell´uso stesso delle tecnologie della comunicazione. Un impegno tanto più importante se rivolto ai minori, futuri protagonisti della società ma soprattutto già cittadini del mondo digitale”. Insieme al progetto “Navigare Insieme”dedicato all’alfabetizzazione digitale agli over 60, “Navigare Sicuri” è stato inserito dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali e dello Sviluppo Economico all’interno del Piano D´azione Nazionale della Responsabilità sociale d’impresa 2012-2014. Il Piano, che è stato inviato alla Commissione Europea, illustra le azioni prioritarie e i progetti volti alla realizzazione della "Strategia rinnovata dell’Ue per il periodo 2011-2014 in materia di responsabilità sociale delle imprese", in linea sia con la ricerca di un modello alternativo di sviluppo e di uscita dalla crisi economica e sociale sia con le politiche europee del Libro verde del 2001 e con le indicazioni in materia di responsabilità sociale d’impresa contenute nella strategia Europa 2020. Le iniziative ideate e realizzate da Telecom Italia sono state considerate, da un lato, esperienze-modello d’innovazione sociale e di partenariato pubblico-privato e dall’altro, settore non profit, per assicurare che le azioni dell’impresa nei confronti della comunità siano in linea con le esigenze degli stakeholder. Progetti in grado di massimizzare le potenzialità di tutti gli attori coinvolti, dalla profonda conoscenza delle esigenze delle comunità locali, alla disponibilità delle infrastrutture, alla presenza capillare sul territorio grazie alla maggiore facilità di accesso a competenze tecniche e risorse finanziarie. Http://www.telecomitalia.com/media    
   
   
INDAGINE SU LIBRERIE ONLINE: IL 39% DEGLI ITALIANI ESPRIME UN GIUDIZIO POSITIVO SUI BOOKSTORE ONLINE  
 
Le librerie online godono di una buona web reputation e sono sempre più utilizzate dagli acquirenti di libri italiani. Nell’ultimo anno il 39% delle opinioni della Rete sui principali bookstore online descrive un giudizio positivo da parte degli utenti, il 43% è neutro e solo il 18% è negativo.Questo è quanto emerge da un’indagine condotta sulla “web-reputation delle librerie online” da Reputation Manager, la principale azienda italiana che opera nella misurazione e analisi della reputazione online dei brand e delle figure di rilievo pubblico, realizzata in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino.reputation Manager ha infatti misurato e analizzato le opinioni espresse dagli utenti italiani sulle principali* librerie online. Secondo quanto emerge dall’indagine la maggior parte delle “conversazioni” avviene su siti di opinioni e recensioni (43%), poi su forum (22%), blog (18%) e portali tematici (14%).L’aspetto più discusso sono la qualità del sito web (sicurezza, usabilità, aggiornamento delle informazioni) che occupano il 64% delle conversazioni rilevate. Al secondo posto l’aspetto che interessa di più agli utenti è quello delle spedizioni con il 40%, subito prima dei prezzi (39%). La fase di post-vendita è un aspetto sul quale gli utenti sono molto sensibili Non è un caso infatti che ben il 65% delle opinioni negative riguardi proprio la qualità delle spedizioni. Le “conversazioni negative” più frequenti sono dovute principalmente a ritardi nelle consegne. E’ invece molto apprezzata la possibilità di avere la spedizione gratuita.“Oltre ai libri, gli articoli più discussi sono senz’altro quelli tecnologici, in particolare e-reader e videogame – spiega Andrea Barchiesi, amministratore delegato di Reputation Manager - Su questi prodotti anche il mercato dell’usato beneficia del confronto online tra gli acquirenti che consigliano quei siti dove l’usato è di buona qualità e viene prima testato”.Il crescente successo da parte dei consumatori italiani verso i bookstore online è dovuto principalmente al due fattori: la comodità d’acquisto, incrementata dal moltiplicarsi dagli strumenti e dalle occasioni di accesso all’e-commerce (smarthphone, tablet, apps), e dalla possibilità di usufruire di prezzi vantaggiosi.Un’attenzione al digitale che è confermata anche dalla comunicazione e dall’interazione generata dai bookstore online sui social network. Su Facebook le pagine in italiano dedicate alle librerie online, ufficiali e non ufficiali, raccolgono più di 1.500.000 utenti e quasi il 50% sono donne. I brand le usano soprattutto per proporre sconti e promozioni, ma anche per fare recensioni brevi dei nuovi titoli disponibili.Su Twitter l’account più seguito è @Amazon con più di 490mila follower ed è primo anche per capacità di amplificazione del messaggio: i suoi tweet vengono mediamente triplicati (300%) dai retweet dei followers. Anche @Lafeltrinelli ha un ottimo seguito con circa 417mila followers che retwittano mediamente quasi tutti (100%) i messaggi. L’account @Inmondadori raccoglie 6.800 followers che retwittano i suoi messaggi nel 9% dei casi.Reputation Manager ha inoltre misurato la distribuzione (share of voice)delle opinioni espresse dagli utenti sui principali* bookstore da cui risulta che Amazon.it detiene il 46% dello share of voice, Bol.it/inmondadori.it il 31% e Lafeltrinelli.it il 23%. * Amazon, Feltrinelli e Mondadori Reputation Manager (www.Reputazioneonline.it ) è leader in Italia nell´analisi della reputazione online dei brand e delle figure di rilievo pubblico. Nata nel 2004, su iniziativa di Andrea Barchiesi, che oltre che fondatore ne è oggi il Ceo, è la prima società ad aver introdotto in Italia il concetto di “ingegneria reputazionale”. Nel 2011 ha vinto il Premio Nazionale dell’Innovazione conferito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel 2012 ha introdotto sul mercato Audisocial Tv, il primo osservatorio italiano sulla social tv, Webpolitics osservatorio sul posizionamento, il gradimento e l’influenza dei politici italiani in rete, e My Reputation il primo sito per monitorare da soli la propria identità digitale  
   
   
CONVEGNO DI TREND MICRO: IL 2013 SI CONFERMA L´ANNO DEI MALWARE MOBILE - 20 MAGGIO 2013  
 
Con oltre 530.000 minacce registrate nei primi mesi del 2013, la crescita esponenziale dei malware Android si avvia verso il superamento di ogni più alta previsione di fine anno. Parallelamente all´allargarsi del bacino d´utenza dei nuovi dispositivi mobili e alla loro adozione negli scenari della consumerizzazione e Byod, nascono nuove tipologie di malware appositamente sviluppate per colpire questi dispositivi: mobile phishing, mobile backdoor e applicazione fake. In questo contesto l´Italia non è indenne e, per volume di download di applicazioni nocive in ambito Android, risulta nella top 10% dei paesi mondiali. Rik Ferguson, Global Vp Security Research di Trend Micro, in occasione della sua visita in Italia, illustra oggi 20 maggio 2013, ore 11.00, presso Trend Micro Italia, Viale Edison 110, Edificio C, 20099, Sesto San Giovanni Milano (Mm Sesto Marelli) i risultati evidenziati nel report Trend Micro 2013 Q1 Security Roundup, il funzionamento del Trend Micro Mobile Reputation Service e quali siano le tendenze emergenti nello scenario della sicurezza mobile  
   
   
SALONE TORINO: I LIBRI PER BAMBINI “SALVANO” IL MERCATO DEL LIBRO IN QUESTO PRIMO SCORCIO DEL 2013: +4%. IL SETTORE NEL COMPLESSO SEGNA UN -4,4%. CRESCONO LE VENDITE SUI CANALI ONLINE, DIMINUISCONO I PREZZI, SI ACQUISTANO SEMPRE DI PIÙ I LIBRI NELLE FASCE BASSE DI PREZZO  
 
I libri per bambini “salvano” il mercato del libro in questo primo scorcio del 2013. E’ quanto emerge dall’indagine Nielsen presentata stamattina, 17 maggio, nell’ambito del convegno “Scene di paesaggio all’uscita dal tunnel. Editori e canali di vendita con lo sguardo puntato al di là della crisi”, organizzato dall’Associazione Italiana Editori (Aie) in collaborazione con il Salone internazionale del libro di Torino. Si registra infatti un boom dell’editoria per ragazzi, unico segmento positivo in questi primi 4 mesi dell’anno (+4% a valore nei canali trade, +6% a volume), in un arco di mesi in cui il mercato nel suo complesso fa segnare un -4,4% a valore e un -0,7% a copie. Ed è proprio questa la seconda vera novità targata 2013: il mercato resta sostanzialmente stabile in termine di copie mentre diminuisce il giro d’affari. Cresce insomma il peso del paperback, sono in “caduta libera” i prezzi dei libri e ci si confronta con un lettore e cliente che sceglie titoli nelle fasce basse di prezzo. Come ha chiuso il mercato del libro nel 2012? Segna un -7,8% a valore e un -7% a copie il settore nei canali trade (librerie, online, Gdo). In particolare, ha risentito meno della crisi il settore della fiction (-3.6%), seguito dalla editoria per ragazzi (con un -6.2%) . Resta in sofferenza la non fiction. E come si è aperto il 2013? Nei primi quattro mesi dell’anno, nei canali trade, si sono venduti oltre 27.800.000 copie libri, poco meno rispetto all’anno precedente (erano 28.015.000). Significativa è però la differenza di fatturato: 346milioni di euro in questo primo quadrimestre del 2013, contro i 362milioni di euro del corrispondente periodo del 2012. I canali nel 2013: in crescita l’online, il primo posto in cui si comprano i libri sono le catene, stabile la Gdo: è l’online a segnare la maggiore crescita fra i canali di vendita del libro nel 2013, passando dal 5,5% del 2012 al 6,3% del 2013 (escluso Amazon). Una crescita sia a copie che a valore. Cresce la quota di mercato coperta dalle librerie di catena (dal 41,5% al 42,2% del 2013). La grande distribuzione organizzata (Gdo) cresce in termini di copie acquistate ma resta stabile a valore. I dati evidenziano invece chiaramente una sofferenza per le librerie indipendenti, che riducono ancora la loro quota di mercato: dal 37,1% del 2012 al 35,6% di quest’anno (confronto tra i primi quadrimestri). I settori nel 2013: positivi solo i ragazzi. In particolare, è proprio la fascia dei più piccoli (cioè quella delle giovani famiglie che stanno investendo sul futuro dei propri figli), quella da zero a cinque anni, a far crescere il segmento. Perde invece il -10,7% a valore la non fiction pratica (guide cucina, viaggi, lifestyle, ecc.), perde il -8,7% la non fiction specialistica (testi di management, computer, professionale, ecc.). Più contenuto il calo per fiction (-3,7%) e non fiction generale (saggistica, -1,9%). “All’interno di un quadro certamente negativo – ha commentato il presidente di Aie Marco Polillo -, aggrappiamoci al dato in controtendenza che ci arriva dal settore dei libri per ragazzi. Lo si può anche leggere come un primo risultato positivo delle tante iniziative come Amo chi legge…e gli regalo un libro o Nati per leggere, che hanno in questi anni posto al centro degli investimenti sulla lettura queste fasce d’età. E soprattutto ci auguriamo che questi nuovi "lettori", che si avvicinano al libro fin dalla tenera eta´, riescano a mantenere quel rapporto anche per gli anni a venire, invertendo quell´avvilente dato che contraddistingue il nostro Paese, che vede ancora più´ della meta´ della popolazione totalmente estranea al libro"  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: MARCHIO COMUNITARIO DENOMINATIVO PARTITO DELLA LIBERTÀ - MARCHIO COMUNITARIO FIGURATIVO PARTITO DELLA LIBERTÀ – NOME DI DOMINIO NAZIONALE ANTERIORE “PARTITODELLALIBERTA.IT”)  
 
Nel 2007 l’Associazione nazionale circolo della libertà chiedeva di registrazione di marchio comunitario dinanzi all’Uami per il segno denominativo Partito Della Libertà, per i prodotti e servizi che rientrano nelle classi 9, 14, 16, 24, 25, 35, 36, 38, 41, 42 e 45 di cui all’Accordo di Nizza del 1957. Nel 2007, la sig.Ra Michela Vittoria Brambilla chiedeva - per gli stessi prodotti e servizi - la registrazione del segno figurativo: Nel 2008 il sig. Raffaello Morelli e l’Associazione politica federazione dei liberali si opponevano alle registrazioni. Essi facevano valere l’uso nella normale prassi commerciale del nome di dominio anteriore «partitodellaliberta.It», che era stato attribuito loro dall’autorità incaricata in Italia dell’attribuzione dei nomi di dominio il 9 agosto 2004 e sostenevano di aver utilizzato tale segno per prodotti e servizi rientranti nelle classi 16, 35, 38, 41 e 45. Nel 2010 la divisione di opposizione Uami respingeva le opposizioni. Nel 2011, la prima commissione di ricorso dell’Uami ha respinto anche i ricorsi contro i rigetti delle opposizioni. Essa ha considerato che il semplice inserimento di un nome di dominio nel registro dei nomi di dominio in Italia non era sufficiente a far nascere un titolo suscettibile di conferire al titolare di detto nome di dominio una tutela e che il ricorrente e l’Associazione non avessero fornito alcuna prova dell’uso del nome di dominio «partitodellaliberta.It» nella normale prassi commerciale, per i prodotti e servizi indicati. Nella presente causa, il signor Morelli fa valere un unico motivo, vertente sulla violazione dell’articolo 8, paragrafo 4, del regolamento n. 207/2009, ossia l’utilizzo commerciale anteriore del dominio. Nella sua sentenza odierna, il Tribunale ricorda anzitutto che l’esistenza di un marchio anteriore non registrato o di un segno diverso da un marchio legittima l’opposizione se soddisfa i seguenti requisiti: essere utilizzati nella normale prassi commerciale; avere una portata non solamente locale; attribuire al loro titolare il diritto di vietare l’uso di un marchio più recenteavere configurato un diritto conformemente alla normativa dell’Unione o al diritto dello Stato membro in cui i segni sono stati utilizzati prima della data di deposito della domanda di marchio comunitario. Tali requisiti sono cumulativi. Il requisito, secondo il quale il segno deve essere «utilizzato nella normale prassi commerciale», significa che, in sostanza, esso deve costituire l’oggetto di un uso commerciale corrisponde all’usuale accezione di detti termini. Un segno è utilizzato nella normale prassi commerciale, qualora il suo uso si colloca nel quadro di un’attività commerciale finalizzata a un vantaggio economico e non nell’ambito privato. La giurisprudenza della Corte ha aggiunto al requisito dell’uso un criterio cronologico (la data di deposito della domanda di registrazione del marchio comunitario). Il Tribunale rileva che la commissione di ricorso non ha commesso alcun errore nel concludere che il signor Morelli non aveva dimostrato l’uso nella normale prassi commerciale del nome di dominio «partitodellaliberta.It». In primo luogo, la sola registrazione di un nome di dominio, che costituisce un’operazione tecnica volta unicamente a permettere al suo titolare di utilizzarlo sulla rete Internet per un lasso di tempo determinato, non può costituire in sé la prova di un utilizzo commerciale. In secondo luogo, il meccanismo automatico di rinvio dal sito Internet «www.Partitodellaliberta.it» verso il sito «www.Liberali.it» dimostra che il sito Internet «www.Liberali.it» era l’unico realmente operativo al momento del deposito delle domande di registrazione, poiché (diversamente dal sito Internet «www.Partitodellaliberta.it») presentava un proprio contenuto. In terzo luogo, la commissione di ricorso ha giustamente concluso che il signor Morelli non ha dimostrato l’uso del nome di dominio «partitodellaliberta.It» nella normale prassi commerciale, nel momento del deposito delle domande di registrazione. Non essendo, quindi, il ricorrente riuscito a dimostrare l’uso del nome di dominio «partitodellaliberta.It» nella normale prassi commerciale, non occorre esaminare se gli altri requisiti Il Tribunale dichiara e statuisce che le cause T-321/11 e T- 322/11 sono riunite ai fini della sentenza e i ricorsi sono respinti. (Sentenza nelle cause T-321/11 e T-322/11 - Raffaello Morelli contro Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli/Uami)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA (TRIBUNALE): CONCORRENZA - RIDOTTA AMMENDA SUL MERCATO DEI TUBI MARIN  
 
Il Tribunale annulla parzialmente la decisione della Commissione relativa a un’intesa sul mercato dei tubi marini. L’ammenda irrogata alla Parker Itr è ridotta da 25,61 milioni di euro a 6,40 milioni di euro perché la Commissione non poteva fondatamente affermare la responsabilità dell’impresa per l’intera durata dell’infrazione. L’ammenda irrogata alla Parker Itr è ridotta da 25,61 milioni di euro a 6,40 milioni di euro perché la Commissione non poteva fondatamente affermare la responsabilità dell’impresa per l’intera durata dell’infrazione Con decisione del 28 gennaio 2009,la Commissione ha accertato la partecipazione di undici società, tra cui la Parker Itr Srl (Parker Itr), la Parker-hannifin Corp. (Parker-hannifin), la Trelleborg Industrie Sas (Trelleborg Industrie), la Trelleborg Ab e la Manuli Rubber Industries Spa (Mri), a un’intesa sul mercato dei tubi marini. L’intesa, che la Commissione ha ritenuto sussistente tra l’aprile 1986 e il maggio 2007, aveva per oggetto l’aggiudicazione di appalti, la fissazione dei prezzi, la ripartizione dei mercati e lo scambio di informazioni sensibili. La Commissione ha irrogato alla Trelleborg Industrie un’ammenda dell’importo di 24,50 milioni di euro, di cui la Trelleborg Ab era responsabile in solido per la somma di 12,20 milioni di euro. L’ammenda irrogata alla Parker Itr era dell’importo di 25,61 milioni di euro, di cui la Parker-hannifin era responsabile in solido per la somma di 8,32 milioni di euro. L’ammenda irrogata alla Mri ammontava a 4,90 milioni di euro. Le cinque società hanno proposto vari ricorsi dinanzi al Tribunale dell’Unione europea chiedendo l’annullamento della decisione della Commissione o la riduzione delle ammende ad esse irrogate. Il Tribunale annulla parzialmente la decisione della Commissione nella parte riguardante la Parker Itr e la Parker-hannifin, riducendo le loro ammende. Da un lato, la Commissione non ha dimostrato l’esistenza di un legame strutturale tra la Parker Itr e il soggetto che l’aveva preceduta, il quale aveva effettivamente preso parte all’intesa. Dall’altro, non è stato provato che la cessione della Parker Itr fosse intervenuta in condizioni abusive. Di conseguenza, in base al principio della responsabilità personale, il Tribunale annulla la decisione della Commissione nella parte in cui essa ha affermato che la società aveva partecipato all’infrazione nel periodo antecedente al 1o gennaio 2002. Il Tribunale riduce da 25,61 milioni a 6,40 milioni di euro l’importo iniziale dell’ammenda, per il quale la Parker-hannefin deve essere considerata responsabile in solido per un importo di 6,30 milioni di euro. Quanto al ricorso proposto dalla Trelleborg Industrie e dalla Trelleborg Ab, il Tribunale rileva che la Commissione ha commesso un errore di diritto nel qualificare la loro infrazione come continuata. La Commissione non disponeva di alcun elemento di prova che stabilisse la partecipazione di tali società all’intesa durante il periodo intermedio compreso tra il maggio 1997 e il giugno 1999. Infatti, durante tale periodo l’attività dell’intesa era ridotta, se non inesistente e, in assenza di indici obiettivi e concordanti in merito ad un’eventuale volontà persistente delle società di rilanciarla o di aderire ai suoi obiettivi, la Commissione non aveva elementi per poter presumere una partecipazione continua, anche soltanto passiva, da parte loro. Il Tribunale rileva tuttavia che, sebbene l’infrazione commessa dalle società non possa essere qualificata come continuata, nondimeno si tratta di un’infrazione ripetuta. Peraltro, la Commissione non ha inflitto ammende per il periodo intermedio. Pertanto, l’errore commesso dalla Commissione in merito al carattere continuato dell’infrazione non ha avuto alcuna incidenza sulla durata dell’intesa utilizzata come base per calcolare l’importo dell’ammenda. Di conseguenza, il Tribunale considera che l’ammenda irrogata a queste due società non dev’essere ridotta. Quanto alla Mri, il Tribunale annulla parzialmente la decisione contestata in quanto la Commissione non ha rispettato i suoi orientamenti nell’applicazione della percentuale di riduzione dell’ammenda irrogata alla società per la sua cooperazione. Né la tempestività della cooperazione della società né il grado di valore aggiunto degli elementi di prova da essa forniti si riflettano nella percentuale di riduzione applicata dalla Commissione nella sua decisione. In tali circostanze, la percentuale di riduzione dell’ammenda avrebbe dovuto essere del 40% piuttosto che del 30%, come stabilito dalla Commissione. Tuttavia, tenuto conto della gravità dell’infrazione e della durata della partecipazione della Mri, il Tribunale considera l’importo dell’ammenda adeguato e che quindi non occorre ridurlo. ( Tribunale dell’Unione europea, Lussemburgo, 17 maggio 2013, Sentenze nella causa T-146/09 Parker Itr Srl e Parker-hannifin Corp. / Commissione, nelle cause riunite T‑147/09 e T-148/09 Trelleborg Industrie Sas e Trelleborg Ab / Commissione e nella causa T-154/09 Manuli Rubber Industries Spa (Mri) / Commissione)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: SENTENZA COMMISSIONE/RYANAIR  
 
Nel 2011 il Tribunale Ue, in seguito al ricorso in carenza della Ryanair, aveva constatato che la Commissione aveva omesso di adottare una decisione rispetto alla denuncia della Ryanair (lettera del 16 giugno 2006 trasmessa dalla Ryanair alla Commissione) riguardante il trasferimento di 100 impiegati di Alitalia (sentenza T-442/17 del 29 settembre 2011). Il Tribunale si era fondato sul regolamento 659/1999, che prevede che ogni parte interessata può informare la Commissione di ogni presunto aiuto illegale e che questa, se ritiene che non ci sono motivi sufficienti per pronunciarsi sul caso informa l´interessato. Aveva ritenuto quindi che Il legislatore dell´Unione non ha imposto che le parti interessate forniscano alla Commissione informazioni dettagliate perché questa possa essere considerata in possesso di informazioni che richiedono un esame. La Commissione ha impugnato la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte. Con la sentenza odierna la Corte rigetta l’impugnazione della Commissione, non avendo rilevato errori di diritto nella sentenza del Tribunale. Il ricorso in carenza (art. 265 del Trattato Fue) consiste in una mera dichiarazione della illegittima omissione di agire da parte di un’ istituzione. Non comporta alcuna misura coercitiva che possa obbligare l’istituzione a rimediare alla sua omissione. Vi segnaliamo infine che sarà pronunciata il 13.6. P.v. La sentenza della Corte di giustizia C-287/12, Ryanair/commissione, in merito al prestito concesso dallo Stato italiano ad Alitalia ed alla vendita dei beni (v. Comunicato stampa della sentenza del Tribunale del 28.3.2012) Sentenza C-615/11 P Commissione/ryanair