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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Maggio 2011
APPRENDIMENTO NEI PRIMI ANNI: I BISOGNI DEI BAMBINI AL CENTRO DELLE POLITICHE UE  
 
Bruxelles, 16 maggio 201 1- Una politica comune Ue in materia di istruzione prescolare non esiste ancora. In alcuni paesi, come il Belgio, i bambini restano a casa per soli 3 mesi mentre in altri, come Slovacchia e Finlandia, il periodo si prolunga a volte fino a 3 anni. È importante trovare una posizione comune su un tema che riguarda così da vicino i bisogni e la tutela dei bambini? La socialista inglese Mary Honeyball ne ha discusso nel suo rapporto sull´apprendimento nella prima infanzia. "L´ambiente ideale per un bambino durante il primo anno di vita è a casa con uno o entrambi i genitori" ha detto la relatrice socialista in commento al rapporto che sarà votato domani pomeriggio in plenaria. I genitori sono i primi educatori dei figli, ma questo diritto non è equamente riconosciuto in tutti gli Stati membri. Il Parlamento ha finora respinto un approccio univoco all´istruzione nella prima infanzia e ai servizi di assistenza per i bambini tra 0 e 6 anni, in quanto inadeguato e difficile da attuare, anche a causa delle differenze tradizionali esistenti tra i sistemi educativi dei diversi paesi. Tuttavia il periodo che va da 0 a 3 anni è il più critico per lo sviluppo fisico e mentale dei bambini; le ricerche hanno dimostrato che investire nelle strutture educative e di custodia per questa fascia di età dà risultati migliori rispetto alle fasi successive. I punti chiave della relazione - I bisogni dei bambini, la maternità e il congedo parentale sul lavoro, la posizione centrale dei genitori come primi educatori, e il maggiore coinvolgimento dei padri nei processi decisionali, sono alcuni dei temi messi in primo piano nel rapporto. Prolungare il periodo di congedo parentale retribuito e migliorare il diritto di accesso alle strutture per l´infanzia sono questioni che vanno affrontate al più presto, soprattutto per sanare le discrepanze esistenti nel continente. L´esempio portato a modello dalla Honeyball è quello svedese: "tutti i genitori che lavorano hanno diritto in Svezia a 16 mesi di ferie pagate per ogni figlio, da dividere tra madre e padre". Il rapporto fa anche riferimento alle difficoltà dai genitori meno abbienti nel seguire e sostenere l´educazione dei figli, e al bisogno di includere sempre di più i padri, ripensando le strutture di assistenza e insegnamento in maniera da dar loro un ruolo più centrale. Leggere storie ai bambini e lasciarli liberi di vivere la propria età - La liberale finlandese Hannu Takkula, membro della commissione Cultura e istruzione, ha sottolineato l´importanza di lasciare ai bambini ampi margini di libertà: "dobbiamo evitare che le attività educative formali, organizzate e sistematiche soffochino troppo i più piccoli: un bambino deve sempre avere il diritto di comportarsi da bambino" ha ricordato. La deputata polacca di centro destra Róża Maria Gräfin von Thun Und Hohenstein, anch´essa nella commissione culturale che ha curato il rapporto, ha aggiunto che "per facilitare lo sviluppo infantile basta che i genitori si ritaglino 20 minuti al giorno per leggere ai piccoli una storia ad alta voce. Ciò rafforza il legame genitore-figlio e migliora la competenza linguistica e cognitiva del bambino. La deputata ha ricordato che in Polonia il successo di questo metodo festeggerà presto i 10 anni e ha esortato a creare "una campagna di respiro europeo" per pubblicizzarlo in tutta l´Unione.  
   
   
SCIENZIATI SEQUENZIANO IL GENOMA DI UN ORGANISMO MARINO TROPICALE  
 
Bruxelles, 16 maggio 2011 - Alcuni ricercatori tedeschi e americani sono riusciti a sequenziare il genoma del Lyngbya majuscula (L. Majuscula), un organismo marino tropicale in grado di generare sostanze che possono essere usate nella cura di patologie umane come le malattie neurodegenerative e il cancro. Lo studio è stato presentato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). I cianobatteri filamentosi del tipo della Lyngbya hanno un ruolo fondamentale nel ciclo globale del carbonio; gli ecosistemi della barriera corallina traggono benefici dalla loro attività, esse possono infatti formare coperture dominanti e influenzare la salute di altri organismi co-esistenti. Bisogna però sottolineare che quando questi ceppi disturbano la crescita di barriere coralline sane, causano un irritazione cutanea che gli esperti chiamano "prurito del nuotatore". I ceppi di Lyngbya sono anche eccellenti fonti di metaboliti secondari bioattivi. Ma la loro fioritura può essere pericolosa per altre forme di vita in questo pianeta. Quello che comunemente non si conosce è il potenziale di questi ceppi; le insufficienti informazioni genomiche disponibili su di essi, insieme ai legami che hanno con altri batteri, hanno lasciato perplessi molti ricercatori su cosa possono e non possono fare. Nuove informazioni potrebbero aiutare i ricercatori a sviluppare prodotti naturali a scopo curativo. "Questi composti hanno attirato l´attenzione a causa del loro potenziale nel campo farmaceutico e biotecnologico, ma sono anche conosciuti per la loro tossicità ambientale e la nocività per gli esseri umani, la fauna selvatica e il bestiame," scrivono gli autori nel loro articolo. Grazie a questo lavoro, che ha comportato l´amplificazione del genoma unicellulare e il profiling del metabolita, è emersa una completa rete di geni. Questo ha confermato al team che l´organismo ha la capacità di adattarsi a condizioni mutevoli nell´ambiente marino. I risultati hanno rivelato anche una serie di debolezze del filamento. Secondo il team, per esempio, la L. Majuscula non ha i geni necessari per la fissazione dell´azoto, nonostante siano emersi sviluppi che indicano che questa specie fissa l´azoto. "È possibile che ceppi di L. Majuscula che fissano l´azoto siano stati male identificati, perché sono molto simili ad altre specie di cianobatteri filamentosi e abbiamo scoperto che questa specie marina non sembra in grado di fissare l´azoto da sola," dice Emily Monroe, uno degli autori dello studio e titolare di una borsa post-dottorato del laboratorio statunitense Gerwick presso la Scripps Institution of Oceanograpy, parte del Centro di biotecnologia e biomedicina marina (Cmbb). "Questa caratteristica potrebbe essere una distinzione tra i ceppi di acqua dolce e quelli di acqua salata, nelle quali la Lyngbya è attualmente divisa." Nonostante queste siano scoperte senza precedenti, sono necessarie ulteriori ricerche. Gli scienziati potrebbero esaminare oltre 250 composti attribuiti ai ceppi marini della Lyngbya, circa il 75% dei quali sono legati alla L. Majuscula. Il team ha anche scoperto che questo ceppo genera solo un paio di prodotti naturali. "Questo ceppo in particolare non produce tanti (prodotti naturali) quanti pensavamo, il che dimostra che molte delle molecole interessanti scoperte fino a ora sono probabilmente divise tra diversi organismi," spiega il primo autore dello studio, il dott. Adam Jones del Cmbb. "Abbiamo imparato che non tutti i ceppi di Lynbbya marina sono uguali." Da parte sua, la coordinatrice del progetto, Lena Gerwik del Cmbb, dice: "Questo potrebbe cambiare il modo in cui cominciamo a vedere le cose in questo campo e fornirci nuovi modi per identificare gli organismi. Potremmo essere in grado di capovolgere le cose e usare i composti che producono come un nuovo metodo per determinare a quale specie appartengono." Hanno dato il loro contributo a questo studio ricercatori dell´Università di Freiburg, dell´Istituto Max Plank (Mpi) di genetica molecolare e del Centro del genoma di Colonia del Mpi per la ricerca sulla coltivazione delle piante in Germania. Per maggiori informazioni, visitare: Pnas: http://www.Pnas.org/  Scripps Institution of Oceanography´s Center for Marine Biotechnology and Biomedicine (Cmbb): http://cmbb.Ucsd.edu/    
   
   
TUMORI: IN ATTIVITA’ IN VENETO IORT, RADIOTERAPIA INTRAOPERATORIA. COLETTO: “GRAZIE AI VENETI CHE HANNO DATO IL LORO 5 PER MILLE PER L’ACQUISTO. CURE PIU’ INCISIVE E MENO LISTE D’ATTESA”  
 
Padova, 16 maggio 2011 - Si chiama Iort (Intra Operative Radiation Therapy) l’ultimo modernissimo strumento entrato in attività oggi in Veneto per contribuire alla lotta al cancro ed in particolare, in questo caso, a quello della mammella. Iort è stato inaugurato oggi e presentato all’Istituto Oncologico Veneto (Iov) di Padova, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, del direttore generale dello Iov Piercarlo Muzzio, del direttore scientifico Alberto Amadori e di numerose autorità nazionali e locali. Si tratta di un macchinario estremamente sofisticato, che consente di effettuare una massiccia applicazione di radioterapia direttamente sull’area del tumore durante l’intervento chirurgico di asportazione. Così facendo si otterrà di aumentare l’efficacia dell’intervento e si eviteranno alle pazienti 6 settimane di terapia radiologica post operatoria con 30-40 fastidiose sedute pressoché giornaliere. La nuova tecnica, che si applica per la prima volta in Veneto, verrà inizialmente utilizzata in forma di sperimentazione su non più del 30-40% delle pazienti ed i suoi esiti saranno confrontati con quelli della terapia tradizionale (già essa molto efficace) in altrettante donne operate. Conclusa questa fase, Iort entrerà in funzione a pieno regime. Lo strumento, la cui parte terminale radiante viene introdotta all’interno del campo operatorio a diretto contatto con l’area malata, costa oltre un milione di euro ed è stato acquistato grazie ai proventi del 5 per mille assegnato dai contribuenti veneti allo Iov. “Per questo – ha detto Coletto – il primo grazie va ai tanti nostri cittadini che hanno voluto partecipare con il loro cinque per mille alla lotta contro il cancro; e poi alle strutture ed agli specialisti dell’Istituto, il cui impegno e la cui professionalità costituiscono un’eccellenza della sanità veneta. Qui – ha detto – si coniugano alla perfezione ricerca e cura, e questo è davvero il massimo per dare ai nostri cittadini il meglio dell’assistenza possibile. Iort – ha aggiunto Coletto – promette di essere uno strumento davvero prezioso, per il suo effetto curativo, ma anche per le possibilità che offrirà di diminuire le liste d’attesa”. Iort, infatti, consentirà di sostituire con una sola applicazione le 30-40 sedute di radioterapia tradizionali, liberando così lo spazio per molti altri pazienti che necessitano di radioterapia, ma soffrono di una patologia per la quale il macchinario non è utilizzabile.  
   
   
CANCRO: “ANCORA TROPPE DIFFERENZE NELL’ACCESSO ALLE TERAPIE IN TUTTE LE REGIONI SIANO DISPONIBILI I FARMACI ONCOLOGICI”  
 
 Roma, 16 maggio 2011 - Tutti i farmaci antitumorali autorizzati dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) devono essere immediatamente disponibili nel territorio nazionale. L’accordo siglato dalla Conferenza Stato-regioni il 18 novembre 2010 ha reso più semplici e immediate le procedure di introduzione per quelli che possiedono il requisito dell’innovatività terapeutica (non è infatti più necessario il preliminare inserimento dei prodotti nei Piani Terapeutici Regionali, che determinava evidenti disparità territoriali). Ma, per superare, le difformità regionali, è necessario fare un ulteriore passo in avanti. Nella Vi Giornata nazionale del malato oncologico organizzata dalla Favo (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), i rappresentanti dei pazienti sottolineano la necessità di superare un ulteriore ostacolo. “L’importante principio introdotto dalla Conferenza Stato-regioni va applicato a tutti i farmaci oncologici, non solo a quelli innovativi - afferma il prof. Francesco De Lorenzo, presidente della Favo -. Il Piano Oncologico Nazionale, recentemente approvato, considera i tumori una patologia grave, causa di un terzo di tutti i decessi, e stabilisce che l’assistenza ai malati oncologici costituisca una priorità cui si deve far fronte per ridurre le disparità regionali. I risparmi, pur necessari, vanno previsti su altri aspetti, di minore gravità, dell’assistenza sanitaria”. Nel 3° Rapporto predisposto dall’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici e presentato oggi al Senato, si evidenzia con forza la “tendenza” italiana alla migrazione sanitaria. L’osservatorio è costituito dalla Favo, dal Censis, dall’Inps, dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dall’Associazione Italiana Radioterapia Oncologica (Airo), dalla Società Italiana di Ematologia (Sie), dal Ministero della Salute e dall’Istituto Tumori di Milano. “In base a un’indagine condotta dal Censis su 1000 cittadini - spiega la dott.Ssa Carla Collicelli, vicedirettore del Censis -, il 39,6% ha dichiarato che, in presenza di una patologia, farebbe ricorso alla sanità di un’altra regione, e il dato sale al 48% per il meridione. Il 39,1% ha affermato che sarebbe disposto ad andare all’estero per curarsi (e il 3% lo ha già fatto)”. È evidente la disparità territoriale delle cure per i malati di tumore. L’airo ha effettuato un censimento sulle dotazioni tecnologiche in radioterapia, in particolare sul numero degli acceleratori lineari (Linac) distribuiti sul territorio nazionale. Solo in 6 regioni su 21 (con una assoluta supremazia del Nord Italia) hanno raggiunto l’obiettivo fissato nel 2002 di portare il numero di questi strumenti a circa 7-8 unità per milione di abitante. Queste disparità costringono chi non dispone di un servizio di radioterapia vicino al proprio domicilio a spostamenti in altre città per il periodo di cura. “Altre discrepanze - affermano i proff. Carmelo Iacono e Marco Venturini, presidente e presidente eletto Aiom - riguardano la distribuzione di determinati farmaci oncologici orali nelle farmacie territoriali. L’aifa ha autorizzato alla fine del 2010 questa modalità di dispensazione in tutto il territorio, ma alcune Regioni hanno proposto una moratoria non applicando la delibera. Noi riteniamo che queste terapie debbano continuare ad essere distribuite solo nei presidi ospedalieri. La somministrazione per via orale è indubbiamente un vantaggio per il paziente, ma non incide sull’efficacia e sul pericolo di tossicità mantenendo necessario il costante controllo da parte di personale sanitario esperto. Senza dimenticare il rischio rappresentato da una scarsa aderenza al trattamento da parte del paziente”. “Le disparità nelle condizioni assistenziali dei pazienti oncologici hanno implicazioni significative sui costi sociali e, in particolare, su quelli privati che pesano sui malati e sulle famiglie - continua il prof. De Lorenzo -. È noto, infatti, come i buchi della rete di copertura pubblica in sanità siano solitamente colmati dall’iniziativa diretta, di pazienti e famiglie, con risorse proprie. Le migrazioni sanitarie interregionali generano non solo flussi finanziari tra i Servizi sanitari locali, ma anche una serie di costi aggiuntivi, per spostamenti e altre voci, che vengono direttamente sostenuti dalle persone malate e dai loro congiunti. La riduzione del costo sociale ha ovviamente una strada maestra nel miglioramento delle cure e nell’innalzamento progressivo della loro efficacia. Riteniamo prioritario raggiungere un duplice obiettivo. Portare la qualità delle cure verso i livelli ottimali indicati dalle Linee guida e ridurre efficacemente le disparità assistenziali tra regioni, che si riflettono anche in una divaricazione dei costi privati”. Il numero di malati di cancro in Italia è in netto aumento, data la copresenza di una serie di fattori che vanno dall’invecchiamento demografico, all’avanzamento e alla maggiore diffusione delle tecniche diagnostiche, alla migliorata efficacia dei trattamenti. La mortalità per patologia neoplastica rappresenta in Italia circa il 28% del totale dei decessi: è la prima causa di morte nell’età adulta. Rispetto al 1992, quando si fecero le prime statistiche di questo tipo, il numero di italiani viventi con una diagnosi di tumore è quasi raddoppiato. Oggi sono 2 milioni e 250 mila (circa il 4% della popolazione). “Quasi 1 milione e 300 mila persone (oltre il 57%) - spiegano i proff. Iacono e Venturini - vengono definite lungo-sopravviventi (hanno cioè avuto una diagnosi di tumore da più di 5 anni). Questi pazienti si trovano in una fase caratterizzata non tanto da urgenze sanitarie acute, quanto da esigenze relative alla dimensione riabilitativa, e più ancora sociale, relazionale, di lavoro, oltre che di follow up specifico della patologia”. La quota più elevata di lungo-sopravviventi riguarda coloro che hanno avuto una diagnosi di tumore alla mammella (il 66% del totale, pari ad oltre 331mila persone nel 2010); segue il tumore alla vescica, con circa il 60% di lungo-sopravviventi (circa 135mila nel 2010); poi quello al colon-retto con il 54% di lungo-sopravviventi (vale a dire 161mila nel 2010); infine sono meno del 40% (circa 28mila nel 2010) i malati con una diagnosi da almeno 5 anni tra quelli con cancro alla trachea, ai bronchi e polmoni. “Questi dati - conclude l’avvocato Elisabetta Iannelli, segretario della Favo - confermano che quella oncologica è una patologia di massa che non può più essere considerata solo sotto il profilo della risposta all’emergenza sanitaria, ma necessita di forme di supporto prolungate nel tempo, fino a interventi che facilitino il reinserimento sociale e lavorativo. È dato certo, quindi, che ormai il costo sociale della patologia dipende in misura crescente non solo dai costi sanitari, quelli di risposta alla fase acuta sicuramente elevati, ma anche dal dispiegarsi degli effetti della malattia nel tempo nei vari ambiti di vita. Un passo in avanti in questo senso è rappresentato dall’intesa siglata il 15 marzo 2011 tra Favo e le Organizzazioni sindacali a livello nazionale che prevede l’avvio di iniziative sui luoghi di lavoro per una tutela più incisiva dei diritti dei lavoratori affetti da tumore. L’intesa è stata raggiunta grazie al contributo della prof.Ssa Alessandra Servidori, Consigliera Nazionale di Parità, con cui Favo ha siglato un accordo di collaborazione nel dicembre 2010. Contenere il costo sociale significa, quindi, ridurre l’impatto della patologia nei vari momenti della sua evoluzione, con strumenti adeguati. Il nostro Osservatorio permanente continuerà a monitorare l’introduzione dei farmaci autorizzati da Aifa prima del 18 novembre 2010 nei Piani Terapeutici regionali, auspicando inoltre che l’Accordo Stato-regioni del 18 novembre 2010 venga recepito immediatamente su tutto il territorio nazionale”. La Vi Giornata nazionale del malato oncologico si sviluppa in tre giorni: sabato 14 maggio alle 12, all’Auditorium Parco della Musica (Roma, Viale Pietro de Coubertin 30), verrà presentato il libro “L’albero dei mille anni” di Pietro Calabrese. Seguirà alle 21 il concerto della Premiata Forneria Marconi.  
   
   
SALUTE FVG: 16 CONTRATTI AGGIUNTIVI REG. PER SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE  
 
Udine, 16 maggio 2011 - Soddisfare, con finanziamenti regionali, il fabbisogno formativo nelle diverse specialità della medicina e della chirurgia, integrando le scelte operate a livello ministeriale; e parallelamente venire incontro alle priorità indicate dalle Università e dagli Ordini provinciali dei medici, rafforzando di fatto il ruolo delle Facoltà di medicina e chirurgia degli atenei di Udine e di Trieste, anche nei confronti di altre facoltà fuori regione. Va in questa direzione la delibera approvata il 13 maggio dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, con la quale vengono finanziati 16 contratti aggiuntivi regionali per scuole di specializzazione nell´anno accademico 2010-2011, ad integrazione dei 148 contratti definiti dal Ministro dell´Università e della Ricerca. I 16 contratti aggiuntivi riguardano le seguenti specialità mediche: anestesia e rianimazione (3), dermatologia (1), malattie dell´apparato cardiovascolare (2), medicina del lavoro (1), neurologia (1), oncologia (2), pediatria (3), malattie infettive (1), urologia (1), neuropsichiatria (1). I contenuti del documento sono stati condivisi con i presidi delle due facoltà (Nicolò De Manzini per Trieste e Massimo Bazzocchi per Udine), con i presidenti degli Ordini dei Medici di Trieste, Claudio Pandullo, Pordenone, Piero Cappelletti, Gorizia, Roberta Chersevani, ed la vicepresidente dell´Ordine di Udine, Antonella Bulfone.  
   
   
IN SICILIA PRONTA LA RETE ASSISTENZIALE PER PAZIENTI NEFROPATICI  
 
 Palermo, 16 maggio 2011 - In Sicilia parte un innovativo modello di assistenza al paziente nefropatico cronico che si sviluppera´ attraverso il perfezionamento della rete, secondo quanto previsto dal nuovo Piano Sanitario regionale. L´annuncio e´ stato dato, il 12 maggio, dall´assessore regionale per la Salute Massimo Russo al convegno nazionale di Nefrologia dedicato alla rete di assistenza integrata del paziente con insufficienza renale cronica, organizzato dalla Divisione di Nefrologia e dialisi con trapianto dell´Ospedale Civico. L´assessore Russo ha illustrato il piano per la realizzazione di una rete regionale per le malattie renali secondo cui, in coerenza con il Psr, le unita´ operative di Nefrologia della Sicilia saranno classificate per livelli crescenti di complessita´ delle prestazioni erogate. In ogni provincia ci sara´ almeno una unita´ operativa ospedaliera in grado di assicurare tutte le prestazioni sanitarie necessarie per l´assistenza dei pazienti con malattie renali. Questo contribuira´ a ridurre il ricorso alla mobilita´ extra - e intra-regionale. Il Centro regionale trapianti, in collaborazione con l´area dell´assessorato preposta per la realizzazione del Psr, ha creato una rete regionale integrata per l´assistenza ai pazienti in attesa di trapianto di rene e per quelli gia´ trapiantati. Le unita´ operative ospedaliere di Nefrologia e i Centri di dialisi del territorio collaboreranno con i Centri di trapianto per assicurare tutte le prestazioni necessarie all´inserimento dei pazienti in lista di attesa e per il follow-up post-trapianto. Novita´ anche per quanto riguarda l´aggiornamento delle tariffe delle prestazioni di dialisi erogate nelle strutture private: l´accordo di massima e´ stato raggiunto al termine di una riunione tra il dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica, Maurizio Guizzardi e i rappresentanti dei Centri di dialisi privati accreditati della Sicilia. Sono stati introdotti elementi fortemente innovativi che puntano all´incremento della qualita´ delle prestazioni e alla introduzione di componenti di premialita´ per i Centri che si dimostrino in grado di raggiungere standard di eccellenza. "Un altro tassello - ha spiegato l´assessore Russo - verso la completa realizzazione del modello delle reti assistenziali su cui l´assessorato sta puntando anche in altre discipline perche´ consente un´assistenza sanitaria piu´ qualificata e garantisce equita´ di accesso alle cure a tutti i cittadini. Ridurremo il fenomeno della mobilita´ passiva grazie a un´organizzazione capillare e attenta che permettera´ agli ottimi operatori sanitari siciliani di esprimere al meglio la propria professionalita´". Uno degli obiettivi della rete di nefrologia sara´ quello di stimolare la cultura della donazione che passa anche attraverso il miglioramento delle tecniche di comunicazione tra il medico, il paziente e le famiglie.  
   
   
CASA COLUMBUS: TRE SISTEMI SANITARI NEL PAESE  
 
 Milano, 16 maggio 2011 - ´Quest´eccellenza sanitaria segue la filosofia delle funzioni territoriali più veloci, quelle ospedaliere con orientamento territoriale: day surgery e attività a bassa complessità, che sono quelle ad alta velocità di esecuzione´. Lo ha detto l´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani, inaugurando il 13 maggio, a Milano, il nuovo blocco operatorio della Casa di cura Columbus dell´Istituto Suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù. ´In questa struttura - ha ricordato Bresciani -, oltre a moderne sale operatorie, è presente un nuovo impianto geotermico, che servirà ad abbattere i costi dell´energia elettrica e che si stima possa portare ad un risparmio del 30 per cento. Questa operazione, nonostante sia privata e quindi autofinanziata, è importante, perché si inserisce nella logica del nostro sistema, un impianto che eroga sanità, e quindi valori, che deve essere sostenuto anche da Regione Lombardia non in termini economici ma a livello di rete che produce valore per tutto il sistema´. Il nuovo blocco chirurgico, composto da tre sale operatorie, comprende una sala di endoscopia digestiva operativa e altre due prevalentemente dedicate alla chirurgia a breve durata di degenza. Al nuovo blocco si affiancano anche il day hospital e 15 camere di degenza, che permetteranno di ridurre i trasferimenti dei pazienti e di dedicare i blocchi di alta intensità con terapia intensiva alla crescente funzione tipica. L´assessore Bresciani ha evidenziato il cambiamento, nel tempo, del sistema sanitario lombardo, che, da una corsia unica intasata dove viaggiano insieme macchine e tir, è passato ad un´autostrada a tre corsie divise per velocità e complessità di cura. Bresciani ha quindi illustrato ironicamente con una metafora ciclistica il sistema sanitario: ´A volte penso ad una corsa ciclistica dove in fuga ci sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, con il Piemonte che sta procedendo al ricongiungimento alla fuga; nel gruppo ci sono le Regioni del Centro-sud con, fuori tempo massimo, decisamente in ritardo, 4 Regioni del Sud: tre sistemi diversi in un unico Paese, uniti da un tricolore, che è verde al Nord, bianco papalino al Centro e rosso intenso al Sud´.  
   
   
BILANCIO SOCIALE, IL BIGLIETTO DA VISITA DEL SISTEMA TRASFUSIONALE TOSCANO  
 
Firenze, 16 maggio 2011 - Anche il sistema trasfusionale toscano ha il suo Bilancio Sociale. Quello del 2010 è stato presentato il 12 maggio nell’Aula Magna del nuovo ingresso di Careggi. “Con soddisfazione presentiamo oggi il risultato del lavoro svolto – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – consapevoli che non si tratta di un un prodotto definitivo, ma dell’inizio di un percorso partecipato che ci auguriamo diventi uno strumento di lavoro per tutti gli attori del Sistema Trasfusionale. Ringrazio il Centro Regionale Sangue per la realizzazione di questo Bilancio Sociale, per aver creduto nell’importanza di questo percorso e aver perseguito con tenacia la sua realizzazione, pur in un contesto non facile per gli innumerevoli impegni e per la complessità dei problemi che quotidianamente il sistema trasfusionale e il sistema sanitario tutto sono chiamati ad affrontare. Questo contributo è utilissimo per conoscere, per valutare debolezze e punti di forza di un sistema che può sempre migliorare grazie al contributo di tutte le sue componenti, in primo luogo le associazioni, i trasfusionisti e le aziende sanitarie”. Il bilancio sociale è un documento, con il quale un’organizzazione o un’associazione comunica periodicamente gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili. “E’ importante – spiega Simona Carli, direttore del Centro Regionale Sangue – perché è l’occasione di verificare la coerenza dei risultati rispetto agli obiettivi dichiarati, e anche l’uso appropriato delle risorse, sia umane che economiche. Il Bilanco Sociale del sistema trasfusionale toscano è stato redatto in modo partecipato, coinvolgendo tutti gli attori del sistema: Centro Regionale Sangue, Strutture trasfusionali territoriali, organizzazioni di volontariato. Primo obiettivo, rappresentare il sistema trasfusionale nella sua complessità, evidenziando tutti i percorsi di donazione: non solo sangue e plasma, ma anche sangue da cordone ombelicale, midollo osseo, latte materno”. Questi alcuni dati signifcativi contenuti nel Bilancio Sociale del Sistema Trasfusionale toscano. Il numero dei donatori di sangue è andato sempre crescendo negli ultimi 10 anni: dai 176.727 donatori del 2001 ai 241.233 del 2010. L’indice di donazione per 1.000 abitanti nella fascia di età 18-65 anni è passato da 98 nel 2008, a 102 nel 2009 a 103 nel 2010. Quanto alla questione autosufficienza, anche nel 2010 si sono alternati momenti di carenza e momenti di eccedenza. In entrambi i casi, funziona il meccanismo di compensazione tra regioni, a testimonianza di un sistema a rete che è governato a livello nazionale. Nel 2010 la Toscana ha esportato 1.203 unità di sangue: 1.196 in Lazio, 5 in Emilia Romagna, 2 in Umbria. E ha importato complessivamente 3.843 unità un po’ da tutte le regioni (la maggior quantità da Emilia Romagna, 695, e Friuli Venezia Giulia, 739). Dal Bilancio Sociale emerge anche che l’Agendona, il sistema di prenotazione della donazione, sta diventando uno strumento utilissimo, e sempre più usato per prenotare la donazione. Per quanto riguarda le cellule staminali, nel corso del 2009 è stata estesa l’attività di raccolta a tutti i punti nascita, pubblici e privati, del territorio regionale. Dal 2008 al 2009 c’è stato un incremento delle raccolte effettuate: +6,24% a Firenze e +13,4% a Pisa. Il latte umano: nel periodo giugno-dicembre 2010 sono state 1.087 le donatrici, e 1.577 i litri di latte trattato nei centri: Meyer di Firenze, Lucca, Siena, Grosseto, Viareggio, Arezzo.  
   
   
FVG: FONDO AGEVOLATIVO, DEFINITI INTERVENTI FINANZIABILI  
 
Trieste, 16 maggio 2011 - Su proposta dell´assessore alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, la Giunta regionale, in coerenza con quanto stabilito dagli atti di programmazione in materia di servizi socio-assistenziali e sociosanitari, ha definito le iniziative di intervento finanziabili grazie alle risorse disponibili nel "Fondo agevolativo regionale" (che complessivamente nel 2011 ammontano a 23,3 milioni di euro in conto capitale e 470.000 euro annui per 19 anni in conto interessi). Il Fondo è stato istituito con legge regionale 6 del 2006 per sostenere la realizzazione di interventi di nuova costruzione e di adeguamento, interventi di straordinaria manutenzione e di ristrutturazione di strutture destinate o da destinare a servizi socioeducativi e socioassistenziali, nonché a servizi sociosanitari per disabili e anziani. Più nel dettaglio, nell´area dei servizi semiresidenziali e residenziali destinati all´accoglimento di persone anziani e in quella dei servizi semiresidenziali e residenziali rivolti ai disabili, la Regione assicura contributi per acquisto di arredi ed attrezzature, per nuove realizzazioni, per la riqualificazione delle strutture esistenti, per il completamento di interventi già avviati e già finanziati, per lavori edili ed impiantistici finalizzati alla realizzazione di nuovi servizi. A seconda delle diverse tipologie la contribuzione regionale consiste nell´80 p.C. Della spesa ammessa a finanziamento oppure nel 40 p.C., cui si aggiunge un contributo annuo costante del 4 p.C. Per 19 anni.  
   
   
IN ABRUZZO NASCE A POPOLI CENTRO RIABILITATIVO DI QUALITA´  
 
 Popoli, 16 maggio 2011 - Venti posti letto per pazienti che necessitano di particolari cure riabilitative. È la caratteristica principale della nuova Unità operativa di Medicina Fisica e di Riabilitazione che è stata inaugurata oggi all´ospedale di Popoli. Ad aprire il nuovo reparto all´interno della struttura ospedaliera c´erano il presidente della Regione, componenti della Giunta regionale e del Consiglio regionale e il direttore generale della Asl di Pescara. Il presidente della Regione ha salutato l´avvio dell´attività riabilitativa a Popoli come "un momento importante per tutta la sanità della regione". "Stiamo affrontando una stagione difficile sul fronte della riorganizzazione del sistema sanitario regionale ? ha detto il presidente ? e il fatto che a Popoli si apra una nuova Unità operativa in grado di offrire prestazioni riabilitative di qualità, aiuta il nostro processo di riorganizzazione e risanamento del sistema sanitario regionale". Il presidente ha aggiunto che "questo di Popoli è un presidio di rilevanza nazionale, ma soprattutto è uno dei pochissimi esempi di riabilitazione pubblica in questa regione. In questo caso, e Popoli lo testimonia, c´è stato uno grande sforzo da parte del pubblico per entrare in un settore, come quello della riabilitazione, che qui in Abruzzo è stato quasi sempre ad appannaggio del privato. Mi sembra una sfida importante e per questo ritengo che l´esperienza di Popoli non fa altro che confermare la volontà di questo governo di predisporre una sanità di qualità in grado di invertire la tendenza mostrata negli anni scorsi". L´unità operativa di Popoli realizzata in tre mesi è in grado di prestare assistenza riabilitativa per vasculopatite,, traumatismi, disturbi del movimento, malattie muscolari e neuromuscolari, postumi di intervento di neurochirurgia. La dotazione di posti è destinata a salire a 50 al termine di una serie di lavori di completamento che sono stati già approvati. A pieno regime, la nuova Unità operativa all´ospedale di Popoli è destinata ad offrire riabilitazione cardiologica, riabilitazione respiratoria, riabilitazione nutrizionale oltre al trattamento delle gravi cerebropatie acquisite. Il nuovo reparto di Riabilitazione s´inserisce in un contesto ospedaliero che manterrà le attività cliniche generaliste e specialistiche, come Medicina interna, Dialisi, Oncologia, Cardiologia, Chirurgia programmata, Ortopedia e Endoscopia.  
   
   
INCONTRI SUL TERRITORIO PER GLI ASSISTENTI PERSONALI (BADANTI)  
 
Aosta, 16 maggio 2011 - L’assessorato regionale della sanità, salute e politiche sociali organizza degli incontri sul territorio per fornire informazioni sull’istituzione dell’elenco unico regionale per gli assistenti personali (badanti). Il calendario degli appuntamenti con la popolazione è il seguente: Martedì 17 maggio alle ore 18.00 ad Aosta presso la Biblioteca Regionale; Martedì 24 maggio alle ore 18.00 a Morgex presso la Sala del Poliambulatorio (Viale del Convento n. 5). L’elenco regionale sarà gestito dalla Direzione politiche sociali dell’Assessorato. Le persone che già svolgono il lavoro di assistente personale o sono interessate a svolgerlo in futuro possono richiedere un modulo d’iscrizione all’elenco regionale presso l’Assessorato sanità, salute e politiche sociali, i Centri per l’Impiego e le sedi territoriali dei patronati, del Centro comunale immigrati extracomunitari, del Centro Solidarietà Valle d’Aosta (Csv). La consegna della domanda deve avvenire previo appuntamento dell’interessato. L’iscrizione all’elenco presuppone nel prossimo triennio l’ottenimento della certificazione delle competenze in seguito alla frequenza di un corso di formazione o, in possesso di determinati requisiti, con l’accesso diretto all’esame, nonché con la frequentazione di iniziative di formazione continua. A partire dal 2014, solo le famiglie che assumeranno assistenti personali iscritti all’elenco regionale potranno ottenere i contributi regionali per l’assistenza a domicilio di persone non autosufficienti.  
   
   
FVG: CASE DI RIPOSO, SEMPLIFICAZIONE SU ONERI DEDUCIBILI  
 
Trieste, 16 maggio 2011 - Agevolare i familiari delle persone non autosufficienti ricoverate in case di riposo al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, fornendo a tutto il sistema residenziale precise indicazioni per certificare in maniera omogenea le attività di assistenza sanitaria, comprese nella retta di degenza, che possono essere portate in detrazione d´imposta. E´ questo l´intento di una delibera approvata il 13 maggio dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, che nasce dall´esigenza di superare le difformità riscontrate. Gli uffici della Direzione centrale hanno infatti appurato che attualmente le strutture residenziali per anziani non autosufficienti rilasciano, ai fini della detrazione d´imposta (Testo Unico 22.12.1986, n. 917) dichiarazioni che indicano importi notevolmente diversi. La delibera specifica così nel dettaglio le prestazioni che, nell´ambito della retta di degenza applicata per l´accoglimento di persone non autosufficienti in servizi residenziali per anziani, possono essere direttamente imputate all´assistenza specifica, e quindi detratte dal reddito imponibile. A titolo indicativo, tenuto conto delle spese di gestione delle strutture, il costo giornaliero deducibile ammonta ad almeno 16 euro.  
   
   
AUSTRIA, INTERVENT SI ASSOCIA ALLA AFREEZE  
 
Vienna, 16 maggio 2011 - Afreez Gmbh, azienda di tecnologie mediche di Innsbruck, ha comprato compartecipazioni nella ditta Intervent Handels Gmbh. Afreez è stata fondata nel 2008 con l´obiettivo di curare le aritmie cardiache, mediante l´utilizzo di nuovi metodi a freddo per distruggere i tessuti difettosi dei pazienti. L´impresa Intervent si occuperà della distribuzione degli articoli Afrezz, contando già su una grande esperienza per quanto riguarda l´introduzione di prodotti medicali nel mercato.  
   
   
REGIONE FVG COPRE GAP SPESA PER FARMACI AIFA  
 
 Trieste, 16 maggio 2011 - I cittadini del Friuli Venezia Giulia non dovranno accollarsi alcuna spesa supplementare per i farmaci il cui costo è aumentato in base alla determinazione Aifa (Agenzia italiana del farmaco) dello scorso 8 aprile. La delibera presentata dall´assessore alla Salute, Vladimir Kosic, ed approvata oggi dalla Giunta regionale prevede infatti che la Regione si accolli la differenza di esborso e che, di conseguenza, le farmacie convenzionate con il Servizio sanitario regionale (Ssr) non debbano richiedere all´assistito alcuna partecipazione alla spesa nel caso in cui venga acquistato il farmaco con il prezzo più basso fra quelli disponibili nel ciclo distributivo. Al contrario, se il cliente sceglierà uno degli altri prodotti sarà tenuto a pagare la differenza rispetto al costo minimo. Tale provvedimento è da considerarsi sperimentale e temporaneo per la durata di 30 giorni.  
   
   
OMAR GALLIANI + ESSAM MAROUF MUSE IL CAIRO, OFOK GALLERY, MUSEO MAHMOUD KHALIL 14 MAGGIO – 8 GIUGNO 2011  
 
 Il cairo, 16 maggio 201 1 - Due artisti a confronto: l’italiano Omar Galliani e l’egiziano Essam Marouf, due personaggi emblematici dello scenario artistico contemporaneo, che con le loro opere dimostrano che l’Egitto continua a parlare il linguaggio dell’Arte. Fino all’8 giugno sarà in scena al Cairo la mostra “Muse”, che assume una valenza del tutto particolare, vista la drammaticità che sta vivendo il Paese. La mostra, inaugurata alla presenza del Ministro della Cultura Emad Abou Ghazi e dell´Ambasciatore d´Italia in Egitto, Claudio Pacifico, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia al Cairo e il sostegno del Ministero della Cultura egiziano, è ospitata nei locali della spettacolare Ofok Gallery, all’interno del Museo Mahmoud Khalil. Curata da Marinù Paduano, la mostra presenta una collezione d’arte contemporanea rappresentativa dei due Paesi, portando al Cairo - da sempre baricentro delle interazioni culturali tra occidente e Mondo Arabo - una selezione delle opere dei due artisti che, pur nella loro diversità, manifestano in un’incredibile assonanza stilistica e concettuale, per un concetto di bellezza che travalica confini territoriali e correnti artistiche. L’esposizione intende proporre, attraverso la presentazione delle opere di Galliani e Marouf, un dialogo tra le due diverse culture e, attraverso il linguaggio universale delle arti visive, tra i due Paesi. Al centro della mostra vi è la ricerca della bellezza attraverso la rappresentazione delle Muse che la ispirano, la ricerca dell’identità del singolo artista attraverso la presentazione delle sue opere e, attraverso queste, la ricerca dell’identità artistica di due Paesi, l’Italia e l’Egitto.  
   
   
WALTER GADDA 14 MAGGIO – 26 GIUGNO 2011 DAVERIO - VARESE  
 
Daverio, 16 maggio 2011 - Galleria Villa Morotti presenta le opere di Walter Gadda, artista il cui lavoro si radica nel clima concettuale delle “strutture primarie” (Robert Ryman e Frank Stella), coniugando il rigore compositivo ed estetico di queste ricerche con il purismo delle superfici monocrome della tradizione pittorica americana da Rothko fino a Agnes Martin e Ad Reinhardt . Nelle opere di Gadda la materia pittorica e la materia industriale trovano una sintesi dialettica, attraverso il ruolo essenziale che l’artista dà al concetto di percezione. La ricerca sulla superficie, sulla “oggettualità” della pittura, così come viene condotta dall’artista, non va verso e nemmeno muove da quello che potrebbe apparire come un “grado zero” della pittura, ma sorge da un ampio orizzonte di radicamento storico, in cui Gadda ripropone la questione di una pittura essenziale e concettualmente autonoma, ponendo al centro il concetto di percezione. Nelle opere dell’artista le operazioni di riduzione o concentrazione della materia pittorica e della materia industriale spingono verso una visività ricercata, intensificata. Gadda si confronta con tecniche e materie estranee alla tradizione della pittura, si serve infatti del fuoco, di materie plastiche e metalli, di materiali che, sul piano storico, sono andati sostituendosi alla morfologia della natura, e hanno costruito l’ambiente e il paesaggio. Tra natura e artificio non v’è antitesi e l’artista nel labile confine tra le due rintraccia e colloca la propria dimensione. Walter Gadda nasce a Bergamo nel 1950. Dopo studi classici e artistici, si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1977. Responsabile artistico dal 1976 presso un’importante industria di rivestimenti murali, nel 1980 fonda un proprio atelier di design per tessuti d’arredamento e carte da parati, collaborando con importanti aziende europee, particolarmente in Germania, Francia e Paesi Bassi. Contemporaneamente, dagli anni ‘70, prosegue la propria ricerca in ambito artistico, con particolare riguardo alla pittura, e partecipa a numerose esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero. La sua attenzione si rivolge, inoltre, alla ceramica, con numerose creazioni, alla fotografia e all’illustrazione, attraverso la collaborazione con case editrici italiane. E’ del 1988 la realizzazione di un film-documentario sulla Ville-lumière. L’inizio degli anni ‘80 lo vede impegnato nell’oreficeria d’arte, creatore di gioielli e piccole sculture in materiali preziosi, quali oro, argento, pietre. Dal 1987 è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico statale di Bergamo; impiego al quale rinuncerà nel 1994 per dedicarsi interamente all’attività pittorica, con assidua presenza espositiva in mostre personali, eventi e manifestazioni artistiche. Sue opere figurano in numerose collezioni private e alcune pubbliche in Francia, Svizzera, Germania e Italia, paesi nei quali vive e opera alternando lunghi a più brevi soggiorni.