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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Dicembre 2012
GIORNATA EUROPEA PER I DISABILI IL 3 DICEMBRE: ACCESSIBILITÀ EUROPEI FORTEMENTE INDIETRO MEGLIO PER DISABILI  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2012 - Gli europei credono fortemente che le persone disabili devono essere in grado di partecipare pienamente alla vita sociale, secondo un nuovo sondaggio da parte della Commissione europea ha pubblicato in vista della Giornata europea delle persone con disabilità, il 3 dicembre. Tra questi ha chiesto, il 97% ha detto che le persone con disabilità dovrebbero essere in grado di andare a scuola, ottenere un lavoro o negozi di accesso come tutti gli altri. 7 persone su 10 dicono una migliore accessibilità di beni e servizi piacerebbe molto migliorare la vita delle persone disabili, anziani e altri, come i genitori con figli piccoli. 84% crede più beni e servizi accessibili anche creare maggiori opportunità per l´industria. Rendere l´Europa più accessibili alle persone con disabilità è una parte fondamentale della strategia sulla disabilità globale dell´Ue ( Ip/10/1505 ) . La Commissione europea sta attualmente elaborando proposte per una legge Accessibilità europea che uscirà nel 2013. L´indagine presentata oggi rileva che l´86% degli europei ritiene soluzioni di accessibilità simili in tutta Europa di consentire alle persone disabili di viaggiare, studiare e lavorare in un altro paese dell´Ue e il 78% ritiene che le regole comuni renderebbe più facile per le aziende ad operare nel mercato unico dell´Unione europea. "Tutti in Europa ha il diritto di partecipare pienamente alla società e gli europei in modo molto chiaro di questo parere," ha dichiarato la vicepresidente Reding, dell´Ue Commissario alla Giustizia. "Rendere la vita accessibile a tutti è al centro della nostra strategia per una senza barriere Europa ed è per questo ho intenzione di presentare una proposta per abbattere le barriere per i disabili con un atto Accessibilità europea nel 2013. " Il 3 dicembre 2012 la Commissione europea annuncerà i vincitori del terzo premio annuale Access City - una competizione innovativa tra le città europee per promuovere l´accessibilità in ambiente urbano per le persone con disabilità. I precedenti vincitori sono Salisburgo, in Austria ( Ip/11/1492 ) e Avila in Spagna ( Ip/10/1641 ).  
   
   
SCREENING PER IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA: LA TOSCANA PASSA DAL PAP TEST AL TEST HPV  
 
Firenze, 3 dicembre 2012 – Screening per il tumore della cervice uterina: da dicembre in Toscana si passerà progressivamente dal Pap test, utilizzato finora, al test Hpv (Human papillomavirus) come esame di screening primario. Lo stabilisce una delibera approvata nel corso dell’ultima giunta, con la quale si dà l’avvio al nuovo programma di screening, secondo precise modalità previste da un apposito protocollo operativo. Secondo la delibera, il nuovo programma prenderà il via da dicembre nella sola Asl 10 di Firenze, per estendersi poi, dal 2013, prima ad altre tre aziende sanitarie, poi gradualmente a tutte le altre, per andare completamente a regime nell’arco di 4 anni. Nella fascia di età 25-34 anni continuerà ad essere utilizzato il Pap test triennale, mentre nella fascia di età 35-64 il Pap test sarà sostituito dal test Hpv, da fare ogni 5 anni. “L’avvio del nuovo programma, primo in Italia e tra i primi in Europa, che prevede l’offerta del nuovo screening alla popolazione di un’intera regione – osserva l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – pone la Toscana all’avanguardia in Italia nell’innovazione, e trasferisce in un programma di screening anni di fruttuosa ricerca scientifica, in cui Ispo è stato protagonista. L’avvio di questo programma rappresenta un prototipo a livello nazionale ed europeo e potrà costituire un’esperienza di riferimento anche per altre regioni”. Dal Pap test al test Hpv - Come il Pap test, anche il test Hpv si fa con un prelievo vaginale. Le conoscenze tecnico scientifiche disponibili, frutto della stessa ricerca condotta anche dall’Ispo, indicano la necessità di utilizzare come test primario per lo screening cervicale il test Hpv nella fascia di età 35-64 anni. “Stanno uscendo su questo nuove linee guida europee – spiega Eugenio Paci, epidemiologo dell’Ispo – l’Hpv è un fattore causale del tumore alla cervice. Il test Hpv dà un risultato equivalente a quello del Pap test, ma ha il vantaggio di dare una maggiore protezione, e di poter essere effettuato con una frequenza minore: ogni cinque anziché ogni tre anni”. Come mai per la fascia di età 25-34 si mantiene il Pap test? “L’hpv è un’infezione sessuale – è ancora Paci che risponde – La fascia di età 25-34 è quella sessualmente più attiva. Nelle donne più giovani si possono riscontrare infezioni che oggi ci sono e domani invece spariscono. Nelle popolazioni giovani ci sono molte Hpv, ma poche diventano persistenti e proseguono, trasformandosi poi in un tumore. Quindi, per quella fascia di età, è più attendibile il Pap test”. Dunque: - fascia di età 25-34 anni: resta il Pap test triennale - fascia di età 35-64: test Hpv ogni 5 anni. E’ prevista una fase di transizione, che prevede il passaggio progressivo dal Pap test al test Hpv, a partire, appunto, dalla Asl 10, per estendersi poi a tutte le Asl toscane. Come per il Pap test, anche per il test Hpv le donne saranno invitate a fare lo screening dall’Ispo, attraverso la propria Asl. Le stime prevedono che con il test Hpv saranno screenate ogni anno circa 79.000 donne, mentre il numero di donne screenate con il Pap test sarà di circa 36.200 l’anno. “Questo cambiamento è importante – avverte Francesca Carrozzi, responsabile per Ispo del gruppo di lavoro per il Progetto Hpv della Regione Toscana – in quanto indispensabile dopo l’avvio della vaccinazione anti-Hpv, che in Toscana è offerta gratuitamente alle ragazze da 12 a 16 anni e sta raggiungendo buoni livelli di partecipazione. E’ importante infatti che le donne, anche se vaccinate, pratichino lo screening con il test Hpv, perché, seppure con minore frequenza, il rischio di tumore della cervice parzialmente rimane”. Il ruolo dell’Ispo - L’ispo, in base alle indicazioni della delibera e secondo un programma graduale che nei prossimi 4 anni coinvolgerà tutta la popolazione femminile, coordinerà il programma di screening e provvederà all’esecuzione di tutti i test Hpv, con un processo di centralizzazione operativa, che sarà in grado di incidere fortemente anche sui costi del programma. “Un aspetto non secondario in questo momento di difficoltà del servizio sanitario – sottolinea ancora l’assessore – e che dimostra che la risposta appropriata a queste difficoltà è solo una programmata ed efficace innovazione tecnologica”. “L’ispo si candida sempre di più ad essere struttura di riferimento regionale per la prevenzione – dichiara Gianni Amunni, che dell’Ispo è il direttore – e ad essere lo strumento con il quale avviene la centralizzaizone degli screening. Questo valore è riconosciuto anche a livello nazionale, con la conferma dell’allocazione presso l’Ispo dell’Osservatorio nazionale sugli screening. Accanto a questo, cresce e si avvalora il ruolo dell’Ispo come istituto di ricerca e innnovazione sul tema della prevenzione oncologica”. Il ruolo dell’Ispo nella prevenzione oncologica e nella ricerca è sottolineato anche da un’altra delibera, che approva i progetti strategici dell’istituto per gli anni 2012-2013: tra gli altri, oltre all’avvio del programma di screening Hpv, anche la centralizzazione degli screening oncologici regionali e l’avvio della centralizzazione nella gestione di immagini mamografiche e estensione del programma di screening alle fasce di età 45-49 e 70-74 anni.  
   
   
NANOTECNOLOGIA: SORRISI TUTT´INTORNO  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2012 - Secondo un vecchio detto, un sorriso vale più di mille parole. L´ortodonzia può aiutare a migliorare l´aspetto e la posizione dei denti e dell´osso mascellare delle persone, per denti che funzionano meglio e sorrisi più attraenti. Negli ultimi anni, l´ortodonzia per la correzione dei denti ha utilizzato apparecchi fatti di un polimero plastico trasparente con buoni risultati, ma ora si spera di migliorare ancora grazie all´aiuto della nanotecnologia. Un´università spagnola ha brevettato un nuovo processo all´avanguardia, producendo sorrisi tutt´intorno. Il trattamento ortodontico viene eseguito usando apparecchi che generalmente ricadono in due ampie categorie: apparecchi rimovibili (o retainer) e apparecchi fissi (o binari). Essi possono essere fatti di metallo, porcellana bianca o plastica trasparente. Gli apparecchi fatti di plastica trasparente hanno un migliore aspetto estetico se confrontati con quelli metallici, ma anche loro presentano una serie di problemi, come il logorio all´interno della bocca. Ed è in questo campo che i progressi della nanotecnologia potrebbero fornire delle soluzioni. "Noi stavamo valutando la frizione tra denti e arco ortodontico [apparecchio], e ci venne in mente che la nanotecnologia ci poteva aiutare a risolvere questo problema," ha commentato Juan Baselga, direttore del Gruppo polimeri e compositi della Universidad Carlos Iii de Madrid (Uc3m). La soluzione che hanno trovato consiste nell´usare nanoparticelle di allumina molto dure distribuendole uniformemente nel polisolfone, lo stampo polimerico che l´azienda Ceosa-euroortodoncia usa nella produzione industriale degli apparecchi. I ricercatori provenienti dalla Uc3m, assieme a un´azienda privata, hanno brevettato un nuovo processo e hanno prodotto un nuovo materiale che aumenta sia la resistenza meccanica che quella alla frizione, mantenendo in tal modo la trasparenza degli apparecchi. "Noi siamo riusciti a sviluppare un materiale più rigido con questa tecnologia che ha migliorato in modo evidente la resistenza alla frizione, aiutando in questo modo a sopportare il logorio prodotto dai denti o dalla masticazione," ha spiegato il professor Baselga. "Inoltre, esso è biocompatibile, requisito fondamentale per un oggetto che dovrà essere usato in bocca, e soddisfa inoltre i requisiti europei per i prodotti che sono a contatto con gli alimenti." Questa innovazione permette di incorporare e diffondere in modo uniforme le nanoparticelle in uno stampo polimerico in una percentuale molto bassa. Una volta che i ricercatori della Uc3m hanno completato questo processo, che si basa su tecniche chimiche ecologiche, le particelle sono diffuse nel polimero mediante tecniche di micro estrusione e micro iniezione, e sono infine combinate per produrre il pezzo finale. "Noi dosiamo la plastica poiché la quantità minima che una macchina normale può iniettare sono 15 grammi, mentre i nostri pezzi pesano 0,06 grammi ... Sarebbe come iniettare insulina usando una siringa per cavalli," ha spiegato il direttore dell´azienda Alberto Cervera. "E con la tecnologia che stiamo usando, micro estrusione e micro iniezione, noi siamo in grado di controllare queste quantità piccolissime di materiale con la massima precisione," ha aggiunto. Vale la pena sottolineare che il rapporto tra Uc3m e Ceosa-euroortodoncia sfrutta la sinergia tra settore pubblico e privato. "Noi rientriamo tra le piccole e medie imprese e riceviamo il supporto dell´università per produrre un prodotto di prima qualità, che è quindi vantaggioso negli accordi che abbiamo raggiunto per dieci anni sotto forma di progetti per le tesi di laurea, tesi di dottorato e programmi congiunti di ricerca all´interno dell´Unione europea e nella Comunità Autonoma di Madrid, ad esempio," ha aggiunto Alberto Cervera. "Noi abbiamo imparato molto da questa collaborazione," ha proseguito Juan Baselga, "poiché questa azienda ci ha presentato i problemi reali che incontra nel suo settore industriale e ha aperto i suoi laboratori alle nostre necessità." Secondo i ricercatori, questi nuovi materiali, plastiche nano rinforzate, possono avere anche altre applicazioni oltre che nel settore dell´ortodonzia. In particolare, il polisolfone interessa al settore della bio salute per lo sviluppo di attrezzature medico/chirurgiche: la sua biocompatibilità significa che può essere usato per migliorare la rigidità e la resistenza alla frizione. Inoltre, esso ha anche possibili applicazioni nell´industria automobilistica e nel campo della sicurezza, come ad esempio lo sviluppo di una nuova visiera per i vigili del fuoco. Per maggiori informazioni, visitare: Universidad Carlos Iii de Madrid: http://www.Uc3m.es/portal/page/portal/home  Ceosa-euroortodoncia: http://www.Dmceosa.com/    
   
   
SICOB: NON SI PUÒ MORIRE A CAUSA DI UN VOLO NEGATO LE PERSONE OBESE VANNO TUTELATE NELLA VITA QUOTIDIANA  
 
 Firenze, 3 dicembre 2012 - “La discriminazione può costare la vita di una persona gravemente obesa. Non possiamo lasciare solo chi ha un’aspettativa di vita inferiore di dieci-quindici anni rispetto ai normopeso”. E’ questo il commento del Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche (Sicob) al recente fatto di cronaca che si è verificato a Budapest. Vilma Soltesz, una cittadina statunitense che pesava oltre 190 chili si trovava nella capitale magiara e doveva tornare a New York per sottoporsi a cure mediche. Due compagnie aeree le hanno negato il volo verso gli States e per questo la donna è deceduta. “È una storia agghiacciante e proprio per questo deve fare riflettere le istituzioni competenti, tutti gli operatori sanitari ma anche i semplici cittadini. Noi chirurghi bariatrici - sottolinea il Presidente Sicob - lavoriamo quotidianamente con pazienti affetti da gravissimi problemi di peso e siamo quindi pienamente consapevoli delle loro sofferenze. Quando una persona pesa oltre 150 chilogrammi, oltre ad essere gravemente malata, va incontro ad enormi problematiche anche nello svolgimento delle semplici azioni quotidiane, come allacciarsi le scarpe, lavarsi da soli, andare al cinema, prendere un bus oppure, come nel caso specifico, l’aereo. A questi inconvenienti si somma l’indifferenza o addirittura l’ostilità della nostra società”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nell’intero pianeta 1,5 miliardi di adulti (di età superiore ai 20 anni) sono in sovrappeso. Di questi, 200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne sono gravemente obesi. Solo in Italia il loro numero è cresciuto del 25% dal 1994 ad oggi. “Noi esperti definiamo questo fenomeno globesità - afferma Lucchese -. Di fronte a questi numeri sempre più preoccupanti due sono le strade da percorrere. La prima è promuovere, soprattutto fra i più giovani, stili di vita più sani e una diversa cultura alimentare. La seconda è incentivare la chirurgia bariatrica, in quanto è l’unico metodo efficace per ridurre drasticamente il grave eccesso di peso e quindi le innumerevoli patologie che ad esso si associano”.  
   
   
GIORNATA MONDIALE DI LOTTA ALL´AIDS. DIMINUISCONO LE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV. IN CALO ANCHE I NUOVI CASI DI AIDS. I DATI DEL RAPPORTO REGIONALE E LE INIZIATIVE IN TUTTE LE AUSL IN OCCASIONE DEL 1° DICEMBRE.  
 
Bologna, 3 dicembre 2012 – Scendono le nuove diagnosi di infezione da Hiv in Emilia-romagna fra i cittadini residenti e sono in calo anche i nuovi casi di Aids. È quanto emerge dal rapporto regionale sullo stato dell’infezione in Emilia-romagna, pubblicato ogni anno per il 1° dicembre in occasione della giornata mondiale di sensibilizzazione e di lotta contro l’Aids. Ma nonostante questi dati positivi che si spera possano essere confermati nei prossimi anni, sono oltre 350 le persone alle quali ogni anno viene diagnosticata la condizione di sieropositività. Circa la metà inoltre scopre di aver contratto l’infezione quando la malattia è in stato avanzato e significative sono le conseguenze per il sistema immunitario. Il quadro generale dei dati conferma quindi come Hiv e Aids non possano essere sottovalutati e quanto siano importanti informazione ed attività di prevenzione, essendo la modalità di trasmissione sessuale di gran lunga quella prevalente. Su questo la Regione, con il servizio sanitario regionale, è impegnata da anni, garantendo il test Hiv gratuito e in anonimato e promuovendo interventi educativi sulla sessualità/affettività. Quest’anno inoltre c’è una ulteriore novità. Il sistema sanitario regionale ha deciso infatti di estendere alle persone positive al virus Hiv la vaccinazione gratuita contro il papilloma virus. Con una delibera approvata nei giorni scorsi dalla giunta regionale, la vaccinazione contro i virus Hpv (sierotipi 16 e 18) che possono provocare mutazioni cellulari capaci di portare al tumore del collo dell’utero nella donna e ad altri, più rari, tipi di tumore nel maschio, viene proposta gratuitamente alle persone considerate a rischio aumentato proprio in quanto Hiv positive. Come sempre poi in occasione del 1° dicembre, in tutta l’Emilia-romagna, si svolgono iniziative promosse dalle Aziende sanitarie, dalle associazioni di volontariato, dagli Enti locali. La Regione, a sostegno di queste iniziative, rilancia il messaggio della campagna di sensibilizzazione (“In una storia d’amore la tua storia ti accompagna sempre. Tieni fuori l’Aids”, “Usa il preservativo. Se hai avuto rapporti non protetti fai il test Hiv”), un messaggio che ribadisce l’urgenza di sensibilizzare tutte e tutti sull’insufficiente percezione del rischio Aids diffusa nella maggioranza della popolazione, soprattutto tra i giovani. Inoltre è in diffusione nelle sedi delle Aziende sanitarie, degli Enti locali e delle farmacie del territorio che aderiscono all’iniziativa, un pieghevole informativo, in formato card (“Aids. Rafforziamo le difese”), in 12 lingue (italiano, francese, portoghese, inglese, cinese, spagnolo, arabo, albanese, rumeno, russo, hindi e urdu) e un manifesto. In entrambi sono riportati i riferimenti dei servizi a disposizione dei cittadini per avere informazioni sulla malattia, sulle modalità di prevenzione, per effettuare il test Hiv gratuito, anche in anonimato: - il telefono verde Aids 800 856080, gestito dall’Azienda Usl di Bologna per tutto il Servizio sanitario regionale (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18; il lunedì anche dalle 9 alle 12); - il sito internet www.Helpaids.it , gestito dalle Aziende sanitarie di Modena, per tutto il Servizio sanitario regionale, che offre anche consulenze in anonimato. Per avere informazioni sul dettaglio delle iniziative organizzate dalle varie Aziende sanitarie occorre consultare il sito: www.Helpaids.it  Nelle farmacie che aderiscono all’iniziativa in occasione del 1° dicembre, è prevista la distribuzione gratuita di profilattici. Il rapporto su Hiv/aids in Emilia-romagna Nel 2011 le nuove diagnosi di infezione da Hiv in Emilia-romagna fra i cittadini residenti sono scese a 7,9 per 100 mila abitanti rispetto al valore di 8,9 che é il dato medio del periodo 2006-2011. In cifra assoluta si tratta di 349 casi contro i 386 del 2010. La diminuzione potrebbe risentire del ritardo di notifica. In ogni caso siamo di fronte ad una diminuzione che si spera possa essere confermata nei prossimi anni. Il dato è contenuto nel rapporto regionale sullo stato dell’infezione da hiv in Emilia-romagna, curato dal servizio di Sanità pubblica della Regione e reso pubblico alla vigilia dell’1 dicembre giornata mondiale di sensibilizzazione e di lotta all’aids. Le caratteristiche prevalenti della persona sieropositiva sono: essere maschio (72,3%), di età compresa fra 30 e 39 anni (34,4%) e di nazionalità italiana (71,0%). Il rapporto fra maschi e femmine è di 2,6 a 1 anche se questa proporzione non è costante per tutte le classi di età. L’età mediana della persona al momento della diagnosi è pari a 39 anni, in leggero decremento rispetto al periodo osservato. Sulla diffusione dell’infezione per area geografica è stata analizzata l’incidenza per provincia di residenza che segnala come Rimini (11,5 casi per 100 mila abitanti), Parma (10,7) e Ravenna (10,0) siano le zone con le incidenze più alte. Il fenomeno invece è meno diffuso a Piacenza (7,2) e Ferrara (7,3). Se si affronta il capitolo relativo ai casi di infezione per le persone residenti, ma nate all’estero (29% del totale) si nota che l’età mediana alla diagnosi è di 34 anni ed in maggioranza di sesso femminile (53,4%). Più della metà dei casi proviene dall’Africa sub-sahariana (54,2%). Le altre aree maggiormente rappresentate sono l’Europa Centrale (10,9%), l’America del sud (10,0%), l’Africa del nord (8,2%) e l’Europa dell’Est (7,3%). I dati sulle modalità di trasmissione dell’infezione confermano che i casi attribuibili a trasmissione sessuale sono la stragrande maggioranza: 85,2% di tutte le diagnosi nel periodo 2006-2011, di cui 54,8% eterosessuale e 30,3% omo-bisessuale Sulle motivazioni che hanno indotto le persone ad eseguire il test, che la Regione promuove da anni gratuitamente come misura di prevenzione, il 48,7% dei casi lo ha fatto per sospetta patologia hiv correlata o per sospetta malattia sessualmente trasmessa. Nel 5,9% dei casi l’infezione è stata diagnosticata in uno dei genitori nel corso di un controllo ginecologico in gravidanza mentre e’ notevole la percentuale (9,9%) di donne italiane che ha eseguito il test perché coscienti di avere un partner sieropositivo. I dati confermano anche che la trasmissione attraverso l’utilizzo di droghe per via endovenosa è poco diffuso e tipicamente maschile (meno di 1 caso ogni 100 mila abitanti) Le segnalazioni sui casi relativi a uomini che hanno rapporti non protetti con uomini sono in totale 696, con un trend d’incidenza in leggero aumento, che si mantiene al di sotto dei 6,5 casi per 100 mila abitanti fino al 2010 e un lieve calo nel 2011. Da notare che negli ultimi due anni c’è stato un lieve incremento dell’incidenza di ragazzi di età inferiore ai 24 anni che scoprono di essere sieropositivi. I casi segnalati fra la popolazione che si è infettata per rapporti eterosessuali non protetti sono 1267, il 56,4% dei quali di sesso maschile. Il trend di incidenza mostra un andamento in crescita soprattutto fra le femmine fino al 2009, poi un calo negli ultimi due anni. Va rilevato che la percezione del rischio fra le persone infettate per rapporti eterosessuali è molto bassa; solo il 15,5% l’ha dichiarata come motivazione per l’esecuzione del test. Considerando il fenomeno del ritardo di diagnosi si rileva che la quota di persone che giunge tardivamente alla diagnosi di infezione da Hiv, ovvero con Aids conclamato e/o con il sistema immunitario fortemente danneggiato (denominati Late Presenters), è pari al 49,3% di tutte le diagnosi Hiv nel periodo 2006-2011. Per quanto riguarda infine i nuovi casi di Aids nel 2011 sono stati 81 (105 nel 2010) anche se occorre considerare il possibile ritardo di notifica. Il tasso di incidenza biennale 2010-2011, più stabile, evidenzia una incidenza di 2,1 casi ogni 100 mila abitanti. Nel confronto nazionale secondo i dati del Coa (Centro operativo Aids) dell’Istituto superiore di sanità che esamina i casi sulla base della data di notifica (e non di diagnosi, quindi considera i casi notificati nel 2011 ma diagnosticati anche negli anni precedenti) l’Emilia-romagna, con una incidenza di 2,3 casi ogni 100 mila abitanti, e’ settima in Italia dopo Veneto, Lazio, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia. Vaccinazione gratuita contro il papilloma virus (Hpv) estesa alle persone positive all’Hiv Il Servizio sanitario regionale amplia il Programma di vaccinazione gratuita contro il papilloma virus (Hpv) sierotipi 16 e 18. Fin dal 2008 la vaccinazione gratuita viene proposta con invito personalizzato a tutte le ragazze nel dodicesimo anno di vita. Ora, con una delibera appena approvata dalla Giunta regionale, la vaccinazione contro i virus Hpv, che possono provocare mutazioni cellulari capaci di portare al tumore del collo dell’utero nella donna e ad altri più rari tumori nel maschio, viene proposta gratuitamente anche alle persone considerate a rischio aumentato in quanto Hiv positive (le persone positive al virus che sviluppa l’Aids). Per le persone Hiv positive, la vaccinazione gratuita è proposta ai maschi entro i 26 anni e alle femmine entro i 45 anni. Nel caso di minori la richiesta di vaccinazione viene avanzata da chi esercita la tutela. La stessa delibera prevede di estendere la possibilità di effettuare la vaccinazione a un prezzo agevolato a tutti i ragazzi fino a 26 anni e a tutte le donne fino al compimento dei 45 anni con partecipazione alla spesa, calcolata sulla base del prezzo di acquisto del vaccino da parte della Regione e del costo della prestazione effettuata dagli operatori sanitari negli ambulatori vaccinali delle Aziende Usl (si tratta di tre iniezioni intramuscolari nella parte alta del braccio da effettuare nell’arco di sei mesi): il costo è di 65,5 euro per ciascuna dose. La vaccinazione gratuita continua ovviamente ad essere proposta alle ragazze che entrano nel dodicesimo anno di età poiché la massima efficacia si ottiene con la somministrazione prima dell’inizio dei rapporti sessuali e quindi prima del possibile contagio; per le ragazze invitate il diritto alla gratuità viene mantenuto fino al compimento del 18mo anno. Tuttavia le linee guida italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali e sulla gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione Hiv emanate nel luglio del 2012 dal Centro nazionale Aids dell’Istituto superiore di sanità su mandato del Ministero della salute, riportano che la vaccinazione è raccomandata negli adulti e minori Hiv positivi in ragione del rischio aumentato di sviluppare appunto un tumore correlato al virus Hpv. Per quanto riguarda invece la possibilità di effettuare la vaccinazione a prezzo agevolato per le donne fino a 45 anni (la delibera del 2010 la prevedeva fino ai 25 anni) e per i maschi fino a 26 anni, i più recenti studi clinici hanno evidenziato che la vaccinazione anti-Hpv è efficace anche in questi gruppi anche se la protezione conferita dal vaccino diminuisce con l’età. Va infine segnalato che la copertura vaccinale gratuita per le coorti di ragazze dodicenni finora coinvolte dal programma regionale ha superato il 70%, livello tra i più alti raggiunto in Italia.  
   
   
DOLORE PERI E POST CHIRURGICO: SE NON ADEGUATAMENTE TRATTATO A RISCHIO IL BUON ESITO DELL’OPERAZIONE  
 
Parma, 3 dicembre 2012– Ortopedici sempre più consapevoli e impegnatisul fronte della lotta al dolore. In occasione del suo ultimo Congresso Nazionale, svoltosi di recente nel capoluogo campano, la Società Italiana di Chirurgia del Ginocchio, Artroscopia, Sport, Cartilagine e Tecnologie Ortopediche (Sigascot), tra i vari argomenti trattati, torna anche ad istruire i propri associati verso un corretto approccio al paziente che soffre, in particolare nell’ambito del dolore peri e post operatorio. Con l’elezione del nuovo Presidente, il professor Paolo Adravanti, Responsabile del Reparto di Ortopedia della Casa di cura Città di Parma, la Società scientifica conferma e incrementa il proprio impegno nella gestione di questa delicata problematica, impegno che ultimamente ha portato alla stesura di raccomandazioni ad hoc rivolte e tutti gli iscritti. “Il dolore è un nodo cruciale che non possiamo ignorare, non solo perché interessa più dell’80% delle patologie a carico delle articolazioni, ma soprattutto perché ha un forte impatto nelle diverse fasi di ogni iter operatorio e la nostra è una società a grande indirizzo chirurgico” dichiara Adravanti. “Grazie alla recente introduzione di specifiche raccomandazioni, abbiamo raggiunto importanti risultati. Sta infatti cambiando la sensibilità nei confronti del problema: il dolore è finalmente percepito come un disturbo che va trattato. In primo luogo perché si tratta di un diritto del paziente, ma anche al fine di ottimizzare l’esito di un’operazione. Una sofferenza pre, intra e post chirurgica non adeguatamente controllata può,infatti,indurre sindromi dolorose croniche in grado di inficiare il risultato dell’operazione stessa. Per questo motivo, anche nel corso del nostro ultimo congresso, abbiamo ritenuto fondamentale porre nuovamente l’accento sul tema, ribadendo le linee di indirizzo della società”. Tali raccomandazioni non sono semplici linee guida, espressione del parere di un numero ristretto di esperti, ma consigli operativi scaturiti da una consensus conference, frutto del lavoro di un gruppo più ampio e multidisciplinare composto, non solo da professionisti sanitari ma anche da altre figure sociali, che hanno valutato e discusso i dati della letteratura. Riuniti in consensus conference, ortopedici, anestesisti, esperti di dolore, ma anche psicologi, psicoterapeuti, il Tribunale del malato e rappresentanti della cittadinanza hanno così recentemente redatto un documento ufficiale con l’egida della Sigascot, poi diffuso agli iscritti con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni sul fronte specifico della gestione del dolore. Le linee d’indirizzo riguardano principalmente l’atto chirurgico. Nella fase preoperatoria è importante controllare il dolore, con l’utilizzo di farmaci appropriati, per migliorare la predisposizione del paziente verso l’intervento e per ridurre il rischio che la sofferenza persista nel post operatorio. In fase intra-operatoria, viene consigliato l’impiego di cateteri e iniezioni di anestetici locali con effetto che persiste nel tempo. Molto importante anche il controllo del dolore in fase postoperatoria, durante la quale si raccomanda il ricorso all’analgesia multimodale, ossia all’associazione di più farmaci a basso dosaggio, che permette di ottimizzare l’efficacia dei diversi principi attivi, riducendone gli effetti collaterali. In generale andrebbe incrementato l’uso dei farmaci oppioidi, che per il dolore severo sono l’opzione terapeutica d’elezione. “Come Sigascot, afferendo a un network di società internazionali ed essendo quindi proiettati verso l’Europa, attribuiamo grande importanza al rigore scientifico nell’impostare le attività di formazione rivolte ai nostri iscritti. Anche sul fronte della gestione del dolore intendiamo continuare su questa strada, augurandoci, per il prossimo Congresso Nazionale che si svolgerà a Parma fra due anni, di poter procedere a un aggiornamento delle nostre reccomandations, alla luce delle nuove evidenze scientifiche che emergeranno” conclude Adravanti.  
   
   
SANITÀ: 108 GLI IDONEI ALL´INCARICO DI DIRETTORE GENERALE AZIENDE SANITARIE UMBRE, GLI ELENCHI PUBBLICATI NEL SITO DELLA REGIONE  
 
Perugia, 3 dicembre 2012 - Sono 108 i candidati ritenuti idonei a ricoprire l´incarico di direttore generale delle aziende sanitarie umbre: lo ha deciso la Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla sanità Franco Tomassoni, a seguito delle istruttorie per la valutazione dei curricola redatte dai competenti uffici regionali. La delibera dell´esecutivo (n. 1468 del 19 novembre 2012) con i relativi elenchi, che verrà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Umbria n.49 del 4 dicembre prossimo (parte Iii Avvisi e Concorsi), sono già consultabili all´interno dell´area tematica sanità - sanità e salute - primo piano all´indirizzo http://www.Sanita.regione.umbria.it/mediacenter/fe/home.aspx    
   
   
TUMORE ALLA PROSTATA, BOOM DEL 53% NEGLI ULTIMI 10 ANNI GLI ONCOLOGI: “MA LA MORTALITÀ DIMINUISCE GRAZIE A NUOVE TERAPIE”  
 
 Milano, 3 dicembre 2012 – Nel 2012, 36mila italiani si ammaleranno di cancro alla prostata. È la neoplasia più diffusa nei maschi ed è un tumore in forte crescita. I nuovi casi erano 23.518 nel 2002: un aumento del 53% in 10 anni. La maggior parte delle diagnosi viene effettuata nelle Regioni del Nord: nel Sud infatti si registra una differenza in negativo del 44% rispetto al Settentrione. Un cancro che, però, comincia a far meno paura rispetto al passato: anche se si verificano talvolta casi in persone giovani, nell’ultimo decennio la mortalità è diminuita di ben il 10%. Questo grazie anche alle nuove terapie disponibili, che consentono anche una migliore qualità di vita dei malati. È questa la fotografia del tumore alla prostata nel nostro Paese, scattata al Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), svoltosi a Milano: “Sono 217mila i cittadini della Penisola che vivono con questa malattia – spiega il prof. Carmine Pinto, Segretario nazionale dell’Aiom –. Un numero consistente di persone, ma a cui oggi possiamo offrire una delle migliori assistenze al mondo, in ogni angolo della Penisola”. Oggi sono disponibili tecnologie innovative per il trattamento primario con chirurgia e/o radioterapia, oltre a nuovi farmaci per la malattia avanzata. L’italia ha fornito un importante contributo alla ricerca scientifica, impegnata nel proporre soluzioni terapeutiche sempre più all’avanguardia. “Una delle opzioni più importanti è cabazitaxel – aggiungono i proff. Sergio Bracarda, Direttore della U.o.c. Di Oncologia Medica dell’Ospedale S. Donato di Arezzo e Orazio Caffo, Oncologo presso l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento –. La molecola è stata testata durante un importante studio internazionale, il Tropic, a cui è seguita nel 2011 un’altra sperimentazione che ha coinvolto 25 centri in tutta Italia. Questa fase ha evidenziato come il farmaco contribuisca ad aumentare la sopravvivenza, migliorando anche la qualità di vita. A inizio 2012 ha ricevuto quindi l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco e sta ora entrando a disposizione delle Regioni”. Ma la prevenzione, come per tutti i tumori, rimane ancora l’arma vincente. “È importante soprattutto quando la patologia presenta sintomi poco chiari e sfumati – commenta il prof. Massimo Aglietta, Ordinario di Oncologia dell’Università degli Studi di Torino e Direttore del Dipartimento Clinico dell’Ircc di Candiolo –, come nel caso del carcinoma della prostata. Oltre a seguire uno stile di vita sano per abbassare il rischio di tumore, è fondamentale anche sottoporsi a controlli medici. A differenza però di neoplasie come quelle alla mammella e al colon, dove lo screening è diventato fondamentale, per questo cancro non si è verificata la stessa condizione. Da circa 20 anni è infatti disponibile un test, il dosaggio del Psa, la cui utilità nei programmi di screening è controversa”. “Come Aiom siamo impegnati nella definizione di percorsi diagnostico-terapeutici ottimali per migliorare la qualità di vita dei pazienti – aggiunge il prof. Pinto –. Per questo, abbiamo avviato una stretta collaborazione con la Società Italiana di Urologia Oncologica (Siuro) che va proprio in questa direzione. L’urologo deve suggerire come comportarsi in caso di sintomi sospetti. Vogliamo costruire percorsi in cui ci si prende carico globalmente del paziente, dove lavorano fianco a fianco oncologi, urologi, radioterapisti e anatomopatologi”. Al Convegno Aiom, dal titolo “Le basi scientifiche del trattamento del carcinoma prostatico”, partecipano oltre 300 oncologi provenienti da tutto il Paese. È reso possibile da un educational grant di Sanofi. “Siamo da sempre impegnati nel tradurre le nuove scoperte scientifiche in terapie efficaci e personalizzate – afferma Arturo Zanni, Amministratore Delegato di Sanofi in Italia –, con l’obiettivo di dare risposte adeguate ai bisogni clinici non ancora soddisfatti dei pazienti. In ambito oncologico, il nostro obiettivo è la salute a 360 gradi delle persone affette da tumore o che si devono sottoporre a trapianto, sia in termini di controllo della malattia sia sotto l´aspetto della qualità di vita. In questo percorso di progresso scientifico, crediamo nelle partnership tra la nostra expertise interna e le società scientifiche, come strumento di creazione di valore.” Urologo, oncologo e industria farmaceutica uniti per combattere uno dei quattro big killer: le neoplasie che, fra tutte, causano più decessi. “Il tasso di mortalità del tumore alla prostata continua a scendere – conclude il prof. Aglietta –, ma nel 2012 abbiamo registrato ancora 7.900 morti. Il trend è comunque in costante diminuzione, anche grazie ai nuovi farmaci: sia i chemioterapici quali docetaxel e cabazitaxel che gli ormonali, come abiratenone e enzalutamide. Da segnalare che esistono anche tutte le forme di cancro alla prostata non aggressive, che non verranno mai diagnosticate, ma che sono comunque presenti come ‘latenti’: sono il 15 – 30% del totale”.  
   
   
BOLZANO: GIORNATA MONDIALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ 2012  
 
 Bolzano, 3 dicembre 2012 - "Il lavoro è parte della vita e l´integrazione avviene anche attraverso il lavoro" afferma l´assessore Theiner in occasione della Gironata internazionale dei diritti delle persone con disabiltià che si celebra il 3 dicembre. In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità 2012, che si celebra il 3 dicembre, l´assessore Richard Theiner pone l´accento soprattutto sull´integrazione sociale "Il lavoro è parte della vita e l´integrazione avviene anche attraverso il lavoro. Il principio guida è la compensazione degli svantaggi e il sostegno delle capacità delle persone con disabilità, ma l´obiettivo prioritario della nostra politica sociale è il loro inserimento nel mondo del lavoro. Nella nostra società la vita senza il lavoro diventa una vita non completamente realizzata per qualsiasi persona, ed a maggior ragione lo diventa per una persona con disabilità. Molto è già stato raggiunto ma molto vi è ancora da fare e da incentivare". In provincia di Bolzano le persone con disabilità sono inserite in diversi settori professionali: 1.100 persone lavorano in ditte private, 750 presso il servizio pubblico e circa 100 in cooperative sociali per l´integrazione lavorativa. Oltre a ciò esiste anche una realtà ben presente su tutto il territorio costituita dai laboratori protetti e dai centri diurni socio-pedagogici gestiti dagli enti gestori dei servizi sociali, da Associazioni e Cooperative private. Circa 800 persone con disabilità lavorano nei 31 laboratori protetti e centri diurni della Provincia. Qui, con l´assistenza di personale qualificato producono oggetti di artigianato, di falegnameria, sartoria, tessitura, bigiotteria etc. I manufatti di ottima qualità sono prodotti con molta gioia e orgoglio da parte delle persone. Nei laboratori, le persone con disabilità svolgono con precisione e competenza attività anche nell´ambito del giardinaggio, nelle cucine e in altri servizi. Nel corso del 2011 le entrate dalla vendita dei prodotti e delle prestazioni offerte dai laboratori sono state in totale di ca. 1,4 milioni di Euro. L´ufficio persone con disabilità invita ogni anno in occasione delle feste natalizie alcuni laboratori protetti, nell´atrio del palazzo provinciale n. 12 a Bolzano, per dare visibilità ai loro prodotti ed un´opportunità di venderli.  
   
   
“SE LA MALATTIA RARA TI RENDE SOLO, NOI CI SIAMO”: DAL 3 DICEMBRE UN NUMERO VERDE E UN NUOVO SITO  
 
Firenze, 3 dicembre 2012 – Un centro di ascolto per le malattie rare, con un numero verde, per dare informazioni e sostegno psicologico ai pazienti e ai loro familiari, aiutandoli a superare le difficoltà durante il percorso di cura. Lo slogan, “Se la malattia rara ti rende solo, noi ci siamo”. Entrerà in funzione lunedì 3 dicembre, contemporaneamente al varo del nuovo sito per la rete regionale toscana delle malattie rare. Il numero verde - Il Centro di ascolto malattie rare prende avvio ufficialmente il 3 dicembre, dopo un periodo di sperimentazione, nella sede dell’assessorato al diritto alla salute in via Alderotti. E’ un servizio di counselling e supporto psicologico telefonico, una soluzione operativa già sperimentata con successo, dal 2009 ad oggi, per i pazienti oncologici. Il numero verde, 800880101, sarà in funzione dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, il sabato e la domenica dalle 9 alle 15. Al Centro di ascolto ci si potrà rivolgere anche tramite un indirizzo mail: ascolto.Rare@regione.toscana.it  . Al servizio rispondono operatori appositamente formati per accogliere, analizzare e rispondere ai diversi bisogni degli utenti (pazienti, familiari, medici, operatori socio-sanitari) con azioni di informazione, orientamento, risoluzione di criticità e supporto psicologico. Il Centro di ascolto malattie rare si avvale della collaborazione con il Telefono Verde malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, per richieste su sperimentazioni cliniche a livello nazionale e internazionale, riferimenti su centri accreditati e associazioni, norme nazionali. Il nuovo sito per la Rete regionale toscana delle malattie rare - La Regione, in collaborazione con la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Pisa, che gestisce il Registro toscano malattie rare, ha elaborato un nuovo sito, www.Malattierare.toscana.it , valido e importante strumento di informazione e comunicazione. Anche il sito sarà attivo da lunedì 3 dicembre. Dal 2004 la Regione Toscana ha istituito una rete regionale di presidi dedicati alle malattie rare, un gruppo di coordinamento regionale e dal 2005 un Registro toscano delle malattie rare. La Rete regionale delle malattie rare comprende attualmente 150 centri di riferimento accreditati e 17 strutture di coordinamento di rete, che collaborano nel gruppo di coordinamento regionale con il Forum delle Associazioni toscane per le malattie rare e con la Regione Toscana. Già dal 2005 era disponibile un sito pubblico che contenenva informazioni utili per i pazienti, per i medici e altri soggetti interessati. Il nuovo sito è composto da varie aree: percorso del paziente, news, dati statistici (che saranno aggiornati quotidianamente), associazioni, informazioni, contatti, link utili, area riservata. Le associazioni dei pazienti disporranno di un’area dedicata, con le informazioni aggiornate su tutte le attività.  
   
   
SANITÀ, L’EMILIA ROMAGNA SI PREPARA AI TAGLI 2013  
 
 Parma, 3 dicembre 2012 – 262 milioni di euro, è questa la cifra da capogiro che si prevede (salvo le incertezze ancora presenti) verrà “sottratta” alla sanità Emiliano Romagnola nel 2013 secondo la spending review del governo, una manovra complessivamente insostenibile, è stato ricordato da più parti, alla quale però non ci può sottrarre. Ed è quello che farà la Regione Emilia-romagna con una serie di scelte che si stanno concertando e decidendo in queste settimane e che riguardano la definizione degli ambiti in cui agire, ovvero: tariffe, turnover del personale dipendente, volumi delle incentivazioni, oltre all’applicazione della misura imposta con la spending che prevede un -5% sulle spese per beni e servizi già nel 2012. Un vero e proprio “Piano straordinario di sostenibilità per il 2013” secondo l’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti che questa mattina in Provincia a Parma su invito del presidente Vincenzo Bernazzoli è intervenuto all’Assemblea della Conferenza territoriale sociale e sanitaria. “Non vogliamo si mettano in discussione le linee fondamentali del nostro sistema sanitario universalistico - ha detto Bernazzoli aprendo l’incontro -. Questa è una Provincia che sulla sanità ha dato prova di maturità e serietà, siamo disponibili a pensare all’innovazione e al cambiamento” . Lusenti ha cominciato dalla questione su cui si concentra ancora tanta attenzione: quella dei posti letto, indicatore fuorviante e sbagliato secondo l’assessore regionale, non utile per capire la vera dimensione dei problemi che la sanità si trova ad affrontare. La discussione sulla riorganizzazione e il decreto nazionale sugli standard ospedalieri (prevista dalle misure di spendine review) ha infatti subito uno slittamento, spiega Lusenti, il documento di programmazione che andava adottato dalla Conferenza Stato-regioni entro il 31 ottobre è ancora solo in bozza e se ne parlerà a febbraio o marzo. “Abbiamo tempo per discutere e confrontarci su questioni non ancora definite e che distraggono dalla vera emergenza: la situazione del 2013 ” – ha detto Lusenti ripercorrendo i tagli operati con le ultime due finanziarie del governo Berlusconi e ora con il decreto sul contenimento della spesa e la legge di stabilità (anche se ancora in discussione). “Non è il primo anno che facciamo fatica, in questi anni abbiamo ridotto le spese efficientando non tagliando, ora però siamo a punto di svolta”. Già perché la spending review ha ridotto per la prima volta il valore assoluto del Fondo sanitario nazionale, fino ad oggi incrementato annualmente col valore dell’inflazione, una misura che durerà tutto il triennio e che determina per la sanità “una condizione insostenibile- dice Lusenti - perché i costi non si fermano”. La Regione Emilia Romagna è una delle poche Regioni che, oltre alla quota del Fondo nazionale, finanzia la sanità con proprie risorse, 150mln di euro che l’ente ha confermato anche nel bilancio per il 2013. “Non ci lasciamo trascinare da una visione economicista, il nostro lavoro va avanti e se entriamo in questa tempesta perfetta noi sappiamo dove vogliamo andare”. Ma la prospettiva insieme alla visione di una sanità fatta di diritti, coesione sociale, qualità dei servizi, da sola non basta a governare i tagli del 2013. Non ci sarà aumento di tasse, né ticket, né tagli di servizi, né costi fuori bilancio ma scelte adottate sulla base di alcuni principi e azioni efficaci in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte: i territori, le categorie professionali, il sistema dei produttori, le organizzazioni delle Aziende sanitarie. Parti non uguali “perché i risultati ottenuti devono essere riconosciuti – sottolinea Lusenti - ma la capacità di questo nostro sistema sanitario è già disponibile e siamo in grado di declinare il nostro contributo”. Le quattro leve su cui si pensa di agire e le modalità per farlo (tariffe, turnover, incentivazioni e riduzione spese per beni e servizi) sono in questi giorni in discussione sui tavoli della concertazione avviata nel settore dalla Regione con l’obiettivo di essere operativi per il 2 gennaio 2013. “Ce la dobbiamo fare – dice ancora Lusenti – affrontiamo queste difficoltà con aziende da tempo solide e bilanci in equilibrio e con un sistema che ha dato ampia prova di sé”. Alla discussione sono giunte sollecitazioni dai sindaci Stefano Bovis (Langhirano), i presidenti dei Comitati di distretto Paolo Bianchi (Sud est), Maria Cristina Cardinali (Valli Taro e Ceno) e Marilena Pinazzini (Fidenza), il presidente dell’Ordine dei Medici Pierantonio Muzzetto. Presenti oltre ai direttori generali delle due aziende Massimo Fabi (Ausl) e Leonida Grisendi (Azienda Ospedaliero universitaria), rappresentanti degli enti locali, del sindacato, dell’Università.  
   
   
INDIVIDUAZIONE DEGLI OPERATORI NECESSARI AL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE DELLA VALLE D’AOSTA AVENTI DIRITTO AGLI ASSEGNI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE  
 
Aosta, 3 dicembre 2012 - l’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che la Giunta regionale ha individuato, per l’anno accademico 2012/2013, gli operatori necessari al Servizio Sanitario Regionale aventi diritto alla corresponsione di assegni di formazione professionale. Nello specifico, le sovvenzioni riguardano due logopedisti, due tecnici sanitari di laboratorio biomedico, quattro tecnici sanitari di radiologia medica e due tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. All’attribuzione degli assegni possono concorrere le persone residenti ed effettivamente domiciliate in Valle d’Aosta, nonché i dipendenti di ruolo dell’Azienda U.s.l. Della Valle d’Aosta, che sono iscritti e frequentano per la prima volta i corsi di laurea sopra indicati. Le domande, redatte su un apposito modulo, disponibile negli uffici dell’Assessorato, dovranno essere presentate entro il 7 dicembre 2012. Per la richiesta di ulteriori informazioni e della modulistica per la presentazione delle domande, ci si può rivolgere agli Uffici della Sanità regionale dell’Assessorato, in via de Tillier, 30 ad Aosta, telefono 0165 274236 oppure si può consultare il sito internet alla pagina: http://www.Regione.vda.it/sanita/personale/formazione/assegni/default_i.asp  
   
   
PROGETTO ITALIAN EPAQ : INCONTINENZA E QUALITÀ DI VITA SI VALUTANO CON IL QUESTIONARIO DIGITALE  
 
Milano, 3 dicembre 2012– Meno tempo perso a compilare moduli e a trascrivere dati e una diagnosi più tempestiva per valutare e combattere i disturbi del pavimento pelvico. È l’obiettivo del nuovo questionario digitale ePaq (electronic Pelvic floor Assessment Questionnaire), tradotto e validato da Siud, Società italiana di urodinamica, con il patrocinio di Fondazione italiana continenza, presentato oggi nel convegno “Incontinenza urinaria e disordini del pavimento pelvico – modelli organizzativi a confronto”, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con Asl Milano e Ospedale San Carlo Borromeo. Il progetto, originariamente in lingua inglese, è stato tradotto in italiano grazie a Siud e sarà a breve fruibile su tablet per una compilazione diretta touch-screen. Nasce per favorire un impiego clinico più rapido, rispondendo alla necessità del paziente di sveltire le procedure di compilazione dei dati e dei sintomi prima di una visita e a quella del medico di fornire una diagnosi in breve tempo, fornendo un report di monitoraggio delle sintomatologie del paziente con disturbi del pavimento pelvico. Secondo dati recenti, in Italia sono oltre 6 milioni le persone che soffrono di disfunzioni pelviche, e addirittura sono 15 milioni quelle che convivono con posture errate che possono scatenare problemi nella zona intima: dal dolore pelvico alle disfunzioni erettili, dall´incontinenza alla stipsi, dal prolasso alle infezioni urinarie ricorrenti, fino a vari altri disturbi più o meno gravi, che possono avere pesanti ripercussioni sulla qualità della vita. Le più colpite sono le donne: oltre 2 milioni soffrono di incontinenza, 3 milioni di endometriosi, fino a una su 5 di dolore pelvico, una su 10 di vulvodinia, il 7% di cistite interstiziale o sindrome della vescica dolorosa, condizioni spesso sottovalutate o liquidate come frutto di stress o ansia, oppure riconosciute tardi e curate male. “La compilazione diretta di questionari in formato elettronico da parte del paziente offre una serie di vantaggi: si evita di sottoporre domande inutili e si procede all’immediata archiviazione elettronica del dato. Lo strumento informatico consente inoltre di ottenere in tempo reale, al termine della compilazione, un report di sintesi dei sintomi e del relativo impatto che rende subito evidenti al clinico le aree problematiche per quel singolo paziente – spiegail dottor Marco Soligo,dirigente Medico di Ginecologia-ostetricia dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, che ha curato il progetto in Italia -. E-paq è concepito con una grafica intuitiva e di grande semplicità, in modo da rendere reali i vantaggi ipotetici e di facilitare la compilazione del questionario multidimensionale (urinario, intestinale, vaginale, sessuale). “I risultati del progetto ePaq in alcuni Paesi europei, come la Gran Bretagna, hanno dimostrato un miglioramento nella qualità di vita dei pazienti e nell’affrontare i disturbi del pavimento pelvico - commenta il professor Giulio Del Popolo, presidente Siud, Direttore Sod di Neurourologia Cto Azienda Ospedaliero - Universitaria Careggi di Firenze – Siamo soddisfatti dell’introduzione di e-Paq anche in Italia e ci auguriamo che molte Asl si rendano disponibili a sposare questo progetto dotandosi di tablet per l’utilizzo del questionario digitale”. Anche il professor Roberto Carone, presidente della Fondazione italiana continenza, Urologo, direttore della struttura Complessa di Neuro-urologia e del Dipartimento delle Mielolesioni - Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, commenta favorevolmente una possibile introduzione di e-Paq nelle strutture sanitarie: “È importante che i medici possano contare sulle nuove tecnologie e sull’innovazione al servizio dei pazienti. Modelli come questo sono fondamentali per velocizzare il processo di diagnosi e di cura dei disturbi del pavimento pelvico e per migliorare la qualità di vita di chi soffre di disturbi legati all’incontinenza. Per questo è anche necessario un confronto continuo e un lavoro di rete tra i centri specializzati”. Www.contenuti-web.com  
   
   
RECENTI PROGRESSI NEL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CRITICO  
 
 Pavia, 3 dicembre 2012 - La Riunione Scientifica Annuale del Dipartimento di Scienze Clinico-chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche della Università degli Studi di Pavia – svoltasi il 30 novembre e il 1 dicembre, in aula Foscolo - propone quest´anno la discussione di più argomenti clinici e di ricerca di grande interesse multidisciplinare. La prima Sessione ha preso in esame il trattamento del paziente dopo trauma maggiore. Questo tema viene discusso dopo la pubblicazione del Decreto della Regione Lombardia che istituisce per la prima volta una rete del trauma su tutto il territorio, differenziando le zone e le competenze. La Fondazione Irccs Policlinico S. Matteo, convenzionata con l’Università di Pavia e sede principale della Facoltà di Medicina e Chirurgia, è stata scelta come Cts (Centro Trauma ad Alta Specializzazione), cioè come punto centrale di riferimento per i Ctz (Centri Trauma di Zona) e per i Pst (Pronto Soccorso Traumi) di una ampia area della Lombardia. Il Dipartimento ha il compito non solo di verificare le competenze esistenti, ma anche di promuovere la formazione specifica richiesta a tutte le specialità. La seconda Sessione ha preso in esame la necessità di eliminare o almeno ridurre il dolore “evitabile” all’interno degli Ospedali, attraverso l’introduzione di nuove tecniche emergenti (ad es. Le nanotecnologie) o il miglioramento di quelle classiche esistenti, sia nell’adulto che nel bambino. La terza Sessione riguardava il grave problema clinico della resistenza batterica agli antibiotici. Prevenzione e sorveglianza sono i due cardini della ricerca in questo campo, in un periodo in cui le armi a disposizione contro i patogeni si dimostrano meno valide, mentre l’efficacia dei pochi nuovi antibiotici è sempre più breve e limitata. Infine, l’ultima Sessione proponeva alcune novità diagnostiche e terapeutiche di grande rilevanza in Farmacologia, Odontoiatria, Oculistica, Ortopedia, Otorinolaringoiatria, Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Chirurgia Plastica, Ostetricia e Ginecologia, e Chirurgia Pediatrica. La Riunione Scientifica del 2012 vuole raggiungere l’obiettivo di rinforzare i legami tra i Membri del nuovo Dipartimento attraverso la conoscenza reciproca che nasce dalla discussione delle ricerche e delle attività cliniche svolte da ciascuno, presupposto per una maggiore interazione multidisciplinare.  
   
   
“FIBROMA UTERINO, A CHE PUNTO SIAMO?” PROFESSORI DA TUTTA EUROPA RIUNITI PER UNA TRE GIORNI DI LAVORI  
 
Siena, 3 dicembre 2012 – Il fibroma uterino, tra i più diffusi tumori benigni del tratto genitale femminile per le donne in età fertile, che interessa fino al 40% della popolazione femminile di età compresa tra i 35 e i 55 anni, tra cui 24 milioni di donne nell’Unione Europea, è uno dei temi centrali che i massimi esperti sulla salute della donna si ritrovano ad affrontare durante Il 1° Congresso Europeo sull’Endometriosi che si è tenuto dadal 29 novembre all’ 1 dicembre nella città di Siena. I sintomi principali sono rappresentati da un eccessivo sanguinamento dell’utero, forti emorragie mestruali, anemia, dolore addominale e senso di pressione, aumentata frequenza delle minzioni. In particolare, il sanguinamento mestruale abbondante è uno dei sintomi dei fibromi maggiormente invalidante, con implicazioni sullo stato di salute ma anche di natura sociale ed economica (come ad esempio più bassi tassi di occupazione e maggiore assenza dal lavoro). Non va dimenticato inoltre che i fibromi uterini nelle donne più giovani sono causa anche di infertilità perché possono provocare aborti e complicanze in gravidanza. Il trattamento medico dei fibromi uterini è finalizzato al controllo dei sintomi, come il contenimento del sanguinamento uterino la riduzione del volume del fibroma stesso. La scelta del trattamento dipende dall’età della paziente, dall’eventuale desiderio di poter avere ancora gravidanze e dalla possibilità di evitare un intervento chirurgico, soprattutto l’isterectomia (il trattamento più invasivo) Tra le terapie pre-operatorie, una recente alternativa agli agonisti del Gnrh è rappresentata dai modulatori selettivi del recettore del progesterone (Sprms). “I modulatori selettivi del recettore del progesterone (Sprms) sono una nuova classe di molecole che hanno dimostrato, in studi recenti, di essere efficaci nella riduzione del volume dell’utero e nel controllo del sanguinamento mestruale, con un miglior profilo di sicurezza e meno effetti collaterali.” Ha spiegato Felice Petraglia, Presidente del Congresso e Professore Ordinario di Ginecologia ed Ostetricia, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Siena. “In particolare, il trattamento con ulipristal acetato 5mg della durata di 3 mesi, controlla i sintomi nel 90% delle donne trattate, con una netta e immediata diminuzione del dolore e del sanguinamento. Senza dimenticare che le dimensioni del fibroma possono arrivare a ridursi al punto tale da non necessitare l’intervento chirurgico o quanto meno evitare l’isterectomia, mantenendo così le possibilità riproduttive.” Ha aggiunto il professor Felice Petraglia.  
   
   
2014-ASPETTANDO PONTORMO E ROSSO A PALAZZO STROZZI RESTAURI E SCOPERTE  
 
 Firenze, 3 dicembre 2012 - La Sacra Conversazione con la Vergine, il Bambino, san Giuseppe, san Giovanni Evangelista, san Francesco e san Jacopo (Pala Pucci) del Pontormo è stata rimossa dalla chiesa di San Michele Visdomini per essere restaurata in vista della mostra dedicata al Pontormo e Rosso Fiorentino, che si terrà a Palazzo Strozzi dall’8 marzo al 20 luglio 2014. Durante le operazioni di spostamento è stato possibile osservare il verso della tavola, dove è emersa una interessante novità: a destra è tracciata a carboncino una figura maschile vestita di una lunga veste allacciata in vita. La figura è raffigurata dal vero mentre, quasi di schiena, si curva su un tavolo da lavoro. La mano del Pontormo è perfettamente riconoscibile per il tratto veloce e sicuro che definisce i volumi della figura in modo del tutto coincidente con i disegni preparatori del dipinto, eseguito nel 1518. Si tratta quindi di un disegno dal vero che ritrae un garzone al lavoro probabilmente nello studio dell’artista, ed è testimonianza della libertà e della grandezza di Jacopo da Pontormo come disegnatore, costituendo un’aggiunta al corpus dei suoi disegni e un’interessante scoperta che verrà illustrata nel catalogo della mostra. La Mostra Pontormo e Rosso. Le divergenti vie della ´maniera´ (Firenze, Palazzo Strozzi 8 marzo-20 luglio 2014) a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali Nel 1956 Palazzo Strozzi ospitò la Mostra del Pontormo e del primo manierismo fiorentino, e si trattava della prima importante rassegna dedicata al protagonista di un movimento che aveva da poco avuto una piena rivalutazione critica. Accanto al Pontormo vennero esposte opere del Rosso Fiorentino, di Beccafumi, e di altri artisti della nuova, anticonformistica pittura. Vi si offriva il panorama di un’intera generazione di giovani artisti che avevano scelto la via dello sperimentalismo e di un’eccentrica forzatura delle forme. Del Rosso Fiorentino, invece, non è mai stata tentata nessuna mostra monografica, probabilmente a causa delle poche opere che di lui ci rimangono. Quasi sessant’anni dopo l’esposizione del 1956 molte definizioni critiche messe in scena in quella mostra sono decisamente mutate. Gli studi hanno via via evidenziato le ragioni di singole scelte individuali che non possono più venir racchiuse in un unico movimento. Palazzo Strozzi propone dunque una mostra dedicata ai due soli grandi protagonisti di quel movimento: Pontormo e Rosso Fiorentino. Entrambi nacquero nel 1494, al chiudersi di un secolo che per Firenze e l’Italia aveva visto rompersi un equilibrio politico che aveva garantito prosperità e sicurezza, e aprirsi una travagliata età di scontri religiosi e politici che portarono a un mutamento definitivo degli equilibri fra gli Stati ma anche a infrangersi di armonia ed equilibrio delle arti che avevano caratterizzato il passaggio dal Quattrocento al Cinquecento. Tale progetto vede Firenze come sede quasi obbligata, giacché molte delle principali opere dei due artisti sono conservate in città, ma un percorso esaustivo è stato possibile solo grazie alla collaborazione di differenti istituzioni museali, italiane e straniere, senza le quali sarà impossibile offrire un panorama completo del lavoro dei due artisti. Attraverso le opere dei due massimi protagonisti fiorentini della pittura che la critica novecentesca ha definito “manierista”, la mostra intende seguire lo svolgimento cronologico di quel movimento che Giorgio Vasari colloca agli inizi della “maniera moderna” e che prende l’avvio, sia per il Pontormo che per il Rosso Fiorentino, in rapporto con Andrea del Sarto. Il loro percorso si conclude quando la fisionomia dell’Europa intera sarà mutata nello scontro fra Riforma e Controriforma, quando il Rosso Fiorentino, prima della sua morte prematura nel 1540, progetta ed esegue opere per la corte di Francesco I di Francia, pochi anni prima che Pontormo dipinga gli affreschi più controversi del Cinquecento fiorentino: la decorazione del coro di San Lorenzo per volere di Cosimo I de’ Medici, iniziati nel 1546. La mostra aspira dunque a compiere un ulteriore passo avanti nell’interpretazione del cosiddetto Manierismo; termine cui si preferisce sostituire la definizione vasariana di “maniera moderna”. Verranno quindi proposte le nuove ricerche filologiche, storiche ed iconologiche condotte sull’opera dei due artisti dal 1956 ad oggi, con la volontà di offrire una nuova consapevolezza delle ragioni espressive che guidarono due protagonisti della pittura italiana del Cinquecento. Come nel caso della mostra del Bronzino si è preferito puntare su un percorso ampio e articolato dei capolavori dei due sommi artisti, privilegiando lo splendore formale e l’altissima poesia del Pontormo e del Rosso, tale da renderla leggibile e chiara non solo agli specialisti ma anche al grande pubblico attraverso sezioni tematiche disposte in ordine cronologico.  
   
   
OGGI A BARI PRIMO MEETING DEGLI ASSESSORI REGIONALI ALLO SPORT"  
 
Bari, 3 dicembre 2012 - Insieme per ricercare linee comuni di programmazione, razionalizzare la spesa ed esaltare i progetti che hanno la capacità di incidere sulla qualità della vita delle persone. Lo sport italiano riparte dalla Puglia, grazie al primo meeting nazionale degli assessori regionali allo sport organizzato dall’assessore al ramo, Maria Campese, in collaborazione col coordinatore nazionale degli assessori regionali allo Sport, Elio De Anna. L’incontro - che si tiene lunedì 3 dicembre al Boscolo Hotel di Bari dalle ore 10.30 alle 17 – rappresenta una grande opportunità di confronto istituzionale e di aggiornamento e condivisione delle best practices sportive da sviluppare in sinergia con il territorio, ottimizzando l’erogazione dei finanziamenti e le relative ricadute socio-economiche. I lavori saranno aperti dall’assessore Campese, la quale introdurrà temi e obiettivi dell’iniziativa, focalizzando i punti di debolezza e di forza del settore. Due le sessione previste: al mattino dalle ore 10.30 alle 13 e al pomeriggio dalle 14.00 alle 17. Ogni assessore presenterà le proprie esperienze maturate in Regione in relazione ai diversi ambiti tematici che consentono di analizzare lo sport in tutte le sue sfaccettature: sport, salute e benessere; sport e turismo; sport ed economia; sport e scuola; sport, integrazione e inclusione sociale. Ampio spazio sarà riservato alla discussione sul protocollo d’intesa firmato il 26 ottobre scorso a Rimini, in occasione della manifestazione Sports days, tra Conferenza delle Regioni, Coni, Upi e Anci (l’ultimo tra Coni e Ministero risaliva al 1994) con il quale, tra l’altro, le parti hanno condiviso l’obiettivo di valorizzare, a livello nazionale, i progetti di alfabetizzazione motoria nelle scuole, l’impiantistica di vecchia e nuova generazione e di sostenere la pratica sportiva attraverso una effettiva collaborazione tra istituzioni, federazioni e associazioni sportive. Il protocollo sarà illustrato dal coordinatore degli assessori De Anna, mentre Donatella Benetti, dell’Ufficio per lo sport del Ministero, nel suo intervento metterà l’accento sulle politiche del Governo in favore del settore e sulle sue prospettive di crescita alla luce anche del documento di programmazione nazionale che il ministro Piero Gnudi presenterà il prossimo dicembre. Presenti al meeting anche i responsabili nazionali di Anci, Upi, Coni e Cip. Il programma entrerà nel vivo con l’illustrazione, da parte di tutti gli assessori, dei progetti che hanno maggiormente caratterizzato la loro azione politico-amministrativa in favore della promozione e dello sviluppo della pratica sportiva, con specifico riferimento alle risorse investite. “ Il problema dei fondi destinati allo sport dal Governo e degli investimenti delle Regioni è tutt’altro che secondario ”, afferma Maria Campese. “Nel nostro Paese va ancora sedimentata la consapevolezza che investire nello sport significa promuovere la cultura del benessere, rispondere alla domanda di aggregazione dei giovani, sostenere l’integrazione delle persone meno fortunate. Serve una svolta culturale, ma bisogna intervenire anche sulla governance, sostenendo decisamente lo sport di base e dilettantistico. Il meeting sarà l’occasione per affrontare anche queste tematiche”.  
   
   
A FANO L’VIII EDIZIONE DELLA GIORNATA DELLE MARCHE NEL SEGNO DELLO SPORT.  
 
Ancona, 3 dicembre 2012 - “Impegno per vincere nella vita” è lo slogan dell’ottava edizione della Giornata delle Marche che in questa occasione sviluppa il tema dello sport come valore fondante della Regione e intende celebrare gli eccellenti risultati conseguiti dalle Marche a livello sportivo in tutti questi anni, con particolare riferimento alla partecipazione degli atleti marchigiani alle Olimpiadi 2012 tenutesi a Londra lo scorso luglio. “I nostri atleti – dichiara il presidente Gian Mario Spacca – sono la dimostrazione tangibile, ad alto livello, del positivo valore sociale e sportivo dell’attività svolta sul territorio. Sono il simbolo delle migliori virtù dei marchigiani, la concretezza, la voglia di fare e di centrare risultati, con fatica e impegno. L’intera regione è orgogliosa di loro e la Giornata delle Marche è l’occasione migliore per ringraziarli con affetto dei loro successi mondiali”. Tutti i campioni marchigiani presenti a Londra saranno ringraziati e riceveranno il premio “Picchio d’oro”: Massimo Fabbrizi, Paolo Ottavi, Julieta Cantaluppi, Filippo Baldassari, Michele Regolo, Filippo Magnini, Gianmarco Tamberi, Samuele Papi, Emanuele Birarelli, Andrea Bari e la marchigiana d’adozione Rosalba Console. Un riconoscimento particolare alle fiorettiste jesine Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali per l’enorme contributo dato al medagliere azzurro ma anche ai quattro grandi campioni che hanno fatto brillare le Marche alle Paralimpiadi svoltesi tra fine agosto e inizio settembre: Andrea Cionna, Giorgio Farroni, Assunta Legnante e Riccardo Scendoni. Saranno premiati anche i tecnici: Piero Benelli, Carlo Castagna, Marco Masi, Stefano Cerioni, don Mario Lusek, Annalisa Coltorti, Nicola Selvaggi e Piergiorgio Severini. Ad ospitare la manifestazione sarà la città di Fano. Previste numerose iniziative di animazione artistico-culturali su tutto il territorio, realizzate con il contributo dell’amministrazione comunale. La cerimonia ufficiale si svolgerà lunedì 10 dicembre, alle ore 17, al Teatro della Fortuna e sarà condotta da Ilaria d’Amico con Andrea Carloni. Ad aprire i contributi, il presidente Spacca che farà un bilancio sull’attività del 2012. Seguirà un filmato sull’anno delle Olimpiadi, quindi la cerimonia di consegna del Picchio d’Oro (agli atleti marchigiani) e del Premio del Presidente della Regione Marche (a Tan Xuguang, presidente di Weichai Group, la società che ha recentemente acquisito i cantieri Ferretti), realizzati dallo scultore Nazzareno Rocchetti. A seguire il Concerto per le Marche del maestro Giovanni Allevi.  
   
   
SPORT: PREMIO DONNE PER LO SPORT RICONOSCE VALORI REALI  
 
Pordenone, 3 dicembre 2012 - "Con il Premio Donne per lo Sport, ideato dall´Associazione Fare Donna Fvg, non solo si riconosce il valore delle donne che si dedicano allo sport inteso come agonismo, ma anche quello delle donne che lo sport lo praticano o lo favoriscono e lo promuovono in quanto impegnate in tutte quelle attività nascoste, che vanno dall´allenamento o dalla gestione di una squadra o di un associazione sportiva, al semplice accompagnamento dei figli a fare sport. Senza dimenticare il sacrificio della donna atleta in rapporto alla maternità: spesso significa o rinunciare al desiderio di un figlio o interrompere l´attività agonistica". Lo ha affermato l´assessore regionale allo Sport, Elio De Anna, intervenendo nell´Auditorium della Regione a Pordenone alla cerimonia di consegna del Premio Donne per lo Sport, promosso dall´Associazione Fare Donna Fvg in collaborazione con l´assessorato regionale allo Sport e con il Coni Fvg. Per De Anna, "ormai non c´è più distinzione fra i generi nello sport: alle recenti Olimpiadi donne e uomini erano ormai quasi alla pari; ed è bello parlare di donne e sport, pensando anche alle Paralimpiadi di Londra, dove un´atleta regionale, Pamela Pezzutto, ha vinto la medaglia d´argento. Questa persona, giovane donna portatrice di disabilità, ha trovato nello sport la sua dimensione". Per Consuelo Modesti, presidente di Fare Donna Fvg, questo premio si pone come iniziativa a favore della diffusione dello sport attraverso il riconoscimento del valore delle atlete che durante l´anno si sono distinte nei vari ambiti sportivi e delle donne che con passione, tenacia e sacrificio elevano il valore sportivo a riferimento del tessuto sociale e aggregativo della comunità di appartenenza.