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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Gennaio 2014
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER IL "PREMIO INNOVAZIONE SOFT"  
 
Bruxelles, 20 gennaio 2014 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte per il "Premio Innovazione Soft" (Prize Innovation Soft), nell´ambito del pilastro specifico "Euratom" di Orizzonte 2020. Al fine di sostenere l´innovazione nella ricerca sulla fusione, il Premio Innovazione Soft viene assegnato per dare risalto e premiare l´eccellenza della ricerca in questo campo. I partecipanti sono liberi di presentare una domanda in merito a qualsiasi innovazione nel campo della fisica o della tecnologica che è stata o sarà elaborata nel programma di ricerca europeo sulla fusione. Per essere ammissibile, tale innovazione dovrebbe possedere un potenziale commerciale o essere già stata assorbita dall´industria per essere ulteriormente sviluppata per il mercato. La giuria incaricata di valutare le candidature sarà composta da un gruppo di esperti indipendenti nominati dalla Commissione, che sono tutti informati sui processi innovativi e di trasferimento tecnologico e provengono dal mondo imprenditoriale e accademico. La giuria presenterà alla Commissione i vincitori selezionati per il primo, secondo e terzo posto, che riceveranno 15 000, 10 000 e 5 000 euro rispettivamente. I vincitori saranno annunciati durante la conferenza Soft che si terrà a settembre 2014. Per leggere l´annuncio ufficiale dell´invito, consultare: Portale dei partecipanti http://ec.Europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/
opportunities/h2020/calls/h2020-prize-innovation-soft-2014.html#tab2
 
 
   
   
RICOSTRUZIONE ABRUZZO: CHIODI BASTA FANGO SU POPOLAZIONE ONESTA NON E´ TOLLERABILE CHE SI FACCIA DISINFORMAZIONE  
 
L´Aquila, 20 gennaio 2014 - "Il tentativo portato avanti da più parti di infangare la città dell´Aquila e gli aquilani non può essere fatto passare indolentemente". E´ quanto afferma il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, in merito alle notizie che circolano in questi giorni sull´inchiesta che ha travolto gli amministratori del Comune dell´Aquila. Chiodi" il capoluogo d´Abruzzo, come tutta la regione, è fatto di persone laboriose e tenaci che, come la storia insegna, non si sono arrese mai, neanche di fronte alle tragedie più devastanti". "L´aquila ha già subito altre tragedie, ma è sempre risorta più forte e più bella; e per non andare molto indietro nei secoli è sufficiente ricordare il terremoto della Marsica di quasi un secolo fa che uccise 30 mila persone". "Gli abruzzesi hanno sempre dimostrato una cosa: hanno saputo rialzarsi e sono sempre ripartiti con maggiore forza e determinazione". "Sta succedendo anche all´Aquila, perché, a prescindere dalla sua classe dirigente e politica che governa la città, gli aquilani vogliono ricominciare a vivere, a produrre e vogliono tornare ad essere protagonisti in Abruzzo e in Italia". "Il fango che viene cosparso oggi può assestare però un colpo mortale allo sforzo di rialzarsi, per questo dobbiamo recuperare l´orgoglio di essere un popolo onesto e laborioso ed evitare con forza di alimentare speculazioni scandalistiche per scopi politici partigiani". "Dobbiamo mostrare i molti lati di efficienza e non solo i singoli comportamenti illegali di pochi, che rimangono pur sempre gravi e deprecabili". "Dobbiamo dire con forza che la ricostruzione fuori dai centri storici va avanti ed è stata completata al 75 per cento, che quella nei centri storici, pur tra mille difficoltà tecniche e burocratiche, è partita e sarà sempre più veloce". "Dobbiamo dire che più di 40 mila persone in questi cinque anni sono rientrate nelle proprie abitazioni". "Dobbiamo dire che l´Università è ripartita e che all´Aquila è nato il Gran Sasso Scienze Institute, una scuola di alta specializzazione di cui parla anche il New York Times". "Dobbiamo evidenziare che, nonostante la severa crisi finanziaria ed economica del nostro Paese, abbiamo avuto sino ad oggi a disposizione circa 12 miliardi di euro e che il governo nazionale si appresta a finanziare annualmente le necessità della ricostruzione, perché il lavoro da fare è ancora immane e sarà lungo e difficile". "Il centro storico dell´Aquila, uno dei più grandi d´Italia, uno dei più ricchi di storia, arte ed edifici monumentali, rappresenta un patrimonio dell´Italia e del mondo intero". "Dovrà essere ricostruito con l´impegno ed il contributo di tutti; nessuno potrà tirarsi indietro". "Dobbiamo rendere più ottimisti i nostri operatori economici dicendo loro che diversi milioni di euro saranno a disposizione del territorio, fin quando durerà la ricostruzione, per lo sviluppo economico e sociale". "Dovremo sempre incalzare il Governo nazionale, questo attuale e quelli che verranno, di qualsiasi colore essi siano, ma lo dovremo fare insieme, in maniera costruttiva, lontano dalle logiche della propaganda elettorale". "Tutti insieme dobbiamo emarginare i professionisti della truffa, dello scandalo, della calunnia, a qualsiasi mondo appartengano: dalla politica al mondo delle professioni, dalla società civile a quello delle istituzioni".  
   
   
PPS, CAPPELLACCI: PRONTI A RESISTERE CONTRO ARROGANZA DEL GOVERNO  
 
Cagliari, 20 gennaio 2014 - "L´impugnazione del nuovo Piano Paesaggistico è l’ennesimo atto arrogante del Governo centrale verso la Sardegna". Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, commentando l’iniziativa dell´esecutivo nazionale nei confronti della Regione. "La Giunta regionale ha deliberato di resistere davanti ai giudici costituzionali e difendere le funzioni della nostra Autonomia. I sardi - ha concluso Cappellacci - hanno il diritto di decidere come tutelare il proprio paesaggio e non accettano lezioni da soggetti tutt’altro che disinteressati sia dal punto di vista politico che da quelle economico. La casta degli ambientalisti con la villa in riva al mare e i nostalgici delle norme che si applicavano ai nemici e si interpretavano per gli amici è destinata a vedere schiantare le sue menzogne ideologiche contro la verità degli atti".  
   
   
RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA PUBBLICA, FINANZIAMENTI A 176 COMUNI DELLA SARDEGNA  
 
Cagliari, 20 gennaio 2014 - Sono 176 i Comuni sardi finanziati con i programmi dell´assessorato dei Lavori pubblici per la riqualificazione urbana dell´edilizia residenziale. Nella seduta odierna, la Giunta, su proposta dell´assessore Angela Nonnis, ha approvato la graduatoria con la ripartizione delle risorse che complessivamente ammontano a 10,8 milioni di euro. A ciascun ente sarà riconosciuta la percentuale dell’80 per cento della richiesta. Le finalità del provvedimento sono l´incremento e il miglioramento della dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati con opere di urbanizzazione primaria e secondaria e il recupero di alloggi di edilizia residenziale pubblica dei Comuni. "Dopo la pubblicazione del bando il 2 dicembre scorso abbiamo proceduto con grande celerità per assegnare le risorse - dice l’assessore - adesso molti Comuni dell’Isola potranno recuperare il proprio patrimonio di edilizia residenziale e intervenire nelle aree più degradate. Il programma - ha concluso Nonnis - rappresenta naturalmente un importante strumento di stimolo dell’economia e di coesione sociale". Le proposte, è specificato nel bando, potevano riguardare anche l’eliminazione delle barriere architettoniche, le sistemazioni esterne stradali e degli spazi comuni, del verde urbano, di impianti sportivi e di centri di aggregazione.  
   
   
SARDEGNA: HOUSING SOCIALE, VIA LIBERA CONTRATTO CON SOCIETÀ DI GESTIONE  
 
Cagliari, 20 gennaio 2014 - Via libera alla stipula del contratto tra la Regione e la società di gestione del fondo immobiliare di housing sociale vincitrice della gara. La Giunta, nella seduta del 17 , su proposta dell´assessore dei Lavori pubblici, Angela Nonnis, ha approvato la delibera che dà mandato all´assessorato di procedere alla sigla dell’atto con la Torre Sgr Spa. "Siamo arrivati al passaggio finale dell’intervento - ha detto Nonnis - dopodiché la società aggiudicataria del servizio dovrà istituire e amministrare un fondo immobiliare minimo di 30 milioni di euro per la realizzazione dei progetti di edilizia sociale". L´obiettivo è di consentire a giovani coppie, anziani, studenti, l’accesso all´affitto o all’acquisto della prima casa, a prezzi più agevoli rispetto a quelli attuali di mercato, costruendo abitazioni nel rispetto dell’ambiente e a basso consumo del territorio. La Regione partecipa alla costituzione del fondo immobiliare con 12 milioni di euro. E’ previsto il coinvolgimento di privati, fondazioni, operatori, banche e altri enti pubblici per moltiplicare le risorse disponibili.  
   
   
REGIONE SARDEGNA: HOUSING SOCIALE, SCHEDA  
 
Cagliari, 24 gennaio 2014 - La Regione Sardegna ha destinato 12 milioni di euro alla costituzione di un fondo immobiliare per l´housing sociale e ha aggiudicato tramite gara pubblica la gestione dello stesso fondo a una società specializzata nella gestione del risparmio (Sgr). Oggi la Giunta ha dato il via libera alla stipula del contratto con la Sgr Torre Spa. L´assessorato dei Lavori pubblici aveva anche selezionato 20 proposte che prevedono la realizzazione nell´isola di 1820 alloggi a fronte di un investimento complessivo di circa 300 milioni di euro. Alla costituzione del fondo immobiliare parteciperanno anche la Fondazione Banco di Sardegna, la Cassa Depositi e Prestiti - sgr, che gestisce il Fondo Nazionale e che contribuirà almeno nella misura del 40% alla disponibilità complessiva, ed eventualmente altri soggetti privati. Accanto agli interventi tradizionali di edilizia residenziale, le odierne politiche abitative di Housing Sociale promuovono quindi la realizzazione di programmi integrati di intervento caratterizzati da un elevato grado di mix sociale, dall’apporto di capitali privati, dall’elevata qualità ambientale, dalla valorizzazione di patrimoni edilizi pubblici/privati, anche evitando fenomeni di ulteriore consumo del suolo. Le nuove tendenze in questa materia all’interno del panorama internazionale e nazionale perseguono l’intento di realizzare “mix abitativi” tra l’edilizia residenziale pubblica (sovvenzionata, convenzionata e agevolata) e quella privata (di libero mercato). Interventi che realizzano tale integrazione sia attraverso la realizzazione di nuovi quartieri, caratterizzati da un livello elevato di qualità ambientale e di servizi offerti, anche mediante la perequazione urbanistica, sia con azioni di recupero urbanistico ed edilizio di aree urbane e patrimoni immobiliari dismessi o in via di dismissione, pubblici e/o privati.  
   
   
PIANO CASA NEL LAZIO: APPROVATE LE PRIME MODIFICHE ORA PIÙ ATTENZIONE ALLA TUTELA DEL TERRITORIO E DELLE FAMIGLIE CHE HANNO BISOGNO DI AIUTO, A CUI SARANNO DESTINATE NUOVE ABITAZIONI A COSTO CALMIERATO  
 
Roma, 20 gennaio 2014 - La commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio ha approvato la prima modifica al ‘Piano Casa’ del Lazio. Abbiamo un patrimonio straordinario che dobbiamo tutelare. L’unico modello di sviluppo possibile oggi coniuga innovazione, progresso e salvaguardia dell’ambiente. ‘L’approvazione della legge – ha spiegato Michele Civita, assessore alle Politiche del territorio – permette la tutela dei parchi e le aree protette. Punta a migliorare il Piano casa e a ricostruire un normale rapporto istituzionale con il Ministero per i Beni e le attività culturali, che ha portato alla sottoscrizione da parte del Ministro Bray e del Presidente Zingaretti di un accordo per l’approvazione definitiva del Piano Paesistico, il più importante strumento regionale in materia di pianificazione urbanistica”. L’obiettivo è offrire un incentivo concreto per rigenerare gli spazi delle nostre città che devono diventare più funzionali e belle e non prevedere altre costruzioni. Per le famiglie in difficoltà, inoltre, vogliamo realizzare delle abitazioni a canone calmierato, ossia garantire un prezzo di affitto più basso: una risposta concreta all’emergenza abitativa della nostra Regione. Soddisfatto il presidente, Nicola Zingaretti, “si va avanti, le cose cambiano”, ha detto.  
   
   
ALER COMO: CON RIFORMA MOLTI RISPARMI  
 
 Como, 20 gennaio 2014 - Centosessantamila euro l´anno solo per l´Aler di Como e circa 3 milioni considerate tutte e cinque le nuove macro aziende recentemente varate. A tanto ammontano i risparmi che si avranno quando entrerà effettivamente a regime la Legge regionale che ha modificato la governance delle Aler. Questo uno dei temi al centro dell´incontro che l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli, affiancata dal neo presidente, Angelo Mario Sala, e dal consigliere regionale Alessandro Fermi, ha avuto nel pomeriggio, con il personale dell´Aler di Como. La Riforma Dell´aler, Risparmi A Tutti I Livelli - L´assessore Bulbarelli ha spiegato che "i nuovi presidenti costeranno l´85% in meno rispetto ai vecchi cda (296.000 euro rispetto ai precedenti 2,1 milioni di euro). Da 169 poltrone occupate si è arrivati a 25, e a regime il risparmio sarà di 3 milioni di euro all´anno. Abbiamo dunque voluto puntare su una gestione più efficiente e valorizzare il patrimonio esistente. I soldi risparmiati potranno così essere utilizzati per altre finalità sociali". A Como Risparmi Per 160.000 Euro - E´ stato anche calcolato che per la solo Aler di Como il risparmio sarà di circa 160.000 euro l´anno. Salvi Tutti I Posti Di Lavoro - L´assessore ha anche confermato che tutti i posti dei dipendenti dell´azienda comasca saranno salvaguardati. "La tutela dei lavoratori - ha spiegato Bulbarelli - è uno degli argomenti sui quali ci siamo soffermati da subito". Il personale delle 13 ´vecchie´ Aler non sarà toccato perché chi vi opera "è il vero collegamento diretto con chi ha bisogno di una casa". "E non possiamo neanche ignorare - ha aggiunto l´assessore - il rapporto umano che si è instaurato". Allarme Imu - Durante l´incontro si è parlato anche dell´imposta municipale sugli immobili che, solo nel 2012, ha pesato sulle casse dell´Aler per 2 milioni di euro. "Cifre assurde - hanno detto concordi Bulbarelli, Sala e Fermi - per un ente che non fa business, ma che ha finalità assistenziali". Gli Altri Interventi In Corso - L´assessore ha annunciato che Aler e Comune beneficeranno di 750.000 euro per il recupero di 47 alloggi sfitti da destinare a chi attende un alloggio popolare. L´aler ne avrà a disposizione 555.000 euro per intervenire su 37 alloggi, il Comune 150.000 per 10 case. 20 Milioni Per Il Recupero Di 2.000 Alloggi - In tutta la Regione saranno infatti circa 2.000 gli alloggi sfitti recuperabili grazie ad uno stanziamento regionale di 20 milioni di euro. "In un periodo di grave crisi - ha spiegato Bulbarelli - costruire ex novo sarebbe molto più dispendioso". La Morosità Incolpevole - L´assessore ha concluso il suo intervento ricordando il recente stanziamento di 8,6 milioni di euro che, in tutta la regione, aiuteranno migliaia di famiglie che rischiano di essere sfrattate perché, a causa di mutate condizioni economiche, non riescono a pagare l´affitto. A Como, tramite questa misura, arriveranno poco meno di 350.000 euro.  
   
   
RICOSTRUZIONE NEL MOLISE, RICONOSCIUTO DAL GOVERNO IL 3 PERCENTO PER L´ASSISTENZA TECNICA. FRATTURA: RISOLVIAMO I PROBLEMI CON I FATTI  
 
Campobasso, 20 gennaio 2014 - Accordato l´incremento al 3 percento dei 346 milioni di euro della delibera Cipe da destinare all´assistenza tecnica per la ricostruzione post sisma. Il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha accolto la richiesta avanzata dal presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. Oggi la risposta ufficiale. La quota riconosciuta esclusivamente al Molise. Soddisfatto il governatore Frattura. "Arriva al Molise un riconoscimento straordinario - dichiara il presidente -. Siamo l´unica regione a vederci assegnata una quota per l´assistenza tecnica legata al proseguimento della ricostruzione e siamo oggi l´unica regione a godere della maggiorazione così come da noi richiesta. L´incremento dal 2 al 3 percento sui complessivi 346 milioni di euro della delibera Cipe destinati al post sisma ci consente di rivedere con serenità ruoli e competenze delle professionalità da impegnare. L´apertura nei nostri confronti da parte del Governo, che ha condiviso tutte le motivazioni da noi rappresentate, riconoscendoci serietà e capacità nelle azioni finora condotte, dà ulteriore ragione alla nostra missione che mira, tra l´altro, a mettere ordine in un sistema governato fino a questo momento senza il dovuto rigore". "Alle accuse di chi ha lamentato - conclude il governatore Frattura -, una nostra disattenzione su un tema tanto importante e tanto sentito, ancora una volta rispondiamo con fatti certi e ufficiali, com´è nel nostro stile e come i molisani meritano".  
   
   
ALER, LOMBARDIA: COMMISSIONE D´INCHIESTA? NOI TRASPARENTI  
 
Milano, 20 gennaio 2014 - "Ben venga la commissione d´inchiesta. Noi non abbiamo scheletri nell´armadio, né qualcuno o qualcosa da difendere. Ci stupisce che la richiesta di una commissione arrivi prima della relazione che terrò in Aula tra pochi giorni. Una relazione già annunciata dal presidente Maroni. Da subito abbiamo voluto essere trasparenti, per avere la massima chiarezza su una situazione drammatica, che abbiamo ereditato. Non vorrei trovarmi di fronte solo a una strumentalizzazione politica". Così l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli è intervenuta in merito all´ipotesi dell´istituzione di una commissione d´inchiesta relativa alla situazione di Aler Milano. Relazione Arrivata Il 23 Dicembre - "Non accetto scadenze - ha continuato Bulbarelli -, più veloci di così non potevamo essere. Ricordo che la società che ha stilato la due diligence è stata individuata con gara pubblica a settembre. La Bdo (società incaricata) l´ha consegnata in Regione lo scorso 23 dicembre. Sono passati 15 giorni, giusto il tempo per studiarla e approfondirla, per poi presentarla in Consiglio martedì prossimo. Mi sarebbe dunque sembrato più corretto che di commissione si parlasse, eventualmente, dopo la mia relazione". Disavanzo Di Cassa, Non Buco - L´assessore ha poi corretto i consiglieri che parlavano di "buco", dicendo che "si tratta di disavanzo di cassa, che è cosa ben diversa". Alle opposizioni che hanno affermato che già a dicembre 2012 si sapeva della situazione economica dell´Aler, l´assessore ha risposto "non è così. Troppe volte ho sentito dire ´noi sapevamo´ e allora perché non è stato fatto qualcosa prima?". Commissione Non Rallenti Piano Di Risanamento - L´assessore ha poi auspicato che l´eventuale commissione d´inchiesta "non rallenti il lavoro che si sta facendo per l´Aler di Milano". "Non abbiamo bisogno di bloccare nulla - ha specificato -, dobbiamo andare avanti, per fare in modo che, in fondo a questo tunnel, si possa presto vedere la luce, che è quella che ci chiedono le famiglie che sono il nostro faro". Il Lavoro Con Il Comune Di Milano - A questo proposito Bulbarelli ha ricordato che "è già iniziato un lavoro con il Comune di Milano". "Vogliamo lavorare con e non contro - ha spiegato - tant´è che, dopo un incontro tra il presidente Maroni e il sindaco Pisapia, abbiamo istituito un Tavolo di lavoro, per affrontare insieme i tanti temi ´caldi´ e per trovare delle soluzioni alle problematiche che ci troviamo di fronte". Fra queste, la convenzione fra il Comune e l´Aler e l´assegnazione degli alloggi in deroga. "Le Istituzioni - ha sottolineato - devono parlare fra di loro, perché, se non dialogano, pagano sempre e comunque le famiglie più bisognose". Salvaguardare Il Lavoro Fatto Dai Funzionari - L´assessore ha anche voluto pubblicamente difendere e ringraziare i tanti lavoratori dell´Aler di Milano e anche di tutte le altre aziende, che, negli anni, si sono onestamente impegnati, per dare una risposta alle tante famiglie che aspettano un alloggio.  
   
   
RICOSTRUZIONE, RISORSE CERTE PER L´ASSISTENZA TECNICA. FRATTURA: LA PRIORITÀ RESTA DARE LA CASA A CHI L´HA PERSA  
 
 Campobasso, 20 gennaio 2014 - Tre milioni e mezzo di euro aggiuntivi per l´assistenza tecnica che dovrà portare a conclusione la ricostruzione post sisma entro il 31 dicembre 2018: il 3 percento concesso dal ministro Carlo Trigilia, in virtù di quanto stabilito dalla delibera Cipe 1/2009, è dato certo e arriva in risposta a una nota del governatore Paolo di Laura Frattura inviata al Ministero della coesione territoriale lo scorso ottobre. "La prova che del problema del personale impiegato nell´Agenzia di protezione civile ci siamo fatti carico molto prima che divenisse un´emergenza". Nella conferenza stampa convocata a Palazzo Vitale assieme al consigliere delegato, Salvatore Ciocca, e al direttore dell´Arpc, Emidio Mastronardi, il presidente della Regione Molise parte da qui per certificare il nuovo corso della ricostruzione illustrando, al contempo, il quadro reale di una vicenda gravata anche da una certa confusione strumentale. "La nota del ministro Trigilia, con data 16 gennaio, risponde - contestualizza Paolo Frattura -, a una nota che la Presidenza della Regione ha inviato al Ministero lo scorso 25 ottobre. Oggi riceviamo la conferma a una richiesta avanzata da noi prima della scadenza dei contratti. A garanzia della continuità, 3 milioni e mezzo aggiuntivi che in parallelo ci impongono un ragionamento serio e ponderato sul fabbisogno effettivo delle professionalità". La quota del 3 percento corrisponde al tetto massimo fissato dalla delibera Cipe 1/2009 per i programmi fino a 500 milioni di euro, "non è una soluzione arbitraria del Ministero. Ricordiamo questo - l´affondo del presidente -, a chi parla senza leggere e conoscere le leggi, al contrario di chi è abituato a parlare quando conosce i fatti e a stare in silenzio per ascoltare quando non li conosce". Arginando "ogni forma di gossip con cui si prova a mettere in dubbio la ricostruzione", Frattura ripercorre le tappe di un percorso finalmente tracciato e monitorato: "In soli otto mesi abbiamo messo ordine in una situazione nella quale di ordine si sapeva davvero ben poco". Uno per uno, dunque, i punti salienti della questione. Nella delibera Cipe 62/2011 che stanzia 346 milioni per la ricostruzione post sisma non c´è voce per l´assistenza tecnica: "L´abbiamo prevista noi - specifica il governatore -, all´interno degli Apq. Per ogni Accordo di programma quadro le strutture ministeriali ci hanno riconosciuto il 2 percento. Insufficiente, l´abbiamo subito denunciato: in totale gli interventi coinvolti dalla ricostruzione sono 1.141. A fronte di queste esigenze abbiamo motivato la richiesta di riallinearci con il tetto massimo fissato dalla delibera Cipe 1/2009 al 3%, un punto in più rispetto a quanto già stanziato", per un importo complessivo di 10 milioni e mezzo. Dalla nascita dell´Agenzia di protezione civile, istituita con legge regionale il 30 aprile 2012, sono stati spesi 5,2 milioni solo per il personale per 218 contratti, ora scaduti o in prossima scadenza. "È evidente - riflette Frattura -, che l´assetto dovrà essere rivisto per renderlo compatibile con le risorse disponibili". A stretto giro di posta, sarà il neodirettore dell´Arpc, Emidio Mastronardi, a definire il fabbisogno necessario in termine di personale ripartito per professionalità e competenze relative ai singoli settori. Conti alla mano, in una logica di programmazione rigorosa, senza ricorrere a ulteriori deroghe al patto di stabilità, si calcola sui residui 320 milioni di euro da spendere un impegno di circa 60 milioni l´anno per i lavori della ricostruzione e "le risorse della delibera Cipe saranno destinate, come dovuto, esclusivamente all´assistenza tecnica. Basta commistioni tra ricostruzione e Protezione civile". "Nel rispetto delle professionalità presenti e costruite dopo il cosiddetto concorsone premieremo all´interno del personale - assicura il presidente della Regione - , il numero di risorse professionali utile ad accompagnare la ricostruzione. Lo faremo attraverso una selezione interna, mettendo in campo risorse certe per stipulare contratti certi". Impegni puntuali e circoscritti rimarcati da Frattura per contrappasso con il passato. Il governatore cita la legge di istituzione dell´Agenzia regionale della Protezione civile che prevedeva una copertura del 4 percento per i contratti di lavori, "ma mai un solo euro - la sua denuncia -, è stato destinato dalla Regione per la copertura finanziaria della legge stessa". Oggi, un´altra storia: Frattura fa leva sui fatti. "Abbiamo contezza dell´avanzamento dei lavori grazie a certificazioni e contestuali impegni di spesa per liquidare lavori già eseguiti. Abbiamo messo su un macchina che procederà per singole schede con un monitoraggio continuo tra entrate e uscite. Ogni trasferimento delle risorse tra Protezione civile e Comuni sarà reinquadrato per rintracciare anche le eventuali economie derivanti. Per evitare ulteriori spese di fitto, a breve trasferiremo - anticipa il presidente della Regione -, l´ufficio del soggetto attuatore nei locali dell´Arpc". Il cambio di passo così garantito per le professionalità coinvolte ma soprattutto per chi non ha a casa dopo 12 anni dal terremoto. "Ai nostri cittadini in attesa di risposta va data priorità". Da qui l´annuncio con il consigliere Ciocca: pronti già un nuovo Apq da 7 milioni e mezzo di euro e un altro da 31 milioni per l´edilizia pubblica.  
   
   
CASA: SOSTEGNO A LOCAZIONI, A FVG OLTRE UN MILIONE DI EURO CHIESTA MODIFICA A PARAMETRI CIPE SU ALTA TENSIONE ABITATIVA  
 
Trieste, 20 gennaio 2014 - Si e´ riunita a Roma la Conferenza Stato Regioni per l´ultimo esame dello schema di decreto per la ripartizione del Fondo nazionale per il sostegno alle abitazioni in locazione per l´anno 2014. Dei 50 milioni di euro della dotazione nazionale, al Friuli Venezia Giulia sono stati assegnati 1 milione 50 mila euro. "E´ un buon risultato, di cui dobbiamo ritenerci soddisfatti - afferma l´assessore regionale alle Infrastrutture ed Edilizia Mariagrazia Santoro - in quanto lo scorso anno su questo capitolo non ci furono trasferimenti statali; solo l´incessante pressing delle Regioni condotto negli ultimi mesi ha consentito di rifinanziare il Fondo, ridando centralità al tema urgente del sostegno alle esigenze abitative. Ricordo che nella nostra regione a fronte di 6 milioni di euro regionali disponibili, sono arrivate domande per 28 milioni di euro". In tema di sostegno alle locazioni, rispetto alle altre Regioni italiane il Friuli Venezia Giulia si dimostra realtà virtuosa, posizionandosi al quarto posto nella classifica nazionale per l´entità degli stanziamenti: 16.77 milioni di euro negli ultimi tre anni, con un incremento, deciso dalla giunta regionale nell´assestamento di bilancio dello scorso luglio, di 570 mila euro nel 2013 rispetto ai due anni precedenti. La Regione Fvg occupa la medesima posizione anche guardando agli stanziamenti complessivi, derivanti dalla somma delle risorse regionali e delle risorse comunali (21 milioni 412 mila euro), essendo preceduta solo da Lombardia, Puglia e Toscana. Questo nonostante la stretta alle compartecipazioni degli enti locali nel 2013, dovuta sia ad un minor numero di comuni aderenti, sia alla riduzione delle risorse comunali messe a disposizione. "Non ci fermeremo qui: tra le richieste che abbiamo posto sul tavolo della conferenza - conclude Santoro - c´è anche la revisione della delibera Cipe 2003 nella definizione delle aree ad alta tensione abitativa che oggi, vista la crisi, va profondamente rivista e per la nostra regione risulta non rappresentare l´attuale situazione, penalizzandoci nel calcolo della ripartizione dei fondi".  
   
   
APPROVATO IL PIANO PAESAGGISTICO, CODICE DI REGOLE CONDIVISE PER IL BUON GOVERNO DEL PAESAGGIO REGIONALE TOSCANO  
 
 Firenze, 20 gennaio 2014 - Approvato dalla Giunta regionale, su iniziativa dell´assessore Anna Marson, il Piano paesaggistico della Toscana, che costituirà integrazione al Pit. Gli elaborati verranno ora inoltrati al Consiglio per l´adozione e approvazione. "Un piano ´ciclopico´ – così lo ha definito il presidente Enrico Rossi – che stabilisce regole più precise per tutelare il nostro territorio e garantire il buon governo delle possibili trasformazioni. Riduce la discrezionalità sugli interventi con l´obiettivo di evitare speculazioni ed ecomostri e tutelare il carattere di bene comune del nostro paesaggio. Un paesaggio che è tutelato sulla base di 365 vincoli per decreto e di quelli della legge Galasso, che insieme coprono oltre il 60% del territorio. Questo ci consentirà di lasciare in eredità alle future generazioni una regione ancora bella e attraente". "E´ un piano che approfondisce la conoscenza, l´interpretazione e la rappresentazione dei paesaggi presenti sull´intero territorio regionale – spiega l´assessore Marson - codificandone gli obiettivi di qualità da garantire nelle trasformazioni. L´insieme dei suoi elaborati consente di superare pareri eccessivamente discrezionali, a favore di un insieme di regole pubblicamente deliberate e condivise, capaci di indirizzare le trasformazioni verso il buon governo del paesaggio". A differenza degli altri strumenti di pianificazione regionale, concepiti come strumenti di prevalente indirizzo di un´attività comunale in buona misura autonoma, il piano paesaggistico, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e dei suoi contenuti "copianificati" con il Ministero competente, è un piano sovraordinato cui sono tenuti a conformarsi gli altri piani e programmi di livello regionale e locale. Nei due anni di lavoro alla redazione del piano, per il quale la competente struttura regionale ha potuto avvalersi del contributo scientifico di tutti gli atenei toscani, e del lavoro di numerosi giovani ricercatori, e´ stata approfondita sia la conoscenza dei fattori e delle relazioni che definiscono i diversi paesaggi toscani, e la loro percezione, che codificati i valori, le criticità e la disciplina delle aree interessate da vincoli paesaggistici. I vincoli paesaggistici, che riguardano le 365 aree oggetto di specifici decreti ministeriali nel corso del tempo e le aree vincolate per legge come coste, fiumi, torrenti e corsi d´acqua, territori coperti da foreste e boschi, e così via, sono stati contestualizzati, specificati e puntualmente disciplinati in coerenza con le conoscenze, le interpretazioni e le discipline strutturate dal piano per l´intero territorio regionale. "I diversi elaborati del piano - aggiunge l´assessore regionale - alla scala regionale, alla scala d´ambito, e per le diverse categorie di beni paesaggistici formalmente riconosciuti, costituiscono nel loro insieme un formidabile avanzamento delle conoscenze relative al territorio e al paesaggio regionale e una maggior certezza delle regole che verranno applicate nel valutare i progetti di trasformazione proposti". Un piano per il paesaggio toscano - "Il paesaggio in Toscana conta – dice ancora l´assessore - è un bene comune di tutti i suoi abitanti, che incorpora la memoria del lavoro delle generazioni passate e costituisce un patrimonio per le generazioni a venire. Questo bene comune, la cui riproduzione richiede non solo tutela, ma anche cura e manutenzione continua, rappresenta un valore aggiunto straordinario in termini di riconoscibilità ma di attrattività anche economica del territorio. Per fare questo occorre riuscire a superare la settorialità delle attuali politiche di sviluppo economico a favore di una maggiore contaminazione e integrazione reciproca fra politiche di sviluppo e politiche per il paesaggio. E´ questa la chiave decisiva per il futuro del paesaggio toscano e del benessere della regione. Ed è con questo spirito che la Regione nell´attuale legislatura ha intrapreso e portato a compimento il percorso di redazione del nuovo Piano paesaggistico". Gli obiettivi del Piano paesaggistico - I "metaobiettivi" del piano sono una migliore conoscenza delle caratteristiche identitarie dl territorio della Regione Toscana, e dunque anche del ruolo che i suoi paesaggi possono svolgere nelle politiche di sviluppo regionale; una maggiore consapevolezza del fatto che una più strutturata attenzione al paesaggio può portare alla costruzione di politiche più integrate ai diversi livelli di governo; e infine un rafforzamento del rapporto tra paesaggio e partecipazione, tra cura del paesaggio e cittadinanza attiva. Dentro a questa cornice complessiva si collocano gli "obiettivi strategici". Tra i principali ci sono quello di garantire la fruizione collettiva dei diversi paesaggi della Toscana (accesso alla costa, ai fiumi, ai territori rurali) e quello di assicurare che le diverse scelte di trasformazioni del territorio e del paesaggio abbiano come supporto conoscenze, rappresentazioni e regole adeguate. Quest´ultimo obiettivo, secondo Marson, significa anche certezza delle regole, e quindi riduzione della discrezionalità relativa ai procedimenti, ai tempi e alle stesse valutazioni di merito che incidono sulle decisioni. L´architettura del piano - Il piano è organizzato su due livelli, quello regionale, e quello d´ambito. Il livello regionale a sua volta è articolato in una parte che riguarda l´intero territorio regionale, trattato in particolare attraverso le "invarianti strutturali", e una parte che riguarda invece i "beni paesaggistici" formalmente riconosciuti in quanto tali. Gli ambiti in cui è stato suddiviso il territorio regionale sono 20: Lunigiana, Versilia e costa apuana, Garfagnana e Val di Lima, Lucchesia, Val di Nievole e Val d´Arno inferiore, Firenze-prato-pistoia, Mugello, Piana Livorno-pisa-pontedera, Val d´Elsa, Chianti, Val d´Arno superiore, Casentino e Val Tiberina, Val di Cecina, Colline di Siena, Piana di Arezzo e Val di Chiana, Colline Metallifere, Val d´Orcia e Val d´Asso, Maremma grossetana, Amiata, Bassa Maremma e ripiani tufacei. Per definire i venti ambiti, ai fini di una maggiore efficacia delle politiche territoriali e nel riconoscimento del senso di appartenenza delle comunità locali, sono stati in generale rispettati i confini comunali, con una sola eccezione (Castelnuovo Berardenga) dettata dalla particolare configurazione territoriale. Per ogni ambito è stata redatta una specifica "Scheda d´ambito", che approfondisce le elaborazioni di livello regionale ad una scala di maggior dettaglio, sintetizzando i relativi valori e criticità, nonché formulando specifici obiettivi di qualità e la relativa disciplina. Gli elaborati del piano - L´insieme degli elaborati del Piano paesaggistico è costituito dalla disciplina generale, dalle elaborazioni di livello regionale (oltre agli abachi relativi alle invarianti, un approfondimento sui caratteri rurali storici e un´iconografia della Toscana degli ultimi sette secoli), dalle elaborazioni a livello di ambito con le singole schede, dalle nuove cartografie per l´intero territorio regionale, dalle schede e cartografie relative alle diverse categorie dei beni paesaggistici, e da vari allegati, tra cui le carte della"intervisibilità", un progetto di paesaggio per la valorizzazione dei percorsi della mobilità dolce, linee guida per la riqualificazione paesaggistica dei tessuti urbanizzati di frangia e norme comuni per le energie rinnovabili.  
   
   
ANCE SALERNO: IN CAMPANIA MUTUI GIÙ DEL 29,8% NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2013. A SALERNO LA FLESSIONE E’ DEL 21.7%.  
 
Salerno, 20 gennaio 2014 - I mutui erogati alle famiglie campane per l’acquisto di immobili sono diminuiti in Campania del 29,8% nei primi nove mesi del 2013 rispetto al pari periodo del 2012 (media Italia: -15,1%). La variazione negativa si somma al -57% registratosi tra il 2007 ed il 2012 (media Italia: -60,6%). Questi i dati principali dell’elaborazione del Centro Studi Ance Salerno sulla base dei flussi analizzati dal Centro Studi Ance nazionale. Scendendo nel dettaglio delle cinque province nel periodo gennaio-settembre 2013 (comparato con gennaio-settembre 2012) il quadro che emerge è il seguente: Salerno -21,7%; Napoli: -30,2%; Caserta: -42,5%; Avellino -23,4%; Benevento: -16,0%. Tutti gli indicatori percentuali sono, quindi, superiori alla media nazionale consolidatasi nello stesso periodo (-15,1%). Sotto il profilo dei valori assoluti in Campania sono stati erogati alle famiglie mutui nei primi nove mesi del 2013 per un importo complessivo pari a 763 milioni di euro rispetto ai 1.087 milioni di euro del pari periodo dell’anno precedente. Nelle province: Salerno (144 milioni di euro/184); Napoli (473/678); Caserta (88/153); Avellino (36/47); Benevento (21/25). Se poi si allarga lo sguardo al flusso di nuovi mutui per investimenti in edilizia residenziale la Campania (sempre nel periodo gennaio-settembre 2013/gennaio-settembre 2012) il dato segna un -38,5% (media Italia: -31,3%). Il dettaglio delle province è il seguente: Salerno -40,4%; Napoli -30,3%; Caserta -56,1%; Avellino -15%; Benevento -50%. In Campania nei primi nove mesi del 2013 sono stati erogati mutui per investimenti in edilizia residenziale per un importo complessivo pari a 228 milioni di euro (371 milioni di euro nel pari periodo 2012). Nelle singole province: Salerno (87 milioni di euro/146); Napoli (92/132); Caserta (25/57); Avellino (17/20); Benevento (8/16). Per quanto riguarda il flusso di nuovi mutui per investimenti in edilizia non residenziale – sempre nel periodo gennaio-settembre 2013/gennaio-settembre 2912 – la Campania con un +3,7% risulta in controtendenza rispetto al dato nazionale: - 22,3%. A livello di territori provinciali sono Napoli (+44,0%) e Benevento (+20%) a trainare il dato regionale in campo positivo. Salerno (-32,4%) e Caserta (-38,7%) restano in campo negativo al di sopra della media nazionale ed Avellino (-21,4%) sempre in area negativa risulta leggermente al di sotto della media nazionale. In valori assoluti in Campania nel segmento dell’edilizia non residenziale sono stati erogati mutui (primi nove mesi del 2013) per un importo pari a 226 milioni di euro (218 nel pari periodo 2012). Nelle provincie: Salerno (46/68); Napoli (144/100); Caserta (19/31); Avellino (11/14); Benevento (6/5). «Il quadro della crisi dell’edilizia - dichiara Antonio Lombardi, presidente di Ance Salerno - è fin troppo chiaro: investimenti pubblici bloccati, imprese e famiglie in balìa del credit crunch, strumenti per agevolare il credito che soprattutto al Sud non decollano mai. È indispensabile che funzioni bene e al più presto l’accordo Abi-cassa Depositi e Prestiti che mette a disposizione degli istituti di credito due miliardi per nuovi mutui-casa. D’altro canto - continua Lombardi - il dato Crif dei giorni scorsi sulla ripresa nel secondo semestre 2013 della domanda di mutui conferma ulteriormente che la propensione all’acquisto da parte delle famiglie è tuttora ben presente e diffusa. È importante che le banche attuino questo accordo con la Cassa Depositi e Prestiti perché è possibile aprire la strada alle giovani coppie, anche conviventi non sposate; ai nuclei familiari con soggetti disabili ed alle famiglie numerose. Si tratta di un provvedimento con importanti riflessi sociali, prim’ancora che economici ed imprenditoriali. Le operazioni finanziabili sono due: l’acquisto dell’abitazione principale e la ristrutturazione, con accrescimento dell’efficienza energetica, degli immobili residenziali». «E’ come sempre paradossale - sottolinea ancora il presidente Lombardi - che in un momento di grave crisi economica (particolarmente nel settore delle costruzioni dove non si intravede un’inversione del trend almeno fino alla metà del 2014) il problema vero non sia il reperimento delle risorse, ma la capacità effettiva di mettere in pratica strumenti che usufruiscono di finanziamenti consistenti come quelli riservati proprio all’acquisto della casa per le categorie deboli. Ancora una volta registriamo una netta discrepanza tra quanto si predica a livello nazionale e quanto realmente accade nei territori, soprattutto del Mezzogiorno». «C’è da aggiungere - conclude Lombardi - un ulteriore dato che non va sottovalutato per comprendere come le contraddizioni ed i ritardi ingiustificabili del sistema del credito penalizzino il mercato privato. Le famiglie italiane sono ancora oggi tra le meno indebitate d’Europa. Uno studio realizzato dall’Ance a livello nazionale evidenzia che lo stock di mutui casa rispetto al Pil in Italia è fermo al 23%, un valore molto inferiore alla media europea (51,7%) e, soprattutto, a quella di Paesi considerati mediamente meno esposti a rischi sistemici come Germania (45,3%), Francia (42,4%) e Danimarca (100,9%)».  
   
   
CINA/ITALIA, ZANONATO: MISSIONE A SOSTEGNO DELLA NOSTRA PRESENZA ECONOMICA “E’ IL PIU’ GRANDE MERCATO MONDIALE, DOBBIAMO STARCI IN MANIERA SISTEMATICA”  
 
Roma, 20 gennaio 2014 - Si è conclusa il 15 gennaio la missione del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato a Pechino. Una missione che è servita essenzialmente a creare le condizioni per intensificare la penetrazione delle aziende italiane in Cina, a sollecitare investimenti cinesi in Italia e, soprattutto, ha messo al centro la necessità di riequilibrare la bilancia commerciale. “La Cina- osserva il Ministro- è il più grande mercato oggi esistente e per troppi anni la nostra presenza non è stata sistematica né sufficientemente organizzata. Ora non possiamo più permettercelo anche di fronte alla concorrenza agguerrita degli altri Paesi.” Si è trattato di una tre giorni densa di appuntamenti e di incontri ad alto livello, ai quali ha partecipato una folta delegazione di rappresentanti di aziende italiane pubbliche e private. Tra questi, il presidente della Cdp Franco Bassanini, l’ad di Invitalia Domenico Arcuri, l’ad del Fondo Strategico Italiano Maurizio Tamagnini, il presidente di Agenzia Ice Riccardo Monti, e l’amministratore unico dell’Enav Massimo Garbini. Era presente anche una delegazione di Confindustria, guidata dal vice direttore generale Daniel Kraus. La visita è stata caratterizzata da sentimenti di apertura e cordialità, senza però dimenticare i dossier aperti che necessitano ancora di attuazione (in particolare il Ministro ha insistito per una soluzione condivisa sulla procedura antidumping nei confronti del vino europeo). Tutti gli interlocutori cinesi si sono dichiarati disponibili e interessati a migliorare i rapporti con i nostri imprenditori e la nostra industria. Al suo arrivo, la delegazione ha partecipato ad un incontro in Ambasciata d’Italia sulla presenza industriale e commerciale italiana in Cina con le imprese che da anni investono e operano nella Repubblica Popolare, come Ansaldo Nucleare, Enel, Fiat, Finmeccanica, Gse e Poste Italiane. Dall’incontro è emersa la necessità di aumentare l’export italiano in Cina, che oggi presenta uno squilibrio nella bilancia commerciale tra i due Paesi. Proprio l’obiettivo di aumentare le esportazioni italiane in Cina è stato al centro del primo incontro istituzionale del Ministro Zanonato con il Ministro del Commercio Estero Cinese Gao Hu Cheng. Il Ministro cinese, che ha firmato con Zanonato un Memorandum di intesa per la costituzione di un Business Forum Italia/cina, ha convenuto sull’obiettivo di un aumento considerevole dell’export italiano in Cina, invitando l’Italia a fornire- in particolare- prodotti di alta qualità. Nella stessa giornata di martedì , il Ministro dello Sviluppo Economico ha poi incontrato il Ministro dell’Industria, dell’Informazione e delle Tecnologie della Rpc Miao Wei con il quale ha firmato un Memorandum per la cooperazione per le politiche industriali fra i due Paesi. Il Mise e il Miit collaboreranno attraverso un Comitato congiunto che si insedierà nella primavera di questo anno ed hanno individuato i settori principali di interesse e quattro ambiti condivisi di cooperazione: urbanizzazione, ambiente, agroalimentare e sicurezza dei prodotti, sanità e invecchiamento della popolazione, cui si aggiungerà a breve aereo spazio. Contemporaneamente, si è insediato a Pechino il Forum Sino-italiano per un nuovo modello di cooperazione economico-commerciale, al quale hanno partecipato oltre 400 tra aziende e imprenditori italiani e cinesi. Si è deciso, di comune accordo, che il Forum sarà permanente e si riunirà ogni anno, alternativamente, a Roma e Pechino. In questo ambito sono stati firmati sei accordi fra imprese italiane e cinesi e poste le basi per molti altri. Mercoledì mattina la delegazione ha incontrato il responsabile della Ndrc (National Development Reform Commission), Xie Zhenhua. La Commissione, per certi versi simile al Cipe italiano, è la sede dove vengono decisi e finanziati i grandi progetti di sviluppo della Rpc, e in tale incontro è stata confermato l’interesse cinese agli ambiti di collaborazione proposti, dovendo la Cina nei prossimi cinque anni accrescere le condizioni di benessere e di sviluppo sostenibile della propria popolazione, affrontando una crescente urbanizzazione che dovrebbe veder nascere oltre 200 città di seconda e terza fascia, ambito di sicuro interesse per la filiera industriale e tecnologica italiana. Successivamente si è svolta una conferenza di presentazione della fiera della calzatura italiana a Shanghai Micam promossa da Agenzia Ice, Ambasciata e Anci (Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani). Il calzaturiero, infatti, rappresenta uno dei settori in cui la nostra esportazione è in forte crescita. Nel pomeriggio il Ministro, l’ad di Invitalia e l’ambasciatore italiano hanno presentato ad un selezionato gruppo di investitori cinesi le novità e le opportunità di investimento che offre il recente piano Destinazione Italia, con il quale il governo italiano ha inteso imprimere un’accelerazione alla politica di attrazione degli investimenti esteri nel nostro Paese attraverso Invitalia. L’agenzia è stata infatti preposta all’attuazione del piano e all’accompagnamento degli investitori esteri in Italia, di cui è l’interlocutore unico. Gli investitori cinesi intervenuti hanno molto apprezzato le novità introdotte che garantiscono maggiore certezza nei tempi e nelle regole ed hanno rivolto agli interlocutori una serie di domande relative alle facilitazioni delle condizioni di ingresso e di impegno finanziario nel nostro Paese. Ultimo appuntamento ufficiale del Ministro Flavio Zanonato e della delegazione è stato riservato alla serata di promozione di Expo Milano 2015 allo Spazio Italia, vetrina pechinese della moda, design, industria e agroalimentare italiana. “Mi ritengo molto soddisfatto di questa missione – afferma Zanonato al termine della sua visita a Pechino – perché ha raggiunto l’obiettivo di rilanciare la presenza industriale e commerciale del nostro sistema Paese in Cina e favorire l’attrazione di investimenti cinesi. Sarà lo stesso presidente del Consiglio, on. Enrico Letta, nel suo prossimo viaggio nella Repubblica Popolare, a rafforzare ulteriormente i legami tra i nostri due Paesi. Ho anche registrato la forte aspettativa cinese per un nostro ruolo propulsivo durante il semestre italiano di guida dell’Unione Europea, soprattutto per rilanciare con convinzione i già buoni rapporti tra Bruxelles e Pechino. Il mio impegno, e quello del Mise, sarà, nei prossimi mesi, quello di favorire ulteriormente tutte le iniziative per internazionalizzare le aziende italiane, soprattutto le Pmi”.  
   
   
ELECTROLUX, MISE PRONTO A CONVOCARE LE PARTI DOPO INCONTRO DEL 27 GENNAIO IL 4 FEBBRAIO TAVOLO DI SETTORE CON CONFINDUSTRIA E TUTTE LE REGIONI INTERESSATE  
 
Roma, 20 gennaio 2014- Il Ministero dello Sviluppo Economico ribadisce di essere pronto fin d’ora a convocare il Tavolo aziendale Electrolux appena le parti interessate ne faranno richiesta e comunque dopo che avrà avuto luogo il previsto incontro azienda-sindacati, già in calendario per il 27 gennaio. Intanto, il Mise convoca per il 4 febbraio il Tavolo di settore dell’elettrodomestico. Al Tavolo del bianco prenderanno parte Confindustria, l’associazione di settore Ceced, le organizzazioni sindacali di categoria e confederali, le Regioni interessate dalla crisi del comparto (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Campania). Entrambi i Tavoli saranno presieduti dal Ministro Flavio Zanonato.  
   
   
ELECTROLUX: SERRACCHIANI, "GOVERNO BATTA UN COLPO"  
 
 Trieste, 20 gennaio 2014 - "Così non va: il Governo nazionale ´deve battere un colpo´, non solo il ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, ma lo stesso presidente del Consiglio dei ministri. Elecrolux è una partita che non riguarda solo il Friuli Venezia Giulia, ma quattro grandi aree regionali italiane e quindi tutto il Paese". Lo ha dichiarato oggi a Trieste la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che ha incontrato nella sede della Regione, assieme a tutta la Giunta regionale, una folta delegazione di lavoratori giunti nel capoluogo giuliano dallo stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone) e una rappresentanza dei lavoratori di Susegana (Treviso). "Nutriamo una fortissima preoccupazione per la vicenda dell´Electrolux, soprattutto per lo stabilimento di Porcia. Siamo pronti a tutto, ma non a rassegnarci alla chiusura". "Sono indignata - ha aggiunto - perché il Governo non ha mai convocato a Roma nessun presidente delle Regioni coinvolte, e il ministro Zanonato non ci ha mai neppure comunicato se ha avuto contatti con la proprietà svedese del gruppo".  
   
   
ELECTROLUX: SERRACCHIANI, INDIGNATI E PREOCCUPATI PER SITUAZIONE  
 
Trieste, 20 gennaio 2014 - "Così non va: il Governo nazionale ´deve battere un colpo´, non solo il ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, ma lo stesso presidente del Consiglio dei ministri: Electrolux è una partita che non riguarda solo il Friuli Venezia Giulia, ma quattro grandi aree regionali italiane e, quindi, tutto il Paese". Lo ha dichiarato oggi a Trieste la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che ha incontrato nel Palazzo della Regione, assieme a tutta la Giunta regionale, al commissario di Governo per il Friuli Venezia Giulia, Francesca Adelaide Garufi, ed ai sindaci di Pordenone e Porcia, Claudio Pedrotti e Stefano Turchet, una folta delegazione di lavoratori giunti nel capoluogo giuliano dallo stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone) e una rappresentanza dei lavoratori del sito Electrolux di Susegana (Treviso). "Nutriamo infatti una fortissima preoccupazione per la vicenda dell´Electrolux, soprattutto per lo stabilimento di Porcia, che riteniamo più a rischio. Siamo pronti a tutto, ma non a rassegnarci alla chiusura", ha affermato Serracchiani. "Sono estremamente indignata", ha quindi sottolineato la presidente: "il Governo non ha mai convocato a Roma nessun presidente delle quattro Regioni coinvolte, il presidente del Consiglio Enrico Letta è stato da me personalmente messo a conoscenza della grave situazione, ma il ministro Zanonato non ci ha mai neppure comunicato se ha avuto contatti con la proprietà svedese del gruppo". Tutti i quattro presidenti delle Regioni coinvolte (stabilimenti Electrolux sono presenti, oltre che in Friuli Venezia Giulia, anche in Veneto, Emilia-romagna e Lombardia) "sanno perfettamente che su questa ´partita´ occorre agire congiuntamente, anche con organizzazioni sindacali e Confindustria: dobbiamo perciò evitare, cosa che mi aspetto, che Electrolux cerchi di dividerci", ha poi la osservato Serracchiani. "Non siete soli", ha quindi indicato la presidente ai lavoratori, "la Regione sta facendo la sua parte in una trattativa difficile e dura, con l´unico traguardo del mantenimento dello stabilimento di Porcia". Ed anche nella prospettiva della presentazione - il prossimo 27 gennaio - del piano industriale Italia della multinazionale svedese dopo il periodo di "investigazione" che si protrae da diversi mesi - Serracchiani ed il vicepresidente della Giunta Sergio Bolzonello hanno confermato che la Regione sta ultimando una "piattaforma" di proposte "per essere pronti a qualsiasi scenario". Una pacchetto di proposte, replicabile anche per altre aziende in difficoltà nel panorama Friuli Venezia Giulia, ha spiegato Bolzonello auspicando dopo il 27 gennaio la creazione di un tavolo complessivo sulla situazione Electrolux nel nostro Paese, con la partecipazione non solo di Governo nazionale ed azienda ma anche delle Regioni e rappresentanze sindacali, che tiene conto della possibile leva fiscale attuabile da parte della Regione, dell´innovazione tecnologica, delle infrastrutture, a cui poi abbinare le valutazioni dello Stato per quanto riguarda costi dell´energia e del lavoro. "Per questo motivo è necessario che il Governo nazionale assuma la regia di questo tavolo con Electrolux, la cui mancata convocazione, sinora, la considero inaccettabile". "Il settore dell´elettrodomestico bianco è il secondo comparto manifatturiero oggi in Italia dopo quello dell´auto, vi lavorano 130 mila addetti, di cui 10.000 in Electrolux: cosa altro deve succedere affinché il presidente Letta prenda in mano questa situazione?", ha osservato Bolzonello.  
   
   
IL TRIBUNALE DELL’UNIONE EUROPEA CONFERMA CHE AL PRODUTTORE DI PUPAZZI DI PELUCHE TEDESCO STEIFF NON PUÒ ESSERE RICONOSCIUTA LA TUTELA COME MARCHIO COMUNITARIO DELL’APPLICAZIONE ALL’ORECCHIO DI UN PUPAZZO DI PELUCHE DI UN BOTTONE O DI UN’ETICHETTA MEDIANTE UN BOTTONE  
 
 Lussemburgo, 20 gennaio 2014 - Nel 2010 il produttore di pupazzi di peluche tedesco Steiff ha chiesto all’Ufficio dei marchi comunitari (Uami) la registrazione come marchi comunitari dei seguenti marchi «di posizione»: La Steiff rivendicava in tal modo una tutela - intesa come diritto esclusivo - a livello dell’Unione europea per l’applicazione di un bottone in metallo rotondo, lucido o opaco, fissato al centro dell’orecchio di un qualsiasi animale di peluche dotato di orecchie, e per l’applicazione di un’etichetta in tessuto rettangolare di forma allungata mediante un siffatto bottone. La tutela non è stata chiesta né per le illustrazioni sopra riprodotte né per il bottone o l’etichetta fissata mediante un bottone in quanti tali, bensì unicamente per l’applicazione del bottone e dell’etichetta mediante un siffatto bottone al centro dell’orecchio del pupazzo di peluche. L’uami ha respinto le domande della Steiff ritenendo che i marchi richiesti fossero privi di carattere distintivo: essi non consentirebbero ai consumatori di riconoscere l’origine commerciale dei prodotti, vale a dire che si tratta di un pupazzo di peluche Steiff e non di quello di un altro produttore. La Steiff ha impugnato dinanzi al Tribunale le decisioni di rigetto dell’Uami, adducendo che l’Uami ha erroneamente ritenuto che i marchi richiesti fossero privi di carattere distintivo. Con le sentenze odierne il Tribunale respinge i ricorsi della Steiff. A giudizio del Tribunale, i marchi richiesti non presentano il carattere distintivo minimo, necessario per poter essere registrati come marchi comunitari. Il Tribunale constata, anzitutto, che i marchi richiesti si confondono con uno dei possibili aspetti dei pupazzi di peluche. Infatti, essendo «marchi di posizione», essi si confondono inevitabilmente con l’aspetto dei pupazzi di peluche, dal momento che, se il bottone e l’etichetta non fossero saldamente attaccati in un punto preciso, non esisterebbero. Inoltre, bottoni e piccole etichette costituiscono elementi frequenti della configurazione dei pupazzi di peluche. Poiché non è abitudine dei consumatori presumere l’origine commerciale dei prodotti basandosi su segni che si confondono con l’aspetto di tali medesimi prodotti, i marchi richiesti avrebbero dovuto discostarsi in maniera significativa dalla norma o dagli usi del settore. Orbene, ciò non si verifica nel caso di specie. Da un lato, i bottoni e le etichette costituiscono elementi frequenti della configurazione dei pupazzi di peluche, e, dall’altro, i consumatori sono abituati a una grandissima varietà di tali prodotti, dei loro modelli e delle loro possibili configurazioni. La loro applicazione all’orecchio, creando di fatto una combinazione banale, che sarà percepita dai consumatori come un elemento decorativo, o anche funzionale (per quanto riguarda il marchio richiesto, nella versione contenente anche l’etichetta), non può essere considerata eccezionale. Tale configurazione sarà percepita dai consumatori soltanto come una delle possibili varianti delle applicazioni del bottone, o dell’etichetta e del bottone, su altre parti di tali medesimi prodotti, oppure una variante di altre eventuali decorazioni fissate alle loro orecchie. Pertanto, il consumatore non può presumerne l’indicazione di un’origine commerciale. Per gli stessi motivi, è irrilevante il fatto che la Steiff possa essere l’unico produttore ad attaccare bottoni in metallo rotondi, lucidi o opachi, sulle orecchie dei pupazzi di peluche o un’etichetta in tessuto rettangolare di forma allungata al centro dell’orecchio dei pupazzi di peluche mediante un siffatto bottone. Importante: Contro la decisione del Tribunale, entro due mesi a decorrere dalla data della sua notifica, può essere proposta un´impugnazione, limitata alle questioni di diritto, dinanzi alla Corte. Importante: Il ricorso di annullamento mira a far annullare atti delle istituzioni dell’Unione contrari al diritto dell’Unione. A determinate condizioni, gli Stati membri, le istituzioni europee e i privati possono investire la Corte di giustizia o il Tribunale di un ricorso di annullamento. Se il ricorso è fondato, l´atto viene annullato. L´istituzione interessata deve rimediare all’eventuale lacuna giuridica creata dall’annullamento dell’atto. Importante: Il marchio comunitario è valido su tutto il territorio dell´Unione europea e coesiste con i marchi nazionali. Le domande di registrazione di un marchio comunitario sono indirizzate all’Uami, avverso le decisioni del quale può essere proposta impugnazione dinanzi al Tribunale.  
   
   
CREAZIONE DI IMPRESA, ACCORDO CAMPANIA INNOVAZIONE E 56CUBE  
 
Napoli, 20 gennaio 2014 - Campania Innovazione, agenzia regionale per la promozione della ricerca e dell´innovazione, e 56Cube, venture incubator di startup innovative digitali nel Sud Italia con sede a Fisciano, in provincia di Salerno, hanno stipulato un accordo di collaborazione per definire e promuovere interventi sul territorio in grado di stimolare la cultura della ricerca e l´innovazione nel tessuto imprenditoriale regionale, valorizzare le competenze specifiche e facilitare l´accesso ai mercati e alle reti internazionali. 56Cube nasce all´interno dell´incubatore certificato Digital Magics di Milano, quotato sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana (simbolo: Dm), con l´obiettivo di riproporre al Sud Italia lo stesso modello, grazie anche alla collaborazione con l´Università degli Studi di Salerno con cui condivide ricercatori, risorse e laboratori. La collaborazione avviata fra Campania Innovazione e 56Cube mira a rilevare le esigenze, i fabbisogni e le richieste delle imprese campane, dei giovani imprenditori, startupper, professionisti, talenti e creatori, in termini di politiche regionali, misure e iniziative per lo scouting di idee tecnologiche, e il sostegno finanziario e formativo per nuove attività imprenditoriali digitali. Con tale accordo, l´incubatore di Salerno aderisce alla costituenda Rete regionale degli incubatori, coordinata da Campania Innovazione, per mettere a sistema esperienze, know how e competenze specifiche di tutte quelle realtà, private e pubbliche, che si occupano di supporto alla creazione di impresa, provvedendo al sostegno e all´erogazione di servizi innovativi. Sono 25 le strutture, fra classiche e modelli emergenti, che operano in Campania per sostenere l’innovazione, la nascita e lo sviluppo di nuove imprese digitali (incubatori, Pst, fab lab, acceleratori, centri servizi). Più di 80 le aziende incubate, 36 non incubate, ma accompagnate, 89 spazi occupati e 86 disponibili fra incubatori, parchi scientifici e tecnologici. "L´accordo siglato tra Campania Innovazione e l´incubatore salernitano 56Cube ha lo scopo di promuovere l´integrazione tra il mondo della ricerca e il tessuto imprenditoriale", dice Guido Trombetti, vice presidente della Regione Campania con delega alla Ricerca Scientifica. "Si tratta - continua Trombetti - di un ulteriore tassello dentro la strategia regionale che prevede che tutti gli attori del sistema Ricerca e Innovazione facciano rete. L´accordo mira a rilevare esigenze, fabbisogni e richieste sia delle Pmi campane che dei potenziali imprenditori offrendo ad essi varie forme di sostegno." "Stimolare e diffondere la cultura d’impresa e promuovere lo spirito imprenditoriale sono aspetti di straordinaria valenza strategica. Grazie alla nascente Rete regionale degli incubatori mettiamo a sistema l´offerta di programmi e servizi per la creazione di impresa", dichiara Fulvio Martusciello, assessore alle Attività produttive della Regione Campania. "A favore delle start up utilizzeremo l´ulteriore fondo messo a disposizione dal Piano di azione e coesione di 150 milioni per rilanciare il sistema produttivo campano. Ci sono poi i 100 milioni previsti nella delibera di accelerazione della spesa destinati prevalentemente a reti d’impresa, start up e Pmi. Rilanciamo produttività e progettualità, grazie alla strategia regionale di supporto agli imprenditori e valorizzazione dei giovani con buone idee progettuali", conclude Martusciello. "Siamo molto orgogliosi - dice Gennaro Tesone, Ceo di 56Cube e partner di Digital Magics - di poter collaborare con un partner come Campania Innovazione, attore indispensabile per lo sviluppo dell´innovazione nella nostra Regione. Sono convinto che questo accordo sarà la base per costruire un rapporto proficuo e duraturo per il tessuto delle neoimprese digitali campane. Il nostro incubatore e le nostre startup si impegneranno attivamente insieme alla Regione per sostenere i giovani talenti del Sud e per trasformare le loro idee innovative in aziende di successo." "Ricerca, innovazione e sostegno concreto alle imprese. Creiamo le condizioni - sottolinea il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro - perché si punti sulla crescita. In questi settori abbiamo le carte in regola per essere eccellenza nel Paese."  
   
   
PIOMBINO, FIRMATO AL MISE PROTOCOLLO D’INTESA PER RILANCIO AREA INDUSTRIALE DE VINCENTI: LA RICONVERSIONE ECOLOGICA HA BISOGNO DI UNA SIDERURGIA AVANZATA  
 
Roma, 20 gennaio 2014- E’ stato siglato il 16 gennaio al Ministero dello Sviluppo Economico un Protocollo d’Intesa per il rilancio e la riqualificazione industriale dell’area di Piombino. Presenti alla firma il Sottosegretario al Mise Claudio De Vincenti, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il Presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà , il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi, il Presidente dell’Autorità portuale di Piombino Luciano Guerrieri, i rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’Ambiente. “La sottoscrizione del protocollo – ha dichiarato De Vincenti - testimonia come il Governo sia in campo, impegnato a fondo per garantire il futuro dell’area industriale di Piombino. Il testo rappresenta un passaggio importante verso l’obiettivo di una riconversione ecologica che passa necessariamente attraverso una siderurgia avanzata, che segua le indicazioni europee, e una riqualificazione dell’area garantita dalla realizzazione delle opere infrastrutturali già in programma”. Le parti firmatarie del protocollo si sono impegnate, in vista di un Accordo di Programma che sarà sottoscritto in tempi rapidi, a valorizzare le potenzialità industriali del territorio di Piombino, a partire dalle prospettive produttive e di mercato del polo siderurgico.  
   
   
SARDEGNA STANZIA 10 MLN PER COOPERATIVE  
 
Cagliari, 20 gennaio 2014 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Mariano Contu ha approvato la delibera per il potenziamento del sistema cooperativistico regionale. Il provvedimento si articola su due linee d’intervento. La prima (a valere sull’asse Ii occupabilità del Po Fse) ha una dotazione finanziaria di 1.500.000 euro, ed è rivolta alla creazione di nuove cooperative, tramite l’erogazione di incentivi a fondo perduto. Possono accedere al finanziamento anche quelle cooperative che, pur essendo costituite da oltre un anno, non abbiano avviato l’attività negli ultimi dodici mesi. Il bando, che sarà pubblicato entro gennaio, prevede una quota di 5.000 euro per ciascun soggetto inoccupato o disoccupato che costituisca una nuova cooperativa o che voglia diventare socio o socio lavoratore di una nuova cooperativa attiva da non oltre un anno. I settori privilegiati sono il turismo, l’ambiente, l’energie rinnovabili, il manifatturiero. La seconda azione, prevede la creazione di un fondo di ingegneria finanziaria per l’erogazione di contributi al capitale di rischio, dietro presentazione di un piano di investimenti. Destinatari dell’intervento sono le cooperative già esistenti, costituite da oltre dodici mesi. Il bando, di prossima pubblicazione, stanzia 8.500.000 euro (a valere sull’asse I adattabilità del Po Fse)per il rafforzamento del sistema. E’previsto un finanziamento fino a 60.000 euro per cooperativa a tasso 0, e uno da 60.001 euro a 120.000 euro, ad un tasso di interesse agevolato. In fase di valutazione sarà data priorità ai piani più innovativi.  
   
   
MONZA E BRIANZA - 2014: 2 IMPRESE SU 3 NON RIDUCONO IL PERSONALE  
 
Monza e Brianza, 20 gennaio 2014 - In media l’8% in meno del giro d’affari. Così le Pmi lombarde hanno chiuso il 2013, dopo che il 2012 si era chiuso in contrazione del 9%. E per il 2014 gli imprenditori lombardi sono pronti a “tirare la cinghia”: resisteranno 2 imprese su 3. Se la metà pensa di resistere anche se con difficoltà (50,2%), c’è 1 imprenditore su 6 ad essere ottimista sul futuro, prevedendo un miglioramento per l’andamento delle attività nel 2014. Sul fronte occupazione, la maggioranza (65,5%) delle imprese lombarde manterrà stabile il numero dei lavoratori nel nuovo anno, solo il 18% degli imprenditori pensa che sarà costretto a ridurre il personale. Un sentiment condiviso anche dalle famiglie: migliora la fiducia rispetto allo scorso anno, in merito al rischio di restare senza lavoro. Se oggi il 20% teme ancora per sé o per qualcuno della famiglia, un anno fa era quasi il 30% dei lombardi a pensare di essere a rischio perdita di lavoro. Sono soprattutto a Milano e a Monza e Brianza le imprese che si aspettano miglioramenti (rispettivamente il 19,9% e il 17,9% contro il 16,7% lombardo), anche se in Brianza è più alta, rispetto alla media lombarda, la percentuale di chi pensa di non farcela a mantenere l’impresa per il 2014. Emerge dalla indagine “Le imprese lombarde e le aspettative per il 2014” realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa 700 imprese lombarde e dall’indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con Digicamere. “Occorre sostenere i segnali di fiducia che provengono dalle imprese, la volontà di mantenere l’occupazione con misure finalizzate al sostegno dei posti di lavoro e del reddito delle famiglie - ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza - L’impegno di tutti è quello di mettere le imprese nelle condizioni di sostenere la ripresa perché le aziende devono fare i conti con i “costi” del sistema Paese”.  
   
   
PISA: INDUSTRIA: PRODUZIONE IN CALO, MA IL FATTURATO TORNA A CRESCERE  
 
Pisa, 20 gennaio 2014 - L’industria manifatturiera pisana, pur continuando la fase di contrazione (-2,6% la produzione), comincia ad arrestare, seppur timidamente, la caduta. Ad avvalorare questa ipotesi è soprattutto l’andamento del fatturato che torna, dopo ben due anni, in terreno positivo (+0,8%) grazie alla spinta proveniente dell’estero (+2,2%). Tuttavia la situazione rimane ancora molto critica se si guarda all’occupazione la quale, nonostante il +0,4% messo a segno del terzo trimestre, si trova ancora un 17% al di sotto dei livelli pre-crisi. Segnali contrastanti anche dal confronto con la Toscana che nello stesso periodo segna un azzeramento della caduta (-0,1%) a causa delle peggiori performance di alcuni importanti spezzoni dell’industria pisana quali le medio-grandi aziende (+2,6% Toscana, -4,6% Pisa) e, a livello settoriale, l’elettronica-mezzi di trasporto (-5,9% Toscana, -10,1% Pisa). Questi, in sintesi, i dati dell’indagine che l’Uff. Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa ha condotto sulle unità locali manifatturiere con oltre 10 addetti. Dimensione Aziendale E’ il dato della media e grande industria (oltre 50 addetti) a pesare come un macigno sul dato complessivo della produzione -4,6% mentre la piccola industria (da 10 a 49 addetti) registra un quasi pareggio in termini produtivi (-0,8%) Settori All’interno dei settori va segnalato il ritorno in positivo della metalmeccanica e del cuoio che segnano, rispettivamente, il +1,8% ed il +2,2% in termini produttivi. Questi dati non bastano a risollevare l’andamento complessivo della produzione che continua a perdere a causa dell’elettronica-mezzi di trasporto (-10,1%), del legno-mobili (-11,3%), delle calzature (-5,2%), della lavorazione dei minerali non metalliferi (-1,9%, prevalentemente vetro) e della chimica-farmaceutica-gomma-plastica (-4%). Aspettative Per Il Iv Trimestre 2013 L’attenuazione dei segnali negativi trova conferma dall’andamento delle aspettative imprenditoriali. Dopo aver toccato il livello più basso a fine 2012, il clima di fiducia sta risalendo e in particolare è dall’estero, confermando i risultati del fatturato e degli ordini, che gli imprenditori si aspettano i risultati migliori. "Sebbene i dati segnalino un’industria pisana ancora alle prese con la recessione – afferma il Presidente della Cdc di Pisa Pierfrancesco Pacini – mi preme segnalare come il positivo riscontro che il comparto sta avendo sui mercati internazionali possa essere un buon viatico per la tanto auspicata, seppur lenta, ripresa. Come sempre, la Cdc intende assecondare i timidi segnali positivi che stanno emergendo con iniziative di breve periodo, tra cui l’impegno per agevolare l’accesso al credito, ma anche di medio-lungo, lavorando, ad esempio, per promuovere ed accompagnare le imprese su nuovi e più promettenti mercati senza tralasciare quelli più tradizionali.”  
   
   
ASSESSORE PIEMONTE SCRIVE AL MINISTRO ZANONATO RIVEDERE ART. 8 DEL D.L. 145/2013, A RISCHIO MIGLIAIA DI CARROZZERIE  
 
Torino, 20 gennaio 2014 - Agostino Ghiglia , assessore regionale all’Artigianato, ha scritto al ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, per evidenziare la necessità di rivedere, in fase di conversione, l’art. 8 del decreto legge n. 145/2013, il cosiddetto “Destinazione Italia”. “Ho voluto farmi portavoce del condivisibile grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria - afferma l’assessore Ghiglia - sottolineando l’impatto esiziale del provvedimento nei confronti delle Pmi artigiane che operano nel settore della riparazione dei veicoli. Il dispositivo indirizza il mercato della riparazione verso le realtà convenzionate con le Compagnie di Assicurazione, penalizzando fortemente chi continua a rivolgersi al riparatore di fiducia. Ciò mette in crisi tutti quegli imprenditori indipendenti che, non volendo, ma soprattutto non potendo lavorare sotto costo ovvero con margini operativi del tutto insostenibili, rifiutano di siglare tali convenzioni. Auspico che a margine della manifestazione odierna in programma a Roma - conclude Ghiglia - il ministro incontri i rappresentanti di categoria, facendosi carico di proporre, in sede di conversione, una modifica sostanziale del decreto. Modifica che, perseguendo realmente un approccio liberista, conceda agli automobilisti di scegliere la propria officina o carrozzeria di fiducia e che permetta altresì la cessione del credito, passaggio fondamentale per evitare l’esborso anticipato delle somme dovute per la riparazione”.  
   
   
MANTOVA, PROGRAMMI OCCUPAZIONALI DELLE IMPRESE NEL IV TRIMESTRE 2013  
 
 Mantova, 20 gennaio 2014 - Il Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova rende noti i risultati dell’indagine Excelsior relativi alle assunzioni programmate per l’ultimo trimestre del 2013 nella provincia di Mantova. Nel periodo tra ottobre e dicembre 2013, le assunzioni previste dalle imprese mantovane manifatturiere e dei servizi (sono escluse dal campione Agricoltura e Pubblica Amministrazione) ammontano a 720 unità, con una diminuzione del 16% rispetto al trimestre precedente. Considerando i movimenti occupazionali nel loro insieme (comprese le modalità di lavoro indipendente, i contratti in somministrazione e di collaborazione a progetto) le entrate raggiungono le 1.060 unità. Per l’ultimo trimestre del 2013, a queste entrate si contrappongono 1.700 uscite, con una variazione occupazionale di segno negativo, pari a -640 unità. A livello regionale Mantova si trova in posizione intermedia; quasi tutte le province lombarde, infatti, prevedono variazioni occupazionali negative, con la sola eccezione di Monza e Brianza dove l’occupazione dovrebbe mantenersi sostanzialmente invariata. Per quanto riguarda la tipologia contrattuale, circa il 62% delle assunzioni programmate nel periodo ottobre-dicembre è prevista con un contratto a tempo determinato. Di queste, il 31,7% ha carattere stagionale, il 21% è legato a periodi di prova per l’inserimento di nuovo personale, il 30,8% è finalizzato alla copertura di picchi di attività e il 16,5% è rivolto alla sostituzione di dipendenti temporaneamente assenti. Le assunzioni a tempo indeterminato, invece, risultano pari al 29,1%, una quota di poco inferiore al dato regionale (30,7%), ma superiore a quello nazionale (24,2%). Il restante 9% riguarda contratti di apprendistato o di altro tipo. Negli ultimi mesi dell’anno, circa il 68% del totale delle assunzioni programmate nella provincia di Mantova si concentra nei servizi, con una diminuzione di circa 6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente; aumenta, quindi, il peso dell’industria (costruzioni comprese) che si attesta a poco più del 32% del totale. Tra i servizi, ad esprimere una maggior richiesta di assunzioni sono il commercio (14%), i servizi alle persone (13%), il settore del turismo e della ristorazione (11%) e i servizi avanzati alle imprese (7%). Per quanto riguarda l’industria, invece, i numeri più consistenti sono nel comparto metalmeccanico-elettronico (7%) e in quello tessile e abbigliamento (4%); le altre industrie e le costruzioni costituiscono il 20% del totale. I nuovi inserimenti, dal punto di vista dei profili professionali, sono orientati prevalentemente verso le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (29%), a cui seguono gli operai specializzati e conduttori di macchinari (28%); i profili “high skill” (dirigenti, specialisti e tecnici) con il 18% dei posti, i profili generici con il 17% e le professioni impiegatizie con l’8%. Nel dettaglio delle professioni, le più richieste nella provincia di Mantova, sono i commessi e personale qualificato nelle vendite, i cuochi, camerieri e professioni simili e gli operai specializzati e conduttori di impianti nell’industria alimentare. Seguono il personale di segreteria e servizi generali e gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici. Rispetto allo scorso trimestre aumentano le difficoltà attese dalle imprese nel reperire i profili desiderati, passando dal 13,2% al 15,2%, un valore superiore alla media regionale (14,3%) e a quella nazionale (12,8%). I problemi nel trovare personale sono legati più alla scarsità di candidati disponibili a ricoprire la posizione richiesta (8%) che non all’inadeguatezza in termini di competenze e di esperienza possedute (7%). Le difficoltà più marcate, segnalate dalle aziende nella fase di ricerca della figura richiesta, riguardano, nel 19,6% dei casi, i servizi e nel 13,2% l’industria: sono soprattutto le industrie tessili e dell’abbigliamento (28,6%), le industrie metalmeccaniche ed elettroniche (22%), il commercio (18,3%) e i servizi alle persone (17%). Le aziende mantovane richiedono un’esperienza di lavoro per oltre la metà dei nuovi inserimenti (57,9%), quota che risulta non molto diversa dalla media regionale (58,8%), ma inferiore a quella nazionale (61,3%). In particolare, al 13% dei candidati viene richiesta una esperienza nella professione e al 45% un’esperienza almeno nel settore dell’impresa. L’esperienza è un requisito segnalato più spesso nell’industria (62,2%) rispetto ai servizi (56%). Nel dettaglio delle attività economiche i valori superiori alla media riguardano le costruzioni, l’industria tessile e dell’abbigliamento, i servizi alle persone e il commercio. Per circa il 44% delle assunzioni previste viene richiesto un titolo di studio superiore (diploma o laurea), per il 10% una qualifica professionale e per il restante 46% non viene richiesta alcuna formazione specifica. La quota di diplomati e laureati, pari a circa 10 punti percentuali in meno rispetto al trimestre precedente, risulta inferiore rispetto sia alla media regionale (53,5%) sia a quella nazionale (49%). Nell’ultimo trimestre dell’anno, le opportunità offerte specificamente alle donne interessano il 33% delle assunzioni, che si prevedono di reclutare, in particolare, come operaie specializzate e conduttrici di impianti nell’industria alimentare e come personale di segreteria e servizi generali. Le imprese mantovane prevedono di assumere giovani al di sotto dei 30 anni per il 39% delle assunzioni, soprattutto come operai nelle industrie chimiche, del legno e della carta, operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, commessi e personale qualificato nelle attività commerciali e cuochi, camerieri e professioni simili. Come nei trimestri precedenti, va, tuttavia, sottolineato che, in sede di intervista, una quota rilevante di imprese ha dichiarato indifferente l’età e il sesso della figura ricercata.  
   
   
ROSSI: "OGGI PASSO CONCRETO PER PIOMBINO POLO SIDERURGICO PIÙ ECOLOGICO IN EUROPA"  
 
Firenze, 20 gennaio 2014 - E´ nero su bianco da oggi l´avvio della riqualificazione e riconversione del polo industriale di Piombino. Nella sede del ministero per lo sviluppo economico è stato firmato stamani il protocollo d´intesa per l´attuazione di un piano complessivo di rilancio. Insieme al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi hanno sottoscritto il protocollo il sottosegretario allo svilupo economico Claudio De Vincenti, il sindaco di Piombino Gianni Anselmi, il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e il presidente dell´Autorità portuale di Piombino Luciano Guerrieri. Firmatari sono anche il ministero dell´ambiente e quello delle infrastrutture. "Quello di oggi è un´importante accordo per lo sviluppo industriale della siderurgia italiana – ha detto il presidente Enrico Rossi - e un passo avanti concreto per fare di Piombino il polo siderurgico più ecologico d´Europa e tra i più ecologici a livello mondiale. Con la firma di oggi si avvia questo percorso. Governo e Regione intervengono a sostegno di questo settore industriale fondamentale non solo per la Toscana, ma per la competitività del Paese. Adesso ci aspettiamo un analogo impegno da parte di gruppi industriali nel presentare offerte di interesse per rilevare l´ex gruppo Lucchini, con la possibilità di agganciarsi anche alla procedura di vendita impostata dal Commissario Nardi. Una realtà che grazie a questo progetto e alla sua tradizione produttiva è, e lo sarà ancora di più nel futuro, un polo produttivo ecologico, moderno ed efficiente". Impegni che saranno definiti con l´accordo di programma che sarà firmato entro il mese di marzo. E in cui verranno assunti precisi impegni finanziari per realizzare le opere e interventi necessari per riqualificare e riconvertire il polo di Piombino, in particolare per sostenere una riconversione e ammodernamento del processo produttivo siderurgico costituendone un esempio pilota in Europa. Quanto ai finanziamenti previsti, come ha spiegato il presidente Rossi, "si tratta di incentivi che potranno ammontare a circa 110 milioni, di cui 40-50 da parte della Regione e altrettanti dal Governo, più il ricorso ai fondi comunitari necessari per la formazione e per gli interventi di tutela ambientale. Su quest´ultimo punto sarà anche attivata una collaborazione con l´Università di Pisa e la Scuola Superiore S.anna di Pisa, con il coordinamento di Logistica Toscana". Il piano complessivo di riconversione si impernia su azioni di innovazione dei processi industriali siderurgici finalizzata a rendere competitivi i prodotti e a migliorare gli impatti ambientali (una iniziativa inserita nel Piano d´azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile, in Horizon 2020 e attuabile grazie a fondi regionali). Previsti anche interventi di implementazione infrastrutturale del porto di Piombino e sviluppo di attività logistiche integrate e attività ad alto contenuto tecnologico connesse allo smantellamento delle navi. Saranno rese più efficienti le infrastrutture energetiche e saranno sostenute le iniziative imprenditoriali volte alla diversificazione produttiva mediante procedimenti di bonifica e ripristino ambientale che consentano e favoriscano lo sviluppo di attività produttive sostenibili dal punto di vista ambientale e coerenti con l´esigenza di assicurare il rilancio dell´occupazione. Del piano fanno parte anche interventi per la qualificazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori.  
   
   
FVG: FRIE E FONDO SVILUPPO ELEMENTI PORTANTI  
 
Pordenone, 20 gennaio 2014 - L´attenzione della Regione per le esigenze che le piccole e medie imprese manifestano, nell´ottica della ripresa dalla crisi e del consolidamento del sistema economico del Friuli Venezia Giulia, è stata ribadita, a Pordenone, dal vicepresidente, Sergio Bolzonello, intervenuto a una tavola rotonda sul tema "Reagire alla crisi, un nuovo rapporto con gli istituti di credito e gli strumenti per crescere". Nel corso dei lavori, i relatori, appartenenti a una rete di professionisti e rappresentanti del mondo bancario, hanno dettagliato criticità, prospettive e strategie possibili, soprattutto per ottimizzare il raccordo tra le imprese e il sistema bancario, al fine di favorire la crescita del tessuto economico produttivo regionale. Un elemento importante di questa strategia è rappresentato dall´accesso al credito da parte delle imprese. A tale proposito, la Regione ha stipulato di recente un accordo con le banche, finalizzato alla rivitalizzazione dei principali strumenti finanziari dell´Amministrazione per il mondo economico, che la Giunta regionale ha individuato nel Frie e nel costituendo Fondo di sviluppo. Strumenti che rappresenteranno l´asse portante degli incentivi previsti dalla Regione per sostenere la principale componente dell´economia del Friuli Venezia Giulia, rappresentata dalle piccole e medie imprese. Entro breve, ha anticipato in proposito Bolzonello, sarà infatti pienamente operante la linea di interventi possibili attraverso il Frie. Il vicepresidente si è altresì soffermato sul Piano di sviluppo industriale del Friuli Venezia Giulia, in fase di predisposizione, e sull´attenzione che l´Amministrazione rivolge all´innovazione e alla nuova programmazione europea. Innovazione che nella nostra Regione registra già dati significativi: il 41 per cento delle piccole e medie imprese ha chiesto e ottenuto l´accesso alle relative provvidenze. Un dato confortante, se raffrontato con la percentuale nazionale, che è del 31.5 per cento. Riguardo ai benefici della programmazione europea, come ha rilevato il vicepresidente, saranno maggiormente incentrati verso settori specifici. Uno dei comparti ai quali dovrà essere rivolta maggiore attenzione da parte della Regione è il turismo: trascurato per parecchio tempo, occorre ora una politica che favorisca le strutture alberghiere, delle quali vi è carenza sull´intero territorio. Investimenti in questo settore daranno respiro anche a quello delle costruzioni.  
   
   
COMO: PREMI ECONOMICI PER LE MIGLIORI IDEE IMPRENDITORIALI  
 
Como, 20 gennaio 2014 - C’è tempo fino al 23 gennaio 2014 per presentare domande per il Premio "Creatività femminile. Bando per la concessione di premi economici per le migliori idee imprenditoriali” giunto alla sua sesta edizione. Scopo del bando è di agevolare la nascita di nuove imprese femminili e incentivare lo sviluppo delle imprese operanti in provincia di Como con particolare riguardo, quest’anno, ai progetti imprenditoriali coerenti con le tematiche specifiche di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Saranno assegnati tre premi rispettivamente di 5.000, 3.000 e 2.000 euro. Per ulteriori informazioni: www.Co.camcom.it    
   
   
SAVONA: IL SISTEMA PRODUTTIVO IN BASE ALL´ULTIMO CENSIMENTO  
 
Savona, 20 gennaio 2014 - La Camera di Commercio di Savona analizza i dati del Ix Censimento dell’Industria e dei Servizi. Sono 25.327 le imprese attive in provincia di Savona al Censimento 2011, nelle quali trovano impiego oltre 68.293 addetti. Rispetto al Censimento del 2001, la "fotografia" al 2011 presenta una crescita del numero di imprese del 3,8% e degli addetti del 2,2%. Tale valore posiziona Savona all’ultimo posto tra le province liguri per crescita occupazionale delle imprese nel decennio intercensuario, dopo Genova, La Spezia e Imperia. Positiva risulta la dinamica del settore non profit, dove gli addetti sono aumentati di circa mille unità, passando dai 2.343 del 2001 ai 3.474 del 2011 (+ 48,3%). L´indagine censuaria, curata dall´Istat, non ha riguardato soltanto le attività private, ma anche il settore delle istituzioni pubbliche, dove l´occupazione risulta in calo: il numero di dipendenti pubblici nella provincia di Savona passa da 15.100 nel 2001 a 13.649 nel 2011 (-10%).  
   
   
REGGIO CALABRIA: ANCHE IL TORRONE DI BAGNARA VERSO IL MARCHIO IGP  
 
 E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 6 del 9/1/2014 il decreto che ha concesso la protezione transitoria nazionale alla denominazione “Torrone di Bagnara”. Il percorso per l’importante riconoscimento comunitario promosso e sostenuto ormai da diversi anni dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria, dall’Amministrazione comunale di Bagnara e della Regione Calabria che hanno affiancato l’Associazione tra i produttori di Torrone di Bagnara, è giunto ormai alle battute finali; l’istanza per la registrazione come indicazione geografica protetta è al vaglio della Commissione europea che dovrebbe esprimersi nei prossimi mesi, ma è già un risultato la tutela del prodotto sul territorio nazionale. La protezione transitoria e´ riservata alla specialità “Torrone di Bagnara” nelle versioni martiniana e torrefatto glassato, ottenuto in conformita´ al disciplinare di produzione consultabile nel sito istituzionale del Ministero delle politiche agricole e forestali. Con il riconoscimento europeo atteso, i produttori di torrone di Bagnara potranno caratterizzare il loro prodotto con lo specifico bollino europeo Igp. “L’iniziativa, oltre a salvaguardare una consolidata tradizione, valorizza il patrimonio enogastronomico locale e dell’intera Calabria; può rappresentare la svolta lungamente attesa dagli artigiani bagnaresi, che aspirano a migliorare le condizioni occupazionali e materiali nelle quali si svolge il loro lavoro e ad aprire il loro commercio a mercati diversi e più ampi – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio Lucio Dattola”. Il Torrone di Bagnara non è il primo tra i prodotti agroalimentari della provincia di Reggio Calabria a fregiarsi della tutela comunitaria; un altro prodotto tipicamente reggino già vanta tale riconoscimento: l’olio essenziale di bergamotto. Inoltre esistono ulteriori produzioni enogastronomiche tutelate, che interessano la provincia reggina e l’intero territorio regionale. Il riconoscimento per il “Torrone di Bagnara” è però tanto più importante in quanto i prodotti dolciari dop o igp a livello europeo sono pochi. Dal punto di vista commerciale, ancora oggi buona parte del Torrone di Bagnara è destinata al mercato locale, tuttavia è crescente il quantitativo di torrone destinato alle città del centro e nord Italia, nonché ai mercati esteri,soprattutto laddove è forte la presenza di immigrati calabresi. La produzione del torrone, pur essendo fortemente concentrata nel periodo natalizio, si rivela dal punto di vista economico, una fonte di reddito importante. Complessivamente coinvolge poco più di una ventina tra laboratori di pasticceria e piccole attività a carattere “industriale”, con una occupazione per l’economia locale, particolarmente concentrata nel periodo prenatalizio.  
   
   
NOVARA: IMPRENDITORIALITÀ SOCIALE E MICROCREDITO: INSEDIATO COMITATO  
 
Novara, 20 gennaio 2014 - Mercoledì 15 gennaio si è insediato il Comitato per l’Imprenditorialità Sociale e il Microcredito (Cisem) promosso dalla Camera di Commercio di Novara: l’organismo si occuperà di monitorare l’economia locale, favorire l’accesso al credito, soprattutto attraverso lo strumento del microcredito, e proporre attività, anche di carattere formativo, a sostegno delle imprese sociali. Il Comitato è composto da quattro rappresentanti del Consiglio della Camera di Commercio di Novara: Cristina Balbo (in rappresentanza del mondo del credito), Michelangelo Belletti (cooperazione) e Cesare Ponti (industria); a breve verrà inoltre designato un rappresentante dell’artigianato che andrà a ricoprire il ruolo inizialmente assegnato a Giovanni Fasola. L’amministrazione locale è rappresentata da Oliviero Colombo (Provincia di Novara), il volontariato sociale da Daniele Giaime (Csv Novara) e l’associazionismo sociale da Alessandro Zanoni (Forum del Terzo Settore Piemonte). Completano il Comitato quattro esperti: Eliana Baici (Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa - Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”), Alberto Banfo (Fondazione Banca Popolare di Novara per il territorio), don Dino Campiotti (Fondazione San Gaudenzio) e Giuseppe Nobile (Fondazione Comunità del Novarese). Nel corso della riunione di insediamento, il Comitato ha eletto quale presidente dell’organismo Michelangelo Belletti, che si era fatto promotore della sua costituzione nell’ambito del Consiglio camerale. «Con la nascita di questo Comitato ci proponiamo di rendere ancora più efficaci le azioni promosse a livello locale nell’ambito del microcredito e dell’imprenditorialità sociale e di individuare proposte che possano rispondere a particolari esigenze – ha dichiarato il neopresidente Belletti – L’attenzione verso questi temi è crescente, come conferma il meeting per imprenditori sociali organizzato dalla Commissione Europea a Strasburgo proprio in questi giorni: le imprese sociali sono un elemento di particolare attualità ed utilità – sottolinea Belletti - in quanto capaci di favorire la coesione sia economica che sociale attraverso la creazione di una risorsa indispensabile, che è la fiducia». La prossima riunione del Comitato, nella quale si avvierà la stesura del programma di attività per l’anno 2014, è prevista nella seconda metà del mese di febbraio.  
   
   
TOSCANA: CONSORZI, IL PARERE DELL´AVVOCATURA  
 
Firenze, 20 gennaio 2014 – Elezioni, in particolare quelle del Comprensorio Toscana Nord, che non si sono svolte con il necessario rigore formale, nonostante le dettagliate direttive fornite dagli uffici regionali e dal commissario incaricato in preparazione del voto per i nuovi Consorzi di bonifica. Un quadro – uso illegittimo del voto multiplo, stesura insufficiente dei verbali – che denota comportamenti anche gravi. E tuttavia, sulla base di una consolidata giurisprudenza, gli elementi di illegittimità rilevati non appaiono sufficienti a giustificare l´annullamento delle elezioni, in via di autotutela. Questo in sintesi il parere espresso nelle scorse settimane dall´Avvocatura regionale dopo le denunce che hanno riguardato lo svolgimento delle operazioni di voto del 30 novembre scorso. Il documento sottolinea inoltre che la natura e l´entità delle illegittimità rilevate risultano ininfluenti rispetto ai risultati elettorali, dal momento che non hanno condizionato l´espressione della volontà popolare. In sostanza, al netto dei voti dati in eccesso, il risultato in termini assoluti della lista risultata vincente, non sarebbe cambiato. Un´ulteriore valutazione proposta dal parere dell´Avvocatura riguarda i costi aggiuntivi che comportebbe l´annnullamento e la ripetizione dell´elezione. Sono naturalmente valutazioni fatte allo stato attuale delle informazioni contenute nella relazione del commissario e "con riserva di una rivalutazione degli interessi ove emergano fatti nuovi in ordine ai diritti soggettivi eventualmente fatti valere".  
   
   
ASTI: LA CDC SOSTIENE L´INCUBATORE D´IMPRESE ASTI GREEN  
 
Asti, 20 gennaio 2014 - La Camera di Commercio di Asti sostiene l´incubatore d´imprese “Asti Città Green” del polo universitario Astiss, progetto avviato in questi giorni con l´apertura del bando per la selezione di idee e progetti d´impresa proposti da giovani fino ai 35 anni d´età. Possono partecipare anche le imprese iscritte alla Camera di Commercio di Asti da non più di 18 mesi. Gli ambiti di attività ammessi sono i più vari: possono riguardare l´enogastronomia e le attività turistiche, la cultura, la green economy in senso ampio, il welfare locale e la gestione dei beni e delle tradizioni locali. E´ richiesto un approccio innovativo, creativo e capace di produrre valore aggiunto alle vocazioni del territorio astigiano. Le dieci imprese che verranno ammesse potranno utilizzare spazi di coworking nella sede universitaria di piazza De Andrè ma soprattutto servizi di consulenza e formazione costruiti su misura e messi a disposizione dalla rete delle istituzioni e delle associazioni di categoria che partecipano all´iniziativa. La Camera di Commercio, fa sapere il presidente Mario Sacco “intende sostenere e agevolare il percorso dei giovani aspiranti o neo imprenditori mettendo a loro disposizione non solo i propri servizi ma anche i nuovi bandi di finanziamento a favore degli investimenti e della partecipazione a fiere”. Le candidature per l´incubatore d´imprese vanno presentate entro il 31 gennaio; saranno comunque visionate le domande pervenute dopo la scadenza, fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati dal progetto. Il regolamento e la domanda di partecipazione sono scaricabili dal sito www.Uni-astiss.it  Informazioni: segreteria@uni-astiss.It  e innovazione@lamoro.It    
   
   
A MILANO LITI TRA IMPRESE PER 300 MILIONI L´ANNO  
 
Milano, 20 gennaio 2014 -, Oltre 300 milioni di euro, è il valore delle liti degli arbitrati gestite nel 2013 dalla Camera arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano. Nei primi dieci mesi dell’anno sono state 144 le domande di arbitrato depositate presso la Camera arbitrale di Milano, più di tutti i casi gestiti nel 2012 (138), per un valore medio di circa 2,3 milioni di euro. Diritto societario e appalti le materie su cui le imprese litigano di più. E in un caso su otto (12%) le domande di arbitrato riguardavano liti internazionali. La ricerca. Una giustizia, quella arbitrale, veloce ed efficiente con una durata media dei procedimenti di circa un anno. Nel periodo 2007-2010 i procedimenti di arbitrato conclusi più velocemente sono quelli con collegi più giovani (in media 286 giorni nel caso di collegio arbitrale composto da under 40) o con arbitro unico anche se due terzi delle domande riguardano arbitrati condotti da un collegio di tre arbitri. La parte che promuove l’arbitrato “vince” nel 54% dei casi, “perde” nel 21% e “pareggia” nel 25%. I dati emergono da una ricerca sui casi di arbitrato seguiti negli anni tra il 2007 ed il 2010 dalla Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, realizzata da Riccardo Marselli (Università di Napoli, Parthenope), Alessio Scano (Università di Sassari) e Marco Vannini (Università di Sassari e Crenos). I dati della ricerca - Lodo o transazione. Si equivalgono le percentuali di procedimenti conclusi con un lodo (49,1%) anziché con una transazione (50,9%). Probabilità maggiore di una decisione (lodo) arbitrale per le controversie in materia di contratti di distribuzione (69,4%), consulenza (69,2%) e diritto societario (58%); probabilità maggiore di accordo o transazione con i trasferimenti di azienda (76,1%) e con gli appalti (70,7%). Arbitro unico e collegio di tre arbitri. Circa i due terzi delle domande presentate (66,6%) riguardano arbitrati condotti da un collegio di tre arbitri. L’arbitro unico è prevalente nelle controversie in materia di associazione in partecipazione (100%), contratti di distribuzione (58,2%) e trasferimento d’azienda (52,3%) mentre il collegio con tre arbitri è scelto in circa i tre quarti dei procedimenti relativi al diritto societario (75,7%) ed agli appalti (75,3%). Il profilo degli arbitri. Gli arbitri sono nella maggioranza dei casi avvocati mentre minori sono le nomine di commercialisti o ingegneri (questi ultimi negli appalti). La durata dei procedimenti arbitrali. I procedimenti (dalla richiesta/domanda di arbitrato all’estinzione del procedimento con o senza lodo) giudicati da un arbitro unico si esauriscono prima di quelli trattati da un collegio di tre arbitri. L’arbitro unico conclude il procedimento in media in 320 giorni mentre il collegio di tre arbitri impiega in media 409 giorni. La durata più breve si ha invece con il collegio di arbitri under 40 (286 giorni). Le probabilità di vittoria nel lodo. L’attore ossia la parte che promuove l’arbitrato ha avuto riconosciute nel lodo le proprie ragioni (ha vinto) nel 54% dei casi mentre la parte B, la convenuta chiamata in arbitrato, ha vinto nel 21% dei casi. L’ipotesi di pareggio con reciproci riconoscimenti nel lodo è stata osservata nel 25% dei casi.  
   
   
L’ASSESSORE CALABRIA SUI LAVORATORI LSU/LPU E LEGGE 15/2008: “ELABORATO IL DECRETO PER PAGAMENTO DI TRE MENSILITÀ”  
 
Catanzaro, 20 gennaio 2014 - L’assessore regionale al Lavoro, Formazione professionale e Politiche sociali, Nazzareno Salerno, nel commentare l’elaborazione del decreto per il pagamento di tre mensilità per i lavoratori impegnati nelle attività della legge 15/2008 e per gli lsu/lpu (sussidi e integrazione), ha affermato che “la Regione Calabria conferma la propria vicinanza ai lavoratori precari muovendosi con solerzia nella piena consapevolezza delle esigenze delle famiglie calabresi”. “E’ un nuovo segnale di impegno a favore di lavoratori – ha sostenuto ancora l’Assessore Salerno – che sono divenuti essenziali per il funzionamento degli Enti utilizzatori e che hanno acquisito in questi anni delle competenze importanti nel processo di fruizione dei servizi alla collettività. L’attenzione verso queste categorie da parte del Governo regionale rimane dunque sempre alta: insieme al Presidente Giuseppe Scopelliti è stata disegnata una strategia che, dispiegandosi anche grazie all’interlocuzione con i riferimenti nazionali, ha portato all’approvazione della Proposta di Legge avente ad oggetto ‘Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato di cui all’art. 1 del D.l. 31 agosto 2013, n. 101 convertito in Legge 30 ottobre 2013, n. 125’, che è divenuta fondamentale per il futuro di questi lavoratori. La sensibilità verso i precari viene pertanto dimostrata attraverso un lavoro che affianca la produzione di nuovi strumenti normativi alla rapida erogazione delle spettanze. Dare serenità e prospettive positive ai lavoratori – ha aggiunto l’Assessore Salerno – è un compito che ci siamo assunti e che cerchiamo di perseguire con tutte le nostre energie. Il pagamento di queste mensilità va proprio nella direzione di avvicinare la Regione ai lavoratori. La Giunta regionale guidata dal Presidente Scopelliti – ha concluso l’Assessore regionale al Lavoro – continuerà a spendersi per centrare l’obiettivo di avviare una stagione di sviluppo che abbia come protagoniste quelle risorse umane che rappresentano un patrimonio di inestimabile valore”.  
   
   
"CASAPULIA" A HOMI MILANO PER DESIGN E ARTIGIANATO  
 
Bari, 20 gennaio 2014 - Design e artigianato made in Puglia saranno protagonisti con una mostra immagine ad “Homi – Il nuovo grande Macef”, in programma dal 19 al 22 gennaio a Fiera Milano – Rho. L’esposizione, dal titolo “Casapulia”, è dedicata al design contemporaneo e alla lavorazione artigianale di qualità nel settore del “sistema casa”. Prodotti e prototipi esposti sono frutto della creatività di 22 giovani designer pugliesi, 11 donne e 11 uomini, che si sono candidati, su invito della Regione Puglia, ad esporre le proprie creazioni: lampade da tavolo e da muro dal design innovativo, complementi d’arredo, articoli per la zona living e, in omaggio alla più antica tradizione, anche particolari ceramiche artistiche. Il tutto con il comune denominatore del design contemporaneo e dell’innovazione nel prodotto o nelle sue caratteristiche tecniche e funzionali, nei materiali, nelle prestazioni e nella facilità d’uso. Curatori della mostra due giovani architetti pugliesi affermati a livello europeo, Angelica Longo e Andrea Novembre, che hanno creato un singolare percorso di valorizzazione dell’artigianato e delle arti applicate, in chiave contemporanea. L’esposizione si snoda all’interno e all’esterno di un trullo stilizzato. Il concept è l’elaborazione di uno dei simboli primordiali che si trovano sui trulli: la croce ad albero che simboleggia il mondo e dunque una Puglia capace di sintetizzare culture diverse, aprendosi alla creatività e al design. La mostra immagine, che sarà inaugurata domenica 19 gennaio alle 11,30 dall’assessore regionale allo Sviluppo economico Loredana Capone, rappresenterà anche un punto di incontro per gli operatori di settore italiani ed esteri che potranno approfondire l’evoluzione dello scenario regionale e le relative potenzialità di sviluppo del settore “sistema casa”: un’occasione per verificare le opportunità di partnership e di collaborazione con i designer pugliesi. “In un contesto nel quale l’Europa chiede alle Regioni di concentrarsi sulle specializzazioni intelligenti per la prossima programmazione dei fondi strutturali – ha commentato l’assessore Loredana Capone - la Regione Puglia coniuga le politiche “smart” alla dimensione più intima dei pugliesi, la casa. In questo scenario nasce la mostra immagine “Casåpulia” con la quale abbiamo voluto presentare il meglio del design pugliese legato alla casa”. “La Regione Puglia – ha continuato – sta promuovendo fortemente il settore e sta spingendo le imprese a una visibilità sempre maggiore sui mercati esteri. Dopo la proficua esperienza del Macef Russia a maggio 2013, partecipare a Homi era il naturale step successivo. Questo evento è una delle più importanti vetrine internazionali del ‘sistema casa’, una preziosa opportunità per i nostri giovani designer”. Il settore del legno-arredo fa parte di una consolidata tradizione pugliese, una delle più note sui mercati esteri. Oggi, grazie all’eccellenza raggiunta nel design e in comparti come il mobile imbottito, nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni della Puglia hanno inciso per il 4,1% sulle esportazioni dell’intera Italia, un risultato molto rilevante considerando lo scenario di crisi globale. Si registrano flussi verso Regno Unito, Francia, Belgio, Germania, Stati Uniti, Spagna, Israele, Paesi bassi, Svizzera, e Australia. Nei primi 9 mesi del 2013 il valore complessivo delle esportazioni pugliesi nel settore legno-arredo ha superato i 257 milioni di Euro, suddivisi in 252 milioni di euro per il comparto dei mobili e 5,6 per quello del legno e dei prodotti in legno. La partecipazione della Regione Puglia ad Homi s’inserisce nell’ambito delle strategie regionali di intervento a favore della promozione dell’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali 2013-2014. L’intera iniziativa è realizzata dalla Regione Puglia – Assessorato allo Sviluppo economico - Servizio internazionalizzazione, in collaborazione con il Servizio Politiche giovanili e Cittadinanza sociale, e con il supporto operativo dello Sprint Puglia (lo Sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese). I designer pugliesi di Casapulia: Giuseppina Antonucci di Torremaggiore (Fg); Emanuele Belviso di Bari; Maria Buonamassa di Gravina in Puglia (Ba); Alessandro Cannoletta di Lecce; Christian Chiatante di Adelfia (Ba); Gianfranco Conte di Surbo (Le); Angelica Contursi di Ruvo di Puglia (Ba); Andrea Epifani di Lecce; Gianluca Facchini di Bari; Cinzia Fasano di Grottaglie (Ta); Onelia Greco di Lecce; Tiziana Latorre di Ginosa (Ta); Fernando Longo di Lecce; Andrea Mighali di Aradeo (Le); Maria Grazia Paternoster di Gravina in Puglia (Ba); Antonio Pede di Lecce; Gabriele Pici di Lecce; Monica Righi di Lecce; Natalia Risola di Bari; Rosaria Scarcia di Miggiano (Le); Maria Ritana Schirinzi di Parabita (Le); Antonio Surdo di Galatina (Le).