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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Maggio 2010
NUOVI CEREALI: UN VALORE AGGIUNTO PER LA SALUTE  
 
Il pane integrale, così come altri prodotti a base di cereali, sono alimenti completi e salutari. Tuttavia, una nuova ricerca finanziata dall´Unione europea dimostra che l´apporto di fibre, vitamine e minerali dei cereali varia considerevolmente a seconda delle diverse varietà. Infatti, l´apporto di fibre di alcune particolari varietà è quadruplo rispetto ad altre. La scoperta è stata fatta nell´ambito dello studio Healthgrain dal quale risulta che è potenzialmente possibile adattare varietà esistenti o svilupparne di nuove in modo da massimizzare i benefici per la salute. Lo studio ha ricevuto fondi per quasi 11 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Qualità e sicurezza alimentare" del Sesto programma quadro (6° Pq). Nel quadro del progetto Healthgrain ("Exploiting bioactivity of European cereal grains for improved nutrition and health benefits"), 40 organizzazioni provenienti da 15 Stati membri, tra cui Belgio, Germania, Ungheria e Polonia hanno condotto alcune ricerche di alto livello sui composti benefici per la salute contenuti nei cereali integrali. Il Centro di ricerca tecnologica finlandese (Vtt) coordina il progetto integrato avviato nel giugno 2005 e il cui termine è previsto per il prossimo 31 maggio. L´obiettivo principale dei ricercatori era ispirare lo sviluppo di alimenti a base di cereali ricchi di nutrienti e dai costi contenuti, che contenessero gli elementi sopra descritti e che fossero pertanto in grado di prevenire diversi tipi di malattie, come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2. Queste recenti scoperte, oltre ad andare ad aggiungersi al già importante lavoro scientifico e tecnologico prodotto dal team sin dall´inizio del progetto, si tradurranno in considerevoli vantaggi per consumatori, innestatori, catena di lavorazione dei cereali e a molti altri soggetti. I partner di Healthgrain hanno identificato alcuni marker per fibre, tocoferolo (un elemento liposolubile essenziale per la salute umana, conosciuto anche come vitamina E) e steroli (composti chimici) che potranno essere utilizzati dagli innestatori nell´ambito dei programmi in cui l´innesto viene praticato per sfruttare i geni in grado di ottimizzare alcuni composti bioattivi, soprattutto nel germoplasma non adattato. La carenza di sistemi analitici rapidi e dai costi contenuti ha portato i ricercatori a sviluppare nuovi strumenti, ovvero calibrazioni Nir (near infrared) e marker molecolari e per anticorpi, che possono essere utilizzati da innestatori, soggetti coinvolti nel commercio e nella lavorazione dei cereali e dall´industria alimentare. Accanto ai risultati scientifici ottenuti, Healthgrain, nel corso degli ultimi cinque anni, ha istituito un´attiva rete di organizzazioni di ricerca, aziende e associazioni dei consumatori, che continuerà a esistere anche dopo la fine formale del progetto. Il ruolo del forum Healthgrain, che ha un sito web dedicato, è diffondere i risultati raggiunti nell´ambito del progetto, incoraggiare nuove ricerche, ottimizzare la cooperazione internazionale e coordinare le attività di ricerca in questo settore a livello nazionale. Il forum continuerà a lavorare per scoprire potenziali benefici per la salute della produzione di alimenti a base di cereali e per sfruttare queste scoperte al fine di sviluppare e immettere sul mercato alimenti a base di cereali in linea con l´attuale stile di vita dei consumatori. Ma cosa pensano i consumatori di questa nuova generazione di prodotti a base di cereali che apporteranno maggiori benefici per la salute? Gli studi condotto nell´ambito di Healthgrain sulle aspettative e le percezioni dei consumatori europei hanno rilevato che i prodotti a base di cereali integrali sono in genere considerati migliori rispetto ai prodotti a base di cereali raffinati sia per quanto concerne la loro salubrità, sia per quanto concerne la naturalezza. Questi prodotti, inoltre, sono più equilibrati sotto il profilo nutritivo e aumentano il senso di sazietà. Dallo studio è risultato che l´attenzione a questo tipo di benefici è più forte per i consumatori finlandesi rispetto a quanto lo sia per i consumatori italiani e francesi. Lo stesso ha poi messo in evidenza che i cosiddetti "health claim", ovvero le indicazioni sulla salute riportate su alcuni prodotti alimentari, hanno influito positivamente sugli acquisti in Germania, Finlandia e Regno Unito. Il contrario è invece accaduto per l´Italia. Dai risultati emerge che i produttori potrebbero trarre beneficio dall´inserimento di queste indicazioni sulle confezioni dei prodotti integrali, pur dovendole adattare ai diversi mercati europei. I numerosi risultati raggiunti dal progetto, informazioni sui progetti a base di cereali e il link al forum Healthgrain sono disponibili sul sito Web. Per maggiori informazioni, visitare: Healthgrain: http://www.Healthgrain.org/  Vtt - Centro di ricerca tecnologica finlandese: http://www.Vtt.fi/index.jsp/    
   
   
SVILUPPO DELLE AREE RURALI E BANDA LARGA  
 
Venezia - La soluzione della banda larga satellitare risulta essere immediata ed economicamente più efficiente per combattere il “digital divide” nell’ottica della valorizzazione delle risorse esistenti, ma il concetto di “digital divide” non è limitato solo alla banda larga (internet), è necessario favorire l’accesso ai principali strumenti di comunicazione e ai servizi di telecomunicazione in questi territori a 360°. E’ quanto emerso dall’incontro organizzato dall’assessore provinciale all’agricoltura Massimiliano Malaspina, con gli assessori provinciali all’agricoltura della Regione Veneto per affrontare il tema dello “sviluppo delle aree rurali e banda larga”, tema che coinvolge soprattutto le zone non raggiunte da internet. In maniera particolare si è parlato delle potenzialità del satellite come strumento realmente fruibile nell’immediato e complementare alle tecnologie wireless e alla fibra ottica, che sta avanzando lentamente e non sarà in grado di raggiungere alcune realtà produttive oggettivamente tagliate fuori dai vantaggi che la digitalizzazione del paese offre. Durante la riunione la Regione ha ampiamente illustrato il percorso virtuoso che dovrà arrivare al traguardo a fine anno e ottenere i finanziamenti della Commissione Europea, che permetteranno a tutti gli operatori delle aree rurali, (aziende, privati e di servizi) di essere in rete subito e di sfruttare fin in fondo anche i servizi che la pubblica amministrazione mette a disposizione evitando l’ulteriore impoverimento delle zone in questione. Malaspina ha dichiarato: “ La Regione, impegnata in questo contesto, necessita della collaborazione di tutti per elaborare insieme un calendario dei lavori che permetta di procedere senza intoppi burocratici o errori. Bisogna fare in modo che la presenza della banda larga nelle zone non raggiunte dal segnale diventi un forte input per l’economia di zone che altrimenti saranno penalizzate”.  
   
   
PUGLIA: GIUNTA APPROVA I PIANI DI SVILUPPO RURALE PRESENTATI DAI GAL  
 
La Giunta regionale ha approvato ieri 23 Piani di Sviluppo Locale presentati da altrettanti Gruppi di Azione Locale (Gal) con il sostegno del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2007-2013. Per i restanti due Psl è ancora in corso la fase istruttoria. “Si tratta – ha spiegato l’assessore alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno - dell’applicazione concreta di strumenti innovativi previsti dalla nuova programmazione dello Sviluppo Rurale, che vede il coinvolgimento di partenariati locali organizzati in Gruppi di Azione Locale (Gal). Agli stessi è stato assegnato il compito di dare attuazione agli interventi relativi al miglioramento della qualità della vita e alla diversificazione dell’economia nelle zone rurali”. “Le dotazioni di risorse pubbliche, di poco inferiori ai 300 milioni di euro – conclude l’assessore - saranno in grado di generare investimenti per quasi 600 milioni di euro. I Piani consentiranno di attivare una azione di sostegno organica, con obiettivi di lungo periodo e soprattutto di prossimità ai bisogni espressi dalle popolazioni rurali”.  
   
   
TARTUFO IN UMBRIA: UN PATRIMONIO SPONTANEO E NATURALE DA TUTELARE  
 
Perugia - “La Regione Umbria tenderà sempre di più a tutelare e valorizzare il patrimonio tartuficolo spontaneo del territorio trovando, dal punto di vista normativo, una conciliazione degli interessi dei raccoglitori di tartufi con quelli dei proprietari, dei conduttori e dei gestori di tartufaie tabellate, delle aree interessate da vincoli e delle attività faunistico venatorie”. È l’impegno che l’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, ha assunto ieri con i rappresentanti dell’Unione tartufai dell’Umbria, durante un incontro che si è svolto stamani a Perugia nella sede dell’Assessorato. “La tartuficoltura e la raccolta dei tartufi in generale - ha detto l’assessore - rappresentano un’importante attività economica per l’Umbria, sia a livello di produzione che di trasformazione, distribuzione e commercializzazione, oltre a rivestire un ruolo rilevante dai punti di vista della tutela e della promozione turistica del territorio e dell’ambiente naturale. Si tratta di una grande risorsa che non è presente in tutta la Penisola – ha aggiunto - un motivo in più per incentivarne la ‘cura’ anche attraverso la piena attuazione alle norme regionali introdotte nel 2004 e un intervento sulla regolamentazione che ne salvaguardi la produzione”. L’assessore ha anche ricordato che “la Regione finanzia annualmente esposizioni, fiere e manifestazioni varie che hanno per oggetto il tartufo, anche insieme ad altri prodotti tipici dell’Umbria”. Inoltre, per divulgare le conoscenze in materia ha pubblicato 2 volumi distribuiti gratuitamente. A dicembre 2009 è stata firmata una convenzione con il Dipartimento di Biologia Applicata della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia per la redazione di un “Manuale di tartuficoltura” basato sulle attuali conoscenze frutto soprattutto delle attività sperimentali condotte da oltre un decennio, con il contributo della Regione, dall’ Istituto sulle tartufaie del Programma tartuficolo regionale. L’unione tartufai durante l’incontro ha fatto presente all’assessore l’esigenza di trovare un punto d’incontro per l’attuazione certa della legge anche per studiare adeguate risposte alle richieste ed alle aspettative dei proprietari dei terreni, salvaguardando al contempo la libera ricerca dei tartufi da ogni prevaricazione e limitazione contraria ai principi della legge nazionale. Inoltre, è stato evidenziata la preoccupazione per la costante e lenta riduzione del patrimonio tartuficolo naturale e l’esigenza della tutela della ricerca sociale che coinvolge migliaia di cittadini che si riversano nei boschi alla ricerca del pregiato tubero. Secondo dati forniti dalle Comunità montane, in Umbria – dove circa il 44 per cento del territorio è coperto da boschi – sono presenti 704 tartufaie controllate, per una superficie oltre 2.450 ettari, 215 tartufaie coltivate legalmente riconosciute, per una superficie di 283 ettari. Le specie di tartufi commestibili riconosciute dalla legge italiana sono 9, la raccolta viene praticata (legittimamente) nel corso di tutto l’anno, tranne che nei mesi di maggio e settembre. Negli ultimi anni i raccoglitori di tartufi, muniti di tesserino ed in regola con il pagamento della tassa regionale versata alle Comunità montane (€ 111, 5), sono stati in media circa 5.400 l’anno. La produzione regionale ufficiale di tartufi rilevata da Istat nel decennio 1998-2007 è stata in media di 25.000 chilogrammi l’anno. Il dato è sottostimato perché è praticamente impossibile rilevare tutto il prodotto raccolto.  
   
   
PRESENTAZIONE CONVEGNO TECNICO PEZZATA ROSSA  
 
La partecipazione dell´Ersa, l´Agenzia regionale per lo Sviluppo Rurale, al convegno tecnico dal titolo "La Pezzata Rossa: una risorsa per il territorio", sarà illustrata a Udine, nella "Sala Pasolini" del palazzo dell´Amministrazione regionale, alle ore 11.30,giovedì 27 maggio, alla presenza dell´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali Claudio Violino. Il convegno, su questa varietà bovina che ha origini friulane, si terrà martedì 1 giugno, nella sede dell´Ana in località Monte di Buja, in comune di Buja, nell´ambito della Festa della Pezzata Rossa Friulana Alla presentazione interverranno anche il direttore generale dell´Ersa, Mirko Bellini, il sindaco di Buja Luca Marcuzzo ed il presidente della Pro Buja Raffaele Venturini.  
   
   
PADOVA, PER GLI ANIMALI CURE E RICERCA: APRE L´OSPEDALE VETERINARIO DIDATTICO  
 
Pronto soccorso 24 ore su 24, terapia intensiva, analisi, radiografie, consulenze specialistiche: sembrano prestazioni tipiche di un ospedale come tanti. Riguardano invece il primo ospedale veterinario didattico del Nordest, che l’Università di Padova e la Facoltà di Medicina Veterinaria hanno inaugurato il 19 maggio nel campus di Agripolis. Alla cerimonia erano presenti il Rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria, la Presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, il preside della Facoltà di Medicina Veterinaria Massimo Castagnaro, il direttore del nuovo centro Maurizio Isola, l’Assessore Comunale Luisa Boldrin. Accanto alle funzioni di assistenza, la nuova struttura funzionerà come centro di didattica e ricerca: i 30 medici veterinari e gli studenti collaboreranno di continuo nelle cure e nello studio delle patologie animali. L’ospedale sarà un punto di riferimento sia per gli utenti privati che per i veterinari di famiglia, che potranno servirsi di servizi di alta specializzazione e di strumentazioni diagnostiche complesse. “Oggi inauguriamo il primo policlinico universitario per animali – ha detto la Presidente Degani – è un traguardo importante perché ancora una volta il nostro Ateneo e il centro interdipartimentale di Agripolis si dimostrano poli scientifici all’avanguardia. Il nostro impegno è quindi quello di contribuire a sostenere questo progetto rafforzando il legame fra il nuovo polo scientifico che oggi viene inaugurato e il territorio, sviluppando il dialogo tra ricerca scientifica e struttura produttiva”  
   
   
CCIAA POTENZA: ISCRIZIONI AL CORSO PER ASSAGGIATORI OLII L´INIZIATIVA È DELL´AZIENDA SPECIALE FORIM. ADESIONI ENTRO IL 7 GIUGNO  
 
 La Forim, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Potenza, in linea di continuità con la realizzazione di corsi specialistici nel settore dell’agroalimentare, settore strategico per l’economia regionale, organizza per il 15 e 16 giugno un “corso per la formazione di assaggiatori di oli vergini di oliva: le 20 sedute di assaggio”, destinato ad un numero massimo di 18 persone. Si tratta - spiega un comunicato dell´Ente camerale - di un corso pratico, articolato in sedute di valutazione sensoriale finalizzate al conseguimento dell’attestato necessario per l’iscrizione nell’Elenco Nazionale dei Tecnici ed Esperti degli Oli d’Oliva Vergini secondo quanto previsto dalla Circolare Mi.paf n.5 del 18 Giugno 1999. “E’ nostra intenzione promuovere la cultura della qualità e favorire la valorizzazione delle tipicità locali – spiega il presidente della Forim, Pasquale Lamorte -, ma anche investire sulla crescita di professionalità in grado di dare la giusta enfasi alle produzioni di eccellenza come l´olio extravergine di oliva, il vero protagonista della dieta mediterranea”. Al corso possono partecipare tutti coloro che siano in possesso dell’attestato di Idoneità Fisiologica conseguito in un corso di primo livello. Le adesioni vanno presentate entro il 07 Giugno. La quota di adesione è di € 220 + Iva, da versare entro il primo giorno di frequenza. Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti www.Pz.camcom.it e www.Forimpz.it  
   
   
CINIPIDE DEL CASTAGNO: LOTTA AL PARASSITA CON GLI INSETTI GIOVEDÌ 13 MAGGIO SONO STATI EFFETTUATI I PRIMI LANCI DI INSETTI PER "GUARIRE" I CASTAGNI DEL BIELLESE.  
 
Il castagno ha per molti secoli rappresentato la fonte di sostentamento per gran parte delle popolazioni montane e pedemontane. La diffusione di questa specie nelle vallate piemontesi risale presumibilmente all’impero romano, assumendo nel Xiv secolo una rilevanza particolare nell’economia alpina, che è durata fino a pochi decenni fa. Con lo spopolamento della montagna ed il miglioramento delle condizioni di vita, la disponibilità di prodotti agricoli di altro tipo ha determinato il progressivo abbandono di questa coltivazione anche in conseguenza della comparsa di alcune patologie che hanno compromesso la coltura. Nell’ultimo decennio in Piemonte ha avuto inizio un programma di recupero e valorizzazione del castagno. Purtroppo di recente la diffusione di un nuovo parassita di origine cinese, introdotto in Italia con materiale vivaistico infetto, ha riportato alle cronache il castagno. Si tratta di un insetto imenottero appartenente alla famiglia dei Cinipidi, che si chiama Dryocosmus kuriphilus e causa ingrossamenti più o meno tondeggianti, denominati galle, su foglie e germogli della pianta. Le galle si formano per reazione dei tessuti vegetali alla presenza delle larve nelle gemme. Ne deriva un arresto dello sviluppo dei germogli e un progressivo deperimento della pianta con riduzione della produzione dei frutti e di legname nei cedui e nelle fustaie. In Piemonte l’insetto è ormai diffuso in tutte le aree castanicole. Per arginare l’infestazione si sta ricorrendo anche all’introduzione di un limitatore naturale di Dryocosmus; si tratta di Torymus sinensis, un imenottero parassitoide delle larve, introdotto in Giappone dalla Cina negli anni ‘70, con buoni risultati. Nel corso del mese di maggio, in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Biella, l’Associazione Biellese del Castagno, l’Istituto di Entomologia della Facoltà di Agraria di Torino e del Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte sono stati effettuati tre lanci di Torymus sinensis. Diverse decine di esemplari di questo insetto, allevate in laboratorio, sono state liberate in alcune aree castanicole della provincia. L’efficacia dell’azione del parassitoide dovrebbe rendersi evidente nell’arco di 4-6 anni, grazie alla capacità dell’insetto di diffondersi nell’ambiente e colonizzare vaste superfici. Si prevedono ulteriori immissioni di Torymus sinensis per il prossimo anno con la speranza che si diffonda in tutta la fascia montana e pedemontana del Biellese. Al fine della programmazione 2010 si invita a segnalare alla Provincia presso il Servizio Agricoltura, o all’Associazione Biellese del Castagno,la presenza di galle provocate dall’imenottero specificando il luogo ed il tipo di impianto (se frutticoltura specializzata o piante sparse). Tale segnalazione potrà pervenire telefonicamente o via mail a: Provincia di Biella Servizio Agricoltura tel. 015 8480627 – 015 8480743 o agricoltura@provincia.Biella.it  Associazione Biellese del Castagno tel. 349 7234736 (dott. Alfredo Sunder) tecnici@associazionebiellesedelcastagno.It    
   
   
VENEZIA: PREMIATI I PESCATORI CHE HANNO SEGNALATO LA CATTURA DI STORIONI COBICE IN VIA DI ESTINZIONE  
 
 L’assessore provinciale alla pesca Giuseppe Canali assieme all’assessore della Provincia di Treviso Mirco Lorenzon, il presidente Fipsas Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacque, sezione di Venezia Paolo Gentilomo ed Enrico Marconato ricercatore dell’Aquaprogram, ha premiato i 33 pescatori che hanno segnalato nel corso del 2009 la cattura di uno Storione cobice nelle acque provinciali, per un totale di 172 storioni. Lo Storione cobice (Acipenser naccarii) è un pesce molto antico con caratteristiche primitive che può raggiungere i 30 chili di peso e il metro e mezzo di lunghezza. Fino a qualche anno fa era presente in tutti i maggiori corsi d´acqua veneti ed italiani, mentre oggi l´areale di distribuzione e la consistenza delle popolazioni sono notevolmente diminuiti a causa della costruzione di sbarramenti e dell´intensa pesca effettuata negli anni passati ed attualmente è considerato in pericolo di estinzione. Lo Storione cobice era quasi scomparso del tutto dalle nostre acque dolci, quando, a partire dal 1999 la Provincia di Venezia, con quella di Treviso e la Fipsas hanno iniziato un progetto che ha visto in 11 anni l’immissione di oltre 2500 individui muniti di microchip e il continuo monitoraggio della presenza di storioni nelle acque provinciali. Tutti gli storioni immessi sono marcati con appositi "micro-chips", che permettono di riconoscere singolarmente i diversi esemplari quando catturati e di raccogliere così le informazioni relative ai loro spostamenti, all´accrescimento, al loro stato di salute generale e quindi di raccogliere direttamente informazioni sulle loro preferenze ambientali e comportamentali. Tra il 2004 e il 2007, la rete di immissione e di monitoraggio è stata estesa, grazie ad un progetto triennale Life Natura, a gran parte della Regione Veneto e ad altre zone della Pianura Padana ( areale di distribuzione della specie).  
   
   
LA GIUNTA VENETA DIMEZZA IL CANONE IDRICO PER LE ATTIVITA’ DI ACQUACOLTURA  
 
La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’Ambiente Maurizio Conte, ha approvato l’aggiornamento dei canoni di concessione di derivazione d’acque per l’uso dei beni del demanio idrico. Si tratta dell’adeguamento all’aumento Istat pari all’1,35% applicato ai canoni demaniali dovuti per l’anno 2011 rispetto a quelli vigenti nel 2010. Con il medesimo provvedimento ha anche disposto il dimezzamento degli attuali canoni pagati per le vallicolture e pescicoltura, mentre sono completamente esentati dal canone idrico, sia per quanto riguarda le acque superficiali che sotterranee, i rifugi alpini ed escursionistici. A questo proposito l’Assessore Conte fa presente che è un atto dovuto rispetto ad un impegno preso a fine legislatura per definire una questione che interessa in particolare un settore tanto importante per l’economia regionale come quello dell’acquacoltura. Gli operatori – precisa Conte – aspettavano da tempo questo provvedimento, per il quale è stato necessario modificare la legge. Da parte sua l’Assessore allo Sviluppo Economico Isi Coppola ha sottolineato che per il settore dell’acquacoltura questo è un importantissimo passo in avanti, che al di là della qualità del prodotto ittico, consente di meglio concorrere con gli altri paesi europei, che attualmente pagano un canone dimezzato, con ricadute positive sul prezzo finale.  
   
   
BASILICATA: OPERAI AGRICOLI, RAGGIUNTA INTESA SU RINNOVO CONTRATTO  
 
“Dopo cinque mesi di trattative le organizzazioni sindacali di Flai-cgil, Fai-cisl, Uila-uil e quelle delle imprese Cia, Confagricoltura e Coldiretti hanno raggiunto l’intesa per il rinnovo del Ccnl degli operai agricoli e florovivaisti, scaduto lo scorso 31 dicembre e che riguarda circa un milione di lavoratori”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Flai Cgil. Il Contratto avrà una durata quadriennale e prevede un aumento salariale del 4,1%, che sarà applicato a tutti i contratti provinciali di lavoro. Gli aumenti saranno divisi in due tranches, la prima del 2,5% a decorrere dall’1.5.2010 e la seconda dell’1,6% dall’1.1.2011. L’intesa conferma, inoltre, i due livelli della contrattazione, nazionale e provinciale, ed introduce per la prima volta quella di settore; stabilisce il riordino e la razionalizzazione degli enti bilaterali presenti nel settore attraverso la creazione dell’Ente agricolo nazionale; regolamenta il sistema degli appalti vincolando le aziende appaltatrici al rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia e facilita lo sviluppo delle pari opportunità attraverso una maggiore attenzione all’attribuzione delle qualifiche e delle mansioni e la rimozione degli ostacoli che non hanno finora consentito una reale parità tra uomo e donna. “Un contratto – afferma Vincenzo Esposito, segretario Flai Cgil di Potenza - che migliora le condizioni di lavoro di circa 10.000 persone e conferma che lavorare in sintonia porta sempre al raggiungimento di risultati apprezzabili, ha dichiarato Vincenzo Esposito, segretario generale della Flai Cgil Potenza. Con la firma di questo contratto, ha continuato Esposito, siamo stati in grado di migliorare non solo le condizioni economiche ma anche normative dei lavoratori del comparto. Un ulteriore passo in avanti verso la definizione di relazioni sindacali sempre più precise e responsabili”.  
   
   
“L’ACQUA È UNA MERCE” A MILANO UNA SERATA IN DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA  
 
Nuovo appuntamento della rassegna Critical drink, l´aperitivo responsabile e solidale promosso dalla cooperativa di commercio equo Chico Mendes e dal mensile Altreconomia. In occasione della campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua –che in un mese ha già raccolto oltre 500.000 adesioni– si parla di acqua pubblica come bene comune e come diritto, e durante la serata sarà possibile firmare per il sostegno al referendum. Ospiti della serata Cristina Sossan, del Comitato italiano per un contratto mondiale sull´acqua e Luca Martinelli, che a partire dal suo ultimo libro “L’acqua è una merce” (Altreconomia Edizioni) racconterà come un diritto possa finire sul mercato e perché invece sia doveroso e urgente difendersi dalla privatizzazione. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare al pubblico In Borraccia!, la nuova campagna nazionale per la promozione del consumo di acqua di rete e l’utilizzo di borracce in alluminio al posto delle bottiglie di plastica, promossa dall’agenzia di turismo responsabile Viaggiemiraggi, il mensile Altreconomia, la cooperativa di commercio equo e solidale Chico Mendes Altromercato, Legambiente Turismo e Fontanelle.org (www.Inborraccia.org). A partire dalle 18.30, aperitivo con degustazione di proposte a base di prodotti di commercio equo, biologici e da filiera corta. “L’acqua è una merce. Perché è giusto e possibile arginare la privatizzazione” Il nuovo libro di Altreconomia, firmato da Luca Martinelli, racconta come un diritto di tutti possa finire sul mercato. E perché invece sia doveroso difendersi dalla privatizzazione. Un libro puntiglioso che ripercorre con rigore la storia della privatizzazione dell’acqua in Italia, dal 1994, anno della cosiddetta “legge Galli”, fino ai giorni nostri, con il decreto “Ronchi”. Questo saggio spiega inoltre come l’acqua pubblica si possa difendere, invitando i Comuni e altri enti deputati a dichiarare che il servizio idrico è un bene “privo di rilevanza economica”. Uno strumento prezioso che racconta storie esemplari: dagli enti pubblici che continuano a gestire -e con grande efficienza- il servizio idrico, alla battaglia del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Con un prezioso testo inedito di Erri De Luca, uno scrittore che tiene “il conto delle gocce”. Www.altreconomia.it/libri e in libreria.  
   
   
IL PROSCIUTTO DI SAN DANIELE: LE RICETTE DEI GRANDI CHEF PER REINVENTARE UN CLASSICO  
 
Le proposte più golose dei nomi più famosi della ristorazione italiana raccolte in un vero volume d’arte, regalo esclusivo per i partecipanti alle degustazioni di Aria di festa 2010. Si può fare un libro di ricette su un alimento che è famoso per il suo inimitabile sapore ‘naturale´? Sì, se il soggetto è il Prosciutto di San Daniele e a cimentarsi con questa celebre Dop sono 15 chef famosissimi della ristorazione italiana. Nomi ai vertici di tutte le guide: Andrea Berton, Andrea Canton, Marco Carraro, Moreno Cedroni, Carlo Cracco, Alessio Devidè, Andrea Gabin, Alessandro Gavagna, Alfonso Iaccarino, Barbara Martina, Davide Oldani, Agata Parisella, Nicola Port inari, Emanuele Scarello, Mauro Uliassi. Nel corso della sua lunga storia il Prosciutto di San Daniele ha dimostrato che uno dei suoi segreti in cucina sono anche gli abbinamenti: a cominciare da quello con buon pane (e il ricettario comprende anche una rielaborazione del classico ´Panino al San Daniele´). Sempre purché gli altri sapori non lo coprano, ma esaltino piuttosto tutte le caratteristiche organolettiche naturali di questo alimento: il San Daniele ama la pasta, la frutta, la verdura, il pesce e molto altro. Proprio la capacità di abbinare il Prosciutto di San Daniele è uno dei motivi di successo dei corsi di cucina che si svolgono ogni anno ad Aria di Festa e nelle tante occasioni in cui questo straordinario prosciutto si presenta al pubblico. Del resto le stesse riflessioni sono fatte dagli chef che si confrontano con le sue fette ogni sera nei più celebri ristoranti del mondo superandosi in creatività. Da qui l´idea del Consorzio del Prosciutto di San Daniele di chiedere a questo straordinario gotha della ristorazione italiana di rendere pubblico un esclusivo patrimonio di sapori, condensandolo in un volume d’autore dal titolo “Prosciutto di San Daniele. 30 ricette per reinventare un classico” edito da Guido Tommasi. Un libro che esalta le papille gustative, non solo nel leggere titoli come “Petto di quaglia al prosciutto di San Daniele” o “Pescatrice panata al prosciutto di San Daniele”, o ancora “Tortelli di zafferano al prosciutto di San Daniele in due cotture”, ma anche perché ogni ricetta è illustrata da fotografie di Ennio Calice che trasformano il volume in un prezioso testo d’arte. Paolo Marchi firma un’introduzione in cui svela i segreti del Prosciutto di San Daniele ed evidenzia le caratteristiche di questa eccezionale rappresentanza di chef provenienti da tutte le regioni italiane e delle innumerevoli vite di cui è capace questo grande classico. Il volume sarà a tiratura limitata, con una diffusione riservata agli eventi firmati dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele, a cominciare proprio da Aria di Festa, dove potranno averlo solo i fortunati che parteciperanno alle degustazioni guidate. Da settembre in poi attenzione al sito www.Prosciuttodisandaniele.it, per scoprire le tante occasioni di incontro organizzate dal Consorzio nei locali della Penisola che saranno accompagnate da questo splendido libro. Www.prosciuttosandaniele.it  
   
   
BOLZANO: SUPERATA LA SOGLIA DI INFORMAZIONE PER L’OZONO A CORTINA SULLA STRADA DEL VINO  
 
Il Laboratorio di chimica fisica informa che con l’aumento della temperatura e dell’insolazione negli ultimi giorni sono salite le concentrazioni di ozono. Lunedì 24 maggio è stata superata la soglia di informazione di 180 µg/m³ presso una delle stazioni di misurazione in Alto Adige, e precisamente a Cortina sulla strada del vino, alle ore 20 ed alle ore 21 (massima concentrazione oraria: 189 µg/m³). Presso le stazioni di misurazione di Laives e del Renon la soglia di informazione è stata sfiorata. Le concentrazioni di ozono tipicamente sono più elevate presso la conca di Bolzano fino a Merano, in Bassa Atesina, presso gli altipiani del Renon e di Siusi e lungo i pendii circostanti. Il caldo ed il forte irraggiamento solare fanno aumentare la concentrazione di ozono, la pioggia ed i temperali previsti con maggiore probabilità a partire dalla giornata di mercoledì la fanno diminuire. A persone con problemi all’apparato respiratorio si sconsiglia di fare sforzi all’aperto nelle ore pomeridiane e nelle ore serali (zone rurali). Il Laboratorio di chimica fisica informa inoltre che si possono consultare i dati aggiornati delle stazioni di misurazione, riguardanti gli andamenti giornalieri e mensili, all’indirizzo Internet:http://www.provincia.bz.it/aria. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi al Laboratorio di chimica fisica, tel. 0471/417140.  
   
   
ELEGANTE E DALLA FORTE PERSONALITÀ, LA NUOVA CUVÉE 734 DELLA MAISON FRANCESE JACQUESSON  
 
Jacquesson presenta la nuova eccezionale Cuvée 734. Questo vino di Champagne è elaborato a partire dell’annata 2006 ed è frutto dell’unione di tre vini nobili: 54% Chardonnay, 26% Pinot Noir e 20% Pinot Meunier. A completare e render ancora più accattivante questa cuvée, inoltre, sono i vini dell’annata 2005 (22%) e quelli dell’annata 2004 (5%) che la Maison, come tradizione, sapientemente assembla all’annata di base. Bouquet fresco dalle sfumature fruttate e floreali, 734 è un vino di Champagne dal perlage fine e setoso. La nuova cuvée Jacquesson, dal colore giallo dorato e brillante, racchiude in sé un’armonia di profumi e sapori unici in grado di stupire anche i palati più sopraffini. Ideale per un fresco aperitivo d’estate e per chi ama pasteggiare a bollicine, Jacquesson 734 è un vino a tutto pasto capace di esaltare i piatti cui si abbina, primi fra tutti quelli a base di pesce, frutti di mare e crostacei. Famosa per la produzione di vini di Champagne di pregio, la Maison Jacquesson con la sboccatura della cuvée 734 ha dato luogo a 345.052 bottiglie, 13.964 magnums e 390 jeroboams. Proposto in esclusiva da Pellegrini S.p.a, il nuovo vino di Champagne è disponibile presso le enoteche di qualità e nelle carte vini dei ristoranti più rinomati ad un costo a partire da 50,00 euro.