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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Settembre 2013
METANIZZAZIONE CILENTO, VERTICE AL MISE PER DEFINIRE IL PERCORSO AL NUOVO INCONTRO DEL 25 SETTEMBRE ANCHE I SINDACI DELL’AREA  
 
Roma, 11 settembre 2013- La metanizzazione del Cilento è stata al centro dell’incontro che si è svolto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico. Il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ne ha discusso con i Sottosegretari al Mise Claudio De Vincenti e Simona Vicari e con i dirigenti del Dicastero di Via Veneto e quelli del Ministero per la Coesione Territoriale. La riunione fa seguito all’incontro tenuto a giugno dal Sottosegretario De Vincenti con amministratori locali e a quello dello scorso luglio tra il sottosegretario Vicari e il viceministro Casero, nel corso del quale è stato riproposto il tema del completamento del Programma di metanizzazione del Mezzogiorno nell’ambito del rifinanziamento della legge del 7 agosto 1997. L’incontro di oggi ha rappresentato un ulteriore passo in avanti per l’impostazione del piano di metanizzazione e per l’individuazione delle relative risorse finanziarie occorrenti per la sua realizzazione, anche in riferimento alla programmazione 2014-2020. A conclusione, si è stabilito di convocare un nuovo incontro per il 25 settembre, allargato anche ai sindaci dell’area interessata. Sarà quello l’appuntamento nel quale verrà fatto il punto sull’istruttoria e, quindi, fissato il percorso di definizione e applicazione del piano.  
   
   
ENEA; IN REGIONE BASILICATA INCONTRO OPERATIVO PER GARANTIRE OCCUPAZIONE  
 
Potenza, 11 settembre 2013 - Enea e Sogin, società incaricata del decommissioning dell’impianto Itrec di Rotondella, hanno dichiarato la comune disponibilità a trovare una soluzione sostenibile per far fronte alle criticità, anche in un’ottica di miglioramento, che potrebbero derivare dall’organizzazione dei servizi esternalizzati al Centro della Trisaia di Rotondella. L’obiettivo, emerso ieri durante un incontro convocato al dipartimento Attività produttive dall’assessore regionale Marcello Pittella, è quello di garantire i livelli occupazionali degli addetti impiegati nei servizi di facchinaggio, pulizia, mensa e vigilanza. Alla presenza dei sindacati e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale di Rotondella, i responsabili territoriali di Enea e Sogin hanno fissato a breve un incontro operativo a Rotondella che avrà l’obiettivo di verificare un percorso comune nell’ottica di assicurare i livelli occupazionali nel Centro. “E’ apprezzabile lo spirito con cui Enea e Sogin hanno deciso di affrontare le questioni occupazionali dei servizi esternalizzati al Centro di Trisaia – ha commentato l’assessore Pittella – poiché ciò dimostra che vi è una volontà comune di farsi carico dei temi legati alla sicurezza e al lavoro degli addetti di Trisaia. A fronte di una criticità manifestata da Enea – ha aggiunto Pittella – è pertanto particolarmente apprezzabile lo sforzo della Sogin di verificare un percorso sostenibile che possa mettere in sicurezza l’occupazione degli addetti del Centro, anche nell’ottica di garantire maggiore qualità dei servizi affidati all’esterno”.  
   
   
VARESE - APERTE ISCRIZIONI ALLA IV BORSA IMMOBILIARE  
 
Varese, 11 settembre 2013 - “Offresi vita di qualità, con abitazione annessa!” con questo slogan nasce la quarta edizione della Borsa Immobiliare “La Casa in Piazza”, diventato l’evento di riferimento per la compravendita nel settore delle abitazioni. L’appuntamento è dal 25 al 27 ottobre nella sede storica della Cdc nella centralissima piazza Monte Grappa. Una conferma, visto l’interesse che ha sempre suscitato negli anni scorsi l’iniziativa promossa dall’ente camerale e realizzata dalla sua Azienda speciale Promovarese insieme alle associazioni degli agenti immobiliari (Anama, Fiaip e Fimaa) e dei costruttori (Ance), con la collaborazione del Consiglio Notarile di Milano e le Associazioni dei Consumatori. Interesse dimostrato dagli oltre 3mila visitatori annui e dalla vivacità che ha caratterizzato la rassegna, edizione dopo edizione, con punte per gli operatori di 40 appuntamenti in agenda per sopralluoghi con potenziali acquirenti di immobili. La scelta di dare rilievo alla qualità della vita a Varese e sull’intero territorio provinciale prende spunto da una constatazione relativa alle scorsi edizioni: sono stati parecchi i milanesi che hanno colto l’occasione per giungere nella provincia dei sette laghi e mostrare interesse verso la possibilità di trasferirvi la propria residenza. Un territorio dove l’abitare a misura d’uomo s’abbina a una qualità delle nuove residenze e a prezzi inferiori a quelli del capoluogo lombardo. Da qui l’attenzione sulla vivibilità del territorio come elemento caratterizzante una rassegna volta a stimolare l’incontro tra chi è interessato ad acquistare la casa, gli operatori immobiliari qualificati, i costruttori e i principali istituti bancari del territorio con l’obiettivo di contribuire al rilancio dell’economia. Del resto, il mondo dell’abitare nel suo complesso riveste un ruolo strategico per l’economia della provincia di Varese e la casa rappresenta l’investimento più importante nell’arco della vita di una famiglia. Ancora una volta, quindi, “La Casa in Piazza” sarà un evento di qualità, durante il quale i principali operatori presenteranno le più interessanti opportunità ai potenziali clienti, cittadini che avranno accesso libero alla Borsa Immobiliare. Agli operatori del settore è offerta l’occasione di un’importante vetrina della propria attività a un costo contenuto, grazie all’intervento della Cdc. Non mancherà anche quest’anno la possibilità per i visitatori di usufruire di un servizio di consulenza gratuita sui temi della compravendita immobiliare, sempre in collaborazione con il Consiglio Notarile di Milano e le Associazioni dei Mediatori Immobiliari.  
   
   
CARBOSULCIS, A BREVE INCONTRO A BRUXELLES PER CHIARIRE IL FUTURO RIUNIONE AL MISE CON I VERTICI DELLA MINIERA E LA REGIONE SARDEGNA  
 
Roma, 11 settembre 2013 - Carbosulcis: pianificato a breve un incontro a Bruxelles per discutere, con la Commissione, gli scenari più utili ad evitare un’evoluzione negativa dell’indagine formale in corso sulla miniera di Nuraxi Figus. E’ questa la decisione operativa scaturita dalla riunione che- presieduta dal Sottosegretario Claudio De Vincenti- si è svolta oggi al Ministero dello Sviluppo Economico. L’incontro- al quale hanno preso parte l’amministratore unico e il direttore generale della miniera, alti dirigenti della Regione Sardegna e dirigenti dei dipartimenti affari comunitari ed energia del Mise- è servito a fare il punto sulla situazione complessiva dell’impianto estrattivo del Sulcis alla luce della contestazione comunitaria e a valutare tutte le opzioni in campo.  
   
   
ITALCEMENTI VIBO, AVVIATO IL PERCORSO PER INDIVIDUARE SOLUZIONI AL MISE VERTICE CON ISTITUZIONI LOCALI, PARLAMENTARI, AZIENDA E SINDACATI  
 
Roma, 11 settembre 2013- Come riuscire ad individuare un futuro, e quale futuro, per lo stabilimento Italcementi di Vibo Valentia, fermo da circa un anno. Di questo doppio problema si è discusso oggi al Ministero dello Sviluppo Economico. Alla riunione- presieduta dal Sottosegretario al Mise Claudio De Vincenti- hanno partecipato i numerosi attori della vertenza: il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, il Prefetto Giovanni Bruno, il Sindaco Nicola D’agostino, il management dell’azienda, dirigenti del Ministero dell’Ambiente, i sindacati nazionali e territoriali e le rappresentanze aziendali, parlamentari del territorio e consiglieri regionali. Dopo un articolato dibattito, si è convenuto di costituire un gruppo di lavoro ristretto che sarà impegnato a verificare le possibili soluzioni affinchè il sito abbia un domani produttivo e occupazionale, per poi riferire al Tavolo allargato. La prima riunione di questo gruppo tecnico è in calendario per il 26 settembre.  
   
   
LA BUSTA PAGA UNICA EUROPEA, UNO STRUMENTO PER SEMPLIFICARE E FAVORIRE L´INTERNAZIONALIZZAZIONE DI IMPRESE E LAVORATORI  
 
Venezia, 11 settembre 2013 - Risparmio di tempo e di costi nell´amministrazione del personale, e una maggior trasparenza: sono queste le conseguenze immediate se i paesi Ue facessero adottare alle imprese con sede nell´Unione una busta paga unica. Una soluzione tecnica semplice e a costo zero la cui intuizione, che parte dalla nostra regione, si deve a professionisti e tecnici del settore: l´Ancl Veneto, il sindacato dei consulenti del lavoro, e l´Aniv regionale, l´associazione degli ispettori di vigilanza, con l´apporto fondamentale di Eurosportello Veneto, il dipartimento Politiche Comunitarie di Unioncamere del Veneto. Un´intuizione che, attraverso il tavolo tecnico aperto fra i tre enti e il coinvolgimento di Centro Paghe srl, azienda di software e servizi informatici, si è tradotta in una bozza di cedolino unico che sarà presentata ufficialmente nel convegno internazionale in programma il 27 settembre a Mirano cui parteciperanno funzionari europei ed europarlamentari. Sul piano pratico la busta paga unica europea è un modello di cedolino dove tutti i dati relativi all´impresa, al lavoratore, alla contribuzione, alla previdenza etc. Sono stati armonizzati in uno schema ragionato e comprensibile. In modo che, anche senza la presenza di una traduzione, il "professionista lavorista", ma anche l´imprenditore o il lavoratore stesso, che deve esaminare le buste paga in vista della dichiarazione dei redditi, dei calcoli ai fini pensionistici o di altre necessità sappia esattamente dove e cosa guardare. La bozza preparata da Centro Paghe, su indicazione del tavolo tecnico Ancl-aniv-eurosportello, evidenzia che la burocrazia non è un dramma solo italiano: è composta infatti di ben 600 voci, fra comuni e discrezionali in base alla legislazione del singolo paese, segno che nella Ue in generale c´è bisogno di semplificazione. Per i professionisti del settore arrivare a un "sistema comune europeo", tradotto nella busta paga unica, è urgente: l´internazionalizzazione delle imprese e la migrazione dei lavoratori da un paese all´altro, anche per brevi periodi, sono una realtà in costante crescita, soprattutto nella Ue che promuove la libera circolazione dei lavoratori nei paesi comunitari (cfr. Dati). Questo significa dover incrociare a fini reddituali, contributivi, previdenziali e fiscali i dati dei diversi impieghi, con imposizioni e importi diversi a seconda del paese e degli istituti relativi. Un confronto che anche il lavoratore deve poter fare, per esempio, nella valutazione di un nuovo impiego all´estero o nell´eventuale rimborso di tasse al rientro nel paese d´origine, per non parlare dei calcoli ai fini pensionistici. Per questo si è reso necessario aprire una discussione, in modo che l´intuizione partita dal Veneto arrivi subito alle sedi istituzionali opportune. Il 27 settembre a Mirano, al Cinema Teatro, si terrà il seminario di studi internazionale La busta paga europea, una soluzione per: integrare, competere lealmente, semplificare. Nella giornata si studierà la realtà della libera circolazione dei lavoratori in ambito Ue, i quadri normativi comunitari, il percorso per l´adozione di questo nuovo strumento e i suoi effetti, le sperimentazioni che si possono mettere in atto. Il seminario vedrà la partecipazione di autorevoli tecnici (cfr. Programma), ed è dedicato a tutti i professionisti che si occupano di lavoro: consulenti del lavoro, ispettori, commercialisti, avvocati lavoristi etc., ma anche ai rappresentanti del mondo imprenditoriale. Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto - «Il nostro obiettivo non è solo quello di spiegare i vantaggi per l´Italia e il Veneto della libera circolazione dei lavoratori all´interno dell´Ue, ma anche quello di formulare proposte concrete in collaborazione con la Commissione Europea per semplificare la vita a lavoratori ed imprese» Alessandro Bonzio, presidente Ancl Veneto: «La gestione imprenditoriale è sempre più complessa e appesantita da interventi legislativi scoordinati e dettati da esigenze contingenti. Lo strumento della busta paga unica europea è in grado di mettere tutti i lavoratori, almeno nella Ue, in grado di valutare le condizioni di lavoro cui vanno incontro e, nel contempo, i datori di lavoro di sapere i costi ed i vincoli di una collaborazione. Ci auguriamo che dal seminario del 27 settembre parte una discussione anche a livello politico e legislativo che faccia proprio il lavoro fatto da questo tavolo tecnico». Luciano Esposito, responsabile regionale Aniv - «È un´intuizione che parte da qui, dal Veneto, un territorio caratterizzato da una quota significativa di internazionalizzazione. Uno strumento così concepito è in grado di avviare nella Unione Europea una macroscopica operazione di semplificazione amministrativa, trasparenza e riduzione dei costi, dato che renderebbe inutili ai fini fiscali tutti gli altri documenti riepilogativi attualmente previsti, come il Cud. E potrebbe diventare, ai fini previdenziali, l´unico documento di garanzia per il computo dei diritti pensionistici».  
   
   
MANIFATTURA MECCANICA II TRIMESTRE: FATTURATO INTERNO PARALIZZATO, EXPORT NON PIÙ SUFFICIENTE. PREVISIONI III TRIMESTRE: VINCE LA PRUDENZA  
 
  Milano, 11 settembre 2013 – L’indagine congiunturale trimestrale sul comparto della meccanica varia, svolta dall’Ufficio Studi della Federazione Anima su un campione di circa 400 aziende - composto per il 19% da piccole, per il 59% da medie e per il restante 22% da grandi imprese - ha registrato una flessione del fatturato totale rispetto al periodo precedente. In particolare, il 36% degli intervistati ha denunciato un calo del fatturato del mercato domestico. Preoccupante la valutazione relativa all’export che per il 37% del campione risulta in espansione rispetto al primo trimestre 2013, mentre il 41% di intervistati ritiene le esportazioni invariate. Nel complesso, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si evidenzia una tendenza al ribasso, con un peggioramento complessivo del 39% e una situazione stabile per il 35% degli intervistati. Il confronto con i dati Istat relativi al secondo trimestre 2013 per l’intera produzione nazionale, evidenzia una situazione complessivamente più negativa rispetto al solo comparto della meccanica: la stima preliminare diffusa il 6 agosto 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,2% e una diminuzione tendenziale del --2,0%. Inoltre il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è risultato in calo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre del 2012. Il perdurare della contrazione del mercato interno non fa sperare risultati positivi nel corso del 2013, anche se qualche timido spiraglio di ripresa si rileva da un leggero rialzo dell’indice di fiducia. Per quanto concerne il livello occupazionale nel secondo trimestre, si può considerare in linea con il periodo precedente e stabile per l’81% delle aziende, mentre si allarga la percentuale che vede un peggioramento dei livelli occupazionali (+13%), con un calo della produttività dovuto al netto calo delle ore lavorate. Gli ordini registrano un leggero miglioramento rispetto ai livelli del periodo precedente per il 33% delle aziende. Il 39% del campione li ritiene stabili, mentre il 28% delle aziende intervistate ha registrato un peggioramento dei livelli degli ordinativi del mercato domestico, dove il 23% lo ritiene peggiorato, mentre il 5% lo ritiene molto peggiorato. L’andamento degli ordinativi è trainato dal mercato estero dove la situazione è nettamente positiva infatti il 32% del campione la ritiene positiva il 44% stabile e solo il 24% la ritiene negativa. Nelle previsioni per il terzo trimestre, la quota di invariabilità si espande superando il 50%: sembra prevalere un diffuso senso di prudente attesa negli imprenditori. Anche per gli ordinativi del Iii trimestre l’andamento è analogo: il 50% degli intervistati parla di situazione invariata, e solo il 27% prevede un’espansione. Per quanto concerne l’occupazione, l’orientamento è ancora verso un’ulteriore stabilità (+86%).  
   
   
CREDITO ALLE IMPRESE: PADOVA MAGLIA NERA IN VENETO  
 
Padova, 11 settembre 2013 - Per le imprese padovane, soprattutto per quelle più piccole, ma anche per quelle medio-grandi, ottenere un prestito bancario è sempre più una chimera. La conferma arriva dal rapporto sulla Dinamica dei depositi e degli impieghi bancari in provincia di Padova al 30 giugno 2013, elaborato dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Padova prendendo come fonte i dati di Bankitalia. A livello provinciale emerge un calo pari a -8,2% degli impieghi bancari indirizzati alle imprese, con un valore quindi più accentuato rispetto al dato regionale Veneto e a quanto avviene in Italia. Il trend negativo riguarda soprattutto le Pmi con più di 20 addetti, dove il calo tocca l’8,6% (è il risultato peggiore degli ultimi 5 trimestri), ma coinvolge anche le piccole imprese con meno di 20 addetti (-6,8%), per le quali tuttavia, in termini di dimensioni assolute del credito erogato, Padova rimane ancora al sesto posto tra le province italiane dopo Milano, Brescia, Bolzano, Roma e Torino. Per quanto riguarda invece la classifica degli impieghi complessivi al totale delle imprese provinciali, Padova si piazza all’ 11° posto. Anche per quanto riguarda il credito erogato alle famiglie si registra una riduzione (-1,2%) che porta ad un peggioramento rispetto ai trimestri precedenti. Il valore assoluto degli impieghi totali a livello provinciale è di 29,4 miliardi di euro, pari al 18,1% del totale Veneto (che è di 162,9 miliardi): di questi, 16,4 miliardi riguardano tutte le imprese e 8,8 vanno alle famiglie. A livello settoriale la diminuzione del credito erogato è nuovamente più accentuata nell’industria, con una flessione analoga per manifatturiero (-10%) e costruzioni (-10,5%). Ll calo riguarda anche i servizi (-7,5%). Rispetto al Veneto, la riduzione dei finanziamenti in provincia è superiore soprattutto per il manifatturiero e i servizi. Dinamica dei prestiti alle imprese nella seconda crisi - Dal 2011 al 2013 la riduzione degli impieghi legati a finanziamenti al sistema produttivo, in corrispondenza quindi con l’emergere della seconda ondata di crisi economico-finanziaria dopo quella del 2009, è notevole. Prendendo come riferimento l’entità del credito al 30 giugno 2011 è possibile comparare i dati disponibili con la situazione a fine giugno 2013. Nell’arco del periodo esaminato la diminuzione è pari a 2,6 miliardi di euro: i finanziamenti passano infatti da 19 a 16,4 miliardi con una contrazione in termini percentuali del -13,8% superiore a quanto si verifica nel Veneto (-11%) e in Italia (-11,2%) nello stesso periodo. A livello settoriale la diminuzione interessa in particolare le costruzioni (-21,3%) e l’industria (-17,6%). In termini assoluti la contrazione è di 1 miliardo per l’industria, 911 milioni per i servizi e 736 milioni per le costruzioni. Nel Veneto la diminuzione degli impieghi al settore produttivo è in valore assoluto di 11 miliardi di euro su un totale a fine giugno 2013 di 90 miliardi (contro i 101 a fine giugno 2011). Dinamica dei depositi bancari - Aumentano i depositi. Al 30 giugno 2013 il totale dei depositi bancari nella provincia di Padova raggiunge i 20,3 miliardi di euro, con una incidenza sul totale Veneto del 17,6% per un valore assoluto in regione di 115 miliardi. Padova si colloca al terzo posto in Veneto (e 11° in Italia) dopo Verona (26,4 miliardi pari al 23%, 6° posto in Italia) e Treviso (24,5 miliardi per un 21,3% sul totale Veneto, 8° posto in Italia). La dinamica rispetto alla stessa data del 2012 conferma l’aumento dei depositi (+6,4%) già rilevato nel trimestre precedente e si presenta in parte al di sopra della variazione registrata per il Veneto (+6,2%), pur rimanendo al di sotto dell’Italia (+7,1%). Nelle altre province venete la tendenza è positiva con la crescita più consistente per Vicenza (+15,7%) e variazioni superiori alla media nazionale anche per Rovigo (+7,9%). Le variazioni sono inferiori all’Italia per Venezia (+5%) e Verona (+4,7%), mentre Treviso (+1,3%) evidenzia l’aumento più contenuto nel Veneto. La posizione relativa della provincia - Padova rimane la prima provincia in regione per entità del credito alle famiglie (8,8 miliardi pari al 20,4% del totale Veneto) e alle imprese con meno di 20 addetti (4,1 miliardi pari al 21,8% del totale regionale). Iinferiori sono invece le dimensioni relative del credito totale erogato alle imprese maggiori (che pur in valore assoluto raggiungono i 12,4 miliardi) con il 4° posto in regione dopo Vicenza, Verona e Treviso ed una percentuale del 17,3% sempre sul totale Veneto. Per impieghi alle famiglie e alle imprese, la provincia si conferma all’11° posto in Italia, mentre è al 6° posto per impieghi alle imprese con meno di 20 addetti e al 13° per le imprese oltre questa soglia di addetti. Per entità del credito alle imprese manifatturiere, Padova è anche in questo caso all’11° posto in Italia, con le altre tre province venete, Vicenza (5°), Treviso (7°) e Verona (10°), che si collocano tra le prime dieci nel ranking nazionale. Per quanto riguarda il credito al settore delle costruzioni, la provincia è decima in Italia e seconda nel Veneto dopo Verona (settima in Italia), mentre è al tredicesimo posto nei servizi preceduta in regione da Verona, Venezia e Treviso.  
   
   
ROMA - AL VIA IL PROGETTO START UP IMPRENDITORIA SOCIALE  
 
Roma, 10 settembre 2013 - Oltre 450 aspiranti imprenditori, intenzionati ad operare nel mondo del non profit, hanno tempo fino al 30 settembre per presentare la domanda per prender parte al progetto “Start up imprese sociali”. L’iniziativa, lanciata da Unioncamere in collaborazione con Universitas Mercatorum e con 38 Camere di Commercio, è diretta a favorire la nascita di un numero massimo di 12 nuove imprese sociali per ognuna delle Camere che hanno aderito al progetto. Queste ultime erogheranno servizi gratuiti di accompagnamento allo sviluppo del progetto imprenditoriale. Le Camere di Commercio che partecipano al progetto sono quelle di: Asti, Avellino, Brindisi, Campobasso, Catanzaro, Chieti, Cremona, Crotone, Cuneo, Firenze, Frosinone, Genova, Imperia, l’Aquila, Lecce, Matera, Messina, Milano, Modena, Nuoro, Padova, Pavia, Perugia, Pordenone, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Rovigo, Siracusa, Taranto, Torino, Udine, Varese, Venezia, Verona, Vibo Valentia. “L’impresa sociale – dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere – può fornire un valido contributo per uscire dalla crisi, offrendo buona e duratura occupazione e creando benessere per la collettività. Sia i dati del Registro Imprese che quelli del recente censimento (realizzato dal Istat con il supporto del sistema camerale), confermano una resistenza maggiore alla crisi da parte delle imprese sociali. Ciò rafforza la nostra determinazione nel sostenere questa importante realtà”. I servizi sono rivolti a gruppi di aspiranti imprenditori che intendano avviare una nuova impresa che dovrà operare nei settori di intervento “ad utilità sociale” previsti dal Dlgs 155/06 e dalla Legge 381/91: assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza socio sanitaria, educazione, istruzione e formazione, tutela ambientale e dell’ecosistema, tutela dei beni culturali, turismo sociale, formazione post-universitaria, ricerca ed erogazione di servizi culturali, formazione extrascolastica. Possono, inoltre, essere presentate idee ricadenti anche in altri settori d’attività a condizione che le iniziative imprenditoriali siano finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone definite “svantaggiate”. All’iniziativa possono partecipare anche società e organizzazioni già costituite, a patto che abbiano intenzione di trasformarsi in impresa sociale. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito di Universitas Mercatorum ( http://www.unimercatorum.it/ ). Il sistema camerale è impegnato da anni in azioni di promozione a favore dell’economia sociale. Presso le Camere di Commercio e le Unioni regionali stanno sorgendo dei “Comitati per l’imprenditoria sociale ed il microcredito” (detti Cisem) con funzioni di osservatorio e promozione.  
   
   
VENTI CONSIGLIERI CHIEDONO UNA SVOLTA PROGRAMMATICA E UNA NUOVA GOVERNANCE DELLA CCIAA DI ROMA  
 
Roma, 11 settembre 2013 - La crisi economica che da molto tempo sta interessando Roma si presenta con una virulenza mai conosciuta in passato provocando un forte impoverimento del tessuto produttivo, pesanti perdite occupazionali e una preoccupante caduta di competitività. In questo momento al mondo delle associazioni imprenditoriali e del lavoro compete la responsabilità di infondere nuova linfa a un’istituzione strategica come la Camera di Commercio, per consentirle di tornare ad esercitare quel ruolo propulsivo, quell´autonomia e quell´autorevolezza che in questi ultimi anni le sono mancati. Il nostro territorio ha ormai estremo bisogno che la Camera di Commercio superi le sue attuali frammentazioni e ritrovi la sua unitarietà nell’adesione ai bisogni delle imprese e delle Pmi in particolare che rappresentano la quasi totalità del tessuto produttivo. Per questa ragione venti consiglieri camerali hanno promosso e sottoscritto un documento che impegna la Camera di Commercio ad una svolta programmatica sul piano dell’azione e su quello della “new governance”. Il documento è stato inviato al Presidente della Camera di Commercio Giancarlo Cremonesi insieme con la richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio Camerale per l´approvazione del documento stesso.  
   
   
VCO - SALDO OCCUPAZIONALE 2013 ANCORA NEGATIVO  
 
Verbania, 11 settembre 2013 - Sono circa 2.600 le assunzioni previste dalle imprese provinciali nel 2013, in prevalenza a carattere stagionale e per la metà in imprese con meno di 10 dipendenti. Il 18% delle imprese locali intende assumere: non molte ma in crescita (erano il 15% nel 2012) – meglio comunque che Piemonte (12%) e Italia (13%). Il saldo occupazionale quindi resta ancora negativo in tutti i territori: le previsioni nel Verbano Cusio Ossola sono di -2% (-530 assunzioni in v.A.) contro -1,7% del Piemonte e -2,2% dell’Italia. Il dato è influenzato soprattutto dalla mancata “entrata” di personale nelle imprese, piuttosto che da un aumento delle uscite, stabile negli ultimi tre anni. Diminuiscono ancora le entrate non stagionali che passano dalle 890 del 2012 alle 870 nel 2013: quasi 1.500 le assunzioni non stagionali nel 2010. 9 assunti su 10 sono nei servizi. E’ quanto emerge dai risultati dell’indagine Excelsior 2013, realizzata da Unioncamere nazionale e Ministero del Lavoro. Il Sistema informativo Excelsior si colloca dal 1997 tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro e della formazione ed è basato su un’indagine campionaria riguardante oltre 94.000 imprese a livello italiano. In valore assoluto è previsto un flusso in entrata di circa 2.560 unità e di uscita (per pensionamento o scadenza di contratto) di 3.090 unità. Il saldo occupazionale previsto nel 2013 è quindi negativo: -530 assunzioni in v.A., erano -470 nel 2012, -300 nel 2011 ed oltre 700 nel 2010. Nel mercato del lavoro in tutta Italia le dinamiche sono fortemente influenzate dalla debolezza dello scenario economico. L’analisi dei territori mostra una sequenza di andamenti negativi: segno meno davanti al saldo occupazione delle venti regioni e delle 105 province italiane, seppur con valori differenti che vanno dal -1,3% della Lombardia al -4,3% della Sicilia. Nel 2013 aumentano le imprese che prevedono di assumere, passando dal 15,3% del 2012 a 18,2% del 2013. Per un raffronto pre-crisi, nel 2008 circa il 29% delle imprese prevedeva un ampiamento dell’organico. Quasi la metà delle imprese ricerca personale per la sostituzione di dipendenti in maternità, malattia aspettativa, meno del 20% per far fronte ad un aumento della domanda. Conseguentemente quasi l’81% delle imprese del Vco non prevede di assumere (88% la media regionale, 87% quella nazionale). Tra le principali motivazioni alla non assunzione: l’organico sufficiente (73%) e l’incertezza della domanda (20%). 9 assunzioni su 10 è nei servizi, con una netta prevalenza del turismo. Il saldo previsto nei servizi, con 2.310 entrate e 2.690 uscite è –380 unità. Meno del 10% delle assunzioni previste riguarda l’industria e costruzioni: il saldo entrate ed uscite previste rimane negativo (in v.A. –150) ma decisamente migliore rispetto al 2012 (-210 in v.A.) e 2010 (in v.A. –670). Il 66% delle assunzioni totali del Vco sono a carattere stagionale, per la quasi totalità nel comparto della ristorazione e ricettività, a conferma del peso percentuale e occupazionale che il comparto turistico ha nel nostro territorio. Il dato è nettamente superiore alla media nazionale dove le assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale non superano il 35% (25% Piemonte). Meno del 10% è il peso delle assunzioni a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni previste, risultato inferiore rispetto a quello di Piemonte (29%), Nord Ovest (32%) ed Italia (27%). Le professionalità richieste per le assunzioni non stagionali vedono al primo posto le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, con 180 nuovi assunti (erano 330 lo scorso anno). Di questi 80 sono addetti alle vendite mentre 50 sono addetti nella ristorazione e pubblici esercizi. Seguono la ricerca di operai (160 in v.A., di cui la metà specializzati nella lavorazione di alimentari), tecnici e impiegati, rispettivamente 120 unità in v.A. Circa 1 assunzione non stagionale su 4 è relativa a professioni non qualificate (200 unità in v.A.): per oltre l’80% si tratta di personale addetto alla pulizia e lavanderia. Si confermano fanalino di coda, con la previsione di 40 nuovi assunti (stesso numero di assunti del 2012) le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione. Necessaria una apposita formazione per oltre il 74% dei nuovi assunti mentre per al 45% viene richiesta una precedente esperienza lavorativa. Anche nel 2013 per la metà delle imprese del Vco, come più in generale per quelle italiane, il canale più utilizzato per la selezione del personale resta la conoscenza diretta (60% del totale). Seguono l´utilizzo delle banche dati aziendali (23,7%) e la segnalazione da parte di conoscenti e fornitori (5%).La conoscenza diretta viene utilizzata da tutti i comparti economici con percentuali superiori per l’industria (63,4%), dato che sale al 76% per le costruzioni.  
   
   
FIRMATO L’ACCORDO CON ADIGE SPA PER UN INVESTIMENTO DI 22,6 MILIONI  
 
Trento, 11 settembre 2013 - Adige Spa vuole rafforzare la propria presenza sul territorio trentino. L’azienda di Levico Terme e la controllata Adige-sys Spa, specializzate nella costruzione di sistemi taglio laser per la lavorazione di tubi metallici e della lamiera, passeranno dalle attuali 221 unità (156 occupati Adige, 65 occupati Adige Sys) alle 235 unità entro il 2015, con un incremento del fatturato da 75 a 91 milioni di euro. L’azienda ha programmato da ora sino al 2017 un investimento immobiliare di 22,6 milioni di euro, che la Provincia autonoma di Trento prevede di sostenere attraverso la propria società di sistema Trentino Sviluppo, come indicato nell’accordo siglato oggi presso la sede dell’Assessorato all’industria, Adige Spa amplierà gli stabilimenti di Levico, acquisendo aree per oltre 18 mila metri quadrati e realizzando due nuovi capannoni industriali, oltre al totale rifacimento di un terzo immobile ed alla costruzione della nuova mensa aziendale. L’assessore Olivi ha dichiarato, a nome della Giunta provinciale, l’impegno di promuovere, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, l’aggiornamento del piano triennale di Trentino Sviluppo, affinchè nello stesso sia prevista la sottoscrizione, da parte della Società pubblica, di un prestito obbligazionario di 15 milioni di euro che verrà emesso da Adige Spa nei prossimi tre anni. Alessandro Olivi, assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione, Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo, e Pietro Colombo, presidente di Adige Spa, hanno firmato oggi, martedì 10 settembre, un importante accordo a sostegno dei programmi di crescita del Gruppo industriale sul territorio trentino e in particolare delle prospettive di potenziamento della capacità produttiva. Il piano industriale presentato da Adige Spa programma sino al 2017, investimenti per oltre 40 milioni di euro, tra cui alcuni progetti di ricerca, ma soprattutto iniziative mirate a risolvere l’ormai insostenibile carenza di spazi adeguati a supportare la crescita produttiva dell’azienda. Il piano di investimenti immobiliari prevede una spesa in cinque anni di 22,6 milioni di euro, con l’acquisizione di nuove aree per 17.451 metri quadrati (11.217 mq acquistati di recente da Trentino Sviluppo e 5.530 mq attraverso una operazione con il Comune di Levico Terme, come specificata nella deliberazione del Consiglio comunale del 31 luglio u.S.) e 704 mq. Da un privato, la costruzione di due nuovi immobili industriali per un totale di 7.500 metri quadrati, la demolizione e rifacimento ex novo di un capannone di 3.200 metri quadrati, oltre alla costruzione della nuova mensa aziendale di 650 metri quadrati. «L’azienda – precisa l’assessore Olivi – ha richiesto l’intervento finanziario di Trentino Sviluppo per sostenere i rilevanti investimenti programmati. Attraverso tali investimenti l’impresa vuole essere in grado di produrre di più e in migliori condizioni, aumentare il fatturato e sviluppare la propria presenza sui mercati di competenza, che sono soprattutto internazionali. Trentino Sviluppo è chiamata a sostenere lo sforzo finanziario dell’azienda, attraverso la sottoscrizione di un prestito obbligazionario che verrà emesso da Adige Spa, di importo pari a 15 milioni di euro, da versare per stati di avanzamento dei lavori sulla realizzazione degli immobili. Ritengo che gli impegni che l’azienda ha assunto: (1) costruire e mettere in attività il nuovo stabilimento entro il 2018, (2) consolidare i livelli occupazionali, attualmente pari a 221 unità (compresi i dipendenti di Adige Sys), portandoli fino a 235 unità entro il 2015, e (3) versare in provincia di Trento le imposte dovute, raddoppiando sostanzialmente il gettito fiscale annuo medio, rappresentino altrettanti benefici collettivi per il Trentino. Pertanto credo che il sostegno pubblico dell’iniziativa sia utile al territorio, oltre che all’impresa. E’ infatti soprattutto con gli investimenti delle imprese innovative che possiamo superare questa grande crisi e riprendere il percorso di crescita economica e di sviluppo dell’occupazione.» «Riteniamo particolarmente importante – commenta il rag. Colombo, presidente e amministratore delegato delle due società – la scelta operata dalla Provincia. Il sostegno ad Adige permette alla società di affrontare con sicurezza un investimento impegnativo che, fra immobili, tecnologie e ricerca, supera 40 milioni di euro. Questo in una fase di crisi economica perdurante affrontata dall’azienda con un impegno straordinario sui mercati internazionali, dove sta conseguendo risultati positivi. Ringrazio la Provincia, l’assessore Alessandro Olivi, il Comune di Levico Terme, nella persona del sindaco Giampiero Passamani, che ha operato attivamente per portare a compimento l’operazione e Trentino Sviluppo, con il presidente Laner, che è stata l’artefice della proposta complessiva.» E a giudizio del dott. Laner, «Adige Spa e Adige Sys rappresentano due realtà territoriali con valenza strategica: tecnologie, relazioni umane, capacità d’innovazione e solidità economico-finanziaria sono gli elementi essenziali alla base del successo del Gruppo. L’intervento di Trentino Sviluppo trova le sue motivazioni nelle prospettive di consolidamento e sviluppo sul territorio, con rilevanti ricadute quali l’aumento dell’occupazione e la leadership industriale.» L’assessore ha così commentato: «Esperienze virtuose come questa azienda, uno dei player di maggiore qualità nei settori della meccanica di precisione e della meccatronica, dimostrano che il manifatturiero può ancora oggi trainare l’economia, costretto com’è a nutrirsi di crescita e di innovazione. Di ciò troviamo un chiaro riscontro anche nelle recenti notizie circa il ruolo dell’industria e, in particolare, della meccanica nel trainare la ripresa (+7,7% del fatturato nel secondo trimestre 2013 rispetto all’anno precedente), e in quanto si sta realizzando nel settore della meccatronica, che rappresenta una delle più importanti sfide per la politica economica trentina e per la quale immagino uno sviluppo diffuso guidato dal Polo di Rovereto.» «Quanto stabilito dall’accordo – conclude l’assessore Olivi – dovrà comunque essere sottoposto alla Giunta provinciale in carica per prossima legislatura, affinché lo stesso sia confermato e sia dato seguito all’aggiornamento del piano triennale di cui agli articoli 33 e 34 della legge provinciale n. 6/1999. Sarà Trentino Sviluppo a formulare la proposta operativa in questo senso, in conformità al compito che le spetta, che è appunto quello di proporre alla Giunta provinciale il proprio piano triennale di intervento, per poi darvi attuazione, una volta approvato dal Governo provinciale.» Adige e Adige Sys, le due società di Levico Terme, fanno capo al Gruppo Blm, con sede a Cantù, in provincia di Como, che complessivamente occupa oltre 500 dipendenti e rappresenta un player globale per l’intero processo di lavorazione del tubo. La società capogruppo è infatti specializzata nella produzione di macchine curvatubi, sagomatubi, sistemi di misura e dispositivi di integrazione ed automazione; Adige Spa è specializzata in sistemi di taglio laser di tubi e profilati, macchine per il taglio a disco tradizionale e la lavorazione di tubi; Adige Sys è invece specializzata nella produzione di sistemi "misti" di taglio laser per lamiera e tubi/profilati di varie sezioni e materiali e impianti per la lavorazione di tubi/profilati di grandi dimensioni e vari materiali.  
   
   
PIOMBINO: SINERGIA CON TARANTO PER ALLUNGARE L´ATTIVITÀ DELL´ALTOFORNO  
 
Firenze, 11 settembre 2013 - Apprezzamento per l´iniziativa che ha permesso di conoscere una delle opportunità tecnologiche che potrebbero permettere la salvaguardia e lo sviluppo del polo siderurgico di Piombino. Ad esprimerlo è stato l´assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, intervenuto ieri a Piombino al seminario promosso dalle organizzazioni sindacali, locali, nazionali e di categoria in occasione della presentazione del progetto Corex. Il progetto, presentato da Siemens, utilizza una tecnologia innovativa che potrebbe rappresentare un´alternativa all´altoforno, offrendo così nuove prospettive produttive ed occupazionali al territorio, con un minore impatto ambientale. La presentazione, che ha visto la partecipazione del sindaco di Piombino Gianni Anselmi, del presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà, di rappresentanti di altri enti locali, dell´Università e del territorio è stata l´occasione per fare il punto sui problemi della siderurgia. "È indubbio che siamo ad un passaggio delicatissimo – ha detto l´assessore Simoncini - che richiede un impegno straordinario per la salvaguardia della siderurgia italiana, fondamentale per lo sviluppo del paese e, in questa del ruolo, della funzione di Piombino. Decisivo è un piano industriale che metta al primo posto la salvaguardia occupazionale, diretta ed indiretta, e l´individuazione di un soggetto industriale pronto ad investite su di esso. Per raggiungere questo obbiettivo c´è bisogno di tempo. Per questo è determinante poter costruire una relazione tra Taranto e Piombino che possa permettere l´allungamento dei tempi di attività dell´altoforno". L´assessore ha sottolineato particolarmente la necessità di un impegno del governo. "Accanto ad impegni importanti nel riconoscimento dell´area di crisi complessa che vanno nel senso giusto – ha aggiunto - deve concretizzarsi da parte del governo un´azione per garantire la sinergia Piombino-taranto, il sostegno alla ricerca di nuovi imprenditori e l´iniziativa verso l´Unione Europea per verificare tutte le forme di sostegno utili al rilancio industriale di Piombino. In questa direzione l´impegno della Regione sarà pieno e continuo".  
   
   
MSD PAVIA, MELAZZINI RIBADISCE IL NO ALLA CHIUSURA  
 
Milano, 11 settembre 2013 - "Regione Lombardia ribadisce la sua posizione di forte contrarietà alla chiusura dello stabilimento di Merck Sharp & Dohme (Msd) di Pavia, rivolgendo un chiaro appello all´azienda, di non considerare irrevocabile la data di chiusura prevista per il 31 dicembre 2014, auspicando che ogni scelta sia compiuta in un´ottica di responsabilità sociale". E´ il commento dell´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia Mario Melazzini a quanto emerso dall´ultimo incontro al Ministero dello Sviluppo economico sulla crisi aziendale Msd. Gioco Di Squadra - "Da parte nostra - prosegue Melazzini - sussiste l´intenzione di accompagnare l´impresa nel suo percorso, mettendo a disposizione gli strumenti utili, affinché Msd non concluda la sua esperienza sul territorio lombardo, senza che prima venga individuata l´azienda che possa subentrare. Certamente sarà indispensabile un gioco di squadra a livello istituzionale e con i vertici aziendali con l´obiettivo comune di trovare una soluzione che salvaguardi tutti i posti di lavoro e per questo motivo ritengo fondamentale sostenere che vi sia una costante interlocuzione fra i soggetti coinvolti". Nuovi Acquirenti - "Inoltre - conclude Melazzini - credo possa essere auspicabile instaurare dei tavoli periodici, come luoghi di confronto dove poter valutare in modo condiviso le eventuali richieste di nuovi acquirenti. Nei prossimi giorni, intendo intensificare le relazioni con tutte le parti interessate alla vicenda di Msd e garantire ogni possibilità in termini di occupazione e sviluppo per l´azienda".