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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Marzo 2014
MACEDONIA, IMPRESE ITALIANE PER LA COSTRUZIONE DELLA RETE GAS  
 
Skopje, 26 marzo 2014 - Alcune imprese italiane hanno mostrato interesse ad investire nei progetti legati in Macedonia alla produzione di energia ed alla realizzazione di nuove infrastrutture ed il ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni, Mile Janakieski, ha presentato il quadro complessivo relativo a tali investimenti. I progetti chiave che potrebbero vedere la partecipazione italiana sono soprattutto quelli relativi alla creazione della rete nazionale del gas ed alla realizzazione di una serie di importanti infrastrutture stradali; tra queste, il segmento Gestivar-kicevo (inserito nel Corridoio 8, avrà una lunghezza di 42 chilometri) per l´attuazione del quale verrà pubblicato un bando entro giugno.  
   
   
BOSNIA CERCA UN PARTNER STRATEGICO PER LA CENTRALE TERMICA  
 
Sarajevo, 26 marzo 2014 - La Bosnia - Erzegovina è alla ricerca di un partner strategico per finanziare e realizzare un nuovo impianto termico da 1.3Oo Mw in località Banovici. La gestione dell´impianto verrà portata avanti da una compagnia che opererà in base ad un contratto ad hoc e sarà costituita in base a quanto previsto nell´invito pubblico pubblicato di recente. Il nuovo impianto sarà di totale proprietà della nuova compagnia e costituirà esso stesso una garanzia per gli investitori. Il Governo della Bosnia - Erzegovina valuterà la possibilità di offrire le garanzie per il project financing in base alla struttura finanziaria del progetto.  
   
   
AGGIUDICATA LA GARA PER LA RIQUALIFICAZIONE DI "MARILLEVA 1400"  
 
Trento, 26 marzo 2014 - L’agenzia provinciale per gli appalti e contratti ha aggiudicato la gara per la riqualificazione urbanistica e architettonica del complesso turistico di Marilleva 1400. Aggiudicatario della gara per l’affidamento del servizio concernente l’elaborazione di scenari progettuali e relativo studio economico-giuridico per il ridisegno complessivo di una delle stazioni più importanti del comparto turistico in Trentino, nell’ambito del fondo per la riqualificazione degli insediamenti storici del paesaggio, è il raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) tra “Nomisma s.P.a. (mandataria), La Finanziaria Trentina s.P.a. (mandante), Habitech Distretto Tecnologico Trentino s.C.a.r.l. (mandante) Progetto C.m.r. S.r.l. (mandante)”, che ha ottenuto il punteggio più elevato derivante dalla somma del punteggio attribuito all’offerta tecnica (68 punti) e del punteggio attribuito all’offerta economica (13,33 punti), per un totale di 81,33 punti. L’offerta economica del vincitore è stata pari ad euro 90.000, con un ribasso del 25 per cento rispetto alla base d’asta di 120.000 euro. L’aggiudicazione è avvenuta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (fino ad 80 punti per l’offerta tecnica e fino a 20 punti per l’offerta economica). Le imprese partecipanti alla gara erano 13; per tre di esse non è stata aperta l’offerta economica, in quanto le relative offerte tecniche non hanno ottenuto il punteggio minimo previsto dal bando di gara per l’offerta tecnica. Il percorso per la riqualificazione del complesso "Marilleva 1400" è iniziato nel 2012 allorquando la Giunta provinciale condivise l´opportunità di selezionare un soggetto qualificato e con competenze interdisciplinari per elaborare una proposta che ridisegnasse completamente il profilo della stazione turistica, partendo da una decisa riqualificazione urbanistica e architettonica. Successivamente l´esecutivo costituì un gruppo di lavoro per procedere all´espletamento della gara e, nel corso dell´estate 2013, fu approvato e pubblicato il bando di gara. Queste le finalità da perseguire nell´elaborazione della proposta: - riqualificare l´insediamento, anche attraverso interventi complessivi sotto il profilo urbanistico ed edilizio, e adottare modelli di sviluppo turistico idonei a favorire una proposta turistica di qualità, che valorizzi non solo l´area oggetto di intervento, ma l´intera offerta turistica della Valle di Sole; - valorizzare il paesaggio, inteso come deposito dell´identità locale e insieme risorsa territoriale, quale elemento portante dell´offerta turistica della Valle di Sole, definendo adeguate caratteristiche morfologiche tipologiche dell´edificato; - favorire una maggiore integrazione fra le stazioni in quota e gli insediamenti principali, nonché incrementare le dotazioni di infrastrutture e servizi a supporto dell´insediamento, con l´obiettivo di migliorare la qualità urbana ed ambientale e, contestualmente, le opportunità di sviluppo economico dell´area; - rafforzare gli elementi materiali per valorizzare gli aspetti di differenziazione e di alterità del Trentino nella percezione dei visitatori, minimizzando invece quelli tesi all´omologazione e alla standizzazione.  
   
   
FIRENZE, VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE URBANISTICA AI REGOLAMENTI URBANISTICO ED EDILIZIO OLTRE 1000 PAGINE ESAMINATE, 22 SEDUTE E PIÙ DI 60 ORE DI LAVORO. LA SODDISFAZIONE DEL PRESIDENTE DORMENTONI  
 
Firenze, 26 marzo 2014 - Dopo un mese e mezzo di lavoro, 22 sedute per un totale di circa 60 ore, la Terza Commissione ha espresso il parere positivo con emendamenti alle delibere di adozione del Regolamento Urbanistico e di approvazione del Nuovo Regolamento Edilizio. E’ stata approvata anche una mozione di indirizzi all’amministrazione per il lavoro da svolgere nella fase successiva (osservazioni e approvazione del Regolamento Urbanistico). “La soddisfazione è grande- ha detto il presidente Mirko Dormentoni - , siamo di fronte al nuovo strumento di pianificazione della città ed a regole edilizie completamente nuove. Abbiamo svolto un’attività intensa di approfondimento, valutazione ed elaborazione di alcuni miglioramenti. Adesso tocca al Consiglio Comunale, lunedì e martedì saremo chiamati a fare l’ultimo sforzo per concludere questo lavoro enorme. Devo ringraziare tutti i consiglieri che hanno partecipato attivamente ai nostri lavori ed hanno portato il loro contributo, nonché l’assessore Meucci ed i tecnici della Direzione urbanistica che ci hanno supportato in tutto il percorso dopo averci portato una proposta innovativa e di qualità. Un ringraziamento speciale va ai Consigli di Quartiere che a loro volta hanno approfondito ed elaborato osservazioni e proposte di grande utilità, che abbiamo valutato attentamente e spesso accolto nella formulazione di una pacchetto di emendamenti che fanno parte integrante del parere della Commissione e nella nostra mozione di indirizzi alla Giunta”. Per quanto riguarda il Nuovo Regolamento edilizio Dormentoni ha sottolineato che “le parole d’ordine sono state: maggiori garanzie di vivibilità e qualità degli alloggi e dei luoghi di lavoro, favorire il risparmio e l’efficienza energetica, apertura alle nuove tecnologie, semplificazione ed immediata operabilità delle norme (più chiarezza, più certezza, meno deroghe possibili)”. Per il Regolamento Urbanistico è stata esaminata una mole di oltre 1000 pagine, 33 tavole della “Disciplina del suolo e degli insediamenti”, 85 articoli delle Norme Tecniche di Attuazione (numero basso perché un criterio seguito è quello della semplificazione) e 218 schede norma con 107 aree di trasformazione e rigenerazione urbana e 111 aree per servizi che comprendono le previsioni di infrastrutture per la mobilità che interessano suoli di proprietà privata (viabilità, tranvia, piste ciclabili), aree per parcheggio e verde pubblico, interventi su servizi pubblici (Fortezza da Basso, Sant’orsola, ecc.) compresa l’edilizia residenziale pubblica. Il Nuovo Regolamento Edilizio è invece quantitativamente più semplice ed ha assunto una struttura decisamente più snella rispetto alla versione attualmente in vigore (13 capitoli a fronte dei precedenti 24, 105 articoli contro 245, 3 allegati a fronte di 10), ma con contenuti altamente innovativi e basati su alcuni principi fondamentali.  
   
   
REGOLAMENTO URBANISTICO, IL VICESINDACO NARDELLA: "UN RISULTATO STORICO PER IL FUTURO DI FIRENZE" I NUMERI E I PUNTI FONDAMENTALI ILLUSTRATI DALL´ASSESSORE MEUCCI  
 
Firenze, 26 marzo 2014 - “Il Regolamento Urbanistico arriva in tempi record: è un risultato storico”. Lo ha detto il vicesindaco reggente Dario Nardella, commentando la presentazione dell’atto oggi all’esame del consiglio comunale per il voto di adozione. “Questi 5 anni sono stati straordinari – ha aggiunto Mardella - perché nel 2011 abbiamo approvato il Piano strutturale a volumi zero, che è l’architrave su cui si costruiscono le regole della pianificazione urbanistica, mente tra oggi e domani adotteremo il Regolamento urbanistico e approveremo il Regolamento edilizio”. “Si tratta di due strumenti indispensabili per lo sviluppo della città - ha continuato - perché non parlano solo di regole urbanistiche, ma anche dello sviluppo della città: in questi atti si parla infatti anche di economia, lavoro, di grandi opere pubbliche. Gli strumenti per far ripartire Firenze e l’economia della città ci sono tutti, ora dobbiamo metterci al lavoro per coinvolgere, imprese, lavoratori e cittadini”. “Con il Regolamento urbanistico esercitiamo il diritto di cambiare le città, che sono organi complessi in continuo movimento, basati sulla vita quotidiana dei cittadini che le animano - ha aggiunto Nardella - e compito della politica è governare la loro trasformazione”. Il vicesindaco reggente ha continuato sottolineando anche che “con il Regolamento urbanistico mettiamo un altro tassello nella costruzione del futuro di Firenze e sono convinto che la passione, la determinazione e la competenza con cui tutti voi avete lavorato, a partire dall’assessore Meucci, sono la migliore garanzia di un buon avvio. Sarà poi compito di ciascuno di noi di fare in modo che questo cammino vada avanti senza fermarsi, senza esitare. È un cammino ambizioso, che vale per i nostri figli, per le generazioni che verranno perché le trasformazioni vere richiedono anni e sacrifici. Firenze ha già vissuto in passato profonde trasformazioni: nella metà dell’800 visse una grande trasformazione urbana, potremmo dire la più grande dell’età moderna con i viali del Poggi, le grandi architetture, una trasformazione indotta anche dal ruolo che le fu affidata di capitale politica e istituzionale del Regno unito. Oggi è come se quel ruolo lo riconquistassimo. Non siamo capitale istituzionale, ma riaffermiamo il nostro ruolo di capitale europea, di capitale culturale e politica del nostro Paese. Dobbiamo sostenere questa ambizione con una riforma urbanistica che nelle sue ambizioni è paragonabile a quella grande trasformazione della metà dell’800”. Da parte sua, l’assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci ha svolto una lunga relazione, che ha toccato in concreto tutti i tempi di questo atto fondamentale e complesso. “Il Regolamento Urbanistico che oggi approda per l’adozione in consiglio comunale è un atto fondamentale per la nostra città, che disegna davvero il futuro di Firenze e rende concreti gli indirizzi del Piano Strutturale ‘a volumi zero’. Un atto fondamentale, che porta con sè un impatto economico enorme: 750.000 mq di superficie in movimento, 1,5 miliardi di euro per gli interventi, 2mila posti di lavoro per 5 anni. Dalle aree in trasformazione si ricaveranno 60 milioni di euro in oneri di urbanizzazione, destinati alle infrastrutture pubbliche; la dotazione di servizi collettivi sarà di quasi 40mq. Ad abitante, più del doppio di quanto previsto dalle norme”. “Quello che abbiamo voluto delineare non è il disegno della città che ci piacerebbe, ma quello della città che si realizza davvero: previsioni ‘fattibili’ non perché potrebbero realizzarsi, ma perché si concretizzano effettivamente – da detto ancora l’assessore - Per questo occorreva misurarsi con tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, spesso portatori di interessi non coincidenti: da qui l’importanza che abbiamo voluto dare ai percorsi partecipativi, sia informali che formali. Solo qualche dato: 5 convegni tematici (in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Urbanistica e l’Agenzia Fiorentina per l’Energia); una ventina di incontri con vari enti ed associazioni (compresi gli ordini ed i collegi professionali); un questionario online che ha coinvolto 1.700 cittadini; 985 contributi specifici ricevuti”. “Gli spazi di nuova destinazione erano stati quantificati dal Piano Strutturale in oltre un milione e 200mila mq: una destinazione che ovviamente il Regolamento Urbanistico doveva articolare in dettaglio. Per gli interventi oltre i 2mila mq abbiamo dettato prescrizioni precise, ricorrendo ad una procedura di evidenza pubblica, mediante un avviso con cui gli interessati alla trasformazione di un immobile sono stati invitati a fornire le caratteristiche ed i principali dati tecnici del progetto. Attenzione: non c’è stata alcuna concessione alle pressioni della rendita immobiliare, né si è instaurata alcuna negoziazione. Si è semplicemente svolta una ricognizione, senza alcun vincolo di accettazione da parte dell’amministrazione, nel segno della trasparenza”. “E proprio accanto ai principi della trasparenza, sostenibilità e fattibilità, è da sottolineare un altro criterio che ci ha guidato: quello della semplificazione. Non solo delle procedure ma anche formale, grazie ad oltre 200 schede-norma nelle quali sono descritte destinazione di progetto, superficie, modalità e tipo di intervento consentito, prescrizioni, mitigazioni, fattibilità idraulica, geologica e sismica. Nel quadro della semplificazione, voglio anche sottolineare l’importanza del provvedimento che oggi presentiamo insieme al Regolamento Urbanistico, ovvero il nuovo Regolamento Edilizio. Si è razionalizzato il testo vigente, depurandolo di quanto è già disciplinato dalle norme statali e regionali ed eliminando adempimenti che appesantivano le procedure. Il risultato è ben sintetizzato da poche cifre: si passa da 245 a 105 articoli e da 10 allegati a 3 allegati, con una semplificazione sostanziale perfezionata insieme agli ordini professionali”. L’assessore Meucci si è poi soffermata sulle principali trasformazioni che il Regolamento prevede. “La parte di città in cui è prevista la maggior parte delle trasformazioni è l’Utoe 12, che interessa il nucleo storico e l’espansione ottocentesca, con oltre 20 aree con variazione della destinazione d’uso attraverso interventi conservativi di immobili, con Sul (superficie utile lorda) maggiore di 2mila mq. (ricordo che in questi casi privati devono destinare una quota non inferiore al 20% alla residenza per l’affitto o altra forma di edilizia convenzionata). Le destinazioni d’uso dei contenitori di valore storico confermano la prevalenza di quella residenziale, anche tenendo conto delle recente ripresa demografica, in gran parte dovuta a movimenti migratori di origine extra comunitaria. Le analisi su cui il Regolamento Urbanistico si è fondato, suggeriscono da un lato la rilevanza degli spazi pubblici come spazi da potenziare e qualificare, anche come opportunità di incontro e integrazione; e dall’altro evidenziano che i progetti devono andare di pari passo con uno sviluppo della cultura della convivenza. Il nuovo Regolamento, nel confermare la prevalenza della destinazione residenziale per gli immobili storici, opera un riequilibrio a favore di altre destinazioni, in particolare a carattere direzionale e di servizio (scuole di alta formazione, centri di formazione professionale, servizi e incubatori d’impresa); mentre la destinazione turistico-ricettiva interessa il centro solo per la trasformazione del Teatro Comunale”. “Dopo l’area centrale, l’Utoe interessata dal maggior numero di trasformazioni è la 3, che corrisponde alla parte est della città sulle due sponde dell’Arno, fra l’altro interessata dalla previsione dell’insediamento di un campeggio a Rovezzano (per permettere la dismissione del campeggio del Piazzale Michelangelo) e di due nuovi impianti sportivi a cielo aperto. La parte ovest della città è quella interessata dalle più importanti trasformazioni di aree già produttive. In particolare l’Utoe 8, che si estende da via Baracca al viale Etruria, include le trasformazioni dell’ex Manifattura Tabacchi e dell’ex Officine Grande Riparazioni; mentre l’Utoe 9, sulla direttrice della via Pistoiese, include le trasformazioni delle aree ex Gover ed ex Esselunga mentre l’Utoe 10, sulla direttrice di Novoli, include la trasformazione del Centro alimentare Polivalente e del Panificio Militare. L’utoe 10 è caratterizzata da un mix di trasformazioni diverse dalla residenza, con una quota consistente dedicata ad attività industriali ed artigianali (il nuovo centro del settore alimentare e le attività commerciali in medie strutture, correlate sia al nuovo stadio che all’ex Panificio Militare)”. “L’utoe 11, sulla direttrice Careggi-castello, è interessata da un intervento significativo sullo stabilimento ex-Cerdec posto fra le ville medicee e il borgo storico. Infine, per quanto riguarda le Utoe 1, 4 e 5 (i territori collinari a nord e a sud della città) le trasformazioni previste riguardano complessi edilizi dismessi o sottoutilizzati, anche di valore storico architettonico (ex caserme, attrezzature socio-sanitarie, scuole e convitti) assegnando una prevalente destinazione residenziale”. “Per quanto riguarda le infrastrutture per la mobilità, ricordo che per le priorità da inserire nel Regolamento Urbanistico si è tenuto conto della decadenza quinquennale dei vincolo, qualora non si arrivi in tempo all’approvazione del progetto esecutivo. E’ confermato il posizionamento della Stazione dell’Alta Velocità ai Macelli e la realizzazione delle direttrici di penetrazione Pistoiese-rosselli e Fortezza –Panciatichi. Per quanto riguarda la tramvia, sono state inserite le linee 2, 3 e 4 (limitandosi a stralciare la tratta in sotterranea della linea 2); sono inserite anche quasi tutte le opere che il Piano Strutturale ha indicato come componenti del Semianello Nord e del Semianello Sud (fra cui il nuovo svincolo di Peretola, il sottoattraversamento del Sodo, il by-pass del Galluzzo, l’adeguamento di via delle Bagnese)”. “Fra le altre infrastrutture viarie sono inseriti anche un ponte sul Mugnone (in corrispondenza di via Crispi) e, sullo stesso allineamento, un sottopasso ferroviario parallelo a quello dello Statuto, un sottopasso pedonale in via Vittorio Emanuele ed un sottopasso ferroviario in via Giuliani. Per quanto riguarda le piste ciclabili, voglio ricordare gli interventi su suolo non meramente stradale (Nenni-torregalli, lungo Ema, lungo Greve, Argingrosso, Brozzi-sala)”. “Per quanto riguarda i parcheggi, le principali previsioni riguardano i parcheggi scambiatori di Peretola, di viale Nenni, di piazza Batoni, di viale Etruria, delle Due Strade, dell’Indiano-cascine, oltre a quelli a servizio di quartiere di Settignano, Ponte a Mensola, Castello, Sorgane e Pratellino; ed infine, in funzione dell’accessibilità al centro storico, quelli sotterranei di piazza del Carmine e piazza Brunelleschi (per cui si renderanno necessari ulteriori approfondimenti)”. In conclusione, l’assessore ha sottolineato “il riconoscimento al lavoro del Consiglio comunale (dal presidente della Commissione Urbanistica a tutti i consiglieri, anche a quelli di opposizione, che hanno dato contributi positivi): In 2 mesi abbiamo svolto 25 sedute delle commissioni consiliari, oltre a 10 incontri con i Consigli di Quartiere, che hanno confermato grande capacità di analisi e di elaborazione”. Infine i ringraziamenti. “Questo Regolamento Urbanistico, come già il Piano Strutturale, è frutto esclusivo degli uffici comunali: siamo probabilmente un caso senza precedenti, ed anche oggi unico per quanto mi risulta, in cui gli strumenti della pianificazione territoriale sono stati messi a punto senza ricorrere ad incarichi esterni, neppure a livello di consulenza ha concluso l’assessore Meucci - Un lavoro enorme per dimensione e complessità, per il quale voglio ringraziare i dirigenti, i tecnici e tutti coloro che, nei diversi ruoli e nelle diverse competenze, ci anno consentito di portare a termine quello che era uno degli impegni più importanti di questo mandato amministrativo”. Regolamento Urbanistico, la relazione integrale dell´assessore Meucci Questo il testo integrale della relazione svolta oggi dall´assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci in consiglio comunale, in occasione dell´adozione del nuovo Regolamento Urbanistico. "Credo non sfugga a nessuno dei consiglieri la rilevanza del voto che questa Assemblea si accinge ad esprimere. Il Regolamento Urbanistico che oggi è sottoposto all’adozione del Consiglio Comunale viene a dare concretezza operativa agli indirizzi a suo tempo approvati con il Piano Strutturale. E’ uno di quegli atti che disegnano davvero il futuro della città, di quelli destinati ad essere ricordati commentando “io c’ero”. Un futuro che, in questo caso, non è qualcosa che ci viene incontro e che cerchiamo di pre-vedere: è un futuro che cerchiamo di costruire, che sarà esito delle nostre capacità analitiche e progettuali, della nostra capacità di concepire e realizzare programmi coerenti ed efficaci. Stiamo parlando, usando per un momento la vecchia terminologia, del nuovo piano regolatore di Firenze. Strumenti cioè di cui vede la luce uno per generazione: negli oltre 70 anni che ci separano dalla legge urbanistica del 1942 questo è infatti il terzo piano, dopo il piano Detti adottato nel 1962 ed il piano Vittorini adottato nel 1993. Sono 70 anni densi di tentativi e di progetti di piano, di varianti, di modifiche – nella seconda metà di questo periodo - del quadro di riferimento normativo con tre leggi regionali in materia di territorio (la 74 del 1984, la 5 del 1995 e la 1 del 2005, non considerando la quarta in arrivo) tutte con filosofie e strumenti molto diversi fra loro: è insomma un quadro estremamente complesso ed articolato che rende difficile anche una lettura unitaria e sequenziale concentrata sulle vicende urbanistiche fiorentine. E’ una rievocazione che in questa occasione poteva anche starci, ma che non ho ritenuto di proporre per non sottrarre tempo ed attenzione dall’oggetto principale all’ordine del giorno e che voglio introdurre usando i termini della legge regionale vigente: “Il regolamento urbanistico disciplina l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale; esso si compone di due parti: a) disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti; b) disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi….” Dando conto della sua conformità alle previsioni del piano strutturale, il regolamento urbanistico contiene dunque una parte ordinaria, senza scadenza, e una straordinaria le cui previsioni e i conseguenti eventuali vincoli preordinati all’espropriazione sono dimensionati per cinque anni dalla loro approvazione e “perdono efficacia nel caso in cui, alla scadenza del quinquennio dall’approvazione del regolamento…non siano stati approvati i conseguenti piani attuativi o progetti esecutivi”. Come i consiglieri hanno ben presente la scelta fondamentale operata con il Piano Strutturale è stata quella di immaginare un rinnovamento della città “non fuori, ma dentro la città”, puntando sulla sua rigenerazione anziché sulla sua espansione, opzione sintetizzata nello slogan “volumi zero” e che concretizza il principio della sostenibilità. A questo proposito ci sia consentita una brevissima parentesi. Le amministrazioni comunali di Firenze sono state accusate, anche con qualche ragione, di muoversi con grande lentezza nel campo della pianificazione urbanistica: abbiamo una storia pluridecennale di piani e progetti mai portati a compimento. Questa volta, in questo mandato amministrativo, non solo riusciamo a varare sia il piano strategico che quello conformativo, ma possiamo anche rivendicare una primogenitura rispetto agli obiettivi di sostenibilità che la proposta di revisione della legge regionale sul governo del territorio dichiara di voler perseguire, in particolare con il blocco degli insediamenti al di fuori delle aree urbanizzate. Obiettivi che si sono affacciati anche in vari disegni di legge di iniziativa parlamentare e governativa lo scorso anno: insomma, una volta tanto, siamo arrivati prima noi. Ci tengo anche ad evidenziare – e chiudo subito la parentesi – che, a parte l’ovvia condivisione delle finalità generali, non abbiamo fatto mancare il nostro contributo critico, tramite l’Anci, alla forma che la proposta di legge regionale e i disegni di legge nazionali sono venuti assumendo. Nel caso della legge regionale rilevando che la proposta muove in direzione opposta a quella di un’auspicabile semplificazione della disciplina in funzione di un reale sostegno alle azioni di rigenerazione urbana; nel caso dei disegni di legge nazionali perché riteniamo errata l’ipotesi che questi prospettano di finanziare la rigenerazione con gli oneri maggiorati derivanti dall’espansione (e dunque con poche garanzie di contrastare davvero il nuovo consumo di suolo). A proposito della sostenibilità, che è stata la prima linea guida cui ci siamo attenuti, occorre aggiungere ancora qualche considerazione. Una delle questioni all’ordine del giorno è come conciliare la tutela delle risorse essenziali non riproducibili (la “sostenibilità” appunto) – traendo ispirazione dal Patto europeo dei sindaci - con le altrettanto imprescindibili esigenze di sostegno allo sviluppo, promuovendo l’occupazione e migliorando la qualità della vita. Detto in altro modo: si tratta di concepire una pianificazione territoriale che non si ponga, rispetto alle pressioni dell’economia, in una posizione di semplice difesa, ma che svolga una funzione di stimolo attraverso la valorizzazione del patrimonio territoriale. Ed uso il termine “valorizzazione” avendolo ben ponderato e nella consapevolezza che evoca qualche contrasto. Ad esempio la proposta di nuova legge regionale sul governo del territorio lo ha ignorato. Eppure quando prevediamo 40 aree oggetto di riqualificazione ambientale con interventi mirati sulla rete ecologica per renderla più efficiente, quando eliminiamo i parcheggi dalle nostre piazze, quando incentiviamo il risparmio energetico collegato al restauro degli involucri degli edifici, quando investiamo per lo sviluppo del trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, quando ristrutturiamo immobili pubblici di pregio lasciati al degrado stiamo facendo operazioni che sono contestualmente di valorizzazione e di tutela delle risorse territoriali. Insomma, l’atto che ci accingiamo a votare ha un impatto economico enorme. Solo qualche dato. Abbiamo 750.000 mq di superficie in movimento tramite gli interventi di trasformazione previsti. Il costo degli interventi che si renderanno possibili è stimabile in 1,5 miliardi di euro. A questi interventi corrispondono 2.000 posti di lavoro per 5 anni. Dalle aree in trasformazione si possono ricavare 60 milioni di euro per oneri di urbanizzazione, tutti vincolati ad infrastrutture pubbliche. Dall’attuazione delle previsioni discende una dotazione di servizi collettivi di quasi 40mq. Ad abitante (che è più del doppio di quanto previsto dalle norme). Ma nell’elaborare il Regolamento Urbanistico all’obiettivo della rigenerazione abbiamo cercato di associare anche quello della fattibilità. Ad un tempo futuro, spesso indeterminato, in cui sono declinate molte politiche abbiamo cercato di sostituire il tempo presente. Non un disegno della città che ci piacerebbe, ma della città che si realizza davvero: previsioni “fattibili” non perché potrebbero realizzarsi, ma perché si concretizzano effettivamente. Per dirla con Weber ci siamo ispirati ad un’etica della responsabilità piuttosto che ad un’etica dei principi. Voglio soffermarmi su questo aspetto perché lo considero uno degli elementi di novità qualificanti. Come abbiamo cercato di costruire previsioni “che si realizzano davvero”? Anzitutto teniamo presente la distinzione fra la parte ordinaria del Ru che interviene sul patrimonio privato e la parte “strategica” che riguarda prevalentemente la città pubblica. La prima parte conforma il diritto di proprietà del singolo e come ogni norma di questo tipo opera in senso negativo: impedisce ciò che tecnicamente sarebbe possibile, ma non ha potere positivo di imporre ciò che il piano vorrebbe si realizzasse, nel nostro caso la riqualificazione di alcuni ambiti urbani. Se dunque davvero interessano i risultati occorre misurarsi con la complessità di processi che vedono come attori una pluralità di soggetti pubblici e privati portatori di interessi non coincidenti. Da qui l’importanza che abbiamo dato ai percorsi partecipativi, sia informali che formalizzati. Mi limito a citare qualche dato fra i tanti: 5 convegni tematici (dei quali 3 organizzati in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Urbanistica, alla cui presidente devo un ringraziamento particolare, e 2 con l’Agenzia Fiorentina per l’Energia), una ventina di incontri con vari enti ed associazioni (fra cui 3 incontri con gli ordini ed i collegi professionali sui temi specifici concordati che sono risultati particolarmente proficui), 5 focus tematici tenuti a livello di quartiere, un questionario online che ha coinvolto 1.700 cittadini, 985 contributi specifici ricevuti. Gli spazi suscettibili di nuova destinazione erano stati quantificati dal Piano Strutturale in oltre 1.200.000 mq. Destinazione che, ovviamente, il Regolamento Urbanistico doveva articolare in dettaglio. La scelta più semplice poteva essere quella di determinare e localizzare il mix di funzioni “ottimale”, ammesso e non concesso che sia possibile disporre di strumenti di valutazione così raffinati per scenari a breve, medio e lungo termine. Si è però considerato che una parte cospicua del patrimonio da recuperare risulta di valore storico-architettonico con la conseguenza che le quote di destinazione d’uso astrattamente predeterminate una volta sottoposte al vaglio della progettazione potevano risultare incompatibili con la morfologia dello specifico edificio e del livello di tutela. Si è dunque fissata una soglia (2.000 mq.) al di sotto della quale non viene operato alcun prelievo dal dimensionamento del Piano Strutturale, dettando prescrizioni precise sopra tale soglia. Per costruire tali prescrizioni si è fatto ricorso ad una procedura di evidenza pubblica, mediante un avviso con cui si sono invitati quanti fossero interessati alla trasformazione di un immobile a fornire le caratteristiche ed i principali dati tecnici della trasformazione ipotizzata. Attenzione. Non c’è alcuna concessione alle pressioni della rendita immobiliare. Non si è instaurata alcuna negoziazione. Si è semplicemente svolta una ricognizione senza alcun vincolo di accettazione da parte dell’amministrazione. Ed è anche una procedura nel segno della trasparenza e dell’oggettività delle scelte. Come si sa la forza della pianificazione sta nella sua imparzialità: la trasparenza cui ci siamo attenuti in ogni passaggio ne è una garanzia; ad esempio tutte le proposte pervenute dai privati sono agli atti dell’ufficio, consentendo così di ricostruire il percorso logico in base a cui sono state valutate. Aggiungo che è un modo di affermare, rispetto al principio rigido della “gerarchia dei piani” (si fa il piano più razionale del mondo, e pazienza se poi non si realizza…..), quello più flessibile e più efficace della “gerarchia degli interessi” (e l’interesse pubblico che prevale sugli interessi dei singoli è che la riqualificazione si faccia davvero) ferma restando la ferrea regia pubblica. E veniamo all’altra parte del Regolamento Urbanistico, quella “straordinaria” concernente la città pubblica, dimensionata sull’orizzonte quinquennale dei vincoli di esproprio. Due riflessioni. La prima riguarda il presunto declino della città pubblica. E’ una presunzione che ha qualche riscontro. Trova elementi di conferma, da un lato nello sviluppo della rete quale luogo virtuale di pubblico incontro e confronto, e, per converso, nella privatizzazione monofunzionale di quegli spazi fisici che originariamente erano nati come spazio di relazione per un ventaglio di usi e modalità di fruizione diversificato e indeterminato. Le piazze adibite a parcheggio sono state l’esempio più emblematico di questa privatizzazione monofunzionale e gli interventi di pedonalizzazione e riqualificazione recentemente avviati a Firenze a questo riguardo devono essere sottolineati proprio a testimoniare un’inversione di tendenza. Una politica di rigenerazione urbana deve dedicare grande attenzione agli spazi comunitari (di cui le piazze sono evidentemente una componente importante): sono gli spazi che devono sostenere e far circolare i valori che accomunano e che devono essere occupati nei momenti del libero confronto umano, assecondando la varietà spontanea dell’organismo sociale. Da qui il rilievo anche della cura dell’arredo urbano (a Firenze l’esperienza dei Cento Luoghi è stata utile anche a questo riguardo), l’importanza che assumono gli interventi di riorganizzazione del traffico e di sostegno della mobilità alternativa, il significato che possono assumere le varie iniziative del cosiddetto effimero, l’incidenza di una disciplina urbanistica, come quella all’approvazione del Consiglio, che cerca di conservare la residenza nelle aree sottoposte a maggior pressione da parte delle attività terziarie e della presenza turistica. La seconda riflessione parte dalla circostanza che, mentre in presenza di aree di espansione gli standard per attrezzature collettive possono più facilmente essere reperiti e finanziati, nel caso di una rigenerazione della città “a volumi zero” questo reperimento è più problematico. Occorre un’attenta ponderazione di ciò che è da sottoporre ad esproprio, e non solo per la decadenza quinquennale del vincolo, ma anche per l’elevato costo di esproprio delle aree e dei volumi all’interno della città consolidata. Può in questo caso essere di aiuto lo strumento della perequazione urbanistica, reperendo spazi pubblici nei comparti perequati senza che questo si traduca in vincoli preordinati all’esproprio (e a proposito della perequazione vale la pena spendere ancora qualche parola e ci torniamo fra un momento). Dunque: attenta considerazione delle aree da sottoporre ad esproprio; che implica una considerazione realistica delle risorse disponibili (ricordando che anche la reiterazione dei vincoli ha un costo). Nel caso di Firenze, ad esempio, ci ha fatto riflettere la circostanza che, a 15 anni dall’approvazione nel ’98 del Prg, soltanto 1/5 della previsione di verde pubblico abbia trovato attuazione. Il che spinge anche a chiedersi se, in luogo dei vincoli per l’esproprio, non possano ipotizzarsi vincoli di destinazione che consentano un uso pubblico del bene lasciando spazio all’iniziativa privata nella realizzazione e gestione. Sottolineo: realizzazione e gestione. Perché in un quadro di risorse pubbliche limitate e, probabilmente per un lungo periodo, decrescenti, il problema non è soltanto come potenziare il patrimonio pubblico, ma come mantenerlo. Un parco mal curato, una pista ciclabile dissestata, un edificio pubblico con gli intonaci sbrecciati, un’aiuola inselvatichita generano sensazioni di degrado che rischiano di riflettersi negativamente sulle modalità con cui, non solo una pubblica amministrazione, ma tutta una collettività, si prende cura dei beni pubblici nel loro complesso: accentuano ostilità e senso di estraneità, ispirano comportamenti violenti. La rigenerazione della città presuppone la riqualificazione della città pubblica. E la pianificazione di tale riqualificazione deve incorporare elementi di progettazione. Non si tratta della progettazione architettonica, quanto del riferimento al ciclo economico del progetto. La considerazione cioè di tutta la vita economica utile di un bene pubblico, non solo in termini di costi-benefici, ma anche in termini di flussi finanziari necessari per una corretta gestione a regime e dei quali deve essere accertata la sostenibilità. E veniamo alla perequazione a proposito della quale si potrebbero fare infiniti ragionamenti. Il Regolamento urbanistico la prevede fra gli strumenti possibili per promuovere la rigenerazione. Le aree che il Regolamento vi destina sono circa 1/3 di quelle complessivamente individuate a tale scopo dal Piano Strutturale. Per la precisione si tratta di 17 aree con superficie in trasferimento a fronte di 21 aree di atterraggio, corrispondenti a circa 59mila mq. Comprensive di verde e parcheggi, prevalentemente localizzate nell’Utoe 9 e cioè la zona di via Pistoiese compresa fra Peretola e Brozzi. Come è noto la perequazione è una procedura introdotta in quasi tutte le leggi regionali e di conseguenza adottata in centinaia di piani. E’ diventata di moda ma, attenzione, non possiamo nasconderci la complessità dei risvolti di natura economica, finanziaria, patrimoniale, giuridica e amministrativa. E in effetti, soprattutto a causa della difficoltà di concludere gli accordi, specialmente fra privati, sono pochissimi in Italia gli interventi concretamente avviati, a meno che le aree di generazione e quelle di atterraggio non appartengano alla stessa proprietà o quando il Comune abbia a disposizione aree in cui far atterrare i diritti che i privati non vogliono acquistare. Insomma: in ossequio al principio “facciamo un piano che si realizza davvero” abbiamo tenuto i piedi per terra e ci siamo sforzati di fare previsioni realistiche. Ricordo che la perequazione si colloca sul versante delle competenze statali in quanto riguarda il regime dei suoli ed in particolare il contenuto fondiario della proprietà privata. Dobbiamo dunque augurarci che si arrivi quanto prima ad una legge nazionale che regoli la materia ed eviti il contenzioso che può insorgere fra pubblico e privato applicando le misure perequative previste dai piani. Accanto ai principi della sostenibilità, della trasparenza e della fattibilità è da sottolineare un altro criterio che ci ha guidato nella redazione dei nuovi strumenti di governo del territorio: mi riferisco al criterio della semplificazione. Una semplificazione delle procedure, ad esempio con la possibilità di intervenire senza piano attuativo e quindi con intervento edilizio diretto in caso di restauro e risanamento conservativo o di ristrutturazione edilizia con mutamento della destinazione d’uso originaria. E una semplificazione anche formale. Voi che avete letto per intero la proposta di Regolamento Urbanistico, credo che abbiate abbia avuto modo di apprezzare, sia lo sforzo fatto per conciliare il necessario rigore tecnico e giuridico con le esigenze di una comprensibilità non riservata ad una cerchia ristretta di addetti ai lavori, sia lo sforzo fatto per facilitarne l’utilizzo professionale, grazie ad oltre 200 schede norma nelle quali sono descritte la destinazione di progetto, la superficie, le modalità e il tipo di intervento consentito, le prescrizioni, le specifiche mitigazioni, la fattibilità idraulica, geologica e sismica. Un altro aspetto da evidenziare, nell’ottica della razionalizzazione delle prescrizioni e delle procedure, riguarda l’attribuzione al Regolamento Urbanistico di un ruolo centrale e pressoché esclusivo nella disciplina delle destinazioni d’uso. Finora si è cercato di governare le destinazioni, con risultati nel centro storico non sempre del tutto soddisfacenti, con una proliferazione di norme di carattere urbanistico depositate in strumenti di pianificazione settoriale, con qualche confusione in termini di ruolo e rango della disciplina. A questo proposito si devono anche tenere presenti le normative, note come “Salva Italia” e “Cresci Italia” che, nelle parti finalizzate alla promozione della concorrenza, hanno depotenziato fortemente la pianificazione settoriale a livello locale. Basta ricordare le disposizioni in base alle quali “sono abrogate tutte le restrizioni per cui un’attività economica è consentita previa una valutazione del fabbisogno o consentita/esclusa in una determinata area” e che negano la possibilità di “un trattamento differenziato rispetto agli operatori già presenti sul mercato in contesti e condizioni analoghe. Insomma non è più possibile negare l’autorizzazione a determinate attività motivandola con l’”eccesso di offerta”; occorre che gli eventuali dinieghi trovino collocazione (come oggi in effetti la trovano) negli strumenti urbanistici e motivazione in termini di impatti urbanistici e di relazioni con il contesto. E voglio ancora richiamare l’attenzione, sempre nel quadro della semplificazione, sul provvedimento che sottoponiamo all’approvazione contestualmente al Regolamento Urbanistico, e cioè il nuovo Regolamento Edilizio. Si è razionalizzato il testo vigente depurandolo di quanto è già disciplinato dalle norme statali e regionali e si sono eliminati adempimenti che appesantivano il procedimento e che non servivano a migliorare l’efficacia dei controlli. Il risultato è ben sintetizzato da poche cifre: si passa da 245 a 105 articoli e da 10 allegati a 3 allegati. Non si è trattato soltanto di una “potatura “ formale, ma di una semplificazione sostanziale (perfezionata grazie ad un prezioso confronto con gli ordini professionali) e che mi auguro il Consiglio abbia modo di valutare ed apprezzare. Varie commissioni consiliari sono state impegnate in un intenso lavoro di approfondimento della proposta di Regolamento Urbanistico che oggi è all’ordine del giorno. Questo mi esime dal ripercorrerla in maniera dettagliata. Mi limito soltanto a riassumere le principali trasformazioni che il Regolamento prevede. La parte di città in cui è prevista la maggior parte delle trasformazioni è l’Utoe 12, che interessa il nucleo storico e l’espansione ottocentesca, con oltre 20 aree con variazione della destinazione d’uso attraverso interventi conservativi di immobili aventi Sul maggiore di 2.000 mq. (ricordo la previsione per cui i soggetti privati che realizzano interventi di questa dimensione devono destinare una quota non inferiore al 20% alla residenza nella forma dell’affitto o in altra forma di edilizia convenzionata sulla base di accordi con il Comune). La declinazione delle funzioni con l’attribuzione delle destinazioni d’uso ai contenitori di valore storico conferma la prevalenza della destinazione residenziale (voglio sottolineare che la ripresa demografica recente – con 25mila abitanti in più negli ultimi 10 anni – ha interessato anche il centro storico, a conferma che l’impegno di tutelare la residenza nelle aree centrali ha prodotto risultati positivi). Abbiamo ben presente che questo incremento è in buona misura da ricondurre a movimenti migratori di prevalente origine extra comunitaria. Basta ricordare che venti anni fa gli stranieri a Firenze erano poco più di 7mila e rappresentavano meno del 2% della popolazione, oggi sono 55mila e superano il 15%: ogni 5 bambini che nascono ce n’è 1 che ha i genitori stranieri. Questo suggerisce una serie di considerazioni e obiettivi comunque non estranei ad una nuova disciplina urbanistica. Si tratta di formulare stime corrette sulla futura domanda di residenza. E vale la pena registrare un fenomeno, entro certi limiti fisiologico, rappresentato dal concentrarsi di determinati gruppi etnici in determinate aree (in particolare nei quartieri di Rifredi-le Piagge e del Centro). E’ evidente che una politica la quale, pur rispettosa delle diverse culture, sia attenta a contrastare fenomeni di emarginazione e di degrado sociale ed ambientale, deve far sì che non si sviluppino enclaves etniche il cui rafforzamento indebolisce i rapporti con l’esterno e le opportunità di effettiva integrazione. A questo proposito varrebbe la pena tener aver presente l’esperienza francese e i sommovimenti che, alcuni anni fa incendiarono le banlieus di Parigi. Le periferie parigine, che vedono una significativa presenza di seconde generazioni di immigrati, sono caratterizzate da impostazioni urbanistiche d’avanguardia (le “villes nouvelles”, la discreta qualità edilizia, un’eccellente rete di trasporti pubblici). E tuttavia quel “buon governo urbanistico” non è stato sufficiente per avere risultati socialmente positivi. Le analisi su cui il Regolamento Urbanistico si è fondato suggeriscono, da un lato la rilevanza degli spazi pubblici come spazi da potenziare e qualificare, non come mero adeguamento agli standard ma in maniera territorialmente articolata come opportunità di incontro e integrazione; e, d’altro lato, pongono in evidenza come la progettazione dell’abitare non possa essere scissa da uno sviluppo della cultura della convivenza e dalla necessità di rafforzare la trasversalità e l’integrazione delle politiche. Si deve precisare che il Regolamento urbanistico, nel confermare la prevalenza della destinazione residenziale per gli immobili di valore storico, opera un riequilibrio a favore di altre destinazioni, in particolare a carattere direzionale. Queste comprendono anche le attività private di servizio fra le quali sono incluse scuole di alta formazione, centri di formazione professionale, servizi e incubatori d’impresa, tutte attività di cui è auspicabile l’insediamento nel centro Unesco, mentre la destinazione turistico-ricettiva interessa questa zona solo per l’intervento di trasformazione del Teatro Comunale e per una opzione minima l’immobile di S.agnase. Dopo l’area centrale l’Utoe interessata dal maggior numero di trasformazioni è la 3, che corrisponde alla parte est della città sulle due sponde dell’Arno, fra l’altro interessata dalla previsione dell’insediamento e di due nuovi impianti sportivi a cielo aperto che rafforzano il ruolo di spazi per il tempo libero nell’ambito del parco fluviale. La parte ovest della città è quella interessata dalle più importanti trasformazioni di aree già produttive. In particolare l’Utoe 8, che si estende da via Baracca al viale Etruria, include le trasformazioni dell’ex Manifattura Tabacchi e dell’ex Officine Grande Riparazioni, l’Utoe 9, sulla direttrice della via Pistoiese, include le trasformazioni delle aree ex Gover ed ex Esselunga e l’Utoe 10, sulla direttrice di Novoli, include la trasformazione del Centro alimentare Polivalente e del Panificio Militare. In particolare quest’ultima Utoe è caratterizzata da un mix di trasformazioni diverse dalla residenza, con una quota consistente dedicata ad attività industriali ed artigianali che configureranno il nuovo centro dedicato al settore alimentare e con una presenza di attività commerciali in medie strutture di vendita correlate all’insediamento del nuovo stadio e nell’ex Panificio Militare. L’utoe 11, sulla direttrice Careggi-castello, è interessata da un intervento significativo sullo stabilimento ex-Cerdec posto fra le ville medicee e il borgo storico. Infine, per quanto riguarda le Utoe 1, 4 e 5 che interessano i territori collinari a nord e a sud della città, le trasformazioni previste riguardano complessi edilizi dismessi o sottoutilizzati, anche di valore storico architettonico (originariamente caserme, attrezzature socio-sanitarie, scuole e convitti) assegnando una prevalente destinazione residenziale. Mi sembra necessario aggiungere qualche riferimento anche per quanto riguarda le infrastrutture per la mobilità. Sono aspetti che sono già stati ampiamente approfonditi in occasione dell’approvazione del Piano Strutturale e di conseguenza non ritengo necessario soffermarmi su un’elencazione particolarmente dettagliata. La selezione delle priorità da inserire nel Regolamento Urbanistico si è effettuata tenendo presente la decadenza quinquennale dei vincolo qualora non si pervenga all’approvazione in tale termine del progetto esecutivo. La previsione a livello conformativo è dunque stata inserita nel Regolamento quando le verifiche di fattibilità, sia sotto il profilo della soluzione progettuale che della copertura finanziaria, siano risultate positive per un orizzonte di breve-medio periodo. E’ confermato il posizionamento della Stazione dell’Alta Velocità ai Macelli, rimandando alla conclusione degli approfondimenti in corso l’individuazione degli interventi di adeguamento del nodo alle esigenze del Servizio Ferroviario Metropolitano e prevedendo comunque fin d’ora la realizzazione delle direttrici di penetrazione radiale Pistoiese-rosselli e Fortezza –Panciatichi destinate anche a migliorare l’accessibilità alla nuova stazione. Per quanto riguarda la tramvia sono state inserite le linee 2, 3 e 4 limitandosi a stralciare la tratta in sotterranea della linea 2 (compresa cioè fra la Stazione dell’Alta Velocità e il Lungarno Pecori Giraldi) per cui la messa a punto in termini di fattibilità si colloca ragionevolmente oltre il quinquennio. Per un’analoga motivazione è rinviato l’inserimento del Passante Urbano e cioè dell’ipotesi di completamento a nord-est del sistema di circonvallazione esterna della città. Trovano invece collocazione nel Regolamento Urbanistico quasi tutte le opere che il Piano Strutturale ha indicato come componenti del Semianello Nord e del Semianello Sud (fra cui il nuovo svincolo di Peretola, il sottoattraversamento del Sodo, il by-pass del Galluzzo, l’adeguamento di via delle Bagnese). Fra le altre infrastrutture viarie sono inseriti anche un ponte sul Mugnone (in corrispondenza di via Crispi) e, sullo stesso allineamento, un sottopasso ferroviario parallelo a quello dello Statuto, un sottopasso pedonale in via Vittorio Emanuele ed un sottopasso ferroviario in via Giuliani. Per quanto riguarda le piste ciclabili, dal punto di vista del Regolamento Urbanistico, occorre rimarcare la previsioni relative a quegli interventi che comportano un interessamento di suolo ulteriore rispetto a quello meramente stradale. In tal senso si individuano alcuni specifici interventi relativi a piste ciclabili che hanno rilievo sotto il profilo della disciplina dei suoli (Nenni-torregalli, lungo Ema, lungo Greve, Argingrosso, Brozzi-sala). Per quanto riguarda i parcheggi le principali previsioni inserite riguardano i parcheggi scambiatori di Peretola, di viale Nenni, di piazza Batoni, di viale Etruria, delle Due Strade, dell’Indiano-cascine, oltre a quelli a servizio di quartiere o di frazione localizzati a Settignano, Ponte a Mensola, Castello, Sorgane e Pratellino ed infine, in funzione della vivibilità del centro storico, quelli sotterranei di piazza del Carmine e di piazza Brunelleschi per i quali potrebbero rendersi necessari ulteriori approfondimenti progettuali durante la fase intercorrente fra adozione e approvazione. Mi sembra necessario aggiungere a questa descrizione sommaria, che inevitabilmente ha assunto la forma di un’elencazione, un’ulteriore osservazione di sintesi. Si è posto, in maniera ricorrente, anche molto recentemente, il tema della riqualificazione delle periferie. L’esigenza di pensare Firenze in un’ottica diversa da quella monocentrica, che vede il centro storico come unico contenitore per le funzioni più importanti, è un tema ricorrente nell’analisi e nell’elaborazione urbanistica del dopoguerra. E’ un tema che il Piano Strutturale ha affrontato prevedendo la suddivisione del territorio in Unità Organiche Elementari (le Utoe), intese come un sistema di nuove centralità diffuse. Vorrei sottolineare che le Utoe non sono state viste come semplici ambiti in cui verificare e dimensionare gli standard di attrezzature, bensì come ambiti in cui assicurare una qualità insediativa di tipo urbano. Che significa non soltanto operare alcuni aggiustamenti, peraltro necessari (ad esempio come dotazioni minime di verde o di parcheggi), ma di introdurre previsioni riferite agli spazi pubblici di relazione, come piazze o strade pedonali delle quali garantire un uso davvero sociale. Consideriamo che le Utoe che abbiamo individuato hanno una dimensione media di 30mila abitanti, quella cioè di una città italiana di dimensioni medio-piccole che in genere ha una sua identità e riconoscibilità grazie ad un sistema centrale caratterizzato da un mix di attrezzature pubbliche e di spazi aperti. Le nostre periferie, articolate in Utoe, sono dunque state considerate come tante centralità da sviluppare e consolidare: non solo in termini di quantità di spazi, ma anche in termini di qualità e correlazione degli spazi. Qualità intesa come un sistema di luoghi centrali, di nuclei ben identificabili, costituiti non soltanto da attrezzature e servizi, ma anche da vuoti, da spazi pubblici aperti. In estrema sintesi il quadro è questo. Prima di concludere, a nome dell’amministrazione, devo un riconoscimento e alcuni ringraziamenti. Il riconoscimento è indirizzato al Consiglio. Nel corso di questo mandato amministrativo si è rafforzata la convinzione, in maniera diffusa – credo di poter dire – fra tutti i consiglieri, che con la pianificazione urbanistica si varano decisioni che hanno un rango statutario e che dunque devono essere caratterizzate da un livello di partecipazione e condivisione il più elevato possibile. E’ una convinzione che ci ha portato, ad esempio, ad inserire nel Piano Strutturale molti emendamenti provenienti anche da gruppi che poi non hanno ritenuto di votare l’approvazione del Piano e mi auguro che altrettanto avvenga in sede di approvazione di questo Regolamento.. E voglio sottolineare il lavoro intenso che il Consiglio ha svolto per consentire l’adozione di oggi. E’ un riconoscimento che va in primo luogo al Presidente della Commissione Urbanistica, Mirko Dormentoni, che ha tenuto una regia estremamente efficace nel portare a sintesi con gli emendamenti e la mozione di Commissione i molti contributi emersi nel percorso di questi mesi, a tutti i Presidenti delle Commissioni e a tutti i consiglieri, anche a quelli che non fanno parte della maggioranza e che hanno dato contributi positivi formulando proposte non superficiali o evidenziando problemi. In 2 mesi abbiamo svolto, sul Regolamento Urbanistico e sul Regolamento Edilizio, 25 sedute delle commissioni consiliari, oltre a 10 incontri con i Consigli di Quartiere. A quest’ultimo proposito vorrei sottolineare che non si è trattato di semplici passaggi di informazione e consultazione in ossequio alla disciplina sul decentramento: i quartieri hanno confermato, come già era avvenuto per il Piano Strutturale, che in materia di politiche territoriali possono esprimere una grande capacità di analisi e di elaborazione. Ed ora i ringraziamenti. Questo Regolamento Urbanistico, come già il Piano Strutturale, è frutto esclusivo degli uffici comunali. Siamo probabilmente un caso senza precedenti, ed anche oggi unico per quanto mi risulta, in cui gli strumenti della pianificazione territoriale sono stati messi a punto senza ricorrere ad incarichi esterni, neppure a livello di consulenza. Si è trattato di un lavoro enorme per dimensione e complessità. Si può avere un’idea dell’entità di tale lavoro considerando che sono stati analizzati i dossier concernenti 258 piani attuativi e progetti unitari convenzionati, oltre 1000 documenti relativi alle aree di trasformazione ed oltre 500 relativi alle opere di urbanizzazione. Il quadro conoscitivo è stato integrato dalla ricostruzione delle segnalazioni dei cittadini, singoli ed organizzati, che, successivamente al 1998, hanno evidenziato inadeguatezze del Prg vigente. A queste si è aggiunta quella parte di osservazioni al Piano strutturale che, per loro natura, trattavano temi inerenti il Regolamento urbanistico. Complessivamente le richieste esaminate sono state 989. Una specifica campagna di indagini sul campo ha riguardato il centro storico Unesco. I tecnici comunali hanno percorso fisicamente tutte le strade interne alla cerchia dei viali, circa 90 km., censendo 6.387 edifici e scattando quasi 15.000 foto allo scopo di accertare le caratteristiche di ogni singolo immobile in relazione ai vincoli da confermare o modificare e svolgendo, nei casi più problematici, un confronto con la Soprintendenza. Ferma restando la responsabilità, e la ovvia dialettica politica sulle scelte operate, credo che la qualità tecnica del lavoro svolto insieme ad una straordinaria dedizione possa essere riconosciuta in maniera unanime. Un ringraziamento sentito va dunque in primo luogo alla dirigente del Servizio Pianificazione Urbanistica architetto Stefania Fanfani, in qualità di responsabile del progetto, all’ingegner Giacomo Parenti e al dottor Domenico Palladino che hanno assicurato la trasversalità dei contributi ed il coordinamento del procedimento, al dottor Pietro Rubellini, all’ingegner Vincenzo Tartaglia, all’architetto Elisabetta Fancelli e alla Dott.ssa Francesca Pascuzzi che, nell’ambito delle rispettive competenze per l’ambiente, la mobilità e l’edilizia privata hanno fornito gli indispensabili quadri di riferimento. E l’elenco dei ringraziamenti va esteso a tutti coloro – e sono davvero tanti perché quasi tutti i settori del Comune sono stati coinvolti - che, nei diversi ruoli e nelle diverse competenze, ci anno consentito di portare a termine quello che era uno degli impegni più importanti di questo mandato amministrativo. Vorrei concludere consegnando al Consiglio un’ultima riflessione. Si parla talvolta di fine della città. Ed in effetti è entrata in crisi un’immagine della città come si è tramandata fin dalla rivoluzione neolitica. Pensiamo alla città come laboratorio che produceva cultura. Oggi la città consuma cultura prodotta altrove in una comunità informatica che si autoalimenta. O ancora. Consideriamo le conseguenze della velocizzazione degli spostamenti delle persone. Ovviamente a questa si potrebbe contrapporre la congestione del traffico e i tempi di accesso dalle periferie ai centri che ancora caratterizzano molte città e i problemi che ancora caratterizzano i trasporti pubblici locali. Ma le tendenze di fondo sono probabilmente segnate. Pensiamo agli effetti del collegamento ferroviario Firenze-bologna in 30 minuti o Firenze-roma e Firenze-milano in 90. Certo: statisticamente interessano esigue minoranze, ma fanno intuire come all’orizzonte ci sia un progressivo venir meno della coincidenza fra chi usa la città e chi la abita. Nel caso di Firenze, ad esempio, il 40% degli utenti della città (pari a quasi 150mila presenze giornaliere) è costituito da non residenti. E’ una dissociazione questa che rischia di rompere quella premura comune per il destino della propria città: per quanto tempo ancora esisterà il fiorentino, il romano, il milanese?.... Dobbiamo averne timore, o tutto questo non si inscrive nella linea evolutiva? La “città senza mura” dei figli dei figli dei nostri figli sarà probabilmente una “città di città”: per definizione pluralista, inclusiva, multietnica, tollerante …., una rete, ed una “rete di reti”, esattamente il contrario di quella prefigurata da spinte localistiche espresse dalle varie leghe nel panorama europeo e italiano e che sono la recessione pavida ed egoistica di fronte ad un futuro in cui le frontiere avranno l’ampiezza del pianeta. Parliamo di un mondo che non è dietro l’angolo e magari qualche collega si chiederà cosa c’entra tutto questo con l’adozione del Regolamento Urbanistico. Credo che dobbiamo essere consapevoli che questa è la prima ma forse anche l’ultima volta che approviamo Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze. La prossima volta potrebbero esserci Piano e Regolamento Urbanistico della città metropolitana e dopo ancora la città smart e integrata del futuro chissà cosa ci riserva…. Nel momento dunque in cui approviamo un disegno per la Firenze dell’oggi, un disegno realistico e fattibile come ho sottolineato, credo che a tutti noi sia chiesto lo sforzo di tenere lo sguardo e l’immaginazione proiettati sul domani. Citando Latouche il progetto architettonico è secondo rispetto al progetto urbano ed il progetto urbano è necessariamente secondo rispetto al progetto sociale: l’urbanistica non è un mero progetto tecnico, l’urbanistica sottende un’idea di convivenza, di modi di relazione, uno scenario di valori da elaborare e condividere con i cittadini. E’ anche questo, colleghi consiglieri, ciò che oggi votiamo. Regolamento urbanistico, il presidente Bieber (Pd): “Atto storico, un’idea di città del futuro con al centro l’individuo e i suoi bisogni” “Vivo ringraziamento all’assessore Meucci e l’architetto Fanfani e tutta quanta la direzione urbanistica per il prezioso lavoro svolto in tutti questi mesi. Oggi ci apprestiamo a votare un atto storico che disegnerà il futuro della nostra città per i prossimi anni, il terzo piano dopo quello di Detti e quello di Vittorini nel ’93”. Così il presidente della commissione Cultura Leonardo Bieber intervenendo sul nuovo regolamento urbanistico in approvazione al Consiglio. “Se la nostra città è diventata quella che è - aggiunge Bieber-, lo dobbiamo anche a scelte importanti di chi ci ha preceduto (è grazie a Detti, ad esempio, che le nostre colline sono state salvaguardate) e che ha avuto la consapevolezza e la forza di progettare e costruire il futuro non solo urbanistico, ma anche sociale di una città. E’ importante che il regolamento urbanistico utilizzi parole come chiave come ‘sostenibilità’, ‘mobilità alternativa’, ‘qualità della vita’, ‘verde pubblico’, ‘riqualificazione delle periferie’, ‘piste ciclabili’ e tanto altro ancora, in un ottica in base alla quale il rinnovamento è dentro la città che si deve rigenerare e non espandere. E’ un regolamento che coniuga la tutela e la valorizzazione del territorio con la domanda di lavoro con oltre 2000 posti di lavoro previsti e 60milioni di onere di urbanizzazioni per strutture pubbliche. Ho apprezzato il richiamo fatto dall’assessore Meucci alle banlieue parigine e che sintetizza un po’ la filosofia del regolamento, dove, nonostante il buon governo urbanistico, tali scelte non sono state sufficienti ad arginare tensioni sociali e culturali. L’urbanistica- conclude il presidente Bieber- non è soltanto una tavola architettonica fredda, ma anche una testa e un’anima: deve cioè tenere insieme un’idea complessiva di città che rimetta al centro del suo sviluppo un insieme di valori e di ideali, ma soprattutto l’individuo con i suoi bisogni e sue necessità”  
   
   
ANCE SALERNO: “NEL 2013 MERCATO RESIDENZIALE IN CADUTA LIBERA IN CAMPANIA, MA NELL’ULTIMO TRIMESTRE SEGNALI DI RIPRESA””  
 
Salerno, 26 marzo 2014 - Le compravendite del settore residenziale in Campania sono diminuite nel Iv trimestre del 2013 di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo del 2012. Una percentuale negativa superiore di 9 punti alla media delle regioni del Mezzogiorno e di 13 punti alla media-Italia. Tuttavia negli ultimi 3 mesi del 2013 si è manifestato, rispetto al trimestre precedente, un trend inverso: +17,6%, superiore alla media delle regioni del Sud che è del 15,1%. Una percentuale comunque al di sotto della media-Italia, che ha fatto segnare un +19,4%. Sono questi i dati salienti elaborati dal Centro Studi Ance Salerno sulla base della nota trimestrale dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (Andamento del mercato immobiliare nel Iv trimestre 2013 e sintesi annua, pubblicata il 10 marzo scorso). Entrando nel dettaglio delle singole città capoluogo di provincia, in riferimento alla variazione Iv trimestre 2013/Iii trimestre 2013, l’unica percentuale in campo negativo è quella riferita alla città di Avellino (-23,2%), mentre tutte le altre città capoluogo segnalano una ripartenza delle compravendite: Benevento +23,7%; Caserta +22,9%; Napoli +24,4%; Salerno +28,9%. La media-Campania si attesta al +22,3%. Positiva la dinamica anche in relazione agli interi territori provinciali. Avellino +12,8%; Benevento +3,1%; Caserta +12,2%; Napoli +26,1%; Salerno +8,5%. Media-campania (intere province) 17,6%. «I sintomi della ripresa del mercato – segnalano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno – vanno comunque inseriti in uno scenario di medio periodo che permane fortemente negativo». Le variazioni dell’ultimo trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 registrano a livello regionale una flessione media del 37,06% nei comuni capoluogo e del 20,5% nei territori provinciali, con un’unica eccezione: Caserta capoluogo con +14,6%. Entrando nel dettaglio: Avellino capoluogo -21,3%, Avellino provincia -11,8%; Benevento capoluogo -28,1%, Benevento provincia -24,7%; Caserta capoluogo +14,6%, Caserta provincia -10,6%; Napoli capoluogo -42,8%, Napoli provincia -26,5%; Salerno capoluogo -16,3%, Salerno provincia -11,8%. Dinamiche analoghe si registrano in Campania nel settore non residenziale. A livello dei territori provinciali, negli ultimi tre mesi del 2013 si sono registrati significativi segnali di ripresa con un +31,3%, percentuale superiore alla media delle regioni del Mezzogiorno (+22,8%), ma sensibilmente lontano dal +42,7% della media-Italia. «Va aggiunto – sottolinea il Centro Studi Ance Salerno – che nel confronto tra il Iv trimestre 2013 e lo stesso periodo 2012, la Campania con un -18,5%, pur attestandosi al di sotto della media-Sud (del -19,6%) ha accumulato oltre 8 punti percentuali in più in campo negativo rispetto alla media-Italia pari a -10,09%». Nei comuni capoluogo le variazioni annuali (Iv trimestre 2013/Iv trimestre 2012) per il non residenziale segnalano una contrazione a Salerno del 29,5%. In controtendenza Caserta capoluogo (+64,2%). La media-Campania si attesta al -8,4%. Se si fa riferimento ai territori provinciali Salerno registra un -17,2%. Media-campania: -18,5%. La ripartenza delle compravendite nel non residenziale è, in ogni caso, attestata dal confronto delle percentuali riferite al Iv trimestre 2013/Iii trimestre 2013. Tra i comuni capoluogo Salerno resta in campo negativo con -7,1%. La media-Campania è +41,1%. «Il contesto generale del mercato immobiliare in Campania - evidenzia il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – riflette la crisi generale che ancora attanaglia le famiglie e le imprese. Nell’ultimo trimestre del 2013 si è registrato un cambio di clima che non va né enfatizzato, né sottovalutato. E’ fin troppo chiaro che per recuperare il terreno fin qui perduto bisogna guardare al medio/lungo periodo». «Anche gli indicatori analizzati questa settimana dal Centro Studi Ance Salerno – continua Lombardi – aggiungono ulteriori conferme alla richiesta di accelerare il più possibile la spesa dei fondi disponibili che sono sostanzialmente quelli di matrice europea ed occorre mettere mano al più presto alla modifica del patto di stabilità interno. La crisi dei redditi familiari, la restrizione del credito ed il calo generalizzato di fiducia – conclude Lombardi – hanno generato in Campania e nelle altre regioni del Sud un clima di sostanziale immobilismo recessivo che si sta rivelando esiziale per la filiera dell’edilizia. È una corsa contro il tempo che, purtroppo, solo in pochi a livello politico ed istituzionale hanno deciso di affrontare».  
   
   
DEPURAZIONE:CHIODI,PER ABRUZZO IN ARRIVO PREMIALITÀ DI 11MLN  
 
L´aquila, 26 marzo 2014 - Una "premialità aggiuntiva di 11 milioni di euro in favore della Regione Abruzzo" in materia di depurazione e qualità delle acque, è stata annunciata dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, nel corso della conferenza stampa sui progetti di depurazione che sono stati finanziati con i fondi Fas. Il presidente Chiodi ha detto che "è arrivata dal Ministero la notizia della premialità aggiuntiva di 11 milioni di euro che naturalmente andremo ad investire su altri progetti per la depurazione delle acque reflue in modo da alzare la quota di depurazione a livello nazionale". "Si tratta - ha aggiunto Chiodi - di una notizia molto importante perché il Ministero ci ha informati che siamo la prima regione in Italia ad aver ottenuto questo tipo di premialità". Su questo punto, il presidente della Regione ha fornito qualche dato sulle percentuali di depurazione delle acque. "Secondo i dati ufficiosi dell´Istat - ha detto Chiodi - nel 2012 abbiamo raggiunto un tasso di depurazione delle acque negli agglomerati urbani di circa il 66% degli abitanti totali urbani della regione: un dato straordinario, se si pensa che dal 2008 abbiamo fatto registrare un balzo in avanti di 12 punti percentuali e nel 2005 avevamo una percentuale di depurazione del 51,4%. I grandi progressi fatti negli ultimi due anni - ha spiegato Chiodi - ci premiano per la scelta fatta di destinare il 10% del Fas alla depurazione e alla qualità delle acque". Novità interessanti sono state rilevate anche per quanto riguarda il livello di depurazione delle acque immesse nelle reti di distribuzione comunale: il dato ufficioso Istat indica nel 2012 una percentuale del 60%; nel 1999 era del 54,9%, nel 2005 del 55,4% e nel 2008 del 56,4%. Ma l´aspetto rilevante è, come ha spiegato il direttore Pierluigi Caputi, "il collegamento tra la programmazione regionale e le criticità segnalate. Non è un caso che i progetti finanziati rilevano situazioni di forte emergenza e di criticità rilevante: dalle aree sensibili dei laghi ai piccoli comuni, dall´area vestina che ha incidenza sul fiume Saline al comune di Montesilvano".  
   
   
DEPURAZIONE: ABRUZZO, 81 PROGETTI PER 75 MLN DI INVESTIMENTO  
 
L´aquila, 26 marzo 2014 - Ottantuno progetti finanziati su 161 richieste arrivate per un investimento complessivo di 75 milioni di euro: sono le cifre che la Giunta regionale ha deciso di mettere in campo per dare un impulso decisivo alla depurazione e qualità delle acque in regione. Il governo regionale ha infatti approvato la delibera che di fatto autorizza l´avvio di 81 progetti per la depurazione delle acque negli agglomerati urbani che hanno parametri di depurazione non conformi alle direttive europee in modo anche da evitare procedura di infrazione davanti alla Corte di giustizia europea. "E´ un passaggio vitale della nostra programmazione - ha detto l´assessore Ciclo idrico Angelo Di Paolo - perché va a compimento una scelta ben precisa che ha portato ad impiegare il 10% dell´intero Par-fas regionale sulle politiche di qualità e depurazione delle acque. Sappiamo benissimo - aggiunge Di Paolo - che sono necessari almeno 200 milioni di euro per cancellare le criticità riscontrate sul territorio, ma l´investimento di 75 milioni è considerevole e comunque è il primo di questa entità che viene fatto in regione. È un passaggio obbligato, figlio di una precisa scelta politica che ha inteso recuperare il gap storico legato alla depurazione delle acque che ci ha collocato finora negli ultimi posti delle classifiche nazionali". E, seppur tra mille difficoltà finanziarie, la Regione Abruzzo sta lentamente recuperando posizioni su posizioni all´interno di una classifica virtuale, ma che però diventa reale quando si guarda al territorio e alle scelte che in tutti questi anni si sono fatte. Sui tempi di realizzazione degli impianti tutto dipende dagli enti e società sul territorio. "Gli 81 progetti finanziati avranno come stazione appaltante i Comuni e le società di gestione - precisa Di Paolo - e quindi mi rivolgo a loro per avviare processi di evidenza pubblica e trasparenza amministrativa quanto più possibili veloci in modo da mettere in attività i depuratori e dare risposte ai cittadini e alle imprese".  
   
   
PUGLIA: ACCORDO PER ACQUA E FOGNA NEI COMUNI DEL SUBAPPENNINO DAUNO  
 
 Bari, 26 marzo 2015 - Si è tenuto ieri, presso l’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, un incontro con i sindaci dei Comuni del sub-appennino dauno per la sottoscrizione dei disciplinari attuativi degli interventi finanziati con deliberazioni Cipe in attuazione dell’accordo di programma quadro sottoscritto tra regione Puglia e Ministeri dello Sviluppo economico e Ambiente. Si tratta di interventi che prevedono l’ammodernamento, rifacimento e completamento delle reti idriche e fognarie di cui il territorio del sub-appennino ha forte necessità. Dalla riunione, cui hanno partecipato le amministrazioni di Alberona, Accadia, Carlantino, Panni, Castelluccio Valmaggiore, Bovino, è emerso che quasi tutti i comuni hanno provveduto ad acquisire i necessari pareri e ad espletare le procedure per l’affidamento dei lavori. Come previsto dai protocolli di intesa, al termine dei lavori tutte le opere in corso di realizzazione ed esistenti saranno acquisite in gestione dall’Acquedotto Pugliese che, in tal modo, completerà la presa in carico, all’interno del sistema idrico integrato, di tutte le infrastrutture di tutti i comuni pugliesi. Resta da risolvere il nodo della effettiva liquidazione delle risorse finanziarie alla luce degli stringenti vincoli per il rispetto del patto di stabilità interno imposto dal governo nazionale e, in tal senso, la Regione si è impegnata ad individuare possibili soluzioni alla problematica. Gli interventi consentiranno di conseguire per un verso la migliore e regolare erogazione delle risorse idriche e per altro verso l’efficienza della rete fognaria con l’elevazione degli standards igienico-sanitari già oggetto di giudizi di condanna da parte della Commissione Europea. L’assessore ai Ll.pp. Giovanni Giannini, alla fine dell’incontro, ha espresso soddisfazione per aver contribuito con i Comuni a risolvere una annosa questione che si protraeva ormai da svariati anni.  
   
   
LUCCHINI, INCONTRO GOVERNO-ISTITUZIONI: ORA ACCELERARE CON L’ACCORDO DI PROGRAMMA “PRIMA PREOCCUPAZIONE” E’ LA TUTELA DEI LAVORATORI DEL SIDERURGICO E DELL’INDOTTO  
 
Roma, 26 marzo 2014- Alla luce dell’iter ormai avviato per la cessione dei siti di Piombino e Lecco della Lucchini Spa in Amministrazione straordinaria, è necessario ora accelerare con l’Accordo di Programma attuativo del Protocollo d’Intesa Stato-istituzioni per la riconversione ecologica dell’impianto siderurgico toscano. E’, questo, l’esito dell’incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico. Alla riunione- presieduta dal Vice Ministro Claudio De Vincenti- hanno preso parte il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l’Assessore regionale alle Attività Produttive Gianfranco Simoncini, il Presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi. Il Vice Ministro- nel riferire sullo stato della procedura ad evidenza pubblica in atto- ha sottolineato che le offerte presentate dalle aziende che sono state ammesse alla due diligence sono di rilievo industriale. Nel corso del confronto si è inoltre convenuto che adesso occorre procedere rapidamente alla definizione e all’approvazione dell’Accordo di Programma per Piombino che, insieme a quello già realizzato per l’adeguamento del porto, ha l’obiettivo di attrarre imprese e contribuire al rilancio produttivo dell’area in questione. De Vincenti ha infine assicurato che per il Governo la tutela dei lavoratori rappresenta la “prima preoccupazione” e che quindi, per accompagnarli nella fase non breve di riconversione del sito, verrà approntata una rete di protezione con il ricorso agli ammortizzatori sociali, sia per gli addetti al siderurgico sia per l’indotto.  
   
   
BEI E BANCO POPOLARE: 350 MILIONI DI EURO PER LE PMI, MIDCAPS E OCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
 Milano, 26 marzo 2014 - Con la firma di tre accordi separati nelle ultime settimane la Banca europea per gli investimenti (Bei) e Banco Popolare hanno impegnato 350 milioni di euro a sostegno delle Pmi, Midcaps e progetti volti a promuovere l´occupazione giovanile in Italia. Questi accordi rafforzano la cooperazione tra banca dell´Unione europea e Banco Popolare, che è particolarmente importante per trasmettere nuove fonti di finanziamento per il settore produttivo in Italia a condizioni favorevoli come il paese mostra i primi segni di emergere da una recessione prolungata. "Abbiamo una lunga tradizione di collaborazione con Banco Popolare a sostegno delle piccole e medie imprese (Pmi). Sono soddisfatto con gli accordi sottoscritti, in particolare il prestito per combattere la disoccupazione giovanile. Si tratta di una vera e propria emergenza in tutte le regioni italiane ed è solo rendendo più facile per le aziende di iniziare a investire ancora una volta che possiamo contribuire a creare nuovi posti di lavoro ", ha commentato il Vicepresidente della Bei Dario Scannapieco . "Questi nuovi accordi - ha spiegato Maurizio Faroni, direttore generale del Banco Popolare - fornire una spinta importante per l´occupazione giovanile e contribuire a rendere nuovi finanziamenti immediatamente disponibili per le imprese. L´iniziativa dà ulteriore conferma dell´impegno del Banco Popolare per stimolare l´economia in Italia, ha recentemente ribadito dal suo programma industriale per i prossimi tre anni un aumento degli impieghi di diversi miliardi di euro. La nostra collaborazione con la Bei rende più facile l´accesso e le aziende possono avvalersi del sostegno finanziario ordinario del Gruppo a medio termine, nella speranza che possano cogliere l´opportunità di crescere e svilupparsi nei rispettivi settori. " L´occupazione giovanile (50 milioni di euro) In particolare, a 50 milioni di euro riguarda prestito progetti proposti da Pmi, Midcaps e start-up innovative per creare nuovi posti per i giovani nella fascia di età 15-29. Queste operazioni di finanziamento fanno parte del Lavoro per il programma Gioventù lanciata dalla Bei dopo il Consiglio europeo di Bruxelles del giugno 2013. Ad oggi, la Bei ha stanziato un totale di 440 milioni di euro per l´Italia sotto l´occupazione per i giovani. I potenziali beneficiari sono le Pmi (fino a 250 dipendenti), Midcaps (fino a 3 000 dipendenti) e start-up che soddisfano almeno uno dei seguenti requisiti: - Hanno assunto almeno una persona (tre per Midcaps) di età compresa tra i 15 ei 29, nei sei mesi precedenti la richiesta di prestito o lo faranno nei successivi sei mesi; - Che offrono programmi di formazione professionale per i giovani o programmi di stage / formazione per i giovani; - Hanno firmato un accordo di cooperazione con un istituto tecnico o scuola o all´università per impiegare i giovani (ad esempio per stage estivi); - Hanno una struttura societaria in cui la maggioranza del capitale (oltre il 50%) è detenuta da persone di età inferiore ai 29. Pmi (200 milioni di euro) e media capitalizzazione (100 milioni di euro) La Bei ha stanziato 200 milioni di euro per le Pmi italiane a condizioni particolarmente favorevoli. I prestiti sono destinati a finanziare sia progetti nuovi o già esistenti che forniscono questi non sono ancora stati completati. I prestiti alle imprese operanti in tutti i settori produttivi (agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi) possono essere assegnati per l´acquisto, la costruzione, l´ampliamento e la ristrutturazione di edifici, l´acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari, le spese aggiuntive, oneri e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione, la necessità permanente di capitale circolante a fini operativi. Banco Popolare fornirà anche finanziamenti alle Pmi beneficiarie, in modo da aumentare l´importo totale messo a disposizione a sostegno dell´economia italiana. Infine, una linea di credito di 100 milioni di euro per Midcaps firmati alla fine del 2013 è già in corso di erogazione.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, L’EURO FORTE PENALIZZA IL MADE IN ITALY A FEBBRAIO CALO DEL 2,0% RISPETTO AL MESE PRECEDENTE, IN FORTE RALLENTAMENTO LE VENDITE DI BENI DI INVESTIMENTO: BENI STRUMENTALI (-4,3%) E PRODOTTI INTERMEDI (-1,7%). IN DIMINUZIONE DI OLTRE 300 MILIONI DI EURO SU BASE ANNUA ANCHE L’ATTIVO DEL MADE IN ITALY, ANCHE SE TIENE BENE IL SALDO DEI CONTI CON L’ESTERO  
 
Roma, 26 marzo 2014 – A febbraio si conferma la riduzione delle vendite nei Paesi Extra-ue già visibile a gennaio: rispetto al mese precedente, le esportazioni si contraggono del 2,0% e il calo più consistente interessa soprattutto i beni di investimento utilizzati dagli imprenditori esteri nei loro processi produttivi: beni strumentali (-4,3%) e prodotti intermedi (-1,7%). “Guardando agli effetti di un euro fortemente sopravvalutato, se da un lato assistiamo all’abbassamento dei prezzi alle importazioni, anche grazie alla riduzione dei costi delle materie prime, dall’altro questo andamento ci penalizza sulla nostra attività caratteristica, tant’è vero che il surplus del Made in Italy, sebbene ancora molto consistente, mostra segnali di rallentamento nel mese di febbraio, con una riduzione su base annua di oltre 300 milioni di euro”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. Per quanto riguarda i Paesi, manteniamo le posizioni con i nostri partner tradizionali e di maggiore prossimità (Svizzera, Turchia, Stati Uniti e Giappone), che insieme rappresentano il 16% dell’export complessivo e verso cui registriamo nei primi due mesi dell’anno un attivo di circa 4,5 miliardi di euro.  
   
   
MARONI: NOSTRO SISTEMA PMI DIVERSO RISPETTO ALLE ALTRE REGIONI  
 
Milano, 26 marzo 2014 - "Un piano industriale nazionale mi sta bene, ma non può essere a taglia unica. Non può andare bene per tutte le regioni". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo ai giornalisti a margine del convegno sui fondi Ue per promuovere la reindustrializzazione con la prossima programmazione, organizzato dalla Commissione Ue a Milano. "Chi deve attuare le politiche europee - ha detto Maroni - deve tenere conto di ciò. Il sistema delle Pmi lombarde è diverso da quello di altre regioni, funziona e ha indicatori in crescita rispetto al trend nazionale. Quello che funziona in Puglia può non essere lo stesso in Lombardia. E lo dico a vantaggio di tutte le regioni. Il nuovo protagonismo regionale va nella direzione di valorizzare le diversita´. Noi siamo pronti a lavorare per affermare questo".  
   
   
NOVE STARTUP STANNO SBOCCIANDO NELL’IPOINT DI TRENTINO SVILUPPO A LORO DISPOSIZIONE SPAZI PROTETTI NEL BIC DI ROVERETO, MA SOPRATTUTTO SERVIZI E TUTORAGGIO  
 
 Trento, 26 marzo 2014 - Dalle aule universitarie all’impresa con il progetto “Ellisse”, passando per la “app dei campioni” di Libon e dal “portale che parla alle famiglie” di Stefania Carnevali. Sono tre dei nove progetti ospitati attualmente nell’iPoint di Trentino Sviluppo, servizio che a tre mesi dal lancio è già molto richiesto. Un percorso di assistenza e di crescita rivolto ad aspiranti imprenditori, che offre facilitazioni di tipo logistico, attività di formazione, consulenza e tutoraggio a costi agevolati, nel contesto di un ambiente stimolante di condivisione e contaminazione tra startupper, imprenditori, professionisti e tutor. L’avevamo lasciato lo scorso dicembre alla sua inaugurazione ed ora, a soli tre mesi dalla nascita, l’iPoint di Trentino Sviluppo è già popolato di aspiranti imprenditori che intendono investire sul proprio futuro scegliendo nuove strade e trasformando la propria idea in una attività di impresa. Attualmente negli spazi di via Zeni n. 8 a Rovereto, dentro il Polo Tecnologico, ci sono una ventina di postazioni e di uffici, abitati da giovani menti alle prese con nove progetti d’impresa: da quelli più tecnologici legati a piattaforme informatiche, a quelli più intimamente legati a servizi per la persona e con ricadute in ambito sociale. E così, dalle aule universitarie il passo all’impresa è naturale ed il futuro sta tutto nella piattaforma “All in one” per studenti, alla quale sta lavorando il gruppo composto da Alessandro Pizzini e Luca Rodella, entrambi di Rovereto. “Ellisse” (www.Progettoellisse.it ) questo il nome del progetto, vuole essere un punto di riferimento per lo studio su dispositivi elettronici, una sorta di scrivania virtuale nella quale lo studente può trovare tutto ciò di cui ha bisogno: dagli strumenti per prendere appunti durante le lezioni a quelli per studiare i contenuti digitali direttamente sul proprio tablet o computer. All´interno di questa piattaforma prenderà vita anche una libreria con materiale informativo accessibile gratuitamente oppure a pagamento, secondo differenti modalità. Interessanti ricadute in ambito sportivo, invece, per la “app dei campioni”, proposta da Libon (www.Libonsport.com), società nata nel 2012 dall’idea di Lorenzo Modena e i Francesco Setti, ai quali si è da poco aggiunto Marco Stenico, che si sono meritati anche il supporto del fondo Seed Money-fesr, a parziale copertura dei costi di avviamento dell’impresa. Finanziamento grazie al quale sono stati sviluppati hardware e software altamente integrati per garantire un´organizzazione versatile ma semplice della stagione di allenamento. Gli allenatori e i preparatori possono così pianificare sul proprio pc l´intera stagione sportiva, e gli atleti sono guidati nella sessione quotidiana di allenamento tramite il proprio smartphone. Monitoraggio che in questo caso non avviene con un intervento esterno, ma tramite strumenti dedicati come fotocellule per gli sport di velocità sulle brevi distanze (atletica, calcio, pallavolo, hockey, etc.), tracker gps per le lunghe distanze outdoor (scii, bici, vela, etc.) e una serie di sensori di nuova concezione per le altre discipline sportive (arrampicata, nuoto, etc.). Ogni periferica è pensata per differenti aspetti della prestazione atletica e si sincronizza in real time con il planner/tracker sfruttando le potenzialità del cloud. La piattaforma online di gestione è dotata di cronoprogramma Gantt, anagrafica e scheda atleti con la registrazione di tutte le prestazioni e condivisione dei diari d´allenamento e viene sviluppata con l´aiuto di tecnici e preparatori di livello internazionale che offrono feedback utili per approcciare la materia in modo scientifico. Questa app è usufruibile su smartphone e tablet (gratuitamente per uso personale, con abbonamento invece per uso professionale) ed apre una nuova dimensione alla preparazione sportiva. Occhi puntati alle famiglie ed alle loro esigenze, invece, nel progetto di Stefania Carnevali, 38 anni, libera professionista e mamma di due bimbi, una laurea in Sociologia ed un master in Politiche di genere nel mondo del lavoro. L’idea, ancora in fase iniziale, è nata dall’esperienza personale e consiste nel realizzare un luogo virtuale dove sia possibile gestire i vari aspetti della vita quotidiana (lavoro, bambini, casa, tempo libero, etc), guadagnando tempo per sé e per la propria famiglia. Questi sono solo alcuni esempi delle idee che stanno “fiorendo” negli spazi dell’iPoint di Trentino Sviluppo. La durata dell’intero percorso di incubazione per gli aspiranti imprenditori è di 12 mesi, più un eventuale anno aggiuntivo di pre-insediamento, e la partecipazione è subordinata all’esito positivo della valutazione del progetto di impresa che deve essere innovativo e sostenibile. Per saperne di più è possibile consultare il sito www.Trentinosviluppo.it  ed i social network collegati, come la pagina Facebook e l’account Twitter.  
   
   
UDINE -RETI D´IMPRESA: NASCE "INVEST IN FRIULI VENEZIA GIULIA.IT"  
 
Udine, 25 marzo 2014 - “Invest in Friuli Venezia Giulia.it” è una nuova rete fra imprese che riunisce quattro realtà del settore immobiliare e turistico. È la prima a promuovere solo all’estero un selezionato portafoglio di immobili in modo totalmente originale e innovativo, tramite la creazione di partnership con agenzie immobiliari e gruppi di investimento esteri, in particolare attraverso il web. E l’obbiettivo, non certo secondario, è portare acquirenti in regione, con buona capacità di spesa, sviluppando così soggiorni in grado di assicurare benefici anche per il settore turismo e altri settori dell’economia regionale. La rete si presenterà ufficialmente a Udine mercoledì 26 marzo, alle 12, nella Sala Economia della Camera di Commercio, e si faranno portavoci dell’iniziativa i fondatori Denis Andrian di Andrian & Partners, Andrea Oliva di Andrea Oliva & Partners di Trieste e Andrea Belanger dell’Agenzia Renato Belanger di Lignano Sabbiadoro, che ne sono componenti assieme a Veronica Piazza, coordinatrice della comunicazione e immagine del gruppo. La rete ha partecipato peraltro al bando “Reti d’impresa per l’internazionalizzazione 2013” della Cdc udinese, ente che in conferenza stampa sarà rappresentato dal consigliere Giorgio Sina. Assieme a loro, è prevista la presenza di Carlo Dall’ava, console onorario della Federazione Russa, poiché proprio sul mercato russo la rete andrà a concentrarsi, innanzitutto: sarà infatti la prima in assoluto del Fvg nel campo immobiliare a prendere parte al 22^ Moscow International Property Show di aprile e approfondirà nuove occasioni di sviluppo anche partecipando ad alcuni importanti incontri B2b e workshop, sempre in R ussia.  
   
   
LOMBARDIA A CONFCOMMERCIO: PREPARATE I PROGETTI  
 
Milano, 26 marzo 2014 - "Questo incontro per presentare ´Lombardia Concreta´ ha una grande importanza per Regione Lombardia e per voi, in quanto può consentirvi di predisporre progetti, intenzioni, che possano essere tempestivi, al momento dell´apertura degli sportelli, il prossimo 10 aprile". Così l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli nel corso dell´incontro nella sede di Confcommercio Milano, con dirigenti e imprenditori aderenti all´istituto camerale, al quale era presente anche il loro vice presidente vicario Renato Borghi. 100 Milioni - L´occasione era quella di presentare in anticipo rispetto al giorno in cui sarà effettivamente operativa (10 aprile) l´iniziativa denominata ´Lombardia Concreta´(contributi al credito per turismo e accoglienza), con cui la Regione Lombardia stanzia 12,4 milioni di euro che faranno leva per creare un fondo da 100 milioni di finanziamenti per le aziende del turismo, della ristorazione, della ricezione alberghiera, dei pubblici esercizi e del commercio alimentare, per investimenti migliorativi, di ampliamento o riqualificazione anche in vista di Expo 2015. Turismo Asse Portante - "Il turismo - ha detto l´assessore Cavalli - non si presenta fiaccato dalla crisi all´appuntamento di Expo 2015, ma certamente è necessario che il settore abbia una maggiore attenzione e un sempre più forte sostegno, affinché continui a dimostrare di essere uno degli assi portanti dell´economia della nostra regione". Distretti Del Commercio - "L´unione fa la forza, in ogni campo - ha continuato Cavalli - per questo sono convinto che i distretti del commercio, anche attraverso un rafforzamento del loro ruolo, possano costituire la vera carta vincente per mettere in campo una strategia di marketing che esalti l´attrattività territoriale e risponda alle sempre più elevate esigenze del mercato". Risorse Integrate - "Alcune Camere di Commercio - ha concluso l´assessore - non solo hanno già manifestato interesse per le azioni previste all´interno di ´Lombardia Concreta´, ma si sono candidate ad aggiungere ulteriori risorse per misure di sostegno ad esse collegate". Continuare Collaborazione - Al termine dell´intervento dell´assessore, al quale hanno partecipato anche i rappresentanti di alcuni istituti bancari, sono intervenuti Lino Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, Cristina Ciana, vice presidente vicario dell´Associazione albergatori (con delega ai rapporti su Expo 2015), e Dino Abbascià, presidente Federazione italiana dettaglianti dell´alimentazione che, oltre a ringraziare Regione Lombardia per l´attenzione dimostrata al settore attraverso la misura ´Lombardia Concreta´, hanno sollecitato il prosieguo di "una costante collaborazione".  
   
   
VOLONTARIATO D’IMPRESA: IL “GIVE & GAIN DAY” ARRIVA ANCHE IN ITALIA FONDAZIONE SODALITAS PARTNER NAZIONALE DELL’INIZIATIVA, CHE DAL 2008 HA PERMESSO A 82.000 PROFESSIONISTI DI 35 PAESI DI DEDICARE UNA GIORNATA DI LAVORO ALLA COMUNITÀ. DA OGGI LE IMPRESE POSSONO ADERIRVI ANCHE IN ITALIA: L’APPUNTAMENTO CON LA SOLIDARIETÀ È PER IL 16 MAGGIO.  
 
Milano, 26 marzo 2014 – Il Give & Gain Day, l´appuntamento internazionale con il volontariato d´impresa ideato e promosso da Business in the Community (Bitc), nel 2014 arriverà anche in Italia, grazie al coinvolgimento di Fondazione Sodalitas come partner nazionale. Ogni anno nel mese di maggio, attraverso il Give & Gain Day, le aziende di tutto il mondo sono chiamate a coinvolgere i propri dipendenti e collaboratori in iniziative di solidarietà durante l´orario di lavoro. Nel solo 2013 sono stati protagonisti della campagna oltre 400 imprese e 22.000 professionisti in 25 Paesi. “Il Give & Gain Day è la celebrazione internazionale del valore del volontariato d´impresa, della forza pervasiva della solidarietà e dell´importanza di mettere a disposizione della comunità le proprie passioni e competenze professionali” ha dichiarato Roberto Ramasco, Consigliere Delegato di Fondazione Sodalitas. “Il Give & Gain Day rappresenta dunque un´occasione imperdibile per vedere valorizzato il proprio impegno di Csr a livello internazionale. L’italia, partecipando a questa grande campagna, potrà portare ad un nuovo e più alto livello di attenzione le proprie eccellenze in termini di Responsabilità Sociale e di impegno per la collettività”. Dal 2008 hanno partecipato all´iniziativa di Business in the Community 82.000 persone di 35 diversi Paesi, organizzando workshop ed attività sportive, intervenendo nelle scuole e sostenendo famiglie in difficoltà. Il Give & Gain Day in Italia Nel 2014, per la prima volta, il Give & Gain Day si svolgerà anche in Italia: Business in the Community ha chiesto a Fondazione Sodalitas di coinvolgere nell´iniziativa le imprese operanti in Italia e di raccoglierne le adesioni. Questi i Paesi che hanno confermato la propria partecipazione al Give & Gain Day 2014: Argentina, Australia, Cina, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Iran, Italia, Kenya, Messico, Panama, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Sud Africa, Taiwan, Turchia, Ungheria. L’elenco è in continuo aggiornamento.  
   
   
MICAM SHANGAI, 20 AZIENDE CAMPANE AL SALONE INTERNAZIONALE  
 
Napoli, 26 marzo 2014 - Le calzature campane e il comparto artigianale della pelletteria di alta qualità sbarcano a Shangai. Venti piccole e medie imprese campane partecipano a "The Micam Shangai", il salone internazionale riservato al comparto moda, calzature e pelletteria di marchi leader sui mercati mondiali, in programma in Cina. Micam Shangai rientra nell´ambito del progetto di promozione del made in Campania, realizzato dalla Regione Campania con il coordinamento dell’assessorato alle Attività produttive. Il piano intende migliorare il posizionamento internazionale dei settori tradizionali del made in Campania, attraverso la partecipazione a fiere ed eventi di rilevanza internazionale allo scopo di accrescere la conoscenza e la competitività delle filiere e delle aziende campane, attrarre compratori internazionali e realizzare missioni di incoming e promozione delle filiere e dei prodotti. Obiettivo della partecipazione al Micam è promuovere, in un contesto internazionale, un comparto di grande tradizione come quello calzaturiero e soprattutto di favorire incontri d´affari in un Paese come la Cina che dispone di un mercato dalle enormi potenzialità. L´evento fieristico, riservato ai più qualificati operatori del settore moda, è anche l´occasione per gli imprenditori campani di partecipare ad incontri d´affari, di allargare la propria rete di contatti e di favorire la creazione di relazioni di fiducia tra gli attori di sistemi differenti. Queste le 20 aziende selezionate, a seguito di un avviso pubblico, per partecipare a Micam Shangai: • D&d Group srl • Calpierre srl • Calzaturificio Europa srl • Cerbero srl • Della Pia group srl • Nuova Varriale srl • Duedì srl • Della Pia srl • Aleanto Collezioni srl • Lockeed srl • Cespo srl • Rete Napoli Shoes • Flyfree spa • Dema srl • Tiffi srl • My Choice srl • Apema srl • Calzaturificio Mangoni srl • Consorzio Campania Expo • Cris srl "Puntiamo sull´internazionalizzazione come azione qualificante per il rilancio dell´economia campana ed in particolare delle filiere di eccellenza. La Cina è uno dei principali partner per l´Italia: i prodotti di eccellenza e di alta qualità esercitano sui consumatori cinesi un´attrattiva ancora maggiore rispetto a quella esercitata dai competitori europei. Parliamo di un mercato che riesce, nonostante le criticità su scala globale, a sostenere una crescita del Pil al 7%", dichiara l´assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello. "Dall´avvio del piano di promozione del made in Campania abbiamo già coinvolto oltre 250 imprese e favorito 2500 opportunità di contatto e nuovi business su scala internazionale per le nostre Pmi, sui più importanti mercati internazionali (Russia, Cina, Stati Uniti) nei settori agroalimentare, artigianato di qualità, nautica, aerospazio, tessile/moda, calzature. Le manifestazioni fieristiche sono efficaci per far conoscere nuovi prodotti, ampliare il portafoglio clienti, e migliorare l´immagine dell´azienda; il contatto diretto con gli operatori presenta, infatti, una serie di vantaggi sia di intelligence, sia di business reale. Così come già avvenuto in Spagna, mettere al centro delle strategie economiche l´export e l´internazionalizzazione rappresenta una scelta vincente. In Campania abbiamo fatto questa scelta e continueremo a supportare le imprese ed il sistema produttivo", conclude Martusciello.  
   
   
BOLZANO: APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE SULL´IMI  
 
 Bolzano, 26 marzo 2014 - La Giunta provinciale, dopo il parere del Consiglio dei Comuni e della Consulta della famiglia, ha approvato definitivamente il disegno di legge che istituisce la nuova imposta municipale sugli immobili Imi. "Lo presenteremo ancora alle parti sociali - ha commentato il presidente Kompatscher - ma l´iter per la discussione in Consiglio è già avviato". La nuova imposta sulla casa che sostituisce Imu e Tasi, e si chiamerà Imi, introduce una quota esente per le prime case definite abitazioni standard (classe catastale A2 e sette vani catastali), che varia da Comune a Comune e garantisce un trattamento equo su tutto il territorio. Di fatto questa tipologia corrisponde all´abitazione "classica" fino a un massimo di 110 mq, mentre per le altre prime case l´aliquota fissa sarà dello 0,4% del valore catastale. Le restanti abitazioni saranno soggette all´aliquota ordinaria dello 0,76% con un margine di manovra dello 0,5% in più o in meno concesso alla discrezionalità dei Comuni. Il testo del disegno di legge, assieme ai pareri elaborati dal Consiglio dei Comuni e dalla Consulta della famiglia, è stato approvato oggi (25 marzo) in maniera definitiva dalla Giunta provinciale. "Lo presenteremo anche alle parti sociali e ai commercialisti per una valutazione di carattere tecnico - ha spiegato Arno Kompatscher - ma il ddl e i relativi pareri sono stati inviati alla competente Commissione legislativa per dare il via in maniera rapida all´iter che porterà alla discussione del provvedimento in Consiglio provinciale".  
   
   
ISOTTA FRASCHINI, LOMBARDIA: ALLUMINIO RESTI A DONGO/CO  
 
Milano, 26 marzo 2014 - Si è svolto un incontro tra Regione Lombardia, l´Azienda Isotta Fraschini e le organizzazioni sindacali, con a tema il futuro del sito produttivo di Dongo (Como). Regione Lombardia ha confermato che l´obiettivo è salvaguardare la presenza in Lombardia e la continuità operativa dell´azienda, anche alla luce della collocazione strategica del sito di Dongo rispetto al mercato tedesco e del prezioso knowhow costruitosi nel tempo. "È importante che la produzione di alluminio resti a Dongo - ha dichiarato l´assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini - e che si lavori insieme per costruire le condizioni di contesto necessarie, affinché si possano attrarre investitori interessati alla ricerca e innovazione e mantenere i livelli occupazionali. Al riguardo Regione Lombardia è disponibile a verificare la possibilità di utilizzare gli strumenti previsti dalla nuova legge ´Impresa Lombardia´ e, in particolare, l´Accordo per la competitività".  
   
   
SISTEMA LEGNO IN TOSCANA: PRESENTAZIONE DI RICERCA SULLA FILIERA E PROSPETTIVE  
 
 Firenze, 26 marzo 2014 – "Sistema legno in Toscana": questo il titolo del convegno che si svolgerà il 27 marzo nei locali di Toscana Promozione a Firenze. Sarà l´occasione per presentare i risultati di un progetto di ricerca finanziato dalla Regione attarverso un bando pubblico e coordinato dal Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Ambientali e Forestali in collaborazione con i partner Accademia Italiana di Scienze Forestali e Centro Sperimentale del mobile di Poggibonsi. Il progetto ha inteso fornire agli operatori della filiera (produttori, trasformatori, progettisti e tecnici) un quadro informativo aggiornato sulla trasformazione del legno in Toscana, sui fabbisogni delle imprese e sui principali attori del comparto. I dati ottenuti saranno un supporto per la promozione e l´ulteriore sviluppo del settore in Toscana. I lavori (salone monumentale di Toscana Promozione - Via Vittorio Emanuele Ii - 62-64 Firenze) inizieranno intorno alle 9 per concludersi intorno alle 13 con l´intervento dell´assessore regionale all´agricoltura e foreste. Sono previste relazioni su tutti i temi oggetto dell´indagine e la partecipazione di rappresentanti di tutta la filiera del legno, delle associazioni di categoria, di esperti e rappresentanti di università ed enti di ricerca, e degli enti locali della Toscana.  
   
   
MOLISE, LE IMPRESE GIOVANILI SI CONFERMANO LE PIÙ DINAMICHE DEL 2013  
 
Campobasso, 26 marzo 2014 - Le semplificazioni aiutano a realizzare il sogno di fare l’imprenditore. Sono stati tanti i giovani di meno di 35 anni che, nel corso del 2013, hanno colto al volo l’opportunità offerta dal provvedimento che ha tenuto a battesimo le cosiddette “Srl a un euro”, ovvero le società a responsabilità limitata semplificate istituite con la legge 24 marzo 2012, n. 27. In virtù della norma, divenuta pienamente operativa dal 29 agosto 2012, gli under 35 hanno avuto la possibilità di costituire un’impresa con un capitale sociale inferiore ai 10mila euro e senza pagare le spese notarili, i diritti di segreteria dovuti alla Camera di commercio e l’imposta di bollo. In Molise l’incidenza delle iscrizioni giovanili sul totale delle iscrizioni Srl semplificate è pari circa al 50%, in termini assoluti 84 iscrizioni “giovanili” su 170 iscrizioni di Srl semplificate. In totale da fine agosto 2012 al 31/12/2013 si contrano 216 Srl a un euro di cui 127 a guida giovanile. Anche per il 2013 le imprese giovanili si confermano, quindi, come quelle a maggiore vitalità nel panorama imprenditoriale regionale. In generale, a fine anno, si contano 4.226 imprese under-35 registrate, 3.819 quelle attive, che rappresentano circa il 12% delle quasi 35 mila imprese registrate. Quanto a incidenza il Molise, insieme ad altre regioni meridionali, si colloca nelle prime posizioni occupando il quinto posto, preceduta da Calabria (15,6%), Campania (14,4%), Sicilia (14,3%) e Puglia (13,0%). Se le iscrizioni sono state 738 in totale, diminuite rispetto al 2012 di 52 unità, contemporaneamente sono diminuite anche il numero delle cessazioni al netto di quelle operate d’ufficio, passate da 324 del 2012 alle 295 del 2013: come sintesi di questi due andamenti il saldo è ancora positivo e pari a +443 portando ad un tasso di crescita imprenditoriale del +10,1%. A livello provinciale, mentre Isernia conserva un passo deciso con un tasso di crescita pari a +14,07% che la pone al quinto posto nella classifica provinciale, Campobasso presenta un tasso di crescita più contenuto pari a +8,51% che la pone, invece, al 78-esimo posto. Nel confronto con i valori della ripartizione geografica di appartenenza il Molise ha un tasso di crescita di poco maggiore a quello del Mezzogiorno (+9,97%) ma leggermente inferiore a quello dell’Italia (+10,48%). Quanto a forma imprenditoriale, detto della rapida crescita delle Srl semplificate, resa confermato anche per il 2013 l’aumento delle società di capitale: positiva, infatti, sia la variazione dello stock (differenza fra 2013 e 2012) con +59 imprese, sia il saldo demografico (differenza fra iscrizioni e cessazioni nel periodo) con +120 unità, sintesi delle 136 iscrizioni e delle solo 16 cessazione non d’ufficio. Aumenta parallelamente anche l’incidenza di tale forma societaria che a fine 2013 arriva a circa il 15%, mentre era pari al 13% circa nel 2012, e pari all’11% nel 2011. Guardando alla diffusione delle imprese guidate da under 35 (percentuale di imprese giovanili sul totale delle imprese registrate), i settori, quali il turismo (20%), gli altri settori (17%) e le assicurazioni e il credito (17%) sono quelli in cui si registra l’incidenza maggiore di imprese giovanili sul totale, mentre, guardando all’incidenza delle imprese giovanili sul totale delle imprese giovanili, i settori più tradizionali, quali il commercio, le costruzioni e l’agricoltura, sono quelli sui quali si concentra maggiormente l’attenzione dei giovani imprenditori in valore assoluto: ben 1.171 nel commercio (pari a circa il 30% del totale imprese under 35), 641 nell’agricoltura (pari a circa il 16%), 580 nelle costruzioni ( circa il 15% di tutte quelle guidate da giovani). “In uno scenario economico e finanziario ancora dominato dall’incertezza” – spiega il Presidente Vicario dell’Unioncamere Molise Amodio de Angelis – “il tessuto produttivo appare sempre più provato, i processi di cambiamento si sono accelerati, le sfide si sono fatte più difficili, le risorse disponibili si sono ridotte. È evidente l’ingresso in un’era nuova, caratterizzata da molteplici elementi di profonda trasformazione, ma in tutto ciò resta centrale il valore del lavoro e, con esso, dell’impresa. Questo valore dell’imprenditorialità è sostenuto anche da moltissimi giovani, e i dati lo confermano, spinti non tanto dalla necessità, ma ben più di frequente dal desiderio di valorizzare le proprie capacità e competenze, sperimentando strategie innovative di prodotto e di processo e impegnandosi così nel duro confronto con il mercato. Non basta più, però, porre al centro dell’attenzione il lavoro e i giovani, quasi a voler intercettare una “moda”: occorre che i giovani diventino i soggetti - e non gli oggetti - delle nostre politiche, i veri protagonisti di un nuovo modello di sviluppo, compatibile e sostenibile. Se vogliamo accelerare la trasformazione in chiave moderna del sistema produttivo e l’uscita dalla crisi, dobbiamo ascoltare la voce di chi rappresenta già questo futuro. Per questo motivo mi piace ricordare il progetto promosso da Unioncamere “We4italy: innovatori d’impresa” ( www.We4italy.it ), una piattaforma partecipativa che prevede attività e strumenti online/offline volti a stimolare e valorizzare l’emersione e la condivisione di storie, esperienze e progetti direttamente dalla voce dei giovani imprenditori, per farne, in prospettiva, un patrimonio al servizio della crescita dell’intero sistema economico”. La versione integrale del bollettino informativo sull’imprenditoria giovanile è consultabile e scaricabile dal sito web Starnet.unioncamere, la rete degli uffici studi e statistica delle Camere di Commercio, al seguente link: www.Starnet.unioncamere.it