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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Maggio 2008
RICERCATORI EUROPEI IDENTIFICANO NUOVI GENI RESPONSABILI DEL CANCRO  
 
Bruxelles, 21 maggio 2008 - Un team europeo di ricercatori è riuscito a identificare centinaia di geni responsabili dello sviluppo del cancro. Esaminando il Dna di oltre 500 linfomi (cancri che si sviluppano nelle cellule linfatiche) i ricercatori hanno scoperto 10. 806 mutazioni. I risultati sono stati di recente pubblicati nella rivista Cell. I risultati mostrano che quasi 350 regioni nel genoma del topo sono coinvolte nella formazione del cancro. I ricercatori dicono che di queste regioni, 50 sono compatibili con geni che svolgono un ruolo in cancri trovati nell´uomo, mentre le rimanenti 300 regioni sono nuove. Sotto la guida di ricercatori provenienti dal Netherlands Cancer Institute (Nki) e dal Wellcome Trust Sanger Institute con sede nel Regno Unito, il consorzio ha generato delle mutazioni nei geni del cancro usando il cosiddetto virus della ´leucemia murina´. Questo virus dedica tutta la propria attenzione ai globuli bianchi, causando linfomi (tumori maligni). "Generalmente si pensa che i cancri dell´uomo si formino mediante un graduale accumulo di mutazioni che dissestano i geni all´interno di una cellula; il virus imita questo processo quando si inserisce nel genoma del topo," ha detto il dott. David Adams del Wellcome Trust Sanger Institute, il principale autore dello studio. "Il virus agisce quindi come un´etichetta che ci permette di individuare dove si è integrato e quale gene o quali geni sono stati alterati," ha spiegato. "Trovando una media di 20 mutazioni per ciascuno dei 500 tumori, abbiamo trovato non solo molti nuovi geni del cancro, ma abbiamo visto anche quali geni lavorano assieme nella stessa cellula per trasformarla in un linfoma," ha detto il coautore, il dott. Jaap Kool del Nki. Secondo i ricercatori, i geni p53 e p19 erano gli ospiti delle mutazioni trovate nelle linee murine infettate. Il gene p53 possiede molti meccanismi antitumorali, tra cui la capacità di attivare proteine per riparare il Dna quando questo ha subito un danno. Una ricerca precedente ha mostrato che una volta mutato, il p53 contribuisce alla trasformazione di cellule sane in cellule tumorali poiché disattiva i geni che normalmente bloccano la crescita di nuove cellule. Il gene p19 è importante perchè impedisce la scomposizione della proteina del gene p53. Il corpo può quindi reprimere la crescita cellulare e inibire la formazione di un tumore. I ricercatori coinvolti in questo ultimo studio hanno identificato una ricca serie di nuovi geni coinvolti nel cancro, che non era stato possibile osservare in modo semplice in altri studi. Un esempio di questi geni è rappresentato da quelli con il potenziale per sopprimere lo sviluppo del tumore. Le cellule tumorali umane spesso contengono molte mutazioni che non sono coinvolte nello sviluppo del cancro, ovvero non guidano lo sviluppo del cancro, ma sono prodotte dagli aumentati ritmi di mutazione delle cellule tumorali e sono dei ´passeggeri´. Secondo i ricercatori, la sfida per gli studi genetici sul cancro dell´uomo è rappresentata dal riuscire a distinguere le mutazioni ´pilota´ da quelle ´passeggero´. ´Il vantaggio del nostro sistema nel topo è che, a differenza dei tumori umani che solitamente contengono molti tipi di alterazioni genetiche, le mutazioni causali che iniziano questi tumori nei topi possono essere facilmente identificate e studiate,´ ha spiegato il dott. Adams. ´Questi studi sono complementari e arricchiscono l´analisi dei tumori umani. ´ Il sequenziamento su larga scala e le risorse informatiche del Sanger Institute sono state usate nello studio, fornendo di fatto ai ricercatori i mezzi per identificare nuovi geni potenzialmente tumorali nel topo. Hanno quindi confrontato i loro dati con dataset relativi ai tumori umani di tutto il genoma, prodotti dal progetto Cancer Genome del Sanger Institute. Grazie a questo lavoro i ricercatori sono stati in grado di fare luce su come i geni identificati possono dimostrarsi rilevanti nella formazione del cancro nell´uomo. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Nki. Nl/ http://www. Sanger. Ac. Uk/ .  
   
   
MENOPAUSA, GLI ESPERTI: “ATTENTE AL VOSTRO CUORE” LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI PRIMA CAUSA DI MORTE OLTRE 5.000 ESPERTI DA TUTTO IL PIANETA A MADRID PER IL 12° CONGRESSO MONDIALE TRA I TEMI TRATTATI LE NUOVE EVIDENZE SULLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA  
 
Madrid, 21 maggio 2008 - Il 49% delle italiane in menopausa è iperteso, il 38% ha livelli di colesterolo superiori a 240, il 30% è obeso, il 10% è diabetico e il 33% presenta sindrome metabolica. La fine dell’età fertile porta con sé ben più dei tipici disturbi (vampate di calore, sudorazioni notturne, insonnia, irritabilità, depressione, ansia, calo del desiderio sessuale): aumenta in maniera drammatica il rischio di patologie cardiovascolari che dopo i 50 anni rappresentano la prima causa di morte nella donna, circa il 42% del totale. I maggiori esperti sono riuniti fino al 23 maggio a Madrid per il 12° Congresso Mondiale della Menopausa, un appuntamento che si ripete ogni tre anni, con l’obiettivo di mettere a confronto studi clinici, evidenze scientifiche e trattamenti terapeutici per migliorare la qualità di vita della donna in questa delicata fase della vita. “La menopausa non è una malattia – spiega la prof. Ssa Rossella Nappi, ginecologa della Clinica Ostetrica-ginecologica dell’Università di Pavia -. Si tratta però di un momento di grande vulnerabilità che giunge quando la donna è ancora attiva, nel pieno della vita lavorativa, sessuale e di relazione. Per questo abbiamo il dovere, come medici, di intervenire per limitarne il più possibile i disturbi, con trattamenti di tipo farmacologico e soprattutto migliorando l’informazione alle nostre pazienti”. Senza dubbio, uno fra i temi su cui vi è ancora scarsa consapevolezza sono proprio le patologie cardiovascolari: “Il rischio nella donna in menopausa si può contenere – commenta il prof. Giuseppe Rosano, cardiologo Direttore del Centro di Ricerca Clinica e Sperimentale dell’ Irccs San Raffaele di Roma - . In primo luogo con stili di vita sani, attività fisica, dieta corretta, niente fumo, ma anche con l’ausilio di farmaci. La terapia ormonale sostitutiva, se iniziata entro pochi anni dalla menopausa nelle donne che presentano sintomi, riduce di circa il 35-50% il rischio cardiovascolare. In particolare, l’associazione estro-progestinica con drospirenone si è dimostrata la sola efficace nel modulare la pressione arteriosa. La abbassa (-9 mmHg la minima, - 12 mmHg la massima nelle ipertese) nelle ipertese, ma l’utilizzo regolare anche in donne normotese può avere effetti preventivi e limitare il numero di nuovi casi di ipertensione. Questi dati sono di estrema importanza clinica, basti pensare che la diminuzione della pressione arteriosa diastolica (minima) di 5mmHg si associa ad una riduzione del 40% del rischio di morte per stroke e del 25% per eventi cardiovascolari mentre una diminuzione di 2 mmHg di pressione sistolica (massima), comporta una riduzione del 10% di stroke e del 7% per eventi cardiovascolari”. La menopausa si manifesta mediamente intorno ai 50 anni e: “pur essendo una situazione del tutto fisiologica – spiega il prof. Marco Gambacciani, della Clinica Ostetrico-ginecologica del Santa Chiara di Pisa -, può comportare in alcune donne una notevole riduzione del benessere generale e della qualità della vita. Oltre al rischio cardiovascolare, aumenta drasticamente anche un altro grave problema tipicamente femminile, l’osteoporosi, dovuta alla mancanza degli estrogeni che rivestono un ruolo importante nel proteggere l’osso. Anche in questo caso, la terapia ormonale sostituiva può apportare un notevole beneficio, in particolare, quella a base di drospirenone. È stata infatti osservata una significativa riduzione del numero di fratture in donne in trattamento. In particolare, l’effetto protettivo sul metabolismo e la densità dell’osso è stato osservato anche utilizzando i bassi dosaggi con drospirenone. Si può quindi affermare che questa cura può essere una terapia di prima linea per la prevenzione di questa malattia e per chi presenta un aumentato rischio di fragilità ossea”. Nella fase avanzata della menopausa, è inoltre frequente l’associazione di più fattori di rischio quali ad esempio diabete e ipertensione: se presenti entrambi il rischio cardiovascolare aumenta di 4,6 volte nelle donne, rispetto a 2,3 volte nell’uomo. Peso corporeo, sviluppo di diabete e ipertensione arteriosa sono inoltre fattori strettamente correlati. “Il controllo della pressione è molto importante, tuttavia il 95% delle persone non si accorge di avere la pressione alta. È un problema che interessa un terzo della popolazione, i due terzi in età avanzata: il solo passaggio dalla pre alla post menopausa la innalza in maniera significativa – aggiunge Rosano –. L’aspettativa di vita è strettamente legata ai valori pressori, per questo è così importante tenerla sotto controllo anche nelle donne normotese. Ma al di là dei problemi strettamente connessi alla salute, le implicazioni della menopausa possono essere pesanti anche sotto il profilo del benessere psico-fisico. “La sessualità femminile subisce un vero “terremoto” con l’avvento della menopausa – conclude la prof. Ssa Nappi -. Improvvisamente, gli estrogeni crollano portando ad un cambiamento della funzione sessuale. Sono soprattutto tre gli elementi da considerare in questo passaggio: il desiderio, l’eccitazione vaginale/genitale e l’orgasmo/soddisfazione. Ma non va sottovalutato un altro importante fattore: il cambiamento del proprio corpo. Durante la menopausa muta infatti la “forma” fisica della donna che tende ad accumulare grasso soprattutto sull’addome, sul petto e sulle braccia e spesso non si piace più. Ma con un’attenzione alla propria forma fisica e i consigli del proprio ginecologo di fiducia – come emerge con forza dal Congresso di Madrid – si può vivere con serenità e gioia anche la sessualità in questa fase della vita, un momento in cui la donna può dedicarsi pienamente a se stessa, alla propria vita di relazione e professionale”. “A questo proposito – conclude il prof. Gambacciani -, è ormai dimostrato chiaramente che la terapia ormonale iniziata precocemente, quando insorgono i sintomi menopausali, è capace di contrastare non solo l’innalzamento della pressione arteriosa, ma anche l’aumento del peso e la ridistribuzione del grasso corporeo, soprattutto se si utilizza come progestinico il drospirenone. ” .  
   
   
IL FUTURO DELLA SANITÀ 2° INCONTRO  
 
Milano, 21 maggio 2008 - Si è svolto il 19 maggio a Milano, il secondo appuntamento dell’iniziativa dal titolo “Il Futuro della Sanità”, promossa da Aldo Cerruti, Presidente e Amministratore Unico di ab medica S. P. A. “Il Futuro della Sanità” si propone come un’iniziativa d’eccellenza per promuovere e condividere la cultura dell’innovazione nel medicale. Gli incontri, con cadenza quadrimestrale, sono un’occasione preziosa per discutere e analizzare casi di studio significativi e valutare nuove iniziative italiane e straniere in ambito medico-sanitario, volte a favorire lo sviluppo e l’innovazione. L’incontro si è aperto con il benvenuto ai numerosi ospiti intervenuti da parte di Elena Benassi, Marketing Manager dell´azienda, al quale ha fatto seguito l’intervento di Aldo Cerruti. Il Presidente di ab medica ha chiarito le ragioni del secondo appuntamento de “Il Futuro della Sanità”, riassumibili nella volontà di promuovere un dialogo fra diverse professionalità del mondo medico-scientifico, dell’Imprenditoria, della Pubblica Amministrazione, della Cultura e dell’Informazione, con l’obiettivo di capire ed indirizzare l’evoluzione della sanità in Italia. Nel corso della serata sono state affrontate diverse tematiche quali il problema delle infezioni ospedaliere, che affligge l’8,7% dei ricoverati, con una spesa presuntiva non inferiore a un miliardo di Euro e lo stato di avanzamento dei progetti di ricerca di ab medica. L’analisi delle problematiche relative alle infezioni ospedaliere è stata affidata al Dottor Paolo Ferrazzi, Direttore del Dipartimento Clinico e di Ricerca Cardiovascolare degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Il Dottor Eugenio Quaini, consulente scientifico per i progetti di ab medica, ha illustrato lo stato di avanzamento dei progetti di ricerca dell’Azienda, le linee di sviluppo dell’innovazione ed il ruolo di questa nel promuovere e attuare progetti che indirizzino concretamente il “Futuro della Sanità”. A conclusione degli interventi, il Presidente e Fondatore di Casaleggio Associati, Gianroberto Casaleggio, ha presentato i risultati del rapporto dal titolo “Il Settore della Sanità online in Italia”, che offre una panoramica dei servizi internet delle principali strutture ospedaliere italiane. A tutti i partecipanti ne è stata distribuita una copia. .  
   
   
SIMPOSIO "ETICA E RICERCA CLINICA PEDIATRICA IN EUROPA"  
 
Marsiglia, Francia, 21 maggio 2008 - Il 19 e 20 giugno si svolgerà a Marsiglia (Francia) il simposio "Etica e ricerca clinica pediatrica in Europa". Il simposio sarà dedicato agli aspetti etici e legali della ricerca clinica in pediatria ed è organizzato dallo Spazio etico mediterraneo (Eem) e dalla rete di eccellenza finanziata dall´Ue Teddy ("Task-force in Europe for drug development for the young"), in occasione della Giornata europea "Etica, scienza, salute e società". Il convegno mira a facilitare il dibattito e lo scambio tra istituzioni nazionali e europee, comitati etici, ricercatori, sponsor e società civile nell´ambito del Piano d´azione "Scienza e società" della Commissione europea. Intende anche presentare i progressi fatti nelle raccomandazioni recentemente approvate dall´Ue "Considerazioni etiche sui trial clinici di prodotti medici condotti sulla popolazione pediatrica" e la loro integrazione nel dibattito etico e scientifico attuale. Per ulteriori informazioni, visitare: www. Teddyoung. Org/events .  
   
   
CONVEGNO SU HANDICAP  
 
Trieste, 21 maggio 2008 - "L´inserimento nel mondo del lavoro costituisce uno dei principali diritti dei disabili". Lo ha sottolineato l´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic intervenendo ieri alla Stazione marittima di Trieste al convegno "L´inclusione dei portatori di handicap. Riflessioni e valutazioni nell´anno europeo delle pari opportunità per tutti", promosso dall´associazione Onlus "La strada dell´amore". Secondo l´assessore, nei confronti dei disabili occorre superare l´approccio basato sul "risarcimento", che è certamente importante di fronte a persone che hanno minori capacità di produrre reddito, ma non più sufficiente. Devono invece affermarsi, sulla base del riconoscimento dei diritti di cittadinanza per tutti, percorsi di "inclusione" e di "anti-discriminazione". Questo modo nuovo di affrontare il mondo dei disabili, ha sottolineato Kosic, è in linea con quanto stabilito dalle Nazioni Unite per il terzo millennio, che pone l´accento appunto sulla garanzia dei diritti indipendentemente dall´aspetto, dal genere o dalle capacità, diritti riconosciuti dunque alle persone per quello che sono, non per quello che appaiono o possiedono. L´assessore ha ricordato lo slogan lanciato dal mondo dei disabili "niente su di noi senza di noi", con il quale si afferma il "principio dell´accoglienza". Questo principio va poi tradotto nella realtà assieme ai professionisti, ai politici, agli amministratori locali, proponendo percorsi e contenuti condivisi. Kosic ha riconosciuto come il Friuli Venezia Giulia, fra le Regioni italiane, sia da sempre all´avanguardia nel campo delle norme a favore della disabilità, un tema che è stato affrontato nella legislazione regionale da almeno trent´anni. Resta invece ancora molto da fare per tradurre nei fatti norme e principi. Con due emergenze in particolare, ha rilevato l´assessore: la domiciliarità e la residenzialità. Al convegno promosso dall´associazione "La strada dell´amore" si sono confrontati amministratori pubblici, esperti e rappresentanti di associazioni del volontariato in particolare sui temi dell´integrazione e dell´inserimento dei disabili nel mondo del lavoro attraverso l´istruzione e la formazione. Era presente fra gli altri Giampiero Griffo, dell´esecutivo mondiale del Dpi (Disabled Peoples International) e membro della delegazione italiana all´Onu per la preparazione della Convenzione sui diritti dei disabili. Griffo ha sottolineato l´importanza del passaggio dalle politiche dell´assistenza e della sanità alle politiche inclusive, basate appunto su un approccio alla disabilità che si ispiri al rispetto dei diritti umani. .  
   
   
ANCHE LITUANIA STUDIA SISTEMA SERVIZI SOCIALI VENETO  
 
Venezia, 21 maggio 2008 - Anche la Lituania, dopo il Giappone, viene a studiare il sistema dei servizi sociali veneti e le politiche di programmazione sociale e sociosanitaria messe in atto in questi ani dalla Regione Veneto a favore degli anziani, dei disabili, dell’infanzia. “Siamo una regione leader a livello europeo – spiega Stefano Valdegamberi, Assessore regionale alle politiche sociali – e lo dimostra una volta di più l’imminente visita di una delegazione lituana, Paese di nuova adesione all’Unione Europea e in via di adeguamento alle direttive europee. La delegazione lituana composta da rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private, sarà ospitata a Padova, dalla confcooperative-federsolidarietà, il 22 e 23 maggio prossimi, è molto interessata a conoscere il sistema legislativo che sta alla base della nostra rete sociale, in particolare sul versante della collaborazione e partnership tra pubblico e privato sociale e con la cooperazione sociale”. A proposito di Europa sociale Valdegamberi ricorda che la Regione Veneto prenderà parte alla prossima conferenza europea dei servizi sociali dell’European Social Network (E. S. N. ) che si terrà a Parigi il 2/3/4 luglio p. V. “In questi anni – spiega l’Assessore regionale – il Veneto ha sostenuto un preciso investimento culturale, tecnico e politico di confronto europeo, promuovendo e partecipando alla costituzione di network tra regioni europee in materia di politiche e servizi sociali, per valorizzare in Europa lo straordinario patrimonio di esperienze, conoscenze e professionalità che hanno qualificato l’area del sociale nel Veneto rendendola tra le più avanzate a livello continentale”. Tale strategia ha portato nel 2007 alla partecipazione dell’Assessore alle riunioni del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea per le politiche e gli affari sociali, come parte della delegazione italiana in rappresentanza del coordinamento delle Regioni, visto che, a livello nazionale, il Veneto è regione coordinatrice di tutte le Regioni italiane in materia di politiche sociali. “I temi sociali in Europa – rileva inoltre l’esponente del governo veneto - sono di grande complessità ed evoluzione. Toccano il ruolo della famiglia, la protezione dell’infanzia, la sfida demografica, gli anziani, la povertà e l’esclusione sociale, le pari opportunità per le persone con disabilità, la mobilità e l’inserimento lavorativo dei giovani. E’ prioritario garantire la sostenibilita’ del sistema del welfare messo in crisi dall’ invecchiamento della popolazione (con le problematiche socio-sanitarie e assistenziali connesse) e dalla precarieta’ del lavoro”. .  
   
   
SANITA´:GIUNTA ABRUZZESE VARA FINAZIAMENTO PER CENTRI AUTISMO  
 
Pescara, 21 maggio 2008 -. L´esecutivo regionale ha deliberato lo stanziamento di un milione 425 mila euro allo scopo di assicurare continuità assistenziale ai soggetti affetti da autismo. Lo ha comunicato l´assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca, aggiungendo che i fondi sono assegnati ai centri di L´aquila, Vasto e Lanciano. "il modello sperimentato già dal 2006 - ha dichiarato l´assessore Mazzocca - soddisfa a pieno le richieste del tavolo nazionale sull´autismo istituito dal Ministero della Salute. Grazie al modello pubblico-privato - ha aggiunto - i centri di l´Aquila, Vasto e Lanciano hanno consentito la presa in carico di bambini, giovani e adulti e tale attività deve essere necessariamente proseguita". Il "modello Abruzzo" per l´autismo è nato grazie ad un gruppo di genitori di bambini affetti dalla patologia. Con un finanziamento della Regione si consentì a 20 bambini in età scolare di frequentare per tre ore settimanali un campus terapeutico estivo. "Oggi - ha concluso l´Assessore - grazie alla forte collaborazione tra operatori e Regione si è arrivati a definire nel piano sanitario 2008-2010 la creazione di una rete di servizi per l´autismo, con l´attivazione di centri diurni in otto ambiti regionali e la realizzazione di un centro regionale di riferimento per l´autismo infantile". .  
   
   
TRENTENNALE LEGGE BASAGLIA: L’UMBRIA IN PRIMA FILA CONTRO I MANICOMI  
 
Perugia, 21 maggio 2008 – A trent’anni dall’approvazione della legge Basaglia che attraverso nuove regole per il trattamento e la cura delle malattie mentali ha posto fine ai manicomi, in Umbria il consenso sociale a questa “rivoluzionaria” politica di salute mentale non è mai venuto meno. Per ricordare le tappe fondamentali del percorso fuori dalle case di cura la Regione Umbria ha patrocinato una serie di manifestazioni dal titolo “1965-1978-2008. Umbria: Un percorso fuori dal manicomio”, coordinate dalla “Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute” della quale è presidente il professor Tullio Seppilli. “Quando il 13 maggio 1978 fu approvata la legge 180 che impose la chiusura dei manicomi e istituì i servizi di salute mentale pubblici, a Perugia e in Umbria il processo di deistituzionalizzazione e la progressiva creazione di servizi di assistenza psichiatrica di territorio già interessavano l’intera regione da oltre dieci anni – ha detto l’assessore regionale alla sanità, Maurizio Rosi - A trent’anni dalla legge Basaglia, rievocare e celebrare quanto accaduto, giusto motivo di orgoglio di questa di questa Regione, risulta quanto mai necessario per riproporre al centro dell’attenzione le ragioni di una rivoluzione culturale”. “Nonostante gli attacchi alla legge 180 e le minacce di controriforma psichiatrica – ha sottolineato l’assessore Rosi - la Regione Umbria ha sempre risposto riaffermando la validità della rete di salute mentale che si era costruita e rafforzata nel tempo, arricchendosi di nuove possibilità operative. Ne sono testimonianza i Piani sanitari regionali e gli atti amministrativi della Giunta regionale approvati in questi anni. Per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi, la collaborazione tra il pubblico e il privato sociale costituisce in Umbria un esperimento di interesse unico, perché si è sviluppato all’interno di una logica di sanità pubblica che trova conferma nella proposta del Piano Sanitario Regionale 2008-2010 che attribuisce un ruolo centrale alla tutela dei diritti a fronte del disagio e dell’emarginazione cui si accompagna l’impegno a garantire al disagio mentale la più ampia presa in carico e la inclusione sociale”. Per ricordare le trenta primavere della legge che ha sancito il superamento definitivo dei manicomi, in Umbria, anche a seguito della “Conferenza programmatica regionale sulla salute mentale”, che si è svolta a Terni il 4 e 5 ottobre 2007 rianimando il dibattito intorno alle politiche di salute mentale, sono nate iniziative celebrative in diverse città. Ciascun territorio sviluppa una sua originale proposta seguendo le caratteristiche che il movimento per la salute mentale ha acquisito a contatto con le risorse culturali, sociali, politiche del luogo. Così troviamo esempi finalizzati a preservare la memoria di una tradizione innovativa ormai di antica data e che rischia di andare perduta, esempi di attenzione alle problematiche dell’inclusione sociale e lavorativa che il disagio mentale rende spesso insolubili, esempi delle opere che hanno riattivato nel grande pubblico un interesse sui disturbi psichici e, infine, delle attività di auto-mutuo-aiuto e autopromozione che poi vanno a costruire un’immagine diversa della marginalità. Le iniziative organizzate nell’ambito del trentennale della legge 180 saranno coordinate dalla “Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute” e patrocinate e sostenute dalla Regione Umbria. Con queste manifestazioni Perugia e l’Umbria si uniscono così alle numerose iniziative promosse anche in altre città italiane per celebrare, restituire memoria, ripercorrere le tappe dell’intero processo anti-istituzionale e riflettere sul percorso che ha caratterizzato la “nuova” psichiatria. Il calendario delle manifestazioni è ancora aperto e, sinora, sono previste le seguenti iniziative che si svolgeranno con la partecipazione delle Province di Perugia e Terni, dell’Anci Umbria, dei Comuni principali dell’Umbria (Perugia, Terni, Spoleto, Foligno, Città di Castello, Gubbio), delle Aziende Sanitarie Locali dell’Umbria, della Fondazione Angelo Celli, delle Associazioni di utenti e familiari, del Privato sociale. “Per il ruolo di avanguardia che ha avuto l’Italia sull’abolizione dei manicomi e per le peculiari specificità che hanno fatto del movimento umbro un’esperienza pionieristica nel panorama nazionale – rende noto la Fondazione Celli - è importante che si dia giusto rilievo a quanto accaduto nella nostra regione tra gli anni ’60 e la fine degli anni ’70 e al successivo percorso seguito dalla psichiatria rinnovata”. Per dare visibilità e spessore al vasto movimento di auto-riforma che coinvolse Perugia e l’intera Umbria, la Fondazione già da anni lavora alla ricostruzione di questo percorso della nostra storia recente. Attraverso una vastissima analisi dei documenti dell’epoca e un’ampia campagna di lunghi colloqui con i protagonisti e i testimoni del movimento infatti, abbiamo elaborato una ricerca che ripercorre tutte le tappe che dai primi anni ’60 fino all’emanazione della legge 180 hanno portato alla progressiva chiusura del manicomio e alla costruzione di una assistenza psichiatrica di territorio”. Se è vero – continua il responsabile della Fondazione - che il processo di rinnovamento della psichiatria tende a identificarsi in Italia con la sola esperienza basagliana, è fondamentale sottolineare che il movimento perugino e più in generale umbro – che ha avuto un suo significativo peso nel quadro nazionale – spicca per caratteristiche originali e peculiari specificità e, in particolare, sviluppò una lotta contro le istituzioni totali e segreganti e contro ogni forma di esclusione sociale, dalla abolizione delle classi scolastiche “differenziali” e delle scuole speciali, alla netta opposizione alla costruzione di un grande carcere nazionale di sicurezza nelle vicinanze di Perugia, alla lotta contro la persistenza dei manicomi giudiziari, seppure inesistenti in Umbria. Questo il calendario delle iniziative: 7 maggio: Terni, Palazzo Gazzoli: Convegno “Alla luce del sole”, Salute mentale e lavoro: inclusione sociale e lavorativa, dal 13 maggio – 10 giugno a Foligno, area ex manicomio. Sempre il 13 maggio un Convegno “Il passato: dalla lotta antimanicomiale alla legge 180. Esperienze e testimonianze dall’Umbria” - Seppilli, Scotti, Giacanelli, Rasimelli, Fondazione A. Celli Dal 13 maggio al 10 giugno, Mostra fotografica. Presentazione del libro “il mio manicomio” di P. Teobaldi. 10 giugno: Convegno “Il presente: problemi e prospettive dei servizi per la salute mentale” - Dall’acqua, Antonini, Tamantini; Dal 15 al 22 e 29 maggio: Foligno: proiezione film di S. Agosti con la presenza dell’autore; Dal 28 maggio al 7 novembre: Villa Umbra, Corso di formazione regionale per operatori del Dsm e del privato sociale: “Evidenze scientifiche e buone pratiche nell’attività di prevenzione, cura e riabilitazione in salute mentale: la Rete come condizione della cura”; dal 20 – 21 - 22 Giugno: Orvieto: Festa della Primavera – Gruppi Auto-mutuo-aiuto; dal 31 maggio: Gubbio, Incontro “le parole ritrovate”; dal 9 - 11 Ottobre: Perugia Convegno Nazionale Siep (Società Italiana Epidemiologia Psichiatrica) 14 Novembre: a Perugia Giornata di studio e di presentazione dei risultati della “Ricerca sui processi di autoriforma e superamento dell’istituzione manicomiale della provincia di Perugia (1960-1980), promossa e finanziata dalla provincia di Perugia e realizzata dalla fondazione Angelo Celli Proiezione del film documentario di Carlo Corinaldesi; 4 – 5 Dicembre: trentennale dalla legge 833; 4 dicembre: Perugia - la legge 833; 5 dicembre, mattino: Città di Castello – la legge 180; 5 dicembre. Pomeriggio: Terni – salute e lavoro, Foligno, area ex manicomio. .  
   
   
BOLZANO : L’UFFICIO PROMOZIONE DEL PERSONALE SANITARIO PROTAGONISTA AL FORUM DELLA P.A. DI ROMA  
 
 Bolzano, 21 maggio 2008 - Il portale e-learning “Ariane” e la “Biblioteca medica virtuale”’ curati dall’Ufficio provinciale formazione del personale sanitario hanno preso parte nei giorni scorsi al Forum della Pubblica Amministrazione tenutosi a Roma. Chi usa frequentemente la Biblioteca Medica Virtuale sa bene che “Sapere fa bene alla salute”; questa evidenza troppe volte dimenticata ha colpito l’attenzione dei partecipanti e dei visitatori del Forum della Pubblica Amministrazione, tenutosi a Roma dal 12 al 15 maggio. Si tratta di un appuntamento annuale organizzato per mettere in luce le principali innovazioni realizzate nell’ambito del Servizio Pubblico. Trovano anche spazio i progetti più interessanti realizzati da Ministeri, Regioni, Province Autonome e, in campo sanitario, Asl, Aziende ospedaliere ed Istituti di ricerca. Le attività dell’Ufficio per la Formazione del personale sanitario della Provincia Autonoma di Bolzano hanno avuto visibilità nello spazio del network “Salus. Net”, una rete di enti e istituzioni attive nel settore dell’e-learning, progetti formativi nella sanità. Il principale obiettivo della comunicazione dell’Ufficio formazione del personale sanitario della Provincia autonoma di Bolzano, è sottolineare il filo rosso che lega gran parte dei propri eventi e progetti: dalla Biblioteca Medica Virtuale ai corsi e-learning presenti nel portale www. Ariadne. Bz. It; dai corsi residenziali di alfabetizzazione bibliografica al nuovo progetto di workshop di perfezionamento nell’inglese medico. Tutti questi siti a cura dell’ufficio provinciale offrono informazioni e corsi in entrambe le lingue, mentre le fonti scientifiche sono spesso anche in lingua inglese. “Lo scopo di queste iniziative” sottolinea l’assessore alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner “è quello di incentivare l’uso delle fonti scientifiche in lingua italiana, tedesca ed inglese di qualità per tutti i professionisti del servizio sanitario provinciale. In questo modo si garantisce un’assistenza sanitaria qualificata, basata su evidenze scientifiche verificate e si aumenta la qualità delle cure ai cittadini”. .  
   
   
DA GIOVEDÌ PHARMA FINANCE 2008  
 
Roma, 21 maggio 2008 - Aprirà i battenti a Roma giovedì la seconda edizione di Pharma Finance, il Congresso internazionale per le Scienze della vita. L’evento, che proseguirà fino a venerdì, si inserisce in un programma di azioni promosse da Regione Lazio e Sviluppo Lazio per agevolare il processo di internazionalizzazione del tessuto economico-produttivo laziale e mira a costituire un forum di discussione internazionale a disposizione dell’imprenditoria nascente della ricerca pubblica e privata. Pharma Finance sarà anche un momento di incontro, di confronto e di sintesi operativa tra aziende e operatori finanziari provenienti da paesi fortemente orientati alla ricerca e ai settori innovativi di Europa, Stati Uniti, Canada e Israele. La partecipazione al Congresso è gratuita. Le Scienze della vita non sono un semplice settore, ma un vero e proprio collettore di vari comparti che concorrono tutti a costituire l’immenso campo di attività all´interno del quale sono state convogliate negli ultimi anni categorie di studio e realtà imprenditoriali differenti e comunque compatibili, come le biotecnologie, la farmaceutica, le nanotecnologie, i nuovi materiali, la bioinformatica e molto altro, in sintesi le tecnologie applicate più innovative. Questa convergenza ha contribuito a dar vita a una realtà culturale ed economica tra le più varie e dinamiche e maggiormente proiettata verso le collaborazioni internazionali multi-disciplinari. L’appuntamento è a Roma presso il Radisson Sas Hotel. Per informazioni: http://www. Sprintlazio. It/link. Html .  
   
   
FARMACI BIOSIMILARI: SCONOSCIUTI PER UN ONCOLOGO SU 2 “SERVE UN TAVOLO DI LAVORO PER DEFINIRE REGOLE CERTE” FRANCIA E SPAGNA HANNO GIÀ LEGIFERATO. AL REGINA ELENA 1° CONVEGNO NAZIONALE E PRESENTAZIONE DEL SONDAGGIO DELLA FONDAZIONE AIOM  
 
Roma, 21 maggio 2008 - Diminuire la spesa farmaceutica producendo gli innovativi farmaci biologici in versione ‘generica’, simile anche se non uguale all’originale ‘griffato’. Una possibilità per ora limitata a ormone della crescita ed eritropoietina, ma che nel tempo potrebbe riguardare altre molecole biotech con brevetto in scadenza. Un’alternativa non da poco considerato che il 40% di questi farmaci serve per la cura dei tumori e che più di un terzo delle medicine oggi in sperimentazione sono biotech. Eppure i clinici conoscono ancora superficialmente le profonde differenze tra molecole biotech originatrici e loro copie, secondo un sondaggio della Fondazione Aiom (Associazione Italiana di oncologia medica) tra 700 oncologi medici italiani i cui risultati sono stati presentati oggi al convegno ‘Farmaci biotecnologici e farmaci biosimilari” all’Ifo-istituto Regina Elena di Roma: Al convegno hanno preso parte, tra gli altri, Nello Martini, direttore Aifa, Achille Caputi, Presidente della Società Italiana di Farmacologia e i vertici di Aiom e rappresentanti della Società Italiana di Nefrologia (Sin). “Il sondaggio conferma che sui biosimilari c’è ancora scarsa informazione – spiega il prof. Emilio Bajetta, presidente della Fondazione Aiom - alla domanda se i biosimilari possano essere uguali alla molecola ‘griffata’ così come accade per i farmaci equivalenti, 3 su 10 oncologi non sanno rispondere e 2 su 10 pensano, sbagliando, che vi sia identità con la molecola d’origine. “Il processo di produzione del farmaco biosimilare non è mai del tutto fedele a quello del farmaco originatore– sottolinea il prof. Francesco Boccardo, Presidente Aiom – ciò può comportare problemi di efficacia e al limite di sicurezza per i pazienti”. “I biosimilari non sono come gli equivalenti – precisa il prof. Francesco Cognetti del Regina Elena – Francia e Spagna hanno proibito la sostituzione automatica di un farmaco biologico con un biosimilare sulla base del fatto che copiare e sintetizzare proteine terapeutiche a partire da materiale vivente non è come copiare l’acido acetil salicilico: recentemente l’Emea ha negato l’autorizzazione al biosimile dell’interferone alfa 2a”. “Più nello specifico – spiega Marco Venturini, segretario Aiom - 6 oncologi su 10 ritengono giustamente che la dimostrazione di bioequivalenza non sia sufficiente ad autorizzare un biosimilare (il 30% non sa rispondere) e 7 su 10 che le differenze nei processi di sintesi cioè i diversi gradi di complessità tra farmaci biosimilari ed equivalenti siano determinanti”. Data la scarsa informazione sul tema, “l’80% degli oncologi - aggiunge Carmelo Iacono, presidente eletto Aiom – si esprime per la creazione un tavolo di lavoro sui biosimilari con Istituzioni, aziende, società scientifiche, Ordini dei medici e pazienti. Pensiamo che si debba fare di più soprattutto in tema di sicurezza”. “Con le linee guida preliminari – precisa Francesco Locatelli, past president della Società Italiana ed Europea di Nefrologia - l’Emea richiede test estensivi per assicurare che i biosimilari abbiano un profilo simile di qualità, sicurezza ed efficacia rispetto alla molecola di riferimento”. Nell’ambito del progetto complessivo di educazione e informazione “Problematiche etiche sull’impiego dei farmaci similari e bioequivalenti”, la Fondazione Aiom, grazie al sostegno di Roche, ha già svolto un cospicuo lavoro producendo un booklet, un sito (www. Biosimilari. It), un seminario, il convegno e il sondaggio odierni. “Il sondaggio della Fondazione Aiom riflette i risultati di un‘indagine che abbiamo condotto nel 2007 su 500 oncologi – continua il prof. Locatelli riferendosi a uno studio effettuato negli Usa- da cui è emerso che solo il 17% era sicuro del significato del termine biosimilari e il 43% non ne aveva mai sentito parlare”. Dal convegno è emersa una parola d’ordine: cautela. Il punto fondamentale è la reazione immunogenica che ogni preparato biologico può scatenare ma che nei farmaci biotech è stata attentamente valutata mediante appositi studi ed è peraltro continuamente monitorata. Bisogna stare in guardia affinché non passi una logica del risparmio a tutti i costi, hanno sottolineato gli esperti riuniti a Roma: ad esempio, dato che allo stato attuale i biosimilari godono di una procedura di messa in commercio in base a un numero inferiore di studi clinici rispetto alle molecole originatrici, sembra indispensabile che l’Emea e le autorità nazionali organizzino piani di farmacovigilanza particolarmente stretti su queste nuove molecole che comunque sono ancora in sperimentazione, se ne sa ancora poco ed è pertanto urgente che la comunità degli oncologi apprenda velocemente le nozioni sul tema. La stragrande maggioranza (70%) degli oncologi medici italiani che si sono espressi nel sondaggio Aiom ritengono che ogni farmaco biosimilare prima di ricevere l’autorizzazione debba effettuare obbligatoriamente, per ogni diversa indicazione, studi clinici di confronto con la molecola biotech originale, mentre sono divisi al 50% sulla proposta di far effettuare un uguale numero di studi clinici, e della stessa qualità, di quelli effettuati per l’originale biotech. Inoltre, far scegliere temporaneamente al clinico se un farmaco biosimilare possa essere impiegato o no, fino a quando non ci sarà una precisa legislazione sul tema, è una soluzione scelta solo dal 20% dei partecipanti, mentre la maggioranza relativa non sa (46%) e solo il 20% è favorevole. I primi due biosimilari (somatropina per disturbi della crescita e eritropoietina per anemia da tumore o da insufficienza renale) sono stati autorizzati per ora in ambito europeo solo in Germania, Austria e in qualche Paese dell’Est-europa e in Italia le aziende sanitarie si stanno già chiedendo: quando saranno disponibili anche da noi, potremo ordinare i biosimilari? In un suo recente parere (dicembre 2007), il Tar ha dato risposta negativa. .  
   
   
MELANOMA DAY: LA PREVENZIONE SCONFIGGE IL TUMORE ALCUNI MARCATORI BIOLOGICI, PUR NON ESSENDO INDICI SPECIFICI DI MALATTIA, SONO UTILI ALLA PROGNOSI E NELLA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA TERAPEUTICA.  
 
Roma, 21 maggio 2008 - Prevenzione è la parola d’ordine dell’edizione 2008 del Melanoma Day (23 Maggio), che vede quest’anno la partecipazione diretta della Presidenza della Repubblica. Presso il Quirinale infatti i dipendenti avranno la possibilità di sottoporsi a un controllo della pelle in un apposito spazio. E di prevenzione si parlerà all’incontro di venerdì 23 maggio, presso l’Accademia di Storia della Medicina di Roma alle ore 18, al quale parteciperanno specialisti dell’Associazione Italiana Dermatologi Ospedalieri (Adoi), dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma (Idi) e al quale è stato invitato anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Diagnosi e trattamento precoce sono le armi migliori per combattere il melanoma –anticipa Patrizio Mulas, Presidente Adoi- una volta scoperto le probabilità di guarigione sono altissime. Per questo è importante un controllo periodo dallo specialista. In vista dell’estate poi bisogna stare attenti all’esposizione al sole, proteggendo la pelle con creme adatte”. Il melanoma rappresenta il 5% dei tumori maligni della cute, percentuale in aumento nella popolazione di razza bianca. “In Italia la patologia colpisce dieci uomini su centomila e circa otto donne su centomila. Nel complesso i tassi di incidenza più elevati si registrano in Australia (40 casi ogni centomila abitanti), in Nuova Zelanda e nei Paesi del Nord Europa, cioè tra le popolazioni con un fototipo cutaneo chiaro”, aggiunge Pietro Puddu, Dirigente Medico di Struttura Complessa, Quinta Divisione dermatologica dell’Idi. Le indagini di laboratorio fino a pochi anni fa non erano di supporto all’individuazione della malattia. Oggi tuttavia alcuni marcatori biologici, pur non essendo indici specifici di malattia, sono utili alla prognosi e nella valutazione dell’efficacia terapeutica. Un possibile marker per la valutazione del paziente è l’espressione di uno specifico pattern ‘chemochina-recettore’. “Un passo avanti si è fatto grazie alle conoscenze immunologiche, infatti lo studio di alcuni marcatori come le chemochine, capaci di modulare il movimento delle cellule, e dei loro recettori ci potranno aiutare nella valutazione dell’andamento del melanoma”, conclude Ornella De Pità, Direttore del laboratorio di immunologia e allergologia dell’Idi. .  
   
   
DIASORIN, I RISULATI CONSOLIDATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2008 RAFFORZANO I TREND POSITIVI REGISTRATI NEL 2007: FATTURATO IN CRESCITA A DOPPIA CIFRA E NETTO MIGLIORAMENTO DELLA REDDITIVITA’ RICAVI NETTI CONSOLIDATI PARI A EURO 56,6 MILIONI, IN CRESCITA DEL 13,5% RISPETTO A EURO 49,9 MILIONI NEL 2007 (+17,8% A CAMBI COSTANTI)  
 
 Saluggia, 21 maggio 2008 – Il Consiglio d’ Amministrazione di Diasorin S. P. A. , azienda attiva a livello internazionale nel mercato della diagnostica in vitro, presieduto dal dott. Gustavo Denegri, ha approvato la relazione sull’ andamento della gestione del primo trimestre 2008, presentata dall’ Amministratore Delegato Carlo Rosa. Principali dati economici e patrimoniali consolidati relativi al primo trimestre 2008. Per il gruppo Diasorin il 2008 si apre con risultati trimestrali più che soddisfacenti, in cui tutti gli indicatori economici e patrimoniali mostrano un forte miglioramento rispetto all’ anno precedente, nonostante l’ effetto negativo legato al rafforzamento dell’ Euro sul Dollaro Statunitense. Il fatturato è stato pari a 56,6 milioni di Euro, equivalente ad una crescita del 13,5% circa rispetto allo scorso anno, e del 17,8% se considerata a tassi di cambio costanti. Dal punto di vista geografico, la crescita è stata sostenuta in modo particolare in Italia e Stati Uniti. Dal punto di vista tecnologico, la crescita è interamente determinata dall’ aumento delle vendite di prodotti relativi alla tecnologia Clia, cresciuta nel trimestre del 34,2% grazie alla continua espansione della base istallata Liaison. Le 90 nuove macchine piazzate nel primo trimestre 2008 hanno portato la base istallata a 2. 160 unità, e la tecnologia Clia a rappresentare il 56,6% del fatturato totale della Società. L’ aumento del fatturato a favore della tecnologia Clia, che tra i prodotti Diasorin è quella a più elevata marginalità, ha contribuito, insieme alla riduzione del peso degli ammortamenti degli strumenti, al sensibile miglioramento di tutti i parametri si redditività. Agli effetti sopra citati si contrappone una maggiore incidenza dei costi per royalties, legati a contratti di licenza in scadenza e recentemente rinnovati, e un incremento degli scarti di produzione legato alla significativa crescita dei volumi, soprattutto presso il sito manifatturiero statunitense. Il margine lordo nel primo trimestre è passato dal 64,1% sul totale del fatturato al 64,6%, crescendo in valore assoluto del 14,4%. Nel corso del primo trimestre le spese operative hanno inciso in misura minore sul totale del fatturato, passando dal 36,9% al 36,6%. Di conseguenza l’ Ebit è cresciuto del 31,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da Euro 11,9 milioni pari al 23,9% del fatturato, a Euro 15,7 milioni, pari al 27,7% del fatturato. L’ Ebitda è cresciuto del 24,6%, passando da Euro 15,4 milioni del 2007, pari al 30,9% del fatturato, a Euro 19,2 milioni, pari al 33,9% del fatturato. Si ricorda che nel corso del 2007 il Gruppo ha sostenuto oneri netti non ricorrenti a fronte del processo di quotazione al Mercato Telematico Azionario di Milano che nel primo trimestre 2007 hanno inciso per Euro 1,4 milioni. Al netto di tali oneri, l’ Ebit sarebbe stato pari ad Euro 13,3 milioni e l’ Ebitda sarebbe stato pari ad Euro 16,8 milioni. L’ incidenza fiscale è passata dal 39,2% del primo trimestre del 2007 al 37,6% nel 2008, principalmente per effetto della riduzione dell’ aliquota applicata in Italia e Germania. Infine, il Gruppo ha registrato un utile netto pari a 10,1 milioni di Euro, rispetto ad Euro 6,8 milioni dello stesso periodo dell’ esercizio precedente, in crescita del 49,9%. L’ indebitamento finanziario netto consolidato al 31 marzo 2008 è pari a 6,5 milioni di Euro, in netto miglioramento rispetto ai 12,1 milioni di Euro con cui si era chiuso l’ esercizio precedente. Lo sviluppo del business Rica vi per aree geografiche Come già ricordato, dal punto di vista geografico il maggior apporto alla crescita del Gruppo è stato dato dal mercato italiano e da quello statunitense. In particolare, il fatturato nazionale è cresciuto del 17,6%, con un’ incidenza della tecnologia Clia pari al 75,6% sul totale del fatturato. Negli Stati Uniti la crescita del fatturato rispetto all’ anno precedente è stata del 23,2%, nonostante l’ effetto negativo derivante dall’ apprezzamento dell’ Euro sul Dollaro Statunitense (a cambi costanti la crescita sarebbe stata pari al 40,7%), grazie al continuo successo del test Liaison per la Vitamina D il cui utilizzo è stato recentemente esteso alle aree dell’ oncologia e delle patologie cardiovascolari. Anche gli altri mercati Europei hanno contribuito positivamente, in particolare occorre ricordare i buoni risultati ottenuti in Belgio (+17,1%), Regno Unito (+21,7% a cambi correnti, +36,3% a cambi costanti) e Svezia (+75,2%). Al di fuori del mercato europeo e nordamericano, il Gruppo ha fatto registrare un fatturato in linea con l’ esercizio precedente. La crescita registrata nei territori in cui il Gruppo opera attraverso distributori indipendenti (in particolare in Australia), è stata compensata dal rallentamento delle vendite registrato presso la controllata brasiliana dovuto in larga misura al ritardo di una importante gara pubblica d’ appalto, mentre il mercato cinese sconta l’ ottima performance registrata nel 4° trimestre 2007 che ha beneficiato dell’ aggiudicazione di un’ importante gara con fornitura in unica soluzione. Rica vi per tecnologie Anche il primo trimestre 2008 ha visto un continuo spostamento del fatturato a favore della tecnologia Clia che, cresciuta del 34,2% nei primi tre mesi dell’ anno, è arrivata a rappresentare il 56,6% del totale del fatturato di Gruppo, dal 47,9% dello scorso anno. Il primo trimestre 2008 è stato caratterizzato infine da una maggiore incidenza delle vendite di strumenti sul totale del fatturato rispetto all’ esercizio precedente, dovuta principalmente alla
strategia di penetrazione adottata sul territorio cinese.
1° trimestre
% di incidenza sul fatturato 2008 2007
Ria 10,2% 12,4%
Elisa 21,8% 30,0%
Clia (Liaison) 56,6% 47,9%
Strumentazione e altri ricavi 11,4% 9,7%
Totale 100,0% 100,0%
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DIBATTITO PUBBLICO ARTE & SOCIETA´? IL MITREO- CENTRO PER L´ARTE CONTEMPORANEA  
 
Roma, 21 maggio 2008 - La rassegna espositiva "Arvalia in Arte -Itinerari d´Arte Contemporanea nel Xv Municipio", organizzata dall´impresa Iside-il Mitreo con il contributo del Comune di Roma Municipio Xv ed il patrocinio Biblioteche di Roma – Biblioteca Guglielmo Marconi – Biblioteca di Corviale, si concluderà il 22 maggio ore 19. 00 con una serata nel singolare spazio espositivo del Mitreo che prevede: ore 19,00 - la proiezione del video realizzato dagli studenti della Scuola di Cinematografia di Roma, Luca Andreucci, Mattia Migliori, Jacopo Gambuti ed Eugenio Feliziani che, coordinati dal prof. Daniele Franceschini, hanno documentato tutti e 8 gli appuntamenti espositivi della rassegna. - la proiezione del video realizzato da Adamo Modesto con riflessioni sull´arte di artisti visivi di ieri e di oggi che ha accompagnato le inaugurazioni alle Biblioteche Corviale e Marconi ed al Mitreo. Ore 20,00 - Arte & Societa´? relazioni di Andrea Barbetti (docente di Lettere presso il Liceo Classico E. Montale), Ernesto Bassignano (cantautore, scrittore e giornalista ), Gianpaolo Berto (artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma), Giorgio Di Genova (storico dell’arte), Pino Galeota (gia´ Presidente Commissione Cultura Comune di Roma), Floriana Mauro (storica dell’arte), Monica Melani (artista, imprenditrice e direttore artistico del Mitreo), Laura Ramoino (gallerista e curatrice), Massimo Scaringella (curatore di mostre), Antonio Trimarco (responsabile Biblioteca di Corviale) , Moderatore Guglielmo Gigliotti (critico d’arte), per porre l’accento sul ruolo dell’arte come veicolo e strumento di riqualificazione ed evoluzione del tessuto sociale e, nel contempo, per stimolare proposte di valorizzazione e di crescita delle risorse/ricchezze artistiche e culturali. - dibattito pubblico Al Mitreo è allestita la mostra inaugurata l´8 maggio scorso. Opere in mostra di: Jacopo Benci, Franca Bernardi, Leonardo Carrano, Gianni Caruso, M. Rosa Jijon Calderon, Alessandra Cesselon, Eleonora Del Brocco, Anne Demijttenaere, Stefania Di Carlantonio, Ektorars, Roberta Filippi, Primo Gambini, Giuliano Giganti, Salvatore Giunta, Paolo Gobbi, Fiorenza Gorio, Massimiliano Kornmuller, Giovanni Liberatore, Cesar Meneghetti, Adamo Modesto, Alessandro Monti, Gian Battista Morana, Beatrice Pasquet, Giuliano Pastori, Alessandro D´ercole, Rosella Restante, Maurizio Rossetti, Simona Sarti, Grazia Sernia, Gabriele Simei, Silvia Stucky, Antonio Trimarco, Francesco Varesano, Francesca Vitale, Lisa Yachia. .  
   
   
“IL RE E LA REGINA”, A CORTINA MOSTRA DEDICATA A RE ALBERTO I DEL BELGIO  
 
Venezia, 21 maggio 2008 - Dopo la mostra “K2… L’amico ritrovato” e quella dedicata al cortinese Angelo Dibona (1879-1956), allestite in questi giorni a Bruxelles, l’asse che lega Cortina d’Ampezzo a Bruxelles sarà il filo conduttore anche della mostra dedicata alla figura del re belga Alberto I (1875-1934), padre di Maria Josè di Savoia ultima Regina d’Italia, appassionato delle Dolomiti che nel 1907 scoprì la bellezza di Cortina e contribuì a farne una delle mete del turismo internazionale. La mostra “Il Re e la Regina”, che si aprirà il 5 luglio a Cortina e proporrà le immagini stereoscopiche di Charles Lefébure con le Dolomiti scalate da Re Alberto I insieme alle guide alpine di Cortina, è stata presentata oggi nella sede della giunta regionale, a Palazzo Balbi, a Venezia dagli assessori regionali Isi Coppola e Oscar De Bona, da Paola Valle vicesindaco e assessore alla cultura di Cortina, da Roberto Casanova Rosolo curatore della mostra e da Antonello Satta presidente dell’Associazione Culturale Archivio Stereoscopico Italiano. E’ intervenuto anche il sindaco di Zoldo Alto Roberto Molin Pradel. L’assessore De Bona ha sottolineato che queste iniziative sono il risultato di un’idea nata dall’Associazione Amici del Veneto di Bruxelles, in vista delle celebrazioni per il centenario dell’incoronazione di Alberto I avvenuta nel 1909. L’idea è stata raccolta e portata avanti per focalizzare l’attenzione sulla figura di questo sovrano che si è distinto per l’assidua frequentazione delle nostre Dolomiti. Il vicesindaco Paola Valle si è soffermata sul titolo della mostra “Il Re e la Regina”, soprattutto per quanto riguarda le possibili interpretazioni di “Regina” che si presta ad essere attribuito sia a Cortina, Regina delle Dolomiti; sia ad Elisabetta, moglie di Alberto che partecipò a diverse scalate insieme al marito e alle guide di Cortina; sia alla loro figlia, Maria José, che nel 1930 sposò Umberto di Savoia e nel 1946 divenne Regina d’Italia. Il nucleo della mostra – ha evidenziato il curatore Casanova Rosolo – è rappresentato dalle immagini della collezione che fu donata del re del Belgio alle guide di Cortina che lo avevano accompagnato nelle sue ascensioni. E’ la prima volta che viene presentata al pubblico nella sua completezza, corredata dalle ricerche storiche di Carlo Gandini. Sarà un’occasione unica anche per far conoscere la tecnica della fotografia stereoscopica utilizzata da Charles Lefébure, come ha ricordato Satta. “Una straordinaria opportunità per rivivere un pezzo di storia di Cortina e delle Dolomiti”, l’ha definita in conclusione l’assessore Coppola. .  
   
   
LA FORZA DEI LEGAMI DEBOLI PREMIO MAURO MANARA 06-07 GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA, CASTEL S. PIETRO TERME – BO 25 MAGGIO- 21 GIUGNO 2008  
 
Castel S. Pietro Terme – Bo, 21 maggio 2008 - La “02 giornata del contemporaneo” svoltasi a Castel San Pietro Terme nell’Ottobre del 2006 ha preso in esame la questione del ruolo dei “centri minori” nella promozione e diffusione dell’arte contemporanea, La forza dei legami deboli è stata la risposta. Intendendo per “legami” dei veicoli, delle tensioni nel sistema dell’arte sui quali si muovono relazioni, connessioni, reciprocità, processi, il discorso sui “centri minori” si è dilatato fino a comprendere la possibilità di attivare una serie di relazioni tese ad individuare alternativamente la forza e la debolezza dei legami stessi, valorizzandone l’unicità. Abbiamo individuato tre aspetti fondamentali di questo processo e li abbiamo denominati “legami”; tre componenti sulle quali si articolerà la presentazione del progetto alla Galleria Comunale di Castel San Pietro Terme. Alcuni spazi seppure di valore storico e culturale non rientrano all’interno dei grandi circuiti di poli artistici e museali e vengono considerati “centri minori” (Legame #1), molte delle realtà artistiche culturali del centro sud d’Italia (Legame #2) vengono definite “periferiche”, in esse l’arte assume un ruolo di valorizzazione e riqualificazione dei luoghi stessi invece di portarne fuori le potenzialità relazionandole al tessuto nazionale, e, ancora troppo spesso, le realtà indipendenti (Legame #3) vengono definite “marginali” dal sistema che da loro, spesso, trae la forza. Questi i nodi d’intervento tra i quali tendere legami (deboli) per scommettere su nuovi confronti e nuova produttività delle “periferie dell’arte”, per intervenire al limite tra ricerca e pratiche artistiche e curatoriali contemporanee. Il primo risultato di questa operazione è una selezione delle realtà operative sul territorio del centro sud. A Castel S. Pietro Terme sarà presentata la rete di associazioni, gruppi, collettivi, attraverso un’installazione, appositamente progettata dell’artista Maria Chiara Calvani, che si offrirà come contenitore e dispositivo per leggere e muoversi all’interno dello spazio della Galleria ripensato per l’occasione come una nuova geografia da scoprire, composta dalle singole territorialità e dagli spazi operativi reali o immaginari dei protagonisti, insieme alla documentazione della loro attività. Inoltre un sito internet, proiettato all’interno dello spazio, conterrà la documentazione del progetto raccolta fino a questo momento divenendo luogo comune di confronto e dialogo. Partecipano: Campania: Artéteca-exposito, carlorendano association-lanificio25, Cam di Casoria, chiavi di lettura per l’arte contemporanea-Marco Izzolino, Proposta, The Beds-in Art - Abruzzo: Microgalleria, Unimovie - Molise: Limiti Inchiusi - Basilicata: Lab 12:00 & visioni urbane - Puglia: Cineclub Canudo, Eclettica, Loop House, Nodo, Res - Calabria: Chroma, Eventoarea - Sicilia:erbematte, progetto Isole, progetto Rassegna del Contemporaneo, Succoacido. .  
   
   
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “L’ALCHIMIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA”, AD AOSTA  
 
Aosta, 21 maggio 2008 - Giovedì 29 maggio prossimo, alle ore 18, al Centro Saint-bénin di Aosta, l’Assessore all’Istruzione e Cultura inaugurerà l’esposizione “L’alchimia dell’Arte Contemporanea. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo”. Aperta sino al 5 ottobre prossimo, la rassegna presenta al pubblico una selezione di opere dei seguenti artisti: Matthew Barney, Glenn Brown, Angela Bulloch, Berlinde de Bruyckere, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Tony Cragg, Thomas Demand, Glenn Brown, Flavio Favelli, Giuseppe Gabellone, Douglas Gordon, Jeppe Hein, Damien Hirst, Mona Hatoum, Carsten Hollen, Anish Kapoor, Suchan Kinoshita, Udomsak Krisanamis, Shirin Neshat, Jennifer Pastor, Alessandro Pessoli, Susan Philipsz, Paola Pivi, Charles Ray, Thomas Ruff, Andreas Slominski, Yutaka Sone, Rudolf Stingel, Liu Wei, Cerinth Wyn Evans. L’alchimia è un’antica pratica che combina elementi di scienza, astrologia, semiotica, medicina, misticismo, religione e arte. Disciplina semi-scientifica nata dall’incontro tra fisica e chimica, è anche una forma di arte magica che ricerca la verità attraverso le trasformazioni della materia, implicando un’esperienza di crescita ed un processo di purificazione spirituale per l’artefice dell’esperimento. La mostra, curata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, si propone di dimostrare come l’arte contemporanea possa essere considerata una forma di alchimia dei nostri giorni, nata da una conoscenza metafisica e filosofica, che nella sua materializzazione può assumere connotati esoterici e mistici oltre ad una valenza psicologica. Le opere di arte contemporanea possono essere avvicinate ai processi e ai simboli alchemici, che possiedono un significato interiore nato dal legame tra la rappresentazione materiale e la trasformazione fisica del mondo che ci circonda. Come l’alchimia, l’arte contemporanea non separa la dimensione materiale da quella simbolica e filosofica, e trasforma metaforicamente la ricerca della pietra filosofale nella ricerca della perfezione e nel superamento dei confini dell’esistenza umana. Questo processo, simboleggiato nell’alchimia classica dalla trasmutazione dei metalli semplici in oro, diviene nell’arte la trasformazione della materia e degli oggetti quotidiani in opere artistiche portatrici di messaggi. Come l’alchimia tende a un linguaggio criptico e simbolico, rendendo difficile tracciare le trasformazioni e le relazioni tra gli oggetti, restando sospesa in un universo onirico, così l’arte contemporanea lascia al singolo la capacità di interpretare le opere, entrando in rapporto diretto con l’artista. Se nel passato l’alchimia si prefiggeva la ricerca del sapere universale, oggi gli artisti contemporanei raccontano il mondo che ci circonda, le sue trasformazioni e le sue contraddizioni, inserendo nelle loro opere la ricerca di una verità e la lotta interiore dell’uomo tra il bene e il male. La mostra del Centro Saint-bénin offre un percorso attraverso cui riscoprire, in chiave alchemica, alcuni grandi maestri dell’arte contemporanea, rivelando attraverso l’analisi delle loro opere la loro visione del mondo contemporaneo. Ogni artista diviene in qualche modo un alchimista quando attraverso la trasformazione della materia cerca di comunicare al pubblico una nuova versione della realtà. Per gli artisti come per gli alchimisti, infatti, non vi è alcuna ragione per separare la dimensione materiale da quella simbolica o filosofica. L’assessore sottolinea come questa esposizione, che presenta al pubblico opere realizzate con tutti i mezzi espressivi, dal video alla pittura, dalla scultura l’installazione e alla fotografia, rappresenti un significativo contributo alla conoscenza e alla valorizzazione dell’arte contemporanea. .  
   
   
MATERA - ALLA SCALETTA LE OPERE DI PASQUALE BELMOMTE  
 
 Matera, 21 maggio 2008 - Al Circolo Culturale La Scaletta di Matera è in programma, dal 24 al 31 maggio prossimi, una mostra di pittura dell´artista potentino Pasquale Belmonte. Il lirismo cromatico che si ritrova nelle tele esposte proporrà l´inconscio sulle pareti di tufo del circolo, e sarà una verifica del paesaggio, dalle infinite sfaccettature coloristiche, che metterà di fronte il reale e l´irreale. In questo mistico confronto il dipinto si proporrà in una allegoria di toni dove il dominio dello spazio della tela non ha misura. L´esposizione aiuterà a scoprire un mondo sensibile nell´equilibrio della tavolozza materica che fonde l´intensità dei colori, dei cieli che si armonizzano ai prati, case come arca in cui tutto è custodito: il bene e il male, nella libertà fantastica dei contrasti. Sfogliando il ricco catalogo firmato da padre Tarcisio Manta e da Piero Ragone, si leggeranno le quadricromie che fanno esplodere le masse, le forme, le geometrie disegnate e sognate. Definizione, contorni, masse, colori sono rivisitati, manomessi, stravolti. Sedotti e addomesticati dalla sua danza ammaliatrice a cui nulla più si sottrae. Piero Ragone Nell´universo dell´arte c´è ancora chi crede nella magia dei colori. Le suggestioni pittoriche di Belmonte raggrumano, nel groviglio metrico, una massa che trafigge gli azzurri del cielo. Prevalgono i paesaggi della sua terra, la Lucania: con una sequenza di pennellate, realizza un tracciato essenziale di piani attraverso l´uso del colore. La mostra sarà inaugurata - alla presenza dell´artista - sabato 24 maggio alle ore 18:00, nella sede del Circolo Culturale La Scaletta, in via Sette Dolori 10, nei Sassi di Matera, e resterà aperta nei giorni feriali dalle ore 18. 00 alle ore 20:00 sino al 31 maggio 2008. .  
   
   
MOSTRA “L’ALFABETO DEL GRANO” PERSONALE DELLA SCULTRICE MIRTA CARROLI 14 GIUGNO - 24 AGOSTO 2008 BRISIGHELLA  
 
 Brisighella, 21 maggio 2008 - Promossa e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Brisighella (Ra), sabato 14 giugno 2008, alle 18, presso la Galleria d’Arte Contemporanea comunale si terrà l’inaugurazione della mostra della scultrice Mirta Carroli dal titolo “L’alfabeto del grano” a cura di Pietro Bellasi e Giorgio Bonomi. Mirta Carroli, per la sua personale nel luogo in cui è nata, Brisighella, ha scelto con cura i luoghi più significativi, segreti ed ancestrali. Le 50 opere in mostra, tra sculture, disegni, grafiche, installazioni, sculture/gioiello rappresentano tutti gli ambiti di ricerca della scultrice. Il percorso espositivo è estremamente articolato: la Galleria d’Arte Contemporanea, Via degli Asini, la ghiacciaia e i giardini di Casa Franco Boschi, il Museo Giuseppe Ugonia. Le sculture in ferro, di medie e grandi dimensioni, sono state pensate e progettate per questi luoghi e si ricollegano alla memoria degli oggetti del vivere quotidiano della civiltà contadina che per la Carroli è fonte inesauribile di ispirazione artistica. Nell’installazione della ghiacciaia sotterranea a Casa Boschi, dal titolo “Terracqua”, attraverso l’alfabeto delle sculture in ferro, verranno rievocati gli antichi riti alla Dea Madre Terra, tra le fenditure naturali del gesso e la caduta dell’acqua, accompagnate dalla parola poetica di Maria Luisa Vezzali. Pietro Bellasi afferma: “Entrate nel recinto sacro delimitato dalle sculture alte e fibrillanti di Mirta Carroli e interrogate le strutture, le forme imposte con forza, tenerezza e fatica dall’istintività e dalla ragione. Nel vostro procedere prima e oltre le soglie. … riceverete, in tutta risposta, un seguito ininterrotto di racconti possibili, di memorie recenti o remote nei rapporti che crea la piegatura tra concavo e convesso; nei tagli nelle slogature, nelle saldature, nelle asperità”. Giorgio Bonomi continua: “Mirta Carroli, tra le varie discipline che segue come nutrimento delle sue sculture, privilegia il teatro e la poesia. Queste, a ben guardare, costituiscono una sorta di humus per la struttura plastica. … la figura della scultura è determinata non dalla pienezza della massa ma dalla delimitazione dei contorni, dei suoi angoli, sicchè l’esterno del campo definito è sempre in vista e rende l’opera non definitiva, bensì mutevole perchè muta il contesto, con la luce, con il tempo…. ” In occasione della mostra, verrà presentato un catalogo, sabato 19 Luglio 2008, alle 18, con una presentazione di Pietro Bellasi, Giorgio Bonomi e Maria Luisa Vezzali. Mirta Carroli, nata a Brisighella (Ra) nel 1949, vive e lavora a Bologna. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico si laurea all´Accademia di Belle Arti nel corso di Scultura. Dal 1980 ha ricoperto la cattedra di Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico "F. Arcangeli" di Bologna. Attualmente insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1999 le è stato conferito il premio Marconi per la scultura dalla Fondazione Guglielmo Marconi, dal Circolo Artistico e dall’Università di Bologna. Ha iniziato ad esporre nel 1984 con numerose mostre personali e collettive in Italia e all´estero ed ha al suo attivo diverse sculture di grandi dimensioni. Tra le più significative mostre di gruppo si possono ricordare le esperienze internazionali di scultura a Lubiana e Graz nel 1992; le nuove Triennali d’Arte Contemporanea di Bologna nel 1993 e 1997; le Biennali di Scultura di Gubbio nel 1994 e nel 2005 e quelle di palazzo Massari a Ferrara nel 1994 e 1996. Espone nel 1994 e nel 2003 a New York e nel 1995 è presente con una versione del menabò “Dieci nell’Uno” alla Xlvi Biennale d’Arte di Venezia, sezione Grafica. Nel 2003 è invitata alla mostra di Bagnacavallo “Ragione narrativa e meraviglia ovvero l’altra metà dell’arte” curata da P. Bellasi e nel 2004 alla mostra “All’ombra di Bramante “ a Todi a cura di G. Bonomi. Nel 2005 espone a Bologna in San Giorgio in Poggiale “L’opera e lo spazio sculture del ‘900” curata da V. Coen, e a Dozza, nella “Nuova Biennale del Muro dipinto” a cura di M. Pasquali. Nel 2006 espone a Lecce nella “Triennale d’Arte Sacra”. Nel 2008 al Museo delle Generazioni di Pieve di Cento con la mostra collettiva “1° Maggio” curata da V. Coen. Si ricordano le personali più recenti a Bologna, Chiostro di San Giovanni in Monte (1999) e a Bruxelles, Istituto Italiano di Cultura (2000). Sempre del 2000 è la personale allo Studio G7 “ Rilievi”; nel 2003 è presente nella nuova sede della raccolta Lercaro con il “Volo e la luce”. E’ del 2005 la personale “Archètypes” a cura di C. Pandolfo a Castel S. Pietro Terme. Nel 2007 la personale alla Plurima di Udine dal titolo”Tribale” poi a Faenza presso la saletta Comunale della Molinella. E´ presente con sculture permanenti a: Bologna, Chiostro di San Giovanni in Monte, Macina; a Ponte Ronca, Fondazione Francesco Martani, Il grande carro; a Capalbio, Pegaso la luna; a Masserano, Ultima cena e a Brufa di Torgiano, Il tempio delle voci, a Grosseto Energea. Nel 2004 pubblica il libro-opera “Dieci nell’Uno”, Editrice Eidos, progettato e realizzato insieme alla poetessa Maria Luisa Vezzali. Collabora con diverse compagnie teatrali per allestimenti e scenografie. .