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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 26 Marzo 2010
IN PRIMAVERA GRADO RISCOPRE L’ASPARAGO BIANCO CON UNA MOSTRA-CONCORSO E LA RASSEGNA “ASPARAGI IN LAGUNA”  
 
Con una mostra dedicata a produttori e appassionati dal 18 aprile al 2 maggio 2010, una speciale rassegna in laguna e degustazioni nei ristoranti del centro storico in aprile, Grado celebra uno dei propri prodotti d’elezione: l’asparago bianco di Fossalon. Prodotto d’elezione dell’area del Comune di Grado da oltre due secoli, l’asparago bianco di Fossalon di Grado è protagonista di una serie di rassegne ed eventi in primavera volti a far riscoprire il gusto di una delle specialità locali più apprezzate sullo sfondo della laguna e dell’entroterra gradese. In aprile si terrà lo speciale evento “Asparagi in laguna”: un vero laboratorio enogastronomico itinerante fra gli isolotti lagunari per degustare il prelibato ortaggio in specialità in cui terra e mare si intrecciano in gustose combinazioni di sapori. I turisti saranno condotti con un servizio navetta all’Isola Ravaiarina, in laguna, dove potranno degustarne piatti a base di pesce e asparagi accompagnati dai vini Doc locali e da dove potranno partire per le visite guidate in barca ai canali e ai casoni lagunari, alla scoperta di storia e natura della laguna di Grado. Per tutto il mese di aprile, nel centro storico di Grado, i sei ristoranti aderenti all´associazione “Ristoranti del Castrum” (Agli Artisti, Al Canevon, Alla Borsa, Da Ovidio, De Toni, Tavernetta All’androna) proporranno speciali menù di degustazione ispirati all’asparago. Infine, dal 18 aprile al 2 maggio 2010 è in programma la tradizionale "Mostra degli asparagi di Fossalon di Grado", occasione per 40 produttori della zona di presentare il meglio della produzione e concorrere all’assegnazione della "sgorbia d´argento", dal nome dell’attrezzo (la sgorbia) utilizzato per la raccolta degli asparagi, caratterizzato da una lama a forma di cucchiaio. Il premio è assegnato ogni anno al miglior produttore di asparagi del Friuli Venezia Giulia, valutato sulla base di specifiche caratteristiche di forma, profumo, qualità a livello gastronomico degli asparagi prodotti. Info: Comune Di Grado - www.Grado.info. L’asparago bianco di Fossalon, tenero e prelibato, si avvia al riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (D.o.p.) da parte della Comunità Europea. In Friuli Venezia Giulia lo si coltiva su circa 250 ettari in tutta la regione, certificandone la provenienza regionale con il marchio Igp (Indicazione Geografica Protetta). I suoli d´elezione, comunque, sono quelli sabbiosi, senza ciottoli, costituiti dalle alluvioni recenti del Tagliamento, del Torre e dell´Isonzo, dalle dune costiere prospicienti la laguna di Grado, nonché da alcuni terreni della bonifica di Fossalon.  
   
   
MILANO (PALAZZO DELLA RAGIONE): 300 FOTOGRAFIE REALIZZATE DA STANLEY KUBRICK - 16 APRILE / 4 LUGLIO 2010  
 
La mostra documenta un aspetto poco conosciuto nella carriera del grande regista statunitense quando, nel 1945, a soli 17 anni venne assunto come fotoreporter dalla rivista americana Look. Per la prima volta al mondo, una mostra indaga un aspetto finora poco conosciuto della carriera di Stanley Kubrick. Dal 16 aprile al 4 luglio 2010, a Palazzo della Ragione di Milano saranno esposte trecento fotografie, molte delle quali inedite e stampate dai negativi originali, realizzate da Stanley Kubrick dal 1945 al 1950 quando, a soli 17 anni, venne assunto dalla rivista americana Look. L’esposizione, curata da Rainer Crone, realizzata dal Comune di Milano - Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York - che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick, giovanissimo, ma già grande fotografo - testimonierà la sua capacità di documentare la vita quotidiana dell’America dell’immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, le inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti dixieland. “Una mostra che racconta anzitutto lo ‘sguardo’ di Kubrick che si è rivelato essere uno dei tratti stilistici più interessanti della sua poetica cinematografica - spiega l´assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. Conosciuto ai più per gli indimenticabili film che hanno segnato la storia del cinema, Kubrick si è brillantemente distinto per la sua attività di fotoreporter. Una carriera fotografica che si è dispiegata all’insegna della ricerca dell’anima dei personaggi ritratti al pari degli ambienti con una personalissima visione del reale e dei suoi stratificati livelli di significato” L’iniziativa rivelerà il suo modo di fare fotografia, una delle passioni che Kubrick, ancora minorenne, ereditò dal padre (l’altra sono gli scacchi), ma che si esaurì nel breve volgere di un quinquennio. La prima fotografia viene pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per la morte di Roosevelt, un’immagine che affascinerà cosi tanto gli editors di Look da offrire al fotografo dilettante la possibilità di entrare nello staff della rivista come fotoreporter. Il metodo Look, che era caratterizzato da una narrazione a episodi, non incontrava il gradimento dei più importanti fotogiornalisti. I responsabili della rivista volevano che il soggetto fosse seguito costantemente, che venisse fotografato in tutto ciò che faceva. Questo stile invadente esercitava un grande fascino su Kubrick al quale piaceva creare delle storie partendo proprio da quelle foto. Per ottenere dai personaggi delle pose che fossero più naturali possibili, Kubrick metteva in atto una serie di stratagemmi per passare inosservato. Uno di questi consisteva nel nascondere il cavo della macchina fotografica sotto la manica della giacca e nell’azionare l’otturatore con un interruttore nascosto nel palmo della mano. Negli interni cercava di sfruttare il più possibile la luce naturale agendo opportunamente sul tempo di esposizione e sull’apertura del diaframma. Gran parte del senso estetico che ritroviamo nei suoi film veniva già espresso dal suo lavoro di questi anni. Anche ricorrendo a tecniche e punti di vista particolari e mantenendo sempre un certo distacco riesce a far trapelare l’aspetto psicologico dei soggetti ritratti, permettendo così all’osservatore delle foto di costruire una personale interpretazione del carattere delle persone riprese. “Nascono così le prime fotografie di Stanley Kubrick, realizzate nell’America dell’immediato dopoguerra, che sorprendono poiché non si limitano alla rappresentazione di un’epoca, come ci si potrebbe aspettare da un fotoreporter. Le sue istantanee infatti - sottolinea il curatore -, che stupiscono per la loro sorprendente maturità, non possono essere considerate come archivi visivi della gioia di vivere, catturata dallo spirito attento e pieno di humor di un giovane uomo, ma costituiscono un consapevole invito a confrontarsi con le risorse del mezzo fotografico, con le sue possibilità di rappresentazione e con la propria percezione della realtà: una costante dell’opera artistica di Kubrick che comincia con le fotografie e continua nei film». Un passaggio fondamentale, dunque, se si pensa che l’ambiguità dell’immagine e del cinema stesso sono al centro della riflessione che anima il cinema d’autore del secondo dopoguerra, per questo detto moderno e di cui Kubrick è stato uno degli indiscutibili maestri. Il percorso espositivo è organizzato in due parti. La prima, divisa a sua volta in 7 sezioni, avrà un’introduzione, Icone, nella quale vengono presentate le immagini simbolo delle storie che l’occhio dell’obiettivo di Kubrick ha immortalato. Come Portogallo che racconterà il viaggio in terra lusitana di due americani nell’immediato dopoguerra, o ancora Crimini, che testimonierà l’arresto di due malviventi seguendo i movimenti dei poliziotti, le loro strategie, le loro furbizie, fino all’avvenuta cattura. Betsy Furstenberg, protagonista della sezione a lei dedicata e che la rappresenta come il simbolo della vivace vita newyorkese di quegli anni, farà da contraltare alle vicende dei piccoli shoe shine, i lustrascarpe che si trovavano agli angoli delle strade di New York. Chiudono questa prima parte le due sezioni dedicate alla vita che si svolgeva all’interno della Columbia University, un luogo d’élite dove l’America formava la classe dirigente del futuro, e all’interno del Campus Mooseheart nell’Illinois, una residenza universitaria, costruita da benefattori, per educare figli orfani di guerra che sarebbero andati a ingrossare le fila della middle class americana. La seconda parte del percorso toccherà altri argomenti rappresentativi della breve carriera di Kubrick fotografo, come le immagini dedicate al giovane Montgomery Clift colto all’interno del suo appartamento, o quelle del pugile Rocky Graziano, che raccontano i momenti pubblici e privati di un eroe moderno, o ancora l’epopea dei musicisti dixieland di New Orleans. Accompagna la mostra un catalogo Giunti Arte mostre musei. Info: Stanley Kubrick – Fotografo - Gli anni di Look (1945 – 1950) - Milano, Palazzo della Ragione (piazza Mercanti 1) - 16 aprile / 4 luglio 2010 - Lunedì h 14.30 / 19.30, da martedì a domenica h 9.30 / 19.30, giovedì h 9.30 / 22.30, la biglietteria chiude un’ora prima - www.Mostrakubrick.it  
   
   
MILANO: FAI E FRANCO COSIMO PANINI EDITORE  
 
Lunedì 29 marzo alle ore 18 a Villa Necchi Campiglio Salvatore Settis e Marco Magnifico terranno una conferenza sul Patrimonio Italiano e le sue Meraviglie, coordinati da Marco Carminati. In occasione dell’annuncio della partnership tra il Fai e la Franco Cosimo Panini. La casa editrice d’arte annuncia la partnership con il Fondo Ambiente Italiano e si unisce al progetto «La Terra di Francesco» (www.Laterradifrancesco.it), volto alla riqualificazione del Bosco di San Francesco ad Assisi e del complesso monastico di Santa Croce. Oggi il Bosco di San Francesco, attiguo alla Basilica, presenta evidenti segni di degrado e di abbandono ed è necessario provvedere alla riqualificazione del suo patrimonio arboreo, tra cui anche 450 piante di ulivo. Cure urgenti sono richieste anche dal Monastero e dalla Chiesa di Santa Croce,: Panini contribuirà al recupero del bosco devolvendo cento euro per ogni copia venduta dell’opera La Basilica di San Francesco ad Assisi. Della collana Mirabilia. La collaborazione prevede inoltre l’iscrizione gratuita al Fai a tutti coloro che acquisteranno un titolo della serie Mirabilia Italiæ. La casa editrice d’arte annuncia la partnership con il Fondo Ambiente Italiano e si unisce al progetto «La Terra di Francesco»: Panini contribuirà al recupero del bosco di Assisi attiguo alla Basilica devolvendo cento euro per ogni copia venduta dell’opera La Basilica di San Francesco ad Assisi. La collaborazione prevede inoltre l’iscrizione gratuita al Fai a tutti coloro che acquisteranno un titolo della serie Mirabilia Italiæ: la collana e la partnership saranno presentate ufficialmente da Salvatore Settis lunedì 29 marzo 2010 presso Villa Necchi a Milano. Sottrarre all’oblio un immenso patrimonio di Sapere e Bellezza e renderlo accessibile al mondo intero. È questo l’impegno che da sempre guida la Franco Cosimo Panini Editore, che da oggi si unisce al Fondo Ambiente Italiano nella difesa concreta del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. La partnership prevede iniziative ed eventi realizzati in sinergia da Fai e Panini. Il primo progetto si inserisce nell’ambito dell’operazione “La Terra di Francesco” (www.Laterradifrancesco.it), finalizzata alla riqualificazione e al restauro del Bosco di San Francesco di Assisi – attiguo alla Basilica – e del complesso monastico di Santa Croce: Panini concorrerà alla realizzazione degli interventi necessari versando al Fai un contributo immediato di cento euro per ogni copia venduta de La Basilica di San Francesco ad Assisi, opera in quattro volumi interamente dedicata al monumento. L’edizione, curata da Giorgio Bonsanti, fa parte della collana “Mirabilia Italiæ” e illustra in maniera esaustiva ogni dettaglio della celeberrima Basilica, grazie ad oltre 2400 fotografie scattate per l’occasione. Il secondo punto della collaborazione intende promuovere in tutta Italia l’impegno dei Fai nella difesa del patrimonio artistico e ambientale italiano: da oggi, tutti coloro che acquistano un titolo della collana “Mirabilia Italiæ” – la collana dedicata ai monumenti italiani più illustri di ogni tempo – riceveranno in omaggio un’iscrizione annuale al Fai. Un modo in più per sostenere in modo concreto il Fondo Ambiente Italiano e diffondere ovunque l’amore per l’arte e la natura del nostro Paese. «La Franco Cosimo Panini Editore condivide in pieno i valori e l’azione del Fondo Ambiente Italiano – dichiara Laura Panini, presidente della casa editrice – e le nostre pubblicazioni riflettono questa vocazione: mostrare attraverso i libri le meraviglie artistiche del nostro Paese, dando a tutti l’opportunità di conoscerle meglio o riscoprirle, è il nostro modo per contribuire alla loro tutela e salvaguardia. E oggi, grazie alla collaborazione con il Fai e all’iniziativa legata all’opera La Basilica di San Francesco ad Assisi, ci spingiamo ancora oltre, contribuendo a finanziare direttamente la riqualificazione dell’antico e suggestivo bosco di San Francesco». I vari aspetti della collaborazione Fai - Panini saranno illustrati lunedì 29 marzo 2010 a Milano presso Villa Necchi, nel corso di una conferenza in cui Salvatore Settis, curatore di “Mirabilia Italiæ”, presenterà la collana e le caratteristiche del progetto editoriale.  
   
   
“REZIPE I RIMM DEL PORTA” - LA LETTERATURA IN DIALETTO MILANESE DAL RAJBERTI AL TESSA E OLTRE 21 APRILE / 5 GIUGNO 2010  
 
La Biblioteca Nazionale Braidense, nel suo costante impegno di valorizzazione dei propri fondi storici, organizza la seconda mostra sulla letteratura dialettale milanese. La mostra è dedicata al prof. Dante Isella, promotore e curatore del “Varon” e che tanto aveva auspicato un proseguimento della ricerca per gli anni successivi al Porta. L’esposizione illustra lo svolgimento della letteratura in dialetto milanese dal terzo decennio dell’Ottocento fino ai giorni nostri. All’interno di una vastissima produzione sono stati selezionati gli autori più importanti, con la rivalutazione di poeti, in prevalenza ottocenteschi, finora trascurati. L’obiettivo della Mostra è proporre ad un vasto pubblico i testi degli scrittori dialettali milanesi dal terzo decennio dell’Ottocento fino ai giorni nostri : nell’ambito di una accresciuta sensibilità alla letteratura dialettale, l’iniziativa presenta le principali edizioni corredate da dipinti e da una ricca raccolta di immagini (locandine teatrali, illustrazioni da periodici e libri). Orario: lunedì – sabato 9.30 – 13.00. Chiude domenica e festivi. Ingresso libero Catalogo: Biblioteca Nazionale Braidense/ Metamorfosi  
   
   
VENEZIA (ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI): FELICE CARENA E GLI ANNI DI VENEZIA - 27 MARZO / 18 LUGLIO 2010  
 
Venezia dedica una grande mostra a Felice Carena (Cumiana, Torino 1879 – Venezia,1966), protagonista indiscusso del Novecento italiano; un omaggio all’artista di origini piemontesi che scelse la Serenissima per trascorrere gli ultimi ma fecondi anni della sua carriera. Promossa dalla Regione del Veneto, dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e da Arthemisia Group, la mostra “Felice Carena e gli anni di Venezia” si terrà dal 27 marzo al 18 luglio 2010, nella prestigiosa sede di Palazzo Franchetti, Campo Santo Stefano 2842 - Ponte dell’Accademia. Venerdì 26 marzo, ore 12.00, in occasione dell’inaugurazione la curatrice della mostra Virginia Baradel fa una visita guidata. Dopo la mostra dedicata nella stessa sede a Zoran Music, conclusa il 7 marzo, prosegue dunque la valorizzazione degli artisti legati alla città e, in particolare, alla riscoperta di un grande pittore come Felice Carena, da lungo tempo assente nel panorama delle esposizioni. Dopo oltre vent’anni dalla rassegna svoltasi a Torino nel 1996, la mostra veneziana è la prima importante occasione per riscoprire e rivalutare il Maestro attraverso una rilettura critica aggiornata, con attenzione gli anni veneziani e ripercorrendo altresì la sua lunga attività pittorica, ricca di richiami e di soluzioni stilistiche in continua evoluzione. A cura di Virginia Baradel e con un comitato scientifico di prestigio composto, insieme alla curatrice da Luigi Cavallo, Elena Pontiggia, Nico Stringa l’evento, coordinato da Stefano Cecchetto, riunisce oltre 90 opere provenienti dai maggiori musei italiani e da collezioni private, tracciando la parabola di una biografia artistica che si snoda dai primi anni torinesi sino alle struggenti Pietà e alle sontuose Nature morte degli ultimi anni. In mostra capolavori esemplari, come I Viandanti (1908-1909, Gam, Udine), Ritratto di un sacerdote (1913, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, Venezia), Bambina sulla porta (1919, Fondazione Giorgio Cini, Venezia), La Quiete (1921-1926, Banca d’Italia), Gli Apostoli (1924, Gam Palazzo Pitti, Firenze), La scuola (1927-1928, Monte dei Paschi), Uomo che dorme (1938, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma), Teatro popolare (1933, Gam, Milano); e molte importanti opere inedite o mai esposte tra cui la bellissima Deposizione (1938-1939), eccezionalmente prestata dai Musei Vaticani, la Fuga in Egitto (1940), il Ratto delle Sabine (1942) e il nucleo centrale del discusso dipinto Dogali (1936), recentemente ritrovato ed esposto come novità assoluta in questa occasione. Il percorso della mostra si presenta idealmente come una quadreria, che bene si inserisce nelle scenografiche sale di Palazzo Franchetti. Una scelta di capolavori e di opere esemplari in ordine cronologico in sette sezioni illustra i diversi periodi della vicenda artistica di Felice Carena per cogliere infine l´originalità e la singolare qualità della pittura del periodo veneziano. Venezia diventa dunque il prisma attraverso cui rileggere l’intera storia della pittura di Felice Carena che accanto ai grandi estimatori ebbe anche critici avversi: gli venivano contestate la pluralità di richiami e la mancanza di coesione compositiva. La mostra e i saggi del catalogo Marsilio, portano oggi alla luce la sua inconfondibile cifra personale e sfatano l’idea di un Carena, vecchio, sofferente, ripiegato su se stesso perché il tramonto dal punto di vista biografico portò al raggiungimento di nuovi traguardi, attraverso un’altissima e inesausta ricerca. Catalogo Marsilio Informazioni: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - T 041 2407711  
   
   
MILANO (FONDAZIONE STELLINE): ESPOSTA IN PERMANENZA DAL 27 MARZO 2010 OPERA DI HIROMI MASUDA, PLAY THE GLASS  
 
L’artista giapponese suggella il suo amore per Milano, regalando questo lavoro alla Fondazione Stelline, a ricordo dell’installazione realizzata all’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele Ii, nel 2007. Sabato 27 marzo, alle ore 12.00, alla Fondazione Stelline di Milano, si terrà la cerimonia di donazione dell’istallazione site specific di Hiromi Masuda, Play The Glass, adirato, che l’artista nipponica ha regalato alla Fondazione Stelline con il patrocinio del Comune di Milano - Assessorato Arredo, Decoro Urbano e Verde, suggellando così il suo amore per la città. Il rapporto tra Milano e Hiromi Masuda si è instaurato nell’aprile del 2007 quando, all’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele Ii di Milano, l’artista giapponese, realizzò un’ istallazione, a cura della Galleria C.a.o.s. Contemporary Art di Roma con il Patrocinio del Comune di Milano e il Patronato della Regione Lombardia. Immediato ed intenso il dialogo delle 160 sculture in vetro soffiato di Murano con la città, dal quale e’ nata la volontà dei promotori, dell’artista e delle Istituzioni creare un’istallazione che avesse una collocazione permanente. L’opera, composta da 30 sculture in vetro soffiato di Murano (24 nere e 6 specchiate) poste su una pedana di metallo verniciato nero verrà permanentemente ospitata dalla Fondazione Stelline (corso Magenta 61)  
   
   
ARCO (PALAZZO DEI PANNI) E RIVA DEK GARDA (MUSEO ALTO GARDA): LE SOGLIE DELLA NATURA - MOSTRA A CURA DI GIOVANNA NICOLETTI E MARCOVINICIO - DAL 27 MARZO AL 20 GIUGNO 2010  
 
Settanta opere nelle due sedi espositive di Palazzo dei Panni ad Arco e della Rocca di Riva del Garda narrano l’interpretazione della natura rivisitata da artisti italiani che a partire dalla pittura di macchia si confrontano con le esperienze francesi di fine Ottocento, aprendo l´avventura dell´arte a giovani artisti e futuri maestri della lezione divisionista: da Carlo Fornara a Giovanni Segantini. L’inaugurazione è venerdì 26 marzo alle 18 a Palazzo dei Panni di Arco. La mostra – curata da Giovanna Nicoletti e Marcovinicio – è in collaborazione con la Comunità montana Valli dell’Ossola, e prosegue fino al 20 giugno. Si tratta anche della prima mostra Mag interamente condivisa: l’esposizione, infatti, sviluppa il proprio tema nelle due sedi di Arco e Riva del Garda. Il tempo storico è quello in cui lo sguardo degli artisti varca i confini nazionali e spazia verso le esperienze europee, francesi in particolare, per riflettere sull’esperienza della luce e della natura come vettori di nuovi significati, anche simbolici. Figure ambientate nel paesaggio o ritratte come protagoniste, fino allo spazio del paesaggio montano: la natura diventa soglia di analisi profonda non solo come rappresentazione fotografica ma anche come esperienza emotiva che, nel tocco del colore, muove sempre più verso l’astrazione. L’idea di natura e di luce che si afferma alla fine dell’Ottocento parla di un’arte nuova che abbandona il gusto per la classicità e coglie il momento di rottura con il passato. La tensione è dunque tutta rivolta verso l’immagine capace di mettere in evidenza la meraviglia del moderno. È maturo il tempo della percezione panica della realtà, della luce e del suo cambiamento sulle cose, quel sottile e precario equilibrio dei contorni che afferma il generarsi delle cose stesse. L’attrazione per la sensazione immediata e la completa adesione allo strumento fotografico, capace di rendere la verità del dettaglio, rendono attenta la ricerca verso il colore. D’altronde, la natura del pigmento e la maniera con la quale l’occhio lo percepisce interessano gli studi scientifici a partire dal Xix secolo; e alla fine del secolo gli artisti si fanno attenti protagonisti di questa rinnovata percezione. Per alcuni artisti italiani le storie di Francia s’intrecciano con le loro, in particolare per le personalità che si trovano a operare in terre di confine nelle quali, per sentimento di sperimentazione e per desiderio di approfondire il proprio percorso culturale, la necessità di guardare oltre il confine diventa urgenza. Il percorso espositivo, che con il temine di «soglia» rimanda inevitabilmente all’idea di attraversamento, di passaggio a qualcosa d’altro, si snoda attraverso le opere di alcuni protagonisti della pittura di fine Ottocento: nelle sale di Palazzo dei Panni ad Arco, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara e Giovanni Segantini sono alcuni dei protagonisti che hanno in comune l’indagine per le vicende d’oltralpe, mediando la complessa stagione tra impressionismo e divisionismo. Nelle sale della Rocca di Riva del Garda la natura incontra i temi della figura e del paesaggio nelle visioni ancora realiste di Giovanni Fattori, Antonio Fontanesi e François Auguste Ravier, per suggerire esiti simbolisti nei lavori di Angelo Morbelli e Gaetano Previati. Le Amministrazioni comunali di Arco e di Riva del Garda hanno istituito una rete territoriale che coinvolge la Galleria civica G. Segantini di Arco e il Museo di Riva del Garda, intitolata progetto Mag Museo Alto Garda. Info: Galleria Civica G. Segantini, Palazzo dei Panni, via Segantini 9, Arco, tel. 0464 583608, fax 0464 583615, galleriacivica@comune.Arco.tn.it, www.Galleriacivica-arco.it, Museo di Riva del Garda, Rocca, piazza Cesare Battisti 3/a, Riva del Garda, tel. 0464 573869, fax 0464 573868, museo@comune.Rivadelgarda.tn.it, www.Comune.rivadelgarda.tn.it/museo.  
   
   
TRIESTE: LA MAGICA “DANZA DEI CORPI IMMOBILI”: MOSTRA PERSONALE DEL PITTORE DIEGO IACONFCIC ALLA SALA COMUNALE D’ARTE  
 
S’inaugura lunedì 1 aprile alle ore 17.30 a Trieste, nella Sala Comunale d’Arte di piazza dell’Unità d’Italia, 4, la mostra intitolata “La danza dei corpi immobili”, personale dell’artista Diego Iaconfcic, con intervento critico di Marianna Accerboni. La rassegna, visitabile fino al 25 aprile, propone una serie di dipinti e sculture realizzati dalla metà alla fine degli anni ’90 e il ciclo dedicato agli “spaventapasseri”, portato a compimento dal 2007 a oggi: tutti lavori espressi attraverso quel taglio magico, onirico e surreale, che rappresenta la caratteristica precipua dell’artista. Precario e immortale - scrive Accerboni - lo spaventapasseri, che qualcuno chiama anche lo “straccione divino”, rappresenta il principale motivo ispiratore di molte opere del pittore e scenografo triestino Diego Iaconfcic, la cui arte trae spunto dal mondo naturale e da quello magico, da un simbolismo fantastico e a tratti surreale, che s’ispira anche ad antichi riti e miti, come per esempio quello di Orfeo, che incantava gli animali con la musica... Di madre triestina e padre di stretta ascendenza russa, Iaconfcic, che opera con successo anche nel campo del design, riesce a coniugare nella propria pittura con felice maestria l’immaginario fantastico e cromatico dell’antico teatro popolare russo con l’intensa capacità evocativa di scenografi e artisti quali per esempio Aleksandr Benois, che, assieme ad altri, fornirono un contributo straordinario e fastoso alla storia della scenografia moderna, grazie anche all’introduzione a Parigi e a Montecarlo dei celebri Balletti Russi. Mediante una tecnica che commistiona olio, acrilico e collage, pennello e spatola, l’artista compone, attraverso l’icona dello spaventapasseri, questa magica “danza dei corpi immobili”, in cui scelte cromatiche, spesso calde e vivaci come quelle delle Saisons russes e ambientazioni diverse suggeriscono, tramite un ricco immaginario, stati d’animo e racconti differenti. E il tema della maschera, implicitamente presente nello spaventapasseri, con tutta la sua tensione emotiva, è evidenziato - conclude Accerboni - anche in forma scultorea da totem e opere tridimensionali ricche di pathos e di onirica poesia. Quante cose ci racconta - in fondo - lo spaventapasseri, con tutte quelle storie che ascolta, quando soffia il vento... Dove: Sala Comunale d’Arte – Piazza dell’Unità d’Italia, 4 - Trieste. Quando: 1 - 25 aprile 2010. Orario: tutti i giorni 10.00 - 13.00 / 17.00 – 20.00. A cura di: Marianna Accerboni. Catalogo: no. Info: 3356750946.  
   
   
CHERASCO (PALAZZO SALMATORIS): EVOCAZIONE E IDENTITA´ NEL PAESAGGIO DI CLAUDIA FERRARESI - 27 MARZO / 11 APRILE 2010  
 
"Evocazione E Identita´ Nel Paesaggio di Claudia Ferraresi. Il racconto di una vita dedicata alla terra di Langa. Immagini, silenzi, passioni in un´antologia di memorie pittoriche" Mai come in questa occasione un titolo racconta in maniera chiara ed esauriente un avvenimento. E´ la rassegna che Cherasco propone a partire dal 27 marzo in Palazzo Salmatoris con l´esposizione delle opere della nota Claudia Ferraresi. Donna poliedrica, si occupa di arte sia come pittrice che come critica, ma è anche imprenditrice agricola e testimonial da oltre vent´anni dell´enogastronomia piemontese. Il suo curriculum artistico ha visto opere esposte in tanti ed importanti centri nazionali ed internazionali. Ed è proprio nelle tante rassegne personali e collettive a cui ha partecipato e nei tanti luoghi che ha visitato con occhi umanissimi e scaltri che l´artista ha portato un po´ della "sua Langa". Anche tutto ciò è parte integrante del suo "personaggio", sostanza del suo essere artista. Nessuna di queste esperienze è andata perduta perché ella ha saputo viverle, come crescita non astratta, cioè come rapporto con gli altri, come compromissione con la vita. In altre parole Claudia Ferraresi è sempre riuscita a ricondurre ogni incontro, ogni dato quotidiano, ogni occasione alla più intima natura di sé, là dove prendono forza i valori formativi e creativi della personalità. E questo è il vero motivo, la vera ragione per cui, nella versatilità del linguaggio, l´opera di Claudia Ferraresi è così unitaria, così coerente. La coerenza è di natura poetica. All´interno di questa sua particolare qualità è però, come accennavo prima, la terra di Langa ad avere maggior peso nella sua vicenda. Una terra che l´artista ha rappresentato prima con un periodo di matrice figurativa classica, poi con atmosfere più chiariste, per approdare ad un segno più geometrico e spaziale. Una terra che il 27 marzo, giorno dell´inaugurazione della mostra, verrà ulteriormente valorizzata da una conferenza stampa ed un incontro con l´artista a cui parteciperanno, oltre alle autorità numerosi studiosi ed esperti tra cui Giovanni Cordero, Roberto Antonetto e Silvana Nota. L´obiettivo è quello di valorizzare, attraverso le opere e il lavoro di una vita svolto da Claudia Ferraresi, i paesaggi multiformi, il movimento delle zolle, il profilo delle colline di Langa e far emergere un mondo fatto di atmosfere, colori e sensazioni. La pittura di paesaggio ha proprio tra gli obiettivi principali quello di raccontare il legame tra l´artista e la realtà della sua terra. Le opere in mostra dimostrano proprio, sotto forma di confessione, di adesione, di commistione in cui non si esprime un sentimento panico o una situazione panteistica ma più semplicemente la simpatia profonda, la relazione vitale e quasi una profonda attività osmotica tra l´uomo e il suo ambiente. La sua pittura è quindi uno specchio in cui si riflette l´immagine essenziale dell´uomo e il paesaggio di Langa, nella sua essenza di dimora, di rifugio, di regno; è lo specchio che più obiettivamente riflette la sensibilità dell´uomo, cangiante al soffio più esile delle sue emozioni, alle sollecitazioni più intime della sua cultura, alle esigenze più spietate della sua necessità di rappresentazione, di espressione, di trasfigurazione. Dopo che, storicamente, il paesaggio staccandosi dai fondi prospettici e ornamentali dei grandi cicli, staccandosi anche dalle regole che ne codificavano il fine, i mezzi e i modi dell´esecuzione, riducendolo ad una esercitazione di tecnica e di bravura acrobatiche (che la fotografia avrebbe esaurito con un semplice scatto) è diventato un dominio domestico; un tratto del mondo vero, che l´artista può misurare coi propri passi e che noi spettatori possiamo misurare affiancandoci agli artisti, rintracciando puntualmente nella sua proiezione ottica, la realtà naturale del luogo, della stagione, dell´ora.  
   
   
"A LA CARTE!": AL TOURISEUM MOSTRA SUI MENÙ - 31 MARZO  
 
Mercoledì 31 marzo, alle ore 19,00, sarà inaugurata al "Touriseum" di Castel Trauttmansdorff la mostra temporanea “À la carte – I segreti dei menù” nella quale sono esposti menù attraverso i quali si può spesso ricavare un vero e proprio quadro di un’epoca storica e della società. Le carte esposte non sono quindi pensate in primo luogo per far venire l’acquolina in bocca a suon di portate spettacolari e piatti creativi, ma dovrebbero indurre, al contrario, a guardare da prospettive insolite la lista delle vivande. I menù sono, infatti, anche storia di una cultura e civiltà nella sua forma più pura, parlano della terra da cui nascono, delle tradizioni culinarie e celebrative, di eventi, di piaceri e sono, non da ultimo, il biglietto da visita di qualsiasi hotel e dell’intera zona. L’esposizione temporanea che sarà inaugurata il 31 marzo dal direttore del “Touriseum”, Paul Rösch, rimarrà aperta al pubblico fino il 15 novembre 2010  
   
   
18ª EDIZIONE GIORNATA FAI DI PRIMAVERA A MILANO E IN LOMBARDIA  
 
Sabato 27 e Domenica 28 marzo 2010 Apertura straordinaria di 590 monumenti in tutte le Regioni Italiane Sotto l’Alto Patronato della Presidente della Repubblica E’ l’appuntamento che da diciotto anni gli italiani si danno all’inizio della primavera. Un appuntamento con le bellezze del nostro Paese, che si trasforma ogni volta in una profonda e collettiva manifestazione d’affetto, di orgoglio e di identità nazionale. Sabato 27 e domenica 28 marzo si svolge contemporaneamente in tutte le regioni italiane la 18a edizione della Giornata Fai di Primavera. È il momento dell’anno in cui il Fai – Fondo Ambiente Italiano incontra gli italiani, offrendo scenari meravigliosi e sorprendenti. Ed è una grande e ormai tradizionale festa popolare ambientata quest’anno in 590 siti particolari, spesso inaccessibili e segreti, eccezionalmente a disposizione del pubblico. Palazzi, castelli, chiese, giardini, conventi, biblioteche, aree archeologiche, teatri e persino paesaggi da attraversare in bicicletta o sorvolare col parapendio: tante esperienze e tanti linguaggi diversi, tutti legati tra loro dalla bellezza e dalla storia dei nostri territori familiari collettivi. Il senso di appartenenza che nasce tra coloro che partecipano alle Giornate Fai - fino a oggi, oltre 5 milioni di italiani - è il segnale che nel corso degli anni la sensibilità nei confronti della difesa e del recupero dei nostri tesori ambientali e artistici – che coincide con la missione della Fondazione - è sempre più condivisa e perciò sempre più legata alla responsabilità di ciascuno. Tutti possono contribuire a questa missione, e proprio per questo le visite ai siti aperti eccezionalmente per la Giornata Fai sono a contributo libero. Non esiste un biglietto d’ingresso: ciascuno contribuisce come può e come crede. La Casa Verdi e la Nuova Sede della Campari a Milano, i Palazzi della Giustizia a Brescia, la Cittadella della Musica a Mantova e le Ville di Inverigo a Como: questi sono solo alcuni dei 80 beni che verranno aperti in occasione della Giornata Fai di Primavera in 36 località della Lombardia. Tra le aperture in Lombardia segnaliamo (segue elenco completo): Milano Milano: il rispetto del passato fra la tradizione e nuova interpretazione Sede della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Pad. 14 (ex Manifattura Tabacchi) La Manifattura Tabacchi di Milano – in stile razionalista - è stata uno tra i centri di produzione più importanti dell’industria italiana del tabacco. Dopo un’intensa produzione iniziata alla fine degli anni ’60 e durata circa quarant’anni, l’attività termina nel 1999 con la chiusura degli impianti. Sulla facciata dell’edificio centrale della Manifattura si trova il bellissimo mosaico di Pietro Cantù che racconta le diverse fasi di lavorazione del tabacco. L’intervento di riqualificazione dell’ex Manifattura, situata oggi in un’area di circa 80.000 mq, prevede l´insediamento di edifici dedicati sia a funzioni private che pubbliche, tra cui la Sede Lombarda del Centro Sperimentale di Cinematografia. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Palazzo del Capitano di Giustizia Il Palazzo del Capitano di Giustizia è stato voluto da Carlo Borromeo e dal Governatore spagnolo Don Gabriele della Cueva, tra il 1570 e il 1605. Il progetto rivela un’impostazione militare, ancora visibile nella pianta rettangolare con le quattro torri agli angoli. Il Palazzo è testimone di innumerevoli vicende storiche - è anche citato nei Promessi Sposi nel famoso episodio della sommossa del pane - e le sue funzioni sono cambiate più volte da Tribunale a Corte d’Appello. Il palazzo, pesantemente danneggiato nei bombardamenti del 1943, è stato restaurato nel 1960 dall’architetto Piero Portaluppi. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Biblioteca Braidense Istituita nel 1770 dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria è una delle sette biblioteche nazionali italiane. La Biblioteca fu aperta al pubblico nel 1786 come raccolta adeguata ad approfondire gli studi in ogni disciplina, sia umanistica che scientifica. Durante l’Ottocento si arricchì di considerevoli raccolte attraverso acquisti o donazioni, come il fondo manzoniano. Il patrimonio librario della Braidense conta oggi circa un milione e mezzo di opere, fra cui più di 37.000 manoscritti e autografi, oltre 2.000 incunaboli, 24.000 cinquecentine e più di 22.000 testate di periodici, di cui 4.500 correnti. Durante le Giornate Fai sarà possibile visitare la Sala Maria Teresa, progettata nel 1775 dal Piermarini, e la sala Manzoniana che raccoglie il materiale relativo allo scrittore milanese. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Casa Verdi Nel 1889 Giuseppe Verdi fonda una Casa di Risposo per Musicisti, unica al mondo nel suo genere “nella quale accogliere e mantenere persone dell’uno e dell’altro sesso addette all’arte musicale, che siano cittadini italiani e si trovino in stato di povertà”. La Casa accoglie anche le tombe del Maestro e della moglie Giuseppina Strepponi nella cripta di gusto austero, tipico del poeta e librettista Arrigo Boito e del fratello Camillo, architetto di questo palazzo. L’edificio, realizzato tra il 1895 e il 1899, rappresenta un esempio di quell’‘architettura nazionale’ teorizzata dallo stesso Boito, dove si fondono filoni espressivi diversi come l’arabo-normanno, il gotico-toscano e il veneto-bizantino. Ancora oggi, in questo ambiente ritroviamo la vita privata e artistica del Maestro: la sua sala da pranzo, i suoi strumenti musicali compreso il suo ultimo pianoforte, i quadri, i vestiti. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Portello: incredibile giardino contemporaneo - Bene normalmente chiuso al pubblico Il parco Portello nasce da un’ex area industriale, la principale area produttiva dell’Alfa Romeo, ed è oggi parte di un sistema verde che collega il centro città all’hinterland passando oltre le tangenziali. Tre grandi landforms instaurano un legame con la città e allo stesso tempo lasciano spazio ad aree con diverse funzioni (lago per eventi, campi da gioco…) Il parco Portello ripercorre la storia di Milano nelle tre grandi sculture: Preistoria, Storia e Presente. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Palazzo Mezzanotte – Sede di Borsa Italiana Spa Fino alla fine degli anni ‘80 Palazzo Mezzanotte ha ospitato gli agenti di cambio e le aste a chiamata e, con l’informatizzazione del mercato borsistico, è diventata sede di Borsa Italiana Spa. Il Palazzo, realizzato dall’architetto Paolo Mezzanotte, venne inaugurato nel 1932, e presenta importanti interventi decorativi di Gio Ponti, Leone Lodi e Geminiano Cibau. L’imponente facciata, alta 36 metri è sormontata da un timpano triangolare che ricorda quello dei templi classici; la lunetta al centro è ornata al di sopra da un piccolo bassorilievo che raffigura due cornucopie, simboli di abbondanza e di ricchezza economica. Apertura: Sabato 27, ore 13.00 – 17.00 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Il chiostro del Piccolo Teatro Grassi L’intero chiostro rinascimentale di Palazzo Carmagnola, sede storica del Piccolo Teatro di Milano, in via Rovello 2, è stato sottoposto a restauro: il Piccolo ha ora in uso anche la parte che fino a due anni fa era destinata a uffici comunali. Il chiostro riveste un particolare interesse artistico-architettonico, in quanto è il nucleo più antico del palazzo rinascimentale trasformato e alterato dai numerosi interventi subiti nel corso dei secoli. I lavori di restauro hanno portato alla scoperta di una pittura ad affresco realizzata a monocromo, caratterizzata da elementi architettonico-decorativi di impostazione rinascimentale, che ripartiscono lo spazio ed evidenziano arcate e specchiature del portico: tondi, riquadri con intrecci geometrici ed elementi floreali (rosette), cornici a modanatura semplice, a foglie, a fusaiola, lacerti con figure. Da una prima verifica documentale, l’apparato riscoperto, è riconducibile per caratteristiche esecutive e stilistiche alla fase di restauro di fine ’400 voluta da Ludovico il Moro, per donare il Palazzo a Cecilia Gallerani (l’ipotetica “Dama dell’ermellino” di Leonardo). Apertura: Sabato 27, ore 10.00 – 15.00 e Domenica 10.00 – 17.00 Villa Clerici – Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei Il complesso architettonico fu edificato nella prima metà del ´700, per la famiglia dei conti Clerici. Nella seconda metà dell’ottocento iniziò per la villa un lungo periodo di decadenza, fino a quando la Casa di Redenzione Sociale decise di farne la propria sede per il recupero dei dimessi dal carcere. Nel dopoguerra quando l’Associazione trasferì la sua attività, Dandolo Bellini fondamentale collaboratore della Casa di Redenzione e molto sensibile ai temi dell’arte, decise di arredare gli spazi lasciati liberi con un importante collezione di opere artistiche ispirate all’Arte Sacra. Inaugurata nel 1955 da Giovanni Gronchi, allora Presidente della Repubblica, la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei è stata restaurata e adeguata a museo dal 1994 al 2002 e riaperta al pubblico dall´11 novembre 2002. Nella Villa figurano, tra le altre, opere di Bodini, Funi, Manzù, Messina, Minguzzi, Soldi, Usellini. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Chiesa di S. Maria in Conca Fallata La chiesa sorge nel quartiere milanese di Chiesa Rossa. Fu edificata nel 1932 dall’architetto e urbanista Giovanni Muzio mentre il pronao venne completato nel 1960. Di notevole interesse lo splendido fonte battesimale scolpito da Giacomo Manzù. Nel 1996 l’artista americano Dan Flavin – uno dei protagonisti della Minimal Art – realizzò un’opera per il rinnovamento dell’edificio. Flavin lavorò a distanza, dal suo studio di New York, al progetto Untitled 1996 che venne realizzato poco dopo la sua morte. L’installazione permanente sottolinea i diversi ambienti con colori vivaci ed è costituita da tubi al neon blu e verdi per la navata centrale, rossi per il transetto, oro per l’abside: illuminando le spoglie pareti della chiesa con la sua escursione cromatica. L’opera, prima realizzazione d’arte contemporanea installata permanentemente in un edificio religioso, finanziata dalla Fondazione Prada, fu inaugurata il 29 novembre 1997. Apertura: Sabato 27, ore 10.00 – 17.30 e Domenica 28, ore 14.00 – 17.30 Appartamento di Giuseppe Verdi al Grand Hotel et de Milan Ingresso riservato solo agli Iscritti Fai; possibilità di iscriversi in loco L’albergo Milano, oggi Grand Hotel et de Milan, fu inaugurato il 23 maggio del 1863. L’edificio, in stile eclettico era l’unico hotel in città dotato di servizi di posta e telegrafo e per questo frequentato da uomini d’affari, nobili e grandi artisti. L’ospite più illustre dell’Albergo fu il grande compositore Giuseppe Verdi, che risiedette nell’appartamento 105 dal 1872 fino alla sua morte, avvenuta il 27 gennaio 1901. A perenne ricordo del Maestro, il Grand Hotel et de Milan, ha amorevolmente conservato gli arredi dell’appartamento dove Verdi trascorse gli ultimi anni della sua vita. Istituto delle Orsoline di S. Carlo Via Lanzone, 53 Ingresso riservato solo agli Iscritti Fai; possibilità di iscriversi in loco L´istituto Orsoline di San Carlo fonda la sua tradizione educativa nella missione della Congregazione delle suore Orsoline di S. Carlo, che fa risalire la sua storia all’intuizione originale di Angela Merici (1474-1540), che fondò a Brescia nel 1535 la “Compagnia di Sant’orsola” e a Milano per iniziativa di San Carlo Borromeo nel 1566. L’istituto ha sede in via Lanzone dal 1844 in un edificio con chiostro interno che racchiude diversi reperti di valore artistico, tra cui la chiesa di S. Michele, di origine forse longobarda, completamente ricostruita nel corso del Xv secolo secondo lo stile architettonico rinascimentale. Nel 1487 Ascanio Maria Sforza, si adoperò al totale rinnovamento del monastero, affidando la costruzione di nuovi edifici agli architetti di corte, allievi di Bramante, che realizzarono una parte dell’attuale chiostro e le volte Quattrocentesche della chiesa. Apertura per questi due beni riservati agli Iscritti Fai: Domenica 28, ore 10.00 – 17.30 Morimondo (Mi) e Ozzero (Mi) Il gusto della tradizione contadina tra cascine, abbazie e ville d’epoca Un´immersione nella campagna lombarda, all´interno del Parco del Ticino, alla ricerca dei paesaggi agricoli e delle importanti testimonianze culturali che ne hanno segnato la storia e le trasformazioni. A partire da Ozzero, dove si potranno visitare Palazzo Cagnola, sede del Municipio, dominato da una torre ottagonale detta "Torre spagnola"; la Villa Bianchi Calvi detta il Castello, oggi palazzo residenziale di stile barocco e il Palazzo Barzizza, edificio di origini rinascimentali e residenza della famiglia storicamente più importante di Ozzero. Attraversando la campagna lombarda, tra cascine, marciti e fontanili si raggiungerà una delle testimonianze architettoniche più preziose dell´area: l´Abbazia di Morimondo. Il Museo dell’Abbazia, per l’occasione, esporrà eccezionalmente al pubblico due opere rinascimentali: il Crocifisso ligneo del Maestro di Morimondo, scultura databile tra la fine del Xv e l’inizio del Xvi secolo e L’uomo dei dolori del Giampietrino, dipinto attribuibile a uno degli allievi milanesi di Leonardo. Apertura: Sabato 27 e Domenica 28, ore 10.00 – 17.00  
   
   
MILANO: GIORNATA FAI DI PRIMAVERA. PALAZZO DEL CAPITANO APRE LE PORTE AI MILANESI  
 
Sabato 27 e domenica 28 marzo, dalle 10 alle 18, il Palazzo del Capitano di via Beccaria – oggi sede dell’Assessorato alla Mobilità e ai Trasporti, dell’Assessorato all’Ambiente e del Comando di Polizia Locale – apre le porte alla città. In occasione della Xviii Giornata Fai di Primavera, i milanesi potranno visitare il palazzo cinquecentesco sotto la guida esperta dei volontari del Fai – Fondo Ambiente Italiano. L’ingresso è in via Beccaria 19 e la visita guidata è gratuita. “Invitiamo tutti i cittadini a visitare questo piccolo gioiello del patrimonio storico e artistico milanese – hanno detto il vice Sindaco Riccardo De Corato e l’assessore Paolo Massari –. Il Palazzo si trova nel cuore di Milano, a due passi dal Duomo e da Palazzo Reale, di fronte all´Arcivescovado. Costruito nella seconda metà del Cinquecento, ha visto scorrere nelle sue stanze cinque secoli di storia della nostra città. È quindi una buona occasione per visitarlo con la guida esperta del Fai, da sempre attento alle bellezze nascoste del nostro Paese”. “Anche Palazzo del Capitano – ha aggiunto Massari – come tutti i monumenti storici e artistici di questa città esposti alle intemperie, deve essere difeso anche dallo smog, che ne danneggia la conservazione. La battaglia intrapresa da questa Amministrazione contro l’inquinamento si affianca dunque a quella del Fai per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio monumentale. La bellezza è un valore universale che intendiamo preservare nella nostra città, soprattutto quando ad essa si unisce l’alto significato della testimonianza storica”. “Palazzo del Capitano ed altri grandi monumenti storici di Milano – conclude il vice Sindaco – sono preservati anche attraverso i provvedimenti viabilistici e le diverse misure di contenimento del traffico”.  
   
   
MILANO: ATTESA LA TERZA EDIZIONE DI COLLEZIONI D’ARTE ANTICA, MODERNA E ANTIQUARIATO - 5 / 9 MAGGIO  
 
Le porte de La Permanente Milano saranno aperte al pubblico dal 5 al 9 maggio 2010 per la terza edizione di Collezioni D’arte Antica, Moderna e Antiquariato. Martedì 4 maggio, dalle 10.30 alle 17, stampa, collezionisti, curatori di Musei, Fondazioni e Istituzioni Culturali avranno modo, durante la preview ad inviti, di apprezzare le opere in mostra nei cinquanta spazi espositivi. La giornata si concluderà con una Serata di Gala organizzata in partnership con il Fai – Fondo Ambiente Italiano. Il Fondo Ambiente Italiano è sostenuto dalla “determinazione di uomini e donne che hanno deciso di fare qualcosa di concreto per il loro Paese”: questa è la missione del Fai che si realizza nel recupero e nella salvaguardia di beni artistici e naturalistici. Gli espositori di Collezioni d’arte, per la natura stessa del loro impegno professionale, sono tra gli artefici del recupero e della conservazione dei beni mobili – dipinti, sculture, arredi… - che, parte integrante delle architetture che li hanno ospitati nel corso dei secoli, costituiscono patrimonio e radici del nostro presente. I mercanti d’arte sono sovente i primi e migliori collezionisti: è dal loro lavoro di ricerca e raccolta che nascono le grandi collezioni pubbliche e private, è con loro che il collezionismo cresce, come è vero che un grande collezionista aiuta la crescita professionale del suo mercante-consulente di fiducia. Più la richiesta collezionistica è colta, pronta e puntuale, più la ricerca e l’offerta del mercato lo è di rimando: un’uguaglianza quasi matematica che non ha mancato di sottolineare, in occasione dell’edizione 2009, Daniele Benati, storico dell’arte e componente della Commissione Scientifica di Collezioni d’Arte: “(…) le opere segnalate dagli espositori sono tali da trasformare l’evento in un’occasione non solo di godimento estetico, ma anche di approfondimento scientifico, dimostrando come l’antiquariato possa incidere, attraverso esposizioni come questa, nella crescita culturale della società”. La Commissione Scientifica di Collezioni d’Arte passerà in rassegna tutte le opere destinate all’esposizione, garantendo al pubblico un corpus certificato e di qualità. Nell’ottica di una continuità di prestigio e giudizio, anche quest’anno il gruppo di critici ed esperti, riconosciuti a livello internazionale, sarà presieduto dalla professoressa Mina Gregori. Collezioni d’Arte si arricchisce dall’edizione 2010 di un nuovo importante elemento, il Comitato d’Onore, che sarà presieduto dall’Avvocato Cesare Rimini. La sua istituzione, avvenuta grazie alla disponibilità delle personalità interpellate, consente alla mostra di avvalersi della testimonianza e della sensibilità di chi nutre verso l’arte un amore particolare, accresciuto negli anni fino a diventare una passione da autentico collezionista. Accanto all’Avvocato Rimini figurano i nomi di Lavinia Caccia Dominioni, Gigliola Castellini Curiel, Maria Ceschi a Santa Croce, Domitilla Clavarino, Caterina Folonari, Monica Galletto, Wanda Galtrucco Piccitto, Filippo Perego di Cremnago, Franco Maria Ricci, Mario Scaglia, Barbara Testori. Indiscussi protagonisti della rassegna artistica milanese sono, come sempre, i cinquanta selezionati galleristi-collezionisti italiani e stranieri, con le loro piccole o grandi collezioni scelte con competenza e attenzione critica. Tali collezioni spaziano dai dipinti agli arredi, dagli argenti alle ceramiche, dall’antico al moderno storicizzato con una costante: la capacità di suscitare emozione. Comune denominatore della professione antiquaria è infatti l’amore per il bello, un bello che i collezionisti riescono a scovare anche negli object d’art meno appariscenti. E’ questo lo spirito di ricerca che ha permesso a molti di loro di costruire collezioni private che sono poi confluite in Fondazioni o all’interno di Musei e Gallerie pubbliche, diventando patrimonio di tutti. Comitato Mostra Collezioni d’Arte si accresce con l’istituzione del Comitato Mostra, che ha collaborato in fruttuosa sinergia con l’Organizzazione alla selezione dei galleristi presenti nell’edizione 2010. Presiede il Comitato l’antiquario milanese Domenico Piva, coadiuvato da indiscussi professionisti ed esperti del settore: Daniela Balzaretti, Roberto Capitani, Ruggero Longari, Michele Subert. La grande competenza dei componenti del Comitato Mostra ha permesso di raggiungere, nella composizione del field, quel delicato equilibrio che garantisce partecipazioni essenziali per la buona riuscita di una manifestazione con progetto di largo respiro. La Mostra, come gli altri importanti eventi internazionali del settore, è seguita da vicino dall’occhio attento di alcuni esperti di “arte & mercato”. Il loro primo riferimento per analisi e valutazioni dell’andamento del mercato è l’attivo mondo delle aste internazionali, e il quadro che delineano è lo scenario più prossimo anche agli esiti commerciali di manifestazioni come Collezioni d’Arte. Parafrasando lo scritto di Paolo Manazza, editorialista del Corriere della Sera – Corriere Economia, il 2010 sarà caratterizzato da una attenta ricerca di pezzi di grandissima qualità, per il valore storico, lo stato di conservazione e la provenienza certa sia per l’arte antica come moderna. Collezioni d’Arte è una mostra di alto livello commerciale e culturale che risponde alle aspettative di un pubblico oggi più che mai attento e rigoroso, offrendo spunti di particolare interesse collezionistico. Momenti interessanti, accomunati dall’idea di proporre una selezione di opere ispirate ad un unico soggetto, sono le molte esposizioni tematiche che riconsegnano all’antiquario quel ruolo guida di consulente d’arte, sia per i nuovi collezionisti sia per chi vuole arricchire la propria collezione. Collezioni d’Arte è un percorso che vede gli espositori impegnati in coraggiose operazioni di scelta e di proposizione di nomi e filoni artistici da scoprire e da godere.  
   
   
GIARDINI DELL´ISOLA BELLE E DELL´ISOLA MADRE: APRILE E MAGGIO 2010 - IL TRIONFO DELLE CAMELIE  
 
Con un ritardo dovuto al freddo la fioritura delle Camelie alle Isole Borromee "esplode" tra aprile e maggio. Le prime Camelie arrivarono qui nel 1828. Isola Bella e Isola Madre, Lago Maggiore. Il freddo di questo lungo inverno ha ritardato di qualche settimana la fioritura delle camelie nei giardini delle Isole Borromee. Un ritardo in qualche modo provvidenziale che consente al pubblico di assistere a fioriture che di norma non si possono ammirare. Come è noto, infatti, la riapertura dei giardini delle Isole Borromee avviene con lo scoccare del primo giorno di primavera e da molti anni, per questa data, una parte delle magnifiche fioriture è già svanita. Non quest´anno, per cui le prossime saranno settimane veramente magiche per chi vorrà ammirare il trionfo floreale di questa elegantissima specie. Ma veniamo a loro, le celebri Camelie delle Isole Borromee. Presenti con esemplari imponenti all´Isola Bella, è all´Isola Madre che le camelie trovano il posto di assolute regine. Nei giardini di questa isola, paradiso della botanica, sono presenti più di 150 varietà, nella stragrande maggioranza antiche, compresa la meravigliosa Camelia Pink Rosea che è stata qui piantata più di 130 anni fa. E´ quasi oggetto di venerazione per i molti cultori delle Camelie, la Mitronesson Vera, la Hagoramo la varietà più antica del Giappone, il cui nome significa "abito di piume (Franklinia alatamaha), varietà che qui vegeta meravigliosamente ma che risulta estinta in natura. La passione dei Borromeo per le Camelie, generazione dopo generazione, è continuata e così i visitatori potranno ammirare (e fotografare) le prime, abbondanti fioriture delle ultime varietà messe a dimora, ovvero le C. Cuspidata, C. Saluensis C. Salicifiglia e C. Transnokoensis. Una passione, quella della Famiglia per le Camelie, che risale a Giberto V Borromeo e a suo figlio Vitaliano Ix Borromeo che decisero, con Giuseppe e Renato Rovelli, giardinieri dell´Isola Madre, di introdurre le camelie nel giardino dell´Isola. Era il 1828 e fu il primo luogo nel nord Italia ad ospitare questa "nuova" affascinante pianta. Furono così messi a dimora numerosissimi cultivar come la C. Japonica Alba Plena, la C. Japonica Montironi, la C. Japonica Incarnata, e tantissimi altri ancora. Venne anche avviato il lavoro di selezione di nuovi ibridi, e alcuni di quei cultivar sono ora considerati il simbolo del florovivaismo del lago Maggiore, come la C. Japonica Gloria delle Isole Borromee e la C. Japonica Gloria del Verbano. Dopo anni di lavoro arrivarono ad ottenere circa 500 varietà che riempivano l´isola per ogni dove, tanto che l´Isola Madre veniva definita come "l´isola delle camelie". Nel corso dei secoli la collezione è stata ampliata introducendo anche le C. Reticolata, la C. Sinensis (Camelia del The, primo sito conosciuto in Europa), la C. Sasanqua, la C. Granthamiana, la Gordonia, la Tutcheria, la rarissima Franklinia alatamaha, che risulta estinta in natura. Trattandosi di un giardino storico alcuni esemplari hanno assunto le dimensioni di alberi. Le piantine collocate a dimora in quel lontano 1828 tra la curiosità di tutti, hanno creato una moda tanto che oggi le camelie, che restano la prima e più raffinata fioritura primaverile del giardino dell´Isola Madre, hanno "colonizzato" l´intero Lago Maggiore, dove vi è la massima concentrazione europea di camelie. Per informazioni e prenotazioni: (+39) 0323 30556. Www.borromeoturismo.it.  
   
   
PADOVA (CENTRO CULTURALE ALTINATE/SAN GAETANO): MEGALOOP 30 ANNI DI TAM TEATROMUSICA - 8 MAGGIO / 6 GIUGNO 2010  
 
La mostra curata da Riccardo Caldura, insieme a Pierangela Allegro e Michele Sambin è organizzata dal Comune di Padova - Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Regione Veneto. Partner della manifestazione : Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Corso di Laurea Dams Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo Università di Padova Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Arteven Circuito Teatrale Regionale, Progetto Giovani del Comune di Padova. Tam teatromusica, compagnia attiva nella continua elaborazione di nuovi linguaggi scenici nel teatro di ricerca e per l’infanzia, coglie lo spunto da questa ricorrenza per un´ampia riflessione sul percorso compiuto e sul senso del fare teatro. Nessuna nostalgia né compiaciuta autocelebrazione dunque per la storica compagnia diretta da Michele Sambin, ma ancora tanta voglia di interrogarsi, di mettere a frutto decenni di lavoro guardando al futuro con inalterata forza creativa. Per festeggiare i suoi primi trent’anni il Tam si mette in mostra a Padova con Megaloop al Centro Culturale Altinate/san Gaetano, presentando la sua personalissima poetica in cui il corpo, la voce, la musica, la pittura digitale e la videoproiezione si intrecciano, dando origine a quel linguaggio ironico e onirico, sospeso tra immagine e suono, che segna i suoi lavori fin dagli esordi. L´intenzione di Riccardo Caldura, curatore della mostra insieme a Pierangela Allegro e Michele Sambin, non è di allestire una mostra storica, quanto piuttosto rimettere in scena e ridar vita ad alcuni tra i lavori più significativi di un vasto repertorio, una sorta di viaggio tra oggetti, partiture e disegni, foto di scena, video, e speciali postazioni multimediali. A sottolineare la vocazione di “officina” teatrale del Tam, che da anni organizza laboratori di arte scenica per i giovani, sarà affidato ad un gruppo di studenti del Dams di Padova il compito di fare da guida e da custodi dell’esposizione. Numerosi gli eventi collaterali: performance, conversazioni, visite guidate e un workshop sull’applicazione della pittura di luce, un dispositivo messo a punto da Sambin per disegnare e dipingere la scena in tempo reale, sostituendo gli impianti tradizionali con una forma illuminotecnica innovativa. Sempre in occasione della mostra verranno presentati la monografia di Tam Teatromusica fresca di stampa (a cura di Fernando Marchiori edita da Titivillus) e l’ Archivio Storico in Dvd realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Padova e Rovigo. In calendario tre giornate di incontri con gli autori, che affronteranno il tema della ricerca nel mondo delle arti: i critici teatrali Fernando Marchiori e Andrea Porcheddu, gli studiosi Antonio Attisani (Università di Torino), Cristina Grazioli (Università di Padova), Lorenzo Mango (Università di Napoli) e poi ancora Veniero Rizzardi (Centro d’Arte dell’Università di Padova) e Riccardo Caldura (Accademia di Belle Arti di Venezia) e tre serate in cui artisti di diversa generazione animeranno le sale espositive con azioni teatrali in stretto collegamento con le opere esposte. La Mostra organizzata dal Comune di Padova - Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Regione Veneto, si avvale di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Corso di Laurea Dams Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo Università di Padova Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Arteven Circuito Teatrale Regionale, Progetto Giovani del Comune di Padova. Michele Sambin (1951, Padova) regista, musicista e pittore conduce una ricerca che ha come tema il rapporto tra immagine e suono. Fin dai primi anni ´70 indirizza il proprio interesse all´incrocio tra le varie arti: cinema (suoi film sono stati inseriti nel 2009 nell’archivio storico del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma), musica (diplomato in musica elettronica nel 1975, suona il violoncello), video (suoi art tape presenti nel 2008 a Cà Foscari in Arte al bivio, Venezia negli anni sessanta e a Beijing, China per la mostra curata da Bruno di Marino in collaborazione con l’Istituto Italiano di cultura di Pechino), pittura. Nel 1980 con Pierangela Allegro e Laurent Dupont fonda il Tam Teatromusica, che diviene luogo di sintesi della sua ricerca. Cura regie, scene e musiche, sempre attento agli stimoli provenienti dalle nuove tecnologie, ma anche fortemente legato alle suggestioni della tradizione. Con il Tam realizza ad oggi più di 80 opere, cercando, nell´incontro tra i differenti ambiti espressivi, nuove ipotesi di scrittura scenica, attraverso una personale forma di "teatro totale". In ambito internazionale i suoi lavori con il Tam sono stati presentati a vari Festival Internazionali di Teatro: Bourges, Granada, Vienna, Hannover, Parigi, Zagabria, Gerusalemme, Budapest, Tunisi. In Italia i suoi spettacoli sono stati prodotti dal Teatro alla Scala, la Rai di Milano, Veneto Teatro, Santarcangelo dei teatri, Change Performing Arts, tra gli altri. Dal 2005 è docente, presso l’Università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia nel corso di studio in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale, con l’insegnamento di Storia della Videoarte. Per informazioni Megaloop. 30 anni di Tam Teatromusica Padova, Centro Culturale Altinate/san Gaetano 8 Maggio - 6 Giugno 2010 Mostra curata da Riccardo Caldura insieme a Pierangela Allegro e Michele Sambin Orario: 10-19. Chiuso il lunedì .Ingresso: libero www.Tamteatromusica.it  
   
   
CALDARO: DOMENICA 28 MARZO RIAPRE IL MUSEO DEL VINO  
 
Il Museo del vino, che ha sede a Caldaro, con le sue cantine e le sue vigne illustra la tradizione vinicola dell’Alto Adige. Nella cornice di una delle più note zone vinicole dell´Alto Adige, il Museo del vino, situato nel centro di Caldaro, offre un percorso per comprendere la storia ed il significato della viticoltura in questa terra. Le storiche volte della cantina racchiudono numerosi tesori: enormi botti, torchi, attrezzi tradizionali, bicchieri e bottiglie di vino introducono il visitatore a questo affascinante mondo. Nell’areale intorno al museo si trovano tipici filari di vitigni antichi e ormai rari. Su richiesta, i gruppi possono prenotare delle visite guidate con degustazione. Da aprile sono disponibili, su prenotazione, dei percorsi a tema studiati appositamente per le classi scolastiche. Nei mesi di luglio e agosto sono previste delle visite guidate gratuite in lingua italiana organizzate in collaborazione con l´Associazione turistica di Caldaro. Il Museo del vino riapre ai visitatori domenica 28 marzo con il seguente orario: da martedì a sabato dalle ore 10 alle 17, la domenica dalle ore 10 alle 12. Chiuso il lunedì. Il museo è aperto al pubblico fino all´11 novembre 2010. Per informazioni e prenotazioni: Museo provinciale del vino, via dell’Oro 1, Caldaro; Tel. E fax 0471 963168; web www.Museo-del-vino.it, e-mail museo-del-vino@museiprovinciali.It.  
   
   
LA MAGIA DELLA LUNA E DELLA NATURA  
 
Il 26 marzo - micro habitat al Parco Fluviale del Po - tratto torinese (Piemonte) Passeggiata Naturalistica Notturna Alla Scoperta Della "Biodiversita´ Conservata" E Degli Anfibi Nell´oasi Del Po Morto Escursione notturna condotta dagli accompagnatori naturalistici del Parco del Po Torinese, alla ricerca dei micro habitat in cui sopravvivono gli anfibi. Il ritrovo è alle ore 20.45 presso l´agriturismo Gai, Regione Ponte Po 22 a Carignano (To). Costo: gratuito. L´escursione sarà effettuata anche in caso di maltempo. L´iniziativa è organizzata in collaborazione col circolo di Legambiente "Il Platano" di Carignano e Villastellone. Informazioni: Tel. 01164880172 - E-mail: legambiente.Amicidelpo@gmail.com Altre info sul Parco del Po Torinese http://www.Parks.it/parco.po.to Dal 26 al 28 marzo - natura selvaggia al Parco Nazionale della Majella (Abruzzo) Wolfweekend Maestri di Escursionismo - Accompagnatori di M. Montagna iscritti all´elenco speciale del Collegio Regionale Guide Alpine d´Abruzzo vi accompagneranno per un intero weekend lungo i sentieri di caccia del Lupo, tra boschi, valli e creste del Parco Nazionale della Majella. Potrete incrociare, in assoluta sicurezza, le piste lasciate dai lupi durante gli spostamenti notturni e con un poco di fortuna ascoltarne gli ululati, per tornare a scaldarvi davanti al camino di un accogliente rifugio immerso nel bosco. Sarete ospitati nel piccolo Rifugio il Majo situato nel Comune di Cansano (L´aquila) nei pressi del secolare Bosco di S. Antonio, base ideale per tutte le escursioni nel versante Sw del parco. L´assistenza continua delle guide garantirà una assoluta sicurezza durante le escursioni e permetterà di approfondire la conoscenza sulle montagne d´Abruzzo. Info: Sito web: www.Majellatrekking.eu - E-mail: info@majellatrekking.Eu - Tel. 0864/40747 - mobile 348/2518329 oppure 320/8134997. Altre info sul Parco Nazionale della Majella http://www.Parks.it/parco.nazionale.majella Il 27 marzo - notturna al Parco delle Alpi Marittime (Piemonte) Ciaspolata Al Chiar Di Luna Escursione in notturna nel Vallone del Bousset da Entracque a Trinità. Al rientro cena al rifugio del Parco "Locanda del Sorriso". Per partecipare è necessario avere abbigliamento termico e una torcia elettrica. Prenotazioni entro le ore 15.00 del giorno precedente l´uscita all´Ufficio turistico di Entracque: Tel. 0171/978616. Altre info sul Parco delle Alpi Marittime http://www.Parks.it/parco.alpi.marittime Il 27 marzo - trekking o ciaspolata al Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone (Emilia-romagna) I Segreti Degli Animali Al Chiaro Di Luna Trekking o ciaspolata notturna (in presenza di neve) tra le praterie del Poranceto. Ritrovo alle ore 21.00 presso il Museo del Bosco di Poranceto - Camugnano (Bo), termine previsto alle ore 24.30 circa. Possibilità di cenare in foresteria alle ore 19.30, per prenotare contattare il 335/5344413. Costo dell´escursione: Euro 10.00 per gli adulti, Euro 5.00 per i minori di 14 anni, eventuale noleggio ciaspole Euro 5.00. Evento organizzato dalla Cooperativa Madreselva con il patrocinio del Parco dei Laghi. Prenotazione obbligatoria telefonando al 0534/46712, via mail promozione.Parcodeilaghi@cosea.bo.it oppure info@coopmadreselva.It Altre info sul Parco dei Laghi Suviana e Brasimone http://www.Parks.it/parco.suviana.brasimone Il 27 marzo - attività per i più piccoli al Parco Regionale Riviera di Ulisse (Lazio) Natura In Gioco Attività ludico/naturalistiche rivolte ai più piccoli immersi nella natura del Parco attraverso rivisitazioni di giochi noti i bambini impareranno a "leggere l´ambiente". Durata dell´attività: 2 ore. Gruppo: min 5, max 20 bambini. Contributo a persona: Euro 4.00. Appuntamento alle ore 10.00. A cura di Geo&bio Mediterranea, per ulteriori informazioni visitate il sito web: www.Geoebiomediterranea.it - Tel. 328/4574009 - E-mail: info@geoebiomediterranea.It Altre info sul Parco Riviera di Ulisse http://www.Parks.it/parco.riviera.ulisse Il 27 marzo - escursione notturna con ciaspole e scialpinismo al Parco dell´Alpe Veglia e dell´Alpe Devero (Piemonte) Magica Luna Piena Escursione notturna con ciaspole e scialpinismo, con ritrovo alle 18.00 al parcheggio a Maulone (Vb). Salita con accompagnatore al rifugio: disl. M 850, circa 3 ore (possibilità di noleggio ciaspole su prenotazione). Cena: antipasti, due secondi con polenta, vino, dolce, caffè e digestivo (Euro 20 per la cena oppure Euro 35 compreso il pernotto e la colazione). Dopo la cena veloce discesa con sci su pista battuta o pernotto al caldo in rifugio. Disponibili camere da 5/6 posti letto riscaldate e bagni in comune con acqua calda. Sacco lenzuolo obbligatorio o acquistabile in rifugio (Info: 340/8259234 oppure info@rifugiocrosta.It ) Prenotazione consigliata: Tel. 340/8259234 - Info: www.Rifugiocrosta.it Altre info sul Parco Alpe Veglia Devero http://www.Parks.it/parco.alpe.veglia.devero Il 28 marzo - panorami suggestivi al Parco Naturale Regionale dell´Antola (Liguria) Il Parco E L´alta Via Dei Monti Liguri Dal Passo del Portello, lungo l´Alta Via dei Monti Liguri, si raggiunge in breve la vetta del M. Lavagnola snodo orografico fra le valli Scrivia, Trebbia e Fontanabuona che, con i suoi 1118m, offre un panorama suggestivo sul Mar Ligure. Si prosegue il cammino in discesa raggiungendo dapprima la Cappella della Costa (con sosta per il pranzo) e infine lo storico Castello di Torriglia da poco restaurato dove sarà possibile la visita guidata al suo interno. Durata: giornata intera. Ritrovo a Torriglia (Ge), presso la sede del Parco. Costo: 11 Euro comprensivi di accompagnamento, trasporto Cst da Torriglia al Passo del Portello e ingresso al Castello (min. 15 partecipanti). Prenotazione obbligatoria entro le ore 13.00 del venerdì precedente l´escursione telefonando al numero 010/944175. Altre info sul Parco Antola http://www.Parks.it/parco.antola Il 28 marzo - con gli sci, alla scoperta del Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie (Friuli Venezia Giulia) Scialpinismo Sul Monte Poviz Gita scialpinistica senza particolari difficoltà che richiede comunque una buona padronanza degli sci (livello base). Ritrovo e ora: comunicati al momento dell´iscrizione. Durata: 8 ore. Quota individuale di partecipazione: Euro 30,00. Prenotazione entro le ore 17.00 di venerdì 26 marzo. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0433/53534. Altre info sul Parco delle Prealpi Giulie http://www.Parks.it/parco.prealpi.giulie Il 28 marzo - passeggiata per bambini al Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell´Abbadessa (Emilia-romagna) Visita Guidata Speleologica Al Buco Dei Vinchi Semplice passeggiata per bambini dai 4 ai 6 anni che si conclude con l´esplorazione di una piccola grotta, attrezzati con caschetti e luci in compagnia di Neronotte il pipistrello. Costi: 5 Euro a partecipante da corrispondere il giorno della visita. Ritrovo presso il parcheggio "La Palazza", Via Benassi - angolo Via La Palazza Ponticella di San Lazzaro di Savena (Bo). Per informazioni: Parco Gessi, Via Jussi 171 - 40068 Farneto - San Lazzaro di Savena (Bo) - Tel. 051/6254811 - www.Parcogessibolognesi.it Altre info sul Parco dei Gessi Bolognesi http://www.Parks.it/parco.gessi.bolognesi Il 28 marzo - pomeriggio nel bosco al Parco Naturale della Collina Torinese (Piemonte) Dove Sei Volpe Felix? Dove si è nascosta la piccola volpe? Superando le prove che ci ha preparato lungo il sentiero, andiamo insieme alla ricerca di questa nuova amica e lasciamoci guidare da lei nel suo mondo: il bosco. Questi gli ingredienti per trascorrere un pomeriggio speciale in un luogo speciale. Attività per famiglie con bambini di 2 e 3 anni. Dalle 15.30 alle 18.30 presso il Centro Visite del Parco Naturale della Collina Torinese. Quota: Prezzo intero Euro 5,00 adulti - Euro 5,00 bambini esclusivamente di 2 e 3 anni; Tessera Caleidoscopio Euro 4,00 adulti - Euro 4,00 bambini esclusivamente di 2 e 3 anni. Handicap fisico: non adatta; psichico: adatta; relazionale: adatta. Prenotazione obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni: Centro Visite del Parco Naturale della Collina Torinese - Tel./fax 011/8903667 - E-mail: cvparcosuperga@artefatto.Com Altre info sul Parco della Collina Torinese http://www.Parks.it/parco.collina.torinese  
   
   
PARCHI NATURALI TOSCANI  
 
La Regione sigla un protocollo d´intesa per sostenere tre progetti di Federparchi. Verde da 10 e lode: i parchi toscani avranno un centro studi In arrivo 360mila euro per finanziare anche l´evento «Parco libro» e un video Nell´anno che celebra la biodiversità cresce il ruolo dei parchi della Toscana. Con il protocollo d´intesa siglato oggi dal presidente della Regione e da quello di Federparchi, Giampiero Sammuri, la realtà del verde protetto toscano si arricchisce ulteriormente. Tre sono i progetti previsti nel prossimo triennio 2010-2012. Primo tra tutti un centro studi intitolato a Valerio Giacomini, noto naturalista e una delle massime personalità scientifiche italiane ed europee nel settore. Il centro - il primo di Federparchi in Italia di questo genere - comprenderà un archivio e una biblioteca aperta al pubblico e sarà capace di condurre attività di ricerca e studio sulle aree protette, promuovere iniziative di formazione e qualificazione per il personale che lavora nei parchi, oltre a elaborare una banca dati per uno screening sulle stesse aree protette. Il secondo p rogetto riguarda lo sviluppo della ormai nota iniziativa “Parco Libro”, evento dedicato a appuntamenti convegnistici, espositivi e di comunicazione che si svolge a Pisa dal 2007 e che dall´edizione di quest´anno (6-8 maggio alla Leopolda di Pisa) prevede una crescita degli spazi e delle risorse con particolare attenzione alla promozione dei temi della sostenibilità sociale economica e ambientale a livello locale, nazionale e internazionale. Il terzo progetto prevede la realizzazione di un video promozionale sui parchi regionali che avrà l´intento di far conoscere il grande patrimonio di cui può fregiarsi la Toscana. La Regione, oltre a garantire la sua collaborazione a Federparchi, con il protocollo d´intesa firmato oggi stabilisce di finanziare i progetti per i prossimi tre anni con 134mila euro nel 2010, 114mila nel 2011 e altrettanti nel 2012. Il presidente della Regione, dichiarandosi soddisfatto per l´accordo siglato og gi, ha sottolineato come la Toscana, che ha un sistema di parchi, nazionali, regionali e provinciali e di aree protette che la pone all’avanguardia in Italia, abbia il compito di preservare e valorizzare una simile ricchezza e debba puntare a farle fare continui salti di qualità. Da parte sua il presidente di Federparchi ha riconosciuto alla Toscana un ruolo d´eccellenza nel settore con i suoi 170 parchi tutti associati a Federparchi, realtà non comune in Italia. Questo grazie anche all´attenzione costante e al lavoro che l´amministrazione regionale, particolarmente sensibile, soprattutto negli ultimi dieci anni ha sempre dedicato al settore  
   
   
PARMA: CITTÀ D’ARTE  
 
Parma, città d´arte tra le più belle d´Italia, offre ai suoi cittadini ed ai turisti alcune motivazioni in più per scoprirla o riscoprirla e ciò grazie anche alle scelte progettuali della locale Fondazione Cariparma, che ha scelto di intervenire nel settore culturale con alcuni, precisi interventi che vanno ad incrementare il patrimonio culturale e l´offerta turistica della Città. Tra questi, l´informatizzazione di un percorso di visita e di approfondimento dei contenuti artistici oltre che architettonici del monumento simbolo di Parma, il medioevale Battistero della Cattedrale, capolavoro dell´Antelami. Grazie a questo nuovo strumento (che recupera anche un corpus di immagini storiche importantissimo), gli affreschi dell´interno del Battistero possono, oltre che essere ammirati nella loro strepitosa policromia e bellezza, venir meglio compresi nel significato religioso e teologico che sottese alla loro creazione. Con questo ulteriore investimento, la Fondazione completa il progetto di restauro e valorizzazione del monumento più noto della Città, progetto che trova origine tra il 1986 e il 1992 quando ebbe avvio il restauro integrale dell´edificio. Un secondo intervento ha consentito di recuperare a Parma quella che è considerata come una delle più ampie collezioni private al mondo di scarabei sigillo dell´antico Egitto. I 429 scarabei della collezione Magnarini, nota a livello internazionale, sono stati acquistati dalla Fondazione e concessi in comodato al Museo Nazionale Archeologico di Parma dove, sempre grazie ad un finanziamento della stessa Fondazione, sono ora esposti al pubblico nella Sala Egizia e possono, anche in questo caso grazie all´informatica, non solo essere ammirati ma anche studiati grazie ad approfondite schede di catalogo. Ancora una acquisizione, e anche questa volta tendente ad evitare il pericolo di dispersioni, ha riguardato la Biblioteca d´arte di Roberto Tassi, storico e critico d´arte tra i più importanti del recente Novecento. La biblioteca, una volta catalogata ed informatizzata, sarà posta a disposizione di tutti presso la Facoltà di Architettura dell´Università di Parma. Nel frattempo, in concomitanza con una mostra di tre degli artisti preferiti dal critico (Morlotti, Sutherland e Ruggeri), è stato pubblicato un volume (il ventesimo) della Collana di "Opere inedite di cultura" promossa dalla Facoltà di Architettura dell´Università degli Studi di Parma, ideata e curata da Ivo Iori. Il volume raccoglie i più significativi contributi critici di Tassi sui tre artisti presenti in mostra. La Fondazione sta poi creando le premesse per un grande evento espositivo e celebrativo tra Parma e Parigi, intorno alla figura di quella che per i parmensi resterà sempre "Babet", dal nomignolo che le diede suo padre, Luigi Xv di Francia, di cui fu la figlia primogenita e la più amata. Lei, Luisa Elisabetta di Borbone, fu donna di grande intelligenza, capace anche di divertita autoironia circa la propria non esattamente esile complessione. Andò sposa a Don Filippo di Borbone, Duca di Parma, fu madre di Isabella moglie di Giuseppe d´Asburgo, Imperatore d´Austria, e di Maria Luisa, moglie di Carlo Iv Re di Spagna. Abilissima diplomatica, gran tessitrice di rapporti e di matrimoni, fece della capitale del suo piccolo ducato, Parma, una capitale europea. Chiamò architetti, artisti e intellettuali francesi per dare un nuovo volto alla città e alle regge del territorio, da Colorno a Sala Baganza, con l´obiettivo di replicare qui i fasti della Versailles della sua infanzia dorata. 250 anni fa la scomparsa di Luisa Elisabetta di Borbone Parma, una ricorrenza che la Fondazione Cassa di Risparmio ha deciso appunto di ricordare con una serie di manifestazioni che hanno l´obiettivo di indagare un personaggio ancora poco approfondito dalla storiografia europea, oltre che del Ducato. Le celebrazioni, già avviate, avranno come prossime tappe la mostra "Fuochi di gioia e lacrime d´argento" che sarà allestita dal 11 aprile al 16 maggio 2010 a Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione. Vi si ammireranno pezzi scelti fra i disegni e le incisioni appartenenti alle collezioni della Fondazione, la riproduzione delle splendide incisioni acquerellate realizzate in occasione delle Feste nuziali celebrate a Parigi nel 1739, e disegni dei sontuosi apparati funebri, progettati da Petitot, in occasione delle esequie solenni di Parma del 27 marzo 1760 presso la Chiesa dell´Annunziata (sabato 27 marzo 2010 ricorrerà quindi il 250° anniversario delle esequie solenni promosse dalla corte). A giugno sarà la volta della visita a Parma dei maggiori specialisti francesi sul Settecento cui seguirà in autunno un grande convegno internazionale su Maria Elisabetta Borbone Parma. Tutte azioni di preparazione ad un grandioso evento espositivo con doppia sede, a Parigi e a Colorno.  
   
   
FERRARA: LUOGHI DI VALORE  
 
Mercoledì 24 marzo l’iniziativa Luoghi di valore, nata nel contesto dell’attività di studio e ricerca sul paesaggio della Fondazione Benetton Studi Ricerche, è stata presentata al Salone dell’Arte, del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali di Ferrara, nell’ambito dei “Dialoghi di architettura moderna”. Simonetta Zanon, responsabile del progetto per la Fondazione, ha illustrato lo spirito e l’articolazione dell’iniziativa, divenuta nei suoi primi tre anni di vita una vera e propria ricerca collettiva sul legame universale tra luogo e condizione umana, realizzata attraverso la segnalazione da parte di cittadini, studenti, insegnanti, studiosi, professionisti, enti e autorità pubbliche ecc. Di luoghi della provincia di Treviso per loro significativi. Ogni scelta viene sostenuta da una descrizione e da una spiegazione delle ragioni che l’hanno determinata. L’invito a presentare il progetto durante l’evento ferrarese testimonia il crescente interesse nazionale per Luoghi di valore. Come sottolineato dal supervisore scientifico Domenico Luciani, «la sempre maggiore attenzione suscitata nel corso delle edizioni, si può misurare in ambito locale con la qualità dei dibattiti pubblici e con le quasi novemila persone che hanno visitato le tre mostre fin qui allestite. Ma un riscontro lo si può registrare anche sul piano nazionale e internazionale. Oltre al numero crescente di inviti che interlocutori prestigiosi, tra i quali il Salone di Ferrara, ci rivolgono, alcune istituzioni intendono avviare iniziative analoghe in Italia e in altri paesi europei e tra queste è doveroso segnalare almeno il progetto della Municipalità di Granada Lugares de valor».  
   
   
COLFIORITO: 10 GRU NEL PARCO  
 
Un gruppo di 10 gru (Grus grus) sono state osservate, nei giorni scorsi, vicino al Parco di Colfiorito, nei campi dell’altopiano di Ricciano. Si tratta di grandi uccelli molto rari nella nostra Regione che si possono osservare in questo territorio esclusivamente durante le migrazioni: le zone umide e coltivate degli altopiani di Colfiorito rappresentano, infatti, un importante sito di sosta, come emerge anche dalle ripetute segnalazioni pervenute negli ultimi anni. Questa migrazione primaverile riguarda il lungo viaggio di questi grandi volatili che va dalle zone di svernamento africane a quelle di nidificazione dell’Europa settentrionale. La zona di Colfiorito risulta particolamente importante per la sosta e il riposo delle gru che poi, riposate, ripartono, riaffrontando il viaggio. Già in questo momento di sosta, le gru si preparano al corteggiamento facendo grandi figure e arruffando le piume in una sorta di esibizione veramente spettacolare, come hanno riferito gli avvistatori. Lo stormo delle 10 gru è stato osservato anche in perfetta formazione a V. Si suppone che ci sia stato il passaggio di più di un gruppo di volatili, in quanto già in precedenza era stato notato un altro gruppo di 7 grù. La Gru (Grus grus) è un volatile di grandi dimensioni, la cui apertura alare può rasentare i due metri e mezzo mentre la sua lunghezza (dalla punta del becco all’apice della coda) sfiora il metro e venti. È presente come nidificante nell’Europa settentrionale ed orientale, fino a raggiungere la Siberia in Asia. Le più importanti popolazioni europee sono concentrate in Russia (30.000-50.000 coppie) e in Svezia (10.000-15.000 cp). Specie essenzialmente migratrice, trascorre l’inverno nella penisola iberica (con importanti concentrazioni nella Laguna di Gallocanta, in Aragona, dove si contano fino ad alcune decine di migliaia di individui), nell’Africa settentrionale (compresi Sudan ed Etiopia) e nel Medio-oriente. Durante la stagione riproduttiva è legata a zone acquitrinose disperse tra le foreste; in inverno e nel corso delle migrazioni frequenta invece ambienti erbosi molto aperti, soprattutto di tipo naturale e semi-naturale, preferendo evitare le coltivazioni intensive. La sua dieta è basata principalmente su alimenti di origine vegetale, che vengono però integrati (soprattutto durante la nidificazione) da prede animali di piccole dimensioni. Monogama e territoriale nella stagione riproduttiva, nelle altre fasi del ciclo annuale diviene spiccatamente gregaria, formando grandi e vociferi stormi che durante il volo si dispongono solitamente in formazioni a V. In Italia è ormai estinta come nidificante da quasi un secolo: intorno al 1920 sono infatti scomparse le ultime coppie che si riproducevano nelle paludi del Veneto orientale. Un tempo, almeno in quelle zone, doveva però essere una specie relativamente comune: non a caso la cittadina di Portogruaro, al confine fra Veneto e Friuli, si fregia nel suo stemma di due gru, che ricorrono anche nel nome della località. Oggi in Italia è presente principalmente durante le migrazioni e (in misura molto minore) come specie svernante. È specialmente la migrazione autunnale (che culmina fra metà ottobre e metà dicembre) che interessa il nostro paese: stormi numerosi sorvolano soprattutto le regioni settentrionali, diretti in Spagna e nell’Africa Nord-occidentale dove trascorreranno l’inverno. L’umbria è interessata solo marginalmente dai movimenti di questa specie, che comunque viene osservata in modo regolare durante le migrazioni. Gli ambiti che sembrano maggiormente interessati a livello locale dal passaggio di gru sono gli altipiani della zona di Colfiorito e la valle del Tevere.  
   
   
CITTÀ SANT’ANGELO VILLAGE: TRANSUMANZA – I SEGNI DEL TEMPO - MOSTRA STORICO-DOCUMENTARIA - 20 MARZO / 9 MAGGIO  
 
È stata inaugurata al Città Sant’angelo Village la mostra storico-documentaria “Transumanza. I segni del tempo”, proposta dalla Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo e realizzata grazie alla partecipazione dell’Arssa, dell’Agrimercato d’Abruzzo e del company store. Il percorso espositivo proposto è una riedizione della mostra “Tratturi” realizzata nel 1989 dalla Soprintendenza e ampliata nel 2000. Arricchita dalla presenza di prodotti e manufatti rappresentativi dell’economia agro-pastorale, la mostra promuove una lettura nuova e diversa della civiltà della transumanza, questo periodico migrare di uomini e di armenti tra i pascoli della Puglia e dell’Abruzzo attraverso i tratturi, le interminabili vie d’erba che per secoli hanno visto il lento snodarsi delle greggi nei trasferimenti stagionali dalla pianura alla montagna e viceversa. Le principali novità rispetto alla mostra originaria sono la riproduzione di un arazzo cucito da Sandro Visca, “In itinere”; una riproduzione di una serigrafia di Remo Brindisi, “Pastorale”; la mostra didattica “La transumanza e la vita del pastore” realizzata dagli alunni della V A (a.S. 2005-2006) della scuola primaria “Gabriele d’Annunzio” di Francavilla, realizzata nell’ambito di un progetto curato dall’insegnante Luisa Miccoli; la partecipazione dei Parchi dì Abruzzo; e il coinvolgimento di Nino Di Fazio per la realizzazione del manifesto. Nei fine settimana, inoltre, nello spazio espositivo saranno proposti prodotti agroalimentari legati al mondo della pastorizia. Dalla ricerca archivistica e dall’analisi dei documenti nasce una rassegna fotografica e documentaria che rivista la tradizionale concezione della via di passaggio degli armenti e lo reinserisce nel territorio cui è strettamente correlato. Percorrendo un ampio itinerario, la mostra presenta infatti alcuni scorci delle principali direttrici della transumanza (L’aquila-foggia, Celano-foggia, Pescasseroli-candela) nel loro tracciato abruzzese, soffermandosi in particolare sul tratto Centurelle-motesecco nel territorio di Caporciano. Numerose immagini fotografiche mettono a confronto la situazione attuale con quella passata, testimoniata da un’abbondante cartografia storica. In particolare, nella mostra sono esposte le piante degli Atlanti delle Reintegre, le prime ricognizioni operate fin dal Xvi secolo per l’esatta misurazione delle superfici tratturali e delle aree pascolive. Gli stessi temi vengono presentati anche in un racconto filmico: un documentario didattico che ripercorre le fasi fondamentali di lavorazione della lana e del latte.  
   
   
PRATO (BASILICA CATTEDRALE DI SANTO STEFANO): PORTA DELLA LUCE  
 
La Porta della Luce, realizzata dal maestro Pino Spagnolo, è l’ultimo capolavoro di arte contemporanea che ha da poco arricchito la Basilica Cattedrale di Santo Stefano a Prato. L’opera di Spagnulo si inserisce all’interno del percorso artistico della Basilica di Prato accanto ai nomi più importanti della storia dell’arte dal medioevo ad oggi: dai capolavori di Andrea Della Robbia, Donatello, Michelozzo, Agnolo Gaddi, Giovanni Pisano, Maso di Bartolomeo, Mino da Fiesole, Antonio Rossellino, Ridolfo Ghirlandaio, Paolo Uccello, Benedetto da Maiano, fino a giungere alle celebre quanto straordinaria Cappella Maggiore con le Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista di Filippo Lippi. Unitamente ai capolavori dei maestri del passato la Cattedrale di Prato conserva significative e importanti opere di grandi autori del presente come Robert Morris di cui vi è l’altare in marmo bianco e l’imponete leggio che riproduce il mantello di Santo Stefano, cui la Chiesa è dedicata. La Cattedrale di Santo Stefano, le cui origini risalgono al V secolo, si sviluppò e crebbe di importanza nel corso dei secoli in parallelo allo sviluppo della città. Nel Trecento si avviarono molti lavori tra cui la costruzione della cappella della Cintola, la realizzazione della nuova facciata e il ciclo di affreschi all’interno della basilica ad opera di Agnolo Gaddi, Paolo Uccello e Filippo Lippi. Nel tempo la Cattedrale di Santo Stefano si è ampliata ed impreziosita grazie al cimento creativo di straordinari Maestri come Donatello che realizza per il Duomo il famoso pulpito per l´ostensione della Sacra Cintola, collocato sull´angolo esterno della Basilica. Nel parapetto del pulpito in marmo bianco Donatello ripropone le forme di un tempietto circolare con pilastrini scanalati che lo dividono in sette riquadri, all´interno dei quali si intreccia la danza dei gruppi di angeli festanti resi pittoricamente con lo stiacciato. Gli interventi di ampliamento in epoche successive non hanno modificato la struttura medievale della Basilica, nel 1534-50 fu aggiunta al transetto la cappella per il Santissimo Sacramento e nel ‘600 venne realizzato l’attuale presbiterio e le volte sulle tre navate. Altri interventi tardo manieristi e barocchi furono eliminati con i restauri del 1850-72 e con quelli del terzo decennio del Novecento. Fra i capolavori si annovera il celebre ciclo di affreschi della Cappella Maggiore realizzato da Filippo Lippi a partire dal 1452. Nella parete sinistra si trovano le scene dedicate alla vita di Santo Stefano mentre in quella di destra sono rappresentati gli episodi della storia di San Giovanni Battista. Sulle pareti spiccano le figure monumentali avvolte in vaporosi panneggi e di straordinaria bellezza ed eleganza, studiate a lungo da Michelangelo e molto apprezzate anche da Giorgio Vasari. Nell´ultima campata della navata sinistra, si trova la Cappella del Sacro Cingolo che conserva la Sacra Cintola, la cintura che, secondo antiche tradizioni, fu donata a San Tommaso dalla Vergine durante l´Assunzione, giunta a Prato nel Xii secolo grazie al pratese Michele che l’aveva ricevuta in dote sposando a Gerusalemme una donna di nome Maria. Gli affreschi della cappella con le Storie della Vergine e della Cintola straordinarie opere di Agnolo Gaddi del 1392, presentano una splendida veduta di Prato nella scena del Ritorno di Michele. Un elegante altare settecentesco con rilievo di Emilio Greco custodisce la Sacra Cintola, coronato dalla Madonna col Bambino di Giovanni Pisano. La cappella è protetta da una preziosa cancellata in bronzo con quadrilobi e fregi, opera di Maso di Bartolomeo e Pasquino da Montepulciano, rappresenta uno dei migliori esempi del genere conservatisi fin dal Rinascimento, Attigua alla Cattedrale, ricavato da in alcuni locali del Palazzo Vescovile, si trova il Museo dell´Opera del Duomo, in cui sono conservati importanti sculture, paramenti sacri, sezioni di polittici, dipinti dal Xiii agli inizi al Xvii. Fra le varie sale del Museo vi è quella del Pulpito dove si può ammirare il capolavoro di Donatello i cui rilievi vennero tolti dall´esterno nel 1970 a seguito delle cattive condizioni di conservazione e sostituiti con calchi. Passando attraverso le varie sale si giunge nell’area di scavo della zona semi interrata, realizzata per collegare la prima sezione del museo con le sale lungo il chiostro. Lo scavo ha consentito il recupero di resti ceramici – esposti nelle vetrine – dal periodo etrusco (Iv secolo a.C.) al Xv secolo e il ritrovamento di una sepoltura femminile del Ix secolo oltre che ai resti di due fornacette, forse da pane, del Ix-x secolo. Nell’area sottostante la cappella del Santissimo Sacramento in Cattedrale si trova l’Antiquarium, un vano a doppio volume coperto da volta a botte ribassata, originariamente utilizzato per le sepolture fino al Xviii secolo. Info: Basilica Cattedrale di Santo Stefano a Prato, Piazza del Duomo, Prato; Info e prenotazioni: Apt , piazza Duomo, 8, Prato, Tel - fax (+39) 057424112, info@pratoturismo.It, Orario dal lunedì al sabato 10.00-17.00; domenica 13.00 – 17.00; Museo dell´opera del Duomo di Prato, Piazza del Duomo, Prato, Tel. 0574 29339, Fax 0574 445084, musei.Diocesani@diocesiprato.it, Orario:dal lunedì al sabato 10.00-13.00 e 15.00-18.30; domenica e festivi 10.00-13.00. Chiuso il martedì.  
   
   
CAMPOGALLIANO (MO): UN MUSEO DA “DIECI”  
 
Non è il solito sconto comitiva. E’ un’opportunità per godersi un museo originale in famiglia o con gli amici, come se si stesse a casa propria! Il Museo della Bilancia di Campogalliano (Mo) invita ad entrare nelle sue sale in gruppo, in una formazione composta da 10 persone. E con questo numero magico l’ingresso è gratuito per tutti! E’ sufficiente telefonare e concordare il giorno e l’ora, che può essere anche serale. L’idea insolita per un party esclusivo, da dedicare all’approfondimento culturale e alla storia vista attraverso gli strumenti di misurazione del peso, dall’antichità ai giorni nostri. E fino al 9 maggio si può visitare anche la mostra: “Sguardi d’autore. Modenesi di peso”. I modenesi “di peso” hanno visitato il Museo e si sono presi un po’ di tempo per godersi con calma gli oggetti in esposizione. Ne hanno poi scelto uno, o più d’uno, e vi hanno costruito intorno un testo. Sono stati fotografati durante la visita da Giorgio Giliberti, che per ognuno ha creato un’immagine d’autore; sono stati intervistati e filmati e da qui hanno preso vita un libro e una mostra estremamente curiosa e divertente poiché grazie alla tecnologia senza tocco rende il visitatore protagonista. Per informazioni: Museo della Bilancia via Garibaldi 34 a – 41011 Campogalliano (Mo) Aperto sabato e festivi 10-12.30 15-18.30 (15.30-19 ora legale), dal lunedì al venerdì su richiesta 9 -12, sempre aperto su prenotazione, tel. 059-527133 - fax 059-527084 - e-mail: infomuseo@museodellabilancia.It - www.Museodellabilancia.it - www.Comune.campogalliano.mo.it  
   
   
SAN ROCCO DI FUSIGNANO (MUSEO CIVICO): MOSTRA DI DON CARMINE CANGINI - SABATO 3 APRILE 2010  
 
Sabato 3 Aprile 2010 alle ore 17,00 verrà inaugurata negli spazi del Museo Civico San Rocco di Fusignano (Ra) la mostra L’incanto nel Sacro che raccoglie alcune tra le più belle opere pittoriche di don Carmine Cangini: oltre trent’anni di vita pastorale come parroco a Seggio, piccola località nell’alta valle del Comune di Civitella di Romagna ed una grande passione: la pittura. Scrive nel catalogo della mostra don Aldo Budelacci, oggi parroco a Forlimpopoli e amico di don Carmine’ “un prete sempre in azione, pronto a sbrigar pratiche di pensioni, ricerca di lavoro per i suoi parrocchiani: di tutto si interessava don Carmine, percorrendo la Bidentina con la sua Moto Guzzi e poi con la ‘Cinquecento’. Oratore forbito; il calore delle sue omelie infuocate ben presto diventò anche colore nei suoi dipinti vivaci, comprensibili a tutti, frutti di meditazione e di preghiera. E così schizzano i colori su qualsiasi superficie piana in una attività ininterrotta, che conserva il sapore ingenuo accresciuto dalla contemplazione, dalla ricca umanità rigenerata, nella natura temprata dalla sofferenza delle stagioni, dai personaggi evangelici rivisitati e ritradotti, vivi di stupore e capaci di stupire”. Nella sua “verde Seggio” don Carmine trascorre ancora oggi lunghi periodi nel raccoglimento e nella pittura, “torre che mai crolla per il soffiare dei venti” e “ prete di trincea che mai ha abbandonato” come ama definirsi e dipinge opere d’infinito candore, ispirate agli episodi della vita di Cristo e per questa mostra ha realizzato sette nuove tele ispirate alla Pasqua di Resurrezione. Scrive Orlando Piraccini, curatore della mostra assieme a Paolo Trioschi : “La scelta del sacro come mezzo e come fine per comunicare può sembrare del tutto normale nel caso d’ un parroco che s’è scoperto pittore e si può anche immaginare che un così acceso fervore creativo sia stato alimentato dall’esercizio della sua stessa missione pastorale, certamente all’inizio ardua e piena d’insidie lassù, nella più remota collina; ma il linguaggio espressivo adottato da don Carmine, al quale non è certo ignota la tradizione iconografica dell’arte sacra, ha escluso fin dall’inizio ogni accento aulico, elevato o solenne, e che la linea pittorica sia stata tracciata con tanta libertà rappresentativa e da trepida umiltà esecutiva. Ma l’incanto di questa pittura, al di là della sua impronta arcaico-popolaresca sta nel trasognamento favolistico che la origina e che la distingue”. Visibile fino al 1° Maggio 2010, L’incanto nel Sacro, è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Fusignano, con la consulenza dell’Ibc regionale. Ed il patrocinio della Provincia, dell’Unione dei Comuni e del Sistema Musele della provincia. In sala sarà disponibile gratuitamente, un piccolo catalogo dedicato all’Artista- che presenzierà al momento inaugurale - introdotto da Don Aldo Budellacci . La mostra sarà visibile da Giovedì a Domenica e nei giorni festivi con orari di visita: 15-18 per i giorni feriali; 10,30-12 e 15-18 per i festivi. L’ingresso è gratuito Info: www.Comune.fusignano.ra.it. Urp 0545.955653-51621. Il Museo Civico San Rocco di Fusignano si trova in Via Monti, 5.  
   
   
PIEVASCIATA ( PARCO SCULTURE DEL CHIANTI - GALLERIA D’ARTE LA FORNACE): PRIMA MOSTRA IN EUROPA DEL PITTORE INDONESIANO BUDI UBRUX  
 
La prima esposizione in Europa del pittore indonesiano Budi Ubrux, classe 1968, che presenta un corpus di opere alla Galleria d’Arte La Fornace, prospiciente il Parco Sculture del Chianti. Con l’artista sarà presente l’Ambasciatore d’Indonesia in Italia Mohamed Oemar. Dodici oli su tela di grandi dimensioni compongono la mostra Paintings di Budi Ubrux, pittore che in Indonesia ha vissuto l’epoca dei tumulti sociali e politici dovuti alla grave crisi economico-finanziaria del 1997 e alla rivoluzione indonesiana del 1998 culminata con la fine del regime di Suharto. L’eccesso di informazione all’epoca aveva condotto la popolazione a un’indifferenza acritica, nutrita dai fiumi di parole dei giornali e dei media. "Era terribile", racconta Budi "la notizia di un massacro non sconvolgeva più le nostre anime". Da qui parte l’impulso dell’artista a realizzare tele il cui soggetto sono uomini e donne, ma anche oggetti, nascosti o strettamente incartati da giornali. Spiega la critica d’arte indonesiana Carla Bianpoen: Avvolte dalla testa ai piedi in fogli di giornale, le figure umane che compongono le folle nelle sue tele assumono l´aspetto di cadaveri. Sono corpi fasciati, pronti per essere sepolti, ma sembrano muoversi in modo inquietante, come cadaveri viventi. Che mondo è mai questo? Un sogno fantastico che attraverso un tunnel del tempo ci proietta in un futuro remoto dove le mummie si alzano e camminano, o piuttosto una rappresentazione degli incubi dell´artista? Ogni singola lettera, le immagini e i titoli dei giornali sono tutti dipinti a mano con meticolosità fenomenale. Ed ecco dunque opere come Talk Only (Solo Discorsi) che ritrae politici nell´arena avvolti dalle proprie frasi vuote. Ecco la solidarietà con la gente in Ratapan Dinding (Il Muro del Pianto), e la preoccupazione per l´impatto travolgente delle informazioni che traboccano dai giornali in The Trap (La Trappola), vero labirinto senza uscita. Ma è un’arte che contempla anche la speranza, come in Moment in Truth (Momento di Verità) in cui un nonno con il nipote, non più fasciati, hanno finalmente il volto scoperto. La Fornace Galleria d’Arte ospita una collezione unica di sculture contemporanee di vari artisti dall’Asia, Africa, Sud America ed Europa. Si trova in Toscana circa 10 km a nord di Siena in una vecchia fabbrica di terracotta, finemente ristrutturata e vincolata alla Soprintendenza ai Beni Culturali. Di fronte alla Galleria c’è il Parco Sculture del Chianti, mostra permanente all’aperto di 27 installazioni e sculture contemporanee. Le opere, di artisti internazionali e di vari materiali, sono immerse lungo un percorso di 1 km in un mistico bosco di querce e lecci, perfettamente integrate nella natura circostante. Novità del 2010 è il nuovo anfiteatro all’interno del Parco, in un’atmosfera molto suggestiva, nel quale da maggio a settembre hanno luogo concerti ed altri eventi culturali. Il Parco è aperto tutto l´anno. Info: La Fornace Galleria d’Arte, Tel. 0577-357151, info@solartgallery.It, www.Solartgallery.it, www.Chiantisculpturepark.it  
   
   
PARMA: WEEK-END CON IL FAI  
 
Tornano le “Giornate di primavera” del Fondo per l’ambiente italiano. Sabato 27 a Parma, alla scoperta degli scaloni monumentali dell’antica via dei Genovesi. Domenica 28 ai “Castelli del sale” di Bargone e Scipione Tornano sabato e domenica le Giornate Fai di Primavera, appuntamento ormai consueto con cui il Fondo per l’ambiente italiano invita alla scoperta dei tesori del territorio. Doppio l’appuntamento: sabato 27 a Parma, con un pomeriggio dedicato alle visite degli scaloni monumentali dell’antica via dei Genovesi (oggi via Farini) in palazzi privati che per il Fai si apriranno al pubblico, e domenica 28 alla scoperta dei “Castelli del sale”, a Bargone e Scipione, in un affascinante itinerario da Salsomaggiore alle Terre dei Pallavicino. L’iniziativa di Parma è realizzata dalla delegazione di Parma del Fai, grazie alla disponibilità dei proprietari dei palazzi. Gli eventi a Bargone e Scipione sono organizzati con la Provincia di Parma e con la Sezione parmense del Club Alpino Italiano, in accordo con il Comune di Salsomaggiore Terme, con il supporto di Banca Monte Parma e con la fondamentale collaborazione dei proprietari dei castelli. Le giornate Fai di primavera sono l’appuntamento che ormai da diciotto anni il Fai dà agli italiani: un appuntamento con le bellezze del nostro Paese, che si trasforma ogni volta in una profonda e collettiva manifestazione d’affetto, di orgoglio e di identità nazionale. Ed è una grande e ormai tradizionale festa popolare ambientata in siti particolari, spesso inaccessibili e segreti, eccezionalmente a disposizione del pubblico. “Mi piace sottolineare il valore dell’impegno del Fai nella tutela del nostro patrimonio”, ha detto nella presentazione di oggi al Parma Point il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, soffermandosi in particolare sugli appuntamenti di Scipione e Bargone: “Sono due castelli importanti con una storia che viene da lontano: rappresentano un patrimonio della provincia e del nostro paese. Anche questo è un modo per far conoscere ai cittadini un pezzo importante della nostra storia”. “In tutta Italia apriamo siti storici, monumentali, naturalistici per farli conoscere, perché la conoscenza fondamentale: vogliamo che tutto il paese sia permeato da una stessa e forte sensibilità nei confronti del nostro patrimonio. L’attività del Fai è quella di puntare i riflettori sulle bellezze che abbiamo, soprattutto su quelle che per tanti motivi, dalla scarsità di fondi alla negligenza, sono un po’ abbandonate, affinché vengano salvate dal degrado: e questo è fondamentale perché è un investimento per il nostro futuro”, ha aggiunto la responsabile della delegazione di Parma del Fai Laura Casalis. Convinto l’appoggio del Cai, coinvolto negli appuntamenti di Scipione e Bargone: “Noi siamo molto contenti di questa collaborazione con il Fai – ha osservato il presidente Guiduberto Galloni - anche perché la nostra non è solo un’associazione alpinistica: è un’associazione che promuove la cultura della montagna, tutto quello che è ambiente naturale e che in questo ambiente è contenuto. Uniamo la conoscenza dell’ambiente naturale con la conoscenza del patrimonio artistico, storico e architettonico, quindi svolgiamo un’attività anche culturale di promozione del territorio”. Per il proprietario del Castello di Scipione, Conte René von Holstein, la giornata del Fai “è un’iniziativa che valorizza il nostro territorio e non solo il castello di Scipione. Ci sta molto a cuore, e siamo molto lieti di poterla ospitare”. A Bargone saranno impegnati come ciceroni anche i ragazzi dell’Ipsaa Solari di Fidenza: “Abbiamo accolto molto volentieri questa iniziativa, che abbiamo considerato una proposta didattica. I nostri ragazzi – ha spiegato il docente Rodolfo Delmonte - sono pieni di entusiasmo”. Sostegno anche dal Comune di Salsomaggiore, “orgoglioso di poter partecipare – ha detto l’assessore all’Ambiente Tiziano Tanzi - anche per il rilievo del Fai e per il suo prezioso lavoro di tutela. In una realtà come la nostra, che ha una storia quasi tutta liberty, è molto importante recuperare una tradizione millenaria com’è quella dei castelli”. Sabato 27, Parma: le visite guidate agli scaloni dell’antica via dei Genovesi Dalle 15 alle 18,30 gli esperti Fai accompagneranno tutti gli interessati alla scoperta di alcuni gioielli parmigiani nascosti in palazzi privati: gli scaloni monumentali di Palazzo Meli Lupi Tarasconi, Palazzo Tondù Maraffi, Palazzo ex Baiardi-rosazza (ora Carmi), Palazzo Cantelli, Palazzo Pallavicino. Il ritrovo è fissato alle 15 a Palazzo Meli Lupi Tarasconi (via Farini, 37) per cominciare il primo giro. Per tutto il pomeriggio in tutti i palazzi ci sarà comunque sempre un “cicerone Fai” ad accogliere e guidare i visitatori. Domenica 28, Bargone e Scipione Alla scoperta dei castelli del sale, in un affascinante itinerario da Salsomaggiore alle Terre dei Pallavicino: ai Castelli di Bargone e Scipione, gentilmente messi a disposizione dei proprietari, e alle saline farnesiane di Salsominore. La giornata prevede un programma specifico per gli escursionisti e uno per i visitatori, che potranno non solo apprezzare i due castelli e le aree circostanti ma anche gustare prodotti tipici del territorio. Al Castello di Bargone, dalle 11 alle 13, e al Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino, dalle 14 alle 18.30, visite guidate, intrattenimenti ed enogastronomia. L’escursione (curata dal Cai) e le visite guidate sono gratuite. La prenotazione all’escursione è obbligatoria anche per chi partecipa con mezzi propri. La Sezione Cai di Parma mette a disposizione un pullman con partenza da Parma. Ritrovo ore 8,30 e partenza ore 8,45 al Palasport in Via Silvio Pellico, costo 10 euro. Per il pullman, prenotazione obbligatoria al Cai di Parma (Viale Piacenza, 40 - mercoledì, venerdì e sabato 17.30/19.30; giovedì 21/22.30): tel. 0521-1995241, e-mail caiparma@hotmail.Com) Informazioni e prenotazioni: Parma Turismi: tel. 0521-228152, fax 0521-223161 e-mail info@parmaturismi.It  
   
   
CATANZARO (MUSEO MARCA): ALESSANDRO MENDINI ALCHIMIE. DAL CONTRODESIGN ALLE NUOVE UTOPIE - 11 APRILE / 25 LUGLIO 2010  
 
Il museo Marca di Catanzaro si apre al design e all’architettura con un’ampia retrospettiva dedicata a Alessandro Mendini, architetto e designer tra i più celebri a livello internazionale. Oltre 70 le opere esposte in un percorso che comprende dipinti, sculture, mobili, oggetti, schizzi e progetti con alcune testimonianze inedite o mai viste prima d’ora in Italia. Ne emerge un’indagine esaustiva dell’attività svolta negli ultimi quarant’anni dove, accanto alle opere più famose di Mendini, si evidenzia la componente maggiormente sperimentale e meno conosciuta del suo lavoro. Mendini ha con il Marca un rapporto di proficua collaborazione iniziato nel 2009 con la creazione di nuovi ambienti all’interno della struttura museale come lo spazio d’ingresso, il bookshop e la sala lettura. La mostra è a cura di Alberto Fiz. Catalogo Electa.  
   
   
BELLINZONA (GALLERIA IL POZZO): MOSTRA DI ELENA BORDOLI – ARMONIE - 16 APRILE / 2 MAGGIO 2010  
 
Elena Bordoli espone per la prima volta una bella serie di quadri dipinti su tavola di legno, dove la ricerca d’armonia è l’indiscussa protagonista. La mostra, curata da Luigi Cavadini, è ben riassunta nel titolo Armonie e sarà presentata a Bellinzona negli spazi della Galleria Il Pozzo, interessante progetto di animazione culturale coordinato dall´Ente Turistico di Bellinzona e dintorni in collaborazione con la Società Bancaria Ticinese e l´Immobiliare Castelgrande. I quadri rappresentano una sintesi artistica narrata con la semplicità di un decoro, espressa in un’immagine classica come un vaso di fiori appena raccolti, appoggiato in casa; e la casa che - intuiamo - è allegra, colorata e accogliente. I toni di colore e le forme dei motivi, disegnati tutti a pennello con colori acrilici su tavola di legno, sembra esistano nella loro essenza, valorizzati anche da un gioco di contrasti, ben visibile sia nell’utilizzo della polvere d’alluminio che del feltro industriale indurito con una particolare tecnica, intagliato, ricamato, a volte fosforescente. “Questo insieme di lavori - scrive l’artista – vorrei riuscisse a raccontare il percorso di una mia ricerca di equilibrio e di armonia illustrato con un linguaggio di apparente semplicità. Le Prospettive sono nate come visione onirica: le varianti e i punti prospettici sono differenti e la rigidità è rotta dai rametti dipinti con polvere d´alluminio. Le tavole de Il Vaso ricevono forza soprattutto da uno spazio libero orizzontale. I piani prospettici sono annullati ed è stata privilegiata la plasticità del vaso. All´inizio il fiore doveva esserci, ma ha poi perso importanza. M´illumino, invece, il fiore l´ha proprio voluto, con carattere deciso, dialogando tuttavia col fondo; il feltro intagliato, indurito e dipinto con polvere fosforescente, la sera o nel buio continua ad irradiare luce. Il Gioco, puro divertimento decorativo, è costituito da una ventina di lavori che propongono sottili suggestioni: simili ma mai uguali. Nelle tavole più recenti il motivo esce dalla cornice, quasi come in una danza: nella serie Mono-tono gioca con il vaso di feltro applicato, in Interno Profondo l’ombra in rilievo della finestra di feltro non lo trattiene.” L’inaugurazione è prevista per il 16 aprile alle ore 18:00. La mostra sarà aperta al pubblico dal 16 aprile al 2 maggio nei seguenti orari: giovedì dalle 16:00 alle 19:00, venerdì e sabato dalle 11:00 alle 18:00, domenica dalle 9:30 alle 14:00.