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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Luglio 2004
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I MINISTRI OLANDESI DICHIARANO FIDUCIOSI: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA SARANNO RAGGIUNTE  
 
Milano, 8 luglio 2004 - 'Il problema in Europa è che abbiamo una crisi strutturale, ma non ci rendiamo conto dell'urgenza', ha detto il ministro olandese dell'Economia Laurens-jan Brinkhorst. La Presidenza olandese intende quindi dare la sveglia al continente e introdurre una massa di cambiamenti. Parlando delle priorità della Presidenza nel settore della ricerca, Brinkhorst e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza hanno dichiarato al Notiziario Cordis di sentirsi ottimisti quanto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti. 'Le priorità di ricerca della Presidenza sono state fissate nel dicembre 2002, in una riunione tra le università olandesi e il Commissario Busquin', ha spiegato van der Hoeven. 'E da allora non sono cambiate. Vedo buone opportunità di fare qualcosa in proposito nel corso della nostra Presidenza e sono sicura che raggiungeremo i nostri obiettivi'. Brinkhorst ha confermato, aggiungendo che entrambi si erano preparati per la Presidenza da oltre un anno. 'Vogliamo imporre uno standard. La nostra ambizione è quella di creare una sorta di banco di prova per le altre Presidenze olandesi. Si tratta di qualcosa che richiede molto lavoro, ma lo merita. Lo facciamo a tutto vantaggio dell'Europa'. Le priorità della ricerca per il semestre di Presidenza olandese sono la promozione della ricerca fondamentale con la possibile creazione di un Consiglio europeo per la ricerca (Cer); il miglioramento della base di capitale umano, il miglioramento della cooperazione europea nel campo delle infrastrutture di ricerca, le Piccole e medie imprese (Pmi) e le piattaforme per la tecnologie europee, hanno spiegato i ministri. Parlando del Consiglio europeo per la ricerca, la sig.Ra van de Hoeven ha confidato al Notiziario Cordis di essere rimasta stupefatta per l'ampio sostegno riscosso dall'idea nel corso del Consiglio informale Competitività del 1° luglio. 'Sono veramente lieta di vedere che i ministri avvertono l'urgenza di esprimere le loro idee e suggerimenti a proposito delle condizioni da soddisfare riguardo al quadro giuridico, la questione della trasparenza e la nozione di eccellenza quale base per selezionare ed offrire opportunità ai migliori ricercatori in Europa', ha dichiarato. 'Siamo tutti d'accordo che il Cer dovrebbe essere un piccolo consiglio con quanta meno burocrazia e regolamenti possibile. Farne qualcosa di semplice e trasparente è vitale'. La ricerca fondamentale, ha insistito la sig.Ra van der Hoeven, è tanto necessaria al panorama della ricerca europea quanto quella applicata, e il Settimo programma quadro (7Pq) deve garantire che le due estremità della scala ottengano entrambe l'attenzione che meritano. Secondo il ministro, industria e ricerca fondamentale hanno bisogno l'una dell'altra: 'La ricerca fondamentale è importante in sé, ma lo è anche per l'industria e l'innovazione. Quindi non si parla nemmeno di scegliere tra ricerca di base o applicata. Dobbiamo finanziarle tutte e due'. La sig.Ra van der Hoeven ha espresso soddisfazione per il fatto che il concetto di Cer abbia riscosso un ampio sostegno sia politico che scientifico. 'Sono assai compiaciuta delle osservazione fatte dal Commissario Busquin a proposito di questo punto. Busquin è veramente impaziente di mettere il tutto in prima linea, non solo nell'agenda del Consiglio Competitività di novembre, ma addirittura magari già in quello di settembre', ha aggiunto. Passando all'argomento Iter, la sig.Ra van der Hoeven ha detto al Notiziario Cordis che era stato introdotto dopo la fine dell'incontro informale. 'La situazione è che noi procederemo attenendoci alla procedura ordinaria della Comunità. Cosa accadrà dopo dipende realmente da se i nostri amici americani e giapponesi diranno qualcosa di più di quanto hanno detto fino ad ora'. Tutti i ministri, ha detto, hanno espresso il desiderio di inserire la questione nell'agenda dell'incontro del Consiglio del 24 settembre. Quanto alla valutazione a medio termine dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6Pq) condotta dal gruppo ad alto livello di Ramon Marimon e da lui presentata al Consiglio Competitività del 3 luglio, il sig. Brinkhorst ha spiegato che la relazione conteneva 12 raccomandazioni per un programma quadro più efficiente. 'Noi speriamo di conseguire l'attuazione di almeno sei di esse', ha confidato Brinkhorst. 'C'è un paragone interessante da fare con Eureka. Eureka impiega la metà del tempo per fare la valutazione sussidiaria. Il nostro modello dovrebbe essere questo'. I due ministri sono sembrati impegnati a fare della Presidenza olandese un sinonimo di competitività e innovazione accresciute per l'Europa. Ma hanno convenuto entrambi che si delinea uno scoglio potenziale, ed è quello del brevetto comunitario. 'Il brevetto comunitario è un bisogno reale per l'Europa. Se vogliamo veramente migliorare la competitività e l'interazione tra la ricerca pubblica, l'infrastruttura e l'impresa privata dobbiamo risolvere il problema del brevetto comunitario', ha detto la sig.Ra van der Hoeven. 'Tuttavia', ha aggiunto il sig. Brinkhorst, 'abbiamo il problema non solo delle lingue, ma anche dei produttori di brevetti e dei consumatori di brevetti, che va risolto. Dobbiamo veramente trovare un equilibrio tra i due'. Poiché l'argomento è stato già trattato, e a lungo, il ministro dell'Economia olandese ha optato per non inserirlo dell'agenda del Consiglio Competitività, a meno che non si delinei una soluzione. 'Abbiamo deciso che avrò contatti bilaterali con i vari Stati membri. Sull'argomento vogliamo il successo, non una reiterazione di fallimenti. Lo metteremo nell'agenda solo se intravederemo una possibilità di soluzione', ha concluso Brinkhorst. Infolink: http://www.Cordis.lu/netherlands/home.html  http://www.Eu2004.nl/  
   
   
I MINISTRI OLANDESI DICHIARANO FIDUCIOSI: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA SARANNO RAGGIUNTE  
 
Milano, 8 luglio 2004 - 'Il problema in Europa è che abbiamo una crisi strutturale, ma non ci rendiamo conto dell'urgenza', ha detto il ministro olandese dell'Economia Laurens-jan Brinkhorst. La Presidenza olandese intende quindi dare la sveglia al continente e introdurre una massa di cambiamenti. Parlando delle priorità della Presidenza nel settore della ricerca, Brinkhorst e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza hanno dichiarato al Notiziario Cordis di sentirsi ottimisti quanto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti. 'Le priorità di ricerca della Presidenza sono state fissate nel dicembre 2002, in una riunione tra le università olandesi e il Commissario Busquin', ha spiegato van der Hoeven. 'E da allora non sono cambiate. Vedo buone opportunità di fare qualcosa in proposito nel corso della nostra Presidenza e sono sicura che raggiungeremo i nostri obiettivi'. Brinkhorst ha confermato, aggiungendo che entrambi si erano preparati per la Presidenza da oltre un anno. 'Vogliamo imporre uno standard. La nostra ambizione è quella di creare una sorta di banco di prova per le altre Presidenze olandesi. Si tratta di qualcosa che richiede molto lavoro, ma lo merita. Lo facciamo a tutto vantaggio dell'Europa'. Le priorità della ricerca per il semestre di Presidenza olandese sono la promozione della ricerca fondamentale con la possibile creazione di un Consiglio europeo per la ricerca (Cer); il miglioramento della base di capitale umano, il miglioramento della cooperazione europea nel campo delle infrastrutture di ricerca, le Piccole e medie imprese (Pmi) e le piattaforme per la tecnologie europee, hanno spiegato i ministri. Parlando del Consiglio europeo per la ricerca, la sig.Ra van de Hoeven ha confidato al Notiziario Cordis di essere rimasta stupefatta per l'ampio sostegno riscosso dall'idea nel corso del Consiglio informale Competitività del 1° luglio. 'Sono veramente lieta di vedere che i ministri avvertono l'urgenza di esprimere le loro idee e suggerimenti a proposito delle condizioni da soddisfare riguardo al quadro giuridico, la questione della trasparenza e la nozione di eccellenza quale base per selezionare ed offrire opportunità ai migliori ricercatori in Europa', ha dichiarato. 'Siamo tutti d'accordo che il Cer dovrebbe essere un piccolo consiglio con quanta meno burocrazia e regolamenti possibile. Farne qualcosa di semplice e trasparente è vitale'. La ricerca fondamentale, ha insistito la sig.Ra van der Hoeven, è tanto necessaria al panorama della ricerca europea quanto quella applicata, e il Settimo programma quadro (7Pq) deve garantire che le due estremità della scala ottengano entrambe l'attenzione che meritano. Secondo il ministro, industria e ricerca fondamentale hanno bisogno l'una dell'altra: 'La ricerca fondamentale è importante in sé, ma lo è anche per l'industria e l'innovazione. Quindi non si parla nemmeno di scegliere tra ricerca di base o applicata. Dobbiamo finanziarle tutte e due'. La sig.Ra van der Hoeven ha espresso soddisfazione per il fatto che il concetto di Cer abbia riscosso un ampio sostegno sia politico che scientifico. 'Sono assai compiaciuta delle osservazione fatte dal Commissario Busquin a proposito di questo punto. Busquin è veramente impaziente di mettere il tutto in prima linea, non solo nell'agenda del Consiglio Competitività di novembre, ma addirittura magari già in quello di settembre', ha aggiunto. Passando all'argomento Iter, la sig.Ra van der Hoeven ha detto al Notiziario Cordis che era stato introdotto dopo la fine dell'incontro informale. 'La situazione è che noi procederemo attenendoci alla procedura ordinaria della Comunità. Cosa accadrà dopo dipende realmente da se i nostri amici americani e giapponesi diranno qualcosa di più di quanto hanno detto fino ad ora'. Tutti i ministri, ha detto, hanno espresso il desiderio di inserire la questione nell'agenda dell'incontro del Consiglio del 24 settembre. Quanto alla valutazione a medio termine dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6Pq) condotta dal gruppo ad alto livello di Ramon Marimon e da lui presentata al Consiglio Competitività del 3 luglio, il sig. Brinkhorst ha spiegato che la relazione conteneva 12 raccomandazioni per un programma quadro più efficiente. 'Noi speriamo di conseguire l'attuazione di almeno sei di esse', ha confidato Brinkhorst. 'C'è un paragone interessante da fare con Eureka. Eureka impiega la metà del tempo per fare la valutazione sussidiaria. Il nostro modello dovrebbe essere questo'. I due ministri sono sembrati impegnati a fare della Presidenza olandese un sinonimo di competitività e innovazione accresciute per l'Europa. Ma hanno convenuto entrambi che si delinea uno scoglio potenziale, ed è quello del brevetto comunitario. 'Il brevetto comunitario è un bisogno reale per l'Europa. Se vogliamo veramente migliorare la competitività e l'interazione tra la ricerca pubblica, l'infrastruttura e l'impresa privata dobbiamo risolvere il problema del brevetto comunitario', ha detto la sig.Ra van der Hoeven. 'Tuttavia', ha aggiunto il sig. Brinkhorst, 'abbiamo il problema non solo delle lingue, ma anche dei produttori di brevetti e dei consumatori di brevetti, che va risolto. Dobbiamo veramente trovare un equilibrio tra i due'. Poiché l'argomento è stato già trattato, e a lungo, il ministro dell'Economia olandese ha optato per non inserirlo dell'agenda del Consiglio Competitività, a meno che non si delinei una soluzione. 'Abbiamo deciso che avrò contatti bilaterali con i vari Stati membri. Sull'argomento vogliamo il successo, non una reiterazione di fallimenti. Lo metteremo nell'agenda solo se intravederemo una possibilità di soluzione', ha concluso Brinkhorst. Infolink: http://www.Cordis.lu/netherlands/home.html  http://www.Eu2004.nl/  
   
   
I MINISTRI OLANDESI DICHIARANO FIDUCIOSI: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA SARANNO RAGGIUNTE  
 
Milano, 8 luglio 2004 - 'Il problema in Europa è che abbiamo una crisi strutturale, ma non ci rendiamo conto dell'urgenza', ha detto il ministro olandese dell'Economia Laurens-jan Brinkhorst. La Presidenza olandese intende quindi dare la sveglia al continente e introdurre una massa di cambiamenti. Parlando delle priorità della Presidenza nel settore della ricerca, Brinkhorst e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza hanno dichiarato al Notiziario Cordis di sentirsi ottimisti quanto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti. 'Le priorità di ricerca della Presidenza sono state fissate nel dicembre 2002, in una riunione tra le università olandesi e il Commissario Busquin', ha spiegato van der Hoeven. 'E da allora non sono cambiate. Vedo buone opportunità di fare qualcosa in proposito nel corso della nostra Presidenza e sono sicura che raggiungeremo i nostri obiettivi'. Brinkhorst ha confermato, aggiungendo che entrambi si erano preparati per la Presidenza da oltre un anno. 'Vogliamo imporre uno standard. La nostra ambizione è quella di creare una sorta di banco di prova per le altre Presidenze olandesi. Si tratta di qualcosa che richiede molto lavoro, ma lo merita. Lo facciamo a tutto vantaggio dell'Europa'. Le priorità della ricerca per il semestre di Presidenza olandese sono la promozione della ricerca fondamentale con la possibile creazione di un Consiglio europeo per la ricerca (Cer); il miglioramento della base di capitale umano, il miglioramento della cooperazione europea nel campo delle infrastrutture di ricerca, le Piccole e medie imprese (Pmi) e le piattaforme per la tecnologie europee, hanno spiegato i ministri. Parlando del Consiglio europeo per la ricerca, la sig.Ra van de Hoeven ha confidato al Notiziario Cordis di essere rimasta stupefatta per l'ampio sostegno riscosso dall'idea nel corso del Consiglio informale Competitività del 1° luglio. 'Sono veramente lieta di vedere che i ministri avvertono l'urgenza di esprimere le loro idee e suggerimenti a proposito delle condizioni da soddisfare riguardo al quadro giuridico, la questione della trasparenza e la nozione di eccellenza quale base per selezionare ed offrire opportunità ai migliori ricercatori in Europa', ha dichiarato. 'Siamo tutti d'accordo che il Cer dovrebbe essere un piccolo consiglio con quanta meno burocrazia e regolamenti possibile. Farne qualcosa di semplice e trasparente è vitale'. La ricerca fondamentale, ha insistito la sig.Ra van der Hoeven, è tanto necessaria al panorama della ricerca europea quanto quella applicata, e il Settimo programma quadro (7Pq) deve garantire che le due estremità della scala ottengano entrambe l'attenzione che meritano. Secondo il ministro, industria e ricerca fondamentale hanno bisogno l'una dell'altra: 'La ricerca fondamentale è importante in sé, ma lo è anche per l'industria e l'innovazione. Quindi non si parla nemmeno di scegliere tra ricerca di base o applicata. Dobbiamo finanziarle tutte e due'. La sig.Ra van der Hoeven ha espresso soddisfazione per il fatto che il concetto di Cer abbia riscosso un ampio sostegno sia politico che scientifico. 'Sono assai compiaciuta delle osservazione fatte dal Commissario Busquin a proposito di questo punto. Busquin è veramente impaziente di mettere il tutto in prima linea, non solo nell'agenda del Consiglio Competitività di novembre, ma addirittura magari già in quello di settembre', ha aggiunto. Passando all'argomento Iter, la sig.Ra van der Hoeven ha detto al Notiziario Cordis che era stato introdotto dopo la fine dell'incontro informale. 'La situazione è che noi procederemo attenendoci alla procedura ordinaria della Comunità. Cosa accadrà dopo dipende realmente da se i nostri amici americani e giapponesi diranno qualcosa di più di quanto hanno detto fino ad ora'. Tutti i ministri, ha detto, hanno espresso il desiderio di inserire la questione nell'agenda dell'incontro del Consiglio del 24 settembre. Quanto alla valutazione a medio termine dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6Pq) condotta dal gruppo ad alto livello di Ramon Marimon e da lui presentata al Consiglio Competitività del 3 luglio, il sig. Brinkhorst ha spiegato che la relazione conteneva 12 raccomandazioni per un programma quadro più efficiente. 'Noi speriamo di conseguire l'attuazione di almeno sei di esse', ha confidato Brinkhorst. 'C'è un paragone interessante da fare con Eureka. Eureka impiega la metà del tempo per fare la valutazione sussidiaria. Il nostro modello dovrebbe essere questo'. I due ministri sono sembrati impegnati a fare della Presidenza olandese un sinonimo di competitività e innovazione accresciute per l'Europa. Ma hanno convenuto entrambi che si delinea uno scoglio potenziale, ed è quello del brevetto comunitario. 'Il brevetto comunitario è un bisogno reale per l'Europa. Se vogliamo veramente migliorare la competitività e l'interazione tra la ricerca pubblica, l'infrastruttura e l'impresa privata dobbiamo risolvere il problema del brevetto comunitario', ha detto la sig.Ra van der Hoeven. 'Tuttavia', ha aggiunto il sig. Brinkhorst, 'abbiamo il problema non solo delle lingue, ma anche dei produttori di brevetti e dei consumatori di brevetti, che va risolto. Dobbiamo veramente trovare un equilibrio tra i due'. Poiché l'argomento è stato già trattato, e a lungo, il ministro dell'Economia olandese ha optato per non inserirlo dell'agenda del Consiglio Competitività, a meno che non si delinei una soluzione. 'Abbiamo deciso che avrò contatti bilaterali con i vari Stati membri. Sull'argomento vogliamo il successo, non una reiterazione di fallimenti. Lo metteremo nell'agenda solo se intravederemo una possibilità di soluzione', ha concluso Brinkhorst. Infolink: http://www.Cordis.lu/netherlands/home.html  http://www.Eu2004.nl/  
   
   
I MINISTRI OLANDESI DICHIARANO FIDUCIOSI: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA SARANNO RAGGIUNTE  
 
Milano, 8 luglio 2004 - 'Il problema in Europa è che abbiamo una crisi strutturale, ma non ci rendiamo conto dell'urgenza', ha detto il ministro olandese dell'Economia Laurens-jan Brinkhorst. La Presidenza olandese intende quindi dare la sveglia al continente e introdurre una massa di cambiamenti. Parlando delle priorità della Presidenza nel settore della ricerca, Brinkhorst e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza hanno dichiarato al Notiziario Cordis di sentirsi ottimisti quanto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti. 'Le priorità di ricerca della Presidenza sono state fissate nel dicembre 2002, in una riunione tra le università olandesi e il Commissario Busquin', ha spiegato van der Hoeven. 'E da allora non sono cambiate. Vedo buone opportunità di fare qualcosa in proposito nel corso della nostra Presidenza e sono sicura che raggiungeremo i nostri obiettivi'. Brinkhorst ha confermato, aggiungendo che entrambi si erano preparati per la Presidenza da oltre un anno. 'Vogliamo imporre uno standard. La nostra ambizione è quella di creare una sorta di banco di prova per le altre Presidenze olandesi. Si tratta di qualcosa che richiede molto lavoro, ma lo merita. Lo facciamo a tutto vantaggio dell'Europa'. Le priorità della ricerca per il semestre di Presidenza olandese sono la promozione della ricerca fondamentale con la possibile creazione di un Consiglio europeo per la ricerca (Cer); il miglioramento della base di capitale umano, il miglioramento della cooperazione europea nel campo delle infrastrutture di ricerca, le Piccole e medie imprese (Pmi) e le piattaforme per la tecnologie europee, hanno spiegato i ministri. Parlando del Consiglio europeo per la ricerca, la sig.Ra van de Hoeven ha confidato al Notiziario Cordis di essere rimasta stupefatta per l'ampio sostegno riscosso dall'idea nel corso del Consiglio informale Competitività del 1° luglio. 'Sono veramente lieta di vedere che i ministri avvertono l'urgenza di esprimere le loro idee e suggerimenti a proposito delle condizioni da soddisfare riguardo al quadro giuridico, la questione della trasparenza e la nozione di eccellenza quale base per selezionare ed offrire opportunità ai migliori ricercatori in Europa', ha dichiarato. 'Siamo tutti d'accordo che il Cer dovrebbe essere un piccolo consiglio con quanta meno burocrazia e regolamenti possibile. Farne qualcosa di semplice e trasparente è vitale'. La ricerca fondamentale, ha insistito la sig.Ra van der Hoeven, è tanto necessaria al panorama della ricerca europea quanto quella applicata, e il Settimo programma quadro (7Pq) deve garantire che le due estremità della scala ottengano entrambe l'attenzione che meritano. Secondo il ministro, industria e ricerca fondamentale hanno bisogno l'una dell'altra: 'La ricerca fondamentale è importante in sé, ma lo è anche per l'industria e l'innovazione. Quindi non si parla nemmeno di scegliere tra ricerca di base o applicata. Dobbiamo finanziarle tutte e due'. La sig.Ra van der Hoeven ha espresso soddisfazione per il fatto che il concetto di Cer abbia riscosso un ampio sostegno sia politico che scientifico. 'Sono assai compiaciuta delle osservazione fatte dal Commissario Busquin a proposito di questo punto. Busquin è veramente impaziente di mettere il tutto in prima linea, non solo nell'agenda del Consiglio Competitività di novembre, ma addirittura magari già in quello di settembre', ha aggiunto. Passando all'argomento Iter, la sig.Ra van der Hoeven ha detto al Notiziario Cordis che era stato introdotto dopo la fine dell'incontro informale. 'La situazione è che noi procederemo attenendoci alla procedura ordinaria della Comunità. Cosa accadrà dopo dipende realmente da se i nostri amici americani e giapponesi diranno qualcosa di più di quanto hanno detto fino ad ora'. Tutti i ministri, ha detto, hanno espresso il desiderio di inserire la questione nell'agenda dell'incontro del Consiglio del 24 settembre. Quanto alla valutazione a medio termine dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6Pq) condotta dal gruppo ad alto livello di Ramon Marimon e da lui presentata al Consiglio Competitività del 3 luglio, il sig. Brinkhorst ha spiegato che la relazione conteneva 12 raccomandazioni per un programma quadro più efficiente. 'Noi speriamo di conseguire l'attuazione di almeno sei di esse', ha confidato Brinkhorst. 'C'è un paragone interessante da fare con Eureka. Eureka impiega la metà del tempo per fare la valutazione sussidiaria. Il nostro modello dovrebbe essere questo'. I due ministri sono sembrati impegnati a fare della Presidenza olandese un sinonimo di competitività e innovazione accresciute per l'Europa. Ma hanno convenuto entrambi che si delinea uno scoglio potenziale, ed è quello del brevetto comunitario. 'Il brevetto comunitario è un bisogno reale per l'Europa. Se vogliamo veramente migliorare la competitività e l'interazione tra la ricerca pubblica, l'infrastruttura e l'impresa privata dobbiamo risolvere il problema del brevetto comunitario', ha detto la sig.Ra van der Hoeven. 'Tuttavia', ha aggiunto il sig. Brinkhorst, 'abbiamo il problema non solo delle lingue, ma anche dei produttori di brevetti e dei consumatori di brevetti, che va risolto. Dobbiamo veramente trovare un equilibrio tra i due'. Poiché l'argomento è stato già trattato, e a lungo, il ministro dell'Economia olandese ha optato per non inserirlo dell'agenda del Consiglio Competitività, a meno che non si delinei una soluzione. 'Abbiamo deciso che avrò contatti bilaterali con i vari Stati membri. Sull'argomento vogliamo il successo, non una reiterazione di fallimenti. Lo metteremo nell'agenda solo se intravederemo una possibilità di soluzione', ha concluso Brinkhorst. Infolink: http://www.Cordis.lu/netherlands/home.html  http://www.Eu2004.nl/  
   
   
I MINISTRI OLANDESI DICHIARANO FIDUCIOSI: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA SARANNO RAGGIUNTE  
 
Milano, 8 luglio 2004 - 'Il problema in Europa è che abbiamo una crisi strutturale, ma non ci rendiamo conto dell'urgenza', ha detto il ministro olandese dell'Economia Laurens-jan Brinkhorst. La Presidenza olandese intende quindi dare la sveglia al continente e introdurre una massa di cambiamenti. Parlando delle priorità della Presidenza nel settore della ricerca, Brinkhorst e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza hanno dichiarato al Notiziario Cordis di sentirsi ottimisti quanto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti. 'Le priorità di ricerca della Presidenza sono state fissate nel dicembre 2002, in una riunione tra le università olandesi e il Commissario Busquin', ha spiegato van der Hoeven. 'E da allora non sono cambiate. Vedo buone opportunità di fare qualcosa in proposito nel corso della nostra Presidenza e sono sicura che raggiungeremo i nostri obiettivi'. Brinkhorst ha confermato, aggiungendo che entrambi si erano preparati per la Presidenza da oltre un anno. 'Vogliamo imporre uno standard. La nostra ambizione è quella di creare una sorta di banco di prova per le altre Presidenze olandesi. Si tratta di qualcosa che richiede molto lavoro, ma lo merita. Lo facciamo a tutto vantaggio dell'Europa'. Le priorità della ricerca per il semestre di Presidenza olandese sono la promozione della ricerca fondamentale con la possibile creazione di un Consiglio europeo per la ricerca (Cer); il miglioramento della base di capitale umano, il miglioramento della cooperazione europea nel campo delle infrastrutture di ricerca, le Piccole e medie imprese (Pmi) e le piattaforme per la tecnologie europee, hanno spiegato i ministri. Parlando del Consiglio europeo per la ricerca, la sig.Ra van de Hoeven ha confidato al Notiziario Cordis di essere rimasta stupefatta per l'ampio sostegno riscosso dall'idea nel corso del Consiglio informale Competitività del 1° luglio. 'Sono veramente lieta di vedere che i ministri avvertono l'urgenza di esprimere le loro idee e suggerimenti a proposito delle condizioni da soddisfare riguardo al quadro giuridico, la questione della trasparenza e la nozione di eccellenza quale base per selezionare ed offrire opportunità ai migliori ricercatori in Europa', ha dichiarato. 'Siamo tutti d'accordo che il Cer dovrebbe essere un piccolo consiglio con quanta meno burocrazia e regolamenti possibile. Farne qualcosa di semplice e trasparente è vitale'. La ricerca fondamentale, ha insistito la sig.Ra van der Hoeven, è tanto necessaria al panorama della ricerca europea quanto quella applicata, e il Settimo programma quadro (7Pq) deve garantire che le due estremità della scala ottengano entrambe l'attenzione che meritano. Secondo il ministro, industria e ricerca fondamentale hanno bisogno l'una dell'altra: 'La ricerca fondamentale è importante in sé, ma lo è anche per l'industria e l'innovazione. Quindi non si parla nemmeno di scegliere tra ricerca di base o applicata. Dobbiamo finanziarle tutte e due'. La sig.Ra van der Hoeven ha espresso soddisfazione per il fatto che il concetto di Cer abbia riscosso un ampio sostegno sia politico che scientifico. 'Sono assai compiaciuta delle osservazione fatte dal Commissario Busquin a proposito di questo punto. Busquin è veramente impaziente di mettere il tutto in prima linea, non solo nell'agenda del Consiglio Competitività di novembre, ma addirittura magari già in quello di settembre', ha aggiunto. Passando all'argomento Iter, la sig.Ra van der Hoeven ha detto al Notiziario Cordis che era stato introdotto dopo la fine dell'incontro informale. 'La situazione è che noi procederemo attenendoci alla procedura ordinaria della Comunità. Cosa accadrà dopo dipende realmente da se i nostri amici americani e giapponesi diranno qualcosa di più di quanto hanno detto fino ad ora'. Tutti i ministri, ha detto, hanno espresso il desiderio di inserire la questione nell'agenda dell'incontro del Consiglio del 24 settembre. Quanto alla valutazione a medio termine dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6Pq) condotta dal gruppo ad alto livello di Ramon Marimon e da lui presentata al Consiglio Competitività del 3 luglio, il sig. Brinkhorst ha spiegato che la relazione conteneva 12 raccomandazioni per un programma quadro più efficiente. 'Noi speriamo di conseguire l'attuazione di almeno sei di esse', ha confidato Brinkhorst. 'C'è un paragone interessante da fare con Eureka. Eureka impiega la metà del tempo per fare la valutazione sussidiaria. Il nostro modello dovrebbe essere questo'. I due ministri sono sembrati impegnati a fare della Presidenza olandese un sinonimo di competitività e innovazione accresciute per l'Europa. Ma hanno convenuto entrambi che si delinea uno scoglio potenziale, ed è quello del brevetto comunitario. 'Il brevetto comunitario è un bisogno reale per l'Europa. Se vogliamo veramente migliorare la competitività e l'interazione tra la ricerca pubblica, l'infrastruttura e l'impresa privata dobbiamo risolvere il problema del brevetto comunitario', ha detto la sig.Ra van der Hoeven. 'Tuttavia', ha aggiunto il sig. Brinkhorst, 'abbiamo il problema non solo delle lingue, ma anche dei produttori di brevetti e dei consumatori di brevetti, che va risolto. Dobbiamo veramente trovare un equilibrio tra i due'. Poiché l'argomento è stato già trattato, e a lungo, il ministro dell'Economia olandese ha optato per non inserirlo dell'agenda del Consiglio Competitività, a meno che non si delinei una soluzione. 'Abbiamo deciso che avrò contatti bilaterali con i vari Stati membri. Sull'argomento vogliamo il successo, non una reiterazione di fallimenti. Lo metteremo nell'agenda solo se intravederemo una possibilità di soluzione', ha concluso Brinkhorst. Infolink: http://www.Cordis.lu/netherlands/home.html  http://www.Eu2004.nl/  
   
   
I MINISTRI OLANDESI DICHIARANO FIDUCIOSI: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA SARANNO RAGGIUNTE  
 
Milano, 8 luglio 2004 - 'Il problema in Europa è che abbiamo una crisi strutturale, ma non ci rendiamo conto dell'urgenza', ha detto il ministro olandese dell'Economia Laurens-jan Brinkhorst. La Presidenza olandese intende quindi dare la sveglia al continente e introdurre una massa di cambiamenti. Parlando delle priorità della Presidenza nel settore della ricerca, Brinkhorst e Maria van der Hoeven, ministro dell'Istruzione, cultura e scienza hanno dichiarato al Notiziario Cordis di sentirsi ottimisti quanto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti. 'Le priorità di ricerca della Presidenza sono state fissate nel dicembre 2002, in una riunione tra le università olandesi e il Commissario Busquin', ha spiegato van der Hoeven. 'E da allora non sono cambiate. Vedo buone opportunità di fare qualcosa in proposito nel corso della nostra Presidenza e sono sicura che raggiungeremo i nostri obiettivi'. Brinkhorst ha confermato, aggiungendo che entrambi si erano preparati per la Presidenza da oltre un anno. 'Vogliamo imporre uno standard. La nostra ambizione è quella di creare una sorta di banco di prova per le altre Presidenze olandesi. Si tratta di qualcosa che richiede molto lavoro, ma lo merita. Lo facciamo a tutto vantaggio dell'Europa'. Le priorità della ricerca per il semestre di Presidenza olandese sono la promozione della ricerca fondamentale con la possibile creazione di un Consiglio europeo per la ricerca (Cer); il miglioramento della base di capitale umano, il miglioramento della cooperazione europea nel campo delle infrastrutture di ricerca, le Piccole e medie imprese (Pmi) e le piattaforme per la tecnologie europee, hanno spiegato i ministri. Parlando del Consiglio europeo per la ricerca, la sig.Ra van de Hoeven ha confidato al Notiziario Cordis di essere rimasta stupefatta per l'ampio sostegno riscosso dall'idea nel corso del Consiglio informale Competitività del 1° luglio. 'Sono veramente lieta di vedere che i ministri avvertono l'urgenza di esprimere le loro idee e suggerimenti a proposito delle condizioni da soddisfare riguardo al quadro giuridico, la questione della trasparenza e la nozione di eccellenza quale base per selezionare ed offrire opportunità ai migliori ricercatori in Europa', ha dichiarato. 'Siamo tutti d'accordo che il Cer dovrebbe essere un piccolo consiglio con quanta meno burocrazia e regolamenti possibile. Farne qualcosa di semplice e trasparente è vitale'. La ricerca fondamentale, ha insistito la sig.Ra van der Hoeven, è tanto necessaria al panorama della ricerca europea quanto quella applicata, e il Settimo programma quadro (7Pq) deve garantire che le due estremità della scala ottengano entrambe l'attenzione che meritano. Secondo il ministro, industria e ricerca fondamentale hanno bisogno l'una dell'altra: 'La ricerca fondamentale è importante in sé, ma lo è anche per l'industria e l'innovazione. Quindi non si parla nemmeno di scegliere tra ricerca di base o applicata. Dobbiamo finanziarle tutte e due'. La sig.Ra van der Hoeven ha espresso soddisfazione per il fatto che il concetto di Cer abbia riscosso un ampio sostegno sia politico che scientifico. 'Sono assai compiaciuta delle osservazione fatte dal Commissario Busquin a proposito di questo punto. Busquin è veramente impaziente di mettere il tutto in prima linea, non solo nell'agenda del Consiglio Competitività di novembre, ma addirittura magari già in quello di settembre', ha aggiunto. Passando all'argomento Iter, la sig.Ra van der Hoeven ha detto al Notiziario Cordis che era stato introdotto dopo la fine dell'incontro informale. 'La situazione è che noi procederemo attenendoci alla procedura ordinaria della Comunità. Cosa accadrà dopo dipende realmente da se i nostri amici americani e giapponesi diranno qualcosa di più di quanto hanno detto fino ad ora'. Tutti i ministri, ha detto, hanno espresso il desiderio di inserire la questione nell'agenda dell'incontro del Consiglio del 24 settembre. Quanto alla valutazione a medio termine dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6Pq) condotta dal gruppo ad alto livello di Ramon Marimon e da lui presentata al Consiglio Competitività del 3 luglio, il sig. Brinkhorst ha spiegato che la relazione conteneva 12 raccomandazioni per un programma quadro più efficiente. 'Noi speriamo di conseguire l'attuazione di almeno sei di esse', ha confidato Brinkhorst. 'C'è un paragone interessante da fare con Eureka. Eureka impiega la metà del tempo per fare la valutazione sussidiaria. Il nostro modello dovrebbe essere questo'. I due ministri sono sembrati impegnati a fare della Presidenza olandese un sinonimo di competitività e innovazione accresciute per l'Europa. Ma hanno convenuto entrambi che si delinea uno scoglio potenziale, ed è quello del brevetto comunitario. 'Il brevetto comunitario è un bisogno reale per l'Europa. Se vogliamo veramente migliorare la competitività e l'interazione tra la ricerca pubblica, l'infrastruttura e l'impresa privata dobbiamo risolvere il problema del brevetto comunitario', ha detto la sig.Ra van der Hoeven. 'Tuttavia', ha aggiunto il sig. Brinkhorst, 'abbiamo il problema non solo delle lingue, ma anche dei produttori di brevetti e dei consumatori di brevetti, che va risolto. Dobbiamo veramente trovare un equilibrio tra i due'. Poiché l'argomento è stato già trattato, e a lungo, il ministro dell'Economia olandese ha optato per non inserirlo dell'agenda del Consiglio Competitività, a meno che non si delinei una soluzione. 'Abbiamo deciso che avrò contatti bilaterali con i vari Stati membri. Sull'argomento vogliamo il successo, non una reiterazione di fallimenti. Lo metteremo nell'agenda solo se intravederemo una possibilità di soluzione', ha concluso Brinkhorst. Infolink: http://www.Cordis.lu/netherlands/home.html  http://www.Eu2004.nl/  
   
   
DICHIARAZIONE DI PETER STRAUB, PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI : LA COSTITUZIONE EUROPEA RICONOSCE IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ NELLA COSTRUZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - In qualità di Presidente del Comitato delle regioni mi rallegro dell'accordo raggiunto al termine del Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 al fine di dotare l'Unione europea di una Costituzione. Mi congratulo per il senso di responsabilità dei capi di Stato e di governo e per l'impegno profuso dai membri della Convenzione europea, grazie ai quali, con questa decisione storica, l'Unione in futuro dovrebbe essere più democratica ed operare con maggiore efficacia. Questa Costituzione è fatta per i cittadini europei ed è anche una Costituzione per le città e le regioni europee in quanto conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale. La dimensione locale e regionale, infatti, è pienamente integrata nel testo costitutivo, che prevede una nuova ripartizione delle competenze tra il livello europeo e quello nazionale, regionale e locale. È stato inoltre rivisto il protocollo sulla sussidiarietà e viene sancito ufficialmente il principio di proporzionalità. I meccanismi di controllo di questi due principi sono stati rafforzati mediante il conferimento di un ruolo attivo al Comitato delle regioni. Mi compiaccio che l'autonomia locale e regionale sia stata riconosciuta a livello costituzionale quale principio e valore dell'Unione e che la coesione territoriale sia diventata un nuovo obiettivo dell'Unione. Si tratta di conquiste rivendicate dal Comitato delle regioni, proposte dalla Convenzione europea e accolte dalla Conferenza intergovernativa. Dopo oltre due anni di negoziati tra i vari rappresentanti istituzionali, inizia ora la fase della ratifica in ciascuno dei 25 Stati membri. Il Comitato delle regioni intende associarsi all'iniziativa della Commissione europea Mille dibattiti per l'Europa al fine di presentare e spiegare la Costituzione ai cittadini europei negli Stati membri. In tal modo desidera contribuire a rafforzare la democrazia europea grazie al ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nel promuovere la democrazia di prossimità. Mi sono impegnato a contribuire a questo grande dibattito europeo e ho già espresso la mia intenzione di firmare, assieme ai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea, un appello rivolto ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale affinché in tutta Europa si svolgano dei dibattiti e delle manifestazioni di sostegno alla Costituzione europea. Peter Straub  
   
   
DICHIARAZIONE DI PETER STRAUB, PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI : LA COSTITUZIONE EUROPEA RICONOSCE IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ NELLA COSTRUZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - In qualità di Presidente del Comitato delle regioni mi rallegro dell'accordo raggiunto al termine del Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 al fine di dotare l'Unione europea di una Costituzione. Mi congratulo per il senso di responsabilità dei capi di Stato e di governo e per l'impegno profuso dai membri della Convenzione europea, grazie ai quali, con questa decisione storica, l'Unione in futuro dovrebbe essere più democratica ed operare con maggiore efficacia. Questa Costituzione è fatta per i cittadini europei ed è anche una Costituzione per le città e le regioni europee in quanto conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale. La dimensione locale e regionale, infatti, è pienamente integrata nel testo costitutivo, che prevede una nuova ripartizione delle competenze tra il livello europeo e quello nazionale, regionale e locale. È stato inoltre rivisto il protocollo sulla sussidiarietà e viene sancito ufficialmente il principio di proporzionalità. I meccanismi di controllo di questi due principi sono stati rafforzati mediante il conferimento di un ruolo attivo al Comitato delle regioni. Mi compiaccio che l'autonomia locale e regionale sia stata riconosciuta a livello costituzionale quale principio e valore dell'Unione e che la coesione territoriale sia diventata un nuovo obiettivo dell'Unione. Si tratta di conquiste rivendicate dal Comitato delle regioni, proposte dalla Convenzione europea e accolte dalla Conferenza intergovernativa. Dopo oltre due anni di negoziati tra i vari rappresentanti istituzionali, inizia ora la fase della ratifica in ciascuno dei 25 Stati membri. Il Comitato delle regioni intende associarsi all'iniziativa della Commissione europea Mille dibattiti per l'Europa al fine di presentare e spiegare la Costituzione ai cittadini europei negli Stati membri. In tal modo desidera contribuire a rafforzare la democrazia europea grazie al ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nel promuovere la democrazia di prossimità. Mi sono impegnato a contribuire a questo grande dibattito europeo e ho già espresso la mia intenzione di firmare, assieme ai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea, un appello rivolto ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale affinché in tutta Europa si svolgano dei dibattiti e delle manifestazioni di sostegno alla Costituzione europea. Peter Straub  
   
   
DICHIARAZIONE DI PETER STRAUB, PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI : LA COSTITUZIONE EUROPEA RICONOSCE IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ NELLA COSTRUZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - In qualità di Presidente del Comitato delle regioni mi rallegro dell'accordo raggiunto al termine del Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 al fine di dotare l'Unione europea di una Costituzione. Mi congratulo per il senso di responsabilità dei capi di Stato e di governo e per l'impegno profuso dai membri della Convenzione europea, grazie ai quali, con questa decisione storica, l'Unione in futuro dovrebbe essere più democratica ed operare con maggiore efficacia. Questa Costituzione è fatta per i cittadini europei ed è anche una Costituzione per le città e le regioni europee in quanto conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale. La dimensione locale e regionale, infatti, è pienamente integrata nel testo costitutivo, che prevede una nuova ripartizione delle competenze tra il livello europeo e quello nazionale, regionale e locale. È stato inoltre rivisto il protocollo sulla sussidiarietà e viene sancito ufficialmente il principio di proporzionalità. I meccanismi di controllo di questi due principi sono stati rafforzati mediante il conferimento di un ruolo attivo al Comitato delle regioni. Mi compiaccio che l'autonomia locale e regionale sia stata riconosciuta a livello costituzionale quale principio e valore dell'Unione e che la coesione territoriale sia diventata un nuovo obiettivo dell'Unione. Si tratta di conquiste rivendicate dal Comitato delle regioni, proposte dalla Convenzione europea e accolte dalla Conferenza intergovernativa. Dopo oltre due anni di negoziati tra i vari rappresentanti istituzionali, inizia ora la fase della ratifica in ciascuno dei 25 Stati membri. Il Comitato delle regioni intende associarsi all'iniziativa della Commissione europea Mille dibattiti per l'Europa al fine di presentare e spiegare la Costituzione ai cittadini europei negli Stati membri. In tal modo desidera contribuire a rafforzare la democrazia europea grazie al ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nel promuovere la democrazia di prossimità. Mi sono impegnato a contribuire a questo grande dibattito europeo e ho già espresso la mia intenzione di firmare, assieme ai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea, un appello rivolto ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale affinché in tutta Europa si svolgano dei dibattiti e delle manifestazioni di sostegno alla Costituzione europea. Peter Straub  
   
   
DICHIARAZIONE DI PETER STRAUB, PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI : LA COSTITUZIONE EUROPEA RICONOSCE IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ NELLA COSTRUZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - In qualità di Presidente del Comitato delle regioni mi rallegro dell'accordo raggiunto al termine del Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 al fine di dotare l'Unione europea di una Costituzione. Mi congratulo per il senso di responsabilità dei capi di Stato e di governo e per l'impegno profuso dai membri della Convenzione europea, grazie ai quali, con questa decisione storica, l'Unione in futuro dovrebbe essere più democratica ed operare con maggiore efficacia. Questa Costituzione è fatta per i cittadini europei ed è anche una Costituzione per le città e le regioni europee in quanto conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale. La dimensione locale e regionale, infatti, è pienamente integrata nel testo costitutivo, che prevede una nuova ripartizione delle competenze tra il livello europeo e quello nazionale, regionale e locale. È stato inoltre rivisto il protocollo sulla sussidiarietà e viene sancito ufficialmente il principio di proporzionalità. I meccanismi di controllo di questi due principi sono stati rafforzati mediante il conferimento di un ruolo attivo al Comitato delle regioni. Mi compiaccio che l'autonomia locale e regionale sia stata riconosciuta a livello costituzionale quale principio e valore dell'Unione e che la coesione territoriale sia diventata un nuovo obiettivo dell'Unione. Si tratta di conquiste rivendicate dal Comitato delle regioni, proposte dalla Convenzione europea e accolte dalla Conferenza intergovernativa. Dopo oltre due anni di negoziati tra i vari rappresentanti istituzionali, inizia ora la fase della ratifica in ciascuno dei 25 Stati membri. Il Comitato delle regioni intende associarsi all'iniziativa della Commissione europea Mille dibattiti per l'Europa al fine di presentare e spiegare la Costituzione ai cittadini europei negli Stati membri. In tal modo desidera contribuire a rafforzare la democrazia europea grazie al ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nel promuovere la democrazia di prossimità. Mi sono impegnato a contribuire a questo grande dibattito europeo e ho già espresso la mia intenzione di firmare, assieme ai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea, un appello rivolto ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale affinché in tutta Europa si svolgano dei dibattiti e delle manifestazioni di sostegno alla Costituzione europea. Peter Straub  
   
   
DICHIARAZIONE DI PETER STRAUB, PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI : LA COSTITUZIONE EUROPEA RICONOSCE IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ NELLA COSTRUZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - In qualità di Presidente del Comitato delle regioni mi rallegro dell'accordo raggiunto al termine del Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 al fine di dotare l'Unione europea di una Costituzione. Mi congratulo per il senso di responsabilità dei capi di Stato e di governo e per l'impegno profuso dai membri della Convenzione europea, grazie ai quali, con questa decisione storica, l'Unione in futuro dovrebbe essere più democratica ed operare con maggiore efficacia. Questa Costituzione è fatta per i cittadini europei ed è anche una Costituzione per le città e le regioni europee in quanto conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale. La dimensione locale e regionale, infatti, è pienamente integrata nel testo costitutivo, che prevede una nuova ripartizione delle competenze tra il livello europeo e quello nazionale, regionale e locale. È stato inoltre rivisto il protocollo sulla sussidiarietà e viene sancito ufficialmente il principio di proporzionalità. I meccanismi di controllo di questi due principi sono stati rafforzati mediante il conferimento di un ruolo attivo al Comitato delle regioni. Mi compiaccio che l'autonomia locale e regionale sia stata riconosciuta a livello costituzionale quale principio e valore dell'Unione e che la coesione territoriale sia diventata un nuovo obiettivo dell'Unione. Si tratta di conquiste rivendicate dal Comitato delle regioni, proposte dalla Convenzione europea e accolte dalla Conferenza intergovernativa. Dopo oltre due anni di negoziati tra i vari rappresentanti istituzionali, inizia ora la fase della ratifica in ciascuno dei 25 Stati membri. Il Comitato delle regioni intende associarsi all'iniziativa della Commissione europea Mille dibattiti per l'Europa al fine di presentare e spiegare la Costituzione ai cittadini europei negli Stati membri. In tal modo desidera contribuire a rafforzare la democrazia europea grazie al ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nel promuovere la democrazia di prossimità. Mi sono impegnato a contribuire a questo grande dibattito europeo e ho già espresso la mia intenzione di firmare, assieme ai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea, un appello rivolto ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale affinché in tutta Europa si svolgano dei dibattiti e delle manifestazioni di sostegno alla Costituzione europea. Peter Straub  
   
   
DICHIARAZIONE DI PETER STRAUB, PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI : LA COSTITUZIONE EUROPEA RICONOSCE IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ NELLA COSTRUZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - In qualità di Presidente del Comitato delle regioni mi rallegro dell'accordo raggiunto al termine del Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 al fine di dotare l'Unione europea di una Costituzione. Mi congratulo per il senso di responsabilità dei capi di Stato e di governo e per l'impegno profuso dai membri della Convenzione europea, grazie ai quali, con questa decisione storica, l'Unione in futuro dovrebbe essere più democratica ed operare con maggiore efficacia. Questa Costituzione è fatta per i cittadini europei ed è anche una Costituzione per le città e le regioni europee in quanto conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale. La dimensione locale e regionale, infatti, è pienamente integrata nel testo costitutivo, che prevede una nuova ripartizione delle competenze tra il livello europeo e quello nazionale, regionale e locale. È stato inoltre rivisto il protocollo sulla sussidiarietà e viene sancito ufficialmente il principio di proporzionalità. I meccanismi di controllo di questi due principi sono stati rafforzati mediante il conferimento di un ruolo attivo al Comitato delle regioni. Mi compiaccio che l'autonomia locale e regionale sia stata riconosciuta a livello costituzionale quale principio e valore dell'Unione e che la coesione territoriale sia diventata un nuovo obiettivo dell'Unione. Si tratta di conquiste rivendicate dal Comitato delle regioni, proposte dalla Convenzione europea e accolte dalla Conferenza intergovernativa. Dopo oltre due anni di negoziati tra i vari rappresentanti istituzionali, inizia ora la fase della ratifica in ciascuno dei 25 Stati membri. Il Comitato delle regioni intende associarsi all'iniziativa della Commissione europea Mille dibattiti per l'Europa al fine di presentare e spiegare la Costituzione ai cittadini europei negli Stati membri. In tal modo desidera contribuire a rafforzare la democrazia europea grazie al ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nel promuovere la democrazia di prossimità. Mi sono impegnato a contribuire a questo grande dibattito europeo e ho già espresso la mia intenzione di firmare, assieme ai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea, un appello rivolto ai titolari di un mandato elettorale a livello locale e regionale affinché in tutta Europa si svolgano dei dibattiti e delle manifestazioni di sostegno alla Costituzione europea. Peter Straub  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME CONTABILI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE PROFESSIONISTICHE (IL DECRETO "SALVA CALCIO")  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto "Salva calcio" per quanto riguarda le relazioni finanziarie delle associazioni sportive professionistiche, comprese le società calcistiche di serie A. Secondo la Commissione, tale decreto viola la normativa dell'Unione europea in materia di contabilità, poiché i bilanci patrimoniali di varie associazioni sportive non forniscono un quadro veritiero e fedele. La richiesta della Commissione ha la forma di "parere motivato", che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato Ue (articolo 226) nei casi d'infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Come effetto del decreto "Salva calcio" del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche, specialmente le maggiori società calcistiche per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa, possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e si fornisce agli investitori un quadro fuorviante. In termini tecnici, il decreto "Salva calcio" permette alle associazioni sportive d'iscrivere in una voce speciale del bilancio, nella rubrica "attivi", le perdite di capitale derivanti dal ridursi, in valore, del diritto di avvalersi delle prestazioni dei giocatori professionisti. Le perdite sono valutate da periti giurati. Questa voce di bilancio viene fatta rientrare tra gli attivi del bilancio patrimoniale e viene ammortizzata. Il decreto "Salva calcio" precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale. La quarta (78/660/Cee) e la settima (83/349/Cee) direttiva del Consiglio (direttive contabili); riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono che i contratti degli atleti, quando sono considerati attivi immateriali, si devono ammortare nel corso della loro durata utile di esercizio, che in genere coincide con il periodo di validità di ciascun contratto. Non si può ammortare un contratto in un periodo più lungo della durata del contratto stesso. Inoltre, le medesime direttive prevedono che il valore attribuito alle immobilizzazioni deve essere rettificato alla data del bilancio patrimoniale, riducendo tali attivi fissi al loro valore effettivo, se si prevede che la riduzione del valore sia permanente. Le direttive enunciano anche il principio fondamentale secondo cui i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle società. Di conseguenza, secondo la Commissione il decreto "Salva calcio" viola le direttive contabili, poiché prevede l'ammortamento di vari contratti conclusi con gli atleti per un numero di anni superiore alla loro durata utile di esercizio e permette alle associazioni sportive di non apportare gli adeguamenti di valore ai loro diritti contrattuali riguardanti gli atleti professionisti, anche se gli atleti non forniscono più prestazioni del livello che ci si attende da loro, per esempio in caso d'infortunio. I rendiconti finanziari presentati secondo tali metodi non possono fornire un quadro veritiero e fedele e quindi non ottemperano al "principio della prudenza" prescritto nella quarta direttiva. Sebbene le autorità italiane abbiano sostenuto che il decreto "Salva calcio" è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilità delle società sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti. Allo stato dei fatti, il decreto continua a configurarsi come infrazione delle direttive contabili Ue.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME CONTABILI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE PROFESSIONISTICHE (IL DECRETO "SALVA CALCIO")  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto "Salva calcio" per quanto riguarda le relazioni finanziarie delle associazioni sportive professionistiche, comprese le società calcistiche di serie A. Secondo la Commissione, tale decreto viola la normativa dell'Unione europea in materia di contabilità, poiché i bilanci patrimoniali di varie associazioni sportive non forniscono un quadro veritiero e fedele. La richiesta della Commissione ha la forma di "parere motivato", che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato Ue (articolo 226) nei casi d'infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Come effetto del decreto "Salva calcio" del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche, specialmente le maggiori società calcistiche per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa, possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e si fornisce agli investitori un quadro fuorviante. In termini tecnici, il decreto "Salva calcio" permette alle associazioni sportive d'iscrivere in una voce speciale del bilancio, nella rubrica "attivi", le perdite di capitale derivanti dal ridursi, in valore, del diritto di avvalersi delle prestazioni dei giocatori professionisti. Le perdite sono valutate da periti giurati. Questa voce di bilancio viene fatta rientrare tra gli attivi del bilancio patrimoniale e viene ammortizzata. Il decreto "Salva calcio" precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale. La quarta (78/660/Cee) e la settima (83/349/Cee) direttiva del Consiglio (direttive contabili); riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono che i contratti degli atleti, quando sono considerati attivi immateriali, si devono ammortare nel corso della loro durata utile di esercizio, che in genere coincide con il periodo di validità di ciascun contratto. Non si può ammortare un contratto in un periodo più lungo della durata del contratto stesso. Inoltre, le medesime direttive prevedono che il valore attribuito alle immobilizzazioni deve essere rettificato alla data del bilancio patrimoniale, riducendo tali attivi fissi al loro valore effettivo, se si prevede che la riduzione del valore sia permanente. Le direttive enunciano anche il principio fondamentale secondo cui i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle società. Di conseguenza, secondo la Commissione il decreto "Salva calcio" viola le direttive contabili, poiché prevede l'ammortamento di vari contratti conclusi con gli atleti per un numero di anni superiore alla loro durata utile di esercizio e permette alle associazioni sportive di non apportare gli adeguamenti di valore ai loro diritti contrattuali riguardanti gli atleti professionisti, anche se gli atleti non forniscono più prestazioni del livello che ci si attende da loro, per esempio in caso d'infortunio. I rendiconti finanziari presentati secondo tali metodi non possono fornire un quadro veritiero e fedele e quindi non ottemperano al "principio della prudenza" prescritto nella quarta direttiva. Sebbene le autorità italiane abbiano sostenuto che il decreto "Salva calcio" è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilità delle società sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti. Allo stato dei fatti, il decreto continua a configurarsi come infrazione delle direttive contabili Ue.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME CONTABILI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE PROFESSIONISTICHE (IL DECRETO "SALVA CALCIO")  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto "Salva calcio" per quanto riguarda le relazioni finanziarie delle associazioni sportive professionistiche, comprese le società calcistiche di serie A. Secondo la Commissione, tale decreto viola la normativa dell'Unione europea in materia di contabilità, poiché i bilanci patrimoniali di varie associazioni sportive non forniscono un quadro veritiero e fedele. La richiesta della Commissione ha la forma di "parere motivato", che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato Ue (articolo 226) nei casi d'infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Come effetto del decreto "Salva calcio" del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche, specialmente le maggiori società calcistiche per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa, possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e si fornisce agli investitori un quadro fuorviante. In termini tecnici, il decreto "Salva calcio" permette alle associazioni sportive d'iscrivere in una voce speciale del bilancio, nella rubrica "attivi", le perdite di capitale derivanti dal ridursi, in valore, del diritto di avvalersi delle prestazioni dei giocatori professionisti. Le perdite sono valutate da periti giurati. Questa voce di bilancio viene fatta rientrare tra gli attivi del bilancio patrimoniale e viene ammortizzata. Il decreto "Salva calcio" precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale. La quarta (78/660/Cee) e la settima (83/349/Cee) direttiva del Consiglio (direttive contabili); riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono che i contratti degli atleti, quando sono considerati attivi immateriali, si devono ammortare nel corso della loro durata utile di esercizio, che in genere coincide con il periodo di validità di ciascun contratto. Non si può ammortare un contratto in un periodo più lungo della durata del contratto stesso. Inoltre, le medesime direttive prevedono che il valore attribuito alle immobilizzazioni deve essere rettificato alla data del bilancio patrimoniale, riducendo tali attivi fissi al loro valore effettivo, se si prevede che la riduzione del valore sia permanente. Le direttive enunciano anche il principio fondamentale secondo cui i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle società. Di conseguenza, secondo la Commissione il decreto "Salva calcio" viola le direttive contabili, poiché prevede l'ammortamento di vari contratti conclusi con gli atleti per un numero di anni superiore alla loro durata utile di esercizio e permette alle associazioni sportive di non apportare gli adeguamenti di valore ai loro diritti contrattuali riguardanti gli atleti professionisti, anche se gli atleti non forniscono più prestazioni del livello che ci si attende da loro, per esempio in caso d'infortunio. I rendiconti finanziari presentati secondo tali metodi non possono fornire un quadro veritiero e fedele e quindi non ottemperano al "principio della prudenza" prescritto nella quarta direttiva. Sebbene le autorità italiane abbiano sostenuto che il decreto "Salva calcio" è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilità delle società sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti. Allo stato dei fatti, il decreto continua a configurarsi come infrazione delle direttive contabili Ue.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME CONTABILI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE PROFESSIONISTICHE (IL DECRETO "SALVA CALCIO")  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto "Salva calcio" per quanto riguarda le relazioni finanziarie delle associazioni sportive professionistiche, comprese le società calcistiche di serie A. Secondo la Commissione, tale decreto viola la normativa dell'Unione europea in materia di contabilità, poiché i bilanci patrimoniali di varie associazioni sportive non forniscono un quadro veritiero e fedele. La richiesta della Commissione ha la forma di "parere motivato", che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato Ue (articolo 226) nei casi d'infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Come effetto del decreto "Salva calcio" del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche, specialmente le maggiori società calcistiche per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa, possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e si fornisce agli investitori un quadro fuorviante. In termini tecnici, il decreto "Salva calcio" permette alle associazioni sportive d'iscrivere in una voce speciale del bilancio, nella rubrica "attivi", le perdite di capitale derivanti dal ridursi, in valore, del diritto di avvalersi delle prestazioni dei giocatori professionisti. Le perdite sono valutate da periti giurati. Questa voce di bilancio viene fatta rientrare tra gli attivi del bilancio patrimoniale e viene ammortizzata. Il decreto "Salva calcio" precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale. La quarta (78/660/Cee) e la settima (83/349/Cee) direttiva del Consiglio (direttive contabili); riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono che i contratti degli atleti, quando sono considerati attivi immateriali, si devono ammortare nel corso della loro durata utile di esercizio, che in genere coincide con il periodo di validità di ciascun contratto. Non si può ammortare un contratto in un periodo più lungo della durata del contratto stesso. Inoltre, le medesime direttive prevedono che il valore attribuito alle immobilizzazioni deve essere rettificato alla data del bilancio patrimoniale, riducendo tali attivi fissi al loro valore effettivo, se si prevede che la riduzione del valore sia permanente. Le direttive enunciano anche il principio fondamentale secondo cui i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle società. Di conseguenza, secondo la Commissione il decreto "Salva calcio" viola le direttive contabili, poiché prevede l'ammortamento di vari contratti conclusi con gli atleti per un numero di anni superiore alla loro durata utile di esercizio e permette alle associazioni sportive di non apportare gli adeguamenti di valore ai loro diritti contrattuali riguardanti gli atleti professionisti, anche se gli atleti non forniscono più prestazioni del livello che ci si attende da loro, per esempio in caso d'infortunio. I rendiconti finanziari presentati secondo tali metodi non possono fornire un quadro veritiero e fedele e quindi non ottemperano al "principio della prudenza" prescritto nella quarta direttiva. Sebbene le autorità italiane abbiano sostenuto che il decreto "Salva calcio" è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilità delle società sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti. Allo stato dei fatti, il decreto continua a configurarsi come infrazione delle direttive contabili Ue.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME CONTABILI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE PROFESSIONISTICHE (IL DECRETO "SALVA CALCIO")  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto "Salva calcio" per quanto riguarda le relazioni finanziarie delle associazioni sportive professionistiche, comprese le società calcistiche di serie A. Secondo la Commissione, tale decreto viola la normativa dell'Unione europea in materia di contabilità, poiché i bilanci patrimoniali di varie associazioni sportive non forniscono un quadro veritiero e fedele. La richiesta della Commissione ha la forma di "parere motivato", che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato Ue (articolo 226) nei casi d'infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Come effetto del decreto "Salva calcio" del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche, specialmente le maggiori società calcistiche per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa, possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e si fornisce agli investitori un quadro fuorviante. In termini tecnici, il decreto "Salva calcio" permette alle associazioni sportive d'iscrivere in una voce speciale del bilancio, nella rubrica "attivi", le perdite di capitale derivanti dal ridursi, in valore, del diritto di avvalersi delle prestazioni dei giocatori professionisti. Le perdite sono valutate da periti giurati. Questa voce di bilancio viene fatta rientrare tra gli attivi del bilancio patrimoniale e viene ammortizzata. Il decreto "Salva calcio" precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale. La quarta (78/660/Cee) e la settima (83/349/Cee) direttiva del Consiglio (direttive contabili); riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono che i contratti degli atleti, quando sono considerati attivi immateriali, si devono ammortare nel corso della loro durata utile di esercizio, che in genere coincide con il periodo di validità di ciascun contratto. Non si può ammortare un contratto in un periodo più lungo della durata del contratto stesso. Inoltre, le medesime direttive prevedono che il valore attribuito alle immobilizzazioni deve essere rettificato alla data del bilancio patrimoniale, riducendo tali attivi fissi al loro valore effettivo, se si prevede che la riduzione del valore sia permanente. Le direttive enunciano anche il principio fondamentale secondo cui i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle società. Di conseguenza, secondo la Commissione il decreto "Salva calcio" viola le direttive contabili, poiché prevede l'ammortamento di vari contratti conclusi con gli atleti per un numero di anni superiore alla loro durata utile di esercizio e permette alle associazioni sportive di non apportare gli adeguamenti di valore ai loro diritti contrattuali riguardanti gli atleti professionisti, anche se gli atleti non forniscono più prestazioni del livello che ci si attende da loro, per esempio in caso d'infortunio. I rendiconti finanziari presentati secondo tali metodi non possono fornire un quadro veritiero e fedele e quindi non ottemperano al "principio della prudenza" prescritto nella quarta direttiva. Sebbene le autorità italiane abbiano sostenuto che il decreto "Salva calcio" è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilità delle società sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti. Allo stato dei fatti, il decreto continua a configurarsi come infrazione delle direttive contabili Ue.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME CONTABILI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE PROFESSIONISTICHE (IL DECRETO "SALVA CALCIO")  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto "Salva calcio" per quanto riguarda le relazioni finanziarie delle associazioni sportive professionistiche, comprese le società calcistiche di serie A. Secondo la Commissione, tale decreto viola la normativa dell'Unione europea in materia di contabilità, poiché i bilanci patrimoniali di varie associazioni sportive non forniscono un quadro veritiero e fedele. La richiesta della Commissione ha la forma di "parere motivato", che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato Ue (articolo 226) nei casi d'infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Come effetto del decreto "Salva calcio" del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche, specialmente le maggiori società calcistiche per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa, possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e si fornisce agli investitori un quadro fuorviante. In termini tecnici, il decreto "Salva calcio" permette alle associazioni sportive d'iscrivere in una voce speciale del bilancio, nella rubrica "attivi", le perdite di capitale derivanti dal ridursi, in valore, del diritto di avvalersi delle prestazioni dei giocatori professionisti. Le perdite sono valutate da periti giurati. Questa voce di bilancio viene fatta rientrare tra gli attivi del bilancio patrimoniale e viene ammortizzata. Il decreto "Salva calcio" precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale. La quarta (78/660/Cee) e la settima (83/349/Cee) direttiva del Consiglio (direttive contabili); riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono che i contratti degli atleti, quando sono considerati attivi immateriali, si devono ammortare nel corso della loro durata utile di esercizio, che in genere coincide con il periodo di validità di ciascun contratto. Non si può ammortare un contratto in un periodo più lungo della durata del contratto stesso. Inoltre, le medesime direttive prevedono che il valore attribuito alle immobilizzazioni deve essere rettificato alla data del bilancio patrimoniale, riducendo tali attivi fissi al loro valore effettivo, se si prevede che la riduzione del valore sia permanente. Le direttive enunciano anche il principio fondamentale secondo cui i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle società. Di conseguenza, secondo la Commissione il decreto "Salva calcio" viola le direttive contabili, poiché prevede l'ammortamento di vari contratti conclusi con gli atleti per un numero di anni superiore alla loro durata utile di esercizio e permette alle associazioni sportive di non apportare gli adeguamenti di valore ai loro diritti contrattuali riguardanti gli atleti professionisti, anche se gli atleti non forniscono più prestazioni del livello che ci si attende da loro, per esempio in caso d'infortunio. I rendiconti finanziari presentati secondo tali metodi non possono fornire un quadro veritiero e fedele e quindi non ottemperano al "principio della prudenza" prescritto nella quarta direttiva. Sebbene le autorità italiane abbiano sostenuto che il decreto "Salva calcio" è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilità delle società sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti. Allo stato dei fatti, il decreto continua a configurarsi come infrazione delle direttive contabili Ue.  
   
   
I PARCHI SCIENTIFICI HANNO BISOGNO DI CONOSCERE A FONDO I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE, SOTTOLINEANO GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Wipo (organizzazione mondiale della proprietà intellettuale) e la Iasp (associazione internazionale dei parchi scientifici) hanno chiesto ai direttori e allo staff dei parchi scientifici e degli incubatori di aziende di tenere meglio conto delle esigenze dei clienti e degli utilizzatori per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. L'appello è stato lanciato nel corso di una manifestazione di tre giorni a Ginevra, dove partecipanti di 14 paesi si sono incontrati per discutere sui modi per migliorare il sostegno alla proprietà intellettuale per le start up. Queste attività dipendono spesso dai risultati di ricerca delle università e dei centri di ricerca, e il sistema dei diritti di proprietà è considerato il miglior strumento per incoraggiare il trasferimento di tecnologia dai laboratori al settore privato. 'Nell'odierna economia della conoscenza, è importante che la gestione dei parchi scientifici e degli incubatori abbia una buona conoscenza del sistema di proprietà intellettuale, in modo da fornire agli utilizzatori un appoggio di primo piano in grado di soddisfare le loro necessità commerciali', ha detto Gurigbal Singh Jaiya, direttore della divisione Pmi della Wipo. 'I parchi scientifici sono tutt'altro che semplici operazioni immobiliari, sono sempre più fornitori indispensabili di servizi di sviluppo commerciale per i clienti e gli utilizzatori, e quella della proprietà intellettuale è un'area tra le più delicate nella quale le aziende a base tecnologica e le istituzioni di R&s (Ricerca e sviluppo) hanno bisogno di una consulenza professionale', ha aggiunto Jaiya. In una dichiarazione comune al termine delle riunioni, Wipo e Iasp si sono impegnate ad organizzare eventi internazionali e regionali destinati a direttori e staff dei parchi scientifici e degli incubatori, per migliorarne la capacità di fornire assistenza nel settore della proprietà intellettuale alle nuove aziende. In un evento separato della Wipo, i rappresentanti di 62 Stati aderenti si sono riuniti per sottolineare il ruolo del potere giudiziario nell'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr). Il comitato consultivo sull'applicazione (Ace) della Wipo ha ribadito l'importanza della formazione giuridica continua e della specializzazione nell'area degli Ipr. Il dottor Kamil Idris, direttore generale della Wipo, ha detto: 'L'importanza dell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il ruolo del potere giudiziario non debbono essere sottovalutati. Perché si abbia un vero sviluppo economico, sociale e culturale è necessario che la proprietà intellettuale svolga il suo ruolo cruciale; e perché ciò possa avvenire è necessario che venga applicata in tutta la società'. Il comitato ha individuato un certo numero di aree in cui sono necessarie azioni per migliorare l'applicazione degli Ipr, incluse azioni civili e penali, definizioni più accurate dei danni nei differenti sistemi legali, riduzione dei costi delle procedure di denuncia. Infolink: http://www.Wipo.int/  
   
   
I PARCHI SCIENTIFICI HANNO BISOGNO DI CONOSCERE A FONDO I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE, SOTTOLINEANO GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Wipo (organizzazione mondiale della proprietà intellettuale) e la Iasp (associazione internazionale dei parchi scientifici) hanno chiesto ai direttori e allo staff dei parchi scientifici e degli incubatori di aziende di tenere meglio conto delle esigenze dei clienti e degli utilizzatori per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. L'appello è stato lanciato nel corso di una manifestazione di tre giorni a Ginevra, dove partecipanti di 14 paesi si sono incontrati per discutere sui modi per migliorare il sostegno alla proprietà intellettuale per le start up. Queste attività dipendono spesso dai risultati di ricerca delle università e dei centri di ricerca, e il sistema dei diritti di proprietà è considerato il miglior strumento per incoraggiare il trasferimento di tecnologia dai laboratori al settore privato. 'Nell'odierna economia della conoscenza, è importante che la gestione dei parchi scientifici e degli incubatori abbia una buona conoscenza del sistema di proprietà intellettuale, in modo da fornire agli utilizzatori un appoggio di primo piano in grado di soddisfare le loro necessità commerciali', ha detto Gurigbal Singh Jaiya, direttore della divisione Pmi della Wipo. 'I parchi scientifici sono tutt'altro che semplici operazioni immobiliari, sono sempre più fornitori indispensabili di servizi di sviluppo commerciale per i clienti e gli utilizzatori, e quella della proprietà intellettuale è un'area tra le più delicate nella quale le aziende a base tecnologica e le istituzioni di R&s (Ricerca e sviluppo) hanno bisogno di una consulenza professionale', ha aggiunto Jaiya. In una dichiarazione comune al termine delle riunioni, Wipo e Iasp si sono impegnate ad organizzare eventi internazionali e regionali destinati a direttori e staff dei parchi scientifici e degli incubatori, per migliorarne la capacità di fornire assistenza nel settore della proprietà intellettuale alle nuove aziende. In un evento separato della Wipo, i rappresentanti di 62 Stati aderenti si sono riuniti per sottolineare il ruolo del potere giudiziario nell'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr). Il comitato consultivo sull'applicazione (Ace) della Wipo ha ribadito l'importanza della formazione giuridica continua e della specializzazione nell'area degli Ipr. Il dottor Kamil Idris, direttore generale della Wipo, ha detto: 'L'importanza dell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il ruolo del potere giudiziario non debbono essere sottovalutati. Perché si abbia un vero sviluppo economico, sociale e culturale è necessario che la proprietà intellettuale svolga il suo ruolo cruciale; e perché ciò possa avvenire è necessario che venga applicata in tutta la società'. Il comitato ha individuato un certo numero di aree in cui sono necessarie azioni per migliorare l'applicazione degli Ipr, incluse azioni civili e penali, definizioni più accurate dei danni nei differenti sistemi legali, riduzione dei costi delle procedure di denuncia. Infolink: http://www.Wipo.int/  
   
   
I PARCHI SCIENTIFICI HANNO BISOGNO DI CONOSCERE A FONDO I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE, SOTTOLINEANO GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Wipo (organizzazione mondiale della proprietà intellettuale) e la Iasp (associazione internazionale dei parchi scientifici) hanno chiesto ai direttori e allo staff dei parchi scientifici e degli incubatori di aziende di tenere meglio conto delle esigenze dei clienti e degli utilizzatori per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. L'appello è stato lanciato nel corso di una manifestazione di tre giorni a Ginevra, dove partecipanti di 14 paesi si sono incontrati per discutere sui modi per migliorare il sostegno alla proprietà intellettuale per le start up. Queste attività dipendono spesso dai risultati di ricerca delle università e dei centri di ricerca, e il sistema dei diritti di proprietà è considerato il miglior strumento per incoraggiare il trasferimento di tecnologia dai laboratori al settore privato. 'Nell'odierna economia della conoscenza, è importante che la gestione dei parchi scientifici e degli incubatori abbia una buona conoscenza del sistema di proprietà intellettuale, in modo da fornire agli utilizzatori un appoggio di primo piano in grado di soddisfare le loro necessità commerciali', ha detto Gurigbal Singh Jaiya, direttore della divisione Pmi della Wipo. 'I parchi scientifici sono tutt'altro che semplici operazioni immobiliari, sono sempre più fornitori indispensabili di servizi di sviluppo commerciale per i clienti e gli utilizzatori, e quella della proprietà intellettuale è un'area tra le più delicate nella quale le aziende a base tecnologica e le istituzioni di R&s (Ricerca e sviluppo) hanno bisogno di una consulenza professionale', ha aggiunto Jaiya. In una dichiarazione comune al termine delle riunioni, Wipo e Iasp si sono impegnate ad organizzare eventi internazionali e regionali destinati a direttori e staff dei parchi scientifici e degli incubatori, per migliorarne la capacità di fornire assistenza nel settore della proprietà intellettuale alle nuove aziende. In un evento separato della Wipo, i rappresentanti di 62 Stati aderenti si sono riuniti per sottolineare il ruolo del potere giudiziario nell'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr). Il comitato consultivo sull'applicazione (Ace) della Wipo ha ribadito l'importanza della formazione giuridica continua e della specializzazione nell'area degli Ipr. Il dottor Kamil Idris, direttore generale della Wipo, ha detto: 'L'importanza dell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il ruolo del potere giudiziario non debbono essere sottovalutati. Perché si abbia un vero sviluppo economico, sociale e culturale è necessario che la proprietà intellettuale svolga il suo ruolo cruciale; e perché ciò possa avvenire è necessario che venga applicata in tutta la società'. Il comitato ha individuato un certo numero di aree in cui sono necessarie azioni per migliorare l'applicazione degli Ipr, incluse azioni civili e penali, definizioni più accurate dei danni nei differenti sistemi legali, riduzione dei costi delle procedure di denuncia. Infolink: http://www.Wipo.int/  
   
   
I PARCHI SCIENTIFICI HANNO BISOGNO DI CONOSCERE A FONDO I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE, SOTTOLINEANO GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Wipo (organizzazione mondiale della proprietà intellettuale) e la Iasp (associazione internazionale dei parchi scientifici) hanno chiesto ai direttori e allo staff dei parchi scientifici e degli incubatori di aziende di tenere meglio conto delle esigenze dei clienti e degli utilizzatori per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. L'appello è stato lanciato nel corso di una manifestazione di tre giorni a Ginevra, dove partecipanti di 14 paesi si sono incontrati per discutere sui modi per migliorare il sostegno alla proprietà intellettuale per le start up. Queste attività dipendono spesso dai risultati di ricerca delle università e dei centri di ricerca, e il sistema dei diritti di proprietà è considerato il miglior strumento per incoraggiare il trasferimento di tecnologia dai laboratori al settore privato. 'Nell'odierna economia della conoscenza, è importante che la gestione dei parchi scientifici e degli incubatori abbia una buona conoscenza del sistema di proprietà intellettuale, in modo da fornire agli utilizzatori un appoggio di primo piano in grado di soddisfare le loro necessità commerciali', ha detto Gurigbal Singh Jaiya, direttore della divisione Pmi della Wipo. 'I parchi scientifici sono tutt'altro che semplici operazioni immobiliari, sono sempre più fornitori indispensabili di servizi di sviluppo commerciale per i clienti e gli utilizzatori, e quella della proprietà intellettuale è un'area tra le più delicate nella quale le aziende a base tecnologica e le istituzioni di R&s (Ricerca e sviluppo) hanno bisogno di una consulenza professionale', ha aggiunto Jaiya. In una dichiarazione comune al termine delle riunioni, Wipo e Iasp si sono impegnate ad organizzare eventi internazionali e regionali destinati a direttori e staff dei parchi scientifici e degli incubatori, per migliorarne la capacità di fornire assistenza nel settore della proprietà intellettuale alle nuove aziende. In un evento separato della Wipo, i rappresentanti di 62 Stati aderenti si sono riuniti per sottolineare il ruolo del potere giudiziario nell'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr). Il comitato consultivo sull'applicazione (Ace) della Wipo ha ribadito l'importanza della formazione giuridica continua e della specializzazione nell'area degli Ipr. Il dottor Kamil Idris, direttore generale della Wipo, ha detto: 'L'importanza dell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il ruolo del potere giudiziario non debbono essere sottovalutati. Perché si abbia un vero sviluppo economico, sociale e culturale è necessario che la proprietà intellettuale svolga il suo ruolo cruciale; e perché ciò possa avvenire è necessario che venga applicata in tutta la società'. Il comitato ha individuato un certo numero di aree in cui sono necessarie azioni per migliorare l'applicazione degli Ipr, incluse azioni civili e penali, definizioni più accurate dei danni nei differenti sistemi legali, riduzione dei costi delle procedure di denuncia. Infolink: http://www.Wipo.int/  
   
   
I PARCHI SCIENTIFICI HANNO BISOGNO DI CONOSCERE A FONDO I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE, SOTTOLINEANO GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Wipo (organizzazione mondiale della proprietà intellettuale) e la Iasp (associazione internazionale dei parchi scientifici) hanno chiesto ai direttori e allo staff dei parchi scientifici e degli incubatori di aziende di tenere meglio conto delle esigenze dei clienti e degli utilizzatori per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. L'appello è stato lanciato nel corso di una manifestazione di tre giorni a Ginevra, dove partecipanti di 14 paesi si sono incontrati per discutere sui modi per migliorare il sostegno alla proprietà intellettuale per le start up. Queste attività dipendono spesso dai risultati di ricerca delle università e dei centri di ricerca, e il sistema dei diritti di proprietà è considerato il miglior strumento per incoraggiare il trasferimento di tecnologia dai laboratori al settore privato. 'Nell'odierna economia della conoscenza, è importante che la gestione dei parchi scientifici e degli incubatori abbia una buona conoscenza del sistema di proprietà intellettuale, in modo da fornire agli utilizzatori un appoggio di primo piano in grado di soddisfare le loro necessità commerciali', ha detto Gurigbal Singh Jaiya, direttore della divisione Pmi della Wipo. 'I parchi scientifici sono tutt'altro che semplici operazioni immobiliari, sono sempre più fornitori indispensabili di servizi di sviluppo commerciale per i clienti e gli utilizzatori, e quella della proprietà intellettuale è un'area tra le più delicate nella quale le aziende a base tecnologica e le istituzioni di R&s (Ricerca e sviluppo) hanno bisogno di una consulenza professionale', ha aggiunto Jaiya. In una dichiarazione comune al termine delle riunioni, Wipo e Iasp si sono impegnate ad organizzare eventi internazionali e regionali destinati a direttori e staff dei parchi scientifici e degli incubatori, per migliorarne la capacità di fornire assistenza nel settore della proprietà intellettuale alle nuove aziende. In un evento separato della Wipo, i rappresentanti di 62 Stati aderenti si sono riuniti per sottolineare il ruolo del potere giudiziario nell'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr). Il comitato consultivo sull'applicazione (Ace) della Wipo ha ribadito l'importanza della formazione giuridica continua e della specializzazione nell'area degli Ipr. Il dottor Kamil Idris, direttore generale della Wipo, ha detto: 'L'importanza dell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il ruolo del potere giudiziario non debbono essere sottovalutati. Perché si abbia un vero sviluppo economico, sociale e culturale è necessario che la proprietà intellettuale svolga il suo ruolo cruciale; e perché ciò possa avvenire è necessario che venga applicata in tutta la società'. Il comitato ha individuato un certo numero di aree in cui sono necessarie azioni per migliorare l'applicazione degli Ipr, incluse azioni civili e penali, definizioni più accurate dei danni nei differenti sistemi legali, riduzione dei costi delle procedure di denuncia. Infolink: http://www.Wipo.int/  
   
   
I PARCHI SCIENTIFICI HANNO BISOGNO DI CONOSCERE A FONDO I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE, SOTTOLINEANO GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Wipo (organizzazione mondiale della proprietà intellettuale) e la Iasp (associazione internazionale dei parchi scientifici) hanno chiesto ai direttori e allo staff dei parchi scientifici e degli incubatori di aziende di tenere meglio conto delle esigenze dei clienti e degli utilizzatori per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. L'appello è stato lanciato nel corso di una manifestazione di tre giorni a Ginevra, dove partecipanti di 14 paesi si sono incontrati per discutere sui modi per migliorare il sostegno alla proprietà intellettuale per le start up. Queste attività dipendono spesso dai risultati di ricerca delle università e dei centri di ricerca, e il sistema dei diritti di proprietà è considerato il miglior strumento per incoraggiare il trasferimento di tecnologia dai laboratori al settore privato. 'Nell'odierna economia della conoscenza, è importante che la gestione dei parchi scientifici e degli incubatori abbia una buona conoscenza del sistema di proprietà intellettuale, in modo da fornire agli utilizzatori un appoggio di primo piano in grado di soddisfare le loro necessità commerciali', ha detto Gurigbal Singh Jaiya, direttore della divisione Pmi della Wipo. 'I parchi scientifici sono tutt'altro che semplici operazioni immobiliari, sono sempre più fornitori indispensabili di servizi di sviluppo commerciale per i clienti e gli utilizzatori, e quella della proprietà intellettuale è un'area tra le più delicate nella quale le aziende a base tecnologica e le istituzioni di R&s (Ricerca e sviluppo) hanno bisogno di una consulenza professionale', ha aggiunto Jaiya. In una dichiarazione comune al termine delle riunioni, Wipo e Iasp si sono impegnate ad organizzare eventi internazionali e regionali destinati a direttori e staff dei parchi scientifici e degli incubatori, per migliorarne la capacità di fornire assistenza nel settore della proprietà intellettuale alle nuove aziende. In un evento separato della Wipo, i rappresentanti di 62 Stati aderenti si sono riuniti per sottolineare il ruolo del potere giudiziario nell'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr). Il comitato consultivo sull'applicazione (Ace) della Wipo ha ribadito l'importanza della formazione giuridica continua e della specializzazione nell'area degli Ipr. Il dottor Kamil Idris, direttore generale della Wipo, ha detto: 'L'importanza dell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il ruolo del potere giudiziario non debbono essere sottovalutati. Perché si abbia un vero sviluppo economico, sociale e culturale è necessario che la proprietà intellettuale svolga il suo ruolo cruciale; e perché ciò possa avvenire è necessario che venga applicata in tutta la società'. Il comitato ha individuato un certo numero di aree in cui sono necessarie azioni per migliorare l'applicazione degli Ipr, incluse azioni civili e penali, definizioni più accurate dei danni nei differenti sistemi legali, riduzione dei costi delle procedure di denuncia. Infolink: http://www.Wipo.int/  
   
   
PORTOGALLO: SEMINARIO SU 'COME RENDERE LA SCIENZA UN VERO AFFARE  
 
Lisbona, 8 luglio 2004 - Il 14 e 15 ottobre si svolgerà a Lisbona il seminario annuale dell'Astp (Association of European science and technology transfer professionals); che si occuperà di 'come rendere la scienza un vero affare'. Circa 150 professionisti del trasferimento di tecnologie ascolteranno esperti oratori europei e americani affrontare temi come le spin-out e il partenariato con l'industria, mentre le sessioni plenarie riguarderanno: l'importanza del trasferimento tecnologico; perché le aziende non traggono maggiori vantaggi dall'esperienza e le tecnologie universitarie? gioco di ruolo sulle negoziazioni tra responsabile del trasferimento di tecnologie, inventore e investitore. Infolink: http://www.Astp.net  
   
   
PORTOGALLO: SEMINARIO SU 'COME RENDERE LA SCIENZA UN VERO AFFARE  
 
Lisbona, 8 luglio 2004 - Il 14 e 15 ottobre si svolgerà a Lisbona il seminario annuale dell'Astp (Association of European science and technology transfer professionals); che si occuperà di 'come rendere la scienza un vero affare'. Circa 150 professionisti del trasferimento di tecnologie ascolteranno esperti oratori europei e americani affrontare temi come le spin-out e il partenariato con l'industria, mentre le sessioni plenarie riguarderanno: l'importanza del trasferimento tecnologico; perché le aziende non traggono maggiori vantaggi dall'esperienza e le tecnologie universitarie? gioco di ruolo sulle negoziazioni tra responsabile del trasferimento di tecnologie, inventore e investitore. Infolink: http://www.Astp.net  
   
   
PORTOGALLO: SEMINARIO SU 'COME RENDERE LA SCIENZA UN VERO AFFARE  
 
Lisbona, 8 luglio 2004 - Il 14 e 15 ottobre si svolgerà a Lisbona il seminario annuale dell'Astp (Association of European science and technology transfer professionals); che si occuperà di 'come rendere la scienza un vero affare'. Circa 150 professionisti del trasferimento di tecnologie ascolteranno esperti oratori europei e americani affrontare temi come le spin-out e il partenariato con l'industria, mentre le sessioni plenarie riguarderanno: l'importanza del trasferimento tecnologico; perché le aziende non traggono maggiori vantaggi dall'esperienza e le tecnologie universitarie? gioco di ruolo sulle negoziazioni tra responsabile del trasferimento di tecnologie, inventore e investitore. Infolink: http://www.Astp.net  
   
   
PORTOGALLO: SEMINARIO SU 'COME RENDERE LA SCIENZA UN VERO AFFARE  
 
Lisbona, 8 luglio 2004 - Il 14 e 15 ottobre si svolgerà a Lisbona il seminario annuale dell'Astp (Association of European science and technology transfer professionals); che si occuperà di 'come rendere la scienza un vero affare'. Circa 150 professionisti del trasferimento di tecnologie ascolteranno esperti oratori europei e americani affrontare temi come le spin-out e il partenariato con l'industria, mentre le sessioni plenarie riguarderanno: l'importanza del trasferimento tecnologico; perché le aziende non traggono maggiori vantaggi dall'esperienza e le tecnologie universitarie? gioco di ruolo sulle negoziazioni tra responsabile del trasferimento di tecnologie, inventore e investitore. Infolink: http://www.Astp.net  
   
   
PORTOGALLO: SEMINARIO SU 'COME RENDERE LA SCIENZA UN VERO AFFARE  
 
Lisbona, 8 luglio 2004 - Il 14 e 15 ottobre si svolgerà a Lisbona il seminario annuale dell'Astp (Association of European science and technology transfer professionals); che si occuperà di 'come rendere la scienza un vero affare'. Circa 150 professionisti del trasferimento di tecnologie ascolteranno esperti oratori europei e americani affrontare temi come le spin-out e il partenariato con l'industria, mentre le sessioni plenarie riguarderanno: l'importanza del trasferimento tecnologico; perché le aziende non traggono maggiori vantaggi dall'esperienza e le tecnologie universitarie? gioco di ruolo sulle negoziazioni tra responsabile del trasferimento di tecnologie, inventore e investitore. Infolink: http://www.Astp.net  
   
   
PORTOGALLO: SEMINARIO SU 'COME RENDERE LA SCIENZA UN VERO AFFARE  
 
Lisbona, 8 luglio 2004 - Il 14 e 15 ottobre si svolgerà a Lisbona il seminario annuale dell'Astp (Association of European science and technology transfer professionals); che si occuperà di 'come rendere la scienza un vero affare'. Circa 150 professionisti del trasferimento di tecnologie ascolteranno esperti oratori europei e americani affrontare temi come le spin-out e il partenariato con l'industria, mentre le sessioni plenarie riguarderanno: l'importanza del trasferimento tecnologico; perché le aziende non traggono maggiori vantaggi dall'esperienza e le tecnologie universitarie? gioco di ruolo sulle negoziazioni tra responsabile del trasferimento di tecnologie, inventore e investitore. Infolink: http://www.Astp.net  
   
   
WORKSHOP SULLE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON L'EUROPA DELL'EST  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 16 e 17 settembre, il progetto Ew Isme, finanziato dall'Ue, organizza a Tallinn, in Estonia, un workshop sulle opportunità commerciali con l'Europa dell'Est. Il workshop rappresenta per le Pmi (Piccole e medie imprese) europee innovative un'occasione per reperire opportunità commerciali e partner, ed entrare a far parte di una rete di sostegno all'apprendimento che verrà presentata nel corso dell'evento. Le Pmi locali illustreranno inoltre esperienze a livello internazionale nel trasferimento tecnologico, sfide e opportunità. Infolink: http://www.Ewisme.ee/events/sept16-18/event_sept16-18_1.htm  
   
   
WORKSHOP SULLE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON L'EUROPA DELL'EST  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 16 e 17 settembre, il progetto Ew Isme, finanziato dall'Ue, organizza a Tallinn, in Estonia, un workshop sulle opportunità commerciali con l'Europa dell'Est. Il workshop rappresenta per le Pmi (Piccole e medie imprese) europee innovative un'occasione per reperire opportunità commerciali e partner, ed entrare a far parte di una rete di sostegno all'apprendimento che verrà presentata nel corso dell'evento. Le Pmi locali illustreranno inoltre esperienze a livello internazionale nel trasferimento tecnologico, sfide e opportunità. Infolink: http://www.Ewisme.ee/events/sept16-18/event_sept16-18_1.htm  
   
   
WORKSHOP SULLE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON L'EUROPA DELL'EST  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 16 e 17 settembre, il progetto Ew Isme, finanziato dall'Ue, organizza a Tallinn, in Estonia, un workshop sulle opportunità commerciali con l'Europa dell'Est. Il workshop rappresenta per le Pmi (Piccole e medie imprese) europee innovative un'occasione per reperire opportunità commerciali e partner, ed entrare a far parte di una rete di sostegno all'apprendimento che verrà presentata nel corso dell'evento. Le Pmi locali illustreranno inoltre esperienze a livello internazionale nel trasferimento tecnologico, sfide e opportunità. Infolink: http://www.Ewisme.ee/events/sept16-18/event_sept16-18_1.htm  
   
   
WORKSHOP SULLE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON L'EUROPA DELL'EST  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 16 e 17 settembre, il progetto Ew Isme, finanziato dall'Ue, organizza a Tallinn, in Estonia, un workshop sulle opportunità commerciali con l'Europa dell'Est. Il workshop rappresenta per le Pmi (Piccole e medie imprese) europee innovative un'occasione per reperire opportunità commerciali e partner, ed entrare a far parte di una rete di sostegno all'apprendimento che verrà presentata nel corso dell'evento. Le Pmi locali illustreranno inoltre esperienze a livello internazionale nel trasferimento tecnologico, sfide e opportunità. Infolink: http://www.Ewisme.ee/events/sept16-18/event_sept16-18_1.htm  
   
   
WORKSHOP SULLE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON L'EUROPA DELL'EST  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 16 e 17 settembre, il progetto Ew Isme, finanziato dall'Ue, organizza a Tallinn, in Estonia, un workshop sulle opportunità commerciali con l'Europa dell'Est. Il workshop rappresenta per le Pmi (Piccole e medie imprese) europee innovative un'occasione per reperire opportunità commerciali e partner, ed entrare a far parte di una rete di sostegno all'apprendimento che verrà presentata nel corso dell'evento. Le Pmi locali illustreranno inoltre esperienze a livello internazionale nel trasferimento tecnologico, sfide e opportunità. Infolink: http://www.Ewisme.ee/events/sept16-18/event_sept16-18_1.htm  
   
   
WORKSHOP SULLE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI CON L'EUROPA DELL'EST  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 16 e 17 settembre, il progetto Ew Isme, finanziato dall'Ue, organizza a Tallinn, in Estonia, un workshop sulle opportunità commerciali con l'Europa dell'Est. Il workshop rappresenta per le Pmi (Piccole e medie imprese) europee innovative un'occasione per reperire opportunità commerciali e partner, ed entrare a far parte di una rete di sostegno all'apprendimento che verrà presentata nel corso dell'evento. Le Pmi locali illustreranno inoltre esperienze a livello internazionale nel trasferimento tecnologico, sfide e opportunità. Infolink: http://www.Ewisme.ee/events/sept16-18/event_sept16-18_1.htm  
   
   
RIUNIONE BILATERALE TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E LE AUTORITÀ ITALIANE NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DELLA CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 9 luglio si terrà a Roma nella sede del Ministero per le Attività Produttive la riunione bilaterale tra la Commissione Europea e le autorità italiane nell’ambito dell’attuazione della Carta Europea per Piccole Imprese. L’incontro fornirà l’occasione per esaminare i progressi compiuti dall’Italia nelle dieci aree di azione previste dalla Carta in previsione della pubblicazione del prossimo rapporto annuale di attuazione. In conformità con le conclusioni del Consiglio Competitività dello scorso marzo, si analizzeranno in particolare i risultati ottenuti nelle tre aree considerate prioritarie per il rapporto 2005 ovvero: sviluppare lo spirito imprenditoriale, in particolare nel secondo ciclo di istruzione; migliorare il contesto normativo con particolare riguardo alla legge in materia di fallimenti e alla valutazione di impatto; migliorare la disponibilità di competenze per sopperire in particolare alla mancanza di tecnici specializzati e ingegneri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/index.htm  
   
   
RIUNIONE BILATERALE TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E LE AUTORITÀ ITALIANE NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DELLA CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 9 luglio si terrà a Roma nella sede del Ministero per le Attività Produttive la riunione bilaterale tra la Commissione Europea e le autorità italiane nell’ambito dell’attuazione della Carta Europea per Piccole Imprese. L’incontro fornirà l’occasione per esaminare i progressi compiuti dall’Italia nelle dieci aree di azione previste dalla Carta in previsione della pubblicazione del prossimo rapporto annuale di attuazione. In conformità con le conclusioni del Consiglio Competitività dello scorso marzo, si analizzeranno in particolare i risultati ottenuti nelle tre aree considerate prioritarie per il rapporto 2005 ovvero: sviluppare lo spirito imprenditoriale, in particolare nel secondo ciclo di istruzione; migliorare il contesto normativo con particolare riguardo alla legge in materia di fallimenti e alla valutazione di impatto; migliorare la disponibilità di competenze per sopperire in particolare alla mancanza di tecnici specializzati e ingegneri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/index.htm  
   
   
RIUNIONE BILATERALE TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E LE AUTORITÀ ITALIANE NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DELLA CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 9 luglio si terrà a Roma nella sede del Ministero per le Attività Produttive la riunione bilaterale tra la Commissione Europea e le autorità italiane nell’ambito dell’attuazione della Carta Europea per Piccole Imprese. L’incontro fornirà l’occasione per esaminare i progressi compiuti dall’Italia nelle dieci aree di azione previste dalla Carta in previsione della pubblicazione del prossimo rapporto annuale di attuazione. In conformità con le conclusioni del Consiglio Competitività dello scorso marzo, si analizzeranno in particolare i risultati ottenuti nelle tre aree considerate prioritarie per il rapporto 2005 ovvero: sviluppare lo spirito imprenditoriale, in particolare nel secondo ciclo di istruzione; migliorare il contesto normativo con particolare riguardo alla legge in materia di fallimenti e alla valutazione di impatto; migliorare la disponibilità di competenze per sopperire in particolare alla mancanza di tecnici specializzati e ingegneri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/index.htm  
   
   
RIUNIONE BILATERALE TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E LE AUTORITÀ ITALIANE NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DELLA CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 9 luglio si terrà a Roma nella sede del Ministero per le Attività Produttive la riunione bilaterale tra la Commissione Europea e le autorità italiane nell’ambito dell’attuazione della Carta Europea per Piccole Imprese. L’incontro fornirà l’occasione per esaminare i progressi compiuti dall’Italia nelle dieci aree di azione previste dalla Carta in previsione della pubblicazione del prossimo rapporto annuale di attuazione. In conformità con le conclusioni del Consiglio Competitività dello scorso marzo, si analizzeranno in particolare i risultati ottenuti nelle tre aree considerate prioritarie per il rapporto 2005 ovvero: sviluppare lo spirito imprenditoriale, in particolare nel secondo ciclo di istruzione; migliorare il contesto normativo con particolare riguardo alla legge in materia di fallimenti e alla valutazione di impatto; migliorare la disponibilità di competenze per sopperire in particolare alla mancanza di tecnici specializzati e ingegneri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/index.htm  
   
   
RIUNIONE BILATERALE TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E LE AUTORITÀ ITALIANE NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DELLA CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 9 luglio si terrà a Roma nella sede del Ministero per le Attività Produttive la riunione bilaterale tra la Commissione Europea e le autorità italiane nell’ambito dell’attuazione della Carta Europea per Piccole Imprese. L’incontro fornirà l’occasione per esaminare i progressi compiuti dall’Italia nelle dieci aree di azione previste dalla Carta in previsione della pubblicazione del prossimo rapporto annuale di attuazione. In conformità con le conclusioni del Consiglio Competitività dello scorso marzo, si analizzeranno in particolare i risultati ottenuti nelle tre aree considerate prioritarie per il rapporto 2005 ovvero: sviluppare lo spirito imprenditoriale, in particolare nel secondo ciclo di istruzione; migliorare il contesto normativo con particolare riguardo alla legge in materia di fallimenti e alla valutazione di impatto; migliorare la disponibilità di competenze per sopperire in particolare alla mancanza di tecnici specializzati e ingegneri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/index.htm  
   
   
RIUNIONE BILATERALE TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E LE AUTORITÀ ITALIANE NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DELLA CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il 9 luglio si terrà a Roma nella sede del Ministero per le Attività Produttive la riunione bilaterale tra la Commissione Europea e le autorità italiane nell’ambito dell’attuazione della Carta Europea per Piccole Imprese. L’incontro fornirà l’occasione per esaminare i progressi compiuti dall’Italia nelle dieci aree di azione previste dalla Carta in previsione della pubblicazione del prossimo rapporto annuale di attuazione. In conformità con le conclusioni del Consiglio Competitività dello scorso marzo, si analizzeranno in particolare i risultati ottenuti nelle tre aree considerate prioritarie per il rapporto 2005 ovvero: sviluppare lo spirito imprenditoriale, in particolare nel secondo ciclo di istruzione; migliorare il contesto normativo con particolare riguardo alla legge in materia di fallimenti e alla valutazione di impatto; migliorare la disponibilità di competenze per sopperire in particolare alla mancanza di tecnici specializzati e ingegneri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/index.htm  
   
   
BANCA SELLA SI PRESENTA SULL’EUROMERCATO CON UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DI DEBITO SENIOR PER 250 MILIONI DI EURO  
 
 Biella, 8 luglio 2004 – Banca Sella ricorre all’Euromercato con un prestito obbligazionario di debito senior per un ammontare pari a 250 milioni di euro. Il bond, che sarà prezzato nei prossimi giorni, ha una durata di 5 anni, con decorrenza luglio 2004 e scadenza luglio 2009, ed offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso euribor a tre mesi. Il bond è emesso nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme predisposto da Banca Sella; il programma di emissione ha una dimensione globale pari a 750 milioni di euro e consentirà all’Istituto di ricorrere con maggiore flessibilità e tempestività al funding sull’Euromercato. L’arranger scelto da Banca Sella per il programma è Abn Amro Nv, che curerà anche, in qualità di Lead Manager, il collocamento dell’emissione. La sottoscrizione del prestito è riservata agli investitori istituzionali.  
   
   
BANCA SELLA SI PRESENTA SULL’EUROMERCATO CON UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DI DEBITO SENIOR PER 250 MILIONI DI EURO  
 
 Biella, 8 luglio 2004 – Banca Sella ricorre all’Euromercato con un prestito obbligazionario di debito senior per un ammontare pari a 250 milioni di euro. Il bond, che sarà prezzato nei prossimi giorni, ha una durata di 5 anni, con decorrenza luglio 2004 e scadenza luglio 2009, ed offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso euribor a tre mesi. Il bond è emesso nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme predisposto da Banca Sella; il programma di emissione ha una dimensione globale pari a 750 milioni di euro e consentirà all’Istituto di ricorrere con maggiore flessibilità e tempestività al funding sull’Euromercato. L’arranger scelto da Banca Sella per il programma è Abn Amro Nv, che curerà anche, in qualità di Lead Manager, il collocamento dell’emissione. La sottoscrizione del prestito è riservata agli investitori istituzionali.  
   
   
BANCA SELLA SI PRESENTA SULL’EUROMERCATO CON UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DI DEBITO SENIOR PER 250 MILIONI DI EURO  
 
 Biella, 8 luglio 2004 – Banca Sella ricorre all’Euromercato con un prestito obbligazionario di debito senior per un ammontare pari a 250 milioni di euro. Il bond, che sarà prezzato nei prossimi giorni, ha una durata di 5 anni, con decorrenza luglio 2004 e scadenza luglio 2009, ed offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso euribor a tre mesi. Il bond è emesso nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme predisposto da Banca Sella; il programma di emissione ha una dimensione globale pari a 750 milioni di euro e consentirà all’Istituto di ricorrere con maggiore flessibilità e tempestività al funding sull’Euromercato. L’arranger scelto da Banca Sella per il programma è Abn Amro Nv, che curerà anche, in qualità di Lead Manager, il collocamento dell’emissione. La sottoscrizione del prestito è riservata agli investitori istituzionali.  
   
   
BANCA SELLA SI PRESENTA SULL’EUROMERCATO CON UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DI DEBITO SENIOR PER 250 MILIONI DI EURO  
 
 Biella, 8 luglio 2004 – Banca Sella ricorre all’Euromercato con un prestito obbligazionario di debito senior per un ammontare pari a 250 milioni di euro. Il bond, che sarà prezzato nei prossimi giorni, ha una durata di 5 anni, con decorrenza luglio 2004 e scadenza luglio 2009, ed offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso euribor a tre mesi. Il bond è emesso nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme predisposto da Banca Sella; il programma di emissione ha una dimensione globale pari a 750 milioni di euro e consentirà all’Istituto di ricorrere con maggiore flessibilità e tempestività al funding sull’Euromercato. L’arranger scelto da Banca Sella per il programma è Abn Amro Nv, che curerà anche, in qualità di Lead Manager, il collocamento dell’emissione. La sottoscrizione del prestito è riservata agli investitori istituzionali.  
   
   
BANCA SELLA SI PRESENTA SULL’EUROMERCATO CON UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DI DEBITO SENIOR PER 250 MILIONI DI EURO  
 
 Biella, 8 luglio 2004 – Banca Sella ricorre all’Euromercato con un prestito obbligazionario di debito senior per un ammontare pari a 250 milioni di euro. Il bond, che sarà prezzato nei prossimi giorni, ha una durata di 5 anni, con decorrenza luglio 2004 e scadenza luglio 2009, ed offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso euribor a tre mesi. Il bond è emesso nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme predisposto da Banca Sella; il programma di emissione ha una dimensione globale pari a 750 milioni di euro e consentirà all’Istituto di ricorrere con maggiore flessibilità e tempestività al funding sull’Euromercato. L’arranger scelto da Banca Sella per il programma è Abn Amro Nv, che curerà anche, in qualità di Lead Manager, il collocamento dell’emissione. La sottoscrizione del prestito è riservata agli investitori istituzionali.  
   
   
BANCA SELLA SI PRESENTA SULL’EUROMERCATO CON UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DI DEBITO SENIOR PER 250 MILIONI DI EURO  
 
 Biella, 8 luglio 2004 – Banca Sella ricorre all’Euromercato con un prestito obbligazionario di debito senior per un ammontare pari a 250 milioni di euro. Il bond, che sarà prezzato nei prossimi giorni, ha una durata di 5 anni, con decorrenza luglio 2004 e scadenza luglio 2009, ed offre una cedola trimestrale indicizzata al tasso euribor a tre mesi. Il bond è emesso nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme predisposto da Banca Sella; il programma di emissione ha una dimensione globale pari a 750 milioni di euro e consentirà all’Istituto di ricorrere con maggiore flessibilità e tempestività al funding sull’Euromercato. L’arranger scelto da Banca Sella per il programma è Abn Amro Nv, che curerà anche, in qualità di Lead Manager, il collocamento dell’emissione. La sottoscrizione del prestito è riservata agli investitori istituzionali.  
   
   
BEI E BANCA SELLA INSIEME A SOSTEGNO DEGLI INVESTIMENTI DI PICCOLA-MEDIA DIMENSIONE  
 
Biella, 8 Luglio 2004 - Banca Sella e Biella Leasing (società di leasing facente parte del Gruppo Banca Sella) hanno ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) un prestito di complessivi 70 milioni di euro da destinare al finanziamento di iniziative nel settore dell’industria e dei servizi promosse da piccole e medie imprese (Pmi). Tali finanziamenti saranno destinati anche a specifici progetti nei settori dell'energia, della protezione ambientale e dello sviluppo di tecnologie innovative che contribuiscano al rafforzamento della competitività internazionale dell'industria dell’Unione europea, con particolare attenzione alle iniziative promosse in ‘zone di sviluppo regionale’. “Questa operazione è mirata soprattutto al rilancio degli investimenti quale motore dello sviluppo e del miglioramento dell’economia – spiega Pietro Sella, Amministratore Delegato di Banca Sella –. Riteniamo infatti che proprio ora sia il momento di puntare ancora una volta su quel tessuto imprenditoriale italiano, composto per lo più da piccole e medie imprese, a cui tradizionalmente siamo vicini, che da sempre sosteniamo, e con il quale siamo a nostra volta cresciuti”. Sono ammesse ai finanziamenti tutte le Pmi, ovvero imprese il cui fatturato annuale non superi i 50 milioni di euro e con meno di 250 addetti. Deroghe sono ammesse, per imprese con un massimo di 500 addetti, limitatamente a progetti in particolari aree regionali economicamente meno sviluppate. In ogni caso le Pmi devono essere indipendenti, ovvero non devono essere detenute per più del 25% da società o enti che non possano a loro volta essere definiti piccole-medie imprese. “I finanziamenti – aggiunge Pietro Sella – saranno destinati a specifici progetti d’investimento, e quindi non per necessità di liquidità. Le condizioni sono particolarmente favorevoli per le pmi e vengono concesse senza ricorso ad agevolazioni pubbliche”. Il finanziamento destinato ad ogni singolo investimento andrà a coprire fino al 50% del costo del progetto, per un importo massimo compreso tra i 20mila e i 12,5 milioni di euro. Con questa linea di credito la Bei intende continuare il proprio impegno, tramite i prestiti globali, a favore delle banche italiane di piccole e medie dimensioni particolarmente attive. In tal modo, l’istituzione finanziaria dell’Unione europea intende favorire l’ulteriore sviluppo di un settore bancario e finanziario capace di rispondere efficacemente alle esigenze del settore produttivo. Informazioni per accedere ai finanziamenti possono essere richieste in tutte le succursali di Banca Sella (in Liguria a Genova, Genova Bolzaneto, Chiavari e Sanremo); nelle filiali di Biella Leasing, oppure all’Area impieghi medio e lungo termine di Banca Sella che risponde ai numeri 015/3501565 – 015/3501491.  
   
   
BEI E BANCA SELLA INSIEME A SOSTEGNO DEGLI INVESTIMENTI DI PICCOLA-MEDIA DIMENSIONE  
 
Biella, 8 Luglio 2004 - Banca Sella e Biella Leasing (società di leasing facente parte del Gruppo Banca Sella) hanno ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) un prestito di complessivi 70 milioni di euro da destinare al finanziamento di iniziative nel settore dell’industria e dei servizi promosse da piccole e medie imprese (Pmi). Tali finanziamenti saranno destinati anche a specifici progetti nei settori dell'energia, della protezione ambientale e dello sviluppo di tecnologie innovative che contribuiscano al rafforzamento della competitività internazionale dell'industria dell’Unione europea, con particolare attenzione alle iniziative promosse in ‘zone di sviluppo regionale’. “Questa operazione è mirata soprattutto al rilancio degli investimenti quale motore dello sviluppo e del miglioramento dell’economia – spiega Pietro Sella, Amministratore Delegato di Banca Sella –. Riteniamo infatti che proprio ora sia il momento di puntare ancora una volta su quel tessuto imprenditoriale italiano, composto per lo più da piccole e medie imprese, a cui tradizionalmente siamo vicini, che da sempre sosteniamo, e con il quale siamo a nostra volta cresciuti”. Sono ammesse ai finanziamenti tutte le Pmi, ovvero imprese il cui fatturato annuale non superi i 50 milioni di euro e con meno di 250 addetti. Deroghe sono ammesse, per imprese con un massimo di 500 addetti, limitatamente a progetti in particolari aree regionali economicamente meno sviluppate. In ogni caso le Pmi devono essere indipendenti, ovvero non devono essere detenute per più del 25% da società o enti che non possano a loro volta essere definiti piccole-medie imprese. “I finanziamenti – aggiunge Pietro Sella – saranno destinati a specifici progetti d’investimento, e quindi non per necessità di liquidità. Le condizioni sono particolarmente favorevoli per le pmi e vengono concesse senza ricorso ad agevolazioni pubbliche”. Il finanziamento destinato ad ogni singolo investimento andrà a coprire fino al 50% del costo del progetto, per un importo massimo compreso tra i 20mila e i 12,5 milioni di euro. Con questa linea di credito la Bei intende continuare il proprio impegno, tramite i prestiti globali, a favore delle banche italiane di piccole e medie dimensioni particolarmente attive. In tal modo, l’istituzione finanziaria dell’Unione europea intende favorire l’ulteriore sviluppo di un settore bancario e finanziario capace di rispondere efficacemente alle esigenze del settore produttivo. Informazioni per accedere ai finanziamenti possono essere richieste in tutte le succursali di Banca Sella (in Liguria a Genova, Genova Bolzaneto, Chiavari e Sanremo); nelle filiali di Biella Leasing, oppure all’Area impieghi medio e lungo termine di Banca Sella che risponde ai numeri 015/3501565 – 015/3501491.  
   
   
BEI E BANCA SELLA INSIEME A SOSTEGNO DEGLI INVESTIMENTI DI PICCOLA-MEDIA DIMENSIONE  
 
Biella, 8 Luglio 2004 - Banca Sella e Biella Leasing (società di leasing facente parte del Gruppo Banca Sella) hanno ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) un prestito di complessivi 70 milioni di euro da destinare al finanziamento di iniziative nel settore dell’industria e dei servizi promosse da piccole e medie imprese (Pmi). Tali finanziamenti saranno destinati anche a specifici progetti nei settori dell'energia, della protezione ambientale e dello sviluppo di tecnologie innovative che contribuiscano al rafforzamento della competitività internazionale dell'industria dell’Unione europea, con particolare attenzione alle iniziative promosse in ‘zone di sviluppo regionale’. “Questa operazione è mirata soprattutto al rilancio degli investimenti quale motore dello sviluppo e del miglioramento dell’economia – spiega Pietro Sella, Amministratore Delegato di Banca Sella –. Riteniamo infatti che proprio ora sia il momento di puntare ancora una volta su quel tessuto imprenditoriale italiano, composto per lo più da piccole e medie imprese, a cui tradizionalmente siamo vicini, che da sempre sosteniamo, e con il quale siamo a nostra volta cresciuti”. Sono ammesse ai finanziamenti tutte le Pmi, ovvero imprese il cui fatturato annuale non superi i 50 milioni di euro e con meno di 250 addetti. Deroghe sono ammesse, per imprese con un massimo di 500 addetti, limitatamente a progetti in particolari aree regionali economicamente meno sviluppate. In ogni caso le Pmi devono essere indipendenti, ovvero non devono essere detenute per più del 25% da società o enti che non possano a loro volta essere definiti piccole-medie imprese. “I finanziamenti – aggiunge Pietro Sella – saranno destinati a specifici progetti d’investimento, e quindi non per necessità di liquidità. Le condizioni sono particolarmente favorevoli per le pmi e vengono concesse senza ricorso ad agevolazioni pubbliche”. Il finanziamento destinato ad ogni singolo investimento andrà a coprire fino al 50% del costo del progetto, per un importo massimo compreso tra i 20mila e i 12,5 milioni di euro. Con questa linea di credito la Bei intende continuare il proprio impegno, tramite i prestiti globali, a favore delle banche italiane di piccole e medie dimensioni particolarmente attive. In tal modo, l’istituzione finanziaria dell’Unione europea intende favorire l’ulteriore sviluppo di un settore bancario e finanziario capace di rispondere efficacemente alle esigenze del settore produttivo. Informazioni per accedere ai finanziamenti possono essere richieste in tutte le succursali di Banca Sella (in Liguria a Genova, Genova Bolzaneto, Chiavari e Sanremo); nelle filiali di Biella Leasing, oppure all’Area impieghi medio e lungo termine di Banca Sella che risponde ai numeri 015/3501565 – 015/3501491.  
   
   
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Biella, 8 Luglio 2004 - Banca Sella e Biella Leasing (società di leasing facente parte del Gruppo Banca Sella) hanno ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) un prestito di complessivi 70 milioni di euro da destinare al finanziamento di iniziative nel settore dell’industria e dei servizi promosse da piccole e medie imprese (Pmi). Tali finanziamenti saranno destinati anche a specifici progetti nei settori dell'energia, della protezione ambientale e dello sviluppo di tecnologie innovative che contribuiscano al rafforzamento della competitività internazionale dell'industria dell’Unione europea, con particolare attenzione alle iniziative promosse in ‘zone di sviluppo regionale’. “Questa operazione è mirata soprattutto al rilancio degli investimenti quale motore dello sviluppo e del miglioramento dell’economia – spiega Pietro Sella, Amministratore Delegato di Banca Sella –. Riteniamo infatti che proprio ora sia il momento di puntare ancora una volta su quel tessuto imprenditoriale italiano, composto per lo più da piccole e medie imprese, a cui tradizionalmente siamo vicini, che da sempre sosteniamo, e con il quale siamo a nostra volta cresciuti”. Sono ammesse ai finanziamenti tutte le Pmi, ovvero imprese il cui fatturato annuale non superi i 50 milioni di euro e con meno di 250 addetti. Deroghe sono ammesse, per imprese con un massimo di 500 addetti, limitatamente a progetti in particolari aree regionali economicamente meno sviluppate. In ogni caso le Pmi devono essere indipendenti, ovvero non devono essere detenute per più del 25% da società o enti che non possano a loro volta essere definiti piccole-medie imprese. “I finanziamenti – aggiunge Pietro Sella – saranno destinati a specifici progetti d’investimento, e quindi non per necessità di liquidità. Le condizioni sono particolarmente favorevoli per le pmi e vengono concesse senza ricorso ad agevolazioni pubbliche”. Il finanziamento destinato ad ogni singolo investimento andrà a coprire fino al 50% del costo del progetto, per un importo massimo compreso tra i 20mila e i 12,5 milioni di euro. Con questa linea di credito la Bei intende continuare il proprio impegno, tramite i prestiti globali, a favore delle banche italiane di piccole e medie dimensioni particolarmente attive. In tal modo, l’istituzione finanziaria dell’Unione europea intende favorire l’ulteriore sviluppo di un settore bancario e finanziario capace di rispondere efficacemente alle esigenze del settore produttivo. Informazioni per accedere ai finanziamenti possono essere richieste in tutte le succursali di Banca Sella (in Liguria a Genova, Genova Bolzaneto, Chiavari e Sanremo); nelle filiali di Biella Leasing, oppure all’Area impieghi medio e lungo termine di Banca Sella che risponde ai numeri 015/3501565 – 015/3501491.  
   
   
BEI E BANCA SELLA INSIEME A SOSTEGNO DEGLI INVESTIMENTI DI PICCOLA-MEDIA DIMENSIONE  
 
Biella, 8 Luglio 2004 - Banca Sella e Biella Leasing (società di leasing facente parte del Gruppo Banca Sella) hanno ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) un prestito di complessivi 70 milioni di euro da destinare al finanziamento di iniziative nel settore dell’industria e dei servizi promosse da piccole e medie imprese (Pmi). Tali finanziamenti saranno destinati anche a specifici progetti nei settori dell'energia, della protezione ambientale e dello sviluppo di tecnologie innovative che contribuiscano al rafforzamento della competitività internazionale dell'industria dell’Unione europea, con particolare attenzione alle iniziative promosse in ‘zone di sviluppo regionale’. “Questa operazione è mirata soprattutto al rilancio degli investimenti quale motore dello sviluppo e del miglioramento dell’economia – spiega Pietro Sella, Amministratore Delegato di Banca Sella –. Riteniamo infatti che proprio ora sia il momento di puntare ancora una volta su quel tessuto imprenditoriale italiano, composto per lo più da piccole e medie imprese, a cui tradizionalmente siamo vicini, che da sempre sosteniamo, e con il quale siamo a nostra volta cresciuti”. Sono ammesse ai finanziamenti tutte le Pmi, ovvero imprese il cui fatturato annuale non superi i 50 milioni di euro e con meno di 250 addetti. Deroghe sono ammesse, per imprese con un massimo di 500 addetti, limitatamente a progetti in particolari aree regionali economicamente meno sviluppate. In ogni caso le Pmi devono essere indipendenti, ovvero non devono essere detenute per più del 25% da società o enti che non possano a loro volta essere definiti piccole-medie imprese. “I finanziamenti – aggiunge Pietro Sella – saranno destinati a specifici progetti d’investimento, e quindi non per necessità di liquidità. Le condizioni sono particolarmente favorevoli per le pmi e vengono concesse senza ricorso ad agevolazioni pubbliche”. Il finanziamento destinato ad ogni singolo investimento andrà a coprire fino al 50% del costo del progetto, per un importo massimo compreso tra i 20mila e i 12,5 milioni di euro. Con questa linea di credito la Bei intende continuare il proprio impegno, tramite i prestiti globali, a favore delle banche italiane di piccole e medie dimensioni particolarmente attive. In tal modo, l’istituzione finanziaria dell’Unione europea intende favorire l’ulteriore sviluppo di un settore bancario e finanziario capace di rispondere efficacemente alle esigenze del settore produttivo. Informazioni per accedere ai finanziamenti possono essere richieste in tutte le succursali di Banca Sella (in Liguria a Genova, Genova Bolzaneto, Chiavari e Sanremo); nelle filiali di Biella Leasing, oppure all’Area impieghi medio e lungo termine di Banca Sella che risponde ai numeri 015/3501565 – 015/3501491.  
   
   
BEI E BANCA SELLA INSIEME A SOSTEGNO DEGLI INVESTIMENTI DI PICCOLA-MEDIA DIMENSIONE  
 
Biella, 8 Luglio 2004 - Banca Sella e Biella Leasing (società di leasing facente parte del Gruppo Banca Sella) hanno ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) un prestito di complessivi 70 milioni di euro da destinare al finanziamento di iniziative nel settore dell’industria e dei servizi promosse da piccole e medie imprese (Pmi). Tali finanziamenti saranno destinati anche a specifici progetti nei settori dell'energia, della protezione ambientale e dello sviluppo di tecnologie innovative che contribuiscano al rafforzamento della competitività internazionale dell'industria dell’Unione europea, con particolare attenzione alle iniziative promosse in ‘zone di sviluppo regionale’. “Questa operazione è mirata soprattutto al rilancio degli investimenti quale motore dello sviluppo e del miglioramento dell’economia – spiega Pietro Sella, Amministratore Delegato di Banca Sella –. Riteniamo infatti che proprio ora sia il momento di puntare ancora una volta su quel tessuto imprenditoriale italiano, composto per lo più da piccole e medie imprese, a cui tradizionalmente siamo vicini, che da sempre sosteniamo, e con il quale siamo a nostra volta cresciuti”. Sono ammesse ai finanziamenti tutte le Pmi, ovvero imprese il cui fatturato annuale non superi i 50 milioni di euro e con meno di 250 addetti. Deroghe sono ammesse, per imprese con un massimo di 500 addetti, limitatamente a progetti in particolari aree regionali economicamente meno sviluppate. In ogni caso le Pmi devono essere indipendenti, ovvero non devono essere detenute per più del 25% da società o enti che non possano a loro volta essere definiti piccole-medie imprese. “I finanziamenti – aggiunge Pietro Sella – saranno destinati a specifici progetti d’investimento, e quindi non per necessità di liquidità. Le condizioni sono particolarmente favorevoli per le pmi e vengono concesse senza ricorso ad agevolazioni pubbliche”. Il finanziamento destinato ad ogni singolo investimento andrà a coprire fino al 50% del costo del progetto, per un importo massimo compreso tra i 20mila e i 12,5 milioni di euro. Con questa linea di credito la Bei intende continuare il proprio impegno, tramite i prestiti globali, a favore delle banche italiane di piccole e medie dimensioni particolarmente attive. In tal modo, l’istituzione finanziaria dell’Unione europea intende favorire l’ulteriore sviluppo di un settore bancario e finanziario capace di rispondere efficacemente alle esigenze del settore produttivo. Informazioni per accedere ai finanziamenti possono essere richieste in tutte le succursali di Banca Sella (in Liguria a Genova, Genova Bolzaneto, Chiavari e Sanremo); nelle filiali di Biella Leasing, oppure all’Area impieghi medio e lungo termine di Banca Sella che risponde ai numeri 015/3501565 – 015/3501491.  
   
   
MELIORBANCA S.P.A. – UNIPOL BANCA S.P.A.  
 
Bologna, 8 luglio 2004 Meliorbanca ed Unipol Banca comunicano di aver dato mandato ai Prof. Paolo Gualtieri e Maurizio Dallocchio di esprimere una valutazione delle due aziende ai fini del rapporto di concambio che dovrà essere stabilito dai due consigli di amministrazione in sede di progetto di fusione.  
   
   
MELIORBANCA S.P.A. – UNIPOL BANCA S.P.A.  
 
Bologna, 8 luglio 2004 Meliorbanca ed Unipol Banca comunicano di aver dato mandato ai Prof. Paolo Gualtieri e Maurizio Dallocchio di esprimere una valutazione delle due aziende ai fini del rapporto di concambio che dovrà essere stabilito dai due consigli di amministrazione in sede di progetto di fusione.  
   
   
MELIORBANCA S.P.A. – UNIPOL BANCA S.P.A.  
 
Bologna, 8 luglio 2004 Meliorbanca ed Unipol Banca comunicano di aver dato mandato ai Prof. Paolo Gualtieri e Maurizio Dallocchio di esprimere una valutazione delle due aziende ai fini del rapporto di concambio che dovrà essere stabilito dai due consigli di amministrazione in sede di progetto di fusione.  
   
   
MELIORBANCA S.P.A. – UNIPOL BANCA S.P.A.  
 
Bologna, 8 luglio 2004 Meliorbanca ed Unipol Banca comunicano di aver dato mandato ai Prof. Paolo Gualtieri e Maurizio Dallocchio di esprimere una valutazione delle due aziende ai fini del rapporto di concambio che dovrà essere stabilito dai due consigli di amministrazione in sede di progetto di fusione.  
   
   
MELIORBANCA S.P.A. – UNIPOL BANCA S.P.A.  
 
Bologna, 8 luglio 2004 Meliorbanca ed Unipol Banca comunicano di aver dato mandato ai Prof. Paolo Gualtieri e Maurizio Dallocchio di esprimere una valutazione delle due aziende ai fini del rapporto di concambio che dovrà essere stabilito dai due consigli di amministrazione in sede di progetto di fusione.  
   
   
MELIORBANCA S.P.A. – UNIPOL BANCA S.P.A.  
 
Bologna, 8 luglio 2004 Meliorbanca ed Unipol Banca comunicano di aver dato mandato ai Prof. Paolo Gualtieri e Maurizio Dallocchio di esprimere una valutazione delle due aziende ai fini del rapporto di concambio che dovrà essere stabilito dai due consigli di amministrazione in sede di progetto di fusione.  
   
   
AZIMUT HOLDING ASSEMBLEA NOMINA CDA  
 
Milano, 8 Luglio 2004 - L´assemblea dei Soci di Azimut Holding si è riunita il 6 luglio 2004 per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione della società in relazione alla modifica dell´azionariato conseguente l´offerta pubblica di vendita e sottoscrizione realizzatasi tra il 28 giugno e il 2 luglio. In particolare sono stati sostituiti i cinque consiglieri dimissionari di Apax (società di private equity che aveva accompagnato il buy out del 2002) a seguito della riduzione della quota azionaria (dal 68% al 9% circa). Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding Spa, che rimarrà in carica fino all´approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, risulta così composto. Amministratori esecutivi Fausto Artoni, Pietro Belotti, Luca Bonani, Pietro Giuliani, Marco Malcontenti, Stefano Missora Amministratori rappresentanti dei promotori finanziari Flavio Bugana, Romano Stievano Amministratori indipendenti Franco Novelli, Aldo Milanese Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato il comitato per il controllo interno e il comitato per la remunerazione, al fine di adeguare il sistema di governo societario alle raccomandazioni del Codice di Autodisciplina redatto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate promosso dalla Borsa Italiana S.p.a. Il comitato per il controllo interno è composto dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli e ha il compito di individuare e valutare le problematiche e i rischi delle attività aziendali. Il comitato per la remunerazione è composto da un amministratore esecutivo, Pietro Giuliani, e dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli, e ha il compito di formulare al Consiglio di Amministrazione proposte per la remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono particolari cariche nonché, su indicazione degli amministratori delegati, per la determinazione dei criteri per la remunerazione dell´alta direzione della Società. Franco Novelli, 47 anni, è titolare dell´omonimo Studio Notarile di Milano, con clientela articolata tra studi professionali, enti pubblici, cooperative, imprenditori, privati ed una particolare, prevalente attenzione al settore societario. Aldo Milanese, 60 anni, è iscritto all´Albo dei Dottori Commercialisti di Torino, al Ruolo dei Revisori Ufficiali dei Conti dal 1977, al Registro dei Revisori Contabili, all´Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Torino dal novembre 1987, è componente della Giunta Esecutiva della Camera Arbitrale del Piemonte ed è partner dell´Igaf (International Group of Accouting Firms); con sede a New Jersey (Usa); cui partecipano studi professionali di oltre 50 paesi. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Azimut, riunitosi a margine dell´Assemblea, ha inoltre nominato per il triennio 2004/2006 Pietro Giuliani quale Amministratore Delegato della società.  
   
   
AZIMUT HOLDING ASSEMBLEA NOMINA CDA  
 
Milano, 8 Luglio 2004 - L´assemblea dei Soci di Azimut Holding si è riunita il 6 luglio 2004 per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione della società in relazione alla modifica dell´azionariato conseguente l´offerta pubblica di vendita e sottoscrizione realizzatasi tra il 28 giugno e il 2 luglio. In particolare sono stati sostituiti i cinque consiglieri dimissionari di Apax (società di private equity che aveva accompagnato il buy out del 2002) a seguito della riduzione della quota azionaria (dal 68% al 9% circa). Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding Spa, che rimarrà in carica fino all´approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, risulta così composto. Amministratori esecutivi Fausto Artoni, Pietro Belotti, Luca Bonani, Pietro Giuliani, Marco Malcontenti, Stefano Missora Amministratori rappresentanti dei promotori finanziari Flavio Bugana, Romano Stievano Amministratori indipendenti Franco Novelli, Aldo Milanese Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato il comitato per il controllo interno e il comitato per la remunerazione, al fine di adeguare il sistema di governo societario alle raccomandazioni del Codice di Autodisciplina redatto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate promosso dalla Borsa Italiana S.p.a. Il comitato per il controllo interno è composto dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli e ha il compito di individuare e valutare le problematiche e i rischi delle attività aziendali. Il comitato per la remunerazione è composto da un amministratore esecutivo, Pietro Giuliani, e dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli, e ha il compito di formulare al Consiglio di Amministrazione proposte per la remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono particolari cariche nonché, su indicazione degli amministratori delegati, per la determinazione dei criteri per la remunerazione dell´alta direzione della Società. Franco Novelli, 47 anni, è titolare dell´omonimo Studio Notarile di Milano, con clientela articolata tra studi professionali, enti pubblici, cooperative, imprenditori, privati ed una particolare, prevalente attenzione al settore societario. Aldo Milanese, 60 anni, è iscritto all´Albo dei Dottori Commercialisti di Torino, al Ruolo dei Revisori Ufficiali dei Conti dal 1977, al Registro dei Revisori Contabili, all´Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Torino dal novembre 1987, è componente della Giunta Esecutiva della Camera Arbitrale del Piemonte ed è partner dell´Igaf (International Group of Accouting Firms); con sede a New Jersey (Usa); cui partecipano studi professionali di oltre 50 paesi. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Azimut, riunitosi a margine dell´Assemblea, ha inoltre nominato per il triennio 2004/2006 Pietro Giuliani quale Amministratore Delegato della società.  
   
   
AZIMUT HOLDING ASSEMBLEA NOMINA CDA  
 
Milano, 8 Luglio 2004 - L´assemblea dei Soci di Azimut Holding si è riunita il 6 luglio 2004 per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione della società in relazione alla modifica dell´azionariato conseguente l´offerta pubblica di vendita e sottoscrizione realizzatasi tra il 28 giugno e il 2 luglio. In particolare sono stati sostituiti i cinque consiglieri dimissionari di Apax (società di private equity che aveva accompagnato il buy out del 2002) a seguito della riduzione della quota azionaria (dal 68% al 9% circa). Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding Spa, che rimarrà in carica fino all´approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, risulta così composto. Amministratori esecutivi Fausto Artoni, Pietro Belotti, Luca Bonani, Pietro Giuliani, Marco Malcontenti, Stefano Missora Amministratori rappresentanti dei promotori finanziari Flavio Bugana, Romano Stievano Amministratori indipendenti Franco Novelli, Aldo Milanese Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato il comitato per il controllo interno e il comitato per la remunerazione, al fine di adeguare il sistema di governo societario alle raccomandazioni del Codice di Autodisciplina redatto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate promosso dalla Borsa Italiana S.p.a. Il comitato per il controllo interno è composto dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli e ha il compito di individuare e valutare le problematiche e i rischi delle attività aziendali. Il comitato per la remunerazione è composto da un amministratore esecutivo, Pietro Giuliani, e dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli, e ha il compito di formulare al Consiglio di Amministrazione proposte per la remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono particolari cariche nonché, su indicazione degli amministratori delegati, per la determinazione dei criteri per la remunerazione dell´alta direzione della Società. Franco Novelli, 47 anni, è titolare dell´omonimo Studio Notarile di Milano, con clientela articolata tra studi professionali, enti pubblici, cooperative, imprenditori, privati ed una particolare, prevalente attenzione al settore societario. Aldo Milanese, 60 anni, è iscritto all´Albo dei Dottori Commercialisti di Torino, al Ruolo dei Revisori Ufficiali dei Conti dal 1977, al Registro dei Revisori Contabili, all´Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Torino dal novembre 1987, è componente della Giunta Esecutiva della Camera Arbitrale del Piemonte ed è partner dell´Igaf (International Group of Accouting Firms); con sede a New Jersey (Usa); cui partecipano studi professionali di oltre 50 paesi. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Azimut, riunitosi a margine dell´Assemblea, ha inoltre nominato per il triennio 2004/2006 Pietro Giuliani quale Amministratore Delegato della società.  
   
   
AZIMUT HOLDING ASSEMBLEA NOMINA CDA  
 
Milano, 8 Luglio 2004 - L´assemblea dei Soci di Azimut Holding si è riunita il 6 luglio 2004 per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione della società in relazione alla modifica dell´azionariato conseguente l´offerta pubblica di vendita e sottoscrizione realizzatasi tra il 28 giugno e il 2 luglio. In particolare sono stati sostituiti i cinque consiglieri dimissionari di Apax (società di private equity che aveva accompagnato il buy out del 2002) a seguito della riduzione della quota azionaria (dal 68% al 9% circa). Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding Spa, che rimarrà in carica fino all´approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, risulta così composto. Amministratori esecutivi Fausto Artoni, Pietro Belotti, Luca Bonani, Pietro Giuliani, Marco Malcontenti, Stefano Missora Amministratori rappresentanti dei promotori finanziari Flavio Bugana, Romano Stievano Amministratori indipendenti Franco Novelli, Aldo Milanese Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato il comitato per il controllo interno e il comitato per la remunerazione, al fine di adeguare il sistema di governo societario alle raccomandazioni del Codice di Autodisciplina redatto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate promosso dalla Borsa Italiana S.p.a. Il comitato per il controllo interno è composto dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli e ha il compito di individuare e valutare le problematiche e i rischi delle attività aziendali. Il comitato per la remunerazione è composto da un amministratore esecutivo, Pietro Giuliani, e dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli, e ha il compito di formulare al Consiglio di Amministrazione proposte per la remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono particolari cariche nonché, su indicazione degli amministratori delegati, per la determinazione dei criteri per la remunerazione dell´alta direzione della Società. Franco Novelli, 47 anni, è titolare dell´omonimo Studio Notarile di Milano, con clientela articolata tra studi professionali, enti pubblici, cooperative, imprenditori, privati ed una particolare, prevalente attenzione al settore societario. Aldo Milanese, 60 anni, è iscritto all´Albo dei Dottori Commercialisti di Torino, al Ruolo dei Revisori Ufficiali dei Conti dal 1977, al Registro dei Revisori Contabili, all´Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Torino dal novembre 1987, è componente della Giunta Esecutiva della Camera Arbitrale del Piemonte ed è partner dell´Igaf (International Group of Accouting Firms); con sede a New Jersey (Usa); cui partecipano studi professionali di oltre 50 paesi. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Azimut, riunitosi a margine dell´Assemblea, ha inoltre nominato per il triennio 2004/2006 Pietro Giuliani quale Amministratore Delegato della società.  
   
   
AZIMUT HOLDING ASSEMBLEA NOMINA CDA  
 
Milano, 8 Luglio 2004 - L´assemblea dei Soci di Azimut Holding si è riunita il 6 luglio 2004 per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione della società in relazione alla modifica dell´azionariato conseguente l´offerta pubblica di vendita e sottoscrizione realizzatasi tra il 28 giugno e il 2 luglio. In particolare sono stati sostituiti i cinque consiglieri dimissionari di Apax (società di private equity che aveva accompagnato il buy out del 2002) a seguito della riduzione della quota azionaria (dal 68% al 9% circa). Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding Spa, che rimarrà in carica fino all´approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, risulta così composto. Amministratori esecutivi Fausto Artoni, Pietro Belotti, Luca Bonani, Pietro Giuliani, Marco Malcontenti, Stefano Missora Amministratori rappresentanti dei promotori finanziari Flavio Bugana, Romano Stievano Amministratori indipendenti Franco Novelli, Aldo Milanese Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato il comitato per il controllo interno e il comitato per la remunerazione, al fine di adeguare il sistema di governo societario alle raccomandazioni del Codice di Autodisciplina redatto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate promosso dalla Borsa Italiana S.p.a. Il comitato per il controllo interno è composto dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli e ha il compito di individuare e valutare le problematiche e i rischi delle attività aziendali. Il comitato per la remunerazione è composto da un amministratore esecutivo, Pietro Giuliani, e dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli, e ha il compito di formulare al Consiglio di Amministrazione proposte per la remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono particolari cariche nonché, su indicazione degli amministratori delegati, per la determinazione dei criteri per la remunerazione dell´alta direzione della Società. Franco Novelli, 47 anni, è titolare dell´omonimo Studio Notarile di Milano, con clientela articolata tra studi professionali, enti pubblici, cooperative, imprenditori, privati ed una particolare, prevalente attenzione al settore societario. Aldo Milanese, 60 anni, è iscritto all´Albo dei Dottori Commercialisti di Torino, al Ruolo dei Revisori Ufficiali dei Conti dal 1977, al Registro dei Revisori Contabili, all´Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Torino dal novembre 1987, è componente della Giunta Esecutiva della Camera Arbitrale del Piemonte ed è partner dell´Igaf (International Group of Accouting Firms); con sede a New Jersey (Usa); cui partecipano studi professionali di oltre 50 paesi. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Azimut, riunitosi a margine dell´Assemblea, ha inoltre nominato per il triennio 2004/2006 Pietro Giuliani quale Amministratore Delegato della società.  
   
   
AZIMUT HOLDING ASSEMBLEA NOMINA CDA  
 
Milano, 8 Luglio 2004 - L´assemblea dei Soci di Azimut Holding si è riunita il 6 luglio 2004 per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione della società in relazione alla modifica dell´azionariato conseguente l´offerta pubblica di vendita e sottoscrizione realizzatasi tra il 28 giugno e il 2 luglio. In particolare sono stati sostituiti i cinque consiglieri dimissionari di Apax (società di private equity che aveva accompagnato il buy out del 2002) a seguito della riduzione della quota azionaria (dal 68% al 9% circa). Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding Spa, che rimarrà in carica fino all´approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, risulta così composto. Amministratori esecutivi Fausto Artoni, Pietro Belotti, Luca Bonani, Pietro Giuliani, Marco Malcontenti, Stefano Missora Amministratori rappresentanti dei promotori finanziari Flavio Bugana, Romano Stievano Amministratori indipendenti Franco Novelli, Aldo Milanese Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato il comitato per il controllo interno e il comitato per la remunerazione, al fine di adeguare il sistema di governo societario alle raccomandazioni del Codice di Autodisciplina redatto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate promosso dalla Borsa Italiana S.p.a. Il comitato per il controllo interno è composto dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli e ha il compito di individuare e valutare le problematiche e i rischi delle attività aziendali. Il comitato per la remunerazione è composto da un amministratore esecutivo, Pietro Giuliani, e dagli amministratori indipendenti, Aldo Milanese e Franco Novelli, e ha il compito di formulare al Consiglio di Amministrazione proposte per la remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono particolari cariche nonché, su indicazione degli amministratori delegati, per la determinazione dei criteri per la remunerazione dell´alta direzione della Società. Franco Novelli, 47 anni, è titolare dell´omonimo Studio Notarile di Milano, con clientela articolata tra studi professionali, enti pubblici, cooperative, imprenditori, privati ed una particolare, prevalente attenzione al settore societario. Aldo Milanese, 60 anni, è iscritto all´Albo dei Dottori Commercialisti di Torino, al Ruolo dei Revisori Ufficiali dei Conti dal 1977, al Registro dei Revisori Contabili, all´Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Torino dal novembre 1987, è componente della Giunta Esecutiva della Camera Arbitrale del Piemonte ed è partner dell´Igaf (International Group of Accouting Firms); con sede a New Jersey (Usa); cui partecipano studi professionali di oltre 50 paesi. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Azimut, riunitosi a margine dell´Assemblea, ha inoltre nominato per il triennio 2004/2006 Pietro Giuliani quale Amministratore Delegato della società.  
   
   
AZIMUT HOLDING: CONCLUSO POSITIVAMENTE IL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI ORDINARIE AZIMUT HOLDING, CON UNA OVERSUBSCRIPTION PARI A 1,12 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. 13.779 RISPARMIATORI HANNO RICHIESTO AZIONI AZIMUT 7 LUGLIO DEBUTTO IN BORSA.  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - L'offerta azionaria di Azimut Holding S.p.a si è chiusa positivamente, facendo registrare una richiesta complessiva di 106.500.830 azioni, oltre 1,12 volte superiore ai 94.993.699 azioni di azioni oggetto del collocamento. Nell'ambito dell'Opvs, svoltasi dal 28 giugno al 2 luglio, sono pervenute richieste per 20.192.400 milioni di azioni da parte di 13.779 risparmiatori, con una oversubscription pari a 1,06 volte il quantitativo minimo previsto (18.998.739 azioni). Più in particolare, i sottoscrittori appartenenti alla categoria "Clienti" di Azimut sono stati 6.103 mentre quelli appartenenti al "pubblico indistinto" sono stati 7.341; all'interno dell'Opvs ha avuto inoltre particolare successo anche l'offerta riservata ai dipendenti, collaboratori e promotori finanziari del Gruppo, alla quale hanno aderito 335 persone. Per quanto riguarda l'Offerta rivolta agli investitori istituzionali italiani ed esteri sono complessivamente pervenuti ordini per 86.308.430 Azioni da parte di 85 investitori, dei quali 32 italiani - richiesto circa il 40% dell'Offerta rivolta agli investitori - e 53 esteri, con una oversubscription di 1,13 volte il quantitativo previsto per questa tranche. Il pubblico e gli investitori istituzionali hanno particolarmente apprezzato il modello di business di Azimut nel quale produzione, gestione e distribuzione sono fortemente integrate, l'esperienza e la fidelizzazione del team di gestori e della rete dei promotori finanziari e la costante attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Alla luce delle richieste pervenute nell'ambito dell'Offerta Globale, i Joint Global Coordinator - Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare) - hanno deciso di assegnare complessivamente 100.226.500 azioni, attraverso 35.000.000 Azioni rivenienti dall'aumento di capitale di Azimut Holding, 59.993.699 Azioni offerte in vendita dagli Azionisti Venditori, e 5.232.801 Azioni oggetto dell'opzione di Overallotment. Alla luce del Prezzo di Offerta (q 4); il valore del collocamento Azimut è pertanto pari a q 400,9 milioni. In particolare, le azioni sono state ripartite in: 20.192.400 azioni a favore dei 13.779 risparmiatori nell'ambito dell'Offerta Pubblica; 80.034.100 azioni a favore di 82 investitori nell'ambito del collocamento istituzionale. In seguito all'operazione di collocamento, la compagine azionaria di Azimut Holding sarà così composta: Mercato - 69,46%. Timone (Management e dipendenti) - 21,65%; Lux Iii e Lux I (Apax) - 8,89% del capitale; Il 7 luglio è la data di inizio delle negoziazioni.  
   
   
AZIMUT HOLDING: CONCLUSO POSITIVAMENTE IL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI ORDINARIE AZIMUT HOLDING, CON UNA OVERSUBSCRIPTION PARI A 1,12 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. 13.779 RISPARMIATORI HANNO RICHIESTO AZIONI AZIMUT 7 LUGLIO DEBUTTO IN BORSA.  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - L'offerta azionaria di Azimut Holding S.p.a si è chiusa positivamente, facendo registrare una richiesta complessiva di 106.500.830 azioni, oltre 1,12 volte superiore ai 94.993.699 azioni di azioni oggetto del collocamento. Nell'ambito dell'Opvs, svoltasi dal 28 giugno al 2 luglio, sono pervenute richieste per 20.192.400 milioni di azioni da parte di 13.779 risparmiatori, con una oversubscription pari a 1,06 volte il quantitativo minimo previsto (18.998.739 azioni). Più in particolare, i sottoscrittori appartenenti alla categoria "Clienti" di Azimut sono stati 6.103 mentre quelli appartenenti al "pubblico indistinto" sono stati 7.341; all'interno dell'Opvs ha avuto inoltre particolare successo anche l'offerta riservata ai dipendenti, collaboratori e promotori finanziari del Gruppo, alla quale hanno aderito 335 persone. Per quanto riguarda l'Offerta rivolta agli investitori istituzionali italiani ed esteri sono complessivamente pervenuti ordini per 86.308.430 Azioni da parte di 85 investitori, dei quali 32 italiani - richiesto circa il 40% dell'Offerta rivolta agli investitori - e 53 esteri, con una oversubscription di 1,13 volte il quantitativo previsto per questa tranche. Il pubblico e gli investitori istituzionali hanno particolarmente apprezzato il modello di business di Azimut nel quale produzione, gestione e distribuzione sono fortemente integrate, l'esperienza e la fidelizzazione del team di gestori e della rete dei promotori finanziari e la costante attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Alla luce delle richieste pervenute nell'ambito dell'Offerta Globale, i Joint Global Coordinator - Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare) - hanno deciso di assegnare complessivamente 100.226.500 azioni, attraverso 35.000.000 Azioni rivenienti dall'aumento di capitale di Azimut Holding, 59.993.699 Azioni offerte in vendita dagli Azionisti Venditori, e 5.232.801 Azioni oggetto dell'opzione di Overallotment. Alla luce del Prezzo di Offerta (q 4); il valore del collocamento Azimut è pertanto pari a q 400,9 milioni. In particolare, le azioni sono state ripartite in: 20.192.400 azioni a favore dei 13.779 risparmiatori nell'ambito dell'Offerta Pubblica; 80.034.100 azioni a favore di 82 investitori nell'ambito del collocamento istituzionale. In seguito all'operazione di collocamento, la compagine azionaria di Azimut Holding sarà così composta: Mercato - 69,46%. Timone (Management e dipendenti) - 21,65%; Lux Iii e Lux I (Apax) - 8,89% del capitale; Il 7 luglio è la data di inizio delle negoziazioni.  
   
   
AZIMUT HOLDING: CONCLUSO POSITIVAMENTE IL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI ORDINARIE AZIMUT HOLDING, CON UNA OVERSUBSCRIPTION PARI A 1,12 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. 13.779 RISPARMIATORI HANNO RICHIESTO AZIONI AZIMUT 7 LUGLIO DEBUTTO IN BORSA.  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - L'offerta azionaria di Azimut Holding S.p.a si è chiusa positivamente, facendo registrare una richiesta complessiva di 106.500.830 azioni, oltre 1,12 volte superiore ai 94.993.699 azioni di azioni oggetto del collocamento. Nell'ambito dell'Opvs, svoltasi dal 28 giugno al 2 luglio, sono pervenute richieste per 20.192.400 milioni di azioni da parte di 13.779 risparmiatori, con una oversubscription pari a 1,06 volte il quantitativo minimo previsto (18.998.739 azioni). Più in particolare, i sottoscrittori appartenenti alla categoria "Clienti" di Azimut sono stati 6.103 mentre quelli appartenenti al "pubblico indistinto" sono stati 7.341; all'interno dell'Opvs ha avuto inoltre particolare successo anche l'offerta riservata ai dipendenti, collaboratori e promotori finanziari del Gruppo, alla quale hanno aderito 335 persone. Per quanto riguarda l'Offerta rivolta agli investitori istituzionali italiani ed esteri sono complessivamente pervenuti ordini per 86.308.430 Azioni da parte di 85 investitori, dei quali 32 italiani - richiesto circa il 40% dell'Offerta rivolta agli investitori - e 53 esteri, con una oversubscription di 1,13 volte il quantitativo previsto per questa tranche. Il pubblico e gli investitori istituzionali hanno particolarmente apprezzato il modello di business di Azimut nel quale produzione, gestione e distribuzione sono fortemente integrate, l'esperienza e la fidelizzazione del team di gestori e della rete dei promotori finanziari e la costante attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Alla luce delle richieste pervenute nell'ambito dell'Offerta Globale, i Joint Global Coordinator - Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare) - hanno deciso di assegnare complessivamente 100.226.500 azioni, attraverso 35.000.000 Azioni rivenienti dall'aumento di capitale di Azimut Holding, 59.993.699 Azioni offerte in vendita dagli Azionisti Venditori, e 5.232.801 Azioni oggetto dell'opzione di Overallotment. Alla luce del Prezzo di Offerta (q 4); il valore del collocamento Azimut è pertanto pari a q 400,9 milioni. In particolare, le azioni sono state ripartite in: 20.192.400 azioni a favore dei 13.779 risparmiatori nell'ambito dell'Offerta Pubblica; 80.034.100 azioni a favore di 82 investitori nell'ambito del collocamento istituzionale. In seguito all'operazione di collocamento, la compagine azionaria di Azimut Holding sarà così composta: Mercato - 69,46%. Timone (Management e dipendenti) - 21,65%; Lux Iii e Lux I (Apax) - 8,89% del capitale; Il 7 luglio è la data di inizio delle negoziazioni.  
   
   
AZIMUT HOLDING: CONCLUSO POSITIVAMENTE IL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI ORDINARIE AZIMUT HOLDING, CON UNA OVERSUBSCRIPTION PARI A 1,12 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. 13.779 RISPARMIATORI HANNO RICHIESTO AZIONI AZIMUT 7 LUGLIO DEBUTTO IN BORSA.  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - L'offerta azionaria di Azimut Holding S.p.a si è chiusa positivamente, facendo registrare una richiesta complessiva di 106.500.830 azioni, oltre 1,12 volte superiore ai 94.993.699 azioni di azioni oggetto del collocamento. Nell'ambito dell'Opvs, svoltasi dal 28 giugno al 2 luglio, sono pervenute richieste per 20.192.400 milioni di azioni da parte di 13.779 risparmiatori, con una oversubscription pari a 1,06 volte il quantitativo minimo previsto (18.998.739 azioni). Più in particolare, i sottoscrittori appartenenti alla categoria "Clienti" di Azimut sono stati 6.103 mentre quelli appartenenti al "pubblico indistinto" sono stati 7.341; all'interno dell'Opvs ha avuto inoltre particolare successo anche l'offerta riservata ai dipendenti, collaboratori e promotori finanziari del Gruppo, alla quale hanno aderito 335 persone. Per quanto riguarda l'Offerta rivolta agli investitori istituzionali italiani ed esteri sono complessivamente pervenuti ordini per 86.308.430 Azioni da parte di 85 investitori, dei quali 32 italiani - richiesto circa il 40% dell'Offerta rivolta agli investitori - e 53 esteri, con una oversubscription di 1,13 volte il quantitativo previsto per questa tranche. Il pubblico e gli investitori istituzionali hanno particolarmente apprezzato il modello di business di Azimut nel quale produzione, gestione e distribuzione sono fortemente integrate, l'esperienza e la fidelizzazione del team di gestori e della rete dei promotori finanziari e la costante attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Alla luce delle richieste pervenute nell'ambito dell'Offerta Globale, i Joint Global Coordinator - Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare) - hanno deciso di assegnare complessivamente 100.226.500 azioni, attraverso 35.000.000 Azioni rivenienti dall'aumento di capitale di Azimut Holding, 59.993.699 Azioni offerte in vendita dagli Azionisti Venditori, e 5.232.801 Azioni oggetto dell'opzione di Overallotment. Alla luce del Prezzo di Offerta (q 4); il valore del collocamento Azimut è pertanto pari a q 400,9 milioni. In particolare, le azioni sono state ripartite in: 20.192.400 azioni a favore dei 13.779 risparmiatori nell'ambito dell'Offerta Pubblica; 80.034.100 azioni a favore di 82 investitori nell'ambito del collocamento istituzionale. In seguito all'operazione di collocamento, la compagine azionaria di Azimut Holding sarà così composta: Mercato - 69,46%. Timone (Management e dipendenti) - 21,65%; Lux Iii e Lux I (Apax) - 8,89% del capitale; Il 7 luglio è la data di inizio delle negoziazioni.  
   
   
AZIMUT HOLDING: CONCLUSO POSITIVAMENTE IL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI ORDINARIE AZIMUT HOLDING, CON UNA OVERSUBSCRIPTION PARI A 1,12 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. 13.779 RISPARMIATORI HANNO RICHIESTO AZIONI AZIMUT 7 LUGLIO DEBUTTO IN BORSA.  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - L'offerta azionaria di Azimut Holding S.p.a si è chiusa positivamente, facendo registrare una richiesta complessiva di 106.500.830 azioni, oltre 1,12 volte superiore ai 94.993.699 azioni di azioni oggetto del collocamento. Nell'ambito dell'Opvs, svoltasi dal 28 giugno al 2 luglio, sono pervenute richieste per 20.192.400 milioni di azioni da parte di 13.779 risparmiatori, con una oversubscription pari a 1,06 volte il quantitativo minimo previsto (18.998.739 azioni). Più in particolare, i sottoscrittori appartenenti alla categoria "Clienti" di Azimut sono stati 6.103 mentre quelli appartenenti al "pubblico indistinto" sono stati 7.341; all'interno dell'Opvs ha avuto inoltre particolare successo anche l'offerta riservata ai dipendenti, collaboratori e promotori finanziari del Gruppo, alla quale hanno aderito 335 persone. Per quanto riguarda l'Offerta rivolta agli investitori istituzionali italiani ed esteri sono complessivamente pervenuti ordini per 86.308.430 Azioni da parte di 85 investitori, dei quali 32 italiani - richiesto circa il 40% dell'Offerta rivolta agli investitori - e 53 esteri, con una oversubscription di 1,13 volte il quantitativo previsto per questa tranche. Il pubblico e gli investitori istituzionali hanno particolarmente apprezzato il modello di business di Azimut nel quale produzione, gestione e distribuzione sono fortemente integrate, l'esperienza e la fidelizzazione del team di gestori e della rete dei promotori finanziari e la costante attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Alla luce delle richieste pervenute nell'ambito dell'Offerta Globale, i Joint Global Coordinator - Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare) - hanno deciso di assegnare complessivamente 100.226.500 azioni, attraverso 35.000.000 Azioni rivenienti dall'aumento di capitale di Azimut Holding, 59.993.699 Azioni offerte in vendita dagli Azionisti Venditori, e 5.232.801 Azioni oggetto dell'opzione di Overallotment. Alla luce del Prezzo di Offerta (q 4); il valore del collocamento Azimut è pertanto pari a q 400,9 milioni. In particolare, le azioni sono state ripartite in: 20.192.400 azioni a favore dei 13.779 risparmiatori nell'ambito dell'Offerta Pubblica; 80.034.100 azioni a favore di 82 investitori nell'ambito del collocamento istituzionale. In seguito all'operazione di collocamento, la compagine azionaria di Azimut Holding sarà così composta: Mercato - 69,46%. Timone (Management e dipendenti) - 21,65%; Lux Iii e Lux I (Apax) - 8,89% del capitale; Il 7 luglio è la data di inizio delle negoziazioni.  
   
   
AZIMUT HOLDING: CONCLUSO POSITIVAMENTE IL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI ORDINARIE AZIMUT HOLDING, CON UNA OVERSUBSCRIPTION PARI A 1,12 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. 13.779 RISPARMIATORI HANNO RICHIESTO AZIONI AZIMUT 7 LUGLIO DEBUTTO IN BORSA.  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - L'offerta azionaria di Azimut Holding S.p.a si è chiusa positivamente, facendo registrare una richiesta complessiva di 106.500.830 azioni, oltre 1,12 volte superiore ai 94.993.699 azioni di azioni oggetto del collocamento. Nell'ambito dell'Opvs, svoltasi dal 28 giugno al 2 luglio, sono pervenute richieste per 20.192.400 milioni di azioni da parte di 13.779 risparmiatori, con una oversubscription pari a 1,06 volte il quantitativo minimo previsto (18.998.739 azioni). Più in particolare, i sottoscrittori appartenenti alla categoria "Clienti" di Azimut sono stati 6.103 mentre quelli appartenenti al "pubblico indistinto" sono stati 7.341; all'interno dell'Opvs ha avuto inoltre particolare successo anche l'offerta riservata ai dipendenti, collaboratori e promotori finanziari del Gruppo, alla quale hanno aderito 335 persone. Per quanto riguarda l'Offerta rivolta agli investitori istituzionali italiani ed esteri sono complessivamente pervenuti ordini per 86.308.430 Azioni da parte di 85 investitori, dei quali 32 italiani - richiesto circa il 40% dell'Offerta rivolta agli investitori - e 53 esteri, con una oversubscription di 1,13 volte il quantitativo previsto per questa tranche. Il pubblico e gli investitori istituzionali hanno particolarmente apprezzato il modello di business di Azimut nel quale produzione, gestione e distribuzione sono fortemente integrate, l'esperienza e la fidelizzazione del team di gestori e della rete dei promotori finanziari e la costante attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Alla luce delle richieste pervenute nell'ambito dell'Offerta Globale, i Joint Global Coordinator - Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare) - hanno deciso di assegnare complessivamente 100.226.500 azioni, attraverso 35.000.000 Azioni rivenienti dall'aumento di capitale di Azimut Holding, 59.993.699 Azioni offerte in vendita dagli Azionisti Venditori, e 5.232.801 Azioni oggetto dell'opzione di Overallotment. Alla luce del Prezzo di Offerta (q 4); il valore del collocamento Azimut è pertanto pari a q 400,9 milioni. In particolare, le azioni sono state ripartite in: 20.192.400 azioni a favore dei 13.779 risparmiatori nell'ambito dell'Offerta Pubblica; 80.034.100 azioni a favore di 82 investitori nell'ambito del collocamento istituzionale. In seguito all'operazione di collocamento, la compagine azionaria di Azimut Holding sarà così composta: Mercato - 69,46%. Timone (Management e dipendenti) - 21,65%; Lux Iii e Lux I (Apax) - 8,89% del capitale; Il 7 luglio è la data di inizio delle negoziazioni.  
   
   
CNEL: IN 7 ANNI OLTRE 32 MILA SEGNALAZIONI DI SOSPETTO RICICLAGGIO DI DENARO  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Sono 32.399 le segnalazioni di operazioni sospette in denaro pervenute, dal 1997 a oggi, all’Uic (Ufficio italiano cambi) e di queste 29.147 sono state trasmesse nello stesso periodo alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e al Nspv (Nucleo speciale di polizia valutaria). Solo nei primi sei mesi del 2004, sono state rispettivamente 3.230 e 2.801, mostrando un trend crescente rispetto allo scorso anno (5.266 e 5.562 segnalazioni nei 12 mesi). Questi i dati, di fonte Uic, che emergono dal Rapporto sul dispositivo antiriciclaggio, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Un approfondimento, finalizzato alla redazione di un testo di osservazioni e proposte, mirato all’individuazione delle nuove modalità attraverso le quali si realizza il reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata, che fornisce indicazioni utili alle istituzioni e alle forze economiche e sociali. La stragrande maggioranza delle segnalazioni arriva da enti creditizi (88%); le restanti provengono per lo più da intermediari finanziari (5,5%); imprese assicurative (3%) e dalle Poste Italiane (2,5%). Diminuiscono i casi connessi a possibili finanziamenti al terrorismo: sono 134 nei primi sei mesi del 2004, contro i 320 del 2003 e i 913 del 2002. Tra le attività illecite ipotizzabili (ma oltre la metà non è evidenziabile); si distingue un 12,4% di evasione fiscale, 6,5% di casi legati a indagini presso l’autorità giudiziaria, 6,1% di truffe, 5,7% di riciclaggio e una percentuale equivalente di abusivismo finanziario e usura. Nella maggior parte dei casi, si tratta di operazioni in contanti (41,4%) e in particolare di versamento (22,4%); prelevamento (12,5%); incasso di assegno proprio (4%); cambio di assegno di terzi (1,5%); incasso di assegni circolari (1%). Seguono versamenti di titoli di credito (10,2%); assegni circolari (7,7%); bonifico o giroconto (6,3%); bonifico da o verso l’estero (5,3%); addebito per estinzione assegno (4,8%); operazioni in strumenti finanziari (4,2%); acquisto o vendita di banconote estere (3,8%); deposito su libretto di risparmio (3,7%); operazioni con titoli cambiari (1,4%) o collegate a finanziamenti INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,9%). La regione che mostra la percentuale più elevata di segnalazioni è la Lombardia (32,4%); seguita da Lazio (10,8%); Campania (8,7%); Emilia Romagna (7,7%); Piemonte (7,5%); Veneto (6,4%); Toscana (5,9%); Puglia (5,2%); Sicilia (4,4%); Calabria (2,3%); Liguria (2,3%); Friuli Venezia Giulia (1,3%); Trentino Alto Adige (1,2%); Marche (1,1%); Abruzzo (1%); Umbria INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,6%); Sardegna INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,5%); Basilicata INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,3%); Valle d’Aosta e Molise INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,1%). Ma, se si considera il rapporto tra il numero di segnalazioni ogni 100 milioni di euro di deposito, in testa alla classifica figura la Calabria con 8,5, seguita da Campania (7,5); Puglia (6,4); Lombardia (5,4) e Piemonte (5). Il fenomeno, infatti, osserva l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, non riguarda solo le aree tradizionalmente interessate dalla presenza della criminalità organizzata, perché imprese gravitanti nei circuiti criminali si ritrovano attive su tutto il territorio nazionale, quasi sempre in appalti di opere pubbliche. Al Sud, in particolare, dove la presenza mafiosa è stratificata, si assiste a una sorta di progressiva saturazione di interi comparti produttivi, sotto il controllo diretto o indiretto delle mafie. Ma il dato più inquietante è rappresentato dal recente ingresso di imprese di stampo criminale anche in settori non tradizionali (sanità, servizi avanzati, informatica, forniture, moderne tecnologie); in cui l’attività di riciclaggio può contare su nuove occasioni di intermediazione. Si va delineando uno scenario inquietante in cui i mercati criminali realizzano enormi profitti, solo in parte destinati ad alimentare l’offerta di beni e servizi illegali, che presenta caratteri di relativa rigidità. Il riciclaggio di proventi illeciti acquista, quindi, un ruolo primario nelle strategie della criminalità organizzata, con molteplici rischi per la capacità di autorganizzazione dell’impresa e per i diritti dei lavoratori.  
   
   
CNEL: IN 7 ANNI OLTRE 32 MILA SEGNALAZIONI DI SOSPETTO RICICLAGGIO DI DENARO  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Sono 32.399 le segnalazioni di operazioni sospette in denaro pervenute, dal 1997 a oggi, all’Uic (Ufficio italiano cambi) e di queste 29.147 sono state trasmesse nello stesso periodo alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e al Nspv (Nucleo speciale di polizia valutaria). Solo nei primi sei mesi del 2004, sono state rispettivamente 3.230 e 2.801, mostrando un trend crescente rispetto allo scorso anno (5.266 e 5.562 segnalazioni nei 12 mesi). Questi i dati, di fonte Uic, che emergono dal Rapporto sul dispositivo antiriciclaggio, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Un approfondimento, finalizzato alla redazione di un testo di osservazioni e proposte, mirato all’individuazione delle nuove modalità attraverso le quali si realizza il reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata, che fornisce indicazioni utili alle istituzioni e alle forze economiche e sociali. La stragrande maggioranza delle segnalazioni arriva da enti creditizi (88%); le restanti provengono per lo più da intermediari finanziari (5,5%); imprese assicurative (3%) e dalle Poste Italiane (2,5%). Diminuiscono i casi connessi a possibili finanziamenti al terrorismo: sono 134 nei primi sei mesi del 2004, contro i 320 del 2003 e i 913 del 2002. Tra le attività illecite ipotizzabili (ma oltre la metà non è evidenziabile); si distingue un 12,4% di evasione fiscale, 6,5% di casi legati a indagini presso l’autorità giudiziaria, 6,1% di truffe, 5,7% di riciclaggio e una percentuale equivalente di abusivismo finanziario e usura. Nella maggior parte dei casi, si tratta di operazioni in contanti (41,4%) e in particolare di versamento (22,4%); prelevamento (12,5%); incasso di assegno proprio (4%); cambio di assegno di terzi (1,5%); incasso di assegni circolari (1%). Seguono versamenti di titoli di credito (10,2%); assegni circolari (7,7%); bonifico o giroconto (6,3%); bonifico da o verso l’estero (5,3%); addebito per estinzione assegno (4,8%); operazioni in strumenti finanziari (4,2%); acquisto o vendita di banconote estere (3,8%); deposito su libretto di risparmio (3,7%); operazioni con titoli cambiari (1,4%) o collegate a finanziamenti INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,9%). La regione che mostra la percentuale più elevata di segnalazioni è la Lombardia (32,4%); seguita da Lazio (10,8%); Campania (8,7%); Emilia Romagna (7,7%); Piemonte (7,5%); Veneto (6,4%); Toscana (5,9%); Puglia (5,2%); Sicilia (4,4%); Calabria (2,3%); Liguria (2,3%); Friuli Venezia Giulia (1,3%); Trentino Alto Adige (1,2%); Marche (1,1%); Abruzzo (1%); Umbria INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,6%); Sardegna INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,5%); Basilicata INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,3%); Valle d’Aosta e Molise INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,1%). Ma, se si considera il rapporto tra il numero di segnalazioni ogni 100 milioni di euro di deposito, in testa alla classifica figura la Calabria con 8,5, seguita da Campania (7,5); Puglia (6,4); Lombardia (5,4) e Piemonte (5). Il fenomeno, infatti, osserva l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, non riguarda solo le aree tradizionalmente interessate dalla presenza della criminalità organizzata, perché imprese gravitanti nei circuiti criminali si ritrovano attive su tutto il territorio nazionale, quasi sempre in appalti di opere pubbliche. Al Sud, in particolare, dove la presenza mafiosa è stratificata, si assiste a una sorta di progressiva saturazione di interi comparti produttivi, sotto il controllo diretto o indiretto delle mafie. Ma il dato più inquietante è rappresentato dal recente ingresso di imprese di stampo criminale anche in settori non tradizionali (sanità, servizi avanzati, informatica, forniture, moderne tecnologie); in cui l’attività di riciclaggio può contare su nuove occasioni di intermediazione. Si va delineando uno scenario inquietante in cui i mercati criminali realizzano enormi profitti, solo in parte destinati ad alimentare l’offerta di beni e servizi illegali, che presenta caratteri di relativa rigidità. Il riciclaggio di proventi illeciti acquista, quindi, un ruolo primario nelle strategie della criminalità organizzata, con molteplici rischi per la capacità di autorganizzazione dell’impresa e per i diritti dei lavoratori.  
   
   
CNEL: IN 7 ANNI OLTRE 32 MILA SEGNALAZIONI DI SOSPETTO RICICLAGGIO DI DENARO  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Sono 32.399 le segnalazioni di operazioni sospette in denaro pervenute, dal 1997 a oggi, all’Uic (Ufficio italiano cambi) e di queste 29.147 sono state trasmesse nello stesso periodo alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e al Nspv (Nucleo speciale di polizia valutaria). Solo nei primi sei mesi del 2004, sono state rispettivamente 3.230 e 2.801, mostrando un trend crescente rispetto allo scorso anno (5.266 e 5.562 segnalazioni nei 12 mesi). Questi i dati, di fonte Uic, che emergono dal Rapporto sul dispositivo antiriciclaggio, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Un approfondimento, finalizzato alla redazione di un testo di osservazioni e proposte, mirato all’individuazione delle nuove modalità attraverso le quali si realizza il reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata, che fornisce indicazioni utili alle istituzioni e alle forze economiche e sociali. La stragrande maggioranza delle segnalazioni arriva da enti creditizi (88%); le restanti provengono per lo più da intermediari finanziari (5,5%); imprese assicurative (3%) e dalle Poste Italiane (2,5%). Diminuiscono i casi connessi a possibili finanziamenti al terrorismo: sono 134 nei primi sei mesi del 2004, contro i 320 del 2003 e i 913 del 2002. Tra le attività illecite ipotizzabili (ma oltre la metà non è evidenziabile); si distingue un 12,4% di evasione fiscale, 6,5% di casi legati a indagini presso l’autorità giudiziaria, 6,1% di truffe, 5,7% di riciclaggio e una percentuale equivalente di abusivismo finanziario e usura. Nella maggior parte dei casi, si tratta di operazioni in contanti (41,4%) e in particolare di versamento (22,4%); prelevamento (12,5%); incasso di assegno proprio (4%); cambio di assegno di terzi (1,5%); incasso di assegni circolari (1%). Seguono versamenti di titoli di credito (10,2%); assegni circolari (7,7%); bonifico o giroconto (6,3%); bonifico da o verso l’estero (5,3%); addebito per estinzione assegno (4,8%); operazioni in strumenti finanziari (4,2%); acquisto o vendita di banconote estere (3,8%); deposito su libretto di risparmio (3,7%); operazioni con titoli cambiari (1,4%) o collegate a finanziamenti INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,9%). 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Ma, se si considera il rapporto tra il numero di segnalazioni ogni 100 milioni di euro di deposito, in testa alla classifica figura la Calabria con 8,5, seguita da Campania (7,5); Puglia (6,4); Lombardia (5,4) e Piemonte (5). Il fenomeno, infatti, osserva l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, non riguarda solo le aree tradizionalmente interessate dalla presenza della criminalità organizzata, perché imprese gravitanti nei circuiti criminali si ritrovano attive su tutto il territorio nazionale, quasi sempre in appalti di opere pubbliche. Al Sud, in particolare, dove la presenza mafiosa è stratificata, si assiste a una sorta di progressiva saturazione di interi comparti produttivi, sotto il controllo diretto o indiretto delle mafie. Ma il dato più inquietante è rappresentato dal recente ingresso di imprese di stampo criminale anche in settori non tradizionali (sanità, servizi avanzati, informatica, forniture, moderne tecnologie); in cui l’attività di riciclaggio può contare su nuove occasioni di intermediazione. Si va delineando uno scenario inquietante in cui i mercati criminali realizzano enormi profitti, solo in parte destinati ad alimentare l’offerta di beni e servizi illegali, che presenta caratteri di relativa rigidità. Il riciclaggio di proventi illeciti acquista, quindi, un ruolo primario nelle strategie della criminalità organizzata, con molteplici rischi per la capacità di autorganizzazione dell’impresa e per i diritti dei lavoratori.  
   
   
CNEL: IN 7 ANNI OLTRE 32 MILA SEGNALAZIONI DI SOSPETTO RICICLAGGIO DI DENARO  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Sono 32.399 le segnalazioni di operazioni sospette in denaro pervenute, dal 1997 a oggi, all’Uic (Ufficio italiano cambi) e di queste 29.147 sono state trasmesse nello stesso periodo alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e al Nspv (Nucleo speciale di polizia valutaria). Solo nei primi sei mesi del 2004, sono state rispettivamente 3.230 e 2.801, mostrando un trend crescente rispetto allo scorso anno (5.266 e 5.562 segnalazioni nei 12 mesi). Questi i dati, di fonte Uic, che emergono dal Rapporto sul dispositivo antiriciclaggio, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Un approfondimento, finalizzato alla redazione di un testo di osservazioni e proposte, mirato all’individuazione delle nuove modalità attraverso le quali si realizza il reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata, che fornisce indicazioni utili alle istituzioni e alle forze economiche e sociali. La stragrande maggioranza delle segnalazioni arriva da enti creditizi (88%); le restanti provengono per lo più da intermediari finanziari (5,5%); imprese assicurative (3%) e dalle Poste Italiane (2,5%). Diminuiscono i casi connessi a possibili finanziamenti al terrorismo: sono 134 nei primi sei mesi del 2004, contro i 320 del 2003 e i 913 del 2002. Tra le attività illecite ipotizzabili (ma oltre la metà non è evidenziabile); si distingue un 12,4% di evasione fiscale, 6,5% di casi legati a indagini presso l’autorità giudiziaria, 6,1% di truffe, 5,7% di riciclaggio e una percentuale equivalente di abusivismo finanziario e usura. Nella maggior parte dei casi, si tratta di operazioni in contanti (41,4%) e in particolare di versamento (22,4%); prelevamento (12,5%); incasso di assegno proprio (4%); cambio di assegno di terzi (1,5%); incasso di assegni circolari (1%). Seguono versamenti di titoli di credito (10,2%); assegni circolari (7,7%); bonifico o giroconto (6,3%); bonifico da o verso l’estero (5,3%); addebito per estinzione assegno (4,8%); operazioni in strumenti finanziari (4,2%); acquisto o vendita di banconote estere (3,8%); deposito su libretto di risparmio (3,7%); operazioni con titoli cambiari (1,4%) o collegate a finanziamenti INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,9%). La regione che mostra la percentuale più elevata di segnalazioni è la Lombardia (32,4%); seguita da Lazio (10,8%); Campania (8,7%); Emilia Romagna (7,7%); Piemonte (7,5%); Veneto (6,4%); Toscana (5,9%); Puglia (5,2%); Sicilia (4,4%); Calabria (2,3%); Liguria (2,3%); Friuli Venezia Giulia (1,3%); Trentino Alto Adige (1,2%); Marche (1,1%); Abruzzo (1%); Umbria INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,6%); Sardegna INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,5%); Basilicata INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,3%); Valle d’Aosta e Molise INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,1%). Ma, se si considera il rapporto tra il numero di segnalazioni ogni 100 milioni di euro di deposito, in testa alla classifica figura la Calabria con 8,5, seguita da Campania (7,5); Puglia (6,4); Lombardia (5,4) e Piemonte (5). Il fenomeno, infatti, osserva l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, non riguarda solo le aree tradizionalmente interessate dalla presenza della criminalità organizzata, perché imprese gravitanti nei circuiti criminali si ritrovano attive su tutto il territorio nazionale, quasi sempre in appalti di opere pubbliche. Al Sud, in particolare, dove la presenza mafiosa è stratificata, si assiste a una sorta di progressiva saturazione di interi comparti produttivi, sotto il controllo diretto o indiretto delle mafie. Ma il dato più inquietante è rappresentato dal recente ingresso di imprese di stampo criminale anche in settori non tradizionali (sanità, servizi avanzati, informatica, forniture, moderne tecnologie); in cui l’attività di riciclaggio può contare su nuove occasioni di intermediazione. Si va delineando uno scenario inquietante in cui i mercati criminali realizzano enormi profitti, solo in parte destinati ad alimentare l’offerta di beni e servizi illegali, che presenta caratteri di relativa rigidità. Il riciclaggio di proventi illeciti acquista, quindi, un ruolo primario nelle strategie della criminalità organizzata, con molteplici rischi per la capacità di autorganizzazione dell’impresa e per i diritti dei lavoratori.  
   
   
CNEL: IN 7 ANNI OLTRE 32 MILA SEGNALAZIONI DI SOSPETTO RICICLAGGIO DI DENARO  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Sono 32.399 le segnalazioni di operazioni sospette in denaro pervenute, dal 1997 a oggi, all’Uic (Ufficio italiano cambi) e di queste 29.147 sono state trasmesse nello stesso periodo alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e al Nspv (Nucleo speciale di polizia valutaria). Solo nei primi sei mesi del 2004, sono state rispettivamente 3.230 e 2.801, mostrando un trend crescente rispetto allo scorso anno (5.266 e 5.562 segnalazioni nei 12 mesi). Questi i dati, di fonte Uic, che emergono dal Rapporto sul dispositivo antiriciclaggio, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Un approfondimento, finalizzato alla redazione di un testo di osservazioni e proposte, mirato all’individuazione delle nuove modalità attraverso le quali si realizza il reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata, che fornisce indicazioni utili alle istituzioni e alle forze economiche e sociali. La stragrande maggioranza delle segnalazioni arriva da enti creditizi (88%); le restanti provengono per lo più da intermediari finanziari (5,5%); imprese assicurative (3%) e dalle Poste Italiane (2,5%). Diminuiscono i casi connessi a possibili finanziamenti al terrorismo: sono 134 nei primi sei mesi del 2004, contro i 320 del 2003 e i 913 del 2002. Tra le attività illecite ipotizzabili (ma oltre la metà non è evidenziabile); si distingue un 12,4% di evasione fiscale, 6,5% di casi legati a indagini presso l’autorità giudiziaria, 6,1% di truffe, 5,7% di riciclaggio e una percentuale equivalente di abusivismo finanziario e usura. Nella maggior parte dei casi, si tratta di operazioni in contanti (41,4%) e in particolare di versamento (22,4%); prelevamento (12,5%); incasso di assegno proprio (4%); cambio di assegno di terzi (1,5%); incasso di assegni circolari (1%). Seguono versamenti di titoli di credito (10,2%); assegni circolari (7,7%); bonifico o giroconto (6,3%); bonifico da o verso l’estero (5,3%); addebito per estinzione assegno (4,8%); operazioni in strumenti finanziari (4,2%); acquisto o vendita di banconote estere (3,8%); deposito su libretto di risparmio (3,7%); operazioni con titoli cambiari (1,4%) o collegate a finanziamenti INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,9%). 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Ma, se si considera il rapporto tra il numero di segnalazioni ogni 100 milioni di euro di deposito, in testa alla classifica figura la Calabria con 8,5, seguita da Campania (7,5); Puglia (6,4); Lombardia (5,4) e Piemonte (5). Il fenomeno, infatti, osserva l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, non riguarda solo le aree tradizionalmente interessate dalla presenza della criminalità organizzata, perché imprese gravitanti nei circuiti criminali si ritrovano attive su tutto il territorio nazionale, quasi sempre in appalti di opere pubbliche. Al Sud, in particolare, dove la presenza mafiosa è stratificata, si assiste a una sorta di progressiva saturazione di interi comparti produttivi, sotto il controllo diretto o indiretto delle mafie. Ma il dato più inquietante è rappresentato dal recente ingresso di imprese di stampo criminale anche in settori non tradizionali (sanità, servizi avanzati, informatica, forniture, moderne tecnologie); in cui l’attività di riciclaggio può contare su nuove occasioni di intermediazione. Si va delineando uno scenario inquietante in cui i mercati criminali realizzano enormi profitti, solo in parte destinati ad alimentare l’offerta di beni e servizi illegali, che presenta caratteri di relativa rigidità. Il riciclaggio di proventi illeciti acquista, quindi, un ruolo primario nelle strategie della criminalità organizzata, con molteplici rischi per la capacità di autorganizzazione dell’impresa e per i diritti dei lavoratori.  
   
   
CNEL: IN 7 ANNI OLTRE 32 MILA SEGNALAZIONI DI SOSPETTO RICICLAGGIO DI DENARO  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Sono 32.399 le segnalazioni di operazioni sospette in denaro pervenute, dal 1997 a oggi, all’Uic (Ufficio italiano cambi) e di queste 29.147 sono state trasmesse nello stesso periodo alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e al Nspv (Nucleo speciale di polizia valutaria). Solo nei primi sei mesi del 2004, sono state rispettivamente 3.230 e 2.801, mostrando un trend crescente rispetto allo scorso anno (5.266 e 5.562 segnalazioni nei 12 mesi). Questi i dati, di fonte Uic, che emergono dal Rapporto sul dispositivo antiriciclaggio, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Un approfondimento, finalizzato alla redazione di un testo di osservazioni e proposte, mirato all’individuazione delle nuove modalità attraverso le quali si realizza il reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata, che fornisce indicazioni utili alle istituzioni e alle forze economiche e sociali. La stragrande maggioranza delle segnalazioni arriva da enti creditizi (88%); le restanti provengono per lo più da intermediari finanziari (5,5%); imprese assicurative (3%) e dalle Poste Italiane (2,5%). Diminuiscono i casi connessi a possibili finanziamenti al terrorismo: sono 134 nei primi sei mesi del 2004, contro i 320 del 2003 e i 913 del 2002. Tra le attività illecite ipotizzabili (ma oltre la metà non è evidenziabile); si distingue un 12,4% di evasione fiscale, 6,5% di casi legati a indagini presso l’autorità giudiziaria, 6,1% di truffe, 5,7% di riciclaggio e una percentuale equivalente di abusivismo finanziario e usura. Nella maggior parte dei casi, si tratta di operazioni in contanti (41,4%) e in particolare di versamento (22,4%); prelevamento (12,5%); incasso di assegno proprio (4%); cambio di assegno di terzi (1,5%); incasso di assegni circolari (1%). Seguono versamenti di titoli di credito (10,2%); assegni circolari (7,7%); bonifico o giroconto (6,3%); bonifico da o verso l’estero (5,3%); addebito per estinzione assegno (4,8%); operazioni in strumenti finanziari (4,2%); acquisto o vendita di banconote estere (3,8%); deposito su libretto di risparmio (3,7%); operazioni con titoli cambiari (1,4%) o collegate a finanziamenti INSERT INTO `envo_stories` (pn_catid, pn_aid, pn_title, pn_time, pn_hometext, pn_bodytext, pn_comments,pn_counter, pn_topic, pn_informant, pn_notes, pn_ihome, pn_themeoverride, pn_language, pn_withcomm, pn_format_type,9%). 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Ma, se si considera il rapporto tra il numero di segnalazioni ogni 100 milioni di euro di deposito, in testa alla classifica figura la Calabria con 8,5, seguita da Campania (7,5); Puglia (6,4); Lombardia (5,4) e Piemonte (5). Il fenomeno, infatti, osserva l’Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, non riguarda solo le aree tradizionalmente interessate dalla presenza della criminalità organizzata, perché imprese gravitanti nei circuiti criminali si ritrovano attive su tutto il territorio nazionale, quasi sempre in appalti di opere pubbliche. Al Sud, in particolare, dove la presenza mafiosa è stratificata, si assiste a una sorta di progressiva saturazione di interi comparti produttivi, sotto il controllo diretto o indiretto delle mafie. Ma il dato più inquietante è rappresentato dal recente ingresso di imprese di stampo criminale anche in settori non tradizionali (sanità, servizi avanzati, informatica, forniture, moderne tecnologie); in cui l’attività di riciclaggio può contare su nuove occasioni di intermediazione. Si va delineando uno scenario inquietante in cui i mercati criminali realizzano enormi profitti, solo in parte destinati ad alimentare l’offerta di beni e servizi illegali, che presenta caratteri di relativa rigidità. Il riciclaggio di proventi illeciti acquista, quindi, un ruolo primario nelle strategie della criminalità organizzata, con molteplici rischi per la capacità di autorganizzazione dell’impresa e per i diritti dei lavoratori.  
   
   
PIONEER INVESTMENTS: RACCOLTA NETTA COMPLESSIVA NEGATIVA PER 79 MILIONI DI EURO MA FLUSSI NETTI PER OLTRE 220 MILIONI IN EUROPA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Pioneer Investments riporta nel mese di giugno una raccolta netta negativa per 79 milioni di euro principalmente influenzata dall'andamento del sistema dei fondi comuni in Italia. Dall'inizio dell'anno la raccolta netta del gruppo risulta comunque positiva per 2.125 milioni di euro. Il patrimonio gestito pari a 124,7 miliardi di euro, cresce dell'0,7% rispetto al mese precedente (effetto mercato 0,8%, effetto vendite nette -0,1%). L'italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per -277 milioni di euro (+243 dall'inizio dell'anno). I fondi comuni (perimetro Assogestioni) riportano flussi netti per -258 milioni a fronte di un andamento del sistema di –2.750 milioni di euro. In controtendenza il segmento "terze parti", grazie ad accordi conclusi per 36 milioni di euro. Patrimonio gestito in Italia a fine mese: 90.977 milioni di euro (+2,1% dall'inizio anno). Crescita positiva per la divisione International (ex Italia); flussi netti per 222 milioni di euro nel corso del mese e, dall'inizio dell'anno per 1.266 milioni di euro. Anche in giugno sono risultate rilevanti le vendite dei fondi hedge (+110 milioni); dei fondi comuni nei paesi di lingua tedesca (+59 milioni) e in Spagna (+51 milioni). Patrimonio a fine mese: 7.374 milioni di euro (+25,4% dall'inizio dell'anno). La divisione americana chiude il mese con una raccolta leggermente negativa (-37 milioni) per via dei continui forti riscatti sui fondi obbligazionari. Dall'inizio dell'anno è pari a +370 milioni di euro. Il patrimonio, pari a 23.379 milioni di euro, è in crescita del 6,8% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari risulta invece pari a 28.417 milioni. Vendite nette per 13 milioni di euro per la New Europe, prevalentemente concentrate in Polonia. Il mese di giugno conferma la preferenza più marcata dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti bilanciati (Pioneer Balanced Investment Fund) ed esteri (Pioneer High Yield Investment Fund). La raccolta dall'inizio dell'anno raggiunge i 247 milioni di euro. Il patrimonio ha raggiunto i 2.954 milioni di euro, in crescita del 14,6% rispetto all'inizio dell'anno. Flussi netti positivi per 218 milioni di euro per Alternative Investments (i dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business); il dato dall'inizio dell'anno supera i 1.120 milioni di euro (+256% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e consente alla divisione di superare in soli sei mesi quelli ottenuti nel corso di tutto il 2003. Particolarmente significativi sono i risultati ottenuti dalla Sgr Italiana (+102 milioni) e dal collocamento dei fondi della famiglia Momentum (+97 milioni). A fine giugno il patrimonio complessivo in Hedge era pari a 3.639 milioni di euro (+48,6% dall'inizio dell'anno).  
   
   
PIONEER INVESTMENTS: RACCOLTA NETTA COMPLESSIVA NEGATIVA PER 79 MILIONI DI EURO MA FLUSSI NETTI PER OLTRE 220 MILIONI IN EUROPA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Pioneer Investments riporta nel mese di giugno una raccolta netta negativa per 79 milioni di euro principalmente influenzata dall'andamento del sistema dei fondi comuni in Italia. Dall'inizio dell'anno la raccolta netta del gruppo risulta comunque positiva per 2.125 milioni di euro. Il patrimonio gestito pari a 124,7 miliardi di euro, cresce dell'0,7% rispetto al mese precedente (effetto mercato 0,8%, effetto vendite nette -0,1%). L'italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per -277 milioni di euro (+243 dall'inizio dell'anno). I fondi comuni (perimetro Assogestioni) riportano flussi netti per -258 milioni a fronte di un andamento del sistema di –2.750 milioni di euro. In controtendenza il segmento "terze parti", grazie ad accordi conclusi per 36 milioni di euro. Patrimonio gestito in Italia a fine mese: 90.977 milioni di euro (+2,1% dall'inizio anno). Crescita positiva per la divisione International (ex Italia); flussi netti per 222 milioni di euro nel corso del mese e, dall'inizio dell'anno per 1.266 milioni di euro. Anche in giugno sono risultate rilevanti le vendite dei fondi hedge (+110 milioni); dei fondi comuni nei paesi di lingua tedesca (+59 milioni) e in Spagna (+51 milioni). Patrimonio a fine mese: 7.374 milioni di euro (+25,4% dall'inizio dell'anno). La divisione americana chiude il mese con una raccolta leggermente negativa (-37 milioni) per via dei continui forti riscatti sui fondi obbligazionari. Dall'inizio dell'anno è pari a +370 milioni di euro. Il patrimonio, pari a 23.379 milioni di euro, è in crescita del 6,8% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari risulta invece pari a 28.417 milioni. Vendite nette per 13 milioni di euro per la New Europe, prevalentemente concentrate in Polonia. Il mese di giugno conferma la preferenza più marcata dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti bilanciati (Pioneer Balanced Investment Fund) ed esteri (Pioneer High Yield Investment Fund). La raccolta dall'inizio dell'anno raggiunge i 247 milioni di euro. Il patrimonio ha raggiunto i 2.954 milioni di euro, in crescita del 14,6% rispetto all'inizio dell'anno. Flussi netti positivi per 218 milioni di euro per Alternative Investments (i dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business); il dato dall'inizio dell'anno supera i 1.120 milioni di euro (+256% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e consente alla divisione di superare in soli sei mesi quelli ottenuti nel corso di tutto il 2003. Particolarmente significativi sono i risultati ottenuti dalla Sgr Italiana (+102 milioni) e dal collocamento dei fondi della famiglia Momentum (+97 milioni). A fine giugno il patrimonio complessivo in Hedge era pari a 3.639 milioni di euro (+48,6% dall'inizio dell'anno).  
   
   
PIONEER INVESTMENTS: RACCOLTA NETTA COMPLESSIVA NEGATIVA PER 79 MILIONI DI EURO MA FLUSSI NETTI PER OLTRE 220 MILIONI IN EUROPA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Pioneer Investments riporta nel mese di giugno una raccolta netta negativa per 79 milioni di euro principalmente influenzata dall'andamento del sistema dei fondi comuni in Italia. Dall'inizio dell'anno la raccolta netta del gruppo risulta comunque positiva per 2.125 milioni di euro. Il patrimonio gestito pari a 124,7 miliardi di euro, cresce dell'0,7% rispetto al mese precedente (effetto mercato 0,8%, effetto vendite nette -0,1%). L'italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per -277 milioni di euro (+243 dall'inizio dell'anno). I fondi comuni (perimetro Assogestioni) riportano flussi netti per -258 milioni a fronte di un andamento del sistema di –2.750 milioni di euro. In controtendenza il segmento "terze parti", grazie ad accordi conclusi per 36 milioni di euro. Patrimonio gestito in Italia a fine mese: 90.977 milioni di euro (+2,1% dall'inizio anno). Crescita positiva per la divisione International (ex Italia); flussi netti per 222 milioni di euro nel corso del mese e, dall'inizio dell'anno per 1.266 milioni di euro. Anche in giugno sono risultate rilevanti le vendite dei fondi hedge (+110 milioni); dei fondi comuni nei paesi di lingua tedesca (+59 milioni) e in Spagna (+51 milioni). Patrimonio a fine mese: 7.374 milioni di euro (+25,4% dall'inizio dell'anno). La divisione americana chiude il mese con una raccolta leggermente negativa (-37 milioni) per via dei continui forti riscatti sui fondi obbligazionari. Dall'inizio dell'anno è pari a +370 milioni di euro. Il patrimonio, pari a 23.379 milioni di euro, è in crescita del 6,8% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari risulta invece pari a 28.417 milioni. Vendite nette per 13 milioni di euro per la New Europe, prevalentemente concentrate in Polonia. Il mese di giugno conferma la preferenza più marcata dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti bilanciati (Pioneer Balanced Investment Fund) ed esteri (Pioneer High Yield Investment Fund). La raccolta dall'inizio dell'anno raggiunge i 247 milioni di euro. Il patrimonio ha raggiunto i 2.954 milioni di euro, in crescita del 14,6% rispetto all'inizio dell'anno. Flussi netti positivi per 218 milioni di euro per Alternative Investments (i dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business); il dato dall'inizio dell'anno supera i 1.120 milioni di euro (+256% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e consente alla divisione di superare in soli sei mesi quelli ottenuti nel corso di tutto il 2003. Particolarmente significativi sono i risultati ottenuti dalla Sgr Italiana (+102 milioni) e dal collocamento dei fondi della famiglia Momentum (+97 milioni). A fine giugno il patrimonio complessivo in Hedge era pari a 3.639 milioni di euro (+48,6% dall'inizio dell'anno).  
   
   
PIONEER INVESTMENTS: RACCOLTA NETTA COMPLESSIVA NEGATIVA PER 79 MILIONI DI EURO MA FLUSSI NETTI PER OLTRE 220 MILIONI IN EUROPA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Pioneer Investments riporta nel mese di giugno una raccolta netta negativa per 79 milioni di euro principalmente influenzata dall'andamento del sistema dei fondi comuni in Italia. Dall'inizio dell'anno la raccolta netta del gruppo risulta comunque positiva per 2.125 milioni di euro. Il patrimonio gestito pari a 124,7 miliardi di euro, cresce dell'0,7% rispetto al mese precedente (effetto mercato 0,8%, effetto vendite nette -0,1%). L'italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per -277 milioni di euro (+243 dall'inizio dell'anno). I fondi comuni (perimetro Assogestioni) riportano flussi netti per -258 milioni a fronte di un andamento del sistema di –2.750 milioni di euro. In controtendenza il segmento "terze parti", grazie ad accordi conclusi per 36 milioni di euro. Patrimonio gestito in Italia a fine mese: 90.977 milioni di euro (+2,1% dall'inizio anno). Crescita positiva per la divisione International (ex Italia); flussi netti per 222 milioni di euro nel corso del mese e, dall'inizio dell'anno per 1.266 milioni di euro. Anche in giugno sono risultate rilevanti le vendite dei fondi hedge (+110 milioni); dei fondi comuni nei paesi di lingua tedesca (+59 milioni) e in Spagna (+51 milioni). Patrimonio a fine mese: 7.374 milioni di euro (+25,4% dall'inizio dell'anno). La divisione americana chiude il mese con una raccolta leggermente negativa (-37 milioni) per via dei continui forti riscatti sui fondi obbligazionari. Dall'inizio dell'anno è pari a +370 milioni di euro. Il patrimonio, pari a 23.379 milioni di euro, è in crescita del 6,8% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari risulta invece pari a 28.417 milioni. Vendite nette per 13 milioni di euro per la New Europe, prevalentemente concentrate in Polonia. Il mese di giugno conferma la preferenza più marcata dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti bilanciati (Pioneer Balanced Investment Fund) ed esteri (Pioneer High Yield Investment Fund). La raccolta dall'inizio dell'anno raggiunge i 247 milioni di euro. Il patrimonio ha raggiunto i 2.954 milioni di euro, in crescita del 14,6% rispetto all'inizio dell'anno. Flussi netti positivi per 218 milioni di euro per Alternative Investments (i dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business); il dato dall'inizio dell'anno supera i 1.120 milioni di euro (+256% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e consente alla divisione di superare in soli sei mesi quelli ottenuti nel corso di tutto il 2003. Particolarmente significativi sono i risultati ottenuti dalla Sgr Italiana (+102 milioni) e dal collocamento dei fondi della famiglia Momentum (+97 milioni). A fine giugno il patrimonio complessivo in Hedge era pari a 3.639 milioni di euro (+48,6% dall'inizio dell'anno).  
   
   
PIONEER INVESTMENTS: RACCOLTA NETTA COMPLESSIVA NEGATIVA PER 79 MILIONI DI EURO MA FLUSSI NETTI PER OLTRE 220 MILIONI IN EUROPA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Pioneer Investments riporta nel mese di giugno una raccolta netta negativa per 79 milioni di euro principalmente influenzata dall'andamento del sistema dei fondi comuni in Italia. Dall'inizio dell'anno la raccolta netta del gruppo risulta comunque positiva per 2.125 milioni di euro. Il patrimonio gestito pari a 124,7 miliardi di euro, cresce dell'0,7% rispetto al mese precedente (effetto mercato 0,8%, effetto vendite nette -0,1%). L'italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per -277 milioni di euro (+243 dall'inizio dell'anno). I fondi comuni (perimetro Assogestioni) riportano flussi netti per -258 milioni a fronte di un andamento del sistema di –2.750 milioni di euro. In controtendenza il segmento "terze parti", grazie ad accordi conclusi per 36 milioni di euro. Patrimonio gestito in Italia a fine mese: 90.977 milioni di euro (+2,1% dall'inizio anno). Crescita positiva per la divisione International (ex Italia); flussi netti per 222 milioni di euro nel corso del mese e, dall'inizio dell'anno per 1.266 milioni di euro. Anche in giugno sono risultate rilevanti le vendite dei fondi hedge (+110 milioni); dei fondi comuni nei paesi di lingua tedesca (+59 milioni) e in Spagna (+51 milioni). Patrimonio a fine mese: 7.374 milioni di euro (+25,4% dall'inizio dell'anno). La divisione americana chiude il mese con una raccolta leggermente negativa (-37 milioni) per via dei continui forti riscatti sui fondi obbligazionari. Dall'inizio dell'anno è pari a +370 milioni di euro. Il patrimonio, pari a 23.379 milioni di euro, è in crescita del 6,8% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari risulta invece pari a 28.417 milioni. Vendite nette per 13 milioni di euro per la New Europe, prevalentemente concentrate in Polonia. Il mese di giugno conferma la preferenza più marcata dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti bilanciati (Pioneer Balanced Investment Fund) ed esteri (Pioneer High Yield Investment Fund). La raccolta dall'inizio dell'anno raggiunge i 247 milioni di euro. Il patrimonio ha raggiunto i 2.954 milioni di euro, in crescita del 14,6% rispetto all'inizio dell'anno. Flussi netti positivi per 218 milioni di euro per Alternative Investments (i dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business); il dato dall'inizio dell'anno supera i 1.120 milioni di euro (+256% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e consente alla divisione di superare in soli sei mesi quelli ottenuti nel corso di tutto il 2003. Particolarmente significativi sono i risultati ottenuti dalla Sgr Italiana (+102 milioni) e dal collocamento dei fondi della famiglia Momentum (+97 milioni). A fine giugno il patrimonio complessivo in Hedge era pari a 3.639 milioni di euro (+48,6% dall'inizio dell'anno).  
   
   
PIONEER INVESTMENTS: RACCOLTA NETTA COMPLESSIVA NEGATIVA PER 79 MILIONI DI EURO MA FLUSSI NETTI PER OLTRE 220 MILIONI IN EUROPA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Pioneer Investments riporta nel mese di giugno una raccolta netta negativa per 79 milioni di euro principalmente influenzata dall'andamento del sistema dei fondi comuni in Italia. Dall'inizio dell'anno la raccolta netta del gruppo risulta comunque positiva per 2.125 milioni di euro. Il patrimonio gestito pari a 124,7 miliardi di euro, cresce dell'0,7% rispetto al mese precedente (effetto mercato 0,8%, effetto vendite nette -0,1%). L'italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per -277 milioni di euro (+243 dall'inizio dell'anno). I fondi comuni (perimetro Assogestioni) riportano flussi netti per -258 milioni a fronte di un andamento del sistema di –2.750 milioni di euro. In controtendenza il segmento "terze parti", grazie ad accordi conclusi per 36 milioni di euro. Patrimonio gestito in Italia a fine mese: 90.977 milioni di euro (+2,1% dall'inizio anno). Crescita positiva per la divisione International (ex Italia); flussi netti per 222 milioni di euro nel corso del mese e, dall'inizio dell'anno per 1.266 milioni di euro. Anche in giugno sono risultate rilevanti le vendite dei fondi hedge (+110 milioni); dei fondi comuni nei paesi di lingua tedesca (+59 milioni) e in Spagna (+51 milioni). Patrimonio a fine mese: 7.374 milioni di euro (+25,4% dall'inizio dell'anno). La divisione americana chiude il mese con una raccolta leggermente negativa (-37 milioni) per via dei continui forti riscatti sui fondi obbligazionari. Dall'inizio dell'anno è pari a +370 milioni di euro. Il patrimonio, pari a 23.379 milioni di euro, è in crescita del 6,8% rispetto all'inizio dell'anno; in dollari risulta invece pari a 28.417 milioni. Vendite nette per 13 milioni di euro per la New Europe, prevalentemente concentrate in Polonia. Il mese di giugno conferma la preferenza più marcata dei sottoscrittori nei confronti dei prodotti bilanciati (Pioneer Balanced Investment Fund) ed esteri (Pioneer High Yield Investment Fund). La raccolta dall'inizio dell'anno raggiunge i 247 milioni di euro. Il patrimonio ha raggiunto i 2.954 milioni di euro, in crescita del 14,6% rispetto all'inizio dell'anno. Flussi netti positivi per 218 milioni di euro per Alternative Investments (i dati di raccolta e di Aum sono già compresi in quelli delle diverse aree di business); il dato dall'inizio dell'anno supera i 1.120 milioni di euro (+256% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e consente alla divisione di superare in soli sei mesi quelli ottenuti nel corso di tutto il 2003. Particolarmente significativi sono i risultati ottenuti dalla Sgr Italiana (+102 milioni) e dal collocamento dei fondi della famiglia Momentum (+97 milioni). A fine giugno il patrimonio complessivo in Hedge era pari a 3.639 milioni di euro (+48,6% dall'inizio dell'anno).  
   
   
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A. RATING STANDARD & POOR’S HA CONFERMATO AA / OUTLOOK NEGATIVO  
 
Trieste, 8 luglio 2004 - Assicurazioni Generali rende noto che la società di rating Standard & Poor’s ha confermato i rating di Assicurazioni Generali S.p.a. A Aa / outlook negativo.  
   
   
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A. RATING STANDARD & POOR’S HA CONFERMATO AA / OUTLOOK NEGATIVO  
 
Trieste, 8 luglio 2004 - Assicurazioni Generali rende noto che la società di rating Standard & Poor’s ha confermato i rating di Assicurazioni Generali S.p.a. A Aa / outlook negativo.  
   
   
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A. RATING STANDARD & POOR’S HA CONFERMATO AA / OUTLOOK NEGATIVO  
 
Trieste, 8 luglio 2004 - Assicurazioni Generali rende noto che la società di rating Standard & Poor’s ha confermato i rating di Assicurazioni Generali S.p.a. A Aa / outlook negativo.  
   
   
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A. RATING STANDARD & POOR’S HA CONFERMATO AA / OUTLOOK NEGATIVO  
 
Trieste, 8 luglio 2004 - Assicurazioni Generali rende noto che la società di rating Standard & Poor’s ha confermato i rating di Assicurazioni Generali S.p.a. A Aa / outlook negativo.  
   
   
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A. RATING STANDARD & POOR’S HA CONFERMATO AA / OUTLOOK NEGATIVO  
 
Trieste, 8 luglio 2004 - Assicurazioni Generali rende noto che la società di rating Standard & Poor’s ha confermato i rating di Assicurazioni Generali S.p.a. A Aa / outlook negativo.  
   
   
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A. RATING STANDARD & POOR’S HA CONFERMATO AA / OUTLOOK NEGATIVO  
 
Trieste, 8 luglio 2004 - Assicurazioni Generali rende noto che la società di rating Standard & Poor’s ha confermato i rating di Assicurazioni Generali S.p.a. A Aa / outlook negativo.  
   
   
FITCH RATINGS CONFERMA “AA-“ CON OUTLOOK STABILE AD ERGO PREVIDENZA  
 
Milano, 8 luglio 2004 - L’agenzia londinese Fitch Ratings ha reso oggi noto di aver confermato il rating “Aa-“ attribuito ad Ergo Previdenza S.p.a. (società appartenente al gruppo assicurativo tedesco Ergo Versicherungsgruppe Ag di Düsseldorf, holding a sua volta controllata da Münich Re, primo riassicuratore internazionale); con outlook stabile. Ergo Previdenza comunica con soddisfazione la valutazione ricevuta, che attesta la validità del piano strategico triennale 2003/2005. Il piano, presentato il 27 maggio 2003, è volto a trasformare la società da una compagnia basata essenzialmente sulla vendita di polizze a premio annuo, principalmente attraverso la rete di vendita Ssi (Star Service International); in una compagnia che distribuisce una più ampia gamma di prodotti, sia attraverso la propria rete agenziale, sia grazie allo sviluppo di accordi di Bancassurance. Al termine del triennio sarà quindi raggiunto l’obiettivo di poter operare sul mercato assicurativo italiano in un contesto operativo multiprodotto e multicanale. A distanza quindi di un anno dalla presentazione del piano strategico, Fitch Ratings ha potuto riconfermare il rating “Aa-“ con outlook stabile avendo verificato la realizzazione delle attività e dei risultati pianificati, pur in un contesto di mercato difficile. In particolare, sono stati raggiunti e superati gli obiettivi di significativo miglioramento della redditività aziendale con conseguente creazione di nuovo valore per gli azionisti, ma anche il raggiungimento degli obiettivi di produzione grazie all’apertura di nuove agenzie ed agli accordi di bancassicurazione stipulati a partire dal 1° ottobre 2003. Sia l’apertura dei nuovi punti vendita tradizionali che lo sviluppo degli accordi di bancassurance stanno proseguendo con successo nel 2004. La società londinese ha anche potuto verificare ed apprezzare come il business e le attività della compagnia si svolgano in un contesto altamente orientato alla cosiddetta Corporate Governance. Si ricorda l’adozione, da parte della società, del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 e del Codice Etico, che si aggiungono agli altri strumenti già in vigore da tempo, come le regole di Corporate Governance previste dal Codice di Autodisciplina, il Codice di Comportamento Internal Dealing, la Procedura interna per il trattamento delle informazioni riservate e price sensitive, nonché il Regolamento assembleare. L’agenzia di rating riconosce inoltre la forza di capitale di Ergo Previdenza, che giudica una componente strategicamente importante per il gruppo Ergo, valutando positivamente il progressivo rafforzarsi dei legami tra la società e la capogruppo Ergo a seguito del cambio di denominazione sociale, avvenuto il 1° agosto 2003, da Bayerische Vita ad Ergo Previdenza.  
   
   
RCS MEDIAGROUP CEDE IL 2,5% DI PIRELLI & C.  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Rcs Mediagroup comunica che, oggi, cede azioni Pirelli & C. Pari al 2,5% del capitale ordinario della società per un totale di n. 84.060.667 azioni ordinarie e n. 63.045.500 warrant 2003-2006, che verranno rilevati pro quota dagli altri partecipanti al Patto di Sindacato di blocco della società stessa, ad esclusione di Sinpar. Il prezzo unitario, pari alla media delle quotazioni di Borsa degli ultimi tre mesi, sarà di 0,825 euro per azione e di 0,090 euro per ogni warrant. Rcs Mediagroup rimarrà nel Patto di Sindacato di blocco con una percentuale dell’1,87 sul totale azioni ordinarie emesse e del 3 sul totale warrant in circolazione. Le azioni Pirelli & C. Erano registrate ad un valore di carico medio di 0,76 euro cadauna, mentre i warrant erano stati assegnati gratuitamente a seguito della sottoscrizione dell’aumento di capitale Pirelli avvenuto nel luglio 2003.  
   
   
RCS MEDIAGROUP CEDE IL 2,5% DI PIRELLI & C.  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Rcs Mediagroup comunica che, oggi, cede azioni Pirelli & C. Pari al 2,5% del capitale ordinario della società per un totale di n. 84.060.667 azioni ordinarie e n. 63.045.500 warrant 2003-2006, che verranno rilevati pro quota dagli altri partecipanti al Patto di Sindacato di blocco della società stessa, ad esclusione di Sinpar. Il prezzo unitario, pari alla media delle quotazioni di Borsa degli ultimi tre mesi, sarà di 0,825 euro per azione e di 0,090 euro per ogni warrant. Rcs Mediagroup rimarrà nel Patto di Sindacato di blocco con una percentuale dell’1,87 sul totale azioni ordinarie emesse e del 3 sul totale warrant in circolazione. Le azioni Pirelli & C. Erano registrate ad un valore di carico medio di 0,76 euro cadauna, mentre i warrant erano stati assegnati gratuitamente a seguito della sottoscrizione dell’aumento di capitale Pirelli avvenuto nel luglio 2003.  
   
   
RCS MEDIAGROUP CEDE IL 2,5% DI PIRELLI & C.  
 
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RCS MEDIAGROUP CEDE IL 2,5% DI PIRELLI & C.  
 
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RCS MEDIAGROUP CEDE IL 2,5% DI PIRELLI & C.  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Rcs Mediagroup comunica che, oggi, cede azioni Pirelli & C. Pari al 2,5% del capitale ordinario della società per un totale di n. 84.060.667 azioni ordinarie e n. 63.045.500 warrant 2003-2006, che verranno rilevati pro quota dagli altri partecipanti al Patto di Sindacato di blocco della società stessa, ad esclusione di Sinpar. Il prezzo unitario, pari alla media delle quotazioni di Borsa degli ultimi tre mesi, sarà di 0,825 euro per azione e di 0,090 euro per ogni warrant. Rcs Mediagroup rimarrà nel Patto di Sindacato di blocco con una percentuale dell’1,87 sul totale azioni ordinarie emesse e del 3 sul totale warrant in circolazione. Le azioni Pirelli & C. Erano registrate ad un valore di carico medio di 0,76 euro cadauna, mentre i warrant erano stati assegnati gratuitamente a seguito della sottoscrizione dell’aumento di capitale Pirelli avvenuto nel luglio 2003.  
   
   
RIPARTITI I TITOLI PIRELLI & C. POSTI IN VENDITA DA RCS MEDIAGROUP TRA I PARTECIPANTI AL SINDACATO DI BLOCCO AZIONI PIRELLI & C. SPA  
 
Milano, 8 luglio 2004 – Oggi Rizzoli Corriere della Sera Mediagroup Spa cederà pro quota agli altri partecipanti al patto di Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. S.p.a. (ad eccezione di Sinpar S.a. Che non ha esercitato il diritto di rilievo ad essa spettante); n. 84.060.667 azioni ordinarie Pirelli & C. S.p.a. E n. 63.045.500 Warrant azioni ordinarie Pirelli & C. 2003-2006 dalla stessa già conferiti al patto. I suddetti titoli verranno ripartiti come segue:
azioni rilevate warrant rilevati
Camfin Spa 37.918.751 28.439.060
Fondiaria - Sai Spa 9.508.536 7.131.403
Mediobanca Spa 8.602.048 6.451.537
Edizione Holding Spa 8.601.717 6.451.288
R.a.s. Spa 8.601.717 6.451.288
Assicurazioni Generali Spa 8.601.717 6.451.288
Massimo Moratti 2.226.181 1.669.636
Totale 84.060.667 63.045.500
Il prezzo unitario, pari – in conformità a quanto stabilito dal patto – alla media delle quotazioni di Borsa registrate negli ultimi tre mesi, sarà di Euro 0,825 per ciascuna azione e di Euro 0,090 per ciascun warrant. In considerazione del fatto che, a seguito delle suddette compravendite, Camfin Spa avrà apportato al sindacato titoli Pirelli & C. In misura pari al 42,31% del totale di quelli vincolati, i partecipanti al patto hanno convenuto, al fine di non alterare gli equilibri sinora garantiti dal patto stesso, che le deliberazioni della Direzione del Sindacato possano essere assunte non più - come precedentemente previsto - “con la maggioranza dei tre quinti delle azioni vincolate” bensì con la semplice maggioranza di esse.
 
   
   
RIPARTITI I TITOLI PIRELLI & C. POSTI IN VENDITA DA RCS MEDIAGROUP TRA I PARTECIPANTI AL SINDACATO DI BLOCCO AZIONI PIRELLI & C. SPA  
 
Milano, 8 luglio 2004 – Oggi Rizzoli Corriere della Sera Mediagroup Spa cederà pro quota agli altri partecipanti al patto di Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. S.p.a. (ad eccezione di Sinpar S.a. Che non ha esercitato il diritto di rilievo ad essa spettante); n. 84.060.667 azioni ordinarie Pirelli & C. S.p.a. E n. 63.045.500 Warrant azioni ordinarie Pirelli & C. 2003-2006 dalla stessa già conferiti al patto. I suddetti titoli verranno ripartiti come segue:
azioni rilevate warrant rilevati
Camfin Spa 37.918.751 28.439.060
Fondiaria - Sai Spa 9.508.536 7.131.403
Mediobanca Spa 8.602.048 6.451.537
Edizione Holding Spa 8.601.717 6.451.288
R.a.s. Spa 8.601.717 6.451.288
Assicurazioni Generali Spa 8.601.717 6.451.288
Massimo Moratti 2.226.181 1.669.636
Totale 84.060.667 63.045.500
Il prezzo unitario, pari – in conformità a quanto stabilito dal patto – alla media delle quotazioni di Borsa registrate negli ultimi tre mesi, sarà di Euro 0,825 per ciascuna azione e di Euro 0,090 per ciascun warrant. In considerazione del fatto che, a seguito delle suddette compravendite, Camfin Spa avrà apportato al sindacato titoli Pirelli & C. In misura pari al 42,31% del totale di quelli vincolati, i partecipanti al patto hanno convenuto, al fine di non alterare gli equilibri sinora garantiti dal patto stesso, che le deliberazioni della Direzione del Sindacato possano essere assunte non più - come precedentemente previsto - “con la maggioranza dei tre quinti delle azioni vincolate” bensì con la semplice maggioranza di esse.
 
   
   
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azioni rilevate warrant rilevati
Camfin Spa 37.918.751 28.439.060
Fondiaria - Sai Spa 9.508.536 7.131.403
Mediobanca Spa 8.602.048 6.451.537
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Il prezzo unitario, pari – in conformità a quanto stabilito dal patto – alla media delle quotazioni di Borsa registrate negli ultimi tre mesi, sarà di Euro 0,825 per ciascuna azione e di Euro 0,090 per ciascun warrant. In considerazione del fatto che, a seguito delle suddette compravendite, Camfin Spa avrà apportato al sindacato titoli Pirelli & C. In misura pari al 42,31% del totale di quelli vincolati, i partecipanti al patto hanno convenuto, al fine di non alterare gli equilibri sinora garantiti dal patto stesso, che le deliberazioni della Direzione del Sindacato possano essere assunte non più - come precedentemente previsto - “con la maggioranza dei tre quinti delle azioni vincolate” bensì con la semplice maggioranza di esse.
 
   
   
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Camfin Spa 37.918.751 28.439.060
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Assicurazioni Generali Spa 8.601.717 6.451.288
Massimo Moratti 2.226.181 1.669.636
Totale 84.060.667 63.045.500
Il prezzo unitario, pari – in conformità a quanto stabilito dal patto – alla media delle quotazioni di Borsa registrate negli ultimi tre mesi, sarà di Euro 0,825 per ciascuna azione e di Euro 0,090 per ciascun warrant. In considerazione del fatto che, a seguito delle suddette compravendite, Camfin Spa avrà apportato al sindacato titoli Pirelli & C. In misura pari al 42,31% del totale di quelli vincolati, i partecipanti al patto hanno convenuto, al fine di non alterare gli equilibri sinora garantiti dal patto stesso, che le deliberazioni della Direzione del Sindacato possano essere assunte non più - come precedentemente previsto - “con la maggioranza dei tre quinti delle azioni vincolate” bensì con la semplice maggioranza di esse.
 
   
   
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Camfin Spa 37.918.751 28.439.060
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Il prezzo unitario, pari – in conformità a quanto stabilito dal patto – alla media delle quotazioni di Borsa registrate negli ultimi tre mesi, sarà di Euro 0,825 per ciascuna azione e di Euro 0,090 per ciascun warrant. In considerazione del fatto che, a seguito delle suddette compravendite, Camfin Spa avrà apportato al sindacato titoli Pirelli & C. In misura pari al 42,31% del totale di quelli vincolati, i partecipanti al patto hanno convenuto, al fine di non alterare gli equilibri sinora garantiti dal patto stesso, che le deliberazioni della Direzione del Sindacato possano essere assunte non più - come precedentemente previsto - “con la maggioranza dei tre quinti delle azioni vincolate” bensì con la semplice maggioranza di esse.
 
   
   
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Milano, 8 luglio 2004 – Oggi Rizzoli Corriere della Sera Mediagroup Spa cederà pro quota agli altri partecipanti al patto di Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. S.p.a. (ad eccezione di Sinpar S.a. Che non ha esercitato il diritto di rilievo ad essa spettante); n. 84.060.667 azioni ordinarie Pirelli & C. S.p.a. E n. 63.045.500 Warrant azioni ordinarie Pirelli & C. 2003-2006 dalla stessa già conferiti al patto. I suddetti titoli verranno ripartiti come segue:
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Camfin Spa 37.918.751 28.439.060
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Massimo Moratti 2.226.181 1.669.636
Totale 84.060.667 63.045.500
Il prezzo unitario, pari – in conformità a quanto stabilito dal patto – alla media delle quotazioni di Borsa registrate negli ultimi tre mesi, sarà di Euro 0,825 per ciascuna azione e di Euro 0,090 per ciascun warrant. In considerazione del fatto che, a seguito delle suddette compravendite, Camfin Spa avrà apportato al sindacato titoli Pirelli & C. In misura pari al 42,31% del totale di quelli vincolati, i partecipanti al patto hanno convenuto, al fine di non alterare gli equilibri sinora garantiti dal patto stesso, che le deliberazioni della Direzione del Sindacato possano essere assunte non più - come precedentemente previsto - “con la maggioranza dei tre quinti delle azioni vincolate” bensì con la semplice maggioranza di esse.
 
   
   
CONFINDUSTRIA, VIA LIBERA DEL DIRETTIVO A BERETTA DIRETTORE GENERALE ANTONIO COLOMBO SARÀ IL VICEDIRETTORE GENERALE  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio direttivo di Confindustria ha approvato all'unanimità la nomina di Maurizio Beretta a direttore generale di Confindustria e di Antonio Colombo (direttore dell'Unione Industriale di Varese) a vicedirettore generale. Il presidente Luca di Montezemolo e il Consiglio direttivo di Confindustria hanno ringraziato Stefano Parisi, esprimendogli apprezzamento per il lavoro svolto, anche nei mesi dell'avvicendamento alla presidenza, e augurandogli i migliori successi nei suoi prossimi impegni di lavoro.  
   
   
CONFINDUSTRIA, VIA LIBERA DEL DIRETTIVO A BERETTA DIRETTORE GENERALE ANTONIO COLOMBO SARÀ IL VICEDIRETTORE GENERALE  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio direttivo di Confindustria ha approvato all'unanimità la nomina di Maurizio Beretta a direttore generale di Confindustria e di Antonio Colombo (direttore dell'Unione Industriale di Varese) a vicedirettore generale. Il presidente Luca di Montezemolo e il Consiglio direttivo di Confindustria hanno ringraziato Stefano Parisi, esprimendogli apprezzamento per il lavoro svolto, anche nei mesi dell'avvicendamento alla presidenza, e augurandogli i migliori successi nei suoi prossimi impegni di lavoro.  
   
   
CONFINDUSTRIA, VIA LIBERA DEL DIRETTIVO A BERETTA DIRETTORE GENERALE ANTONIO COLOMBO SARÀ IL VICEDIRETTORE GENERALE  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio direttivo di Confindustria ha approvato all'unanimità la nomina di Maurizio Beretta a direttore generale di Confindustria e di Antonio Colombo (direttore dell'Unione Industriale di Varese) a vicedirettore generale. Il presidente Luca di Montezemolo e il Consiglio direttivo di Confindustria hanno ringraziato Stefano Parisi, esprimendogli apprezzamento per il lavoro svolto, anche nei mesi dell'avvicendamento alla presidenza, e augurandogli i migliori successi nei suoi prossimi impegni di lavoro.  
   
   
CONFINDUSTRIA, VIA LIBERA DEL DIRETTIVO A BERETTA DIRETTORE GENERALE ANTONIO COLOMBO SARÀ IL VICEDIRETTORE GENERALE  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio direttivo di Confindustria ha approvato all'unanimità la nomina di Maurizio Beretta a direttore generale di Confindustria e di Antonio Colombo (direttore dell'Unione Industriale di Varese) a vicedirettore generale. Il presidente Luca di Montezemolo e il Consiglio direttivo di Confindustria hanno ringraziato Stefano Parisi, esprimendogli apprezzamento per il lavoro svolto, anche nei mesi dell'avvicendamento alla presidenza, e augurandogli i migliori successi nei suoi prossimi impegni di lavoro.  
   
   
CONFINDUSTRIA, VIA LIBERA DEL DIRETTIVO A BERETTA DIRETTORE GENERALE ANTONIO COLOMBO SARÀ IL VICEDIRETTORE GENERALE  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio direttivo di Confindustria ha approvato all'unanimità la nomina di Maurizio Beretta a direttore generale di Confindustria e di Antonio Colombo (direttore dell'Unione Industriale di Varese) a vicedirettore generale. Il presidente Luca di Montezemolo e il Consiglio direttivo di Confindustria hanno ringraziato Stefano Parisi, esprimendogli apprezzamento per il lavoro svolto, anche nei mesi dell'avvicendamento alla presidenza, e augurandogli i migliori successi nei suoi prossimi impegni di lavoro.  
   
   
CONFINDUSTRIA, VIA LIBERA DEL DIRETTIVO A BERETTA DIRETTORE GENERALE ANTONIO COLOMBO SARÀ IL VICEDIRETTORE GENERALE  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio direttivo di Confindustria ha approvato all'unanimità la nomina di Maurizio Beretta a direttore generale di Confindustria e di Antonio Colombo (direttore dell'Unione Industriale di Varese) a vicedirettore generale. Il presidente Luca di Montezemolo e il Consiglio direttivo di Confindustria hanno ringraziato Stefano Parisi, esprimendogli apprezzamento per il lavoro svolto, anche nei mesi dell'avvicendamento alla presidenza, e augurandogli i migliori successi nei suoi prossimi impegni di lavoro.  
   
   
QUINTIERI: "ESPORTAZIONI, CRISI SUPERATA. NEL 2004 ARRIVA LA RIPRESA" NEL 2003 L'EXPORT ITALIANO HA CEDUTO IL 3,9%, NEL 2004 PREVISTA UNA CRESCITA DELL'1,8%  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Nel presentare il rapporto Ice 2003-2004 "L'italia nell'economia internazionale", il presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, ha affermato: "Il ritmo di crescita dell'economia mondiale si è fatto più intenso e la crisi del 2001 appare ormai superata. La produzione è aumentata l'anno scorso del 2,7 per cento e dovrebbe raggiungere un tasso di sviluppo vicino al 4 per cento nel 2004. Il commercio internazionale di beni e servizi, che nel 2001 era stato colpito in modo particolarmente forte dal rallentamento simultaneo delle principali economie e dalla crisi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni, ha accelerato progressivamente il suo passo, aumentando in termini reali del 4,5 per cento nel 2003 e del 7 per cento nell'anno in corso. Il rapporto tra i tassi di crescita del commercio e della produzione, che misura approssimativamente la velocità a cui procede l'integrazione economica internazionale, è risalito rispetto al 2001, ma resta ancora a un livello più basso della media degli anni novanta e soprattutto della precedente fase di ripresa, nel 1994-95. L'asia sud-orientale è il propulsore principale della ripresa in corso: il suo peso sulle importazioni mondiali era circa il 22 per cento nel 2001 (Giappone incluso); ma il suo contributo alla loro crescita reale è stato superiore al 50 per cento negli ultimi due anni. Alla Cina e all'India si può attribuire quasi la metà di questo contributo e una quota rilevante è stata generata anche dalle cosiddette Nies (economie di recente industrializzazione: Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan) e dall'Australia. Passando al nostro Paese, l'aspetto più critico della situazione economica italiana è comunque l'andamento negativo delle esportazioni di beni e servizi, che si è accentuato nel 2003 (-3,9 per cento a prezzi costanti); malgrado la ripresa del commercio mondiale. La perdita di quota in termini reali si è manifestata non soltanto nel confronto con i paesi emergenti, ma anche rispetto all'area dell'euro, e in particolare alla Germania e alla Spagna, prolungando una tendenza declinante in corso dal 1996. D'altra parte, calcolata a prezzi correnti, la quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane di merci, che già nel 2001 aveva fatto segnare un lieve recupero, si è successivamente assestata sul 3,9 per cento, mostrando complessivamente una tenuta migliore di quella a prezzi costanti. Valutate a prezzi correnti, le quote di mercato delle esportazioni italiane hanno avuto andamenti differenziati nelle varie aree: generalmente cedenti nei mercati più lontani dell'America e dell'Asia, stabili nell'Unione Europea, in aumento nell'Europa centro-orientale e nel Mediterraneo. Le previsioni di consenso per l'anno in corso sono orientate verso una moderata accelerazione di tutte le principali variabili. Le esportazioni di beni e servizi dovrebbero crescere dell'1,8 per cento in termini reali, trainate in qualche misura dalla ripresa del commercio mondiale. Le imprese esportatrici italiane sono complessivamente 183.000. In realtà circa il 44 per cento degli esportatori italiani vende ancora in un solo mercato estero, ma negli ultimi otto anni il numero di imprese che esporta in almeno 40 paesi è più che raddoppiato arrivando ad oltre 3.300".  
   
   
QUINTIERI: "ESPORTAZIONI, CRISI SUPERATA. NEL 2004 ARRIVA LA RIPRESA" NEL 2003 L'EXPORT ITALIANO HA CEDUTO IL 3,9%, NEL 2004 PREVISTA UNA CRESCITA DELL'1,8%  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Nel presentare il rapporto Ice 2003-2004 "L'italia nell'economia internazionale", il presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, ha affermato: "Il ritmo di crescita dell'economia mondiale si è fatto più intenso e la crisi del 2001 appare ormai superata. La produzione è aumentata l'anno scorso del 2,7 per cento e dovrebbe raggiungere un tasso di sviluppo vicino al 4 per cento nel 2004. Il commercio internazionale di beni e servizi, che nel 2001 era stato colpito in modo particolarmente forte dal rallentamento simultaneo delle principali economie e dalla crisi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni, ha accelerato progressivamente il suo passo, aumentando in termini reali del 4,5 per cento nel 2003 e del 7 per cento nell'anno in corso. Il rapporto tra i tassi di crescita del commercio e della produzione, che misura approssimativamente la velocità a cui procede l'integrazione economica internazionale, è risalito rispetto al 2001, ma resta ancora a un livello più basso della media degli anni novanta e soprattutto della precedente fase di ripresa, nel 1994-95. L'asia sud-orientale è il propulsore principale della ripresa in corso: il suo peso sulle importazioni mondiali era circa il 22 per cento nel 2001 (Giappone incluso); ma il suo contributo alla loro crescita reale è stato superiore al 50 per cento negli ultimi due anni. Alla Cina e all'India si può attribuire quasi la metà di questo contributo e una quota rilevante è stata generata anche dalle cosiddette Nies (economie di recente industrializzazione: Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan) e dall'Australia. Passando al nostro Paese, l'aspetto più critico della situazione economica italiana è comunque l'andamento negativo delle esportazioni di beni e servizi, che si è accentuato nel 2003 (-3,9 per cento a prezzi costanti); malgrado la ripresa del commercio mondiale. La perdita di quota in termini reali si è manifestata non soltanto nel confronto con i paesi emergenti, ma anche rispetto all'area dell'euro, e in particolare alla Germania e alla Spagna, prolungando una tendenza declinante in corso dal 1996. D'altra parte, calcolata a prezzi correnti, la quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane di merci, che già nel 2001 aveva fatto segnare un lieve recupero, si è successivamente assestata sul 3,9 per cento, mostrando complessivamente una tenuta migliore di quella a prezzi costanti. Valutate a prezzi correnti, le quote di mercato delle esportazioni italiane hanno avuto andamenti differenziati nelle varie aree: generalmente cedenti nei mercati più lontani dell'America e dell'Asia, stabili nell'Unione Europea, in aumento nell'Europa centro-orientale e nel Mediterraneo. Le previsioni di consenso per l'anno in corso sono orientate verso una moderata accelerazione di tutte le principali variabili. Le esportazioni di beni e servizi dovrebbero crescere dell'1,8 per cento in termini reali, trainate in qualche misura dalla ripresa del commercio mondiale. Le imprese esportatrici italiane sono complessivamente 183.000. In realtà circa il 44 per cento degli esportatori italiani vende ancora in un solo mercato estero, ma negli ultimi otto anni il numero di imprese che esporta in almeno 40 paesi è più che raddoppiato arrivando ad oltre 3.300".  
   
   
QUINTIERI: "ESPORTAZIONI, CRISI SUPERATA. NEL 2004 ARRIVA LA RIPRESA" NEL 2003 L'EXPORT ITALIANO HA CEDUTO IL 3,9%, NEL 2004 PREVISTA UNA CRESCITA DELL'1,8%  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Nel presentare il rapporto Ice 2003-2004 "L'italia nell'economia internazionale", il presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, ha affermato: "Il ritmo di crescita dell'economia mondiale si è fatto più intenso e la crisi del 2001 appare ormai superata. La produzione è aumentata l'anno scorso del 2,7 per cento e dovrebbe raggiungere un tasso di sviluppo vicino al 4 per cento nel 2004. Il commercio internazionale di beni e servizi, che nel 2001 era stato colpito in modo particolarmente forte dal rallentamento simultaneo delle principali economie e dalla crisi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni, ha accelerato progressivamente il suo passo, aumentando in termini reali del 4,5 per cento nel 2003 e del 7 per cento nell'anno in corso. Il rapporto tra i tassi di crescita del commercio e della produzione, che misura approssimativamente la velocità a cui procede l'integrazione economica internazionale, è risalito rispetto al 2001, ma resta ancora a un livello più basso della media degli anni novanta e soprattutto della precedente fase di ripresa, nel 1994-95. L'asia sud-orientale è il propulsore principale della ripresa in corso: il suo peso sulle importazioni mondiali era circa il 22 per cento nel 2001 (Giappone incluso); ma il suo contributo alla loro crescita reale è stato superiore al 50 per cento negli ultimi due anni. Alla Cina e all'India si può attribuire quasi la metà di questo contributo e una quota rilevante è stata generata anche dalle cosiddette Nies (economie di recente industrializzazione: Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan) e dall'Australia. Passando al nostro Paese, l'aspetto più critico della situazione economica italiana è comunque l'andamento negativo delle esportazioni di beni e servizi, che si è accentuato nel 2003 (-3,9 per cento a prezzi costanti); malgrado la ripresa del commercio mondiale. La perdita di quota in termini reali si è manifestata non soltanto nel confronto con i paesi emergenti, ma anche rispetto all'area dell'euro, e in particolare alla Germania e alla Spagna, prolungando una tendenza declinante in corso dal 1996. D'altra parte, calcolata a prezzi correnti, la quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane di merci, che già nel 2001 aveva fatto segnare un lieve recupero, si è successivamente assestata sul 3,9 per cento, mostrando complessivamente una tenuta migliore di quella a prezzi costanti. Valutate a prezzi correnti, le quote di mercato delle esportazioni italiane hanno avuto andamenti differenziati nelle varie aree: generalmente cedenti nei mercati più lontani dell'America e dell'Asia, stabili nell'Unione Europea, in aumento nell'Europa centro-orientale e nel Mediterraneo. Le previsioni di consenso per l'anno in corso sono orientate verso una moderata accelerazione di tutte le principali variabili. Le esportazioni di beni e servizi dovrebbero crescere dell'1,8 per cento in termini reali, trainate in qualche misura dalla ripresa del commercio mondiale. Le imprese esportatrici italiane sono complessivamente 183.000. In realtà circa il 44 per cento degli esportatori italiani vende ancora in un solo mercato estero, ma negli ultimi otto anni il numero di imprese che esporta in almeno 40 paesi è più che raddoppiato arrivando ad oltre 3.300".  
   
   
QUINTIERI: "ESPORTAZIONI, CRISI SUPERATA. NEL 2004 ARRIVA LA RIPRESA" NEL 2003 L'EXPORT ITALIANO HA CEDUTO IL 3,9%, NEL 2004 PREVISTA UNA CRESCITA DELL'1,8%  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Nel presentare il rapporto Ice 2003-2004 "L'italia nell'economia internazionale", il presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, ha affermato: "Il ritmo di crescita dell'economia mondiale si è fatto più intenso e la crisi del 2001 appare ormai superata. La produzione è aumentata l'anno scorso del 2,7 per cento e dovrebbe raggiungere un tasso di sviluppo vicino al 4 per cento nel 2004. Il commercio internazionale di beni e servizi, che nel 2001 era stato colpito in modo particolarmente forte dal rallentamento simultaneo delle principali economie e dalla crisi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni, ha accelerato progressivamente il suo passo, aumentando in termini reali del 4,5 per cento nel 2003 e del 7 per cento nell'anno in corso. Il rapporto tra i tassi di crescita del commercio e della produzione, che misura approssimativamente la velocità a cui procede l'integrazione economica internazionale, è risalito rispetto al 2001, ma resta ancora a un livello più basso della media degli anni novanta e soprattutto della precedente fase di ripresa, nel 1994-95. L'asia sud-orientale è il propulsore principale della ripresa in corso: il suo peso sulle importazioni mondiali era circa il 22 per cento nel 2001 (Giappone incluso); ma il suo contributo alla loro crescita reale è stato superiore al 50 per cento negli ultimi due anni. Alla Cina e all'India si può attribuire quasi la metà di questo contributo e una quota rilevante è stata generata anche dalle cosiddette Nies (economie di recente industrializzazione: Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan) e dall'Australia. Passando al nostro Paese, l'aspetto più critico della situazione economica italiana è comunque l'andamento negativo delle esportazioni di beni e servizi, che si è accentuato nel 2003 (-3,9 per cento a prezzi costanti); malgrado la ripresa del commercio mondiale. La perdita di quota in termini reali si è manifestata non soltanto nel confronto con i paesi emergenti, ma anche rispetto all'area dell'euro, e in particolare alla Germania e alla Spagna, prolungando una tendenza declinante in corso dal 1996. D'altra parte, calcolata a prezzi correnti, la quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane di merci, che già nel 2001 aveva fatto segnare un lieve recupero, si è successivamente assestata sul 3,9 per cento, mostrando complessivamente una tenuta migliore di quella a prezzi costanti. Valutate a prezzi correnti, le quote di mercato delle esportazioni italiane hanno avuto andamenti differenziati nelle varie aree: generalmente cedenti nei mercati più lontani dell'America e dell'Asia, stabili nell'Unione Europea, in aumento nell'Europa centro-orientale e nel Mediterraneo. Le previsioni di consenso per l'anno in corso sono orientate verso una moderata accelerazione di tutte le principali variabili. Le esportazioni di beni e servizi dovrebbero crescere dell'1,8 per cento in termini reali, trainate in qualche misura dalla ripresa del commercio mondiale. Le imprese esportatrici italiane sono complessivamente 183.000. In realtà circa il 44 per cento degli esportatori italiani vende ancora in un solo mercato estero, ma negli ultimi otto anni il numero di imprese che esporta in almeno 40 paesi è più che raddoppiato arrivando ad oltre 3.300".  
   
   
QUINTIERI: "ESPORTAZIONI, CRISI SUPERATA. NEL 2004 ARRIVA LA RIPRESA" NEL 2003 L'EXPORT ITALIANO HA CEDUTO IL 3,9%, NEL 2004 PREVISTA UNA CRESCITA DELL'1,8%  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Nel presentare il rapporto Ice 2003-2004 "L'italia nell'economia internazionale", il presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, ha affermato: "Il ritmo di crescita dell'economia mondiale si è fatto più intenso e la crisi del 2001 appare ormai superata. La produzione è aumentata l'anno scorso del 2,7 per cento e dovrebbe raggiungere un tasso di sviluppo vicino al 4 per cento nel 2004. Il commercio internazionale di beni e servizi, che nel 2001 era stato colpito in modo particolarmente forte dal rallentamento simultaneo delle principali economie e dalla crisi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni, ha accelerato progressivamente il suo passo, aumentando in termini reali del 4,5 per cento nel 2003 e del 7 per cento nell'anno in corso. Il rapporto tra i tassi di crescita del commercio e della produzione, che misura approssimativamente la velocità a cui procede l'integrazione economica internazionale, è risalito rispetto al 2001, ma resta ancora a un livello più basso della media degli anni novanta e soprattutto della precedente fase di ripresa, nel 1994-95. L'asia sud-orientale è il propulsore principale della ripresa in corso: il suo peso sulle importazioni mondiali era circa il 22 per cento nel 2001 (Giappone incluso); ma il suo contributo alla loro crescita reale è stato superiore al 50 per cento negli ultimi due anni. Alla Cina e all'India si può attribuire quasi la metà di questo contributo e una quota rilevante è stata generata anche dalle cosiddette Nies (economie di recente industrializzazione: Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan) e dall'Australia. Passando al nostro Paese, l'aspetto più critico della situazione economica italiana è comunque l'andamento negativo delle esportazioni di beni e servizi, che si è accentuato nel 2003 (-3,9 per cento a prezzi costanti); malgrado la ripresa del commercio mondiale. La perdita di quota in termini reali si è manifestata non soltanto nel confronto con i paesi emergenti, ma anche rispetto all'area dell'euro, e in particolare alla Germania e alla Spagna, prolungando una tendenza declinante in corso dal 1996. D'altra parte, calcolata a prezzi correnti, la quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane di merci, che già nel 2001 aveva fatto segnare un lieve recupero, si è successivamente assestata sul 3,9 per cento, mostrando complessivamente una tenuta migliore di quella a prezzi costanti. Valutate a prezzi correnti, le quote di mercato delle esportazioni italiane hanno avuto andamenti differenziati nelle varie aree: generalmente cedenti nei mercati più lontani dell'America e dell'Asia, stabili nell'Unione Europea, in aumento nell'Europa centro-orientale e nel Mediterraneo. Le previsioni di consenso per l'anno in corso sono orientate verso una moderata accelerazione di tutte le principali variabili. Le esportazioni di beni e servizi dovrebbero crescere dell'1,8 per cento in termini reali, trainate in qualche misura dalla ripresa del commercio mondiale. Le imprese esportatrici italiane sono complessivamente 183.000. In realtà circa il 44 per cento degli esportatori italiani vende ancora in un solo mercato estero, ma negli ultimi otto anni il numero di imprese che esporta in almeno 40 paesi è più che raddoppiato arrivando ad oltre 3.300".  
   
   
QUINTIERI: "ESPORTAZIONI, CRISI SUPERATA. NEL 2004 ARRIVA LA RIPRESA" NEL 2003 L'EXPORT ITALIANO HA CEDUTO IL 3,9%, NEL 2004 PREVISTA UNA CRESCITA DELL'1,8%  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Nel presentare il rapporto Ice 2003-2004 "L'italia nell'economia internazionale", il presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, ha affermato: "Il ritmo di crescita dell'economia mondiale si è fatto più intenso e la crisi del 2001 appare ormai superata. La produzione è aumentata l'anno scorso del 2,7 per cento e dovrebbe raggiungere un tasso di sviluppo vicino al 4 per cento nel 2004. Il commercio internazionale di beni e servizi, che nel 2001 era stato colpito in modo particolarmente forte dal rallentamento simultaneo delle principali economie e dalla crisi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni, ha accelerato progressivamente il suo passo, aumentando in termini reali del 4,5 per cento nel 2003 e del 7 per cento nell'anno in corso. Il rapporto tra i tassi di crescita del commercio e della produzione, che misura approssimativamente la velocità a cui procede l'integrazione economica internazionale, è risalito rispetto al 2001, ma resta ancora a un livello più basso della media degli anni novanta e soprattutto della precedente fase di ripresa, nel 1994-95. L'asia sud-orientale è il propulsore principale della ripresa in corso: il suo peso sulle importazioni mondiali era circa il 22 per cento nel 2001 (Giappone incluso); ma il suo contributo alla loro crescita reale è stato superiore al 50 per cento negli ultimi due anni. Alla Cina e all'India si può attribuire quasi la metà di questo contributo e una quota rilevante è stata generata anche dalle cosiddette Nies (economie di recente industrializzazione: Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan) e dall'Australia. Passando al nostro Paese, l'aspetto più critico della situazione economica italiana è comunque l'andamento negativo delle esportazioni di beni e servizi, che si è accentuato nel 2003 (-3,9 per cento a prezzi costanti); malgrado la ripresa del commercio mondiale. La perdita di quota in termini reali si è manifestata non soltanto nel confronto con i paesi emergenti, ma anche rispetto all'area dell'euro, e in particolare alla Germania e alla Spagna, prolungando una tendenza declinante in corso dal 1996. D'altra parte, calcolata a prezzi correnti, la quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane di merci, che già nel 2001 aveva fatto segnare un lieve recupero, si è successivamente assestata sul 3,9 per cento, mostrando complessivamente una tenuta migliore di quella a prezzi costanti. Valutate a prezzi correnti, le quote di mercato delle esportazioni italiane hanno avuto andamenti differenziati nelle varie aree: generalmente cedenti nei mercati più lontani dell'America e dell'Asia, stabili nell'Unione Europea, in aumento nell'Europa centro-orientale e nel Mediterraneo. Le previsioni di consenso per l'anno in corso sono orientate verso una moderata accelerazione di tutte le principali variabili. Le esportazioni di beni e servizi dovrebbero crescere dell'1,8 per cento in termini reali, trainate in qualche misura dalla ripresa del commercio mondiale. Le imprese esportatrici italiane sono complessivamente 183.000. In realtà circa il 44 per cento degli esportatori italiani vende ancora in un solo mercato estero, ma negli ultimi otto anni il numero di imprese che esporta in almeno 40 paesi è più che raddoppiato arrivando ad oltre 3.300".  
   
   
GRUPPO GABETTI: NEL PRIMO SEMESTRE 2004 È PROSEGUITO IL POSITIVO ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE RESIDENZIALE CON PREZZI IN CRESCITA MEDIA, A LIVELLO NAZIONALE, DEL +3.6%  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Si conferma anche nel primo semestre del 2004 il positivo andamento del mercato delle compravendite immobiliari nel settore residenziale, con prezzi che, a livello nazionale, hanno fatto registrare una crescita media del +3.6%. Le previsioni per l'intero 2004 sono positive e si prevede una crescita annua dei prezzi stimata tra il +4% e il +6%. Il mercato delle locazioni evidenzia, invece, segnali di flessione della domanda soprattutto nei grandi centri urbani, in conseguenza della forte crescita registrata dai canoni di affitto. Negativo l'andamento nei primi sei mesi del 2004 del mercato degli immobili di impresa. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare italiano nei primi sei mesi del 2004, elaborate dall'Ufficio Studi della Gabetti, sulla base dei dati raccolti presso tutte le agenzie presenti nelle principali aree urbane. Lo studio ha riguardato sia il mercato immobiliare residenziale, delle compravendite e delle locazioni, sia il mercato degli immobili di impresa. Mercato immobiliare residenziale - Compravendite Il mercato immobiliare residenziale ha evidenziato un positivo andamento nel primo semestre del 2004, con una domanda stabile, concentrata soprattutto nelle zone semicentrali e dell'hinterland. Le zone di pregio e del centro hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo. I prezzi sono cresciuti, a livello nazionale, in media del +3.6% nel primo semestre 2004, facendo registrare andamenti molto positivi in alcune città tra le quali Bari, con prezzi in crescita del +10.5%, Cagliari e Firenze, con prezzi in crescita del +6.8%. Con riferimento alle grandi città, Roma ha registrato prezzi in crescita del +5.2% mentre Milano prezzi in crescita del +2.5%. Si è confermata, anche nel primo semestre 2004, una domanda di immobili principalmente indirizzata verso bilocali e trilocali, con metrature comprese tra i 65mq e i 110 mq. Barabino & Partners Consulenza di direzione in Comunicazione d'Impresa Alcuni indicatori, quali i tempi medi di vendita e la forbice di prezzo, confermano il buono stato di salute del mercato immobiliare residenziale. I tempi medi di vendita sono, infatti, in media compresi tra i 30 e i 90 giorni, mentre la forbice di prezzo, ossia la differenza percentuale tra prezzo iniziale e finale di compravendita, è stato pari all'8.9%. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono positive, con una domanda stabile e con prezzi stimati, su base annuale, in crescita in un range compreso tra il +4% e il +6%. Mercato immobiliare residenziale - Locazioni Il mercato delle locazioni di immobili residenziali ha evidenziato, nel primo semestre del 2004, un andamento stabile rispetto al 2003, con alcuni segnali di flessione della domanda di locazione soprattutto nelle grandi città, quali Milano e Roma. La flessione della domanda è principalmente connessa al fatto che i canoni di locazione sono, in molti casi, considerati elevati, anche alla luce della forte crescita registrata negli ultimi tre anni (mediamente a livello nazionale il 4,7% all'anno) Si segnala, a titolo di esempio, come i canoni mensili medi di locazione, spese escluse, abbiano raggiunto, nelle zone del semicentro, per un bilocale in buono stato inserito in un condominio di standig medio-signorile dei valori minimi e massimi compresi tra Euro 900 e Euro 1.630, a Milano, e valori compresi tra Euro 900 e Euro 2.800, a Roma. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono nel senso di un proseguimento della tendenza attuale, con una domanda positiva nelle città medio-grandi, quali, ad esempio, Bari, Genova e Torino, e una domanda ancora in flessione nelle città di Milano e Roma. Mercato immobili di impresa Per il mercato immobiliare d'impresa il primo semestre del 2004 conferma, nelle grandi linee, gli andamenti negativi rilevati a fine 2003. Sono soprattutto le grandi città del Nord Italia a marcare il passo, principalmente nel mercato degli immobili direzionali che, più degli altri, appare in difficoltà. Ancora elevato l'interesse per il comparto della logistica. Rimane positiva la domanda proveniente dagli investitori mentre rimane frenata la componente che fa capo agli utilizzatori finali. Gli investitori, sia privati che istituzionali e sempre più frequentemente di matrice estera, si mostrano attenti a tutte le tipologie di prodotto (uffici, centri commerciali, alberghi, immobili per la logistica) specie quando ubicati nelle location di primaria importanza. I prezzi sono generalmente in tenuta, i canoni in lieve calo (entro il 5%); mentre i rendimenti subiscono una limatura che risulta più accentuata nelle realtà metropolitane del centro e del Sud. L'offerta risulta abbondante ma per prodotti di media e bassa qualità. Le compravendite calano nel direzionale e si mantengono stabili negli altri segmenti. Le locazioni diminuiscono nel direzionale, sono in lieve crescita per i negozi e stabili per quanto riguarda gli immobili industriali. Ai momento non si prevedono significative inversioni di tendenza per i prossimi sei mesi. "Le indicazioni — ha affermato Elio Gabetti, Presidente di Gabetti S.p.a. — che arrivano dal mercato e dalla nostra rete nel primo semestre 2004 sono buone, nel senso di un proseguimento del trend di mercato positivo con una domanda ancora sostenuta e prezzi in lieve crescita". "le previsioni per l'intero 2004 — ha continuato Elio Gabetti — sono di un mercato vivace con prezzi che in media nazionale dovrebbero crescere tra un +4% e un +6%". "Il mercato residenziale delle locazioni — ha concluso Elio Gabetti — risente invece di canoni di affitto che negli ultimi tre anni sono cresciuti significativamente e oggi stanno consolidandosi e hanno rallentato un po' la domanda". Prezzi medi di compravendita, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al metroquadro
pregio centro semicentro periferia
Torino 3.200 4.000 3.000 3.800 2.200 2.700 1.900 2.300
Milano 7.000 10.000 6.000 8.500 3.200 4.300 2.600 3.500
Bologna 3.800 4.200 3.500 4.000 3.000 3.800 2.300 3.300
Genova 3.000 4.500 2.000 4.000 2.000 3.800 1.500 3.500
Firenze 6.200 7.500 3.800 4.600 3.200 3.500 3.000 3.200
Roma 6.500 13.500 4.300 6.500 3.500 4.600 2.600 3.400
Napoli 5.000 10.000 3.000 5.000 1.500 3.000 1.200 3.000
Bari 3.356 4.389 2.840 3.615 2.200 2.600 1.500 1.900
Cagliari 2.000 2.500 1.800 2.000 1.500 1.800 1.200 1.600
Venezia 5.000 7.000 5.000 6.500 4.000 5.000 3.000 4.000
Canoni medi di locazione, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al mese spese escluse
pregio centro semicentro periferia
Torino 800 1.800 500 1.200 400 650 300 500
Milano 2.000 4.200 1.320 3.000 900 1.630 700 1.120
Bologna 1.000 1.800 900 1.700 800 1.000 700 900
Genova 600 1.300 500 1.300 500 1.000 400 900
Firenze 1.000 2.600 800 2.600 700 2.000 600 1.500
Roma 2.300 5.200 1.300 4.800 900 2.800 800 2.200
Napoli 1.500 3.000 1.200 2.000 600 1.300 500 1.200
Bari 700 1.500 800 1.300 500 700 400 550
Cagliari 700 1.200 500 1.000 400 800 350 700
Venezia 1.500 3.000 1.200 2.500 900 2.000 600 1.500
 
   
   
GRUPPO GABETTI: NEL PRIMO SEMESTRE 2004 È PROSEGUITO IL POSITIVO ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE RESIDENZIALE CON PREZZI IN CRESCITA MEDIA, A LIVELLO NAZIONALE, DEL +3.6%  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Si conferma anche nel primo semestre del 2004 il positivo andamento del mercato delle compravendite immobiliari nel settore residenziale, con prezzi che, a livello nazionale, hanno fatto registrare una crescita media del +3.6%. Le previsioni per l'intero 2004 sono positive e si prevede una crescita annua dei prezzi stimata tra il +4% e il +6%. Il mercato delle locazioni evidenzia, invece, segnali di flessione della domanda soprattutto nei grandi centri urbani, in conseguenza della forte crescita registrata dai canoni di affitto. Negativo l'andamento nei primi sei mesi del 2004 del mercato degli immobili di impresa. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare italiano nei primi sei mesi del 2004, elaborate dall'Ufficio Studi della Gabetti, sulla base dei dati raccolti presso tutte le agenzie presenti nelle principali aree urbane. Lo studio ha riguardato sia il mercato immobiliare residenziale, delle compravendite e delle locazioni, sia il mercato degli immobili di impresa. Mercato immobiliare residenziale - Compravendite Il mercato immobiliare residenziale ha evidenziato un positivo andamento nel primo semestre del 2004, con una domanda stabile, concentrata soprattutto nelle zone semicentrali e dell'hinterland. Le zone di pregio e del centro hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo. I prezzi sono cresciuti, a livello nazionale, in media del +3.6% nel primo semestre 2004, facendo registrare andamenti molto positivi in alcune città tra le quali Bari, con prezzi in crescita del +10.5%, Cagliari e Firenze, con prezzi in crescita del +6.8%. Con riferimento alle grandi città, Roma ha registrato prezzi in crescita del +5.2% mentre Milano prezzi in crescita del +2.5%. Si è confermata, anche nel primo semestre 2004, una domanda di immobili principalmente indirizzata verso bilocali e trilocali, con metrature comprese tra i 65mq e i 110 mq. Barabino & Partners Consulenza di direzione in Comunicazione d'Impresa Alcuni indicatori, quali i tempi medi di vendita e la forbice di prezzo, confermano il buono stato di salute del mercato immobiliare residenziale. I tempi medi di vendita sono, infatti, in media compresi tra i 30 e i 90 giorni, mentre la forbice di prezzo, ossia la differenza percentuale tra prezzo iniziale e finale di compravendita, è stato pari all'8.9%. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono positive, con una domanda stabile e con prezzi stimati, su base annuale, in crescita in un range compreso tra il +4% e il +6%. Mercato immobiliare residenziale - Locazioni Il mercato delle locazioni di immobili residenziali ha evidenziato, nel primo semestre del 2004, un andamento stabile rispetto al 2003, con alcuni segnali di flessione della domanda di locazione soprattutto nelle grandi città, quali Milano e Roma. La flessione della domanda è principalmente connessa al fatto che i canoni di locazione sono, in molti casi, considerati elevati, anche alla luce della forte crescita registrata negli ultimi tre anni (mediamente a livello nazionale il 4,7% all'anno) Si segnala, a titolo di esempio, come i canoni mensili medi di locazione, spese escluse, abbiano raggiunto, nelle zone del semicentro, per un bilocale in buono stato inserito in un condominio di standig medio-signorile dei valori minimi e massimi compresi tra Euro 900 e Euro 1.630, a Milano, e valori compresi tra Euro 900 e Euro 2.800, a Roma. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono nel senso di un proseguimento della tendenza attuale, con una domanda positiva nelle città medio-grandi, quali, ad esempio, Bari, Genova e Torino, e una domanda ancora in flessione nelle città di Milano e Roma. Mercato immobili di impresa Per il mercato immobiliare d'impresa il primo semestre del 2004 conferma, nelle grandi linee, gli andamenti negativi rilevati a fine 2003. Sono soprattutto le grandi città del Nord Italia a marcare il passo, principalmente nel mercato degli immobili direzionali che, più degli altri, appare in difficoltà. Ancora elevato l'interesse per il comparto della logistica. Rimane positiva la domanda proveniente dagli investitori mentre rimane frenata la componente che fa capo agli utilizzatori finali. Gli investitori, sia privati che istituzionali e sempre più frequentemente di matrice estera, si mostrano attenti a tutte le tipologie di prodotto (uffici, centri commerciali, alberghi, immobili per la logistica) specie quando ubicati nelle location di primaria importanza. I prezzi sono generalmente in tenuta, i canoni in lieve calo (entro il 5%); mentre i rendimenti subiscono una limatura che risulta più accentuata nelle realtà metropolitane del centro e del Sud. L'offerta risulta abbondante ma per prodotti di media e bassa qualità. Le compravendite calano nel direzionale e si mantengono stabili negli altri segmenti. Le locazioni diminuiscono nel direzionale, sono in lieve crescita per i negozi e stabili per quanto riguarda gli immobili industriali. Ai momento non si prevedono significative inversioni di tendenza per i prossimi sei mesi. "Le indicazioni — ha affermato Elio Gabetti, Presidente di Gabetti S.p.a. — che arrivano dal mercato e dalla nostra rete nel primo semestre 2004 sono buone, nel senso di un proseguimento del trend di mercato positivo con una domanda ancora sostenuta e prezzi in lieve crescita". "le previsioni per l'intero 2004 — ha continuato Elio Gabetti — sono di un mercato vivace con prezzi che in media nazionale dovrebbero crescere tra un +4% e un +6%". "Il mercato residenziale delle locazioni — ha concluso Elio Gabetti — risente invece di canoni di affitto che negli ultimi tre anni sono cresciuti significativamente e oggi stanno consolidandosi e hanno rallentato un po' la domanda". Prezzi medi di compravendita, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al metroquadro
pregio centro semicentro periferia
Torino 3.200 4.000 3.000 3.800 2.200 2.700 1.900 2.300
Milano 7.000 10.000 6.000 8.500 3.200 4.300 2.600 3.500
Bologna 3.800 4.200 3.500 4.000 3.000 3.800 2.300 3.300
Genova 3.000 4.500 2.000 4.000 2.000 3.800 1.500 3.500
Firenze 6.200 7.500 3.800 4.600 3.200 3.500 3.000 3.200
Roma 6.500 13.500 4.300 6.500 3.500 4.600 2.600 3.400
Napoli 5.000 10.000 3.000 5.000 1.500 3.000 1.200 3.000
Bari 3.356 4.389 2.840 3.615 2.200 2.600 1.500 1.900
Cagliari 2.000 2.500 1.800 2.000 1.500 1.800 1.200 1.600
Venezia 5.000 7.000 5.000 6.500 4.000 5.000 3.000 4.000
Canoni medi di locazione, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al mese spese escluse
pregio centro semicentro periferia
Torino 800 1.800 500 1.200 400 650 300 500
Milano 2.000 4.200 1.320 3.000 900 1.630 700 1.120
Bologna 1.000 1.800 900 1.700 800 1.000 700 900
Genova 600 1.300 500 1.300 500 1.000 400 900
Firenze 1.000 2.600 800 2.600 700 2.000 600 1.500
Roma 2.300 5.200 1.300 4.800 900 2.800 800 2.200
Napoli 1.500 3.000 1.200 2.000 600 1.300 500 1.200
Bari 700 1.500 800 1.300 500 700 400 550
Cagliari 700 1.200 500 1.000 400 800 350 700
Venezia 1.500 3.000 1.200 2.500 900 2.000 600 1.500
 
   
   
GRUPPO GABETTI: NEL PRIMO SEMESTRE 2004 È PROSEGUITO IL POSITIVO ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE RESIDENZIALE CON PREZZI IN CRESCITA MEDIA, A LIVELLO NAZIONALE, DEL +3.6%  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Si conferma anche nel primo semestre del 2004 il positivo andamento del mercato delle compravendite immobiliari nel settore residenziale, con prezzi che, a livello nazionale, hanno fatto registrare una crescita media del +3.6%. Le previsioni per l'intero 2004 sono positive e si prevede una crescita annua dei prezzi stimata tra il +4% e il +6%. Il mercato delle locazioni evidenzia, invece, segnali di flessione della domanda soprattutto nei grandi centri urbani, in conseguenza della forte crescita registrata dai canoni di affitto. Negativo l'andamento nei primi sei mesi del 2004 del mercato degli immobili di impresa. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare italiano nei primi sei mesi del 2004, elaborate dall'Ufficio Studi della Gabetti, sulla base dei dati raccolti presso tutte le agenzie presenti nelle principali aree urbane. Lo studio ha riguardato sia il mercato immobiliare residenziale, delle compravendite e delle locazioni, sia il mercato degli immobili di impresa. Mercato immobiliare residenziale - Compravendite Il mercato immobiliare residenziale ha evidenziato un positivo andamento nel primo semestre del 2004, con una domanda stabile, concentrata soprattutto nelle zone semicentrali e dell'hinterland. Le zone di pregio e del centro hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo. I prezzi sono cresciuti, a livello nazionale, in media del +3.6% nel primo semestre 2004, facendo registrare andamenti molto positivi in alcune città tra le quali Bari, con prezzi in crescita del +10.5%, Cagliari e Firenze, con prezzi in crescita del +6.8%. Con riferimento alle grandi città, Roma ha registrato prezzi in crescita del +5.2% mentre Milano prezzi in crescita del +2.5%. Si è confermata, anche nel primo semestre 2004, una domanda di immobili principalmente indirizzata verso bilocali e trilocali, con metrature comprese tra i 65mq e i 110 mq. Barabino & Partners Consulenza di direzione in Comunicazione d'Impresa Alcuni indicatori, quali i tempi medi di vendita e la forbice di prezzo, confermano il buono stato di salute del mercato immobiliare residenziale. I tempi medi di vendita sono, infatti, in media compresi tra i 30 e i 90 giorni, mentre la forbice di prezzo, ossia la differenza percentuale tra prezzo iniziale e finale di compravendita, è stato pari all'8.9%. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono positive, con una domanda stabile e con prezzi stimati, su base annuale, in crescita in un range compreso tra il +4% e il +6%. Mercato immobiliare residenziale - Locazioni Il mercato delle locazioni di immobili residenziali ha evidenziato, nel primo semestre del 2004, un andamento stabile rispetto al 2003, con alcuni segnali di flessione della domanda di locazione soprattutto nelle grandi città, quali Milano e Roma. La flessione della domanda è principalmente connessa al fatto che i canoni di locazione sono, in molti casi, considerati elevati, anche alla luce della forte crescita registrata negli ultimi tre anni (mediamente a livello nazionale il 4,7% all'anno) Si segnala, a titolo di esempio, come i canoni mensili medi di locazione, spese escluse, abbiano raggiunto, nelle zone del semicentro, per un bilocale in buono stato inserito in un condominio di standig medio-signorile dei valori minimi e massimi compresi tra Euro 900 e Euro 1.630, a Milano, e valori compresi tra Euro 900 e Euro 2.800, a Roma. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono nel senso di un proseguimento della tendenza attuale, con una domanda positiva nelle città medio-grandi, quali, ad esempio, Bari, Genova e Torino, e una domanda ancora in flessione nelle città di Milano e Roma. Mercato immobili di impresa Per il mercato immobiliare d'impresa il primo semestre del 2004 conferma, nelle grandi linee, gli andamenti negativi rilevati a fine 2003. Sono soprattutto le grandi città del Nord Italia a marcare il passo, principalmente nel mercato degli immobili direzionali che, più degli altri, appare in difficoltà. Ancora elevato l'interesse per il comparto della logistica. Rimane positiva la domanda proveniente dagli investitori mentre rimane frenata la componente che fa capo agli utilizzatori finali. Gli investitori, sia privati che istituzionali e sempre più frequentemente di matrice estera, si mostrano attenti a tutte le tipologie di prodotto (uffici, centri commerciali, alberghi, immobili per la logistica) specie quando ubicati nelle location di primaria importanza. I prezzi sono generalmente in tenuta, i canoni in lieve calo (entro il 5%); mentre i rendimenti subiscono una limatura che risulta più accentuata nelle realtà metropolitane del centro e del Sud. L'offerta risulta abbondante ma per prodotti di media e bassa qualità. Le compravendite calano nel direzionale e si mantengono stabili negli altri segmenti. Le locazioni diminuiscono nel direzionale, sono in lieve crescita per i negozi e stabili per quanto riguarda gli immobili industriali. Ai momento non si prevedono significative inversioni di tendenza per i prossimi sei mesi. "Le indicazioni — ha affermato Elio Gabetti, Presidente di Gabetti S.p.a. — che arrivano dal mercato e dalla nostra rete nel primo semestre 2004 sono buone, nel senso di un proseguimento del trend di mercato positivo con una domanda ancora sostenuta e prezzi in lieve crescita". "le previsioni per l'intero 2004 — ha continuato Elio Gabetti — sono di un mercato vivace con prezzi che in media nazionale dovrebbero crescere tra un +4% e un +6%". "Il mercato residenziale delle locazioni — ha concluso Elio Gabetti — risente invece di canoni di affitto che negli ultimi tre anni sono cresciuti significativamente e oggi stanno consolidandosi e hanno rallentato un po' la domanda". Prezzi medi di compravendita, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al metroquadro
pregio centro semicentro periferia
Torino 3.200 4.000 3.000 3.800 2.200 2.700 1.900 2.300
Milano 7.000 10.000 6.000 8.500 3.200 4.300 2.600 3.500
Bologna 3.800 4.200 3.500 4.000 3.000 3.800 2.300 3.300
Genova 3.000 4.500 2.000 4.000 2.000 3.800 1.500 3.500
Firenze 6.200 7.500 3.800 4.600 3.200 3.500 3.000 3.200
Roma 6.500 13.500 4.300 6.500 3.500 4.600 2.600 3.400
Napoli 5.000 10.000 3.000 5.000 1.500 3.000 1.200 3.000
Bari 3.356 4.389 2.840 3.615 2.200 2.600 1.500 1.900
Cagliari 2.000 2.500 1.800 2.000 1.500 1.800 1.200 1.600
Venezia 5.000 7.000 5.000 6.500 4.000 5.000 3.000 4.000
Canoni medi di locazione, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al mese spese escluse
pregio centro semicentro periferia
Torino 800 1.800 500 1.200 400 650 300 500
Milano 2.000 4.200 1.320 3.000 900 1.630 700 1.120
Bologna 1.000 1.800 900 1.700 800 1.000 700 900
Genova 600 1.300 500 1.300 500 1.000 400 900
Firenze 1.000 2.600 800 2.600 700 2.000 600 1.500
Roma 2.300 5.200 1.300 4.800 900 2.800 800 2.200
Napoli 1.500 3.000 1.200 2.000 600 1.300 500 1.200
Bari 700 1.500 800 1.300 500 700 400 550
Cagliari 700 1.200 500 1.000 400 800 350 700
Venezia 1.500 3.000 1.200 2.500 900 2.000 600 1.500
 
   
   
GRUPPO GABETTI: NEL PRIMO SEMESTRE 2004 È PROSEGUITO IL POSITIVO ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE RESIDENZIALE CON PREZZI IN CRESCITA MEDIA, A LIVELLO NAZIONALE, DEL +3.6%  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Si conferma anche nel primo semestre del 2004 il positivo andamento del mercato delle compravendite immobiliari nel settore residenziale, con prezzi che, a livello nazionale, hanno fatto registrare una crescita media del +3.6%. Le previsioni per l'intero 2004 sono positive e si prevede una crescita annua dei prezzi stimata tra il +4% e il +6%. Il mercato delle locazioni evidenzia, invece, segnali di flessione della domanda soprattutto nei grandi centri urbani, in conseguenza della forte crescita registrata dai canoni di affitto. Negativo l'andamento nei primi sei mesi del 2004 del mercato degli immobili di impresa. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare italiano nei primi sei mesi del 2004, elaborate dall'Ufficio Studi della Gabetti, sulla base dei dati raccolti presso tutte le agenzie presenti nelle principali aree urbane. Lo studio ha riguardato sia il mercato immobiliare residenziale, delle compravendite e delle locazioni, sia il mercato degli immobili di impresa. Mercato immobiliare residenziale - Compravendite Il mercato immobiliare residenziale ha evidenziato un positivo andamento nel primo semestre del 2004, con una domanda stabile, concentrata soprattutto nelle zone semicentrali e dell'hinterland. Le zone di pregio e del centro hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo. I prezzi sono cresciuti, a livello nazionale, in media del +3.6% nel primo semestre 2004, facendo registrare andamenti molto positivi in alcune città tra le quali Bari, con prezzi in crescita del +10.5%, Cagliari e Firenze, con prezzi in crescita del +6.8%. Con riferimento alle grandi città, Roma ha registrato prezzi in crescita del +5.2% mentre Milano prezzi in crescita del +2.5%. Si è confermata, anche nel primo semestre 2004, una domanda di immobili principalmente indirizzata verso bilocali e trilocali, con metrature comprese tra i 65mq e i 110 mq. Barabino & Partners Consulenza di direzione in Comunicazione d'Impresa Alcuni indicatori, quali i tempi medi di vendita e la forbice di prezzo, confermano il buono stato di salute del mercato immobiliare residenziale. I tempi medi di vendita sono, infatti, in media compresi tra i 30 e i 90 giorni, mentre la forbice di prezzo, ossia la differenza percentuale tra prezzo iniziale e finale di compravendita, è stato pari all'8.9%. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono positive, con una domanda stabile e con prezzi stimati, su base annuale, in crescita in un range compreso tra il +4% e il +6%. Mercato immobiliare residenziale - Locazioni Il mercato delle locazioni di immobili residenziali ha evidenziato, nel primo semestre del 2004, un andamento stabile rispetto al 2003, con alcuni segnali di flessione della domanda di locazione soprattutto nelle grandi città, quali Milano e Roma. La flessione della domanda è principalmente connessa al fatto che i canoni di locazione sono, in molti casi, considerati elevati, anche alla luce della forte crescita registrata negli ultimi tre anni (mediamente a livello nazionale il 4,7% all'anno) Si segnala, a titolo di esempio, come i canoni mensili medi di locazione, spese escluse, abbiano raggiunto, nelle zone del semicentro, per un bilocale in buono stato inserito in un condominio di standig medio-signorile dei valori minimi e massimi compresi tra Euro 900 e Euro 1.630, a Milano, e valori compresi tra Euro 900 e Euro 2.800, a Roma. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono nel senso di un proseguimento della tendenza attuale, con una domanda positiva nelle città medio-grandi, quali, ad esempio, Bari, Genova e Torino, e una domanda ancora in flessione nelle città di Milano e Roma. Mercato immobili di impresa Per il mercato immobiliare d'impresa il primo semestre del 2004 conferma, nelle grandi linee, gli andamenti negativi rilevati a fine 2003. Sono soprattutto le grandi città del Nord Italia a marcare il passo, principalmente nel mercato degli immobili direzionali che, più degli altri, appare in difficoltà. Ancora elevato l'interesse per il comparto della logistica. Rimane positiva la domanda proveniente dagli investitori mentre rimane frenata la componente che fa capo agli utilizzatori finali. Gli investitori, sia privati che istituzionali e sempre più frequentemente di matrice estera, si mostrano attenti a tutte le tipologie di prodotto (uffici, centri commerciali, alberghi, immobili per la logistica) specie quando ubicati nelle location di primaria importanza. I prezzi sono generalmente in tenuta, i canoni in lieve calo (entro il 5%); mentre i rendimenti subiscono una limatura che risulta più accentuata nelle realtà metropolitane del centro e del Sud. L'offerta risulta abbondante ma per prodotti di media e bassa qualità. Le compravendite calano nel direzionale e si mantengono stabili negli altri segmenti. Le locazioni diminuiscono nel direzionale, sono in lieve crescita per i negozi e stabili per quanto riguarda gli immobili industriali. Ai momento non si prevedono significative inversioni di tendenza per i prossimi sei mesi. "Le indicazioni — ha affermato Elio Gabetti, Presidente di Gabetti S.p.a. — che arrivano dal mercato e dalla nostra rete nel primo semestre 2004 sono buone, nel senso di un proseguimento del trend di mercato positivo con una domanda ancora sostenuta e prezzi in lieve crescita". "le previsioni per l'intero 2004 — ha continuato Elio Gabetti — sono di un mercato vivace con prezzi che in media nazionale dovrebbero crescere tra un +4% e un +6%". "Il mercato residenziale delle locazioni — ha concluso Elio Gabetti — risente invece di canoni di affitto che negli ultimi tre anni sono cresciuti significativamente e oggi stanno consolidandosi e hanno rallentato un po' la domanda". Prezzi medi di compravendita, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al metroquadro
pregio centro semicentro periferia
Torino 3.200 4.000 3.000 3.800 2.200 2.700 1.900 2.300
Milano 7.000 10.000 6.000 8.500 3.200 4.300 2.600 3.500
Bologna 3.800 4.200 3.500 4.000 3.000 3.800 2.300 3.300
Genova 3.000 4.500 2.000 4.000 2.000 3.800 1.500 3.500
Firenze 6.200 7.500 3.800 4.600 3.200 3.500 3.000 3.200
Roma 6.500 13.500 4.300 6.500 3.500 4.600 2.600 3.400
Napoli 5.000 10.000 3.000 5.000 1.500 3.000 1.200 3.000
Bari 3.356 4.389 2.840 3.615 2.200 2.600 1.500 1.900
Cagliari 2.000 2.500 1.800 2.000 1.500 1.800 1.200 1.600
Venezia 5.000 7.000 5.000 6.500 4.000 5.000 3.000 4.000
Canoni medi di locazione, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al mese spese escluse
pregio centro semicentro periferia
Torino 800 1.800 500 1.200 400 650 300 500
Milano 2.000 4.200 1.320 3.000 900 1.630 700 1.120
Bologna 1.000 1.800 900 1.700 800 1.000 700 900
Genova 600 1.300 500 1.300 500 1.000 400 900
Firenze 1.000 2.600 800 2.600 700 2.000 600 1.500
Roma 2.300 5.200 1.300 4.800 900 2.800 800 2.200
Napoli 1.500 3.000 1.200 2.000 600 1.300 500 1.200
Bari 700 1.500 800 1.300 500 700 400 550
Cagliari 700 1.200 500 1.000 400 800 350 700
Venezia 1.500 3.000 1.200 2.500 900 2.000 600 1.500
 
   
   
GRUPPO GABETTI: NEL PRIMO SEMESTRE 2004 È PROSEGUITO IL POSITIVO ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE RESIDENZIALE CON PREZZI IN CRESCITA MEDIA, A LIVELLO NAZIONALE, DEL +3.6%  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Si conferma anche nel primo semestre del 2004 il positivo andamento del mercato delle compravendite immobiliari nel settore residenziale, con prezzi che, a livello nazionale, hanno fatto registrare una crescita media del +3.6%. Le previsioni per l'intero 2004 sono positive e si prevede una crescita annua dei prezzi stimata tra il +4% e il +6%. Il mercato delle locazioni evidenzia, invece, segnali di flessione della domanda soprattutto nei grandi centri urbani, in conseguenza della forte crescita registrata dai canoni di affitto. Negativo l'andamento nei primi sei mesi del 2004 del mercato degli immobili di impresa. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare italiano nei primi sei mesi del 2004, elaborate dall'Ufficio Studi della Gabetti, sulla base dei dati raccolti presso tutte le agenzie presenti nelle principali aree urbane. Lo studio ha riguardato sia il mercato immobiliare residenziale, delle compravendite e delle locazioni, sia il mercato degli immobili di impresa. Mercato immobiliare residenziale - Compravendite Il mercato immobiliare residenziale ha evidenziato un positivo andamento nel primo semestre del 2004, con una domanda stabile, concentrata soprattutto nelle zone semicentrali e dell'hinterland. Le zone di pregio e del centro hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo. I prezzi sono cresciuti, a livello nazionale, in media del +3.6% nel primo semestre 2004, facendo registrare andamenti molto positivi in alcune città tra le quali Bari, con prezzi in crescita del +10.5%, Cagliari e Firenze, con prezzi in crescita del +6.8%. Con riferimento alle grandi città, Roma ha registrato prezzi in crescita del +5.2% mentre Milano prezzi in crescita del +2.5%. Si è confermata, anche nel primo semestre 2004, una domanda di immobili principalmente indirizzata verso bilocali e trilocali, con metrature comprese tra i 65mq e i 110 mq. Barabino & Partners Consulenza di direzione in Comunicazione d'Impresa Alcuni indicatori, quali i tempi medi di vendita e la forbice di prezzo, confermano il buono stato di salute del mercato immobiliare residenziale. I tempi medi di vendita sono, infatti, in media compresi tra i 30 e i 90 giorni, mentre la forbice di prezzo, ossia la differenza percentuale tra prezzo iniziale e finale di compravendita, è stato pari all'8.9%. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono positive, con una domanda stabile e con prezzi stimati, su base annuale, in crescita in un range compreso tra il +4% e il +6%. Mercato immobiliare residenziale - Locazioni Il mercato delle locazioni di immobili residenziali ha evidenziato, nel primo semestre del 2004, un andamento stabile rispetto al 2003, con alcuni segnali di flessione della domanda di locazione soprattutto nelle grandi città, quali Milano e Roma. La flessione della domanda è principalmente connessa al fatto che i canoni di locazione sono, in molti casi, considerati elevati, anche alla luce della forte crescita registrata negli ultimi tre anni (mediamente a livello nazionale il 4,7% all'anno) Si segnala, a titolo di esempio, come i canoni mensili medi di locazione, spese escluse, abbiano raggiunto, nelle zone del semicentro, per un bilocale in buono stato inserito in un condominio di standig medio-signorile dei valori minimi e massimi compresi tra Euro 900 e Euro 1.630, a Milano, e valori compresi tra Euro 900 e Euro 2.800, a Roma. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono nel senso di un proseguimento della tendenza attuale, con una domanda positiva nelle città medio-grandi, quali, ad esempio, Bari, Genova e Torino, e una domanda ancora in flessione nelle città di Milano e Roma. Mercato immobili di impresa Per il mercato immobiliare d'impresa il primo semestre del 2004 conferma, nelle grandi linee, gli andamenti negativi rilevati a fine 2003. Sono soprattutto le grandi città del Nord Italia a marcare il passo, principalmente nel mercato degli immobili direzionali che, più degli altri, appare in difficoltà. Ancora elevato l'interesse per il comparto della logistica. Rimane positiva la domanda proveniente dagli investitori mentre rimane frenata la componente che fa capo agli utilizzatori finali. Gli investitori, sia privati che istituzionali e sempre più frequentemente di matrice estera, si mostrano attenti a tutte le tipologie di prodotto (uffici, centri commerciali, alberghi, immobili per la logistica) specie quando ubicati nelle location di primaria importanza. I prezzi sono generalmente in tenuta, i canoni in lieve calo (entro il 5%); mentre i rendimenti subiscono una limatura che risulta più accentuata nelle realtà metropolitane del centro e del Sud. L'offerta risulta abbondante ma per prodotti di media e bassa qualità. Le compravendite calano nel direzionale e si mantengono stabili negli altri segmenti. Le locazioni diminuiscono nel direzionale, sono in lieve crescita per i negozi e stabili per quanto riguarda gli immobili industriali. Ai momento non si prevedono significative inversioni di tendenza per i prossimi sei mesi. "Le indicazioni — ha affermato Elio Gabetti, Presidente di Gabetti S.p.a. — che arrivano dal mercato e dalla nostra rete nel primo semestre 2004 sono buone, nel senso di un proseguimento del trend di mercato positivo con una domanda ancora sostenuta e prezzi in lieve crescita". "le previsioni per l'intero 2004 — ha continuato Elio Gabetti — sono di un mercato vivace con prezzi che in media nazionale dovrebbero crescere tra un +4% e un +6%". "Il mercato residenziale delle locazioni — ha concluso Elio Gabetti — risente invece di canoni di affitto che negli ultimi tre anni sono cresciuti significativamente e oggi stanno consolidandosi e hanno rallentato un po' la domanda". Prezzi medi di compravendita, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al metroquadro
pregio centro semicentro periferia
Torino 3.200 4.000 3.000 3.800 2.200 2.700 1.900 2.300
Milano 7.000 10.000 6.000 8.500 3.200 4.300 2.600 3.500
Bologna 3.800 4.200 3.500 4.000 3.000 3.800 2.300 3.300
Genova 3.000 4.500 2.000 4.000 2.000 3.800 1.500 3.500
Firenze 6.200 7.500 3.800 4.600 3.200 3.500 3.000 3.200
Roma 6.500 13.500 4.300 6.500 3.500 4.600 2.600 3.400
Napoli 5.000 10.000 3.000 5.000 1.500 3.000 1.200 3.000
Bari 3.356 4.389 2.840 3.615 2.200 2.600 1.500 1.900
Cagliari 2.000 2.500 1.800 2.000 1.500 1.800 1.200 1.600
Venezia 5.000 7.000 5.000 6.500 4.000 5.000 3.000 4.000
Canoni medi di locazione, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al mese spese escluse
pregio centro semicentro periferia
Torino 800 1.800 500 1.200 400 650 300 500
Milano 2.000 4.200 1.320 3.000 900 1.630 700 1.120
Bologna 1.000 1.800 900 1.700 800 1.000 700 900
Genova 600 1.300 500 1.300 500 1.000 400 900
Firenze 1.000 2.600 800 2.600 700 2.000 600 1.500
Roma 2.300 5.200 1.300 4.800 900 2.800 800 2.200
Napoli 1.500 3.000 1.200 2.000 600 1.300 500 1.200
Bari 700 1.500 800 1.300 500 700 400 550
Cagliari 700 1.200 500 1.000 400 800 350 700
Venezia 1.500 3.000 1.200 2.500 900 2.000 600 1.500
 
   
   
GRUPPO GABETTI: NEL PRIMO SEMESTRE 2004 È PROSEGUITO IL POSITIVO ANDAMENTO DEL MERCATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI NEL SETTORE RESIDENZIALE CON PREZZI IN CRESCITA MEDIA, A LIVELLO NAZIONALE, DEL +3.6%  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Si conferma anche nel primo semestre del 2004 il positivo andamento del mercato delle compravendite immobiliari nel settore residenziale, con prezzi che, a livello nazionale, hanno fatto registrare una crescita media del +3.6%. Le previsioni per l'intero 2004 sono positive e si prevede una crescita annua dei prezzi stimata tra il +4% e il +6%. Il mercato delle locazioni evidenzia, invece, segnali di flessione della domanda soprattutto nei grandi centri urbani, in conseguenza della forte crescita registrata dai canoni di affitto. Negativo l'andamento nei primi sei mesi del 2004 del mercato degli immobili di impresa. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare italiano nei primi sei mesi del 2004, elaborate dall'Ufficio Studi della Gabetti, sulla base dei dati raccolti presso tutte le agenzie presenti nelle principali aree urbane. Lo studio ha riguardato sia il mercato immobiliare residenziale, delle compravendite e delle locazioni, sia il mercato degli immobili di impresa. Mercato immobiliare residenziale - Compravendite Il mercato immobiliare residenziale ha evidenziato un positivo andamento nel primo semestre del 2004, con una domanda stabile, concentrata soprattutto nelle zone semicentrali e dell'hinterland. Le zone di pregio e del centro hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo. I prezzi sono cresciuti, a livello nazionale, in media del +3.6% nel primo semestre 2004, facendo registrare andamenti molto positivi in alcune città tra le quali Bari, con prezzi in crescita del +10.5%, Cagliari e Firenze, con prezzi in crescita del +6.8%. Con riferimento alle grandi città, Roma ha registrato prezzi in crescita del +5.2% mentre Milano prezzi in crescita del +2.5%. Si è confermata, anche nel primo semestre 2004, una domanda di immobili principalmente indirizzata verso bilocali e trilocali, con metrature comprese tra i 65mq e i 110 mq. Barabino & Partners Consulenza di direzione in Comunicazione d'Impresa Alcuni indicatori, quali i tempi medi di vendita e la forbice di prezzo, confermano il buono stato di salute del mercato immobiliare residenziale. I tempi medi di vendita sono, infatti, in media compresi tra i 30 e i 90 giorni, mentre la forbice di prezzo, ossia la differenza percentuale tra prezzo iniziale e finale di compravendita, è stato pari all'8.9%. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono positive, con una domanda stabile e con prezzi stimati, su base annuale, in crescita in un range compreso tra il +4% e il +6%. Mercato immobiliare residenziale - Locazioni Il mercato delle locazioni di immobili residenziali ha evidenziato, nel primo semestre del 2004, un andamento stabile rispetto al 2003, con alcuni segnali di flessione della domanda di locazione soprattutto nelle grandi città, quali Milano e Roma. La flessione della domanda è principalmente connessa al fatto che i canoni di locazione sono, in molti casi, considerati elevati, anche alla luce della forte crescita registrata negli ultimi tre anni (mediamente a livello nazionale il 4,7% all'anno) Si segnala, a titolo di esempio, come i canoni mensili medi di locazione, spese escluse, abbiano raggiunto, nelle zone del semicentro, per un bilocale in buono stato inserito in un condominio di standig medio-signorile dei valori minimi e massimi compresi tra Euro 900 e Euro 1.630, a Milano, e valori compresi tra Euro 900 e Euro 2.800, a Roma. Le previsioni per il secondo semestre del 2004 sono nel senso di un proseguimento della tendenza attuale, con una domanda positiva nelle città medio-grandi, quali, ad esempio, Bari, Genova e Torino, e una domanda ancora in flessione nelle città di Milano e Roma. Mercato immobili di impresa Per il mercato immobiliare d'impresa il primo semestre del 2004 conferma, nelle grandi linee, gli andamenti negativi rilevati a fine 2003. Sono soprattutto le grandi città del Nord Italia a marcare il passo, principalmente nel mercato degli immobili direzionali che, più degli altri, appare in difficoltà. Ancora elevato l'interesse per il comparto della logistica. Rimane positiva la domanda proveniente dagli investitori mentre rimane frenata la componente che fa capo agli utilizzatori finali. Gli investitori, sia privati che istituzionali e sempre più frequentemente di matrice estera, si mostrano attenti a tutte le tipologie di prodotto (uffici, centri commerciali, alberghi, immobili per la logistica) specie quando ubicati nelle location di primaria importanza. I prezzi sono generalmente in tenuta, i canoni in lieve calo (entro il 5%); mentre i rendimenti subiscono una limatura che risulta più accentuata nelle realtà metropolitane del centro e del Sud. L'offerta risulta abbondante ma per prodotti di media e bassa qualità. Le compravendite calano nel direzionale e si mantengono stabili negli altri segmenti. Le locazioni diminuiscono nel direzionale, sono in lieve crescita per i negozi e stabili per quanto riguarda gli immobili industriali. Ai momento non si prevedono significative inversioni di tendenza per i prossimi sei mesi. "Le indicazioni — ha affermato Elio Gabetti, Presidente di Gabetti S.p.a. — che arrivano dal mercato e dalla nostra rete nel primo semestre 2004 sono buone, nel senso di un proseguimento del trend di mercato positivo con una domanda ancora sostenuta e prezzi in lieve crescita". "le previsioni per l'intero 2004 — ha continuato Elio Gabetti — sono di un mercato vivace con prezzi che in media nazionale dovrebbero crescere tra un +4% e un +6%". "Il mercato residenziale delle locazioni — ha concluso Elio Gabetti — risente invece di canoni di affitto che negli ultimi tre anni sono cresciuti significativamente e oggi stanno consolidandosi e hanno rallentato un po' la domanda". Prezzi medi di compravendita, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al metroquadro
pregio centro semicentro periferia
Torino 3.200 4.000 3.000 3.800 2.200 2.700 1.900 2.300
Milano 7.000 10.000 6.000 8.500 3.200 4.300 2.600 3.500
Bologna 3.800 4.200 3.500 4.000 3.000 3.800 2.300 3.300
Genova 3.000 4.500 2.000 4.000 2.000 3.800 1.500 3.500
Firenze 6.200 7.500 3.800 4.600 3.200 3.500 3.000 3.200
Roma 6.500 13.500 4.300 6.500 3.500 4.600 2.600 3.400
Napoli 5.000 10.000 3.000 5.000 1.500 3.000 1.200 3.000
Bari 3.356 4.389 2.840 3.615 2.200 2.600 1.500 1.900
Cagliari 2.000 2.500 1.800 2.000 1.500 1.800 1.200 1.600
Venezia 5.000 7.000 5.000 6.500 4.000 5.000 3.000 4.000
Canoni medi di locazione, minimi e massimi, per abitazioni nuove o ristrutturate
Euro al mese spese escluse
pregio centro semicentro periferia
Torino 800 1.800 500 1.200 400 650 300 500
Milano 2.000 4.200 1.320 3.000 900 1.630 700 1.120
Bologna 1.000 1.800 900 1.700 800 1.000 700 900
Genova 600 1.300 500 1.300 500 1.000 400 900
Firenze 1.000 2.600 800 2.600 700 2.000 600 1.500
Roma 2.300 5.200 1.300 4.800 900 2.800 800 2.200
Napoli 1.500 3.000 1.200 2.000 600 1.300 500 1.200
Bari 700 1.500 800 1.300 500 700 400 550
Cagliari 700 1.200 500 1.000 400 800 350 700
Venezia 1.500 3.000 1.200 2.500 900 2.000 600 1.500
 
   
   
ALSTOM OTTIENE IL “VIA LIBERA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Alstom ha recepito la decisione presa oggi dalla Commissione Europea: è stato infatti confermato il contenuto dell’accordo raggiunto il 26 maggio 2004 tra lo stato francese e la Commissione. Lo stato francese diverrà parte della compagine azionaria della società, con una percentuale di circa il 18,5% La manovra sarà possibile attraverso la conversione in capitale di un prestito ventennale assegnato la scorsa estate (Tsddra). Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 23 giugno con le banche con cui viene rinnovata la fiducia ad Alstom, questo è il secondo importante passo per la realizzazione del piano di finanziamento programmato dalla società. Il terzo step sarà l’assemblea degli azionisti programmata per il prossimo 9 luglio.  
   
   
ALSTOM OTTIENE IL “VIA LIBERA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Alstom ha recepito la decisione presa oggi dalla Commissione Europea: è stato infatti confermato il contenuto dell’accordo raggiunto il 26 maggio 2004 tra lo stato francese e la Commissione. Lo stato francese diverrà parte della compagine azionaria della società, con una percentuale di circa il 18,5% La manovra sarà possibile attraverso la conversione in capitale di un prestito ventennale assegnato la scorsa estate (Tsddra). Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 23 giugno con le banche con cui viene rinnovata la fiducia ad Alstom, questo è il secondo importante passo per la realizzazione del piano di finanziamento programmato dalla società. Il terzo step sarà l’assemblea degli azionisti programmata per il prossimo 9 luglio.  
   
   
ALSTOM OTTIENE IL “VIA LIBERA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Alstom ha recepito la decisione presa oggi dalla Commissione Europea: è stato infatti confermato il contenuto dell’accordo raggiunto il 26 maggio 2004 tra lo stato francese e la Commissione. Lo stato francese diverrà parte della compagine azionaria della società, con una percentuale di circa il 18,5% La manovra sarà possibile attraverso la conversione in capitale di un prestito ventennale assegnato la scorsa estate (Tsddra). Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 23 giugno con le banche con cui viene rinnovata la fiducia ad Alstom, questo è il secondo importante passo per la realizzazione del piano di finanziamento programmato dalla società. Il terzo step sarà l’assemblea degli azionisti programmata per il prossimo 9 luglio.  
   
   
ALSTOM OTTIENE IL “VIA LIBERA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Alstom ha recepito la decisione presa oggi dalla Commissione Europea: è stato infatti confermato il contenuto dell’accordo raggiunto il 26 maggio 2004 tra lo stato francese e la Commissione. Lo stato francese diverrà parte della compagine azionaria della società, con una percentuale di circa il 18,5% La manovra sarà possibile attraverso la conversione in capitale di un prestito ventennale assegnato la scorsa estate (Tsddra). Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 23 giugno con le banche con cui viene rinnovata la fiducia ad Alstom, questo è il secondo importante passo per la realizzazione del piano di finanziamento programmato dalla società. Il terzo step sarà l’assemblea degli azionisti programmata per il prossimo 9 luglio.  
   
   
ALSTOM OTTIENE IL “VIA LIBERA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Alstom ha recepito la decisione presa oggi dalla Commissione Europea: è stato infatti confermato il contenuto dell’accordo raggiunto il 26 maggio 2004 tra lo stato francese e la Commissione. Lo stato francese diverrà parte della compagine azionaria della società, con una percentuale di circa il 18,5% La manovra sarà possibile attraverso la conversione in capitale di un prestito ventennale assegnato la scorsa estate (Tsddra). Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 23 giugno con le banche con cui viene rinnovata la fiducia ad Alstom, questo è il secondo importante passo per la realizzazione del piano di finanziamento programmato dalla società. Il terzo step sarà l’assemblea degli azionisti programmata per il prossimo 9 luglio.  
   
   
ALSTOM OTTIENE IL “VIA LIBERA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Alstom ha recepito la decisione presa oggi dalla Commissione Europea: è stato infatti confermato il contenuto dell’accordo raggiunto il 26 maggio 2004 tra lo stato francese e la Commissione. Lo stato francese diverrà parte della compagine azionaria della società, con una percentuale di circa il 18,5% La manovra sarà possibile attraverso la conversione in capitale di un prestito ventennale assegnato la scorsa estate (Tsddra). Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 23 giugno con le banche con cui viene rinnovata la fiducia ad Alstom, questo è il secondo importante passo per la realizzazione del piano di finanziamento programmato dalla società. Il terzo step sarà l’assemblea degli azionisti programmata per il prossimo 9 luglio.  
   
   
ALSTOM RENDE NOTI I RISULTATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE DELL’ANNO FISCALE 2005 (1 APRILE – 30 GIUGNO 2004)  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Incrementi degli ordini durante i primi tre mesi dell’anno fiscale 2005: +41% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Vendite in flessione del 6% comparate con i risultati ottenuti nei mesi aprile-giugno 2003; calo fisiologico dovuto alla diminuzione di ordini riscontrata nella prima parte dell’anno. «Gli ordini sottoscritti in questo primo quadrimestre confermano il trend positivo già rilevato nei risultati raggiunti nel secondo semestre dello scorso anno fiscale – dichiara Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom commentando i risultati appena pubblicati – Riteniamo che questa performance commerciale sia positiva e incoraggiante, e costituisca un punto di partenza per la realizzazione dei nostri obiettivi».  
   
   
ALSTOM RENDE NOTI I RISULTATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE DELL’ANNO FISCALE 2005 (1 APRILE – 30 GIUGNO 2004)  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Incrementi degli ordini durante i primi tre mesi dell’anno fiscale 2005: +41% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Vendite in flessione del 6% comparate con i risultati ottenuti nei mesi aprile-giugno 2003; calo fisiologico dovuto alla diminuzione di ordini riscontrata nella prima parte dell’anno. «Gli ordini sottoscritti in questo primo quadrimestre confermano il trend positivo già rilevato nei risultati raggiunti nel secondo semestre dello scorso anno fiscale – dichiara Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom commentando i risultati appena pubblicati – Riteniamo che questa performance commerciale sia positiva e incoraggiante, e costituisca un punto di partenza per la realizzazione dei nostri obiettivi».  
   
   
ALSTOM RENDE NOTI I RISULTATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE DELL’ANNO FISCALE 2005 (1 APRILE – 30 GIUGNO 2004)  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Incrementi degli ordini durante i primi tre mesi dell’anno fiscale 2005: +41% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Vendite in flessione del 6% comparate con i risultati ottenuti nei mesi aprile-giugno 2003; calo fisiologico dovuto alla diminuzione di ordini riscontrata nella prima parte dell’anno. «Gli ordini sottoscritti in questo primo quadrimestre confermano il trend positivo già rilevato nei risultati raggiunti nel secondo semestre dello scorso anno fiscale – dichiara Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom commentando i risultati appena pubblicati – Riteniamo che questa performance commerciale sia positiva e incoraggiante, e costituisca un punto di partenza per la realizzazione dei nostri obiettivi».  
   
   
ALSTOM RENDE NOTI I RISULTATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE DELL’ANNO FISCALE 2005 (1 APRILE – 30 GIUGNO 2004)  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Incrementi degli ordini durante i primi tre mesi dell’anno fiscale 2005: +41% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Vendite in flessione del 6% comparate con i risultati ottenuti nei mesi aprile-giugno 2003; calo fisiologico dovuto alla diminuzione di ordini riscontrata nella prima parte dell’anno. «Gli ordini sottoscritti in questo primo quadrimestre confermano il trend positivo già rilevato nei risultati raggiunti nel secondo semestre dello scorso anno fiscale – dichiara Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom commentando i risultati appena pubblicati – Riteniamo che questa performance commerciale sia positiva e incoraggiante, e costituisca un punto di partenza per la realizzazione dei nostri obiettivi».  
   
   
ALSTOM RENDE NOTI I RISULTATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE DELL’ANNO FISCALE 2005 (1 APRILE – 30 GIUGNO 2004)  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Incrementi degli ordini durante i primi tre mesi dell’anno fiscale 2005: +41% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Vendite in flessione del 6% comparate con i risultati ottenuti nei mesi aprile-giugno 2003; calo fisiologico dovuto alla diminuzione di ordini riscontrata nella prima parte dell’anno. «Gli ordini sottoscritti in questo primo quadrimestre confermano il trend positivo già rilevato nei risultati raggiunti nel secondo semestre dello scorso anno fiscale – dichiara Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom commentando i risultati appena pubblicati – Riteniamo che questa performance commerciale sia positiva e incoraggiante, e costituisca un punto di partenza per la realizzazione dei nostri obiettivi».  
   
   
ALSTOM RENDE NOTI I RISULTATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE DELL’ANNO FISCALE 2005 (1 APRILE – 30 GIUGNO 2004)  
 
 Milano, 8 luglio 2004 - Incrementi degli ordini durante i primi tre mesi dell’anno fiscale 2005: +41% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Vendite in flessione del 6% comparate con i risultati ottenuti nei mesi aprile-giugno 2003; calo fisiologico dovuto alla diminuzione di ordini riscontrata nella prima parte dell’anno. «Gli ordini sottoscritti in questo primo quadrimestre confermano il trend positivo già rilevato nei risultati raggiunti nel secondo semestre dello scorso anno fiscale – dichiara Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom commentando i risultati appena pubblicati – Riteniamo che questa performance commerciale sia positiva e incoraggiante, e costituisca un punto di partenza per la realizzazione dei nostri obiettivi».  
   
   
PIAGGIO & C. S.P.A. VALUTA UN POSSIBILE INTERVENTO NEL GRUPPO APRILIA  
 
Pontedera, 8 luglio 2004 - Piaggio & C. S.p.a. Comunica che il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà il prossimo 13 luglio per valutare un possibile intervento nel Gruppo Aprilia.  
   
   
PIAGGIO & C. S.P.A. VALUTA UN POSSIBILE INTERVENTO NEL GRUPPO APRILIA  
 
Pontedera, 8 luglio 2004 - Piaggio & C. S.p.a. Comunica che il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà il prossimo 13 luglio per valutare un possibile intervento nel Gruppo Aprilia.  
   
   
PIAGGIO & C. S.P.A. VALUTA UN POSSIBILE INTERVENTO NEL GRUPPO APRILIA  
 
Pontedera, 8 luglio 2004 - Piaggio & C. S.p.a. Comunica che il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà il prossimo 13 luglio per valutare un possibile intervento nel Gruppo Aprilia.  
   
   
PIAGGIO & C. S.P.A. VALUTA UN POSSIBILE INTERVENTO NEL GRUPPO APRILIA  
 
Pontedera, 8 luglio 2004 - Piaggio & C. S.p.a. Comunica che il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà il prossimo 13 luglio per valutare un possibile intervento nel Gruppo Aprilia.  
   
   
PIAGGIO & C. S.P.A. VALUTA UN POSSIBILE INTERVENTO NEL GRUPPO APRILIA  
 
Pontedera, 8 luglio 2004 - Piaggio & C. S.p.a. Comunica che il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà il prossimo 13 luglio per valutare un possibile intervento nel Gruppo Aprilia.  
   
   
PIAGGIO & C. S.P.A. VALUTA UN POSSIBILE INTERVENTO NEL GRUPPO APRILIA  
 
Pontedera, 8 luglio 2004 - Piaggio & C. S.p.a. Comunica che il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà il prossimo 13 luglio per valutare un possibile intervento nel Gruppo Aprilia.  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING PRESENTA L’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DI APRILIA  
 
Bologna, 8 luglio 2004 – Ducati Motor Holding S.p.a , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni, ha presentato ier l’offerta per l’acquisto della quota di maggioranza del Gruppo Aprilia. Quest’offerta intende risolvere la recente crisi di Aprilia permettendole di riappropriarsi del ruolo di protagonista, costruito in anni di impegno e di successo, nel mondo delle due ruote. Alla base di questa operazione c’è la volontà di creare “Il Polo italiano delle due ruote”. Il nuovo Gruppo che si verrebbe a creare, primo in Europa, intende competere con successo, a livello globale grazie alla forza e caratterizzazione dei singoli marchi, alle economie di scala ed all’eccellenza tecnologica risultante dalla combinazione delle singole competenze. “Il nostro è un progetto industriale di lungo periodo,” ha commentato Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. “Noi non siamo investitori finanziari ma operatori appassionati e dedicati al successo della moto Italiana nel mondo. Siamo consapevoli che il successo dipende dal rispetto e dalla valorizzazione delle diverse identità dei marchi, ognuno legato ai suoi prodotti, alla sua storia ed al suo territorio, dove dovranno essere mantenuti i siti produttivi. Le competenze tecnologiche, patrimonio di ciascuna azienda potranno essere meglio utilizzate in un coerente piano di sviluppo integrato che eviti duplicazioni e concentri gli investimenti su tecnologia ed innovazione. Insieme queste aziende avranno una grande forza di penetrazione sui mercati esteri realizzando nel contempo importanti sinergie sulle strutture commerciali, rete distributiva, acquisti e strutture amministrative. L’esperienza fatta con il rilancio di Ducati ci rende fiduciosi nelle nostre possibilità di successo e consapevoli delle responsabilità che ci assumiamo nei confronti di un settore che da sempre ha portato con orgoglio la genialità e la passione dell’Italia per le due ruote nel mondo intero.”  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING PRESENTA L’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DI APRILIA  
 
Bologna, 8 luglio 2004 – Ducati Motor Holding S.p.a , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni, ha presentato ier l’offerta per l’acquisto della quota di maggioranza del Gruppo Aprilia. Quest’offerta intende risolvere la recente crisi di Aprilia permettendole di riappropriarsi del ruolo di protagonista, costruito in anni di impegno e di successo, nel mondo delle due ruote. Alla base di questa operazione c’è la volontà di creare “Il Polo italiano delle due ruote”. Il nuovo Gruppo che si verrebbe a creare, primo in Europa, intende competere con successo, a livello globale grazie alla forza e caratterizzazione dei singoli marchi, alle economie di scala ed all’eccellenza tecnologica risultante dalla combinazione delle singole competenze. “Il nostro è un progetto industriale di lungo periodo,” ha commentato Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. “Noi non siamo investitori finanziari ma operatori appassionati e dedicati al successo della moto Italiana nel mondo. Siamo consapevoli che il successo dipende dal rispetto e dalla valorizzazione delle diverse identità dei marchi, ognuno legato ai suoi prodotti, alla sua storia ed al suo territorio, dove dovranno essere mantenuti i siti produttivi. Le competenze tecnologiche, patrimonio di ciascuna azienda potranno essere meglio utilizzate in un coerente piano di sviluppo integrato che eviti duplicazioni e concentri gli investimenti su tecnologia ed innovazione. Insieme queste aziende avranno una grande forza di penetrazione sui mercati esteri realizzando nel contempo importanti sinergie sulle strutture commerciali, rete distributiva, acquisti e strutture amministrative. L’esperienza fatta con il rilancio di Ducati ci rende fiduciosi nelle nostre possibilità di successo e consapevoli delle responsabilità che ci assumiamo nei confronti di un settore che da sempre ha portato con orgoglio la genialità e la passione dell’Italia per le due ruote nel mondo intero.”  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING PRESENTA L’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DI APRILIA  
 
Bologna, 8 luglio 2004 – Ducati Motor Holding S.p.a , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni, ha presentato ier l’offerta per l’acquisto della quota di maggioranza del Gruppo Aprilia. Quest’offerta intende risolvere la recente crisi di Aprilia permettendole di riappropriarsi del ruolo di protagonista, costruito in anni di impegno e di successo, nel mondo delle due ruote. Alla base di questa operazione c’è la volontà di creare “Il Polo italiano delle due ruote”. Il nuovo Gruppo che si verrebbe a creare, primo in Europa, intende competere con successo, a livello globale grazie alla forza e caratterizzazione dei singoli marchi, alle economie di scala ed all’eccellenza tecnologica risultante dalla combinazione delle singole competenze. “Il nostro è un progetto industriale di lungo periodo,” ha commentato Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. “Noi non siamo investitori finanziari ma operatori appassionati e dedicati al successo della moto Italiana nel mondo. Siamo consapevoli che il successo dipende dal rispetto e dalla valorizzazione delle diverse identità dei marchi, ognuno legato ai suoi prodotti, alla sua storia ed al suo territorio, dove dovranno essere mantenuti i siti produttivi. Le competenze tecnologiche, patrimonio di ciascuna azienda potranno essere meglio utilizzate in un coerente piano di sviluppo integrato che eviti duplicazioni e concentri gli investimenti su tecnologia ed innovazione. Insieme queste aziende avranno una grande forza di penetrazione sui mercati esteri realizzando nel contempo importanti sinergie sulle strutture commerciali, rete distributiva, acquisti e strutture amministrative. L’esperienza fatta con il rilancio di Ducati ci rende fiduciosi nelle nostre possibilità di successo e consapevoli delle responsabilità che ci assumiamo nei confronti di un settore che da sempre ha portato con orgoglio la genialità e la passione dell’Italia per le due ruote nel mondo intero.”  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING PRESENTA L’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DI APRILIA  
 
Bologna, 8 luglio 2004 – Ducati Motor Holding S.p.a , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni, ha presentato ier l’offerta per l’acquisto della quota di maggioranza del Gruppo Aprilia. Quest’offerta intende risolvere la recente crisi di Aprilia permettendole di riappropriarsi del ruolo di protagonista, costruito in anni di impegno e di successo, nel mondo delle due ruote. Alla base di questa operazione c’è la volontà di creare “Il Polo italiano delle due ruote”. Il nuovo Gruppo che si verrebbe a creare, primo in Europa, intende competere con successo, a livello globale grazie alla forza e caratterizzazione dei singoli marchi, alle economie di scala ed all’eccellenza tecnologica risultante dalla combinazione delle singole competenze. “Il nostro è un progetto industriale di lungo periodo,” ha commentato Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. “Noi non siamo investitori finanziari ma operatori appassionati e dedicati al successo della moto Italiana nel mondo. Siamo consapevoli che il successo dipende dal rispetto e dalla valorizzazione delle diverse identità dei marchi, ognuno legato ai suoi prodotti, alla sua storia ed al suo territorio, dove dovranno essere mantenuti i siti produttivi. Le competenze tecnologiche, patrimonio di ciascuna azienda potranno essere meglio utilizzate in un coerente piano di sviluppo integrato che eviti duplicazioni e concentri gli investimenti su tecnologia ed innovazione. Insieme queste aziende avranno una grande forza di penetrazione sui mercati esteri realizzando nel contempo importanti sinergie sulle strutture commerciali, rete distributiva, acquisti e strutture amministrative. L’esperienza fatta con il rilancio di Ducati ci rende fiduciosi nelle nostre possibilità di successo e consapevoli delle responsabilità che ci assumiamo nei confronti di un settore che da sempre ha portato con orgoglio la genialità e la passione dell’Italia per le due ruote nel mondo intero.”  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING PRESENTA L’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DI APRILIA  
 
Bologna, 8 luglio 2004 – Ducati Motor Holding S.p.a , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni, ha presentato ier l’offerta per l’acquisto della quota di maggioranza del Gruppo Aprilia. Quest’offerta intende risolvere la recente crisi di Aprilia permettendole di riappropriarsi del ruolo di protagonista, costruito in anni di impegno e di successo, nel mondo delle due ruote. Alla base di questa operazione c’è la volontà di creare “Il Polo italiano delle due ruote”. Il nuovo Gruppo che si verrebbe a creare, primo in Europa, intende competere con successo, a livello globale grazie alla forza e caratterizzazione dei singoli marchi, alle economie di scala ed all’eccellenza tecnologica risultante dalla combinazione delle singole competenze. “Il nostro è un progetto industriale di lungo periodo,” ha commentato Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. “Noi non siamo investitori finanziari ma operatori appassionati e dedicati al successo della moto Italiana nel mondo. Siamo consapevoli che il successo dipende dal rispetto e dalla valorizzazione delle diverse identità dei marchi, ognuno legato ai suoi prodotti, alla sua storia ed al suo territorio, dove dovranno essere mantenuti i siti produttivi. Le competenze tecnologiche, patrimonio di ciascuna azienda potranno essere meglio utilizzate in un coerente piano di sviluppo integrato che eviti duplicazioni e concentri gli investimenti su tecnologia ed innovazione. Insieme queste aziende avranno una grande forza di penetrazione sui mercati esteri realizzando nel contempo importanti sinergie sulle strutture commerciali, rete distributiva, acquisti e strutture amministrative. L’esperienza fatta con il rilancio di Ducati ci rende fiduciosi nelle nostre possibilità di successo e consapevoli delle responsabilità che ci assumiamo nei confronti di un settore che da sempre ha portato con orgoglio la genialità e la passione dell’Italia per le due ruote nel mondo intero.”  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING PRESENTA L’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DI APRILIA  
 
Bologna, 8 luglio 2004 – Ducati Motor Holding S.p.a , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni, ha presentato ier l’offerta per l’acquisto della quota di maggioranza del Gruppo Aprilia. Quest’offerta intende risolvere la recente crisi di Aprilia permettendole di riappropriarsi del ruolo di protagonista, costruito in anni di impegno e di successo, nel mondo delle due ruote. Alla base di questa operazione c’è la volontà di creare “Il Polo italiano delle due ruote”. Il nuovo Gruppo che si verrebbe a creare, primo in Europa, intende competere con successo, a livello globale grazie alla forza e caratterizzazione dei singoli marchi, alle economie di scala ed all’eccellenza tecnologica risultante dalla combinazione delle singole competenze. “Il nostro è un progetto industriale di lungo periodo,” ha commentato Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. “Noi non siamo investitori finanziari ma operatori appassionati e dedicati al successo della moto Italiana nel mondo. Siamo consapevoli che il successo dipende dal rispetto e dalla valorizzazione delle diverse identità dei marchi, ognuno legato ai suoi prodotti, alla sua storia ed al suo territorio, dove dovranno essere mantenuti i siti produttivi. Le competenze tecnologiche, patrimonio di ciascuna azienda potranno essere meglio utilizzate in un coerente piano di sviluppo integrato che eviti duplicazioni e concentri gli investimenti su tecnologia ed innovazione. Insieme queste aziende avranno una grande forza di penetrazione sui mercati esteri realizzando nel contempo importanti sinergie sulle strutture commerciali, rete distributiva, acquisti e strutture amministrative. L’esperienza fatta con il rilancio di Ducati ci rende fiduciosi nelle nostre possibilità di successo e consapevoli delle responsabilità che ci assumiamo nei confronti di un settore che da sempre ha portato con orgoglio la genialità e la passione dell’Italia per le due ruote nel mondo intero.”  
   
   
UN DESIGN CENTER PER LE PMI PIEMONTESI CHE PUNTANO ALL’INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVE  
 
Torino, 8 luglio 2004 - Facilitare la crescita tecnologica delle nuove imprese e delle aziende medio-piccole piemontesi che puntano all’innovazione. Questo lo spirito dell’accordo siglato tra la Fondazione Torino Wireless, l’Istituto Superiore Mario Boella e Accent, società di livello europeo (Gruppo Stmicroelectronics); leader nell¹offerta di servizi di progettazione elettronica e nello sviluppo di proprietà intellettuali. L’accordo porterà alla realizzazione di un Ddesign center’ a Torino ovvero di un centro di eccellenza nella progettazione industriale elettronica e microelettronica, nella realizzazione di prototipi, nel collaudo e nell’ingegnerizzazione di prodotti elettronici. Sarà così introdotta in territorio piemontese una capacità progettuale, non ancora presente a livello industriale, che sarà messa a disposizione delle imprese del settore dell’Information and Communication Technology e delle imprese non Ict interessate però a introdurre alta tecnologia nei propri prodotti e processi produttivi. Il design center potrà contare sull¹esperienza e sul know-how di Accent, società che vanta competenze di eccellenza che gli derivano da oltre 10 anni di progettazione di prodotti elettronici per il mercato internazionale. Il design center avrà sede a Torino, in Via Cardinal Massaia 83, negli spazi gestiti in collaborazione tra Torino Wireless e I3p. Sarà allestito con le migliori attrezzature hardware e software presenti sul mercato per essere operativo entro la fine di giugno, con sei specialisti appositamente assunti e un gruppo di project leader di Accent. “Siamo molto lieti di aver favorito l’insediamento a Torino di una società di livello internazionale come Accent afferma Gianni Fabri, amministratore delegato di Torino Wireless e soprattutto siamo convinti che moltissime aziende Ict del nostro distretto vorranno avvalersi delle competenze e del know-how di questo nuovo design center per aggiungere sempre maggiore tecnologia e innovazione ai loro prodotti. Questo accordo, infatti, va ad inserirsi e a rafforzare il quadro di iniziative che Torino Wireless ha avviato per facilitare alle imprese, in particolare alle Pmi, l’accesso all¹alta tecnologia, con l¹obiettivo di migliorare la loro capacità di innovare e di competere.” ”Teniamo molto a questa iniziativa di partnership in quanto è perfettamente in linea con la missione di Accent di fornire ai propri clienti l’accesso è chiavi in mano’ alle tecnologie elettroniche piu’ avanzate’ spiega Massimo Vanzi, direttore generale di Accent. ³Puntiamo a essere partner di riferimento in quelle realtà come Torino Wireless, nell¹ambito delle quali possiamo mettere le nostre conoscenze a disposizione delle Pmi per aiutarle a innovarsi e a essere competitive. Accent sa essere un partner affidabile capace di garantire il successo del progetto di innovazione potendo contare su importanti competenze in ambito microelettronico, sul supporto delle due aziende leader alle quali fa riferimento, Cadence e Stmicroelectronics, e su una estesa rete di alleanze con players mondiali per coprire l¹intera filiera produttiva elettronica². La partnership Università-industria aggiunge Antonio Strumia, direttore dell¹Ismb di cui l¹Istituto Superiore Mario Boella rappresenta una delle realizzazioni di successo, è vitale per lo sviluppo di nuova imprenditoria soprattutto nei settori di Alta Tecnologia. La sinergia di competenze tecniche e tecnologiche di eccellenza, che l¹accordo con la Fondazione Torino Wireless e Accent consentirà di attivare, costituisce un¹ulteriore spinta propulsiva alla dinamica espansione dell¹Istituto.  
   
   
UN DESIGN CENTER PER LE PMI PIEMONTESI CHE PUNTANO ALL’INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVE  
 
Torino, 8 luglio 2004 - Facilitare la crescita tecnologica delle nuove imprese e delle aziende medio-piccole piemontesi che puntano all’innovazione. Questo lo spirito dell’accordo siglato tra la Fondazione Torino Wireless, l’Istituto Superiore Mario Boella e Accent, società di livello europeo (Gruppo Stmicroelectronics); leader nell¹offerta di servizi di progettazione elettronica e nello sviluppo di proprietà intellettuali. L’accordo porterà alla realizzazione di un Ddesign center’ a Torino ovvero di un centro di eccellenza nella progettazione industriale elettronica e microelettronica, nella realizzazione di prototipi, nel collaudo e nell’ingegnerizzazione di prodotti elettronici. Sarà così introdotta in territorio piemontese una capacità progettuale, non ancora presente a livello industriale, che sarà messa a disposizione delle imprese del settore dell’Information and Communication Technology e delle imprese non Ict interessate però a introdurre alta tecnologia nei propri prodotti e processi produttivi. Il design center potrà contare sull¹esperienza e sul know-how di Accent, società che vanta competenze di eccellenza che gli derivano da oltre 10 anni di progettazione di prodotti elettronici per il mercato internazionale. Il design center avrà sede a Torino, in Via Cardinal Massaia 83, negli spazi gestiti in collaborazione tra Torino Wireless e I3p. Sarà allestito con le migliori attrezzature hardware e software presenti sul mercato per essere operativo entro la fine di giugno, con sei specialisti appositamente assunti e un gruppo di project leader di Accent. “Siamo molto lieti di aver favorito l’insediamento a Torino di una società di livello internazionale come Accent afferma Gianni Fabri, amministratore delegato di Torino Wireless e soprattutto siamo convinti che moltissime aziende Ict del nostro distretto vorranno avvalersi delle competenze e del know-how di questo nuovo design center per aggiungere sempre maggiore tecnologia e innovazione ai loro prodotti. Questo accordo, infatti, va ad inserirsi e a rafforzare il quadro di iniziative che Torino Wireless ha avviato per facilitare alle imprese, in particolare alle Pmi, l’accesso all¹alta tecnologia, con l¹obiettivo di migliorare la loro capacità di innovare e di competere.” ”Teniamo molto a questa iniziativa di partnership in quanto è perfettamente in linea con la missione di Accent di fornire ai propri clienti l’accesso è chiavi in mano’ alle tecnologie elettroniche piu’ avanzate’ spiega Massimo Vanzi, direttore generale di Accent. ³Puntiamo a essere partner di riferimento in quelle realtà come Torino Wireless, nell¹ambito delle quali possiamo mettere le nostre conoscenze a disposizione delle Pmi per aiutarle a innovarsi e a essere competitive. Accent sa essere un partner affidabile capace di garantire il successo del progetto di innovazione potendo contare su importanti competenze in ambito microelettronico, sul supporto delle due aziende leader alle quali fa riferimento, Cadence e Stmicroelectronics, e su una estesa rete di alleanze con players mondiali per coprire l¹intera filiera produttiva elettronica². La partnership Università-industria aggiunge Antonio Strumia, direttore dell¹Ismb di cui l¹Istituto Superiore Mario Boella rappresenta una delle realizzazioni di successo, è vitale per lo sviluppo di nuova imprenditoria soprattutto nei settori di Alta Tecnologia. La sinergia di competenze tecniche e tecnologiche di eccellenza, che l¹accordo con la Fondazione Torino Wireless e Accent consentirà di attivare, costituisce un¹ulteriore spinta propulsiva alla dinamica espansione dell¹Istituto.  
   
   
UN DESIGN CENTER PER LE PMI PIEMONTESI CHE PUNTANO ALL’INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVE  
 
Torino, 8 luglio 2004 - Facilitare la crescita tecnologica delle nuove imprese e delle aziende medio-piccole piemontesi che puntano all’innovazione. Questo lo spirito dell’accordo siglato tra la Fondazione Torino Wireless, l’Istituto Superiore Mario Boella e Accent, società di livello europeo (Gruppo Stmicroelectronics); leader nell¹offerta di servizi di progettazione elettronica e nello sviluppo di proprietà intellettuali. L’accordo porterà alla realizzazione di un Ddesign center’ a Torino ovvero di un centro di eccellenza nella progettazione industriale elettronica e microelettronica, nella realizzazione di prototipi, nel collaudo e nell’ingegnerizzazione di prodotti elettronici. Sarà così introdotta in territorio piemontese una capacità progettuale, non ancora presente a livello industriale, che sarà messa a disposizione delle imprese del settore dell’Information and Communication Technology e delle imprese non Ict interessate però a introdurre alta tecnologia nei propri prodotti e processi produttivi. Il design center potrà contare sull¹esperienza e sul know-how di Accent, società che vanta competenze di eccellenza che gli derivano da oltre 10 anni di progettazione di prodotti elettronici per il mercato internazionale. Il design center avrà sede a Torino, in Via Cardinal Massaia 83, negli spazi gestiti in collaborazione tra Torino Wireless e I3p. Sarà allestito con le migliori attrezzature hardware e software presenti sul mercato per essere operativo entro la fine di giugno, con sei specialisti appositamente assunti e un gruppo di project leader di Accent. “Siamo molto lieti di aver favorito l’insediamento a Torino di una società di livello internazionale come Accent afferma Gianni Fabri, amministratore delegato di Torino Wireless e soprattutto siamo convinti che moltissime aziende Ict del nostro distretto vorranno avvalersi delle competenze e del know-how di questo nuovo design center per aggiungere sempre maggiore tecnologia e innovazione ai loro prodotti. Questo accordo, infatti, va ad inserirsi e a rafforzare il quadro di iniziative che Torino Wireless ha avviato per facilitare alle imprese, in particolare alle Pmi, l’accesso all¹alta tecnologia, con l¹obiettivo di migliorare la loro capacità di innovare e di competere.” ”Teniamo molto a questa iniziativa di partnership in quanto è perfettamente in linea con la missione di Accent di fornire ai propri clienti l’accesso è chiavi in mano’ alle tecnologie elettroniche piu’ avanzate’ spiega Massimo Vanzi, direttore generale di Accent. ³Puntiamo a essere partner di riferimento in quelle realtà come Torino Wireless, nell¹ambito delle quali possiamo mettere le nostre conoscenze a disposizione delle Pmi per aiutarle a innovarsi e a essere competitive. Accent sa essere un partner affidabile capace di garantire il successo del progetto di innovazione potendo contare su importanti competenze in ambito microelettronico, sul supporto delle due aziende leader alle quali fa riferimento, Cadence e Stmicroelectronics, e su una estesa rete di alleanze con players mondiali per coprire l¹intera filiera produttiva elettronica². La partnership Università-industria aggiunge Antonio Strumia, direttore dell¹Ismb di cui l¹Istituto Superiore Mario Boella rappresenta una delle realizzazioni di successo, è vitale per lo sviluppo di nuova imprenditoria soprattutto nei settori di Alta Tecnologia. La sinergia di competenze tecniche e tecnologiche di eccellenza, che l¹accordo con la Fondazione Torino Wireless e Accent consentirà di attivare, costituisce un¹ulteriore spinta propulsiva alla dinamica espansione dell¹Istituto.  
   
   
UN DESIGN CENTER PER LE PMI PIEMONTESI CHE PUNTANO ALL’INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVE  
 
Torino, 8 luglio 2004 - Facilitare la crescita tecnologica delle nuove imprese e delle aziende medio-piccole piemontesi che puntano all’innovazione. Questo lo spirito dell’accordo siglato tra la Fondazione Torino Wireless, l’Istituto Superiore Mario Boella e Accent, società di livello europeo (Gruppo Stmicroelectronics); leader nell¹offerta di servizi di progettazione elettronica e nello sviluppo di proprietà intellettuali. L’accordo porterà alla realizzazione di un Ddesign center’ a Torino ovvero di un centro di eccellenza nella progettazione industriale elettronica e microelettronica, nella realizzazione di prototipi, nel collaudo e nell’ingegnerizzazione di prodotti elettronici. Sarà così introdotta in territorio piemontese una capacità progettuale, non ancora presente a livello industriale, che sarà messa a disposizione delle imprese del settore dell’Information and Communication Technology e delle imprese non Ict interessate però a introdurre alta tecnologia nei propri prodotti e processi produttivi. Il design center potrà contare sull¹esperienza e sul know-how di Accent, società che vanta competenze di eccellenza che gli derivano da oltre 10 anni di progettazione di prodotti elettronici per il mercato internazionale. Il design center avrà sede a Torino, in Via Cardinal Massaia 83, negli spazi gestiti in collaborazione tra Torino Wireless e I3p. Sarà allestito con le migliori attrezzature hardware e software presenti sul mercato per essere operativo entro la fine di giugno, con sei specialisti appositamente assunti e un gruppo di project leader di Accent. “Siamo molto lieti di aver favorito l’insediamento a Torino di una società di livello internazionale come Accent afferma Gianni Fabri, amministratore delegato di Torino Wireless e soprattutto siamo convinti che moltissime aziende Ict del nostro distretto vorranno avvalersi delle competenze e del know-how di questo nuovo design center per aggiungere sempre maggiore tecnologia e innovazione ai loro prodotti. Questo accordo, infatti, va ad inserirsi e a rafforzare il quadro di iniziative che Torino Wireless ha avviato per facilitare alle imprese, in particolare alle Pmi, l’accesso all¹alta tecnologia, con l¹obiettivo di migliorare la loro capacità di innovare e di competere.” ”Teniamo molto a questa iniziativa di partnership in quanto è perfettamente in linea con la missione di Accent di fornire ai propri clienti l’accesso è chiavi in mano’ alle tecnologie elettroniche piu’ avanzate’ spiega Massimo Vanzi, direttore generale di Accent. ³Puntiamo a essere partner di riferimento in quelle realtà come Torino Wireless, nell¹ambito delle quali possiamo mettere le nostre conoscenze a disposizione delle Pmi per aiutarle a innovarsi e a essere competitive. Accent sa essere un partner affidabile capace di garantire il successo del progetto di innovazione potendo contare su importanti competenze in ambito microelettronico, sul supporto delle due aziende leader alle quali fa riferimento, Cadence e Stmicroelectronics, e su una estesa rete di alleanze con players mondiali per coprire l¹intera filiera produttiva elettronica². La partnership Università-industria aggiunge Antonio Strumia, direttore dell¹Ismb di cui l¹Istituto Superiore Mario Boella rappresenta una delle realizzazioni di successo, è vitale per lo sviluppo di nuova imprenditoria soprattutto nei settori di Alta Tecnologia. La sinergia di competenze tecniche e tecnologiche di eccellenza, che l¹accordo con la Fondazione Torino Wireless e Accent consentirà di attivare, costituisce un¹ulteriore spinta propulsiva alla dinamica espansione dell¹Istituto.  
   
   
UN DESIGN CENTER PER LE PMI PIEMONTESI CHE PUNTANO ALL’INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVE  
 
Torino, 8 luglio 2004 - Facilitare la crescita tecnologica delle nuove imprese e delle aziende medio-piccole piemontesi che puntano all’innovazione. Questo lo spirito dell’accordo siglato tra la Fondazione Torino Wireless, l’Istituto Superiore Mario Boella e Accent, società di livello europeo (Gruppo Stmicroelectronics); leader nell¹offerta di servizi di progettazione elettronica e nello sviluppo di proprietà intellettuali. L’accordo porterà alla realizzazione di un Ddesign center’ a Torino ovvero di un centro di eccellenza nella progettazione industriale elettronica e microelettronica, nella realizzazione di prototipi, nel collaudo e nell’ingegnerizzazione di prodotti elettronici. Sarà così introdotta in territorio piemontese una capacità progettuale, non ancora presente a livello industriale, che sarà messa a disposizione delle imprese del settore dell’Information and Communication Technology e delle imprese non Ict interessate però a introdurre alta tecnologia nei propri prodotti e processi produttivi. Il design center potrà contare sull¹esperienza e sul know-how di Accent, società che vanta competenze di eccellenza che gli derivano da oltre 10 anni di progettazione di prodotti elettronici per il mercato internazionale. Il design center avrà sede a Torino, in Via Cardinal Massaia 83, negli spazi gestiti in collaborazione tra Torino Wireless e I3p. Sarà allestito con le migliori attrezzature hardware e software presenti sul mercato per essere operativo entro la fine di giugno, con sei specialisti appositamente assunti e un gruppo di project leader di Accent. “Siamo molto lieti di aver favorito l’insediamento a Torino di una società di livello internazionale come Accent afferma Gianni Fabri, amministratore delegato di Torino Wireless e soprattutto siamo convinti che moltissime aziende Ict del nostro distretto vorranno avvalersi delle competenze e del know-how di questo nuovo design center per aggiungere sempre maggiore tecnologia e innovazione ai loro prodotti. Questo accordo, infatti, va ad inserirsi e a rafforzare il quadro di iniziative che Torino Wireless ha avviato per facilitare alle imprese, in particolare alle Pmi, l’accesso all¹alta tecnologia, con l¹obiettivo di migliorare la loro capacità di innovare e di competere.” ”Teniamo molto a questa iniziativa di partnership in quanto è perfettamente in linea con la missione di Accent di fornire ai propri clienti l’accesso è chiavi in mano’ alle tecnologie elettroniche piu’ avanzate’ spiega Massimo Vanzi, direttore generale di Accent. ³Puntiamo a essere partner di riferimento in quelle realtà come Torino Wireless, nell¹ambito delle quali possiamo mettere le nostre conoscenze a disposizione delle Pmi per aiutarle a innovarsi e a essere competitive. Accent sa essere un partner affidabile capace di garantire il successo del progetto di innovazione potendo contare su importanti competenze in ambito microelettronico, sul supporto delle due aziende leader alle quali fa riferimento, Cadence e Stmicroelectronics, e su una estesa rete di alleanze con players mondiali per coprire l¹intera filiera produttiva elettronica². La partnership Università-industria aggiunge Antonio Strumia, direttore dell¹Ismb di cui l¹Istituto Superiore Mario Boella rappresenta una delle realizzazioni di successo, è vitale per lo sviluppo di nuova imprenditoria soprattutto nei settori di Alta Tecnologia. La sinergia di competenze tecniche e tecnologiche di eccellenza, che l¹accordo con la Fondazione Torino Wireless e Accent consentirà di attivare, costituisce un¹ulteriore spinta propulsiva alla dinamica espansione dell¹Istituto.  
   
   
UN DESIGN CENTER PER LE PMI PIEMONTESI CHE PUNTANO ALL’INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVE  
 
Torino, 8 luglio 2004 - Facilitare la crescita tecnologica delle nuove imprese e delle aziende medio-piccole piemontesi che puntano all’innovazione. Questo lo spirito dell’accordo siglato tra la Fondazione Torino Wireless, l’Istituto Superiore Mario Boella e Accent, società di livello europeo (Gruppo Stmicroelectronics); leader nell¹offerta di servizi di progettazione elettronica e nello sviluppo di proprietà intellettuali. L’accordo porterà alla realizzazione di un Ddesign center’ a Torino ovvero di un centro di eccellenza nella progettazione industriale elettronica e microelettronica, nella realizzazione di prototipi, nel collaudo e nell’ingegnerizzazione di prodotti elettronici. Sarà così introdotta in territorio piemontese una capacità progettuale, non ancora presente a livello industriale, che sarà messa a disposizione delle imprese del settore dell’Information and Communication Technology e delle imprese non Ict interessate però a introdurre alta tecnologia nei propri prodotti e processi produttivi. Il design center potrà contare sull¹esperienza e sul know-how di Accent, società che vanta competenze di eccellenza che gli derivano da oltre 10 anni di progettazione di prodotti elettronici per il mercato internazionale. Il design center avrà sede a Torino, in Via Cardinal Massaia 83, negli spazi gestiti in collaborazione tra Torino Wireless e I3p. Sarà allestito con le migliori attrezzature hardware e software presenti sul mercato per essere operativo entro la fine di giugno, con sei specialisti appositamente assunti e un gruppo di project leader di Accent. “Siamo molto lieti di aver favorito l’insediamento a Torino di una società di livello internazionale come Accent afferma Gianni Fabri, amministratore delegato di Torino Wireless e soprattutto siamo convinti che moltissime aziende Ict del nostro distretto vorranno avvalersi delle competenze e del know-how di questo nuovo design center per aggiungere sempre maggiore tecnologia e innovazione ai loro prodotti. Questo accordo, infatti, va ad inserirsi e a rafforzare il quadro di iniziative che Torino Wireless ha avviato per facilitare alle imprese, in particolare alle Pmi, l’accesso all¹alta tecnologia, con l¹obiettivo di migliorare la loro capacità di innovare e di competere.” ”Teniamo molto a questa iniziativa di partnership in quanto è perfettamente in linea con la missione di Accent di fornire ai propri clienti l’accesso è chiavi in mano’ alle tecnologie elettroniche piu’ avanzate’ spiega Massimo Vanzi, direttore generale di Accent. ³Puntiamo a essere partner di riferimento in quelle realtà come Torino Wireless, nell¹ambito delle quali possiamo mettere le nostre conoscenze a disposizione delle Pmi per aiutarle a innovarsi e a essere competitive. Accent sa essere un partner affidabile capace di garantire il successo del progetto di innovazione potendo contare su importanti competenze in ambito microelettronico, sul supporto delle due aziende leader alle quali fa riferimento, Cadence e Stmicroelectronics, e su una estesa rete di alleanze con players mondiali per coprire l¹intera filiera produttiva elettronica². La partnership Università-industria aggiunge Antonio Strumia, direttore dell¹Ismb di cui l¹Istituto Superiore Mario Boella rappresenta una delle realizzazioni di successo, è vitale per lo sviluppo di nuova imprenditoria soprattutto nei settori di Alta Tecnologia. La sinergia di competenze tecniche e tecnologiche di eccellenza, che l¹accordo con la Fondazione Torino Wireless e Accent consentirà di attivare, costituisce un¹ulteriore spinta propulsiva alla dinamica espansione dell¹Istituto.  
   
   
AMS: NOMINATO IL NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Ams, joint venture tra Finmeccanica e Bae Systems, ha nominato il Dott. Giovanni Soccodato a Direttore Generale di Alenia Marconi Systems Spa. Il Dott. Soccodato, 43 anni, laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Pisa, ha una profonda conoscenza del mondo dell’elettronica per la difesa avendo ricoperto nel corso degli anni vari ruoli all’interno del Gruppo Finmeccanica: dalla progettazione e sviluppo dei satelliti in Alenia Spazio, alla Direzione Studi di Finmeccanica per attività di Ricerca e Sviluppo e pianificazione tecnologica. Nel 1998, anno della creazione della joint venture, entra nell’Executive Board di Alenia Marconi Systems come Direttore Centrale per l’integrazione, con il compito di promuovere e monitorare i progetti transnazionali tra l’azienda italiana e quella britannica. Dal 2001 ad oggi ha ricoperto l’incarico di Direttore Centrale Vendite transnazionali.  
   
   
AMS: NOMINATO IL NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Ams, joint venture tra Finmeccanica e Bae Systems, ha nominato il Dott. Giovanni Soccodato a Direttore Generale di Alenia Marconi Systems Spa. Il Dott. Soccodato, 43 anni, laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Pisa, ha una profonda conoscenza del mondo dell’elettronica per la difesa avendo ricoperto nel corso degli anni vari ruoli all’interno del Gruppo Finmeccanica: dalla progettazione e sviluppo dei satelliti in Alenia Spazio, alla Direzione Studi di Finmeccanica per attività di Ricerca e Sviluppo e pianificazione tecnologica. Nel 1998, anno della creazione della joint venture, entra nell’Executive Board di Alenia Marconi Systems come Direttore Centrale per l’integrazione, con il compito di promuovere e monitorare i progetti transnazionali tra l’azienda italiana e quella britannica. Dal 2001 ad oggi ha ricoperto l’incarico di Direttore Centrale Vendite transnazionali.  
   
   
AMS: NOMINATO IL NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Ams, joint venture tra Finmeccanica e Bae Systems, ha nominato il Dott. Giovanni Soccodato a Direttore Generale di Alenia Marconi Systems Spa. Il Dott. Soccodato, 43 anni, laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Pisa, ha una profonda conoscenza del mondo dell’elettronica per la difesa avendo ricoperto nel corso degli anni vari ruoli all’interno del Gruppo Finmeccanica: dalla progettazione e sviluppo dei satelliti in Alenia Spazio, alla Direzione Studi di Finmeccanica per attività di Ricerca e Sviluppo e pianificazione tecnologica. Nel 1998, anno della creazione della joint venture, entra nell’Executive Board di Alenia Marconi Systems come Direttore Centrale per l’integrazione, con il compito di promuovere e monitorare i progetti transnazionali tra l’azienda italiana e quella britannica. Dal 2001 ad oggi ha ricoperto l’incarico di Direttore Centrale Vendite transnazionali.  
   
   
AMS: NOMINATO IL NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Ams, joint venture tra Finmeccanica e Bae Systems, ha nominato il Dott. Giovanni Soccodato a Direttore Generale di Alenia Marconi Systems Spa. Il Dott. Soccodato, 43 anni, laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Pisa, ha una profonda conoscenza del mondo dell’elettronica per la difesa avendo ricoperto nel corso degli anni vari ruoli all’interno del Gruppo Finmeccanica: dalla progettazione e sviluppo dei satelliti in Alenia Spazio, alla Direzione Studi di Finmeccanica per attività di Ricerca e Sviluppo e pianificazione tecnologica. Nel 1998, anno della creazione della joint venture, entra nell’Executive Board di Alenia Marconi Systems come Direttore Centrale per l’integrazione, con il compito di promuovere e monitorare i progetti transnazionali tra l’azienda italiana e quella britannica. Dal 2001 ad oggi ha ricoperto l’incarico di Direttore Centrale Vendite transnazionali.  
   
   
AMS: NOMINATO IL NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Ams, joint venture tra Finmeccanica e Bae Systems, ha nominato il Dott. Giovanni Soccodato a Direttore Generale di Alenia Marconi Systems Spa. Il Dott. Soccodato, 43 anni, laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Pisa, ha una profonda conoscenza del mondo dell’elettronica per la difesa avendo ricoperto nel corso degli anni vari ruoli all’interno del Gruppo Finmeccanica: dalla progettazione e sviluppo dei satelliti in Alenia Spazio, alla Direzione Studi di Finmeccanica per attività di Ricerca e Sviluppo e pianificazione tecnologica. Nel 1998, anno della creazione della joint venture, entra nell’Executive Board di Alenia Marconi Systems come Direttore Centrale per l’integrazione, con il compito di promuovere e monitorare i progetti transnazionali tra l’azienda italiana e quella britannica. Dal 2001 ad oggi ha ricoperto l’incarico di Direttore Centrale Vendite transnazionali.  
   
   
AMS: NOMINATO IL NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Ams, joint venture tra Finmeccanica e Bae Systems, ha nominato il Dott. Giovanni Soccodato a Direttore Generale di Alenia Marconi Systems Spa. Il Dott. Soccodato, 43 anni, laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Pisa, ha una profonda conoscenza del mondo dell’elettronica per la difesa avendo ricoperto nel corso degli anni vari ruoli all’interno del Gruppo Finmeccanica: dalla progettazione e sviluppo dei satelliti in Alenia Spazio, alla Direzione Studi di Finmeccanica per attività di Ricerca e Sviluppo e pianificazione tecnologica. Nel 1998, anno della creazione della joint venture, entra nell’Executive Board di Alenia Marconi Systems come Direttore Centrale per l’integrazione, con il compito di promuovere e monitorare i progetti transnazionali tra l’azienda italiana e quella britannica. Dal 2001 ad oggi ha ricoperto l’incarico di Direttore Centrale Vendite transnazionali.  
   
   
IL COMITATO ALLA COMMISSIONE: LE COMPAGNIE AEREE LOW-COST POSSONO FAR DECOLLARE LE REGIONI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il Comitato delle regioni ha comunicato alla Commissione europea che i nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti regionali devono tenere "nella debita considerazione" il fatto che le compagnie aeree a basso costo svolgono un ruolo positivo di catalizzatori dello sviluppo economico e occupazionale. In seguito al procedimento d'indagine formale sui vantaggi concessi al vettore irlandese Ryanair dal gestore dell'aeroporto di Charleroi (Belgio) e dalla Regione vallona, il Comitato ha adottato oggi (17 giugno) un proprio parere d'iniziativa in merito, nel quale osserva che la Commissione dovrebbe riconoscere il fatto che è "nel pubblico interesse" mantenere e sviluppare la rete di servizi aerei operati su aeroporti regionali. Nel parere, intitolato "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale", il Comitato fa presente l'esigenza di una "maggiore certezza" delle regole fondamentali sull'investimento pubblico e privato negli aeroporti regionali. "Gli orientamenti dovrebbero indicare con sufficiente chiarezza in che modo la Commissione intenda interpretare le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. L'obiettivo è fornire alle autorità regionali e locali le necessarie linee guida per l'uso corretto degli investimenti pubblici volti a consentire agli scali e ai servizi aerei regionali a basso costo di esprimere il loro potenziale e contribuire alla realizzazione degli obiettivi di politica regionale della Commissione", osserva Gordon Keymer (Uk-ppe); relatore del parere sull'argomento. In particolare, nel parere si sollecita la Commissione a tener conto nei suoi orientamenti delle seguenti questioni chiave: l'importanza di riconoscere gli aeroporti e i servizi aerei regionali come strumento essenziale in grado di aiutare gli enti regionali e locali a promuovere la coesione e lo sviluppo territoriale; l'apporto dato dallo sviluppo di aeroporti e servizi aerei regionali alla crescita occupazionale, al risanamento, all'inclusione sociale e ai programmi di sviluppo economico regionali e locali; il ruolo significativo che i servizi aerei a basso costo possono svolgere per favorire lo sviluppo economico sostenibile degli aeroporti regionali di piccole e medie dimensioni. Nel parere, Gordon Keymer - che è un pilota brevettato e guida un aereo di sua proprietà - sottolinea inoltre come gli aeroporti regionali costituiscano un fattore di vitale importanza per il mantenimento di competenze e professionalità nel campo dell'ingegneria aeronautica. Egli conclude osservando che, grazie ad interventi pubblici "ben calibrati", è possibile effettuare investimenti anche modesti ma in grado di rilanciare l'economia locale e regionale, con sostanziali vantaggi per la stessa. Cronistoria Il parere d'iniziativa del Cdr è stato occasionato da una decisione della Commissione del 3 febbraio 2004, in cui i vantaggi concessi a Ryanair, un vettore irlandese a basso costo, dal gestore dell'aeroporto di Bruxelles Sud – Charleroi (la Bsca) e dalla stessa Regione vallona, erano dichiarati illegali in quanto, secondo la Commissione, nessun operatore privato, trovandosi nelle stesse circostanze della Bsca (un'impresa pubblica controllata dalla Regione vallona); avrebbe concesso i medesimi vantaggi. La Commissione condannava quindi Ryanair a rimborsare alle autorità belghe diversi milioni di euro. Il 25 maggio, la compagnia aerea preannunciava un ricorso avverso la decisione della Commissione avanti la Corte di giustizia delle Comunità europee. La revisione degli orientamenti della Commissione sul ruolo degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo di aeroporti regionali e servizi aerei è prevista entro la fine del 2004, una volta conclusa la consultazione interservizi. Secondo una ricerca pubblicata da Airports Council International ("The Social and Economic Impact of Airports in Europe" – gennaio 2004); attualmente gli aeroporti europei occupano direttamente, in media, circa 950 persone per ogni milione di passeggeri all'anno. La stessa ricerca indica inoltre che, per ogni 1.000 persone occupate direttamente dagli aeroporti europei, sono occupate indirettamente (o dall'indotto) circa 2.100 persone a livello nazionale, 1.100 a livello regionale o 500 a livello locale. Sempre secondo questa ricerca, infine, gli occupati dell'industria aerea producono un valore aggiunto pro capite circa due volte e mezzo superiore a quello prodotto in media da quelli degli altri settori industriali. Il relatore Gordon Keymer è il presidente del consiglio del distretto di Tanbridge, nella contea del Surrey (Regno Unito).  
   
   
IL COMITATO ALLA COMMISSIONE: LE COMPAGNIE AEREE LOW-COST POSSONO FAR DECOLLARE LE REGIONI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il Comitato delle regioni ha comunicato alla Commissione europea che i nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti regionali devono tenere "nella debita considerazione" il fatto che le compagnie aeree a basso costo svolgono un ruolo positivo di catalizzatori dello sviluppo economico e occupazionale. In seguito al procedimento d'indagine formale sui vantaggi concessi al vettore irlandese Ryanair dal gestore dell'aeroporto di Charleroi (Belgio) e dalla Regione vallona, il Comitato ha adottato oggi (17 giugno) un proprio parere d'iniziativa in merito, nel quale osserva che la Commissione dovrebbe riconoscere il fatto che è "nel pubblico interesse" mantenere e sviluppare la rete di servizi aerei operati su aeroporti regionali. Nel parere, intitolato "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale", il Comitato fa presente l'esigenza di una "maggiore certezza" delle regole fondamentali sull'investimento pubblico e privato negli aeroporti regionali. "Gli orientamenti dovrebbero indicare con sufficiente chiarezza in che modo la Commissione intenda interpretare le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. L'obiettivo è fornire alle autorità regionali e locali le necessarie linee guida per l'uso corretto degli investimenti pubblici volti a consentire agli scali e ai servizi aerei regionali a basso costo di esprimere il loro potenziale e contribuire alla realizzazione degli obiettivi di politica regionale della Commissione", osserva Gordon Keymer (Uk-ppe); relatore del parere sull'argomento. In particolare, nel parere si sollecita la Commissione a tener conto nei suoi orientamenti delle seguenti questioni chiave: l'importanza di riconoscere gli aeroporti e i servizi aerei regionali come strumento essenziale in grado di aiutare gli enti regionali e locali a promuovere la coesione e lo sviluppo territoriale; l'apporto dato dallo sviluppo di aeroporti e servizi aerei regionali alla crescita occupazionale, al risanamento, all'inclusione sociale e ai programmi di sviluppo economico regionali e locali; il ruolo significativo che i servizi aerei a basso costo possono svolgere per favorire lo sviluppo economico sostenibile degli aeroporti regionali di piccole e medie dimensioni. Nel parere, Gordon Keymer - che è un pilota brevettato e guida un aereo di sua proprietà - sottolinea inoltre come gli aeroporti regionali costituiscano un fattore di vitale importanza per il mantenimento di competenze e professionalità nel campo dell'ingegneria aeronautica. Egli conclude osservando che, grazie ad interventi pubblici "ben calibrati", è possibile effettuare investimenti anche modesti ma in grado di rilanciare l'economia locale e regionale, con sostanziali vantaggi per la stessa. Cronistoria Il parere d'iniziativa del Cdr è stato occasionato da una decisione della Commissione del 3 febbraio 2004, in cui i vantaggi concessi a Ryanair, un vettore irlandese a basso costo, dal gestore dell'aeroporto di Bruxelles Sud – Charleroi (la Bsca) e dalla stessa Regione vallona, erano dichiarati illegali in quanto, secondo la Commissione, nessun operatore privato, trovandosi nelle stesse circostanze della Bsca (un'impresa pubblica controllata dalla Regione vallona); avrebbe concesso i medesimi vantaggi. La Commissione condannava quindi Ryanair a rimborsare alle autorità belghe diversi milioni di euro. Il 25 maggio, la compagnia aerea preannunciava un ricorso avverso la decisione della Commissione avanti la Corte di giustizia delle Comunità europee. La revisione degli orientamenti della Commissione sul ruolo degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo di aeroporti regionali e servizi aerei è prevista entro la fine del 2004, una volta conclusa la consultazione interservizi. Secondo una ricerca pubblicata da Airports Council International ("The Social and Economic Impact of Airports in Europe" – gennaio 2004); attualmente gli aeroporti europei occupano direttamente, in media, circa 950 persone per ogni milione di passeggeri all'anno. La stessa ricerca indica inoltre che, per ogni 1.000 persone occupate direttamente dagli aeroporti europei, sono occupate indirettamente (o dall'indotto) circa 2.100 persone a livello nazionale, 1.100 a livello regionale o 500 a livello locale. Sempre secondo questa ricerca, infine, gli occupati dell'industria aerea producono un valore aggiunto pro capite circa due volte e mezzo superiore a quello prodotto in media da quelli degli altri settori industriali. Il relatore Gordon Keymer è il presidente del consiglio del distretto di Tanbridge, nella contea del Surrey (Regno Unito).  
   
   
IL COMITATO ALLA COMMISSIONE: LE COMPAGNIE AEREE LOW-COST POSSONO FAR DECOLLARE LE REGIONI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il Comitato delle regioni ha comunicato alla Commissione europea che i nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti regionali devono tenere "nella debita considerazione" il fatto che le compagnie aeree a basso costo svolgono un ruolo positivo di catalizzatori dello sviluppo economico e occupazionale. In seguito al procedimento d'indagine formale sui vantaggi concessi al vettore irlandese Ryanair dal gestore dell'aeroporto di Charleroi (Belgio) e dalla Regione vallona, il Comitato ha adottato oggi (17 giugno) un proprio parere d'iniziativa in merito, nel quale osserva che la Commissione dovrebbe riconoscere il fatto che è "nel pubblico interesse" mantenere e sviluppare la rete di servizi aerei operati su aeroporti regionali. Nel parere, intitolato "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale", il Comitato fa presente l'esigenza di una "maggiore certezza" delle regole fondamentali sull'investimento pubblico e privato negli aeroporti regionali. "Gli orientamenti dovrebbero indicare con sufficiente chiarezza in che modo la Commissione intenda interpretare le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. L'obiettivo è fornire alle autorità regionali e locali le necessarie linee guida per l'uso corretto degli investimenti pubblici volti a consentire agli scali e ai servizi aerei regionali a basso costo di esprimere il loro potenziale e contribuire alla realizzazione degli obiettivi di politica regionale della Commissione", osserva Gordon Keymer (Uk-ppe); relatore del parere sull'argomento. In particolare, nel parere si sollecita la Commissione a tener conto nei suoi orientamenti delle seguenti questioni chiave: l'importanza di riconoscere gli aeroporti e i servizi aerei regionali come strumento essenziale in grado di aiutare gli enti regionali e locali a promuovere la coesione e lo sviluppo territoriale; l'apporto dato dallo sviluppo di aeroporti e servizi aerei regionali alla crescita occupazionale, al risanamento, all'inclusione sociale e ai programmi di sviluppo economico regionali e locali; il ruolo significativo che i servizi aerei a basso costo possono svolgere per favorire lo sviluppo economico sostenibile degli aeroporti regionali di piccole e medie dimensioni. Nel parere, Gordon Keymer - che è un pilota brevettato e guida un aereo di sua proprietà - sottolinea inoltre come gli aeroporti regionali costituiscano un fattore di vitale importanza per il mantenimento di competenze e professionalità nel campo dell'ingegneria aeronautica. Egli conclude osservando che, grazie ad interventi pubblici "ben calibrati", è possibile effettuare investimenti anche modesti ma in grado di rilanciare l'economia locale e regionale, con sostanziali vantaggi per la stessa. Cronistoria Il parere d'iniziativa del Cdr è stato occasionato da una decisione della Commissione del 3 febbraio 2004, in cui i vantaggi concessi a Ryanair, un vettore irlandese a basso costo, dal gestore dell'aeroporto di Bruxelles Sud – Charleroi (la Bsca) e dalla stessa Regione vallona, erano dichiarati illegali in quanto, secondo la Commissione, nessun operatore privato, trovandosi nelle stesse circostanze della Bsca (un'impresa pubblica controllata dalla Regione vallona); avrebbe concesso i medesimi vantaggi. La Commissione condannava quindi Ryanair a rimborsare alle autorità belghe diversi milioni di euro. Il 25 maggio, la compagnia aerea preannunciava un ricorso avverso la decisione della Commissione avanti la Corte di giustizia delle Comunità europee. La revisione degli orientamenti della Commissione sul ruolo degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo di aeroporti regionali e servizi aerei è prevista entro la fine del 2004, una volta conclusa la consultazione interservizi. Secondo una ricerca pubblicata da Airports Council International ("The Social and Economic Impact of Airports in Europe" – gennaio 2004); attualmente gli aeroporti europei occupano direttamente, in media, circa 950 persone per ogni milione di passeggeri all'anno. La stessa ricerca indica inoltre che, per ogni 1.000 persone occupate direttamente dagli aeroporti europei, sono occupate indirettamente (o dall'indotto) circa 2.100 persone a livello nazionale, 1.100 a livello regionale o 500 a livello locale. Sempre secondo questa ricerca, infine, gli occupati dell'industria aerea producono un valore aggiunto pro capite circa due volte e mezzo superiore a quello prodotto in media da quelli degli altri settori industriali. Il relatore Gordon Keymer è il presidente del consiglio del distretto di Tanbridge, nella contea del Surrey (Regno Unito).  
   
   
IL COMITATO ALLA COMMISSIONE: LE COMPAGNIE AEREE LOW-COST POSSONO FAR DECOLLARE LE REGIONI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il Comitato delle regioni ha comunicato alla Commissione europea che i nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti regionali devono tenere "nella debita considerazione" il fatto che le compagnie aeree a basso costo svolgono un ruolo positivo di catalizzatori dello sviluppo economico e occupazionale. In seguito al procedimento d'indagine formale sui vantaggi concessi al vettore irlandese Ryanair dal gestore dell'aeroporto di Charleroi (Belgio) e dalla Regione vallona, il Comitato ha adottato oggi (17 giugno) un proprio parere d'iniziativa in merito, nel quale osserva che la Commissione dovrebbe riconoscere il fatto che è "nel pubblico interesse" mantenere e sviluppare la rete di servizi aerei operati su aeroporti regionali. Nel parere, intitolato "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale", il Comitato fa presente l'esigenza di una "maggiore certezza" delle regole fondamentali sull'investimento pubblico e privato negli aeroporti regionali. "Gli orientamenti dovrebbero indicare con sufficiente chiarezza in che modo la Commissione intenda interpretare le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. L'obiettivo è fornire alle autorità regionali e locali le necessarie linee guida per l'uso corretto degli investimenti pubblici volti a consentire agli scali e ai servizi aerei regionali a basso costo di esprimere il loro potenziale e contribuire alla realizzazione degli obiettivi di politica regionale della Commissione", osserva Gordon Keymer (Uk-ppe); relatore del parere sull'argomento. In particolare, nel parere si sollecita la Commissione a tener conto nei suoi orientamenti delle seguenti questioni chiave: l'importanza di riconoscere gli aeroporti e i servizi aerei regionali come strumento essenziale in grado di aiutare gli enti regionali e locali a promuovere la coesione e lo sviluppo territoriale; l'apporto dato dallo sviluppo di aeroporti e servizi aerei regionali alla crescita occupazionale, al risanamento, all'inclusione sociale e ai programmi di sviluppo economico regionali e locali; il ruolo significativo che i servizi aerei a basso costo possono svolgere per favorire lo sviluppo economico sostenibile degli aeroporti regionali di piccole e medie dimensioni. Nel parere, Gordon Keymer - che è un pilota brevettato e guida un aereo di sua proprietà - sottolinea inoltre come gli aeroporti regionali costituiscano un fattore di vitale importanza per il mantenimento di competenze e professionalità nel campo dell'ingegneria aeronautica. Egli conclude osservando che, grazie ad interventi pubblici "ben calibrati", è possibile effettuare investimenti anche modesti ma in grado di rilanciare l'economia locale e regionale, con sostanziali vantaggi per la stessa. Cronistoria Il parere d'iniziativa del Cdr è stato occasionato da una decisione della Commissione del 3 febbraio 2004, in cui i vantaggi concessi a Ryanair, un vettore irlandese a basso costo, dal gestore dell'aeroporto di Bruxelles Sud – Charleroi (la Bsca) e dalla stessa Regione vallona, erano dichiarati illegali in quanto, secondo la Commissione, nessun operatore privato, trovandosi nelle stesse circostanze della Bsca (un'impresa pubblica controllata dalla Regione vallona); avrebbe concesso i medesimi vantaggi. La Commissione condannava quindi Ryanair a rimborsare alle autorità belghe diversi milioni di euro. Il 25 maggio, la compagnia aerea preannunciava un ricorso avverso la decisione della Commissione avanti la Corte di giustizia delle Comunità europee. La revisione degli orientamenti della Commissione sul ruolo degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo di aeroporti regionali e servizi aerei è prevista entro la fine del 2004, una volta conclusa la consultazione interservizi. Secondo una ricerca pubblicata da Airports Council International ("The Social and Economic Impact of Airports in Europe" – gennaio 2004); attualmente gli aeroporti europei occupano direttamente, in media, circa 950 persone per ogni milione di passeggeri all'anno. La stessa ricerca indica inoltre che, per ogni 1.000 persone occupate direttamente dagli aeroporti europei, sono occupate indirettamente (o dall'indotto) circa 2.100 persone a livello nazionale, 1.100 a livello regionale o 500 a livello locale. Sempre secondo questa ricerca, infine, gli occupati dell'industria aerea producono un valore aggiunto pro capite circa due volte e mezzo superiore a quello prodotto in media da quelli degli altri settori industriali. Il relatore Gordon Keymer è il presidente del consiglio del distretto di Tanbridge, nella contea del Surrey (Regno Unito).  
   
   
IL COMITATO ALLA COMMISSIONE: LE COMPAGNIE AEREE LOW-COST POSSONO FAR DECOLLARE LE REGIONI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il Comitato delle regioni ha comunicato alla Commissione europea che i nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti regionali devono tenere "nella debita considerazione" il fatto che le compagnie aeree a basso costo svolgono un ruolo positivo di catalizzatori dello sviluppo economico e occupazionale. In seguito al procedimento d'indagine formale sui vantaggi concessi al vettore irlandese Ryanair dal gestore dell'aeroporto di Charleroi (Belgio) e dalla Regione vallona, il Comitato ha adottato oggi (17 giugno) un proprio parere d'iniziativa in merito, nel quale osserva che la Commissione dovrebbe riconoscere il fatto che è "nel pubblico interesse" mantenere e sviluppare la rete di servizi aerei operati su aeroporti regionali. Nel parere, intitolato "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale", il Comitato fa presente l'esigenza di una "maggiore certezza" delle regole fondamentali sull'investimento pubblico e privato negli aeroporti regionali. "Gli orientamenti dovrebbero indicare con sufficiente chiarezza in che modo la Commissione intenda interpretare le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. L'obiettivo è fornire alle autorità regionali e locali le necessarie linee guida per l'uso corretto degli investimenti pubblici volti a consentire agli scali e ai servizi aerei regionali a basso costo di esprimere il loro potenziale e contribuire alla realizzazione degli obiettivi di politica regionale della Commissione", osserva Gordon Keymer (Uk-ppe); relatore del parere sull'argomento. In particolare, nel parere si sollecita la Commissione a tener conto nei suoi orientamenti delle seguenti questioni chiave: l'importanza di riconoscere gli aeroporti e i servizi aerei regionali come strumento essenziale in grado di aiutare gli enti regionali e locali a promuovere la coesione e lo sviluppo territoriale; l'apporto dato dallo sviluppo di aeroporti e servizi aerei regionali alla crescita occupazionale, al risanamento, all'inclusione sociale e ai programmi di sviluppo economico regionali e locali; il ruolo significativo che i servizi aerei a basso costo possono svolgere per favorire lo sviluppo economico sostenibile degli aeroporti regionali di piccole e medie dimensioni. Nel parere, Gordon Keymer - che è un pilota brevettato e guida un aereo di sua proprietà - sottolinea inoltre come gli aeroporti regionali costituiscano un fattore di vitale importanza per il mantenimento di competenze e professionalità nel campo dell'ingegneria aeronautica. Egli conclude osservando che, grazie ad interventi pubblici "ben calibrati", è possibile effettuare investimenti anche modesti ma in grado di rilanciare l'economia locale e regionale, con sostanziali vantaggi per la stessa. Cronistoria Il parere d'iniziativa del Cdr è stato occasionato da una decisione della Commissione del 3 febbraio 2004, in cui i vantaggi concessi a Ryanair, un vettore irlandese a basso costo, dal gestore dell'aeroporto di Bruxelles Sud – Charleroi (la Bsca) e dalla stessa Regione vallona, erano dichiarati illegali in quanto, secondo la Commissione, nessun operatore privato, trovandosi nelle stesse circostanze della Bsca (un'impresa pubblica controllata dalla Regione vallona); avrebbe concesso i medesimi vantaggi. La Commissione condannava quindi Ryanair a rimborsare alle autorità belghe diversi milioni di euro. Il 25 maggio, la compagnia aerea preannunciava un ricorso avverso la decisione della Commissione avanti la Corte di giustizia delle Comunità europee. La revisione degli orientamenti della Commissione sul ruolo degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo di aeroporti regionali e servizi aerei è prevista entro la fine del 2004, una volta conclusa la consultazione interservizi. Secondo una ricerca pubblicata da Airports Council International ("The Social and Economic Impact of Airports in Europe" – gennaio 2004); attualmente gli aeroporti europei occupano direttamente, in media, circa 950 persone per ogni milione di passeggeri all'anno. La stessa ricerca indica inoltre che, per ogni 1.000 persone occupate direttamente dagli aeroporti europei, sono occupate indirettamente (o dall'indotto) circa 2.100 persone a livello nazionale, 1.100 a livello regionale o 500 a livello locale. Sempre secondo questa ricerca, infine, gli occupati dell'industria aerea producono un valore aggiunto pro capite circa due volte e mezzo superiore a quello prodotto in media da quelli degli altri settori industriali. Il relatore Gordon Keymer è il presidente del consiglio del distretto di Tanbridge, nella contea del Surrey (Regno Unito).  
   
   
IL COMITATO ALLA COMMISSIONE: LE COMPAGNIE AEREE LOW-COST POSSONO FAR DECOLLARE LE REGIONI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Il Comitato delle regioni ha comunicato alla Commissione europea che i nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti regionali devono tenere "nella debita considerazione" il fatto che le compagnie aeree a basso costo svolgono un ruolo positivo di catalizzatori dello sviluppo economico e occupazionale. In seguito al procedimento d'indagine formale sui vantaggi concessi al vettore irlandese Ryanair dal gestore dell'aeroporto di Charleroi (Belgio) e dalla Regione vallona, il Comitato ha adottato oggi (17 giugno) un proprio parere d'iniziativa in merito, nel quale osserva che la Commissione dovrebbe riconoscere il fatto che è "nel pubblico interesse" mantenere e sviluppare la rete di servizi aerei operati su aeroporti regionali. Nel parere, intitolato "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale", il Comitato fa presente l'esigenza di una "maggiore certezza" delle regole fondamentali sull'investimento pubblico e privato negli aeroporti regionali. "Gli orientamenti dovrebbero indicare con sufficiente chiarezza in che modo la Commissione intenda interpretare le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. L'obiettivo è fornire alle autorità regionali e locali le necessarie linee guida per l'uso corretto degli investimenti pubblici volti a consentire agli scali e ai servizi aerei regionali a basso costo di esprimere il loro potenziale e contribuire alla realizzazione degli obiettivi di politica regionale della Commissione", osserva Gordon Keymer (Uk-ppe); relatore del parere sull'argomento. In particolare, nel parere si sollecita la Commissione a tener conto nei suoi orientamenti delle seguenti questioni chiave: l'importanza di riconoscere gli aeroporti e i servizi aerei regionali come strumento essenziale in grado di aiutare gli enti regionali e locali a promuovere la coesione e lo sviluppo territoriale; l'apporto dato dallo sviluppo di aeroporti e servizi aerei regionali alla crescita occupazionale, al risanamento, all'inclusione sociale e ai programmi di sviluppo economico regionali e locali; il ruolo significativo che i servizi aerei a basso costo possono svolgere per favorire lo sviluppo economico sostenibile degli aeroporti regionali di piccole e medie dimensioni. Nel parere, Gordon Keymer - che è un pilota brevettato e guida un aereo di sua proprietà - sottolinea inoltre come gli aeroporti regionali costituiscano un fattore di vitale importanza per il mantenimento di competenze e professionalità nel campo dell'ingegneria aeronautica. Egli conclude osservando che, grazie ad interventi pubblici "ben calibrati", è possibile effettuare investimenti anche modesti ma in grado di rilanciare l'economia locale e regionale, con sostanziali vantaggi per la stessa. Cronistoria Il parere d'iniziativa del Cdr è stato occasionato da una decisione della Commissione del 3 febbraio 2004, in cui i vantaggi concessi a Ryanair, un vettore irlandese a basso costo, dal gestore dell'aeroporto di Bruxelles Sud – Charleroi (la Bsca) e dalla stessa Regione vallona, erano dichiarati illegali in quanto, secondo la Commissione, nessun operatore privato, trovandosi nelle stesse circostanze della Bsca (un'impresa pubblica controllata dalla Regione vallona); avrebbe concesso i medesimi vantaggi. La Commissione condannava quindi Ryanair a rimborsare alle autorità belghe diversi milioni di euro. Il 25 maggio, la compagnia aerea preannunciava un ricorso avverso la decisione della Commissione avanti la Corte di giustizia delle Comunità europee. La revisione degli orientamenti della Commissione sul ruolo degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo di aeroporti regionali e servizi aerei è prevista entro la fine del 2004, una volta conclusa la consultazione interservizi. Secondo una ricerca pubblicata da Airports Council International ("The Social and Economic Impact of Airports in Europe" – gennaio 2004); attualmente gli aeroporti europei occupano direttamente, in media, circa 950 persone per ogni milione di passeggeri all'anno. La stessa ricerca indica inoltre che, per ogni 1.000 persone occupate direttamente dagli aeroporti europei, sono occupate indirettamente (o dall'indotto) circa 2.100 persone a livello nazionale, 1.100 a livello regionale o 500 a livello locale. Sempre secondo questa ricerca, infine, gli occupati dell'industria aerea producono un valore aggiunto pro capite circa due volte e mezzo superiore a quello prodotto in media da quelli degli altri settori industriali. Il relatore Gordon Keymer è il presidente del consiglio del distretto di Tanbridge, nella contea del Surrey (Regno Unito).  
   
   
STATISTICHE SERVIZIO CLIENTI RYANAIR GIUGNO 2004  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha diffuso il 7 luglio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di Giugno 2004. Ryanair come previsto dalla sua carta dei servizi si impegna a pubblicare le statistiche di servizio ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 91.5% di tutti i 15.372 voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di Giugno. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003 e 26 settimane nel 2004; I reclami registrati sono meno di uno (0.38) ogni 1000 passeggeri; I bagagli smarriti sono meno di uno (0.69) ogni 1000 passeggeri;
Statistiche passeggeri Giugno 20042003 2004
Voli in Orario* 91.5% 91.5%
Reclami per 1000 pax0.49 0.38
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.72 0.69
Risposta ai reclami entro 7 giorni 99% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Le seguenti statistiche sono basate sui dati mensili dell’Aea comparati con i dati dei nostri principali competitor per il mese di Maggio 2004 e pubblicati sui siti di altre compagnie aeree. Ryanair la linea aerea N.1 per puntualità in Europa*
Linea Aerea Posizione %
Ryanair 1 93.2
Sas 2 89.8
Air France 3 88.3
Lufthansa 4 87.1
Alitalia 5 86.6
Easyjet 6 84.2
British Airways 7 82.6
Austrian 8 80.6
% di voli arrivati entro 15 minuti dall’orario previsto
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di bagagli smarriti*
Linea Aerea Posizione Bagagli persi ogni 1000 Passeggeri
Ryanair 1 0.64
Alitalia 2 11.4
Sas 3 12.1
Austrian 4 12.4
Air France 5 12.5
British Airways 6 13.8
Lufthansa 7 13.8
easyJet Non Pubblicato
Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di cancellazioni*
Airline Posizione % di Voli Completati
Ryanair 1 99.8
Lufthansa 2 99.5
Austrian 3 99.5
British Airways 4 99.3
Sas 5 98.9
Air France 6 98.1
Alitalia 7 98.6
easyJet Non Pubblicato
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Ryanair / Easy Jet comparate per puntualità
Puntualità
Week End Ryanair Easyjet* Posizione Ryanair
1. 04-Gen 90% 73% 1
2. 12- Gen 91% 80% 1
3. 19- Gen 95% 84% 1
4. 26- Gen 95% 89% 1
5. 01-Feb 85% 64% 1
6. 08-Feb 93% 81% 1
7. 15-Feb 95% 84% 1
8. 22-Feb 91% 84% 1
9. 29-Feb 89% 69% 1
10. 07- Mar 93% 80% 1
11. 14-Mar 93% 80% 1
12. 21-Mar 92% 82% 1
13. 28 - Mar 95% 88% 1
14 4 - Apr 94% 87% 1
15 11 - Apr 93% 88% 1
16 18 - Apr 95% 85% 1
17 25 - Apr 96% 92% 1
18 2 Mag 94% 85% 1
19 9 –Mag 93% 81% 1
20 16 Mag 95% 84% 1
21 23 Mag 94% 86% 1
22 30 Mag 94% 86% 1
23 06 Jun 80% 79% 1
24 13 Jun 91% 85% 1
25 20 Jun 96% 86% 1
26 27 Jun 93% 75% 1
Fonte: www.Ryanair.com e il sito internet di Easyjet
 
   
   
STATISTICHE SERVIZIO CLIENTI RYANAIR GIUGNO 2004  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha diffuso il 7 luglio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di Giugno 2004. Ryanair come previsto dalla sua carta dei servizi si impegna a pubblicare le statistiche di servizio ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 91.5% di tutti i 15.372 voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di Giugno. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003 e 26 settimane nel 2004; I reclami registrati sono meno di uno (0.38) ogni 1000 passeggeri; I bagagli smarriti sono meno di uno (0.69) ogni 1000 passeggeri;
Statistiche passeggeri Giugno 20042003 2004
Voli in Orario* 91.5% 91.5%
Reclami per 1000 pax0.49 0.38
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.72 0.69
Risposta ai reclami entro 7 giorni 99% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Le seguenti statistiche sono basate sui dati mensili dell’Aea comparati con i dati dei nostri principali competitor per il mese di Maggio 2004 e pubblicati sui siti di altre compagnie aeree. Ryanair la linea aerea N.1 per puntualità in Europa*
Linea Aerea Posizione %
Ryanair 1 93.2
Sas 2 89.8
Air France 3 88.3
Lufthansa 4 87.1
Alitalia 5 86.6
Easyjet 6 84.2
British Airways 7 82.6
Austrian 8 80.6
% di voli arrivati entro 15 minuti dall’orario previsto
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di bagagli smarriti*
Linea Aerea Posizione Bagagli persi ogni 1000 Passeggeri
Ryanair 1 0.64
Alitalia 2 11.4
Sas 3 12.1
Austrian 4 12.4
Air France 5 12.5
British Airways 6 13.8
Lufthansa 7 13.8
easyJet Non Pubblicato
Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di cancellazioni*
Airline Posizione % di Voli Completati
Ryanair 1 99.8
Lufthansa 2 99.5
Austrian 3 99.5
British Airways 4 99.3
Sas 5 98.9
Air France 6 98.1
Alitalia 7 98.6
easyJet Non Pubblicato
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Ryanair / Easy Jet comparate per puntualità
Puntualità
Week End Ryanair Easyjet* Posizione Ryanair
1. 04-Gen 90% 73% 1
2. 12- Gen 91% 80% 1
3. 19- Gen 95% 84% 1
4. 26- Gen 95% 89% 1
5. 01-Feb 85% 64% 1
6. 08-Feb 93% 81% 1
7. 15-Feb 95% 84% 1
8. 22-Feb 91% 84% 1
9. 29-Feb 89% 69% 1
10. 07- Mar 93% 80% 1
11. 14-Mar 93% 80% 1
12. 21-Mar 92% 82% 1
13. 28 - Mar 95% 88% 1
14 4 - Apr 94% 87% 1
15 11 - Apr 93% 88% 1
16 18 - Apr 95% 85% 1
17 25 - Apr 96% 92% 1
18 2 Mag 94% 85% 1
19 9 –Mag 93% 81% 1
20 16 Mag 95% 84% 1
21 23 Mag 94% 86% 1
22 30 Mag 94% 86% 1
23 06 Jun 80% 79% 1
24 13 Jun 91% 85% 1
25 20 Jun 96% 86% 1
26 27 Jun 93% 75% 1
Fonte: www.Ryanair.com e il sito internet di Easyjet
 
   
   
STATISTICHE SERVIZIO CLIENTI RYANAIR GIUGNO 2004  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha diffuso il 7 luglio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di Giugno 2004. Ryanair come previsto dalla sua carta dei servizi si impegna a pubblicare le statistiche di servizio ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 91.5% di tutti i 15.372 voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di Giugno. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003 e 26 settimane nel 2004; I reclami registrati sono meno di uno (0.38) ogni 1000 passeggeri; I bagagli smarriti sono meno di uno (0.69) ogni 1000 passeggeri;
Statistiche passeggeri Giugno 20042003 2004
Voli in Orario* 91.5% 91.5%
Reclami per 1000 pax0.49 0.38
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.72 0.69
Risposta ai reclami entro 7 giorni 99% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Le seguenti statistiche sono basate sui dati mensili dell’Aea comparati con i dati dei nostri principali competitor per il mese di Maggio 2004 e pubblicati sui siti di altre compagnie aeree. Ryanair la linea aerea N.1 per puntualità in Europa*
Linea Aerea Posizione %
Ryanair 1 93.2
Sas 2 89.8
Air France 3 88.3
Lufthansa 4 87.1
Alitalia 5 86.6
Easyjet 6 84.2
British Airways 7 82.6
Austrian 8 80.6
% di voli arrivati entro 15 minuti dall’orario previsto
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di bagagli smarriti*
Linea Aerea Posizione Bagagli persi ogni 1000 Passeggeri
Ryanair 1 0.64
Alitalia 2 11.4
Sas 3 12.1
Austrian 4 12.4
Air France 5 12.5
British Airways 6 13.8
Lufthansa 7 13.8
easyJet Non Pubblicato
Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di cancellazioni*
Airline Posizione % di Voli Completati
Ryanair 1 99.8
Lufthansa 2 99.5
Austrian 3 99.5
British Airways 4 99.3
Sas 5 98.9
Air France 6 98.1
Alitalia 7 98.6
easyJet Non Pubblicato
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Ryanair / Easy Jet comparate per puntualità
Puntualità
Week End Ryanair Easyjet* Posizione Ryanair
1. 04-Gen 90% 73% 1
2. 12- Gen 91% 80% 1
3. 19- Gen 95% 84% 1
4. 26- Gen 95% 89% 1
5. 01-Feb 85% 64% 1
6. 08-Feb 93% 81% 1
7. 15-Feb 95% 84% 1
8. 22-Feb 91% 84% 1
9. 29-Feb 89% 69% 1
10. 07- Mar 93% 80% 1
11. 14-Mar 93% 80% 1
12. 21-Mar 92% 82% 1
13. 28 - Mar 95% 88% 1
14 4 - Apr 94% 87% 1
15 11 - Apr 93% 88% 1
16 18 - Apr 95% 85% 1
17 25 - Apr 96% 92% 1
18 2 Mag 94% 85% 1
19 9 –Mag 93% 81% 1
20 16 Mag 95% 84% 1
21 23 Mag 94% 86% 1
22 30 Mag 94% 86% 1
23 06 Jun 80% 79% 1
24 13 Jun 91% 85% 1
25 20 Jun 96% 86% 1
26 27 Jun 93% 75% 1
Fonte: www.Ryanair.com e il sito internet di Easyjet
 
   
   
STATISTICHE SERVIZIO CLIENTI RYANAIR GIUGNO 2004  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha diffuso il 7 luglio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di Giugno 2004. Ryanair come previsto dalla sua carta dei servizi si impegna a pubblicare le statistiche di servizio ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 91.5% di tutti i 15.372 voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di Giugno. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003 e 26 settimane nel 2004; I reclami registrati sono meno di uno (0.38) ogni 1000 passeggeri; I bagagli smarriti sono meno di uno (0.69) ogni 1000 passeggeri;
Statistiche passeggeri Giugno 20042003 2004
Voli in Orario* 91.5% 91.5%
Reclami per 1000 pax0.49 0.38
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.72 0.69
Risposta ai reclami entro 7 giorni 99% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Le seguenti statistiche sono basate sui dati mensili dell’Aea comparati con i dati dei nostri principali competitor per il mese di Maggio 2004 e pubblicati sui siti di altre compagnie aeree. Ryanair la linea aerea N.1 per puntualità in Europa*
Linea Aerea Posizione %
Ryanair 1 93.2
Sas 2 89.8
Air France 3 88.3
Lufthansa 4 87.1
Alitalia 5 86.6
Easyjet 6 84.2
British Airways 7 82.6
Austrian 8 80.6
% di voli arrivati entro 15 minuti dall’orario previsto
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di bagagli smarriti*
Linea Aerea Posizione Bagagli persi ogni 1000 Passeggeri
Ryanair 1 0.64
Alitalia 2 11.4
Sas 3 12.1
Austrian 4 12.4
Air France 5 12.5
British Airways 6 13.8
Lufthansa 7 13.8
easyJet Non Pubblicato
Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di cancellazioni*
Airline Posizione % di Voli Completati
Ryanair 1 99.8
Lufthansa 2 99.5
Austrian 3 99.5
British Airways 4 99.3
Sas 5 98.9
Air France 6 98.1
Alitalia 7 98.6
easyJet Non Pubblicato
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Ryanair / Easy Jet comparate per puntualità
Puntualità
Week End Ryanair Easyjet* Posizione Ryanair
1. 04-Gen 90% 73% 1
2. 12- Gen 91% 80% 1
3. 19- Gen 95% 84% 1
4. 26- Gen 95% 89% 1
5. 01-Feb 85% 64% 1
6. 08-Feb 93% 81% 1
7. 15-Feb 95% 84% 1
8. 22-Feb 91% 84% 1
9. 29-Feb 89% 69% 1
10. 07- Mar 93% 80% 1
11. 14-Mar 93% 80% 1
12. 21-Mar 92% 82% 1
13. 28 - Mar 95% 88% 1
14 4 - Apr 94% 87% 1
15 11 - Apr 93% 88% 1
16 18 - Apr 95% 85% 1
17 25 - Apr 96% 92% 1
18 2 Mag 94% 85% 1
19 9 –Mag 93% 81% 1
20 16 Mag 95% 84% 1
21 23 Mag 94% 86% 1
22 30 Mag 94% 86% 1
23 06 Jun 80% 79% 1
24 13 Jun 91% 85% 1
25 20 Jun 96% 86% 1
26 27 Jun 93% 75% 1
Fonte: www.Ryanair.com e il sito internet di Easyjet
 
   
   
STATISTICHE SERVIZIO CLIENTI RYANAIR GIUGNO 2004  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha diffuso il 7 luglio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di Giugno 2004. Ryanair come previsto dalla sua carta dei servizi si impegna a pubblicare le statistiche di servizio ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 91.5% di tutti i 15.372 voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di Giugno. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003 e 26 settimane nel 2004; I reclami registrati sono meno di uno (0.38) ogni 1000 passeggeri; I bagagli smarriti sono meno di uno (0.69) ogni 1000 passeggeri;
Statistiche passeggeri Giugno 20042003 2004
Voli in Orario* 91.5% 91.5%
Reclami per 1000 pax0.49 0.38
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.72 0.69
Risposta ai reclami entro 7 giorni 99% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Le seguenti statistiche sono basate sui dati mensili dell’Aea comparati con i dati dei nostri principali competitor per il mese di Maggio 2004 e pubblicati sui siti di altre compagnie aeree. Ryanair la linea aerea N.1 per puntualità in Europa*
Linea Aerea Posizione %
Ryanair 1 93.2
Sas 2 89.8
Air France 3 88.3
Lufthansa 4 87.1
Alitalia 5 86.6
Easyjet 6 84.2
British Airways 7 82.6
Austrian 8 80.6
% di voli arrivati entro 15 minuti dall’orario previsto
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di bagagli smarriti*
Linea Aerea Posizione Bagagli persi ogni 1000 Passeggeri
Ryanair 1 0.64
Alitalia 2 11.4
Sas 3 12.1
Austrian 4 12.4
Air France 5 12.5
British Airways 6 13.8
Lufthansa 7 13.8
easyJet Non Pubblicato
Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di cancellazioni*
Airline Posizione % di Voli Completati
Ryanair 1 99.8
Lufthansa 2 99.5
Austrian 3 99.5
British Airways 4 99.3
Sas 5 98.9
Air France 6 98.1
Alitalia 7 98.6
easyJet Non Pubblicato
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Ryanair / Easy Jet comparate per puntualità
Puntualità
Week End Ryanair Easyjet* Posizione Ryanair
1. 04-Gen 90% 73% 1
2. 12- Gen 91% 80% 1
3. 19- Gen 95% 84% 1
4. 26- Gen 95% 89% 1
5. 01-Feb 85% 64% 1
6. 08-Feb 93% 81% 1
7. 15-Feb 95% 84% 1
8. 22-Feb 91% 84% 1
9. 29-Feb 89% 69% 1
10. 07- Mar 93% 80% 1
11. 14-Mar 93% 80% 1
12. 21-Mar 92% 82% 1
13. 28 - Mar 95% 88% 1
14 4 - Apr 94% 87% 1
15 11 - Apr 93% 88% 1
16 18 - Apr 95% 85% 1
17 25 - Apr 96% 92% 1
18 2 Mag 94% 85% 1
19 9 –Mag 93% 81% 1
20 16 Mag 95% 84% 1
21 23 Mag 94% 86% 1
22 30 Mag 94% 86% 1
23 06 Jun 80% 79% 1
24 13 Jun 91% 85% 1
25 20 Jun 96% 86% 1
26 27 Jun 93% 75% 1
Fonte: www.Ryanair.com e il sito internet di Easyjet
 
   
   
STATISTICHE SERVIZIO CLIENTI RYANAIR GIUGNO 2004  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha diffuso il 7 luglio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di Giugno 2004. Ryanair come previsto dalla sua carta dei servizi si impegna a pubblicare le statistiche di servizio ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 91.5% di tutti i 15.372 voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di Giugno. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003 e 26 settimane nel 2004; I reclami registrati sono meno di uno (0.38) ogni 1000 passeggeri; I bagagli smarriti sono meno di uno (0.69) ogni 1000 passeggeri;
Statistiche passeggeri Giugno 20042003 2004
Voli in Orario* 91.5% 91.5%
Reclami per 1000 pax0.49 0.38
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.72 0.69
Risposta ai reclami entro 7 giorni 99% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Le seguenti statistiche sono basate sui dati mensili dell’Aea comparati con i dati dei nostri principali competitor per il mese di Maggio 2004 e pubblicati sui siti di altre compagnie aeree. Ryanair la linea aerea N.1 per puntualità in Europa*
Linea Aerea Posizione %
Ryanair 1 93.2
Sas 2 89.8
Air France 3 88.3
Lufthansa 4 87.1
Alitalia 5 86.6
Easyjet 6 84.2
British Airways 7 82.6
Austrian 8 80.6
% di voli arrivati entro 15 minuti dall’orario previsto
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa con 3 mesi in arretrato. Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di bagagli smarriti*
Linea Aerea Posizione Bagagli persi ogni 1000 Passeggeri
Ryanair 1 0.64
Alitalia 2 11.4
Sas 3 12.1
Austrian 4 12.4
Air France 5 12.5
British Airways 6 13.8
Lufthansa 7 13.8
easyJet Non Pubblicato
Ryanair Linea Aerea N. 1 per minor numero di cancellazioni*
Airline Posizione % di Voli Completati
Ryanair 1 99.8
Lufthansa 2 99.5
Austrian 3 99.5
British Airways 4 99.3
Sas 5 98.9
Air France 6 98.1
Alitalia 7 98.6
easyJet Non Pubblicato
*Fonte: Statistiche mensili Ryanair comparate con quelle dell’Aea, Aprile 2004. Ryanair / Easy Jet comparate per puntualità
Puntualità
Week End Ryanair Easyjet* Posizione Ryanair
1. 04-Gen 90% 73% 1
2. 12- Gen 91% 80% 1
3. 19- Gen 95% 84% 1
4. 26- Gen 95% 89% 1
5. 01-Feb 85% 64% 1
6. 08-Feb 93% 81% 1
7. 15-Feb 95% 84% 1
8. 22-Feb 91% 84% 1
9. 29-Feb 89% 69% 1
10. 07- Mar 93% 80% 1
11. 14-Mar 93% 80% 1
12. 21-Mar 92% 82% 1
13. 28 - Mar 95% 88% 1
14 4 - Apr 94% 87% 1
15 11 - Apr 93% 88% 1
16 18 - Apr 95% 85% 1
17 25 - Apr 96% 92% 1
18 2 Mag 94% 85% 1
19 9 –Mag 93% 81% 1
20 16 Mag 95% 84% 1
21 23 Mag 94% 86% 1
22 30 Mag 94% 86% 1
23 06 Jun 80% 79% 1
24 13 Jun 91% 85% 1
25 20 Jun 96% 86% 1
26 27 Jun 93% 75% 1
Fonte: www.Ryanair.com e il sito internet di Easyjet
 
   
   
SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE AUTORIZZA PIÙ DI 5 000 IMPIANTI AD ACCEDERE AL MERCATO DEI DIRITTI DI EMISSIONI A PARTIRE DAL PROSSIMO GENNAIO  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha accettato otto piani nazionali per l'assegnazione di quote di emissioni di Co2. Cinque piani – quelli della Danimarca, dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Slovenia e della Svezia – sono stati accettati incondizionatamente. Altri tre – quelli dell'Austria, della Germania e del Regno Unito – sono stati approvati a condizione che vi siano apportate modifiche. In questo caso saranno automaticamente accettati senza bisogno di una seconda valutazione da parte della Commissione. I piani nazionali indicano il numero di quote di emissioni di Co2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alta intensità di energia affinché possano partecipare allo scambio di quote a partire dal gennaio 2005. La decisione odierna autorizza circa 5 000 impianti su un totale stimato di 12 000 nella Ue-25. A essi sarà assegnato circa il 40% delle quote che si prevede di immettere in circolazione. Il regime Eu per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell'energia elettrica con costi minimi per l'economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Margot Wallström, il commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato: “La decisione odierna costituisce un passo cruciale, in quanto dà il via libera a quasi la metà degli impianti che parteciperanno al sistema paneuropeo di scambio di quote di emissioni. La decisione in questione dimostra la serietà della nostra politica di lotta contro il cambio climatico e ci consentirà di avviare il programma di scambio di quote di emissioni il prossimo gennaio, come previsto”. Valutazione della prima serie di piani I piani nazionali di assegnazione mostrano quante quote di emissioni di Co2 gli Stati membri intendano assegnare per il periodo 2005-2007 e quante ne riceverà ciascun impianto. La Commissione ha il compito di analizzare i piani sulla base di 11 criteri di ripartizione elencati nella direttiva sullo scambio di quote di emissioni[1]. Il criterio più importante mira a garantire che il piano sia conforme alla strategia globale del paese per conseguire gli obiettivi di Kyoto. Altri criteri riguardano aspetti quali la non discriminazione, la concorrenza all'interno della Ue e le norme sugli aiuti di Stato, oltreché aspetti tecnici. La Commissione può accettare un piano parzialmente o integralmente. Se la Commissione accetta un piano nella sua interezza, gli Stati membri possono adottare una decisione definitiva quanto all'assegnazione delle quote. Gli otto piani esaminati rispettavano la maggior parte dei criteri. La Commissione ha però chiesto che siano apportati cambiamenti in due ambiti di importanza generale: qualora il volume delle quote per il periodo 2005-2007 non consenta al paese di centrare gli obiettivi di Kyoto nel primo periodo di impegno previsto dal protocollo (2008-2012); qualora uno Stato membro intenda apportare i cosiddetti “adeguamenti ex-post” alle assegnazioni, ovvero progetti di ridistribuire le quote tra le società partecipanti nel periodo 2005-2007. Ciò creerebbe una situazione di incertezza per le imprese e ostacolerebbe il mercato dello scambio di quote. In tutti i casi in cui riteneva che fossero necessari cambiamenti, la Commissione ha indicato agli Stati membri quali modifiche apportare ai piani per renderli accettabili. La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione nei confronti di taluni Stati membri che non hanno ancora presentato i piani e/o non hanno recepito la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte. (Ip/04/861 e Memo/04/44) Volume delle quote ammesse e impianti
Stati membri Quote di emissioni di Co2 in milioni di tonnellate Impianti
Austria 98,2 205
Danimarca 100,5 362
Germania 1497,0 2 419
Irlanda 67,0 143
Paesi Bassi 285,9 333
Slovenia 26,3 98
Svezia 68,7 499
Regno Unito 736,0 1 078
Totale 2879,6 5 137
Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission_plans.htm
 
   
   
SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE AUTORIZZA PIÙ DI 5 000 IMPIANTI AD ACCEDERE AL MERCATO DEI DIRITTI DI EMISSIONI A PARTIRE DAL PROSSIMO GENNAIO  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha accettato otto piani nazionali per l'assegnazione di quote di emissioni di Co2. Cinque piani – quelli della Danimarca, dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Slovenia e della Svezia – sono stati accettati incondizionatamente. Altri tre – quelli dell'Austria, della Germania e del Regno Unito – sono stati approvati a condizione che vi siano apportate modifiche. In questo caso saranno automaticamente accettati senza bisogno di una seconda valutazione da parte della Commissione. I piani nazionali indicano il numero di quote di emissioni di Co2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alta intensità di energia affinché possano partecipare allo scambio di quote a partire dal gennaio 2005. La decisione odierna autorizza circa 5 000 impianti su un totale stimato di 12 000 nella Ue-25. A essi sarà assegnato circa il 40% delle quote che si prevede di immettere in circolazione. Il regime Eu per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell'energia elettrica con costi minimi per l'economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Margot Wallström, il commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato: “La decisione odierna costituisce un passo cruciale, in quanto dà il via libera a quasi la metà degli impianti che parteciperanno al sistema paneuropeo di scambio di quote di emissioni. La decisione in questione dimostra la serietà della nostra politica di lotta contro il cambio climatico e ci consentirà di avviare il programma di scambio di quote di emissioni il prossimo gennaio, come previsto”. Valutazione della prima serie di piani I piani nazionali di assegnazione mostrano quante quote di emissioni di Co2 gli Stati membri intendano assegnare per il periodo 2005-2007 e quante ne riceverà ciascun impianto. La Commissione ha il compito di analizzare i piani sulla base di 11 criteri di ripartizione elencati nella direttiva sullo scambio di quote di emissioni[1]. Il criterio più importante mira a garantire che il piano sia conforme alla strategia globale del paese per conseguire gli obiettivi di Kyoto. Altri criteri riguardano aspetti quali la non discriminazione, la concorrenza all'interno della Ue e le norme sugli aiuti di Stato, oltreché aspetti tecnici. La Commissione può accettare un piano parzialmente o integralmente. Se la Commissione accetta un piano nella sua interezza, gli Stati membri possono adottare una decisione definitiva quanto all'assegnazione delle quote. Gli otto piani esaminati rispettavano la maggior parte dei criteri. La Commissione ha però chiesto che siano apportati cambiamenti in due ambiti di importanza generale: qualora il volume delle quote per il periodo 2005-2007 non consenta al paese di centrare gli obiettivi di Kyoto nel primo periodo di impegno previsto dal protocollo (2008-2012); qualora uno Stato membro intenda apportare i cosiddetti “adeguamenti ex-post” alle assegnazioni, ovvero progetti di ridistribuire le quote tra le società partecipanti nel periodo 2005-2007. Ciò creerebbe una situazione di incertezza per le imprese e ostacolerebbe il mercato dello scambio di quote. In tutti i casi in cui riteneva che fossero necessari cambiamenti, la Commissione ha indicato agli Stati membri quali modifiche apportare ai piani per renderli accettabili. La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione nei confronti di taluni Stati membri che non hanno ancora presentato i piani e/o non hanno recepito la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte. (Ip/04/861 e Memo/04/44) Volume delle quote ammesse e impianti
Stati membri Quote di emissioni di Co2 in milioni di tonnellate Impianti
Austria 98,2 205
Danimarca 100,5 362
Germania 1497,0 2 419
Irlanda 67,0 143
Paesi Bassi 285,9 333
Slovenia 26,3 98
Svezia 68,7 499
Regno Unito 736,0 1 078
Totale 2879,6 5 137
Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission_plans.htm
 
   
   
SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE AUTORIZZA PIÙ DI 5 000 IMPIANTI AD ACCEDERE AL MERCATO DEI DIRITTI DI EMISSIONI A PARTIRE DAL PROSSIMO GENNAIO  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha accettato otto piani nazionali per l'assegnazione di quote di emissioni di Co2. Cinque piani – quelli della Danimarca, dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Slovenia e della Svezia – sono stati accettati incondizionatamente. Altri tre – quelli dell'Austria, della Germania e del Regno Unito – sono stati approvati a condizione che vi siano apportate modifiche. In questo caso saranno automaticamente accettati senza bisogno di una seconda valutazione da parte della Commissione. I piani nazionali indicano il numero di quote di emissioni di Co2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alta intensità di energia affinché possano partecipare allo scambio di quote a partire dal gennaio 2005. La decisione odierna autorizza circa 5 000 impianti su un totale stimato di 12 000 nella Ue-25. A essi sarà assegnato circa il 40% delle quote che si prevede di immettere in circolazione. Il regime Eu per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell'energia elettrica con costi minimi per l'economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Margot Wallström, il commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato: “La decisione odierna costituisce un passo cruciale, in quanto dà il via libera a quasi la metà degli impianti che parteciperanno al sistema paneuropeo di scambio di quote di emissioni. La decisione in questione dimostra la serietà della nostra politica di lotta contro il cambio climatico e ci consentirà di avviare il programma di scambio di quote di emissioni il prossimo gennaio, come previsto”. Valutazione della prima serie di piani I piani nazionali di assegnazione mostrano quante quote di emissioni di Co2 gli Stati membri intendano assegnare per il periodo 2005-2007 e quante ne riceverà ciascun impianto. La Commissione ha il compito di analizzare i piani sulla base di 11 criteri di ripartizione elencati nella direttiva sullo scambio di quote di emissioni[1]. Il criterio più importante mira a garantire che il piano sia conforme alla strategia globale del paese per conseguire gli obiettivi di Kyoto. Altri criteri riguardano aspetti quali la non discriminazione, la concorrenza all'interno della Ue e le norme sugli aiuti di Stato, oltreché aspetti tecnici. La Commissione può accettare un piano parzialmente o integralmente. Se la Commissione accetta un piano nella sua interezza, gli Stati membri possono adottare una decisione definitiva quanto all'assegnazione delle quote. Gli otto piani esaminati rispettavano la maggior parte dei criteri. La Commissione ha però chiesto che siano apportati cambiamenti in due ambiti di importanza generale: qualora il volume delle quote per il periodo 2005-2007 non consenta al paese di centrare gli obiettivi di Kyoto nel primo periodo di impegno previsto dal protocollo (2008-2012); qualora uno Stato membro intenda apportare i cosiddetti “adeguamenti ex-post” alle assegnazioni, ovvero progetti di ridistribuire le quote tra le società partecipanti nel periodo 2005-2007. Ciò creerebbe una situazione di incertezza per le imprese e ostacolerebbe il mercato dello scambio di quote. In tutti i casi in cui riteneva che fossero necessari cambiamenti, la Commissione ha indicato agli Stati membri quali modifiche apportare ai piani per renderli accettabili. La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione nei confronti di taluni Stati membri che non hanno ancora presentato i piani e/o non hanno recepito la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte. (Ip/04/861 e Memo/04/44) Volume delle quote ammesse e impianti
Stati membri Quote di emissioni di Co2 in milioni di tonnellate Impianti
Austria 98,2 205
Danimarca 100,5 362
Germania 1497,0 2 419
Irlanda 67,0 143
Paesi Bassi 285,9 333
Slovenia 26,3 98
Svezia 68,7 499
Regno Unito 736,0 1 078
Totale 2879,6 5 137
Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission_plans.htm
 
   
   
SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE AUTORIZZA PIÙ DI 5 000 IMPIANTI AD ACCEDERE AL MERCATO DEI DIRITTI DI EMISSIONI A PARTIRE DAL PROSSIMO GENNAIO  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha accettato otto piani nazionali per l'assegnazione di quote di emissioni di Co2. Cinque piani – quelli della Danimarca, dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Slovenia e della Svezia – sono stati accettati incondizionatamente. Altri tre – quelli dell'Austria, della Germania e del Regno Unito – sono stati approvati a condizione che vi siano apportate modifiche. In questo caso saranno automaticamente accettati senza bisogno di una seconda valutazione da parte della Commissione. I piani nazionali indicano il numero di quote di emissioni di Co2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alta intensità di energia affinché possano partecipare allo scambio di quote a partire dal gennaio 2005. La decisione odierna autorizza circa 5 000 impianti su un totale stimato di 12 000 nella Ue-25. A essi sarà assegnato circa il 40% delle quote che si prevede di immettere in circolazione. Il regime Eu per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell'energia elettrica con costi minimi per l'economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Margot Wallström, il commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato: “La decisione odierna costituisce un passo cruciale, in quanto dà il via libera a quasi la metà degli impianti che parteciperanno al sistema paneuropeo di scambio di quote di emissioni. La decisione in questione dimostra la serietà della nostra politica di lotta contro il cambio climatico e ci consentirà di avviare il programma di scambio di quote di emissioni il prossimo gennaio, come previsto”. Valutazione della prima serie di piani I piani nazionali di assegnazione mostrano quante quote di emissioni di Co2 gli Stati membri intendano assegnare per il periodo 2005-2007 e quante ne riceverà ciascun impianto. La Commissione ha il compito di analizzare i piani sulla base di 11 criteri di ripartizione elencati nella direttiva sullo scambio di quote di emissioni[1]. Il criterio più importante mira a garantire che il piano sia conforme alla strategia globale del paese per conseguire gli obiettivi di Kyoto. Altri criteri riguardano aspetti quali la non discriminazione, la concorrenza all'interno della Ue e le norme sugli aiuti di Stato, oltreché aspetti tecnici. La Commissione può accettare un piano parzialmente o integralmente. Se la Commissione accetta un piano nella sua interezza, gli Stati membri possono adottare una decisione definitiva quanto all'assegnazione delle quote. Gli otto piani esaminati rispettavano la maggior parte dei criteri. La Commissione ha però chiesto che siano apportati cambiamenti in due ambiti di importanza generale: qualora il volume delle quote per il periodo 2005-2007 non consenta al paese di centrare gli obiettivi di Kyoto nel primo periodo di impegno previsto dal protocollo (2008-2012); qualora uno Stato membro intenda apportare i cosiddetti “adeguamenti ex-post” alle assegnazioni, ovvero progetti di ridistribuire le quote tra le società partecipanti nel periodo 2005-2007. Ciò creerebbe una situazione di incertezza per le imprese e ostacolerebbe il mercato dello scambio di quote. In tutti i casi in cui riteneva che fossero necessari cambiamenti, la Commissione ha indicato agli Stati membri quali modifiche apportare ai piani per renderli accettabili. La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione nei confronti di taluni Stati membri che non hanno ancora presentato i piani e/o non hanno recepito la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte. (Ip/04/861 e Memo/04/44) Volume delle quote ammesse e impianti
Stati membri Quote di emissioni di Co2 in milioni di tonnellate Impianti
Austria 98,2 205
Danimarca 100,5 362
Germania 1497,0 2 419
Irlanda 67,0 143
Paesi Bassi 285,9 333
Slovenia 26,3 98
Svezia 68,7 499
Regno Unito 736,0 1 078
Totale 2879,6 5 137
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SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE AUTORIZZA PIÙ DI 5 000 IMPIANTI AD ACCEDERE AL MERCATO DEI DIRITTI DI EMISSIONI A PARTIRE DAL PROSSIMO GENNAIO  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha accettato otto piani nazionali per l'assegnazione di quote di emissioni di Co2. Cinque piani – quelli della Danimarca, dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Slovenia e della Svezia – sono stati accettati incondizionatamente. Altri tre – quelli dell'Austria, della Germania e del Regno Unito – sono stati approvati a condizione che vi siano apportate modifiche. In questo caso saranno automaticamente accettati senza bisogno di una seconda valutazione da parte della Commissione. I piani nazionali indicano il numero di quote di emissioni di Co2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alta intensità di energia affinché possano partecipare allo scambio di quote a partire dal gennaio 2005. La decisione odierna autorizza circa 5 000 impianti su un totale stimato di 12 000 nella Ue-25. A essi sarà assegnato circa il 40% delle quote che si prevede di immettere in circolazione. Il regime Eu per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell'energia elettrica con costi minimi per l'economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Margot Wallström, il commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato: “La decisione odierna costituisce un passo cruciale, in quanto dà il via libera a quasi la metà degli impianti che parteciperanno al sistema paneuropeo di scambio di quote di emissioni. La decisione in questione dimostra la serietà della nostra politica di lotta contro il cambio climatico e ci consentirà di avviare il programma di scambio di quote di emissioni il prossimo gennaio, come previsto”. Valutazione della prima serie di piani I piani nazionali di assegnazione mostrano quante quote di emissioni di Co2 gli Stati membri intendano assegnare per il periodo 2005-2007 e quante ne riceverà ciascun impianto. La Commissione ha il compito di analizzare i piani sulla base di 11 criteri di ripartizione elencati nella direttiva sullo scambio di quote di emissioni[1]. Il criterio più importante mira a garantire che il piano sia conforme alla strategia globale del paese per conseguire gli obiettivi di Kyoto. Altri criteri riguardano aspetti quali la non discriminazione, la concorrenza all'interno della Ue e le norme sugli aiuti di Stato, oltreché aspetti tecnici. La Commissione può accettare un piano parzialmente o integralmente. Se la Commissione accetta un piano nella sua interezza, gli Stati membri possono adottare una decisione definitiva quanto all'assegnazione delle quote. Gli otto piani esaminati rispettavano la maggior parte dei criteri. La Commissione ha però chiesto che siano apportati cambiamenti in due ambiti di importanza generale: qualora il volume delle quote per il periodo 2005-2007 non consenta al paese di centrare gli obiettivi di Kyoto nel primo periodo di impegno previsto dal protocollo (2008-2012); qualora uno Stato membro intenda apportare i cosiddetti “adeguamenti ex-post” alle assegnazioni, ovvero progetti di ridistribuire le quote tra le società partecipanti nel periodo 2005-2007. Ciò creerebbe una situazione di incertezza per le imprese e ostacolerebbe il mercato dello scambio di quote. In tutti i casi in cui riteneva che fossero necessari cambiamenti, la Commissione ha indicato agli Stati membri quali modifiche apportare ai piani per renderli accettabili. La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione nei confronti di taluni Stati membri che non hanno ancora presentato i piani e/o non hanno recepito la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte. (Ip/04/861 e Memo/04/44) Volume delle quote ammesse e impianti
Stati membri Quote di emissioni di Co2 in milioni di tonnellate Impianti
Austria 98,2 205
Danimarca 100,5 362
Germania 1497,0 2 419
Irlanda 67,0 143
Paesi Bassi 285,9 333
Slovenia 26,3 98
Svezia 68,7 499
Regno Unito 736,0 1 078
Totale 2879,6 5 137
Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission_plans.htm
 
   
   
SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE AUTORIZZA PIÙ DI 5 000 IMPIANTI AD ACCEDERE AL MERCATO DEI DIRITTI DI EMISSIONI A PARTIRE DAL PROSSIMO GENNAIO  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - La Commissione europea ha accettato otto piani nazionali per l'assegnazione di quote di emissioni di Co2. Cinque piani – quelli della Danimarca, dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Slovenia e della Svezia – sono stati accettati incondizionatamente. Altri tre – quelli dell'Austria, della Germania e del Regno Unito – sono stati approvati a condizione che vi siano apportate modifiche. In questo caso saranno automaticamente accettati senza bisogno di una seconda valutazione da parte della Commissione. I piani nazionali indicano il numero di quote di emissioni di Co2 che gli Stati membri intendono assegnare agli impianti industriali ad alta intensità di energia affinché possano partecipare allo scambio di quote a partire dal gennaio 2005. La decisione odierna autorizza circa 5 000 impianti su un totale stimato di 12 000 nella Ue-25. A essi sarà assegnato circa il 40% delle quote che si prevede di immettere in circolazione. Il regime Eu per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell'energia elettrica con costi minimi per l'economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Margot Wallström, il commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato: “La decisione odierna costituisce un passo cruciale, in quanto dà il via libera a quasi la metà degli impianti che parteciperanno al sistema paneuropeo di scambio di quote di emissioni. La decisione in questione dimostra la serietà della nostra politica di lotta contro il cambio climatico e ci consentirà di avviare il programma di scambio di quote di emissioni il prossimo gennaio, come previsto”. Valutazione della prima serie di piani I piani nazionali di assegnazione mostrano quante quote di emissioni di Co2 gli Stati membri intendano assegnare per il periodo 2005-2007 e quante ne riceverà ciascun impianto. La Commissione ha il compito di analizzare i piani sulla base di 11 criteri di ripartizione elencati nella direttiva sullo scambio di quote di emissioni[1]. Il criterio più importante mira a garantire che il piano sia conforme alla strategia globale del paese per conseguire gli obiettivi di Kyoto. Altri criteri riguardano aspetti quali la non discriminazione, la concorrenza all'interno della Ue e le norme sugli aiuti di Stato, oltreché aspetti tecnici. La Commissione può accettare un piano parzialmente o integralmente. Se la Commissione accetta un piano nella sua interezza, gli Stati membri possono adottare una decisione definitiva quanto all'assegnazione delle quote. Gli otto piani esaminati rispettavano la maggior parte dei criteri. La Commissione ha però chiesto che siano apportati cambiamenti in due ambiti di importanza generale: qualora il volume delle quote per il periodo 2005-2007 non consenta al paese di centrare gli obiettivi di Kyoto nel primo periodo di impegno previsto dal protocollo (2008-2012); qualora uno Stato membro intenda apportare i cosiddetti “adeguamenti ex-post” alle assegnazioni, ovvero progetti di ridistribuire le quote tra le società partecipanti nel periodo 2005-2007. Ciò creerebbe una situazione di incertezza per le imprese e ostacolerebbe il mercato dello scambio di quote. In tutti i casi in cui riteneva che fossero necessari cambiamenti, la Commissione ha indicato agli Stati membri quali modifiche apportare ai piani per renderli accettabili. La Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione nei confronti di taluni Stati membri che non hanno ancora presentato i piani e/o non hanno recepito la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte. (Ip/04/861 e Memo/04/44) Volume delle quote ammesse e impianti
Stati membri Quote di emissioni di Co2 in milioni di tonnellate Impianti
Austria 98,2 205
Danimarca 100,5 362
Germania 1497,0 2 419
Irlanda 67,0 143
Paesi Bassi 285,9 333
Slovenia 26,3 98
Svezia 68,7 499
Regno Unito 736,0 1 078
Totale 2879,6 5 137
Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission_plans.htm
 
   
   
SCAMBIO DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DI ALCUNI STATI MEMBRI PER FARE IN MODO CHE ACCELERINO LE MISURE PREPARATORIE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Per garantire il successo del regime di scambio di emissioni nella Ue, il cui inizio è previsto per il gennaio prossimo, la Commissione ha deciso di procedere nei confronti degli Stati membri che non adottano le misure preparatorie con la necessaria sollecitudine. Il regime Ue per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell’energia elettrica con costi minimi per l’economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Si tratta del regime più rilevante mai messo in atto nel settore. La Commissione invierà una lettera di costituzione in mora a due Stati membri – Grecia e Italia – che non hanno ancora presentato i rispettivi piani di assegnazione delle quote. I piani devono indicare il numero di quote di emissioni che gli Stati membri intendono assegnare alle loro industrie. Inoltre la Commissione intende avviare pareri motivati a tutti gli Stati membri della Ue-15, fatta eccezione per Austria, Germania, Francia e Svezia, per non aver pienamente recepito nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2003, come era previsto, la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. Margot Wallström, il commissario responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato: “L’anno scorso gli Stati membri hanno deciso all’unanimità di assegnare un ruolo centrale allo scambio di emissioni e di farne lo strumento principale della Ue per centrare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Tale scelta era dovuta al fatto che lo scambio di quote di emissioni è lo strumento con il migliore rapporto costi-efficacia per rispettare gli obiettivi di Kyoto. Se da un lato mi felicito che la Commissione abbia potuto approvare in data odierna una prima serie di otto piani nazionali di assegnazione delle quote, dall’altro sono delusa che alcuni Stati membri non abbiano adottato con la dovuta sollecitudine le misure necessarie per fare sì che l’anno prossimo gli scambi di quote possano avere inizio senza intoppi. Se la Ue vuole mantenere il proprio ruolo guida nella lotta contro il cambio climatico, il regime di scambio delle quote di emissione costituisce lo strumento più efficace per dimostrare la sua determinazione e tutti gli Stati membri devono fare la loro parte”. La direttiva Ue sullo scambio di quote di emissioni Ai sensi della direttiva sullo scambio di quote di emissione[1], gli Stati membri devono fissare limiti alle emissioni degli impianti ad alta intensità di energia, assegnando loro quote di emissioni di Co2. Ci si aspetta che oltre 12 000 impianti rientreranno nel campo di applicazione della direttiva. L’anno prossimo, quando inizieranno gli scambi, le società che non useranno le loro quote potranno venderle ad altre società che abbiano problemi a mantenersi entro i limiti delle quote loro assegnate. In questo modo, le emissioni saranno ridotte laddove ciò si rivelerà meno costoso. All’inizio di quest’anno la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a tutti gli Stati membri della Ue-15 per non aver recepito la direttiva in questione nel diritto nazionale entro il termine del 31 dicembre 2003. La Commissione intende ora inviare un parere motivato agli Stati membri, fatta eccezione per Austria, Francia, Germania e Svezia, che hanno nel frattempo presentato i pertinenti atti legislativi, attualmente in corso di esame da parte della Commissione. La Commissione è tuttavia consapevole che nella maggioranza degli Stati membri la legislazione in questione è in corso di esame da parte dei parlamenti nazionali e che i piani nazionali di assegnazione delle quote sono in fase di stesura. Piani nazionali di assegnazione delle quote La direttiva sullo scambio di quote di emissioni stabiliva che gli Stati membri della Ue-15 dovevano presentare alla Commissione “piani nazionali di assegnazione” entro il 31 marzo 2004. A tutt’oggi Grecia e Italia non hanno ancora notificato i rispettivi piani di assegnazione e pertanto la Commissione invierà loro una lettera di costituzione in mora. In data odierna la Commissione ha approvato i piani di otto Stati membri a condizione che ad alcuni di essi siano apportate le opportune migliorie. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte (Ip/04/862 e Memo/04/44). Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  
   
   
SCAMBIO DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DI ALCUNI STATI MEMBRI PER FARE IN MODO CHE ACCELERINO LE MISURE PREPARATORIE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Per garantire il successo del regime di scambio di emissioni nella Ue, il cui inizio è previsto per il gennaio prossimo, la Commissione ha deciso di procedere nei confronti degli Stati membri che non adottano le misure preparatorie con la necessaria sollecitudine. Il regime Ue per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell’energia elettrica con costi minimi per l’economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Si tratta del regime più rilevante mai messo in atto nel settore. La Commissione invierà una lettera di costituzione in mora a due Stati membri – Grecia e Italia – che non hanno ancora presentato i rispettivi piani di assegnazione delle quote. I piani devono indicare il numero di quote di emissioni che gli Stati membri intendono assegnare alle loro industrie. Inoltre la Commissione intende avviare pareri motivati a tutti gli Stati membri della Ue-15, fatta eccezione per Austria, Germania, Francia e Svezia, per non aver pienamente recepito nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2003, come era previsto, la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. Margot Wallström, il commissario responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato: “L’anno scorso gli Stati membri hanno deciso all’unanimità di assegnare un ruolo centrale allo scambio di emissioni e di farne lo strumento principale della Ue per centrare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Tale scelta era dovuta al fatto che lo scambio di quote di emissioni è lo strumento con il migliore rapporto costi-efficacia per rispettare gli obiettivi di Kyoto. Se da un lato mi felicito che la Commissione abbia potuto approvare in data odierna una prima serie di otto piani nazionali di assegnazione delle quote, dall’altro sono delusa che alcuni Stati membri non abbiano adottato con la dovuta sollecitudine le misure necessarie per fare sì che l’anno prossimo gli scambi di quote possano avere inizio senza intoppi. Se la Ue vuole mantenere il proprio ruolo guida nella lotta contro il cambio climatico, il regime di scambio delle quote di emissione costituisce lo strumento più efficace per dimostrare la sua determinazione e tutti gli Stati membri devono fare la loro parte”. La direttiva Ue sullo scambio di quote di emissioni Ai sensi della direttiva sullo scambio di quote di emissione[1], gli Stati membri devono fissare limiti alle emissioni degli impianti ad alta intensità di energia, assegnando loro quote di emissioni di Co2. Ci si aspetta che oltre 12 000 impianti rientreranno nel campo di applicazione della direttiva. L’anno prossimo, quando inizieranno gli scambi, le società che non useranno le loro quote potranno venderle ad altre società che abbiano problemi a mantenersi entro i limiti delle quote loro assegnate. In questo modo, le emissioni saranno ridotte laddove ciò si rivelerà meno costoso. All’inizio di quest’anno la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a tutti gli Stati membri della Ue-15 per non aver recepito la direttiva in questione nel diritto nazionale entro il termine del 31 dicembre 2003. La Commissione intende ora inviare un parere motivato agli Stati membri, fatta eccezione per Austria, Francia, Germania e Svezia, che hanno nel frattempo presentato i pertinenti atti legislativi, attualmente in corso di esame da parte della Commissione. La Commissione è tuttavia consapevole che nella maggioranza degli Stati membri la legislazione in questione è in corso di esame da parte dei parlamenti nazionali e che i piani nazionali di assegnazione delle quote sono in fase di stesura. Piani nazionali di assegnazione delle quote La direttiva sullo scambio di quote di emissioni stabiliva che gli Stati membri della Ue-15 dovevano presentare alla Commissione “piani nazionali di assegnazione” entro il 31 marzo 2004. A tutt’oggi Grecia e Italia non hanno ancora notificato i rispettivi piani di assegnazione e pertanto la Commissione invierà loro una lettera di costituzione in mora. In data odierna la Commissione ha approvato i piani di otto Stati membri a condizione che ad alcuni di essi siano apportate le opportune migliorie. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte (Ip/04/862 e Memo/04/44). Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  
   
   
SCAMBIO DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DI ALCUNI STATI MEMBRI PER FARE IN MODO CHE ACCELERINO LE MISURE PREPARATORIE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Per garantire il successo del regime di scambio di emissioni nella Ue, il cui inizio è previsto per il gennaio prossimo, la Commissione ha deciso di procedere nei confronti degli Stati membri che non adottano le misure preparatorie con la necessaria sollecitudine. Il regime Ue per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell’energia elettrica con costi minimi per l’economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Si tratta del regime più rilevante mai messo in atto nel settore. La Commissione invierà una lettera di costituzione in mora a due Stati membri – Grecia e Italia – che non hanno ancora presentato i rispettivi piani di assegnazione delle quote. I piani devono indicare il numero di quote di emissioni che gli Stati membri intendono assegnare alle loro industrie. Inoltre la Commissione intende avviare pareri motivati a tutti gli Stati membri della Ue-15, fatta eccezione per Austria, Germania, Francia e Svezia, per non aver pienamente recepito nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2003, come era previsto, la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. Margot Wallström, il commissario responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato: “L’anno scorso gli Stati membri hanno deciso all’unanimità di assegnare un ruolo centrale allo scambio di emissioni e di farne lo strumento principale della Ue per centrare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Tale scelta era dovuta al fatto che lo scambio di quote di emissioni è lo strumento con il migliore rapporto costi-efficacia per rispettare gli obiettivi di Kyoto. Se da un lato mi felicito che la Commissione abbia potuto approvare in data odierna una prima serie di otto piani nazionali di assegnazione delle quote, dall’altro sono delusa che alcuni Stati membri non abbiano adottato con la dovuta sollecitudine le misure necessarie per fare sì che l’anno prossimo gli scambi di quote possano avere inizio senza intoppi. Se la Ue vuole mantenere il proprio ruolo guida nella lotta contro il cambio climatico, il regime di scambio delle quote di emissione costituisce lo strumento più efficace per dimostrare la sua determinazione e tutti gli Stati membri devono fare la loro parte”. La direttiva Ue sullo scambio di quote di emissioni Ai sensi della direttiva sullo scambio di quote di emissione[1], gli Stati membri devono fissare limiti alle emissioni degli impianti ad alta intensità di energia, assegnando loro quote di emissioni di Co2. Ci si aspetta che oltre 12 000 impianti rientreranno nel campo di applicazione della direttiva. L’anno prossimo, quando inizieranno gli scambi, le società che non useranno le loro quote potranno venderle ad altre società che abbiano problemi a mantenersi entro i limiti delle quote loro assegnate. In questo modo, le emissioni saranno ridotte laddove ciò si rivelerà meno costoso. All’inizio di quest’anno la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a tutti gli Stati membri della Ue-15 per non aver recepito la direttiva in questione nel diritto nazionale entro il termine del 31 dicembre 2003. La Commissione intende ora inviare un parere motivato agli Stati membri, fatta eccezione per Austria, Francia, Germania e Svezia, che hanno nel frattempo presentato i pertinenti atti legislativi, attualmente in corso di esame da parte della Commissione. La Commissione è tuttavia consapevole che nella maggioranza degli Stati membri la legislazione in questione è in corso di esame da parte dei parlamenti nazionali e che i piani nazionali di assegnazione delle quote sono in fase di stesura. Piani nazionali di assegnazione delle quote La direttiva sullo scambio di quote di emissioni stabiliva che gli Stati membri della Ue-15 dovevano presentare alla Commissione “piani nazionali di assegnazione” entro il 31 marzo 2004. A tutt’oggi Grecia e Italia non hanno ancora notificato i rispettivi piani di assegnazione e pertanto la Commissione invierà loro una lettera di costituzione in mora. In data odierna la Commissione ha approvato i piani di otto Stati membri a condizione che ad alcuni di essi siano apportate le opportune migliorie. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte (Ip/04/862 e Memo/04/44). Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  
   
   
SCAMBIO DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DI ALCUNI STATI MEMBRI PER FARE IN MODO CHE ACCELERINO LE MISURE PREPARATORIE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Per garantire il successo del regime di scambio di emissioni nella Ue, il cui inizio è previsto per il gennaio prossimo, la Commissione ha deciso di procedere nei confronti degli Stati membri che non adottano le misure preparatorie con la necessaria sollecitudine. Il regime Ue per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell’energia elettrica con costi minimi per l’economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Si tratta del regime più rilevante mai messo in atto nel settore. La Commissione invierà una lettera di costituzione in mora a due Stati membri – Grecia e Italia – che non hanno ancora presentato i rispettivi piani di assegnazione delle quote. I piani devono indicare il numero di quote di emissioni che gli Stati membri intendono assegnare alle loro industrie. Inoltre la Commissione intende avviare pareri motivati a tutti gli Stati membri della Ue-15, fatta eccezione per Austria, Germania, Francia e Svezia, per non aver pienamente recepito nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2003, come era previsto, la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. Margot Wallström, il commissario responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato: “L’anno scorso gli Stati membri hanno deciso all’unanimità di assegnare un ruolo centrale allo scambio di emissioni e di farne lo strumento principale della Ue per centrare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Tale scelta era dovuta al fatto che lo scambio di quote di emissioni è lo strumento con il migliore rapporto costi-efficacia per rispettare gli obiettivi di Kyoto. Se da un lato mi felicito che la Commissione abbia potuto approvare in data odierna una prima serie di otto piani nazionali di assegnazione delle quote, dall’altro sono delusa che alcuni Stati membri non abbiano adottato con la dovuta sollecitudine le misure necessarie per fare sì che l’anno prossimo gli scambi di quote possano avere inizio senza intoppi. Se la Ue vuole mantenere il proprio ruolo guida nella lotta contro il cambio climatico, il regime di scambio delle quote di emissione costituisce lo strumento più efficace per dimostrare la sua determinazione e tutti gli Stati membri devono fare la loro parte”. La direttiva Ue sullo scambio di quote di emissioni Ai sensi della direttiva sullo scambio di quote di emissione[1], gli Stati membri devono fissare limiti alle emissioni degli impianti ad alta intensità di energia, assegnando loro quote di emissioni di Co2. Ci si aspetta che oltre 12 000 impianti rientreranno nel campo di applicazione della direttiva. L’anno prossimo, quando inizieranno gli scambi, le società che non useranno le loro quote potranno venderle ad altre società che abbiano problemi a mantenersi entro i limiti delle quote loro assegnate. In questo modo, le emissioni saranno ridotte laddove ciò si rivelerà meno costoso. All’inizio di quest’anno la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a tutti gli Stati membri della Ue-15 per non aver recepito la direttiva in questione nel diritto nazionale entro il termine del 31 dicembre 2003. La Commissione intende ora inviare un parere motivato agli Stati membri, fatta eccezione per Austria, Francia, Germania e Svezia, che hanno nel frattempo presentato i pertinenti atti legislativi, attualmente in corso di esame da parte della Commissione. La Commissione è tuttavia consapevole che nella maggioranza degli Stati membri la legislazione in questione è in corso di esame da parte dei parlamenti nazionali e che i piani nazionali di assegnazione delle quote sono in fase di stesura. Piani nazionali di assegnazione delle quote La direttiva sullo scambio di quote di emissioni stabiliva che gli Stati membri della Ue-15 dovevano presentare alla Commissione “piani nazionali di assegnazione” entro il 31 marzo 2004. A tutt’oggi Grecia e Italia non hanno ancora notificato i rispettivi piani di assegnazione e pertanto la Commissione invierà loro una lettera di costituzione in mora. In data odierna la Commissione ha approvato i piani di otto Stati membri a condizione che ad alcuni di essi siano apportate le opportune migliorie. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte (Ip/04/862 e Memo/04/44). Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  
   
   
SCAMBIO DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DI ALCUNI STATI MEMBRI PER FARE IN MODO CHE ACCELERINO LE MISURE PREPARATORIE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Per garantire il successo del regime di scambio di emissioni nella Ue, il cui inizio è previsto per il gennaio prossimo, la Commissione ha deciso di procedere nei confronti degli Stati membri che non adottano le misure preparatorie con la necessaria sollecitudine. Il regime Ue per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell’energia elettrica con costi minimi per l’economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Si tratta del regime più rilevante mai messo in atto nel settore. La Commissione invierà una lettera di costituzione in mora a due Stati membri – Grecia e Italia – che non hanno ancora presentato i rispettivi piani di assegnazione delle quote. I piani devono indicare il numero di quote di emissioni che gli Stati membri intendono assegnare alle loro industrie. Inoltre la Commissione intende avviare pareri motivati a tutti gli Stati membri della Ue-15, fatta eccezione per Austria, Germania, Francia e Svezia, per non aver pienamente recepito nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2003, come era previsto, la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. Margot Wallström, il commissario responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato: “L’anno scorso gli Stati membri hanno deciso all’unanimità di assegnare un ruolo centrale allo scambio di emissioni e di farne lo strumento principale della Ue per centrare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Tale scelta era dovuta al fatto che lo scambio di quote di emissioni è lo strumento con il migliore rapporto costi-efficacia per rispettare gli obiettivi di Kyoto. Se da un lato mi felicito che la Commissione abbia potuto approvare in data odierna una prima serie di otto piani nazionali di assegnazione delle quote, dall’altro sono delusa che alcuni Stati membri non abbiano adottato con la dovuta sollecitudine le misure necessarie per fare sì che l’anno prossimo gli scambi di quote possano avere inizio senza intoppi. Se la Ue vuole mantenere il proprio ruolo guida nella lotta contro il cambio climatico, il regime di scambio delle quote di emissione costituisce lo strumento più efficace per dimostrare la sua determinazione e tutti gli Stati membri devono fare la loro parte”. La direttiva Ue sullo scambio di quote di emissioni Ai sensi della direttiva sullo scambio di quote di emissione[1], gli Stati membri devono fissare limiti alle emissioni degli impianti ad alta intensità di energia, assegnando loro quote di emissioni di Co2. Ci si aspetta che oltre 12 000 impianti rientreranno nel campo di applicazione della direttiva. L’anno prossimo, quando inizieranno gli scambi, le società che non useranno le loro quote potranno venderle ad altre società che abbiano problemi a mantenersi entro i limiti delle quote loro assegnate. In questo modo, le emissioni saranno ridotte laddove ciò si rivelerà meno costoso. All’inizio di quest’anno la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a tutti gli Stati membri della Ue-15 per non aver recepito la direttiva in questione nel diritto nazionale entro il termine del 31 dicembre 2003. La Commissione intende ora inviare un parere motivato agli Stati membri, fatta eccezione per Austria, Francia, Germania e Svezia, che hanno nel frattempo presentato i pertinenti atti legislativi, attualmente in corso di esame da parte della Commissione. La Commissione è tuttavia consapevole che nella maggioranza degli Stati membri la legislazione in questione è in corso di esame da parte dei parlamenti nazionali e che i piani nazionali di assegnazione delle quote sono in fase di stesura. Piani nazionali di assegnazione delle quote La direttiva sullo scambio di quote di emissioni stabiliva che gli Stati membri della Ue-15 dovevano presentare alla Commissione “piani nazionali di assegnazione” entro il 31 marzo 2004. A tutt’oggi Grecia e Italia non hanno ancora notificato i rispettivi piani di assegnazione e pertanto la Commissione invierà loro una lettera di costituzione in mora. In data odierna la Commissione ha approvato i piani di otto Stati membri a condizione che ad alcuni di essi siano apportate le opportune migliorie. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte (Ip/04/862 e Memo/04/44). Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  
   
   
SCAMBIO DI EMISSIONI: LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DI ALCUNI STATI MEMBRI PER FARE IN MODO CHE ACCELERINO LE MISURE PREPARATORIE  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Per garantire il successo del regime di scambio di emissioni nella Ue, il cui inizio è previsto per il gennaio prossimo, la Commissione ha deciso di procedere nei confronti degli Stati membri che non adottano le misure preparatorie con la necessaria sollecitudine. Il regime Ue per lo scambio di quote di emissioni garantirà una riduzione delle emissioni a effetto serra nel settore industriale e in quello dell’energia elettrica con costi minimi per l’economia e aiuterà la Ue e i suoi Stati membri a rispettare i limiti di emissioni fissati nel 1997 dal protocollo di Kyoto. Si tratta del regime più rilevante mai messo in atto nel settore. La Commissione invierà una lettera di costituzione in mora a due Stati membri – Grecia e Italia – che non hanno ancora presentato i rispettivi piani di assegnazione delle quote. I piani devono indicare il numero di quote di emissioni che gli Stati membri intendono assegnare alle loro industrie. Inoltre la Commissione intende avviare pareri motivati a tutti gli Stati membri della Ue-15, fatta eccezione per Austria, Germania, Francia e Svezia, per non aver pienamente recepito nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2003, come era previsto, la direttiva sullo scambio di quote di emissioni. Margot Wallström, il commissario responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato: “L’anno scorso gli Stati membri hanno deciso all’unanimità di assegnare un ruolo centrale allo scambio di emissioni e di farne lo strumento principale della Ue per centrare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Tale scelta era dovuta al fatto che lo scambio di quote di emissioni è lo strumento con il migliore rapporto costi-efficacia per rispettare gli obiettivi di Kyoto. Se da un lato mi felicito che la Commissione abbia potuto approvare in data odierna una prima serie di otto piani nazionali di assegnazione delle quote, dall’altro sono delusa che alcuni Stati membri non abbiano adottato con la dovuta sollecitudine le misure necessarie per fare sì che l’anno prossimo gli scambi di quote possano avere inizio senza intoppi. Se la Ue vuole mantenere il proprio ruolo guida nella lotta contro il cambio climatico, il regime di scambio delle quote di emissione costituisce lo strumento più efficace per dimostrare la sua determinazione e tutti gli Stati membri devono fare la loro parte”. La direttiva Ue sullo scambio di quote di emissioni Ai sensi della direttiva sullo scambio di quote di emissione[1], gli Stati membri devono fissare limiti alle emissioni degli impianti ad alta intensità di energia, assegnando loro quote di emissioni di Co2. Ci si aspetta che oltre 12 000 impianti rientreranno nel campo di applicazione della direttiva. L’anno prossimo, quando inizieranno gli scambi, le società che non useranno le loro quote potranno venderle ad altre società che abbiano problemi a mantenersi entro i limiti delle quote loro assegnate. In questo modo, le emissioni saranno ridotte laddove ciò si rivelerà meno costoso. All’inizio di quest’anno la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a tutti gli Stati membri della Ue-15 per non aver recepito la direttiva in questione nel diritto nazionale entro il termine del 31 dicembre 2003. La Commissione intende ora inviare un parere motivato agli Stati membri, fatta eccezione per Austria, Francia, Germania e Svezia, che hanno nel frattempo presentato i pertinenti atti legislativi, attualmente in corso di esame da parte della Commissione. La Commissione è tuttavia consapevole che nella maggioranza degli Stati membri la legislazione in questione è in corso di esame da parte dei parlamenti nazionali e che i piani nazionali di assegnazione delle quote sono in fase di stesura. Piani nazionali di assegnazione delle quote La direttiva sullo scambio di quote di emissioni stabiliva che gli Stati membri della Ue-15 dovevano presentare alla Commissione “piani nazionali di assegnazione” entro il 31 marzo 2004. A tutt’oggi Grecia e Italia non hanno ancora notificato i rispettivi piani di assegnazione e pertanto la Commissione invierà loro una lettera di costituzione in mora. In data odierna la Commissione ha approvato i piani di otto Stati membri a condizione che ad alcuni di essi siano apportate le opportune migliorie. A questo ultimo aspetto è dedicato un comunicato stampa a parte (Ip/04/862 e Memo/04/44). Infolink: http://europa.Eu.int/comm/environment/climat/emission.htm  
   
   
MTM FORNIRÀ IMPIANTI A GPL PER LE AUTOMOBILI DAEWOO BI-FUEL AGLI ACQUIRENTI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DEI CONTRIBUTI GOVERNATIVI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Gm Daewoo Italia ha siglato un accordo con la Mtm di Cherasco (Cuneo) per la fornitura di impianti per realizzare versioni a doppia alimentazione benzina/gpl di Kalos, Nubira, Lacetti, Tacuma ed Evanda. La Mtm realizzerà appositi kit che installerà presso la propria sede e provvederà al necessario collaudo presso la Motorizzazione Civile prima dell’immatricolazione della vettura. In questo modo sarà possibile per le persone fisiche accedere ai contributi governativi (di 650 euro) previsti per l’installazione di impianti a gpl o metano. La Mtm è titolare del marchio Brc Gas Equipment i cui impianti a gpl già equipaggiavano alcuni modelli Daewoo. I sistemi di alimentazione a gas godranno della stessa garanzia delle vetture Daewoo, 36 mesi o 100mila km e la manutenzione ordinaria e programmata verrà effettuata presso i punti di assistenza della rete Daewoo. La formazione specifica del personale delle concessionarie o delle officine autorizzate Daewoo sarà effettuata dalla Mtm, che fornirà anche i necessari strumenti hardware e software per la diagnostica. Gli impianti saranno del tipo più moderno, con iniezione multipoint sequenziale in fase gassosa. I serbatoi potranno essere toroidali, installati al posto della ruota di scorta – in questo caso verrà fornito un kit per la riparazione dei pneumatici – oppure, per la berlina Evanda, cilindrici. La capacità varierà dai 42 litri nominali di Kalos, Nubira e Lacetti ai 53 di Tacuma, per arrivare fino ai 60 di Evanda. In termini di autonomia, va considerato che la legge impone un riempimento massimo dell’80%, gestito da un’apposita valvola, e che il consumo a gas misurato in litri è superiore del 15% circa rispetto al funzionamento a benzina. Anche tenendo conto di questi fattori, le percorrenze medie nel funzionamento a gas risultano ben superiori ai 300 km per tutti i modelli. In Italia oggi il gpl costa al litro circa la metà della benzina presso le stazioni di servizio autostradali e ancora meno nei normali punti di rifornimento, oltre 2.000 in tutta Italia. Il risparmio nei costi d’uso rispetto ad una vettura a benzina è all’incirca del 40-45%. In termini di emissioni, i vantaggi riguardano gli idrocarburi aromatici come il benzene, assenti all’origine nel gas liquido (composto quasi completamente da butano e propano in percentuali variabili) e il particolato. Per questo, in molti casi alle vetture a gpl è consentito di circolare anche nei giorni di blocco del traffico per motivi di inquinamento. Rispetto al metano, il funzionamento a gas liquido non penalizza le prestazioni: le differenze rispetto al funzionamento a benzina sono di fatto trascurabili. Il peso stesso dell’impianto è inferiore per le minori pressioni in gioco. Lo stesso ingombro del serbatoio di gpl, che può trovare posto nel vano della ruota di scorta, è ben inferiore rispetto alle bombole del metano. Infine, in Italia la rete distributiva del metano conta poche centinaia di distributori, con pochissime unità lungo le autostrade.  
   
   
MTM FORNIRÀ IMPIANTI A GPL PER LE AUTOMOBILI DAEWOO BI-FUEL AGLI ACQUIRENTI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DEI CONTRIBUTI GOVERNATIVI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Gm Daewoo Italia ha siglato un accordo con la Mtm di Cherasco (Cuneo) per la fornitura di impianti per realizzare versioni a doppia alimentazione benzina/gpl di Kalos, Nubira, Lacetti, Tacuma ed Evanda. La Mtm realizzerà appositi kit che installerà presso la propria sede e provvederà al necessario collaudo presso la Motorizzazione Civile prima dell’immatricolazione della vettura. In questo modo sarà possibile per le persone fisiche accedere ai contributi governativi (di 650 euro) previsti per l’installazione di impianti a gpl o metano. La Mtm è titolare del marchio Brc Gas Equipment i cui impianti a gpl già equipaggiavano alcuni modelli Daewoo. I sistemi di alimentazione a gas godranno della stessa garanzia delle vetture Daewoo, 36 mesi o 100mila km e la manutenzione ordinaria e programmata verrà effettuata presso i punti di assistenza della rete Daewoo. La formazione specifica del personale delle concessionarie o delle officine autorizzate Daewoo sarà effettuata dalla Mtm, che fornirà anche i necessari strumenti hardware e software per la diagnostica. Gli impianti saranno del tipo più moderno, con iniezione multipoint sequenziale in fase gassosa. I serbatoi potranno essere toroidali, installati al posto della ruota di scorta – in questo caso verrà fornito un kit per la riparazione dei pneumatici – oppure, per la berlina Evanda, cilindrici. La capacità varierà dai 42 litri nominali di Kalos, Nubira e Lacetti ai 53 di Tacuma, per arrivare fino ai 60 di Evanda. In termini di autonomia, va considerato che la legge impone un riempimento massimo dell’80%, gestito da un’apposita valvola, e che il consumo a gas misurato in litri è superiore del 15% circa rispetto al funzionamento a benzina. Anche tenendo conto di questi fattori, le percorrenze medie nel funzionamento a gas risultano ben superiori ai 300 km per tutti i modelli. In Italia oggi il gpl costa al litro circa la metà della benzina presso le stazioni di servizio autostradali e ancora meno nei normali punti di rifornimento, oltre 2.000 in tutta Italia. Il risparmio nei costi d’uso rispetto ad una vettura a benzina è all’incirca del 40-45%. In termini di emissioni, i vantaggi riguardano gli idrocarburi aromatici come il benzene, assenti all’origine nel gas liquido (composto quasi completamente da butano e propano in percentuali variabili) e il particolato. Per questo, in molti casi alle vetture a gpl è consentito di circolare anche nei giorni di blocco del traffico per motivi di inquinamento. Rispetto al metano, il funzionamento a gas liquido non penalizza le prestazioni: le differenze rispetto al funzionamento a benzina sono di fatto trascurabili. Il peso stesso dell’impianto è inferiore per le minori pressioni in gioco. Lo stesso ingombro del serbatoio di gpl, che può trovare posto nel vano della ruota di scorta, è ben inferiore rispetto alle bombole del metano. Infine, in Italia la rete distributiva del metano conta poche centinaia di distributori, con pochissime unità lungo le autostrade.  
   
   
MTM FORNIRÀ IMPIANTI A GPL PER LE AUTOMOBILI DAEWOO BI-FUEL AGLI ACQUIRENTI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DEI CONTRIBUTI GOVERNATIVI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Gm Daewoo Italia ha siglato un accordo con la Mtm di Cherasco (Cuneo) per la fornitura di impianti per realizzare versioni a doppia alimentazione benzina/gpl di Kalos, Nubira, Lacetti, Tacuma ed Evanda. La Mtm realizzerà appositi kit che installerà presso la propria sede e provvederà al necessario collaudo presso la Motorizzazione Civile prima dell’immatricolazione della vettura. In questo modo sarà possibile per le persone fisiche accedere ai contributi governativi (di 650 euro) previsti per l’installazione di impianti a gpl o metano. La Mtm è titolare del marchio Brc Gas Equipment i cui impianti a gpl già equipaggiavano alcuni modelli Daewoo. I sistemi di alimentazione a gas godranno della stessa garanzia delle vetture Daewoo, 36 mesi o 100mila km e la manutenzione ordinaria e programmata verrà effettuata presso i punti di assistenza della rete Daewoo. La formazione specifica del personale delle concessionarie o delle officine autorizzate Daewoo sarà effettuata dalla Mtm, che fornirà anche i necessari strumenti hardware e software per la diagnostica. Gli impianti saranno del tipo più moderno, con iniezione multipoint sequenziale in fase gassosa. I serbatoi potranno essere toroidali, installati al posto della ruota di scorta – in questo caso verrà fornito un kit per la riparazione dei pneumatici – oppure, per la berlina Evanda, cilindrici. La capacità varierà dai 42 litri nominali di Kalos, Nubira e Lacetti ai 53 di Tacuma, per arrivare fino ai 60 di Evanda. In termini di autonomia, va considerato che la legge impone un riempimento massimo dell’80%, gestito da un’apposita valvola, e che il consumo a gas misurato in litri è superiore del 15% circa rispetto al funzionamento a benzina. Anche tenendo conto di questi fattori, le percorrenze medie nel funzionamento a gas risultano ben superiori ai 300 km per tutti i modelli. In Italia oggi il gpl costa al litro circa la metà della benzina presso le stazioni di servizio autostradali e ancora meno nei normali punti di rifornimento, oltre 2.000 in tutta Italia. Il risparmio nei costi d’uso rispetto ad una vettura a benzina è all’incirca del 40-45%. In termini di emissioni, i vantaggi riguardano gli idrocarburi aromatici come il benzene, assenti all’origine nel gas liquido (composto quasi completamente da butano e propano in percentuali variabili) e il particolato. Per questo, in molti casi alle vetture a gpl è consentito di circolare anche nei giorni di blocco del traffico per motivi di inquinamento. Rispetto al metano, il funzionamento a gas liquido non penalizza le prestazioni: le differenze rispetto al funzionamento a benzina sono di fatto trascurabili. Il peso stesso dell’impianto è inferiore per le minori pressioni in gioco. Lo stesso ingombro del serbatoio di gpl, che può trovare posto nel vano della ruota di scorta, è ben inferiore rispetto alle bombole del metano. Infine, in Italia la rete distributiva del metano conta poche centinaia di distributori, con pochissime unità lungo le autostrade.  
   
   
MTM FORNIRÀ IMPIANTI A GPL PER LE AUTOMOBILI DAEWOO BI-FUEL AGLI ACQUIRENTI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DEI CONTRIBUTI GOVERNATIVI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Gm Daewoo Italia ha siglato un accordo con la Mtm di Cherasco (Cuneo) per la fornitura di impianti per realizzare versioni a doppia alimentazione benzina/gpl di Kalos, Nubira, Lacetti, Tacuma ed Evanda. La Mtm realizzerà appositi kit che installerà presso la propria sede e provvederà al necessario collaudo presso la Motorizzazione Civile prima dell’immatricolazione della vettura. In questo modo sarà possibile per le persone fisiche accedere ai contributi governativi (di 650 euro) previsti per l’installazione di impianti a gpl o metano. La Mtm è titolare del marchio Brc Gas Equipment i cui impianti a gpl già equipaggiavano alcuni modelli Daewoo. I sistemi di alimentazione a gas godranno della stessa garanzia delle vetture Daewoo, 36 mesi o 100mila km e la manutenzione ordinaria e programmata verrà effettuata presso i punti di assistenza della rete Daewoo. La formazione specifica del personale delle concessionarie o delle officine autorizzate Daewoo sarà effettuata dalla Mtm, che fornirà anche i necessari strumenti hardware e software per la diagnostica. Gli impianti saranno del tipo più moderno, con iniezione multipoint sequenziale in fase gassosa. I serbatoi potranno essere toroidali, installati al posto della ruota di scorta – in questo caso verrà fornito un kit per la riparazione dei pneumatici – oppure, per la berlina Evanda, cilindrici. La capacità varierà dai 42 litri nominali di Kalos, Nubira e Lacetti ai 53 di Tacuma, per arrivare fino ai 60 di Evanda. In termini di autonomia, va considerato che la legge impone un riempimento massimo dell’80%, gestito da un’apposita valvola, e che il consumo a gas misurato in litri è superiore del 15% circa rispetto al funzionamento a benzina. Anche tenendo conto di questi fattori, le percorrenze medie nel funzionamento a gas risultano ben superiori ai 300 km per tutti i modelli. In Italia oggi il gpl costa al litro circa la metà della benzina presso le stazioni di servizio autostradali e ancora meno nei normali punti di rifornimento, oltre 2.000 in tutta Italia. Il risparmio nei costi d’uso rispetto ad una vettura a benzina è all’incirca del 40-45%. In termini di emissioni, i vantaggi riguardano gli idrocarburi aromatici come il benzene, assenti all’origine nel gas liquido (composto quasi completamente da butano e propano in percentuali variabili) e il particolato. Per questo, in molti casi alle vetture a gpl è consentito di circolare anche nei giorni di blocco del traffico per motivi di inquinamento. Rispetto al metano, il funzionamento a gas liquido non penalizza le prestazioni: le differenze rispetto al funzionamento a benzina sono di fatto trascurabili. Il peso stesso dell’impianto è inferiore per le minori pressioni in gioco. Lo stesso ingombro del serbatoio di gpl, che può trovare posto nel vano della ruota di scorta, è ben inferiore rispetto alle bombole del metano. Infine, in Italia la rete distributiva del metano conta poche centinaia di distributori, con pochissime unità lungo le autostrade.  
   
   
MTM FORNIRÀ IMPIANTI A GPL PER LE AUTOMOBILI DAEWOO BI-FUEL AGLI ACQUIRENTI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DEI CONTRIBUTI GOVERNATIVI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Gm Daewoo Italia ha siglato un accordo con la Mtm di Cherasco (Cuneo) per la fornitura di impianti per realizzare versioni a doppia alimentazione benzina/gpl di Kalos, Nubira, Lacetti, Tacuma ed Evanda. La Mtm realizzerà appositi kit che installerà presso la propria sede e provvederà al necessario collaudo presso la Motorizzazione Civile prima dell’immatricolazione della vettura. In questo modo sarà possibile per le persone fisiche accedere ai contributi governativi (di 650 euro) previsti per l’installazione di impianti a gpl o metano. La Mtm è titolare del marchio Brc Gas Equipment i cui impianti a gpl già equipaggiavano alcuni modelli Daewoo. I sistemi di alimentazione a gas godranno della stessa garanzia delle vetture Daewoo, 36 mesi o 100mila km e la manutenzione ordinaria e programmata verrà effettuata presso i punti di assistenza della rete Daewoo. La formazione specifica del personale delle concessionarie o delle officine autorizzate Daewoo sarà effettuata dalla Mtm, che fornirà anche i necessari strumenti hardware e software per la diagnostica. Gli impianti saranno del tipo più moderno, con iniezione multipoint sequenziale in fase gassosa. I serbatoi potranno essere toroidali, installati al posto della ruota di scorta – in questo caso verrà fornito un kit per la riparazione dei pneumatici – oppure, per la berlina Evanda, cilindrici. La capacità varierà dai 42 litri nominali di Kalos, Nubira e Lacetti ai 53 di Tacuma, per arrivare fino ai 60 di Evanda. In termini di autonomia, va considerato che la legge impone un riempimento massimo dell’80%, gestito da un’apposita valvola, e che il consumo a gas misurato in litri è superiore del 15% circa rispetto al funzionamento a benzina. Anche tenendo conto di questi fattori, le percorrenze medie nel funzionamento a gas risultano ben superiori ai 300 km per tutti i modelli. In Italia oggi il gpl costa al litro circa la metà della benzina presso le stazioni di servizio autostradali e ancora meno nei normali punti di rifornimento, oltre 2.000 in tutta Italia. Il risparmio nei costi d’uso rispetto ad una vettura a benzina è all’incirca del 40-45%. In termini di emissioni, i vantaggi riguardano gli idrocarburi aromatici come il benzene, assenti all’origine nel gas liquido (composto quasi completamente da butano e propano in percentuali variabili) e il particolato. Per questo, in molti casi alle vetture a gpl è consentito di circolare anche nei giorni di blocco del traffico per motivi di inquinamento. Rispetto al metano, il funzionamento a gas liquido non penalizza le prestazioni: le differenze rispetto al funzionamento a benzina sono di fatto trascurabili. Il peso stesso dell’impianto è inferiore per le minori pressioni in gioco. Lo stesso ingombro del serbatoio di gpl, che può trovare posto nel vano della ruota di scorta, è ben inferiore rispetto alle bombole del metano. Infine, in Italia la rete distributiva del metano conta poche centinaia di distributori, con pochissime unità lungo le autostrade.  
   
   
MTM FORNIRÀ IMPIANTI A GPL PER LE AUTOMOBILI DAEWOO BI-FUEL AGLI ACQUIRENTI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DEI CONTRIBUTI GOVERNATIVI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Gm Daewoo Italia ha siglato un accordo con la Mtm di Cherasco (Cuneo) per la fornitura di impianti per realizzare versioni a doppia alimentazione benzina/gpl di Kalos, Nubira, Lacetti, Tacuma ed Evanda. La Mtm realizzerà appositi kit che installerà presso la propria sede e provvederà al necessario collaudo presso la Motorizzazione Civile prima dell’immatricolazione della vettura. In questo modo sarà possibile per le persone fisiche accedere ai contributi governativi (di 650 euro) previsti per l’installazione di impianti a gpl o metano. La Mtm è titolare del marchio Brc Gas Equipment i cui impianti a gpl già equipaggiavano alcuni modelli Daewoo. I sistemi di alimentazione a gas godranno della stessa garanzia delle vetture Daewoo, 36 mesi o 100mila km e la manutenzione ordinaria e programmata verrà effettuata presso i punti di assistenza della rete Daewoo. La formazione specifica del personale delle concessionarie o delle officine autorizzate Daewoo sarà effettuata dalla Mtm, che fornirà anche i necessari strumenti hardware e software per la diagnostica. Gli impianti saranno del tipo più moderno, con iniezione multipoint sequenziale in fase gassosa. I serbatoi potranno essere toroidali, installati al posto della ruota di scorta – in questo caso verrà fornito un kit per la riparazione dei pneumatici – oppure, per la berlina Evanda, cilindrici. La capacità varierà dai 42 litri nominali di Kalos, Nubira e Lacetti ai 53 di Tacuma, per arrivare fino ai 60 di Evanda. In termini di autonomia, va considerato che la legge impone un riempimento massimo dell’80%, gestito da un’apposita valvola, e che il consumo a gas misurato in litri è superiore del 15% circa rispetto al funzionamento a benzina. Anche tenendo conto di questi fattori, le percorrenze medie nel funzionamento a gas risultano ben superiori ai 300 km per tutti i modelli. In Italia oggi il gpl costa al litro circa la metà della benzina presso le stazioni di servizio autostradali e ancora meno nei normali punti di rifornimento, oltre 2.000 in tutta Italia. Il risparmio nei costi d’uso rispetto ad una vettura a benzina è all’incirca del 40-45%. In termini di emissioni, i vantaggi riguardano gli idrocarburi aromatici come il benzene, assenti all’origine nel gas liquido (composto quasi completamente da butano e propano in percentuali variabili) e il particolato. Per questo, in molti casi alle vetture a gpl è consentito di circolare anche nei giorni di blocco del traffico per motivi di inquinamento. Rispetto al metano, il funzionamento a gas liquido non penalizza le prestazioni: le differenze rispetto al funzionamento a benzina sono di fatto trascurabili. Il peso stesso dell’impianto è inferiore per le minori pressioni in gioco. Lo stesso ingombro del serbatoio di gpl, che può trovare posto nel vano della ruota di scorta, è ben inferiore rispetto alle bombole del metano. Infine, in Italia la rete distributiva del metano conta poche centinaia di distributori, con pochissime unità lungo le autostrade.  
   
   
AUTOSTRADE: INTESACONSUMATORI CHIEDE INDENNIZZI PER GLI AUTOMOBILISTI CHE QUESTA ESTATE RESTERANNO INTRAPPOLATI IN CODA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DIFFIDATE L’AISCAT E LE SOCIETA’ AUTOSTRADALI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Intesaconsumatori accoglie con favore la proposta della Regione Veneto di indennizzare gli automobilisti che quest’estate resteranno bloccati sulla tratta autostradale di competenza regionale. Ogni estate – commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – migliaia di automobilisti restano intrappolati ore e ore in fila sulle autostrade, sotto il sole cocente, a causa di carenze strutturali o assenza di interventi tempestivi che tutelino gli utenti della strada. Una vera e propria tortura, aggravata dal fatto che gli automobilisti pagano anche un pedaggio e in tali casi il servizio ricevuto non è certo di buon livello. Per questo Intesaconsumatori propone di estendere il provvedimento di indennizzo su tutte le tratte autostradali italiane. Le 4 associazioni annunciano quindi una diffida all’Aiscat e alle varie società autostradali affinché prevedano per questa estate un rimborso agli automobilisti che, non per loro colpa, resteranno bloccati in autostrada subendo disagi.  
   
   
AUTOSTRADE: INTESACONSUMATORI CHIEDE INDENNIZZI PER GLI AUTOMOBILISTI CHE QUESTA ESTATE RESTERANNO INTRAPPOLATI IN CODA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DIFFIDATE L’AISCAT E LE SOCIETA’ AUTOSTRADALI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Intesaconsumatori accoglie con favore la proposta della Regione Veneto di indennizzare gli automobilisti che quest’estate resteranno bloccati sulla tratta autostradale di competenza regionale. Ogni estate – commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – migliaia di automobilisti restano intrappolati ore e ore in fila sulle autostrade, sotto il sole cocente, a causa di carenze strutturali o assenza di interventi tempestivi che tutelino gli utenti della strada. Una vera e propria tortura, aggravata dal fatto che gli automobilisti pagano anche un pedaggio e in tali casi il servizio ricevuto non è certo di buon livello. Per questo Intesaconsumatori propone di estendere il provvedimento di indennizzo su tutte le tratte autostradali italiane. Le 4 associazioni annunciano quindi una diffida all’Aiscat e alle varie società autostradali affinché prevedano per questa estate un rimborso agli automobilisti che, non per loro colpa, resteranno bloccati in autostrada subendo disagi.  
   
   
AUTOSTRADE: INTESACONSUMATORI CHIEDE INDENNIZZI PER GLI AUTOMOBILISTI CHE QUESTA ESTATE RESTERANNO INTRAPPOLATI IN CODA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DIFFIDATE L’AISCAT E LE SOCIETA’ AUTOSTRADALI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Intesaconsumatori accoglie con favore la proposta della Regione Veneto di indennizzare gli automobilisti che quest’estate resteranno bloccati sulla tratta autostradale di competenza regionale. Ogni estate – commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – migliaia di automobilisti restano intrappolati ore e ore in fila sulle autostrade, sotto il sole cocente, a causa di carenze strutturali o assenza di interventi tempestivi che tutelino gli utenti della strada. Una vera e propria tortura, aggravata dal fatto che gli automobilisti pagano anche un pedaggio e in tali casi il servizio ricevuto non è certo di buon livello. Per questo Intesaconsumatori propone di estendere il provvedimento di indennizzo su tutte le tratte autostradali italiane. Le 4 associazioni annunciano quindi una diffida all’Aiscat e alle varie società autostradali affinché prevedano per questa estate un rimborso agli automobilisti che, non per loro colpa, resteranno bloccati in autostrada subendo disagi.  
   
   
AUTOSTRADE: INTESACONSUMATORI CHIEDE INDENNIZZI PER GLI AUTOMOBILISTI CHE QUESTA ESTATE RESTERANNO INTRAPPOLATI IN CODA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DIFFIDATE L’AISCAT E LE SOCIETA’ AUTOSTRADALI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Intesaconsumatori accoglie con favore la proposta della Regione Veneto di indennizzare gli automobilisti che quest’estate resteranno bloccati sulla tratta autostradale di competenza regionale. Ogni estate – commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – migliaia di automobilisti restano intrappolati ore e ore in fila sulle autostrade, sotto il sole cocente, a causa di carenze strutturali o assenza di interventi tempestivi che tutelino gli utenti della strada. Una vera e propria tortura, aggravata dal fatto che gli automobilisti pagano anche un pedaggio e in tali casi il servizio ricevuto non è certo di buon livello. Per questo Intesaconsumatori propone di estendere il provvedimento di indennizzo su tutte le tratte autostradali italiane. Le 4 associazioni annunciano quindi una diffida all’Aiscat e alle varie società autostradali affinché prevedano per questa estate un rimborso agli automobilisti che, non per loro colpa, resteranno bloccati in autostrada subendo disagi.  
   
   
AUTOSTRADE: INTESACONSUMATORI CHIEDE INDENNIZZI PER GLI AUTOMOBILISTI CHE QUESTA ESTATE RESTERANNO INTRAPPOLATI IN CODA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DIFFIDATE L’AISCAT E LE SOCIETA’ AUTOSTRADALI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Intesaconsumatori accoglie con favore la proposta della Regione Veneto di indennizzare gli automobilisti che quest’estate resteranno bloccati sulla tratta autostradale di competenza regionale. Ogni estate – commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – migliaia di automobilisti restano intrappolati ore e ore in fila sulle autostrade, sotto il sole cocente, a causa di carenze strutturali o assenza di interventi tempestivi che tutelino gli utenti della strada. Una vera e propria tortura, aggravata dal fatto che gli automobilisti pagano anche un pedaggio e in tali casi il servizio ricevuto non è certo di buon livello. Per questo Intesaconsumatori propone di estendere il provvedimento di indennizzo su tutte le tratte autostradali italiane. Le 4 associazioni annunciano quindi una diffida all’Aiscat e alle varie società autostradali affinché prevedano per questa estate un rimborso agli automobilisti che, non per loro colpa, resteranno bloccati in autostrada subendo disagi.  
   
   
AUTOSTRADE: INTESACONSUMATORI CHIEDE INDENNIZZI PER GLI AUTOMOBILISTI CHE QUESTA ESTATE RESTERANNO INTRAPPOLATI IN CODA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DIFFIDATE L’AISCAT E LE SOCIETA’ AUTOSTRADALI  
 
Roma, 8 luglio 2004 - Intesaconsumatori accoglie con favore la proposta della Regione Veneto di indennizzare gli automobilisti che quest’estate resteranno bloccati sulla tratta autostradale di competenza regionale. Ogni estate – commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – migliaia di automobilisti restano intrappolati ore e ore in fila sulle autostrade, sotto il sole cocente, a causa di carenze strutturali o assenza di interventi tempestivi che tutelino gli utenti della strada. Una vera e propria tortura, aggravata dal fatto che gli automobilisti pagano anche un pedaggio e in tali casi il servizio ricevuto non è certo di buon livello. Per questo Intesaconsumatori propone di estendere il provvedimento di indennizzo su tutte le tratte autostradali italiane. Le 4 associazioni annunciano quindi una diffida all’Aiscat e alle varie società autostradali affinché prevedano per questa estate un rimborso agli automobilisti che, non per loro colpa, resteranno bloccati in autostrada subendo disagi.  
   
   
350.000 EURO PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI FRA GLI OBIETTIVI, CONTENERE IL COSTO DELLA VITA E TUTELARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Contenimento del costo della vita, tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, difesa delle fasce più deboli dall'inflazione, monitoraggio dei prezzi. Questi alcuni degli obiettivi dei progetti a difesa dei consumatori che vengono finanziati con 350.000 euro dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio, Mario Scotti. I progetti possono essere attuati sia direttamente dalla Regione (100.000 euro) sia dalle 14 associazioni dei consumatori che operano in Lombardia (250.000 euro). Nel triennio 2001/2003 la Regione ha stanziato per la difesa dei consumatori circa 850.000 euro (2001: 232.405; 2002: 250.000; 350.000 nel 2003).  
   
   
350.000 EURO PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI FRA GLI OBIETTIVI, CONTENERE IL COSTO DELLA VITA E TUTELARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Contenimento del costo della vita, tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, difesa delle fasce più deboli dall'inflazione, monitoraggio dei prezzi. Questi alcuni degli obiettivi dei progetti a difesa dei consumatori che vengono finanziati con 350.000 euro dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio, Mario Scotti. I progetti possono essere attuati sia direttamente dalla Regione (100.000 euro) sia dalle 14 associazioni dei consumatori che operano in Lombardia (250.000 euro). Nel triennio 2001/2003 la Regione ha stanziato per la difesa dei consumatori circa 850.000 euro (2001: 232.405; 2002: 250.000; 350.000 nel 2003).  
   
   
350.000 EURO PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI FRA GLI OBIETTIVI, CONTENERE IL COSTO DELLA VITA E TUTELARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Contenimento del costo della vita, tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, difesa delle fasce più deboli dall'inflazione, monitoraggio dei prezzi. Questi alcuni degli obiettivi dei progetti a difesa dei consumatori che vengono finanziati con 350.000 euro dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio, Mario Scotti. I progetti possono essere attuati sia direttamente dalla Regione (100.000 euro) sia dalle 14 associazioni dei consumatori che operano in Lombardia (250.000 euro). Nel triennio 2001/2003 la Regione ha stanziato per la difesa dei consumatori circa 850.000 euro (2001: 232.405; 2002: 250.000; 350.000 nel 2003).  
   
   
350.000 EURO PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI FRA GLI OBIETTIVI, CONTENERE IL COSTO DELLA VITA E TUTELARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Contenimento del costo della vita, tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, difesa delle fasce più deboli dall'inflazione, monitoraggio dei prezzi. Questi alcuni degli obiettivi dei progetti a difesa dei consumatori che vengono finanziati con 350.000 euro dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio, Mario Scotti. I progetti possono essere attuati sia direttamente dalla Regione (100.000 euro) sia dalle 14 associazioni dei consumatori che operano in Lombardia (250.000 euro). Nel triennio 2001/2003 la Regione ha stanziato per la difesa dei consumatori circa 850.000 euro (2001: 232.405; 2002: 250.000; 350.000 nel 2003).  
   
   
350.000 EURO PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI FRA GLI OBIETTIVI, CONTENERE IL COSTO DELLA VITA E TUTELARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Contenimento del costo della vita, tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, difesa delle fasce più deboli dall'inflazione, monitoraggio dei prezzi. Questi alcuni degli obiettivi dei progetti a difesa dei consumatori che vengono finanziati con 350.000 euro dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio, Mario Scotti. I progetti possono essere attuati sia direttamente dalla Regione (100.000 euro) sia dalle 14 associazioni dei consumatori che operano in Lombardia (250.000 euro). Nel triennio 2001/2003 la Regione ha stanziato per la difesa dei consumatori circa 850.000 euro (2001: 232.405; 2002: 250.000; 350.000 nel 2003).  
   
   
350.000 EURO PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI FRA GLI OBIETTIVI, CONTENERE IL COSTO DELLA VITA E TUTELARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI  
 
Milano, 8 luglio 2004 - Contenimento del costo della vita, tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, difesa delle fasce più deboli dall'inflazione, monitoraggio dei prezzi. Questi alcuni degli obiettivi dei progetti a difesa dei consumatori che vengono finanziati con 350.000 euro dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Commercio, Mario Scotti. I progetti possono essere attuati sia direttamente dalla Regione (100.000 euro) sia dalle 14 associazioni dei consumatori che operano in Lombardia (250.000 euro). Nel triennio 2001/2003 la Regione ha stanziato per la difesa dei consumatori circa 850.000 euro (2001: 232.405; 2002: 250.000; 350.000 nel 2003).  
   
   
PRESENTATA LA NUOVA CARTA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI POSTALI  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Nel corso di un incontro tra l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, ing. Massimo Sarmi, il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, dr.Ssa Daniela Primicerio, e i vertici nazionali delle Associazioni dei consumatori, è stata presentata ieri a Roma la nuova Carta della Qualità dei prodotti postali (corrispondenza e pacchi) che contiene gli impegni dell'azienda verso la clientela, le caratteristiche di ogni singolo prodotto e gli standard di qualità, ovvero gli obiettivi di consegna. Nella Carta vengono indicate le modalità di presentazione dei reclami e i tempi entro i quali Poste Italiane si impegna a dare risposta. Vengono previsti inoltre dei rimborsi per tutti i prodotti descritti nel documento, ad esclusione di quelli "non tracciati" (Posta Ordinaria, Posta Prioritaria); non solo in caso di perdite e danneggiamenti, come avviene in molti altri Paesi europei, ma anche in casi di ritardi particolarmente significativi. In pratica viene definito un tempo massimo oltre il quale il ritardo viene equiparato allo smarrimento della corrispondenza o del pacco inviato e per il quale viene fornito, quindi, un rimborso. Infine, come vero punto qualificante viene prevista l'estensione a tutte le regioni d'Italia della procedura di Conciliazione, uno strumento di risoluzione extragiudiziale del contenzioso con la partecipazione attiva delle Associazioni dei consumatori. Le 16 Associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa sono: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Ctcu, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Sulla base di questa collaborazione, e con il contributo economico del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, sarà realizzata la Quality Week, un'iniziativa di comunicazione per diffondere la Carta della Qualità: nella settimana che va dal 12 al 17 luglio in 135 Uffici Postali saranno allestiti dei corner informativi presieduti da rappresentanti delle Associazioni, che illustreranno alla clientela i contenuti della Carta. I fascicoli con il testo della Carta e le locandine che ne riepilogano gli elementi essenziali, saranno disponibili presso tutti gli Uffici Postali e consultabili presso il sito internet www.Poste.it  
   
   
PRESENTATA LA NUOVA CARTA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI POSTALI  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Nel corso di un incontro tra l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, ing. Massimo Sarmi, il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, dr.Ssa Daniela Primicerio, e i vertici nazionali delle Associazioni dei consumatori, è stata presentata ieri a Roma la nuova Carta della Qualità dei prodotti postali (corrispondenza e pacchi) che contiene gli impegni dell'azienda verso la clientela, le caratteristiche di ogni singolo prodotto e gli standard di qualità, ovvero gli obiettivi di consegna. Nella Carta vengono indicate le modalità di presentazione dei reclami e i tempi entro i quali Poste Italiane si impegna a dare risposta. Vengono previsti inoltre dei rimborsi per tutti i prodotti descritti nel documento, ad esclusione di quelli "non tracciati" (Posta Ordinaria, Posta Prioritaria); non solo in caso di perdite e danneggiamenti, come avviene in molti altri Paesi europei, ma anche in casi di ritardi particolarmente significativi. In pratica viene definito un tempo massimo oltre il quale il ritardo viene equiparato allo smarrimento della corrispondenza o del pacco inviato e per il quale viene fornito, quindi, un rimborso. Infine, come vero punto qualificante viene prevista l'estensione a tutte le regioni d'Italia della procedura di Conciliazione, uno strumento di risoluzione extragiudiziale del contenzioso con la partecipazione attiva delle Associazioni dei consumatori. Le 16 Associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa sono: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Ctcu, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Sulla base di questa collaborazione, e con il contributo economico del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, sarà realizzata la Quality Week, un'iniziativa di comunicazione per diffondere la Carta della Qualità: nella settimana che va dal 12 al 17 luglio in 135 Uffici Postali saranno allestiti dei corner informativi presieduti da rappresentanti delle Associazioni, che illustreranno alla clientela i contenuti della Carta. I fascicoli con il testo della Carta e le locandine che ne riepilogano gli elementi essenziali, saranno disponibili presso tutti gli Uffici Postali e consultabili presso il sito internet www.Poste.it  
   
   
PRESENTATA LA NUOVA CARTA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI POSTALI  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Nel corso di un incontro tra l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, ing. Massimo Sarmi, il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, dr.Ssa Daniela Primicerio, e i vertici nazionali delle Associazioni dei consumatori, è stata presentata ieri a Roma la nuova Carta della Qualità dei prodotti postali (corrispondenza e pacchi) che contiene gli impegni dell'azienda verso la clientela, le caratteristiche di ogni singolo prodotto e gli standard di qualità, ovvero gli obiettivi di consegna. Nella Carta vengono indicate le modalità di presentazione dei reclami e i tempi entro i quali Poste Italiane si impegna a dare risposta. Vengono previsti inoltre dei rimborsi per tutti i prodotti descritti nel documento, ad esclusione di quelli "non tracciati" (Posta Ordinaria, Posta Prioritaria); non solo in caso di perdite e danneggiamenti, come avviene in molti altri Paesi europei, ma anche in casi di ritardi particolarmente significativi. In pratica viene definito un tempo massimo oltre il quale il ritardo viene equiparato allo smarrimento della corrispondenza o del pacco inviato e per il quale viene fornito, quindi, un rimborso. Infine, come vero punto qualificante viene prevista l'estensione a tutte le regioni d'Italia della procedura di Conciliazione, uno strumento di risoluzione extragiudiziale del contenzioso con la partecipazione attiva delle Associazioni dei consumatori. Le 16 Associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa sono: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Ctcu, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Sulla base di questa collaborazione, e con il contributo economico del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, sarà realizzata la Quality Week, un'iniziativa di comunicazione per diffondere la Carta della Qualità: nella settimana che va dal 12 al 17 luglio in 135 Uffici Postali saranno allestiti dei corner informativi presieduti da rappresentanti delle Associazioni, che illustreranno alla clientela i contenuti della Carta. I fascicoli con il testo della Carta e le locandine che ne riepilogano gli elementi essenziali, saranno disponibili presso tutti gli Uffici Postali e consultabili presso il sito internet www.Poste.it  
   
   
PRESENTATA LA NUOVA CARTA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI POSTALI  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Nel corso di un incontro tra l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, ing. Massimo Sarmi, il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, dr.Ssa Daniela Primicerio, e i vertici nazionali delle Associazioni dei consumatori, è stata presentata ieri a Roma la nuova Carta della Qualità dei prodotti postali (corrispondenza e pacchi) che contiene gli impegni dell'azienda verso la clientela, le caratteristiche di ogni singolo prodotto e gli standard di qualità, ovvero gli obiettivi di consegna. Nella Carta vengono indicate le modalità di presentazione dei reclami e i tempi entro i quali Poste Italiane si impegna a dare risposta. Vengono previsti inoltre dei rimborsi per tutti i prodotti descritti nel documento, ad esclusione di quelli "non tracciati" (Posta Ordinaria, Posta Prioritaria); non solo in caso di perdite e danneggiamenti, come avviene in molti altri Paesi europei, ma anche in casi di ritardi particolarmente significativi. In pratica viene definito un tempo massimo oltre il quale il ritardo viene equiparato allo smarrimento della corrispondenza o del pacco inviato e per il quale viene fornito, quindi, un rimborso. Infine, come vero punto qualificante viene prevista l'estensione a tutte le regioni d'Italia della procedura di Conciliazione, uno strumento di risoluzione extragiudiziale del contenzioso con la partecipazione attiva delle Associazioni dei consumatori. Le 16 Associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa sono: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Ctcu, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Sulla base di questa collaborazione, e con il contributo economico del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, sarà realizzata la Quality Week, un'iniziativa di comunicazione per diffondere la Carta della Qualità: nella settimana che va dal 12 al 17 luglio in 135 Uffici Postali saranno allestiti dei corner informativi presieduti da rappresentanti delle Associazioni, che illustreranno alla clientela i contenuti della Carta. I fascicoli con il testo della Carta e le locandine che ne riepilogano gli elementi essenziali, saranno disponibili presso tutti gli Uffici Postali e consultabili presso il sito internet www.Poste.it  
   
   
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 Roma, 8 luglio 2004 - Nel corso di un incontro tra l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, ing. Massimo Sarmi, il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, dr.Ssa Daniela Primicerio, e i vertici nazionali delle Associazioni dei consumatori, è stata presentata ieri a Roma la nuova Carta della Qualità dei prodotti postali (corrispondenza e pacchi) che contiene gli impegni dell'azienda verso la clientela, le caratteristiche di ogni singolo prodotto e gli standard di qualità, ovvero gli obiettivi di consegna. Nella Carta vengono indicate le modalità di presentazione dei reclami e i tempi entro i quali Poste Italiane si impegna a dare risposta. Vengono previsti inoltre dei rimborsi per tutti i prodotti descritti nel documento, ad esclusione di quelli "non tracciati" (Posta Ordinaria, Posta Prioritaria); non solo in caso di perdite e danneggiamenti, come avviene in molti altri Paesi europei, ma anche in casi di ritardi particolarmente significativi. In pratica viene definito un tempo massimo oltre il quale il ritardo viene equiparato allo smarrimento della corrispondenza o del pacco inviato e per il quale viene fornito, quindi, un rimborso. Infine, come vero punto qualificante viene prevista l'estensione a tutte le regioni d'Italia della procedura di Conciliazione, uno strumento di risoluzione extragiudiziale del contenzioso con la partecipazione attiva delle Associazioni dei consumatori. Le 16 Associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa sono: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Ctcu, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Sulla base di questa collaborazione, e con il contributo economico del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, sarà realizzata la Quality Week, un'iniziativa di comunicazione per diffondere la Carta della Qualità: nella settimana che va dal 12 al 17 luglio in 135 Uffici Postali saranno allestiti dei corner informativi presieduti da rappresentanti delle Associazioni, che illustreranno alla clientela i contenuti della Carta. I fascicoli con il testo della Carta e le locandine che ne riepilogano gli elementi essenziali, saranno disponibili presso tutti gli Uffici Postali e consultabili presso il sito internet www.Poste.it  
   
   
PRESENTATA LA NUOVA CARTA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI POSTALI  
 
 Roma, 8 luglio 2004 - Nel corso di un incontro tra l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, ing. Massimo Sarmi, il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, dr.Ssa Daniela Primicerio, e i vertici nazionali delle Associazioni dei consumatori, è stata presentata ieri a Roma la nuova Carta della Qualità dei prodotti postali (corrispondenza e pacchi) che contiene gli impegni dell'azienda verso la clientela, le caratteristiche di ogni singolo prodotto e gli standard di qualità, ovvero gli obiettivi di consegna. Nella Carta vengono indicate le modalità di presentazione dei reclami e i tempi entro i quali Poste Italiane si impegna a dare risposta. Vengono previsti inoltre dei rimborsi per tutti i prodotti descritti nel documento, ad esclusione di quelli "non tracciati" (Posta Ordinaria, Posta Prioritaria); non solo in caso di perdite e danneggiamenti, come avviene in molti altri Paesi europei, ma anche in casi di ritardi particolarmente significativi. In pratica viene definito un tempo massimo oltre il quale il ritardo viene equiparato allo smarrimento della corrispondenza o del pacco inviato e per il quale viene fornito, quindi, un rimborso. Infine, come vero punto qualificante viene prevista l'estensione a tutte le regioni d'Italia della procedura di Conciliazione, uno strumento di risoluzione extragiudiziale del contenzioso con la partecipazione attiva delle Associazioni dei consumatori. Le 16 Associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla realizzazione dell'iniziativa sono: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Arco, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Ctcu, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Sulla base di questa collaborazione, e con il contributo economico del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, sarà realizzata la Quality Week, un'iniziativa di comunicazione per diffondere la Carta della Qualità: nella settimana che va dal 12 al 17 luglio in 135 Uffici Postali saranno allestiti dei corner informativi presieduti da rappresentanti delle Associazioni, che illustreranno alla clientela i contenuti della Carta. I fascicoli con il testo della Carta e le locandine che ne riepilogano gli elementi essenziali, saranno disponibili presso tutti gli Uffici Postali e consultabili presso il sito internet www.Poste.it  
   
   
REGIONE LIGURIA: POLITICHE AMBIENTALI CERTIFICATE ISO 14001 DAL RINA  
 
Genova, 8 luglio 2004 – Nell’ambito della Settimana della Cultura Ambientale le politiche ambientali della Regione Liguria ottengono la certificazione Iso 14001 dal Rina. E’ la prima volta che un’amministrazione regionale in Italia ottiene questo prestigioso riconoscimento, che impegnerà di qui in avanti la Regione a implementare un sistema di gestione ambientale orientato al miglioramento continuo delle performance. “Un primato che si aggiunge ad altri risultati importanti – precisa l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Franco Orsi - La nostra regione gode infatti di alcune eccellenze sotto il profilo delle azioni di tutela e miglioramento ambientale: tra queste la certificazione ambientale degli enti territoriali che vede oggi in Liguria il più alto numero di enti locali certificati e l’attuazione di un progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione, che sta portando alla certificazione Iso 14001 e Emas 120 enti. E con il certificato ambientale Iso 14001, ricevuto oggi dal Rina, organismo internazionale di certificazione, alla presenza dell’On. Pino Lucchesi, Presidente del Comitato nazionale Ecolabel – Ecoaudit, la stessa Regione diviene il primo ente legislativo certificato a livello europeo”. Tra gli altri primati, la prima Comunità Montana certificata Iso 14001: Cm Alta Val Polcevera; il primo comune industriale certificato Iso 14001: Valdo Ligure; la prima integrazione tra certificazione Iso 14001 e A21l – Agenda 21 Locale: Celle Ligure; la prima certificazione integrata Iso 14001, Iso 9001 e Ohsas 18001 (sicurezza e salute sul lavoro): Apricale; il maggior numero di enti certificati Iso 14001 in Italia: 13. Oggetto della certificazione conseguita dal Dipartimento Ambiente, Edilizia e Lavori Pubblici della Regione Liguria riguarda la predisposizione di atti normativi e amministrativi, la pianificazione e programmazione in materia di ambiente, edilizia e lavori pubblici, la comunicazione, informazione e formazione ambientale. La certificazione Iso 14001 è stata rilasciata dal Rina al termine di un processo che ha richiesto circa un anno di lavoro da parte della Regione, con la consulenza di Arpal: In estrema sintesi il riconoscimento attesta la conformità del sistema gestionale adottato dall’Amministrazione, testata rispetto a requisiti definiti e attraverso visite ispettive presso la struttura. Anche a seguito dell’avvenuta certificazione, il Rina verificherà periodicamente la corretta attuazione del sistema. Sulla base dei risultati di questo processo, sono stati definiti obiettivi specifici di miglioramento ambientale, tra cui: · Realizzare la pulizia di almeno 8 siti sui fondali oltre – 50 metri entro il 2005 · Semplificazione normativa e migliore definizione dei ruoli dei vari soggetti in chiave di efficienza · Avvio di almeno un programma di bioedilizia residenziale pubblica entro il 2005 · Ridurre il conferimento di rifiuti biodegradabili in discarica a 105 kg anno procapite entro il 2011 (oggi siamo a più di 300 kg). · Produrre il 7% dell’energia da fonte rinovabile entro il 2010 · Ridurre le emissioni di gas climalteranti ai livelli del 1990 entro il 2010 · Raggiungere una sufficiente qualità delle acque in tutti i corpi idrici superficiali (entro il 2008) · Bonificare il 50% dei siti contaminati entro il 2009 Il percorso per raggiungere ogni obiettivo è a sua volta articolato in fasi scadenzate in un dettagliato programma di miglioramento. Ramogepol: esercitazione antinquinamento in mare Oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri impegnati nella simulazione, 100 gli uomini allertati Nell’ambito della Settimana europea della cultura ambientale si è voluta dare particolare centralità alla tutela, valorizzazione e governo dell’ambiente marino e costiero, oggetto del I Convegno internazionale che si apre giovedì 8 luglio presso il centro congressi Magazzini del Cotone. La mattinata odierna si è aperta con l’avvicinamento al porto di una motocisterna carica di 800.000 tonnellate di Iranian Heavy, diretta al porto Petroli a velocità 15.5 nodi. All’improvviso un’esplosione a bordo, nella zona prodiera. Il Comandante ferma le macchine e lancia il may day e descrive la situazione a bordo, confermando il propagarsi dell’incendio con possibile ulteriore prorogazione. Richiede inoltre aiuto immediato e assistenza per due dispersi e tre ustionati gravi. Sarebbe davvero uno scenario apocalittico, se non si trattasse di un’esercitazione. I mezzi S.a.r. Raggiungono velocemente il luogo dell’incidente e si svolgono gli interventi antincendio e antinquinamento. Obiettivo della simulazione: testare le comunicazione di emergenza, S.a.r. E antinquinamento, i tempi di risposta, il piano di intervento definito ed il nuovo progetto d’attuazione del piano internazionale franco-italo-monegasco per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento marino denominato appunto Ramogepol. “Un ringraziamento particolare va al Comitato Ramoge e al Dipartimento Marittimo per aver portato a Genova un evento tanto spettacolare come l’esercitazione antinquinamento che vede oggi oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri, e circa 100 uomini impegnati nella simulazione di un incidente su una petroliera, paragonabile per dimensioni al disastro dell’Aven – ha dichiarato Franco Orsi, assessore regionale all’ambiente - In questi ultimi dieci anni il sistema di prevenzione ed emergenza per gli inquinamenti è straordinariamente migliorata, non solo le opportunità fornite dalle nuove tecnologie – l’uso del satellite, di infrarossi e di nuovi mezzi navali e aere – ma anche uno specifico accordo internazionale – il Ramoge appunto – con un proprio comitato di coordinamento tra autorità italiane, monegasche e francesi. Un’azione comune cui la Regione Liguria partecipa fattivamente: infatti, coinvolgendo tutte le risorse di questo pezzo di Mediterraneo, ha redatto specifici protocolli di intervento e di coordinamento, dei quali l’esercitazione di oggi rappresenta un test operativo”. “3.000 le presenze a queste prime tre giornate di apertura della Settimana della cultura ambientale – conclude Soracco, direttore di Arpa Liguria – che prosegue giovedì 8 e venerdì 9 con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che si conclude giustamente con l’intervento del Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli”.  
   
   
REGIONE LIGURIA: POLITICHE AMBIENTALI CERTIFICATE ISO 14001 DAL RINA  
 
Genova, 8 luglio 2004 – Nell’ambito della Settimana della Cultura Ambientale le politiche ambientali della Regione Liguria ottengono la certificazione Iso 14001 dal Rina. E’ la prima volta che un’amministrazione regionale in Italia ottiene questo prestigioso riconoscimento, che impegnerà di qui in avanti la Regione a implementare un sistema di gestione ambientale orientato al miglioramento continuo delle performance. “Un primato che si aggiunge ad altri risultati importanti – precisa l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Franco Orsi - La nostra regione gode infatti di alcune eccellenze sotto il profilo delle azioni di tutela e miglioramento ambientale: tra queste la certificazione ambientale degli enti territoriali che vede oggi in Liguria il più alto numero di enti locali certificati e l’attuazione di un progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione, che sta portando alla certificazione Iso 14001 e Emas 120 enti. E con il certificato ambientale Iso 14001, ricevuto oggi dal Rina, organismo internazionale di certificazione, alla presenza dell’On. Pino Lucchesi, Presidente del Comitato nazionale Ecolabel – Ecoaudit, la stessa Regione diviene il primo ente legislativo certificato a livello europeo”. Tra gli altri primati, la prima Comunità Montana certificata Iso 14001: Cm Alta Val Polcevera; il primo comune industriale certificato Iso 14001: Valdo Ligure; la prima integrazione tra certificazione Iso 14001 e A21l – Agenda 21 Locale: Celle Ligure; la prima certificazione integrata Iso 14001, Iso 9001 e Ohsas 18001 (sicurezza e salute sul lavoro): Apricale; il maggior numero di enti certificati Iso 14001 in Italia: 13. Oggetto della certificazione conseguita dal Dipartimento Ambiente, Edilizia e Lavori Pubblici della Regione Liguria riguarda la predisposizione di atti normativi e amministrativi, la pianificazione e programmazione in materia di ambiente, edilizia e lavori pubblici, la comunicazione, informazione e formazione ambientale. La certificazione Iso 14001 è stata rilasciata dal Rina al termine di un processo che ha richiesto circa un anno di lavoro da parte della Regione, con la consulenza di Arpal: In estrema sintesi il riconoscimento attesta la conformità del sistema gestionale adottato dall’Amministrazione, testata rispetto a requisiti definiti e attraverso visite ispettive presso la struttura. Anche a seguito dell’avvenuta certificazione, il Rina verificherà periodicamente la corretta attuazione del sistema. Sulla base dei risultati di questo processo, sono stati definiti obiettivi specifici di miglioramento ambientale, tra cui: · Realizzare la pulizia di almeno 8 siti sui fondali oltre – 50 metri entro il 2005 · Semplificazione normativa e migliore definizione dei ruoli dei vari soggetti in chiave di efficienza · Avvio di almeno un programma di bioedilizia residenziale pubblica entro il 2005 · Ridurre il conferimento di rifiuti biodegradabili in discarica a 105 kg anno procapite entro il 2011 (oggi siamo a più di 300 kg). · Produrre il 7% dell’energia da fonte rinovabile entro il 2010 · Ridurre le emissioni di gas climalteranti ai livelli del 1990 entro il 2010 · Raggiungere una sufficiente qualità delle acque in tutti i corpi idrici superficiali (entro il 2008) · Bonificare il 50% dei siti contaminati entro il 2009 Il percorso per raggiungere ogni obiettivo è a sua volta articolato in fasi scadenzate in un dettagliato programma di miglioramento. Ramogepol: esercitazione antinquinamento in mare Oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri impegnati nella simulazione, 100 gli uomini allertati Nell’ambito della Settimana europea della cultura ambientale si è voluta dare particolare centralità alla tutela, valorizzazione e governo dell’ambiente marino e costiero, oggetto del I Convegno internazionale che si apre giovedì 8 luglio presso il centro congressi Magazzini del Cotone. La mattinata odierna si è aperta con l’avvicinamento al porto di una motocisterna carica di 800.000 tonnellate di Iranian Heavy, diretta al porto Petroli a velocità 15.5 nodi. All’improvviso un’esplosione a bordo, nella zona prodiera. Il Comandante ferma le macchine e lancia il may day e descrive la situazione a bordo, confermando il propagarsi dell’incendio con possibile ulteriore prorogazione. Richiede inoltre aiuto immediato e assistenza per due dispersi e tre ustionati gravi. Sarebbe davvero uno scenario apocalittico, se non si trattasse di un’esercitazione. I mezzi S.a.r. Raggiungono velocemente il luogo dell’incidente e si svolgono gli interventi antincendio e antinquinamento. Obiettivo della simulazione: testare le comunicazione di emergenza, S.a.r. E antinquinamento, i tempi di risposta, il piano di intervento definito ed il nuovo progetto d’attuazione del piano internazionale franco-italo-monegasco per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento marino denominato appunto Ramogepol. “Un ringraziamento particolare va al Comitato Ramoge e al Dipartimento Marittimo per aver portato a Genova un evento tanto spettacolare come l’esercitazione antinquinamento che vede oggi oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri, e circa 100 uomini impegnati nella simulazione di un incidente su una petroliera, paragonabile per dimensioni al disastro dell’Aven – ha dichiarato Franco Orsi, assessore regionale all’ambiente - In questi ultimi dieci anni il sistema di prevenzione ed emergenza per gli inquinamenti è straordinariamente migliorata, non solo le opportunità fornite dalle nuove tecnologie – l’uso del satellite, di infrarossi e di nuovi mezzi navali e aere – ma anche uno specifico accordo internazionale – il Ramoge appunto – con un proprio comitato di coordinamento tra autorità italiane, monegasche e francesi. Un’azione comune cui la Regione Liguria partecipa fattivamente: infatti, coinvolgendo tutte le risorse di questo pezzo di Mediterraneo, ha redatto specifici protocolli di intervento e di coordinamento, dei quali l’esercitazione di oggi rappresenta un test operativo”. “3.000 le presenze a queste prime tre giornate di apertura della Settimana della cultura ambientale – conclude Soracco, direttore di Arpa Liguria – che prosegue giovedì 8 e venerdì 9 con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che si conclude giustamente con l’intervento del Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli”.  
   
   
REGIONE LIGURIA: POLITICHE AMBIENTALI CERTIFICATE ISO 14001 DAL RINA  
 
Genova, 8 luglio 2004 – Nell’ambito della Settimana della Cultura Ambientale le politiche ambientali della Regione Liguria ottengono la certificazione Iso 14001 dal Rina. E’ la prima volta che un’amministrazione regionale in Italia ottiene questo prestigioso riconoscimento, che impegnerà di qui in avanti la Regione a implementare un sistema di gestione ambientale orientato al miglioramento continuo delle performance. “Un primato che si aggiunge ad altri risultati importanti – precisa l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Franco Orsi - La nostra regione gode infatti di alcune eccellenze sotto il profilo delle azioni di tutela e miglioramento ambientale: tra queste la certificazione ambientale degli enti territoriali che vede oggi in Liguria il più alto numero di enti locali certificati e l’attuazione di un progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione, che sta portando alla certificazione Iso 14001 e Emas 120 enti. E con il certificato ambientale Iso 14001, ricevuto oggi dal Rina, organismo internazionale di certificazione, alla presenza dell’On. Pino Lucchesi, Presidente del Comitato nazionale Ecolabel – Ecoaudit, la stessa Regione diviene il primo ente legislativo certificato a livello europeo”. Tra gli altri primati, la prima Comunità Montana certificata Iso 14001: Cm Alta Val Polcevera; il primo comune industriale certificato Iso 14001: Valdo Ligure; la prima integrazione tra certificazione Iso 14001 e A21l – Agenda 21 Locale: Celle Ligure; la prima certificazione integrata Iso 14001, Iso 9001 e Ohsas 18001 (sicurezza e salute sul lavoro): Apricale; il maggior numero di enti certificati Iso 14001 in Italia: 13. Oggetto della certificazione conseguita dal Dipartimento Ambiente, Edilizia e Lavori Pubblici della Regione Liguria riguarda la predisposizione di atti normativi e amministrativi, la pianificazione e programmazione in materia di ambiente, edilizia e lavori pubblici, la comunicazione, informazione e formazione ambientale. La certificazione Iso 14001 è stata rilasciata dal Rina al termine di un processo che ha richiesto circa un anno di lavoro da parte della Regione, con la consulenza di Arpal: In estrema sintesi il riconoscimento attesta la conformità del sistema gestionale adottato dall’Amministrazione, testata rispetto a requisiti definiti e attraverso visite ispettive presso la struttura. Anche a seguito dell’avvenuta certificazione, il Rina verificherà periodicamente la corretta attuazione del sistema. Sulla base dei risultati di questo processo, sono stati definiti obiettivi specifici di miglioramento ambientale, tra cui: · Realizzare la pulizia di almeno 8 siti sui fondali oltre – 50 metri entro il 2005 · Semplificazione normativa e migliore definizione dei ruoli dei vari soggetti in chiave di efficienza · Avvio di almeno un programma di bioedilizia residenziale pubblica entro il 2005 · Ridurre il conferimento di rifiuti biodegradabili in discarica a 105 kg anno procapite entro il 2011 (oggi siamo a più di 300 kg). · Produrre il 7% dell’energia da fonte rinovabile entro il 2010 · Ridurre le emissioni di gas climalteranti ai livelli del 1990 entro il 2010 · Raggiungere una sufficiente qualità delle acque in tutti i corpi idrici superficiali (entro il 2008) · Bonificare il 50% dei siti contaminati entro il 2009 Il percorso per raggiungere ogni obiettivo è a sua volta articolato in fasi scadenzate in un dettagliato programma di miglioramento. Ramogepol: esercitazione antinquinamento in mare Oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri impegnati nella simulazione, 100 gli uomini allertati Nell’ambito della Settimana europea della cultura ambientale si è voluta dare particolare centralità alla tutela, valorizzazione e governo dell’ambiente marino e costiero, oggetto del I Convegno internazionale che si apre giovedì 8 luglio presso il centro congressi Magazzini del Cotone. La mattinata odierna si è aperta con l’avvicinamento al porto di una motocisterna carica di 800.000 tonnellate di Iranian Heavy, diretta al porto Petroli a velocità 15.5 nodi. All’improvviso un’esplosione a bordo, nella zona prodiera. Il Comandante ferma le macchine e lancia il may day e descrive la situazione a bordo, confermando il propagarsi dell’incendio con possibile ulteriore prorogazione. Richiede inoltre aiuto immediato e assistenza per due dispersi e tre ustionati gravi. Sarebbe davvero uno scenario apocalittico, se non si trattasse di un’esercitazione. I mezzi S.a.r. Raggiungono velocemente il luogo dell’incidente e si svolgono gli interventi antincendio e antinquinamento. Obiettivo della simulazione: testare le comunicazione di emergenza, S.a.r. E antinquinamento, i tempi di risposta, il piano di intervento definito ed il nuovo progetto d’attuazione del piano internazionale franco-italo-monegasco per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento marino denominato appunto Ramogepol. “Un ringraziamento particolare va al Comitato Ramoge e al Dipartimento Marittimo per aver portato a Genova un evento tanto spettacolare come l’esercitazione antinquinamento che vede oggi oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri, e circa 100 uomini impegnati nella simulazione di un incidente su una petroliera, paragonabile per dimensioni al disastro dell’Aven – ha dichiarato Franco Orsi, assessore regionale all’ambiente - In questi ultimi dieci anni il sistema di prevenzione ed emergenza per gli inquinamenti è straordinariamente migliorata, non solo le opportunità fornite dalle nuove tecnologie – l’uso del satellite, di infrarossi e di nuovi mezzi navali e aere – ma anche uno specifico accordo internazionale – il Ramoge appunto – con un proprio comitato di coordinamento tra autorità italiane, monegasche e francesi. Un’azione comune cui la Regione Liguria partecipa fattivamente: infatti, coinvolgendo tutte le risorse di questo pezzo di Mediterraneo, ha redatto specifici protocolli di intervento e di coordinamento, dei quali l’esercitazione di oggi rappresenta un test operativo”. “3.000 le presenze a queste prime tre giornate di apertura della Settimana della cultura ambientale – conclude Soracco, direttore di Arpa Liguria – che prosegue giovedì 8 e venerdì 9 con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che si conclude giustamente con l’intervento del Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli”.  
   
   
REGIONE LIGURIA: POLITICHE AMBIENTALI CERTIFICATE ISO 14001 DAL RINA  
 
Genova, 8 luglio 2004 – Nell’ambito della Settimana della Cultura Ambientale le politiche ambientali della Regione Liguria ottengono la certificazione Iso 14001 dal Rina. E’ la prima volta che un’amministrazione regionale in Italia ottiene questo prestigioso riconoscimento, che impegnerà di qui in avanti la Regione a implementare un sistema di gestione ambientale orientato al miglioramento continuo delle performance. “Un primato che si aggiunge ad altri risultati importanti – precisa l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Franco Orsi - La nostra regione gode infatti di alcune eccellenze sotto il profilo delle azioni di tutela e miglioramento ambientale: tra queste la certificazione ambientale degli enti territoriali che vede oggi in Liguria il più alto numero di enti locali certificati e l’attuazione di un progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione, che sta portando alla certificazione Iso 14001 e Emas 120 enti. E con il certificato ambientale Iso 14001, ricevuto oggi dal Rina, organismo internazionale di certificazione, alla presenza dell’On. Pino Lucchesi, Presidente del Comitato nazionale Ecolabel – Ecoaudit, la stessa Regione diviene il primo ente legislativo certificato a livello europeo”. Tra gli altri primati, la prima Comunità Montana certificata Iso 14001: Cm Alta Val Polcevera; il primo comune industriale certificato Iso 14001: Valdo Ligure; la prima integrazione tra certificazione Iso 14001 e A21l – Agenda 21 Locale: Celle Ligure; la prima certificazione integrata Iso 14001, Iso 9001 e Ohsas 18001 (sicurezza e salute sul lavoro): Apricale; il maggior numero di enti certificati Iso 14001 in Italia: 13. Oggetto della certificazione conseguita dal Dipartimento Ambiente, Edilizia e Lavori Pubblici della Regione Liguria riguarda la predisposizione di atti normativi e amministrativi, la pianificazione e programmazione in materia di ambiente, edilizia e lavori pubblici, la comunicazione, informazione e formazione ambientale. La certificazione Iso 14001 è stata rilasciata dal Rina al termine di un processo che ha richiesto circa un anno di lavoro da parte della Regione, con la consulenza di Arpal: In estrema sintesi il riconoscimento attesta la conformità del sistema gestionale adottato dall’Amministrazione, testata rispetto a requisiti definiti e attraverso visite ispettive presso la struttura. Anche a seguito dell’avvenuta certificazione, il Rina verificherà periodicamente la corretta attuazione del sistema. Sulla base dei risultati di questo processo, sono stati definiti obiettivi specifici di miglioramento ambientale, tra cui: · Realizzare la pulizia di almeno 8 siti sui fondali oltre – 50 metri entro il 2005 · Semplificazione normativa e migliore definizione dei ruoli dei vari soggetti in chiave di efficienza · Avvio di almeno un programma di bioedilizia residenziale pubblica entro il 2005 · Ridurre il conferimento di rifiuti biodegradabili in discarica a 105 kg anno procapite entro il 2011 (oggi siamo a più di 300 kg). · Produrre il 7% dell’energia da fonte rinovabile entro il 2010 · Ridurre le emissioni di gas climalteranti ai livelli del 1990 entro il 2010 · Raggiungere una sufficiente qualità delle acque in tutti i corpi idrici superficiali (entro il 2008) · Bonificare il 50% dei siti contaminati entro il 2009 Il percorso per raggiungere ogni obiettivo è a sua volta articolato in fasi scadenzate in un dettagliato programma di miglioramento. Ramogepol: esercitazione antinquinamento in mare Oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri impegnati nella simulazione, 100 gli uomini allertati Nell’ambito della Settimana europea della cultura ambientale si è voluta dare particolare centralità alla tutela, valorizzazione e governo dell’ambiente marino e costiero, oggetto del I Convegno internazionale che si apre giovedì 8 luglio presso il centro congressi Magazzini del Cotone. La mattinata odierna si è aperta con l’avvicinamento al porto di una motocisterna carica di 800.000 tonnellate di Iranian Heavy, diretta al porto Petroli a velocità 15.5 nodi. All’improvviso un’esplosione a bordo, nella zona prodiera. Il Comandante ferma le macchine e lancia il may day e descrive la situazione a bordo, confermando il propagarsi dell’incendio con possibile ulteriore prorogazione. Richiede inoltre aiuto immediato e assistenza per due dispersi e tre ustionati gravi. Sarebbe davvero uno scenario apocalittico, se non si trattasse di un’esercitazione. I mezzi S.a.r. Raggiungono velocemente il luogo dell’incidente e si svolgono gli interventi antincendio e antinquinamento. Obiettivo della simulazione: testare le comunicazione di emergenza, S.a.r. E antinquinamento, i tempi di risposta, il piano di intervento definito ed il nuovo progetto d’attuazione del piano internazionale franco-italo-monegasco per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento marino denominato appunto Ramogepol. “Un ringraziamento particolare va al Comitato Ramoge e al Dipartimento Marittimo per aver portato a Genova un evento tanto spettacolare come l’esercitazione antinquinamento che vede oggi oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri, e circa 100 uomini impegnati nella simulazione di un incidente su una petroliera, paragonabile per dimensioni al disastro dell’Aven – ha dichiarato Franco Orsi, assessore regionale all’ambiente - In questi ultimi dieci anni il sistema di prevenzione ed emergenza per gli inquinamenti è straordinariamente migliorata, non solo le opportunità fornite dalle nuove tecnologie – l’uso del satellite, di infrarossi e di nuovi mezzi navali e aere – ma anche uno specifico accordo internazionale – il Ramoge appunto – con un proprio comitato di coordinamento tra autorità italiane, monegasche e francesi. Un’azione comune cui la Regione Liguria partecipa fattivamente: infatti, coinvolgendo tutte le risorse di questo pezzo di Mediterraneo, ha redatto specifici protocolli di intervento e di coordinamento, dei quali l’esercitazione di oggi rappresenta un test operativo”. “3.000 le presenze a queste prime tre giornate di apertura della Settimana della cultura ambientale – conclude Soracco, direttore di Arpa Liguria – che prosegue giovedì 8 e venerdì 9 con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che si conclude giustamente con l’intervento del Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli”.  
   
   
REGIONE LIGURIA: POLITICHE AMBIENTALI CERTIFICATE ISO 14001 DAL RINA  
 
Genova, 8 luglio 2004 – Nell’ambito della Settimana della Cultura Ambientale le politiche ambientali della Regione Liguria ottengono la certificazione Iso 14001 dal Rina. E’ la prima volta che un’amministrazione regionale in Italia ottiene questo prestigioso riconoscimento, che impegnerà di qui in avanti la Regione a implementare un sistema di gestione ambientale orientato al miglioramento continuo delle performance. “Un primato che si aggiunge ad altri risultati importanti – precisa l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Franco Orsi - La nostra regione gode infatti di alcune eccellenze sotto il profilo delle azioni di tutela e miglioramento ambientale: tra queste la certificazione ambientale degli enti territoriali che vede oggi in Liguria il più alto numero di enti locali certificati e l’attuazione di un progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione, che sta portando alla certificazione Iso 14001 e Emas 120 enti. E con il certificato ambientale Iso 14001, ricevuto oggi dal Rina, organismo internazionale di certificazione, alla presenza dell’On. Pino Lucchesi, Presidente del Comitato nazionale Ecolabel – Ecoaudit, la stessa Regione diviene il primo ente legislativo certificato a livello europeo”. Tra gli altri primati, la prima Comunità Montana certificata Iso 14001: Cm Alta Val Polcevera; il primo comune industriale certificato Iso 14001: Valdo Ligure; la prima integrazione tra certificazione Iso 14001 e A21l – Agenda 21 Locale: Celle Ligure; la prima certificazione integrata Iso 14001, Iso 9001 e Ohsas 18001 (sicurezza e salute sul lavoro): Apricale; il maggior numero di enti certificati Iso 14001 in Italia: 13. Oggetto della certificazione conseguita dal Dipartimento Ambiente, Edilizia e Lavori Pubblici della Regione Liguria riguarda la predisposizione di atti normativi e amministrativi, la pianificazione e programmazione in materia di ambiente, edilizia e lavori pubblici, la comunicazione, informazione e formazione ambientale. La certificazione Iso 14001 è stata rilasciata dal Rina al termine di un processo che ha richiesto circa un anno di lavoro da parte della Regione, con la consulenza di Arpal: In estrema sintesi il riconoscimento attesta la conformità del sistema gestionale adottato dall’Amministrazione, testata rispetto a requisiti definiti e attraverso visite ispettive presso la struttura. Anche a seguito dell’avvenuta certificazione, il Rina verificherà periodicamente la corretta attuazione del sistema. Sulla base dei risultati di questo processo, sono stati definiti obiettivi specifici di miglioramento ambientale, tra cui: · Realizzare la pulizia di almeno 8 siti sui fondali oltre – 50 metri entro il 2005 · Semplificazione normativa e migliore definizione dei ruoli dei vari soggetti in chiave di efficienza · Avvio di almeno un programma di bioedilizia residenziale pubblica entro il 2005 · Ridurre il conferimento di rifiuti biodegradabili in discarica a 105 kg anno procapite entro il 2011 (oggi siamo a più di 300 kg). · Produrre il 7% dell’energia da fonte rinovabile entro il 2010 · Ridurre le emissioni di gas climalteranti ai livelli del 1990 entro il 2010 · Raggiungere una sufficiente qualità delle acque in tutti i corpi idrici superficiali (entro il 2008) · Bonificare il 50% dei siti contaminati entro il 2009 Il percorso per raggiungere ogni obiettivo è a sua volta articolato in fasi scadenzate in un dettagliato programma di miglioramento. Ramogepol: esercitazione antinquinamento in mare Oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri impegnati nella simulazione, 100 gli uomini allertati Nell’ambito della Settimana europea della cultura ambientale si è voluta dare particolare centralità alla tutela, valorizzazione e governo dell’ambiente marino e costiero, oggetto del I Convegno internazionale che si apre giovedì 8 luglio presso il centro congressi Magazzini del Cotone. La mattinata odierna si è aperta con l’avvicinamento al porto di una motocisterna carica di 800.000 tonnellate di Iranian Heavy, diretta al porto Petroli a velocità 15.5 nodi. All’improvviso un’esplosione a bordo, nella zona prodiera. Il Comandante ferma le macchine e lancia il may day e descrive la situazione a bordo, confermando il propagarsi dell’incendio con possibile ulteriore prorogazione. Richiede inoltre aiuto immediato e assistenza per due dispersi e tre ustionati gravi. Sarebbe davvero uno scenario apocalittico, se non si trattasse di un’esercitazione. I mezzi S.a.r. Raggiungono velocemente il luogo dell’incidente e si svolgono gli interventi antincendio e antinquinamento. Obiettivo della simulazione: testare le comunicazione di emergenza, S.a.r. E antinquinamento, i tempi di risposta, il piano di intervento definito ed il nuovo progetto d’attuazione del piano internazionale franco-italo-monegasco per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento marino denominato appunto Ramogepol. “Un ringraziamento particolare va al Comitato Ramoge e al Dipartimento Marittimo per aver portato a Genova un evento tanto spettacolare come l’esercitazione antinquinamento che vede oggi oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri, e circa 100 uomini impegnati nella simulazione di un incidente su una petroliera, paragonabile per dimensioni al disastro dell’Aven – ha dichiarato Franco Orsi, assessore regionale all’ambiente - In questi ultimi dieci anni il sistema di prevenzione ed emergenza per gli inquinamenti è straordinariamente migliorata, non solo le opportunità fornite dalle nuove tecnologie – l’uso del satellite, di infrarossi e di nuovi mezzi navali e aere – ma anche uno specifico accordo internazionale – il Ramoge appunto – con un proprio comitato di coordinamento tra autorità italiane, monegasche e francesi. Un’azione comune cui la Regione Liguria partecipa fattivamente: infatti, coinvolgendo tutte le risorse di questo pezzo di Mediterraneo, ha redatto specifici protocolli di intervento e di coordinamento, dei quali l’esercitazione di oggi rappresenta un test operativo”. “3.000 le presenze a queste prime tre giornate di apertura della Settimana della cultura ambientale – conclude Soracco, direttore di Arpa Liguria – che prosegue giovedì 8 e venerdì 9 con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che si conclude giustamente con l’intervento del Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli”.  
   
   
REGIONE LIGURIA: POLITICHE AMBIENTALI CERTIFICATE ISO 14001 DAL RINA  
 
Genova, 8 luglio 2004 – Nell’ambito della Settimana della Cultura Ambientale le politiche ambientali della Regione Liguria ottengono la certificazione Iso 14001 dal Rina. E’ la prima volta che un’amministrazione regionale in Italia ottiene questo prestigioso riconoscimento, che impegnerà di qui in avanti la Regione a implementare un sistema di gestione ambientale orientato al miglioramento continuo delle performance. “Un primato che si aggiunge ad altri risultati importanti – precisa l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Franco Orsi - La nostra regione gode infatti di alcune eccellenze sotto il profilo delle azioni di tutela e miglioramento ambientale: tra queste la certificazione ambientale degli enti territoriali che vede oggi in Liguria il più alto numero di enti locali certificati e l’attuazione di un progetto, sostenuto finanziariamente dalla Regione, che sta portando alla certificazione Iso 14001 e Emas 120 enti. E con il certificato ambientale Iso 14001, ricevuto oggi dal Rina, organismo internazionale di certificazione, alla presenza dell’On. Pino Lucchesi, Presidente del Comitato nazionale Ecolabel – Ecoaudit, la stessa Regione diviene il primo ente legislativo certificato a livello europeo”. Tra gli altri primati, la prima Comunità Montana certificata Iso 14001: Cm Alta Val Polcevera; il primo comune industriale certificato Iso 14001: Valdo Ligure; la prima integrazione tra certificazione Iso 14001 e A21l – Agenda 21 Locale: Celle Ligure; la prima certificazione integrata Iso 14001, Iso 9001 e Ohsas 18001 (sicurezza e salute sul lavoro): Apricale; il maggior numero di enti certificati Iso 14001 in Italia: 13. Oggetto della certificazione conseguita dal Dipartimento Ambiente, Edilizia e Lavori Pubblici della Regione Liguria riguarda la predisposizione di atti normativi e amministrativi, la pianificazione e programmazione in materia di ambiente, edilizia e lavori pubblici, la comunicazione, informazione e formazione ambientale. La certificazione Iso 14001 è stata rilasciata dal Rina al termine di un processo che ha richiesto circa un anno di lavoro da parte della Regione, con la consulenza di Arpal: In estrema sintesi il riconoscimento attesta la conformità del sistema gestionale adottato dall’Amministrazione, testata rispetto a requisiti definiti e attraverso visite ispettive presso la struttura. Anche a seguito dell’avvenuta certificazione, il Rina verificherà periodicamente la corretta attuazione del sistema. Sulla base dei risultati di questo processo, sono stati definiti obiettivi specifici di miglioramento ambientale, tra cui: · Realizzare la pulizia di almeno 8 siti sui fondali oltre – 50 metri entro il 2005 · Semplificazione normativa e migliore definizione dei ruoli dei vari soggetti in chiave di efficienza · Avvio di almeno un programma di bioedilizia residenziale pubblica entro il 2005 · Ridurre il conferimento di rifiuti biodegradabili in discarica a 105 kg anno procapite entro il 2011 (oggi siamo a più di 300 kg). · Produrre il 7% dell’energia da fonte rinovabile entro il 2010 · Ridurre le emissioni di gas climalteranti ai livelli del 1990 entro il 2010 · Raggiungere una sufficiente qualità delle acque in tutti i corpi idrici superficiali (entro il 2008) · Bonificare il 50% dei siti contaminati entro il 2009 Il percorso per raggiungere ogni obiettivo è a sua volta articolato in fasi scadenzate in un dettagliato programma di miglioramento. Ramogepol: esercitazione antinquinamento in mare Oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri impegnati nella simulazione, 100 gli uomini allertati Nell’ambito della Settimana europea della cultura ambientale si è voluta dare particolare centralità alla tutela, valorizzazione e governo dell’ambiente marino e costiero, oggetto del I Convegno internazionale che si apre giovedì 8 luglio presso il centro congressi Magazzini del Cotone. La mattinata odierna si è aperta con l’avvicinamento al porto di una motocisterna carica di 800.000 tonnellate di Iranian Heavy, diretta al porto Petroli a velocità 15.5 nodi. All’improvviso un’esplosione a bordo, nella zona prodiera. Il Comandante ferma le macchine e lancia il may day e descrive la situazione a bordo, confermando il propagarsi dell’incendio con possibile ulteriore prorogazione. Richiede inoltre aiuto immediato e assistenza per due dispersi e tre ustionati gravi. Sarebbe davvero uno scenario apocalittico, se non si trattasse di un’esercitazione. I mezzi S.a.r. Raggiungono velocemente il luogo dell’incidente e si svolgono gli interventi antincendio e antinquinamento. Obiettivo della simulazione: testare le comunicazione di emergenza, S.a.r. E antinquinamento, i tempi di risposta, il piano di intervento definito ed il nuovo progetto d’attuazione del piano internazionale franco-italo-monegasco per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento marino denominato appunto Ramogepol. “Un ringraziamento particolare va al Comitato Ramoge e al Dipartimento Marittimo per aver portato a Genova un evento tanto spettacolare come l’esercitazione antinquinamento che vede oggi oltre 20 mezzi navali, aerei ed elicotteri, e circa 100 uomini impegnati nella simulazione di un incidente su una petroliera, paragonabile per dimensioni al disastro dell’Aven – ha dichiarato Franco Orsi, assessore regionale all’ambiente - In questi ultimi dieci anni il sistema di prevenzione ed emergenza per gli inquinamenti è straordinariamente migliorata, non solo le opportunità fornite dalle nuove tecnologie – l’uso del satellite, di infrarossi e di nuovi mezzi navali e aere – ma anche uno specifico accordo internazionale – il Ramoge appunto – con un proprio comitato di coordinamento tra autorità italiane, monegasche e francesi. Un’azione comune cui la Regione Liguria partecipa fattivamente: infatti, coinvolgendo tutte le risorse di questo pezzo di Mediterraneo, ha redatto specifici protocolli di intervento e di coordinamento, dei quali l’esercitazione di oggi rappresenta un test operativo”. “3.000 le presenze a queste prime tre giornate di apertura della Settimana della cultura ambientale – conclude Soracco, direttore di Arpa Liguria – che prosegue giovedì 8 e venerdì 9 con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che si conclude giustamente con l’intervento del Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli”.  
   
   
ALTERO MATTEOLI CHIUDE L’8° CONFERENZA NAZIONALE DELLE AGENZIE AMBIENTALI  
 
Genova 8 luglio – Nell’ambito della Settimana della cultura ambientale, che prosegue fino a venerdì 9 luglio nel capoluogo ligure, l’appuntamento conclusivo dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali ha visto la partecipazione del Ministro all’Ambiente e Tutela del Territorio, Altero Matteoli. Al tavolo dei relatori al suo fianco il Direttore Generale di Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici, Giorgio Cesari, il Direttore Generale di Arpal – Agenzia ambientale ligure, Bruno Soracco, il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Sull’evento di Genova il Ministro Matteoli ha precisato: «Gli obiettivi sono due: primo, raggiungere il cittadino e informarlo; secondo, sviluppare una crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente. Con questa manifestazione finalmente entriamo nell’ottica di abbandonare la politica del divieto e di intraprendere una nuova politica, quella del consenso. Le agenzie per l’ambiente sono ormai mature per confrontarsi con la società civile e per affrontare correttamente anche nel dialogo con il cittadino le problematiche di interesse quotidiano». Altro apprezzamento il Ministro lo ha rivolto al coinvolgimento da parte della rete agenziale delle realtà imprenditoriali: «La componente rappresentativa del mondo dell’impresa è stata particolarmente attiva nella partecipazione ai lavori della Conferenza. Dall’applicazione degli strumenti volontari, come Emas ed Ecolabel, scaturiscono sfide impegnative per fornire prodotti e servizi ecologicamente qualificati e per orientare i comportamenti dei cittadini incentivando forme di mercato eco-compatibili». Interpellato sull’incidente avvenuto ieri pomeriggio alle acciaierie di Cornigliano, Matteoli ha risposto: «È un fatto dolorosissimo, ma che fortunatamente non è scaturito in tragedia». Il Ministro ha poi voluto aprire una parentesi sul futuro dell’Ilva. «L’accordo c’è, le scelte sono già state fatte. Abbiamo in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra una quindicina di giorni per dare l’ultima accelerata». Durante la conferenza stampa si è parlato anche dell’emergenza rifiuti in Campania e dello stop al commissariamento delle Regioni deciso dal premier Silvio Berlusconi. In chiusura, un cenno sulla bonifica dell’industria chimica Stoppani di Cogoleto: «Tutto procede come stabilito», ha detto Matteoli, «stiamo lavorando sulla bonifica». Soddisfazione per la riuscita dell’appuntamento è stata espressa da Giorgio Cesari, direttore di Apat: «Il sistema delle agenzie ha espresso vitalità e dinamismo nell’attuare in tempi brevi questo grande sforzo organizzativo che ha visto la Conferenza ospitare quasi 300 relatori e 97 punti espositivi. L’appuntamento è con la Ix Conferenza, che si avrà luogo il prossimo anno nelle regioni del nostro mezzogiorno, Puglia e Basilicata ». “Oltre 3.000 le presenze a queste prime tre giornate della Settimana della Cultura ambientale – conclude Soracco –che prosegue con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che ha visto tra l’altro la spettacolare esercitazione Ramogepol, utile a testare le procedure messe a punto dall’accordo franco-italo-monegasco per affrontare le emergenze in mare”. Altri interventi istituzionali alla 3° giornata della Settimana della Cultura ambientale Corrado Clini, direttore generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha parlato di “una strategia mediterranea” per valorizzare il contributo delle iniziative in partnership per lo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano di attuazione di Johannesburg. Il punto di partenza è una stretta collaborazione tra i paesi settentrionali e paesi meridionali dell’area mediterranea. “Una collaborazione - ha precisato - che si traduce in termini di gestione delle risorse e di formazione e che favorisce in parallelo la cooperazione economica”. In prima linea il programma per la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili di energia nell’area del Bacino Mediterraneo (Medrep); l’approccio integrato per la gestione delle aree costiere dell’Adriatico e delle risorse idriche dei bacini idrografici (Adricosm) ed il progetto pilota per una rapida valutazione del rischio ambientale e sanitario nei bacini fluviali secondari dell’area del basso Danubio (Rehra). Clini ha poi esposto il progetto “New Eden” per il recupero delle paludi in Mesopotamia. Canali di risanamento sono in fase di costruzione e di regolazione per ristabilire l’originale biodiversità presente nell’ecosistema della zona. Si tratta di un programma comune per il recupero dell’ambiente “realizzato dai paesi interessati alla ricostruzione dell’Iraq - ha spiegato il direttore generale per la Ricerca ambientale e lo sviluppo del Matt - insieme alla Banca Mondiale ed al Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep)”. Il progetto prevede in parallelo due studi pilota e, entro la primavera 2005, il completamento del Master Plan per definire le azioni necessarie per recuperare almeno il 50% delle paludi della Mesopotamia meridionale entro il 2010. L’implementazione della prima fase del progetto e dei due studi pilota è stata cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente italiano con 2milioni di euro. I progetti in atto per lo sviluppo culturale dell’Algeria, sulla base del protocollo d’intesa con l’Italia, sono invece stati illustrati Massimo Aurili, co-presidente del Comitato misto itali-algerino e consigliere del Matt per il Nord Africa. “Un partenariato - ha detto -svincolato da qualsiasi legge quadro, e che include già in sé l’attivazione di alcuni progetti: dalla creazione di un parco di 400 ettari, all’entrata ovest di Algeri”, per preservare la metropoli da uno sviluppo urbano disordinato, alla raccolta di rifiuti solidi a nord della capitale. “L’obiettivo – ha spiegato Aurili - è quello di dotare la città di un inceneritore, per dare impulso positivo allo smaltimento dei materiali, oggi indirizzati all’esportazione di paesi terzi”. Fra due anni è, invece, prevista la realizzazione di un centro di specializzazione post universitaria a 1.500 km dalla città, alle soglie del Sahara, punto nevralgico di affluenza per gli studenti provenienti da Nigeria, Mauritania e Marocco. Il ministro dell’Ambiente algerino, Cherif Rahamani, sta ancora vagliando supporto per lo studio di un parco di 15.000 ettari in pieno deserto tra Tindouf e Adrar, mappaggio circostanziato del litorale, al vaglio lo studio che permetta di armonizzare la coesistenza tra un sito urbano moderno e siti archeologici di valore. Gli appuntamenti di oggi: Apertura del Convegno internazionale sull’ambiente marino e costiero nell’area Euro-mediterranea. Intervengono tra gli altri: Pericu, Sindaco di Genova, Orsi, Assessore all’Ambiente – Regione Liguria, Soracco, Direttore Generale Arpa Liguria, Strongylis, Dg Ambiente della Commissione Europea, Casentino, Direzione protezione natura – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, De Ruiter, Agenzia Europea Sicurezza Marittima, Mascazzini, Direzione per la qualità di vita – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I temi principali: Trasporto marittimo e ambiente, Gestione integrata della zona costiera, Portualità e ambiente, Imprenditoria, innovazione tecnologica ed ambiente.  
   
   
ALTERO MATTEOLI CHIUDE L’8° CONFERENZA NAZIONALE DELLE AGENZIE AMBIENTALI  
 
Genova 8 luglio – Nell’ambito della Settimana della cultura ambientale, che prosegue fino a venerdì 9 luglio nel capoluogo ligure, l’appuntamento conclusivo dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali ha visto la partecipazione del Ministro all’Ambiente e Tutela del Territorio, Altero Matteoli. Al tavolo dei relatori al suo fianco il Direttore Generale di Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici, Giorgio Cesari, il Direttore Generale di Arpal – Agenzia ambientale ligure, Bruno Soracco, il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Sull’evento di Genova il Ministro Matteoli ha precisato: «Gli obiettivi sono due: primo, raggiungere il cittadino e informarlo; secondo, sviluppare una crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente. Con questa manifestazione finalmente entriamo nell’ottica di abbandonare la politica del divieto e di intraprendere una nuova politica, quella del consenso. Le agenzie per l’ambiente sono ormai mature per confrontarsi con la società civile e per affrontare correttamente anche nel dialogo con il cittadino le problematiche di interesse quotidiano». Altro apprezzamento il Ministro lo ha rivolto al coinvolgimento da parte della rete agenziale delle realtà imprenditoriali: «La componente rappresentativa del mondo dell’impresa è stata particolarmente attiva nella partecipazione ai lavori della Conferenza. Dall’applicazione degli strumenti volontari, come Emas ed Ecolabel, scaturiscono sfide impegnative per fornire prodotti e servizi ecologicamente qualificati e per orientare i comportamenti dei cittadini incentivando forme di mercato eco-compatibili». Interpellato sull’incidente avvenuto ieri pomeriggio alle acciaierie di Cornigliano, Matteoli ha risposto: «È un fatto dolorosissimo, ma che fortunatamente non è scaturito in tragedia». Il Ministro ha poi voluto aprire una parentesi sul futuro dell’Ilva. «L’accordo c’è, le scelte sono già state fatte. Abbiamo in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra una quindicina di giorni per dare l’ultima accelerata». Durante la conferenza stampa si è parlato anche dell’emergenza rifiuti in Campania e dello stop al commissariamento delle Regioni deciso dal premier Silvio Berlusconi. In chiusura, un cenno sulla bonifica dell’industria chimica Stoppani di Cogoleto: «Tutto procede come stabilito», ha detto Matteoli, «stiamo lavorando sulla bonifica». Soddisfazione per la riuscita dell’appuntamento è stata espressa da Giorgio Cesari, direttore di Apat: «Il sistema delle agenzie ha espresso vitalità e dinamismo nell’attuare in tempi brevi questo grande sforzo organizzativo che ha visto la Conferenza ospitare quasi 300 relatori e 97 punti espositivi. L’appuntamento è con la Ix Conferenza, che si avrà luogo il prossimo anno nelle regioni del nostro mezzogiorno, Puglia e Basilicata ». “Oltre 3.000 le presenze a queste prime tre giornate della Settimana della Cultura ambientale – conclude Soracco –che prosegue con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che ha visto tra l’altro la spettacolare esercitazione Ramogepol, utile a testare le procedure messe a punto dall’accordo franco-italo-monegasco per affrontare le emergenze in mare”. Altri interventi istituzionali alla 3° giornata della Settimana della Cultura ambientale Corrado Clini, direttore generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha parlato di “una strategia mediterranea” per valorizzare il contributo delle iniziative in partnership per lo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano di attuazione di Johannesburg. Il punto di partenza è una stretta collaborazione tra i paesi settentrionali e paesi meridionali dell’area mediterranea. “Una collaborazione - ha precisato - che si traduce in termini di gestione delle risorse e di formazione e che favorisce in parallelo la cooperazione economica”. In prima linea il programma per la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili di energia nell’area del Bacino Mediterraneo (Medrep); l’approccio integrato per la gestione delle aree costiere dell’Adriatico e delle risorse idriche dei bacini idrografici (Adricosm) ed il progetto pilota per una rapida valutazione del rischio ambientale e sanitario nei bacini fluviali secondari dell’area del basso Danubio (Rehra). Clini ha poi esposto il progetto “New Eden” per il recupero delle paludi in Mesopotamia. Canali di risanamento sono in fase di costruzione e di regolazione per ristabilire l’originale biodiversità presente nell’ecosistema della zona. Si tratta di un programma comune per il recupero dell’ambiente “realizzato dai paesi interessati alla ricostruzione dell’Iraq - ha spiegato il direttore generale per la Ricerca ambientale e lo sviluppo del Matt - insieme alla Banca Mondiale ed al Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep)”. Il progetto prevede in parallelo due studi pilota e, entro la primavera 2005, il completamento del Master Plan per definire le azioni necessarie per recuperare almeno il 50% delle paludi della Mesopotamia meridionale entro il 2010. L’implementazione della prima fase del progetto e dei due studi pilota è stata cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente italiano con 2milioni di euro. I progetti in atto per lo sviluppo culturale dell’Algeria, sulla base del protocollo d’intesa con l’Italia, sono invece stati illustrati Massimo Aurili, co-presidente del Comitato misto itali-algerino e consigliere del Matt per il Nord Africa. “Un partenariato - ha detto -svincolato da qualsiasi legge quadro, e che include già in sé l’attivazione di alcuni progetti: dalla creazione di un parco di 400 ettari, all’entrata ovest di Algeri”, per preservare la metropoli da uno sviluppo urbano disordinato, alla raccolta di rifiuti solidi a nord della capitale. “L’obiettivo – ha spiegato Aurili - è quello di dotare la città di un inceneritore, per dare impulso positivo allo smaltimento dei materiali, oggi indirizzati all’esportazione di paesi terzi”. Fra due anni è, invece, prevista la realizzazione di un centro di specializzazione post universitaria a 1.500 km dalla città, alle soglie del Sahara, punto nevralgico di affluenza per gli studenti provenienti da Nigeria, Mauritania e Marocco. Il ministro dell’Ambiente algerino, Cherif Rahamani, sta ancora vagliando supporto per lo studio di un parco di 15.000 ettari in pieno deserto tra Tindouf e Adrar, mappaggio circostanziato del litorale, al vaglio lo studio che permetta di armonizzare la coesistenza tra un sito urbano moderno e siti archeologici di valore. Gli appuntamenti di oggi: Apertura del Convegno internazionale sull’ambiente marino e costiero nell’area Euro-mediterranea. Intervengono tra gli altri: Pericu, Sindaco di Genova, Orsi, Assessore all’Ambiente – Regione Liguria, Soracco, Direttore Generale Arpa Liguria, Strongylis, Dg Ambiente della Commissione Europea, Casentino, Direzione protezione natura – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, De Ruiter, Agenzia Europea Sicurezza Marittima, Mascazzini, Direzione per la qualità di vita – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I temi principali: Trasporto marittimo e ambiente, Gestione integrata della zona costiera, Portualità e ambiente, Imprenditoria, innovazione tecnologica ed ambiente.  
   
   
ALTERO MATTEOLI CHIUDE L’8° CONFERENZA NAZIONALE DELLE AGENZIE AMBIENTALI  
 
Genova 8 luglio – Nell’ambito della Settimana della cultura ambientale, che prosegue fino a venerdì 9 luglio nel capoluogo ligure, l’appuntamento conclusivo dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali ha visto la partecipazione del Ministro all’Ambiente e Tutela del Territorio, Altero Matteoli. Al tavolo dei relatori al suo fianco il Direttore Generale di Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici, Giorgio Cesari, il Direttore Generale di Arpal – Agenzia ambientale ligure, Bruno Soracco, il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Sull’evento di Genova il Ministro Matteoli ha precisato: «Gli obiettivi sono due: primo, raggiungere il cittadino e informarlo; secondo, sviluppare una crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente. Con questa manifestazione finalmente entriamo nell’ottica di abbandonare la politica del divieto e di intraprendere una nuova politica, quella del consenso. Le agenzie per l’ambiente sono ormai mature per confrontarsi con la società civile e per affrontare correttamente anche nel dialogo con il cittadino le problematiche di interesse quotidiano». Altro apprezzamento il Ministro lo ha rivolto al coinvolgimento da parte della rete agenziale delle realtà imprenditoriali: «La componente rappresentativa del mondo dell’impresa è stata particolarmente attiva nella partecipazione ai lavori della Conferenza. Dall’applicazione degli strumenti volontari, come Emas ed Ecolabel, scaturiscono sfide impegnative per fornire prodotti e servizi ecologicamente qualificati e per orientare i comportamenti dei cittadini incentivando forme di mercato eco-compatibili». Interpellato sull’incidente avvenuto ieri pomeriggio alle acciaierie di Cornigliano, Matteoli ha risposto: «È un fatto dolorosissimo, ma che fortunatamente non è scaturito in tragedia». Il Ministro ha poi voluto aprire una parentesi sul futuro dell’Ilva. «L’accordo c’è, le scelte sono già state fatte. Abbiamo in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra una quindicina di giorni per dare l’ultima accelerata». Durante la conferenza stampa si è parlato anche dell’emergenza rifiuti in Campania e dello stop al commissariamento delle Regioni deciso dal premier Silvio Berlusconi. In chiusura, un cenno sulla bonifica dell’industria chimica Stoppani di Cogoleto: «Tutto procede come stabilito», ha detto Matteoli, «stiamo lavorando sulla bonifica». Soddisfazione per la riuscita dell’appuntamento è stata espressa da Giorgio Cesari, direttore di Apat: «Il sistema delle agenzie ha espresso vitalità e dinamismo nell’attuare in tempi brevi questo grande sforzo organizzativo che ha visto la Conferenza ospitare quasi 300 relatori e 97 punti espositivi. L’appuntamento è con la Ix Conferenza, che si avrà luogo il prossimo anno nelle regioni del nostro mezzogiorno, Puglia e Basilicata ». “Oltre 3.000 le presenze a queste prime tre giornate della Settimana della Cultura ambientale – conclude Soracco –che prosegue con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che ha visto tra l’altro la spettacolare esercitazione Ramogepol, utile a testare le procedure messe a punto dall’accordo franco-italo-monegasco per affrontare le emergenze in mare”. Altri interventi istituzionali alla 3° giornata della Settimana della Cultura ambientale Corrado Clini, direttore generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha parlato di “una strategia mediterranea” per valorizzare il contributo delle iniziative in partnership per lo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano di attuazione di Johannesburg. Il punto di partenza è una stretta collaborazione tra i paesi settentrionali e paesi meridionali dell’area mediterranea. “Una collaborazione - ha precisato - che si traduce in termini di gestione delle risorse e di formazione e che favorisce in parallelo la cooperazione economica”. In prima linea il programma per la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili di energia nell’area del Bacino Mediterraneo (Medrep); l’approccio integrato per la gestione delle aree costiere dell’Adriatico e delle risorse idriche dei bacini idrografici (Adricosm) ed il progetto pilota per una rapida valutazione del rischio ambientale e sanitario nei bacini fluviali secondari dell’area del basso Danubio (Rehra). Clini ha poi esposto il progetto “New Eden” per il recupero delle paludi in Mesopotamia. Canali di risanamento sono in fase di costruzione e di regolazione per ristabilire l’originale biodiversità presente nell’ecosistema della zona. Si tratta di un programma comune per il recupero dell’ambiente “realizzato dai paesi interessati alla ricostruzione dell’Iraq - ha spiegato il direttore generale per la Ricerca ambientale e lo sviluppo del Matt - insieme alla Banca Mondiale ed al Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep)”. Il progetto prevede in parallelo due studi pilota e, entro la primavera 2005, il completamento del Master Plan per definire le azioni necessarie per recuperare almeno il 50% delle paludi della Mesopotamia meridionale entro il 2010. L’implementazione della prima fase del progetto e dei due studi pilota è stata cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente italiano con 2milioni di euro. I progetti in atto per lo sviluppo culturale dell’Algeria, sulla base del protocollo d’intesa con l’Italia, sono invece stati illustrati Massimo Aurili, co-presidente del Comitato misto itali-algerino e consigliere del Matt per il Nord Africa. “Un partenariato - ha detto -svincolato da qualsiasi legge quadro, e che include già in sé l’attivazione di alcuni progetti: dalla creazione di un parco di 400 ettari, all’entrata ovest di Algeri”, per preservare la metropoli da uno sviluppo urbano disordinato, alla raccolta di rifiuti solidi a nord della capitale. “L’obiettivo – ha spiegato Aurili - è quello di dotare la città di un inceneritore, per dare impulso positivo allo smaltimento dei materiali, oggi indirizzati all’esportazione di paesi terzi”. Fra due anni è, invece, prevista la realizzazione di un centro di specializzazione post universitaria a 1.500 km dalla città, alle soglie del Sahara, punto nevralgico di affluenza per gli studenti provenienti da Nigeria, Mauritania e Marocco. Il ministro dell’Ambiente algerino, Cherif Rahamani, sta ancora vagliando supporto per lo studio di un parco di 15.000 ettari in pieno deserto tra Tindouf e Adrar, mappaggio circostanziato del litorale, al vaglio lo studio che permetta di armonizzare la coesistenza tra un sito urbano moderno e siti archeologici di valore. Gli appuntamenti di oggi: Apertura del Convegno internazionale sull’ambiente marino e costiero nell’area Euro-mediterranea. Intervengono tra gli altri: Pericu, Sindaco di Genova, Orsi, Assessore all’Ambiente – Regione Liguria, Soracco, Direttore Generale Arpa Liguria, Strongylis, Dg Ambiente della Commissione Europea, Casentino, Direzione protezione natura – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, De Ruiter, Agenzia Europea Sicurezza Marittima, Mascazzini, Direzione per la qualità di vita – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I temi principali: Trasporto marittimo e ambiente, Gestione integrata della zona costiera, Portualità e ambiente, Imprenditoria, innovazione tecnologica ed ambiente.  
   
   
ALTERO MATTEOLI CHIUDE L’8° CONFERENZA NAZIONALE DELLE AGENZIE AMBIENTALI  
 
Genova 8 luglio – Nell’ambito della Settimana della cultura ambientale, che prosegue fino a venerdì 9 luglio nel capoluogo ligure, l’appuntamento conclusivo dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali ha visto la partecipazione del Ministro all’Ambiente e Tutela del Territorio, Altero Matteoli. Al tavolo dei relatori al suo fianco il Direttore Generale di Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici, Giorgio Cesari, il Direttore Generale di Arpal – Agenzia ambientale ligure, Bruno Soracco, il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Sull’evento di Genova il Ministro Matteoli ha precisato: «Gli obiettivi sono due: primo, raggiungere il cittadino e informarlo; secondo, sviluppare una crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente. Con questa manifestazione finalmente entriamo nell’ottica di abbandonare la politica del divieto e di intraprendere una nuova politica, quella del consenso. Le agenzie per l’ambiente sono ormai mature per confrontarsi con la società civile e per affrontare correttamente anche nel dialogo con il cittadino le problematiche di interesse quotidiano». Altro apprezzamento il Ministro lo ha rivolto al coinvolgimento da parte della rete agenziale delle realtà imprenditoriali: «La componente rappresentativa del mondo dell’impresa è stata particolarmente attiva nella partecipazione ai lavori della Conferenza. Dall’applicazione degli strumenti volontari, come Emas ed Ecolabel, scaturiscono sfide impegnative per fornire prodotti e servizi ecologicamente qualificati e per orientare i comportamenti dei cittadini incentivando forme di mercato eco-compatibili». Interpellato sull’incidente avvenuto ieri pomeriggio alle acciaierie di Cornigliano, Matteoli ha risposto: «È un fatto dolorosissimo, ma che fortunatamente non è scaturito in tragedia». Il Ministro ha poi voluto aprire una parentesi sul futuro dell’Ilva. «L’accordo c’è, le scelte sono già state fatte. Abbiamo in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra una quindicina di giorni per dare l’ultima accelerata». Durante la conferenza stampa si è parlato anche dell’emergenza rifiuti in Campania e dello stop al commissariamento delle Regioni deciso dal premier Silvio Berlusconi. In chiusura, un cenno sulla bonifica dell’industria chimica Stoppani di Cogoleto: «Tutto procede come stabilito», ha detto Matteoli, «stiamo lavorando sulla bonifica». Soddisfazione per la riuscita dell’appuntamento è stata espressa da Giorgio Cesari, direttore di Apat: «Il sistema delle agenzie ha espresso vitalità e dinamismo nell’attuare in tempi brevi questo grande sforzo organizzativo che ha visto la Conferenza ospitare quasi 300 relatori e 97 punti espositivi. L’appuntamento è con la Ix Conferenza, che si avrà luogo il prossimo anno nelle regioni del nostro mezzogiorno, Puglia e Basilicata ». “Oltre 3.000 le presenze a queste prime tre giornate della Settimana della Cultura ambientale – conclude Soracco –che prosegue con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che ha visto tra l’altro la spettacolare esercitazione Ramogepol, utile a testare le procedure messe a punto dall’accordo franco-italo-monegasco per affrontare le emergenze in mare”. Altri interventi istituzionali alla 3° giornata della Settimana della Cultura ambientale Corrado Clini, direttore generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha parlato di “una strategia mediterranea” per valorizzare il contributo delle iniziative in partnership per lo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano di attuazione di Johannesburg. Il punto di partenza è una stretta collaborazione tra i paesi settentrionali e paesi meridionali dell’area mediterranea. “Una collaborazione - ha precisato - che si traduce in termini di gestione delle risorse e di formazione e che favorisce in parallelo la cooperazione economica”. In prima linea il programma per la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili di energia nell’area del Bacino Mediterraneo (Medrep); l’approccio integrato per la gestione delle aree costiere dell’Adriatico e delle risorse idriche dei bacini idrografici (Adricosm) ed il progetto pilota per una rapida valutazione del rischio ambientale e sanitario nei bacini fluviali secondari dell’area del basso Danubio (Rehra). Clini ha poi esposto il progetto “New Eden” per il recupero delle paludi in Mesopotamia. Canali di risanamento sono in fase di costruzione e di regolazione per ristabilire l’originale biodiversità presente nell’ecosistema della zona. Si tratta di un programma comune per il recupero dell’ambiente “realizzato dai paesi interessati alla ricostruzione dell’Iraq - ha spiegato il direttore generale per la Ricerca ambientale e lo sviluppo del Matt - insieme alla Banca Mondiale ed al Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep)”. Il progetto prevede in parallelo due studi pilota e, entro la primavera 2005, il completamento del Master Plan per definire le azioni necessarie per recuperare almeno il 50% delle paludi della Mesopotamia meridionale entro il 2010. L’implementazione della prima fase del progetto e dei due studi pilota è stata cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente italiano con 2milioni di euro. I progetti in atto per lo sviluppo culturale dell’Algeria, sulla base del protocollo d’intesa con l’Italia, sono invece stati illustrati Massimo Aurili, co-presidente del Comitato misto itali-algerino e consigliere del Matt per il Nord Africa. “Un partenariato - ha detto -svincolato da qualsiasi legge quadro, e che include già in sé l’attivazione di alcuni progetti: dalla creazione di un parco di 400 ettari, all’entrata ovest di Algeri”, per preservare la metropoli da uno sviluppo urbano disordinato, alla raccolta di rifiuti solidi a nord della capitale. “L’obiettivo – ha spiegato Aurili - è quello di dotare la città di un inceneritore, per dare impulso positivo allo smaltimento dei materiali, oggi indirizzati all’esportazione di paesi terzi”. Fra due anni è, invece, prevista la realizzazione di un centro di specializzazione post universitaria a 1.500 km dalla città, alle soglie del Sahara, punto nevralgico di affluenza per gli studenti provenienti da Nigeria, Mauritania e Marocco. Il ministro dell’Ambiente algerino, Cherif Rahamani, sta ancora vagliando supporto per lo studio di un parco di 15.000 ettari in pieno deserto tra Tindouf e Adrar, mappaggio circostanziato del litorale, al vaglio lo studio che permetta di armonizzare la coesistenza tra un sito urbano moderno e siti archeologici di valore. Gli appuntamenti di oggi: Apertura del Convegno internazionale sull’ambiente marino e costiero nell’area Euro-mediterranea. Intervengono tra gli altri: Pericu, Sindaco di Genova, Orsi, Assessore all’Ambiente – Regione Liguria, Soracco, Direttore Generale Arpa Liguria, Strongylis, Dg Ambiente della Commissione Europea, Casentino, Direzione protezione natura – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, De Ruiter, Agenzia Europea Sicurezza Marittima, Mascazzini, Direzione per la qualità di vita – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I temi principali: Trasporto marittimo e ambiente, Gestione integrata della zona costiera, Portualità e ambiente, Imprenditoria, innovazione tecnologica ed ambiente.  
   
   
ALTERO MATTEOLI CHIUDE L’8° CONFERENZA NAZIONALE DELLE AGENZIE AMBIENTALI  
 
Genova 8 luglio – Nell’ambito della Settimana della cultura ambientale, che prosegue fino a venerdì 9 luglio nel capoluogo ligure, l’appuntamento conclusivo dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali ha visto la partecipazione del Ministro all’Ambiente e Tutela del Territorio, Altero Matteoli. Al tavolo dei relatori al suo fianco il Direttore Generale di Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici, Giorgio Cesari, il Direttore Generale di Arpal – Agenzia ambientale ligure, Bruno Soracco, il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Sull’evento di Genova il Ministro Matteoli ha precisato: «Gli obiettivi sono due: primo, raggiungere il cittadino e informarlo; secondo, sviluppare una crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente. Con questa manifestazione finalmente entriamo nell’ottica di abbandonare la politica del divieto e di intraprendere una nuova politica, quella del consenso. Le agenzie per l’ambiente sono ormai mature per confrontarsi con la società civile e per affrontare correttamente anche nel dialogo con il cittadino le problematiche di interesse quotidiano». Altro apprezzamento il Ministro lo ha rivolto al coinvolgimento da parte della rete agenziale delle realtà imprenditoriali: «La componente rappresentativa del mondo dell’impresa è stata particolarmente attiva nella partecipazione ai lavori della Conferenza. Dall’applicazione degli strumenti volontari, come Emas ed Ecolabel, scaturiscono sfide impegnative per fornire prodotti e servizi ecologicamente qualificati e per orientare i comportamenti dei cittadini incentivando forme di mercato eco-compatibili». Interpellato sull’incidente avvenuto ieri pomeriggio alle acciaierie di Cornigliano, Matteoli ha risposto: «È un fatto dolorosissimo, ma che fortunatamente non è scaturito in tragedia». Il Ministro ha poi voluto aprire una parentesi sul futuro dell’Ilva. «L’accordo c’è, le scelte sono già state fatte. Abbiamo in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra una quindicina di giorni per dare l’ultima accelerata». Durante la conferenza stampa si è parlato anche dell’emergenza rifiuti in Campania e dello stop al commissariamento delle Regioni deciso dal premier Silvio Berlusconi. In chiusura, un cenno sulla bonifica dell’industria chimica Stoppani di Cogoleto: «Tutto procede come stabilito», ha detto Matteoli, «stiamo lavorando sulla bonifica». Soddisfazione per la riuscita dell’appuntamento è stata espressa da Giorgio Cesari, direttore di Apat: «Il sistema delle agenzie ha espresso vitalità e dinamismo nell’attuare in tempi brevi questo grande sforzo organizzativo che ha visto la Conferenza ospitare quasi 300 relatori e 97 punti espositivi. L’appuntamento è con la Ix Conferenza, che si avrà luogo il prossimo anno nelle regioni del nostro mezzogiorno, Puglia e Basilicata ». “Oltre 3.000 le presenze a queste prime tre giornate della Settimana della Cultura ambientale – conclude Soracco –che prosegue con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che ha visto tra l’altro la spettacolare esercitazione Ramogepol, utile a testare le procedure messe a punto dall’accordo franco-italo-monegasco per affrontare le emergenze in mare”. Altri interventi istituzionali alla 3° giornata della Settimana della Cultura ambientale Corrado Clini, direttore generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha parlato di “una strategia mediterranea” per valorizzare il contributo delle iniziative in partnership per lo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano di attuazione di Johannesburg. Il punto di partenza è una stretta collaborazione tra i paesi settentrionali e paesi meridionali dell’area mediterranea. “Una collaborazione - ha precisato - che si traduce in termini di gestione delle risorse e di formazione e che favorisce in parallelo la cooperazione economica”. In prima linea il programma per la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili di energia nell’area del Bacino Mediterraneo (Medrep); l’approccio integrato per la gestione delle aree costiere dell’Adriatico e delle risorse idriche dei bacini idrografici (Adricosm) ed il progetto pilota per una rapida valutazione del rischio ambientale e sanitario nei bacini fluviali secondari dell’area del basso Danubio (Rehra). Clini ha poi esposto il progetto “New Eden” per il recupero delle paludi in Mesopotamia. Canali di risanamento sono in fase di costruzione e di regolazione per ristabilire l’originale biodiversità presente nell’ecosistema della zona. Si tratta di un programma comune per il recupero dell’ambiente “realizzato dai paesi interessati alla ricostruzione dell’Iraq - ha spiegato il direttore generale per la Ricerca ambientale e lo sviluppo del Matt - insieme alla Banca Mondiale ed al Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep)”. Il progetto prevede in parallelo due studi pilota e, entro la primavera 2005, il completamento del Master Plan per definire le azioni necessarie per recuperare almeno il 50% delle paludi della Mesopotamia meridionale entro il 2010. L’implementazione della prima fase del progetto e dei due studi pilota è stata cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente italiano con 2milioni di euro. I progetti in atto per lo sviluppo culturale dell’Algeria, sulla base del protocollo d’intesa con l’Italia, sono invece stati illustrati Massimo Aurili, co-presidente del Comitato misto itali-algerino e consigliere del Matt per il Nord Africa. “Un partenariato - ha detto -svincolato da qualsiasi legge quadro, e che include già in sé l’attivazione di alcuni progetti: dalla creazione di un parco di 400 ettari, all’entrata ovest di Algeri”, per preservare la metropoli da uno sviluppo urbano disordinato, alla raccolta di rifiuti solidi a nord della capitale. “L’obiettivo – ha spiegato Aurili - è quello di dotare la città di un inceneritore, per dare impulso positivo allo smaltimento dei materiali, oggi indirizzati all’esportazione di paesi terzi”. Fra due anni è, invece, prevista la realizzazione di un centro di specializzazione post universitaria a 1.500 km dalla città, alle soglie del Sahara, punto nevralgico di affluenza per gli studenti provenienti da Nigeria, Mauritania e Marocco. Il ministro dell’Ambiente algerino, Cherif Rahamani, sta ancora vagliando supporto per lo studio di un parco di 15.000 ettari in pieno deserto tra Tindouf e Adrar, mappaggio circostanziato del litorale, al vaglio lo studio che permetta di armonizzare la coesistenza tra un sito urbano moderno e siti archeologici di valore. Gli appuntamenti di oggi: Apertura del Convegno internazionale sull’ambiente marino e costiero nell’area Euro-mediterranea. Intervengono tra gli altri: Pericu, Sindaco di Genova, Orsi, Assessore all’Ambiente – Regione Liguria, Soracco, Direttore Generale Arpa Liguria, Strongylis, Dg Ambiente della Commissione Europea, Casentino, Direzione protezione natura – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, De Ruiter, Agenzia Europea Sicurezza Marittima, Mascazzini, Direzione per la qualità di vita – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I temi principali: Trasporto marittimo e ambiente, Gestione integrata della zona costiera, Portualità e ambiente, Imprenditoria, innovazione tecnologica ed ambiente.  
   
   
ALTERO MATTEOLI CHIUDE L’8° CONFERENZA NAZIONALE DELLE AGENZIE AMBIENTALI  
 
Genova 8 luglio – Nell’ambito della Settimana della cultura ambientale, che prosegue fino a venerdì 9 luglio nel capoluogo ligure, l’appuntamento conclusivo dell’8° Conferenza nazionale delle agenzie ambientali ha visto la partecipazione del Ministro all’Ambiente e Tutela del Territorio, Altero Matteoli. Al tavolo dei relatori al suo fianco il Direttore Generale di Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici, Giorgio Cesari, il Direttore Generale di Arpal – Agenzia ambientale ligure, Bruno Soracco, il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Sull’evento di Genova il Ministro Matteoli ha precisato: «Gli obiettivi sono due: primo, raggiungere il cittadino e informarlo; secondo, sviluppare una crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente. Con questa manifestazione finalmente entriamo nell’ottica di abbandonare la politica del divieto e di intraprendere una nuova politica, quella del consenso. Le agenzie per l’ambiente sono ormai mature per confrontarsi con la società civile e per affrontare correttamente anche nel dialogo con il cittadino le problematiche di interesse quotidiano». Altro apprezzamento il Ministro lo ha rivolto al coinvolgimento da parte della rete agenziale delle realtà imprenditoriali: «La componente rappresentativa del mondo dell’impresa è stata particolarmente attiva nella partecipazione ai lavori della Conferenza. Dall’applicazione degli strumenti volontari, come Emas ed Ecolabel, scaturiscono sfide impegnative per fornire prodotti e servizi ecologicamente qualificati e per orientare i comportamenti dei cittadini incentivando forme di mercato eco-compatibili». Interpellato sull’incidente avvenuto ieri pomeriggio alle acciaierie di Cornigliano, Matteoli ha risposto: «È un fatto dolorosissimo, ma che fortunatamente non è scaturito in tragedia». Il Ministro ha poi voluto aprire una parentesi sul futuro dell’Ilva. «L’accordo c’è, le scelte sono già state fatte. Abbiamo in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra una quindicina di giorni per dare l’ultima accelerata». Durante la conferenza stampa si è parlato anche dell’emergenza rifiuti in Campania e dello stop al commissariamento delle Regioni deciso dal premier Silvio Berlusconi. In chiusura, un cenno sulla bonifica dell’industria chimica Stoppani di Cogoleto: «Tutto procede come stabilito», ha detto Matteoli, «stiamo lavorando sulla bonifica». Soddisfazione per la riuscita dell’appuntamento è stata espressa da Giorgio Cesari, direttore di Apat: «Il sistema delle agenzie ha espresso vitalità e dinamismo nell’attuare in tempi brevi questo grande sforzo organizzativo che ha visto la Conferenza ospitare quasi 300 relatori e 97 punti espositivi. L’appuntamento è con la Ix Conferenza, che si avrà luogo il prossimo anno nelle regioni del nostro mezzogiorno, Puglia e Basilicata ». “Oltre 3.000 le presenze a queste prime tre giornate della Settimana della Cultura ambientale – conclude Soracco –che prosegue con il Convegno internazionale su ambiente marino e costiero. Un evento ricco di interventi qualificati, che ha visto tra l’altro la spettacolare esercitazione Ramogepol, utile a testare le procedure messe a punto dall’accordo franco-italo-monegasco per affrontare le emergenze in mare”. Altri interventi istituzionali alla 3° giornata della Settimana della Cultura ambientale Corrado Clini, direttore generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha parlato di “una strategia mediterranea” per valorizzare il contributo delle iniziative in partnership per lo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano di attuazione di Johannesburg. Il punto di partenza è una stretta collaborazione tra i paesi settentrionali e paesi meridionali dell’area mediterranea. “Una collaborazione - ha precisato - che si traduce in termini di gestione delle risorse e di formazione e che favorisce in parallelo la cooperazione economica”. In prima linea il programma per la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili di energia nell’area del Bacino Mediterraneo (Medrep); l’approccio integrato per la gestione delle aree costiere dell’Adriatico e delle risorse idriche dei bacini idrografici (Adricosm) ed il progetto pilota per una rapida valutazione del rischio ambientale e sanitario nei bacini fluviali secondari dell’area del basso Danubio (Rehra). Clini ha poi esposto il progetto “New Eden” per il recupero delle paludi in Mesopotamia. Canali di risanamento sono in fase di costruzione e di regolazione per ristabilire l’originale biodiversità presente nell’ecosistema della zona. Si tratta di un programma comune per il recupero dell’ambiente “realizzato dai paesi interessati alla ricostruzione dell’Iraq - ha spiegato il direttore generale per la Ricerca ambientale e lo sviluppo del Matt - insieme alla Banca Mondiale ed al Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep)”. Il progetto prevede in parallelo due studi pilota e, entro la primavera 2005, il completamento del Master Plan per definire le azioni necessarie per recuperare almeno il 50% delle paludi della Mesopotamia meridionale entro il 2010. L’implementazione della prima fase del progetto e dei due studi pilota è stata cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente italiano con 2milioni di euro. I progetti in atto per lo sviluppo culturale dell’Algeria, sulla base del protocollo d’intesa con l’Italia, sono invece stati illustrati Massimo Aurili, co-presidente del Comitato misto itali-algerino e consigliere del Matt per il Nord Africa. “Un partenariato - ha detto -svincolato da qualsiasi legge quadro, e che include già in sé l’attivazione di alcuni progetti: dalla creazione di un parco di 400 ettari, all’entrata ovest di Algeri”, per preservare la metropoli da uno sviluppo urbano disordinato, alla raccolta di rifiuti solidi a nord della capitale. “L’obiettivo – ha spiegato Aurili - è quello di dotare la città di un inceneritore, per dare impulso positivo allo smaltimento dei materiali, oggi indirizzati all’esportazione di paesi terzi”. Fra due anni è, invece, prevista la realizzazione di un centro di specializzazione post universitaria a 1.500 km dalla città, alle soglie del Sahara, punto nevralgico di affluenza per gli studenti provenienti da Nigeria, Mauritania e Marocco. Il ministro dell’Ambiente algerino, Cherif Rahamani, sta ancora vagliando supporto per lo studio di un parco di 15.000 ettari in pieno deserto tra Tindouf e Adrar, mappaggio circostanziato del litorale, al vaglio lo studio che permetta di armonizzare la coesistenza tra un sito urbano moderno e siti archeologici di valore. Gli appuntamenti di oggi: Apertura del Convegno internazionale sull’ambiente marino e costiero nell’area Euro-mediterranea. Intervengono tra gli altri: Pericu, Sindaco di Genova, Orsi, Assessore all’Ambiente – Regione Liguria, Soracco, Direttore Generale Arpa Liguria, Strongylis, Dg Ambiente della Commissione Europea, Casentino, Direzione protezione natura – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, De Ruiter, Agenzia Europea Sicurezza Marittima, Mascazzini, Direzione per la qualità di vita – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I temi principali: Trasporto marittimo e ambiente, Gestione integrata della zona costiera, Portualità e ambiente, Imprenditoria, innovazione tecnologica ed ambiente.  
   
   
GLI STUDENTI DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "D. SCANO" AVRANNO, QUEST'ESTATE, LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE IL MONDO DEL LAVORO GRAZIE AL TIROCINIO IN ENERGIT  
 
Cagliari, 8 luglio 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, e l'Istituto Tecnico Industriale "Dionigi Scano" di Cagliari hanno stretto un accordo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo sviluppo", che utilizza i fondi strutturali Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Durante il periodo estivo Energit accoglie, per periodi di tre settimane, gli studenti dell'Istituto Scano che l'anno prossimo frequenteranno il quinto anno del corso di specializzazione Informatica. Ai ragazzi viene offerta l'opportunità di conoscere il mondo del lavoro, ai docenti di indirizzo di adeguare i programmi, inserendo nozioni tecniche-pratiche utili a favorire l'inserimento degli studenti nelle aziende di settore, e a Energit la possibilità di conoscere e valutare le caratteristiche e le qualità dei suoi potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, gli studenti saranno affiancati da un tutor aziendale e da uno scolastico, che ne valuteranno le capacità e i progressi. "Energit porta avanti da tempo programmi di tirocinio professionale, ma è la prima volta che accogliamo studenti delle scuole superiori e siamo molto soddisfatti della scelta, visto l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che stanno lavorando con noi questi giorni" sostiene Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit. "I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni. Quest'anno, per la prima volta, sono stati estesi agli studenti dell'indirizzo di Informatica, che hanno avuto modo di essere inseriti in diverse aziende cittadine, tra cui Energit. La positiva esperienza con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce, per la formazione degli studenti, al collegamento con il mondo del lavoro e soprattutto con le aziende più importanti del territorio e ci auguriamo che sia l'inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione", commenta il Professor Antonio Piredda, Preside dell'Istituto Scano.  
   
   
GLI STUDENTI DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "D. SCANO" AVRANNO, QUEST'ESTATE, LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE IL MONDO DEL LAVORO GRAZIE AL TIROCINIO IN ENERGIT  
 
Cagliari, 8 luglio 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, e l'Istituto Tecnico Industriale "Dionigi Scano" di Cagliari hanno stretto un accordo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo sviluppo", che utilizza i fondi strutturali Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Durante il periodo estivo Energit accoglie, per periodi di tre settimane, gli studenti dell'Istituto Scano che l'anno prossimo frequenteranno il quinto anno del corso di specializzazione Informatica. Ai ragazzi viene offerta l'opportunità di conoscere il mondo del lavoro, ai docenti di indirizzo di adeguare i programmi, inserendo nozioni tecniche-pratiche utili a favorire l'inserimento degli studenti nelle aziende di settore, e a Energit la possibilità di conoscere e valutare le caratteristiche e le qualità dei suoi potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, gli studenti saranno affiancati da un tutor aziendale e da uno scolastico, che ne valuteranno le capacità e i progressi. "Energit porta avanti da tempo programmi di tirocinio professionale, ma è la prima volta che accogliamo studenti delle scuole superiori e siamo molto soddisfatti della scelta, visto l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che stanno lavorando con noi questi giorni" sostiene Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit. "I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni. Quest'anno, per la prima volta, sono stati estesi agli studenti dell'indirizzo di Informatica, che hanno avuto modo di essere inseriti in diverse aziende cittadine, tra cui Energit. La positiva esperienza con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce, per la formazione degli studenti, al collegamento con il mondo del lavoro e soprattutto con le aziende più importanti del territorio e ci auguriamo che sia l'inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione", commenta il Professor Antonio Piredda, Preside dell'Istituto Scano.  
   
   
GLI STUDENTI DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "D. SCANO" AVRANNO, QUEST'ESTATE, LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE IL MONDO DEL LAVORO GRAZIE AL TIROCINIO IN ENERGIT  
 
Cagliari, 8 luglio 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, e l'Istituto Tecnico Industriale "Dionigi Scano" di Cagliari hanno stretto un accordo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo sviluppo", che utilizza i fondi strutturali Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Durante il periodo estivo Energit accoglie, per periodi di tre settimane, gli studenti dell'Istituto Scano che l'anno prossimo frequenteranno il quinto anno del corso di specializzazione Informatica. Ai ragazzi viene offerta l'opportunità di conoscere il mondo del lavoro, ai docenti di indirizzo di adeguare i programmi, inserendo nozioni tecniche-pratiche utili a favorire l'inserimento degli studenti nelle aziende di settore, e a Energit la possibilità di conoscere e valutare le caratteristiche e le qualità dei suoi potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, gli studenti saranno affiancati da un tutor aziendale e da uno scolastico, che ne valuteranno le capacità e i progressi. "Energit porta avanti da tempo programmi di tirocinio professionale, ma è la prima volta che accogliamo studenti delle scuole superiori e siamo molto soddisfatti della scelta, visto l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che stanno lavorando con noi questi giorni" sostiene Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit. "I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni. Quest'anno, per la prima volta, sono stati estesi agli studenti dell'indirizzo di Informatica, che hanno avuto modo di essere inseriti in diverse aziende cittadine, tra cui Energit. La positiva esperienza con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce, per la formazione degli studenti, al collegamento con il mondo del lavoro e soprattutto con le aziende più importanti del territorio e ci auguriamo che sia l'inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione", commenta il Professor Antonio Piredda, Preside dell'Istituto Scano.  
   
   
GLI STUDENTI DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "D. SCANO" AVRANNO, QUEST'ESTATE, LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE IL MONDO DEL LAVORO GRAZIE AL TIROCINIO IN ENERGIT  
 
Cagliari, 8 luglio 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, e l'Istituto Tecnico Industriale "Dionigi Scano" di Cagliari hanno stretto un accordo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo sviluppo", che utilizza i fondi strutturali Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Durante il periodo estivo Energit accoglie, per periodi di tre settimane, gli studenti dell'Istituto Scano che l'anno prossimo frequenteranno il quinto anno del corso di specializzazione Informatica. Ai ragazzi viene offerta l'opportunità di conoscere il mondo del lavoro, ai docenti di indirizzo di adeguare i programmi, inserendo nozioni tecniche-pratiche utili a favorire l'inserimento degli studenti nelle aziende di settore, e a Energit la possibilità di conoscere e valutare le caratteristiche e le qualità dei suoi potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, gli studenti saranno affiancati da un tutor aziendale e da uno scolastico, che ne valuteranno le capacità e i progressi. "Energit porta avanti da tempo programmi di tirocinio professionale, ma è la prima volta che accogliamo studenti delle scuole superiori e siamo molto soddisfatti della scelta, visto l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che stanno lavorando con noi questi giorni" sostiene Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit. "I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni. Quest'anno, per la prima volta, sono stati estesi agli studenti dell'indirizzo di Informatica, che hanno avuto modo di essere inseriti in diverse aziende cittadine, tra cui Energit. La positiva esperienza con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce, per la formazione degli studenti, al collegamento con il mondo del lavoro e soprattutto con le aziende più importanti del territorio e ci auguriamo che sia l'inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione", commenta il Professor Antonio Piredda, Preside dell'Istituto Scano.  
   
   
GLI STUDENTI DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "D. SCANO" AVRANNO, QUEST'ESTATE, LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE IL MONDO DEL LAVORO GRAZIE AL TIROCINIO IN ENERGIT  
 
Cagliari, 8 luglio 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, e l'Istituto Tecnico Industriale "Dionigi Scano" di Cagliari hanno stretto un accordo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo sviluppo", che utilizza i fondi strutturali Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Durante il periodo estivo Energit accoglie, per periodi di tre settimane, gli studenti dell'Istituto Scano che l'anno prossimo frequenteranno il quinto anno del corso di specializzazione Informatica. Ai ragazzi viene offerta l'opportunità di conoscere il mondo del lavoro, ai docenti di indirizzo di adeguare i programmi, inserendo nozioni tecniche-pratiche utili a favorire l'inserimento degli studenti nelle aziende di settore, e a Energit la possibilità di conoscere e valutare le caratteristiche e le qualità dei suoi potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, gli studenti saranno affiancati da un tutor aziendale e da uno scolastico, che ne valuteranno le capacità e i progressi. "Energit porta avanti da tempo programmi di tirocinio professionale, ma è la prima volta che accogliamo studenti delle scuole superiori e siamo molto soddisfatti della scelta, visto l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che stanno lavorando con noi questi giorni" sostiene Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit. "I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni. Quest'anno, per la prima volta, sono stati estesi agli studenti dell'indirizzo di Informatica, che hanno avuto modo di essere inseriti in diverse aziende cittadine, tra cui Energit. La positiva esperienza con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce, per la formazione degli studenti, al collegamento con il mondo del lavoro e soprattutto con le aziende più importanti del territorio e ci auguriamo che sia l'inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione", commenta il Professor Antonio Piredda, Preside dell'Istituto Scano.  
   
   
GLI STUDENTI DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "D. SCANO" AVRANNO, QUEST'ESTATE, LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE IL MONDO DEL LAVORO GRAZIE AL TIROCINIO IN ENERGIT  
 
Cagliari, 8 luglio 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, e l'Istituto Tecnico Industriale "Dionigi Scano" di Cagliari hanno stretto un accordo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo sviluppo", che utilizza i fondi strutturali Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Durante il periodo estivo Energit accoglie, per periodi di tre settimane, gli studenti dell'Istituto Scano che l'anno prossimo frequenteranno il quinto anno del corso di specializzazione Informatica. Ai ragazzi viene offerta l'opportunità di conoscere il mondo del lavoro, ai docenti di indirizzo di adeguare i programmi, inserendo nozioni tecniche-pratiche utili a favorire l'inserimento degli studenti nelle aziende di settore, e a Energit la possibilità di conoscere e valutare le caratteristiche e le qualità dei suoi potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, gli studenti saranno affiancati da un tutor aziendale e da uno scolastico, che ne valuteranno le capacità e i progressi. "Energit porta avanti da tempo programmi di tirocinio professionale, ma è la prima volta che accogliamo studenti delle scuole superiori e siamo molto soddisfatti della scelta, visto l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che stanno lavorando con noi questi giorni" sostiene Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit. "I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni. Quest'anno, per la prima volta, sono stati estesi agli studenti dell'indirizzo di Informatica, che hanno avuto modo di essere inseriti in diverse aziende cittadine, tra cui Energit. La positiva esperienza con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce, per la formazione degli studenti, al collegamento con il mondo del lavoro e soprattutto con le aziende più importanti del territorio e ci auguriamo che sia l'inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione", commenta il Professor Antonio Piredda, Preside dell'Istituto Scano.  
   
   
UNIVERSITÀ DI PISA: IL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE “E.GIANNESSI” PROPONE NUOVI MASTER POST LAUREA AUDITING E CONTROLLO INTERNO, PER IL PROSSIMO AUTUNNO. BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZA, ENTI LOCALI TRA GLI ARGOMENTI PER LA FORMAZIONE AVANZATA IN ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI PISA  
 
Pisa, 8 luglio 2004 - Tempo di scelte per chi ha deciso di intraprendere un nuovo cammino formativo, dopo la parentesi estiva. Il Dipartimento di Economia Aziendale “E.giannessi”, dell’Università di Pisa, propone una serie di nuovi master, sia part time che full time, che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. E’ prevista una parte formativa di 500 ore, per l’orientamento Auditing e Consulting, e una di 800 ore, per l’orientamento Auditing e Governance, più una parte applicativa con uno stage di tre mesi in azienda. Già predisposto anche il master, full time, “Controlli di Gestione finanza e Controllo aziendale” che avrà inizio nel febbraio 2005, riservato a 25 laureati. Infolink: www.Masteraudit.it  
   
   
UNIVERSITÀ DI PISA: IL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE “E.GIANNESSI” PROPONE NUOVI MASTER POST LAUREA AUDITING E CONTROLLO INTERNO, PER IL PROSSIMO AUTUNNO. BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZA, ENTI LOCALI TRA GLI ARGOMENTI PER LA FORMAZIONE AVANZATA IN ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI PISA  
 
Pisa, 8 luglio 2004 - Tempo di scelte per chi ha deciso di intraprendere un nuovo cammino formativo, dopo la parentesi estiva. Il Dipartimento di Economia Aziendale “E.giannessi”, dell’Università di Pisa, propone una serie di nuovi master, sia part time che full time, che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. E’ prevista una parte formativa di 500 ore, per l’orientamento Auditing e Consulting, e una di 800 ore, per l’orientamento Auditing e Governance, più una parte applicativa con uno stage di tre mesi in azienda. Già predisposto anche il master, full time, “Controlli di Gestione finanza e Controllo aziendale” che avrà inizio nel febbraio 2005, riservato a 25 laureati. Infolink: www.Masteraudit.it  
   
   
UNIVERSITÀ DI PISA: IL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE “E.GIANNESSI” PROPONE NUOVI MASTER POST LAUREA AUDITING E CONTROLLO INTERNO, PER IL PROSSIMO AUTUNNO. BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZA, ENTI LOCALI TRA GLI ARGOMENTI PER LA FORMAZIONE AVANZATA IN ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI PISA  
 
Pisa, 8 luglio 2004 - Tempo di scelte per chi ha deciso di intraprendere un nuovo cammino formativo, dopo la parentesi estiva. Il Dipartimento di Economia Aziendale “E.giannessi”, dell’Università di Pisa, propone una serie di nuovi master, sia part time che full time, che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. E’ prevista una parte formativa di 500 ore, per l’orientamento Auditing e Consulting, e una di 800 ore, per l’orientamento Auditing e Governance, più una parte applicativa con uno stage di tre mesi in azienda. Già predisposto anche il master, full time, “Controlli di Gestione finanza e Controllo aziendale” che avrà inizio nel febbraio 2005, riservato a 25 laureati. Infolink: www.Masteraudit.it  
   
   
UNIVERSITÀ DI PISA: IL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE “E.GIANNESSI” PROPONE NUOVI MASTER POST LAUREA AUDITING E CONTROLLO INTERNO, PER IL PROSSIMO AUTUNNO. BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZA, ENTI LOCALI TRA GLI ARGOMENTI PER LA FORMAZIONE AVANZATA IN ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI PISA  
 
Pisa, 8 luglio 2004 - Tempo di scelte per chi ha deciso di intraprendere un nuovo cammino formativo, dopo la parentesi estiva. Il Dipartimento di Economia Aziendale “E.giannessi”, dell’Università di Pisa, propone una serie di nuovi master, sia part time che full time, che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. E’ prevista una parte formativa di 500 ore, per l’orientamento Auditing e Consulting, e una di 800 ore, per l’orientamento Auditing e Governance, più una parte applicativa con uno stage di tre mesi in azienda. Già predisposto anche il master, full time, “Controlli di Gestione finanza e Controllo aziendale” che avrà inizio nel febbraio 2005, riservato a 25 laureati. Infolink: www.Masteraudit.it  
   
   
UNIVERSITÀ DI PISA: IL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE “E.GIANNESSI” PROPONE NUOVI MASTER POST LAUREA AUDITING E CONTROLLO INTERNO, PER IL PROSSIMO AUTUNNO. BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZA, ENTI LOCALI TRA GLI ARGOMENTI PER LA FORMAZIONE AVANZATA IN ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI PISA  
 
Pisa, 8 luglio 2004 - Tempo di scelte per chi ha deciso di intraprendere un nuovo cammino formativo, dopo la parentesi estiva. Il Dipartimento di Economia Aziendale “E.giannessi”, dell’Università di Pisa, propone una serie di nuovi master, sia part time che full time, che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. E’ prevista una parte formativa di 500 ore, per l’orientamento Auditing e Consulting, e una di 800 ore, per l’orientamento Auditing e Governance, più una parte applicativa con uno stage di tre mesi in azienda. Già predisposto anche il master, full time, “Controlli di Gestione finanza e Controllo aziendale” che avrà inizio nel febbraio 2005, riservato a 25 laureati. Infolink: www.Masteraudit.it  
   
   
UNIVERSITÀ DI PISA: IL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE “E.GIANNESSI” PROPONE NUOVI MASTER POST LAUREA AUDITING E CONTROLLO INTERNO, PER IL PROSSIMO AUTUNNO. BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZA, ENTI LOCALI TRA GLI ARGOMENTI PER LA FORMAZIONE AVANZATA IN ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI PISA  
 
Pisa, 8 luglio 2004 - Tempo di scelte per chi ha deciso di intraprendere un nuovo cammino formativo, dopo la parentesi estiva. Il Dipartimento di Economia Aziendale “E.giannessi”, dell’Università di Pisa, propone una serie di nuovi master, sia part time che full time, che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. E’ prevista una parte formativa di 500 ore, per l’orientamento Auditing e Consulting, e una di 800 ore, per l’orientamento Auditing e Governance, più una parte applicativa con uno stage di tre mesi in azienda. Già predisposto anche il master, full time, “Controlli di Gestione finanza e Controllo aziendale” che avrà inizio nel febbraio 2005, riservato a 25 laureati. Infolink: www.Masteraudit.it  
   
   
UN RAPPORTO DELL'SBS CHIEDE DI AUMENTARE GLI STIPENDI PER ATTIRARE I MIGLIOR RICERCATORI NELLE UNIVERSITÀ INGLESI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Un nuovo rapporto dell'Sbs (Save British Science) ha studiato il modo in cui le università inglesi potrebbero reclutare e legare a sé i migliori ricercatori per fronteggiare la concorrenza mondiale, e ha raccomandato al governo di mettere a disposizione altri 250 milioni di sterline (370 milioni di euro) per aumentare gli stipendi nell'istruzione superiore. Il rapporto, pubblicato il 5 luglio, si basa sulle raccomandazioni di una conferenza che aveva riunito rappresentanti delle università, del governo, delle organizzazioni no-profit e dell'industria per discutere il tema. Il rapporto sottolinea che il problema non coinvolge tutti i soggetti in tutte le istituzioni, ma aggiunge che le università inglesi stanno 'incontrando continuamente difficoltà per reclutare e legare a sé ricercatori di alto livello dei settori scientifici e dell'ingegneria'. E cita le conclusioni di una recente indagine nazionale, secondo la quale il 57% delle università avevano dichiarato di aver lasciato scoperte cattedre scientifiche per non aver potuto trovare candidati di livello appropriato. Tutti i partecipanti alla conferenza si erano trovati d'accordo nel sottolineare che il mercato globale dei ricercatori è regolato da vari fattori e avevano deciso di occuparsi esclusivamente degli stipendi, considerato il problema più urgente da risolvere. 'È chiaro che varie interessanti opzioni sono a portata di mano del tipo di scienziato di prima classe che potrebbe altrimenti diventare o restare un ricercatore accademico', afferma il rapporto, sottolineando che le opportunità offerte dalle università e industrie americane sono solo due ovvi esempi. '[Gli] stipendi medi debbono aumentare [s]e il settore dell'istruzione superiore vuole restare competitivo'. Il rapporto cita dati statistici che sembrano confermare questo punto di vista e studi che dimostrano come gli scienziati dell'industria farmaceutica siano pagati tra il 20 e il 50% più dei colleghi nelle università. Cita anche, però, tre punti di strozzatura in cui la concorrenza tra talenti è particolarmente forte: il momento in cui si entra nella ricerca accademica, per esempio come ricercatore con postdottorato, il momento in cui un ricercatore ha dimostrato le proprie capacità, e il momento in cui il ricercatore assume un ruolo di leadership, per esempio la guida di importanti gruppi di ricerca o di un dipartimento universitario. A tutti e tre i livelli le università inglesi dovrebbero essere messe in condizione di competere con l'industria e le istituzioni d'oltremare; il rapporto ammette che non tutti i ricercatori otterranno salari più elevati, ma critica il sistema attuale di remunerazioni in base al quale i singoli ricercatori si trovano ingabbiati in una stessa rigida griglia salariale. La soluzione proposta è un sistema con più variabilità, con nuovi fondi usati per risolvere gli attuali scompensi di mercato: 'Se il mercato lo richiede, alcuni specialisti di alcune discipline guadagneranno molto più di altri', prevede il rapporto. Sulla base del calcolo degli stipendi medi che i migliori ricercatori possono guadagnare e delle proiezioni di carriera, i partecipanti al seminario hanno proposto che l'attuale deficit venga colmato dal governo con un'iniezione di circa 250 milioni di sterline (370 milioni di euro). Secondo il professor Richard Joyner, presidente della Sbs, 'Il nostro rapporto contiene una proposta ragionevole sullo stipendio degli scienziati, a un costo di 250 milioni di sterline all'anno, meno del 3% degl'investimenti annui attuali del governo nella ricerca e sviluppo scientifico'. 'Con tutte le nuove infrastrutture che stiamo creando, la scienza inglese ha il potenziale per distribuire sostanziali benefici ai contribuenti inglesi, ma se non risolviamo il problema di come reclutare e conservare i migliori ricercatori corriamo il rischio di non ottenere il massimo vantaggio dagl'investimenti che abbiamo già fatto', ha concluso Joyner. Per leggere il testo del rapporto: http://www.Savebritishscience.org.uk/texts/documents/2004/sbs0407.pdf  
   
   
UN RAPPORTO DELL'SBS CHIEDE DI AUMENTARE GLI STIPENDI PER ATTIRARE I MIGLIOR RICERCATORI NELLE UNIVERSITÀ INGLESI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Un nuovo rapporto dell'Sbs (Save British Science) ha studiato il modo in cui le università inglesi potrebbero reclutare e legare a sé i migliori ricercatori per fronteggiare la concorrenza mondiale, e ha raccomandato al governo di mettere a disposizione altri 250 milioni di sterline (370 milioni di euro) per aumentare gli stipendi nell'istruzione superiore. Il rapporto, pubblicato il 5 luglio, si basa sulle raccomandazioni di una conferenza che aveva riunito rappresentanti delle università, del governo, delle organizzazioni no-profit e dell'industria per discutere il tema. Il rapporto sottolinea che il problema non coinvolge tutti i soggetti in tutte le istituzioni, ma aggiunge che le università inglesi stanno 'incontrando continuamente difficoltà per reclutare e legare a sé ricercatori di alto livello dei settori scientifici e dell'ingegneria'. E cita le conclusioni di una recente indagine nazionale, secondo la quale il 57% delle università avevano dichiarato di aver lasciato scoperte cattedre scientifiche per non aver potuto trovare candidati di livello appropriato. Tutti i partecipanti alla conferenza si erano trovati d'accordo nel sottolineare che il mercato globale dei ricercatori è regolato da vari fattori e avevano deciso di occuparsi esclusivamente degli stipendi, considerato il problema più urgente da risolvere. 'È chiaro che varie interessanti opzioni sono a portata di mano del tipo di scienziato di prima classe che potrebbe altrimenti diventare o restare un ricercatore accademico', afferma il rapporto, sottolineando che le opportunità offerte dalle università e industrie americane sono solo due ovvi esempi. '[Gli] stipendi medi debbono aumentare [s]e il settore dell'istruzione superiore vuole restare competitivo'. Il rapporto cita dati statistici che sembrano confermare questo punto di vista e studi che dimostrano come gli scienziati dell'industria farmaceutica siano pagati tra il 20 e il 50% più dei colleghi nelle università. Cita anche, però, tre punti di strozzatura in cui la concorrenza tra talenti è particolarmente forte: il momento in cui si entra nella ricerca accademica, per esempio come ricercatore con postdottorato, il momento in cui un ricercatore ha dimostrato le proprie capacità, e il momento in cui il ricercatore assume un ruolo di leadership, per esempio la guida di importanti gruppi di ricerca o di un dipartimento universitario. A tutti e tre i livelli le università inglesi dovrebbero essere messe in condizione di competere con l'industria e le istituzioni d'oltremare; il rapporto ammette che non tutti i ricercatori otterranno salari più elevati, ma critica il sistema attuale di remunerazioni in base al quale i singoli ricercatori si trovano ingabbiati in una stessa rigida griglia salariale. La soluzione proposta è un sistema con più variabilità, con nuovi fondi usati per risolvere gli attuali scompensi di mercato: 'Se il mercato lo richiede, alcuni specialisti di alcune discipline guadagneranno molto più di altri', prevede il rapporto. Sulla base del calcolo degli stipendi medi che i migliori ricercatori possono guadagnare e delle proiezioni di carriera, i partecipanti al seminario hanno proposto che l'attuale deficit venga colmato dal governo con un'iniezione di circa 250 milioni di sterline (370 milioni di euro). Secondo il professor Richard Joyner, presidente della Sbs, 'Il nostro rapporto contiene una proposta ragionevole sullo stipendio degli scienziati, a un costo di 250 milioni di sterline all'anno, meno del 3% degl'investimenti annui attuali del governo nella ricerca e sviluppo scientifico'. 'Con tutte le nuove infrastrutture che stiamo creando, la scienza inglese ha il potenziale per distribuire sostanziali benefici ai contribuenti inglesi, ma se non risolviamo il problema di come reclutare e conservare i migliori ricercatori corriamo il rischio di non ottenere il massimo vantaggio dagl'investimenti che abbiamo già fatto', ha concluso Joyner. Per leggere il testo del rapporto: http://www.Savebritishscience.org.uk/texts/documents/2004/sbs0407.pdf  
   
   
UN RAPPORTO DELL'SBS CHIEDE DI AUMENTARE GLI STIPENDI PER ATTIRARE I MIGLIOR RICERCATORI NELLE UNIVERSITÀ INGLESI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Un nuovo rapporto dell'Sbs (Save British Science) ha studiato il modo in cui le università inglesi potrebbero reclutare e legare a sé i migliori ricercatori per fronteggiare la concorrenza mondiale, e ha raccomandato al governo di mettere a disposizione altri 250 milioni di sterline (370 milioni di euro) per aumentare gli stipendi nell'istruzione superiore. Il rapporto, pubblicato il 5 luglio, si basa sulle raccomandazioni di una conferenza che aveva riunito rappresentanti delle università, del governo, delle organizzazioni no-profit e dell'industria per discutere il tema. Il rapporto sottolinea che il problema non coinvolge tutti i soggetti in tutte le istituzioni, ma aggiunge che le università inglesi stanno 'incontrando continuamente difficoltà per reclutare e legare a sé ricercatori di alto livello dei settori scientifici e dell'ingegneria'. E cita le conclusioni di una recente indagine nazionale, secondo la quale il 57% delle università avevano dichiarato di aver lasciato scoperte cattedre scientifiche per non aver potuto trovare candidati di livello appropriato. Tutti i partecipanti alla conferenza si erano trovati d'accordo nel sottolineare che il mercato globale dei ricercatori è regolato da vari fattori e avevano deciso di occuparsi esclusivamente degli stipendi, considerato il problema più urgente da risolvere. 'È chiaro che varie interessanti opzioni sono a portata di mano del tipo di scienziato di prima classe che potrebbe altrimenti diventare o restare un ricercatore accademico', afferma il rapporto, sottolineando che le opportunità offerte dalle università e industrie americane sono solo due ovvi esempi. '[Gli] stipendi medi debbono aumentare [s]e il settore dell'istruzione superiore vuole restare competitivo'. Il rapporto cita dati statistici che sembrano confermare questo punto di vista e studi che dimostrano come gli scienziati dell'industria farmaceutica siano pagati tra il 20 e il 50% più dei colleghi nelle università. Cita anche, però, tre punti di strozzatura in cui la concorrenza tra talenti è particolarmente forte: il momento in cui si entra nella ricerca accademica, per esempio come ricercatore con postdottorato, il momento in cui un ricercatore ha dimostrato le proprie capacità, e il momento in cui il ricercatore assume un ruolo di leadership, per esempio la guida di importanti gruppi di ricerca o di un dipartimento universitario. A tutti e tre i livelli le università inglesi dovrebbero essere messe in condizione di competere con l'industria e le istituzioni d'oltremare; il rapporto ammette che non tutti i ricercatori otterranno salari più elevati, ma critica il sistema attuale di remunerazioni in base al quale i singoli ricercatori si trovano ingabbiati in una stessa rigida griglia salariale. La soluzione proposta è un sistema con più variabilità, con nuovi fondi usati per risolvere gli attuali scompensi di mercato: 'Se il mercato lo richiede, alcuni specialisti di alcune discipline guadagneranno molto più di altri', prevede il rapporto. Sulla base del calcolo degli stipendi medi che i migliori ricercatori possono guadagnare e delle proiezioni di carriera, i partecipanti al seminario hanno proposto che l'attuale deficit venga colmato dal governo con un'iniezione di circa 250 milioni di sterline (370 milioni di euro). Secondo il professor Richard Joyner, presidente della Sbs, 'Il nostro rapporto contiene una proposta ragionevole sullo stipendio degli scienziati, a un costo di 250 milioni di sterline all'anno, meno del 3% degl'investimenti annui attuali del governo nella ricerca e sviluppo scientifico'. 'Con tutte le nuove infrastrutture che stiamo creando, la scienza inglese ha il potenziale per distribuire sostanziali benefici ai contribuenti inglesi, ma se non risolviamo il problema di come reclutare e conservare i migliori ricercatori corriamo il rischio di non ottenere il massimo vantaggio dagl'investimenti che abbiamo già fatto', ha concluso Joyner. Per leggere il testo del rapporto: http://www.Savebritishscience.org.uk/texts/documents/2004/sbs0407.pdf  
   
   
UN RAPPORTO DELL'SBS CHIEDE DI AUMENTARE GLI STIPENDI PER ATTIRARE I MIGLIOR RICERCATORI NELLE UNIVERSITÀ INGLESI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Un nuovo rapporto dell'Sbs (Save British Science) ha studiato il modo in cui le università inglesi potrebbero reclutare e legare a sé i migliori ricercatori per fronteggiare la concorrenza mondiale, e ha raccomandato al governo di mettere a disposizione altri 250 milioni di sterline (370 milioni di euro) per aumentare gli stipendi nell'istruzione superiore. Il rapporto, pubblicato il 5 luglio, si basa sulle raccomandazioni di una conferenza che aveva riunito rappresentanti delle università, del governo, delle organizzazioni no-profit e dell'industria per discutere il tema. Il rapporto sottolinea che il problema non coinvolge tutti i soggetti in tutte le istituzioni, ma aggiunge che le università inglesi stanno 'incontrando continuamente difficoltà per reclutare e legare a sé ricercatori di alto livello dei settori scientifici e dell'ingegneria'. E cita le conclusioni di una recente indagine nazionale, secondo la quale il 57% delle università avevano dichiarato di aver lasciato scoperte cattedre scientifiche per non aver potuto trovare candidati di livello appropriato. Tutti i partecipanti alla conferenza si erano trovati d'accordo nel sottolineare che il mercato globale dei ricercatori è regolato da vari fattori e avevano deciso di occuparsi esclusivamente degli stipendi, considerato il problema più urgente da risolvere. 'È chiaro che varie interessanti opzioni sono a portata di mano del tipo di scienziato di prima classe che potrebbe altrimenti diventare o restare un ricercatore accademico', afferma il rapporto, sottolineando che le opportunità offerte dalle università e industrie americane sono solo due ovvi esempi. '[Gli] stipendi medi debbono aumentare [s]e il settore dell'istruzione superiore vuole restare competitivo'. Il rapporto cita dati statistici che sembrano confermare questo punto di vista e studi che dimostrano come gli scienziati dell'industria farmaceutica siano pagati tra il 20 e il 50% più dei colleghi nelle università. Cita anche, però, tre punti di strozzatura in cui la concorrenza tra talenti è particolarmente forte: il momento in cui si entra nella ricerca accademica, per esempio come ricercatore con postdottorato, il momento in cui un ricercatore ha dimostrato le proprie capacità, e il momento in cui il ricercatore assume un ruolo di leadership, per esempio la guida di importanti gruppi di ricerca o di un dipartimento universitario. A tutti e tre i livelli le università inglesi dovrebbero essere messe in condizione di competere con l'industria e le istituzioni d'oltremare; il rapporto ammette che non tutti i ricercatori otterranno salari più elevati, ma critica il sistema attuale di remunerazioni in base al quale i singoli ricercatori si trovano ingabbiati in una stessa rigida griglia salariale. La soluzione proposta è un sistema con più variabilità, con nuovi fondi usati per risolvere gli attuali scompensi di mercato: 'Se il mercato lo richiede, alcuni specialisti di alcune discipline guadagneranno molto più di altri', prevede il rapporto. Sulla base del calcolo degli stipendi medi che i migliori ricercatori possono guadagnare e delle proiezioni di carriera, i partecipanti al seminario hanno proposto che l'attuale deficit venga colmato dal governo con un'iniezione di circa 250 milioni di sterline (370 milioni di euro). Secondo il professor Richard Joyner, presidente della Sbs, 'Il nostro rapporto contiene una proposta ragionevole sullo stipendio degli scienziati, a un costo di 250 milioni di sterline all'anno, meno del 3% degl'investimenti annui attuali del governo nella ricerca e sviluppo scientifico'. 'Con tutte le nuove infrastrutture che stiamo creando, la scienza inglese ha il potenziale per distribuire sostanziali benefici ai contribuenti inglesi, ma se non risolviamo il problema di come reclutare e conservare i migliori ricercatori corriamo il rischio di non ottenere il massimo vantaggio dagl'investimenti che abbiamo già fatto', ha concluso Joyner. Per leggere il testo del rapporto: http://www.Savebritishscience.org.uk/texts/documents/2004/sbs0407.pdf  
   
   
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Bruxelles, 8 luglio 2004 - Un nuovo rapporto dell'Sbs (Save British Science) ha studiato il modo in cui le università inglesi potrebbero reclutare e legare a sé i migliori ricercatori per fronteggiare la concorrenza mondiale, e ha raccomandato al governo di mettere a disposizione altri 250 milioni di sterline (370 milioni di euro) per aumentare gli stipendi nell'istruzione superiore. Il rapporto, pubblicato il 5 luglio, si basa sulle raccomandazioni di una conferenza che aveva riunito rappresentanti delle università, del governo, delle organizzazioni no-profit e dell'industria per discutere il tema. Il rapporto sottolinea che il problema non coinvolge tutti i soggetti in tutte le istituzioni, ma aggiunge che le università inglesi stanno 'incontrando continuamente difficoltà per reclutare e legare a sé ricercatori di alto livello dei settori scientifici e dell'ingegneria'. E cita le conclusioni di una recente indagine nazionale, secondo la quale il 57% delle università avevano dichiarato di aver lasciato scoperte cattedre scientifiche per non aver potuto trovare candidati di livello appropriato. Tutti i partecipanti alla conferenza si erano trovati d'accordo nel sottolineare che il mercato globale dei ricercatori è regolato da vari fattori e avevano deciso di occuparsi esclusivamente degli stipendi, considerato il problema più urgente da risolvere. 'È chiaro che varie interessanti opzioni sono a portata di mano del tipo di scienziato di prima classe che potrebbe altrimenti diventare o restare un ricercatore accademico', afferma il rapporto, sottolineando che le opportunità offerte dalle università e industrie americane sono solo due ovvi esempi. '[Gli] stipendi medi debbono aumentare [s]e il settore dell'istruzione superiore vuole restare competitivo'. Il rapporto cita dati statistici che sembrano confermare questo punto di vista e studi che dimostrano come gli scienziati dell'industria farmaceutica siano pagati tra il 20 e il 50% più dei colleghi nelle università. Cita anche, però, tre punti di strozzatura in cui la concorrenza tra talenti è particolarmente forte: il momento in cui si entra nella ricerca accademica, per esempio come ricercatore con postdottorato, il momento in cui un ricercatore ha dimostrato le proprie capacità, e il momento in cui il ricercatore assume un ruolo di leadership, per esempio la guida di importanti gruppi di ricerca o di un dipartimento universitario. A tutti e tre i livelli le università inglesi dovrebbero essere messe in condizione di competere con l'industria e le istituzioni d'oltremare; il rapporto ammette che non tutti i ricercatori otterranno salari più elevati, ma critica il sistema attuale di remunerazioni in base al quale i singoli ricercatori si trovano ingabbiati in una stessa rigida griglia salariale. La soluzione proposta è un sistema con più variabilità, con nuovi fondi usati per risolvere gli attuali scompensi di mercato: 'Se il mercato lo richiede, alcuni specialisti di alcune discipline guadagneranno molto più di altri', prevede il rapporto. Sulla base del calcolo degli stipendi medi che i migliori ricercatori possono guadagnare e delle proiezioni di carriera, i partecipanti al seminario hanno proposto che l'attuale deficit venga colmato dal governo con un'iniezione di circa 250 milioni di sterline (370 milioni di euro). Secondo il professor Richard Joyner, presidente della Sbs, 'Il nostro rapporto contiene una proposta ragionevole sullo stipendio degli scienziati, a un costo di 250 milioni di sterline all'anno, meno del 3% degl'investimenti annui attuali del governo nella ricerca e sviluppo scientifico'. 'Con tutte le nuove infrastrutture che stiamo creando, la scienza inglese ha il potenziale per distribuire sostanziali benefici ai contribuenti inglesi, ma se non risolviamo il problema di come reclutare e conservare i migliori ricercatori corriamo il rischio di non ottenere il massimo vantaggio dagl'investimenti che abbiamo già fatto', ha concluso Joyner. Per leggere il testo del rapporto: http://www.Savebritishscience.org.uk/texts/documents/2004/sbs0407.pdf  
   
   
UN RAPPORTO DELL'SBS CHIEDE DI AUMENTARE GLI STIPENDI PER ATTIRARE I MIGLIOR RICERCATORI NELLE UNIVERSITÀ INGLESI  
 
Bruxelles, 8 luglio 2004 - Un nuovo rapporto dell'Sbs (Save British Science) ha studiato il modo in cui le università inglesi potrebbero reclutare e legare a sé i migliori ricercatori per fronteggiare la concorrenza mondiale, e ha raccomandato al governo di mettere a disposizione altri 250 milioni di sterline (370 milioni di euro) per aumentare gli stipendi nell'istruzione superiore. Il rapporto, pubblicato il 5 luglio, si basa sulle raccomandazioni di una conferenza che aveva riunito rappresentanti delle università, del governo, delle organizzazioni no-profit e dell'industria per discutere il tema. Il rapporto sottolinea che il problema non coinvolge tutti i soggetti in tutte le istituzioni, ma aggiunge che le università inglesi stanno 'incontrando continuamente difficoltà per reclutare e legare a sé ricercatori di alto livello dei settori scientifici e dell'ingegneria'. E cita le conclusioni di una recente indagine nazionale, secondo la quale il 57% delle università avevano dichiarato di aver lasciato scoperte cattedre scientifiche per non aver potuto trovare candidati di livello appropriato. Tutti i partecipanti alla conferenza si erano trovati d'accordo nel sottolineare che il mercato globale dei ricercatori è regolato da vari fattori e avevano deciso di occuparsi esclusivamente degli stipendi, considerato il problema più urgente da risolvere. 'È chiaro che varie interessanti opzioni sono a portata di mano del tipo di scienziato di prima classe che potrebbe altrimenti diventare o restare un ricercatore accademico', afferma il rapporto, sottolineando che le opportunità offerte dalle università e industrie americane sono solo due ovvi esempi. '[Gli] stipendi medi debbono aumentare [s]e il settore dell'istruzione superiore vuole restare competitivo'. Il rapporto cita dati statistici che sembrano confermare questo punto di vista e studi che dimostrano come gli scienziati dell'industria farmaceutica siano pagati tra il 20 e il 50% più dei colleghi nelle università. Cita anche, però, tre punti di strozzatura in cui la concorrenza tra talenti è particolarmente forte: il momento in cui si entra nella ricerca accademica, per esempio come ricercatore con postdottorato, il momento in cui un ricercatore ha dimostrato le proprie capacità, e il momento in cui il ricercatore assume un ruolo di leadership, per esempio la guida di importanti gruppi di ricerca o di un dipartimento universitario. A tutti e tre i livelli le università inglesi dovrebbero essere messe in condizione di competere con l'industria e le istituzioni d'oltremare; il rapporto ammette che non tutti i ricercatori otterranno salari più elevati, ma critica il sistema attuale di remunerazioni in base al quale i singoli ricercatori si trovano ingabbiati in una stessa rigida griglia salariale. La soluzione proposta è un sistema con più variabilità, con nuovi fondi usati per risolvere gli attuali scompensi di mercato: 'Se il mercato lo richiede, alcuni specialisti di alcune discipline guadagneranno molto più di altri', prevede il rapporto. Sulla base del calcolo degli stipendi medi che i migliori ricercatori possono guadagnare e delle proiezioni di carriera, i partecipanti al seminario hanno proposto che l'attuale deficit venga colmato dal governo con un'iniezione di circa 250 milioni di sterline (370 milioni di euro). Secondo il professor Richard Joyner, presidente della Sbs, 'Il nostro rapporto contiene una proposta ragionevole sullo stipendio degli scienziati, a un costo di 250 milioni di sterline all'anno, meno del 3% degl'investimenti annui attuali del governo nella ricerca e sviluppo scientifico'. 'Con tutte le nuove infrastrutture che stiamo creando, la scienza inglese ha il potenziale per distribuire sostanziali benefici ai contribuenti inglesi, ma se non risolviamo il problema di come reclutare e conservare i migliori ricercatori corriamo il rischio di non ottenere il massimo vantaggio dagl'investimenti che abbiamo già fatto', ha concluso Joyner. Per leggere il testo del rapporto: http://www.Savebritishscience.org.uk/texts/documents/2004/sbs0407.pdf