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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Dicembre 2004
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CITTADINI E GOVERNANCE: PROGRESSI COGNITIVI ED ECONOMIA DELLA CONOSCENZA  
 
Bruxelles, 2 dicembre 2004 - Il 10 e 11 gennaio si svolgerà a Washington (Dc) una conferenza su Progressi cognitivi ed economia della conoscenza, una iniziativa congiunta di numerose organizzazioni dell'Ue, americane e internazionali cui partecipano anche le direzioni generali della Commissione Ricerca e Società dell'informazione. La conferenza riunirà eminenti esperti, che analizzeranno il modo in cui i processi di creazione e organizzazione della conoscenza interagiscono con la tecnologia dell'informazione, la strategia commerciale e le mutevoli condizioni sociali ed economiche. L'evento intende ampliare e approfondire la comprensione di come le risorse cognitive, di difficile quantificazione, pilotino un'economia sempre più virtuale, e valutare le possibilità di progresso e rigenerazione delle infrastrutture, istituzioni e politiche per la conoscenza. I temi della conferenza si sovrappongono con quelli della priorità tematica 'Cittadini e governance nella società basata sulla conoscenza' del Sesto programma quadro (6Pq). Infolink: http://advancingknowledge.Com  
   
   
HERVÉ PÉRO GIUSTIFICA L'AUMENTO DI FONDI PER LE INFRASTRUTTURE NEL 7PQ  
 
Bruxelles, 2 dicembre 2004 - Nella recente comunicazione sul futuro della politica di ricerca in Europa, la Commissione europea aveva indicato il sostegno alle infrastrutture di ricerca come uno dei sei punti fondamentali della sua politica dal 2007. In un'intervista al Notiziario Cordis, il servizio informazioni su Ricerca e Innovazione della Comunità, Hervé Péro, capo dell'unità per le infrastrutture di ricerca, ha spiegato come la Commissione intende passare dalle parole ai fatti. 'Per far fronte alle sfide della società e dell'industria, gli scienziati debbono disporre di strutture capaci di generare i dati indispensabili per aumentare la conoscenza e sviluppare i modelli', ha detto Péro. 'I problemi diventano più complessi, e noi dobbiamo spostarci dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande, con poderosi strumenti come gli acceleratori di particelle e i telescopi', ha aggiunto. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per esplorare l'incognito, banche di dati più consistenti per meglio capire l'evoluzione della società e sistemi di calcolo più potenti per aiutare i ricercatori a comprendere l'evoluzione del clima. La nuova enfasi sulle infrastrutture di ricerca si basa, secondo Péro, su quattro dati di fatto principali: il ruolo fondamentale delle infrastrutture di ricerca nella produzione di conoscenza, la necessità di mettere a disposizione dell'Europa i mezzi indispensabili per agire a livello globale e dar seguito all'agenda di Lisbona, l'esigenza di aumentare la cooperazione per stimolare la ripartizione dei costi e creare un'economia di scala per le infrastrutture di ricerca, l'obbligo di gestire in modo efficiente i fondi pubblici. A proposito del costo delle infrastrutture di ricerca, Péro ha suggerito due ragioni per incoraggiare la collaborazione con il finanziamento dell'Ue. Il costo di costruzione di grandi strutture, ad esempio l'acceleratore lineare, può ammontare a vari miliardi di euro, e non può ovviamente essere affrontato da un solo paese. In altri casi, strutture meno costose, ad esempio le navi oceanografiche o i laboratori di ricerca nell'Artico, possono essere finanziate con i bilanci nazionali, ma una minore frammentazione delle infrastrutture di ricerca permetterebbe notevoli economie di scala, ha spiegato. Sul piano politico, una strategia dell'Ue per le infrastrutture di ricerca permetterebbe all'Europa di meglio agire a livello mondiale, di essere 'in grado di sedere allo stesso tavolo con altre grandi regioni del mondo'. E anche di fornire soluzioni ai problemi globali, ad esempio l'ambiente, la sicurezza, l'immigrazione e lo spazio, ha aggiunto Péro. In un documento di lavoro del mese di ottobre sulle infrastrutture di ricerca nel Settimo programma quadro (7Pq), la Commissione ha sottolineato che il sostegno alle infrastrutture di ricerca verrà probabilmente suddiviso in due linee di azione, una per ottimizzare l'uso e le prestazioni delle strutture esistenti, l'altra per sostenere lo sviluppo di nuove infrastrutture. Il sostegno alle infrastrutture esistenti si baserà sulle attuali attività del Sesto programma quadro (6Pq). Questo approccio, essenzialmente del tipo bottom-up, sosterrà il proseguimento dei programmi che finanziano l'accesso alle infrastrutture di ricerca, le attività d'integrazione, lo sviluppo di una rete di comunicazione e studi di progettazione di nuove infrastrutture. Le nuove infrastrutture saranno al centro di un approccio più strategico basato su una visione comune globale, una roadmap e progetti di priorità identificate. La roadmap verrà preparata con l'aiuto dell'Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructures) e la sua prima versione sarà disponibile nel 2005. La seconda componente dell'approccio, l'attuazione dei progetti prioritari, includerà un meccanismo operativo basato su vari strumenti finanziari complementari. Il bilancio del 6Pq per le infrastrutture di ricerca ammonta a 730 milioni di euro, cifra che secondo Péro dovrebbe sensibilmente aumentare nel 7Pq, aiutando così a rafforzare le attuali attività e a sostenere la nascita di nuove infrastrutture. Non tutti i fondi per le nuove infrastrutture verranno però direttamente dal programma quadro; una fonte alternativa di finanziamento è offerta dai fondi strutturali della Commissione, e potrebbero essere usati anche strumenti quali l'articolo 169 (che permette all'Ue di partecipare ai programmi nazionali) o l'articolo 171 (il partenariato tra pubblico e privato utilizzato per il progetto Galileo). 'Non esiste una soluzione per tutte le occasioni. Ogni caso è differente', ha detto Péro, sottolineando che gli Stati membri e le regioni continueranno a svolgere un ruolo fondamentale nel finanziamento delle infrastrutture, e che i soldi dell'Ue fungeranno soprattutto da catalizzatore. Il finanziamento dell'Ue verrà usato per sostenere l'emergere di progetti fondamentali o per facilitarne la gestione, ha spiegato Péro. Anche se la quota di fondi dell'Ue per le nuove infrastrutture sarà probabilmente superiore all'attuale 10%, la Commissione non coprirà il costo totale delle nuove infrastrutture, ha messo in chiaro Péro: 'Come ho già detto, se venite a battere cassa state bussando alla porta sbagliata. La collaborazione sarà un valore aggiunto, i cui profitti si moltiplicheranno negli anni a venire'. A chi gli chiedeva se sperasse di vedere aumentare in un prossimo futuro le azioni europee, Péro ha ricordato le dichiarazioni dei ministri nel Consiglio Competitività che ribadiscono l'importanza delle infrastrutture di ricerca e, dopo avere sottolineato che la decisione ultima resta nelle mani dei ministri delle Finanze, ha detto: 'Spero che gli Stati membri e i ministri delle Finanze si renderanno conto che investire nelle autostrade della conoscenza è altrettanto importante che investire nei treni ad alta velocità e nelle strade'. Péro continua ad aver fiducia nei progetti infrastrutturali comuni, nonostante i ben documentati problemi che affliggono l'Iter (international thermonuclear experimental reactor), un progetto internazionale di altissimo profilo. L'ue è uno dei sei partner del progetto, notevolmente ritardato dal disaccordo tra i paesi partecipanti quanto all'ubicazione del reattore. Péro ha ammesso che le alternative, i rischi e le somme che ruotano intorno a questo progetto da 10 miliardi di euro hanno richiesto coraggio e impegno, e che la cosa è stata talvolta difficile. I nuovi progetti sostenuti nel 7Pq non saranno però di grandezza paragonabile all'Iter, e verrà inoltre proposto di definire la gestione del progetto (incluso l'impegno formale dei partecipanti più importanti) prima di ogni accordo di finanziamento dell'iniziativa da parte della Commissione. Péro ha concluso sottolineando che 'il tempo necessario per sviluppare una visione comune non si misura in mesi, ma in anni'. La politica non si limiterà al 7Pq, ma riguarderà anche la creazione di consenso e un consistente mix di progetti differenti che dovrebbero soddisfare tutti i partecipanti del settore. Per ulteriori dettagli sulle infrastrutture di ricerca: http://www.Cordis.lu/infrastructures  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO ANNULLA IL BANDO DI GARA DI CONSULENZA ALLA STOA  
 
 Bruxelles, 2 dicembre 2004 - Il Parlamento europeo ha annullato il bando di gara per servizi di consulenza scientifica all'ufficio di valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche (Stoa). Il Parlamento lancerà tra poco una nuova procedura di assegnazione. Per il testo completo dell'avviso: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=200189-2004  
   
   
AVANZO DEL SETTORE STATALE – NOVEMBRE 2004  
 
Roma, 2 dicembre 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che nel mese di novembre 2004 si è registrato un avanzo del settore statale di circa 100 milioni di euro rispetto al fabbisogno di 99 milioni di novembre 2003. Nei primi undici mesi del 2004 si è registrato complessivamente un disavanzo di circa 57.600 milioni, mentre nell’analogo periodo 2003 si era avuto un disavanzo pari a 54.769 milioni. La differenza tra il 2004 ed il 2003 si assesta a circa 2.800 milioni.  
   
   
COMMENTO AL SALDO DEL SETTORE STATALE - NOVEMBRE 2004  
 
 Roma, 2 dicembre 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolinea che anche a novembre di quest’anno il saldo del settore statale ha registrato un miglioramento rispetto al 2003 (200 milioni circa), confermando il trend degli ultimi cinque mesi. Il dato mensile riflette il buon andamento delle entrate fiscali e gli effetti del contenimento della spesa corrente determinati anche dal decreto legge di metà luglio. Nel novembre 2004, inoltre, sono stati contabilizzati i proventi derivanti dalla quinta cartolarizzazione dei crediti Inps (3.500 milioni) e dalla vendita alla Sace di crediti verso la Federazione Russa (circa 1.000 milioni), che tuttavia, vanno confrontati con l’incasso da cartolarizzazione dei crediti Inpdap (4.200 milioni) registrato nel novembre 2003. Il dato cumulato dei primi undici mesi dell’anno dimostra l’efficacia delle politiche attuate per controllare i flussi di bilancio: la tendenza del fabbisogno di quest’anno a portarsi ad un valore prossimo a quello registrato nel 2003 rende possibile una chiusura del 2004 ad un livello di fabbisogno sensibilmente inferiore rispetto agli obiettivi indicati.  
   
   
URGENTE UNA TAGLIA SULL’EURISPES DICHIARAZIONI DEL PROF. GIAN MARIA FARA - PRESIDENTE DELL'EURISPES  
 
Roma, 2 dicembre 2004 - Sul “Foglio” in edicola ieri mattina, in seconda pagina, Giuliano Cazzola, esperto filogovernativo dei problemi previdenziali, senza rendersi conto della gravità del fatto, propone una taglia sull’Eurispes, colpevole di aver affermato in una sua ricerca che in Italia quasi 2 milioni di minori sono poveri. Siamo lusingati per le continue attenzioni che il “Foglio” ci riserva e, oggi, per il fatto di essere, nel nostro piccolo, equiparati allo scrittore Salman Rushdie, condannato a morte dagli integralisti islamici per aver esposto le proprie idee. Saremmo quindi molto interessati a conoscere l’ammontare della taglia, se non altro per sapere quanto il “Foglio” ci valuta. La cosa più sorprendente è che il “Foglio” affidi proprio a Cazzola, consulente del Ministero del Welfare, il compito di contestare i nostri dati, che, guarda caso, coincidono con quelli contenuti all’interno del “Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale” messo a punto dallo stesso Ministero del Welfare. Delle due l’una: o Cazzola non ha letto il Rapporto del Ministero con il quale strettamente collabora, o non ha letto il nostro, e si è affidato, per organizzare il nostro linciaggio, al sentito dire. Sulle altre amenità contenute nell’articolo non vale neppure la pena di pronunciarsi. In conclusione, se questi sono i consiglieri, si capisce bene perché il Principe (o il Cavaliere Bianco, come lo definisce Cazzola) sia in così grossa difficoltà.  
   
   
ABI E CONFINDUSTRIA INSIEME PER LA FIDUCIA E LO SVILUPPO SIGLATO ALL’VI I I CONVENTION .ABI , UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA SELLA E MONTEZEMOLO  
 
Roma, 2 dicembre 2004 - Abi e Confindustria hanno siglato il 30 novembre un protocollo d’intesa che stabilisce una serie di misure di semplificazione dei rapporti operativi tra imprese bancarie e degli altri settori produttivi. Il protocollo rientra nell’ambito del lavoro comune avviato – come si legge nella premessa - “in risposta agli intensi cambiamenti in atto sia nel mondo imprenditoriale che bancario e nella convinzione che le sfide poste dalle trasformazioni in atto richiedono modifiche anche nelle relazioni fra i diversi soggetti economici, al fine primario di facilitare e sostenere i processi di crescita e di migliorare il dialogo comune su basi di reciproca trasparenza e collaborazione”. “Le Associazioni – aggiunge il documento - condividono inoltre un’analisi del quadro economico di riferimento da cui emerge come l’economia italiana si trovi ad un punto di svolta particolarmente critico e che per agganciare la ripresa internazionale è necessario accrescere in termini quali-quantitativi la competitività del sistema economico e rilanciare il potenziale di sviluppo del Paese”. “L’accordo è il primo importante passo – ha commentato il Presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo – della nuova collaborazione tra banca e impresa per favorire lo sviluppo. Altri passi dovranno seguire. Il nostro obiettivo è di sostenere in particolare le piccole e medie imprese in una fase impegnativa della competizione sui mercati. L’accordo dovrà consentire di migliorare la loro struttura finanziaria, spostare il credito dal breve al medio-lungo termine e aiutarne l’internazionalizzazione”. “Il percorso comune tra imprese bancarie e degli altri settori produttivi che oggi è stato ribadito e rafforzato – ha detto il Presidente dell’Abi Maurizio Sella - si fonda su due direttrici: fare cose concrete per rilanciare la fiducia. In due parole, fare per la fiducia. Dove fare sta per lavorare, collaborare, rimboccarsi le maniche. Realizzando cose utili per le imprese, a cominciare dalle piccole imprese, e quindi per lo sviluppo dell’intera economia e della competitività del Paese. L’italia ha grandi potenzialità. Ma queste crescono e si sviluppano solo in un clima di fiducia e la fiducia passa attraverso fatti concreti come quelli che stiamo facendo noi imprese - a qualsiasi settore apparteniamo – e di cui questo protocollo non è che un esempio”. Il protocollo – firmato dai presidenti delle due associazioni Sella e Montezemolo nell’ambito della Convention che l’Associazione bancaria quest’anno ha dedicato a “Basilea 2 e Ias” – oltre ad individuare azioni per il miglioramento di aspetti rilevanti e specifici della relazione tra imprese bancarie e degli altri settori produttivi, stabilisce anche l’impegno ad avviare un Tavolo di lavoro permanente “per affrontare in modo strutturato e in via sistematica le tematiche connesse al miglioramento delle relazioni” e costituire gruppi di lavoro tecnici per approfondire gli argomenti individuati dal Tavolo. Ecco, di seguito, le soluzioni operative stabilite dal documento: Trovare soluzioni condivise su determinati aspetti delle modalità di funzionamento dei rapporti di conto corrente e di apertura di credito in conto corrente, in particolare con riferimento a: Una più ordinata e strutturata modalità di gestione delle variazioni delle condizioni stesse, con riguardo specifico a quelle clausole che prevedono la variazione delle spese/commissioni legate prevalentemente ad aspetti economici endogeni al processo produttivo della banca. La ripartizione delle responsabilità nel caso di smarrimento o sottrazione di assegni presentati all’incasso, stabilendola a carico delle banche qualora lo smarrimento o la sottrazione sia avvenuta quando l’assegno è entrato nella loro sfera di disponibilità. Rafforzare la chiarezza e la conoscenza dei tempi di disponibilità delle somme versate con assegni sul conto corrente agevolando il confronto delle condizioni previste dalle diverse banche, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente tali tempi e rendere più trasparente la modalità di tariffazione applicata al servizio, valorizzando anche la specifica iniziativa già avviata nell’ambito di Pattichiari. Proseguire nell’azione di accrescimento del grado di trasparenza e confrontabilità delle condizioni applicate ai bonifici. Rendere maggiormente trasparenti e confrontabili i meccanismi di riferimento e le modalità di individuazione dei tassi di cambio nelle operazioni in valuta. Valorizzare e rafforzare le informazioni contenute nel progetto “conti correnti a confronto”, realizzato nell’ambito dell’iniziativa Pattichiari, con riferimento al segmento business, in modo da rendere maggiormente confrontabili le condizioni praticate tramite una scheda standard di comparazione. I tassi di interesse rimangono esclusi da tale confronto, in quanto commisurati alla qualità e alla rischiosità del singolo debitore. Mettere a punto uno schema di riferimento per il contratto autonomo di garanzia, volto a rendere maggiormente utilizzabile tale importante strumento, in grado di accrescere la flessibilità nell’accesso ai finanziamenti e il grado di assistenza alle imprese negli appalti di forniture e servizi all’estero. Condividere l’introduzione di nuove forme contrattuali, ad esempio utilizzando nuovi schemi di cessione dei contratti assicurati dalla Sace, al fine di sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ivi comprese le Pmi. Condividere specifiche e nuove formule contrattuali per le Pmi al fine di sostenere le attività di ricerca e sviluppo volte ad accrescere la capacità di innovazione (di prodotto e di processo) e promuovere iniziative, quali quelle già definite in base al Protocollo di intesa Abi, Anie, Confindustria, Federcomin, Abilab per il comparto dell’Ict, finalizzate ad incrementare la produttività. Estendere l’attività di anticipazione dei crediti Iva, secondo uno schema procedurale già in corso di sperimentazione in alcune banche. Valorizzare le analisi dell’“Osservatorio permanente sui rapporti banca e impresa”, costituito anche con altre Associazioni del mondo imprenditoriale, in termini di supporto quantitativo delle analisi e valutazioni sul rapporto tra imprese bancarie e di altri settori produttivi. In questo ambito potrà essere affrontato, in termini di diagnosi, il tema della struttura finanziaria dell’impresa. Organizzare, in comune e in via sistematica, attività informative e formative a livello locale sui temi che saranno affrontati e risolti con appositi accordi nonché su altre tematiche che riguardano il rapporto tra imprese bancarie e di altri settori produttivi (es. Basilea2, criteri generali di valutazione della capacità di credito delle Pmi, ecc).  
   
   
A MILANO IL PRIMO FORUM ABI LAB  
 
Milano, 2 dicembre 2004 - Si svolgerà a Milano il 2 e il 3 dicembre 2004, presso l'hotel Crowne Plaza, il primo Forum Abi Lab, riservato a tutte le Banche e Aziende consorziate ad Abi Lab. Il Consorzio Abi Lab è il Centro di ricerca impegnato a individuare soluzioni tecnologiche a supporto dei processi bancari. Il Forum Abi Lab è l'occasione per fare il punto sulle attività svolte, tra approfondimenti tematici ed esposizione di prodotti e soluzioni. Per questa duplice finalità, il Forum prevede un'Area Convegni e un'Area Espositiva. L'area Convegni ospiterà una sessione plenaria (mattina di giovedì 2 dicembre) e sei sessioni parallele, dedicate all'approfondimento di tematiche di rilievo per le banche e per i partner tecnologici, quali: Giovedì, 2 dicembre - sessione pomeridiana: “La sicurezza: risolvere il day-by-day con una visione integrata”, Coordinatore: Placido Battaglino (Sanpaolo Imi), Come gestire in modo coerente e integrato tutte le componenti che concorrono quotidianamente a garantire la protezione e la sicurezza fisica e logica in banca: policy, organizzazione, processi, sistemi e risorse. “ In, Out o Best sourcing?” Coordinatore: Giulio Sommariva (Banca Popolare di Lodi), La diffusione di pratiche di esternalizzazione di tecnologie e processi di business richiede lo sviluppo di una strategia di sourcing e chiari meccanismi di governance, per trovare il giusto bilanciamento di make or buy. Venerdì, 3 dicembre - sessione antimeridiana “ La banca web-based: e-andiamo?” Coordinatore: Giovanni Vitiello (Gruppo Unicredito), La sfida più attuale per le tecnologie web-based è supportare le nuove realtà operative della banca, per portare i processi in rete, rendere più efficiente la gestione documentale, condividere e creare nuova conoscenza. “Ip, Convergenza, Interoperabilità: le sfide delle Tlc per il 2005” Coordinatore: Mario Strappazzon (Banca Nazionale del Lavoro), Per anni il mondo wired ha contribuito alla convergenza di voce, dati e video in un unico network; con questo obiettivo ormai quasi raggiunto, è entrato in gioco il wireless, aprendo ulteriori sfide sul fronte dell'interoperabilità. “La Posta Elettronica Certificata” Coordinatore: Amedeo Giacovelli (Banche Popolari Unite), Alla vigilia dell'emanazione del Dpr sulla posta elettronica certificata, in un workshop il Gdl illustra e condivide con i consorziati i risultati dei lavori: la disamina della normativa, gli esiti dei progetti pilota e l'analisi organizzativa dei potenziali ambiti di utilizzo. Venerdì, 3 dicembre - sessione pomeridiana “Banca-cliente: più canali per un'unica esperienza” Coordinatore: Roberto Fonso (Gruppo Banca Popolare di Milano), Per gestire al meglio la relazione con il cliente, la banca offre oggi un'ampia gamma di punti di contatto. Soluzioni tecnologiche e organizzative consentono di ottenere l'integrazione e sfruttare le sinergie fra canali. “ Dalla logica dell'adempimento al "compliance management" Coordinatore: Roberto Zanacchi (Gruppo Banca Lombarda), Il testo unico sulla privacy, Basilea Ii, gli Ias hanno portato alla luce problematiche di corporate governance. Un'efficace gestione delle responsabilità e dei controlli interni richiede che l'It lavori a stretto contatto con le business line per dotare la banca degli adeguati strumenti di supporto. “Tavola Rotonda Sicurezza fisica: non abbassiamo la guardia!” Coordinatore: Domenico Di Ciaula (Banca Antonveneta), Aumentano le rapine in banca, eppure chi si occupa di sicurezza fisica non si dimostra pessimista. Cresce il numero degli arresti anche grazie alle nuove tecnologie di sicurezza e di controllo degli accessi. Durante l'intera manifestazione sarà inoltre disponibile uno spazio interattivo dedicato alle attività di Abi Lab, con un susseguirsi di momenti informativi sulle iniziative avviate dal Consorzio e sui risultati raggiunti, tra cui il Workshop "Posta Elettronica Certificata" e la Tavola Rotonda "Sicurezza fisica: non abbassiamo la guardia!". L'area Espositiva, con gli stand delle aziende Ict consorziate ad Abi Lab presenti per tutta la durata della manifestazione, permetterà di conoscere le più recenti innovazioni di prodotti e servizi offerte dal mercato. Nell'area Espositiva sarà presente Il Sole24 Ore, con la distribuzione gratuita del quotidiano a tutti i partecipanti. Per l'area espositiva è a disposizione un numero verde 800 219966 (lun-ven 10.00-13.00 e 14.00-17.00) e un indirizzo di posta elettronica: forum.Abilab@inputweb.it  La partecipazione è gratuita e riservata ai soli consorziati Abi Lab. Per u informazioni è a disposizione un numero verde 800 907707 (lun-ven dalle 9.00 alle 18.00), fax 02.70048348 e un indirizzo di posta elettronica: forumabilab@email.It  
   
   
CONCLUSO DA MEDIOBANCA E MORGAN STANLEY IL COLLOCAMENTO DI AZIONI E.BISCOM S.P.A.  
 
Milano, 2 dicembre 2004 - Mediobanca e Morgan Stanley comunicano di aver concluso in data 1° dicembre 2004 il collocamento di n. 6.696.424 azioni ordinarie e.Biscom S.p.a. (pari a circa l’11,88% del capitale sociale ordinario), attraverso un “Accelerated Bookbuilt Offer“, presso investitori istituzionali italiani ed esteri, ad un prezzo di € 43,25 per azione. E’ previsto che il regolamento dell’operazione avvenga il prossimo 6 dicembre.  
   
   
MEDIOBANCA E UNIONCAMERE PRESENTANO L'INDAGINE SULLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI ITALIANE  
 
Milano 2 dicembre 2004 - L'ufficio Studi di Mediobanca in collaborazione con il Centro Studi dell'Unioncamere ha predisposto un rapporto sui bilanci delle medie imprese manifatturiere italiane. Si tratta di un volume di 380 pagine dove si riportano gli aggregati economico-finanziari delle imprese di media dimensione ubicate in tutte le regioni italiane. Sono state individuate 3843 società per le quali si sono elaborati aggregati sia per aree geografiche, sia per settori economici, evidenziando inoltre le società appartenenti a distretti e altri sistemi produttivi locali.  Infolink: Www.mbres.it    
   
   
PRECISAZIONI BANCA ANTONVENETA  
 
Padova, 1 dicembre 2004 - In relazione a quanto riportato in questi giorni da alcuni organi di informazione, Banca Antonveneta precisa di non essere a conoscenza di alcun progetto di integrazione con altre banche. Banca Antonveneta ribadisce, inoltre, il forte impegno nella realizzazione del piano industriale 2004-2006, già reso noto e illustrato ai mercati, che prevede uno sviluppo in autonomia.  
   
   
PRECISAZIONI BANCA POPOLARE DI LODI  
 
 Lodi, 2 dicembre 2004 - La Banca Popolare di Lodi ha più volte dichiarato la sua disponibilità a esaminare operazioni di fusione o di aggregazione che abbiano l'obiettivo di creare valore per le società coinvolte e, quindi, per gli azionisti. Con riferimento alle notizie giornalistiche riguardanti operazioni e trattative in corso con Banca Antonveneta, la Banca Popolare di Lodi precisa che tali notizie sono prive di fondamento. Sistematico è il contatto fra la Banca e gli investitori istituzionali. In tali incontri oltre a commentare, come è avvenuto nella giornata di ieri, l'andamento del Gruppo, i risultati al 30 settembre 2004 e i principali drivers qualitativi per i futuri esercizi, si svolgono, come è normale che sia, anche considerazioni di sistema.  
   
   
SANPAOLO IMI VINCE L’OSCAR DI BILANCIO  
 
Torino, 2 dicembre 2004 – Il Sanpaolo Imi ha vinto l’Oscar di Bilancio nella categoria “Imprese Bancarie, Finanziarie e di Assicurazioni”. La premiazione degli Oscar, evento promosso e organizzato dalla Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, si è svolta questa mattina a Milano. L’oscar di Bilancio, giunto alla sua cinquantesima edizione, è stato assegnato tenendo conto di diversi criteri di valutazione, quali la trasparenza sotto l’aspetto contabile, la leggibilità e completezza dei dati e della documentazione statistica e grafica, la qualità della presentazione complessiva dell’attività, l’efficacia, tempestività e modalità della presentazione del bilancio, la qualità, chiarezza e intensità delle informazioni rivolte agli stakeholders, alla comunità finanziaria e ai mezzi di informazione. Il giudizio, formulato da una qualificata commissione di esperti, ha tenuto conto non solo della qualità del rendiconto economico-finanziario 2003, ma anche del bilancio sociale e di sostenibilità, nonché della disponibilità di un bilancio on-line facilmente accessibile. Il premio è attribuito “ai migliori rendiconti che abbiano saputo delineare un quadro omogeneo, puntuale, completo e trasparente della complessa interdipendenza tra fattori economici, socio-politici e ambientali, connaturati e conseguenti alle scelte effettuate dall’organizzazione”. Sanpaolo Imi è risultato vincitore nella Categoria Imprese Bancarie e Finanziarie e di Assicurazioni con la seguente motivazione ufficiale, letta in sede di consegna del premio: “Il Bilancio del Sanpaolo Imi risulta chiaro ed esaustivo in ogni suo aspetto. Particolarmente approfondite e trasparenti le informazioni relative al segment report ed alle operazioni di integrazione del Gruppo. Eccellente il Bilancio Sociale, soprattutto per gli aspetti legati ai rapporti con i portatori di interessi e agli obiettivi ripartiti per categoria di stakeholder. Molto ricca ed articolata la disponibilità di informazioni on-line, con un sito facilmente consultabile e di buon spessore.” Il Bilancio di Sanpaolo Imi ha ricevuto l’Oscar quindi proprio grazie alla sua politica di trasparenza contabile e per la completezza e la chiarezza espositiva delle informazioni e per il rilievo attribuito, grazie alla simultanea presentazione del Bilancio Sociale, alla rendicontazione delle politiche di corporate governance e di corporate social responsability. La Banca proviene da una lunga tradizione di trasparenza informativa, che deriva anche dall’essere la Banca quotata al Nyse, mercato che da sempre rappresenta il benchark di riferimento in tema di accuratezza ed elevati standard comunicativi, che si riflettono nella pubblicazione dell’Annual Report on Form 20f. Il Bilancio di Sanpaolo Imi - redatto sia in italiano sia in inglese, disponibile, insieme al Bilancio Sociale, sul sito www.Grupposanpaoloimi.com - è espressione autentica dell’identità aziendale ed ha come finalità quella di fornire un valido strumento attraverso il quale comprendere il funzionamento del Gruppo, le strategie perseguite, i risultati ottenuti e i progetti futuri. Il Sanpaolo Imi, che era già stato finalista nella precedente edizione del Bilancio Sociale, è fermamente convinto che la pubblicazione del documento di bilancio non costituisca solo uno strumento per comunicare i risultati economici, informare i propri interlocutori e verificare la loro percezione del Gruppo, ma anche uno strumento per attivare nuove relazioni con i diversi stakeholders e per affermare una cultura di impresa incentrata su una comunicazione trasparente, completa e efficace. Il continuo affinamento nel tempo delle abilità comunicative nella stesura del Bilancio è tanto più importante quanto più diffuso è il convincimento che la trasparenza spinga il Gruppo a sottoporsi al giudizio di tutti i suoi stakeholders e che ciò sia di stimolo per rafforzare le capacità e le competenze di tutti.  
   
   
INSURANCE AND INTERNATIONAL FINANCIAL REPORTING STANDARDS  
 
Milano, 2 Dicembre 2004 – Ieri presso Banca Intesa di piazzale Belgioioso si è svolto il convegno internazionale “Insurance and International Financial Reporting Standards” organizzato da Macros Risk Management (società di consulenza sulla gestione del rischio) in collaborazione con Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e l'Associazione di Ginevra (Associazione che raggruppa le più importanti compagnie assicurative del mondo). Il convegno si è posto l'obiettivo di analizzare l'impatto dei nuovi principi contabili sulla gestione dei rami vita e danni dell'impresa assicurativa e bancassicurativa, recentemente approvati dall'Arc (Accounting Regulatory Committee dell'Ue). Nell'incontro internazionale di Milano gli operatori del settore assicurativo e bancassicurativo hanno affrontato le problematiche inerenti all'applicazione degli Ias/ifrs. L'analisi consentirà di individuare alcune risposte per evitare che l'applicazione dei nuovi principi contabili condizionino sfavorevolmente il modello economico del business assicurativo/bancassicurativo. Il convegno ha chiamato a confronto i maggiori responsabili del settore assicurativo europeo per discutere l'impatto che i nuovi principi contabili internazionali (che entreranno in vigore dal 10 gennaio 2005) avranno sulla gestione delle compagnie di assicurazione. I temi chiave dell'incontro sono stati quindi le problematiche applicative per le imprese assicurative/bancassicurative. Quali saranno le conseguenze sul processo di gestione dell'attività assicurativa? Quali le conseguenze sulle strategie di investimento? Quale impatto sulla fabbricazione dei prodotti? Quali saranno gli indici e i parametri che dovranno essere prodotti per gli stakeholder? Le risposte a questi interrogativi serviranno a comprendere meglio l'evoluzione che le imprese assicurative e bancassicurative potranno produrre in tema di governante" e di "trasparenza" verso il mercato. Il convegno si è posto quindi, attraverso le testimonianze dei relatori, di valutare quali saranno i cambiamenti da introdurre nella gestione aziendale e quelli da realizzare in prospettiva.
Di seguito la relazione di Roberto Pontremoli:
"L'occasione offertaci dall'odierno convegno ci consentirà di verificare l'importanza dell'applicazione dei nuovi principi nel settore assicurativo. Gli interventi nel corso della giornata metteranno in rilievo se sia opportuno adattare i principi Ias/ifrs' alle caratteristiche del settore assicurativo che lo differenziano in modo peculiare dalle altre attività del mondo economico¬finanziario.Cercheremo inoltre di comprendere quali norme dovranno ancora essere omologate per l'U.e al fine di comprendere gli spazi di manovra che potranno essere utilmente esplorati nell'immediato2. Questo cambiamento cruciale verrebbe a cadere in un periodo politicamente molto delicato. Coinciderebbe infatti con lo sforzo, tanto importante quanto inevitabile ed improcrastinabile, che riguarda tutti i paesi europei occidentali per un cambiamento del welfare state3. Siamo d'altra parte consapevoli che nella previdenza integrativa, che per definizione si prevede debba essere sul lungo periodo, soprattutto le compagnie d'assicurazione dovrebbero giocare un ruolo fondamentale. Le decisioni relative alla necessità di favorire al più presto la formazione della previdenza integrativa debbono essere prese in un momento nel quale la situazione del mondo degli affari è critica per una serie di considerazioni: a. Da un lato gli scandalis in tutto il mondo occidentale hanno messo in evidenza l'esistenza di legami poco trasparenti tra operatori in diversi settori della consulenza, la mancanza di professionalità, la carenza di etica negli affari ecc.; b. Dall'altro la difficoltà di gestire l'azienda attraverso un'efficieìtte Corporate Governance che trova un ostacolo nel vecchio sistema gestionale delle aziende quando poche persone erano dettagliatamente informate sugli andamenti aziendali6 ; c. Dall'altro la necessità che le aziende diventino più trasparenti ed informino costantemente gli stakeholder sullo sviluppo dell'azienda e sull'andamento della stessa (prassi questa non sempre rispettata nel settore assicurativo). D'altra parte il tempo stringe in considerazione dell'applicazione degli Ias e degli Ifrs sin dal prossimo anno (vedansi i Regolamenti e le Direttive dell'U.e.7 nonché le disposizioni del legislatore Italiano in proposito). Il rischio che corre il nostro settore nell'adottare i nuovi principi internazionali è quello che l'applicazione delle norme possa influire in modo sostanziale sulla stessa natura del business assicurativo e sulle strategie operative del settore. Probabilmente il riassetto conseguente all'adozione dei nuovi principi provocherà anche una nuova ripartizione delle responsabilità all'interno della stessa organizzazione aziendale Anche in tema organizzativo se guardiamo alle competenze presenti negli organi sociali, se osserviamo il sistema di Corporate Governance delle aziende Assicurative ci rendiamo conto che qualcosa potrebbe cambiare . Naturalmente assumerà particolare rilevanza l'attività dei revisori , proprio per le funzioni di controllo tipiche di quella professione. Potrebbe inoltre cambiare anche la strategia che le Compagnie dovrebbero adottare sia in termini di prodotti assicurativi sia in termini di impiego e di controllo degli investimenti. A seconda di come verranno articolate le nonne Ias/ifrs gli Assicuratori potrebbero essere indotti o ad implementare nei prodotti la parte assicurativa (che sicuramente è più congeniale alla loro formazione assumendo sopra l'azienda assicurativa i rischi coperti) oppure a rinunciare alla parte assicurativa e privilegiare • la parte finanziaria (che , come noto, trasferisce l'intero rischio finanziario sul cliente) come sembrerebbe conveniente da una prima interpretazione dell'attuale normativa Ias/ifrs. Questa seconda soluzione corrisponderebbe all'affossamento della più genuina professione assicurativa ed all'impossibilità del settore di rispondere all'esigenza sociale di contribuire sostanzialmente allo sviluppo della previdenza integrativa. Prima di affrontare quindi i problemi specifici conseguenti all'introduzione delle nuove nonne converrà forse ricordare quali siano le differenze peculiari della nuova normativa rispetto a quella vigente e quali siano le motivazioni che hanno spinto gli organi internazionali ad intervenire con urgenza su questa materia$. La parte finanziaria viene infatti regolamentata con particolare attenzione ma il timore è che per chi, come gli assicuratori, si occupa di affari a medio/lungo termine, la disciplina introdotta costringa gli stessi a ripensare l'intero business assicurativo ed apportare modifiche allo stesso stravolgendolo nei suoi contenuti sostanziali e trasformandolo sempre più in un prodotto puramente finanziario. L'applicazione degli Ias/ifrs dovrebbe nell'intenzione del legislatore contribuire a migliorare la qualità delle informazioni relative al bilancio ed in particolare quelle relative alle poste finanziarie . Naturalmente un tale cambiamento radicale di norme ( in particolare il passaggio dall'applicazione del criterio "dei valori al costo" a quello del "fair value ") modificando la logica di redazione del bilancio potrebbe determinare non pochi inconvenienti proprio nel periodo di transizione9, come è stato ben evidenziato nelle discussioni dei membri dell 'Association de Genève . Ci si chiede quindi se l'adozione dei nuovi principi che sembrano davvero aumentare la volatilità degli investimenti, a copertura in particolare degli impegni assunti dalle compagnie, non rendano sempre più opportuna una revisione dei criteri per garantire la stabilità delle Compagnie stesse. Il progetto della Commissione Europea conosciuto come Progetto solvency Ii 10, analogamente e parallelamente a quanto fatto nel settore bancario da Basilea Ii11, consentirebbe di raggiungere tale scopo oltrechè di rafforzare le metodologie operative delle compagnie d'assicurazione. Per tutte queste ragioni abbiamo ritenuto utile innanzitutto conoscere il punto di vista di alcune tra le principali Compagnie di Assicurazione Italiane e straniere (in particolare quelle che operano su tutto il territorio Europeo) ed ascoltare quali difficoltà operative ritengano di dover affrontare a seguito dell'applicazione dei nuovi principi. Il Presidente del Cea e dell'Associazione di categoria Francese Sig. De La Martinière potrà aggiornarci sugli umori del mercato francese e su quanto sta facendo il Cea per assistere il legislatore Europeo nella formulazione delle regole che influenzeranno l'intera normativa sui paesi europei. Sentiremo anche dalla viva voce del Sig. Duverne (Cfo di Axa, e membro del Consiglio d'Amministrazione di Axa), nella sua veste di membro del gruppo di esperti assicurativi che assiste lo Iasb, quali siano a suo giudizio gli ostacoli principali che dovrà affrontare la categoria. Il Sig. Kawai potrà quindi portarci il parere delle autorità di vigilanza e farci meglio comprendere tempi e modi che legano eventualmente l'adozione dei nuovi principi alla necessità di una nuova impostazione in tema di margine di solvibilità. Ci è parso inoltre assai significativo sentire dalla voce del prof. Dickinson quali siano le conclusioni della ricerca compiuta dall'Association de Genève per verificare le reazioni del mondo assicurativo alla prossima applicazione degli Ias/ifrs. Sentiremo quindi la voce degli oratori Italiani: Desiata (cosa unisce e cosa divide le Banche e le Assicurazioni nell'applicazione degli Ias/ifrs), Baseggio (come impattino i nuovi principi sulla strategia di un grande Gruppo nazionale) , Bennati (come impattano i nuovi principi sulla gestione organizzativa di una Compagnia) , Laganà (come influirà l'applicazione degli Ias/ifrs sulla competitività delle Compagnie d'assicurazione) ed infine da Michaud (come le nuove norme influiscano sulle politiche di investimento). L'interpretazione delle nuove regole infatti rivestirà fondamentale importanza, sia in sede europea sia in sede nazionale, per i rischi di incremento della volatilità in certi settori dell'attività assicurativa. Sul tema delle riserve tecniche (riserve premi, riserve matematiche, riserve sinistri, riserve catastrofali, riserve cicliche, riserve di oscillazione ecc.) si pone il problema di applicare gli Ifrs4 senza dover profondamente cambiare i contenuti assicurativi del business assicurativo12. Tuttavia bisognerà comprendere sul piano pratico come verranno collegati i contratti esistenti alle riserve calcolate e se il provvedimento sarà temporaneo o permanente. Com'è facilmente comprensibile questa materia è di importanza fondamentale per tutti gli stakeholder assicurativi. Particolare attenzione dovrà porre il settore assicurativo nel valutare se l'applicazione delle nuove norme dovesse aumentare la volatilità degli investimenti. In tal caso il settore potrebbe essere indotto a spostare gli investimenti verso forme di investimento meno rischiose. In proposito si rammenta che gli assicuratori rappresentano uno dei maggiori investitori istituzionali nelle borse nazionali! Infine tutti questi aspetti verranno discussi nella tavola rotonda. In particolare verranno esaminate le decisioni di tipo strategico che le Aziende potrebbero prendere se i principi Ias non fossero adeguati alla fattispecie considerata . In Conclusione sentiremo cosa intenda fare l'associazione di categoria Ania per influire sulla versione definitiva degli Ias in modo che la nuova regolamentazione possa portare ad una maggiore trasparenza ed ad una migliore Corporate Governance (senza stravolgere le strategie operative delle compagnie operanti nel settore assicurativo) favorendo così tra l'altro lo sviluppo della previdenza integrativa."
Di seguito riportiamo la relazione del Dott. Alfonso Desiata, Vice Presidente Banca Friuladria: "L'impostazione degli International Accounting Standard per il settore assicurativo è molto discutibile in quanto fa prevalere nella redazione dei bilanci l'attualità: l'introduzione del Fair Value è permeata dalla volatilità e dal shortermismo. Va subito ricordato che l'attività assicurativa, sia Vita che danni, è normalmente di lungo periodo. Nell'attività vita, normalmente, un assicurato resta collegato ad una compagnia assicurativa nella fase di costituzione del capitale e nella fase di godimento della rendita vitalizia; nell'attività danni avviene esattamente lo stesso, specie nei rami catastrofali. In termini di teoria attuariale diremo che la frequenza dell'evento solo alla lunga diventa probabilità. Da ciò la cautela, la prudenza e la prevenzione del settore assicurativo nel redigere il bilancio di fine d'anno ed i piani di sviluppo a tre o cinque anni. Il Professor De Finetti usava spesso affermare che l'ottimismo non è congeniale all'assicuratore (o a chi detiene il banco), a meno di seguire la massima prudenza nel reporting, ciò che non è nella concezione dei fair value. L'assicuratore (o chi detiene il banco) sa che, a breve, non può tenere sotto controllo gli eventi perché sottoposti al caso: è tanto vero che chi detiene il banco di gioco ha bisogno di un adeguato capitale onde evitare il fallimento ad ogni giocata e l'assicuratore ha bisogno non solo di un capitale adeguato, ma anche del margine di solvibilità, strettamente collegato al livello di rischiosità dei contratti assicurativi assunti. Solo cinquantanni fa sarebbe stato impensabile prevedere la risoluzione avvenuta nella struttura piramidale per età della nostra popolazione: la speranza di vita è profondamente aumentata sia per le donne che per gli uomini! L'autore del margine di solvibilità per le compagnie di assicurazione, il Prof. De Finetti avrebbe certamente riconsiderato il progetto introducendovi una componente rafforzativa del margine, onde evitare un mismatech tra attivo e passivo. L'attuale progetto di reporting sulla base del fair value trascura tutta questa realtà per seguire: a) una finanziarizzazione eccessiva; b) una visualizzazione di breve termine; c) una globalizzazione di reporting insignificante; d) una volatilità eccessiva dei reporting; e) una tendenza inopportuna al fallimento del settore assicurativo (vita e danni). Va poi aggiunto che il fair value — per sua stessa natura di breve termine — potrebbe portare le compagnie e le banche a rivoluzionare le loro attuali strategie operative passando dal lungo al breve termine, con danni inimmaginabili per l'attività economica dei nostri paesi: i costi aggiuntivi dell'intermediazione bancaria ed assicurativa ricadrebbero sull'intero sistema economico, ma soprattutto l'aumentata incertezza delle coperture causerebbe un malessere generale al sistema della produzione. L'introduzione dei fair value nell'assicurazione sarebbe foriera di negatività per la sua specificità: gestore di rischi, vita e danni, i quali creano degli attivi e dei passivi che portano a modelli di risk management neutrali compensativi tramite una adeguata Alm. Nel settore assicurativo l'Al Risk management è certamente impostato sul lungo termine. E' usuale controllare la "tenuta" delle riserve matematiche e delle riserve danni: il controllo avviene per generazioni ed è indice di saggezza amministrativa quando lo smontamento per generazione delle riserve risulti positivo, ossia risulti positivo lo scarto tra il previsto delle appostazioni di bilancio rispetto all'accaduto di qualche anno dopo. In più, per il settore assicurativo, l'adeguamento agli Ias dovrebbe avvenire in due fasi: la prima subito e la seconda nel 2007; sicchè gli Ias 39 applicati dal 2005 e il cosiddetto "macro - hedging" rinviato in una seconda fase, creando squilibri sul Alm, specie per quanto riguarda le polizze unit linked e quelle collegate alle catastrofe naturali. Questo temporaneo disallineamento creerebbe una volatilità incontrollabile per le compagnie d'assicurazione. L"accordo tuttavia è generale di rivedere lo schema proposto anche da parte dell'Arc, Accounting Regulatory Committee. Lo Iaslo (l'organismo che si occupa degli Ias) comincia a recepire le preoccupazioni del settore (lo stesso avviene per l'attività bancaria) ed il modello rettificato potrebbe suddividersi in due direttive corrette nell'attuale fase di globalizzazione: a) generalizzazione dei criteri dei reporting; b) pubblicazione, tramite reporting, degli scarti di valore rispetto ai fair value sia per la parte attiva che passiva del bilancio assicurativo. E' peraltro già quanto avviene presso i principali gruppi assicurativi internazionali. Un passo ulteriore verso lo schema degli Ias 39 potrebbe consistere nel far confluire la somma algebrica di codeste segnalazioni verso la posta di bilancio collegata al margine di solvibilità. Onde evitare tuttavia gli effetti perversi del reporting con i fair value – finanziarizzazione e volatilità - bisogna rimodulare i calcoli del margine di solvibilità di definettiana memoria verso uno schema che: a) rafforzi il margine connesso alla variazione delle poste tecniche del passivo: riserve premi, riserve matematiche, riserve danni; b) neutralizzi di più le variazioni degli Ias connesse alle poste dell'attivo degli immobili, delle azioni e delle obbligazioni, ecc. C) sì relativizzi l'Al Risk management in presenza di un rafforzamento del margine di solvibilità."
 
   
   
CREDIT INSURANCE: UN NUOVO FATTORE DI COMPETITIVITÀ PER LE IMPRESE CHE MIGLIORA L'OFFERTA CREDITIZIA  
 
Milano, 2 dicembre 2004 - Il nuovo accordo di Basilea 2 potrebbe accentuare i problemi nel rapporto tra banche e imprese italiane, in particolare le Pmi. Con l'entrata in vigore di Basilea Ii, nel caso di erogazione del credito l'accantonamento di capitale da parte delle banche dipenderà dal rating dell'azienda che richiede il credito. Le banche faranno dunque pagare un prezzo più elevato ai clienti con un rating più basso in quanto questi "consumano" i mezzi della banca in misura maggiore. I crediti alle Pmi italiane -le quali hanno mediamente un rating inferiore a Bbb (tecnicamente definito non investment grade)-, assorbiranno dunque più capitale perchè comporteranno un'esposizione a rischio maggiore. Se nel lungo periodo ci si può aspettare una tendenza verso maggior trasparenza e solidità patrimoniale da parte delle Pmi, le prime conseguenze del nuovo accordo saranno l'innalzamento del tasso richiesto dalle banche o il razionamento del credito, a discapito di una larga fascia di imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni. L'applicazione dei criteri di Basilea Ii oltre che l'introduzione dei nuovi International Accounting Standard (Ias) comportano un ripensamento del ruolo dei soggetti coinvolti (banche, assicurazioni, Pmi, generai contractor, altre Istituzioni) e la necessità di ricorrere a nuovi strumenti a sostegno delle imprese. Da un lato il maggior costo del credito e la riduzione della già limitata capacità patrimoniale a suo supporto possono rappresentare dei vincoli importanti. Dall'altra le nuove normative possono anche rappresentare un driver di sviluppo, soprattutto nel medio termine, grazie ad un'evoluzione dei meccanismi di creazione di ricchezza. Una soluzione al possibile razionamento del credito viene dall'esperienza dei mercati anglosassoni in materia di "Credit Insurance", ovvero assicurazione del credito. Ii Credit Insurance può fornire soluzioni sia finanziarie che industriali per tradurre le possibili criticità in opportunità di sviluppo economico e sociale per il Paese. Per credit insurance si intende l'assicurazione della perdita che la banca e gli investitori in genere (qualora i prodotti siano destinati al mercato dei capitali) potrebbero registrare nel caso l'azienda o l'attività sottostante a fronte dei quali è stato erogato il credito non fossero in grado di ripagarlo. Assicurando il proprio rischio la banca riduce gli accantonamenti e quindi può erogare un volume maggiore di crediti a un tasso più vantaggioso per l'impresa. E' possibile individuare in questa fase due principali aree di offerta del Credit Insurance. Il primo è quello del financial gaurantee e tipicamente si realizza nella forma del credit enhancement. Il credit enhancement si applica tanto a beneficio di singole realtà aziendali (nel caso di obbligazioni emesse sia da grandi che da piccole o medie imprese o da enti/ aziende pubbliche locali etc.) che a strumenti finanziari più complessi come le cartolarizzazioni, migliorando il profilo di rischio dell'emittente di titoli di debito, con il ricorso all'assicurazione del rischio. Il credit enhancement consente al creditore di ricevere comunque il rimborso del capitale e degli interessi, nelle modalità e tempi contrattualmente previsti, in caso di default dell'emittente. Questo mercato è oggi concentrato negli Stati Uniti (85% circa), dove si è sviluppato a partire dal 1971, ma ha visto importanti tassi di crescita in Europa negli ultimi cinque anni (oltre il 50% per anno). In Italia, invece, il settore delle financial guarantee è ancora pressoché vergine. I volumi dei premi emessi dal mercato del Financial gaurantee a livello mondiate ammontano nel 2003 a poco meno di 4 miliardi di Usd. Il commercial credit insurance è l'assicurazione dal rischio legato ad operazioni commerciali e va a copertura dei crediti commerciali di aziende clienti o fornitrici. È tradizionalmente distinto, secondo la provenienza della controparte, in export (assicurazione verso controparti estere) e domestic commercia/ credit insurance (assicurazione verso controparti dello stesso Paese). Mentre la prima risulta già storicamente presidiata in Italia da Sace, la seconda presenta opportunità di sviluppo significative che Sace sta verificando per l'operatività a breve termine anche attraverso la controllata Sace Bt. Nel contesto italiano Sace può svolgere un ruolo di promotore del credit insurance. Con la trasformazione in Società per azioni all'inizio di quest'anno, Sace ha il capitale (circa 8 miliardi di euro) e il know how necessario per svolgere la funzione di assicuratore del rischio di credito per il sistema bancario italiano. Un credito assicurato con Sace richiede un accantonamento di capitale minimo o nullo. Sace diventa un partner strategico sia per le imprese che per le banche italiane, e un player unico nell'attuale fase di sviluppo dell'economia italiana. In una prima fase Sace, coerentemente con la propria missione, si concentrerà soprattutto nell'assicurare imprese italiane che hanno una larga parte del loro fatturato legato ad attività di export, fornendo così un importante sostegno alla competitività delle imprese italiane che si confrontano con i mercati internazionali. In una successiva fase di sviluppo l'intervento di Sace potrà estendersi anche ad altre applicazioni.  
   
   
CON SACE PIÙ FACILE L'ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE  
 
 Milano, 2 dicembre 2004 - Sace ha presentato ieri, nel corso di un seminario organizzato a Milano in collaborazione con Lehman Borthers e Mercer Oliver Wyman, le prospettive offerte dal credit insurance, ovvero l'assicurazione del rischio di credito, quale strumento in grado di ampliare la capacità di offerta del credito alle imprese da parte del sistema bancario e le possibilità di accesso al mercato dei capitali. Con l'introduzione dei nuovi criteri di Basilea Ii il ricorso a questo tipo di copertura assicurativa si presenta come un'opportunità per il mercato italiano. Ii credit insurance, infatti, permette alla banche di trasferire a terze parti dotate di elevata solidità patrimoniale l'assunzione del rischio di default associato a determinate operazioni finanziarie. Attraverso il credit insurance le banche e gli investitori istituzionali, assicurando il rischio di credito, riducono gli accantonamenti di capitale e possono quindi erogare un volume maqqiore di credito, con scadenze più lunqhe e a tassi più vantaqqiosi per le imprese. Nel panorama italiano Sace potrà svolgere un'attività di promozione del credit insurance grazie alla capacità di assorbimento che le conferisce il capitale sociale di cui dispone e all'esperienza maturata nella gestione del rischio. Fino ad oggi Sace ha presidiato il business dell'assicurazione dei crediti legati ad operazioni commerciali di esportazione (commerciai credit insurance), mentre ora si propone anche come controparte per il financial credit insurance. Ii financial credit insurance si può applicare tanto a beneficio di singole realtà aziendali (obbligazioni emesse sia da grandi che da piccole o medie imprese o da enti/ aziende pubbliche locali etc.) che a strumenti finanziari più complessi come le cartolarizzazioni, migliorando il profilo di rischio dell'emittente di titoli di debito. Il financial credit insurance consente al creditore di ricevere comunque il rimborso del capitale e deqli interessi, nelle modalità e tempi contrattualmente previsti, in caso di insolvenza dell'emittente. Il credit insurance è quindi uno strumento in grado di fornire: Condizioni di erogazione del credito maggiormente competitive sia per le banche (grazie alla possibilità di ridurre gli accantonamenti offrendo prodotti competitivi e mantenendo la gestione del cliente) che per le imprese (con un accesso al credito a costi più contenuti e per scadenze più lunghe). Allocazione più efficiente e mirata del credito e sviluppo dei mercati di capitali anche per le Pmi con conseguente crescita della competitività del Paese. Alessandro Castellano, Direttore Generale di Sace, spiega che "Sace potrà svolgere un ruolo crescente, assieme al settore bancario, nell'innovazione degli strumenti finanziari a supporto delle imprese." Parlando del credit insurance Castellano ha commentato "una migliore distribuzione dei rischi conseguente al loro trasferimento su terze parti come Sace, consente alla banche e agli investitori istituzionali un uso più efficiente del capitale. Questo si traduce in credito alle imprese a costi più contenuti. I beneficiari del credit insurance potranno essere aziende italiane che operano all'estero. In operazioni di questo tipo, che saranno valutate caso per caso, l'intervento di Sace sarà di medio-lungo termine e potrà interessare tutte le classi di titoli, dalle tranche Senior alla tranche di Equity con meccanismi di condivisione del rischio con la banca emittente."  
   
   
EDISON ACQUISTA IL 75% DI ISE E STIPULA L’ATTO DI FUSIONE PER INCORPORAZIONE DI ISE IN EDISON  
 
Milano, 2 dicembre 2004 – Edison Spa ha acquisito il 75% di Ise (Iniziative Sviluppo Energia Spa) da Finel Spa, società partecipata al 60% da Edison Spa e al 40% da Edf International Spa (controllata da Edf), al prezzo di €486 milioni, quota versata all’atto di acquisto. Con questa operazione Edison Spa porta al 100% il controllo di Edison su Ise, avendo già rilevato il 25% di Ise da Ilva il 9 luglio 2004. In data odierna è stato quindi stipulato l’atto di fusione per incorporazione di Ise in Edison. L’operazione avrà efficacia dal 3 dicembre 2004 ed effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2004. Ise è una società di produzione e vendita di energia elettrica e vapore che opera attraverso 5 centrali (4 termoelettriche e 1 idroelettrica) localizzate nel Centro e Sud Italia per una capacità installata di circa 1.300 Mw. Il bilancio 2003 di Ise ha chiuso con ricavi netti per €800 milioni e un utile netto di €133 milioni. Rispetto al bilancio consolidato di Edison, Ise rappresenta poco più del 20% del margine operativo lordo e circa il 10% del capitale investito netto. Come anticipato nel Documento Informativo del luglio 2004 che illustra le operazioni sopra descritte (consultabile nel sito internet www.Edison.it ), prima del trasferimento della partecipazione di Ise, che costituiva l’unico asset di Finel, Edison ed Edf International hanno sottoscritto un nuovo patto parasociale avente ad oggetto la governance di Finel. Nell’ambito di questi accordi, Edison ha riconosciuto a Edf International la facoltà di richiedere la liquidazione della quota del 40% da essa posseduta in Finel. Le parti si sono impegnate a negoziare in buona fede l’individuazione della migliore modalità tecnica per tale liquidazione, il cui valore ammonterà al 40% del patrimonio netto di Finel alla data della richiesta; in ogni caso il valore minimo di riferimento per la quota di Edf International, tenuto conto della plusvalenza realizzata da Finel, è stato fissato in €300 milioni. L’eventuale liquidazione in azioni Edison è comunque subordinata all’approvazione dell’assemblea Edison. Edf International potrà esercitare il diritto di uscita dal 1° luglio 2005 al 31 dicembre 2006. Tale diritto non è trasferibile in caso di cessione a terzi del 40% di Finel. Edf International costituisce parte correlata in quanto la sua controllante Edf detiene direttamente il 2,346% del capitale ordinario di Edison e il 18,03% del capitale di Italenergia Bis, attuale controllante di Edison con una quota pari al 63,795% del capitale ordinario. Si rinvia per maggiori dettagli al citato Documento Informativo anche con riguardo ai criteri di determinazione del prezzo della compravendita di Ise e della valutazione della sua congruità da parte di due amministratori Edison non esecutivi incaricati dal consiglio.  
   
   
AEDES S.P.A. PERFEZIONA LA CESSIONE DI AEDILIA VIC  
 
Milano, 1 Dicembre 2004.-  Perfezionata la cessione del 16,67% di Aedilia Vic da parte di Aedes e di un ulteriore 16,66% da parte di Cdc, alla società Union Mutuelle des Retraite (Umr) unione mutualistica francese. Tale cessione si inquadra in una più ampia strategia finalizzata a sviluppare piattaforme di investimento con investitori istituzionali internazionali. Aedes e Dante Sasu, società partecipata al 100% da Cdc (Caisse de Depòts et Consignations) hanno ceduto una partecipazione rispettivamente pari al 16,67% e al 16,66% di Aedilia Vic s.R.l, joint venture tra Aedes e il gruppo Cdc , focalizzata sul segmento definito “supermercati suburban”, a Union Mutuelle des Retraite (Umr). Umr è l’unione mutualistica dei pensionati francesi che gestisce la previdenza integrativa pubblica e investe istituzionalmente parte delle proprie disponibilità nel settore immobiliare. A seguito della cessione, l’azionariato di Aedilia Vic sarà egualmente ripartito tra Aedes, Cdc e Umr. L’operazione si inquadra nella strategia di Aedes finalizzata a sviluppare piattaforme di investimento con investitori istituzionali internazionali. La cessione, avvenuta ad un controvalore di € 10 mln di cui € 3,5 mln per la quota capitale e € 6,5 mln per la quota finanziamento soci, permette ad Aedes di realizzare una plusvalenza consolidata al lordo delle imposte pari € 4 mln e genera un effetto finanziario positivo per € 10mln. L’advisor legale dell’operazione è stato l’avvocato Davide Apollo, partner dello studio legale Nctm.  
   
   
GRUPPO VENTAGLIO:SI E’ CONCLUSA L’OFFERTA IN OPZIONE AI SOCI, SOTTOSCRITTE N. 26.657.420 AZIONI ORDINARIE.  
 
 Milano, 2 dicembre 2004 - Sì è conclusa lunedì 29 novembre 2004 l’offerta in opzione ai soci di n. 50 milioni di azioni ordinarie I Viaggi del Ventaglio S.p.a. Da nominali 1 Euro ciascuna, per un aumento complessivo del capitale sociale fino ad un massimo di 50 milioni di Euro. Sulla base dei dati definitivi pervenuti a I Viaggi del Ventaglio S.p.a., durante il periodo di offerta (dal 15 novembre al 29 novembre 2004) sono state sottoscritte n. 26.657.420 azioni, pari al 53,32% del totale delle azioni ordinarie oggetto dell’Offerta. Al termine del periodo di Offerta risultano non esercitati n.15.172.677 diritti di opzione (diritti inoptati) per la sottoscrizione di complessive n. 23.342.580 azione ordinarie I Viaggi del Ventaglio. Nella giornata del 30 novembre verranno resi noti tutti i dettagli relativi alla negoziazione dei diritti inoptati, che avverrà dal 6 al 22 di dicembre.  
   
   
MECN: INVESTIRE NEL SETTORE DELLE SCOMMESSE / GIOCHI – ECCO UNO DEI SEGRETI DELLA COMUNITÀ FINANZIARIA  
 
Londra, 2 dicembre 2004 - Un nuovo rapporto mette in risalto uno dei settori più promettenti per gli investitori finanziari. Il Mecn Gambling Industry Index, l’ indice che analizza un gruppo rappresentativo di 47 società che operano nel settore delle scommesse è aumentato del 39% negli ultimi 12 mesi. In base a questo andamento, il Gambling Index ha avuto un risultato migliore rispetto alla maggior parte degli indici, incluso il Dow Jones, Ftse e molti altri indici specifici del settore. I titoli dei “top performer”, come ad esempio l’ operatore online Sportingbet o Wynn Casinos, hanno registrato rispettivamente un aumento del 320% e del 181% negli ultimi 12 mesi. Circa i due terzi dei titoli delle 15 società di scommesse principali sono aumentati di oltre il 40% negli ultimi 12 mesi. In Europa 7 dei top performer su 10 sono società europee. Sempre più investitori stanno cominciando ad accorgersi che il settore delle scommesse offre una vasta gamma di opportunità. Uno studio condotto dalla società di consulenza Mecn analizza questo settore che si trova in una fase di rapida espansione e presenta opportunità davvero promettenti. I titoli delle società di scommesse stanno registrando risultati migliori rispetto alla maggior parte degli altri indici, che vanno dal Dow Jones fino ad altri indici specifici del settore. Non solo le società più piccole evidenziano aumenti davvero sorprendenti; oltre i 2/3 dei titoli delle 15 società di scommesse (una capitalizzazione del mercato per un valore fino a 11 miliardi di dollari Usd) hanno registrato un aumento del 40% negli ultimi 12 mesi. Quasi il 60% degli investitori intervistati ha affermato che la performance dei loro investimenti nel settore delle scommesse è stata ben “oltre le aspettative”. E questo fenomeno non si limita solo a determinati titoli o società. Infatti, pare proprio che l’ intero settore continui la sua avanzata e sia in grado di rivelare tutto il suo potenziale finanziario. Uno dei mercati regionali più promettenti sembra essere l’ Europa, come ha dichiarato Marin Oelbermann, autore dello studio. “In Europa 7 dei top performer su 10 sono società europee. Questo evidenzia che la crescente liberalizzazione permette alle società di scommesse europee di disporre degli strumenti necessari per ottenere la competitività e raggiungere migliori prestazioni finanziarie”. I risultati si basano su una ricerca che il Mecn ha condotto qualche mese fa. Circa 100 investitori e società di scommesse hanno fornito un’ analisi dell’ attuale situazione degli investimenti nel settore delle scommesse, le opportunità e le sfide, oltre alle possibilità di investimenti futuri. La ricerca è disponibile sul sito Web all’ indirizzo http://www.Mecn.net  
   
   
NASCE EUROPEAN MARKET INTELLIGENCE GROUP: UN DATABASE DI 150.000 AZIENDE E DEL LORO INSTALLATO ICT UN PROGETTO EUROPEO CON IL KNOW-HOW E LA QUALITÀ LOCALE  
 
Milano, 2 dicembre 2004 – Arriva oggi una vera e propria rivoluzione nel mondo delle banche dati di Marketing: grazie all’unione degli sforzi di un pool di aziende fortemente radicate in Europa, è stato creato un nuovo database end user Ict. Il database è ricco di dettagli: anagrafica completa, Top Management, Ict Management, Responsabili di funzione, installato Ict e progetti in start up per i successivi 12 mesi. Il database è unico ed omogeneo sia per contenuti sia per qualità e risponde alle esigenze delle multinazionali dell’Ict che necessitano di una fonte unica per comparare dati e mercati dei diversi paesi europei. Il database fornisce agli attori del mercato Ict gli strumenti necessari per targettizzare le aziende utenti e arrivare a generare nuove opportunità di business. Il Database combina la conoscenza locale e la professionalità delle aziende che partecipano al progetto per offrire ai clienti un database ricco di informazioni quantitative e, soprattutto, qualitative per ciascun paese Europeo. Inoltre, grazie a Service Level Agreement, sono garantite la qualità delle informazioni gestite oltre alla regolare frequenza di aggiornamento. Ad oggi la Banca Dati Europea conta oltre 150mila poli aziendali e più di 630mila contatti nei seguenti paesi: Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Belgio, Olanda, Svizzera e Austria; è in corso l’estensione anche a Irlanda, Portogallo, Paesi Nordici, Europa dell’Est, Grecia e Turchia. Con la nuova Banca Dati è quindi possibile disporre di un panorama completo delle installazioni Ict e dei progetti in ambito Ict delle aziende clienti a livello locale ed europeo con più di 50 dipendenti, criterio definito come livello base di ingresso per essere censiti nel nuovo database. La banca dati è gestita da European Market Intelligence Group (Emig), associazione europea di aziende proprietarie ciascuna dei propri database locali, costituitasi a Bruxelles lo scorso 7 ottobre come European Economic Interest Grouping. Emig contribuirà a sostenere il buon esito dei contratti europei delle aziende associate, alla manutenzione e l’aggiornamento degli standard tecnologici e all’implementazione dei processi comuni, a garanzia della convergenza dei contenuti e della qualità dell’offerta europea. Il nuovo database sarà accessibile con un servizio di abbonamento annuale via Internet, direttamente dagli utenti con una interfaccia semplice e intuitiva pur con funzionalità avanzate che consentono anche all’utente meno esperto di effettuare sia ricerche standard predefinite, sia sofisticate ricerche ad hoc. La modalità di accesso online offre all’utente la visibilità in tempo reale delle informazioni al loro massimo grado di aggiornamento, in ogni paese rappresentato, su tutte le aziende censite, sul loro installato e sui loro progetti. Ad Emig hanno aderito: la belga Computer Profile Benelux Sprl, la francese Comm’back Sa, la tedesca Ama Gmbh, l’olandese Computer Profile Netherlands Bv, la britannica Rhetorik Ltd, l’italiana Sirmi e la spagnola Samira & Sineb.  
   
   
ARRIVANO I FINANZIAMENTI PER LE SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE  
 
Milano, 2 dicembre 2004 - Arrivano i nuovi bandi di finanziamento per le imprese lombarde che si occupano della produzione, della diffusione e dell’adozione delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione. La presentazione del nuovo Workprogramme Ist, che definisce obiettivi strategici e modalità di finanziamento per il biennio 2005-2006, verrà presentato durante l’incontro “I finanziamenti comunitari per la ricerca e l’innovazione” che si terrà: venerdì 3 dicembre, ore 9 - 13 Palazzo Turati, Via Meravigli 9/B – Milano. Durante l’incontro sarà possibile chiedere informazioni su contenuti e modalità di partecipazione dei prossimi bandi, sottoporre domande, richieste di chiarimento, problemi e criticità. Il convegno è stato organizzato dall’Euro Info Centre It 351, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano sportello Apre Lombardia, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Direzione Generale Società dell’informazione della Commissione Europea. La partecipazione all'incontro è gratuita. Interverranno: Guido Galardi Presidente Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di commercio di Milano; Aldo Mascioli Delegato Ist, Ministero dell’Università e della Ricerca Miur; Alessandro Barbagli Dg Società dell’Informazione, Commissione Europea; Livio Baldi - St Microelectronics. Seguirà una tavola rotonda con Gabriella Cattaneo - Ist Assessment Panel, Data-bank Consulting; Carlo Ghezzi Politecnico di Milano; Livio Baldi St Microelectronics; Ignazio Rusconi Clerici Assintel; Aldo Mascioli- Miur; Maria Teresa Pazienza - Università di Tor Vergata; Laura Savini - Euro Info Centre Milano.  
   
   
LUISA BAGNOLI È IL NUOVO PARTNER DI ELAN INTERNATIONAL  
 
Milano, 2 dicembre 2004 – Luisa Bagnoli è il nuovo partner di Elan International, società di Executive Search che concentra le proprie risorse nel processo di ricerca e selezione di Dirigenti e Quadri Superiori per imprese industriali, commerciali, bancarie e di servizi. Nata a Siena nel 1967 e laureata in Scienze Economiche e Bancarie e con Master Biennale di Specializzazione in Discipline Economiche e Bancarie, ha iniziato la sua attività professionale in Monte dei Paschi di Siena dove ha lavorato nella trading room e nel Risk Management della Banca e dell’Asset Management. Nel 1999 entra in Michael Page International fino a diventare Responsabile della divisione Banking& Insurance. Nel 2002 approda infine come generalista in J. Friisberg&partner Executive Search. In Elan International Luisa Bagnoli seguirà l’area Finance che comprende: Banking, Insurance, Real Estate, Private Equity, Consultancy e Legal. In Elan Luisa Bagnoli trova altri tre partner: Giuseppe Cristoferi, Luigi Oddi e Piero Silvaggio.  
   
   
RUSSIA O CINA: QUALE STRADA SCEGLIERANNO LE AZIENDE ITALIANE?  
 
Milano, 2 dicembre 2004 – “E' una domanda molto difficile” - risponde Sofja Vrablova, responsabile strategie di Feanor Oü - ”Durante l'ultima fiera Instrutec a Tallinn abbiamo avuto contatti con aziende italiane interessate non solo ad esportare i loro prodotti in Estonia, ma soprattutto a sviluppare un'attività produttiva in loco, tramite partnership o acquisizioni di aziende locali, o addirittura alla costituzione di nuove società. L'interesse non è legato solo ai costi della manodopera, un operaio specializzato in Estonia, con conoscenze di programmazione Nc e di controllo qualità, riceve uno stipendio variabile in funzione della localizzazione dell'azienda. A Tallinn potrebbe variare intorno ai 500-600 Eur mensili lordi, quindi non molto competitivo se posto in relazione ad una media in Cina variabile tra i 150-200 Eur. Nelle altre città estoni potrebbe scendere sui 350-400 Eur. I vantaggi sono legati all'elevata scolarità media dei tecnici estoni ed alle loro caratteristiche di correttezza (anche se molto spesso mediata da una certa mancanza di iniziativa ed una affezione spinta alle 'procedure', cosa che viene comunque apprezzata dagli investitori italiani). Per quanto riguarda il costo di alcuni prodotti, abbiamo pagato per lo stesso prodotto 0,15 Eur unitari contro i 0,50 del prodotto realizzato in Italia. Un pericolo potrebbe essere rappresentato dal desiderio di raggiungere il più velocemente possibile il livello e la qualità di vita dei vicini scandinavi (Svezia e Finlandia), che rappresentano un'oasi ideale, ma caratterizzata da elevatissimi costi, anche di tipo sociale. L'estonia non può permettersi questo lusso, almeno per ora, ma deve procedere gradualmente. Russia - Gioca un ruolo molto importante, a nostro avviso, nello spingere gli investimenti esteri nella giovane repubblica baltica,la vicinanza del mercato russo. I rapporti tra Estonia e Russia si sono normalizzati,dopo l'ingresso nella Nato e nella Ue, e se Putin riuscirà nella sua opera di stabilizzazione e normalizzazione, la Russia potrebbe diventare un mercato da più di 200 milioni di abitanti, con ottime possibilità di localizzazione anche per Pmi italiane. Non vorrei essere considerata troppo ottimista, ma ritengo che la Russia potrebbe seguire l'esempio dei paesi baltici, e non necessariamente in tempi esageratamente lunghi. Cina - Allo stesso tempo stiamo valutando la possibilità di aprire una sede a Pechino,in Cina, paese con il quale abbiamo per ora avviato rapporti di collaborazione nel settore della ricerca nel settore metrologia ed aeronautica. I passi da gigante fatti dalla Cina in questi settori non sono passati inosservati. La partita tra Cina e Russia nell'attrarre investimenti di Pmi italiane nel futuro è dunque ancora tutta da giocare: la tendenza che ha visto importanti aziende tedesche a trasferirsi in Polonia e la Repubblica ceca potrebbe decidere di fermarsi al vicino Est, senza necessariamente arrivare all'altro capo del pianeta. Da parte nostra, resta come nostro obiettivo quello di attrarre Pmi italiane ad analizzare le possibilità di investire e produrre in Estonia, fornendo il supporto logistico e l'assistenza necessari. Prevediamo di aprire uno sportello Estonia nelle principali fiere di tecnologia e meccanica che si terranno in Italia nel 2005”. Infolink: http://www.Feanor.com/italian.htm  
   
   
MOBILI ITALIANI APPREZZATI NEL MONDO PREMIATA OGGI UNA GIOVANE DESIGNER ARGENTINA AL PREMIO INTERNAZIONALE DEL COMUNE DI MILANO E DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO  
 
 Milano, 2 dicembre 2004 - Il design italiano viene apprezzato in tutto il mondo. L’export italiano in sei mesi, da gennaio a giugno 2004, è di 4 miliardi e duecentottanta milioni di euro. Un dato che conferma l’attitudine italiana ad esportare nel settore: le importazioni sono ben più contenute, 648 milioni di euro e rappresentano meno di un sesto sul totale dell’export. Vero punto di forza per le esportazioni di mobili dell’Italia è l’Europa, dove è diretto ben il 75% dell’export totale. Seguono il Nord America (13,8%) e l’Asia (7,2%). La regione italiana che esporta di più mobili è il Veneto, con il 20,8% del totale italiano. Seguono Lombardia, subito dietro con il 20,3%, Friuli (18,9%), Puglia (10,8%), Marche (7%), Toscana (6,4%). La Basilicata è la regione più specializzata in assoluto nell’export di design. Il 21,7% delle sue esportazioni riguarda infatti i mobili, 149 milioni di euro. Seguono Friuli, 807 milioni euro che rappresentano il 17,1% del totale delle esportazioni, Puglia (460 milioni, 16%), Marche (300 milioni, 7,1%). Nel complesso l’Italia vanta una “specializzazione” in export di mobili calcolabile in 3,2% del totale delle esportazioni. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano attraverso il Lab Mim su dati Istat (gennaio – giugno 2004), in occasione della seconda edizione del premio Città di Milano per Giovani Designer Stranieri, iniziativa promossa dal Comune di Milano e da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali. Il Premio ai giovani designer stranieri è una manifestazione internazionale che si propone di selezionare e scoprire giovani designer che vivono in varie parti del mondo operando in diversi campi creativi per invitarli a trascorrere un periodo della loro formazione professionale presso studi, aziende e istituti milanesi. Ogni anno viene identificato un Paese nel quale sono andati definendosi scuole, stili e tendenze innovative nel campo del design, ed istituita una giuria paritetica composta da esponenti di istituzioni ed associazioni milanesi e del Paese partner. La prima edizione del 2003 è stata dedicata al Canada. Per l’edizione del 2004 il Paese prescelto è l’Argentina. Il Concorso è dedicato a “Strumenti e attività di comunicazione visiva per la promozione del riciclo dei rifiuti solidi urbani, in particolare le materie plastiche”, applicati alla città di Milano. Ad aggiudicarsi il Premio è stato il progetto di una giovane designer argentina, Maria Gabriela Garcia, dal titolo “Interazione- un piccolo gesto, un grande futuro”. Attraverso l’uso della telefonia mobile e della messaggistica multimediale, il progetto premiato mira ad informare i cittadini, nel momento in cui questi vivono gli spazi urbani, sui servizi di raccolta differenziata e sulle possibili applicazioni dei materiali riciclati nel mondo del design. “Il design milanese e lombardo – ha dichiarato Sandro Bicocchi, vice presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione – rappresenta un elemento di eccellenza che porta le nostre imprese ad essere riconosciute in tutto il mondo. Un settore sempre più importante, capace di coniugare creatività, innovazione e tecnologia, in una realtà competitiva. Un comparto che deve puntare sullo scambio di esperienze e conoscenze come questo premio, che ci mette a diretto confronto con nuove realtà emergenti a livello internazionale”. "Migliorare l'ambiente di Milano si può - ha dichiarato l'Assessore all'Ambiente del Comune di Milano, Prof. Domenico Zampaglione - anche con semplici gesti quotidiani come quelli indicati dalla vincitrice del concorso Premio Città di Milano 2004 dedicato all'Argentina. La raccolta differenziata dei rifiuti valorizzabili, infatti, parte proprio dal contributo diretto dei cittadini nella divisione della carta dalla plastica, dalle lattine e dal vetro, in casa e in ufficio".  
   
   
LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE PER L’INNOVAZIONE VINTA DA UN PROGETTO BIOTECNOLOGICO DELL’UNIVERSITÀ DI UDINE  
 
Torino, 2 Dicembre 2004 - Il vincitore dell’edizione 2004 del Premio Nazionale per l’Innovazione è stato Tor (Tissue and Organ Replacements). Si tratta di una società di sviluppo biomedico nata presso l’Università di Udine il cui scopo è quello di progettare, brevettare e commercializzare nuove tecnologie che permettano di risolvere il problema della carenza di organi per i trapianti con la produzione su base industriale di tessuti autologhi (prodotti dall’organismo del paziente stesso) grazie a una piccola biopsia di midollo o da un prelievo di sangue periferico. La tecnica è già stata sperimentata in produzioni artigianali, è estremamente costosa e non priva di rischi. Tor consentirà di passare a una produzione industriale automatizzata e certificata di alto livello tecnologico e di massa utilizzando apparecchiature automatiche (bioreattori) controllate da sistemi computerizzati. Alla società la giuria ha assegnato il primo premio di 60 mila euro. Il secondo premio è stato vinto da Era Endoscopy, società nata presso La Scuola Superiore Sant’anna di Pisa che ha presentato in concorso il progetto di un dispositivo endoscopico innovativo per la colonoscopia. Questo dispositivo, denominato E2, assicura le stesse funzionalità degli endoscopi tradizionali, migliorandone le prestazioni in termini di comfort per il paziente, facilità di utilizzo per il medico e costo di impiego muovendosi come un bruco (locomozione inchworm). Grazie all’impiego di un joystick, l’endoscopista può agevolmente muovere il dispositivo senza dover utilizzare le complicate manovre necessarie per l’impiego di un normale colonscopio. Il terzo premio è andato a Ampli-chip, impresa del Politecnico di Torino, che ha presentato il progetto di un sistema automatizzato per l’analisi del Dna a partire da campioni biologici in grado di effettuare in 30 minuti un esame che oggi richiede diverse settimane di laboratorio per essere effettuato, cruciale per l’individuazione tempestiva di malattie infettive, malattie genetiche, riconoscimento di materiale transgenico ma anche in ambito legale e giudiziario. La premiazione è avvenuta ieri presso l’Aula Magna del Politecnico di Torino con una cerimonia coordinata dal giornalista televisivo Piero Angela. Il primo premio è stato assegnato da Flavio Brugnoli, Coordinatore delle Attività Istituzionali per la Compagnia di San Paolo; il secondo premio da Giampiero Leo, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte; il terzo da Gian Carlo Michellone, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Centro Ricerche Fiat. Il Social Innovation Award è stato assegnato da Luca Mortara, partner fondatore di Innosense Partnership. All’università di Udine la Coppa dei Giovani Imprenditori di Confindustria, consegnata da Anna Maria Artoni, per il secondo anno madrina della manifestazione. Il Social Innovation Award di 25 mila euro è andato al progetto Aida del Politecnico di Milano, che consiste in un sistema prevalentemente software che permette a disabili motori, anche gravi, di gestire il mouse ed eseguire comandi senza utilizzare mani, voce o sensori. Come ha spiegato Luca Mortara, assegnando il premio, “Quando un’idea di impresa nasce dalla conoscenza profonda di un bisogno che il mercato non ha soddisfatto e da un’innovazione tecnologica vera che ha prodotto risultati sperimentali incoraggianti, bisogna sempre trattare questa idea di impresa con particolare riguardo e attenzione. Quello che manca ai fondatori di Aida è solo un'esperienza manageriale, di marketing e finanziaria necessaria per portare la loro idea al mercato perché ci sembra che tutti gli altri fattori critici di successo ci siano già: la conoscenza del bisogno e del mercato, la capacità di generare un'innovazione tecnologica vincente ma soprattutto la motivazione, la voglia di affrontare e vincere una sfida imprenditoriale che comunque non sarà facile”. Al Premio Nazionale hanno concorso i 30 progetti finalisti delle Start Cup locali di 10 atenei italiani (Politecnico di Torino, Università degli Studi di Bologna, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Udine, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi di Napoli Federico Ii, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Torino, Scuola Superiore Sant'anna di Pisa). Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca, presente alla cerimonia, ha dichiarato che “L’iniziativa del Premio Nazionale non è solo meritoria ma necessaria, perché si basa sulla collaborazione di due mondi essenziali per lo sviluppo, quello del sapere, rappresentato dalla ricerca universitaria, e quello delle imprese. Una collaborazione di cui non si può fare a meno perché l’innovazione ha valore solo se e quando viene trasferita nel mercato: forse non anima le piazze, non riempie i salotti televisivi ma è un elemento sempre più essenziale per la competitività e la sopravvivenza stessa del paese”. Il valore e l’importanza della “coppa dei campioni delle idee innovative”, nata con lo scopo di far diventare l'Università Italiana, come già accade negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, la culla ideale della nascita d'imprese ad elevato tasso d'innovazione e ad alto contenuto tecnologico, sono stati messi in evidenza dallo stesso Presidente del Pni, il professor Vincenzo Pozzolo, che ha ribadito: “L’innovazione è il nuovo Rinascimento Italiano; la nostra iniziativa, nelle sue pur limitate proporzioni, è una chiara conferma delle enormi potenzialità che il mondo accademico può mettere a disposizione delle imprese per un rilancio dell’economia e renderla sempre più competitiva sui mercati mondiali”. Dal canto suo Anna Maria Artoni, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, ha ribadito che "Oggi impresa ed Università non possono fare a meno l'una dell'altra. Il Premio Nazionale per l'Innovazione è un'iniziativa di alto valore strategico e tutti e 30 i progetti finalisti sono di altissima qualità, a conferma degli ottimi risultati che si possono ottenere con la sinergia tra il mondo del sapere, le imprese e il mondo della finanza". Piero Angela, ospite d'onore alla cerimonia di premiazione, ha detto fra l'altro: "Il nostro Paese non può pensare di competere sui mercati mondiali con i bassi salari, ma deve puntare alla qualità. Il Premio Nazionale per l'Innovazione dimostra la grande potenzialità creativa e inventiva ad alto contenuto tecnologico che il mondo accademico può esprimere e che, proprio grazie all'innovazione, può trasformarsi in impresa. E' un'idea che merita di essere sviluppata perchè offre concrete opportunità di successi economici a livello internazionale." La giuria che ha scelto i vincitori era composta da Anna Maria Artoni, Presidente del Gruppo Giovani Industriali di Confindustria e Vicepresidente di Confindustria; Elserino Piol, Presidente di Pino Venture Partner; Anna Gervasoni, Direttore Generale Aifi; Bruno Iaccarino, consulente San Paolo Imi; Andrea Granelli, Consulente Telecom Italia; Andrea Pininfarina, Amministratore Delegato Pininfarina S.p.a., oltre che dai docenti che hanno seguito il Pni per conto dei dieci Atenei in gara: i professori Gianni Guerra del Politecnico di Torino, Giuseppe Serazzi del Politecnico di Milano, Gianni Lorenzoni dell’Università di Bologna, Giuseppe Tondello dell’Università di Padova, Andrea Tracogna dell’Università di Trieste, Silvio Aime dell’Università di Torino, Mario Raffa dell’Università Federico Ii di Napoli, Loris Nadotti dell’Università di Perugia, Paolo Ancellotti della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa e Cristiana Compagno dell’Università di Udine. Il Premio Nazionale per l’Innovazione - l’edizione di quest’anno è organizzata dall’incubatore universitario I3p del Politecnico di Torino con la sponsorizzazione di Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte e Fiat Spa - è un’iniziativa nata nel 2003 da un primo nucleo di cinque atenei, con l’ausilio dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Quest’anno la Coppa dei campioni delle idee innovative si avvale del patrocinio della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), di Aifi (Associazione Italiana degli Investitori Istituzionali in Capitale di Rischio), del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e del Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie. Il Pni 2004 si avvale, inoltre del sostegno del Progetto Iunet del Ministero delle Attività Produttive e del progetto Diadi della Regione Piemonte. Sponsor dell’iniziativa sono anche Cs Domotica e le società di Venture Capital specializzate in start up tecnologici Quantica Sgr (partecipata dal Cnr), Innosense, che mette in palio il premio per il progetto di maggiore rilevanza sociale e la finanziaria Piemontech, che opera per supportare la creazione di nuove imprese sul territorio piemontese.  
   
   
IL TURISMO E L’INDUSTRIA ALBERGHIERA NELLA LOGICA DEL MADE IN ITALY  
 
Firenze, 2 dicembre 2004 - I nuovi mercati e la voglia di un rilancio. Dopo una stagione ancora deludente per il settore alberghiero gli operatori dell’Unai guardano avanti. Di questo e degli interventi per un rilancio della competitività delle aziende si parlerà all’Assemblea Unai il prossimo 3 dicembre nella cornice del Teatro della Pergola a Firenze. Sono previsti tra gli altri, gli interventi del Vice Ministro alle attività Produttive, On. Adolfo Urso, del Presidente dell’Enit Amedeo Ottaviano, Roberto Caravaggi –Vice Presidente Rai Way e Marino Vago - Vice Presidente Confindustria.  
   
   
RISULTATI BRILLANTI PER LA VIS NEL BILANCIO 2003/04  
 
 Trento, 2 dicembre 2004 - Sono stati presentati nei giorni scorsi all’assemblea dei soci i risultati economici della Cantina La Vis e Valle di Cembra ad un anno dalla nascita della nuova realtà Trentina, definita per peso politico e dimensioni “terzo polo della vitivinicoltura trentina”. L’annata 2003/2004 ha registrato un nuovo record nei risultati con incrementi significativi in termini di fatturato (+8 %) ma anche di liquidazioni ai soci (per 18 mln. Di euro). Il fatturato aziendale si attesta attorno ai 35 mln. Di euro per un risultato complessivo del gruppo di circa 44 mln. Di euro. La soddisfazione nella base sociale è più che evidente perché oltre ai risultati conseguiti, vengono inoltre finanziati significativi investimenti tecnologici e viticoli presso la propria sede di Lavis, la cantina di Cembra – celebre per i suoi vini di montagna – ma anche a Poggio Morino nella Maremma toscana dove si va completando la bonifica dell’azienda di ca. 80 ha., oltre che Maso Franch (struttura destinata ad agriturismo/ foresteria con annesso vigneto sperimentale) sempre alle porte della Valle di Cembra. Anche Cesarini Sforza – azienda Spumantistica trentina compartecipata di La Vis e F.lli Rinaldi Importatori - ha fatto segnare risultati di crescita lusinghieri in un periodo non particolarmente felice per le bollicine. Il Direttore Generale, Fausto Peratoner nel rimarcare i risultati estremamente positivi raggiunti, ha sottolineato la necessità di uno sviluppo commerciale ulteriore, con uno sforzo diretto ad acquisire nuove quote di mercato, e consolidare la posizione conquistata (grazie all’attività dei soci viticolturi) di produttore credibile di qualità. Il Presidente Roberto Giacomoni ha presentato inoltre il documento “Storie di Responsabilità Sociale”; un documento fortemente voluto che permette una lettura trasversale dei risultati raggiunti e che evidenzia il forte legame che l’azienda lavisana (con 1300 soci e 1350 ha. A vigneto) ha con il suo territorio e la sua gente nel pieno rispetto dei valori cooperativi che contraddistinguono il suo operato anche nell’era dei mercati globali. Palpabile la soddisfazione negli intervenuti anche per i brillanti risultati enologici raggiunti nell’anno e sottolineati dalle principali guide del settore.  
   
   
CONSEGNATO IL “CERTIFICATO DI AEROPORTO” ALLA SACBO PER L’AEROPORTO DI BERGAMO - UNDICESIMO AEROPORTO CERTIFICATO DALL’ENAC  
 
 Roma, 2 dicembre 2004 - Dopo Adr per Roma Fiumicino, la Sea per Milano Malpensa e Milano Linate, la Save per Venezia, la Sab per Bologna, la Gesap per Palermo, la Sac per Catania, la Gesac per Napoli, la Geasar per Olbia e la Seap per Bari, la Sacbo è la decima società di gestione a ricevere il “Certificato di Aeroporto” per l’aeroporto di Bergamo, secondo il “Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti” adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’Enac nell’ottobre del 2003. La cerimonia si è svolta ieri, presso la sede centrale dell’Enac, alla presenza del Direttore Generale per la Navigazione Aerea del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dott. Gerardo Pelosi. Il Presidente ed il Direttore Generale dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, On. Prof. Vito Riggio e Com.te Silvano Manera, hanno consegnato il certificato di aeroporto nelle mani del Presidente della Sacbo, Dott. Ilario Testa. Il programma di certificazione dell’Enac prevede che entro il 2005 dovranno essere certificati tutti gli aeroporti nazionali, dando priorità a quelli maggiori, attraverso cui transita oltre il 90% del traffico passeggeri in Italia. Si tratta di un passo molto importante per la sicurezza aeroportuale dato che tale regolamento introduce per la prima volta la certificazione del gestore aeroportuale, relativamente alla gestione in sicurezza di infrastrutture, impianti ed operazioni aeroportuali. La certificazione è su base triennale e prevede un continuo presidio da parte della società di gestione sui processi operativi che impattano sulla sicurezza, a garanzia di un costante circuito di controllo sulla sicurezza stessa, sulla qualità dei servizi agli utenti e su tutti i processi che precedono e seguono il volo.  
   
   
PROLOGIS INAUGURA IL NUOVO MAGAZZINO NELL’INTERPORTO DI BOLOGNA OLTRE 49.000 MQ PER IL NUOVO CENTRO MULTIMODALE E LOGISTICO UTILIZZATO DA MERLONI ELETTRODOMESTICI  
 
Bologna, 2 Dicembre 2004 – Prologis, fornitore mondiale leader di impianti e servizi per la logistica, è lieta di annunciare la prossima inaugurazione del magazzino Magazzino 9.3 per la logistica di 49,090 metri quadrati sito all’interno dell’Interporto di Bologna, centro multimodale e logistico che offre più di 300,000 metri quadrati di magazzini La Cerimonia di Inaugurazione si terrà presso il Magazzino 9.3, in presenza di Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna, Alessandro Ricci, Presidente dell’Interporto di Bologna, Gianluigi Seri, Direttore della Logistica di Merloni Elettrodomestici e Ranald Hahn, Managing Director per il Sud Europa di Prologis . “É per noi un grandissimo onore inaugurare insieme a Merloni Elettrodomestici questa struttura all’interno dell’Interporto di Bologna, che segna per noi sia la nostra prima operazione con Merloni Elettrodomestici, sia il nostro primo passo sull’importantissimo mercato di Bologna dichiarato Alexandra Lopes, Responsabile per Prologis Italy. Prologis ha acquistato l’impianto da Vailog s.R.l., un importante sviluppatore immobiliare, mentre la costruzione e’ stata eseguita dalla società Engineering 2k S.p.a., che ha agito da general contractor. L’interporto di Bologna è ubicato a nord della città, distante circa 4 km. Dall’autostrada A13 che collega Bologna a Padova. In aggiunta a questa posizione autostradale di prim’ordine, l’impianto Prologis include un raccordo ferroviario, importante opzione di trasporto alternativa.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE DICHIARA COMPATIBILE L'AIUTO LEGATO AI COSTI ARENATI NEL SETTORE ENERGETICO IN ITALIA  
 
Bruxelles, 2 dicembre 2004 - La Commissione europea ha deciso che le sovvenzioni concesse al settore energetico dalle autorità italiane per coprire i costi arenati (stranded costs) connessi col processo di liberalizzazione sono compatibili con le norme previste dal trattato Ce in materia di aiuti di Stato. Tali norme prevedono che gli aiuti di Stato non debbano distorcere o minacciare di distorcere la concorrenza in misura contraria all'interesse comune. I costi arenati sono quelli sostenuti dalle aziende prima della liberalizzazione del settore elettrico e che gli effetti della liberalizzazione rendono impossibile o molto difficile recuperare. La decisione concerne in particolare le sovvenzioni concesse per coprire i costi arenati riguardanti due aspetti: i costi relativi ad impianti di produzione costruiti prima del 1997 e i costi connessi con un contratto "take-or-pay" firmato dall'Enel nel 1992, per quanto riguarda gas nigeriano utilizzato per produrre elettricità. Le sovvenzioni relative agli impianti di produzione contempleranno soltanto il periodo 2000-2003, dopo il quale gli impianti non avranno più il diritto di ricevere compensazione per i costi arenati. Il totale del compenso non supererà gli 850 milioni di Eur, che saranno concessi all'Enel e alle aziende che ne hanno ereditato le attività arenate (stranded assets). Le sovvenzioni relative ai costi legati al contratto per il gas "take-or-pay" intendono compensare i costi sostenuti dall'Enel a causa dell'impossibilità di utilizzare tale gas in Italia come inizialmente previsto. Riguarderanno i costi legati al trasferimento fuori Italia della gestione del gas fino al 2009. La compensazione non supererà i 1.465 milioni di Eur. Tuttavia, le sovvenzioni compenseranno soltanto il gas utilizzato per produrre elettricità. Negli ultimi anni la Commissione ha approvato numerosi casi simili riguardanti aiuti per coprire i costi arenati nel settore energetico, in Austria, Belgio, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito. Altri casi sono attualmente all'esame della Commissione.  
   
   
STATE AIDS: COMMISSION OPENS FORMAL INVESTIGATION INTO UK NUCLEAR DECOMMISSIONING AUTHORITY  
 
Brussels, 2St December 2004 - The European Commission has opened a formal investigation to check whether the establishment of the Nuclear Decommissioning Authority (Nda) by the United Kingdom complies with the Ec Treaty rules requiring that state aids should not distort or threaten to distort competition. The Nda is due to be established as of 1st April 2005 as a non-departmental public body in charge of managing most of the nuclear liabilities of the public sector in the country. Assets belonging to British Nuclear Fuels Limited (Bnfl) will be transferred to the Nda who will take on financial responsibility for the attached liabilities. Nda will also take financial responsibility for liabilities at the Uk’s Atomic Energy Authority (Aea) sites. The Nda will be responsible for managing the decommissioning of these assets. In this process, Bnfl will be split in two parts. The first part, which comprises such assets as the Sellafield Mox Plant or the Magnox nuclear stations, will be transferred to the Nda. The second one, which comprises in particular Bnfl’s subsidiary Westinghouse, will continue normal commercial operations in a smaller, possibly renamed company. The transfer of the first part to the Nda will be done at no cost to Bnfl, that will continue normal commercial operations, although this transfer will relieve it from nuclear liabilities that it should normally have met under the “polluter pays” principle. The Commission considers at that stage of its analysis that this advantage provided by the Uk Government is likely to be State aid within the meaning of Article 87(1) of the Ec Treaty. State aid is in principle forbidden by the Ec Treaty, but it can be authorised by the Commission provided it can be clearly proved that the negative impact of the aid on trading conditions is outweighed by its positive contribution to the fulfilment of other Community objectives. In view of the complexity and the novelty of the case, as well as the importance of the sums involved, the Commission decided that an in-depth enquiry would be necessary in order to analyse the balance of the positive and negative aspects of the aid. This in-depth enquiry will allow the Commission to judge, in particular, whether the contribution of the setting up of the Nda to the achievement of the Euratom Treaty’s objectives outweighs the impact of the aid on the internal market. The process of enquiry requires the details of the project to be published in the Official Journal, allowing interested third parties to provide the Commission with their comments on the project. The Commission will also hear the detailed views of the United Kingdom authorities on the impact of the aid on competition, before it comes to a final decision. Until the Commission reaches this final decision, the United Kingdom authorities will put in place a transitory regime during which the Nda will be able to initiate its operations. This regime will not provide State aid to Bnfl. The launching of the in-depth enquiry does not prejudge in any way the Commission’s final decision.  
   
   
VIA LIBERA DEL CONSIGLIO EUROPEO AL PIANO D'AZIONE PER LA BIOMASSA  
 
Bruxelles, 2 dicembre 2004 - Il 29 novembre, il Consiglio Trasporti, telecomunicazioni ed energia ha approvato l'intenzione della Commissione di definire un piano d'azione europeo per la biomassa, sottolineando che dovrebbe occuparsi della ricerca. I ministri hanno chiesto che il piano si basi su dati scientifici ed esperienze commerciali, e che includa un'analisi del potenziale della biomassa in tre aree: elettricità, riscaldamento e condizionamento d'aria; trasporti. Il piano d'azione dovrebbe inoltre prevedere la R&s (Ricerca e sviluppo), ribadiscono le conclusioni del Consiglio. Le discussioni sull'energia rinnovabile in generale avevano portato a un accordo sulla necessità di una maggiore cooperazione per fare in modo che le fonti con alto potenziale di sviluppo ed economico potessero contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi dell'Ue nel settore dell'energia rinnovabile: 'C'è bisogno di una maggiore cooperazione e pianificazione tra gli operatori delle reti europee, le autorità competenti e, ove opportuno, la Commissione europea, in particolare per i problemi d'integrazione delle reti elettriche, per sforzi comuni di R&s tesi a ridurre ulteriormente i costi di sostegno delle tecnologie, e per migliorare lo scambio d'informazioni sulle conseguenze ambientali di tali tecnologie'. I ministri hanno sottolineato che lo sviluppo dell'energia rinnovabile dovrebbe ricevere 'adeguata priorità nel finanziamento comunitario', e hanno indicato il Settimo programma quadro (7Pq), il Fondo europeo di sviluppo regionale, i Fondi di coesione e l'imminente programma Europa-energia intelligente come possibili fonti di tale finanziamento. Il sostegno finanziario non dovrebbe però limitarsi alla ricerca; le conclusioni del Consiglio chiedono anche che venga prestata la 'necessaria attenzione' alla 'necessità di colmare il divario tra le fasi di dimostrazione e di commercializzazione delle tecnologie rinnovabili'. Per il testo delle conclusioni del Consiglio: http://www.Eu2004.nl/default.asp?cms_tcp=tcpasset&id=a008ed1212c84fbaa7959e5948330f5bx1x74623x84  
   
   
ENERGIT FIRMA UN’INTESA CON L’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI CAGLIARI LA SOCIETÀ FONDATA DA LUIGI FILIPPINI FORNIRÀ SERVIZI DI ENERGIA E TELECOMUNICAZIONI AGLI OLTRE 4500 ISCRITTI  
 
Cagliari, 2 dicembre 2004 - Energit, la multiutility attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Internet, ha firmato una convenzione con l’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, destinata agli iscritti all’associazione per la fornitura di energia elettrica, Internet e telefonia a condizioni particolarmente vantaggiose, normalmente riservate esclusivamente alle grandi organizzazioni e imprese. Grazie all’intesa gli Ingegneri iscritti all’Albo godranno di un pacchetto dedicato, composto da: Energia Elettrica, con una riduzione del 5% sui prezzi del mercato vincolato; Energitvoce, il servizio di telefonia fissa; Connessione Internet Adsl a banda larga; Dominioplus, la presenza su Internet facile ed economica. Gli iscritti all’Albo usufruiranno di uno sconto incondizionato annuo pari a 12 ore di traffico telefonico, nonché dell’attivazione gratuita per un anno del Dominioplus. Con l’attivazione di tali servizi ogni associato beneficerà inoltre di un risparmio assicurato, di opzioni tariffarie semplici e chiare, del monitoraggio on line e in tempo reale del traffico e dei consumi, di fatture chiare e trasparenti disponibili anche via Internet, di qualità e sicurezza garantite dall'esperienza di una società radicata nel territorio. Gli interessati possono abbonarsi ai servizi Energit direttamente on line attraverso il sito www.Energit.it, chiamando il numero telefonico gratuito 800.1922.22 oppure presso la sede dell’Associazione. "Con l'apertura del mercato elettrico del 1 luglio 2004 ai clienti “non domestici” tutti i possessori di partita Iva, cioè aziende e liberi professionisti, possono scegliere liberamente il proprio fornitore di energia elettrica. Con tale accordo vogliamo quindi rispondere alle esigenze di quelle categorie professionali che, come nel caso degli ingegneri, necessitano di una fornitura affidabile e vantaggiosa dal punto di vista economico, oltre che di un servizio di continua assistenza e consulenza", ha dichiarato Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit.  
   
   
OGGI A MILANO PRESENTAZIONE DELLA RICERCA: ”QUALE FUTURO PER LE DIREZIONI DEL PERSONALE NELLO SCENARIO DELLE AZIENDE DI PUBLIC UTILITY E SERVIZI LOCALI?”  
 
Milano, 2 dicembre 2004 - Giovanni Guida, Facoltà di Ingegneria di Brescia, Enrico Poliero, Acsm di Como, Bruno Soresina, Atm Milano, Tomaso Tommasi di Vignano, Hera, Bologna, domani 2 dicembre presso la sala Fast, in via Morandi 2 ore 14.30 si confronteranno sui risultati di una ricerca sul ruolo del direttore del personale nelle aziende di pubblico servizio. L’indagine è stata condotta tra marzo e luglio del 2004 ed ha coinvolto una trentina di presidenti, amministratori delegati e direttori generali. Le aziende rappresentate sono in prevalenza multi servizio, alcune quotate alla Borsa di Milano, di dimensione variabile da un minimo di 60 dipendenti fino ad un massimo di oltre 8 mila. Il numero di clienti o di cittadini che utilizzano i servizi di queste aziende sono un milione e 500 mila nell¹elettricità, 2 milioni e mezzo nel gas, 2 milioni per l¹acqua, 6 milione nell¹ambiente e 850 milioni nei trasporti. Secondo gli intervistati il responsabile delle risorse umane sarà un anticipatore dei problemi, che valuta la disponibilità delle competenze in eccesso, mancanti, inutilizzate e inespresse, giudica il clima e l¹umore di gruppo e dei singoli, misura le aspettative e genera soluzioni che guardino in avanti, personalizzate quando serve, senza ambiti troppo ristretti. Come coach mette a disposizione dei colleghi della linea la propria conoscenza ed esperienza, favorendo il confronto e stimolando soluzioni. Rispetto al vertice svolge un ruolo di mentore, capace di leggere le situazioni, di valutare i pro e i contro, di suggerire organizzazioni adeguate, di assumersi responsabilità nel valutare e nel prendere decisioni su una materia si basa molto su rapporti di fedeltà e di emotività. Il profilo che ne esce delinea una persona sempre in simbiosi con il vertice, perché deve rappresentare il punto di efficienza dell¹intero sistema, ha competenze di strategia, domina la comunicazione interna ed esterna, è un manager imprenditore come tutti gli altri, che sa giocare d¹anticipo ed ha fiuto. E¹ un partner con cui si può parlare di tutto, che aiuta il vertice nella valutazione delle risorse al di là dei risultati e dell¹apparenza. Nell¹ottica del modello previsto di governance, favorisce la piena interpretazione del ruolo dell¹azionista e del management, momento fragile, che richiede capacità di relazione e sensibilità. Dovrebbe saper rompere gli schemi rispetto al passato, elaborando soluzioni e procedimenti virtuosi, aiutare a fare squadra, comunicare e spiegare, puntare allo sviluppo aziendale, saper alzare l¹asticella degli obiettivi e trascinarsi dietro tutti. È una persona trasparente che condivide il principio che la verità, nel bene e nel male, va conosciuta e non nascosta. Informazioni e iscrizioni Segreteria Prem1er 030 2219511
Abstract Della Ricerca
I risultati dell’indagine condotta da Prem1er ed Everest tra marzo e luglio del 2004, che ha coinvolto una trentina di presidenti, amministratori delegati e direttori generali, sono stati presentati in un convegno presso la Fast a Milano. Le aziende rappresentate sono in prevalenza multi servizio, alcune quotate alla Borsa di Milano, di dimensione variabile da un minimo di 60 dipendenti fino ad un massimo di oltre 8 mila. Il numero di clienti o di cittadini che utilizzano i servizi di queste aziende sono un milione e 500 mila nell’elettricità, 2 milioni e mezzo nel gas, 2 milioni per l’acqua, 6 milione nell’ambiente e 850 milioni nei trasporti. 1. Lo scenario dei prossimi anni La concorrenza avverrà con grandi aziende nazionali e altre aziende locali, soltanto in misura modesta con aziende internazionali estere. Queste ultime sono presenti soprattutto per le gare di concessione e nel segmento di mercato dei grandi clienti liberi dell’energia. La strategia di crescita si persegue prevalentemente sul territorio di partenza tramite alleanze con altre aziende locali limitrofe per arrivare alla massa critica. Le concentrazioni potrebbero penalizzare il cittadino, allontanando dal territorio i centri di decisione e peggiorando il servizio (più per acqua e ambiente che per gas ed elettricità) e la strada delle fusioni è più facile con aziende private e assai più contorta con aziende ex municipalizzate. La legislazione non sembra favorire la situazione, sembra fatta apposta per favorire gli avvocati. Antitrust e Autorithy di fatto tutelano di più le aziende grandi e il sistema regolatorio non si adegua alle nuove tecnologie e non avvia sistemi di ricompensa legati alla qualità del servizio 2. Le criticità Possibili riduzioni dei margini e la necessità di investimenti tecnologici andranno ad appesantire i flussi di cassa, creando qualche tensione di tipo finanziario. Il settore energetico vivrà ancora con buone disponibilità e godrà della possibilità di realizzare importanti economie di scala. I settori ambiente e, soprattutto, trasporti saranno sempre in tensione. Le aggregazioni territoriali presentano difficoltà per i lunghi tempi di decisione e per la scarsità di regole interne e di organizzazione adatte ad una rapida integrazione e governabilità dei nuovi soggetti imprenditoriali. La privatizzazione richiede il disegno di nuove relazioni con gli azionisti e una profonda variazione dei rapporti di controllo che gli attuali azionisti non sono sempre disposti ad accettare. L’efficacia della gestione dipenderà dal livello di flessibilità organizzativa raggiunto. Le tecnologie, informatica e di telecomunicazione, introdurranno discontinuità che vanno pilotate per evitare eccessi di conflittualità, servono professional capaci di gestire team esterni e professional in grado di intuire e proporre possibili applicazioni per uno sviluppo ulteriore dell’informatizzazione. Il linguaggio cambia e richiede un costante e profondo allineamento tra vertice e base, chi non capisce è out. Aggregazioni e nuove dimensioni suggeriscono unicità di centri di comando e di decisione di processi comuni e una visione complessiva omogenea nei confronti di tutti gli stakeholders, le deleghe date devono promuovere la responsabilizzazione delle linee di comando, con enfasi sui processi e sui process owner. Ciò che preoccupa è il rapporto qualità del lavoro / costo del lavoro. 3. Attività attuali Il tempo delle attività svolte attualmente all’interno delle direzioni del personale è riportato nella prima colonna della tabella 1, mentre la seconda colonna indica l’importanza delle stesse voci in una scala da 0 (minimo) a 3 (massimo). 4. Cambiamento Le attività delle direzioni del personale aumenteranno in modo significativo nella formazione, comunicazione, impostazione di sistemi premianti e di valutazione della performance, sviluppo delle competenze. Cresceranno gli impegni per esaminare e migliorare i processi, allineare i comportamenti in maniera diffusa all’interno dell’azienda, disegnare modelli organizzativi flessibili, selezionare le persone con grande attenzione non soltanto al curriculum professionale ma alla loro capacità di adeguamento, all’intuizione, alla creatività, al potenziale in generale e alle competenze inespresse. La direzione del personale dovrà essere capace di assumersi e gestire dei rischi propri, in chiave imprenditoriale e non soltanto professionale. L’impegno dell’area sindacale, l’attenzione al dimensionamento organici e la gestione operativa saranno stabili, ma la qualità degli interventi cambia per coinvolgere in maniera esemplare e completa tutti gli stakeholders nella condivisione della strategia e della sua realizzazione. In diminuzione si prevede l’area amministrativa e dei servizi generali, ed appare chiara la volontà di concentrarsi sui temi del personale lasciando ad altri le attuali responsabilità diverse non propriamente collegate al ruolo.
amministrazione del personale    25,4%       1,81
relazioni sindacali                        13,6%       2,25
gestione operativa                       11,6%       1,81
organizzazione                             10,3%       2,13
modelli di sviluppo                        8,9%      2,13
gestione della funzione                   6,8%      1,56
formazione                                     6,7%       2,25 
selezione                                        6,2%       1,81
comunicazione interna                   4,0%        1,63
servizi generali                                2,3%       0,63 
altre                                                4,2%
Traspare chiaro il futuro ruolo strategico di una direzione del personale abile ad orientare la gestione al business, snella, capace di immaginare percorsi evolutivi. Non potrà restare chiusa nell’angusto guscio locale, ma guarderà all’evolversi dei valori sociali e dei modelli elaborati nel mondo, individuando le best practice e le tendenze, disegnando un modello di gestione ottimale, misurando la situazione interna, colmando i gap. Governa gli equilibri interni della valutazione delle performance, crea situazioni che aiutino le risorse ad esprimersi al meglio, facilitino la diffusione delle conoscenze e la crescita e lo sviluppo di varie comunità di lavoro per fronteggiare l’instabilità di modelli competitivi e l’aumento del livello di conoscenza da condividere. Gestisce il passaggio con le organizzazioni sindacali da azienda pubblica ad azienda privata. Bisogna costruire un sistema nuovo di relazioni industriali, modificando qualche regola che nel passato era utile soltanto per equilibrare e gestire il potere. Deve diventa una direzione veramente propulsiva oppure è destinata a morire. 5. La gestione del cambiamento Il cambiamento avverrà con una maggiore applicazione di modelli di gestione per programmi, con attività che privilegiano l’interdisciplinarietà e la condivisione di informazioni e di conoscenza, operando in team che evidenziano le professionalità e attribuiscono responsabilità, misurabili e misurate, basate sulla competenza, il tutto a scapito della gerarchia. Lo stile di leadership si andrà adeguando alla visione strategica dell’impresa secondo un modello ricorsivo e invasivo, che esalta l’imprenditorialità singola e di gruppo, rispettando il giusto livello di attenzione alla gestione dei rischi. 6. Ruolo futuro Il responsabile sarà un anticipatore dei problemi, che valuta la disponibilità delle competenze in eccesso, mancanti, inutilizzate e inespresse, giudica il clima e l’umore di gruppo e dei singoli, misura le aspettative e genera soluzioni che guardino in avanti, personalizzate quando serve, senza ambiti troppo ristretti. Come coach mette a disposizione dei colleghi della linea la propria conoscenza ed esperienza, favorendo il confronto e stimolando soluzioni. Rispetto al vertice svolge un ruolo di mentore, capace di leggere le situazioni, di valutare i pro e i contro, di suggerire organizzazioni adeguate, di assumersi responsabilità nel valutare e nel prendere decisioni su una materia si basa molto su rapporti di fedeltà e di emotività. Il profilo che ne esce non delinea una persona valida per tutte le stagioni, ma variabile in funzione delle priorità e dell’enfasi data ad una componente piuttosto che ad un’altra del ruolo disegnato. È sempre in simbiosi con il vertice, perché deve rappresentare il punto di efficienza dell’intero sistema, ha competenze di strategia, domina la comunicazione interna ed esterna, è un manager imprenditore come tutti gli altri, che sa giocare d’anticipo ed ha fiuto. E’ un partner con cui si può parlare di tutto, che aiuta il vertice nella valutazione delle risorse al di là dei risultati e dell’apparenza. Nell’ottica del modello previsto di governance, favorisce la piena interpretazione del ruolo dell’azionista e del management, momento fragile, che richiede capacità di relazione e sensibilità. Dovrebbe saper rompere gli schemi rispetto al passato, elaborando soluzioni e procedimenti virtuosi, aiutare a fare squadra, comunicare e spiegare, puntare allo sviluppo aziendale, saper alzare l’asticella degli obiettivi e trascinarsi dietro tutti. È una persona trasparente che condivide il principio che la verità, nel bene e nel male, va conosciuta e non nascosta.
 
   
   
LE TIC (TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLE COMUNICAZIONI) POSSONO AVERE UN IMPATTO AMBIENTALE POSITIVO O NEGATIVO, CONCLUDE UNO STUDIO  
 
Bruxelles, 2 dicembre 2004 - Secondo una nuova ricerca, l'impatto potenziale delle Tic sulla sostenibilità ambientale può essere positivo o negativo, a seconda di come sono state pensate le politiche di sostegno. Lo studio, 'The future impact of Icts on environmental sustainability', era stato commissionato dall'Institute for Prospective Technological Studies del Ccr (Centro comune di ricerca) della Commissione per valutare, sulla base di vari indicatori fondamentali (tra cui volume di trasporto in rapporto al Pil, consumo energetico e quota delle energie rinnovabili, gestione dei rifiuti urbani), la possibile influenza delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni sui risultati ambientali da adesso fino al 2020. In linea generale, il rapporto conclude che: 'Le Tic potrebbero migliorare la situazione, rafforzando gli effetti positivi sull'ambiente, o peggiorarla. Bisogna quindi che le politiche ambientali siano pensate in modo da garantire un contributo benefico ai risultati ambientali delle applicazioni Tic, eliminando al tempo stesso i contraccolpi'. Secondo gli autori, si possono avere 'contraccolpi' negativi quando gl'incrementi di efficienza stimolano un'ulteriore domanda in misura tale da controbilanciare o superare gl'iniziali guadagni ambientali positivi. Un esempio perfetto di tale fenomeno è offerto dal settore trasporti, afferma il rapporto, che aggiunge: 'Se non verranno adottate misure per limitarne la crescita, la riduzione dei tempi e gli aumenti di capacità della rete ottenuti con sistemi di trasporto intelligente stimoleranno una maggiore domanda di trasporto'. Gli autori suggeriscono che incorporare i costi ambientali esterni, soprattutto aumentando i prezzi dell'energia e dei carburanti, potrebbe far scendere la domanda a un livello in cui il trasporto non sia più legato alla crescita economica. Inoltre, le tecnologie di mobilità virtuale non porteranno a risparmi significativi se non verranno adottate opportune politiche per supportarle. Il rapporto suggerisce di favorire le riunioni virtuali, che considera l'applicazione elettronica più adatta a ridurre l'impatto ambientale del trasporto di passeggeri. In termini di consumo energetico le Tic possono adempiere due ruoli principali: sostenere le misure di risparmio energetico negli edifici e migliorare l'uso razionale dell'energia per il riscaldamento. Per quanto riguarda il risparmio energetico, il rapporto distingue le misure 'dure', che possono essere applicate solo agli edifici di nuova costruzione o completamente rinnovati, e le misure 'morbide', in linea generale applicabili a qualsiasi edificio. 'Anche se è difficile dire fino a che punto le misure 'morbide' consentite dalle Tic (ad esempio i sistemi di riscaldamento intelligenti) possano risultare efficaci e soddisfare gli utilizzatori, vale la pena di soffermarsi su questo punto, visto l'elevato livello di energia consumata', afferma il rapporto. Anche il contributo delle Tic alla gestione dei rifiuti viene distinto in due ruoli differenti: aumento delle apparecchiature elettriche destinate alle discariche, gestione e riciclaggio dei rifiuti urbani solidi. Per quanto concerne il primo punto, il rapporto avverte che tra oggi e il 2020 'se non si studiano misure per limitare la crescita delle Tic scartate, queste contribuiranno sensibilmente ad aumentare il volume di rifiuti solidi urbani non riciclabili'. In tale ottica, gli autori suggeriscono di offrire incentivi ai fabbricanti affinché progettino e vendano prodotti Tic di lunga durata, abbassando così 'il tasso di ricambio'. Per quanto concerne il secondo punto, il rapporto sostiene che le Tic possono offrire sistemi intelligenti di riciclaggio e altri sistemi di recupero, riducendo così la massa di rifiuti da compattare o incenerire. In conclusione, dunque, il rapporto afferma che: 'Se le Tic debbono permettere una riduzione assoluta del consumo energetico, bisogna prevedere politiche che promuovano i loro impatti ambientali positivi, inibendo al tempo stesso quelli negativi'. Per finire, riconoscendo la grande incertezza che esiste in molte delle aree analizzate, gli autori del rapporto sollecitano ulteriori ricerche che consentano una migliore conoscenza del ruolo delle Tic nel soddisfare gli obiettivi di politica ambientale. Per il testo del rapporto: http://www.Jrc.es/home/publications/publication.cfm?pub=1208  
   
   
LA COMMISSIONE AUTORIZZA AIUTI PER LO SMALTIMENTO DI MATERIALE A RISCHIO E PER COMBATTERE GLI EFFETTI DELLA BSE IN ITALIA IN 2001  
 
Bruxelles, 2 dicembre 2004 - La Commissione autorizza aiuti per lo smaltimento di materiale a rischio e per combattere gli effetti della Bse in Italia in 2001 La Commissione europea ha autorizzato retroattivamente l'Italia a concedere un aiuto di Stato pari a 169 milioni di Eur per i costi di distruzione obbligatoria di materiale specifico a rischio (Srm) e per l'ammasso di materiale a basso rischio nonché come aiuto al reddito per i produttori di bovini diretto a contrastare gli effetti della crisi della Bse del 2001 ('malattia della mucca pazza'). L'aiuto di Stato era stato concesso nel 2001 senza l'autorizzazione della Commissione. Le misure approvate rientrano nella legge italiana 49/2001, autorizzata in parte dalla Commissione al momento dell'insorgere della crisi della Bse nel 2001. Le restanti misure di aiuto esaminate ora riguardano il corretto smaltimento dei materiali specifici a rischio, dei materiali ad alto rischio e dei prodotti trasformati/ottenuti/derivati da questi ultimi, l'ammasso pubblico obbligatorio per le proteine animali a basso rischio e la sospensione/differimento dei termini relativi agli adempimenti tributari e ai pagamenti in materia di previdenza sociale per gli allevatori di bovini e il settore a valle (macelli, rivenditori all'ingrosso e al dettaglio di carne). La distruzione del materiale a rischio e l'ammasso pubblico obbligatorio sono diretti a prevenire la Bse assicurando il corretto smaltimento del materiale Srm e della farina di carne e ossa. Le misure finanziate rispettano la normativa comunitaria. L'aiuto, che raggiunge un'intensità massima del 100%, è concesso alle imprese responsabili dello smaltimento/distruzione e ammasso degli scarti di origine animale in Italia. Il vantaggio economico viene tuttavia trasferito integralmente agli allevatori. L'aiuto al reddito a favore dei produttori di bovini, concesso attraverso la sospensione e il differimento dei termini relativi agli adempimenti tributari e ai pagamenti in materia di previdenza sociale, è autorizzato ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 2, lettera b) del trattato, in quanto aiuto destinato ad ovviare ai danni arrecati da calamità naturali o da eventi eccezionali. La Commissione ha accertato l'assenza di compensazione eccessiva sia a livello settoriale che a quello del singolo allevatore, in considerazione delle perdite subite nel 2001. L'aiuto al reddito concesso al settore a valle, previsto dalla decisione, ammonta a circa 103,25 Eur/per azienda, è considerato un aiuto "de minimis" e non rientra quindi nel divieto degli aiuti di Stato contemplato dal trattato Ce. Le autorità italiane hanno fornito assicurazioni che l'aiuto non supera 3000 Eur per beneficiario su un periodo di tre anni, che esso rimane nei limiti della dotazione finanziaria prevista per gli aiuti "de minimis" per l'Italia e che tutte le altre condizioni per questo tipo di aiuto sono rispettate. Il testo della decisione sarà disponibile su Internet sul sito: http://europa.Eu.int/comm/secretariat_general/sgb/state_aids/agriculture_2003.htm  dopo che gli Stati membri avranno comunicato se desiderano la cancellazione di parti della decisione per motivi di riservatezza. La decisione è stata registrata con il numero di aiuto Nn 151/2002 (ex N 113/B/2001).  
   
   
UN POOL DI RICERCATORI EUROPEI STUDIA IL SUOLO, IL MUSCHIO E IL TRIFOGLIO PER SCOPRIRE LA SALUTE DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI PAVIA  
 
Pavia, 2 dicembre 2004 - Verrà presentato il giorno 3 dicembre 2004 alle ore 10.00, all’Almo Collegio Borromeo, in piazza Borromeo a Pavia, il workshop “2004 anno per il suolo”, progetto di valutazione dei composti organici e inorganici nel suolo del pavese. Il progetto promosso dalla Provincia di Pavia, Assessore alla Tutela Ambientale e Politiche Energetiche, Prof. Delio Todeschini, verrà realizzato dal Centro Comune di Ricerca di Ispra sotto la guida del Prof. Roberto Cenci. Per la completezza delle indagini e per la vastità del territorio quella di Pavia è la prima provincia in Italia ad effettuare questo tipo di studi. Lo scopo del progetto è quello di valutare lo stato di salute del suolo monitorando la concentrazione di diossine e metalli pesanti quali rame, cromo, piombo, cadmio, mercurio, arsenico, zinco, platino, palladio e rodio che potrebbero produrre nel tempo danni al territorio. Oltre al terreno verranno effettuati dei prelievi di muschio, importante bioindicatore, per analizzare le ricadute di metalli pesanti (gli stessi analizzati nei suoli). In aggiunta a tale studio si effettuerà un lavoro di ricerca che consentirà di realizzare un esame approfondito di 3 aree agricole presenti sul territorio pavese: una con coltivazioni biologiche non concimata da 25 anni, una concimata in modo tradizionale e una concimata con ammendanti (reflui di depurazione). La ricerca prevede l’utilizzo della Biodiversità e della Bioindicazione, inoltre nei tre tipi di terreno si effettueranno prove di crescita con il trifoglio al fine di ottenere ulteriori informazioni circa la qualità dei suoli presenti nelle tre aree. Si potranno così ottenere importanti risultati che serviranno per una corretta gestione del territorio. Al convegno saranno presenti: il Presidente della Provincia Prof. Silvio Beretta, il Rettore del Collegio Borromeo Don Ernesto Maggi, l’Assessore alla Tutela Ambientale, Prof. Delio Todeschini, l’On. Mario Valducci, Sottosegretario al Ministero Attività Produttive, l’Assessore regionale ai Servizi di Pubblica Utilità Maurizio Bernardo, l’Assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà Sociale Giancarlo Abelli, il Prof. Roberto M. Cenci del Ccr di Ispra, l’Ing. Gustavo Lodigiani, dirigente del settore rifiuti della provincia. Dati tecnici: il progetto è diviso in tre Azioni di Monitoraggio, ciascuna Azione ha un differente grado di “risoluzione”. La prima utilizza una griglia internazionale di campionamento, denominata Lucas, per cui sono stati individuati 7 punti in cui prelevare i campioni di suolo da analizzare. La seconda effettua una “zoomata” nella stessa griglia ed ha indicato 34 punti, altri 120 punti sono stati identificati in 6 aree a valenza industriale (indicati dagli esperti della provincia) dove si effettuerà una indagine ancora più particolareggiata (terza Azione). Nei suoli oltre alla valutazione di metalli pesanti si analizzeranno sostanze organiche, il pH e numerosi parameri chimico-fisici e, si effettueranno anche studi con i batteri per una più completa informazione.  
   
   
IL CERN PREMIA L'ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE PER IL CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELLA GRID COMPUTING IL MINISTRO MORATTI: "UN PROGETTO PER LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE DI CALCOLO APERTO ANCHE ALLA BIOMEDICINA E ALL'OSSERVAZIONE DELLA TERRA"  
 
Roma, 2 dicembre 2004 - Alla presenza del Ministro Letizia Moratti il Direttore generale del Cern, Robert Aymar, ha consegnato all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) un premio per il contributo che l'Ente ha fornito allo sviluppo della rete Grid e per gli sforzi pionieristici volti a stabilire e promuovere la tecnologia legata alla Grid in Italia e in Europa. Il riconoscimento è stato consegnato a Roberto Petronzio, Presidente dell'Infn, nel corso di una cerimonia svoltasi a Roma al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. "Il premio all'Infn ha un alto valore simbolico", ha detto il Ministro Moratti, "perché, partendo dagli eccezionali risultati sin qui raggiunti, intende guardare al futuro e alle prossime tappe che ci attendono nella realizzazione del progetto". "Il progetto Infn Grid", ha aggiunto Letizia Moratti, "annovera oltre venti siti localizzati nelle più importanti università italiane e, sebbene sia in primo luogo focalizzato sullo sviluppo di infrastrutture di calcolo per la fisica, è stato fin dall'inizio aperto anche ad altri campi di ricerca, quali la biomedicina e l'osservazione della Terra, e rappresenta un modello nella collaborazione tra fisici, esperti di software, di computer e industrie italiane". La Grid promette di essere un importantissimo passo in avanti nel campo delle tecnologie informatiche di rete. Essa consentirà infatti a una rete mondiale, composta da decine di migliaia di calcolatori interconnessi, di condividere capacità di calcolo e di memorizzazione dati. Lo scopo ultimo della Grid dunque va ben oltre la semplice comunicazione tra computer, ma mira a trasformare la rete globale di calcolatori in un'unica vasta risorsa computazionale. Si tratta di un passo in avanti molto importante rispetto al Web, il quale consente invece semplicemente di condividere informazioni attraverso Internet. "L'infn è sempre stato all'avanguardia nello sviluppo di tecnologie per il calcolo e ha compreso ben presto la potenzialità della Grid nel campo della fisica delle alte energie", ha sottolineato Robert Aymar, "questa apertura ha dato una spinta alla Grid, grazie alla quale essa non solo si è affermata come soluzione per le necessità di calcolo poste dalla fisica delle alte energie, ma si prepara a divenire una tecnologia molto utile anche in altre discipline". Era il 1999 quando venne lanciato il progetto Infn Grid: una delle prime iniziative europee di rilievo in questo settore. In particolare, il progetto Infn Grid mirava a studiare la possibilità di realizzare un software che permettesse applicazioni della nuova rete alla fisica delle alte energie. Nel 2001 vide la luce il progetto europeo Datagrid (Edg), il più grande nell'ambito del quinto programma quadro dell'Unione Europea per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico. Anche nell'ambito di Datagrid l'Istituto ha giocato un ruolo di primo piano. L'infn ha partecipato inoltre al progetto Datatag, il quale ha spostato in avanti i limiti della velocità di trasferimento dati attraverso l'Atlantico. Questi sviluppi sono stati applicati con successo al progetto Lhc Computing Grid (Lcg), concepito per sviluppare un servizio computazionale Grid mondiale, in grado di analizzare l'enorme quantità di dati che a partire dal 2007 verranno prodotti dall'acceleratore Lhc, attualmente in costruzione al Cern. Si tratterà di oltre 15 Petabytes per anno, l'equivalente di molti milioni di Dvd. "Per l'Infn è un onore ricevere questo riconoscimento dal Cern", ha detto Roberto Petronzio. "L'istituto ha giocato un ruolo cruciale e pionieristico fin dai primi giorni dello sviluppo della tecnologia Grid per il mondo della ricerca in Fisica delle Alte Energie. Non dubito che i nuovi sviluppi della Grid per il progetto Lcg si riveleranno essere di grande valore non solo per il successo delle ricerche connesse con Lhc, ma anche per una ampia applicazione della Grid a Scienza e Industria". Con il Cern nel ruolo di guida e con la collaborazione di altri istituti da quasi tutti i Paesi europei, l'Infn ha promosso il nuovo progetto Egee (Enabling Grids for E-science), il quale è partito il primo aprile 2004. L'obiettivo primario di questo progetto è quello di creare una infrastruttura Grid internazionale e omogenea, la quale supporti l'intero mondo della ricerca. Si tratta del più grande progetto di infrastruttura Grid mai affrontato dall'Unione Europea e vede la collaborazione di molte istituzioni in Europa, Stati Uniti, Russia e Asia.