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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Marzo 2005
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IL FUMO RIDUCE LE CELLULE STAMINALI E’ QUANTO EMERGE DA UNO STUDIO CONDOTTO PRESSO L’IBIM-CNR, I CUI DATI SONO STATI PRESENTATI IN UN SEMINARIO EUROPEO  
 
Palermo, 7 marzo 2005 – E’ stato organizzato dalla professoressa Maria Rosaria Bonsignore che lavora presso l’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) del Consiglio nazionale delle ricerche il seminario internazionale Adaptations to hypoxia, che si è svolto il 4 e 5 marzo a Palermo, presso l’Area della ricerca del Cnr del capoluogo siciliano. Un tema importante quello dell’ipossia e delle malattie respiratorie ad essa connesse, che coinvolgono una percentuale elevata di persone. “Tra i soggetti affetti da patologie respiratorie croniche”, spiega la Bonsignore, “ci sono i fumatori, la maggior parte dei quali soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Proprio su questi malati, nei laboratori dell’Ibim-cnr, abbiamo condotto”, prosegue la ricercatrice, “una ricerca in collaborazione con l’Università di Roma “La Sapienza” e con l’Istituto superiore di sanità. Dallo studio è emerso che in questi pazienti le cellule staminali circolanti nel sangue e prodotte dal midollo osseo sono in numero ridotto, proprio come avviene nei malati di insufficienza cardiaca”. Se si considera la funzione di riparazione tissutale a livello dei muscoli, del cuore e di altri organi svolta dalle staminali midollari è facile comprendere come i risultati preliminari della ricerca siano di grande importanza. “Capire i meccanismi di questo fenomeno”, conclude la Bonsignore, “costituisce un passo importante per la messa a punto di nuove terapie nel trattamento della Bpco”. Alle due giornate scientifiche, il cui scopo fondamentale è favorire lo scambio di dati e di idee fra scienziati che si occupano di ricerca di base e medici pneumologi che affrontano quotidianamente il problema dell’insufficienza respiratoria, partecipano 70 studiosi provenienti da 18 paesi - dagli Stati Uniti al Portogallo, dal Canada alla Polonia. Tra gli altri temi affrontati ci sarà quello dell’adattamento all’alta quota, del ruolo dell’ipossia nei malati di tumore e dell’aumento della pressione a livello della circolazione polmonare causata da carenza di ossigeno.  
   
   
MILANO: SOLO UNA DONNA SU QUATTRO FA PREVENZIONE  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Solo una donna italiana su quattro fa prevenzione, a differenza, invece, delle straniere che, con un rapporto di una su due, appaiono più sensibili. E’ quanto emerso da un sondaggio condotto dall’Associazione culturale Essere Benessere dal titolo “Milano e la prevenzione al femminile”. I risultati sono stati presentati e commentati durante l’incontro “La salute della donna nelle tre età”. In occasione della V Conferenza Mondiale dell’Onu sulle donne, in corso a New York, e in prossimità dell’8 marzo, anche a Milano si discute di donne, salute e prevenzione. Secondo i risultati del sondaggio condotto dall’Associazione culturale Essere Benessere su un campione di 600 donne di Milano, solo una su quattro si sottopone regolarmente (almeno una volta all’anno) a visite ginecologiche, dato che diventa ancora più significativo se si considera che, invece, una immigrata su due si rivolge al ginecologo. “Questi dati confermano un fenomeno sempre più diffuso nelle strutture ospedaliere della nostra Regione” commenta Graziella Sacchetti, responsabile del Centro di salute e ascolto per le donne immigrate del San Paolo di Milano “I reparti di ostetricia e ginecologia sono ormai affollati, per la maggior parte, di donne che provengono da altri paesi: secondo i dati forniti dalle Sdo (Schede di dimissione Ospedaliera) della Regione Lombardia e dalle stime dell’Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la multietnicità, dal 1996 al 2003 la percentuale di donne straniere in questi reparti è passata dal 6,7% a quasi il 20%. Mentre i parti delle donne italiani sono rimasti pressoché stabili, inoltre, quelli delle donne straniere in questo arco di tempo sono passati da 4 mila a 14 mila e le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (Ivg) sono passate dal 12,1% al 36,3%. Fra le donne immigrate – conclude la Sacchetti - il fenomeno delle Ivg risulta, quindi, in crescita vertiginosa soprattutto se comparato alle donne italiane tra le quali è dimostrata una tendenza al costante decremento (-3,2%)”. Dal sondaggio emerge che, in generale, la cultura della prevenzione è ancora poco diffusa: solo il 15% delle intervistate, infatti, fa il pap test regolarmente (almeno una volta l’anno) e solo il 13% effettua lo screening per il tumore al seno. Buono, invece, il rapporto con le strutture sanitarie locali: la maggioranza sia di italiane sia di straniere, per esami e visite mediche si rivolge alle Asl (73% le italiane e oltre il 50% le straniere), e una buona percentuale si riferisce, invece ai consultori familiari (6% le italiane e 21% le straniere). La maggior fonte di preoccupazione per entrambi i campioni è la contraccezione legata ad una possibile gravidanza indesiderata (25% delle italiane e 30% delle straniere), a seguire il tumore al seno e, infine, torna lo spettro dell’Aids (poco meno del 20% in entrambi i casi). “Il panorama offerto dal sondaggio offre interessanti spunti di riflessione sulla prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori” sostiene Mario Sideri, oncologo Ieo (Istituto Europeo di Oncologia). “Sulle patologie prettamente femminili è oggi possibile intervenire tempestivamente. Tutte le donne asintomatiche, ovvero in piena salute, dovrebbero sottoporsi regolarmente, infatti, a programmi di screening per i tumori del collo dell’utero, della mammella. Per alcuni tumori, invece come quelli dell’endometrio e dell’ovaio, non esistono né prevenzione né diagnosi precoce ma è necessario attendere che si sviluppino dei sintomi; tuttavia è molto importante saper riconoscere quali sintomi possono essere indicativi di un tumore iniziale e quali esami fare senza perdere tempo utile”. Nell’arco della maturazione femminile lo stato di ‘buona salute’ può essere preservato anche grazie a una particolare attenzione per la nutrizione. “Un buon assetto nutrizionale ci permette di affrontare i cambiamenti cui la donna va incontro nei diversi periodi della vita” ha dichiarato nel corso dell’incontro milanese Tiziana Semplici, Medico nutrizionista e Presidente dell’Associazione culturale Essere Benessere. “I micronutrienti contenuti negli alimenti influenzano notevolmente gli equilibri ormonali: il rame e lo zinco, ad esempio, agiscono sul livello di estrogeni e progestinici e quindi su alcune disfunzioni femminili legate alla loro concentrazione come la sindrome premestruale; un buon rapporto Ca/mg (calcio-magnesio) influenza l’attività tiroidea e quindi i livelli energetici – continua la Semplici - l’equilibrio tra Na e K (sodio e potassio) permette di contrastare la ritenzione di liquidi; la supplementazione con vit. B6 contrasta gli effetti negativi della pillola contraccettiva”. In gravidanza, inoltre, il controllo dei micronutrienti permette una gestazione più serena e può ridurre il rischio di depressione post partum.  
   
   
FUOCO DI SANT’ANTONIO: AD OGGI L’UNICO ANTIDOLORIFICO EFFICACE È UN COMPOSTO DI ASPIRINA ED ETERE ETILICO LA COMBINAZIONE IDEATA DA UN CLINICO ITALIANO  
 
Milano, 7 marzo 2005 - C’è un disturbo molto comune, in netto aumento per incidenza e molto difficile da trattare, caratterizzato dalla comparsa sulla pelle di vescicole spesso accompagnate da fortissimo dolore: si tratta dell’herpes zoster, noto anche come Fuoco di Sant’antonio. È una malattia virale dovuta alla riattivazione del virus della varicella rimasto silente all’interno di particolari strutture nervose dopo l’infezione primitiva risalente di solito all’infanzia. Il processo patologico interessa le terminazioni nervose sensitive e provoca un dolore di tipo trafittivo talvolta molto intenso che può durare alcune settimane. In un certo numero di casi il dolore rimane anche dopo la fase acuta, cioè quando le vescicole scompaiono e la malattia prende il nome di nevralgia posterpetica, di durata indefinita. I nuovi casi di herpes zoster in Italia sono circa 350 mila ogni anno e l’incidenza è in netto aumento, fino al 65 per cento in più. La malattia colpisce prevalentemente soggetti con difese immunitarie indebolite: innanzitutto anziani, mentre è molto frequente nei pazienti immunodepressi per infezione da Hiv o perché sottoposti a trapianto d’organo. Le terapie attualmente disponibili per la cura dell’herpes sono finalizzate soprattutto all’inibizione della replicazione virale mentre trascurano quasi completamente il sintomo dolore. I più comuni farmaci analgesici – antinfiammatori non steroidei, oppiacei – sono infatti scarsamente attivi sul dolore neuropatico. Tra le poche terapie disponibili volte alla cura del dolore da Herpes Zoster, il trattamento considerato ad oggi di prima scelta è l’applicazione locale di un composto contenente acido acetilsalicilico (Aspirina) e etere etilico. Questa combinazione terapeutica è stata ideata da un clinico italiano, Giuseppe De Benedittis, direttore del centro per la terapia del dolore dell’Università di Milano. Già agli inizi degli anni Novanta De Benedittis intuì che l’Aspirina, applicata sulla cute assieme all’etere etilico, poteva svolgere un’azione antidolorifica diretta sulle terminazioni nervose interessate dal processo infiammatorio provocato dalle lesioni dell’herpes. L’etere etilico ha la funzione di “sgrassare” la porzione di cute interessata, favorendo la penetrazione dell’Aspirina in modo concentrato verso i nocicettori (recettori del dolore). La “terapia De Benedittis” è riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e inclusa in diversi modelli di protocollo terapeutico accettati a livello internazionale. «Questa tecnica di terapia locale accelera i tempi di guarigione dell’herpes zoster e consente un rimedio antidolorifico buono o eccellente fino all’80 per cento dei casi», dice il professor De Benedittis. Egli aggiunge che «nella nevralgia posterpetica, cioè nella fase successiva a quella acuta, la percentuale di successo terapeutico è inferiore, ma comunque intorno al 60 per cento, valore difficilmente raggiungibile con altre terapie farmacologiche». La terapia locale con acido acetilsalicilico più etere etilico non esiste come prodotto disponibile in commercio: deve essere quindi preparato al momento e subito applicato. «Istruiamo i pazienti alla semplicissima tecnica di preparazione e applicazione – spiega De Benedittis – e in seguito possono provvedere da soli al trattamento».  
   
   
“ARIA IN FARMACIA” PER MIGLIORARE LA GESTIONE DELLA RINITE ALLERGICA  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Approda in farmacia l’iniziativa Aria (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma), originariamente promossa dall’Oms per offrire a specialisti e medici di medicina generale un quadro aggiornato delle conoscenze sulla rinite allergica. Una scelta quella di portare “Aria in farmacia” nata da una precisa esigenza: “Con il successo e il conseguente diffondersi dell’iniziativa ci si è resi conto di un aspetto fondamentale – spiega il professor Walter Canonica Direttore Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio e Allergologia dell'Azienda Ospedaliera Università di Genova –: nella realtà delle cose in gran parte del mondo occidentale almeno la metà dei pazienti vengono curati direttamente dal farmacista o quanto meno si rivolgono in prima istanza ad esso”. Da qui la necessità di fornire al farmacista gli strumenti per metterlo in grado di gestire nella maniera migliore i problemi posti da una malattia che, secondo i risultati preliminari di una survey mondiale, promossa dalla World Allergy Organization, interessa ormai un quinto della popolazione. Un’iniziativa apprezzata dai farmacisti: “La persona che entra in farmacia non lo fa solo per ottenere un prodotto, ma anche per avere consigli, suggerimenti che possono servire per affrontare il problema che lo affligge. Ecco dunque l’utilità di iniziative come “Aria in farmacia” – commenta il dottor Felice Ribaldone, Presidente dell’ordine dei farmacisti di Genova -. È chiaro che ciascuno deve rimanere nel proprio ambito, nel proprio ruolo: noi non ci sostituiremo mai né allo specialista, né al medico di medicina generale”. Grazie all’iniziativa Aria, che propone il controllo globale dell’individuo allergico, con un particolare accento ai rapporti fra asma e rinite e alla loro possibile contemporanea presenza, sono state realizzate le prime linee guida di terapia della rinite allergica “basate sull’evidenza”, cioè tracciate sulla scorta dei risultati ottenuti in occasione di studi clinici controllati, che vengono ora estese ai farmacisti, ovviamente nei limiti delle loro competenze. “Si tratta di offrire al farmacista uno strumento culturale specifico che lo metta nelle condizioni di fornire al paziente che gli si rivolge un consiglio qualificato su come riconoscere i sintomi della rinite e valutarne la gravità, su come utilizzare in maniera razionale i farmaci disponibili e su quando rivolgersi al medico” prosegue Canonica. Rientrano fra i compiti del farmacista individuati da Aria anche quelli di iniziare un trattamento adeguato e di suggerire le misure preventive più opportune da adottare. Fra le novità dell’iniziativa Aria c’è la revisione della definizione stessa di rinite allergica: non si parla più di forma stagionale o perenne, ma piuttosto di rinite intermittente o persistente che a sua volta potrà presentare un diverso livello di intensità, da lieve a moderata/severa. Sulla base di questa classificazione il documento Aria prevede la possibilità di un trattamento “a gradini” in funzione dalle caratteristiche dei sintomi in termini di durata e di severità. “Si parte dalla forma intermittente, lieve in cui si impiega un antistaminico, eventualmente associato a un decongestionante come la pseudoefedrina o a dei semplici lavaggi nasali – spiega il professor Sergio Bonini, Direttore dell’Irccs San Raffaele di Roma -. Nel caso di forme intermittenti moderate/severe o di forme persistenti lievi può essere proposta la stessa terapia, ma con la possibilità di ricorrere anche agli steroidi nasali, in alternativa o in associazione agli antistaminici. Nel caso infine delle riniti persistenti moderate o severe le linee guida proposta da Aria prevedono il ricorso agli steroidi nasali cui in seconda battuta, in caso di incompleto controllo della sintomatologia, possono essere associati un antistaminico, un decongestionante nasale o, in casi particolari, un cortisonico per bocca”. Secondo le indicazioni di Aria, il farmacista può tranquillamente offrire una soluzione al paziente che si presenti con una forma intermittente lieve, ma anche al paziente con sintomatologia intermittente moderata/severa o con una forma persistente lieve. “In questi ultimi casi è però opportuno invitare il paziente a rivolgersi al medico per verificare l’opportunità di inquadrare meglio la situazione e comunque nel caso in cui i sintomi non migliorino entro una o due settimane” precisa l’esperto. Un intervento, quello del farmacista che può realizzarsi anche grazie alla disponibilità di farmaci da banco sicuri ed efficaci. La armi a disposizione sono rappresentate da antistaminici, vasocostrittori e associazioni dei due preparati. “Quando si decida di ricorrere a queste ultime è importante operare una distinzione fra quelle che uniscono il decongestionante, per esempio la pseudoefedrina, a un antistaminico di prima generazione piuttosto che a una molecola di seconda generazione, come la cetirizina. Proprio l’associazione fra pseudoefedrina e cetirizina rappresenta la migliore fra le armi a disposizione del farmacista per efficacia e tollerabilità” aggiunge Bonini. Il posizionamento dei farmaci Otc per il trattamento delle forme meno severe di rinocongiuntivite allergica trova conferma anche dalle più recenti note Aifa che regolano la prescrizione dei farmaci a carico del Ssn e che prevedono la rimborsabilità degli antistaminici ai soli “pazienti affetti da patologie su base allergica di grado medio e grave (rinocongiuntivite allergica stagionale, orticaria persistente non vasculitica) per trattamenti prolungati (superiori ai 60 giorni)”. L’iniziativa Aria In Farmacia partirà da metà marzo 2005. Le linee guida saranno spedite a tutte le 16.500 farmacie italiane e in 3.500 di queste partirà un progetto pilota che vedrà un programma di educazione anche sul pubblico, attraverso opuscoli informativi studiati per mettere in grado il potenziale allergico di fornire le giuste risposte al proprio farmacista.  
   
   
VACCINI PREVENTIVI PER L’AIDS: ROBERT C. GALLO, SCOPRITORE DEL VIRUS HIV, A FIRENZE IL 15 MARZO PER RITIRARE IL PREMIO CITTA’ DI FIRENZE SULLE SCIENZE MOLECOLARI E FARE IL PUNTO SULLE PIU’ RECENTI RICERCHE  
 
Firenze, 7 marzo 2005 - Il Professor Robert C. Gallo, fondatore e direttore dell’Istituto di Virologia Umana dell’Università del Maryland (Baltimora), leader mondiale della ricerca sull’Aids, sarà a Firenze martedì 15 marzo (ore 17,30 - Aula Magna Rettorato Università di Firenze, P.zza San Marco, 1) per ritirare il “Premio Città di Firenze sulle Scienze Molecolari”, riconoscimento istituito nel 2002 da Società Chimica Italiana e promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Camera di Commercio, Banca Cr Firenze e Università di Firenze, conferito a scienziati di fama internazionale che si siano distinti nei diversi campi della ricerca molecolare. “La vocazione della nostra ultrasecolare "società” Ente Cassa di Risparmio di Firenze – dichiara il presidente Edoardo Speranza – di mantenere viva la tradizione di eccellenza nello studio della civitas fiorentina, ci ha indotto a promuovere il Premio Città di Firenze, quale simbolo del nuovo impegno che gli studiosi e i ricercatori del Polo Scientifico Universitario stanno con successo sviluppando”. Il vincitore del Premio è stato individuato, come nelle edizioni passate, dal Comitato Scientifico, presieduto dal Professor Ivano Bertini, direttore del Centro di Risonanze Magnetiche del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino e composto da Lucia Banci (Cerm), Claudio Luchinat (Cerm), Giovanni Natile (Presidente Società Chimica Italiana) e Maurizio Peruzzini (Cnr). “L’attribuzione del Premio di quest’anno al Prof. Gallo – spiega il professor Bertini - ha una doppia valenza, scientifica e umana. Robert Gallo è un’autorità indiscussa in campo scientifico per aver permesso alla virologia di risolvere il mistero della causa dell’Aids, e per aver costantemente in questi anni contribuito agli sforzi per combatterla. In più, è un esempio di ricercatore che agisce con efficacia anche al di fuori delle mura del laboratorio con iniziative di progresso sociale di grande importanza.” Robert Gallo, luminare nel campo degli studi sull’Hiv e attualmente direttore dell'Istituto di Virologia Umana di Baltimora si è recentemente dedicato allo studio di una specie di farmaco-vaccino basato su un nuovo principio: una molecola ottenuta con l’ingegneria genetica che unisce il "guscio" del virus Hiv con una specie di "laccio" molecolare collegato al recettore Cd4 di una cellula. In questo modo si cerca di indurre l'organismo a produrre anticorpi per bloccare l'ingresso del virus nelle cellule bersaglio. E solo qualche mese fa, durante la presentazione della sua Fondazione Ricerca & Progresso Onlus, lo scienziato ha annunciato di "aver fatti grossi passi avanti nella ricerca proprio ai fini della messa a punto di un vaccino efficace”. In occasione della cerimonia di premiazione il professor Gallo terrà una conferenza pubblica dal titolo: “Un approccio ad un vaccino preventivo per l’Aids: il modello dell’Istituto di Virologia Umana”. Sempre nell’ambito del Premio Città di Firenze il professor Enrico Garaci sarà insignito dello speciale riconoscimento “Scienza e Società” per le sue scoperte scientifiche nel campo dei vaccini, e per la sua azione come Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Anche il professor Garaci farà una breve relazione sulla propria attività. Seguirà una tavola rotonda incentrata sul tema del rapporto fra ricerca scientifica e società attuale alla quale parteciperanno, fra gli altri, rappresentanti del mondo della ricerca scientifica locale e nazionale. “L'immagine di Firenze come città d'arte – commenta Luca Mantellassi, presidente della Camera di Commercio di Firenze - ha contribuito a lasciare in ombra numerosi aspetti qualificanti della città sia nel campo delle scienze naturali che di quelle umane. Questo Premio, insieme alle altre iniziative imprenditoriali che la Camera ha promosso nell'area scientifica, servono a rilanciare il ruolo della scienza nella storia e nella contemporaneità di Firenze. La ripresa del cammino sul sentiero di sviluppo dell'economia si basa anche sulla capacità di creare un'interazione tra mondo della ricerca e impresa" “La consapevolezza dell’esistenza di un osmosi tra economia e ricerca – conclude Aureliano Benedetti, presidente di Banca Cr Firenze – è a monte dei numerosi interventi attuati dalla banca che presiedo a sostegno di progetti che, pur nascendo e sviluppandosi in ambienti di pura ricerca, hanno tuttavia il merito di creare le condizioni ottimali perché si verifichi anche una crescita economica dell’area geografica interessata”. Il Premio Città di Firenze sulle Scienze Molecolari, alla sua quarta edizione, ospita ogni anno personalità di grande prestigio scientifico che intervengono con la finalità di arricchire le conoscenze dell’opinione pubblica sulle tematiche inerenti il campo della ricerca. L’esordio del Premio, nel 2002, è stato celebrato con il professor Edoardo Boncinelli, già direttore della Sissa di Trieste, al quale è riconosciuto il merito di aver dato un contributo fondamentale alla comprensione dei meccanismi biologici che regolano lo sviluppo embrionale del sistema nervoso. L’anno seguente il riconoscimento è andato al dottor Rino Rappuoli, direttore del centro di ricerca per i vaccini della Chiron di Siena, impegnato nello studio di vaccini contro Sars e Meningite. L’ultima edizione, nel 2004, ha visto la partecipazione del Premio Nobel Robert Huber, illustre studioso del proteosoma. Lo scorso anno al Premio Città di Firenze è stato affiancato anche un altro riconoscimento dedicato alla Scienza ed altri settori, scelti di volta in volta, con i quali questa si confronta. Nel 2004 il Premio “Scienza e Impresa” è stato attribuito alla dott.Ssa Diana Bracco per “il suo contributo fondamentale ad una politica di sviluppo del Paese basata sulla ricerca, sull’innovazione e sul trasferimento tecnologico”.  
   
   
LA SOLUZIONE AL SORRISO : PROGRESSI IN IMPLANTOLOGIA GRAZIE A IUXTAENDO  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Progressi importanti in implantologia odontoiatrica e in particolare si segnalano i grandi risultati dell’impianto “Iuxtaendo” , messo a punto dall’implantologo Antonio Di Giulio,  già professore di chirurgia maxillofacciale all’Università Cattolica di Roma e all’università statale di Milano e dal dott. Giancarlo Di Giulio e la loro equipe, con loro sedi operative a Roma, Milano e Londra (loro sito Internet www.Sanbabiladayhospital.it) . Chi non ha mai sofferto dal dentista? Chi non ha mai avuto situazioni di imbarazzo con la propria dentiera o di disagio per la mancanza di denti magari in attesa di soluzioni definitive quali denti impiantati con viti? Ora una soluzione per il sorriso c’è, si chiama iuxtaendo : è frutto di anni di ricerca instancabile e di approfondimento continuo in Italia e all’estero da parte del prof. Dott. Antonio Di Giulio, implantologo di fama, uno dei primi in Italia specializzato nel settore , già professore di chirurgia maxillofacciale all’Università Cattolica di Roma e all’università statale di Milano. “ L’impianto iuxtaendo da me messo a punto, “ dice Antonio Di Giulio, “è una rivoluzione e una grande novità nel settore , risultato di diversi anni di continua ricerca e perfezionamento , è una sostanza che fa ricrescere l’osso della mandibola e rappresenta una svolta nel settore per chi ad esempio, molte donne, soffrono di piorrea o hanno cisti o granulomi apicali, o necessitano di evitare l’utilizzo di protesi mobili, quali dentiere che a lungo andare rovinano l’osso e che hanno tutta una serie di controindicazioni”. Gli impianti iuxtaendo risolvono “il sorriso” con soluzione sia estetica, che pratica e sicura , danno la piacevole sensazione di ritornare ad avere i propri denti, e gli impianti si comportano come le radici naturali, non hanno problemi di rigetto perchè si utilizza nella tecnica dell’implantologo Antonio Di Giulio il titanio trattato in modo particolare con un attecchimento all’osso in tutta sicurezza. Iuxtaendo è un impianto che invece di penetrare nell’osso, come le viti, lo circonda, non ha pertanto limiti di applicazione, ed è la giusta risposta anche ai casi più difficili come soggetti con patologie, o con seni mascellari molto estesi. Lo iuxtaendo si appoggia all’osso esterno corticale con un solido abbraccio, non richiede mesi di attesa per l’osteointegrazione, come per le viti, e si applica all’osso con una modesta anestesia locale, viene ricoperto da una speciale sostanza biologica di ultima generazione , che lo solidarizza immediatamente e in modo permanente alla struttura ossea del soggetto. E’ un impianto di notevole semplicità operatoria, innovativo per tecnica e materiali utilizzati, è il risultato di anni di ricerca del prof. Antonio Di Giulio, membro dell’Adi (Association of Dental Implantology, Uk) , può essere eseguito in tutti i casi clinici, non bisogna attendere che l’osso sia guarito dopo estrazioni di denti, è utilizzabile subito dopo la sua applicazione, risolve problemi clinici ed estetici, consente di evitare anche frustrazioni psicologiche che con altre tecniche invece modificano in maniera sensibile anche il morale delle persone e le mettono in difficoltà per i tempi di attesa , il periodo di assenza di dentiera etc… nei rapporti sociali e lavorativi. Www.sanbabiladayhospital.it  
   
   
“TUTTO ESAURITO” ALLA 5° CAMPAGNA DI PREVENZIONE DELLA VISTA  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Si è conclusa il 28 febbraio u.S.con un grande successo la 5° edizione della campagna di prevenzione della vista promossa dall’Associazione Onlus Per Vedere Fatti Vedere e la Soi, Società Oftalmologica Medici Oculisti Italiani, in collaborazione con Salmoiraghi&vigano”. La campagna si rivolgeva a chi non aveva mai effettuato una visita oculistica: oltre 900 i medici oculisti hanno dato la loro disponibilita¹ con 8.500 visite di controllo della vista totalmente gratuite. A disposizione del pubblico oltre ad un numero verde (con 30.000 chiamate ricevute),anche il sito internet www.Pervederefattivedere.it  con 23.000 le pagine viste e 16.376 i visitatori unici ( dati relativi all¹home page). L’iniziativa, che ha avuto il supporto di molti media nazionali (quotidiani- settimanali- mensili siti internet tv ) ha riportato ottimi risultati grazie anche al prezioso contributo circa 140 Comuni italiani che hanno dato il loro patrocinio alla campagna e permesso una grande visibilita¹ mettendo a disposizione spazi per l’affissione.  
   
   
LANCIATA LA CAMPAGNA FEDERCHIMICA - ASCOFOTO PER FAVORIRE LA RACCOLTA DELLE MACCHINE FOTOGRAFICHE MONOUSO DESTINANDO UN CONTRIBUTO ALL’UNICEF PER OGNI APPARECCHIO RESTITUITO RIUTILIZZO: +40% NEL 2004, OBBLIGATORIO DALL’ESTATE 2005  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Aiutare l’infanzia del mondo e contribuire alla tutela dell’ambiente: con queste finalità Federchimica-assospecifici, l’Associazione che raggruppa i produttori di macchine fotografiche monouso, e Ascofoto, che ne riunisce i distributori, lanciano l’ iniziativa: Regala tante dosi di vaccino ai bambini del mondo. Per tutto il 2005, per ogni macchina fotografica monouso restituita a Obiettivo Ambiente, le Aziende produttrici verseranno un contributo all’Unicef pari ad una dose di vaccino. Per partecipare basta non disperdere gli apparecchi usati ma chiamare Obiettivo Ambiente al numero verde 800 829 176. L'iniziativa viene presentata in occasione del Photoshow, la fiera nazionale del Photo and Digital Imaging, che apre oggi a Milano. “I fondi donati saranno destinati alla fornitura di vaccini nei paesi in via di sviluppo – commenta Simonetta Schillaci, Responsabile Raccolta Fondi della sede Unicef di Milano – ringraziamo le imprese di Obiettivo Ambiente che, indipendentemente dall’esito della raccolta del 2005, garantiscono una donazione per 300.000 dosi di vaccino antipolio orale. Ancora oggi troppi bambini continuano ad ammalarsi e a morire per cause che si potrebbero prevenire con una spesa di pochi euro.” Nel 2004, gli apparecchi raccolti attraverso il sistema Obiettivo Ambiente, creato da produttori e distributori, sono stati 1 milione e 435.000, il 40% in più rispetto all’anno 2003. La quota di apparecchi riutilizzati ha così raggiunto circa un terzo di quelli venduti. Giunto al suo quinto anno, il sistema volontario di recupero delle macchine fotografiche usate, coordinato da Federchimica, si è così consolidato. Entro l’estate la raccolta di questo tipo di apparecchi diventerà obbligatoria, con il recepimento in Italia della normativa europea. L’associazione si augura, con la campagna Unicef, di moltiplicare le quantità di macchine fotografiche monouso consegnate dai 14.000 fotonegozianti di tutta Italia ad Obiettivo Ambiente. “La percentuale restituita sul totale delle vendite nel nostro Paese sale dal 18% dell’anno 2003 al 31% del 2004, anche se nell’analisi del dato va tenuto conto che il trend di mercato, finora in salita, nel 2004 è in controtendenza (5 milioni e 800.000 macchine vendute nel 2003, contro 4 milioni 636.000 nel 2004, il 20% in meno). – Dichiara Edgar Klein Obbink, Amministratore Delegato di Kodak S.p.a. E Vicepresidente del Gruppo di Federchimica-assospecifici che coordina Obiettivo Ambiente - Insieme ad Agfaphoto, Ferrania e Fujifilm siamo riusciti a creare un’efficiente organizzazione, ma restiamo ancora troppo lontani dai livelli dei principali Paesi europei (si raccoglie il 70% del mercato) e dalle enormi potenzialità di riciclaggio di questo apparecchio: negli stabilimenti di tutto il mondo quasi il 90% dei componenti viene riutilizzato per produrne uno nuovo.” “E’ il prodotto analogico che tuttora ci assicura buoni margini nonostante la rivoluzione del digitale. - Afferma Dario Bossi Presidente di Ascofoto, che rappresenta i negozi dove si consegna la macchina per lo sviluppo del rullino - I nostri soci e i consumatori più attenti sanno che è un prodotto amico dell’ambiente, da oggi anche protagonista di un lodevole progetto di solidarietà.” Tra pochi mesi il recupero delle monouso con flash, come quello degli elettrodomestici, dei computer, dei cellulari, delle macchine fotografiche digitali sarà obbligatorio per legge e finanziato dai produttori, con l’attuazione in Italia della Direttiva europea sul reimpiego dei beni elettrici ed elettronici. Un ulteriore provvedimento della politica europea sui rifiuti, volta a ridurre le quantità da smaltire privilegiando, ove possibile, il riciclo. L’iniziativa e i dati della raccolta 2004 sono stati presentati a Milano domenica 6 marzo al Photoshow, presso lo stand di Ascofoto. Per informazioni: Federchimica 02/345.65.231  
   
   
L’ASSESSORE VERGA AL MIPIM DI CANNES 2005  
 
Milano, 7 marzo 2005 - L’assessore allo Sviluppo del Territorio Gianni Verga parteciperà nei prossimi giorni all’annuale appuntamento del Mipim di Cannes, la più grande vetrina di programmi immobiliari internazionali che vede ogni anno la partecipazione di oltre 15.000 investitori da tutto il mondo e luogo in cui i progetti immobiliari con il maggior potenziale e i grandi protagonisti a livello internazionale si incontrano. Due saranno gli appuntamenti ai quali interverrà l’assessore Gianni Verga durante la sua permanenza a Cannes. Il 9 marzo sarà, infatti, presente alla conferenza “Le eccellenze del Sistema Milano. Alleanze pubblico - privato e pianificazioni sostenibili” mentre il 10 marzo interverrà al convegno “La competitività tra le città: una sfida per Roma”, organizzato da Sistema Roma.  
   
   
SARÀ EXPO ITALIA REAL ESTATE A INAUGURARE IL NUOVO POLO DI FIERA MILANO. E’ IL PRIMO APPUNTA-MENTO CON LA FIERA ITALIANA DEDICATA AL SISTEMA IMMOBILIARE, UNO DEI PRINCIPALI SETTORI PER GLI INVESTIMENTI ESTERI NEL NOSTRO PAESE.  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Dal 30 marzo al 2 aprile si svolgerà Expo Italia Real Estate, la prima fiera dedicata allo sviluppo del mercato immobiliare italiano. E’ la manifestazione che inaugurerà il nuovo polo di Fiera Milano a Rho-pero, che rappresenta nel contempo un significativo esempio di come anche in Italia sia possibile realizzare grandi progetti immobiliari in breve tempo e con capitale privato. Expo Italia Real Estate si svolgerà su 30.000 metri quadrati e ha già l’adesione di oltre 200 espositori. Sarà un’importante occasione per conoscere tutte le migliori opportunità di investimento presenti sul territorio italiano. “Lo scenario del mercato immobiliare italiano è in rapida evoluzione - dice Antonio Intiglietta, presidente di Ge.fi., la società che organizza la manifestazione - Abbiamo dunque creato un evento che è il punto di incontro per investitori, sviluppatori, progettisti, costruttori, gestori e operatori nazionali e internazionali. Un’occasione per conoscere l’offerta di privati, regioni, province, comuni e enti pubblici e verificarne i progetti. La fiera con i suoi numerosi convegni - prosegue Antonio Intiglietta - risponde a una precisa richiesta degli operatori del mercato internazionale che sono alla ricerca di nuove opportunità di investimento e che guardano con rinnovato interesse all’Italia e alle potenzialità del suo patrimonio e del suo territorio”. Secondo stime Ocse, tra il 1997 e il 2003 gli investimenti esteri in Italia sono stati di 14 miliardi di euro di cui 4 miliardi di soli investimenti immobiliari che, esclusa la parte residenziale, rappresentano il 3% dell'intero patrimonio immobiliare italiano, stimato intorno ai 128 miliardi di euro. “Uno degli obiettivi di questo evento - conclude Intiglietta - è proprio quello di creare concretamente mercato, di fare incontrare domanda e offerta e di dare uno stimolo alle politiche di marketing territoriale, tema a cui è dedicato anche un apposito concorso”. Sono 48 i progetti pervenuti e i vincitori verranno premiati il 31 marzo alle 20:30 all’ultimo piano del Pirellone, il palazzo della Regione Lombardia, appena restaurato. “Nel 2003 - ha spiegato Oliviero Tronconi, professore del Politecnico di Milano del dipartimento di Scienza e tecnologia dell’ambiente costruito - l’Italia si è classificata al settimo posto in Europa con un incremento del volume degli investimenti esteri del 4% rispetto al 2002. Secondo dati Ipd Nomisma, alla fine del 2004 il nostro Paese è stato destinatario di circa l’8% degli in-vestimenti immobiliari in Europa effettuati da società veicolo, indipendentemente dal paese di origine dell’investitore. Predominante - prosegue Tronconi - è ancora il settore degli immobili per uffici, anche se l’interesse si è spostato in parte in quello logistico e alberghiero. Importanti con-ferme arrivano dal settore retail che avrebbe raggiunto circa il 20% dell’investimento totale”. Expo Italia Real Estate nasce dunque in un momento importante di evoluzione del mercato, in cui le nuove norme e la nuova competitività internazionale pongono l’Italia in una condizione estremamente interessante per gli investitori. Un altro dato importante che indica ottime prospettive di sviluppo è quello relativo ai fondi di investimento immobiliare. In questo segmento l’Italia si trova nelle condizioni di dover recuperare molto terreno rispetto a Gran Bretagna, Germania e soprattutto Stati Uniti. Dice Oliviero Tronconi: “Una delle ragioni di questo ritardo è sostanzialmente culturale poiché per anni si è costruito per vendere e i clienti erano le famiglie. Il decoro urbano, insieme all’offerta di servizi quali uffici, cinema, centri sportivi, parchi e giardini non sono mai stati visti come un modo per far crescere la rendita dell’immobile ma solo un plus per i pochi che potevano permetterselo. Oggi dobbiamo renderci conto - prosegue Tronconi - che solo una profonda conoscenza del nostro territorio e di tutte le sue caratteristi-che, insieme a professionalità sempre più specifiche, possono attirare gli investitori e informarli sulle opportunità più interessanti che caratterizzano le diverse aree urbane italiane”. L’elemento delle nuove figure e delle professionalità è un altro tema di grande interesse per il settore, che verrà affrontato nel corso della Fiera. “Figure come quelle del general contractor sono praticamente sconosciute in Italia – conclude Tronconi - e invece possono essere determinanti per la riuscita di un progetto complesso, com'è accaduto per il nuovo polo di Fiera Milano. Così come la formazione che deve riorientarsi verso professionalità più rispondenti a un mercato che cambia e di respiro internazionale. L’intermediazione e l’attuale sistema di progettazione lasciano il posto ai professionisti capaci di realizzare piani d’investimento, al censimento, alle due diligence, per fare qualche esempio”. Expo Italia Real Estate ospiterà al suo interno conferenze istituzionali ed eventi dedicati ai principali temi del mercato immobiliare con la discussione delle “best practice” che in esso si sono sviluppate e, al tempo stesso, si propone come un momento di sviluppo di questo importante segmento dell’economia e la sua crescente internazionalizzazione. Ingresso alla manifestazione: 150,00 euro, valido per tutti giorni di apertura, dalle 10.00 alle 18.00  
   
   
INAUGURATA IL 5 MARZO ALLE FIERE DI PARMA MERCANTEINFIERA PRIMAVERA: IL BAROMETRO DELL’ANTIQUARIATO INTERNAZIONALE  
 
Parma, 7 marzo 2005 - Fedele al ruolo di osservatorio privilegiato del mondo dell’antiquariato, del collezionismo e del modernariato e precursore delle tendenze dei più importanti mercati internazionali, Mercanteinfiera Primavera, che apre oggi e resterà aperto fino a domenica 13 marzo, continua a stupire il pubblico con l’infinita gamma di proposte di generi, epoche e stili diversi. Puntualmente, ciascuna delle edizioni primavera ed autunno di Mercanteinfiera, attira nei padiglioni di Fiere di Parma non solo decine di migliaia di appassionati, ma anche numerosissimi acquirenti professionali, molti dei quali giungono dall’estero: si tratta di antiquari europei, statunitensi, russi, titolari e dirigenti di importanti gallerie e case d’aste internazionali, designers, architetti, scenografi teatrali e cinematografici. Osservando le loro scelte spesso si scoprono, in anteprima, le tendenze che un domani potranno diventare veri must nell’antiquariato e collezionismo internazionale. Ciò che attualmente è maggiormente richiesto dagli operatori professionali e dai collezionisti esteri (soprattutto inglesi, olandesi o statunitensi) è il made in Italy di ogni epoca e di ogni genere, qualsiasi oggetto prodotto in un passato anche non troppo lontano in un rinomato studio di design ma anche, più semplicemente, in una bottega artigiana, può diventare subito un ricercato “pezzo da collezione”. Così oggi scopriamo una coppia di portaposate del ‘700 (stile Luigi Xiv), di finissima fattura, in legno ricoperto di cuoio punzonato a caldo, con tanto di stemma di un nobile casato italiano dell’epoca, e l’interno fatto a scomparti individuali per ogni posata (che dovevano essere in argento ma purtroppo non si sono conservate), ricoperti di finissima pelle scamosciata, una volta cremisi che oggi è diventata di color rosa pallido... Lo stato di conservazione dei due “forzieri” è ammirevole, con giusto quel tocco di “antico” che rende le cose d’epoca così attraenti. Sempre del ‘700 sono due poltrone romane di tipica forma a seduta profonda e squadrata e braccioli corti, ricoperti di tappezzeria originale a piccolo punto, o anche un divano piemontese perfettamente conservato. Una vera “chicca”, poi, dell’attuale edizione di Mercanteinfiera Primavera è un’intero arredo dell’antica farmacia emiliana, realizzato nel 1804 in perfetto stile Impero, con scaffali uniti per formare un ferro di cavallo, e il bancone con la lastra di marmo. Oggi, seguendo la tendenza che si sta delineando sempre di più nel mercato delle antichità, quella, cioè, del “riutilizzo creativo” di oggetti d’altri tempi, potrebbe diventare biblioteca o “cabinet de travail” in una casa abbastanza grande per avere una stanza tutta per questo scopo, o inserirsi in uno studio professionale di un certo livello (si vorrebbe sperare solo che sia in Italia e non all’estero, come è già successo a bellissimi mobili da giardino in ferro battuto di gusto Cechoviano che oggi impreziosiscono un salotto londinese, o l’arredo di una panetteria trasformato nel giardino d’inverno di una casa chic a Manhattan. Ultimamente va per la maggiore il “rustico retrò”, cioé l’oggetto che sembra uscito dalla vecchia “soffitta della nonna”. Sempre più spesso sono proprio gli oggetti che erano stati di uso quotidiano in un passato, anche abbastanza recente, a riscuotere maggiore successo, soprattutto se possono essere ancora utilizzati nella loro funzione primaria, come, ad esempio, gli arredi da bagno in stile Liberty, o le vecchie cucine economiche in ghisa, da collocare nella casa di campagna o in montagna, o i vecchi ventilatori a pale degli anni '20 diventati popolarissimi nelle ville estive di grandi stilisti e famosi industriali, ecc., presenti in massa a Mercanteinfiera. La parola d'ordine è, comunque, "non buttare niente"! Ciò che oggi consideriamo vecchio, già solo fra pochi anni può diventare “antico”. Anche perché gli oggetti di alta epoca ormai hanno praticamente esaurito la loro capacità di rivalutazione, mentre quelli di epoche più recenti, dagli ultimi anni dell‘800 in poi, possiedono grande potenzialità di accrescimento delle proprie valutazioni. Se poi c’è qualche riferimento ad un personaggio famoso il gioco è fatto! Recentemente ha fatto scalpore la sedia a dondolo dello scomparso presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy che è stata battuta ad un’asta da Sotheby’s per 80.000 dollari, facendo così risvegliare l’interesse per questo pezzo del mobilio, immancabile una volta, appunto, in casa della nonna! E oggi a Mercante le sedie a dondolo sono numerosissime…  
   
   
CASAMBIENTE 4-5-6 E 11-12-13 MARZO 2005 VILLA CASTELBARCO ALBANI – VAPRIO D’ADDA (MI)  
 
Vaprio d’Adda (Mi), 7 Marzo 2004 – Dal 4 fino al 13 Marzo, Villa Castelbarco Albani ospita Casambiente 2005, 10° Salone dell’arredamento e dei complementi per la casa, un’occasione imperdibile per scoprire le tendenze più interessanti e le ultime novità del settore dell’arredo. Per il decimo anniversario della manifestazione l’Ente Fiera del Barco propone un nuovo percorso di Itinerarte e organizza un concorso per tutti i visitatori. In uno spazio espositivo di 3.000 mq, oltre cinquanta espositori di altissimo livello metteranno in mostra il meglio del mercato italiano e internazionale e i visitatori troveranno un’offerta ampia e diversificata, adatta a soddisfare ogni esigenza abitativa. Le più importanti aziende italiane presenteranno al pubblico le soluzioni più belle ed attuali per la casa: arredo classico e moderno, fusioni di stile, arredo etnico di qualità e proposte ecologiche. Tra le varie proposte spiccano pezzi firmati Le Corbusier, lampade scultura dal design accattivante, letti per il relax psico-fisico, camini contemporanei, pannelli beneauguranti cinesi, , stampe d’autore e vetrate artistiche. A Casambiente cucine, bagni, salotti, camere e letti trovano la loro collocazione ideale all’interno delle sale affrescate della settecentesca Villa Castelbarco. Non solo arredo – Dopo il grande successo dello scorso anno, ritorna anche Itinerarte – percorsi d’arte, storia e natura. Nei pomeriggi di sabato e domenica, si potrà partecipare alle visite guidate ai luoghi nascosti della villa. In un percorso dal titolo Villa Castelbarco Albani: da Convento a “Villa di Delizie” si potranno ammirare il teatrino ottocentesco, le bellissime gallerie sotterranee e l’inedita chiesetta barocca, mai aperta al grande pubblico prima d’ora. Per rendere ancora più speciale questo decimo anniversario Casambiente, ha organizzato “Apriti Sesamo” un concorso dedicato a tutti i visitatori, che registrandosi alla reception riceveranno una “key card”. Alla fine del percorso, in uno stand appositamente allestito, i possessori della card che riusciranno ad aprire la “porta della fortuna”, vinceranno uno dei bellissimi premi messi in palio dalla aziende presenti alla manifestazione.  
   
   
EVENTO GRANDESIGN 2005  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Evento clou del programma Grandesign 2005, sarà la giornata del 18 aprile a Milano, in occasione della sua 12° edizione: l’occasione nella quale verrà assegnato il Premio Internazionale Grandesign - Designetico. Il Premio Internazionale Grandesign 2005, mantiene i suoi imprescindibili criteri di selezione: funzionalità ed ergonomia – apporto di innovazione tecnologica – idoneità alla produzione seriale – appetibilità commerciale – semplicità d’uso – qualità della forma – marketing mix. Ma, in sinergia con i cambiamenti sociali e di costume, si arricchisce di un nuovo importante aspetto, il Designetico, un Marchio registrato da Associazione Culturale Plana. Il progetto Designetico pone l’accento non solo sulle modalità con cui un oggetto di design può essere concepito e prodotto; ma di come e quanto tale oggetto possa aderire ai bisogni fondamentali dell’uomo e ne rispetti la sua vera essenza. Un’evoluzione necessaria affinché il design si arricchisca di contenuti e li sappia trasmettere quale testimone di un’epoca, di una società, di un pensiero, di un’aspirazione più elevata. La Giuria assegnerà i premi Grandesign a seguito di una selezione degli oggetti indicati nelle Nominations dal Board e dalla Sezione Ricerca Plana. Il 18 Aprile sarà anche l’occasione nella quale i Sostenitori del Progetto Designetico illustreranno i programmi di sviluppo futuri, per auspicare un coinvolgimento sempre più allargato di Istituzioni, Associazioni, mondo Imprenditoriale , mondo Culturale ed Artistico.  
   
   
80 MILA VISITATORI PER LA PRIMA EDIZIONE DI AGRIFOOD, IL SALONE DEL PRODOTTO AGROALIMENTARE DI QUALITÀ  
 
Verona, 7 marzo 2005. Ha chiuso ieri presso il quartiere espositivo di Veronafiere, la prima edizione di Agrifood, la più completa e selezionata rassegna del Made in Italy alimentare. In quattro giorni mille espositori, di cui 840 diretti, oltre 300 prodotti e 80 mila presenze di visitatori: questo il bilancio della prima edizione del Salone. Durante la manifestazione, inaugurata dal Ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, e dal Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, oltre 60 iniziative tra convegni, incontri, seminari e corsi di formazione. “Se Fieragricola, divenuta biennale dal 2004, rappresenta la manifestazione rivolta all’impresa agricola in cerca dei fattori classici della produzione – meccanizzazione, tecnologie, servizi – con Agrifood l’idea è stata, invece, quella di far incontrare chi produce, chi distribuisce e chi compra con le produzioni italiane di qualità, al giusto prezzo e legate al territorio”, sottolinea Luigi Castelletti, Presidente della Fiera di Verona. “Un’idea tradotta in una rassegna innovativa nel panorama fieristico italiano – evidenzia Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – che ha ottenuto alla sua prima edizione un riscontro davvero interessante e che è stata capace di mettere in contatto i prodotti agricoli e quelli agroalimentari trasformati dal sistema delle aziende agricole e delle imprese alimentari, rigorosamente di origine italiana, con il mondo della distribuzione, organizzata e al dettaglio, della ristorazione di qualità e dei consumatori».  
   
   
AGRIFOOD: PRODOTTI TIPICI, "MOTORI" DELLO SVILUPPO LOCALE  
 
Verona, 7 marzo 2005 - Prosciutto di Parma e di San Daniele, Grana Padano e Parmigiano Reggiano contribuiscono per ben il 65% ai quasi 9 miliardi di valore al consumo attribuibile al paniere tutelato dei prodotti a denominazione d’origine. Ma i prodotti tipici legano anche fortemente il proprio bacino di riferimento e le attività produttive a territori ben definiti. Il ruolo socioeconomico generato dalle produzioni Dop e Igp, quindi, si concentra e produce impatti rilevanti sui sistemi locali, operando in molti casi da settore economico trainante. A livello nazionale, i sistemi locali che beneficiano maggiormente degli impatti economici legati ai prodotti Dop e Igp sono quelli dell’Emilia Romagna. Delle 148 denominazioni tutelate che compongono oggi il paniere Dop e Igp italiano, ben 26 possono essere infatti prodotte nella regione Emilia Romagna. Gli altri contesti territoriali con le maggiori opportunità di produzione certificata sono il Veneto con 21 denominazioni attivabili, la Lombardia (20) e la Toscana (19). Il primato dell’Emilia Romagna non è solo sulla carta: la regione realizza da sola più del 44% dell’intero valore del sistema Dop/igp stimato a livello nazionale. La Lombardia incide per un altro 21% mentre, subito dopo, viene il Friuli Venezia-giulia con una quota pari a poco meno dell’11%. Questa regione, grazie ad un prodotto rinomato e con alti volumi di produzione (il Prosciutto di San Daniele) riesce a beneficiare dei risvolti economici collegati alla Dop (in particolare delle fasi di trasformazione e stagionatura), concentrandoli addirittura nell’ambito di un singolo comune. A conferma di questa concentrazione locale degli impatti economici, è interessante analizzare la classifica delle prime 10 province italiane per valore al consumo dei prodotti Dop e Igp. Nella sola provincia di Parma (in questa realtà trovano produzione 8 prodotti Dop e Igp tra cui Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano) il valore al consumo delle produzioni a denominazione di origine tutelata è stimabile in quasi 2,5 miliardi di euro. Analizzando invece la classifica provinciale distinta per categoria merceologica, emerge la leadership di Parma per valore al consumo delle carni preparate Dop/igp, quella di Mantova per i formaggi Dop, Firenze per gli oli extravergini di oliva Dop, mentre Trento è la prima per l¹ortofrutta. Complessivamente, il valore al consumo di prodotti a marchio comunitario realizzato dalle prime dieci province ammonta ad oltre 6,2 miliardi di euro, pari cioè al 72% dell’intero ammontare ricollegabile al paniere tutelato italiano.  
   
   
RICICLABILITÀ DELLE AUTOMOBILI  
 
Bruxelles, 7 marzo 2005 - La Plenaria esaminerà la relazione di Holger Krahmer (Alde/adle, De) sulla proposta di direttiva relativa all’omologazione degli autoveicoli per quanto riguarda la loro riutilizzabilità, riciclabilità e recuperabilità, in prima lettura della procedura di codecisione. La proposta di direttiva si propone di fissare le disposizioni necessarie per garantire che le autovetture e gli autoveicoli siano concepiti in modo da ottemperare alle quote minime necessarie riguardanti la loro riutilizzazione, il loro riciclaggio e la loro recuperabilità. La relazione adottata all'unanimità dalla commissione per l'ambiente introduce sette emendamenti alla proposta dell'Esecutivo, tuttavia, il relatore ed il Consiglio hanno raggiunto un compromesso che permetterebbe di chiudere la procedura in prima lettura qualora questo fosse suffragato dalle due Istituzioni. Se così avvenisse, dopo 54 mesi dall'entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri dovranno negare la registrazione e la vendita di veicoli che non rispettano le nuove norme sulla riutilizzabilità e la riciclabilità. In particolare, i nuovi veicoli da omologare e già omologati dovranno essere progettati e costruiti per essere riutilizzabili e/o riciclabili fino all’85% della massa e riutilizzabili e/o recuperabili fino al 95% della massa.  
   
   
USAG È SPONSOR TECNICO DEL PROGETTO XTEAM IDEATO DAL POLITECNICO DI MILANO PER LA 20° EDIZIONE DELLA SHELL ECO-MARATHON  
 
Monvalle (Va), 7 marzo 2005 – Alla 20^ edizione della Shell Eco-marathon, la più importante manifestazione scientifico-sportiva dedicata alla mobilità eco-sostenibile che si terrà a Nogaro, (Francia) il prossimo 21 e 22 maggio, ci sarà anche Usag. L’azienda varesina, leader nella produzione di utensili a mano di tipo professionale, ha accolto infatti con entusiasmo la proposta pervenuta dalla Fondazione Politecnico di Milano di partecipare in qualità di sponsor tecnico al progetto Xteam – eXtreme Technology for Enhanced Automotive Manufacturing. Il progetto prevede la partecipazione di Why Not?, il prototipo progettato e realizzato dagli studenti dell’Ateneo milanese, alla competizione promossa da Shell con lo scopo di ideare e realizzare prototipi di veicoli che percorrano la maggior distanza possibile con un solo litro di benzina. In particolare, la squadra Xteam ha utilizzato e utilizzerà gli utensili ed i carrelli forniti da Usag sia per il proprio “garage” che all’interno dei box durante la competizione: Usag contribuisce così a garantire il massimo in termini di sicurezza e prestazioni e allo stesso tempo sostiene un’iniziativa volta a sensibilizzare migliaia di studenti delle scuole superiori e delle università sui temi dello sviluppo eco-sostenibile. “Siamo onorati di poter contribuire a questa importante manifestazione” ha commentato Ermanno Baj, Presidente e Direttore Generale di Usag “Riteniamo che progetti di questa natura debbano essere sostenuti poiché permettono, da un lato, di stimolare i giovani a ideare e realizzare prodotti innovativi e tecnologicamente avanzati e dall’altro, di mettere a frutto quanto appreso durante il percorso scolastico”. Il Progetto La Fondazione Politecnico di Milano, dopo aver assistito all’ultima edizione della Sem (Maggio 2004), ha selezionato un team composto da più di 40 studenti, coordinati da una ventina tra docenti e ricercatori, appartenenti a 8 Dipartimenti del Politecnico (Meccanica, Ingegneria Aerospaziale, Energetica, Elettrotecnica, Chimica Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” etc. Etc.) al fine di creare un prototipo che potesse partecipare alla competizione di quest’anno. Why Not?, è un modello con telaio in alluminio a tre ruote: quella posteriore è sterzante e motrice mentre le due anteriori sono folli. Il motore, posizionato in prossimità della ruota motrice, permette di utilizzare la trasmissione a catena, più efficiente di quella con giunto cardanico. La carrozzeria è in fibra di carbonio e l’aerodinamica è il risultato di simulazioni al computer oltre che delle prove in Galleria del Vento in Bovisa, effettuate utilizzando un modello in scala. La Shell Eco-marathon, giunta alla sua 20^ edizione, si svolgerà sul circuito transalpino di Nogaro e coinvolgerà anche quest’anno centinaia di squadre messe in pista da docenti e studenti delle scuole superiori e delle università. La gara prevede 7 giri per un totale di 25,27 Km, percorsi ad una velocità minima di 30km/h. Le categorie di veicolo previste sono due: urban concept e prototipi. La prima prevede veicoli a quattro ruote, in qualche modo molto simili alle utilitarie, mentre i prototipi (modello col quale parteciperà la Fondazione Politecnico di Milano) sono a tre o quattro ruote, e presentano un design più audace, molto allungato e volto alla minimizzazione della resistenza aerodinamica così come quella di rotolamento.  
   
   
C'E' TEMPO FINO AL 20 MARZO PER VISITARE LA MOSTRA "IL SURREALISMO DI LANFRANCO" CESENA, PALAZZO DEL RIDOTTO, 19 FEBBRAIO - 20 MARZO  
 
Cesena, 7 marzo 2005 - C’è tempo fino al 20 marzo per visitare la mostra “Il surrealismo di Lanfranco” al Palazzo del Ridotto di Cesena, un’importante antologica del pittore fantastico Lanfranco (artista mantovano, classe 1920, precursore del surrealismo italiano), promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cesena in collaborazione con il Comune e la Provincia di Mantova. 64 dipinti, 16 sculture e alcuni disegni allestiti su due ampi piani che racchiudono l’intera produzione poliedrica del Maestro, definito nel 1965 dal celebre pittore belga Magritte “l’unico giovane di grande talento nella pittura italiana moderna.” La mostra ripercorre oltre mezzo secolo di storia, dagli anni ’30 ai giorni nostri, raccontato con gli occhi di un artista visionario, affascinato dal rapporto uomo-macchina, che spazia da architetture e costellazioni planetarie a rappresentazioni del sacro, con un occhio rivolto alla fantascienza e a paesaggi fantastici e surreali. Il Maestro Lanfranco, pur vivendo da sempre nella quiete del suo paese natale di Quingentole, un borgo di meno di 2.000 anime in provincia di Mantova, è riuscito ad essere apprezzato non solo come pittore, ma anche come scultore e poeta da grandi artisti sul panorama internazionale, da Salvador Dalì a Graham Sutherland, da Henry Moore a Brian W.aldiss, una delle grandi firme della fantascienza mondiale, che usò il quadro “I grandi maestri del sogno” del 1970 per la copertina del suo libro “A Romance of the Equator – Best Fantasy Stories”. E non sono mancate nella vita di Lanfranco frequentazioni importanti con grandi scrittori, come Dino Buzzati e il più famoso dei poeti greci, Odysseus Elitis, Premio Nobel 1980 per la poesia, che certamente hanno influito sulla sua produzione letterale e artistica. La mostra è corredata da un ampio catalogo a cura delle Edizioni Tre Lune di Mantova, che presenta saggi critici di Giorgio Cortenova, direttore della Galleria d’Arte Moderna di “Palazzo Forti” a Verona; Claudio Cerritelli, docente all’Accademia di Brera; Janus, critico torinese; Umberto Artioli, docente di Storia del Teatro alla facoltà di Lettere dell’Università di Padova; Alberto Cappi, poeta, e del prof. Giorgio Bernardi Perini. Per informazioni: 0547 355 727.  
   
   
“PALIMPSEST: UNA CITTÀ TRA REALTÀ E VISIONE” FOTOGRAFIE DI NANCY GOLDRING A PALAZZO PIGORINI DI PARMA  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Realtà come visione e visione come realtà. Ovvero quando la fotografia, come la pittura, può ricreare l’universo secondo la concezione dell’artista. E, per farlo, combina realtà e interpretazione come in un codice palinsesto, appunto, in modo che le due dimensioni, che apparentemente si escludono a vicenda, si integrino fino a divenire virtualmente indistinguibili. Nella mostra dal titolo “Palimpsest – Una città tra realtà e visione”, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Parma – Servizio Eventi e Mostre e dalla Fondazione Monte di Parma, la nota fotografa newyorkese Nancy Goldring espone in 65 immagini, di cui nove rielaborate minutamente secondo la tecnica da lei inventata e denominata “fotoproiezione”, la sua personalissima visione della città di Parma. L’esposizione inaugurata presso il secentesco Palazzo Pigorini, nel pieno centro storico di Parma il 26 febbraio, si chiuderà il successivo 30 aprile. Nelle sue immagini, Nancy Goldring ama scomporre e ricomporre il reale spesso fino a riprodurre una sorta di corto circuito cognitivo: nelle sue opere il mondo diviene pura rappresentazione, proiezione e oggettivazione dei processi mentali di acquisizione e combinazione dei dati figurativi. Una peculiarità del processo consiste nel fatto che l’accostamento di immagini, grafica e multimedialità rende possibile alterare il reale, ricrearlo senza – e proprio qui sta la magia dell’operazione della Goldring – che l’intervento sia d’acchito percepibile. Anche dove le foto non sono state rielaborate, però, l’occhio dell’artista contribuisce a fornire una visione di angoli e prospettive che sfuggono all’attenzione comune. In questo senso l’operazione di Nancy Goldring acquisisce un valore inaspettato e singolare: proprio il suo lavoro - lei che viene da una terra praticamente vergine di monumenti più antichi di un paio di secoli - è qui a ricordarci che il miracolo estetico e monumentale delle città italiane è a nostra disposizione, se solo riusciamo ad affrancarci dal velo dell’abitudine che ci impedisce di “vedere” ciò che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. Perché “vedere” le cose non è un atto passivo, ma una precisa scelta di consapevolezza. Nel caso di Nancy Goldring, artistica, cognitiva, programmatica, latamente culturale. Architetture, città e “mondo costruito” costituiscono infatti da sempre il suo tema d’analisi e sperimentazione preferito. Questo anche perché la continua metamorfosi urbana, a differenza dei processi naturali, tende a lasciare dietro di sé testimonianze, lacerti, frammenti di ciò che viene sostituito, riutilizzato, ricostruito, come le cancellazioni e le re-iscrizioni su un supporto per la scrittura lasciano sempre una qualche sottile traccia di sé. Nella scienza che studia i codici antichi, la codicologia, i manoscritti in cui sopravvivono tracce di precedenti stesure, poi cancellate, sono appunto definiti “palinsesti”. Il termine è sopravvissuto fino ai nostri giorni: il “palinsesto” radiotelevisivo è il programma delle trasmissioni che viene continuamente scritto, cancellato, riscritto...Le nostre città sono il più straordinario “codice palinsesto” che si possa immaginare: in molti casi, ci muoviamo in spazi che hanno visto almeno 3 millenni di storia umana dipanarsi, lasciare testimonianze di sé, cancellarle, ricostruirle, in un processo continuamente in corso. Nancy Goldring ama pertanto l’esame accurato dei “monumenti”, queste mute testimonianze scampate alle “riscrizioni del tempo”, ancora perfettamente in grado di interagire con noi contemporanei. E per far questo, la Goldring cerca visivamente un sincretismo spazio-temporale, un’integrazione sincronica di ciò che è diacronico nello spazio fisico formale di una stampa fotografica. Ecco quindi le rifrazioni arcane, i contrasti di saturazione tra colori caldi e freddi, gli accurati giochi di rimando tra primi piani e sfondi che acquisiscono significato dal reciproco accostamento, gli inusitati contrasti tra linee rette, curve, spezzate, elissoidali, tra pittura e architettura, tra scultura e ornamentazione, tra interni ed esterni, tra sezioni differenti d’immagine ricomposte come in un puzzle o, appunto, in un codice palinsesto, in cui strati sovrapposti e successivi si contendono l’esistenza: tutto questo è la raffinata estetica che la Goldring innesta nella sua elaborata pratica del “fare fotografia”. Insegnante di disegno presso la Montclair State University dal 1972, la Goldring ha infatti un approccio grafico dominante rispetto ai temi caratterizzanti della rappresentazione, dell’inquadratura, dell’illusionismo e della prospettiva: il disegno costituisce però la struttura della sua opera, mentre la forma delle cose, anche quando reale, non è realistica, bensì ricondotta a schemi simbolici o evocativi. La dimensione narrativa – in senso intertestuale - dei suoi montaggi visuali si inserisce in un lungo, consapevole filone di autori che, dagli anni ’50 del Xx secolo ad oggi, hanno dominato il panorama della fotografia, in particolare americana e italiana, tra cui Paul Caponigro e Minor White. Se è vero pertanto che quella di Nancy Goldring è una fotografia “di sintesi”, è vero anche che, così come non si associa al mero pittorialismo della ripresa del reale, non si associa nemmeno alla categorizzazione della fotografia “virtuale” nel senso dell’artefazione virtuosistica fine a se stessa. Anzi, per l’autrice questa operazione artistica è assolutamente finalizzata ad uno scopo: un’accurata riflessione su come l’“immagine” del passato, giunta a noi attraverso le più alte testimonianze artistiche sopravvissute ai rivolgimenti del tempo, condiziona e influenza la vita quotidiana contemporanea di una città. In questo caso, la città di Parma. Il catalogo è edito da Mazzotta, con testi critici di Paolo Barbaro e David Levi Strauss. La mostra, che è stata realizzata grazie al contributo di Banca Monte Parma e di Fondazione Monte di Parma, sarà aperta dalle 9 alle 19 tutti i giorni esclusi i lunedì non festivi. L’ingresso è gratuito. Informazioni: Book-shop Palazzo Pigorini, tel. 0521/218967, e-mail palazzopigorini@comune.Parma.it  
   
   
“RITRATTO DI UNA COLLEZIONE: PANNINI E LA GALLERIA DEL CARDINALE SILVIO VALENTI GONZAGA” IN MOSTRA A MANTOVA, PALAZZO TE FINO AL 15 MAGGIO  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Un prestito eccezionale, minuziose ricerche identificative, l’esposizione e la pubblicazione di documenti inediti: momenti di un progetto espositivo prezioso e “sofisticato”, che trova la sua sede ideale - e diviene evento - a Mantova. Della ricca collezione del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga - mantovano illustre, grande intellettuale e bibliofilo, Segretario di Stato e Camerlengo di Papa Benedetto Xiv Lambertini – oggi restano i cataloghi, gli atti notarli, i ricordi letterari, ma soprattutto rimane un’immagine: vibrante, notissima, impregnata degli echi e delle voci d’un tempo, realizzata da uno degli artisti prediletti dal Cardinale – Giovanni Paolo Pannini – e conservata ora nel lontano Connecticut, presso il Wadsworth Atheneum di Hartford. A distanza di cinquant’anni dall’ultima presenza in Europa, “La Galleria del cardinale Silvio Valenti Gonzaga” giunge ora a Mantova – proprio nella sua città - in un’esclusiva mostra che per due mesi, dal 6 marzo al 15 maggio 2005, darà modo di “entrare” nelle pieghe di questa grande dipinto, dalle molteplici chiavi di lettura, facendo rivivere le atmosfere, le meraviglie artistiche, la passione collezionistica del suo ispiratore. Pochi anni dopo la morte del Cardinale, avvenuta nel 1756, l’imponente quadreria costruita nel corso di tutta la vita – una vita dedicata all’arte e alla tutela dei beni artistici, architettonici ed archivistici - venne frantumata, dispersa, sminuzzata dagli eredi e dai debiti. Il quadro-manifesto di questa collezione e del lavoro intellettuale di Valenti Gonzaga, pensato e costruito “a tavolino” dal committente e dal suo pittore, in bilico tra finzione e realtà – con architetture di totale invenzione ma con una scelta ponderata delle opere e dei personaggi da documentare ai posteri – diverrà allora il cuore di un’esposizione che, sulla scorta dei più recenti studi e delle ricerche di questi anni, permetterà di riunire per la prima volta alcuni dei dipinti ritratti nel “capriccio” di Pannini, oltre ad una quarantina d’opere significative della collezione, ai lavori preparatori del quadro, ai ritratti dei protagonisti, ai documenti d’archivio che descrivono la galleria. Per la mostra - curata da Raffaella Morselli e da Rossella Vodret, insieme ad un comitato scientifico internazionale presieduto da Claudio Strinati e al quale partecipano Irina Artemieva, Jean Cadogan, Andrea Emiliani, Kasper Monrad, Luigi Spezzaferro, Elisa Tittoni, Simonetta Prosperi Valenti ed Eric Zafran - un nucleo prestigioso di opere sarà prestato dalla Galleria di Palazzo Barberini a Roma (tutte appositamente restaurate per l’occasione dai promotori della mostra), altre – Subleyras, Veronese, Van Laer Barocci, Pannini, Mola, Testa, Van Wittel, Manfredi, importanti copie d’epoca, ecc. - provengono da musei italiani e da musei e collezioni di Londra, Marsiglia, Madrid, San Pietroburgo, Varsavia. Tra le tante esclusive dell’evento mantovano, l’aver riunito insieme - come non era mai stato possibile - il dipinto finito del Pannini (1749), il suo bozzetto preparatorio, realizzato dal pittore due anni prima (1747) e proveniente dal Musèe des Beaux Arts di Marsiglia, ed una copia successiva – conservata presso la Casita del Principe all’Escorial di Madrid - realizzata dal Pannini dopo la morte del Cardinale (1761), su richiesta di un conoscitore ed estimatore della collezione Valenti Gonzaga, cui ancora si cerca di dare un nome. Un raffinato gioco d’incastri dunque e di rimandi intellettuali, un puzzle ed un “affresco storico” al quale mancano ancora molte tessere, ma la cui opera di ricomposizione trova eccezionalmente, a Palazzo Te a Mantova, un momento espositivo d’indubbie suggestioni. Il catalogo della mostra edito da Skira ed arricchito dalla pubblicazione degli inventari, la possibilità in mostra, attraverso soluzioni multimediali progettate da Fabrica, di scomporre e di indagare virtualmente il grande dipinto di Hartford, rendono ulteriormente importante questo evento. Sono i protagonisti del grande ritratto di Hartford ad aprire la mostra di Mantova, e primo fra tutti, ovviamente, Silvio Valenti Gonzaga: apprezzato diplomatico, accorto politico, promotore e protettore delle scienze e della Belle Arti, oltre che artefice di una delle collezioni più ampie e ricche della Roma settecentesca. Il Valenti, nel corso della sua carriera ecclesiastica, aveva potuto visitare e conoscere le più prestigiose corti d’Europa, coltivando interessi culturali tra i più vari. Divenuto Segretario di Stato di Papa Benedetto Xiv (1740) seppe coniugare una politica di stabilizzazione interna e di risanamento delle finanze dello Stato Pontificio con la promozione di un illuminato programma nel campo delle arti e delle scienze, che portò – tra le iniziative più eclatanti – all’istituzione, da lui sostenuta, della Pinacoteca Capitolina, alla riapertura della Scuola di Disegno dell’Accademia di San Luca, alla costituzione della prima Accademia del Nudo in Campidoglio o ancora all’attivazione, presso l’Università di Roma, degli insegnamenti di chimica e fisica sperimentale. In mostra, accanto al noto “Ritratto del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga” eseguito da Pierre Subleyras, altro pittore che bazzicava nell’entourage del Valenti - unico tra i dipinti d’autori francesi a comparire nel quadro di Hartford, nonostante la collezione ne vantasse numerosi - si potrà vedere anche un’inedita tela del pittore di casa Giuseppe Maria Montesanti del 1743, in collezione privata, raffigurante l’erudito mantovano ancora in veste d’abate. Ma il dipinto che forse meglio esemplifica il ruolo e la posizione rivestiti dal nostro, è il bellissimo doppio ritratto di “Benedetto Xiv e Silvio Venti Gonzaga” realizzato da Giovanni Paolo Pannini e conservato presso il Museo di Roma: non solo immagine emblematica del sodalizio politico e culturale tra il pontefice ed il suo ministro, ma anche combinazione dell’opera dei due artisti privilegiati dal Cardinale, Pannini appunto e Subleyras i cui ritratti, sanciti dal successo internazionale, vengono puntualmente copiati dal pittore romano nel dipinto in questione. Gioco di letture incrociate, dicevamo, e di rimandi intellettuali in mostra a Mantova, ove Valenti Gonzaga apparirà ritratto anche a fianco dello stesso Pannini, nel dipinto-cardine che tramanda la collezione, assieme ad altri degli intellettuali che animavano il salotto del colto prelato. Tra i protagonisti poi non poteva mancare almeno uno degli artefici della dispersione della collezione. Così - sempre a firma del Montesanti - sarà in mostra un poco noto dipinto raffigurante il nipote del Cardinale, Luigi Valenti Gonzaga, nominato dallo zio, nel testamento, usufruttuario dei beni (erede proprietario era l’altro nipote, Carlo) e che già nel 1760 - nonostante il vincolo fedecommissario - aveva venduto oltre 300 pezzi della preziosa quadreria. A completare la ricostruzione della personalità e del contesto umano e intellettuale del Valenti, un’importantissima presenza documentaria, concessa dalla Biblioteca Casanatense: il famoso Editto di tutela del patrimonio storico-artistico di Roma, del 5 gennaio 1750, firmato appunto dal Camerlengo di Papa Benedetto Xiv, che si distingue dai precedenti editti per aver esteso la salvaguardia anche alle opere moderne e contemporanee. Con il grande dipinto del Pannini proveniente dal Wadsworth Atheneum di Hartford – rivoluzionario quadro che inventa uno spazio per la quadreria del Cardinale - si entra nel vivo della mostra. Che cosa rappresenta realmente? Perché Silvio Velenti Gonzaga si fa realizzare quell’opera? Che impatto ha avuto nell’ambiente culturale di quel momento? E soprattutto che rapporto avevano Pannini e il Cardinale con gli altri pittori e conoscitori di quel momento? Interrogativi che sono alla base di questa affascinante esposizione. Lo scenografico dipinto (in cui sono riportate circa 220 delle oltre 800 opere documentate nella collezione alla morte del Cardinale; di queste “leggibili” 144 e identificate una settantina) per la prima volta viene esposto assieme al bozzetto preparatorio proveniente da Marsiglia e ad una copia successiva conservata a Madrid: nell’ordine 1747, 1749 1761. Tra il primo bozzetto – veloce nella stesura pittorica, con dettagli solo accennati e sequenze architettoniche e prospettiche appena inventate - e la versione esplosa del 1749 passano due anni di elaborazioni grafiche, in cui Pannini, d’accordo evidentemente con il Cardinale, elabora i ritratti dei personaggi da collocare in primo piano in quella che, a tutti gli effetti, sembra l’accademia privata del Valenti. I tre esiti sono assai dissimili tra loro: sono diversi nella composizione, nella scelta dei quadri da rappresentare, nell’allestimento, nei personaggi rappresentati, nelle finalità legate alla committenza. Eppure devono essere letti in parallelo per intersecare le varie fasi e i diversi pensieri dell’artista e del committente. Fermo restando che dopo il 1749 il Cardinale, fino alla sua morte, incrementò notevolmente la collezione, la copia del ’61 si rifà chiaramente al bozzetto nella mancanza dell’enfasi scenografica del quadro di Hartford come nell’assetto museografico – entrambe di totale invenzione – mentre i cambiamenti rispetto alla prima versione riguardano la scelta delle opere da inserire. L’ipotesi prospettata dai curatori è che Pannini nel ’61 – già scomparso il Cardinale – conservasse ancora il bozzetto, così da poterne copiare l’architettura, preferendo tuttavia sostituire alcuni quadri con altri che ricordava di aver selezionato, assieme al proprio committente, nel grande quadro di Hartford: per esempio la “Presentazione della Vergine al Tempio” di Pietro Testa, ritratta nel secondo e nel terzo dipinto ma non nel primo, illustre acquisto del Cardinale. Proprio il bellissimo dipinto del Testa, prestato eccezionalmente dal museo dell’Eremitage di San Pietroburgo, è una delle opere della collezione Valenti, tra quelle identificate nel quadro di Pannini, che saranno in mostra a Mantova, assieme - per esempio - al famoso “Noli me tangere” di Federico Barocci dagli Uffizi, alla “Cacciata dal paradiso terrestre” del Mola - proveniente del Museo Statale di Varsavia - ad una “Donna con Calice” del Veronese, raffigurata in tutte tre le versioni del Pannini (Marsiglia, Hartford e Madrid) e mai esposta in Italia. Ancora, un bellissimo olio su rame attribuito a Michelangelo Cerquozzi, raffigurante l’”Abbeveratoio”, la cui appartenenza alla collezione Valenti prima di confluire nella collezione Torlonia è oggi indiscutibile - oltre a risultare chiaramente leggibile nel quadro del Pannini - e la copia dalla “Maddalena leggente” del Correggio (l’originale è andato perduto), che apre il catalogo del 1756: opera amatissima dal Valenti - assieme a poche altre – tanto da non separarsene mai, nemmeno durante i viaggi. Interessante, e di recente identificazione, è anche la testa della “Beata Michelina” desunta dal Barocci e proveniente dalla Galleria Sabauda di Torino, appositamente restaurata per la mostra gran parte della collezione del Cardinale mantovano rimane ancora da decifrare. Tuttavia continuano le identificazioni e nella sezione della mostra dedicata ai dipinti non riportati nel quadro di Hartford ma necessari a dare il senso della quadreria del Valenti e della sua dispersione, molte sono le opere che solo recentemente sono state inquadrate all’interno della collezione dell’alto prelato. Tra queste, per esempio, una “Veduta di Ronciglione” di Gaspar Wan Vittel, esposta qui per la prima volta. Dai vari inventari si sa che il Valenti possedeva ben dieci vedute del pittore olandese: di queste solo tre, fin’ora, sono note e delle quattro versioni della stessa Ronciglione realizzate da van Wittel, questa della collezione Valenti è l’unica firmata oppure la preziosa tavola con “Crocefissione” del miniatore franco–fiammingo Simon Marmion (attivo presso la corte borgognona e considerato il principe della miniatura dal poeta Jean Lemaire de Belges), opera probabilmente acquistata da Silvio Valenti Gonzaga durante la sua nunziatura a Bruxelles. Nella selezione d’opere antiche e moderne, italiane e fiamminghe che saranno in mostra, riproponendo quello che era la composizione della collezione, anche alcune copie d’epoca importanti, secondo l’uso del tempo. Tra queste va segnalata - perché doveva esser considerato uno dei quadri più rinomati della collezione - la “Madonna dei Garofani”, copia cinquecentesca, di altissimo livello, da un dipinto di Raffaello un tempo considerato perduto ed ora invece - sulla base di indagini diagnostiche – individuato nella piccola tavoletta divenuta di proprietà della National Gallery di Londra nel 2004. Che il Cardinale fosse un appassionato di Raffaello, del resto, è dimostrato dalle molte copie antiche possedute, tra cui quella “Madonna della Seggiola” che compare in posizione d’onore nel dipinto di Hartford. Due preziosi documenti storici, fondamentali per ricostruire la figura di erudito e di collezionista del mantovano illustre, ora in collezioni private – l’ “Elogio del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga” del suo biografo Claudio Tedeschi (1776) e “L’inventario a stampa dei beni del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga” del 1756 – saranno anch’essi eccezionalmente presenti a palazzo Te , assieme ad alcuni dei volumi con i disegni e le stampe che compaiono in primo piano nel quadro del Pannini: testimonianza della straordinaria collezione grafica del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga“…che vive nella memoria dei posteri, che sono giudici imparziali del merito e della stima”.  
   
   
FUOCO AD ARTE! ARTISTI E FORNACI LA FELICE STAGIONE DELLA CERAMICA A ROMA E NEL LAZIO TRA SIMBOLISMO, TEOSOFIA E ALTRO (1880-1930) 6 MARZO 29 MAGGIO 2005  
 
 Roma, 7 marzo 2005 - È dedicata all’importante produzione dell’arte ceramica italiana tra il 1880 e 1930 la mostra Fuoco ad Arte! Artisti e fornaci. La felice stagione della ceramica a Roma e nel Lazio tra simbolismo, teosofia e altro curata da Rolando Bellini e Mara Folini, presso il Museo comunale d’arte moderna di Ascona. Grazie a studi recenti, infatti, si è rivelato un importante fermento creativo di artisti e piccole industrie fornaciaie, attivi a Roma e nel Lazio, che hanno dato significativi contributi al dibattito artistico internazionale, connesso al revival storicistico e al movimento delle Arts & Crafts. Al centro della ricerca si teorizzava il recupero artistico degli stilemi nazionali, l’abbattimento delle barriere che separano le arti minori da quelle maggiori e la necessità di conferire anche al più umile aspetto della vita quotidiana una dignità estetica, nella convinzione, consolidata dalle teorie politico-sociali da John Ruskin a William Morris, che la rivalutazione dell’arte e dell’artigianato potesse avere un alto valore educativo e di elevazione delle masse. L’esposizione è stata realizzata grazie alla collaborazione tra il Dicastero cultura del Comune di Ascona e l’Assessorato alle Politiche Culturali - Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma ed ha permesso un inedito studio firmato Giovanna Caterina de Feo sulla figura eccentrica e pionieristica del ceramista per vocazione Francesco Randone. Mistico, teosofo, coinvolto in aspirazioni umanitarie tolstojane, Randone ha più di un’affinità con i protagonisti che hanno animato e fatto la storia di Monte Verità di Ascona. L’idea è infatti nata da un approfondimento mirato della mostra Artisti e fornaci. La felice stagione della ceramica a Roma e nel Lazio (1880-1930) che - a cura di Irene de Guttry, Maria Paola Maino e Claudio Carocci – è stata allestita nell’estate del 2003 presso il Museo di Roma in Trastevere, promossa dal Comune di Roma, dagli Archivi delle Arti Applicate Italiane del Xx secolo e dall’Associazione Arte e Tradizioni di Grottaferrata. Il percorso espositivo segna le tappe più significative della produzione di Duilio Cambellotti (1876-1960) e Francesco Randone (1864-1935) oltre a una panoramica del repertorio decorativo dell’Art Nouveau romana con opere di Torquato Castellani, Alfonso De Carolis, Umberto Bottazzi, Olga Modigliani e Francesco Randone. La quarta sezione riprende i temi più cari della decorazione pittorica della ceramica romana quali Arcadia, Natura e Mito. Inoltre sono presentate anche diverse opere ceramiche delle manifatture romane più significative quali Falisca Ars di Civita Castellana, Lanni di Roma, La Salamandra di Roma e, poi, Perugia, Lena di Roma, il Laboratorio Nuova Ceramica Roma (Lncr), la Palatino Ars di Roma e la Sipla (Società Italiana per l’arredamento artistico della casa) di Roma. La mostra costituisce inoltre per il Museo comunale d’arte moderna di Ascona l’occasione per rinnovare l’attenzione del pubblico su un periodo affascinante della storia dell’arte italiana, accentrato attorno al fenomeno “ceramica romana” e presentare le ceramiche d’autore prodotte in una Roma secessionista, tutt’oggi scarsamente studiata, ricca di relazioni ed echi europei.  
   
   
ANDREA BACIGALUPO “DISCARICHE” I NON-OGGETTI  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Andrea Bacigalupo presenta 7 tele di grandi dimensioni, in cui oggetti di scarto diventano protagonisti. Con la tradizionale tecnica ad olio, l’artista coglie immagini di oggetti trovati nelle discariche o nei depositi di riciclaggio. Frigoriferi, forni, stendini, lavastoviglie, lamiere, scatole, orologi sono portati nel quadro con attenzione realistica e con vibranti stesure di colore, di alta qualità timbrica. Le opere di Bacigalupo nascono dalla casualità. Sono oggetti adunati per caso, accatastati senza un ordine prestabilito nelle raccolte dei rifiuti. Le immagini di oggetti dimessi e banali, inservibili residui della nostra quotidianità, ci vengono restituite dalla mano del pittore come soggetti estetici. L’artista esprime la sua individuale ricerca sulle concezioni spaziali e sui livelli di analisi strutturale e cromatica, ma questi oggetti non sono solo un pretesto per una ricerca formale. Una volta raffigurati, i motivi dei quadri, ci interrogano sulla caducità della nostra frenetica esistenza. I soggetti di queste opere si offrono così come gli emblemi decaduti della contemporaneità e diventano grandi Nature Morte dei nostri giorni. Il pittore sceglie articoli inanimati abbandonati, muti testimoni di un vissuto, per riscattarli dall’interdizione in cui si trovano, e li rimette in circolazione con un nuovo valore. Ogni oggetto viene animato da una nuova esistenza nello spazio del quadro: per tutti, il ruolo precedente, e la successiva perdita di utilità passano in secondo piano. Ora vivono nell’area magica della superficie pittorica. Andrea Bacigalupo è nato a Milano il 20/10/1976, ha studiato presso il Fortman Studios di Firenze e l’Accademia di Brera a Milano. Vive e lavora a Milano. Www.andreabacigalupo.net  Mercoledì 9 marzo 2005, ore 18.30 alle Biciclette (in via Torti, angolo corso Genova – Milano)  
   
   
NICOLO' DELL'ABATE STORIE DIPINTE NELLA PITTURA DEL CINQUECENTO TRA MODENA E FONTAINEBLEAU MODENA, FORO BOARIO, VIA BONO DA NONANTOLA 2 20 MARZO - 19 GIUGNO 2005  
 
Modena, 7 marzo 2005 - La Mostra presenta il complesso delle opere di Nicolò dell'Abate, ricostruisce la sua formazione e ne contestualizza l'attività, le influenze culturali e stilistiche nell’ambito della pittura emiliana dei primi decenni dei Cinquecento; documenta la fortuna dei temi paesaggistici, mitologici e narrativi da lui trattati, nonché la sua influenza sulla Scuola di Fontainebleau. Nicolò nasce a Modena, probabilmente nel 1509, e nel 1539 è già un artista famoso, che si distingue nella decorazione ad affresco di carattere profano e cortese. Tra il 1548 e il 1552 è attivo a Bologna, dove realizza splendidi cicli di affreschi in Palazzo Torfanini e Palazzo Poggi. In seguito si trasferisce in Francia, chiamato probabilmente dal Primaticcio, con il quale collabora a Fontainebleau. Il lungo periodo francese è denso d’impegni: disegna smalti, arazzi, apparati effimeri, dipinge a Parigi e in altre residenze nobiliari. Muore probabilmente nel 1571. L’esposizione documenta in primo luogo, con circa un centinaio di opere, il periodo italiano dell'artista. Alcuni dipinti e disegni autografi, provenienti principalmente dal Cabinet des Dessins del Louvre, copie e incisioni tratte da opere perdute presentano il periodo francese. Ampia la sezione dedicata all’ambiente artistico emiliano tra il 1510 e il 1540 con opere di Gian Gherardo dalle Catene, Garofalo, Dosso Dossi, Begarelli e quella che illustra la lezione dei maestri con opere di confronto appartenenti ad artisti notissimi quali Correggio e Parmigianino, Pordenone e Girolamo da Carpi. Molto importante anche il rapporto con l’incisione, nuovo efficace mezzo di diffusione delle principali novità in campo artistico, in primo luogo della lezione di Raffaello. La mostra comprende anche una sezione dedicata alla fortuna dell'artista tra il Xvii e il Xix secolo, con opere di Lavinia Fontana, Scarsellino, Guercino, Mastelletta, Donato Creti. Www.nicolodellabate.it  
   
   
GRINZANE FESTIVAL PUGLIA CINQUE GIORNATE DI LETTERATURA E SPETTACOLI IN TERRA DI PUGLIA 18 – 22 MARZO 2005  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Dai 18 al 22 marzo 2005 torna il Grinzane Festival Puglia. La seconda edizione della rassegna itinerante di letteratura, spettacoli e cultura materiale è realizzata dal Premio Grinzane Cavour, promossa dalla Regione Puglia, col coordinamento del Settore Attività culturali della Regione Puglia, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e d’intesa con i Comuni che ospiteranno ciascuno una delle cinque giornate della manifestazione. Il Festival si svolgerà in cinque località diverse, ognuna scelta nei territori delle cinque province pugliesi. Ogni giornata sarà dedicata ad un tema specifico con spettacoli teatrali, concerti, incontri letterari e momenti di cultura materiale. Le località, scelte fra le più interessanti e suggestive della regione, non si limiteranno a fare da cornice all’evento, ma saranno scenografie a cielo aperto legate alle tematiche culturali proposte. Così la sacralità e il mistero di Monte Sant’angelo (Fg) ospiteranno, il 18 marzo, poesie e concerti sul tema de Il bene e il male (itinerari di devozione); Gioia del Colle (Ba), una delle tappe degli itinerari federiciani, sarà il luogo, il 19 marzo, di una serie di dibattiti e spettacoli su Guerra e pace. L’itinerario rupestre di Le opere e i giorni a Grottaglie (Ta) rappresenterà, il 20 marzo, attraverso la musica, il teatro e una festa sulla cultura materiale, la ricchezza e la fatica che la terra porta all’uomo. La giornata di Fasano (Br) del 21 marzo verterà sulle radici dell’umanità con Le origini dell’uomo (itinerario archeologico). La serata conclusiva del Festival si svolgerà a Gallipoli (Le) il 22 marzo e avrà come tema I colori del mare (itinerario barocco). Il mare, elemento suggestivo e poetico, ma anche luogo di lavoro e fatica, diventerà lo spunto per una rassegna artistica e letteraria con scrittori, musicisti e piatti da gustare. Protagonisti del Festival saranno non solo gli artisti, gli scrittori, gli attori, i musicisti e gli intellettuali, ma anche i tesori del patrimonio eno-gastronomico della regione. Il compito di rappresentare la cultura materiale, le radici e le tradizioni del territorio attraverso la musica e il teatro è stato affidato quest’anno anche agli studenti delle scuole dei territori interessati: i giovani avranno un ruolo di primo piano con pièces teatrali, concerti e monologhi, così da raccontare al pubblico presente le radici storiche, culturali e di costume legate ai percorsi eno-gastronomici di volta in volta scelti. Un’opportunità per promuovere la cultura del territorio fra i giovani, in linea con gli obiettivi del Premio Grinzane Cavour e della Regione Puglia. Per valorizzare la cultura materiale pugliese, ogni serata si concluderà con una degustazione sul tema della giornata: famosi chef proporranno al pubblico piatti tipici, interpretando le ricette tipiche della storia culinaria locale e serviti su tavole imbandite e decorate, ispirate alle tematiche culturali della serata. Grinzane Festival Puglia Ii edizione - Programma dal 18 al 22 marzo 2005 - Venerdì 18 marzo 2005, Monte Sant’angelo (Fg) “Il Bene e il Male (itinerari di devozione”) Il bene e il male: un tema antico quanto l’uomo, interpretato in chiave artistica, attraverso il fascino e la creatività della poesia e della musica. Alle ore 17.30, presso la Grotta dell’Arcangelo, luogo mistico e leggendario, la lettura del poeta Giuseppe Conte si unirà alla musica sacra antica dell’ensemble dei giovani di Monte Sant’angelo, che si esibiranno con il concerto Le preghiere del Santo, suonato con strumenti originali e diretto dal Maestro Franco Nasuti. Alle ore 19, presso l’Auditorium, la musica sarà quella etno-jazz del gruppo Meridiana, con il concerto Angeli. Alle ore 20.30, presso il Museo Tancredi, si svolgerà la performance teatrale e musicale degli studenti di Monte Sant’angelo: I fuochi: poesia, racconti e tradizioni enogastronomiche, recital di filastrocche e testi popolari a cura del Teatro Monte Sammecalere. Seguirà la degustazione tipica pugliese cucinata dallo chef Gegé Mangano della taverna Li Jalantuumene: Orecchiette e maccheroncini ai ferri con le sinape selvatiche, zuppa di Cicerchia con crostone di pane di Monte Sant’angelo e ogliarola indigena garganica, in collaborazione con l’Ipssar Alberghiero Enrico Mattei di Vieste (Fg). Sabato 19 marzo, Gioia Del Colle (Ba) “Guerra e pace (itinerari federiciani”) In una delle tappe degli itinerari federiciani, Gioia Del Colle, saranno affrontati i temi della giustizia, del potere, del rapporto di una comunità con la guerra e la pace. Alle ore 18.00, al Teatro Rossini, si darà inizio alla serata con l’omaggio musicale dei Jalisse. Alle ore 19.00 dibatteranno sul tema Guerra e pace lo scrittore iracheno Younis Tawfik e gli scrittori italiani Lidia Ravera e Franco Matteucci. Alle ore 20.30 sarà rappresentato lo spettacolo Prima dell’ultima battaglia, con regia di Lello Tedeschi, a cura del Centro di produzione Kismet. Alle ore 22 gli studenti della cittadina rappresenteranno la cultura materiale locale con monologhi e brevi dialoghi incrociati intorno al tema Cibo, memorie, narrazioni, a cura del Centro di produzione Kismet. Al termine degli spettacoli lo chef Ottavio Surico della Osteria del Borgo Antico proporrà le ricette Bocconcini di pasta e purea di fave bianche con crespino (sivoni) in pignata di pane di semola e zampino paesano alla brace con salsa al nettare di vitigno gioiese primitivo, in collaborazione con l’Ipssar Alberghiero di Castellana Grotte (Ba). Domenica 20 marzo, Grottaglie (Ta) “Le opere e i giorni (itinerario rupestre)” La terra, ricchezza e fatica, e il suo rapporto con l’uomo, sarà il tema di tutti gli eventi culturali di questa giornata. Alle ore 18.30, presso il Teatro Monticello, si darà inizio alla serata con il recital delle scrittrici Simona Vinci e Deborah Gambetta, accompagnate dalle musiche di Nicola Negrini e Lucio Morelli. Alle ore 20, seguirà il concerto Terre sonanti, musiche inedite d’ispirazione antica e barocca italiana de Il cantiere delle Muse. Dirige il Maestro Roberto Caravella. Alle ore 21.30, presso il Palazzo De Felice, la serata si concluderà con una festa di poesia e di cultura materiale realizzata degli studenti dell’Istituto d’Arte e dell’Istituto Professionale Pertini-don Milani di Grottaglie: una performance teatrale e musicale sul tema Terra e ricordi di casa, a cura del gruppo teatrale Crest. La terra pugliese produce frutti golosi: Purea di fave e cicoriella selvatica, polpette e involtini al sugo con invenzione di verdure quelli cucinati per l’occasione dallo chef Maria Antonietta D’amicis dell’enosteria Il Basiliano, in collaborazione con l’Ippsar Alberghiero di Leporano (Ta). Lunedì 21 marzo, Fasano (Br) “Le origini dell’uomo (itinerario archeologico)” Quali sono le origini dell’uomo? Affronteranno l’argomento in un dibattito letterario alle ore 17.30, presso il Teatro Kennedy, lo scrittore Alberto Bevilacqua, l’attore Massimo Cinque e l’attrice Marina Tagliaferri, che leggeranno testi tratti dalle opere dello scrittore. Alle ore 19.30, presso l’Ipssar Gaetano Salvemini, gli studenti eseguiranno performance teatrali e musicali intorno al tema Non solo cibo per il corpo, a cura di Antonella Maddalena e Pasquale De Marzo dell’associazione Nuove Produzioni Spettacolari. Musiche di Mirco Patella. Gli chef dell’Ipssar Gaetano Salvemini.di Fasano offriranno al pubblico Cialledde, Marro (Marrè), con patate, lampasciuni e carciofi. Alle ore 21, al Teatro Kennedy, si proseguirà con la messa in scena della pièce teatrale Vestire gli ignudi, di Luigi Pirandello, con la regia di Gustavo Frigerio, prodotta dal Teatro di Polverigi. Martedì 22 marzo, Gallipoli (Le) “I colori del mare (itinerario barocco)” Il mare, elemento suggestivo e poetico, ma anche luogo di lavoro e fatica per gli abitanti delle terre pugliesi. Alle ore 19, presso il Teatro Schipa, il pubblico avrà l’occasione di incontrare lo scrittore Andrea De Carlo, accompagnato dal musicista Arup Kanti Das. L’attrice Stefania Sandrelli reciterà alcuni testi poetici legati al tema della giornata. Alle ore 20.30, si proseguirà con il concerto degli Acustimantico. Alle ore 22, presso la sala dell’Hotel Bellavista Club, l’incontro sulla cultura materiale vedrà gli studenti del Liceo Classico-scientifico e Magistrale di Gallipoli cimentarsi con rappresentazioni teatrali, canti e monologhi intorno al tema Mare, leggende, ricette enogastronomiche. Lo spettacolo è a cura del Teatro Le Giravolte. La serata dedicata al mare si concluderà con le degustazioni di Onofrio Terrafino del ristorante Ecoresort Le Sirené: lo chef preparerà un menu a base di pesce: Scapece e purpu a la pignata, in collaborazione con l’Istituto Professionale Bottazzi di Casarano (Le). Www.grinzane.it  
   
   
AUTOSTRADE PER L'ITALIA PARTECIPA A MILANO ALLA MOSTRA "ANNICINQUANTA". IL RUOLO DELLE AUTOSTRADE NEL RILANCIO DEL PAESE NEL DOPOGUERRA  
 
 Milano, 7 marzo 2005 - Le immagini fotografiche in bianco e nero della mostra "Anni Cinquanta" possono far sembrare quei tempi lontani ormai superati dalla realtà di oggi, che ha altri ritmi ed altre esigenze. In effetti è facendo tesoro della propria storia che si costruisce il futuro. Nel nostro Paese è molto stretto il rapporto tra lo sviluppo socio-economico e culturale e quello del sistema autostradale. Il tracciato d'asfalto, i ponti, i viadotti e le gallerie, hanno unito il Nord con il Sud, svolgendo un ruolo essenziale nella crescita nazionale, nella trasformazione sociale del territorio e nella proiezione dell'Italia verso l'Europa. Negli 8 anni che vanno dal 1956 al 1964, viene completato l'intero tracciato dell'Autostrada del Sole, l'arteria che ha unito Milano, Roma e Napoli. E in soli quattro anni è stato realizzato il tratto più complesso dell'opera, quello appenninico, tra Bologna e Firenze. Un miracolo infrastrutturale tutto italiano, dovuto alla perfetta sinergia tra le aspettative dell'opinione pubblica, l'impegno delle istituzioni e le capacità tecnico-imprenditoriali messe in campo dalla società Autostrade. Il gruppo Autostrade oggi è il maggiore operatore europeo nel settore della costruzione e gestione di autostrade e trafori a pedaggi, con oltre 3.400 km, il 61% della rete autostradale italiana a pagamento e il 17% di quella europea a pedaggio. In Italia, la rete del Gruppo collega 15 regioni, 60 province e 12 aree metropolitane. Un network di mobilità tra 260 stazioni ferroviari, 26 porti marittimi, 19 aeroporti e 130 piattaforme logistiche. Con la memoria rivolta al passato, ma lo sguardo verso il futuro, il gruppo Autostrade è concentrato nel conseguimento di obiettivi importanti per un nuovo sviluppo del Paese investendo 10 miliardi di euro in 10 anni per realizzare grandi opere e contribuire al decongestionamento del sistema viario italiano: terze e quarte corsie ove il traffico le richiede; la Variante di Valico del tratto appenninico tra Bologna e Firenze, ancora oggi nodo cruciale per le comunicazioni tra il Nord e il Sud del Paese. Inoltre, il Gruppo è impegnato, sia in Italia che all'estero, nello sviluppo di importanti iniziative nel campo della progettazione e gestione di autostrade a pedaggio. Tutto questo sempre con grande attenzione alla tutela e valorizzazione del territorio, in coerenza con una logica di sviluppo sostenibile. La storia di un'opera che ha avvicinato l'Italia - 1953 - L'idea di un'autostrada da Milano a Napoli, viene promossa dal ministro Ezio Vanoni . Lo studio di fattibilità fu affidato ad gruppo di lavoro cui parteciparono le principali aziende del tempo. 1955 - Il progetto fu donato allo Stato, e nell'ambito della legge 463, del 21 maggio (legge Romita) viene approvata la realizzazione della Milano-roma-napoli. 1956 - Il 14 aprile viene firmata la prima convenzione tra Anas ed Autostrade (la società fondata dall'Iri nel 1950) per la costruzione e l'esercizio dell'Autosole. Il 19 maggio a San Donato Milanese, il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, pone la prima pietra. Contemporaneamente vengono affidati gli appalti per i primi 26 lotti. 1957- In febbraio vengono appaltati altri 40 lotti: da Milano a Modena; da Bologna a Firenze; da Capua a Napoli. 1958 - Dopo due anni di lavori, l'8 dicembre, vengono aperti al traffico i tratti Milano-piacenza nord e Piacenza sud-Parma, per un totale di 102 chilometri. 1959 - Nel corso dell'anno vengono aperti al traffico i tratti Capua-napoli; Piacenza nord-Piacenza sud-Parma-modena sud; Modena sud-Bologna sud. Il 24 novembre, con l'inaugurazione del tratto Bologna sud-Sasso Marconi della A1 è di fatto aperta al traffico l'intera tratta Milano-bologna di 195 chilometri. 1960 - L'autostrada del Sole è percorribile da Milano a Firenze: il 3 dicembre viene aperto al traffico il tratto appenninico tra Sasso Marconi e Firenze. 1962 - Entrano in esercizio i tratti Roma-frosinone e Frosinone-capua, che avvicinano Roma a Napoli. 1964 - Dopo soli otto anni di lavori, l'autostrada viene completata il 4 ottobre, con l'apertura del tratto Orvieto-chiusi, l'ultimo "diaframma" tra Firenze e Roma  
   
   
A MANTOVA DAL 5 MARZO AL 10 APRILE LA PERSONALE DI CORRADO BONOMI  
 
Mantova, 7 marzo 2005 - Dal 5 marzo al 10 aprile si terrà alla Galleria Bonelli Arte Contemporanea di Mantova la personale di Corrado Bonomi dal titolo Arti E Mestieri che presenta trenta opere dell’artista novarese, seguendo un percorso che documenta il suo intero percorso creativo. Come scrive Maurizio Sciaccaluga nel testo introduttivo del catalogo “tutto il corpus d’opera firmato da Bonomi – dai fiori ricostruiti usando attrezzi da giardinaggio ai manifesti porno popolati da personaggi Disney, dai Nuovi arrivi alle Fatine fatate fatali, dagli Arcimboldi a tre dimensioni ai mappamondi di Potere operaio, solo per fare qualche esempio – è segnato da una sorta d’affettuoso cinismo, da una rabbia sommessa e caustica che, puntualmente, riesce a trasformarsi in un’irrispettosa battuta di spirito, in un calembour rivoluzionario, in satira (pur senza dimenticare, ovviamente, l’aspetto formale e riflessivo della creazione)”. Il percorso espositivo offrirà, quindi, l’opportunità di avvicinarsi al mondo artistico di Bonomi passando attraverso le sensuali Fatine che giocano a golf, le Campanellino intrappolate nei lampioni di qualche Capitan Uncino, i Nuovi arrivi con le balene cariche di immigrati, il miele d’acacia che favorisce la comprensione dell’arte contemporanea, in un continuo rimando tra realtà e finzione. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Publi Paolini con un testo di Maurizio Scaccialuga e un’intervista a Bonomi di Paola Artoni. Corrado Bonomi è nato nel 1956 a Novara, dove vive e lavora. Tra le mostre personali più recenti, segnaliamo nel 2003, Spielzeugwelt, Galerie A. Falzone, Mannheim; Castelli in aria, Galleria Peccolo, Livorno; nel 2004; Rosencrantz & Guildestern, a cura di E. Di Mauro, Fiorile Arte, Bologna; Il piccolo pisello, a cura di P. Monopoli, Il portale, Pavia; Bonopoli, a cura di M. Sciaccaluga, Factory fine art, Modena; Se son rose, a cura di E. Di Mauro, Spazio Borsalino, Parigi. Tra le esposizioni collettive più recenti, nel 2003, Kids are us, a cura di M. Sciaccaluga e F. Cavallucci, Galleria Civica Arte Moderna, Trento; Symposium Sculpturae, a cura di E. Di Mauro, Parco scultoreo permanente, Vittorio Veneto; L’isola che non c’è, a cura di P. Artoni, Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia; Tendenze attuali dell’arte italiana, Fondazione Vaf, Institut Mathildenhohe, Darmstadt – Mart, Trento Rovereto; nel 2004, Das unbekannte meisterwerk,a cura di S.pietryga, Kunsthaus, Potsdam; Lasciateci divertire,a cura di M. Sciaccaluga, Palazzo Comunale, Arezzo; Raccolta differenziata, a cura di E. Di Mauro, Area ex-filande, Vittorio Veneto; Sorsi di Pace, a cura di M. Sciaccaluga, Ghemme; Fuori luogo o inopportuno? a cura di F. Paracchini, Fondazione A.marazza, Borgomanero; Raccolti & differenziati, a cura di R. Peccolo, Galleria Maria Cilena, Milano; Biennale d’arte del Piemonte, a cura di E. Di Mauro, Villa Giulia, Verbania; Natura Seconda, a cura di G. Curto, Biasutti & Biasutti, Torino. Per informazioni: tel. 0376 244769; e-mail: giobonelli@libero.It    
   
   
LA REGINA DEL POPOLO ASHANTI IN VISITA AD AFRICANI INAFRICA  
 
Firenze, 7 marzo 2005 - – Oltre 30.000 visitatori, poco meno di 2000 solo nell’ultimo weekend e un portafoglio di prenotazioni di gruppi scolastici sempre più colmo e ormai prossimo all’esaurimento. Con una serie di record la mostra Africani inAfrica ha appena doppiato il traguardo dei due mesi in cartellone (Palazzo Pazzi Ammannati, Borgo degli Albizi 28, aperta dal 29 dicembre al 29 marzo). Nei prossimi giorni l’esposizione sarà per di più visitata da sua maestà Nanà Mawusi, la regina del popolo Ashanti (Ghana). “Desidero vivamente visitare Africani inAfrica”, dice, “E’ una mostra prestigiosa alla quale i media italiani e europei hanno dato grande risalto e che sta contribuendo a far conoscere meglio condizione e problemi del mio continente. Il quale ha terribilmente bisogno di aiuti”. “E’ un successo superiore a tutte le nostre più ottimistiche previsioni”, commentano i due curatori Luca Faccenda e Marco Parri, “In quest’ultimo weekend abbiamo contato 1892 visitatori, record d’affluenza a due mesi dall’inaugurazione. Un vero boom. La mostra sta tra l’altro innescando numerose iniziative è abbiamo già concluso accordi per replicarla in Svizzera, in Francia e di nuovo in Italia”. La regina Mawusi, protagonista di una vicenda a suo modo bella e paradossale, vive da anni in Italia a Schio, provincia di Vicenza, dov’è punto di riferimento pratico e psicologico sia per la numerosa comunità di immigrati africani locale, sia per le altre comunità sparse in Italia. 46 anni, quattro figli (tre vivono con lei Maria Rosa, Francesca e Federico, 9, 16 e 19 anni) ha lei stessa un nome italiano (Rosina) ed è lei stessa immigrata. In Ghana ha affidato le cure del suo popolo al fratello con il quale, comunque, si consulta spesso. E ogni anno torna in patria con un container di viveri, medicina e indumenti raccolti per lei dalla Caritas e dai volontari dei Salesiani. Doveri istituzionali di sovrana a parte, Nannà Mawusi per vivere è costretta a lavorare. E’ infatti colf presso alcune famiglie, in particolare in casa della signora Dina Frigo che in occasione di un battesimo ha appunto scoperto di avere a che fare con una regina. “Già”, spiega, “Quando entrai in Duomo vidi che era affollato di centinaia di africani, tutti che venivano a baciare la mano alla mia Rosina”. Sarà probabilmente la signora Frigo ad accompagnare a Firenze la regina degli Ashanti in visita ad Africani inAfrica. “Verrò quasi sicuramente la settimana prossima”, dice Nanà Mawusi, “In questi giorni ho un’influenza fastidiosa e sto aspettando di ristabilirmi per venire”. Quanto alle visite scolastiche, nelle tre settimane che restano alla chiusura della mostra sono già prenotati 15 gruppi di 60-70 ragazzi. C’è dunque posto ancora per 5 o 6. Da ricordare infine che Africani inAfrica ospita oltre 130 opere di 20 artisti di una dozzina di Stati e che l’ingresso è libero. Con questi orari: 10-13, 15-19, chiusa il lunedì. Per informazioni: 055.240277, www.Logicamedica.it/africaniinafrica  
   
   
A MILANO DAL 15 APRILE AL 21 MAGGIO 2005 LA MOSTRA BEPI ROMAGNONI ‘RACCONTO’  
 
 Milano, 7 marzo 2005 - Alla galleria Montrasio Arte, il secondo appuntamento delle celebrazioni per i quarant’anni di attività. Quindici opere della serie dei Racconti ripercorrono la carriera di un protagonista del Realismo Esistenziale. In preparazione, il catalogo generale dell’artista, la cui pubblicazione è prevista nel 2006. Dal 15 aprile al 21 maggio, alla Galleria Montrasio Arte di Milano, si terrà la mostra Bepi Romagnoni ‘Racconto’, che presenta un’accurata selezione di quindici opere, appartenenti alla serie dei Racconti, di un protagonista dell’arte italiana ed europea degli anni Cinquanta e Sessanta. Curata da Ermanno Krumm, l’esposizione si propone di indagare una delle figure di riferimento di quel movimento artistico formatosi tra le aule dell’Accademia di Brera che passò sotto il nome di Realismo Esistenziale (denominazione coniata da Giorgio Valsecchi nel 1956), di cui facevano parte oltre allo stesso Romagnoni, anche Giuseppe Banchieri, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi e Tino Vaglieri. La mostra, che rientra nelle celebrazioni dei quarant’anni della Galleria Montrasio, è il primo passo di un progetto che porterà nel 2006 alla pubblicazione del catalogo generale delle opere di Romagnoni, curato da un comitato scientifico composto da Enrico Crispolti, Alberto Montrasio, Giorgio Romagnoni, Flavio Arensi e Raffaele Bedarida. A cinque giovani scrittori (Peter Adamson, Mario Desiati, Marco Mancassola, Tommaso Pellizzari, Mattia Signorini) è stato affidato il compito di comporre altrettanti racconti - che troveranno posto nella pubblicazione che accompagna la mostra - partendo dai titoli di cinque tele di Romagnoni. Al pari degli altri componenti del Realismo Esistenziale, la poetica di Romagnoni si basava sulla considerazione esistenziale della realtà e dell’uomo; una condizione d’angoscia, di risentimento e d’insofferenza umana, ferita e sconvolta dalla guerra, e da quanto questa aveva lasciato, e stimolata dalle letture degli esistenzialisti francesi, in primo luogo Sartre, Camus e Merleau-ponty. In questo periodo, la sua tavolozza preferiva delle tonalità più cupe in cui predominavano i toni del grigio, come pure quelli del bianco e del nero, rifiutando i toni accesi e brillanti di colore. È solo agli inizi degli anni Sessanta che la sua figurazione risente degli influssi di una pittura cromatica e materica, che gli proveniva dagli incontri con l’arte di Matta e di Gorky. È in questo breve lasso di tempo – morirà per un incidente di mare nel 1964 – che Romagnoni introduce, in maniera quasi ossessiva, la parola ‘racconto’ quale titolo delle sue opere, in cui l’artista milanese dà conto di una realtà mutevole, ricca di oggetti e di cose, e in cui spesso utilizza il collage come sua cifra espressiva più caratteristica. I suoi quadri, quindi, diventano la testimonianza del fluire ininterrotto della storia, in cui il guardare, l’indagare, il confrontare gli oggetti tra di loro gli permettono, come lui stesso ebbe a dire, di “mantenere un’attenzione costante e un’apertura ferocemente dinamica sulla realtà”. Bepi Romagnoni. Note biografiche Giuseppe ‘Bepi’ Romagnoni (Milano 1931- Capo Carbonara 1964) si formò nel dopoguerra al corso di pittura di Aldo Carpi all'Accademia di Brera, in profonda amicizia con Mino Ceretti e con gli altri compagni d'Accademia, Banchieri, Guerreschi, Vaglieri che saranno con lui i principali interpreti del Realismo Esistenziale. Alle prime opere geometrizzanti tra '50 e '53 seguono dipinti di clima realistico. Diplomatosi nel 1955 tiene lo stesso anno la sua prima personale alla Galleria Schettini sui temi del quotidiano e della vita urbana, stringe amicizia con il critico e poeta Roberto Sanesi e partecipa alla Vii Quadriennale di Roma. Nel 1956 è presente alla Xxix Biennale di Venezia. Durante il servizio militare inizia un rapporto di lavoro con la Galleria di Giuseppe Bergamini a Milano. Dipinge soggetti militari in opere fortemente espressioniste, ispirate alla pittura di Orozco. Espone nel 1957 da Bergamini e alla Bussola di Roma dove conosce Enrico Crispolti che diverrà uno dei suoi più attenti esegeti. Nel 1958 è a Londra. Espone alla galleria Medusa di Roma nella rassegna ordinata da Crispolti 'Colore, Immagine / Segno, Materia'. Nel 1959 espone al Salone Annunciata di Milano insieme ad Aricò, Bellandi, Ceretti, Francesconi, Schiavocampo, Vaglieri. Sposa Lunella Primaverili. Partecipa alla mostra di tendenza Ceretti - Romagnoni - Vaglieri alla Galleria Bergamini di Milano con una sua dichiarazione in catalogo. Nel 1960 partecipa alla mostra ‘Possibilità di relazione’ alla galleria L'attico di Roma, presentato da Crispolti, Sanesi e Tadini. Nel 1961, compie esperimenti di fotografie prese da rotocalchi, inseriti dapprima nei disegni quindi su tela con la tecnica del collage, elaborata e perfezionata negli anni successivi fino all'introduzione del colore. Nel 1962, tiene una personale alla Galleria Bergamini dove espone, presentato da Emilio Tadini, nuovi collages di grandi dimensioni e ritrovate cromìe, dal titolo di Racconto. È di quest’anno la sua partecipazione alla Xxxi Biennale di Venezia e all’Ica di Londra. Nel 1964 è invitato a Documenta Iii di Kassel, dove espone le proprie opere nella sala con Rauschenberg e Larry Rivers; partecipa alla rassegna ‘13 Festoman’ presso la galleria Trivulzio di Milano e di Parigi sperimentando tecniche fotolitografiche con le quali realizza il manifesto della galleria. Il 19 luglio perde la vita durante la pesca subacquea nelle acque di Capo Carbonara in Sardegna. Tra le esposizioni postume, si segnala quella al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, del 1966. Informazioni: Milano (via Brera, 5) tel. 02 878448 – 02 875522 montrasio@montrasioarte.Com  
   
   
FUTURISMO IN SICILIA (1914 - 1935) 27 MAGGIO - 16 OTTOBRE 2005 TAORMINA (ME), CHIESA DEL CARMINE  
 
Taormina (Me), 7 marzo 2005 - Con la realizzazione di questo importante evento culturale, Taormina Arte, quest'anno, allarga il suo prestigioso cartellone anche alle Arti visive. La mostra Futurismo in Sicilia , realizzata in collaborazione con la Publinews (società che opera da venti anni in Sicilia nel settore mostre) e con il contributo dell'Assessorato Regionale al Turismo, Taormina Arte, sarà allestita nella la Chiesa del Carmine di Taormina. Curata da Anna Maria Ruta, massima autorità in tema di Futurismo siciliano,la mostra mette in luce gli intriganti rapporti che legarono il Futurismo siciliano, pur caratterizzato da una sua cifra inconfondibile di solarità e cromatismi mediterranei, alle altre espressioni del Futurismo nazionale, rivelandone ancor di più l’originalità e il significato portante nella modernizzazione dei processi culturali della Sicilia e dell’Italia negli anni tra le due guerre. Un evento di alto spessore culturale che, sulla scia delle grandi mostre del passato, ricrea i percorsi comuni, le reciproche incidenze, le specificità delle singole personalità e le varie direzioni del movimento stesso, affiancando alle più riconosciute prove degli artisti siciliani, Pippo Rizzo, Vittorio Corona, Giulio D’anna e Giovanni Varvaro importanti opere di alcuni maestri di fama internazionale come Balla, Boccioni, Depero, Dottori, Benedetta Marinetti, Prampolini, Tato ed altri, che in Sicilia operarono partecipando sia alle esposizioni storiche, sia alle iniziative del movimento futurista siciliano. Numerose sono le sorprese riguardanti le opere in mostra, specialmente per quanto riguarda alcuni autori presentati attraverso recenti scoperte assolutamente inedite tra le quali spiccano alcuni grandi dipinti di Pippo Rizzo, il più importante futurista siciliano, e dell'aeropittore messinese Giulio d'Anna. Una chicca anche le gouches del 1927 di Renato Guttuso (allora allievo di Pippo Rizzo) e una tecnica mista di Mimì Lazzaro, poliedrico artista catanese, del quale si erano persi tutti i lavori riguardanti la sua giovanile adesione al Futurismo, quandunque fosse nota la fitta corrispondenza con Marinetti. Il catalogo della mostra è edito da Silvana Editoriale e contiene testi in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Www.taormina-arte.com/futurismo  
   
   
QUARTO APPUNTAMENTO PER LA RASSEGNA DEDICATA A MARCO BALIANI AL TEATRO DELL'ELFO: TRACCE IN SCENA L'8, IL 9 E IL 13 MARZO  
 
Milano, 7 marzo 2005 - È una sorta di conferenza narrativa sui temi dello stupore e dell'incantamento, ispirata all'omonima opera di Ernst Bloch del 1930, un libro programmaticamente eccentrico, dove apologhi, fiabe, leggende, frammenti di dialoghi e conversazioni, romanzi avventurosi o polizieschi vengono raccontati, interpretati e trasfigurati. "Quando ho letto Tracce " - racconta Baliani - "mi sono detto: sarà possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, "pensare affabulando", dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili? Lo stupore e l'incantamento, i due temi che mi hanno guidato, sono luoghi che visito di sovente nel mio lavoro d'attore o quando guido altri attori, sono due sostanze profonde dell'atto teatrale. Vorrei presentare queste sostanze attraverso una specie di mappa, di costellazioni narrative diverse, come un ronzio multiforme di racconti, aneddoti, ricordi, poesie, digressioni, riflessioni, domande. Vorrei alla fine che gli spettatori si alzassero forse sconcertati, dispersi, ma colmi di altre memorie non dette, desiderosi di aggiungere altri racconti alla collana, di completare non il mio lavoro ma il loro percorso, all'interno della mappa. " www.Elfo.org  
   
   
ARLECCHINO CONTINUA IL SUO VIAGGIO CON UNA LUNGA TOURNĖE NEGLI STATI UNITI  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni, storica regia di Giorgio Strehler, oggi ripresa da Ferruccio Soleri, prosegue la sua missione di simbolo del teatro italiano nel mondo con una lunga tournée negli Stati Uniti. Martedì 8 marzo, al Lincoln Center di New York, verrà presentata la prima tappa di questo nuovo “viaggio di Arlecchino”, che si concretizzerà nel luglio prossimo con la partecipazione dello spettacolo al Lincoln Center Festival (20 - 23 luglio 2005). Arlecchino torna a New York dopo la memorabile tournée del febbraio 1960 - al City Center - data che ha segnato il debutto assoluto di Ferruccio Soleri nel ruolo di protagonista, come sostituto di Marcello Moretti. Tra luglio e novembre 2005, Arlecchino sarà a Colorado Springs, Los Angeles, San Francisco, Ann Arbor (Michigan), Minneapolis (Guthrie Teatre’s 2005/2006 International Theatre Festival), e Chicago, dove sono previste sette rappresentazioni al Chicago Shakespeare Theatre.  
   
   
AL TEATRO LITTA PROGETTO “WORK IN PROGRESS” I ANNO IL GIRO DI VITE DI HENRY JAMES DAL 9 AL 20 MARZO 2005  
 
 Milano, 7 marzo 2005 - 'Work in Progress' è un master per la regia teatrale ideato dal Teatro Litta e dedicato allo svolgimento della professione di un giovane regista. Il master si sviluppa in tre anni di lavoro. Il regista Carmelo Rifici ha iniziato con questo spettacolo, nella scorsa stagione teatale, il ciclo delle tre produzioni previste dal master nell' arco del triennio. Il lavoro del regista viene "tutorato" da un regista senior, in questo caso Antonio Syxty, definito 'primo' spettatore dell'intero percorso formativo Due bambini orfani e bellissimi vengono affidati a una giovane istitutrice, che si prenderà cura di loro in un'antica dimora di campagna. Il clima iniziale è di paradiso terrestre. Poi, segnali inquietanti cominciano a insinuarsi, e presenze misteriose si fanno largo nella vicenda. L'istitutrice vede le immagini di due antichi servitori, entrambi morti, che si convince, hanno corrotto i bambini. E qui si affaccia l'enigma che accompagna questa vicenda fin dall¹inizio. I servitori sono o non sono fantasmi? I bambini sono corrotti o innocenti? L'istitutrice è o non è una visionaria? Scritto e pubblicato nel 1898 è uno dei testi capitali di James: dietro l¹apparenza di una storia di fantasmi, nel perfetto stile gotico, James orchestra una stupefacente quantità di temi. Asse del racconto è il tema della ripetizione, il continuo raddoppiarsi degli eventi narrati. I fantasmi rappresentano il Male che si ripete all¹infinito; un¹ossessione che dilaga, moltiplicandosi, nei bambini, nell¹Istitutrice e in tutti i personaggi, anche solo citati, che ruotano attorno alla vicenda. I protagonisti del dramma sono legati da un¹infinita catena di seduzioni, ognuno di loro ama, è riamato, e pretende dall¹altro il totale servilismo. Il Giro di vite è la più spietata requisitoria contro l¹illusoria convinzione che l¹amore sia un sentimento romantico, è una cupa e sinfonica ragnatela di rapporti che svela quanto i legami non siano altro che un gioco crudele tra vittima e carnefice. Il lavoro registico di Carmelo Rifici ne Il Giro Di Vite è stato segnalato da Magda Poli. Domenico Rigotti ed Enrico Marcotti alla voce premi speciali in occasione del referendum premi Ubu 2004. Una storia ³gotica² nell¹Inghilterra vittoriana di Henry James [Š] portata in scena con nitore dal giovane regista Carmelo Rifici e ben recitata da tutte le interpreti. Rifici riesce con bel nitore a ricreare il senso di angoscia e inquietudine che pervade il testoŠcon una gestualità e una recitazione ben lontane dal naturalismo, contrappuntante dalle musiche di Benjanim Britten. Magda Poli Corriere della Sera [Š[Il Giro di vite che con mano esperta è stato ora messo in scena da un giovane regista, che ogni sera si prende gli applausi nel teatro pieno. Anna Bandettini La Repubblica Carmelo Rifici Nato a Cernusco sul Naviglio, laureato in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Teatro dello Spettacolo, Carmelo Rifici si diploma nel 2000 alla Scuola del Teatro Stabile di Torino come attore. Lavora in qualità d¹attore e di regista per il Teatro Stabile di Torino con importanti maestri della scena, tra cui Giancarlo Corbelli, Mauro Avogadro, Franco Branciaroli. Come regista ha realizzato i seguenti lavori: nel 2001 Cinque Capitoli per una condanna da Victor Hugo per il Teatro Stabile di Torino. Nel 2002 Tre sorelle di Anton Cechov in collaborazione con il Teatro della Contraddizione e il Teatro Verdi di Milano. Nel 2004 Il Giro di Vite di Henry James, all¹interno del progetto Work in Progress al Teatro Litta di Milano, I giusti di Albert Camus per il Teatro Comunale di Sinalunga in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino. Scelto da Luca Ronconi per partecipare in qualità di regista alla Scuola di specializzazione per attori e registi finanziata dalla Comunità Europea, nell¹estate 2004 ha così l¹opportunità di lavorare accanto ad importanti interpreti e autori quali Mariangela Melato, Giovanni Crippa, Massimo Popolizio, Alessandro Baricco e Tony Servillo. Al termine dell¹esperienza prepara come esito pubblico finale La gloria di D¹annunzio dirigendo i giovani attori di Ronconi. Per il 2005, all¹interno del progetto Work in Progress, firma la regia de La tardi Ravveduta di Giuseppe Giacosa , prodotto dal Teatro Litta di Milano. Nel 2006, sarà assistente di Luca Ronconi per le produzioni del Teatro Stabile di Torino in occasione delle Olimpiadi Invernali Torino 2006. Www.teatrolitta.it  
   
   
LA PICCIONAIA-I CARRARA AL TEATRO LITTA  
 
Milano, 7 marzo 2005 - E' cominciata il 23 febbraio, la permanenza al Teatro Litta di Milano de La Piccionaia - I Carrara con la commedia di Goldoni: Un Curioso Accidente. Lo spettacolo, realizzato con il contributo della Regione Veneto, ha debuttato a Vicenza lo scorso anno, e ha cominciando in dicembre la sua tournèe, riscuotendo un notevole successo di pubblico e critica, confermando così l'attualità della pièce goldoniana. Ben dieci giorni a Milano dunque, in uno degli spazi teatrali più belli del capoluogo lombardo fino al 6 marzo, con spettacoli ogni sera alle 21.00, (riposo il 28/2) a parte le domeniche 27/2 e 6/3 in cui gli spettacoli andranno in scena nel pomeriggio alle 16.30. Sono previste inoltre tre mattinate per le scuole, appuntamenti particolarmente cari alla produzione vicentina, che è nata con un percorso formativo per gli studenti, una "lezione aperta" in cui assistere alla rappresentazione dello spettacolo, condotta dal regista Flavio Albanese, e un seminario di approfondimento, per studenti ed insegnanti, che ha visto interagire sotto la guida di Carmelo Alberti, R. Cuppone, C. Presotto e Ricciarda Ricorda curatrice del testo per l'edizione nazionale in corso di pubblicazione per Marsilio. Un'occasione importante, che grazie all'intervento della Regione Veneto è stata offerta gratuitamente agli studenti delle scuole superiori di Vicenza, nell'ambito di un progetto più ampio di promozione e diffusione delle grandi pagine del teatro veneto. La proposta di "messa in scena" della Piccionaia lavora in particolare su due fronti: da una parte, l'allestimento rigoroso del testo, secondo una scuola contemporanea che fa riferimento direttamente ai maestri della regia del novecento, in particolare attraverso la scelta di un regista come Flavio Albanese; dall'altra l'utilizzo della sapienza scenica della tradizione delle famiglie d'arte incarnata direttamente da Armando e Titino Carrara, che all'interno della Piccionaia sono la memoria vitale di quei motivi teatrali che stanno alla base della commedia dell'arte.  
   
   
DAL SUCCESSO DI ZELIG, LEONARDO MANERA PRESENTA A SCHIO "ASPETTO E SPERO"  
 
Schio Vi – 7 marzo 2005 - Direttamente da "Zelig Circus" - la fortunata trasmissione di Canale 5 dove ha conquistato il pubblico con il nuovo personaggio: Piter - arriva a Schio (Vi) Leonardo Manera. Giovedì 10 marzo (alle ore 21) al Teatro Astra, il comico più stralunato e sornione della galassia Zelig presenta il suo nuovo spettacolo-varietà "Aspetto E Spero". Manera - in questo periodo protagonista in Tv anche con la fiction "Belli dentro", ambientata dietro e sbarre - racconta la propria vita, alternando autobiografia a cabaret, in un succedersi di situazioni tragicomiche e divertenti in cui il pubblico si immedesima, spinto a ridere a crepapelle. Il tutto, con un unico scopo dichiarato: arriveranno in camerino al termine dello spettacolo nugoli di donne innamorate dell'attore? Manera...aspetta e spera. L'appuntamento comico è una delle ultime date di "Schio Grande Teatro", un progetto della Fondazione Teatro Civico Schio, realizzato con il sostegno di Comune di Schio e Regione Veneto, con la collaborazione del Gat Triveneto e con il contributo di Apindustria Vicenza, Latterie Vicentine, Neores, Meis, Coges. Ma come nasce "Aspetto E Spero"? Semplice. Se un comico non avesse mai avuto problemi (d'amore) forse non avrebbe mai fatto il comico. Leonardo Manera fa il comico, e, a quanto pare, gli riesce benissimo. "Aspetto E Spero", per la regia di Paola Galassi e la produzione Zelig-bananas, è una sorta di varietà che raccoglie gioie e dolori del quotidiano, soprattutto dolori, quelli amorosi (e non), del protagonista, che inducono a prendere in simpatia quel poveraccio che ride delle proprie sventure. Con la solita ironia, Manera dichiara fin dall'inizio dello spettacolo il suo scopo: ricevere in camerino al termine della serata numerose donne per concretizzare eventuali relazioni. E allora conduce la sua missione (impossibile?) con uno show che gioca sul filo del racconto e della parola (ai testi hanno collaborato Marco del Conte e Paola Galassi), che spinge il pubblico a identificarsi e, inevitabilmente, a ridere. Autobiografia e varietà, tra poesia, musica e ricordi, si fondono in una atmosfera giocosa e rarefatta, in cui la risata è spesso al servizio del racconto e, al tempo stesso, strumento per comunicare. Con la sua "faccia un po' così" Manera dà voce a personaggi surreali e decadenti, che compaiono al centro di una scenografia suggestiva e scintillante (grazie al lavoro di Elisabetta Gabbioneta), in un succedersi di situazioni in bilico tra il tragico e il comico Uno spettacolo in cui Manera porta sul palco quindici anni di attività per costruire una dimensione teatrale che va lentamente a comporsi in un racconto autobiografico collettivo, che rivive e rifiorisce attraverso la forza della risata, della poesia, della fantasia. Aspettando e sperando che le donne in sala raccolgano il suo appello... Www.teatrocivicoschio.it  
   
   
NEWTON BATTE GALILEO E LEONARDO, ADAM SMITH PREFERITO A MARX PROCLAMATI A FIRENZE I VINCITORI DEL PREMIO NOBEL ALLA MEMORIA SCELTI DAI VISITATORI DELLA MOSTRA BEAUTIFUL MINDS. UN RICONOSCIMENTO ANCHE PER LE MIGLIORI MOTIVAZIONI  
 
Firenze, 7 marzo 2005 - Dante Alighieri (Letteratura), Isaac Newton (Fisica), Louis Pasteur (Medicina), Dmitrij Mendeleev (Chimica), Adam Smith (Economia), Francesco d’Assisi (Pace). Sono i sei vincitori del Premio Nobel alla Memoria, l’iniziativa realizzata dall’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze con la collaborazione dei visitatori della mostra Beautiful Minds, Premi Nobel, un secolo di creatività, in cartellone a Firenze (Palazzo Strozzi) dallo scorso settembre all’inizio di gennaio. I vincitori sono stati proclamati oggi a Firenze dalla Commissione selezionatrice composta da sei noti studiosi: Franca Angelini (Letteratura Italiana) e Gilberto Corbellini (Medicina e fisiologia), entrambi dell’Università La Sapienza di Roma, Giovanni Paoloni (Archivistica, Università della Tuscia, Viterbo), Marco Beretta (Storia della Scienza, Università di Bologna), Luciano Segreto (Storia Economica, Università di Firenze), Arturo Colombo (Storia delle Dottrine Politiche, Università di Pavia). Come accade per il vero Premio Nobel, la Commissione ha operato secondo proprie valutazioni di merito, indipendentemente dai voti ricevuti dai candidati. Smith ha così battuto Karl Marx, risultato primo per preferenze. Così Newton e Pasteur si sono imposti su Galileo e Leonardo), e Francesco d’Assisi su Gesù di Nazareth. La Commissione ha assegnato un riconoscimento (il gioco da tavolo Come si diventa Premio Nobel ideato dal Museo Nobel) anche alle migliori motivazioni espresse dai votanti. Ecco i vincitori. Riccardo Rossi (Firenze, 34 anni, dermatologo) ha scelto Mendeleev “perché ogni elemento della sua tavola periodica costituisce un anello di congiunzione tra il nostro corpo e il mondo esterno”. Federico Ungaro (Roma, 33 anni, giornalista) ha invece dato la preferenza a Smith “per aver enucleato i concetti di base dell'economia capitalistica ed essere ancora oggi uno degli economisti più citati al mondo”. Marco Sozzi (Cascina, Pisa, 39 anni, ricercatore universitario) ha votato Newton per aver “sistematizzato una descrizione della natura più longeva di chiunque altro con errori perdonabili”. Quanto a Dante, secondo Tommaso Detti (Firenze), “ha colto e fissato la bellezza della lingua italiana”. Per Lamberto Oldrizzi (Verona, 50 anni, medico) Pasteur “ha contributo alla comprensione del meccanismo delle infezioni e alla lotta contro le stesse”. Infine, per Alessandro Corbelli (Verucchio, Rimini, 28 anni, consulente del lavoro), Francesco d’Assisi “è l'immagine più pura della fratellanza”. Dante ha avuto la meglio su Shakespeare (secondo nelle preferenze del pubblico). Tra i votati per la Pace anche il poeta Omero, la Svizzera “per la sua neutralità” e Mozart perché “la sua musica ha contribuito alla diffusione del messaggio di pace fra i popoli”. Nella sezione Economia votati pure il matematico Fibonacci, i consoli romani Caio e Tiberio Gracco “per aver distribuito le terre alla plebe”, e Benjamin Franklin per l’idea di risparmiare energia introducendo l'ora legale. Senza storia la vittoria di Mendeleev nella Chimica, disciplina che ha avuto il maggior numero di segnalazioni. Le più curiose: Maria Giudea (per aver ideato la cottura a "bagnomaria") e Jacob Schweppe, l’inventore di una macchina per addizionare all'acqua l’anidride carbonica, che avrebbe dato il nome alla nota bibita.  
   
   
XXII TROFEO ACCADEMIA NAVALE E CITTA’ DI LIVORNO  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Il Presidente del Comitato Organizzatore del Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno, Contrammiraglio Dario Patti e il Capo dell’Ufficio Sport Vela della Marina Militare, Comandante Angelo Lattarulo, hanno presentato il bando di regata della Xxii edizione del Trofeo presso la sede del circolo “Società del Giardino” di Milano. Si sfideranno di fronte al litorale labronico, nei giorni dal 22 al 25 aprile, le seguenti classi di regata: I.m.s./i.r.c., J24, Este24, 470, Europa, Laser S/r/4.7, Vaurien, L’equipe, Optimist, 2.4 mR. Tra le attività collaterali, di particolare rilievo saranno la cerimonia di apertura su Nave Palinuro, la mostra di modellismo, la sfilata di auto storiche, il concorso “Mare e le Vele”, la dimostrazione di kitesurf, il concorso vetrine, che coinvolgerà l’intera città di Livorno e il gran galà al Teatro Goldoni, dove si esibirà la Banda Centrale della Marina Militare. Fulcro della manifestazione il Villaggio Tuttovela che aprirà il giorno 16 aprile e sarà impreziosito dalla presenza delle Navi Scuola della Marina Militare, Amerigo Vespucci e Palinuro. In primo piano i giovani con le derive, il progetto Sail Training Association, il 17° Trofeo Topolino, le scuole toscane coinvolte in numero sempre maggiore e il sociale: più agguerrito che mai l’equipaggio del J24 Banda Bassotti, un equipaggio speciale di ragazzi Down che affronta le regate con grande entusiasmo e passione. Nel porto mediceo si sfideranno le imbarcazioni della nuova Nytec condotte da non vedenti e una classe, la 2.4 mR che pone sullo stesso campo di regata disabili e normodotati. E ancora il progetto Rainbow, per dimostrare che non esistono barriere insuperabili nello sport. Presentati i candidati a ricevere il prestigioso Oscar della Vela, sarà possibile votarli sul sito internet della manifestazione www.Trofeoaccademianavale.com  Questi i nomi: miglior regatante uomo: Andrea Bonezzi Luca Modena, Vasco Vascotto; miglior regatante donna: Federica Prunai, Ottavia Raggio, Flavia Tartaglini; miglior progetto italiano per la vela: Umberto Felci, Studio Mp Design, Studio Vismara Consulting; miglior velaio: Veleria Ulmer Kolius, veleria Halsey Italia, veleria Andrea Mura Saii Design. Tra le novità di questa Xxii edizione del Tan, l’istituzione del 1° Trofeo Ammiraglio Straulino, che verrà assegnato alla classe I.r.c., in ricordo dell’Ammiraglio Medaglia d’oro alle olimpiadi di Helsinki 1952. Paul&shark si conferma main sponsor della manifestazione, mentre garantiranno il loro prezioso contributo: Autorità Portuale di Livorno, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Camera di Commercio, Alenia Marconi System, Generali, Otomelara, Bnl, Sammontana, Wass, General Cargo, Avanade, Amga, Poralu.  
   
   
DAL 18 APRILE ALL’11 MAGGIO DONNE PIÙ IN FORMA CON LE ‘LEZIONI DI CORSA’ GRATUITE AL PARCO SEMPIONE PER CONCORRERE ALL’AVON RUNNING  
 
Milano, 7 marzo 2005 - Torna domenica 15 maggio a Milano ‘Avon Running – La Corsa delle Donne’, l’appuntamento di sport, salute e benessere tutto al femminile. Ad ‘Avon Running’ si può correre, camminare o passeggiare. Si può scegliere tra il percorso più breve di 5 km a ‘ritmo libero’ o quello più impegnativo di 10 km. Per aiutare le donne ad arrivare allenate e in forma migliore al giorno della manifestazione, il Comune di Milano e Avon Cosmetics promuovono uno speciale corso gratuito di preparazione: le ‘Lezioni di Corsa’. Due volte alla settimana, ogni Lunedì e Mercoledì - a partire dal 18 aprile e fino al 11 maggio dalle ore 18 alle 19, presso il Parco Sempione un team di istruttori coordinati dalla preparatrice Patrizia Chiarella fornirà alle partecipanti indicazioni sulle caratteristiche tecniche e ritmiche della corsa e su una corretta distribuzione dello sforzo. Nulla di agonistico o impegnativo ma soltanto un modo originale per allenarsi e prepararsi in compagnia ed avere consigli e suggerimenti per il proprio fisico, la propria attrezzatura, la propria alimentazione ecc. Punto di ritrovo di ogni lezione il totem in piazza Cairoli (di fronte al megastore sportivo Decathlon). Dopo una fase di riscaldamento comune comprensiva di corsa lenta o camminata veloce, esercizi di stretching e di mobilità articolare, andature e progressivi, il programma viene differenziato su 2 livelli (principianti e progrediti) per rispettare e valorizzare il grado di allenamento individuale. Le ‘Lezioni di Corsa’ sono organizzate in collaborazione con Adidas, Sponsor Tecnico, che promuoverà appuntamenti di prova e test di proprie calzature e abbigliamento, e con il noto marchio di formaggio olandese Leerdammer, Fornitore Ufficiale Avon Running, che proporrà un gustoso ristoro a tutte le partecipanti. Iscrizione: attraverso il sito www.Avonrunning.it  
   
   
SAPPADA WINTER TRIATHLON: BUONA LA PRIMA!! VITTORIA DI WALTER POLLA E GIULIANA LAMASTRA  
 
Sappada (Bl) 7 marzo 2005 – Sono Walter Polla e Giuliana Lamastra i vincitori della prima edizione del Sappada Winter Triathlon, competizione della triplice disciplina andata in scena questa mattina nello splendido Stadio del Fondo di Plodn. Il bolzanino Polla, già nazionale di winter triathlon, ha lasciato sfogare i diretti avversari, Maurizio De Ponte e Luca Nascimbeni, nella prima frazione di 9 chilometri di corsa a piedi per poi innestare il turbo nella parte ciclistica (dove sui 12 chilometri ha fatto segnare il terzo miglior tempo), e conquistare definitivamente la testa della corsa nella parte finale dei 10 chilometri di sci di fondo, grazie anche alle sue doti di maestro di sci. Polla che difende i colori del Triathlon Alto Adige Sudtirol, ha chiuso con il tempo 1:27’57” precedendo di 2’34” l’amico ventottenne Emanuele Marchi del team Progetto Vista Triathlon che ha dimostrato una buona preparazione generale in tutte e tre le discipline. Terzo gradino del podio per il ferrarese Maurizio De Ponte, ex azzurro di duathlon, che nonostante aver fatto segnare i migliori tempi nelle frazioni di corsa e di mountain bike (interamente disegnati su neve!) ha dovuto cedere lo scettro della gara quando si trovava sugli sci stretti. Quinto posto per Nascimbeni preceduto da Luca Alladio del Valle d’Aosta Triathlon Club che grazie anche al buon piazzamento nella analoga competizione di Flassin dello scorso 20 febbraio (con la quale il Sappada Wt si è gemellata), ha conquistato il successo nella combinata Alpi Winter Triathlon 2005. Nella gara femminile il successo non è mai stato messo in discussione: Giuliana Lamastra ha condotto la testa della gara dall’inizio fin sotto lo striscione d’arrivo (tempo finale di 1:43’49”) e Arianna Pasquariello e Luisa Casagrande si sono dovute accontentare degli altri due gradini del podio. Per la portacolori del Val d’Aosta Triathlon Club, doppio successo, perché sommando il tempo odierno con quello della gara di winter triathlon di Flassin, ha potuto conquistare il primo posto nella neonata combinata, a fianco del suo compagno di squadra e di vita, Luca Alladio. Inoltre, la poliedrica Giuliana, è stata oggetto delle attenzioni della troupe di Icarus, trasmissione televisiva di Sky Sport che manderà in onda un servizio sulla manifestazione. Gara aperta anche ai non tesserati della federazione Fitri, dove nella classifica “promozionale” disputata sulle distanze ridotte di un giro (6 km podismo, 9 km mtb e 7 km sci di fondo) hanno vinto Purian Festini e Adriana Gnocchi. Tra i settanta iscritti anche le staffette composte da tre atleti per team, uno per disciplina: successo del Friesian Team, sodalizio organizzatore a fianco dei Camosci di Sappada, con Mirko Galli (corsa a piedi), Francesco Cedrola (mountain bike) e Marco Zaffaroni (sci di fondo). Tutta la gara si è svolta, come già detto, su anelli di neve all’interno dello Stadio di Fondo di Sappada, perfettamente battuti dai volontari dell’As Camosci: per il podismo e lo sci è stato ricavato un circuito di 3 chilometri mentre la mtb si è svolta su un secondo anello di 4 chilometri, ambedue ripetuti tre volte (due nel caso della gara “promozionale”). Una soluzione tecnica che ha rispettato le indicazioni Itu (che mira a candidare il winter triathlon tra i futuri sport olimpici) e che ha reso l’intera competizione estremamente spettacolare. Successo anche organizzativo per il binomio costituitosi appositamente per l’occasione: il Friesian Team e l’As Camosci hanno lavorato congiuntamente per mettere in scena la prima edizione del Sappada Winter Triathlon, gettando così le basi per l’evento 2006 che avrà, a questo punto, ambizioni di più ampio respiro internazionale. Gli aspetti di accoglienza turistica sono stati gestiti dal Consorzio Turistico Comelico Sappada che è anche titolare del progetto Interreg Iiia "Langlauf Dolomitilive" finanziato dalla Unione Europea con fondi Fesr e cofinanziato dalla Regione del Veneto e dalla Comunità Montana Comelico Sappada, e di cui la gara di triathlon è parte integrante. Al progetto hanno partecipato i partner austriaci dell'Osttirol Werbung. Www.camosci.it