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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Luglio 2010
Politica
I PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE, DEL PARLAMENTO E DEL CONSIGLIO EUROPEO DISCUTONO SULLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L´ESCLUSIONE SOCIALE CON I MASSIMI ESPONENTI RELIGIOSI EUROPEI  
 
Bruxelles, 21 luglio 2010 - Circa venti autorevoli rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica e islamica e delle comunità Sikh e Hindu, il 19 luglio, hanno partecipato a Bruxelles, su invito del presidente Barroso, a un incontro copresieduto da Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, e Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, durante il quale hanno discusso modalità efficaci di lotta contro la povertà e l´esclusione sociale quale imperativo ai fini della governance europea. Questo era il sesto di una serie di incontri annuali varata dal presidente Barroso nel 2005. Per la prima volta la riunione ha avuto luogo nell´ambito del nuovo contesto del trattato di Lisbona, il cui articolo 17 prevede che l´Unione intrattenga un dialogo "aperto, trasparente e regolare" con le chiese e le comunità religiose e di pensiero. L´incontro odierno conferma l´importanza che le istituzioni europee attribuiscono a tale dialogo. Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha affermato: "In Europa svariati milioni di cittadini vivono al margine dell´esclusione sociale. Una triste testimonianza per una delle regioni più ricche del mondo! Mentre l´Europa si riprende dalla crisi, auspico che la nuova crescita integri i più vulnerabili nella società tradizionale." Il presidente ha aggiunto: "Le chiese e le comunità religiose forniscono importanti contributi in termini di servizi sociali negli Stati membri dell´Unione. Se vogliamo combattere efficacemente la povertà è essenziale ricorrere alla loro esperienza di lunga data e di ampia portata." Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, ha aggiunto: "La promessa di una vita migliore per tutti, senza eccezioni, deve costituire il fulcro del progetto europeo. La lotta alla povertà e all´esclusione sociale è un compito che richiede la collaborazione di tutti, siano essi laici o esponenti religiosi, a livello locale, nazionale ed europeo. La nostra principale e più importante priorità è ripristinare la sicurezza sociale ed economica. Le chiese devono dare un contributo fondamentale in tal senso: con la loro lunga esperienza in materia, esse partecipano al lavoro svolto con i singoli e le comunità. Questa esperienza non è mai stata così importante come nella crisi attuale." Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, ha affermato: "Come tutti sappiamo, si tratta principalmente di fornire una casa a chi non ce l’ha, di agevolare l’accesso al mercato del lavoro e di dare la possibilità di fruire dei servizi sanitari, garantendo quindi le cosiddette “condizioni materiali di vita". La lotta alla povertà e all´esclusione sociale, tuttavia, rappresenta sostanzialmente anche la volontà di ridare dignità umana a uomini e donne. Per questo motivo è necessario tenere conto anche degli aspetti sociali, culturali ed etici." Nell´ambito dell´Anno europeo contro la povertà e l´esclusione sociale 2010 e attraverso la piattaforma europea della povertà, le istituzioni europee intrattengono un dialogo con la società civile, le Ong, le autorità e altri prestatori di servizi sociali per tentare di trovare nuovi approcci, azioni e partner per un´iniziativa su scala europea finalizzata ad sradicare la povertà. Promuovere l´occupazione, la crescita inclusiva e la coesione sociale è un obiettivo fondamentale della strategia Europa 2020. Uno degli obiettivi condivisi a livello di Ue è quello di ridurre almeno di 20 milioni il numero di europei esposti alla povertà e all´esclusione sociale entro il 2020. I progressi in tal senso saranno misurati mediante tre indicatori principali, nella fattispecie il rischio povertà, le privazioni materiali e il numero di nuclei familiari senza lavoro. Questi indicatori Ue e il monitoraggio regolare dei progressi garantiranno l´assunzione di responsabilità da parte degli Stati membri. Altri due obiettivi prioritari della strategia Europa 2020 riflettono l´esigenza di migliorare l´equità e la qualità nell´istruzione: ridurre l´abbandono scolastico a meno del 10% e portare la fascia dei cittadini di 30‑34 anni che hanno completato studi superiori o equivalenti ad almeno il 40% entro il 2020. La discussione si è tenuta con uno spirito franco e aperto, mentre i leader religiosi di quattordici Stati membri (Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Italia, Paesi Bassi, Grecia, Romania, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Danimarca) hanno espresso il loro sostegno alla strategia Europa 2020 e ai suoi obiettivi in materia sociale e di istruzione. Essi hanno incoraggiato le istituzioni europee ad incrementare ulteriormente lo slancio attuale, specialmente al fine di accrescere l´accesso al mercato del lavoro, offrire servizi sociali più mirati negli Stati membri e garantire pari opportunità per l´accesso all´istruzione e alla formazione. Essi hanno ribadito il proprio costante impegno a favorire la coesione sociale e a incrementare il senso di solidarietà e di impegno civico tra i cittadini europei. Hanno altresì sottolineato che la soluzione della crisi attuale sarà possibile soltanto se le politiche europee saranno incentrate sul benessere della popolazione e sulla giustizia sociale. All´incontro hanno partecipato anche i seguenti membri della Commissione europea: il Vicepresidente Viviane Reding, il Vicepresidente Antonio Tajani, il Vicepresidente Maroš Šefčovič, il Commissario Maria Damanaki e il Commissario László Andor.  
   
   
I MINISTRI DELL´UE INVITANO A ELIMINARE GLI OSTACOLI E SEMPLIFICARE  
 
 Bruxelles, 21 luglio 2010 - La ricerca, lo sviluppo e l´innovazione possono spingere una nuova economia europea se gli ostacoli, come frammentazione, concorrenza inutile tra paesi dell´Ue, errori di brevetti e carenza di ricercatori, sono identificati ed eliminati. È uno dei diversi importanti messaggi dati dai leader di ricerca e industria all´incontro informale del Consiglio competitività dell´Ue, che si è tenuto il 15 e 16 luglio 2010 sotto gli auspici della Presidenza belga. L´incontro ha rafforzato il sostegno per il Piano ricerca e innovazione, che sarà presentato ufficialmente dal Commissario per la ricerca e l´innovazione Máire Geoghegan-quinn a settembre di quest´anno. Il bisogno di semplificare le procedure di finanziamento alla ricerca per rivitalizzare la partecipazione, adesso in calo, dell´industria (in particolare delle piccole e medie imprese (Pmi)) è stato un altro argomento chiave in agenda. I ministri europei hanno riconosciuto l´esigenza di trovare il giusto equilibrio tra il mantenimento dell´integrità della gestione dei fondi pubblici e la fiducia nelle capacità e nella visione della comunità scientifica europea. Come ha detto il Ministro della ricerca scientifica belga, Benoît Cerexhe, "La semplificazione è uno dei metodi per rafforzare la fiducia che riponiamo nei nostri ricercatori". I ministri hanno convenuto che la leggibilità, la coerenza e la stabilità delle regole dovrebbe essere semplificata. Hanno anche convenuto che una definizione appropriata di "risultati della ricerca" è assolutamente necessaria e deve essere sviluppata in conformità sia con gli operatori che con i beneficiari dei finanziamenti. Una definizione troppo stretta, per esempio, potrebbe provocare una tendenza a favorire progetti meno rischiosi e a tralasciare quelli che hanno prospettive più incerte ma che potrebbero fornire progressi significativi nel campo della ricerca. È per questo motivo che la transizione da una prospettiva di finanziamento basata sul costo a una basata sui risultati deve essere affrontata con molta attenzione, dicono i ministri. Hanno sottolineato la necessità che l´eccellenza scientifica rimanga il criterio principale per valutare i progetti. Inoltre, i ministri hanno discusso la possibilità di introdurre "somme forfettarie" nei finanziamenti alla ricerca, hanno affermato di auspicare la riduzione degli strumenti europei esistenti, hanno sottolineato il bisogno di maggiore coordinazione tra l´industria e le politiche di ricerca e hanno raggiunto un accordo su molte proposte della Commissione europea che potrebbero essere adottate nel breve termine senza il bisogno di modificare le regole esistenti (per es. Aumentare il rischio di errore tollerabile da 2% a 3,5%). L´incontro è stato anche un´opportunità per i ministri di discutere una serie di proposte legate al prossimo Piano di ricerca e innovazione. Questo comprende lo sviluppo di un programma per il finanziamento di progetti ad alto rischio, il sostegno ai meccanismi di eco-innovazione, la creazione di un fondo di capitali di rischio per investire in giovani imprese innovative e la promozione di incentivi finanziari e miglior pratica. Per realizzare gli obiettivi della Strategia Europa 2020, i ministri hanno convenuto che si devono creare percorsi più brevi tra la ricerca e il mercato attraverso le Pmi. L´investimento nel campo di ricerca, sviluppo e innovazione è stato riconosciuto come essenziale per la sussistenza delle future generazioni europee. Per maggiori informazioni, visitare: Presidenza belga: http://www.Eu2010.be/  Strategia Europa 2020: http://ec.Europa.eu/eu2020/index_en.htm    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA TUTELA IL DIRITTO DEI CONTRIBUENTI AL RIMBORSO DELL´IVA  
 
Bruxelles, 21 luglio 2010 - La Commissione ha adottato il 15 luglio una proposta che prevede la proroga del termine per la presentazione delle richieste di rimborso dell´Iva relative al 2009. In considerazione dei ritardi nell´attuazione da parte degli Stati membri della nuova procedura di rimborso dell´Iva, entrata in vigore il 1° gennaio 2010, la Commissione propone di dare ai contribuenti un periodo più lungo per introdurre le richieste di rimborso dell´Iva. La Commissione propone inoltre di armonizzare alcune caratteristiche dei portali web nazionali per detto rimborso, al fine di aumentarne l´interoperabilità e l´accessibilità da parte dei contribuenti. La direttiva sul rimborso dell´Iva è entrata in vigore il 1° gennaio 2010 e consente di rimborsare l´Iva relativa alle spese aziendali sostenute da soggetti passivi in uno Stato membro nel quale non sono stabiliti. La direttiva introduce un sistema elettronico grazie al quale il soggetto passivo presenta la richiesta utilizzando un portale web messo a punto dallo Stato membro di residenza. Questi portali web dovevano essere resi disponibili dagli Stati membri entro il 1° gennaio 2010. Tuttavia in alcuni Stati membri vi sono stati ritardi nell´avviamento dei portali, mentre in altri si è verificata una serie di problemi tecnici a livello di elaborazione e funzionamento. A causa di questa situazione i soggetti passivi non hanno potuto presentare le richieste di rimborso. In considerazione dei ritardi verificatisi, e per salvaguardare il diritto dei contribuenti alla detrazione dell´Iva, è opportuno prorogare dal settembre 2010 al marzo 2011 il termine per la presentazione delle richieste di rimborso concernenti le spese sostenute nel 2009. Inoltre, poiché gli Stati membri hanno pareri diversi sull´applicazione della direttiva da un punto di vista tecnico, è necessario istituire un meccanismo efficiente per armonizzare alcune disposizioni particolareggiate in tale ambito. A tal fine la Commissione propone che le sia riconosciuto il potere di adottare – previo parere favorevole del comitato permanente per la cooperazione amministrativa – le disposizioni tecniche necessarie affinché tale regime sia completamente interoperabile a livello europeo. Contesto - La direttiva sul rimborso dell´Iva ha sostituito la procedura cartacea per le richieste di rimborso prevista dalla normativa in materia fin dal 1979. In base alla procedura cartacea, per ottenere il rimborso i contribuenti dovevano inviare le fatture originali a tutti gli Stati membri nei quali avevano pagato l´Iva. Con la nuova direttiva si è inteso semplificare questo processo e ridurre gli oneri amministrativi, prevedendo una procedura elettronica che permette al contribuente di introdurre un´unica richiesta di rimborso nel proprio Stato membro di residenza. Alcuni portali web nazionali sono entrati in funzione con notevole ritardo (l´ultimo a metà maggio) e dalle aziende sono giunti numerosi reclami in cui venivano sottolineate le differenze esistenti nei diversi Stati membri per quanto concerne taluni particolari tecnici relativi al funzionamento pratico dei portali web nazionali. La Commissione ha già avviato alcune iniziative allo scopo di concordare con gli Stati membri i miglioramenti da apportare in questo settore, ma secondo la direttiva in questione ciascuno Stato membro è pienamente responsabile della progettazione dei portali web nazionali. La Commissione ha lanciato un pressante invito agli Stati membri affinché rendano quanto prima interamente operativi i rispettivi sistemi web, così da limitare le conseguenze negative per le imprese.  
   
   
IL VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI INCONTRA LA COMUNITÀ IMPRENDITORIALE DI MONZA E BRIANZA, COMO E LECCO  
 
Monza, 21 luglio 2010 - La strategia per la crescita economica e l´occupazione dell´Unione europea "Europa 2020" apre una nuova era per la politica industriale, mettendo le piccole e medie industrie al centro dell´azione dell´Ue, per uscire dalla crisi e rinforzare la ripresa economica. Lo Small Business Act dà il quadro di riferimento e chiede a tutti i livelli politico-amministrativi e alla comunità imprenditoriale un particolare impegno su questioni come l´accesso al credito, la semplificazione, l´innovazione, l´accesso ai mercati e l´internazionalizzazione. "Pensare anzitutto in piccolo" è il motto dell´azione europea. In questo contesto sono molti i dossier aperti sotto la responsabilità di Antonio Tajani: ad esempio la direttiva sui ritardi nei pagamenti, il piano d´azione sulla semplificazione amministrativa per le Pmi, il nuovo regolamento Reach per il settore della chimica, la tutela dei marchi e dei prodotti, le opportunità della green economy. A Monza il Vice Presidente Tajani si porrà all´ascolto della comunità imprenditoriale, in particolare dei settori della meccanica, del tessile, del legno-arredo, della piccola industria e dei giovani imprenditori e presenterà le priorità d´intervento dell´Unione europea. Programma ore 14.00 Saluti istituzionali Dario Allevi - Presidente della Provincia di Monza e Brianza Renato Cerioli - Presidente di Confindustria Monza e Brianza Franco Keller - Presidente di Confindustria Lecco Ambrogio Taborelli - Presidente di Confindustria Como; Ore 14.45 La parola alle imprese Giovanni Pastorino - Coordinatore Gruppi Industrie meccaniche, Gianluca Brenna -Coordinatore Gruppi Industrie tessili, Mario Barzaghi - Coordinatore Gruppi Industrie legno arredo, Ambra Redaelli - Coordinatore Comitati Piccola Industria, Stefano Poliani - Coordinatore Gruppi Giovani; Ore 16.30 Conclusioni On. Antonio Tajani - Vice presidente della Commissione europea per l´industria e l´imprenditorialità. Mercoledì 21 luglio 2010 ore 14.00 Incontro con il Vice-presidente della Commissione europea per l´industria e l´imprenditoria On. Antonio Tajani Confindustria Monza e Brianza viale Petrarca 10, Monza per iscriversi inviare una conferma al seguente indirizzo e-mail: astrusi@aimb.It    
   
   
UE: PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA SUL FUTURO DELLE INDUSTRIE CULTURALI E CREATIVE  
 
Bruxelles, 21 luglio 2010 - La Commissione europea ha da tempo avviato una consultazione pubblica on line volta a mettere a frutto il potenziale delle industrie creative e culturali dell´Europa. La consultazione è collegata ad un nuovo Libro verde che evidenzia la necessità di migliorare l´accesso ai finanziamenti, soprattutto per le piccole imprese, in quanto elemento chiave per consentire al settore di prosperare e contribuire a una crescita sostenibile e inclusiva. "Le industrie culturali e creative dell´Europa non sono soltanto essenziali per assicurare la diversità culturale del nostro continente, esse sono anche uno dei nostri settori economici più dinamici e sono chiamate a svolgere un ruolo importante per aiutare l´Europa ad uscire dalla crisi" ha affermato Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. Il commissario ha lanciato la consultazione pubblica in occasione di una conferenza stampa a Bruxelles con la partecipazione di Peter Dundas, direttore creativo di Emilio Pucci, uno dei più antichi marchi di lusso italiani. "Plaudo alla pubblicazione del Libro verde della Commissione europea poiché questo evidenzia il ruolo centrale svolto dall´industria creativa e artistica quale volano della crescita economica europea"ha affermato il signor Dundas. Il settore, che comprende le arti dello spettacolo, le arti plastiche e visive, il patrimonio culturale, il cinema, la televisione e la radio, la musica, l´editoria, i videogiochi, i nuovi media, l´architettura, la moda e la pubblicità, offre posti di lavoro qualitativamente validi a 5 milioni di persone nell´Ue. Ad esso corrisponde il 2,6% del Pil europeo – un risultato superiore a quello di molte industrie manifatturiere. Le industrie creative e culturali crescono inoltre a un ritmo più celere rispetto alla maggior parte degli altri settori economici. La digitalizzazione e la globalizzazione aprono nuove opportunità sul mercato, in particolare per le piccole imprese. Ma queste imprese si trovano spesso ad affrontare ostacoli per realizzare appieno le loro potenzialità. La consultazione pubblica incoraggerà gli interessati a riflettere su quesiti quali: Come possiamo agevolare l´accesso ai finanziamenti per le piccole imprese e le microimprese il cui unico capitale è costituito dalla loro creatività? In che modo l´Ue può assicurare il giusto mix di creatività e di capacità manageriali in questi settori? Come possiamo incoraggiare l´innovazione e la sperimentazione, compreso un più ampio uso delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione? Le industrie culturali e creative contribuiscono anche alla competitività e alla coesione sociale delle nostre città e regioni. Capitali europee della Cultura quali Lilla, Liverpool ed altre dimostrano come l´investimento in questo settore serve a creare posti di lavoro e contribuisce a trasformare l´immagine delle città. Anche se si sviluppano in primo luogo a livello locale e regionale, le industrie culturali e creative possono raggiungere un pubblico globale dando lustro all´Europa in tutto il mondo. Un aiuto al loro contesto locale e regionale può rappresentare per loro un trampolino di lancio per ottenere un successo su scala globale. Le industrie culturali e creative possono anche avere ricadute benefiche su un´ampia gamma di altre imprese e sulla società nel suo insieme. I designer, ad esempio, sono diventati via via figure essenziali della dirigenza di molte grandi imprese. La consultazione pubblica lanciata dal Libro verde durerà fino alla fine di luglio. Http://ec.europa.eu/culture/our-policy-development/doc2577_en.htm    
   
   
A BRUXELLES LA “SUMMER SCHOOL” IN ISTITUZIONI E POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA  
 
Venezia, 21 luglio 2010 - Si sta svolgendo in questi giorni a Bruxelles la seconda edizione della Scuola estiva di approfondimento sulle istituzioni e sulle più significative politiche dell’Unione europea, un corso rivolto a giovani laureati, organizzato dalla Provincia autonoma di Trento in partenariato con la Regione Veneto, che, attraverso il proprio Ufficio per i rapporti con l’Ue di Bruxelles, aveva promosso con successo per la prima volta l’iniziativa lo scorso anno. Il corso è gratuito e ha una durata di due settimane: un periodo di full immersion, condotto da funzionari della Commissione europea, del Parlamento europeo e della Corte di giustizia in primis, durante il quale sono affrontati temi quali la storia dell’integrazione europea, l’organizzazione, le funzioni e le procedure delle Istituzioni Comunitarie, il mercato unico, le principali politiche comunitarie (coesione, politica industriale, sanità e tutela dei consumatori, società dell’informazione, politica agricola comune, ricerca e sviluppo tecnologico, concorrenza, commercio, energia e ambiente), relazioni esterne e una panoramica sulle iniziative di lobbying. L’iniziativa si propone di ampliare e completare la formazione accademica di un selezionato gruppo di dieci laureati trentini e di trenta veneti, attraverso un approccio teorico e pratico di qualità, garantito da relatori particolarmente esperti e preparati: uno strumento, quindi, di sicura utilità per chi vuole eventualmente intraprendere, o proseguire, una “carriera europea”. “Per il secondo anno consecutivo – è il commento dell’assessore veneto alle politiche dell’istruzione e della formazione, Elena Donazzan – la Regione del Veneto offre ad un gruppo di laureati un utile strumento formativo e informativo sulle istituzioni europee, il cui ruolo è sempre più determinante in tanti settori che influenzano la nostra vita quotidiana. E’ fondamentale, dunque, che chi potrà essere chiamato ad operare in quest’ambito o a confrontarsi con esso sul piano professionale, sviluppi una conoscenza approfondita degli organismi comunitari e delle loro politiche, avvalendosi di un qualificato apporto didattico fornito da esperti “addetti ai lavori”. Per questo la Summer School deve essere considerata un’occasione preziosa nel percorso di costruzione di una classe dirigente consapevole e preparata, in grado di ben rappresentare in tutte le sedi, nazionali ed internazionali, il nostro Veneto”.  
   
   
ALLARGA GLI INTERESSI AZIENDALI NELL’ EUROREGIONE SENZA CONFINI  
 
A seguito della nascita dell’ Euroregione senza confini, www.Marketpress.info/  ha deciso di avviare una nuova iniziativa all’interno della quale le aziende e le attività commerciali interessate potranno farsi conoscere ed offrire i loro prodotti e servizi tramite delle inserzioni pubblicitarie nelle tre lingue: che supportano l’’Euroregione senza confini : italiano, tedesco e sloveno. Ogni inserzione verrà tradotta in queste tre lingue e ciò consentirà alle aziende e alle attività commerciali di farsi conoscere senza problemi in Italia, Austria e Slovenia. La traduzione delle inserzioni pubblicitarie nelle tre lingue originali dell’ Euroregione estenderanno il raggio d’azione e quindi, per gli inserzionisti, vi saranno delle concrete possibilità di incrementare il giro di affari. Le aziende e le attività commerciali interessate a questo nuovo servizio possono mandare, nella loro lingua originale, un testo e la richiesta di preventivo via e-mail a: redazione@marketpress.info  
   
   
ERWEITERN SIE IHREN AKTIONSRADIUS MIT “EUROREGIONE SENZA CONFINI”  
 
In Folge der Gründung der “Euroregione senza confini“ (Euroregion ohne Grenzen) startet www.Marketpress.info/  eine neue Initiative für Unternehmen und Geschäfte, die mit Hilfe von Werbeanzeigen in drei Sprachen ihren Bekanntheitsgrad steigern und Produkte und Dienstleistungen anbieten können. Die Sprachen der “Euroregione senza confini” sind Italienisch, Deutsch und Slowenisch. Jedes Inserat wird in diese drei Sprachen übersetzt. Das heißt, jedes Unternehmen und jedes Geschäft kann in Italien, Österreich und Slowenien für sich Werbung machen. Die Übersetzungen in die drei Sprachen der “Euroregione” erweitern den Aktionsradius und bieten den Inserenten die konkrete Chance zur Umsatzsteigerung. Interessierte Firmen und Geschäfte können das Inserat und die Anfrage nach einem Kostenvoranschlag, natürlich in ihrer Sprache, an folgende E-mail-adresse senden: redazione@marketpress.info  
   
   
RAZŠIRJAJTE INTERES VAŠEGA PODJETJA Z »EUROREGIONE SENZA CONFINI« (»EVROREGIJA BREZ MEJA«)  
 
V nadaljevanju formiranja »Evroregije brez meja« (»Euroregione senza confini«) se je www.Marketpress.info/  odloèila da zaène z novo iniciativo preko katere se bodo zainteresirana podjetja in komercialne aktivnosti lahko predstavila in ponudila njihove proizvode preko reklamnih oglasov v treh jezikih, kateri se uporabljajo v »Evroregiji brez meja«: v italijanšèini, nemšèini in slovenšèini. Vsak oglas bo preveden v te tri jezike in to bo omogoèilo podjetjem in komercialnim aktivnostim predstavitev v Italiji, Avstriji in Sloveniji. Prevod reklamnih oglasov v te tri jezike Evroregije omogoèa širitev akcijskega kroga, to pa pomeni za oglaševalce konkretne možnosti poveèanja poslov. Podjetja in komercialne aktivnosti, ki se zanimajo za to novo servisno službo, lahko pošljejo v svojem jeziku besedilo oglasa in zahtevo za predraèun na e-mail redazione@marketpress.info  
   
   
MSE: LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE VA ON LINE DAL 21 LUGLIO IL NUOVO SITO WEB – WWW.UIBM.GOV.IT/ - DELLA DIREZIONE GENERALE PER LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE – UFFICIO ITALIANO BREVETTI E MARCHI DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO  
 
 Roma, 21 luglio 2010 – La lotta al falso imbocca la via della rete. Dal 21 luglio, infatti, nasce il nuovo sito web - www.Uibm.gov.it/   - della Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione–ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico, che consentirà un’adeguata informazione sulle misure per la lotta alla falsificazione dei prodotti e per la tutela della proprietà intellettuale. La contraffazione è, infatti, un fenomeno che colpisce in modo molto pesante e trasversale tutto il sistema economico nazionale, dalle imprese ai lavoratori, dall’amministrazione pubblica ai consumatori, e secondo il Censis il settore realizza un fatturato di oltre 7 miliardi di euro, con un danno all’erario che supera i 5 miliardi e una perdita di almeno 130 mila posti di lavoro. «L’obiettivo del nuovo sito è quello di coinvolgere soprattutto i cittadini, in maniera concreta e diretta, sulle politiche, sulle iniziative finalizzate alla diffusione del consumo consapevole e sui rischi connessi al fenomeno del mercato del falso», ha detto l’avv. Loredana Gulino, direttore generale del Ministero per la lotta alla contraffazione, ricordando che «con il nuovo sito web sarà anche possibile far conoscere e promuovere i marchi, i brevetti, i disegni e i modelli, autentici capisaldi dell’inestimabile patrimonio del Made in Italy». La home page del nuovo ambiente web è di forte impatto ed è strutturata in modo da permettere all’utente, attraverso una facile navigazione, di accedere alle varie sezioni del sito che maggiormente lo interessano. Ulteriore punto di forza è la navigazione per Aree Tematiche: lotta alla contraffazione, proprietà industriale, brevetti, marchi, disegni e modelli e, grazie ad un pratico ed essenziale dizionario, sarà possibile rintracciare rapidamente i temi e i contenuti di interesse. Inoltre, attraverso la storica banca dati dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi l’utente ha la possibilità di consultare un consistente archivio digitale che raccoglie le informazioni relative alle domande brevettuali depositate presso le Camere di Commercio; il motore risponde mediamente a circa 30.000 interrogazioni giornaliere, secondo chiavi quali "codice", "data", "provincia", "testo", "titolare", "classe", e permette la consultazione avanzata, attraverso la combinazione di più criteri di ricerca. –  
   
   
LOMBARDIA: CENTRO INTERNAZIONALE FOTONICA,FIRMATA L´INTESA SI STUDIA ENERGIA SOLARE DEL FUTURO. APERTO AD ALTRI SOGGETTI FORMIGONI: VERSO LA CREAZIONE DI UNA NOSTRA SILICON VALLEY  
 
 Milano, 21 luglio 2010 - La realizzazione, in Lombardia, di un Centro internazionale sulla fotonica per l´energia è il contenuto del Protocollo d´Intesa sottoscritto ieri, al Palazzo Pirelli, dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, con Gianluca Galzerano e Massimo Inguscio, in rappresentanza del presidente Luciano Maiani per il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr), il presidente Giampio Bracchi per la Fondazione Politecnico di Milano e il presidente Marco Tronchetti Provera per Pirelli. Presenti anche l´assessore all´Ambiente, Energia e Reti della Regione Lombardia, Marcello Raimondi e il sottosegretario all´Università e Ricerca, Alberto Cavalli. L´accordo - "La decisione di realizzare il Centro, che sarà aperto a tutte le realtà lombarde che vorranno aderirvi - ha spiegato Formigoni - nasce dalla convinzione che la nanofotonica - cioè la tecnologia di elaborazione della luce a livello nanometrico, la conversione fotovoltaica dell´energia solare e la progettazione di strutture nanometriche - avrà un ruolo determinante nel prossimo futuro". Scopo del Centro è quello di realizzare un sistema di generazione fotovoltaica, ad elevata efficienza, basato sulla combinazione di concentratori fotonici statici dell´energia solare e di elementi fotosensibili particolarmente evoluti, mettendo a frutto le competenze di ricerca e sviluppo più avanzate esistenti sul territorio lombardo, incluso il Cnr e le maggiori università, nel campo della nanofotonica. Il ruolo della Regione è quello di ente facilitatore, con l´obiettivo di promuovere il coinvolgimento di tutti i potenziali soggetti presenti sul territorio, supportare il processo che condurrà alla nascita del Centro, senza diventarne socio né diventandone parte gestionale e giuridica. La Regione potrà anche fornire indicazioni scientifiche da adottare, supportare l´acquisizione di risorse addizionali finalizzate allo sviluppo del Centro, valutare l´eventualità di cofinanziare progetti delle attività di ricerca del Centro attraverso risorse nazionali o comunitarie. "Oggi la Lombardia compie un altro passo importante - ha aggiunto Formigoni - per lo sviluppo di una regione innovativa ed aperta, terreno fertile per la nascita ed il sostegno di nuove idee ed occasioni di business. E questo è possibile non solo perché siamo attenti al tema dell´innovazione, ma anche grazie alla operosità e ingegnosità di alcuni grandi soggetti, privati e pubblici, che si adoperano insieme a noi per rendere il nostro territorio più competitivo". "Con questo progetto - ha detto ancora Formigoni - la Lombardia si candida a diventare leader internazionale nel campo della fotonica per l´energia, a beneficio anche delle aziende presenti sul nostro territorio, che operano nel settore. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso il sogno di realizzare una silicon valley lombarda. E questo passo non è isolato, bensì segue molti altri passi già compiuti e che contribuiscono alla crescita della competitività del nostro territorio". "Il Centro internazionale della Nanofotonica - ha concluso il presidente - è realmente un´occasione di sviluppo per il nostro territorio, perché investe molti temi strategici per la crescita della nostra regione su cui stiamo già lavorando da tempo: la riduzione della dipendenza energetica dall´estero, l´utilizzo delle fonti alternative per la produzione di energia elettrica e il risparmio energetico". I Nuovi Pannelli Solari - I concentratori fotonici, a struttura planare, avranno la proprietà di utilizzare la luce solare durante tutto il periodo d´insolazione senza richiedere l´uso di strutture meccaniche mobili per l´inseguimento della posizione del sole. Tecniche di nanolavorazione di materiali amorfi saranno applicate per realizzare i concentratori fotonici della luce solare, convogliando e concentrando quindi tale luce verso gli elementi di fotoconversione. I dispositivi di fotoconversione che, grazie alla concentrazione, avranno superficie ridotta rispetto all´area illuminata, saranno basati su silicio convenzionale, ma con una speciale nano-lavorazione superficiale realizzata per mezzo di laser di nuova generazione a impulsi ultrabrevi (femtosecondi). In tal modo si riuscirà ad aumentare in maniera considerevole l´efficienza di conversione dell´energia solare. Nel corso dello sviluppo delle attività del Centro si otterranno prototipi preindustrializzati di pannelli solari che avranno potenzialmente costi di produzione significativamente più bassi, rispetto ai prodotti attuali, grazie alla combinazione "virtuosa" tra il minore impatto del costo del silicio, assicurato dalla riduzione della superficie del fotoconvertitore, e il costo assai limitato dei concentratori planari, se prodotti in grandi volumi. Il Commento Dei Partner Del Progetto - Per Luciano Maiani, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tale accordo "rafforza la proficua collaborazione tra ricerca e realtà industriali che il Cnr persegue da sempre. Una sinergia capace di creare opportunità di crescita e ricchezza non solo per il tessuto economico regionale, ma per l´intero Paese. La nanofotonica è una delle frontiere più promettenti della ricerca scientifica e il Cnr ha personale, mezzi e strutture di assoluta competitività, in grado di fornire le conoscenze indispensabili a tradurre la scienza in soluzioni utili alla società". "La Fondazione Politecnico di Milano opera con l´obiettivo di avvicinare e rendere sistematico il rapporto dell´università e della ricerca con gli enti pubblici e il mondo industriale. La firma del Protocollo d´intesa tra Regione Lombardia, Ifn - Cnr, Pirelli e Fondazione Politecnico - ha spiegato Giampio Bracchi, Presidente Fondazione Politecnico di Milano - rappresenta un significativo esempio di questa sua missione". "Con la creazione del Centro di Nanofotonica per l´Energia - ha proseguito Bracchi - si rafforza l´importante collaborazione del Politecnico di Milano nel campo della fotonica sia con Pirelli, già avviata tramite il Consorzio Corecom, sia con l´Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr, che ha sede nel nostro ateneo. Un esempio di come, unendo le forze, si possano mettere a sistema le migliori competenze di ricerca presenti sul territorio e dar vita nell´area lombarda a poli tecnologici di avanguardia con importanti ricadute sullo sviluppo industriale del nostro tessuto economico". "Pirelli è costantemente impegnata nel sostenere la ricerca e la formazione - ha dichiarato Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli - motori della crescita e dello sviluppo economico del Paese. Il protocollo siglato oggi si inserisce in questa direzione, rappresentando un significativo contributo all´innovazione in un settore chiave quale quello delle energie rinnovabili attraverso un virtuoso esempio di collaborazione tra Istituzioni, Università, Centri di Ricerca e Industria. Contribuiremo a questo progetto mettendo a disposizione infrastrutture e strumentazioni avanzate, unite all´esperienza maturata nel tempo dai nostri ricercatori nel campo della fotonica con il Politecnico di Milano per dare un impulso concreto alla crescita della green economy, area che vede anche il nostro gruppo direttamente attivo attraverso Pirelli Ambiente e Pirelli Eco Technology".  
   
   
TOSCANA, ROSSI AL GOVERNO: «COINVOLGETECI CONTRO L´EVASIONE FISCALE» SÌ AL CIE, SE PICCOLO E ATTENTO AI DIRITTI UMANI. ALTA VELOCITÀ: «NON FARE IL TUNNEL SAREBBE UNO SBAGLIO» E SULL´AEROPORTO DI FIRENZE: «PUÒ CONVIVERE CON IL PARCO, MENO CON NUOVE COSTRUZIONI»  
 
Firenze, 21 luglio 2010 - Dalla manovra del governo alla lotta all´evasione fiscale, dal sottoattraversamento ferroviario e l´aeroporto di Firenze ai centri di identificazione ed espulsione (Cie). Nel consueto briefing settimanale con i giornalisti il presidente della Toscana è tornato a criticare duramente la manovra del governo. «Altro che risparmi sui costi della politica – dice Rossi – Non ci sottraiamo a fare la nostra parte. Entro l´estate presenterò un piano di contenimento dei costi. Ma pur razionalizzando tutto il possibile ed intaccando anche la ´carne viva´ di alcuni servizi importanti, al massimo potremo recuperare 100 milioni, un terzo dei 320-250 che il governo ci taglia e che in gran parte avremmo messo a disposizione di Comuni e Province. Tagli ai servizi ai cittadini». «Questa Finanzia ria – commenta - ne ha per tutti e comporterà sacrifici enormi che non riguardano la politica». Qualche esempio? «Sono a rischio 51 milioni per lo sviluppo economico - ricorda il presidente - per non parlare del trasporto pubblico locale che rischia di veder dimezzate le risorse a disposizione». Ed allora? Rossi ha una proposta, che viene incontro anche ad un´esigenza fondamentale del futuro federalismo fiscale, quella di una base imponibile certa per enti locali e territoriali. E la proposta è netta e chiara: «Occorre recuperare l´enorme evasione fiscale che c´è in Italia, 120 miliardi la stima dell´Agenzia delle Entrate, ma anche in Toscana – annuncia - Occorre su questo fronte coinvolgere le Regioni e far sì che una parte rilevante di quanto recuperato resti sul territorio. E´ l´unico modo perché a pagare non siano sempre gli stessi e per coniugare rigore, sviluppo ed equità. Spero che il governo sia abbastanza assennato per sedersi attorno ad un tavolo e discuterne». Parco e aeroporto compatibili; meno nuove costruzioni - Rossi torna a parlare anche dell´aeroporto di Firenze. Lunedì prossimo arriverà infatti in giunta la delibera che avvia l´iter per l´integrazione al piano di indirizzo territoriale e dunque la realizzazione di una nuova pista. «Il parco della piana e lo sviluppo dello scalo non sono in contrapposizione – dice Rossi – Semmai potrebbe esserlo il voler costruire vicino all´aeroporto». E dunque la cittadella dello sport, lo stadio, i centri direzionali, case ed appartamenti. «Dovranno essere fatte verifiche. Se poi ci potrà star tutto, va bene così – aggiunge il presidente - Per noi la priorità, accanto a parco della piana e termovalorizzatore, è lo sviluppo dell´aeroporto». Rossi conferma anche l´opportunità di un´integrazione tra gli scali di Pisa e Firenze, e dell´ipotesi di una fusione tra le società che li gestiscono dice: «Non so se sarà fattibile ed economicamente sopportabile, ma se lo fosse non mi dispiacerebbe». Il tunnel s´ha da fare - Quindi parla del tunnel ferroviario di sette chilometri che dovrà essere scavato sotto Firenze e del nodo dell´alta velocità cittadino. Domani mattina ci saràun incontro con l´amministratore delegato di Fs Mauro Moretti e di seguito con il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il presidente della Provincia Andrea Barducci. Si parlerà del trasporto regionale e della Tav. «Sul nodo fiorentino e il sottoattraversamento ferroviario la decisione oramai è presa – ripete Rossi, rispondendo a chi continua ad avere dubbi sul progetto – Occorre fare presto e bene naturalmente, tutelando cittadini ed ambiente, ma fermarsi a questo punto sarebb e un errore». Sì al Cie, se ci sarà rispetto dei diritti umani - L´ultima battuta è sui Cie, i Centri di identificazione ed espulsione per immigrati clandestini. Il governo propone che uno sorga a Campi Bisenzio. «Incontrerò il sindaco Chini» annuncia Rossi. «Non siamo a favore della Bossi-fini - prosegue - il cui errore sta nell´aver legato il lavoro alla presenza, un vulnus costituzionale e non ci piacciono i Cie. Però esistono e confermiamo una leale collaborazione, a specifiche condizioni: a patto che il Cie in Toscana sia una struttura piccola, con assistenza sanitaria, gestito da un volontariato attento e con tempi massimi di permanenza possibilmente inferiori ai sei mesi proposti dal governo che ci sembrano troppo lunghi». Quanto ai cinesi a Prato il presidente ha ricordato come il ministro Maroni abbia detto sì al tavolo nazionale chiesto dalla Regione. Oltre alla Regione e al Miniistero dell´interno ne faranno parte Comune, Provincia e rappresentanti di vari ministeri.  
   
   
MEZZOGIORNO, NUOVAMENTE AL CENTRO DELLO SVILUPPO IORIO (MOLISE): "IL SUD HA BISOGNO ALMENO DELLE RISORSE ORDINARIE PER SUPERARE IL GAP ECONOMICO ED INFRASTRUTTURALE CON IL RESTO DEL PAESE E LA MANOVRA DEVE CONTENERE MISURE PEREQUATIVE"  
 
 Roma, 21 luglio 2010 - Nel corso del dibattito che ha fatto seguito alla presentazione ufficiale del Rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell´industria nel Mezzogiorno), cui hanno preso parte i Presidenti delle Regioni del Sud unitamente al Ministro Fitto, Iorio non ha avuto peli sulla lingua: "I dati del Rapporto testimoniano come al Sud d´Italia, per circa dieci anni, siano stati diminuiti i fondi ordinari in maniera determinante e costante. Questo ha comportato che le Regioni, per assicurare i servizi e le strutture di base ai propri cittadini, abbiano dovuto utilizzare le risorse di fondi straordinari destinati allo sviluppo. È questa una somma ingiustizia che fa sì che, al danno della mancanza di risorse, si aggiunga la beffa dell´accusa di cattiva gestione dei fondi speciali". "Come si può gestire e pensare allo straordinario, se prima non si può fornire l´ordinario?", ha fatto notare Iorio. "Non si è mossa in maniera diversa da questa impostazione - ha detto - la Manovra finanziaria del Governo, che ha operato dei tagli senza preoccuparsi della riduzione dei servizi che avrebbero subito i cittadini. Tagli indiscriminati che, addirittura secondo taluni, dovrebbero tenere al riparo le regioni virtuose, quelle cioè che per tante ragioni strutturali e di carattere storico hanno i cosiddetti «conti a posto» perché si fregiano di un´economia forte ed evoluta. Anche qui, di nuovo, al danno, la beffa". In effetti, la stura al Presidente Iorio è stata data proprio dall´analisi fatta dal Rapporto Svimez che, con dati scientifici ed incontrovertibili, ha riportato il Mezzogiorno al centro di ogni politica di sviluppo che si possa immaginare per il prossimo futuro del Paese. E´ ormai da diversi anni, infatti, che, tanto nei tavoli istituzionali che in quelli della politica, e quindi dell´economia, la parola Mezzogiorno non venga, per lo più, mai menzionata, e nel caso la si evochi, sia intesa come sinonimo di spreco, di cattiva amministrazione o, come accaduto nell´ultimo periodo, di cialtroneria. Un atteggiamento che il Presidente Iorio ha giudicato intollerabile: "Siamo di fronte ad un sistema di comunicazione che tende a voler cancellare anni di storia di governo di questa parte d´Italia che, pur tra mille difficoltà ed errori, ha prodotto comunque uno sviluppo ed una crescita dei territori meridionali". Iorio ha citato il caso Molise, una regione che, utilizzando bene e con le tempistiche opportune i fondi strutturali, è riuscita a raggiungere una qualità di vita e uno sviluppo tali da farla uscire dall´Obiettivo Uno (Aree sottosviluppate) per entrare a pieno titolo nell´Obiettivo Due (Area competitività) dell´Unione Europea. "Al dibattito sugli sprechi - ha aggiunto -, che pur ci sono stati e che vanno, con comportamenti virtuosi, eliminati, non si è voluta contrapporre un´altra riflessione, che oggi con piacere la Svimez fa, circa la non veridicità dell´asserito stanziamento di fondi per il Sud in maniera consistente, e al di fuori delle necessità, tanto da determinarne un cattivo utilizzo e quindi uno spreco ai danni del Nord". Il Presidente della Regione Molise ha insistito sulle necessità di dover porre caparbiamente il Mezzogiorno al centro di ogni idea di sviluppo dell´Italia pretendendo che esso abbia almeno le risorse ordinarie cui ha diritto per avviarsi a superare il gap che ha con il resto del Paese. Ha chiesto, inoltre, che la Manovra finanzia del Governo abbia al suo interno misure perequative atte a far sì che i tagli non colpiscano le regioni che attuano comportamenti virtuosi, quelle cioè che si impegnano responsabilmente a porre in essere politiche di rigore e di buon governo. Stesso leitmotiv, il Presidente lo ha espresso in un incontro che ha tenuto nella tarda mattinata con il Vice Presidente di Confidustria, Cristina Coppola, e con i Rappresentanti nazionali di Cgil, Cisl e Uil, sulle strategie e sulle programmazioni da porre in essere, ciascuno per la propria responsabilità, per lo sviluppo del Mezzogiorno. "E´ emersa la volontà - ha riferito Iorio - di collaborare insieme e di avere una forte interlocuzione con il Governo nazionale per chiedere che venga salvaguardato il diritto del Mezzogiorno d´Italia ad essere messo in condizioni di partenza paritetiche al Settentrione per affrontare la fase attuativa del federalismo e superare il momento di crisi internazionale che stiamo vivendo. Abbiamo quindi concordato con Confindustria e i Sindacati di mantenere un confronto e un dialogo stabile sulle singole problematiche di ciascuna Regione per mettere in campo politiche mirate, condivise e confacenti alle rispettive realtà sociali, economiche, demografiche e ambientali".  
   
   
IL PRESIDENTE SCOPELLITI È INTERVENUTO AL COMITATO DI SORVEGLIANZA SUI POR CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 21 luglio 2010 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha presieduto ieri mattina, a Cosenza, la seconda giornata dei lavori del Comitato di Sorveglianza sui Por Calabria. Nel suo intervento ha fatto il punto sullo stato di attuazione del Por. Il Presidente ha sottolineato che la volontà della Giunta non è quella di azzerare tutto ciò che si è fatto in passato ma, in considerazione anche della richiesta da parte della Commissione europea di non creare grandi scompensi, si tenterà di recuperare quello che è possibile inserendo, però, nel programma “le nostre idee guida. Non è un problema di spesa – ha detto Scopelliti ma di qualità della spesa che vuole dire, in altre parole rendere positiva un’azione. Questo perché l’Unione Europea deve monitorare la capacità di spesa delle risorse.” Riferendosi, poi, al Porto di Gioia Tauro Scopelliti ha evidenziato che “chi ci ha preceduto ha disatteso tutto, dimenticando che Gioia Tauro rappresenta il baricentro del Mediterraneo.” Il Presidente della regione ha concluso ribadendo l’impegno a voler investire, anche attraverso i Por sulle infrastrutture nel territorio”.L’assessore regionale alla Programmazione Giacomo Mancini dal canto suo si è detto soddisfatto per la buona riuscita della riunione del Comitato di Sorveglianza. “Grazie a questo incontro – ha detto – oggi la calabria ha avuto l’opportunità di presentare i nuovi vertici politici ed i nuovi dirigenti ai rappresentanti del Governo italiano e dell’Unione Europea, che ringrazio per la loro presenza, evidenziando la volontà di portare avanti l’idea di cambiamento di questa giunta. Abbiamo presentato i nostri volti e le nostre idee, attraverso le relazioni e il dibattito che in questi due giorni si è sviluppato con interventi anche dei direttori generali della nostra regione.  
   
   
NUOVA ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE . ACCORPAMENTO PER UNA MIGLIORE OPERATIVITA`` E MAGGIORI ECONOMIE  
 
Ancona, 21 Luglio 2010 - Continuano le misure operative per il contenimento delle spese amministrative regionali, per realizzare risparmi a favore dei servizi ai cittadini. La Giunta regionale ha approvato la riorganizzazione della propria struttura organizzativa, riducendo i servizi regionali. Un assetto che deriva dal progetto messo a punto dall´assessore al Personale, Luigi Viventi, e dalla Segreteria generale: al posto delle dodici strutture precedenti, se ne prevedono ora solo otto. In particolare, accanto al dipartimento per le Politiche integrate di sicurezza, nascera` il dipartimento Salute e servizi sociali. I servizi veri e propri saranno sei: Attivita` normative, legali e risorse strumentali; Bilancio, patrimonio e politiche comunitarie; Internazionalizzazione, cultura, turismo, commercio e attivita` promozionali; Governo del territorio, mobilita` infrastrutture, ambiente ed energia; Agricoltura, forestazione e pesca; Industria, artigianato, istruzione, formazione e lavoro. Alle otto strutture si aggiungono, poi, come nell´assetto precedente, la Segreteria generale e il Gabinetto del Presidente. ´Proseguiamo con le misure di contenimento delle spese di funzionamento dell´Ente ´ commenta Viventi ´ Dopo la riduzione del dieci per cento dell´indennita` degli assessori, estesa anche alle partecipate, l´eliminazione delle auto blu, la limitazione del turn over anche per i dirigenti e l´intervento sui gettoni di presenza, adesso e` la volta delle strutture amministrative in cui si articolano gli uffici della Giunta. L´accorpamento effettuato, oltre a determinare un risparmio per le casse regionali, garantisce una maggiore razionalita` operativa, concentrando funzioni omogenee e in linea con le priorita` della nostra azione di governo in questa legislatura. L´obiettivo e` costante: ridurre le spese di funzionamento a favore dei servizi ai cittadini, essenziali in un momento di crisi e di tagli forsennati da parte del Governo nazionale, soprattutto a carico delle regioni´. Nei prossimi giorni verranno individuati i dirigenti che avranno la responsabilita` delle singole strutture.  
   
   
LA GIUNTA DELLA CALABRIA HA APPROVATO IL PROTOCOLLO D’INTESA CON IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO  
 
Reggio Calabria, 21 luglio 2010 - La Giunta regionale, presieduta dal Presidente Giuseppe Scopelliti, - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - ha approvato, su proposta dello stesso Presidente e degli Assessori, alle Attività Produttive, Antonio Caridi, ed al Bilancio, Giacomo Mancini, il protocollo d’intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni Calabria, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna per l’attuazione degli interventi del Mise-dgiai del Pon “Ricerca e Competitività” e del Pon “Energie Rinnovabili e risparmio Energetico” nonchè il proseguimento delle Linee di intervento del Pon “Sviluppo imprenditoriale locale” 2000-2006. Su proposta dell’assessore al Bilancio Giacomo Mancini, è stato deliberato l’affidamento ad “equitalia” del servizio di rateazione del debito iscritto a ruolo derivante dall’irrogazione di sanzioni amministrative e tributarie. Su proposta del Presidente Giuseppe Scopelliti è stata deliberata, con integrazioni e modificazioni alla precedente delibera del 2003, la rimodulazione del Piano pluriennale per la sostituzione degli autobus adibiti al trasporto pubblico locale in esercizio da oltre quindici anni.  
   
   
MOLISE: CONSIGLIO REGIONALE, PASSA LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA  
 
 Campobasso, 21 luglio 2010 - Contribuire al processo di razionalizzazione delle spese del personale attraverso una riorganizzazione strutturale degli apparati amministrativi ispirati al principio della semplificazione, razionalità, produttività anche in relazione a quanto previsto dal Decreto legislativo n.150/2009, in ordine alla compatibilità tra le retribuzioni accessorie e il sistema della valutazione meritocratica. Sono queste le motivazioni che sono alla base della Proposta di legge n.230 della Giunta regionale concernente le "Iniziative finalizzate alla razionalizzazione della spesa regionale" che, nella tarda mattinata di oggi, è stata approvata dal Consiglio regionale con diciannove voti favorevoli, due astenuti (Chierchia e Romano) e nove assenti (Chieffo, Di Falco, Iorio, Leva, Petraroia, Pietracupa, Romagnuolo, Scarabeo e Tamburro). Una Proposta di legge resasi necessaria, tra l´altro, a seguito dei rilievi di costituzionalità fatti dal Governo dinanzi alla Suprema Corte in ordine ad un precedente intervento legislativo. Il nuovo provvedimento interessa un notevole numero di dipendenti regionali, quelli ricompresi nella cosiddetta "area quadri", di cui la Legge Finanziaria regionale per l´anno 2009 aveva rideterminato le relative percentuali di indennità. Successivamente, la Finanziaria regionale del 2010 ne aveva ripristinato le misure originariamente previste. Di qui, l´impugnativa del Governo, secondo il quale la percentuale deve essere determinata in sede di contrattazione collettiva. La nuova Proposta di legge mira a superare il contenzioso costituzionale e a garantire il raggiungimento di significativi livelli di riduzione della spesa per il personale autorizzando la Giunta regionale ad operare la revisione dell´istituto mediante contrattazione sindacale. Inoltre, è stato previsto che gli Apparati amministrativi del Consiglio regionale siano coordinati dal Direzione generale della Giunta e, di conseguenza, sia revocato l´incarico di Segretario generale attualmente in essere.  
   
   
COMMENTO DEL PRESIDENTE BASILICATA DE FILIPPO AL RAPPORTO SVIMEZ 2010 IL DOCUMENTO È STATO PRESENTATO IERI A ROMA  
 
Potenza, 21 luglio 2010 - “Per uscire dalla crisi che, in modo devastante, ha colpito soprattutto le Regioni del Mezzogiorno, come si evince dalla lettura del Rapporto Svimez 2010, la Basilicata è pronta a fare la propria parte nell’ambito del nuovo “progetto Paese” proposto ieri a Roma dall’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno. Nell’ambito di questo progetto, con il Sud chiamato a ricoprire il ruolo di “frontiera” rispetto alle economie del Mediterraneo, è però necessario che vengano completate alcune grandi infrastrutture, a partire dall’autostrada Salerno-reggio Calabria e dalla statale “Jonica”, soprattutto nei tratti che, più da vicino, riguardano la Basilicata. Per non parlare delle Ferrovie dello Stato: la nostra – come vado sostenendo da tempo - è la regione meno “trenitalizzata”d’Italia. E questo non è giusto. Il Rapporto Svimez ha posto in evidenza, con la asettica drammaticità dei numeri, ciò che le Regioni meridionali sostengono da tempo. E cioè che da almeno cinque anni a questa parte si è verificato un progressivo ridimensionamento della politica industriale per il Sud. Dopo la scomparsa di importanti strumenti, tra i quali, in primo luogo, la legge 488/92, sono rimasti inattuati tutti gli interventi di incentivazione, anche quelli per i quali era prevista nel 2009 l’attivazione, come le Zone franche urbane, i nuovi contratti di programma e i contratti di sviluppo, ancora in attesa di una regolamentazione. La crisi degli ultimi due anni ha riproposto la necessità di una politica industriale specifica per il Mezzogiorno, da attuare attraverso una vera fiscalità di vantaggio, intesa – per dirla con la Svimez – come fiscalità differenziata a favore delle regioni meridionali nel loro complesso e non di semplice accentuazione a favore del Sud di misure buone per l’intero sistema produttivo nazionale. Da questo punto di vista, sono fortemente perplesso rispetto agli interventi previsti nell’ultima manovra governativa, perché se è vero che le Regioni del Mezzogiorno potrebbero teoricamente modificare le aliquote (fino ad azzerarle) dell’Irap; è altrettanto innegabile che dopo i tagli previsti dalla manovra stessa le Regioni del Sud non avranno le risorse per avviare una reale concorrenza fiscale per rendere competitivi i propri territori a frnte di nuove iniziative imprenditoriali. Una vera fiscalità di vantaggio non può che essere alimentata da risorse nazionali, se si vogliono veramente correggere i ritardi del Sud. E’ vero ciò che dice la Svimez: sono i giovani le vere “vittime silenziose” di quella che è stata definita una delle crisi più gravi nella storia dell’Italia repubblicana. Ma per saldare il debito storico accumulato negli anni con le nuove generazioni bisogna dire le cose come stanno. E cioè che il Mezzogiorno è stato stralciato dall’agenda del governo nazionale. Basti ricordare che negli ultimi anni la spesa in conto capitale che doveva essere aggiuntiva è valsa a mala pena a compensare il deficit della spesa ordinaria. Ancor più emblematica è stata la vicenda dei Fas, i fondi per le aree sottosviluppate, utilizzati nel corso del 2008 e del 2009 e nei primi mesi del 2010 per interventi del tutto estranei alle politiche di coesione nazionale. Anzi – come la stessa Svimez ha accertato – la quota di risorse nazionali del Fas complessivamente dirottata verso altri indirizzi è stata di circa 26 miliardi di euro. Troppi, per non parlare di un vero e proprio “scippo” ai danni del Sud. Di fronte a questo evidente strabismo territoriale da parte del governo nazionale, credo che sia ormai ineludibile una rinnovata programmazione degli interventi strategici per il Mezzogiorno da attuare in un rapporto costante di collaborazione tra la Conferenza delle Regioni Meridionali, da un lato, e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’altro. Si tratta di creare, come suggerisce la Svimez, una sorta di “Consiglio per la coesione nazionale”. Che è poi l’unico modo per riempire di contenuti i programmi che in questi giorni si vanno stilando per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia”.  
   
   
IL VICE PRESIDENTE DELLA CALABRIA ANTONELLA STASI AL RAPPORTO SVIMEZ 2010 SULL’ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO.  
 
Reggio Calabria, 21 luglio 2010 - “Anche quest’anno i dati sull’economia del Mezzogiorno sono allarmanti: purtroppo il momento di recessione continua in un contesto di crisi dell’economia nazionale ed internazionale”. Lo ha affermato Antonella Stasi, vice Presidente della Giunta Regionale della Calabria, intervenuta a Roma alla presentazione del rapporto Svimez 2010 sull’economia del Mezzogiorno, appuntamento a cui hanno preso parte i Governatori delle Regioni del Sud. “In questo contesto la Calabria – ha affermato la Vice Presidente Stasi – deve fare i conti con una importante arretratezza e con un andamento della spesa corrente in netto aumento. La cosa più grave – ha proseguito - è che alcune Istituzioni pubbliche vengano intese come intermediari di lavoro e ammortizzatori sociali.” La Vice Presidente Stasi ha poi esposto le idee della Giunta Regionale per contrastare la crisi e rimettere in moto l’economia calabrese. “Il nuovo Governo Regionale ha preso coscienza del grande lavoro che lo aspetta. Per questi motivi il Presidente Scopelliti ha intrapreso una politica di tagli e di sacrifici che porterà a un ridimensionamento immediato della spesa e degli apparati burocratici. L’aspetto più importante – ha aggiunto la Vice Presidente - è che si è deciso di abbandonare i piagnistei per pianificare subito gli interventi strutturali con dinamismo e con un percorso di relazioni virtuose. Un primo grande successo è stato l’individuazione dei dati certi sul deficit sanitario e da qui a breve seguirà un intervento importantissimo per la riorganizzazione delle strutture ospedaliere”. La Vice Presidente Antonella Stasi ha chiuso il suo intervento con auspicio: “Le Regioni del sud devono collaborare con alleanze strategiche all’interno di una politica unitaria e di sviluppo. Il Mezzogiorno può diventare interlocutore privilegiato di numerosi Paesi che si affacciano sul Mediterraneo tramite il potenziamento della logistica e delle relazioni economiche. Il Meridione può essere la vera chiave per lo sviluppo dell’intera Nazione : la Calabria ci crede – ha concluso la Vice Presidente Antonella Stasi – e su questo punterà le proprie risorse.”  
   
   
FVG, COSTI DELLA POLITICA: TONDO, REGIONE DISPONIBILE A CONFRONTO  
 
 Udine, 21 luglio 2010 - L´amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia è disponibile ad "aprire dei tavoli di confronto snelli e veloci" con il Consiglio delle Autonomie locali sulla riduzione dei costi della cosa pubblica e sulla semplificazione normativa. Lo ha affermato il presidente Renzo Tondo, intervenuto ieri a Udine insieme all´assessore Federica Seganti ad una riunione del Consiglio delle Autonomie locali, che ha dibattuto sulla proposta del presidente pro tempore, Enrico Gherghetta, finalizzata, come egli stesso ha spiegato, "ad una riduzione dei costi della politica, alla sfida del federalismo, allo sfoltimento della giungla legislativa che pesa sulle spalle di amministratori e funzionari locali". Una riforma che per Gherghetta "deve partire dalla Regione e deve avere per protagonisti anche gli Enti locali in un percorso comune per costruire un nuovo rapporto tra cittadini ed istituzioni". Per il presidente Tondo, che ha sottolineato come il rapporto con le Autonomie locali sia improntato sulla "leale collaborazione istituzionale", al pari di quello con il Governo centrale, avviare un percorso virtuoso che porti ad una diminuzione dei costi è particolarmente "necessario anche alla luce delle difficoltà di bilancio che certamente avremo", ha detto, riferendosi agli oltre 660 milioni di entrate fiscali in meno su cui la scorsa settimana ha posto l´accento la stessa Corte dei Conti. Secondo Tondo non sarà dunque opportuno "ergersi a difesa del particolare". In proposito ha parlato di "ragionare su tutto ciò che può essere ricondotto ad una gestione unitaria". E su questo, ha detto, "abbiamo una classe politica sufficientemente matura per farlo". Per quanto riguarda la semplificazione, per Tondo essa va fatta con "coerenza e coesione, indipendentemente dalla crisi" in atto. Ma serve anche la collaborazione dell´apparato burocratico pubblico, ovvero dei dirigenti regionali e degli enti locali, per superare un sistema di norme complesse, che talvolta fanno anche perdere tempo. Nel dibattito seguito alle dichiarazioni del presidente Tondo sono intervenuti il sindaco di Monfalcone, Gianfranco Pizzolitto, che ha posto l´accento in particolare sull´esigenza di mettere in rete i servizi attraverso forme associative tra Comuni, e il presidente della provincia di Udine, Pietro Fontanini, il quale, riprendendo la proposta Gherghetta, ha chiesto una scelta forte sulle rendicontazioni, che andrebbero abolite, adottando il criterio dell´autocertificazione.  
   
   
RAGGIUNTO IMPORTANTE ACCORDO TRA REGIONE CALABRIA E COMUNITÀ MONTANE  
 
Reggio Calabria, 21 luglio 2010 - L’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Trematerra, ha presieduto ieri un incontro sulle problematiche delle Comunità Montane calabresi. All’incontro che si è svolto nella sede dell’assessorato in via Molè a Catanzaro, hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza, Alberto Sarra; il dirigente generale al dipartimento Agricoltura, Giuseppe Zimbalatti; il dirigente regionale di settore, Giuseppe Calabretta e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil: Giuseppe Ferraro, Alfredo Iorno, Antonello Corsari, Natale Pace e Francesco Caparello. Sulla base della discussione tra le parti e delle richieste dei rappresentanti sindacali, l’assessore Trematerra e il sottosegretario Sarra hanno concordato l’eliminazione del tetto massimo di 8 milioni di euro in favore delle Comunità Montane, quale impegno annuale a carico del bilancio regionale (previsto dall’art. 8 del disegno di legge recante “assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012”). Si è deciso inoltre di provvedere all’erogazione di 4 milioni di euro già previsti, specificando che tale stanziamento debba essere destinato alla retribuzione dei tabellari di ogni dipendente. Allo stesso tempo la Regione Calabria ha però sollecitato le Comunità Montane ad effettuare il pagamento degli stipendi del personale con anticipazioni sul fondo della montagna. L’amministrazione regionale si è infine impegnata a convocare un apposito tavolo per un confronto sulle linee guida di riforma delle attività delle Comunità Montane calabresi che consenta di correggere i malfunzionamenti e superare l’attuale fase di stallo in cui versano.  
   
   
TRENTO, COMUNITÀ DI VALLE: UN INVESTIMENTO IN DEMOCRAZIA OBIETTIVI DEI NASCENTI ORGANISMI SONO: CONTENERE LA SPESA PUBBLICA E ASSICURARE ECONOMIE DI SCALA NELLA GESTIONE DEI SERVIZI  
 
Trento, 21 luglio 2010 - Facile recitare la già sentita litania per invocare l´idea di un Trentino da gestire come se fosse un quartiere di Milano. Non è così, qui il concetto di democrazia corrisponde ad un grande investimento che, con una legge provinciale, si è voluto fare proprio per raggiungere l´obiettivo di un modello amministrativo il piu vicino possibile alle esigenze dei cittadini". Risponde così, l´assessore provinciale all´urbanistica, enti locali e personale, Mauro Gilmozzi alle ultime prese di posizione sui costi delle nuove comunità di valle. Costi sui quali si continuano a diffondere imprecisioni. Tanto per cominciare va evidenziato che l´incremento di spesa netto per l´avvio delle nuove comunità è pari a 600.954,74 euro e si tratta di oneri connessi alla fase di prima costituzione di cinque nuovi enti, nello specifico quelli che costituiscono l´evoluzione del comprensorio Valle dell´Adige. "In ogni caso - aggiunge Gilmozzi - i commenti seri andrebbero fatti una volta terminato l´iter dei nuovi assetti organizzativi, posto che questa riforma cerca di rispondere ad un´esigenza di organizzazione della cosa pubblica capace di contenere la spesa, incrementando i servizi ai cittadini e semplificando le procedure". Ripercorriamo ancora una volta la storia. La delibera adottata dalla giunta provinciale nell’ultima seduta ripartisce i fondi per l’attività istituzionale di comprensori e comunità dando attuazione a criteri già approvati con precedenti provvedimenti adottati alla fine del 2009 e nel marzo dell’anno corrente. Per quanto riguarda le critiche apparse anche sulla stampa circa l’incremento di spesa determinato dall’avvio delle nuove comunità, va precisato che rispetto al 2009 le assegnazioni complessive per attività istituzionale passano da 18.708.621,83 a 19.627.024,20: l´aumento è di 918.402,37 euro, ma di questi 317.477,63 euro riguardano spese che non hanno alcuna relazione con l’avvio delle comunità e con l’attuazione della riforma istituzionale. "Se proprio insistiamo a puntare l´accento sull´incremento della spesa - chiosa Gilmozzi - si abbia almeno l´onestà di dire che stiamo parlando di poco più di 600mila euro". "Ma l´analisi del puro dato finanziario - aggiunge l´assessore - resta "riduttiva" se non si tengono in considerazione alcuni elementi di contesto. In primo luogo la complessità della fase di avvio delle comunità, che comporta alcuni oneri straordinari e di primo funzionamento che si prevede di annullare una volta che le comunità entreranno a regime". In altre parole i risparmi e l´efficienza futuri protranno scaturire grazie all´individuazione di un livello istituzionale con dimensioni sufficienti ad assicurare economie di scala nella gestione dei servizi, in una dimensione più ampia rispetto a quella comunale e non così centralizzata come quella provinciale, in un’ottica di progressiva valorizzazione dell’esercizio delle funzioni da parte dei comuni in forma associata e in armonia con i contenuti della manovra finanziaria nazionale. Si ricorda per l´appunto che tale iniziativa si pone in coerenza con gli obiettivi complessivi imposti anche a livello nazionale dalla manovra finanziaria dello Stato, che ha reso obbligatorie sul restante territorio nazionale forme di gestione associata delle funzioni da parte degli enti locali.  
   
   
(PIA) PROGRAMMI INTEGRATI D’AREA IN SARDEGNA: PIANIFICAZIONE STRATEGICA PORTATA AVANTI RECEPENDO LE ISTANZE DEI TERRITORI  
 
Cagliari, 21 Luglio 2010 - Risorse importanti per finanziare infrastrutture, imprese, cultura, turismo e ricerca e compiere un ulteriore passo verso il rilancio della Sardegna. Il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci e l’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa hanno incontrato ieri mattina i sindaci e i presidenti delle province dell’Ogliastra e del sassarese per procedere alla firma dei primi Programmi integrati d’Area (Pia) che riguarderanno tutto il territorio regionale per quasi cento milioni (99.969.221,26) di euro. “Stiamo proseguendo su un percorso che in questi mesi abbiamo fortemente voluto e cercato - ha sottolineato Ugo Cappellacci - a conferma di un metodo che coinvolge i territori partendo dal basso. I Pia, insieme alle risorse comunitarie e nazionali, rappresentano uno strumento importantissimo per creare sviluppo nei nostri comuni e nelle nostre province. In questo cammino l’azione di coordinamento di Sardegna Promozione sarà decisivo”. L’assessore della Programmazione ha posto l’accento sull’attenzione dedicata all’intero territorio regionale: "Abbiamo recepito le istanze con azioni mirate a un riequilibrio delle risorse - ha spiegato Giorgio La Spisa - tenendo in considerazione progetti importanti in zone che soffrono gravissime carenze infrastrutturali. Esaminando le proposte arrivate dalle diverse province abbiamo seguito un criterio di sviluppo che segue un percorso condiviso direttamente con i territori".  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA CALABRIA SCOPELLITI È INTERVENUTO AL CONVEGNO SU “IL RUOLO DELLE SCELTE POLITICHE NELLA CRISI ECONOMICA E MONDIALE-RILANCIO DEL MERIDIONE”  
 
 Reggio Calabria, 21 luglio 2010 - Il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti è intervenuto a Reggio Calabria al convegno su “Il ruolo delle scelte politiche nella crisi economica e mondiale-rilancio del Meridione”. All’iniziativa, organizzata dal “Club della Libertà” di Reggio Calabria, sono, fra gli altri intervenuti, Nico D’ascola e Aldo Labate che hanno spiegato le finalità dell’incontro. “Abbiamo una sola strada – ha dichiarato Scopelliti – che è quella di lavorare per rilanciare il Mezzogiorno”. Secondo il governatore “c’è la necessità di avviare un confronto con le realtà imprenditoriali presenti sul territorio. L’italia e l’Europa - ha evidenziato - devono guardare con fiducia al Sud senza i preconcetti del passato. La nostra è un’unica grande partita che va giocata sino in fondo partendo dal dialogo con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Inoltre, dobbiamo mettere in campo il made in Italy creando però relazioni e alleanze con le altre regioni meridionali. Siamo sulla strada giusta – ha concluso il presidente Scopelliti - ma non dobbiamo arrestare la nostra marcia. Oggi c’è un nuovo Mezzogiorno rispetto al passato”.  
   
   
BOLZANO: PRIMA SEDUTA PER LA NUOVA CONSULTA SU INNOVAZIONE E RICERCA  
 
Bolzano, 21 luglio 2010 - Seduta costitutiva, il 20 luglio per la nuova consulta provinciale su innovazione e ricerca scientifica. "Il compito di quest´organo - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - è molto importante: si tratta di dare un contributo concreto all´innovazione, settore fondamentale per mantenere competitivo il nostro tessuto economico e sociale". La nuova consulta per l´innovazione e la ricerca scientifica è composta dal presidente Luis Durnwalder, dagli assessori Roberto Bizzo e Sabina Kasslatter Mur, dal rettore della Lub Walter Lorenz, dal presidente dell´Eurac Werner Stuflesser, dal direttore del centro di sperimentazione Laimburg Michael Oberhuber, dal presidente del Tis Alfredo Guarriello, da Irmgard Lantschner dell´Istituto per lo sviluppo economico della Camera di Commercio, da Silvia Vogliotti dell´Ipl, da Christina Mühringer, Irene Unterkofler, Nikolaus Tribus e Paolo Gasperi delle associazioni di categoria, da Tony Tschenett e Sandro Fraternali delle organizzazioni sindacali, da Heidi Siebenförcher e Giovanni Polonioli del Consorzio dei Comuni, nonchè da Tilmann Märk, Josef Dalla Via, Franco Bontempi e Susanna Vetturelli nominati dalla giunta provinciale. "In questo periodo - ha proseguito Durnwalder - si discute molto di innovazione, ma relativamente alle strutture. Queste strutture, però, bisogna "riempirle" di contenuti, e in ciò consisterà il compito della consulta, che dovrà concretamente dare avvio ai progetti di ricerca e sviluppo sul territorio. Per le nostre aziende l´innovazione è fondamentale se si vuole restare competitivi". Riguardo le recenti polemiche sul Parco tecnologico, il presidente della Giunta provinciale si augura che "le divisioni vengano appianate", e ha sottolineato che "non costruiremo cattedrali nel deserto, ma infrastrutture effettivamente utili al nostro sistema economico". Durante la riunione costitutiva della consulta, è stato tracciato un bilancio su quanto fatto negli ultimi anni, e si è dato uno sguardo ai programmi futuri. Nel periodo 2004-2007, gli investimenti privati in innovazione sono passati da 35 a 64 milioni di euro, con un aumento dell´81% a fronte di un Pil cresciuto di appena l´11%. "Grazie ai bandi degli ultimi due anni - ha spiegato il direttore della Ripartizione innovazione, Maurizio Bergamini - abbiamo contribuito a creare una rete di collaborazione tra gli enti di ricerca presenti sul territorio e le imprese locali". Per quanto riguarda il 2010, priorità a programmi che possano contribuire a risolvere i problemi principali dell´innovazione in Provincia di Bolzano: dalle ridotte dimensioni delle imprese, con investimenti per oltre 21 milioni di euro, alla limitata disponibilità di capitali (3 milioni), dalla scarsa presenza di risorse umane qualificate (1,4 milioni) alla creazione di una governance per le politiche di sviluppo e innovazione (1 milione). Sul tema ricerca scientifica, invece, da segnalare nel 2009 la presentazione di ben 106 domande di sostegno, 96 delle quali sono state ammesse alla valutazione. Nel corso dell´incontro è stato presentato anche il risultato di uno studio austriaco, secondo il quale ogni singolo euro speso dalle aziende private in ricerca e sviluppo può produrre 16,5 euro di reddito: un moltiplicatore in grado di crescere ulteriormente tenendo conto dei sostegni pubblici sottoforma di contributi e infrastrutture.  
   
   
PUGLIA, CAMPESE: "LICENZIAMENTI PERSONALE REGIONALE VOLUTI DAL GOVERNO CENTRALE"  
 
Bari, 21 luglio 2010 - L’assessore al Personale, Maria Campese, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Continua la diffusione di note con le quali l’opposizione mette in campo una campagna di vero e proprio terrorismo psicologico nei confronti dei lavoratori assunti dalla Regione Puglia per dare attuazione ai fondi strutturali, dei quali si prefigurano licenziamenti in massa che si pretende di imputare alla Giunta Vendola”. “Ebbene – prosegue la Campese - tralasciando qualsiasi ulteriore commento a questo modo irresponsabile di ingenerare paure nel tentativo di trarne qualche bassa speculazione politica, i lavoratori possono stare certi che: - i licenziamenti sono voluti e perseguiti dal Governo nazionale e dalla maggioranza che lo sostiene con una disposizione (art. 14, comma 21, Decreto legge n. 78/2010, nella formulazione in via di approvazione nella legge di conversione) con la quale si impone alla Regione Puglia la revoca di diritto, disposta oggi, di contratti di lavoro legittimamente sottoscritti lo scorso anno per dare attuazione ai programmi dei fondi comunitari; - l’amministrazione regionale ritiene la norma in questione ingiusta (perché lesiva dei diritti dei lavoratori), illegittima (perché introduce nuove sanzioni e le applica a situazioni di ieri) e incostituzionale (perché annulla decisioni organizzative riservate all’autonomia regionale); - nelle prossime ore l’amministrazione regionale, proprio in ragione di queste considerazioni e valutazioni, proporrà l’approvazione al Consiglio regionale di una espressa disposizione di legge a garanzia della continuità dei contratti di lavoro minacciati dal Governo Berlusconi assicurando, proprio attraverso tali contratti, il regolare adempimento degli impegni assunti con l’Unione europea in ordine all’attuazione dei fondi comunitari”. “I Consiglieri di opposizione sono avvertiti – conclude l’assessore - non lasceremo soli i lavoratori, né priveremo la Puglia dei mezzi e delle risorse umane necessarie ad attuare gli investimenti programmati sui fondi comunitari”.  
   
   
FVG: UN ACCORDO CONTRO IL LAVORO NERO NEL MANZANESE COINVOLTE OLTRE UNA TRENTINA DI AZIENDE CINESI CON ALTA MOBILITÀ, BASSO LIVELLO DI OCCUPAZIONE E FATTURATO MEDIO DI 90 MILA EURO L´ANNO.  
 
Udine, 21 luglio 2010 - Dopo il tavolo "politico", riunitosi ieri in prefettura a Udine, sarà attivato un tavolo tecnico che elaborerà, entro settembre, la bozza di protocollo per l´attivazione sinergica del monitoraggio mirato a contrastare attivamente il lavoro nero e l´immigrazione clandestina nel distretto della sedia in Friuli Venezia Giulia. Il fenomeno, che ha sfaccettature sociali e ambientali di non poco conto, coinvolge oltre una trentina di aziende e sette società che fanno capo ad imprenditori cinesi giovani (nati negli anni ´80) e sono caratterizzate da alta mobilità (sempre a livello locale) basso livello di occupazione (da 1 a 5 persone, iscritte perlopiù a part-time) e un fatturato medio dichiarato di 90 mila euro l´anno. Poco se, come attestano gli stessi cittadini del quadrilatero della sedia, gli orari di lavoro in queste strutture si prolungano sino a notte e se queste aziende, che si occupano in massima parte di tappezzeria, hanno pressoché azzerato la presenza sul territorio di imprese autoctone del comparto. "Abbiamo ricevuto in proposito diversi segnali d´allarme dai sindaci, dai cittadini e dalle categorie produttive, in particolar modo dagli artigiani che sono stati costretti a subire la concorrenza sleale di questi imprenditori sino alla chiusura delle loro ditte" rileva l´assessore regionale alla Sicurezza Federica Seganti, che ha partecipato alla riunione assieme al prefetto, Ivo Salemme, ai sindaci di Corno di Rosazzo, Loris Basso, di San Giovanni al Natisone, Franco Costantini, e di Premariacco, Rocco Ieracitano, a Patrick Stacco assessore del Comune di Manzano ed ai rappresentanti della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale e del dipartimento Prevenzione sicurezza degli ambienti di lavoro dell´Ass4. "Per combattere il fenomeno abbiamo pertanto deciso di elaborare un patto locale per la sicurezza che coinvolga i Comuni del Manganese, la Prefettura, le Forze dell´ordine e la Polizia locale in un´azione di controllo che consenta, anche attraverso l´elaborazione di una banca dati condivisa, il monitoraggio costante del territorio" dichiara l´assessore, notando che "il mix di lavoro e attività in nero ha portato sinora a sanzioni perlopiù ignorate perché la prassi, in questi casi, è l´immediata chiusura e lo spostamento dell´azienda nel comune limitrofo". "Con una nuova sede ed un nuovo nome, ma con gli stessi macchinari vecchi ed illegali, lo stesso personale e la stessa scarsa attenzione per l´ambiente, la produzione riprende - spiega l´assessore Seganti - in un ciclo che vede l´assunzione ed il licenziamento, nell´arco di un paio di mesi, dei lavoratori cinesi immigrati, situazioni di convivenza in massa in abitazioni inadeguate ed il riciclo dei capitali accumulati e non dichiarati in sale da gioco ed altre attività".  
   
   
TOSCNA; SI È RIUNITO IN PREFETTURA A PRATO IL TAVOLO SULLA SICUREZZA E IMMIGRAZIONE NECESSARI NUOVI STRUMENTI DI MEDIAZIONE CULTURALE PER FAVORIRE L´INTEGRAZIONE  
 
Firenze, 21 luglio 2010 - «E´ sempre più necessario attivare strumenti di mediazione culturale diretti sia a cittadini cinesi che italiani per avvicinare sempre di più queste due realtà. Per farlo è però indispensabile una sinergia con il Governo che deve fare la sua parte mettendo a disposizione le risorse necessarie perché con i tagli previsti dalla legge finanziaria la Regione non lo può fare da sola». Lo ha detto ieri a Prato l´assessore regionale all´immigrazione e welfare Salvatore Allocca che ha partecipato al tavolo immigrazione che si è riunito nella Prefettura della città laniera. Un organismo previsto dal Patto sulla sicurezza “Prato Città Sicura”, creato nel 2007 e rinnovato lo scorso gennaio alla presenza del ministro dell´interno Roberto Maroni tra Regione, Prefettura, Provincia e Comune di Prato. «La Regione conferma la validità del tavolo e continuerà a sostenerlo – ha aggiunto Allocca – come tutte le iniziative che vengono prese congiuntamente per affrontare i problemi dell´immigrazione a Prato. In particolare pensiamo che la questione della conoscenza reciproca è fondamentale per una maggiore integrazione e potrebbe rendere più efficace la repressione contro ogni forma di illegalità. Prato è ormai un caso di rilevanza nazionale - ha continuato - e per questo è importante individuare strategie innovative. Sarà questo l´impegno prioritario della giunta regionale che intende mettere in campo tutti gli strumenti necessari per garantire un efficace impatto sulla società pratese».  
   
   
IPOTESI DI UN CENTRO DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE (CIE) NELLE MARCHE, IL PRESIDENTE SPACCA RISPONDE AL MINISTRO MARONI: ´INDISPONIBILITA´ DELLA REGIONE´..  
 
Ancona, 21 Luglio 2010 - ´Indisponibilita` del Governo regionale a condividere la scelta di realizzare un Cie nel territorio marchigiano´. Cosi` il presidente della Regione Gian Mario Spacca, su mandato della Giunta regionale, ha risposto in una lettera al ministro dell´Interno Roberto Maroni il quale ha richiesto all´ente una valutazione sulla realizzazione di un Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione) nelle Marche. In una lettera indirizzata al presidente Spacca, il ministro ha annunciato l´intenzione di voler realizzare un Cie in via Fossatello a Falconara Marittima, nel compendio demaniale denominato ´Area logistica esterna ex Aeroporto di Falconara´. Su tale ipotesi ha appunto richiesto una valutazione della Regione. Ecco il testo della risposta del presidente Spacca al ministro Maroni. ´La Regione Marche ha da tempo manifestato perplessita` e contrarieta` alla costruzione nel proprio territorio di Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) in cui accogliere temporaneamente gli stranieri sottoposti a provvedimenti di espulsione o respingimento. Tale posizione e` stata rappresentata anche attraverso atti ufficiali. Ad esempio, il 24 novembre 2009 l´Assemblea legislativa delle Marche ha espresso questo indirizzo approvando un ordine del giorno in cui si dichiara che `il trattenimento dei cittadini immigrati in attesa di identificazione si e` rivelato essere un trattamento ai limiti della legalita`, causa di dispersioni di famiglie e fenomeni di autolesionismo e suicidio, e che va comunque considerato lesivo dei diritti umani e fuorviante negli scopi che persegue´, impegnando di conseguenza la Giunta ad opporsi `nei modi e nelle forme stabilite dalla Costituzione, alla realizzazione nelle Marche di centri di detenzione per migranti, quali i centri di identificazione ed espulsione, in cui la limitazione della liberta` personale sia disposta al di fuori del medesimo quadro di garanzie previste per i cittadini italiani´. Le perplessita` maggiori si appuntano, infatti, sulle attuali caratteristiche dei Cie, carenti ad esempio di standard qualitativi gestionali, dove le persone vivono spesso in promiscuita`, con insufficiente assistenza sanitaria, legale, sociale o psicologica. Anche il tempo di permanenza nei Cie (fino a 6 mesi) rischia di configurarsi come il superamento dell´elemento di temporaneita` tipico dei centri, con un aggravio di costi per lo Stato ed una maggiore difficolta` a gestire i ´conflitti´ dovuti alla restrizione della liberta` personale degli ospiti. Tutto cio` premesso, dichiaro l´indisponibilita` del Governo regionale a condividere la scelta di realizzare un Cie nel territorio marchigiano´.  
   
   
LAVORO FVG: CRISI, AUMENTA ACCESSO ALLA FORMAZIONE NEL 2010  
 
Udine, 21 luglio 2010 - Cresce nel secondo trimestre 2010, in Friuli Venezia Giulia, la partecipazione alle attività formative dei lavoratori coinvolti nelle crisi occupazionali (+56,9 per cento): fino ad oggi sono stati 5.666, di cui 2.602 avviati nel secondo trimestre 2010. Territorialmente al primo posto per domanda di formazione si colloca la provincia di Udine con 2.407 lavoratori coinvolti nei corsi, seguita da Pordenone (1.374), Trieste (913) e Gorizia (746). La quasi totalità dei lavoratori possiede la qualifica di operaio, una parte residua quella di impiegato; i titoli di studio sono quasi esclusivamente la licenza dell´obbligo, la qualifica professionale ed il diploma di scuola secondaria superiore. Un numero elevato di lavoratori possiede un contratto a tempo indeterminato (3.203) e si colloca nell´ambito della cig in deroga, mentre risulta piuttosto esiguo il numero dei disoccupati (291 unità). I lavoratori stranieri sono il 16,9 per cento del totale (956); la quota più numerosa proviene dalla Romania e dell´Albania, seguita da Ghana e Marocco. La domanda di formazione si concentra per lo più nell´ambito della prevenzione e sicurezza sul lavoro con particolare riferimento ai corsi di primo soccorso, la prevenzione incendi, ecc. A seguire vi sono moduli formativi per i lavori di ufficio, per le attività socio-educative, ecc. "Gli interventi formativi in favore di lavoratori in crisi occupazionale si sono suddivisi in due interventi - spiegano gli assessori al Lavoro, Angela Brandi e alla Formazione, Roberto Moliaro -: il primo è rivolto in favore dei lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga, il secondo per lavoratori in Cassa integrazione (Cigo E Cigs) in mobilità ovvero disoccupati". Nel complesso i partecipanti coinvolti sono stati 5.666, di cui 5.207 rientranti nel primo intervento e 459 nel secondo. A questo proposito Molinaro, sottolinea che "il primo intervento è stato avviato a partire dal mese di ottobre 2009 ed a giugno 2010 regista i primi risultati importanti in termini di lavoratori coinvolti e corsi concretamente realizzati ed avviati, vista anche l´obbligatorietà della formazione prevista per tutti i lavoratori beneficiari degli ammortizzatori in deroga". Il secondo intervento ha avuto concreto inizio a partire dal primo trimestre 2010 con un certo ritardo rispetto al precedente e senza nessun obbligo di partecipazione. "Si tratta nel complesso - commenta Molinaro - di numeri che nel corso dei tre trimestri di realizzazione sono progressivamente incrementati e che sono destinati ad aumentare ulteriormente nella seconda parte del 2010". Nel corso dei primi tre trimestri ottobre-dicembre 2009, gennaio-giugno 2010 gli iscritti alle attività formative per i lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in sono stati 5.207, di cui 2.206 in provincia di Udine (42,4 p.C.), 1.292 in quella di Pordenone (24,8 p.C.), 826 in provincia di Trieste (15,9 p.C.), e 657 in provincia di Gorizia (12,6 p.C.). Nel complesso 3.489 sono maschi (67 p.C), 1.718 sono donne (33 p.C.). La ripartizione per classi di età vede al primo posto quella dei 35-44enni con 1.756 presenze pari al 33,7 p.C. Del totale, seguita dalla classe 45-55 anni e dei 25-34enni. La classe meno rappresentata è quella over 55 anni (395 lavoratori corrispondente allo 7,6 p.C.). I lavoratori stranieri coinvolti nelle attività formative sono 898, corrispondenti al 17,2 p.C. Dei partecipanti e provengono soprattutto da Romania, Albania, Ghana, Marocco. "La distribuzione in base alla qualifica professionale - fa notare l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi - vede al primo posto la figura dell´operaio con 3.077 unità corrispondenti al 64,4 per cento del totale dei partecipanti, segue quella dell´impiegato, e dell´apprendista. Poco significativa risulta la presenza dei dirigenti e del lavorante a domicilio". Dal punto di vista del contratto di lavoro l´85,9 per cento dei lavoratori è in possesso di un tempo indeterminato e proviene dal settore manifatturiero (41 p.C.). Relativamente alle attività formative svolte nel corso di questi mesi al primo posto si segnalano le attività di informatica (47,8 per cento del totale), in particolare la preparazione ad Ecdl Core Start, al secondo posto la formazione in tema di sicurezza (19,3 p.C.). "In quest´ultimo caso si tratta di un risultato di grande rilevanza perché testimonia - spiega l´assessore Brandi - l´importanza che questa formazione assume per i lavoratori e le imprese della nostra regione e che ha visto, tra i moduli maggiormente richiesti, il corso di primo soccorso, di prevenzione incendi a rischio basso e quello di antincendio e pronto soccorso". La seconda linea di intervento formativo è invece rivolta in favore dei lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria, in mobilità ovvero disoccupati coinvolti direttamente o indirettamente nei fenomeni di crisi. L´attività si è avviata concretamente a partire dallo scorso gennaio ed al 30 giugno 2010 vede coinvolti 459 lavoratori di cui 201 in provincia di Udine (pari al 43,8 p.C.), 89 a Gorizia ( 19,4 p.C.), 87 a Trieste (19 p.C.) e 82 a Pordenone (17,9 p.C.). In questo caso il numero delle donne coinvolte, con il 54,9 per cento del totale, supera quella degli uomini. La presenza di lavoratori stranieri si attesta sulle 58 unità corrispondenti al 12,6 per cento del totale, un valore piuttosto inferiore a precedenti casi. In questo intervento il maggiore accesso riguarda gli immigrati albanesi, al secondo posto i rumeni. Dal punto di vista della condizione professionale al primo posto si collocano i lavoratori disoccupati con 291 unità pari al 63,4 p.C. Del totale, al secondo posto gli iscritti alle liste di mobilità (16,3 p.C.), al terzo i lavoratori in cig con 53 unità (11,3 p.C) del totale. A seguire i lavoratori alla ricerca di un primo impiego in uscita dalla scuola e dall´università con 30 unità. "Dal versante delle attività formative - sottolinea l´assessore regionale alla Formazione, Roberto Molinaro - al primo posto si collocano i lavori d´ufficio, seguono la meccanica e la metallurgia, i servizi socio-educativi e l´informatica. Dal punto di vista della durata, si osserva una prevalenza dei moduli formativi di lunga durata, superiori alle 360 ore".  
   
   
ABRUZZO;AIUTI DI STATO,CHIODI:SI´ DI FRATTINI A MODIFICHE  
 
L´aquila,  21 luglio 2010 -  "Il ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini mi ha comunicato che sono state accolte, da parte della Commissione Europea, le mie richieste sulle ´modifiche della Carta Italiana di Aiuti di Stato a finalità regionali 2007 ? 2013´. Lo comunica il Presidente della Regione, Gianni Chiodi. ´Le modifiche riguardano la correzione di alcuni errori, commessi dal precedente governo regionale, consistenti nell´errata individuazione di aree, le cosiddette ´zone di censimento´, che interessano i Comuni di Castellalto, Giulianova, Tortoreto, Torano Nuovo, nella Provincia di Teramo, nonché l´introduzione di alcune zone del Comune di Capistrello, nella Provincia di L´aquila". Questo vuol dire che in tali aree le piccole e medie imprese potranno beneficiare degli aiuti di Stato intesi nelle sue varie forme, come ad esempio,quelli riguardanti gli sgravi fiscali per l´occupazione.  
   
   
LAVORO:GIOVEDI´SEMINARIO CON MINISTRO SACCONI,CHIODI E GATTI AL CENTRO DELL´INCONTRO IL PROGETTO "LAVORARE IN ABRUZZO"  
 
Pescara, 21 luglio 2010 - Si svolgerà dopodomani, giovedì 22, alle ore 15.30, presso la sala convegni (Padiglione ex Cofa) del Porto Turistico Marina di Pescara, il seminario informativo "Lavorare in Abruzzo - Una esperienza di successo da replicare nella programmazione del Fondo Sociale Europeo 2007/2013". Evento rivolto ai tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali della Regione, nel corso del quale saranno illustrate le linee guida della nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo, che dispone di risorse pari a 125 milioni di euro. Il programma prevede gli interventi del professor Giuseppe Mauro, docente di Economia all´Università "G. D´annunzio", dal titolo "L´abruzzo alla prova della crisi globale", dell´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, sul tema "Lavorare in Abruzzo e linee guida per la programmazione Fse 2009-10-11" e del presidente della Regione Gianni Chiodi, su "L´abruzzo e la sfida del risanamento". Le conclusioni sono affidate al Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.  
   
   
MARCHE: FONDI BEI A SOSTEGNO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
 Ancona, 21 Luglio 2010 - Si e` tenuta ieri , presso la sede regionale di via Gentile da Fabriano, una conferenza stampa per illustrare le modalita` di accesso alla linea di credito di 100 milioni di euro diretta a sostenere i progetti di sviluppo delle piccole e medie imprese delle Marche. Altri 100 milioni di euro saranno poi resi disponibili da Ubi Banca popolare di Ancona, specificamente per il settore idrico. I fondi sono stati reperiti dalla Regione presso la Bei (Banca europea degli investimenti) e verranno gestiti attraverso gli sportelli di Ubi Banca Popolare di Ancona, che si e` aggiudicata la gara indetta dalla Regione. Presenti all´incontro con la stampa il presidente Gian Mario Spacca, l´assessore alle Attivita` produttive, Sara Giannini, il direttore generale di Ubi Banca Popolare di Ancona, Luciano Goffi. ´Il progetto che presentiamo ´ ha detto Spacca ´ assume una particolare importanza in un momento come questo, i tagli effettuati dal Governo nazionale infatti rappresentano un vincolo e prefigurano un difficile contesto finanziario per l´operativita` delle Regioni. Anche i fondi europei dopo il 2013 in un´Europa ancor piu` allargata, non ci verranno piu` assegnati in modo automatico, in quanto sempre piu` prenderanno la direzione dei nuovi partner dell´Est. Ecco che diventa essenziale allora innalzare la nostra creativita` e capacita` d´innovazione progettuale, assieme a imprenditori, istituzioni locali e finanziarie, per continuare a garantire coesione alla comunita` regionale. La capacita` di reperire fondi liberi, quelli cioe` che si catturano con le idee e i progetti, sia nel bilancio dello Stato che in quello europeo, risulta strategica per sopperire ai tagli in corso. Le iniziative su settimo programma quadro per la ricerca in Europa e domotica ne sono esempi, cosi` come la collaborazione con la Bei. Oggi presentiamo un progetto attivato proprio con quest´ultima, 100 milioni di liquidita` a cui si aggiungono ulteriori 100 milioni messi in campo dalla Ubi Banca popolare di Ancona, che a seguito di appalto, gestira` la fase operative con le imprese. La nostra strategia per il recupero della competitivita` dell´economia regionale si basa in modo crescente sullo stretto rapporto con gli istituti finanziari e sull´attrazione di investimenti esteri diretti´. Le risorse Bei verranno utilizzate per sostenere le Pmi, nell´attuale fase di crisi finanziaria che sta mettendo in difficolta` anche il sistema produttivo marchigiano. L´iniziativa intende porsi al fianco delle piccole e medie imprese e sostenerle concretamente nella nuova sfida per mettersi alle spalle la crisi e rilanciarsi. ´Ringrazio le associazioni di categoria presenti ´ ha detto Giannini ´ che testimoniano comunita` d´intenti in questo difficile momento, a fronte del forte impatto della manovra finanziaria nazionale. Siamo molto soddisfatti dell´operazione Bei, un istituto internazionale tradizionalmente impegnato ad operare con gli stati e non con le regioni. La liquidita` che tramite questa iniziativa viene immessa nel sistema e` rilevante e importante e` la disponibilita` mostrata da Ubi Banca popolare di Ancona sul versante dei tassi applicati. Un riconoscimento va anche ai nostri uffici per aver messo a punto procedure non certo semplici. In un momento di difficolta` finanziaria la Regione Marche riesce ad attivare soluzioni innovative, all´avanguardia tra le altre regioni italiane´. Il direttore Goffi ha esposto gli aspetti tecnici delle operazioni di finanziamento agevolato. ´Un apprezzamento va alla Regione ´ ha detto il direttore di Ubi Banca popolare di Ancona - per le risposte che ha saputo mettere in pista durante la fase acuta della crisi ed ora per la ripartenza. I fondi Bei rappresentano un´iniezione di fiducia, consentono di finanziarie diverse decine di progetti a tassi vantaggiosi, che assieme all´auspicabile collaborazione con i Confidi, diventeranno ancora piu` appetibili´. I progetti finanziati possono includere investimenti e spese realizzati in un arco di 3 anni e devono essere ubicati nel territorio della regione Marche. Si tratta di un finanziamento chirografario o ipotecario della durata compresa fra i 2 e i 10 anni, inteso che il termine dei prestiti accordati deve corrispondere alla vita economica e tecnica del progetto finanziato. L´importo del finanziamento va da un minimo di 100 mila euro ad un massimo di 1.600.000 euro, nel limite dell´80% degli investimenti finanziabili ed ammissibili. Si tratta di finanziamenti sia a tasso fisso che a tasso variabile e, nel rispetto degli accordi sottoscritti con Bei, verranno applicati spread privilegiati, con una sensibile riduzione rispetto al prezzo standard di prodotti equivalenti. Dal punto di vista fiscale, e` prevista l´esenzione da imposta sostitutiva. A titolo esemplificativo, essi possono riguardare: gli immobili sede dell´impresa e gli impianti, compresi quelli destinati all´efficientamento energetico; il ricambio generazionale e la trasmissione societaria; l´acquisto di macchine e di attrezzature nuove o usate; l´acquisto di software, diritti di brevetto, licenze e know-how, servizi alle imprese e sistemi di qualita` aziendali; la realizzazione di reti distributive su mercati nazionali e comunitari; l´acquisto di scorte, materie prime e prodotti finiti; l´investimento in beni immateriali quali ad esempio le spese di sviluppo, progettazione e finanziamento, nella fase di realizzazione del progetto e le spese di R.&s..  
   
   
POLITICHE GIOVANILI IN SARDEGNA: LABORATORI PARTECIPATIVI TERRITORIALI, PRIMO INCONTRO A MANDAS  
 
 Cagliari, 21 Luglio 2010 - Partito da Mandas, ieri pomeriggio, il primo dei 16 laboratori partecipativi territoriali delle Politiche Giovanili promossi dall’Assessorato della Pubblica Istruzione, in collaborazione con l’Anci Sardegna, nell’ambito del Piano della Gioventù "Sardegna Under 30". Alle 16, nel Convento di San Francesco, era prevista la tappa iniziale degli incontri con i ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 30 anni, per delineare un percorso che, in maniera innovativa, coinvolgerà direttamente la popolazione giovanile dell’isola, chiamata a formulare proposte, esporre bisogni e problematiche. I laboratori - due per provincia - saranno articolati per tavoli tematici che toccheranno diversi argomenti: giovani soggetti attivi, l’associazionismo giovanile, la polis e la politica, la scuola, la formazione e il lavoro, la legalità e la cultura civica, i luoghi e la gestione, la multiculturalità e gli scambi, la creatività, i talenti e le diverse capacità. Ogni partecipante potrà scegliere uno o più tavoli tematici, i cui lavori saranno coordinati da un rappresentante/tutor che farà sintesi dell’attività svolta. I risultati degli incontri diventeranno così la base di partenza per la predisposizione di un documento unico, da presentare e discutere pubblicamente nella 1^ Conferenza Regionale dei Giovani che si terrà a Cagliari nel prossimo autunno. "E’ nostra convinzione che, in nome e per conto dei giovani, debbano parlare gli stessi giovani - ha detto l’assessore della Pubblica Istruzione, Maria Lucia Baire - in perfetta coerenza con l’orientamento partecipativo della Giunta regionale che considera i nostri ragazzi come soggetti attivi, a cui offrire luoghi e momenti per esprimere il loro punto di vista, la loro vitalità e le loro energie, abilità e attitudini". "Questo coinvolgimento attivo dei ragazzi nelle politiche e nelle azioni del governo regionale - ha aggiunto l’esponente dell’esecutivo Cappellacci - avverrà attraverso strumenti come il Forum e la Prima Conferenza regionale dei Giovani, per offrire momenti di confronto tra i giovani sardi e le istituzioni che, a vario titolo, si occupano nel territorio di politiche giovanili". Per il mese di luglio i laboratori proseguiranno nelle altre province e, in particolare, a Oristano, Carbonia, Lanusei, Gonnosfanadiga, Castelsardo, Tonara, Olbia, Ales e Bosa.  
   
   
SISMA DICEMBRE 2009: PRESIDENTE DELL’ UMBRIA MARINI FIRMA ORDINANZE PER AVVIO RICOSTRUZIONE  
 
 Perugia, 21 luglio 2010 – La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in qualità di commissario delegato, ha firmato ieri l’ordinanza che definisce condizioni e modalità per la concessione di contributi a cittadini e imprese per il recupero degli edifici danneggiati dal terremoto del 15 dicembre 2009. “Un provvedimento che sancisce l’avvio della ricostruzione nelle zone colpite dal sisma – sottolinea – in modo da consentire un rapido rientro nelle abitazioni, a cominciare da quelle meno lesionate, e favorire la ripresa delle attività produttive, fin dal primo momento individuate come le priorità da affrontare”. “Sono obiettivi – aggiunge la presidente Marini - che abbiamo condiviso ieri in una riunione con i Sindaci dei Comuni interessati, con cui abbiamo concordato un’iniziativa istituzionale congiunta, Regione e Comuni, per riflettere sull’inadeguatezza dei fondi stanziati dal Governo. Voglio ricordare, comunque, che nella sua recente visita in Umbria, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso si è impegnato, come Governo, a definire le risorse necessarie nell’ambito del bilancio pluriennale dello Stato”. L’ordinanza commissariale, in vigore da oggi, fa seguito all’adozione del Piano stralcio di interventi straordinari, con il riparto dei 15 milioni di euro assegnati al Commissario delegato, e alle disposizioni sulla richiesta e l’erogazione di contributi ai nuclei familiari costretti ad abbandonare le case danneggiate e che hanno optato per l’autonoma sistemazione. Le disposizioni dell’ordinanza per chiedere “contributi per gli interventi di riparazione dei danni e di rafforzamento locale degli edifici danneggiati” che non presentano carenze strutturali gravi si applicano al comune di Marsciano, maggiormente colpito dagli eventi sismici del 15 dicembre scorso, e ai comuni di Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Monte Castello di Vibio, Panicale, Perugia, Piegaro, San Venanzo e Torgiano. Possono presentare domanda al Sindaco del Comune in cui si trova l’edificio lesionato, entro sessanta giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza, “i proprietari, alla data dell’evento sismico, o, se autorizzati dagli stessi, dei soggetti titolari di diritti reali, di unità immobiliari facenti parte di un edificio in cui almeno una unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale o ad attività produttiva in esercizio al momento del sisma e oggetto di ordinanza sindacale di sgombero, emessa entro la data di pubblicazione dell’ordinanza a seguito della verifica di agibilità effettuata dalle squadre operanti sotto il coordinamento tecnico della Regione, che abbia comportato l’evacuazione dell’immobile”. Nell’ordinanza, oltre alle condizioni e alle modalità di presentazione delle domande, sono stabiliti i tempi per il finanziamento degli interventi, gli obblighi a carico dei beneficiari del contributo, i termini per la presentazione dei progetti, i criteri per la determinazione delle risorse concedibili e le priorità. Sono, inoltre, fissati i tempi da rispettare per l’esecuzione dei lavori, su cui vigileranno i Comuni, e le modalità per l’erogazione dei contributi.