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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Luglio 2012
UE: IL PRESIDENTE BARROSO AL DIBATTITO TASTO SUL PROGRAMMA DI ATTIVITÀ DELLA PRESIDENZA CIPRIOTA DELLA SESSIONE DEL CONSIGLIO PLENARIA DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 5 luglio 2012 - Di seguito il discorso del Presidente Barroso al dibattito tasto sul programma di attività della presidenza di Cipro del Consiglio nella Sessione plenaria del Parlamento europeo : “Presidente del Parlamento europeo, Presidente della Repubblica di Cipro, Onorevoli deputati, Vorrei iniziare esprimendo al Presidente Christofias ed il governo cipriota miei e il pieno sostegno della Commissione per la presidenza del Consiglio. Lavoreremo con voi nello spirito di piena lealtà e vi auguriamo ogni successo possibile. Questo sarà nell´interesse del vostro Paese, e nell´interesse della Ue nel suo insieme. Tenendo la presidenza del Consiglio è sempre una sfida, per i paesi più grandi e più piccoli, per gli Stati membri più anziani e meno vecchio. Ed è naturale che questa sfida è raddoppiata quando è per la prima volta, e che si svolgono nel contesto economico attuale. Detto questo, ho molta fiducia nella disponibilità di Cipro ad assumersi questa grande responsabilità. Non solo sono stato rassicurato dalla presentazione Presidente Christofias ´oggi e la sua dichiarazione riguardo al suo impegno per il progetto europeo e il metodo comunitario. Posso anche dirvi che le autorità cipriote hanno avviato i preparativi quasi tre anni fa. Nel frattempo, le autorità cipriote e la Commissione a livello politico e tecnico hanno goduto di una stretta, proficua collaborazione. Domani e dopodomani il Collegio dei commissari incontreranno il trio di presidenza a Nicosia, dove avrò l´opportunità di esprimere il mio apprezzamento per il loro lavoro di preparazione molto competente. Subito dopo questo momento di inaugurazione abbiamo bisogno di continuare il nostro lavoro. Apprezzo molto che la Presidenza cipriota coglie correttamente le sfide giuste per affrontare e le priorità su cui lavorare. La Commissione condivide gli obiettivi della presidenza volti ad una più forte, più competitiva, basata su una crescita sostenibile, la solidarietà e l´inclusione sociale, un´Europa che è un importante partner internazionale, sulla scena mondiale come pure nei paesi limitrofi. Questi obiettivi richiedono azioni, azioni che sono sanciti nella logica di un approccio in tre parti che la Commissione ha sostenuto da tempo e che dobbiamo lavorare per l´Unione europea nel suo insieme: Sound finanza pubblica, la riforma strutturale profonda e investimenti mirati . Concentrandosi su queste aree e di massimizzare il loro impatto andrà un lungo cammino verso una presidenza di successo di Cipro del Consiglio e per una presidenza di successo sarà molto importante concentrarsi sulle proposte legislative essenziali dove i risultati concreti possono essere raggiunti entro la fine del 2012. In primo luogo abbiamo il pluriennale quadro finanziario, uno dei nostri strumenti primari per il valore aggiunto degli investimenti a livello europeo e per la crescita e l´occupazione in Europa. Presidente Christofias, presidente Schulz, Onorevoli deputati, Facciamo del nostro meglio per raggiungere un accordo sul quadro finanziario pluriennale, entro la fine di quest´anno. So che è estremamente impegnativo, ma è possibile. Questo sarebbe un segnale chiaro che quando si parla di crescita siamo impegnati ad agire, non limitarsi alla retorica. Raggiungere un accordo entro la fine dell´anno - non tutte le operazioni che, voglio dire un bene o anche perché no un buon affare - significherebbe un grande servizio per l´Ue nel suo complesso. E ciò significherebbe un successo per la Presidenza Cipro. La Commissione europea nei prossimi giorni presenterà i dati finanziari aggiornati per la nostra proposta di quadro finanziario pluriennale, che includono l´impatto della adesione della Croazia nel 2013 e terrà conto dei più recenti dati statistici nazionali e regionali. Anche se questi cambiamenti saranno estremamente marginale in quantità globali hanno bisogno di essere fatto per amore di precisione e la trasparenza parità di trattamento. Su questa base, la presidenza sarà quindi in grado di preparare le discussioni gravi anche sulle cifre a partire dall´autunno. Posso solo ribadire quello che ho detto prima. Le cifre che abbiamo proposto l´anno scorso restano pienamente valide. Essi sono equilibrati, adeguato e realistico. Essi implementare un chiaro senso di realismo nelle circostanze attuali, mentre mostrando il giusto livello di ambizione. Esorto, pertanto, sia il Parlamento e gli Stati membri a riconoscere che quello che abbiamo proposto già fornisce una base molto buona di compromesso. Naturalmente, i negoziati per il Multi-quadro finanziario pluriennale sono un pacchetto. Parallelamente ai negoziati quadro complessivo deve essere portata a termine sulle proposte settoriali sulle principali politiche europee comuni. Queste politiche si trovano al centro dei nostri sforzi per sostenere la crescita e l´occupazione. Per questo motivo abbiamo bisogno in parallelo a compiere progressi sostanziali sulla prossima generazione di fondi strutturali, sulla riforma della theCap, la politica comune della pesca, Horizon 2020 per la ricerca e l´innovazione, lo strumento Collegare l´Europa e le relative reti transeuropee. Non dobbiamo trascurare i nostri strumenti finanziari esterni, come un elemento importante nella nostra politica estera. Con il Qfp generale e dei programmi di quasi settanta settoriali abbiamo una formidabile lista di lavori da realizzare. Ciò richiederà un grande sforzo da parte della Presidenza del Consiglio, uno sforzo che noi della Commissione sosterrà fino in fondo. Presidente, Onorevoli Parlamentari, La pluriennale quadro finanziario è solo una delle nostre leve per la crescita e l´occupazione. Vi sono altre aree di importanza critica in cui dobbiamo accelerare i nostri sforzi. Accolgo quindi con favore che il presidente Christofias parti la mia comprensione che dobbiamo lavorare in stretta collaborazione tra tutte le istituzioni tra cui, naturalmente, il Parlamento europeo nei prossimi mesi. Questo è l´unico modo per venire a risultati, vale a dire i risultati che sono stabili e vincolanti e non sono ostaggio di fortuna, dopo le decisioni vengono annunciate. Continuando il nostro lavoro per la crescita significa anche portare avanti nei prossimi mesi sulle proposte legislative accelerata del mercato unico, quello che abbiamo chiamato mercato unico Act 1. Inoltre, la Commissione intende presentare proposte nel quadro di ciò che noi chiamiamo una nuova legge del mercato unico 2 e ci auguriamo che la Presidenza di Cipro inizierà a lavorare su questi senza indugio. E ancora una volta, grazie per il vostro impegno molto forte per quanto riguarda la necessità di rafforzare il mercato interno, il Presidente Christofias. Presidente, Onorevoli Parlamentari, Come ho detto ieri di fronte a questa Assemblea, intenso lavoro continuerà a garantire la stabilità della zona euro e stabilendo una vera Unione economica e monetaria. La Commissione valuterà pertanto rapidamente presentare nuove proposte riguardanti i primi passi per stabilire che cosa siamo stati Chiamando un "Union Banking", cioè di creare un unico meccanismo di vigilanza finanziaria nella zona euro costruita intorno alla Bce, in base all´articolo 127 del trattato . Allo stesso tempo, ci impegneremo per preservare l´architettura complessiva della Ue-27, presto 28, in particolare l´architettura del mercato unico, in modo da garantire l´integrità della nostra Unione e diritti previsti dal trattato, naturalmente completi del Parlamento europeo. Allo stesso tempo, c´è molto da fare per costruire le proposte la Commissione ha già presentate ai sistemi di garanzia dei depositi, il recupero della banca e risoluzione, le norme più severe sulle agenzie di rating del credito e sui requisiti di capitale, relativa ai mercati degli strumenti finanziari e sul mercato abusi. Così la Union Banking è molto a portata di mano. Possiamo farlo molto presto se siamo pienamente stare dietro e lavorare duro per questo. Ci sarà un ulteriore sforzo necessario per adottare le due iniziative pack e fare progressi su una tassa sulle transazioni finanziarie attraverso la cooperazione rafforzata. Anche se formalmente entrambi i file sono separati, sono entrambi essenziali, si può solo chiedere una maggiore solidarietà in parallelo, se siamo disposti ad accettare una maggiore responsabilità. Presidente, Onorevoli Parlamentari, Ho citato solo alcune delle aree più importanti su cui dobbiamo concentrarci nei prossimi sei mesi. Naturalmente so, il programma della Presidenza è molto più ampio. Ma penso davvero che dovremmo concentrarci su ciò che possiamo fornire in tempi relativamente brevi. Vorrei anche menzionare l´Schengen ei pacchetti brevetti. Spero che sia noi che alla fine verremo a trovare soluzioni migliori di quelle che sono sul tavolo del Consiglio di oggi. Ma credo che per una Presidenza del Consiglio per avere successo ha bisogno di questa determinazione e questa messa a fuoco. Sei mesi passano molto velocemente. Ieri in un incontro con il Presidente Christofias e il presidente Schulz ho detto che sarebbe stato il 17 ° Presidenza del Consiglio che mi seguirà da vicino. E posso dirvi, le presidenze di successo erano quelli che erano in grado di concentrarsi. Cerchiamo di utilizzare questo periodo nel modo più produttivo ed efficace. La Commissione vi aiuterà a raggiungere il più possibile in questo sforzo, e sono sicuro che così sarà il Parlamento europeo. Vi ringrazio per l´attenzione.”  
   
   
ECCO CIPRO! LO STATO MEMBRO MEDITERRANEO PER LA PRIMA VOLTA ALLA PRESIDENZA DELL´UE  
 
Bruxelles, 5 luglio 2012 - Il mese di luglio è di solito caratterizzato da lunghe vacanze scolastiche, serate tiepide e, per i più fortunati, alcuni giorni di pausa dal tran-tran quotidiano. Ma luglio segna anche il cambio della guardia al Consiglio dell´Unione europea, con un nuovo Stato membro incaricato dei sei mesi di presidenza a rotazione. E questa volta tocca a Cipro prendere le redini, guidare e organizzare il lavoro del Consiglio fino alla fine dell´anno, quando sarà il turno di un altra nazione insulare: l´Irlanda. L´obiettivo principale della presidenza cipriota è quello di lavorare per un´Europa migliore ("Towards a Better Europe"), più rilevante per i suoi cittadini e per i suoi vicini. La speranza è quella di rendere l´Europa più efficiente e sostenibile, e al tempo stesso promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro. Impresa certo non facile con la crisi economica in atto. Un obiettivo chiave sarà quindi l´attuazione del nuovo quadro avanzato di governance economica e il rafforzamento della sorveglianza di bilancio per assicurare la stabilità fiscale. Cipro darà priorità a un ulteriore approfondimento dell´integrazione europea, al rafforzamento della coesione sociale e al garantire una migliore qualità della vita dei cittadini europei. Anche se proclamano che le misure di austerità sono importanti per ripristinare la fiducia dei mercati e la stabilità, essi affermano anche che allo stesso tempo l´Europa ha bisogno di misure che promuovono la crescita inclusiva e la creazione di posti di lavoro. Il programma della presidenza è costruito intorno al principio fondamentale della solidarietà, al fine di costruire un´Europa migliore per le generazioni future. Un compito che Cipro sarà chiamato a svolgere durante la sua presidenza è l´impostazione del bilancio per il periodo 2014-2020, il quadro finanziario pluriennale. Questo significa escogitare come il denaro dovrà essere ripartito per contribuire al meglio alla crescita e allo sviluppo sostenibile, promuovere politiche efficaci, aumentare la competitività dell´Ue e creare più posti di lavoro. Cipro sosterrà un bilancio dell´Unione europea equo ed efficace che promuova la crescita e aumenti le opportunità di occupazione. L´enfasi sarà data alla qualità della spesa in modo che le politiche e i programmi che saranno finanziati nell´ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale siano norme con un effettivo "valore aggiunto". In cima all´ordine del giorno di Cipro ci sono la politica energetica, le reti transeuropee dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell´energia, e il meccanismo per collegare l´Europa, nonché l´occupazione giovanile, la salute e il benessere dei bambini, la protezione dei dati personali e la sicurezza alimentare. Si porrà inoltre l´attenzione sullo sviluppo sostenibile alla luce del vertice Rio+20. La presidenza di Cipro - la prima dopo l´adesione all´Unione europea nel 2004 - segue la presidenza danese, che a sua volta ha fatto seguito alla presidenza polacca. Questi tre Stati membri formano insieme il "trio" dell´ultima presidenza: ovvero il quadro per il collegamento delle presidenze, per garantire che il flusso di lavoro della presidenza sia coerente con quello che è stato fatto prima e ciò seguirà. Più che sostituire l´ordine del giorno delle singole presidenze nazionali, il programma trio agisce piuttosto come un quadro generale comune. La presidenza di turno è iniziata con il trattato di Roma del 1957 che ha stabilito le Comunità europee; tuttavia, fu presto evidente che sei mesi erano un lasso di tempo troppo breve per qualsiasi presidenza per riuscire a realizzare tutti i suoi obiettivi. A partire dal 2007 si è quindi pensato di raggruppare i tre Stati membri che detengono la presidenza uno dopo l´altro. Questo permette a ogni trio di coordinare un insieme condiviso di obiettivi da raggiungere nel corso di tutti e tre i mandati. Il trio è composto da uno Stato membro di grandi dimensioni e due più piccoli, oltre ad essere un insieme di Stati membri della vecchia Unione e dell´Unione allargata. Il 1° gennaio 2012, Cipro passerà il timone al trio successivo: Irlanda, Lituania e Grecia. Per maggiori informazioni, visitare: Presidenza cipriota: http://cy2012.Eu/en    
   
   
UE, BILANCIO 2013: I DEPUTATI EUROPEI CHIEDONO AI GOVERNI DI NEGOZIARE CON RESPONSABILITÀ  
 
Strasburgo, 5 luglio 2012 - Gli Stati membri non dovrebbero chiedere tagli "artificiali" al bilancio Ue 2013 o causare un´inutile impasse perché incapaci accordarsi sui metodi di calcolo durante i negoziati sul bilancio 2013, hanno dichiarato i deputati mercoledì. Avendo approvato il mandato per i negoziati sul bilancio tra il Parlamento e gli Stati membri del 9 luglio, i deputati hanno inoltre sottolineato che il bilancio deve concentrarsi su crescita e occupazione e votato a favore di una sede unica per il Parlamento europeo. "Questo voto avviene in un momento cruciale per l´Europa di oggi. Sono dell´opinione che, dopo il vertice del Consiglio europeo del 28-29 giugno, durante il quale i Capi di Stato e di governo hanno trovato un accordo sul "Compact per la crescita e l´occupazione", dobbiamo chiedere agli Stati membri di investire le risorse necessarie per uscire dalla crisi", ha dichiarato il relatore italiano Giovanni La Via (Ppe). I negoziati per il bilancio negli ultimi anni sono stati segnati da disaccordi sul metodo di calcolo del livello dei pagamenti nel bilancio, e questa volta i deputati invitano i governi nazionali che nutrano dubbi sulle stime di spesa presentate dalla Commissione, di chiarirli il prima possibile per evitare difficoltà durante i negoziati, come avvenuto lo scorso anno. Il mandato è stato approvato con 540 voti a favore, 93 contrari e 52 astensioni. Presidenza danese assente - I deputati deplorano l´assenza della Presidenza danese alla riunione tenuta per trovare un´intesa comune sui pagamenti. Ricordano inoltre che gli stanziamenti di pagamento proposti dalla Commissione si basano sulle stime degli stessi Stati membri, e invitano la Commissione a verificare con loro che la stima delle loro richieste relative agli aumenti dei pagamenti sia esatta e realistica. Il Parlamento incarica la sua squadra di negoziatori, guidata da Giovanni La Via, di proteggere le risorse del bilancio previste per crescita, occupazione e altri settori in cui il bilancio Ue può apportare un valore aggiunto, mentre riconosce che il bilancio potrebbe essere ridotto nei settori in cui si registrano ritardi ingiustificati o un basso tasso di assorbimento dei fondi dell´Ue. Sede unica - I deputati, in un emendamento approvato con 432 voti a favore, 218 contrari e 29 astensioni, sostengono che l´Ue, nel contesto delle politiche di austerità in corso, deve dimostrare responsabilità e prendere misure concrete immediate per stabilire una sede unica per il Parlamento. Il progetto di bilancio per il 2013 ammonta a 151 milioni di euro in stanziamenti d´impegno (che rappresenta un aumento del 2% rispetto al bilancio 2012) e a 138 milioni di euro in stanziamenti di pagamento (che rappresenta un aumento del 6,8% rispetto al bilancio 2012). L´aumento dei pagamenti è relativamente elevato, non solo perché i livelli di pagamento sono stati tenuti artificialmente bassi negli anni precedenti, ma anche perché la spesa per i programmi pluriennali dovrebbe raggiungere la velocità di crociera entro l´ultimo anno dell´attuale quadro di bilancio a lungo termine. Stanziamenti d´impegno e di pagamenti - Per ogni linea di bilancio, ci sono due voci differenti: gli stanziamenti d´impegno e quelli di pagamento. I primi si riferiscono a quanto l´Ue può impegnarsi a investire in un dato anno (per esempio firmando un contratto o attraverso un appalto pubblico). I secondi disciplinano i pagamenti effettivi da eseguire in un dato anno. Prossime tappe - Il dialogo a tre sul bilancio (Commissione, Consiglio e Parlamento) comincerà il 9 luglio e sarà seguito dalla prima votazione in Consiglio, prevista per il 26 luglio. I deputati voteranno in commissione bilanci all´inizio di ottobre e in seguito in Plenaria il 23 ottobre. Se non c´è accordo in prima lettura, i colloqui di conciliazione tra Consiglio e Parlamento avranno luogo dal 24 ottobre al 13 novembre, al fine di approvare il bilancio definitivo durante la sessione plenaria del 19-22 novembre.  
   
   
CRISI DELLA ZONA EURO: DEPUTATI CHIEDONO LEGISLAZIONE PER SETTEMBRE, NON SOLO "ROADMAP"  
 
Strasburgo, 5 luglio 2012 - Le ultime conclusioni del Consiglio europeo vanno nella direzione giusta per affrontare la crisi dell´eurozona, ma una risposta è talmente urgente che la Commissione deve presentare un disegno di legge entro settembre al fine di attuare rapidamente i quattro principi della relazione Van Rompuy, sostiene il Parlamento in una risoluzione approvata mercoledì che rappresenta la risposta del Pe al Vertice della settimana scorsa. La risoluzione, adottata a larga maggioranza (501 voti a favore, 32 contrari e 38 astensioni), accoglie con favore le misure adottate per spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano, e l´impegno per un risanamento di bilancio propizio alla crescita. Il testo considera inoltre le conclusioni del vertice come "una tappa importante verso la realizzazione di una vera e propria unione bancaria per l´Unione europea nel suo insieme". Il rapporto Van Rompuy è "una buona base di partenza", afferma il Parlamento, ma è necessario lavorare ulteriormente, in un processo al quale devono partecipare non solo le istituzioni europee e i parlamenti nazionali ma anche le parti sociali e la società civile. Pertanto, i deputati chiedono alla Commissione di presentare un testo legislativo per applicare le proposte avanzate nella relazione Van Rompuy. I deputati si compiacciono dell´impegno a trasformare il bilancio dell´Unione europea in uno strumento per la crescita, ma sottolineano che un accordo in merito al prossimo Quadro finanziario pluriennale può essere raggiunto solo se il sistema delle risorse proprie dell´Ue verrà riformato.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO BOCCIA ACTA  
 
Strasburgo, 5 luglio 2012 - Il Trattato anti contraffazione Acta (Anti-counterfeiting Trade Agreement) è stato respinto mercoledì dal Parlamento europeo e pertanto, per quanto riguarda l´Unione europea, non sarà legge. È stata la prima volta che il Parlamento ha esercitato le sue nuove competenze in materia di trattati commerciali internazionali. 478 deputati hanno votato contro Acta, 39 a favore e 165 si sono astenuti. Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere Acta", ha affermato il relatore David Martin (S&d, Uk) dopo il voto, ribadendo le sue preoccupazioni su un trattato troppo vago e aperto a interpretazioni erronee. Tuttavia, ha aggiunto il relatore, l´Ue deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale "Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale ", ha aggiunto. Christofer Fjellner (Ppe, Se), fra i sostenitori principali di Acta in seno al Ppe, ha chiesto, prima della votazione in plenaria, di rinviare il voto in attesa del giudizio della Corte di giustizia europea sulla compatibilità del trattato col diritto comunitario. Il Parlamento ha respinto la richiesta e una forte minoranza si è alla fine astenuta sul voto sul consenso al trattato. Una forte pressione dell´opinione pubblica - Durante la discussione su Acta, il Parlamento è stato oggetto di una pressione diretta e senza precedenti da parte di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto la bocciatura le testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. Il Parlamento ha anche ricevuto una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa. L´accordo Acta, che è stato negoziato tra Ue, Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e Svizzera, è stato concepito per rafforzare l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. Il voto di mercoledì significa che né l´Ue né i suoi Stati membri potranno far parte dell´accordo.  
   
   
UE: SERVIZI BANCARI DI BASE PER TUTTI  
 
Strasburgo, 5 luglio 2012 - I servizi bancari di base dovrebbero essere un diritto per il 10% dei cittadini dell´Ue che attualmente non lo possiedono, fra i quali ci sono senzatetto, studenti, persone con un reddito basso o senza alcun record di credito e lavoratori emigrati, secondo quanto hanno sostenuto i deputati in un voto mercoledì. Il Parlamento ha esortato la Commissione a presentare una proposta legislativa entro gennaio dell´anno prossimo per risolvere questa esclusione finanziaria. In apertura del dibattito di martedì, Jurgen Klute (Gue/ngl, De), relatore della risoluzione non legislativa, ha dichiarato che "le banche hanno una responsabilità nei confronti della società, non si può solo guardare al guadagno. Questa risoluzione ha un forte sostegno trasversale e ora contiamo sulla Commissione per una proposta legislativa." L´approccio "soft" non funziona - Una normativa a livello comunitario è necessaria, perché le semplici raccomandazioni della Commissione hanno sortito gli effetti desiderati solo in alcuni paesi e le banche hanno, per natura, la tendenza a rivolgersi solo ai clienti che offrono opportunità di profitto. La soluzione più economica senza vincoli ... Secondo la risoluzione, il conto di pagamento di base dovrebbe sempre essere più conveniente rispetto a qualsiasi alternativa offerta da una determinata istituzione finanziaria. Banche e altre istituzioni che offrono conti correnti non dovrebbero avere l´opzione di rifiutare la concessione di tale conto secondo criteri quali il basso reddito, il tipo di impiego, la storia creditizia o il livello di indebitamento. Soprattutto, l´accesso a un conto di base non dovrebbe in nessun caso essere subordinato all´acquisto di altri prodotti o servizi, aggiunge il testo. Che consente tutte le operazioni fondamentali - Il conto di base permetterebbe a una persona di effettuare tutte le operazioni principali di pagamento, come ad esempio l´accreditamento di redditi o altre prestazioni, il pagamento di utenze o tributi nonché l´acquisto di beni e servizi, l´effettuazione di prelievi di contante e la stampa di estratti conto. La risoluzione è stata adottata con 585 voti a favore, 68 contrari e 5 astensioni.  
   
   
LIVELLI DEI PREZZI NELLA UE A 27  
 
Bruxelles, 5 luglio 2012 - Nel 2011 i livelli dei prezzi dei beni di consumo e servizi sono notevolmente variati tra gli Stati membri dell´Unione europea. I dati più aggiornati, emessi venerdì da Eurostat, mostrano che la Danimarca (142 per cento della media Ue a 27) ha avuto il più alto livello dei prezzi, seguita da Svezia (128), Finlandia (125) e Lussemburgo (122). Prezzi del 10-20 per cento sopra alla media sono stati registrati anche in Irlanda (117 per cento), Belgio (112) e Francia (111). Poco più sotto si sono piazzati i Paesi Bassi (108 per cento), Austria (107), Germania e Italia (entrambe 103) e Regno Unito (102). Sotto alla media si posizionano Spagna (97 per cento) e Grecia (95), Cipro (89), Portogallo (87) e Slovenia (84). Un livello di prezzi tra un 20 ed un 30 per cento sotto la media è stato osservato in Estonia (79 per cento), Malta (78), Repubblica Ceca (77), Lettonia (74) e Slovacchia (72). Infine, prezzi del 30-40 per cento inferiori alla media Ue a 27 sono stati segnalati in Lituania (66 per cento), Ungheria (64), Polonia e Romania (entrambe 60). In fondo alla lista, con i prezzi più bassi della Ue, la Bulgaria (51 per cento). In un confronto per generi di acquisto tra le Nazioni del Centro-est Europa, la Slovacchia risulta essere più economica della Repubblica Ceca, oltre che di Slovenia e Austria, ma ha un livello di prezzi in generale più alto di altri Paesi vicini come Polonia, Ungheria, Romania, per non parlare ovviamente della Bulgaria. Ci sono tuttavia alcune tipologie nelle quali la Slovacchia sovrasta anche la Repubblica Ceca, dimostrandosi l´area più cara: è il caso degli alimentari, dell´abbigliamento (dove supera anche la Slovenia e la stessa Italia), l´elettronica di consumo, mentre sui prezzi della ristorazione e hotel è seconda solo alla Polonia e su tabacco e alcolici sta sotto soltanto alla Repubblica Ceca. Secondo la tabella Eurostat, tra i Paesi confinanti con la Slovacchia, il cibo e l´elettronica sono meno cari in Polonia, alcol, tabacco, hotel, ristoranti e abbigliamento in Ungheria. L´unica categoria nella quale la Slovacchia primeggia per i prezzi bassi risulta essere quella dei mezzi di trasporto personali.  
   
   
RENDICONTO BILANCIO 2011, VENETO: CRISI E TAGLI IMPONGONO UN CAMBIO DI ROTTA RISPETTO AL PASSATO  
 
 Venezia, 5 luglio 2012 - “Le politiche di bilancio messe in moto da questa amministrazione cominciano, pur nella problematicità della situazione, a manifestare i loro effetti positivi, dimostrando come la Regione del Veneto stia reagendo alla svolta restrittiva che la finanza pubblica italiana ha avuto e sta tuttora avendo sui suoi conti”. Lo ha detto l’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti, illustrando ieri i dati più significativi del rendiconto 2011 dell’ente. “Tre elementi, in particolare – ha evidenziato l’assessore, mettendo a confronto il 2010 con il 2011 –, dimostrano che ci stiamo muovendo nella direzione giusta: il disavanzo è sceso da 2,6 a 2,4 miliardi di euro; l’indebitamento è passato da 1,3 a 1,2 miliardi; i residui passivi soggetti al patto di stabilità sono diminuiti da 4,1 a 3,3 miliardi”. L’assessore si è inizialmente soffermato sull’andamento delle entrate “a libera destinazione” e dell’indebitamento autorizzato, che, nella loro somma, rappresentano il totale delle risorse del bilancio regionale. E’ emerso che dopo un trend costantemente crescente fino al 2010, quando ha raggiunto più di 2,2 miliardi di euro, proprio a partire dal 2011 si è registrata una brusca caduta, arrivando a scendere nel 2011 a circa 1,5 miliardi di euro e nell’esercizio in corso a 1,3 miliardi. “A influenzare questo andamento – ha spiegato Ciambetti – sono stati i provvedimenti presi dai Governi in questi anni, che hanno pesantemente tagliato i trasferimenti a libera destinazione alle Regioni, riducendoli per il Veneto ben del 25%. Ma non solo: hanno anche imposto una drastica riduzione della soglia di indebitamento, che per noi è stata diminuita di un quinto rispetto al precedente limite, con ciò saturando la possibilità di ricorrere a ulteriore indebitamento”. “Abbiamo dovuto prendere atto della situazione e comportarci di conseguenza – ha proseguito l’assessore – cosa che purtroppo altre Regioni non hanno fatto e non stanno facendo, fregandosene della cruda realtà e cioè che i tempi della finanza allegra sono finiti per tutti e in particolare per chi, diversamente dalla Regione del Veneto, ha continuato a incrementare dissennatamente la spesa pubblica”. “L’attuale Giunta – ha continuato Ciambetti – ha ritenuto che, viste le condizioni restrittive, fosse giunto il momento di far ‘rifiatare’ il bilancio regionale e facendo di necessità virtù, ha imposto una svolta alla gestione del bilancio stesso. Un virtuoso cambio di direzione articolato su un attento governo della spesa, per impedire che i tagli alle entrate andassero a incidere su servizi essenziali alla popolazione e venisse meno il sostegno all’apparato produttivo, su una progressiva riduzione del livello di indebitamento, per consentire un alleggerimento della pressione sul bilancio della restituzione del debito, sullo smaltimento dei residui passivi, in particolare di quelli soggetti al patto di stabilità, che, come ho già detto, nel 2010 erano pericolosamente saliti e noi siamo riusciti a far scendere del 22,8%”. Pur nella scarsità di risorse, dunque, la Regione ha operato per ottenere un differenziale positivo fra le entrate correnti e le uscite correnti, così da assicurare una copertura finanziaria più che all’assunzione di nuove spese, allo smaltimento di quelle pregresse, “Elemento, questo, fondamentale – ha sottolineato Ciambetti – per ridurre i debiti verso i fornitori”. “Il tutto – ha concluso l’assessore – conseguito, si badi bene, evitando di imporre ai veneti pesi tributari ulteriori, come le addizionali Irpef o Irap o l’aumento di accise, cosa che altre Regioni hanno invece imposto con manovre tributarie permanenti”.  
   
   
REGIONE LAZIO, DAL 1° LUGLIO ATTIVO BUR TELEMATICO LAZIO  
 
Roma, 5 luglio 2012 - E’ attivo dal 1° luglio il nuovo Bollettino Ufficiale telematico della Regione Lazio, così come stabilito dal regolamento di attuazione approvato dalla giunta Polverini lo scorso 17 giugno. Il Bur, consultabile sul sito www.Regione.lazio.it , è pubblicato il martedì e il giovedì e per gli utenti si richiede la registrazione, gratuita, al portale con la dotazione di credenziali (user id e password) a garanzia della tutela della riservatezza e della privacy come previsto per legge. La pubblicazione del Bollettino è curata interamente dalla struttura amministrativa della Giunta Regionale cui competono la direzione, la redazione e la gestione del Bur. Il nuovo Bur telematico permetterà un risparmio economico di circa 5 milioni di euro l´anno e porterà, in un’ottica di rispetto dell’ambiente, ad eliminare la produzione di una quantità rilevante di carta sfruttando le tecnologie disponibili a supporto dei processi di dematerializzazione del cartaceo. Il nuovo Bur è destinato ad apportare cambiamenti significativi dal punto di vista dell’organizzazione e della semplificazione. Il Bollettino telematico agevola e semplifica le attività degli Enti esterni e dei privati innovando il processo di richiesta di pubblicazione, che non vedrà più l´invio del cartaceo ma il caricamento dei documenti elettronici oggetto di richiesta di pubblicazione dall´Ente o dal privato. Con il nuovo Bur telematico viene semplificata l´attività di ricerca e di consultazione del singolo atto e dell´intera edizione del bollettino e si rendono disponibili on-line le singole versioni degli atti e dell´intero bollettino, quest´ultimo firmato digitalmente.  
   
   
ANCI TOSCANA: COSÌ SONO A RISCHIO I SERVIZI AI CITTADINI DAL GOVERNO CI CHIEDONO COLLABORAZIONE MA NON CI FORNISCONO CIFRE.  
 
Firenze, 5 luglio 2012 - È preoccupato, e non lo nasconde, il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e coordinatore delle Anci regionali. Il presidente dell’Associazione dei Comuni della Toscana il 3 luglio era a Roma, con il presidente Anci Graziano Delrio, per l’incontro tra Governo, Regioni ed enti locali, svoltosi a Palazzo Chigi per discutere dei tagli alla spesa pubblica in arrivo con i provvedimenti dell’esecutivo sulla spending review. Anci ha dato la propria disponibilità a sedersi al tavolo e impostare il lavoro sui costi standard che, come ha ricordato il presidente Delrio, sono “l’unica via per ridurre nel medio termine la spesa pubblica”, ma i primi cittadini non possono procedere in questa direzione senza alcuna certezza sui risparmi di spesa che dal comparto degli enti locali si vuol ottenere. Proprio la assoluta mancanza di indicazioni sulle cifre è ciò che ha allarmato Cosimi, che lamenta, stando così le cose, l’impossibilità per i Comuni di pianificare gli interventi in maniera puntuale e il rischio di dover tagliare i servizi ai cittadini per conseguire gli obiettivi che Roma indicherà in un secondo momento. In sostanza, secondo il sindaco di Livorno, si è trattato di un “incontro abbastanza deludente con un problema di fondo, vale a dire che non si è parlato di cifre. Personalmente – continua Cosimi – sono abituato a discutere su questioni concrete, invece ci sono stati chiesti suggerimenti su un provvedimento del quale non conosciamo nemmeno la natura”. Il problema, insiste Cosimi, è che “il Governo ha dato delle indicazioni di fondo sulla linea d’azione da seguire, che come Anci condividiamo, ma per collaborare alla definizione dei provvedimenti, dobbiamo essere messi in condizione di poter discutere nel merito e sul metodo”. I sindaci, insomma, non vogliono dover agire in conseguenza di scelte da già fatte, ma essere realmente partecipi di provvedimenti che li riguardano in prima persona. Il presidente di Anci Toscana chiosa con un auspicio, quasi un appello al presidente Delrio: “Sono molto preoccupato e spero che Anci possa onestamente intervenire su questo tema perché i Comuni non possono permettersi tra Imu, costi standard e quant’altro, che non ci sia collegamento fra le azioni che portiamo avanti e, soprattutto – conclude – non si possono mettere a rischio i servizi per le persone”. Altro fronte che non fa stare tranquilli, denuncia il presidente di Anci Toscana, riguarda la Sanità: se le Regioni hanno infatti chiesto al Governo di operare, come ha detto il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, “tagli con il bisturi” e non con l’accetta, dal Governo non sono arrivate rassicurazioni in questo senso, anzi: la richiesta di non toccare il Fondo Sanitario Nazionale, portata avanti dai presidenti delle Regioni italiane non potrà essere accolta. Ancora non si sa di quanto, ma i tagli ci saranno. E, commenta Cosimi, “questo è un altro aspetto molto preoccupante per gli enti, perché c’è il rischio di ridurre la qualità dell’assistenza ai cittadini”  
   
   
BOLZANO, WIDMANN SULLA SPENDING REVIEW: RISPARMI ANCHE NELL´AMMINISTRAZIONE PUBBLICA LOCALE  
 
Bolzano, 5 luglio 2012 - Con la cosiddetta "spending review", la revisione della spesa pubblica, il Governo mira a ridurre drasticamente le spese delle pubbliche amministrazioni. L´assessore provinciale Thomas Widmann, competente su economia e personale, sottolinea che l´Alto Adige difenderà con ogni mezzo le competenze fissate dall´autonomia, ma che saprà esaminare i suoi costi: "Nessuna preclusione: dove si può risparmiare, bisogna risparmiare." Le misure di risparmio e recupero abbozzate dal Governo stanno avendo riflessi anche su tutti gli enti locali, per quanto riguarda l´Alto Adige anche in violazione dell´autonomia speciale. "La Giunta provinciale è già intervenuta - sottolinea l´assessore Thomas Widmann - per tutelare quei settori nei quali ravvisa nell´intervento di Roma una violazione delle competenze autonomistiche. Con l´Accordo di Milano la Provincia contribuisce già in misura considerevole al risanamento dei conti pubblici e quindi deve essere chiaro che nel quadro della spending review non accetteremo imposizioni non concordate sul bilancio provinciale." Fatta questa premessa, Widmann sottolinea contestualmente che anche in Alto Adige tutti i settori di spesa delle pubbliche amministrazioni vanno esaminati attentamente: "Non è solo il Governo italiano ad intervenire con i tagli, in quanto tutta Europa cerca di stabilizzare i propri bilanci e riguadagnare competitività. Non è un trend, ma una necessità. Anche per l´Alto Adige." Si tratta di individuare le priorità, "di concentrarsi sui punti di forza, di sostenerli con interventi mirati per rafforzare il tessuto economico del territorio", aggiunge l´assessore. Perchè un´economia che funziona assicura posti di lavoro e benessere. Dall´altra parte non si deve però tagliare in modo lineare e sbagliato, ad esempio nei settori della salute e del sociale. "Il sistema sociale altoatesino è all´avanguardia a livello nazionale e non può essere messo in pericolo dalle riforma del Governo." Tra le priorità va posta, secondo Widmann, anche una razionalizzazione delle spese della macchina amministrativa: "Dobbiamo essere pronti a garantire gli stessi servizi con minori risorse e meno personale. Senza tagliare in tutti i settori ma anche senza preclusioni", conclude Thomas Widmann.  
   
   
SICILIA, SOCIETA´ PARTECIPATE: NON E´ IL MOMENTO DELLE SPECULAZIONI  
 
Palermo, 5 luglio 2012 - "Non c´e´ alcun atto che vanifichi l´accordo raggiunto sulla riorganizzazione delle societa´ partecipate del settore dei servizi. Solo una circolare che ha fatto il punto sulla situazione. Gli atti amministrativi che sono stati emanati, richiamati dall´accordo, sono tanto necessari quanto coerenti per consentire di giungere all´obiettivo che tutti, governo, societa´ e sindacati, intendono conseguire. In tal senso sono disponibile ad ogni tipo di confronto che sia scevro da distorsioni. C´e´ solo bisogno di marciare adesso nella stessa direzione e di mantenere i tempi concordati per dare certezze ai lavoratori sul loro futuro, senza mai perdere di vista gli equilibri di bilancio e l´economicita´ di gestione. Come ho gia´ affermato, non c´e´ bisogno di speculazioni ne´ da parte della politica ne´, tanto meno, da parte di alcuni sindacalisti che intendono tutelare anche qualche interesse indifendibile. Con gli amministratori delle societa´ continueremo il confronto e il dialogo, perche´ la nuova societa´ garantisca economicita´,qualita´ dei servizi e livelli occupazionali". Lo ha detto ieri l´assessore regionale all´Economia, Gaetano Armao.  
   
   
IN TOSCANA SOLTANTO TRE PROVINCE? IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FIRENZE: “GLI ORGANI AMMINISTRATIVI DELLE TRE GRANDI PROVINCE DEVONO ESSERE DEMOCRATICAMENTE ELETTI DA TUTTI I CITTADINI”  
 
Firenze, 5 luglio 2012 - “Sono assolutamente d´accordo con quanto ha detto oggi il Presidente Rossi: visto che è arrivato il momento della revisione della spesa e della riorganizzazione istituzionale, si pensi seriamente a rimodulare il territorio e il tessuto economico toscano in tre grandi Province, corrispondenti alle tre aree vaste della nostra Regione, cioè la Toscana centrale, la Costa e il Sud”. E´ quanto dichiarato il 3 luglio dal il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci all´uscita dell´incontro che si è svolto a Palazzo Chigi tra Governo ed enti locali, in merito al decreto sulla spending review di prossima emanazione. “E´ una proposta che abbiamo avanzato da buon tempo – aggiunge Barducci - e che corrisponde di per sé all´articolazione della nostra regione, al modo in cui determinate deleghe e servizi sono organizzate o dovranno essere organizzate. Penso allo smaltimento dei rifiuti, al trasporto pubblico, all’infrastrutturazione e alla gestione della viabilità. Tutte competenze per cui, innegabilmente, un Comune è troppo piccolo e una Regione come la Toscana troppo grande”. “Mi auguro vivamente - afferma ancora il Presidente della Provincia di Firenze - che Governo prima e Parlamento poi, nella loro opera di ridisegno istituzionale, tengano conto degli orientamenti e delle indicazioni espresse dai territori italiani, che non sono tutti uguali. E in questo senso credo che la sintonia tra il Presidente della Regione, il Presidente della Provincia di Firenze e di molti altri amministratori eletti non sia elemento secondario”. “Va da sé – specifica Barducci - che gli organi amministrativi delle tre grandi Province devono essere democraticamente eletti da tutti i cittadini”. Il Presidente Barducci ha infine così commentato l’incontro di stamani con il Governo: “Un incontro deludente, in cui non ci sono stati forniti chiarimenti sull´entità della revisione della spesa che il Governo andrà ad operare, nemmeno su temi cruciali come la sanità o il trasporto pubblico locale, e in cui sono mancate le indicazioni sulle modalità del tanto annunciato riordino istituzionale. Abbiamo solo capito che tutti gli enti locali dovranno contrarre il numero dei dirigenti e dei dipendenti, senza alcuna distinzione tra enti virtuosi, cioè con un personale proporzionato al numero di abitanti del territorio, o meno. Massima disponibilità però a ricevere le indicazioni che Comuni, Province e Regioni vorranno inviare al Governo: su un testo che non esiste, entro domani mattina, e con scarsa possibilità di essere recepite”.Inizio modulo  
   
   
PALERMO: ASSUNTI DA RESAIS EX DIPENDENTI FIERA DEL MEDITERRANEO  
 
Palermo, 5 luglio 2012 - "Da oggi 32 dipendenti della Fiera del Mediterraneo di Palermo sono assunti dalla Resais spa, controllata della Regione Siciliana guidata da Enrico Caratozzolo. Le lettere sono state firmate  ieri mattina all´Ufficio provinciale del lavoro di Palermo". Ne da notizia l´assessore regionale alle Attivita´ produttive, Marco Venturi, che ha seguito passo dopo passo l´iter che ha riguardato la salvaguardia dei lavoratori in seguito alla messa in liquidazione dell´Ente. "Grazie anche alla norma approvata dall´Assemblea Regionale Siciliana e con la collaborazione attiva e propositiva del direttore Nicola Vernuccio, abbiamo raggiunto finalmente - spiega Venturi - un obiettivo che ci eravamo dati, assieme ai sindacati e ai lavoratori stessi". A partire da lunedi´ - secondo il protocollo d´intesa firmato nei giorni scorsi - i lavoratori prenderanno servizio presso uffici regionali (assessorati, dipartimenti, aziende sanitarie) e amministrazioni locali.  
   
   
REGIONE TOSCANA E ITALIA LAVORO, ACCORDO QUADRO PER L’OCCUPAZIONE  
 
Firenze, 4 luglio 2012 – Un’intesa per definire e coordinare gli interventi a sostegno delle politiche del lavoro in Toscana con un occhio di riguardo per gli effetti della crisi in particolare sui soggetti più deboli del mercato del lavoro come giovani, donne e altri soggetti svantaggiati. E’ questo il senso dell’intesa siglata ieri dall’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini per la Regione Toscana e dal presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro Spa Paolo Reboani. Si tratta di un accordo quadro che rinnova e potenzia i precedenti accordi che si sono susseguiti negli anni con lo scopo di razionalizzare e integrare gli interventi a favore dell’occupazione messi in campo a livello regionale e nazionale. Quelli che la Regione Toscana ha messo in campo insieme ad Italia Lavoro (ente strumentale del ministero del lavoro) e che l’accordo di oggi consente di proseguire e potenziare, sono interventi che hanno avuto già importanti risultati in termini di occupazione, risultati quanto mai importanti in una fase critica come l’attuale. “E’ il caso – ricorda l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – del programma Welfare to work, promosso grazie ad un bando pubblicato nel 2010 che prevedeva bonus fino a 6000 euro per le aziende che assumevano. Grazie a questo programma da dicembre 2010 al maggio 2011 sono state assunte 1004 persone, di cui 742 coperte interamente dal contributo messo a disposizione da Ministero e Regione, per un importo complessivo di 3 milioni e 500 mila euro. Si tratta di un risultato importante che l’intesa di oggi ci consente di far proseguire. Contiamo infatti, fra gli altri, di rifinanziare il programma di qui al 2014”. La precedente edizione dell’intesa ha inoltre al suo attivo 413 assunzioni nelle province di Grosseto, Livorno Pisa e Massa Carrara grazie al programma Ar.co, circa 2000 lavoratori inseriti in percorsi di reimpiego, di cui circa 610 ricollocati, con il programma Pari. La nuova intesa fra Regione Toscana e Italia Lavoro permette così di dare continuità a tutta una serie di azioni di politica attiva a sostegno, in particolare, dei soggetti più colpiti dalla crisi economica. Fra questi, gli interventi per adeguare e potenziare i servizi per l’impiego, quelli legati agli ammortizzatori sociali in deroga, per l’apprendistato, a favore dei giovani e delle donne over 40, dei disoccupati e di coloro che perdono il lavoro dopo i 50 anni, dei disabili e delle persone svantaggiate. Un altro punto di attenzione è quello del rapporto fra scuola, università e formazione e mondo del lavoro, a partire dalle azioni realizzate nell’ambito del Programma Fixo scuola e università, in accordo con gli atenei toscani, con l’obiettivo di estendere la rete degli attori del mercato del lavoro e valorizzare il capitale umano. Fra le atttività che saranno ampliate anche quella del programma Amva (apprendistato e antichi mestieri a vocazione artigianale) che prevede incentivi per assunzioni di apprendisti e ha già permesso,ad oggi, 488 nuovi ingressi nel mercato del lavoro. “Con la firma di questo accordo – dice il presidente di Italia Lavoro Paolo Reboani – ripartiamo con una collaborazione che già negli anni passati ha dato risultati notevoli nonostante ci trovassimo nel pieno della crisi economica, che anche in questa regione ha colpito settori fondamentali dell’economia. La crisi non è terminata e dunque la collaborazione prosegue negli ambiti che consideriamo determinanti per le politiche del lavoro e per il rilancio dell’occupazione, dei giovani soprattutto ma, in generale, delle fasce che stanno vivendo questi anni con maggiore disagio: le donne, gli ultracinquantenni. Agiremo quindi sul fronte del rafforzamento dell’offerta di servizi per l’incontro domanda/offerta e sul fronte delle competenze, il collegamento tra istruzione e lavoro, la formazione on the job e nei settori come l’artigianato e il lavoro manuale che, nonostante la crisi, mantengono grandi potenzialità occupazionali”.  
   
   
SICUREZZA, PROROGATO IL PATTO PER IL LAGO MAGGIORE  
 
Varese, 5 luglio 2012 - Un contributo concreto alla sicurezza del territorio. È questo l´obiettivo del ´Patto per la sicurezza del Lago Maggiore e del Lago di Lugano´ la cui validità è stata prorogata di due anni grazie all´Intesa sottoscritta a Villa Recalcati, dall´assessore della Regione Lombardia alla Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza, Romano La Russa, con l´assessore della Provincia di Varese alla Protezione civile, Massimiliano Carioni, il prefetto, Giorgio Franco Zanzi, i comandanti di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia locale e i comuni rivieraschi interessati. Sinergia Virtuosa - "Questo Patto nato il 1 luglio 2010 - ha ricordato l´assessore La Russa - ha saputo creare sinergie tra gli attori che hanno portato benefici al territorio. La proroga sancisce gli ottimi risultati fin qui raggiunti e invita tutti a proseguire su questa strada". Sono infatti aumenti i controlli notturni nell´area, sono stati potenziati gli strumenti della vigilanza lacuale e la presenza, sulle strade rivierasche, di personale ancora più qualificato grazie allo scambio di competenze e professionalità. Oltre 17.000 Azioni Per La Sicurezza - "L´attuazione del Patto - ha continuato l´assessore - ha visto la realizzazione di oltre 1100 interventi per la sicurezza lacuale e di altri 15.000 per quella stradale cui si devono sommare le oltre 400 azioni di contrasto alla criminalità e i più di 500 servizi di prevenzione. Numeri che già di per sé dicono la positività di questo protocollo che ha avuto effetti concreti per tutta l´area interessata e che sarebbe un peccato vanificare non prolungando fino al 30 giugno 2014 la durata dell´intesa". I pattugliamenti previsti dal Patto, infatti, hanno permesso di tenere sotto controllo emergenze quali sono i fenomeni di clandestinità, la prostituzione, l´abuso di alcolici nelle fasce più giovani, la diffusione di sostanze stupefacenti e, in generale, tutti i fatti legati alla criminalità. Ulteriori Due Anni Per Obiettivi Più Alti - "Regione Lombardia - ha sottolineato l´assessore - ha deciso di non tralasciare questo bagaglio di esperienze accumulato e, pur nelle ristrettezze di bilancio imposte dal Governo centrale, ha scelto di sostenere questo progetto che ottimizza le risorse umane e le dotazioni di mezzi, tecnologiche e strutturali, degli enti coinvolti consentendo la prosecuzione di un´esperienza che è già positiva, ma che ha ancora margini di miglioramento in termini di efficienza ed efficacia". "L´impegno perché nei nostri territori sia garantita maggiore sicurezza - ha concluso La Russa - non può e non deve essere solo uno slogan, ma un fattivo programma che, attraverso azioni come quelle previste dai Patti per la sicurezza, porti risultati concreti e centri gli obiettivi prefissati. Bisogna fare questo instancabilmente e magari, come facciamo oggi, sfruttando i positivi risultati del primo biennio per provare a centrare traguardi ancora più importanti e ambiziosi che garantiscano ancora più sicurezza ai nostri cittadini".  
   
   
DONNE, AL VIA LA RICERCA “IO LAVORO A CASA”. PER CAPIRE QUANTO CONTA IL LAVORO DOMESTICO FEMMINILE PRENDE AVVIO UN INNOVATIVO STUDIO DI PROVINCIA E UNIVERSITÀ DI FIRENZE LE PRIME INTERVISTE IL 5 E 6 LUGLIO NELLA SEDE COOP DI VIA ERBOSA  
 
Firenze, 5 luglio 2012 - Secondo recenti dati Istat, la casalinghe in Italia sono quasi 5 milioni. 800mila sono quelle con meno di 35 anni. Perché queste ragazze, queste donne, restano a casa? E’ un loro desiderio, una libera scelta legata alla voglia di maternità, ad un’organizzazione familiare stabilita in base agli impegni della coppia, o si tratta di una conseguenza della crisi economica, della difficoltà di conciliare effettivamente tempi di vita e tempi di lavoro e della carenza di welfare e servizi? Per capire quali sono le storie e i motivi, tanti e variegati, che portano una donna a non lavorare nel senso più tradizionale del termine, ma ad occuparsi della casa, della famiglia e dell’educazione dei figli, sarà una ricerca che parte nelle prossime settimane a Firenze e provincia. Titolo dello studio, l’esplicativo “Io lavoro a casa. Adesso facciamo i conti: quanto conta il lavoro di chi si occupa della casa e della famiglia?” “Abbiamo alcuni indicatori che ci confermano una tendenza al ritorno a casa da parte delle donne negli ultimi anni – afferma l’Assessore provinciale a Lavoro e Formazione Elisa Simoni – Forse si tratta dell’assenza di servizi diffusi sul territorio, probabilmente anche dalla loro diminuzione legata alla stretta agli enti pubblici. Forse si tratta della difficoltà di percorrere carriere sempre più esclusive e aggressive, o ancora, probabilmente ci sono ragioni culturali che si sono fatte spazio tra le giovani e le donne, motivi legati alle politiche della formazione, che pure stiamo orientando con metodi innovativi”. “Non sappiamo ancora – prosegue Simoni - se sia preponderante l’uno o l’altro motivo, ma vogliamo capire cosa sia successo al lavoro delle donne di questo territorio: una zona che fino al 2007 aveva un tasso di occupazione femminile molto interessante e che ora mostra segni di sofferenza. Indicatori di genere importanti, se pensiamo che le donne che lavorano generano domanda di servizi e contribuiscono, in qualche modo, anche a creare nuova occupazione”. Lo studio. Commissionato dall’Assessorato al Lavoro della Provincia di Firenze, sarà realizzato dal Dipartimento di Scienza Politica e Sociologia dell’Università di Firenze. Una innovativa linea di ricerca che prenderà avvio nelle prossime settimane. Coinvolte nell’organizzazione la grande distribuzione organizzata, al momento Unicoop Toscana, dove i ricercatori dell’Università di Firenze realizzeranno concretamente le interviste tra luglio e settembre. “L’inattività femminile è un tema molto, e per certi versi colpevolmente, trascurato tanto all’interno del dibattito politico che di quello scientifico, anche se riguarda circa una donna su due in Italia e addirittura sta aumentando in questi anni di crisi – sostiene la Preside della Facoltà di Scienze Politiche ‘Cesare Alfieri’ di Firenze, Franca Alacevich –. E’ un dato unico nel contesto europeo. Ricostruire le caratteristiche quantitative e qualitative, ma soprattutto le ragione alla base delle ‘scelte’ di rinunciare al lavoro di un numero così elevato di donne, anche giovani e istruite, è essenziale per mettere a punto politiche adeguate. Oltre alle cause, è opportuno studiare gli ‘effetti’ che rimanere fuori dal mondo del lavoro comporta: come cambiano i ruoli, i modelli culturali? Quanto incide sull’autonomia individuale e sulla partecipazione sociale? Se le donne si ritirano dal mercato del lavoro le conseguenze non sono solo soggettive ma anche sociali”. Coordina lo studio Annalisa Tonarelli, Ricercatore in Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro presso l’Università di Firenze, che spiega che “Per la realizzazione di questa indagine, che affronta un tema poco studiato e presenta interessanti aspetti di innovatività anche per il metodo di ricerca che propone, è fondamentale la collaborazione delle donne che sperimentano una condizione di inattività. Siamo infatti di fronte ad un problema troppo complesso e sfumato per poter essere affrontato con strumenti classici: in questo caso è necessario andare a rintracciare le protagoniste dell´indagine in luoghi non istituzionali dove ci si reca quotidianamente, come i luoghi della grande distribuzione. Non vorremo con ciò dar l´idea di sposare lo stereotipo abusato della casalinga. Al contrario, obiettivo della ricerca è proprio mostrare quanto sia articolata la tipologia delle donne che non lavorano: dalle donne escluse dal mercato del lavoro, alle giovani scoraggiate alla ricerca del primo impiego, alle casalinghe che hanno scelto di investire esclusivamente nella sfera familiare”. Il comportamento delle donne sul mercato del lavoro è influenzato da fattori esogeni, di natura prevalentemente economica, ma anche endogeni, legati al tessuto sociale e ai modelli culturali dominanti. La ricerca si avvale pertanto di una pluralità di chiavi di lettura, in un approccio multidisciplinare, per comprendere come maturano le decisioni delle donne e cogliere le sfumature del fenomeno. Un approfondimento particolare riguarda poi la disponibilità a lavorare delle donne inattive e le condizioni alle quali sarebbero disposte a lavorare, soprattutto rispetto al livello retributivo che consente una stima del salario di riserva. Nello specifico, il questionario proposto toccherà diverse tematiche: oltre alle variabili socio-anagrafiche (stato civile, condizione familiare, presenza di figli conviventi, presenza di altri adulti a carico, condizione occupazionale degli altri membri della famiglia) e alle esperienze lavorative pregresse, attenzione all’impegno nel lavoro di casa. In particolare si chiederà alle intervistate come hanno imparato a prendersi cura della casa, la condizione occupazionale delle altre donne della propria famiglia e delle amiche, come la propria condizione viene vissuta dagli altri membri della famiglia. Lo studio cercherà inoltre di capire cosa ha motivato la scelta di restare a casa e il livello di soddisfazione rispetto alla propria situazione. Il questionario, dunque si concentrerà sulla relazioni tra scelte lavorative e scelte familiari con particolare attenzione all´influenza esercitata dall’attività lavorativa del coniuge e alla divisione dei ruoli sulle scelte di lavoro e non lavoro delle donne ma anche sull’incidenza dei carichi familiari e i costi di cura e di assistenza. Le prime rilevazioni sono già fissate per il 5 e 6 luglio nella sede Coop di via Erbosa a Firenze; il 9 e 10 luglio a Pontassieve; l’11 e il 12 luglio a Figline Valdarno; il 16 e 17 luglio alla Coop di Ponte a Greve. Dopo uno stop nel mese di agosto, si riprenderà il 12 e 13 settembre alla Coop di Sesto Fiorentino. Si prevede inoltre una serie di interviste telefoniche e la possibilità di compilare il questionario anche online sul sito internet dedicato www.Iolavoroacasa.it    
   
   
POLITICHE DI GENERE E PARI OPPORTUNITÀ: FINANZIATI DAL GOVERNO DUE PROGETTI UMBRI CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE  
 
Perugia, 5 luglio 2012 – Promuovere e mettere in rete adeguati servizi di prevenzione e contrasto della violenza di genere, donne che subiscono la violenza degli uomini, violenze fisiche, psicologiche, economiche, in prevalenza dei partners o degli ex-: è l’obiettivo di due progetti a cadenza triennale, “Una - Umbria Network Antiviolenza” e “Umbria Antiviolenza” (nati dal lavoro comune di Regione Umbria, comuni di Perugia e Terni, Centro Pari Opportunità, Anci e rete dei comuni e Associazioni delle Donne), che sono stati approvati e finanziati dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia - ha commentato la presidente della giunta regionale dell’Umbria Catiuscia Marini -; con l’approvazione e il finanziamento dei due progetti, si raccolgono i primi frutti di un lavoro comune attivato fin dal 1989 dal Centro regionale per le Pari Opportunità, attraverso l’istituzione di ‘Telefono Donna’. Si tratta di due progetti complementari – ha sottolineato la presidente – che faranno fare ai servizi di contrasto alla violenza di genere in Umbria un ulteriore salto di qualità”. Il primo progetto (“Una – Umbria Network Antiviolenza”), finanziato con 140 mila euro, si pone come obiettivo il consolidamento e la messa a sistema di una rete unica integrata di soggetti pubblici e privati (già parzialmente attiva sul territorio) per la creazione di nuovi servizi territoriali antiviolenza. Il secondo progetto (“Umbria Antiviolenza”), dal costo complessivo di 444 mila 300 euro (le cui due ultime annualità, di 100 mila euro ciascuna, saranno finanziate dalla Regione) prevede la promozione in Umbria di Centri Antiviolenza, di cui l’Umbria (insieme al Molise) è ancora sprovvista. I centri hanno l’obiettivo di prendersi carico e cura delle donne vittime di violenza, assicurando loro protezione, mediazione con i servizi territoriali e la definizione di un progetto territoriale, volto al superamento della situazione di difficoltà, per favorire (secondo gli standards stabiliti dall’Unione Europea) nuovi progetti di vita e di autonomia. “Ci siamo impegnati a percorrere tutte le strade possibili per dotare di centri antiviolenza le due regioni, Umbria e Molise, che ancora non ne dispongono – sottolinea “Differenza Donna”, capofila del progetto “Umbria Antiviolenza” -; in questa cornice, gli assessorati alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali dei Comuni di Perugia e Terni hanno promosso le condizioni perché si potesse presentare una proposta progettuale, che facesse incontrare le esperienze e le conoscenze di chi da anni, come l’associazione ‘Differenza Donna’ lavora nel contrasto alla violenza di genere con l’associazionismo, che in Umbria opera nella stessa direzione”.  
   
   
BERGAMO: TAVOLA ROTONDA TRA IMPRENDITRICI  
 
Bergamo, 5 luglio 2012 - Per indagare come la crisi in corso stia incidendo sugli aspetti di gestione sia dell´attività imprenditoriale sia di quella familiare, il Comitato per la Promozione dell´Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio di Bergamo organizza l´incontro "Confrontare esigenze per trovare soluzioni: tavola rotonda per raccogliere e leggere le esigenze delle imprenditrici alla luce del perdurare della crisi". All´incontro, che si svolgerà martedì 10 luglio dalle ore 15.30, nella Sala Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (in via Petrarca 10 a Bergamo), interverranno esperti dellÂ’ambito credito e un sociologo e ricercatore, che grazie alle testimonianze di 5 imprenditrici, forniranno alle presenti (imprenditrici coinvolte nella tavola rotonda e tutte le partecipanti che vorranno intervenire) indicazioni e chiavi di lettura che potrebbero essere utili ad affrontare problemi o difficoltà derivanti dalla situazione economica che stiamo vivendo. La partecipazione è libera e gratuita per tutte/i le/gli interessate/i. Per informazioni e iscrizioni all´incontro: Bergamo Sviluppo, tel. 0353888011 - Fax 035247169 Referente iniziativa:e-mail: campana@bg.Camcom.it