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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 04 Giugno 2013 |
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ELEZIONI EUROPEE: FAI PIÙ EUROPA AFFERMA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL PARLAMENTO EUROPEO |
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Strasburgo, 4 giugno 2013
- Le schede di voto per le elezioni
europee del 2014, oltre a quelli nazionali, dovrebbero elencare anche i partiti
politici europei ha detto la Commissione
affari costituzionali lo scorso Martedì. I Partiti europei devono nominare i loro
candidati alla carica di presidente della Commissione europea con largo
anticipo, per permettere loro stessi il tempo di eseguire una campagna in tutta
l´Ue sulle questioni europee. I partiti nazionali dovrebbero dire anche a quale
partito europeo a cui appartengono.
Raccomandazioni inoltre su
come gli Stati membri dell´Ue e dei partiti politici siano in grado di
migliorare l´organizzazione delle prossime elezioni europee sono riportati in
una relazione di Andrew Duff (Alde, Uk), approvata con 20 voti a 4. Tale
relazione fa seguito alle recenti decisioni di anticipare la data di votazione
e di nominare i candidati politici del partito per la presidenza della
Commissione.
"Il Parlamento intende
utilizzare i suoi nuovi poteri ai sensi del Trattato di Lisbona per modellare
la nuova Commissione. Avremo voce in capitolo decisivo nella scelta di chi deve
guidare la Commissione, e sul suo programma politico. La campagna elettorale
2014 sarà più interessante, più europea e più politica che alle precedenti
elezioni. Spero che i partiti politici, i candidati ei media saranno tutti
aumentare il loro gioco, in modo che gli elettori possano fare scelte gravi
sulle importanti questioni politiche con cui il Pe ora ", ha detto il
signor Duff.
Mettete i partiti politici
europei sulla scheda elettorale:
I partiti politici nazionali
dovrebbero dire ai cittadini - prima e durante la campagna elettorale - il
partito politico europeo a cui appartengono e anche quale candidato di sostegno
al Presidenza della Commissione, compreso il suo programma politico.
Il Comitato esorta gli Stati
membri ed i partiti politici a vedere i nomi dei partiti politici europei e, se
è il caso, anche i loro emblemi che
compaiono sulla scheda elettorale. Nessuno Stato membro attualmente fa questo.
I deputati candidati -
I partiti politici devono
garantire che i nomi dei membri candidati al Parlamento europeo siano resi
pubblici almeno sei settimane prima dell´inizio delle operazioni di voto.
Le parti devono inoltre
schierare candidati di sesso femminile, e promuovere la parità di
rappresentanza, ove possibile.
I candidati devono inoltre
essere tenuti a promettere che, se eletto alla carica di deputato al Parlamento
europeo, lo faranno, a meno che nel frattempo nominato ad un posto che li rende
non ammissibili (ad esempio presso la Commissione europea o di un governo
nazionale).
I candidati alla carica di
presidente della Commissione -
I partiti politici europei
dovrebbero nominare i loro candidati alla presidenza della Commissione
"sufficientemente largo anticipo delle elezioni" per consentire loro
di montare una campagna europea sulle questioni europee, sulla base della
piattaforma del partito e il programma del loro candidato alla Presidenza della
Commissione, dice il comitato. I candidati devono essere trasparenti, democratici
e selezionati, aggiunge.
I deputati europei dicono
che i candidati alla carica di presidente della Commissione dovrebbero
presentare personalmente i loro programmi politici in tutti gli Stati membri
dell´Ue, invitano anche i partiti politici europei per tenere una serie di
dibattiti pubblici tra i candidati nominati.
"Le modalità della
consultazione tra il Parlamento e il Consiglio europeo per l´elezione del nuovo
Presidente della Commissione deve essere concordata di comune accordo in tempo
utile prima delle elezioni", sottolinea il comitato.
Il comitato si aspetta,
inoltre, che "il candidato alla presidenza della Commissione che è stato
presentato dal partito politico europeo che vince il maggior numero di seggi al
Parlamento sarà il primo ad essere considerato" al fine di "accertare
il suo / la sua capacità di garantire il supporto della necessaria maggioranza
assoluta in Parlamento ".
I cittadini di altri paesi
dell´Ue su liste nazionali -
I partiti politici nazionali
sono incoraggiati a includere nelle loro liste di candidati cittadini
comunitari residenti in Stati membri diversi dal proprio e registrati per
votare lì.
Pubblicazione dei risultati
-
Nessun risultato ufficiale
dovrebbe essere pubblicato in qualsiasi stato membro fino a dopo la chiusura
dei seggi nello Stato membro in cui gli elettori votano per ultimi di Domenica
25 maggio 2014, sottolinea il testo.
Aumentare l´affluenza -
La commissione per gli
affari costituzionali invita gli Stati membri ad attuare campagne per
incoraggiare i cittadini a rivolgersi a votare.
La commissione ha inoltre
"incoraggia tutti i media a trattare le elezioni con la massima
attenzione".
Prossimi passi -
La risoluzione non
legislativa deve essere messa ai voti dalla Camera piena nel mese di luglio.
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DICHIARAZIONE DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO DOPO IL SUO INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL KAZAKHSTAN NURSULTAN NAZARBAYEV |
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Astana, 4 giugno giugno 2013
-
"Signor Presidente,
Signore e signori,
Sono lieto di visitare il
Kazakistan su invito del presidente Nazarbayev. Ricordo bene la sua visita a
Bruxelles. È stata una visita di grande successo per la Commissione europea e
credo che ha dato un grande contributo all´approfondimento del nostro rapporto.
Sono anche molto orgoglioso del fatto che questa è la prima visita in assoluto
di un presidente della Commissione europea per il Kazakistan.
Ed è giunto il momento
perché si svolge non solo sul 20 ° anniversario delle relazioni diplomatiche
tra la Commissione europea e il Kazakistan, ma anche in un momento in cui il
nostro rapporto è in crescita in profondità e respiro, non solo in campo
economico, ma anche in campo politico e dialogo sulla sicurezza.
Siamo impegnati ad aprire
una nuova era nelle nostre relazioni con la conclusione dei negoziati di un
nuovo accordo di partenariato e cooperazione. Questo accordo sarà una nuova
generazione, un partenariato rafforzato e più completo e di cooperazione.
Il nostro obiettivo è quello
di ampliare la portata della nostra cooperazione in tutti i settori di
reciproco interesse, e per sostenere la riforma del Kazakistan e gli sforzi di
modernizzazione. Quando abbiamo parlato di questi temi durante l´incontro molto
proficuo che abbiamo appena avuto il presidente Nazarbayev e il sottoscritto,
abbiamo convenuto che la modernizzazione non è solo lo sviluppo economico. Si
tratta anche di buon governo e Stato di diritto. Abbiamo convenuto
sull´importanza di continuare la nostra cooperazione in questi settori.
L´accordo di partenariato e
di cooperazione che fornirà anche un quadro solido per intensificare
ulteriormente le nostre relazioni economiche già dinamici.
L´ue è il principale partner
commerciale del Kazakistan in assoluto con circa il 40% di quota nel suo
commercio estero totale. I 31 miliardi di euro, il commercio bilaterale tra
l´Ue e il Kazakistan è cresciuto rapidamente negli ultimi dieci anni, anche
negli ultimi due anni, nonostante le difficoltà economiche in Europa.
Investimenti europei è anche l´investimento più importante in Kazakhstan
attraverso società europee che sono presenti e attivi nel vostro paese. Questo
investimento europeo è anche parte dei grandi sforzi di modernizzazione e
innovazione dell´economia di questo paese.
E tutto questo ha il
potenziale per essere ulteriormente migliorata con la prospettiva di adesione
del Kazakistan al Wto. L´unione europea è sempre stato molto favorevole
Kazakistan adesione all´Omc. Sono molto contento di essere in grado di
confermare oggi che i nostri negoziatori hanno trovato accordo sugli elementi
sostanziali dei termini bilaterali di del Kazakistan all´Omc, e non vediamo
l´ora di firmare l´accordo al più presto.
Il Kazakistan è anche un
partner strategico per l´energia ed è stato un fornitore affidabile di petrolio
verso l´Ue negli ultimi dieci anni.
La prossima apertura del
giacimento di Kashagan è un simbolo dei rapporti reciproci benefici e gli
investimenti che abbiamo in questa zona.
Ma in un mondo di risorse
limitate dobbiamo scindere la crescita economica dall´uso delle risorse. Questo
è il motivo per cui abbiamo molto supporto della strategia del Kazakistan di
diversificazione economica e la sua attenzione per la crescita verde. L´ue ha
anche una strategia di crescita sostenibile e non vi è un grande potenziale per
la cooperazione tra il Kazakistan e l´Europa nelle aree di efficienza ed
energie rinnovabili.
Ma le nostre relazioni vanno
ben al di là della dimensione economica e anche al di là di semplici questioni
bilaterali. Apprezziamo molto il ruolo del Kazakistan nel promuovere la
cooperazione regionale in Asia centrale. Solo lavorando insieme sarà possibile
affrontare le sfide comuni che tutti i paesi della regione volto, da terrorismo
e all´estremismo, al traffico di droga e la gestione delle acque.
Signor Presidente,
Kazakistan è arrivato molto
lontano da indipendenza e siamo lieti di aver contribuito anche in qualche
parte attraverso investimenti europei e il commercio per il vostro successo.
Abbiamo molto rispetto per
il suo paese e ammiriamo la capacità di resistenza del vostro popolo. Abbiamo
molto rispetto per le tradizioni. Ecco perché credo che parte del nostro futuro
accordo dovrebbe essere di circa people-to-people contatti in modo che il
Kazakistan e l´Unione europea possono conoscersi meglio, può conoscere anche le
rispettive specificità e le sfide. Credo davvero che è nell´interesse sia del
Kazakistan e l´Unione europea ad approfondire, in uno spirito molto aperto e
sincero questa cooperazione.
Siamo stati partner in
questi ultimi 20 anni e spero che le conversazioni di oggi getterà le basi per
quello che sono sicuro che sarà una partnership forte per il 21 ° secolo.
Vi ringrazio per
l´attenzione e ancora una volta, signor Presidente vi ringrazio per la vostra
ospitalità e per la qualità dei nostri colloqui.
"
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LA COMMISSIONE EUROPEA RIFERISCE SULLA LIBERA CIRCOLAZIONE NELL’UNIONE |
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Bruxelles, 4 giugno 2013
- Lo spazio Schengen di libera
circolazione consente a oltre 400 milioni di cittadini dell’Unione, provenienti
da 26 paesi europei, e a un numero crescente di cittadini di paesi terzi di
viaggiare senza controlli alle frontiere interne. Oggi la Commissione ha
adottato il terzo “check up” di Schengen, una panoramica semestrale sul funzionamento
dello spazio Schengen. La relazione presenta con chiarezza la situazione dello
spazio Schengen per garantire l’attuazione coerente delle norme comuni in tutti
i paesi membri di tale spazio1.
“Schengen è uno dei
risultati europei più preziosi e concreti. Sta molto a cuore ai cittadini
dell’Unione e dà un apporto fondamentale alla nostra prosperità economica. La
questione di come possiamo rafforzare la nostra cooperazione e salvaguardare la
libera circolazione è estremamente importante. È nostro dovere garantire ai
cittadini che lo spazio Schengen rimanga uno spazio senza controlli alle
frontiere”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari
interni.
La terza relazione copre il
periodo che va dal 1° novembre 2012 al 30 aprile 2013 e valuta in particolare i
punti riportati di seguito.
Applicazione delle norme
Schengen -
Durante il semestre oggetto
della relazione, i controlli alle frontiere interne sono stati ripristinati una
volta, dalla Norvegia, in occasione della cerimonia di consegna del premio
Nobel per la pace svoltasi a Oslo il 10 dicembre 2012. Dal 3 al 12 dicembre
2012, 3 136 persone sono state oggetto di verifiche di frontiera, a 19 è stato
rifiutato l’ingresso e 8 sono state trattenute.
Per controllare che le norme
siano applicate correttamente sono state svolte verifiche a campione in
numerosi Stati dello spazio Schengen (attraverso il meccanismo di valutazione
Schengen), per quanto riguarda la cooperazione di polizia (in Estonia, Lettonia
e Lituania), le frontiere aeree (in Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca), le
frontiere terrestri (in Estonia, Lettonia e Lituania) e i visti (in Estonia,
Polonia e Slovacchia). Dalle valutazioni non sono emerse carenze tali da
richiedere un intervento immediato da parte della Commissione.
Procedure di rilascio dei
visti e di sicurezza -
Il sistema di informazione
visti (Vis), recentemente lanciato in Africa occidentale e Africa centrale
(marzo 2013), è attualmente operativo in cinque regioni. Presto lo sarà anche
in Africa orientale e Africa meridionale (6 giugno 2013), in America
meridionale (5 settembre 2013), nonché in Asia centrale, in Asia sud-orientale
e in Palestina (14 novembre 2013). Il Vis sta dando buoni risultati e, al 6
maggio 2013, aveva permesso di trattare circa 2,9 milioni di domande di visto,
di rilasciare approssimativamente 2,4 milioni di visti e respingere circa 348
000 domande di visto.
Il 9 aprile 2013 il sistema
d’informazione Schengen di seconda generazione (Sis Ii) è entrato in funzione
(Ip/13/309 e Memo/13/309). Il Sis Ii mette a disposizione degli Stati membri
funzionalità e categorie di segnalazioni nuove e rafforzate, permettendo alle
autorità nazionali doganali, di polizia e di controllo delle frontiere di
scambiarsi agevolmente informazioni sulle persone che potrebbero essere
coinvolte in reati gravi o che potrebbero essere scomparse.
Situazione alle frontiere
esterne Schengen -
Nel periodo da ottobre a
dicembre 2012 sono stati rilevati circa 13 600 attraversamenti illegali delle
frontiere, con una diminuzione del 52% rispetto al quarto trimestre del 2011.
Mentre nel periodo da luglio a settembre 2012 oltre la metà di tutti i
rilevamenti di attraversamenti illegali sono stati segnalati dalla Grecia, la
situazione è cambiata nell’agosto 2012, quando la Grecia ha riassegnato circa 1
800 guardie di frontiera alla sua frontiera terrestre con la Turchia. Nel
periodo da ottobre a dicembre 2012 l’Italia ha comunicato il 31% di tutti i rilevamenti
(4 231 persone), seguita dalla Grecia con il 30% dei rilevamenti (4 035
persone).
Proseguiranno gli sforzi per
migliorare la raccolta di informazioni sui flussi migratori all’interno dello
spazio Schengen, al fine di iniziare nel 2014 la raccolta e l’analisi su base
regolare dei dati sui movimenti migratori irregolari.
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UE, LOBBYING - UN ESERCIZIO LEGITTIMO? |
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Bruxelles, 4 giugno 2013 – L’intervento
di ieri di Maroš Šefčovič Vice-presidente
della Commissione europea
Nel corso del Lancio della
´Guida al lobbying efficace: “
Signore e signori,
La scorsa settimana ho letto
un articolo del Times da un giornalista che era stato invitato all´evento di
oggi in cui ha espresso sorpresa per il fatto che ero stato invitato a parlare
a questo evento.
Non ho idea se il
giornalista in questione è di fatto qui oggi - e sono sicuro che se lei è lei
sarà senza dubbio farsi conoscere durante la sessione Q & A un po ´più
tardi! - Ma spero in ogni caso che lei mi perdonerà se uso il suo articolo come
punto di partenza per i miei commenti di oggi.
Permettetemi innanzitutto
mettere in chiaro - io non sono qui per criticare i media. L´articolo del Times
è stato un articolo perfettamente ben ragionata, ben scritto esprime i pareri
del giornalista in questione e lo stesso vale per le altre relazioni.
L´articolo del Times
irlandese affronta la questione se lobbying è accettabile o se l´influenza
lobby è troppo grande e deve essere affrontato dai politici. Come molti altri
articoli prima di esso in materia di lobbying a Bruxelles, esprime la
percezione che sia le lobby che detengono le vere redini del potere a
Bruxelles, e che esercitano un´influenza indebita sulle istituzioni.
Da questo punto di vista, la
mia stessa presenza qui oggi, in un evento organizzato per i lobbisti dai
lobbisti su come hall più efficace, potrebbe essere visto da alcuni come la
prova positiva che il lobbying è davvero onnipotente!
Ma la vera ragione per cui
sono qui è infatti proprio quello di cercare di dissipare questa percezione di
lobbying a Bruxelles come in qualche modo controllare l´agenda politica europea
- una percezione che purtroppo è estremamente diffuso.
C´è Penso che una visione
generale di lobbying come il dominio esclusivo dei ´big business´, di giganti
multinazionali con quantità illimitate di denaro da spendere per fare in modo
che noi poveri politici maldestri fanno la cosa giusta e favorire i loro
interessi su tutti gli altri .
Questa immagine torbida di
tangenti e indebito è stata alimentata da film e Tv, e - siamo onesti -
rivelazioni che questo tipo di attività in effetti ogni tanto andare avanti
(basta guardare i titoli di tutti i giornali nel Regno Unito oggi per vedere
che questo è il caso!).
Ma, come con tante cose, la
realtà è un po ´meno drammatico rispetto alla percezione.
In effetti, i lobbisti sono
disponibili in tutte le forme e dimensioni e rappresentano uno spettro molto
ampio di gruppi di interesse.
Sì, le grandi imprese è qui
- ma lo sono anche le Ong ambientali, le organizzazioni giovanili, gruppi
religiosi, attivisti delle libertà civili, i governi locali e regionali,
associazioni di categoria, gruppi di riflessione, studi legali e molte altre
ancora. E a volte le entità più piccole sono anche sostenuti finanziariamente
dalla Ue.
Nell´immagine popolare, i
lobbisti sono gatti grassi che fumano sigari e scivolando mazzette di denaro
nelle tasche dei funzionari senza scrupoli europei, in realtà, la maggior parte
di loro, infatti, sono dedicati e individui laboriosi che hanno a cuore la loro
area di competenza, vogliono garantire il miglior futuro per esso e alcuni di
loro sono ben pagati, altri meno.
Quando viene messo in questi
termini, credo che sia più facile vedere lobbying come un legittimo esercizio,
la possibilità per i cittadini, organizzazioni e gruppi di interesse di essere
coinvolti nel processo politico europeo, perché sono sinceramente preoccupati
per l´impatto che le future politiche dell´Unione europea possono avere .
Si noti che dico ´mettersi
in gioco´ - non ´influenza´, o ´acquistare´ o ´deragliare´ o ´abuso´. Per
definizione, tutti i lobbisti hanno un´ascia per macinare, un interesse per la
difesa - ma la maggior parte fanno in modo onesto e giusto, spesso con
passione, e all´interno delle strutture del processo di policy-making.
Voglio mettere in chiaro
così che i Commissari, parlamentari europei e ai ministri del Consiglio hanno
il dovere di ascoltare ciò che i cittadini, le imprese, le Ong, le associazioni
ecc pensare, desiderare o temere quando si tratta di politica a livello
dell´Unione.
Ecco perché dobbiamo essere
tutti aperti ad ascoltare, a sentire diversi punti di vista e di raccolta di
informazioni. Ma allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che il nostro core
business non è solo un esercizio di ascolto, il nostro core business è quello
di decidere e poiché nessuno può decidere da solo, commissari spendiamo un
sacco di tempo con i deputati, ministri e ambasciatori di ascoltare loro, convincerli
o negoziare con loro.
Ecco perché abbiamo bisogno
di un quadro di lobbying. L´ascolto è parte del processo, e come ogni processo
politico, dovrebbe essere soggetta a norme specifiche che sono lì per aiutare
sia i gruppi di pressione e le persone che lavorano hall in modo più efficace.
Ad esempio, vogliamo
lobbisti per capire come funziona il processo politico in modo che possiamo
evitare di perdere tempo ad ascoltare opinioni che non sono più pertinenti o
impossibili da realizzare.
Vogliamo lobbisti di essere
trasparenti su chi essi rappresentano o da dove vengono. Noi vogliamo che siano
precisi e fornire informazioni accurate. E, naturalmente, vogliamo che si
comportino in modo etico. Minacce o offerte indecenti non sono buone lobbying.
Bad lobbying è un rischio enorme per il vostro cliente, ma anche un rischio per
la reputazione di tutta la comunità di lobbying.
E, vorrei aggiungere, tutti
noi che ha fatto pressioni avere le nostre convinzioni politiche e convinzioni
e un buon decisore ha i suoi principi e la bussola interiore che non cambierà a
causa di lobbying ´cattivo´.
Ecco perché io sono sempre
felice di accogliere gli sforzi delle associazioni di affari pubblici o aziende
come la Burson-marsteller per riflettere sulla loro professione e di investire
in buone pratiche.
Ma le istituzioni
dell´Unione europea non dovrebbero fare affidamento solo sulla comunità
lobbying. Anche noi dobbiamo fornire un solido quadro che impedisce il processo
democratico da influenze indebite.
I tentativi di influenzare
esternamente politiche non sono un fenomeno nuovo. Direi che fin dall´inizio
dell´integrazione europea, l´interesse comunitario doveva essere protetto
contro l´influenza unilaterale da interessi nazionali o privati. Questo,
naturalmente, è questo che la Commissione europea ha regole interne e procedure
per proteggere il suo processo decisionale.
Queste regole sono state
regolarmente aggiornate e, in particolare, in questa attuale Commissione. E
sono, credo, abbastanza buone regole! Sono lieto di vedere, per esempio nei
media tedeschi, al momento, che le nostre norme e procedure sono anche citati
come buoni esempi e ispirazione per dibattiti nazionali quando si tratta di
quello che alcuni chiamano "la porta girevole".
Tuttavia, le cose si
evolvono nel tempo e il numero di organizzazioni, associazioni, imprese e altri
attori in un´Unione europea con maggiori competenze e un maggiore numero di
Stati membri, aumenta pure.
Pertanto, era giusto che la
Commissione e il Parlamento hanno preso l´iniziativa insieme nel 2011 per
creare una novità: Registro per la trasparenza gestito congiuntamente dalla
Commissione e dal Parlamento.
Come io sono sicuro che voi
tutti sapete, il registro è stato istituito per sostituire e ampliare due
registri separati esistenti gestiti dalle nostre due istituzioni.
Non per niente si chiama un
Registro per la trasparenza piuttosto che un registro hall. Abbiamo volutamente
deciso di evitare di dare una definizione limitata di lobbying ai fini del
registro. Lobbying significa cose diverse per persone diverse, e il fenomeno ne
parliamo non riguarda solo "lobbisti" nel senso stretto del termine.
Come ho detto prima, c´è una grande varietà di giocatori che cercano di
ottenere il loro punto di vista in qualche modo nella mente dei decisori e
l´opinione pubblica o anche giornalisti.
Quando abbiamo concepito il
registro per la trasparenza, siamo partiti dal presupposto che lobbying in
questo senso è un esercizio del tutto legittimo, ed è davvero parte del gioco
politico - non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Anche se a volte, quando
ho letto i giornali, ho l´impressione che alcune persone sembrano pensare
lobbying esiste solo a Bruxelles e Washington (e forse Londra ora!).
I cittadini hanno il diritto
di aspettarsi che questo processo inevitabile è trasparente e si svolge in
conformità alla legge e nel rispetto dei principi etici.
Il Registro, che ora ha più
di 5.600 voci, fornisce
cittadini,
giornalisti,
accademici,
ma anche gruppi di pressione
e le istituzioni dell´Ue
con accesso diretto e unico
per le informazioni su chi sta cercando di influenzare il processo decisionale
dell´Ue, quali interessi esse perseguono o rappresentano e che livello di
risorse è investito in queste attività.
In altre parole, se posso
fare riferimento ancora una volta al l´articolo dell´Irish Times, il registro
non vuole affrontare il problema del numero di lobbisti o dei loro bilanci, ma
piuttosto assicurare che tutti giocano il gioco in piena trasparenza e seguono
lo stesso set di base di regole etiche, oltre a rispettare le leggi generali
degli Stati membri, naturalmente.
Facendo luce sulla
professione, dimostrando che è normalmente una parte rispettabile e legittima
del processo politico, è possibile dissipare l´immagine di offerte ingannevoli
a porte chiuse, che continua a dominare le percezioni e rende la vostra
attività sospette a tante persone.
Ci sono critici che chiedono
perché, se questo è uno dei nostri obiettivi principali, è il registro non è
obbligatorio, come sicuramente questo sarebbe il modo migliore per garantire
che siamo veramente trasparente?
I pro ei contro di registri
obbligatori vs volontario è una discussione per un altro giorno, e sono certo
che avremo molte occasioni per discutere di questo tema nei prossimi mesi come
svolgiamo la nostra recensione del registro.
Ma quello che voglio dire è
che ci sono effettivamente entrambi pro e contro a registrazione obbligatoria,
che non è la panacea che alcuni lo fanno fuori per essere. Ho sentito
esperienze contrastanti provenienti dagli Stati Uniti, dove la registrazione è
obbligatoria, ho letto la raccomandazione di un illustre accademico 1 di
attenersi a un approccio volontario, perché questo sarebbe molto più efficace
nel suo punto di vista. Ma vedremo e ascolteremo tutti i punti di vista su
questo tema.
Nel bene e nel male, abbiamo
optato per la via volontaria fino ad ora - e devo dire che la nostra scelta è
stata ampiamente confermata, come abbiamo più di 5.600 voci nel registro di
già.
E di recente, abbiamo avuto
delle registrazioni da parte di alcuni soggetti piuttosto importanti, che era
stato assente dal Registro prima. 2
E ´chiaro dal sondaggio
presentato qui oggi che la trasparenza è uno dei problemi principali quando si
tratta di attività di lobbying. Il registro per la trasparenza, nei suoi primi
due anni, ha dimostrato di essere un buon strumento a splende un po ´più di
luce su questo fenomeno e proprio su ciò che costituisce la professione di
molti che sono qui in sala oggi.
Sono sicuro che possiamo
ancora fare meglio, e la revisione di quest´anno del registro si spera
mostrarci la via. Per esempio, spero ancora che il Consiglio si unirà al
registro, per darci un supporto ancora più completa di questo approccio.
In conclusione, vorrei
tornare al articolo su lobbying a cui mi riferivo all´inizio.
L´evento di oggi è di circa
lobbying efficace. Nell´articolo, questo è stato preso a significare garantire
che i lobbisti possono esercitare tanta influenza sui legislatori possibile.
In realtà, però, ciò che
rende davvero lobbying più efficace è essere trasparente, preciso, non avendo
nulla da nascondere, e seguendo le linee guida etiche che la firma del registro
comporta. Le aziende, Ong o qualsiasi altra organizzazione che lo fanno che -
direttamente o con l´assunzione di altri - hanno una maggiore probabilità di
ottenere la loro voce e può davvero dare un contributo positivo a un dibattito
migliore e più informato.
Ed è per questo che sono qui
oggi - di non dare credibilità all´immagine del lobbisti che tengono le fila
del potere, ma piuttosto per sostenere la professione di lobbying nei suoi
sforzi per essere più trasparente ed etico.
Lo studio è una lettura
molto interessante, e non vedo l´ora di sentire le vostre domande un po ´più
tardi.
Grazie per la vostra
attenzione.
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UE: INVESTIRE NELLE PERSONE È FONDAMENTALE PER LE ECONOMIE DI SUCCESSO |
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Riga, 4
giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di László Andor Commissario
europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “
Signore e Signori,
E ´un piacere essere qui
oggi per discutere con voi come la Lettonia può muovere verso una crescita più
inclusiva.
Più ampio quadro economico
Le prospettive per l´Unione
europea nel suo insieme e in particolare la zona euro è preoccupante e questo
ha avuto effetti negativi sulla crescita inclusiva e la riduzione della
povertà.
La Lettonia ha recuperato da
una grave recessione e di forte crescita sperimentato nel 2011 e 2012. La
previsione per il 2013 è anche positivo, la crescita del Pil del 3,8% nel 2013
predisse vedrà Lettonia rimangono tra le economie a più rapida crescita in
Europa.
Pil lettone non ha ancora
raggiunto i livelli pre-crisi, ma speriamo che arriva presto.
I fautori di austerità e di
svalutazione interna si riferiscono a Lettonia come un esempio del motivo per
cui tali strategie di lavoro.
Ma è importante sottolineare
che questo tipo di consolidamento fiscale brusco e svalutazione interna non è
possibile in molti altri paesi a causa di circostanze che sono in gran parte
specifici per la Lettonia e, forse, gli altri Stati baltici, come una piccola
economia aperta e di un elevato grado di l´accettazione pubblica delle misure
di austerità.
Inoltre, la Lettonia non è
sfuggito unscarred dalla crisi. La sua popolazione ha pagato un prezzo alto.
Quasi l´8% della popolazione era disoccupato da più di un anno nel 2012. Sarà
una grande sfida per ottenere queste persone nel mercato del lavoro.
La Lettonia ha anche perso
una grande parte della popolazione di emigrazione. Le persone hanno lasciato il
paese a causa della mancanza di posti di lavoro, in forte diminuzione del
tenore di vita e l´incapacità di effettuare i rimborsi dei mutui. Molti di
coloro che hanno lasciato e di coloro che sono ancora in partenza sono il
giovane e istruita. Questo diminuirà il futuro potenziale economico della
Lettonia.
Standard di vita sono
crollati e molte famiglie hanno difficoltà a soddisfare i loro bisogni di base.
Anche se il consolidamento fiscale colpito i ricchi un po ´più che i poveri, i
poveri con esperienza tagli significativi in termini di reddito che hanno
avuto un forte impatto sulle condizioni di vita attuali.
Anche se la crisi ha avuto
un pesante tributo sulla società in Lettonia, Lettonia anche riuscito ad
attutire l´impatto della crisi per i più poveri in una certa misura.
In primo luogo, durante la
crisi, la Lettonia ha esteso la portata della sicurezza sociale. In secondo
luogo, la Lettonia ha aumentato il finanziamento e la copertura delle politiche
di mercato attivo del lavoro. Questo aiuta i disoccupati a rimanere motivati
e mantenere le loro competenze fino ad oggi. Senza queste misure l´impatto
sulla povertà e la disoccupazione sarebbe stato molto peggio e di conseguenza
il ritorno alla crescita più difficile.
Raccomandazioni specifiche
Il 29 maggio, la Commissione
ha presentato le proposte di raccomandazioni specifiche per paese per gli Stati
membri. Tre dei sei raccomandazioni per la Lettonia riguardano la povertà,
l´occupazione o l´istruzione.
Questo dimostra come la
Commissione crede nella crescita inclusiva e lo sviluppo del capitale umano
come un modo per raggiungere la prosperità in modo sostenibile.
Affrontare l´occupazione e
le sfide sociali e investire nelle persone è fondamentale per le economie di
successo.
La Commissione ha sostenuto
le raccomandazioni indicando gli alti livelli di povertà e di disuguaglianza di
reddito in Lettonia:
19,4% della popolazione è a
rischio di povertà, il che significa che essi vivono con meno del 60% del
reddito mediano. Questa percentuale è tra i più alti dell´Ue e ha aumentato nel
corso dell´ultimo anno. Questo dimostra che la crescita non si traduce
automaticamente in un ridotto la povertà relativa e politiche mirate sono
necessarie.
26% della popolazione
esperienza di grave deprivazione materiale non essere in grado di comprare la
carne, pagare le bollette e comprare altre necessità. La recente crescita ha
contribuito alla Lettonia di ridurre il numero di persone che sono considerate
a soffrire di grave deprivazione materiale, ma il 26% è ancora una grande
percentuale ed è più elevato rispetto agli altri paesi europei.
E 11,5% delle persone al di
sotto dei 60 anni vive in una famiglia senza occupati.
In Lettonia, più di una
persona su tre, o il 36% della popolazione, appartengono ad almeno una di
queste categorie di povertà e di esclusione sociale.
Nonostante gli elevati
livelli di povertà e di esclusione sociale, la Lettonia spende poco per la
protezione sociale. In percentuale del Pil, la spesa della Lettonia per la
protezione sociale è il secondo più basso dell´Ue. Di conseguenza la spesa
sociale ha uno scarso impatto sulla riduzione della povertà.
Nel mercato del lavoro, la
crescita recente ha contribuito a diminuire la disoccupazione, tra cui la
disoccupazione giovanile, ma il tasso di disoccupazione e in particolare il
tasso di disoccupazione a lungo termine sono ancora tra i più alti dell´Ue.
La Commissione resta
pertanto fondamentale notare che non vi è stata finora grandi progressi per
quanto riguarda la riforma dell´assistenza sociale e della tutela dei più
poveri.
Tuttavia dovremmo anche
riconoscere che la Lettonia ha preso altre misure per affrontare gli elevati
livelli di povertà. La durata dei sussidi di disoccupazione è stato aumentato e
la Lettonia ha adottato diverse misure per aiutare le famiglie con bambini.
Avremo bisogno di monitorare l´importanza di tali misure per ridurre la povertà
sono.
Pacchetto per l´occupazione,
pacchetto occupazione giovanile e sociale pacchetto di investimenti
Oltre ad una guida specifica
del paese, la Commissione ha anche rafforzato l´occupazione e le politiche
sociali in senso orizzontale. Le iniziative che la Commissione ha preso
potrebbero essere fonte di ispirazione per la Lettonia al fine di garantire una
crescita inclusiva negli anni a venire.
Occupazione e Gioventù
Pacchetti della Commissione presentata nel 2012 hanno cercato di stabilire un
ordine del giorno per una ripresa fonte di occupazione e di rilanciare
l´occupazione, soprattutto tra i giovani.
Il pacchetto per
l´occupazione ha consigliato agli Stati membri di concentrarsi su misure volte
a facilitare l´incontro tra domanda e offerta di lavoro, gli investimenti in
competenze e il completamento del mercato del lavoro europeo. Ha inoltre
sottolineato il ruolo delle politiche dal lato della domanda, come ad esempio
l´assunzione di sussidi e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro a bassa
retribuzione, e la necessità di salari decenti e sostenibili.
Il pacchetto per
l´occupazione giovanile ha presentato una proposta di raccomandazione che
istituisce una garanzia per i giovani, che gli Stati membri hanno adottato, al
fine di garantire che tutti i giovani di età inferiore ai 25 ricevono
un´offerta di qualità del lavoro, formazione continua, un apprendistato o un
tirocinio entro quattro mesi dalla disoccupazione o di lasciare l´istruzione
formale.
Il pacchetto sociale
investimento è stata adottata nel mese di febbraio. Essa invita gli Stati
membri a dare priorità agli investimenti nelle persone. Non investire ora
porterà a molto più alto finanziario, ma anche i costi sociali certamente in
futuro. Il pacchetto sociale investimento fornisce agli Stati membri
orientamenti su come migliorare l´efficienza e l´efficacia dei sistemi di
protezione sociale e le modalità per modernizzare le strategie di inclusione
attiva.
Investire nel capitale umano
e la coesione sociale + fondi Ue
Oltre a questa guida, i
fondi Ue sono a disposizione per aiutare la Lettonia attuare le politiche che
dovrebbero portare a una crescita più inclusiva. Il Fondo sociale europeo ha
contribuito a mitigare gli effetti della crisi. Ma faccio notare che
attualmente in Lettonia, i conti del Fondo sociale europeo per il 12,9% della
dotazione totale dei Fondi strutturali che è la seconda destinazione più basso
tra gli Stati membri. Per il periodo 2014-2020 la Lettonia prevede una quota
del Fse 13,1%. Alla luce della grandezza del mercato del lavoro e le sfide
sociali, il livello di investimento attraverso il Fse dovrebbe a mio avviso
essere notevolmente aumentata rispetto al periodo 2007-2013.
Conclusione
L´economia lettone è in
modalità di crescita, anche se l´uscita è ancora molto al di sotto dei livelli
pre-crisi. Lavoro serio e sfide sociali rimangono e la disuguaglianza è in
aumento. Ora è ancora più urgente fare in modo che i più svantaggiati non sono
lasciati alle spalle. Come le recenti rivolte in Stoccolma hanno dimostrato, se
non agiamo per migliorare la vita delle persone più svantaggiate nelle nostre
società, le conseguenze possono essere di vasta portata. La crescita economica
può essere sostenibile solo se è veramente inclusiva.
Grazie.”
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DIALOGHI CON I CITTADINI UE: APPUNTAMENTO A MILANO CON LA COMMISSARIA RESPONSABILE DELL´AZIONE PER IL CLIMA CONNIE HEDEGAARD |
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Milano, 4 giugno 2013 - Dopo 5 tappe in altrettante città d´Italia,
il 7 giugno i dialoghi con i cittadini dei commissari Ue approdano a Milano;
ospite d´onore la commissaria responsabile dell´Azione per il clima, Connie
Hedegaard. Al centro dell´incontro con un´ampia rappresentanza di cittadini vi
saranno temi quali lo sviluppo sostenibile, la maniera per conservare e
valorizzare il clima del pianeta, la lotta e l´adattamento ai cambiamenti
climatici (sia tramite le decisioni politiche che attraverso le nostre scelte
quotidiane).
Il dibattito, organizzato
dalla Commissione europea in occasione dell´Anno europeo dei cittadini, si
svolgerà a partire dalle ore 11:00 a Palazzo Marino e vedrà la partecipazione
del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia. A moderare Federico Taddia –
giornalista, scrittore, conduttore e autore televisivo.
L´evento si potrà seguire in
diretta streaming, cliccando sul sito: http://ec.Europa.eu/debate-future-europe/citizens-dialogues/italy/milano/index_en.htm
Chiunque potrà poi
partecipare al dibattito – prima, durante e dopo l´evento – su Twitter
(utilizzando l´hashtag #Eudeb8) e su altri social media.
In un momento così
importante per l´Ue, in occasione dell´Anno europeo dei cittadini (2013) e con
l’approssimarsi delle elezioni europee (2014), la Commissione europea ha deciso
di lanciare una fase approfondita di dialogo e ascolto dei cittadini attraverso
una serie di iniziative del tutto innovative. Su iniziativa della
vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding, responsabile tra
l´altro per la Cittadinanza europea, si svolgono infatti tra il 2012 ed il 2014
una serie di eventi rivolti alla cittadinanza in occasione dei quali i
commissari europei arrivano anche in Italia per ascoltare i cittadini su vari
temi relativi ai poteri ed alle politiche dell´Unione europea. Al centro dei
dialoghi, una domanda: quale tipo di Europa vogliamo nei prossimi anni per far
fronte alle sfide del mondo?
In Italia, l´iniziativa
europea "Dialogo con i Cittadini" prevede vari appuntamenti. Per
mettere a fuoco le aspettative concrete
nei confronti dell´Unione europea, si sta realizzando un percorso di ascolto
della cittadinanza attraverso una serie di dialoghi tematici; è in programma a
Trieste il 16 settembre 2013 il grande appuntamento conclusivo, alla presenza
tra gli altri della vicepresidente Reding. La prima iniziativa tematica di
ascolto di un campione rappresentativo di cittadini, alla presenza del
commissario Andor, si era svolta a Napoli il 30 novembre 2012 sul tema
"occupazione", mentre altri incontri si sono svolti
rispettivamente a Torino con la commissaria
europea Malmstroem sul tema “protezione”,
a Roma con il vicepresidente Antonio Tajani sul tema “impresa ed
imprenditoria”, a Pisa con il commissario europeo Janez Potocnik sul tema delle
risorse sostenibili. Il 27 maggio scorso sull’isola di Ventotene più di 500
ragazzi degli ultimi anni delle superiori, hanno invece discusso con il
vicepresidente Tajani sul futuro dell’Europa.
Media partner
dell´iniziativa in Italia sono: Ansa, Euractiv.it; Agoravox; scambieuropei.Eu;
glieuros.Eu.
Oltre all´incontro con i
cittadini, alle ore 14.00, presso il Palazzo Reale di Milano, la commissaria
Hedegaard incontrerà a Milano i rappresentanti dell´industria della moda, oltre
ai rivenditori e ai produttori di detersivi ed elettrodomestici, per discutere
di come questi settori, insieme ai loro consumatori, siano in grado di
contribuire alla costruzione di una società europea a basse emissioni di
carbonio e di combattere così il cambiamento climatico. L´evento fa parte della
campagna "Un mondo come piace a te, con il clima che vuoi" - promossa
dalla Commissione europea nell´autunno 2012 per sensibilizzare al problema del
clima - che terminerà a fine 2013.
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GIORDANIA: UE FORNISCE UN NUOVO SUPPORTO PER AFFRONTARE LA CRISI DEI RIFUGIATI SIRIANI |
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Bruxelles / Amman, 4 giugno
2013 - La Commissione europea fornirà assistenza supplementare di € 50 milioni
per la Giordania per alleviare l´impatto del elevato afflusso di profughi dalla
Siria, Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan
Füle, ha annunciato ieri durante la sua visita ad Amman.
"La Giordania sta
giocando un ruolo vitale nel fornire sostegno e ospitalità ai rifugiati siriani
nel momento del bisogno. Ci rendiamo conto dell´onere questo crea sulle risorse
della Giordania e l´enorme sforzo risultante del paese viene messo sotto. L´ue
rimane profondamente impegnata ad assistere il governo giordano, nella sua
risposta alla crisi dei rifugiati, " Commissario per l´allargamento e la
politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha detto dopo aver informato il re
Abdullah Ii di questa nuova dotazione finanziaria.
L´ulteriore assistenza si
concentrerà sul rafforzamento delle istituzioni giordane, in particolare nei
settori dei servizi di istruzione per i profughi siriani. € 25.000.000 dal
supporto aggiuntivo annunciato saranno mobilitati molto velocemente e aiuterà
le autorità giordane hanno nell´educare i bambini rifugiati siriani in
Giordania. Su questo supporto 5.000.000 € saranno destinati all´Unicef per
continuare l´educazione dei bambini rifugiati siriani in campi profughi
giordani. Un ulteriore importo di € 25 milioni di euro saranno resi disponibili
nei prossimi mesi e sarà principalmente sostenere il governo giordano nel
fornire servizi sanitari ai rifugiati.
L´annuncio di oggi di un
supplemento di € 50.000.000 con un aumento notevole e porta l´importo totale
del contributo finanziario fornito dalla Commissione Europea in Giordania in
relazione alla crisi siriana a € 137.000.000 dal suo scoppio.
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UE: SVOLTA NELLE RELAZIONI FRA DEPUTATI EUROPEI PARLAMENTARI ORIENTALI |
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Strasburgo, 4 giugno 2013
- Deputati europei e da Armenia,
Azerbaigian, Moldavia, Georgia e Ucraina sperano di raggiungere un importante
passo avanti nelle loro relazioni al vertice del partenariato orientale del
prossimo novembre a Vilnius, ma non a scapito della democrazia, Stato di
diritto e della pace. Alla Terza Assemblea parlamentare Euronest a Bruxelles il
28-29 maggio, a tal fine si sono impegnati a premere sui loro governi per le riforme.
"Euronest vuole inviare
un forte messaggio ai capi di Stato e di governo, sui rispettivi impegni e le
aspirazioni dei cittadini. Membri vedere il vertice di Vilnius come un passo
fondamentale verso l´associazione politica e il raggiungimento di zone di
libero scambio tra l´Ue ei suoi partner . Tuttavia, perché questo avvenga, i
partner devono rafforzare lo stato di diritto e rispetto dei diritti umani
", ha dichiarato l´eurodeputato e Euronest co-presidente Evgeni Kirilov (S
& D, Bg), come chiusa l´Assemblea.
"Il vertice di Vilnius
promette di firmare importanti patti con l´Ucraina, la Moldova e la Georgia, ma
spetterà a rispettivi governi a utilizzare le cruciali sei mesi abbiamo
lasciato per mostrare i progressi in settori che sono stati chiaramente
indicati dalla Ue", ha detto Ucraina Mp Borys Tarasyuk, co-presidente per
il partner orientale.
Pace e sicurezza
L´assemblea ha individuato
la sicurezza e stato di diritto, come le principali preoccupazioni, in
particolare nella regione del Caucaso meridionale. Esso ha adottato una
relazione sottolineando il dovere comune del partner orientali "per
promuovere la pace e la sicurezza in tutto il continente europeo" e
dell´Ue. Si deplora attacchi contro gli oppositori politici, le restrizioni sui
diritti di assemblea dei difensori dei diritti umani, i casi di giustizia
selettiva e militari accumuli.
Finanziamenti Ue
L´assemblea ha anche invitato
l´Ue ad aumentare il bilancio per l´assistenza ai paesi del partenariato
orientale nel prossimo quadro finanziario pluriennale dell´Ue (Qfp) dopo il
2014. L´attuale accordo politico sul Qfp prevede 13700000000 € per lo strumento
di vicinato dell´Ue - in aumento rispetto al presente 11400000000 €, ma meno
rispetto alla proposta originaria di € 16100000000.
Russia ed energia
Un rapporto sulla sicurezza
energetica invita i partner orientali a muoversi verso sistemi energetici a
basso tenore di carbonio, e per un consolidamento più profonda dei mercati
energetici con l´Ue, dato l´elevato del petrolio e la dipendenza di gas dalla
Russia.
Bielorussia -
Euronest membri hanno
deplorato che la Bielorussia non è formalmente rappresentata, a causa della
loro mancanza di un parlamento riconosciuto a livello internazionale. Un gruppo
di lavoro è stato comunque svolto con i rappresentanti dell´opposizione
bielorussa, della società civile e dei media indipendenti. I parlamentari hanno
espresso le loro speranze per "rilanciare i rapporti" con la
Bielorussia in vetta Vilnius.
Cambio di Ep co-presidente -
Mep Kristian Vigenin dimesso
da Euronest co.Chair come lui è stato nominato Ministro degli Esteri in
Bulgaria. Evgeni Kirilov gli succede.
Prossimi passi -
I leader europei si
incontrano in un vertice a Vilnius, in Lituania, nel novembre 2013. La prossima
assemblea Euronest sarà a Yerevan, Armenia, nel novembre 2014.
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DICHIARAZIONE CONGIUNTA HRVP CATHERINE ASHTON E IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI, COMMISSARIO PER L´INDUSTRIA E L´IMPRENDITORIA SUL TRATTATO SUL COMMERCIO DELLE ARMI |
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Bruxelles, 4 giugno, 2013
- L´alto rappresentante dell´Unione
europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della
Commissione, Catherine Ashton, e il vicepresidente della Commissione europea
Antonio Tajani, commissario per l´industria e l´imprenditoria, ha
rilasciato ieri la seguente
dichiarazione:
"Siamo lieti che il
Trattato sul commercio delle armi è oggi aperto alla firma presso le Nazioni
Unite a New York. Questo è un punto di riferimento fondamentale nel slancio
internazionale per il Trattato.
L´ue ha investito in modo
significativo nel processo delle Nazioni Unite che ha portato all´adozione del
Trattato con una schiacciante maggioranza di Stati membri delle Nazioni Unite,
il 2 aprile 2013. L´ue ha ora completato le proprie procedure interne, consentendo
agli Stati membri dell´Unione europea a firmare il trattato su questioni che
rientrano nella competenza comunitaria.
Siamo fermamente convinti
che il trattato, una volta attuata in modo efficace e ampiamente, contribuirà a
trasferimenti internazionali di armi più responsabili e più trasparenti. Ora è
cruciale per raccogliere il massimo numero di firme e ratifiche affinché il
trattato possa entrare rapidamente in vigore. L´ue intende continuare a
svolgere un ruolo attivo nel promuovere l´effettiva attuazione del trattato.
"
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PARLAMENTO EUROPEO, MALI: UN IMPEGNO FINANZIARIO IN CAMBIO DI RICOSTRUZIONE E LA DEMOCRAZIA |
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Strasburgo, 4 giugno 2013 -I
deputati europei hanno accolto i risultati della conferenza dei donatori Mali,
ma hanno insistito sul rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani
durante la loro discussione di Giovedi scorso con il presidente in carica,
Dioncounda Traoré. I membri dei comitati di sviluppo della sicurezza e della difesa,
degli affari esteri hanno inoltre sottolineato la necessità di stabilire una
vera democrazia e del decentramento.
Il Mali potrebbe essere
"molto soddisfatto" del 3250000000 € promessi dai donatori
internazionali, di cui € 520.000.000 sono stati promessi dalla Ue, il
presidente ha detto Traoré. Ha aggiunto che il Mali aveva imparato molto dalla
sua crisi, sottolineando che se i "terroristi" erano riusciti a
guadagnare terreno in Mali è stato ", perché ci sono stati problemi e condizioni"
che ha permesso questo, in particolare per quanto riguarda "la governance
e la corruzione", come così come una mancanza di educazione per i giovani
e decentramento incompleta.
I deputati hanno
sottolineato la necessità di collegare impegni finanziari al rispetto dello
stato di diritto e dei diritti umani. Hanno anche premuto il presidente di
garantire che gli autori dei crimini osservate in Mali erano adeguatamente
perseguiti e che i fondi promessi dai donatori internazionali dovrebbero
davvero essere utilizzato per aiutare le persone.
Elezioni "al più
presto" -
Mr Traoré ha detto la
transizione attuale "deve essere il più breve possibile" e le
elezioni presidenziali deve avvenire entro la fine del mese di luglio, seguita
da elezioni parlamentari, per dare alle autorità elette la "legittimità e
il tempo necessario" per realizzare le riforme.
Rispondendo alle
preoccupazioni dei deputati in merito alla fattibilità di elezioni libere in un
prossimo futuro, dato il gran numero di sfollati interni e dei rifugiati, in particolare
nei campi, il presidente ha sottolineato che maliani sarebbe in grado di votare
"ovunque", nel elezioni presidenziali, anche nei paesi in cui si
erano rifugiati.
Completamento decentramento
-
Per garantire che la
democrazia in Mali non sarebbe una mera formalità, deputati chiedono un vero e
proprio trasferimento di poteri e risorse alle autorità regionali e locali, pur
sottolineando anche l´importanza del rispetto dell´integrità territoriale del
Mali.
"Il 30% delle risorse
generate sarà trasferito alle autorità regionali e locali", il presidente
ha dichiarato Traoré, pur ammettendo che questo processo era stato lento fino
ad ora.
Nord del Mali: il dialogo
l´unica via da seguire -
"Non c´è nessun
problema Tuareg in Mali di oggi", ha insistito Traoré, aggiungendo che gli
aggressori erano veri "terroristi, jihadisti e trafficanti di droga".
Egli credeva che il dialogo
era l´unica opzione disponibile per le autorità del Mali, al fine di risolvere
la crisi nel nord, e questo dialogo incluso con il Movimento Nazionale per la
Liberazione del Azawad (Mnla) e le altre fazioni "del Mali".
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UN AIUTO AI GIOVANI IN UN MONDO CHE CAMBIA |
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Bruxelles, 4 giugno 2013 - Nel
mondo di oggi in rapido cambiamento, i giovani si trovano a dover affrontare
una serie di difficoltà nella società e nel mondo del lavoro. Un aiuto potrebbe
però essere proprio dietro l´angolo, in quanto un progetto finanziato dall´Ue
sta studiando le attività del sistema dell´istruzione e come esso potrebbe
colmare la lacuna di competenze.
Ci siamo ormai abituati al
fatto che gli stili di vita cambiano da una generazione a quella successiva.
Alcuni credono che il mondo cambi ormai a una velocità esponenziale. Oggi i
giovani si trovano di fronte a cambiamenti economici, culturali, demografici e
tecnologici più rapidi, oltre alle esigenze del mercato del lavoro locale in
evoluzione e le diseguaglianze regionali, tutte cose che hanno un impatto
enorme sulla loro vita.
Il progetto Workable
("Making Capabilities Work"), finanziato dall´Ue con 2,3 milioni di
euro, sta esaminando la corrispondenza, o la mancanza di corrispondenza, tra le
competenze dei giovani e le mutevoli richieste del mercato del lavoro. L´idea
consiste nel promuovere un impatto progressivo sulla politica per i giovani in
Europa. La politica mira in particolare a risolvere la situazione di
vulnerabilità e discriminazione dei giovani nel momento della transizione dalla
scuola al mondo del lavoro.
Il progetto si occupa anche
delle difficoltà incontrate dai giovani nel loro percorso dall´istruzione al
lavoro o all´apprendistato. Si occupa inoltre del problema della disoccupazione
giovanile, del modo in cui le istituzioni educative e di formazione
attitudinale in Europa si occupano di questi problemi e delle strategie
politiche che sono alla base.
Coordinati dal professor
Hans-uwe Otto dell´Università di Bielfeld, i ricercatori analizzeranno anche
come le strategie educative sono attuate e valuteranno se esse permettono
realmente ai giovani di trasformare le loro conoscenze e le loro competenze in
capacità con un valore sul mercato, per diventare cittadini partecipi e attivi.
La ricerca si svolge in tre
fasi. In primo luogo si costruisce una mappa delle politiche istituzionali
attitudinali e del mercato del lavoro, analizzata e comparata attraverso tutti
i regimi dell´istruzione. In secondo luogo, si sviluppano casi di studio per
scoprire le concezioni, le aspirazioni e le pratiche degli attori locali che
implementano i programmi di istruzione e formazione. Infine, si intraprendono
analisi quantitative secondarie dei dati nazionali ed europei per rivelare
quanto siano state efficaci le nostre strategie educative per migliorare il
rendimento economico e colmare la lacuna delle competenze.
I partner del progetto
dicono che il loro lavoro si baserà ed espanderà lo stato attuale delle teorie
educative, economiche, sociologiche e politiche, rimanendo flessibile e
mantenendo un campo di applicazione ampio. Contemporaneamente questo lavoro
poserà le fondamenta per risolvere problemi concreti, migliorare le opportunità
e sviluppare le competenze dei giovani.
I fautori delle politiche
dovrebbero essere particolarmente interessati agli approcci comparativi
rigorosi che sono stati assunti dal progetto Workable, che chiariranno
l´impatto dei contesti locali, regionali e nazionali e creeranno una
comprensione teorica nuova e ad ampio spettro dei sistemi funzionanti
dell´istruzione e del welfare.
Per gli educatori, Workable
suggerirà strategie di formazione e istruzione più appropriate che permetteranno
ai giovani di affrontare le sfide economiche e sociali delle emergenti economia
e società del sapere. Questo potrebbe comportare un passaggio dalle competenze
specializzate a competenze generiche più ampie e più analitiche. Inoltre le
attività tecniche e di routine potrebbero spostarsi verso un lavoro più
autonomo.
A livello scientifico,
Workable creerà probabilmente nuovi strumenti teorici ed empirici per studiare
la fornitura di competenze. Un punto particolarmente interessante sarà il
lavoro del progetto per standardizzare i database e così migliorare la
trasferibilità delle pratiche e le esperienze nazionali.
Infine, i partner del
progetto credono che la loro ricerca offrirà una buona comprensione progressiva
del processo di transizione dalla scuola al lavoro, che tenga conto delle
crescenti difficoltà incontrate dai giovani. Questo potrebbe cambiare l´agenda
politica e fornire ai giovani un´opportunità e una solida prospettiva, per
sentirsi giovani adulti con un valore nella società.
Per maggiori informazioni,
visitare:
Workable
http://www.Workable-eu.org/
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FORTE SOSTEGNO DEL PARLAMENTO EUROPEO ALLA STRATEGIA MACROREGIONALE ALPINA |
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Aosta, 4 giugno 2013 - L’iniziativa congiunta dei Presidenti delle
Regioni dell’Arco alpino, in favore dell’adozione da parte del Consiglio
europeo di una strategia macroregionale per le Alpi, dopo l’adesione dello
Stato italiano e di quello francese, ottiene un ulteriore importante successo.
Infatti, il 23 maggio
scorso, il Parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza, una
risoluzione di sostegno all’iniziativa. Particolare soddisfazione è stata
espressa dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, fra i proponenti
della risoluzione di Bad Ragaz con cui, per la prima volta, il 29 giugno 2012,
i Presidenti delle Regioni alpine, riunitisi nella località termale svizzera,
avevano dato il via al processo, pronunciandosi a favore di un piano strategico
per le Alpi.
La strategia macroregionale
consiste in un piano d’azione integrato, elaborato dalla Commissione europea e
adottato dal Consiglio europeo, che permette di rispondere in modo sinergico a
problematiche comuni di territori omogenei appartenenti a Stati diversi. La
risoluzione adottata dal Parlamento, nell’invitare la Commissione europea ad
applicare realmente l´articolo 174 del Trattato mediante un piano strategico,
al fine di superare gli svantaggi strutturali delle regioni di montagna e di
creare le giuste condizioni per la crescita economica e per un´effettiva
coesione sociale e territoriale nella regione alpina, sottolinea come la
strategia offrirà l´opportunità di conferire alle Alpi una nuova dimensione e
una maggiore importanza nel quadro dell´Unione europea anche in termini di un
migliore accesso ai finanziamenti. Il Parlamento europeo, inoltre, ha espresso
il proprio compiacimento in merito agli attuali sviluppi nelle Regioni
dell´area alpina e al forte approccio dal basso verso l’alto adottato da tali
Regioni, le quali hanno ripetutamente espresso il loro desiderio di una
strategia alpina al fine di affrontare efficacemente le sfide comuni a tutto l´arco
alpino, sfruttare in modo più coerente il suo considerevole potenziale e
rispondere alla necessità di migliorare nella regione alpina la mobilità, la
sicurezza energetica, la protezione dell´ambiente, lo sviluppo sociale ed
economico, lo scambio culturale e la protezione civile.
Attualmente, le Regioni e
gli Stati interessati sono impegnati nella predisposizione di un documento
d’interpellanza, con il quale lo Stato francese proporrà formalmente
l’elaborazione della strategia al Consiglio europeo, nella seduta prevista per
metà dicembre 2013.
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IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE SPACCA ELETTO CAPO DELEGAZIONE ITALIANA DEL CDR A BRUXELLES. |
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Ancona, 4 giugno 2013 - Il presidente della Regione Marche, Gian Mario
Spacca, è stato eletto Capo della Delegazione italiana a Bruxelles, l’organismo
che riunisce e rappresenta, nell’ambito del Comitato delle Regioni d’Europa,
tutti i rappresentanti italiani di tutti i gruppi politici tra i quali il Ppe,
il Pse e l’Alde. L’elezione è avvenuta il 31 maggio a Bruxelles nel corso della
riunione della Delegazione italiana, cui ha partecipato anche l’ambasciatore
italiano presso l’Ue Ferdinando Nelli Feroci. Nel pomeriggio proseguiranno i
lavori dell’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni. Per il presidente
Spacca si tratta di un nuovo riconoscimento all’impegno profuso nell’ambito
della rappresentanza delle Regioni presso le istituzioni Europee. |
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AIUTI STATO: SERRACCHIANI AD ALMUNIA, "NON PENALIZZARE FVG" |
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Trieste, 4 giugno 2013 -
"L´europa deve prestare un´attenzione
particolare per non
aggravare la situazione economica delle
regioni ´prossime´ e non
solo confinanti con aree rispetto alle
quali c´è un alto
differenziale d´intensità di aiuti europei: una
situazione che il Friuli
Venezia Giulia deve già affrontare
rispetto alla Slovenia e che
si riproporrà a breve con l´ingresso
della Croazia nella Ue".
E´ quanto rappresenta la
presidente della Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia Debora
Serracchiani al vicepresidente e
Commissario per la
Competizione della Commissione europea Joaquin
Almunia, informando che la
Regione sta seguendo con estrema
attenzione il negoziato
sulla revisione delle linee guida europee
in materia di aiuti di Stato
a finalità regionale per il periodo
2014-2020.
"La crisi economica
internazionale sta compromettendo seriamente
anche quelli che erano i
comparti di eccellenza nel territorio
regionale, tra i quali -
spiega Serracchiani - i distretti del
Mobile e della Sedia, con
una moltitudine di imprese di piccole e
medie dimensioni che hanno
subito pesantemente gli effetti delle
stretta creditizia e si sono
trovate in ritardo rispetto
all´attuazione di nuove
strategie di mercato. Nell´affrontare
questa situazione ci
confrontiamo con il limite oggettivo delle
preclusioni comunitarie in
materia di aiuti di stato ad imprese
in difficoltà".
"Se questo tocca
l´Italia intera ed in particolare il Nord-est
del Paese, in Friuli Venezia
Giulia le conseguenze sono aggravate
dalla vicinanza di Paesi con
livelli di carico fiscale e costo
del lavoro inferiori, a cui
si aggiunge una più alta intensità di
aiuti comunitari".
Una chiara conseguenza è la
tendenza, soprattutto di imprese
appartenenti a grandi gruppi
internazionali, a dislocare nuovi
stabilimenti nei Paesi
limitrofi.
Serracchiani quindi chiede
ad Almunia "di introdurre nelle nuove
linee-guida indirizzi che
prevengano nuove penalizzazioni di
territori, come il Friuli
Venezia Giulia, che già hanno dovuto
superare le gravi
conseguenze della seconda guerra mondiale ed
ora, nella pesante crisi
generale, rischiano un´ulteriore
penalizzazione a causa del
significato che si assegna alla
definizione di regione di
confine".
"E´ ben vero - ricorda la presidente Serracchiani - che
non
abbiamo un confine terrestre
con la Croazia, ma questo confine è
a soli 30 chilometri. Se la
clausola che limita il differenziale
d´intensità degli aiuti si
applica solo in caso di confine in
comune e non di prossimità ,
il Friuli Venezia giulia ne sarà
ancora ingiustamente
penalizzato e questo - conclude - chiediamo
di evitare".
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LETTA CHIEDE DISPONIBILITA´ ALLE MARCHE DI OSPITARE IL VERTICE ITALIA-SERBIA. PRONTA RISPOSTA POSITIVA DI SPACCA. |
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Ancona, 4 giugno 2013 - Il
Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta ha incontrato ieri mattina a Roma il Presidente della Regione
Marche, Gian Mario Spacca, al quale ha chiesto la disponibilità della Regione
ad organizzare il vertice Italia-serbia del prossimo ottobre. Il Presidente
Spacca ha accolto immediatamente la proposta, mettendo subito a disposizione
l’organizzazione regionale per lo svolgimento del meeting. Ancona e le Marche
sono un luogo particolarmente appropriato per ospitare il vertice, sia per
essere sede del Segretariato dell’Iniziativa Adriatico Ionica e fulcro della
strategia macroregionale, sia per il ruolo centrale sempre svolto nei rapporti
con l’area dell’Adriatico e del Mediterraneo.
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IL PRIMO MINISTRO LETTA CHIEDE LA DISPONIBILITÀ DELLE MARCHE AD OSPITARE IL PROSSIMO VERTICE ITALIA-CROAZIA. PRONTA LA RISPOSTA POSITIVA DEL PRESIDENTE SPACCA. |
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Ancona, 4 giugno 2013 - Il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico
Letta ha incontrato ieri mattina a Roma il Presidente della Regione Marche,
Gian Mario Spacca, al quale ha chiesto la disponibilità della Regione ad
organizzare il vertice Italia-croazia del prossimo ottobre. Il primo dopo
l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, previsto nel prossimo mese di
luglio. Il Presidente Spacca ha accolto immediatamente la proposta, mettendo
subito a disposizione l’organizzazione regionale per lo svolgimento del
meeting. Ancona e le Marche sono un luogo particolarmente appropriato per
ospitare il vertice, sia per essere sede del Segretariato dell’Iniziativa
Adriatico Ionica e fulcro della strategia macroregionale, sia per il ruolo
centrale sempre svolto nei rapporti con l’area dell’Adriatico e del
Mediterraneo.
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SARDEGNA, ZONA FRANCA - CAPPELLACCI, AGENZIA DOGANE PROPONE TAVOLO. PRESSIONE SU GOVERNO PER GIUSTA RIVENDICAZIONE |
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Cagliari, 4 giugno 2013
- L´agenzia delle dogane ha risposto
alla comunicazione della Regione sulla zona franca della Sardegna. L´ha
annunciato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, durante il suo
intervento alla manifestazione per la zona franca tenutasi questa mattina alla
fiera di Cagliari.
"Noi saremo presenti a
quel tavolo, con il contributo dei movimenti e con il sostegno di chi ha a
cuore questa battaglia. Non é la battaglia di un singolo o di una fazione
politica - ha evidenziato il presidente - ma di tutti i sardi. La Regione - ha
aggiunto - ha compiuto i passaggi necessari nei confronti dello Stato e
dell´Unione Europea. Quest´ultima richiede un pronunciamento del governo
nazionale".
"Per questo - ha
concluso il presidente - insieme ai sindaci, ai movimenti e a tutti coloro i
quali condividono questa giusta rivendicazione dobbiamo esercitare la pressione
necessaria ad ottenere questo giusto riconoscimento. Spesso le ragioni dei
sardi vengono negate dallo Stato centrale perché siamo pochi e perché ci
dividiamo. Non dividiamoci e coinvolgiamo anche coloro i quali sono scettici
circa la possibilità di raggiungere questo obiettivo. Portiamo a Roma - ha
concluso il presidente - una sola voce, un solo urlo: quello del popolo
sardo".
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BOLZANO: DURNWALDER HA RICEVUTO L´AMBASCIATORE FRANCESE, ALAIN LE ROY |
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Bolzano, 4 giugno 2013 - Il
tema delle minoranze è stato al centro dell’incontro del 31 maggio del
presidente della Provincia, Luis Durnwalder, con l’ambasciatore francese in
Italia, Alain Le Roy.
"Nel corso
dell´incontro ho informato l´ambasciatore francese Alain Le Roy in merito alla
nostra realtà di minoranza in Italia, alla storia della nostra autonomia ed ai
vantaggi che l´autonomia ha portato a questa terra sia sotto il profilo
economico che della convivenza tra i gruppi" ha affermato al termine
dell´incontro il presidente Durnwalder.
Sono state quindi toccate
anche le norme di attuazione dell´autonomia, i rapporti con il governo centrale
ed infine è stato toccato il tema della cooperazione transfrontaliera ed il presidente ha inoltre
illustrato gli aspetti positivi dell´Euregio Tirolo-alto Adige-trentino.
Alain Le Roy ricopre da un
anno e mezzo l´incarico di ambasciatore francese a Roma e già negli anni ´90,
in qualità di rappresentante dell´Onu a Sarajevo e quindi nel Kossovo, ha avuto
modo di confrontarsi personalmente con le tematiche riguardanti le minoranze.
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VERSO PIÙ STRETTA COLLABORAZIONE FVG-ISRAELE |
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Trieste, 4 giugno 2013 -
"La nuova Amministrazione regionale del
Friuli Venezia Giulia
intende dare grande slancio alle relazioni
internazionali, specie con
interlocutori storici come Israele".
Lo ha affermato il 31 maggio
a Trieste il vicepresidente della
Regione e
assessore alle Attività
produttive, Sergio Bolzonello,
incontrando l´ambasciatore
israeliano in Italia, Naor Gilon, al
quale, a nome della
presidente Debora Serracchiani, ha espresso
l´auspicio che da questa
prima presa di contatto si avvii un
confronto che possa
concretizzarsi, a breve, in incontri
operativi di delegazioni
qualificate di operatori economici,
turistici e culturali.
L´ambasciatore Gilon, in
visita a Trieste per la prima volta dal
suo insediamento, ha
ricordato che "tra Israele e Italia i
rapporti sono strettissimi e
valgono 4,5 miliardi di dollari
nell´interscambio
commerciale, mentre sotto il profilo
strettamente turistico,
hanno visto arrivare lo scorso anno nel
nostro Paese ben 350 mila
persone, pari - ha sottolineato - al 4
per cento della popolazione
israeliana".
E se le opportunità di
partnership che più interessano a Israele
sono in ricerca, sviluppo e
alta tecnologia, il vice presidente
Bolzonello, menzionando
diverse iniziative e aree di possibile
interesse comune, tra cui
l´agroalimentare, ha ricordato in
particolare l´avvio di una
fattiva collaborazione in tema di
terapie oncologiche
innovative tra il Centro di riferimento
oncologico di Aviano (Pn) ed
analoghe strutture israeliane.
Il cordiale colloquio si è
concluso con l´impegno di Naor Gilon
ad approfondire i contatti,
anche favorendo la missione in Friuli
Venezia Giulia di un addetto
"tecnico" dell´ambasciata, per
identificare i settori sui
quali puntare per rafforzare le
relazioni tra le due realtà.
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TOSCANA, ROSSI: “LA NUOVA LEGGE ELETTORALE VA APPROVATA ENTRO LA FINE DELL’ANNO” |
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Firenze, 4 giugno 2013 – “La
maggioranza che governa la Toscana ha preso l’impegno di rivedere la legge
elettorale. Questo impegno va onorato e occorre farlo entro la fine di
quest’anno”. E’ stato netto sui tempi, anche se possibilista sui contenuti, il
presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenuto ieri pomeriggio al
convegno promosso dal gruppo consiliare dell’Italia dei Valori presso
l’Auditorium del Consiglio regionale sul tema “La nuova legge elettorale
toscana: proposte, possibili intese, aspetti critici”.
“Non demonizzo le preferenze
– ha aggiunto il presidente – e i collegi uninominali possono rappresentare una
soluzione. In ogni caso sono disponibile a dare il mio contributo ad una
soluzione che non può essere patrimonio di una sola parte. Discutiamone quindi
con i capogruppo e troviamo un’intesa. Vorrei però arrivare ad approvare la
nostra riforma un minuto prima di quando verrà approvata la riforma del sistema
nazionale”.
Per Rossi tre livelli
istituzionali locali (Comuni, Province, Regioni) non reggono in questa fase di
crisi e si è augurato che il Governo decida entro luglio per l’abolizione delle
Province. Quanto alla riforma nazionale ha detto di non avere problemi sul doppio
turno e sul semipresidenzialismo “purchè si affrontino e si risolvano le
questioni dell’incompatibilità e del conflitto di interessi”.
Tornando alle decisioni
regionali ha detto di apprezzare la scelta del Consiglio regionale di ridurre i
consiglieri a 40 e gli assessori a 8, ha messo in guardia sul ritorno di un
nuovo centralismo e ha indicato la necessità di istituire il Senato delle
Autonomie con 120 membri al posto degli attuali 315, così come previsto anche
dal documento stilato dai saggi nominati dal presidente Napolitano e così da
risparmiare tra indennità e rimborsi 380 milioni di euro l’anno, ma di ritenere
fondamentale anche la presenza dei Comuni e componenti del nuovo Senato tutti
eletti indirettamente.
“Aveva ragione Gianfranco
Bartolini, presidente della Regione negli anni ’80 – ha concluso il presidente
Rossi – a dire che occorre portare i territori dentro lo Stato. Se lo facciamo
non avremo più problemi come quello dell’applicazione della Bolkestein che sta
creando difficoltà perchè è mancata una sede democratica nella quale discutere
le istanze portate dai territori”.
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PATTO DI STABILITÀ VERTICALE INCENTIVATO: REGIONE RIPARTISCE “SPAZIO FINANZIARIO” DI 50 MILIONI DI EURO TRA LE 7 PROVINCE E 469 COMUNI VENETI |
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Venezia, 4 giugno 2013 - Con un decreto del presidente della
Regione del Veneto, Luca Zaia, è stato ripartito il 31 maggio il plafond a
disposizione per il Patto verticale incentivato 2013, secondo quanto previsto
dalla Legge di Stabilità.
“Esprimo soddisfazione per
il raggiungimento di questo obiettivo – spiega l’assessore al bilancio e agli
Enti locali, Roberto Ciambetti –, pur nella consapevolezza che il margine di
manovra che riusciamo a offrire a Province e Comuni è purtroppo limitato. Ma
posso anticipare che una nuova ripartizione tra gli Enti locali veneti per
complessivi 30 milioni di euro di ulteriore ‘spazio finanziario’ sarà definita
entro la fine del prossimo giugno se l’emendamento che abbiamo proposto in sede
di Conferenza Stato-regioni sarà accolto dal Parlamento”.
“Già con questa prima
tranche – prosegue Ciambetti – consentiremo a numerose amministrazioni locali
di effettuare pagamenti che altrimenti sarebbero rimasti bloccati, immettendo
nuova liquidità nel sistema economico e onorando finalmente gli impegni assunti
con aziende che attendevano la loro corresponsione per opere e lavori già
eseguiti”.
Con una deliberazione del 3
maggio scorso, la Giunta veneta, sulla base delle intese definite in sede di
Conferenza permanente Regione-autonomie Locali, ha messo a disposizione un
plafond complessivo di 50 milioni di euro, di cui euro 37,5 a favore dei Comuni
e 12,5 a favore delle Province. La Regione, verificata la regolarità delle
domande, che dovevano pervenire entro il termine del 17 maggio scorso, e
l’esistenza dei requisiti di virtuosità degli Enti richiedenti, ha accertato la
validità delle richieste avanzate dalle sette Province e da 469 Comuni veneti.
In applicazione dei criteri
di riparto, sono stati individuati i seguenti 5 plafond:
plafond a favore delle sette Province, di importo pari a 12,5
milioni di euro (la richiesta complessiva di spazi finanziari, in base alle
domande utili pervenute, era di oltre 96 milioni di euro);
plafond a favore di un Comune che ha attestato di trovarsi in
stato di criticità o di emergenza, determinato da contenziosi definiti con
provvedimenti giudiziari o con lodo arbitrale, per un importo di 29 mila euro;
plafond a favore di 413 Comuni, tra i 1.000 e 15.000 abitanti,
per un importo di 26 milioni e 221 mila euro (la richiesta era di oltre 298
milioni di euro);
plafond a favore di 49 Comuni, tra 15 mila e 50 mila abitanti,
per un importo di 7,5 milioni di euro (la richiesta complessiva era di oltre
117 milioni di euro);
plafond a favore di 6 Comuni con più di 50 mila abitanti, per un
importo di 3 milioni e 750 mila euro (la richiesta era di oltre 143 milioni di
euro).
Gli Enti locali beneficiari,
quindi, sono autorizzati a peggiorare il proprio obiettivo relativo al Patto di
stabilità interno 2013 nei limiti della quota loro assegnata ed esclusivamente
al fine di favorire i pagamenti dei residui passivi in conto capitale in favore
dei creditori.
La Regione, dal canto suo,
ha dovuto rideterminare i propri obiettivi programmatici riducendoli di 50
milioni di euro, prevedendo, inoltre, che Anci e Upi regionali effettuino, con
il coordinamento regionale, il monitoraggio sull’effettivo utilizzo del plafond
concesso.
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GIUNTA REGIONALE MARCHE, TUTTE LE DELEGHE. |
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Ancona, 4 giugno 2013 - Il presidente della Regione Marche, Gian
Mario Spacca, ha firmato il 31 maggio il decreto di assegnazione delle deleghe
agli assessori regionali, dopo la nomina di ieri che ha ridefinito la Giunta
regionale. Il percorso di riprofilatura dell’esecutivo arriva al termine del
passaggio formale della verifica di metà mandato che ha definito le priorità di
fine legislatura elaborate in Consiglio regionale: lavoro e piccole imprese;
riforma sanitaria; ambiente; semplificazione e organizzazione
dell’amministrazione regionale. Questa mattina si è svolta la prima seduta
della nuova Giunta. Il presidente Spacca, nell’augurare buon lavoro ai neo
assessori Paola Giorgi e Maura Malaspina, ha colto l’occasione per esprimere il
proprio ringraziamento a Sandro Donati, Paolo Eusebi e Luca Marconi per l’impegno
dimostrato e la preziosa attività svolta. “L’attribuzione delle deleghe risulta
coerente con le priorità politiche e amministrative del programma di governo
regionale che ispireranno questa ultima parte della legislatura – ha ribadito
il presidente Spacca – Tra le questioni più rilevanti da affrontare e sulle
quali l’esecutivo sarà chiamato a operare con ancora più incisività e impegno,
figura il recupero della centralità delle micro e piccole imprese, che
caratterizza il nostro sistema produttivo ed economico, attraverso misure di
alleggerimento della fiscalità e di sostegno al lavoro. Altra questione
rilevante sarà quella della riforma sociosanitaria, secondo il programma di
governo, per garantire produttività e appropriatezza al sistema. Impegno verrà
poi dedicato alla valorizzazione delle politiche energetiche sostenibili e
legate allo sviluppo dell’agricoltura, insieme a una semplificazione delle
macchina amministrativa regionale sia sul fronte delle procedure, che della
riorganizzazione del personale sulla base dell’assegnazione delle risorse
statali”. Questo perché, nel prossimo triennio, ha ricordato il presidente,
alla Regioni verranno meno trasferimenti nazionali per 1 miliardo e 300 milioni
di euro e ciò “renderà necessaria un’operatività che privilegi non i singoli
settori, ma la capacità di fare sistema”. Spacca ha inoltre ricordato i criteri
che hanno guidato la riprofilatura della Giunta: competenza, rappresentanza
territoriale e politica, presenza femminile. Di seguito l’elenco completo dei
componenti della Giunta con le relative deleghe. Antonio Canzian,
Vicepresidente (Pd) commercio, fiere e mercati; tutela dei consumatori; lavori
pubblici, edilizia pubblica, impianti ed infrastrutture sportive; urbanistica e
governo del territorio; politiche per la montagna e territori montani; enti
locali e partecipazione; servizi pubblici locali; progetto speciale per il
Piceno; Sara Giannini (Pd) industria; artigianato; ricerca scientifica e
tecnologica; sostegno all’innovazione per i settori produttivi; cave e miniere;
pesca marittima e nelle acque interne; Paola Giorgi (Cd) politiche comunitarie;
viabilità, infrastrutture, porti ed aeroporti; difesa del suolo e della costa;
reti Ict e progetto cloud; protezione civile, polizia locale e politiche integrate
per la sicurezza; diritti e pari opportunità; politiche giovanili; caccia e
pesca sportiva; Marco Luchetti (Pd) lavoro; istruzione; diritto allo studio;
formazione professionale ed orientamento; professioni; previdenza complementare
ed integrativa; Pietro Marcolini (Tecnico) bilancio; finanze e federalismo
fiscale; credito; provveditorato ed economato; rapporti con le agenzie, gli
enti dipendenti e le società partecipate, in collaborazione con gli Assessori
competenti; beni ed attività culturali; demanio e valorizzazione del
patrimonio; persone giuridiche private; Maura Malaspina (Udc) beni ambientali;
green economy; tutela e risanamento ambientale; gestione dei rifiuti; parchi e
riserve naturali; risorse idriche; energia e fonti rinnovabili; agricoltura;
sviluppo rurale; agriturismo; bonifica; zootecnia; forestazione; industria
agroalimentare; alimentazione; Almerino Mezzolani (Pd) tutela della salute;
veterinaria; volontariato; acque minerali, termali e di sorgente; Luigi Viventi
(Udc) trasporti, reti di trasporto, mobilità e logistica integrata; riforma
dell’organizzazione amministrativa e valorizzazione del personale; sostegno
alla famiglia e servizi sociali; cooperazione allo sviluppo; emigrazione;
immigrazione; promozione della cooperazione; Il presidente Gian Mario Spacca si
riserva le competenze relative a: riforme istituzionali; rapporti con le
istituzioni internazionali, comunitarie, nazionali e locali;
internazionalizzazione; programmazione e politica regionale unitaria; turismo;
sport e tempo libero; affari generali, istituzionali e legali; sistema
statistico; ordinamento dell’informazione e della comunicazione; nomine.
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COMITATO DI SORVEGLIANZA POR FESR MARCHE 2007/2013. |
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Ancona, 4 giugno 2013 - Nonostante
un contesto socio-economico non favorevole, una perdurante contrazione degli
investimenti privati, le politiche di spending rewiew e i vincoli del Patto di
stabilità che hanno indebolito la capacità di spesa pubblica, i dati relativi
all’avanzamento dei fondi europei nella Regione Marche ed in particolare del
Programma Operativo Fesr 2007/2013 hanno fatto segnare un aumento positivo
anche per il 2012. È questa in estrema sintesi quanto emerso nel corso del
Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Fesr 2007/2013 della Regione
Marche che si è tenuto il 30 maggio a Senigallia. A fine 2012 - si legge nel
Rapporto Annuale presentato ieri al Comitato - il Por Marche ha emesso ben 42
bandi e finanziato circa 1400, di cui la maggior parte (59%) sull’asse 1
destinato all’innovazione e all’economia della conoscenza e su cui si
concentrano gli interventi di aiuto alle imprese. Meno significativo il numero
di operazioni finanziate negli assi 2 (Società dell’Informazione) e 4
(Accessibiltà ai servizi di trasporto), dove però prevalgono interventi di
dimensioni considerevoli (es. Banda larga, interporto, ecc.). Dei 1400
interventi, inoltre, circa 560 risultano conclusi, con 322 km di infrastruttura
per la banda larga già posata e pari al 91% del totale previsto. Gli indicatori
riportati nel Rapporto presentato ieri al Comitato hanno evidenziato, inoltre,
che i primi effetti del Programma si dispiegano sui settori della ricerca e
delle energie rinnovabili. In entrambi i casi i progetti finanziati dal Por
Marche rappresentano già oltre il 90% del valore previsto. Dal punto di vista
della spesa, invece, il Programma ha fatto registrare nel corso del 2012
un’ottima performance, raggiungendo il 43,59% di spesa certificata, pari a 126
milioni di euro (7 in più di quelli richiesti dal target del 31 dicembre 2012
per evitare il disimpegno automatico delle risorse). Un incremento
considerevole di circa il 30% (38 milioni di euro circa) rispetto al 2011 e che
ha fatto emergere il buon andamento del Programma nonostante il contesto di
crisi generale. Un dato confermato anche dall’Autorità di Gestione Mauro
Terzoni il quale, nel corso del Comitato ha dichiarato che “il 2012 è stato per
il Por Fesr Marche l’anno della sostanziale conclusione della fase di
attivazione, con un’assegnazione di circa l’80% delle risorse previste dal
piano finanziario del Programma. Questo - ha spiegato Terzoni - significa che
il Programma può contare su una progettualità ormai avviata e che nei prossimi
anni potrà assicurare flussi regolari di spesa, anche con effetti tangibili più
evidenti sulla realizzazione e sugli impatti dei progetti”. Infine, nel corso
del Comitato è stato presentato un catalogo di buone pratiche e di progetti
significativi realizzati sul territorio e consultabile sul sito
www.Europa.marche.it. Sono stati inoltre affrontati i temi del futuro ciclo di
programmazione 2014/2020 Stamani i lavori della Regione Marche continuano con
il Comitato d Sorveglianza del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo.
Dati Per Asse: Asse 1 - "Innovazione ed economia della conoscenza" 19
bandi pubblicati; 17 graduatorie approvate (con 12 scorrimenti); 817 progetti
finanziati; spesa al 59,57% della dotazione dell’asse Asse 2 - “Società
dell’Informazione” 7 bandi pubblicati, 5 graduatorie approvate e 41 progetti
finanziati spesa al 24,29% della dotazione dell’asse Asse 3 – “Efficienza
energetica e promozione delle energie rinnovabili” 10 bandi pubblicati, 10
graduatorie approvate (con 13 scorrimenti) e 283 progetti finanziati spesa al
36,11% della dotazione dell’asse Asse 4 – “Accessibilità ai servizi di
trasporto” 4 bandi pubblicati, 6 graduatorie approvate (con 4 scorrimenti) e 84
progetti finanziati spesa al 35,41% della dotazione dell’asse Asse 5 – “Valorizzazione
dei territori” 2 bandi pubblicati, 1 invito alla presentazione di progetti da
sottoporre al Fsu, 6 graduatorie approvate. |
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SEMPLIFICAZIONE. SCIOLTE LE COMUNITÀ MONTANE DI PARMA EST, ALTA VALMARECCHIA E FORLÌ |
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Bologna, 4 giugno 2013 – Sciolte le Comunità montane di Parma Est,
Alta Valmarecchia e Forlì. Dopo quelle dell’Appennino bolognaese e
dell’Appennino piacentino, la Regione ha provveduto, in accordo con i Comuni
interessati, allo scioglimento di altre tre Comunità montane
dell’Emilia-romagna.
Con il decreto del 23 maggio
scorso e sulla base della legge 21 del dicembre 2012, la Regione ha ora sciolto
la Comunità montana dell’Alta Valmarecchia (in provincia di Rimini e
comprendente i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo,
Sant´agata Feltria e Talamello), dell’Unione Comuni Parma Est (in Provincia di
Parma e comprendente i Comuni di Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Neviano degli
Arduini, Calestano, Tizzano Val Parma, Palanzano, Corniglio e Monchio delle
Corti) e dell’Appennino Forlivese (in provincia di Forlì-cesena e comprendente
i Comuni di Civitella di Romagna, Galeata, Meldola, Predappio, Premilcuore e
Santa Sofia). Obiettivo: risparmiare nei costi di gestione per liberare più
risorse possibili per la cura del territorio, i servizi alla persona e il
sostegno alle imprese.
Il decreto di scioglimento
prevede che, in tutti i casi, le Unioni che nasceranno tra i Comuni delle ex
Comunità montane subentreranno nella proprietà del patrimonio e nella gestione
del personale (a cui sarà, quindi, garantito il posto di lavoro).
“A pochi mesi
dall’approvazione della legge regionale, la Regione sta proseguendo
speditamente sulla strada di un serio riordino amministrativo dei territori per
avere istituzioni sempre più efficienti e vicine ai cittadini e alle imprese in
modo da sostenerle in questo periodi di grave crisi in cui ognuno di noi deve
fare sforzi”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione
Emilia-romagna. “In un momento di recessione strutturale della nostra economia
e di pesanti tagli agli Enti locali e alle Regioni è giusto ottimizzare le
risorse disponibili concentrandole su servizi e investimenti mentre si deve
risparmiare sui costi fissi di gestione. Con la nascita di Unioni, infatti, i
Comuni manterranno tutti servizi e gli sportelli vicini ai cittadini, mentre
centralizzeranno gli uffici interni”.
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AULLA E PODENZANA CHIEDONO DI FONDERSI, VIA LIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE |
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Firenze, 4 giugno 2013 –
Altri due comuni toscani scelgono di fondersi: o meglio chiedono di farlo. La
giunta regionale, su proposta dell’assessore Bugli, ha approvato ieri la
proposta di legge che tiene conto della richiesta dei Comuni di Aulla e
Podenzana in provincia di Massa Carrara. Il provvedimento dovrà essere ora
discusso dal Consiglio regionale, a cui spetterà anche fissare la data del
referendum consultivo. Dare vita ad un comune unico aiuterà a gestire meglio
alcuni servizi, a parità di risorse.
Nelle scorse settimana la
giunta aveva detto sì alle fusioni di Villafranca e Bagnone, sempre in Lunigiana,
a Crespina e Lorenza in provincia di Pisa ed ancora prima a Scarperia e San
Piero a Sieve nel Mugello, a Campiglia Marittima e Suvereto in provincia di
Livorno e a Casciana Terme e Lari di nuovo in provincia di Pisa. Per la
montagna pistoiese, ovvero i Comuni di San Marcello, Abetone, Piteglio e
Cutigliano, e la Valbisenzio a Prato ci sono invece due iniziative portate
avanti direttamente da alcuni consiglieri regionali. Il 16 giugno saranno
chiamati alle urne i cittadini di Castel San Niccolò e Montemignaio in
provincia di Arezzo.
Referendum con esito
positivo si sono già svolti ad aprile a Figline e Incisa Valdarno in provincia
di Firenze (100 chilometri quadrati e 24 mila abitanti), a Fabbriche di Vallico
e Vergemoli (75 kmq e 961 abitanti) in provincia di Lucca e a Castelfranco di
Sopra e Pian di Scò in provincia di Arezzo (56 kmq per circa diecimila
abitanti).
I vantaggi sul bilancio –
Ogni Comune che si fonde può contare oggi in Toscana su 250 mila euro l’anno di
maggiori contributi regionali, per cinque anni, fino ad un massimo di un
milione di euro per fusione. A questi si aggiungono i finanziamenti dello
Stato, che variano a seconda della popolazione e sono il 20 per cento, per
dieci anni, dei trasferimenti erariali che gli stessi Comuni potevano vantare
nel 2010. I Comuni che si fondono sono anche esentati per 3 anni dal rispetto
del tetto del patto di stabilità e in questo modo possono far ripartire gli
investimenti.
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FONDI UE. LA PUGLIA RAGGIUNGE I TARGET. VENDOLA: "UN´ALTRA BUONA NOTIZIA" |
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Bari, 4 giugno 2013 - Fondi europei, la Puglia
raggiunge e supera i target di spesa assegnati per il 31 maggio. Una
dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
“Dopo i complimenti del Commissario
europeo per le politiche di coesione, Johannes Hah, che ha segnalato le
performences positive della Puglia sia dal punto di vista quantitativo della
spesa effettuata che dal punto di vista delle buone pratiche a livello
continentale (come nel caso delle politiche per l’innovazione), ora un’altra
buona notizia è certamente quella del raggiungimento dei target di spesa che ci
erano stati assegnati per il 31 maggio del corrente anno. La Puglia spende più
di un quarto dell’intero ammontare delle risorse comunitarie per l’intera
Italia (cioè di tutte le regioni messe insieme, sia quelle dell’obiettivo
convergenza che quelle dell’obiettivo competitività), si avvicina al 50% della
spesa complessiva del “fondo per lo sviluppo regionale”, supera in velocità tutti
gli ostacoli frapposti dalla pletora di norme e regolamenti che rendono
affannosa sia la spesa che la sua rendicontazione. Alla luce di questi
risultati, diventerebbe davvero incomprensibile e beffardo per noi doverci
trovare nella condizione di fermare di colpo la macchina, perché lo sbarramento
del patto di stabilità ci chiede di usare il freno a mano. Noi siamo capaci di
spendere, abbiamo l’unica autorità di Audit con una certificazione di qualità
(Iso 9001), abbiamo raggiunto risultati davvero inimmaginabili ancora pochi
anni fa: ma dover bloccare tutto, mentre la crisi peggiora di giorno in giorno
la condizione sociale del Paese e anche della nostra regione, sarebbe una prova
di miopia sociale e di sadismo istituzionale. Per questo attendiamo con ansia
che il governo italiano, nelle sedi europee e ovunque sia necessario, si
impegni a toglierci il cappio di quei vincoli assurdi dal collo delle nostre
economie”.
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FVG, AUTONOMIE LOCALI: SPAZI FINANZIARI DA REGIONE A PICCOLI COMUNI |
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Udine, 4 giugno 2013 - La
Giunta regionale, su proposta dell´assessore
alle Autonomie locali e alla
Funzione pubblica Paolo Panontin, ha
approvato l’ 1 giugno la
ripartizione dei cosiddetti "spazi finanziari
regionali" assegnati ai
Comuni soggetti al patto di stabilità
della Regione.
Si tratta di risorse per
complessivi 30 milioni di euro destinati
con priorità agli enti
territoriali con una popolazione sino a
circa 5 mila abitanti,
dunque i Comuni demograficamente più
piccoli del Friuli Venezia
Giulia, per ulteriori pagamenti 2013
alle imprese di lavori
pubblici già completati o già aggiudicati
entro il 31 dicembre 2012.
Con questa delibera si
completa quindi il percorso
dell´assegnazione ai Comuni
degli spazi finanziari resi
disponibili agli Enti locali
per un importo complessivo di 90
milioni di euro (15 milioni
alle Province e 75 milioni ai comuni).
La Giunta regionale, con la
delibera adottata oggi, prende anche
atto di quanto previsto nel
decreto legge 35 del 2013, come
risposta alle istanze della
Regione, in merito agli spazi
finanziari attribuiti
direttamente dallo Stato. In risposta alle
proprie istanze, la Regione
aveva infatti ottenuto l´esclusione
dal patto di stabilità
interno di pagamenti in conto capitale da
parte degli Enti locali del
Friuli Venezia Giulia per circa 47
milioni di euro.
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LA DIRETTA STREAMING DELLA GIUNTA TOSCANA DEL 3 GIUGNO FRA GLI ARGOMENTI: LAVORI PUBBLICI, RISCHIO IDRAULICO, PICCOLO COMMERCIO |
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Firenze, 4 giugno 2013 – Si
è tenuta ieri mattina nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi
Sacrati la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito
di Toscana Notizie: un’ora e mezzo in cui sono state discusse ed approvate
trentatré delibere. Tra i provvedimenti più importanti c’è la ripartizione di 2
milioni e 500 mila euro per i presidi di cure intermedie: 500 posti letto in
tutta la Toscana, di cui i primi dodici sono stati inaugurati qualche settimana
fa a Prato. Il presidente e la giunta si sono soffermati a lungo, nel corso
della discussione, anche sull’approvazione del prezzario per i lavori pubblici
2013 – “uno strumento utile per gli enti locali che devono appaltare un’opera,
per calibrare le offerte sulla base dei costi reali di produzione” ha
sottolineato il presidente Rossi – e gli interventi contro l’erosione delle
coste e la difesa del sistema idrogeologico.
Tra i provvedimenti
approvati oggi segnaliamo dunque:
la delibera presentata dal
presidente Rossi relativa all’approvazione del prezzario dei lavori pubblici
della Regione Toscana per l’anno 2013 (dal minuto 3.15 al minuto 9.30).
La delibera presentata
ancora dal presidente Rossi con cui si finanzia l’attività di monitoraggio e
rapida allerta per fenomeni di sprofondamento tra Rio Marina e Rio nell’Elba
sull’isola d’Elba, visto che, dopo l’evento che si è verificato lo scorso 13 gennaio
ed ha provocato il collasso di entrambe le carreggiate della strada provinciale
Sp 26 in località “Il Piano”: per quest’anno sono stati stanziati 96.800 euro a
favore della Provincia di Livorno(dal minuto 9.31 al minuto 10.45).
Lo stanziamento, proposto
dall’assessore Anna Rita Bramerini, di ulteriori 4 milioni e 432 mila euro a
favore di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico nei
territori colpiti da frane ed alluvioni lo scorso marzo (dal minuto 42.05 al
minuto 43.05).
L’approvazione del progetto
“Piccolo è grande” per la qualificazione del piccolo commercio, illustrato
dall’assessore Cristina Scaletti e finanziato con 865 mila euro (dal minuto
1:13:35 al minuto 1:15:52 )
il riparto di 2 milioni e
500 mila euro per i presidi di cure intermedie, presentato dall’assessore Luigi
Marroni (dal minuto 1:20.52 al minuto 1:24.40)
Si ricorda che gli atti
approvati sono disponibili all’indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew
dopo la loro verbalizzazione da parte degli uffici regionali.
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PUGLIA: CHIUSURA POSITIVA POR 2000/2006. VENDOLA: "RISULTATO PARTICOLARMENTE POSITIVO" |
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Bari, 4 giugno 2013 - Dopo una lunga attività di controllo, svolta
dalla Commissione Europea, si chiude positivamente la rendicontazione del Por
Puglia 2000-2006 con la piena riconferma degli ammontari di spesa certificati
nel periodo gennaio 2000/giugno 2009. L’approvazione della rendicontazione del
Fondo Sociale Europeo segue infatti quella già avvenuta nei mesi precedenti con
esito positivo per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
“Sono molto soddisfatto -
dichiara il Presidente Vendola – per il lavoro svolto dalle strutture
regionali, un lavoro che ha permesso di confermare tutti i finanziamenti
accordati negli anni scorsi ad imprese ed enti pubblici, consentendo alla
Puglia intera di conseguire concreti miglioramenti in tanti settori della vita
economica, culturale e sociale. Tale attività ha consentito infatti, di
superare positivamente le verifiche della Commissione svoltesi in questi anni,
a differenza invece di quanto accaduto in altre Regioni dove sono stati
proposti ingenti tagli, con conseguenze negative per i progetti definanziati.
Si tratta di un risultato particolarmente positivo per la nostra Regione che
conferma ulteriormente l’ottimo lavoro, compiuto negli anni precedenti, nella
gestione dei fondi comunitari che rappresenta a tutt’oggi un insostituibile
riferimento per l’attuale programmazione”.
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FONDI UE. RAGGIUNTI E SUPERATI I LIVELLI DI SPESA FSE PUGLIA 2007/2013 |
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Bari, 4 giugno 2013 - A maggio 2013, il Programma Operativo Fse
Puglia 2007/2013 ha raggiunto un livello di spesa (in termini di totale
pubblico cumulato) di 486.530.781,94 euro (corrispondente ad una spesa in
termini di quota comunitaria di 295.521.475,78 euro), pari al 46,20% della
dotazione del Programma.
L’incremento di spesa
certificata – quota comunitaria - rispetto a dicembre 2012 (€ 267.656.405,26) è
stato di circa 28 Meuro in valore assoluto (27.865.070,52 euro), corrispondente
ad un incremento in termini percentuali di quasi il 10%.
Il target di spesa previsto
a maggio (pari a 294.110.869,50 euro) è stato quindi raggiunto e superato di
quasi 1,41 M€.
La Regione Puglia e gli
Organismi Intermedi (Province di Bari, Bat, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto)
hanno proseguito nell’azione di attuazione del sostegno all’adattabilità dei
lavoratori, all’occupabilità dei disoccupati e/o inoccupati, alla innovazione,
produttività e competitività delle imprese, alla promozione delle politiche
passive e attive del lavoro e dell’inserimento lavorativo, con particolare
attenzione alle categorie svantaggiate, e alle operazioni riconducibili
all’apprendimento permanente.
Con particolare riguardo
all’avanzamento realizzativo del Programma, si fornisce un quadro sintetico
delle principali attività oggetto di certificazione di spesa nei primi cinque
mesi del 2013, precisando che comunque sono in corso di realizzazione e di
controllo numerose altre attività su tutti gli Assi del P.o. Fse Puglia
2007/2013, finanziate nel corso degli anni precedenti.
Asse I – Adattabilità
Avviso n. 1/2010 -
“Riqualificazione O.s.s.”, avente l’obiettivo di promuovere la riqualificazione
in O.s.s. (Operatore Socio Sanitario) di tutte le risorse umane già in servizio
presso strutture, aziende e società operanti nel sistema socio-sanitario;
Asse Ii – Occupabilità
Avviso “Dote Occupazionale”,
intervento che intende adottare misure di sostegno all’occupazione nell’intero
territorio della Regione, destinate a: lavoratori/lavoratrici disoccupati/e da
almeno sei mesi; inoccupati/e, donne, immigrati lavoratori disabili prevedendo
in favore dei suddetti lavoratori una dote assunzionale fino al 50%, o 75% se
disabili, del costo salariale annuo lordo a seconda della categoria di
appartenenza dei lavoratori.
È proseguita inoltre
l’attuazione degli interventi relativi al Potenziamento dei Centri per
l’Impiego (D.g.r. N. 1281 del 21/07/2009 ) le Azioni di politiche attive
nell’ambito del programma anticrisi nell’ ambito dell’Avviso n. 2/2010, nonché
la Convenzione tra Regione Puglia e Guardia di Finanza, con la quale, nel corso
del 2010, si è proceduto alla implementazione delle azioni finalizzate ad
agevolare l’emersione dei lavoratori non regolari.
Asse Iv - Capitale Umano
Avvisi Pubblici nn. 1/2008 –
4/2008 – 18/2009 - 3/2011 “Ritorno Al Futuro”, che hanno finanziato borse di
studio per la frequenza di master post lauream per attività di specializzazione
in Italia e all’estero per giovani disoccupati cofinanziate dal Fse, dallo
Stato e dalla Regione Puglia.
Avvisi Pubblici nn. 6/2010 -
5/2011 “Diritti A Scuola”, il cui obiettivo di “Diritti A Scuola” è stato
quello di finanziare progetti volti a sostenere l’innalzamento dei livelli di
istruzione dei giovani maggiormente in difficoltà, e favorirne il successo
scolastico attivando azioni, complementari agli interventi scolastici, volte a
promuovere lo sviluppo delle competenze di base e trasversali, in particolare
nell’area della lettura/comprensione, della matematica e delle scienze, e
contemporaneamente a prevenire e contrastare l’abbandono scolastico, agevolando
l’integrazione scolastica degli alunni in difficoltà per favorire la
maturazione di scelte consapevoli.
Asse V – Transnazionalità E
Interregionalità
Voucher per la
partecipazione di giovani occupati al Catalogo Interregionale dell’Alta
Formazione. Il progetto inserito nel Piano straordinario per il lavoro in
Puglia è finalizzato a creare una rete di collaborazione sul tema dell’Alta
formazione e a sviluppare l’implementazione del Catalogo interregionale di Alta
formazione.
Attvita’ Delegate Alle
Province /O.i.
La Regione Puglia, con
l’art. 22 della L.r. N. 15 “Riforma della formazione professionale” del
07/08/2002, ha provveduto ad individuare le amministrazioni provinciali quali
soggetti delegati alla realizzazione delle attività di formazione
professionale.
Con Deliberazione n. 1575
del 04.09.2008 avente ad oggetto “Por Puglia Fse 2007/2013: Atto di
programmazione per l’attuazione degli interventi di competenza regionale e per
il conferimento di funzioni alle province pugliesi” la Giunta Regionale,
d´intesa con le Province, ha dato attuazione all’art. 2 della L.r. N. 32/2006,
conferendo alle Province pugliesi funzioni nell´ambito del Por Puglia Fse
2007/2013 e relative risorse, per un importo pari al 30,25% (€ 387.007.960)
dell´intera dotazione del Por (€ 1.279.200.000)
Tanto premesso, nei primi
mesi del 2013, sono state certificate spese relative a varie attività
finanziate dalle Province a valere sugli Assi delegati I – Ii – Iv del P.o.
Puglia F.s.e. 2007/2013.
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LA RAGIONERIA DELLA REGIONE CALABRIA HA EFFETTUATO PAGAMENTI PER UN TOTALE DI CIRCA 42 MILIONI DI EURO |
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Catanzaro, 4 giugno 2013 - La
Ragioneria generale della Regione Calabria ha effettuato, nel corso di
quest’ultima settimana, pagamenti per un totale di circa 42 milioni di euro.
L’importo più consistente è stato destinato al settore dei trasporti, si tratta
di 20.258.000 euro che sono le mensilità´ di aprile e di maggio e che sono
stati suddivisi tra le società consortili affidatarie dei servizi di trasporto
pubblico locale e il Comune affidante degli stessi servizi. Dunque circa
quaranta mila euro sono stati liquidati al Comune di Nardodipace; tre milioni e
seicentomila euro alla Società Consortile Autolinee Regionali; sei milioni e
mezzo al Consorzio Meridionale Trasporti; un milione e settecentomila euro al
Consorzio Autolinee due; due milioni alla società consortile Trasporti integrati
calabresi; circa un milione e duecentomila euro alla società consortile
Trasporti regionali calabresi; 5 milioni alla società consortile Autoservizi
dei Due Mari. Liquidati anche i fondi per i lavoratori forestali calabresi. Il
totale e´ di circa sedici milioni di euro liquidati a favore di Afor, Parco
Naturale regionale delle Serre e Consorzi di Bonifica e sono destinati al
pagamento degli stipendi degli operai impegnati nella manutenzione del
patrimonio boschivo. Cinquecentomila euro sono stati invece pagati all’Ara,
l’associazione regionale degli allevatori. Anche in questa settimana la Regione
ha erogato risorse per tenere sotto controllo l’emergenza rifiuti: su
disposizione del Dipartimento Ambiente e´ stato trasferito un milione e mezzo
di euro alla società Markab Group per il servizio di smaltimento dei rifiuti
solidi urbani negli impianti di Lamezia Terme, Rossano, Sambatello, Siderno,
Gioia Tauro, Crotone e Catanzaro. Circa 1,7 milioni di euro sono stati
liquidati alla ditta Daneco impianti che gestisce la struttura di Pianopoli. La
Ragioneria generale ha infine liquidato un milione e duecentomila euro su
richiesta del Dipartimento Lavoro e Formazione per Borse Lavoro e la somma di
cinquecento milioni del Por Fesr 2007/2013 destinata a pagamenti vari disposti
dai Dipartimenti Cultura, Economato, Turismo e Agricoltura.
“Lavoriamo sodo - ha
commentato l’assessore al Bilancio e alla Programmazione nazionale e
comunitaria Giacomo Mancini - per dare risposte a cittadini, famiglie e imprese
”.
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OCCUPAZIONE: DA DATI ISTAT ALCUNI SEGNALI POSITIVI PER L’UMBRIA |
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Perugia, 3 giugno 213 -
"Un quadro di luci e ombre in cui emerge un incremento di 5mila occupati
rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente". Così l´assessore
regionale allo Sviluppo economico e alle Politiche attive del lavoro commenta i
dati Istat relativi al primo trimestre 2013. "Un dato confortante in
valore assoluto e in valore percentuale - sottolinea - e che rappresenta la
miglior performance rispetto a tutte altre regioni italiane, in una condizione
in cui solo 4 di esse hanno fatto registrare dati positivi su questo versante.
Un dato che appare positivo - aggiunge - anche alla luce del fatto che ne hanno
beneficiato principalmente le donne, tra le più svantaggiate, ancorché il tutto
si realizzi in un contesto di forti asimmetrie settoriali. Infatti, a crescere
sono stati soprattutto i settori del commercio e dei servizi, mentre dati
segnali negativi continuano a pervenire dall´industria e dalla manifattura,
confermando un trend preoccupante, e soprattutto dal settore delle
costruzioni".
"La crescita delle
forze lavoro e del tasso di attività - prosegue Riommi - ha prodotto, inoltre
un fenomeno che potrebbe sembrare in contraddizione rispetto al dato positivo
sull´occupazione, e cioè un incremento del tasso di disoccupazione che si
colloca tuttavia al 10,5%, ben al di sotto della media delle regioni del Centro
Italia (11,5%) e del dato nazionale (12,8%). Anche la lettura in controluce di
un dato comunque non positivo, sembra far emergere una tendenza di fondo legata
al maggior numero di persone che cercano lavoro come esito di un mercato che sembra offrire maggiori
opportunità rispetto al passato".
"Vogliamo essere
fiduciosi - conclude l´assessore - rispetto a una condizione di complessiva
difficoltà del sistema produttivo che tuttavia appare mostrare i primi segnali
di inversione di tendenza".
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AMMORTIZZATORI SOCIALI; SARDEGNA, GOVERNO REPERISCA FONDI |
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Cagliari, 4 giugno 2013
- La Regione Sardegna ha garantito con
circa 63 milioni di euro di fondi regionali la copertura delle domande
pervenute in assessorato per la Cig in deroga, diventata “una vera e propria
emergenza sociale”. L’ha spiegato l’assessore del Lavoro, Mariano Contu,
intervenendo a Montecitorio, all’audizione dei rappresenti delle Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome, da parte delle commissioni lavoro e
bilancio, nell’ambito dell’esame della conversione in legge del decreto legge
54 del 21 maggio 2013, sul tema del rifinanziamento degli ammortizzatori
sociali in deroga.
L’esponente della Giunta
Cappellacci ha aggiunto che per soddisfare il fabbisogno del 2012 di tutti i
destinatari dell’intervento, serve un’ulteriore assegnazione di 12 milioni, dal
momento che il decreto di rifinanziamento consente l’utilizzo delle risorse
solo per l’anno 2013. Inoltre, le risorse già assegnate e quelle previste dal
decreto sono sufficienti solo per il mese di maggio 2013.
"Associandoci,
pertanto, a questo già richiesto dalle altre regioni, chiediamo al Governo - ha
sottolineato Contu - di reperire le risorse accertate per chiudere il 2012 e
quelle necessarie per tutto il 2013. Poiché la competenza di concessione degli
ammortizzatori sociali è esercitata dalle amministrazioni regionali per conto
dello Stato, è forte ed unanime il convincimento delle regioni che sia
inopportuna una compartecipazione finanziaria per sostenere l’intervento, a
valere sui rispettivi bilanci regionali".
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AMMORTIZZATORI SOCIALI, PUGLIA: DAL GOVERNO CENTRALE NESSUNA CERTEZZA |
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Bari, 4 giugno 2013 - L’assessore al Lavoro, Leo Caroli, ha
partecipato il 31 maggio alla riunione degli assessori regionali al Lavoro a
Roma con il ministro Giovannini. “Ancora una volta per il tema degli
ammortizzatori sociali in deroga non ci sono risposte dal governo – ha detto
Caroli al termine dell’incontro”. “Non c’è certezza di risorse per il
rifinanziamento, perché ci sono 288 milioni provenienti dall’ex fondo Fas, che
è cofinanziato dalle regioni meridionali e che quindi sarebbe a rischio”. “Dopo
i ripetuti annunci da parte del governo sullo sblocco degli ammortizzatori
sociali – prosegue – i lavoratori pensano che i fondi siano già nella
disponibilità dell’Inps per il pagamento. Non è vero: mancano le certezze e
quindi anche i fondi sembrano del tutto virtuali”. “Infatti – continua Caroli -
nel caso dell’attingimento dai fondi ex Fas, stanziati soprattutto per il
Mezzogiorno: non è chiaro se questi saranno ripartiti tra tutte le 20 regioni.
Nel caso, arriveremmo al paradosso, ad esempio, che con i fondi già stanziati
per lo sviluppo della Puglia si finanzierebbe la Cigs per la Lombardia. Non si
capisce se al contrario i fondi ex Fas ritornino invece nella disponibilità
delle sole regioni meridionali: tutto ciò alimenta l’incertezza su modalità e
tempi”. “Altre risorse – prosegue – inoltre sarebbero prese dai fondi per la
produttività e per la formazione: ancora non c’è alcuna certezza su tempi e
modi. La Regione Puglia ha comunque chiesto chiarezza sul coinvolgimento della
conferenza delle Regioni sulle decisioni e sui nuovi criteri di
redistribuzione, visto anche che si tende a stringere le maglie dei trattamenti
di mobilità per favorire la Cigs: ricordiamo che sono molti i lavoratori
pugliesi in mobilità, rispetto a quelli in Cigs di altre regioni. Anche l’unica
nota positiva – l’impegno del Governo a sanare lo sbilancio del 2012 per i
trattamenti autorizzati – resta con un punto interrogativo, perché non è chiaro
con quali risorse si possa pagare”.
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LAVORO: CALA DISOCCUPAZIONE IN ABRUZZO. CHIODI, INVERTITO TREND |
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Pescara, 4 giugno 2013
- Scende il tasso di disoccupazione in
Abruzzo dell´1,27 in evidente controtendenza rispetto al dato nazionale che,
purtroppo, fa registrare una crescita del numero dei disoccupati dello 0,1 per
cento. Ma anche rispetto a tutte le altre regioni italiane, l´Abruzzo conserva
il primato tranne che verso la Basilicata dove decresce la disoccupazione,
anche se in misura inferiore. I dati Istat fanno riferimento alle rilevazioni
del primo trimestre 2013. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della
Giunta regionale, Gianni Chiodi, che giudica la novità "la notizia più
bella dell´anno. In un momento in cui il grave problema della disoccupazione
impegna l´agenda politica di tutti i paesi europei e del nostro, in particolare
- evidenzia Chiodi - il fatto che l´Abruzzo segni una inversione di rotta ci
rende felici per tutti quei giovani, donne e uomini che possono guardare al
mercato del lavoro interno con un cauto ottimismo e nello stesso tempo
speranzosi che nuovi spiragli si aprano per tutti". Per il Presidente, il
dato "ci inorgoglisce come amministratori pubblici. Infatti, il risultato,
oltre che alla tenacia e alla solidità dell´imprenditoria abruzzese, è anche
frutto di politiche mirate a recuperare la forza lavoro soprattutto tra donne e
giovani. Tali misure - aggiunge il Presidente - non vanno disgiunte da manovre
coraggiose spalmate in questi ultimi quattro anni, che hanno abbattuto il
debito, tagliato la spesa pubblica ma, soprattutto, ridotto le tasse". Nel
confronto con il primo trimestre 2012 il tasso di attività e di occupazione
sono stabili mentre scende il tasso di disoccupazione dal 12,77 del 2012
all´11,5 di oggi.
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LAVORO, AMMORTIZZATORI SOCIALI, LIGURIA: NESSUNA CERTEZZA DAL MINISTRO SUL FINANZIAMENTO |
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Genova, 4 Giugno 2013 -
"Un incontro interlocutorio che non ha dato nessuna certezza
sull´erogazione delle risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali in
deroga". L´assessore al lavoro della Regione Liguria, Enrico Vesco non è
soddisfatto dell´esito dell´incontro che si è svolto venerdì 31 maggio tra gli
assessori al lavoro delle regioni italiane e il Ministro alle politiche sociali
e lavoro, Enrico Giovannini in sede di Conferenza Stato Regioni, per sciogliere
il nodo delle risorse da destinare agli ammortizzatori sociali in deroga.
"Il Ministro – ha sottolineato Vesco – non ci ha dato certezze sui tempi
di esigibilità delle risorse da poco stanziate, un miliardo di euro a livello
nazionale, necessari per arrivare almeno fino a fine luglio, pertanto non posso
dire di essere soddisfatto".
Un nodo, quelle delle
risorse, che si va ad aggiungere a quello dei criteri di riparto e dell´equiparazione
dei diritti dei lavoratori, tra chi lavora nelle grandi e nelle piccole
aziende.
"Su quest´ultimo punto
– ha sottolineato Vesco – il Ministro si è reso disponibile ad aprire un tavolo
di confronto con le regioni per uniformare le modalità di erogazione della
cassa integrazione in deroga su tutto il territorio nazionale, prendendo come spunto
la bozza di accordo quadro nazionale pro posposto dalle regioni che dovrà
costituire la base per un decreto interministeriale, con una particolare
attenzione al monitoraggio della spesa che è oggi all´origine del rallentamento
dei pagamenti ai lavoratori". Sul tema delle risorse, che non è ancora
stato sciolto, le regioni si incontreranno nuovamente mercoledì 12 giugno con
il sottosegretario Carlo Dell´aringa, delegato dal Ministro ad occuparsi della
vicenda.
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LAVORO, UMBRIA INCONTRO REGIONI CON MINISTRO: BENE METODO, MA PER CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA POCHE RISORSE E TEMPI INACCETTABILI |
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Perugia, 3 giugno 2013 -
Apprezzamento per l´apertura del confronto con le Regioni, ma preoccupazione
per i tempi dell´erogazione delle risorse relative alla cassa integrazione in
deroga. È quanto ha espresso l´assessore regionale Vincenzo Riommi al termine
della riunione che si è tenuta il 31 maggio a Roma tra gli assessori regionali
alle Politiche del lavoro e il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, durante
la quale sono stati discussi i temi centrali della cassa integrazione in
deroga, della gestione dei servizi pubblici per il lavoro, della riforma dei
requisiti che riguardano la determinazione della condizione di disoccupazione e
del nuovo apprendistato.
"Abbiamo apprezzato in
maniera convinta il metodo del confronto che è stato inaugurato dal ministro
Giovannini rispetto a temi di importanza determinante per la tenuta della
coesione sociale del paese e per lo sviluppo e l´occupazione - ha detto Riommi
- Non possiamo al tempo stesso, con franchezza, non rimarcare i segnali di
preoccupazione che nonostante la tempestiva emanazione da parte del nuovo
Governo del decreto legge 54/2013 che rifinanzia la cassa integrazione in
deroga, derivano dalla tempistica prevista per la messa a disposizione delle
risorse da parte del Ministero del Lavoro con il concorso del Ministero
dell´Economia. Infatti - ha spiegato - a fronte di uno stanziamento che
comunque riteniamo inadeguato, il rischio di dilazione nei tempi di
disponibilità delle risorse potrebbe arrecare gravi difficoltà anche a Regioni
come l´Umbria che sono tra le poche che ancora, grazie a una virtuoso modello
di gestione degli ammortizzatori sociali, sono in grado di continuare ad
assicurare l´integrazione salariale a tutti colo che ne hanno diritto. Un tema,
questo delle risorse, sul quale l´Umbria e le altre Regioni continueranno a
incalzare il Governo rispetto a impegni assunti e non rinviabili".
"Altra questione su cui
abbiamo richiesto il confronto urgente - ha aggiunto l´assessore regionale - è
quella relativa alla messa in sicurezza dell´attività dei Centri per l´impiego,
che incardinate presso le Province, rischiano di bloccarsi il 31 dicembre di
quest´anno alla luce delle norme vigenti in ordine al venir meno delle funzioni
delle Province. Una preoccupazione, questa, accresciuta dalla rilevanza del
ruolo di questi servizi rispetto alla mole di attività che vengono realizzate
specie in un periodo caratterizzato dall´accentuarsi della crisi economica come
l´attuale".
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FVG, LAVORO: AVVIATA PROGRAMMAZIONE FONDO SOCIALE EUROPEO |
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Udine, 4 giugno 2013 - -
"Il Programma operativo del Fondo sociale
europeo 2007/2013 si è
dimostrato un rilevante strumento per
l´attuazione delle politiche
per l´occupazione e per il
rafforzamento delle
competenze delle risorse umane. I buoni
livelli di attuazione, però,
non hanno consentito una
programmazione 2013 in linea
con gli anni precedenti. Stiamo
valutando la possibilità di
utilizzare ulteriori risorse
nell´ambito di una
rimodulazione del Fondo europeo per lo
Sviluppo sociale".
L´assessore al Lavoro
Loredana Panariti ha sintetizzato così la
relazione portata l’ 1
giugno all´attenzione della Giunta regionale
sull´ultima fase della
programmazione del Fse e sull´avvio di
quella relativa al periodo
2014/2020.
L´intervento deciso oggi
assegna ulteriori risorse al Piano
operativo regionale/Por del
Fondo sociale europeo per la
realizzazione di misure che
vanno nella direzione di un rapporto
sempre più stretto tra
formazione, istruzione e lavoro e mirano a
potenziare i servizi a
favore di chi è in cerca di occupazione
sui territori.
"Le direzioni regionali
interessate - ha detto Panariti - stanno
avviando i lavori di
programmazione per il 2014-2020 in modo
da
individuare le linee
strategiche del prossimo programma operativo
in relazione all´occupazione
e l´apprendimento permanente, alla
lotta alla povertà ed
all´inclusione sociale".
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PROGETTO GIOVANI. LA FOTOGRAFIA DELLA PRECARIETÀ GIOVANILE. PRESENTATA A BOLOGNA UN´INDAGINE DI REGIONE, COMUNI DI MODENA, CESENA E PIACENZA E UNIVERSITÀ. |
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Bologna, 4 giugno 2013 – Sono oltre 400 i giovani tra i 15 e i 34
anni che hanno preso parte all’indagine “La precarietà giovanile nei Comuni di
Modena, Cesena e Piacenza”, presentata oggi a Bologna ed elaborata
dall’Università di Modena e Reggio Emilia su impulso del Comune di Modena e in
collaborazione con la Regione Emilia-romagna e il coinvolgimento dei Comuni di
Cesena e di Piacenza.
Si tratta di un primo
prodotto (un’analisi di tipo esplorativo) elaborato nell’ambito delle attività
dell’Osservatorio giovani regionale e rientra all’interno di un più ampio
programma di azioni ed interventi a favore delle giovani generazioni attuato
dalla Regione Emilia-romagna.
Lo studio fotografa una
realtà che, se pur parziale, può ben rappresentare il panorama dell’intera
regione e contiene molti dati sulla percezione giovanile della precarietà nei
diversi ambiti della vita.
“Questa ricerca, che ha il
merito di parlare direttamente con i giovani, contiene molti dati sulla loro
percezione della precarietà nei diversi ambiti della vita, dal lavoro alle
relazioni”, ha detto l’assessore regionale al Progetto giovani Donatella Bortolazzi
nel corso del convegno di presentazione che si è tenuto questa mattina in
Regione e che ha visto, tra i relatori, gli assessori comunali di Modena,
Cesena e Piacenza, Fabio Poggi, Matteo Marchi e Paola Beltrani, e il professor
Claudio Baraldi dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
“Il tema della precarietà
tocca l’intera sfera personale condizionando il senso di fiducia rispetto al
futuro”, ha sottolineato l’assessore Bortolazzi. “La ricerca conferma segnali
di una crisi di fiducia che vogliamo contribuire a contrastare, in
collaborazione con il territorio, con politiche e interventi che, senza
sostituirsi o sovrapporsi a quelli di altri assessorati, vogliono favorire
percorsi di indipendenza e autonomia, di azione e pensiero più che economica, dei
giovani, cercando di intercettare e affiancare i soggetti più propensi ad
uscire dai normali percorsi di formazione e di ricerca di impiego. Centrale può
diventare allora l’attenzione agli spazi di aggregazione giovanile, ampiamente
intesi, quali luoghi di relazione, incontro, confronto ma anche di risposta
che, per questo, sono da rafforzare e sostenere”.
La ricerca -
Per quanto riguarda gli
intervistati, il 70,4% studia, mentre il 29,6% no. Tra questi il 73% è in una
condizione lavorativa precaria (23% disoccupati, 16% in cerca di prima
occupazione, 19% lavoratori a tempo determinato, 14% lavoratori a contratto).
I dati, in sintesi,
raccontano di una crisi di fiducia sempre più emergente tra i giovani. Se,
infatti, l’81,6% degli intervistati vede oggi più rischi rispetto al passato
recente, solo 44,9% ha più fiducia rispetto all´anno precedente: il che
significa che il 36,7% vede più rischi e non ha più fiducia. Inoltre, la
maggioranza dei rispondenti (43,7%) afferma che prendere decisioni oggi è più difficile
rispetto a un anno fa.
Gli elementi di
preoccupazione aumentano se si guarda il sesso degli intervistati (il 60,2% di
ragazze dichiara di avere meno fiducia nel futuro di quanto non ne avesse un
anno prima) e con l’avanzare dell’età (ha più fiducia il 76,6% degli under-20 e
solo il 65,1% degli over-20).
I contesti sociali nei quali
i giovani piacentini, modenesi e cesenati percepiscono più acutamente una
condizione di precarietà sono il lavoro e la scuola, mentre il gruppo di amici,
la famiglia e, con qualche ambiguità, il rapporto di coppia sono contesti
percepiti come “rifugio”: la precarietà è associata al lavoro nel 65,5% dei
casi, alla scuola per il 40,2% mentre agli amici nel 17,2%, alla famiglia nel
14,9% e alla coppia nel 33,2%.
Per quanto riguarda
l’occupazione, la precarietà è principalmente connessa a difficoltà di accesso
alle esperienze di lavoro (nessuno prende in considerazione le candidature
presentate) anche se il 65,5% degli intervistati si aspetta precarietà a un
anno e il 52,9% anche a 10 anni.
L’osservazione della
condizione di precarietà non comporta comunque, se non per una piccola parte di
giovani, il ritiro dalla partecipazione attiva sulla base di una sfiducia
radicale (il “di solito non sono disposto a comunicare”). Questa percentuale è
bassa: 9,5% famiglia, 4,6% scuola lavoro e 2,5% amici. Anzi, la grande
maggioranza dei giovani, in tutti i contesti sociali, si dichiara disponibile a
rischiare sulla base della fiducia (cioè “comunica senza problemi anche se non
sono come gli altri reagiranno”). Queste le percentuali: 57,1% scuola-lavoro,
74,1% amici, 59,9% famiglia, 62,8% coppia. In sostanza, la disponibilità a
concedere fiducia è basata sull’affettività, contesto in cui ci si rifugia a
fronte di altri in cui la pressione sociale è molto più alta o anche e
soprattutto in un momento di crisi di fiducia.
È, infine, da sottolineare
il fatto che il lungo periodo permette ancora di sperare, dunque di provare
fiducia anche nei contesti e per le età in cui la sfiducia nel breve periodo è
elevata: per quanto riguarda, ad esempio specificatamente il lavoro, se ha
fiducia a un anno il 43,8% degli intervistati, la percentuale sale al 55% a 10
anni.
I progetti per i giovani e
il nuovo bando regionale per i giovani -
Anche per quest’anno la
Regione Emilia-romagna conferma le risorse per sostenere i progetti degli Enti
locali a favore dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni. Il nuovo bando, che sarà
approvato dalla Giunta nei prossimi giorni, destina 400 mila euro agli Enti
locali per attività aggregative, cittadinanza attiva, informazione e azioni
propedeutiche al lavoro in tutte le province dell’Emilia-romagna. In
particolare, per quanto riguarda i territori oggetto di indagine, l’assessorato
regionale Progetto giovani, grazie ai finanziamenti della L.r. 14/08, ha anche
realizzato o sta realizzando una serie di azioni pilota.
A Cesena, ad esempio, si sta
consolidando la rete degli spazi di aggregazione giovanile ("Bulirò",
"Garage", "Spazio Libero" e Ex Pescheria di Montiano) e
puntando su azioni mirate al lavoro grazie al Cesenalab, un incubatore
d´impresa nato con l´intento di sfruttare le opportunità del digitale per
creare nuove imprese in team.
A Piacenza, invece, sta
nascendo una nuova “Cittadella della creatività giovanile” per la promozione
dell’imprenditoria giovanile in settori non prettamente tecnologici (arte,
cultura, educazione o turismo), per l’orientamento, l’aggregazione giovanile di
gruppi e per iniziative, eventi artistici e culturali.
Infine, il Comune di Modena
ha avviato più progetti per favorire l’avvicinamento dei giovani al mondo del
lavoro attraverso workshop, tirocini formativi nelle aziende, supporto
all’imprenditorialità e alla creazione d’impresa, partendo dai luoghi di aggregazione
dei ragazzi.
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OCCUPAZIONE, LA REGIONE CALABRIA PRESENTA I RISULTATI OTTENUTI GRAZIE AL FONDO SOCIALE EUROPEO |
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Catanzaro, 4 giugno 2013 - “Sosteniamo l’occupazione e disegniamo un
futuro migliore”. Con questo slogan si apre
oggi a Mongiana (Vv)
un’importante due giorni promossa dalla Regione Calabria per presentare i
risultati ottenuti grazie al Fondo Sociale Europeo in tema di politiche sociali
e lavoro e per avviare un confronto sulle opportunità offerte dalla futura
programmazione 2014-2020. Il nuovo Piano del lavoro mette in campo risorse per
160 milioni di euro e si prefigge di conseguire assunzioni per 15mila giovani
calabresi. “Questo Piano costituisce un’anticipazione degli effetti della
futura programmazione -commenta Bruno Calvetta, Autorità di gestione Por Fse
2007-2013- che pone al centro i giovani e il lavoro”. Si parte domani mattina,
nella sede di Villa Vittoria a Mongiana, con lo svolgimento del Vii Comitato di
Sorveglianza del Por Calabria Fse 2007-2013, il periodico appuntamento con
l’organismo deputato al controllo dell’attuazione del Programma operativo,
composto da tutti gi attori istituzionali coinvolti nella programmazione del
Por – dalla Commissione europea ai Ministeri alla Regione Calabria – e dai
membri del partenariato istituzionale ed economico sociale. Tra i punti all’ordine
del giorno: la presentazione e approvazione del Rapporto annuale di esecuzione
2012, lo stato di avanzamento del Por Calabria Fse 2007-2013, i risultati della
riprogrammazione finanziaria del Por, la presentazione di una buona pratica,
informative sulle attività di audit, di valutazione e di comunicazione, e
infine le linee strategiche per il nuovo programma operativo relativo al
prossimo ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020. Mercoledì 5 giugno,
invece, l’evento annuale che riunirà a Mongiana politici, amministratori,
imprenditori, lavoratori ed esperti. Un focus sulla situazione
socio-occupazionale calabrese e un’occasione per elaborare proposte e
obiettivi. Introdurrà i lavori Giuseppe Scopelliti, Presidente della Regione,
mentre gli interventi di apertura saranno affidati agli assessori regionali al
Lavoro, Nazzareno Salerno, alla Cultura, Mario Caligiuri, al Bilancio ed alla
Programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini. A presentare risultati
e priorità del Por Calabria Fse sarà Bruno Calvetta, Adg del Por e dirigente
generale regionale del Dipartimento “Lavoro”, mentre Nicolas Gibert Morin, capo
unità – Dg Occupazione e affari sociali della Commissione europea, tratteggerà
il nuovo approccio strategico del Fse 2014-2010. Tra gli interventi a seguire,
rappresentanti dei Ministeri e dei Dipartimenti regionali coinvolti, il
colonnello Giovanni Monaco, capo di stato maggiore presso il Comando regionale
Calabria della Guardia di Finanza di Catanzaro, e Pasquale Melissari, commissario
dell’Azienda Calabria Lavoro. Infine una tavola rotonda sulle “Industrie
creative” nella quale Raffaele Gaetano dialogherà con Mogol, tra i più celebri
e storici parolieri della musica italiana, con la partecipazione di Salerno,
Caligiuri, Mancini, Calvetta e Giuseppe Galati, presidente della Fondazione
Calabresi nel Mondo. Performance musicali a cura di Scarda con il brano “Mario
il Precario” e Wizz Drum Band, conclusioni affidate a Bruno Calvetta.
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LIGURIA: VIA AL PATTO PER IL LAVORO GIOVANILE, STANZIATI 2 MILIONI DEL FSE PER TIROCINI, CONTRATTI DI APPRENDISTATO E INCENTIVI ALLE IMPRESE CHE ASSUMONO |
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Genova, 4 Giugno 2013.
Cinquecento tirocini rivolti ad altrettanti giovani dai 15 ai 35 anni per
trovare lavoro e una staffetta generazionale per fare in modo che le persone
più anziane possano ridurre le loro ore di lavoro, mantenendo i contributi
statali, in cambio dell´assunzione di giovani. È quanto si propone la Regione
Liguria attraverso due nuovi interventi che vanno ad aggiungersi a quelli già
previsti dal piano giovani, approvato dalla Regione lo scorso agosto. Si tratta
di due provvedimenti contro la disoccupazione giovanile, presentati lunedì 3
giugno mattina, congiuntamente all´accordo tra gli assessori regionali alla
formazione e al lavoro, Pippo Rossetti e Enrico Vesco e tutte le Assiociazioni
datoriali della Liguria. Le prime azioni verranno finanziate attraverso 2
milioni di euro messi a disposizione dal Fse, il fondo sociale europeo, per
favorire l´assunzione attraverso contratti di lavoro di apprendistato e
tirocini di sei mesi, in grado, al termine, di trasformarsi in un contratto di
lavoro permanente. "Ci premeva oggi – spiegano gli assessori Rossetti e
Vesco – mettere a sistema un modello integrato a favore dell´occupabilità dei
giovani, attraverso un accordo con tutte le associazioni di datori di lavoro:
Confindustria, Unioncamere, Confartigianato, Confcommercio, Confersercenti,
Cna, alleanza delle cooperative italiane e Ordine dei consulenti del lavoro di
Genova e provincia, per avviare azioni di programmazione economica e applicare
in modo coordinato tutti i possibili strumenti di politica attiva del lavoro
quali tirocini, contratto di apprendistato, patti tra generazioni e incentivi
alle imprese che assumono".
Un´iniziativa per il lavoro
giovanile di fronte a una situazione, quella ligure, che segue l´andamento
della media nazionale. Nel 2012 infatti in Liguria la disoccupazione è
aumentata di 13.000 unità, passando da 43.000 disoccupati nel 2011 a 56.000 nel
2012, facendo segnare un +30,2% e un tasso di disoccupazione pari all´8,1%
+1,8% rispetto al 2011. Un tasso di disoccupazione che nel 2012 risulta più
elevato nella classe di età tra i 15 e i 24 anni, con un valore del 30,1%,
rispetto all´anno precedente, crescendo in Liguria di 6,3 punti percentuali.
Così come la classe di età tra i 25 e i 34 anni che passa dal tasso dell´8,1%
del 2011 all´11,1% del 2012, crescendo di 3 punti percentuali. Nel 2012 è
risultato maggiore il numero di coloro che hanno smesso di lavorare rispetto a
chi ha iniziato: quasi 10.000 i rapporti di lavoro cessati. Il 46,8% dei
cessati, pari a circa 75.000 unità, sono giovani tra i 15 e i 34 anni, mentre
tra i 35 e i 49 anni i cessati sono pari al 34,3% e gli ultracinquantenni pari
al 18,8%. Anche nelle tipologie contrattuali i giovani risultano i più
penalizzati perché costituiscono la quota più consistente, nel lavoro
flessibile e nel tempo determinato, sia per quanto riguarda gli avviati che i
cessati. E il lavoro a tempo determinato risulta essere maggiormente utilizzato
insieme al lavoro flessibile. Dai dati dei centri per l´impiego liguri a
febbraio 2013 le persone in cerca di occupazione risultano 117.206 di questi
94.000 risultano disoccupati e circa 24.000 inoccupati, cioè che non hanno mai
lavorato.
Tra i disoccupati, cioè chi
cerca lavoro perché lo ha perso, sono concentrati soprattutto le classi adulte
(35-49 anni) con il 41,4%, il 33,8% è costituito da giovani tra i 15 e i 34
anni, mentre gli ultracinquantenni costituiscono il 24,7%. Sul complesso di
disoccupati e inoccupati i giovani tra i 15 e i 34 anni costituiscono il 36%,
pari a 42.200 unità, mentre gli ultra50enni sono il 24,8%, pari a 29.096 unità.
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ASSISTENZA ALL’INFANZIA: LA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITA GLI STATI MEMBRI A FARE DI PIÙ |
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Bruxelles, 4 giugno 2013 -In
una relazione pubblicata ieri la
Commissione europea afferma che se l’Unione europea intende raggiungere entro
il 2020 l’obiettivo di un tasso di occupazione del 75% gli Stati membri
dovranno intensificare gli sforzi per migliorare le strutture per l’infanzia.
La relazione rileva che solo otto paesi hanno conseguito entrambi gli obiettivi
concordati a livello dell’Ue su disponibilità e accessibilità dei servizi di
assistenza all’infanzia (vedi allegato). Secondo i cosiddetti “obiettivi di
Barcellona”, convenuti dai leader dell’Ue nel 2002, l’assistenza all´infanzia
dovrebbe essere fornita al 90% dei bambini fra i tre anni e l’età dell’obbligo
scolastico e al 33 % dei bambini al di sotto dei tre anni. Intanto un nuovo
studio, pubblicato anch’esso oggi dalla Commissione, getta luce sul fenomeno
della “disparità di genere nei redditi da pensione”, in quanto mostra che in
tutta l’Ue la pensione delle donne è mediamente inferiore del 39% a quella
degli uomini.
“Ogni genitore sa fin troppo
bene quanto determinante sia l´offerta di servizi di assistenza all´infanzia
economici e accessibili, non solo per lo sviluppo del bambino ma anche per i
genitori che lavorano. Ciononostante, finora meno di uno Stato membro su tre è
riuscito a conseguire i propri obiettivi di assistenza all´infanzia", ha
detto la Vice-presidente Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia, i
diritti fondamentali e la cittadinanza. “Gli Stati membri devono impegnarsi se
intendono raggiungere l´obiettivo, da loro sottoscritto, di un tasso di occupazione
del 75%. Le strutture per l’infanzia non dovrebbero essere considerate un costo
ma un investimento sul futuro."
I dati del 2010 mostrano che
la maggior parte dei paesi Ue ha mancato gli obiettivi sulle strutture
all´infanzia e che solo otto sono stati in grado di realizzarli per entrambe le
fasce di età (0-3 anni; dai 3 anni all’età dell’obbligo scolastico): Belgio,
Danimarca, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Slovenia e Regno Unito. Solo
10 Stati membri hanno conseguito l’obiettivo relativo alla prima categoria (da
0 a 3 anni) e 11 quello relativo alla seconda (dai 3 anni all’età dell’obbligo
scolastico; vedi allegato).
Nel contempo, dati appena
pubblicati per il 2011 mostrano una diminuzione dei servizi offerti ai bambini
di età maggiore evidenziando come alcuni paesi che avevano raggiunto
l’obiettivo nel 2010 si trovino ora al di sotto della soglia del 90 % (Spagna,
Paesi Bassi e Irlanda).
Le politiche per conciliare
meglio il lavoro con la famiglia, in particolare i servizi di assistenza
all’infanzia — sono essenziali per promuovere l’occupazione femminile. Per
raggiungere gli obiettivi occupazionali dell’Unione e per migliorare la strategia
economica globale è fondamentale che aumenti il numero delle donne che
lavorano. Per questo motivo il 29 maggio la Commissione ha proposto al
Consiglio raccomandazioni specifiche per paese nell’ambito del terzo semestre
europeo 2013 (cfr. Ip/13/463). A 11 Stati membri1 sono state indirizzate
raccomandazioni sull’occupazione femminile, sulla disponibilità/qualità delle
strutture per l´infanzia e/o delle scuole a tempo pieno e sui servizi di
assistenza.
Nuovo studio sul divario di
genere nei redditi da pensione
Oggi la Commissione ha anche
pubblicato un nuovo studio specializzato sul divario di genere nei redditi da
pensione in Europa, il primo di questo tipo, che mostra come gli effetti di
tassi di occupazione femminile più bassi si estendano fino all´età della
pensione: le donne percepiscono una pensione inferiore mediamente del 39% a
quella degli uomini. Le disparità di genere nelle pensioni sono il risultato di
tre tendenze del mercato del lavoro: (1) la probabilità di occupazione delle
donne è inferiore a quella degli uomini; (2) le donne lavorano un numero
inferiore di ore/anni; e (3) percepiscono una retribuzione mediamente
inferiore. I sistemi pensionistici non sono il mero riflesso neutrale dei
percorsi occupazionali: le pensioni possono ridurre, riprodurre o persino
rafforzare le ineguaglianze di genere nel mercato del lavoro e nella divisione
delle responsabilità familiari tra donne e uomini.
Un nuovo indicatore della
parità di genere, il “divario di genere nei redditi da pensione”, contribuisce
a quantificare le disparità di genere nel corso della vita delle persone. La
situazione varia notevolmente in tutta l’Ue (cfr. Allegato). Un ampio divario
di genere nei redditi da pensione emerge in un gran numero di Stati membri: 17
presentano disparità nei redditi da pensione superiore o uguale al 30%. I paesi
con il più ampio divario di genere nelle pensioni sono il Lussemburgo (47%) e
la Germania (44%). All’estremo opposto si trovano l’Estonia, con il più basso
divario di genere nei redditi da pensione (4%), seguita dalla Slovacchia (8 %).
Matrimonio e maternità
risultano incrementare il divario di genere nelle pensioni. Le differenze, pur
rimanendo cospicue (17%) si riducono nel caso di donne sole. I dati mostrano
anche una chiara “penalizzazione da maternità”: avere figli comporta svantaggi
pensionistici per le donne in quasi tutti gli Stati membri. Nella maggior parte
dei casi, la “penalizzazione da figli” aumenta con il numero di questi ultimi
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TOSCANA: NIDI E SCUOLE DELL’INFANZIA, STATO ANCORA LATITANTE |
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Firenze, 4 giugno 2013 – “Se si vuol essere “dalla
parte del futuro” e dei bambini non si può girare la testa dall’altra parte
rispetto alla situazione dei nidi e della scuola dell’infanzia, come invece fa
oggi lo Stato italiano”.
Lo ha detto la
vicepresidente e assessore all’istruzione della Regione Toscana Stella Targetti
intervenendo ieri all’Istituto degli Innocenti all’incontro sul tema “Dalla
parte del futuro” promosso per presentare gli atti di un convegno del Gruppo
Nidi e infanzia svoltosi a Motecatini sul tema dei servizi da zero a tre anni.
“Ogni giorno sulla stampa –
ha spiegato la vice presidente – leggiamo di liste d’attesa che si allungano in
tutta Italia e di Enti locali in grande difficoltà a dare risposte a tutte le
famiglie. Di fronte questa situazione lo Stato centrale appare totalmente
assente, anzi, direi, latitante. Basti pensare ad esempio che in Toscana, per il
prossimo anno scolastico, ci sono stati assegnati solo 9 insegnanti in più
nella scuola dell’infanzia, a fronte di un bisogno chiaramente rappresentato
dalla richiesta di conferma delle oltre 100 sezioni Pegaso attivate quest’anno,
cui si aggiunge, per il prossimo, una richiesta di 70 nuove sezioni”.
L’assessore ha poi
riconfermato l’impegno della Regione Toscana ad investire sull’infanzia anche
per il prossimo anno. “Lo faremo – ha detto – proprio a partire dalle sezioni
Pegaso, che continueremo a finanziare per garantire l’accesso alla scuola
dell’infanzia a tutti i bambini dai tre anni in poi e dai fondi per i Piani
educativi zonali. Presto attiveremo un tavolo di confronto con le centrali
cooperative, i sindacati e l’Anci per monitorare la situazione, a livello
regionale, del nostro sistema integrato per i nidi”.
“L’impegno a favore
dell’infanzia – ha concluso la vicepresidente – è una ‘tradizione’ toscana, una
tradizione di cui dobbiamo andare orgogliosi, come dimostrano i contributi di
tanti educatori ed esperti della nostra regione raccolti nel bel volume
presentato oggi”.
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TOSCANA: PRIMA INFANZIA: 2,4 MILIONI ALLE MAMME IN “BUONI SERVIZIO” |
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Firenze, 3 giugno 2013 -
Sostenere l’accesso delle donne nel mercato del lavoro, ridurre le
disparità di genere. E’ questo l’obiettivo di un avviso pubblico della Regione
Toscana che stanzia un totale di 2,4 milioni di euro per assegnare “buoni
servizio” , utilizzabili presso servizi educativi per la prima infanzia
accreditati e convenzionati con le amministrazioni comunali.
I buoni potranno essere
spesi a partire dal prossimo settembre e per tutto l’anno educativo 2013/2014,
cioè fino al luglio 2014 e ciascuna madre assegnataria potrà beneficiare fino a
un massimo di 250 euro mensili. “E’ un
modo concreto per affermare principi generali ma troppo spesso dimenticati –
dice la vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’istruzione – e per
aiutare le madri toscane nei loro progetti per conciliare vita familiare e vita
lavorativa”.
Sono i Comuni, singoli o
associati, a dover presentare alla Regione specifici “progetti di
conciliazione”, e sono le donne,
residenti in quei Comuni, a essere destinatarie delle risorse. Per Comuni interessati si intendono quelli
nei quali sono presenti liste di attesa per i servizi comunali all’infanzia, ma
possono farsi avanti anche Comuni dove i servizi per la prima infanzia non
abbiano titolarità comunale. In questa ipotesi il Comune dovrà seguire un iter
specifico: adottare un avviso comunale rivolto a donne residenti con bambini in
età utile e, in seguito, redigere una apposita graduatoria in base a
determinati criteri.
Le donne destinatarie dei
“buoni servizio” dovranno essere madri di bambini in età utile per la frequenza
dei servizi alla prima infanzia (3-36 mesi), avere figli in lista di attesa per
i servizi a titolarità comunale oppure, nel caso di Comuni privi di questi
servizi pubblici, interessate a iscrivere e far frequentare i propri figli in
un servizio accreditato. Le madri non devono beneficiare di altri rimborsi o
sovvenzioni economiche erogate allo stesso titolo.
I Comuni hanno tempo fino al
18 giugno per inviare alla Regione Toscana (Settore infanzia) una specifica
“manifestazione di interesse”. Avranno poi tempo fino al successivo 26 luglio
per far pervenire una prima documentazione mentre entro il 4 ottobre 2013
dovranno inviare la documentazione completa. La Regione può concedere, ai
Comuni, anticipi di risorse fino al 60% del contributo assegnato.
“In questo momento di grande
difficoltà per tantissime famiglie toscane – aggiunge Stella Targetti – in
tutta la regione si continua a registrare un calo delle iscrizioni ai nidi: non
abbiamo ancora dati precisi perché le iscrizioni 2013/2014 sono ancora aperte,
ma la tendenza è chiara ed è dovuta alla crisi economica e occupazionale. Ci
sono madri e padri, a volte entrambi, che non lavorano o sono in cassa
integrazione e quindi spendere almeno 400 euro per il nido diventa un’impresa.
Questi nostri buoni non risolvono certo la situazione ma possono essere un
aiuto importante”.
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NUORO - SERVIZIO INFORMAZIONE PER LE DONNE CHE VOGLIONO FARE IMPRESA |
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Nuoro, 4 giugno 2013 - Il Comitato per la promozione dell´imprenditoria
femminile della Camera di Commercio di Nuoro è a disposizione delle donne con
la finalità di promuovere un approccio consapevole nei confronti della
motivazione ad intraprendere un’attività di impresa. A tal fine, per coloro che
sono interessate ad accedere allo strumento del “microcredito”, il cui bando è
stato pubblicato sul sito della Regione Sardegna, il Comitato è disponibile a
dare informazioni e chiarimenti nei seguenti giorni: martedì, mercoledì e
giovedì, dalle 17:00 alle 19:00. E’ fondamentale, infatti, che passi nella
cultura delle aspiranti imprenditrici la necessità di riuscire a valutare la
propria idea d’impresa analizzando gli elementi specifici che sono in grado,
nel loro insieme, di offrire un quadro oggettivo della possibilità o meno che
la propria idea possa effettivamente diventare un’impresa.
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REGGIO EMILIA - BANDO PER LE DONNE OVER 40 |
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Reggio Emilia, 4 giugno 2013
- La Camera di Commercio di Reggio Emilia interviene a sostegno
dell’imprenditoria femminile, ed in particolare a favore di quella fascia di
donne che scontano le maggiori difficoltà ad inserirsi o a reinserirsi nel
mondo del lavoro, ovvero le over 40.
L’ente camerale, anche su
indicazione dell’apposito Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità
Femminile, ha infatti indetto un bando per la selezione di 15 donne, residenti
in provincia di Reggio Emilia, di età non inferiore a 40 anni, che abbiano in progetto
l’avvio di una nuova attività di impresa. Sulla base di un programma specifico,
le candidate selezionate potranno accedere gratuitamente ad attività formative
finalizzate ad agevolare il passaggio dall’idea d’impresa alla sua concreta
attuazione, ricevendo poi un servizio di accompagnamento personalizzato per
l’avvio del proprio progetto imprenditoriale.
“Dal 2007 ad oggi – spiega
il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini – la crisi ha prodotto un
aumento del tasso di disoccupazione pari a tre punti, con un particolare
appesantimento della situazione del lavoro femminile. Il tasso di
disoccupazione, infatti, è passato dall’1,8% al 4% per gli uomini, mentre per
le donne è salito dall’1,9% al 5,8%, con un picco particolarmente negativo nel
2010, quando si è attestato al 6,2%”.
”Anche questi dati –
prosegue Lisa Ferrarini Presidente del Comitato – inducono allora al
rafforzamento delle azioni a favore del lavoro femminile, e soprattutto allo
sviluppo di quella nuova imprenditoria che rappresenta una risorsa primaria
proprio per quelle donne che si collocano in una fascia d’età certamente più
problematica per l’accesso al lavoro dipendente”.
“I progetti imprenditoriali
- come sottolineato dalla Vicepresidente del Comitato Tiziana Elgari - potranno
riguardare la creazione di società cooperative e società di persone, costituite
in misura non inferiore al 60 per cento da donne, società di capitali le cui
quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne e
i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da
donne e, infine, imprese individuali gestite da donne, che operino nei settori
dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura del commercio, del turismo e
dei servizi”.
Le domande di accesso al
bando possono essere inviate sia con raccomandata che in via telematica. Per
info e modulistica: http://www.re.camcom.gov.it/
– tel.0522/796505-530 – Servizio Promozione.
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