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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Giugno 2013
ELEZIONI EUROPEE: FAI PIÙ EUROPA AFFERMA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 4 giugno 2013 - Le schede di voto per le elezioni europee del 2014, oltre a quelli nazionali, dovrebbero elencare anche i partiti politici europei ha detto la Commissione affari costituzionali lo scorso Martedì. I Partiti europei devono nominare i loro candidati alla carica di presidente della Commissione europea con largo anticipo, per permettere loro stessi il tempo di eseguire una campagna in tutta l´Ue sulle questioni europee. I partiti nazionali dovrebbero dire anche a quale partito europeo a cui appartengono. Raccomandazioni inoltre su come gli Stati membri dell´Ue e dei partiti politici siano in grado di migliorare l´organizzazione delle prossime elezioni europee sono riportati in una relazione di Andrew Duff (Alde, Uk), approvata con 20 voti a 4. Tale relazione fa seguito alle recenti decisioni di anticipare la data di votazione e di nominare i candidati politici del partito per la presidenza della Commissione. "Il Parlamento intende utilizzare i suoi nuovi poteri ai sensi del Trattato di Lisbona per modellare la nuova Commissione. Avremo voce in capitolo decisivo nella scelta di chi deve guidare la Commissione, e sul suo programma politico. La campagna elettorale 2014 sarà più interessante, più europea e più politica che alle precedenti elezioni. Spero che i partiti politici, i candidati ei media saranno tutti aumentare il loro gioco, in modo che gli elettori possano fare scelte gravi sulle importanti questioni politiche con cui il Pe ora ", ha detto il signor Duff. Mettete i partiti politici europei sulla scheda elettorale: I partiti politici nazionali dovrebbero dire ai cittadini - prima e durante la campagna elettorale - il partito politico europeo a cui appartengono e anche quale candidato di sostegno al Presidenza della Commissione, compreso il suo programma politico. Il Comitato esorta gli Stati membri ed i partiti politici a vedere i nomi dei partiti politici europei e, se è il caso, anche i loro emblemi che compaiono sulla scheda elettorale. Nessuno Stato membro attualmente fa questo. I deputati candidati - I partiti politici devono garantire che i nomi dei membri candidati al Parlamento europeo siano resi pubblici almeno sei settimane prima dell´inizio delle operazioni di voto. Le parti devono inoltre schierare candidati di sesso femminile, e promuovere la parità di rappresentanza, ove possibile. I candidati devono inoltre essere tenuti a promettere che, se eletto alla carica di deputato al Parlamento europeo, lo faranno, a meno che nel frattempo nominato ad un posto che li rende non ammissibili (ad esempio presso la Commissione europea o di un governo nazionale). I candidati alla carica di presidente della Commissione - I partiti politici europei dovrebbero nominare i loro candidati alla presidenza della Commissione "sufficientemente largo anticipo delle elezioni" per consentire loro di montare una campagna europea sulle questioni europee, sulla base della piattaforma del partito e il programma del loro candidato alla Presidenza della Commissione, dice il comitato. I candidati devono essere trasparenti, democratici e selezionati, aggiunge. I deputati europei dicono che i candidati alla carica di presidente della Commissione dovrebbero presentare personalmente i loro programmi politici in tutti gli Stati membri dell´Ue, invitano anche i partiti politici europei per tenere una serie di dibattiti pubblici tra i candidati nominati. "Le modalità della consultazione tra il Parlamento e il Consiglio europeo per l´elezione del nuovo Presidente della Commissione deve essere concordata di comune accordo in tempo utile prima delle elezioni", sottolinea il comitato. Il comitato si aspetta, inoltre, che "il candidato alla presidenza della Commissione che è stato presentato dal partito politico europeo che vince il maggior numero di seggi al Parlamento sarà il primo ad essere considerato" al fine di "accertare il suo / la sua capacità di garantire il supporto della necessaria maggioranza assoluta in Parlamento ". I cittadini di altri paesi dell´Ue su liste nazionali - I partiti politici nazionali sono incoraggiati a includere nelle loro liste di candidati cittadini comunitari residenti in Stati membri diversi dal proprio e registrati per votare lì. Pubblicazione dei risultati - Nessun risultato ufficiale dovrebbe essere pubblicato in qualsiasi stato membro fino a dopo la chiusura dei seggi nello Stato membro in cui gli elettori votano per ultimi di Domenica 25 maggio 2014, sottolinea il testo. Aumentare l´affluenza - La commissione per gli affari costituzionali invita gli Stati membri ad attuare campagne per incoraggiare i cittadini a rivolgersi a votare. La commissione ha inoltre "incoraggia tutti i media a trattare le elezioni con la massima attenzione". Prossimi passi - La risoluzione non legislativa deve essere messa ai voti dalla Camera piena nel mese di luglio.  
   
   
DICHIARAZIONE DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO DOPO IL SUO INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL KAZAKHSTAN NURSULTAN NAZARBAYEV  
 
Astana, 4 giugno giugno 2013 - "Signor Presidente, Signore e signori, Sono lieto di visitare il Kazakistan su invito del presidente Nazarbayev. Ricordo bene la sua visita a Bruxelles. È stata una visita di grande successo per la Commissione europea e credo che ha dato un grande contributo all´approfondimento del nostro rapporto. Sono anche molto orgoglioso del fatto che questa è la prima visita in assoluto di un presidente della Commissione europea per il Kazakistan. Ed è giunto il momento perché si svolge non solo sul 20 ° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Commissione europea e il Kazakistan, ma anche in un momento in cui il nostro rapporto è in crescita in profondità e respiro, non solo in campo economico, ma anche in campo politico e dialogo sulla sicurezza. Siamo impegnati ad aprire una nuova era nelle nostre relazioni con la conclusione dei negoziati di un nuovo accordo di partenariato e cooperazione. Questo accordo sarà una nuova generazione, un partenariato rafforzato e più completo e di cooperazione. Il nostro obiettivo è quello di ampliare la portata della nostra cooperazione in tutti i settori di reciproco interesse, e per sostenere la riforma del Kazakistan e gli sforzi di modernizzazione. Quando abbiamo parlato di questi temi durante l´incontro molto proficuo che abbiamo appena avuto il presidente Nazarbayev e il sottoscritto, abbiamo convenuto che la modernizzazione non è solo lo sviluppo economico. Si tratta anche di buon governo e Stato di diritto. Abbiamo convenuto sull´importanza di continuare la nostra cooperazione in questi settori. L´accordo di partenariato e di cooperazione che fornirà anche un quadro solido per intensificare ulteriormente le nostre relazioni economiche già dinamici. L´ue è il principale partner commerciale del Kazakistan in assoluto con circa il 40% di quota nel suo commercio estero totale. I 31 miliardi di euro, il commercio bilaterale tra l´Ue e il Kazakistan è cresciuto rapidamente negli ultimi dieci anni, anche negli ultimi due anni, nonostante le difficoltà economiche in Europa. Investimenti europei è anche l´investimento più importante in Kazakhstan attraverso società europee che sono presenti e attivi nel vostro paese. Questo investimento europeo è anche parte dei grandi sforzi di modernizzazione e innovazione dell´economia di questo paese. E tutto questo ha il potenziale per essere ulteriormente migliorata con la prospettiva di adesione del Kazakistan al Wto. L´unione europea è sempre stato molto favorevole Kazakistan adesione all´Omc. Sono molto contento di essere in grado di confermare oggi che i nostri negoziatori hanno trovato accordo sugli elementi sostanziali dei termini bilaterali di del Kazakistan all´Omc, e non vediamo l´ora di firmare l´accordo al più presto. Il Kazakistan è anche un partner strategico per l´energia ed è stato un fornitore affidabile di petrolio verso l´Ue negli ultimi dieci anni. La prossima apertura del giacimento di Kashagan è un simbolo dei rapporti reciproci benefici e gli investimenti che abbiamo in questa zona. Ma in un mondo di risorse limitate dobbiamo scindere la crescita economica dall´uso delle risorse. Questo è il motivo per cui abbiamo molto supporto della strategia del Kazakistan di diversificazione economica e la sua attenzione per la crescita verde. L´ue ha anche una strategia di crescita sostenibile e non vi è un grande potenziale per la cooperazione tra il Kazakistan e l´Europa nelle aree di efficienza ed energie rinnovabili. Ma le nostre relazioni vanno ben al di là della dimensione economica e anche al di là di semplici questioni bilaterali. Apprezziamo molto il ruolo del Kazakistan nel promuovere la cooperazione regionale in Asia centrale. Solo lavorando insieme sarà possibile affrontare le sfide comuni che tutti i paesi della regione volto, da terrorismo e all´estremismo, al traffico di droga e la gestione delle acque. Signor Presidente, Kazakistan è arrivato molto lontano da indipendenza e siamo lieti di aver contribuito anche in qualche parte attraverso investimenti europei e il commercio per il vostro successo. Abbiamo molto rispetto per il suo paese e ammiriamo la capacità di resistenza del vostro popolo. Abbiamo molto rispetto per le tradizioni. Ecco perché credo che parte del nostro futuro accordo dovrebbe essere di circa people-to-people contatti in modo che il Kazakistan e l´Unione europea possono conoscersi meglio, può conoscere anche le rispettive specificità e le sfide. Credo davvero che è nell´interesse sia del Kazakistan e l´Unione europea ad approfondire, in uno spirito molto aperto e sincero questa cooperazione. Siamo stati partner in questi ultimi 20 anni e spero che le conversazioni di oggi getterà le basi per quello che sono sicuro che sarà una partnership forte per il 21 ° secolo. Vi ringrazio per l´attenzione e ancora una volta, signor Presidente vi ringrazio per la vostra ospitalità e per la qualità dei nostri colloqui. "  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA RIFERISCE SULLA LIBERA CIRCOLAZIONE NELL’UNIONE  
 
Bruxelles, 4 giugno 2013 - Lo spazio Schengen di libera circolazione consente a oltre 400 milioni di cittadini dell’Unione, provenienti da 26 paesi europei, e a un numero crescente di cittadini di paesi terzi di viaggiare senza controlli alle frontiere interne. Oggi la Commissione ha adottato il terzo “check up” di Schengen, una panoramica semestrale sul funzionamento dello spazio Schengen. La relazione presenta con chiarezza la situazione dello spazio Schengen per garantire l’attuazione coerente delle norme comuni in tutti i paesi membri di tale spazio1. “Schengen è uno dei risultati europei più preziosi e concreti. Sta molto a cuore ai cittadini dell’Unione e dà un apporto fondamentale alla nostra prosperità economica. La questione di come possiamo rafforzare la nostra cooperazione e salvaguardare la libera circolazione è estremamente importante. È nostro dovere garantire ai cittadini che lo spazio Schengen rimanga uno spazio senza controlli alle frontiere”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni. La terza relazione copre il periodo che va dal 1° novembre 2012 al 30 aprile 2013 e valuta in particolare i punti riportati di seguito. Applicazione delle norme Schengen - Durante il semestre oggetto della relazione, i controlli alle frontiere interne sono stati ripristinati una volta, dalla Norvegia, in occasione della cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace svoltasi a Oslo il 10 dicembre 2012. Dal 3 al 12 dicembre 2012, 3 136 persone sono state oggetto di verifiche di frontiera, a 19 è stato rifiutato l’ingresso e 8 sono state trattenute. Per controllare che le norme siano applicate correttamente sono state svolte verifiche a campione in numerosi Stati dello spazio Schengen (attraverso il meccanismo di valutazione Schengen), per quanto riguarda la cooperazione di polizia (in Estonia, Lettonia e Lituania), le frontiere aeree (in Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca), le frontiere terrestri (in Estonia, Lettonia e Lituania) e i visti (in Estonia, Polonia e Slovacchia). Dalle valutazioni non sono emerse carenze tali da richiedere un intervento immediato da parte della Commissione. Procedure di rilascio dei visti e di sicurezza - Il sistema di informazione visti (Vis), recentemente lanciato in Africa occidentale e Africa centrale (marzo 2013), è attualmente operativo in cinque regioni. Presto lo sarà anche in Africa orientale e Africa meridionale (6 giugno 2013), in America meridionale (5 settembre 2013), nonché in Asia centrale, in Asia sud-orientale e in Palestina (14 novembre 2013). Il Vis sta dando buoni risultati e, al 6 maggio 2013, aveva permesso di trattare circa 2,9 milioni di domande di visto, di rilasciare approssimativamente 2,4 milioni di visti e respingere circa 348 000 domande di visto. Il 9 aprile 2013 il sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (Sis Ii) è entrato in funzione (Ip/13/309 e Memo/13/309). Il Sis Ii mette a disposizione degli Stati membri funzionalità e categorie di segnalazioni nuove e rafforzate, permettendo alle autorità nazionali doganali, di polizia e di controllo delle frontiere di scambiarsi agevolmente informazioni sulle persone che potrebbero essere coinvolte in reati gravi o che potrebbero essere scomparse. Situazione alle frontiere esterne Schengen - Nel periodo da ottobre a dicembre 2012 sono stati rilevati circa 13 600 attraversamenti illegali delle frontiere, con una diminuzione del 52% rispetto al quarto trimestre del 2011. Mentre nel periodo da luglio a settembre 2012 oltre la metà di tutti i rilevamenti di attraversamenti illegali sono stati segnalati dalla Grecia, la situazione è cambiata nell’agosto 2012, quando la Grecia ha riassegnato circa 1 800 guardie di frontiera alla sua frontiera terrestre con la Turchia. Nel periodo da ottobre a dicembre 2012 l’Italia ha comunicato il 31% di tutti i rilevamenti (4 231 persone), seguita dalla Grecia con il 30% dei rilevamenti (4 035 persone). Proseguiranno gli sforzi per migliorare la raccolta di informazioni sui flussi migratori all’interno dello spazio Schengen, al fine di iniziare nel 2014 la raccolta e l’analisi su base regolare dei dati sui movimenti migratori irregolari.  
   
   
UE, LOBBYING - UN ESERCIZIO LEGITTIMO?  
 
Bruxelles, 4 giugno 2013 – L’intervento di ieri di Maroš Šefčovič Vice-presidente della Commissione europea Nel corso del Lancio della ´Guida al lobbying efficace: “ Signore e signori, La scorsa settimana ho letto un articolo del Times da un giornalista che era stato invitato all´evento di oggi in cui ha espresso sorpresa per il fatto che ero stato invitato a parlare a questo evento. Non ho idea se il giornalista in questione è di fatto qui oggi - e sono sicuro che se lei è lei sarà senza dubbio farsi conoscere durante la sessione Q & A un po ´più tardi! - Ma spero in ogni caso che lei mi perdonerà se uso il suo articolo come punto di partenza per i miei commenti di oggi. Permettetemi innanzitutto mettere in chiaro - io non sono qui per criticare i media. L´articolo del Times è stato un articolo perfettamente ben ragionata, ben scritto esprime i pareri del giornalista in questione e lo stesso vale per le altre relazioni. L´articolo del Times irlandese affronta la questione se lobbying è accettabile o se l´influenza lobby è troppo grande e deve essere affrontato dai politici. Come molti altri articoli prima di esso in materia di lobbying a Bruxelles, esprime la percezione che sia le lobby che detengono le vere redini del potere a Bruxelles, e che esercitano un´influenza indebita sulle istituzioni. Da questo punto di vista, la mia stessa presenza qui oggi, in un evento organizzato per i lobbisti dai lobbisti su come hall più efficace, potrebbe essere visto da alcuni come la prova positiva che il lobbying è davvero onnipotente! Ma la vera ragione per cui sono qui è infatti proprio quello di cercare di dissipare questa percezione di lobbying a Bruxelles come in qualche modo controllare l´agenda politica europea - una percezione che purtroppo è estremamente diffuso. C´è Penso che una visione generale di lobbying come il dominio esclusivo dei ´big business´, di giganti multinazionali con quantità illimitate di denaro da spendere per fare in modo che noi poveri politici maldestri fanno la cosa giusta e favorire i loro interessi su tutti gli altri . Questa immagine torbida di tangenti e indebito è stata alimentata da film e Tv, e - siamo onesti - rivelazioni che questo tipo di attività in effetti ogni tanto andare avanti (basta guardare i titoli di tutti i giornali nel Regno Unito oggi per vedere che questo è il caso!). Ma, come con tante cose, la realtà è un po ´meno drammatico rispetto alla percezione. In effetti, i lobbisti sono disponibili in tutte le forme e dimensioni e rappresentano uno spettro molto ampio di gruppi di interesse. Sì, le grandi imprese è qui - ma lo sono anche le Ong ambientali, le organizzazioni giovanili, gruppi religiosi, attivisti delle libertà civili, i governi locali e regionali, associazioni di categoria, gruppi di riflessione, studi legali e molte altre ancora. E a volte le entità più piccole sono anche sostenuti finanziariamente dalla Ue. Nell´immagine popolare, i lobbisti sono gatti grassi che fumano sigari e scivolando mazzette di denaro nelle tasche dei funzionari senza scrupoli europei, in realtà, la maggior parte di loro, infatti, sono dedicati e individui laboriosi che hanno a cuore la loro area di competenza, vogliono garantire il miglior futuro per esso e alcuni di loro sono ben pagati, altri meno. Quando viene messo in questi termini, credo che sia più facile vedere lobbying come un legittimo esercizio, la possibilità per i cittadini, organizzazioni e gruppi di interesse di essere coinvolti nel processo politico europeo, perché sono sinceramente preoccupati per l´impatto che le future politiche dell´Unione europea possono avere . Si noti che dico ´mettersi in gioco´ - non ´influenza´, o ´acquistare´ o ´deragliare´ o ´abuso´. Per definizione, tutti i lobbisti hanno un´ascia per macinare, un interesse per la difesa - ma la maggior parte fanno in modo onesto e giusto, spesso con passione, e all´interno delle strutture del processo di policy-making. Voglio mettere in chiaro così che i Commissari, parlamentari europei e ai ministri del Consiglio hanno il dovere di ascoltare ciò che i cittadini, le imprese, le Ong, le associazioni ecc pensare, desiderare o temere quando si tratta di politica a livello dell´Unione. Ecco perché dobbiamo essere tutti aperti ad ascoltare, a sentire diversi punti di vista e di raccolta di informazioni. Ma allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che il nostro core business non è solo un esercizio di ascolto, il nostro core business è quello di decidere e poiché nessuno può decidere da solo, commissari spendiamo un sacco di tempo con i deputati, ministri e ambasciatori di ascoltare loro, convincerli o negoziare con loro. Ecco perché abbiamo bisogno di un quadro di lobbying. L´ascolto è parte del processo, e come ogni processo politico, dovrebbe essere soggetta a norme specifiche che sono lì per aiutare sia i gruppi di pressione e le persone che lavorano hall in modo più efficace. Ad esempio, vogliamo lobbisti per capire come funziona il processo politico in modo che possiamo evitare di perdere tempo ad ascoltare opinioni che non sono più pertinenti o impossibili da realizzare. Vogliamo lobbisti di essere trasparenti su chi essi rappresentano o da dove vengono. Noi vogliamo che siano precisi e fornire informazioni accurate. E, naturalmente, vogliamo che si comportino in modo etico. Minacce o offerte indecenti non sono buone lobbying. Bad lobbying è un rischio enorme per il vostro cliente, ma anche un rischio per la reputazione di tutta la comunità di lobbying. E, vorrei aggiungere, tutti noi che ha fatto pressioni avere le nostre convinzioni politiche e convinzioni e un buon decisore ha i suoi principi e la bussola interiore che non cambierà a causa di lobbying ´cattivo´. Ecco perché io sono sempre felice di accogliere gli sforzi delle associazioni di affari pubblici o aziende come la Burson-marsteller per riflettere sulla loro professione e di investire in buone pratiche. Ma le istituzioni dell´Unione europea non dovrebbero fare affidamento solo sulla comunità lobbying. Anche noi dobbiamo fornire un solido quadro che impedisce il processo democratico da influenze indebite. I tentativi di influenzare esternamente politiche non sono un fenomeno nuovo. Direi che fin dall´inizio dell´integrazione europea, l´interesse comunitario doveva essere protetto contro l´influenza unilaterale da interessi nazionali o privati. Questo, naturalmente, è questo che la Commissione europea ha regole interne e procedure per proteggere il suo processo decisionale. Queste regole sono state regolarmente aggiornate e, in particolare, in questa attuale Commissione. E sono, credo, abbastanza buone regole! Sono lieto di vedere, per esempio nei media tedeschi, al momento, che le nostre norme e procedure sono anche citati come buoni esempi e ispirazione per dibattiti nazionali quando si tratta di quello che alcuni chiamano "la porta girevole". Tuttavia, le cose si evolvono nel tempo e il numero di organizzazioni, associazioni, imprese e altri attori in un´Unione europea con maggiori competenze e un maggiore numero di Stati membri, aumenta pure. Pertanto, era giusto che la Commissione e il Parlamento hanno preso l´iniziativa insieme nel 2011 per creare una novità: Registro per la trasparenza gestito congiuntamente dalla Commissione e dal Parlamento. Come io sono sicuro che voi tutti sapete, il registro è stato istituito per sostituire e ampliare due registri separati esistenti gestiti dalle nostre due istituzioni. Non per niente si chiama un Registro per la trasparenza piuttosto che un registro hall. Abbiamo volutamente deciso di evitare di dare una definizione limitata di lobbying ai fini del registro. Lobbying significa cose diverse per persone diverse, e il fenomeno ne parliamo non riguarda solo "lobbisti" nel senso stretto del termine. Come ho detto prima, c´è una grande varietà di giocatori che cercano di ottenere il loro punto di vista in qualche modo nella mente dei decisori e l´opinione pubblica o anche giornalisti. Quando abbiamo concepito il registro per la trasparenza, siamo partiti dal presupposto che lobbying in questo senso è un esercizio del tutto legittimo, ed è davvero parte del gioco politico - non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Anche se a volte, quando ho letto i giornali, ho l´impressione che alcune persone sembrano pensare lobbying esiste solo a Bruxelles e Washington (e forse Londra ora!). I cittadini hanno il diritto di aspettarsi che questo processo inevitabile è trasparente e si svolge in conformità alla legge e nel rispetto dei principi etici. Il Registro, che ora ha più di 5.600 voci, fornisce cittadini, giornalisti, accademici, ma anche gruppi di pressione e le istituzioni dell´Ue con accesso diretto e unico per le informazioni su chi sta cercando di influenzare il processo decisionale dell´Ue, quali interessi esse perseguono o rappresentano e che livello di risorse è investito in queste attività. In altre parole, se posso fare riferimento ancora una volta al l´articolo dell´Irish Times, il registro non vuole affrontare il problema del numero di lobbisti o dei loro bilanci, ma piuttosto assicurare che tutti giocano il gioco in piena trasparenza e seguono lo stesso set di base di regole etiche, oltre a rispettare le leggi generali degli Stati membri, naturalmente. Facendo luce sulla professione, dimostrando che è normalmente una parte rispettabile e legittima del processo politico, è possibile dissipare l´immagine di offerte ingannevoli a porte chiuse, che continua a dominare le percezioni e rende la vostra attività sospette a tante persone. Ci sono critici che chiedono perché, se questo è uno dei nostri obiettivi principali, è il registro non è obbligatorio, come sicuramente questo sarebbe il modo migliore per garantire che siamo veramente trasparente? I pro ei contro di registri obbligatori vs volontario è una discussione per un altro giorno, e sono certo che avremo molte occasioni per discutere di questo tema nei prossimi mesi come svolgiamo la nostra recensione del registro. Ma quello che voglio dire è che ci sono effettivamente entrambi pro e contro a registrazione obbligatoria, che non è la panacea che alcuni lo fanno fuori per essere. Ho sentito esperienze contrastanti provenienti dagli Stati Uniti, dove la registrazione è obbligatoria, ho letto la raccomandazione di un illustre accademico 1 di attenersi a un approccio volontario, perché questo sarebbe molto più efficace nel suo punto di vista. Ma vedremo e ascolteremo tutti i punti di vista su questo tema. Nel bene e nel male, abbiamo optato per la via volontaria fino ad ora - e devo dire che la nostra scelta è stata ampiamente confermata, come abbiamo più di 5.600 voci nel registro di già. E di recente, abbiamo avuto delle registrazioni da parte di alcuni soggetti piuttosto importanti, che era stato assente dal Registro prima. 2 E ´chiaro dal sondaggio presentato qui oggi che la trasparenza è uno dei problemi principali quando si tratta di attività di lobbying. Il registro per la trasparenza, nei suoi primi due anni, ha dimostrato di essere un buon strumento a splende un po ´più di luce su questo fenomeno e proprio su ciò che costituisce la professione di molti che sono qui in sala oggi. Sono sicuro che possiamo ancora fare meglio, e la revisione di quest´anno del registro si spera mostrarci la via. Per esempio, spero ancora che il Consiglio si unirà al registro, per darci un supporto ancora più completa di questo approccio. In conclusione, vorrei tornare al articolo su lobbying a cui mi riferivo all´inizio. L´evento di oggi è di circa lobbying efficace. Nell´articolo, questo è stato preso a significare garantire che i lobbisti possono esercitare tanta influenza sui legislatori possibile. In realtà, però, ciò che rende davvero lobbying più efficace è essere trasparente, preciso, non avendo nulla da nascondere, e seguendo le linee guida etiche che la firma del registro comporta. Le aziende, Ong o qualsiasi altra organizzazione che lo fanno che - direttamente o con l´assunzione di altri - hanno una maggiore probabilità di ottenere la loro voce e può davvero dare un contributo positivo a un dibattito migliore e più informato. Ed è per questo che sono qui oggi - di non dare credibilità all´immagine del lobbisti che tengono le fila del potere, ma piuttosto per sostenere la professione di lobbying nei suoi sforzi per essere più trasparente ed etico. Lo studio è una lettura molto interessante, e non vedo l´ora di sentire le vostre domande un po ´più tardi. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
UE: INVESTIRE NELLE PERSONE È FONDAMENTALE PER LE ECONOMIE DI SUCCESSO  
 
Riga, 4 giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “ Signore e Signori, E ´un piacere essere qui oggi per discutere con voi come la Lettonia può muovere verso una crescita più inclusiva. Più ampio quadro economico Le prospettive per l´Unione europea nel suo insieme e in particolare la zona euro è preoccupante e questo ha avuto effetti negativi sulla crescita inclusiva e la riduzione della povertà. La Lettonia ha recuperato da una grave recessione e di forte crescita sperimentato nel 2011 e 2012. La previsione per il 2013 è anche positivo, la crescita del Pil del 3,8% nel 2013 predisse vedrà Lettonia rimangono tra le economie a più rapida crescita in Europa. Pil lettone non ha ancora raggiunto i livelli pre-crisi, ma speriamo che arriva presto. I fautori di austerità e di svalutazione interna si riferiscono a Lettonia come un esempio del motivo per cui tali strategie di lavoro. Ma è importante sottolineare che questo tipo di consolidamento fiscale brusco e svalutazione interna non è possibile in molti altri paesi a causa di circostanze che sono in gran parte specifici per la Lettonia e, forse, gli altri Stati baltici, come una piccola economia aperta e di un elevato grado di l´accettazione pubblica delle misure di austerità. Inoltre, la Lettonia non è sfuggito unscarred dalla crisi. La sua popolazione ha pagato un prezzo alto. Quasi l´8% della popolazione era disoccupato da più di un anno nel 2012. Sarà una grande sfida per ottenere queste persone nel mercato del lavoro. La Lettonia ha anche perso una grande parte della popolazione di emigrazione. Le persone hanno lasciato il paese a causa della mancanza di posti di lavoro, in forte diminuzione del tenore di vita e l´incapacità di effettuare i rimborsi dei mutui. Molti di coloro che hanno lasciato e di coloro che sono ancora in partenza sono il giovane e istruita. Questo diminuirà il futuro potenziale economico della Lettonia. Standard di vita sono crollati e molte famiglie hanno difficoltà a soddisfare i loro bisogni di base. Anche se il consolidamento fiscale colpito i ricchi un po ´più che i poveri, i poveri con esperienza tagli significativi in ​​termini di reddito che hanno avuto un forte impatto sulle condizioni di vita attuali. Anche se la crisi ha avuto un pesante tributo sulla società in Lettonia, Lettonia anche riuscito ad attutire l´impatto della crisi per i più poveri in una certa misura. In primo luogo, durante la crisi, la Lettonia ha esteso la portata della sicurezza sociale. In secondo luogo, la Lettonia ha aumentato il finanziamento e la copertura delle politiche di mercato attivo del lavoro. Questo aiuta i disoccupati a rimanere motivati ​​e mantenere le loro competenze fino ad oggi. Senza queste misure l´impatto sulla povertà e la disoccupazione sarebbe stato molto peggio e di conseguenza il ritorno alla crescita più difficile. Raccomandazioni specifiche Il 29 maggio, la Commissione ha presentato le proposte di raccomandazioni specifiche per paese per gli Stati membri. Tre dei sei raccomandazioni per la Lettonia riguardano la povertà, l´occupazione o l´istruzione. Questo dimostra come la Commissione crede nella crescita inclusiva e lo sviluppo del capitale umano come un modo per raggiungere la prosperità in modo sostenibile. Affrontare l´occupazione e le sfide sociali e investire nelle persone è fondamentale per le economie di successo. La Commissione ha sostenuto le raccomandazioni indicando gli alti livelli di povertà e di disuguaglianza di reddito in Lettonia: 19,4% della popolazione è a rischio di povertà, il che significa che essi vivono con meno del 60% del reddito mediano. Questa percentuale è tra i più alti dell´Ue e ha aumentato nel corso dell´ultimo anno. Questo dimostra che la crescita non si traduce automaticamente in un ridotto la povertà relativa e politiche mirate sono necessarie. 26% della popolazione esperienza di grave deprivazione materiale non essere in grado di comprare la carne, pagare le bollette e comprare altre necessità. La recente crescita ha contribuito alla Lettonia di ridurre il numero di persone che sono considerate a soffrire di grave deprivazione materiale, ma il 26% è ancora una grande percentuale ed è più elevato rispetto agli altri paesi europei. E 11,5% delle persone al di sotto dei 60 anni vive in una famiglia senza occupati. In Lettonia, più di una persona su tre, o il 36% della popolazione, appartengono ad almeno una di queste categorie di povertà e di esclusione sociale. Nonostante gli elevati livelli di povertà e di esclusione sociale, la Lettonia spende poco per la protezione sociale. In percentuale del Pil, la spesa della Lettonia per la protezione sociale è il secondo più basso dell´Ue. Di conseguenza la spesa sociale ha uno scarso impatto sulla riduzione della povertà. Nel mercato del lavoro, la crescita recente ha contribuito a diminuire la disoccupazione, tra cui la disoccupazione giovanile, ma il tasso di disoccupazione e in particolare il tasso di disoccupazione a lungo termine sono ancora tra i più alti dell´Ue. La Commissione resta pertanto fondamentale notare che non vi è stata finora grandi progressi per quanto riguarda la riforma dell´assistenza sociale e della tutela dei più poveri. Tuttavia dovremmo anche riconoscere che la Lettonia ha preso altre misure per affrontare gli elevati livelli di povertà. La durata dei sussidi di disoccupazione è stato aumentato e la Lettonia ha adottato diverse misure per aiutare le famiglie con bambini. Avremo bisogno di monitorare l´importanza di tali misure per ridurre la povertà sono. Pacchetto per l´occupazione, pacchetto occupazione giovanile e sociale pacchetto di investimenti Oltre ad una guida specifica del paese, la Commissione ha anche rafforzato l´occupazione e le politiche sociali in senso orizzontale. Le iniziative che la Commissione ha preso potrebbero essere fonte di ispirazione per la Lettonia al fine di garantire una crescita inclusiva negli anni a venire. Occupazione e Gioventù Pacchetti della Commissione presentata nel 2012 hanno cercato di stabilire un ordine del giorno per una ripresa fonte di occupazione e di rilanciare l´occupazione, soprattutto tra i giovani. Il pacchetto per l´occupazione ha consigliato agli Stati membri di concentrarsi su misure volte a facilitare l´incontro tra domanda e offerta di lavoro, gli investimenti in competenze e il completamento del mercato del lavoro europeo. Ha inoltre sottolineato il ruolo delle politiche dal lato della domanda, come ad esempio l´assunzione di sussidi e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro a bassa retribuzione, e la necessità di salari decenti e sostenibili. Il pacchetto per l´occupazione giovanile ha presentato una proposta di raccomandazione che istituisce una garanzia per i giovani, che gli Stati membri hanno adottato, al fine di garantire che tutti i giovani di età inferiore ai 25 ricevono un´offerta di qualità del lavoro, formazione continua, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dalla disoccupazione o di lasciare l´istruzione formale. Il pacchetto sociale investimento è stata adottata nel mese di febbraio. Essa invita gli Stati membri a dare priorità agli investimenti nelle persone. Non investire ora porterà a molto più alto finanziario, ma anche i costi sociali certamente in futuro. Il pacchetto sociale investimento fornisce agli Stati membri orientamenti su come migliorare l´efficienza e l´efficacia dei sistemi di protezione sociale e le modalità per modernizzare le strategie di inclusione attiva. Investire nel capitale umano e la coesione sociale + fondi Ue Oltre a questa guida, i fondi Ue sono a disposizione per aiutare la Lettonia attuare le politiche che dovrebbero portare a una crescita più inclusiva. Il Fondo sociale europeo ha contribuito a mitigare gli effetti della crisi. Ma faccio notare che attualmente in Lettonia, i conti del Fondo sociale europeo per il 12,9% della dotazione totale dei Fondi strutturali che è la seconda destinazione più basso tra gli Stati membri. Per il periodo 2014-2020 la Lettonia prevede una quota del Fse 13,1%. Alla luce della grandezza del mercato del lavoro e le sfide sociali, il livello di investimento attraverso il Fse dovrebbe a mio avviso essere notevolmente aumentata rispetto al periodo 2007-2013. Conclusione L´economia lettone è in modalità di crescita, anche se l´uscita è ancora molto al di sotto dei livelli pre-crisi. Lavoro serio e sfide sociali rimangono e la disuguaglianza è in aumento. Ora è ancora più urgente fare in modo che i più svantaggiati non sono lasciati alle spalle. Come le recenti rivolte in Stoccolma hanno dimostrato, se non agiamo per migliorare la vita delle persone più svantaggiate nelle nostre società, le conseguenze possono essere di vasta portata. La crescita economica può essere sostenibile solo se è veramente inclusiva. Grazie.”  
   
   
DIALOGHI CON I CITTADINI UE: APPUNTAMENTO A MILANO CON LA COMMISSARIA RESPONSABILE DELL´AZIONE PER IL CLIMA CONNIE HEDEGAARD  
 
  Milano, 4 giugno 2013 - Dopo 5 tappe in altrettante città d´Italia, il 7 giugno i dialoghi con i cittadini dei commissari Ue approdano a Milano; ospite d´onore la commissaria responsabile dell´Azione per il clima, Connie Hedegaard. Al centro dell´incontro con un´ampia rappresentanza di cittadini vi saranno temi quali lo sviluppo sostenibile, la maniera per conservare e valorizzare il clima del pianeta, la lotta e l´adattamento ai cambiamenti climatici (sia tramite le decisioni politiche che attraverso le nostre scelte quotidiane). Il dibattito, organizzato dalla Commissione europea in occasione dell´Anno europeo dei cittadini, si svolgerà a partire dalle ore 11:00 a Palazzo Marino e vedrà la partecipazione del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia. A moderare Federico Taddia – giornalista, scrittore, conduttore e autore televisivo. L´evento si potrà seguire in diretta streaming, cliccando sul sito: http://ec.Europa.eu/debate-future-europe/citizens-dialogues/italy/milano/index_en.htm Chiunque potrà poi partecipare al dibattito – prima, durante e dopo l´evento – su Twitter (utilizzando l´hashtag #Eudeb8) e su altri social media. In un momento così importante per l´Ue, in occasione dell´Anno europeo dei cittadini (2013) e con l’approssimarsi delle elezioni europee (2014), la Commissione europea ha deciso di lanciare una fase approfondita di dialogo e ascolto dei cittadini attraverso una serie di iniziative del tutto innovative. Su iniziativa della vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding, responsabile tra l´altro per la Cittadinanza europea, si svolgono infatti tra il 2012 ed il 2014 una serie di eventi rivolti alla cittadinanza in occasione dei quali i commissari europei arrivano anche in Italia per ascoltare i cittadini su vari temi relativi ai poteri ed alle politiche dell´Unione europea. Al centro dei dialoghi, una domanda: quale tipo di Europa vogliamo nei prossimi anni per far fronte alle sfide del mondo? In Italia, l´iniziativa europea "Dialogo con i Cittadini" prevede vari appuntamenti. Per mettere a fuoco le aspettative concrete nei confronti dell´Unione europea, si sta realizzando un percorso di ascolto della cittadinanza attraverso una serie di dialoghi tematici; è in programma a Trieste il 16 settembre 2013 il grande appuntamento conclusivo, alla presenza tra gli altri della vicepresidente Reding. La prima iniziativa tematica di ascolto di un campione rappresentativo di cittadini, alla presenza del commissario Andor, si era svolta a Napoli il 30 novembre 2012 sul tema "occupazione", mentre altri incontri si sono svolti rispettivamente a Torino con la commissaria europea Malmstroem sul tema “protezione”, a Roma con il vicepresidente Antonio Tajani sul tema “impresa ed imprenditoria”, a Pisa con il commissario europeo Janez Potocnik sul tema delle risorse sostenibili. Il 27 maggio scorso sull’isola di Ventotene più di 500 ragazzi degli ultimi anni delle superiori, hanno invece discusso con il vicepresidente Tajani sul futuro dell’Europa. Media partner dell´iniziativa in Italia sono: Ansa, Euractiv.it; Agoravox; scambieuropei.Eu; glieuros.Eu. Oltre all´incontro con i cittadini, alle ore 14.00, presso il Palazzo Reale di Milano, la commissaria Hedegaard incontrerà a Milano i rappresentanti dell´industria della moda, oltre ai rivenditori e ai produttori di detersivi ed elettrodomestici, per discutere di come questi settori, insieme ai loro consumatori, siano in grado di contribuire alla costruzione di una società europea a basse emissioni di carbonio e di combattere così il cambiamento climatico. L´evento fa parte della campagna "Un mondo come piace a te, con il clima che vuoi" - promossa dalla Commissione europea nell´autunno 2012 per sensibilizzare al problema del clima - che terminerà a fine 2013.  
   
   
GIORDANIA: UE FORNISCE UN NUOVO SUPPORTO PER AFFRONTARE LA CRISI DEI RIFUGIATI SIRIANI  
 
Bruxelles / Amman, 4 giugno 2013 - La Commissione europea fornirà assistenza supplementare di € 50 milioni per la Giordania per alleviare l´impatto del elevato afflusso di profughi dalla Siria, Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha annunciato ieri durante la sua visita ad Amman. "La Giordania sta giocando un ruolo vitale nel fornire sostegno e ospitalità ai rifugiati siriani nel momento del bisogno. Ci rendiamo conto dell´onere questo crea sulle risorse della Giordania e l´enorme sforzo risultante del paese viene messo sotto. L´ue rimane profondamente impegnata ad assistere il governo giordano, nella sua risposta alla crisi dei rifugiati, " Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha detto dopo aver informato il re Abdullah Ii di questa nuova dotazione finanziaria. L´ulteriore assistenza si concentrerà sul rafforzamento delle istituzioni giordane, in particolare nei settori dei servizi di istruzione per i profughi siriani. € 25.000.000 dal supporto aggiuntivo annunciato saranno mobilitati molto velocemente e aiuterà le autorità giordane hanno nell´educare i bambini rifugiati siriani in Giordania. Su questo supporto 5.000.000 € saranno destinati all´Unicef per continuare l´educazione dei bambini rifugiati siriani in campi profughi giordani. Un ulteriore importo di € 25 milioni di euro saranno resi disponibili nei prossimi mesi e sarà principalmente sostenere il governo giordano nel fornire servizi sanitari ai rifugiati. L´annuncio di oggi di un supplemento di € 50.000.000 con un aumento notevole e porta l´importo totale del contributo finanziario fornito dalla Commissione Europea in Giordania in relazione alla crisi siriana a € 137.000.000 dal suo scoppio.  
   
   
UE: SVOLTA NELLE RELAZIONI FRA DEPUTATI EUROPEI PARLAMENTARI ORIENTALI  
 
Strasburgo, 4 giugno 2013 - Deputati europei e da Armenia, Azerbaigian, Moldavia, Georgia e Ucraina sperano di raggiungere un importante passo avanti nelle loro relazioni al vertice del partenariato orientale del prossimo novembre a Vilnius, ma non a scapito della democrazia, Stato di diritto e della pace. Alla Terza Assemblea parlamentare Euronest a Bruxelles il 28-29 maggio, a tal fine si sono impegnati a premere sui loro governi per le riforme. "Euronest vuole inviare un forte messaggio ai capi di Stato e di governo, sui rispettivi impegni e le aspirazioni dei cittadini. Membri vedere il vertice di Vilnius come un passo fondamentale verso l´associazione politica e il raggiungimento di zone di libero scambio tra l´Ue ei suoi partner . Tuttavia, perché questo avvenga, i partner devono rafforzare lo stato di diritto e rispetto dei diritti umani ", ha dichiarato l´eurodeputato e Euronest co-presidente Evgeni Kirilov (S & D, Bg), come chiusa l´Assemblea. "Il vertice di Vilnius promette di firmare importanti patti con l´Ucraina, la Moldova e la Georgia, ma spetterà a rispettivi governi a utilizzare le cruciali sei mesi abbiamo lasciato per mostrare i progressi in settori che sono stati chiaramente indicati dalla Ue", ha detto Ucraina Mp Borys Tarasyuk, co-presidente per il partner orientale. Pace e sicurezza L´assemblea ha individuato la sicurezza e stato di diritto, come le principali preoccupazioni, in particolare nella regione del Caucaso meridionale. Esso ha adottato una relazione sottolineando il dovere comune del partner orientali "per promuovere la pace e la sicurezza in tutto il continente europeo" e dell´Ue. Si deplora attacchi contro gli oppositori politici, le restrizioni sui diritti di assemblea dei difensori dei diritti umani, i casi di giustizia selettiva e militari accumuli. Finanziamenti Ue L´assemblea ha anche invitato l´Ue ad aumentare il bilancio per l´assistenza ai paesi del partenariato orientale nel prossimo quadro finanziario pluriennale dell´Ue (Qfp) dopo il 2014. L´attuale accordo politico sul Qfp prevede 13700000000 € per lo strumento di vicinato dell´Ue - in aumento rispetto al presente 11400000000 €, ma meno rispetto alla proposta originaria di € 16100000000. Russia ed energia Un rapporto sulla sicurezza energetica invita i partner orientali a muoversi verso sistemi energetici a basso tenore di carbonio, e per un consolidamento più profonda dei mercati energetici con l´Ue, dato l´elevato del petrolio e la dipendenza di gas dalla Russia. Bielorussia - Euronest membri hanno deplorato che la Bielorussia non è formalmente rappresentata, a causa della loro mancanza di un parlamento riconosciuto a livello internazionale. Un gruppo di lavoro è stato comunque svolto con i rappresentanti dell´opposizione bielorussa, della società civile e dei media indipendenti. I parlamentari hanno espresso le loro speranze per "rilanciare i rapporti" con la Bielorussia in vetta Vilnius. Cambio di Ep co-presidente - Mep Kristian Vigenin dimesso da Euronest co.Chair come lui è stato nominato Ministro degli Esteri in Bulgaria. Evgeni Kirilov gli succede. Prossimi passi - I leader europei si incontrano in un vertice a Vilnius, in Lituania, nel novembre 2013. La prossima assemblea Euronest sarà a Yerevan, Armenia, nel novembre 2014.  
   
   
DICHIARAZIONE CONGIUNTA HRVP CATHERINE ASHTON E IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI, COMMISSARIO PER L´INDUSTRIA E L´IMPRENDITORIA SUL TRATTATO SUL COMMERCIO DELLE ARMI  
 
Bruxelles, 4 giugno, 2013 - L´alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, Catherine Ashton, e il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, commissario per l´industria e l´imprenditoria, ha rilasciato ieri la seguente dichiarazione: "Siamo lieti che il Trattato sul commercio delle armi è oggi aperto alla firma presso le Nazioni Unite a New York. Questo è un punto di riferimento fondamentale nel slancio internazionale per il Trattato. L´ue ha investito in modo significativo nel processo delle Nazioni Unite che ha portato all´adozione del Trattato con una schiacciante maggioranza di Stati membri delle Nazioni Unite, il 2 aprile 2013. L´ue ha ora completato le proprie procedure interne, consentendo agli Stati membri dell´Unione europea a firmare il trattato su questioni che rientrano nella competenza comunitaria. Siamo fermamente convinti che il trattato, una volta attuata in modo efficace e ampiamente, contribuirà a trasferimenti internazionali di armi più responsabili e più trasparenti. Ora è cruciale per raccogliere il massimo numero di firme e ratifiche affinché il trattato possa entrare rapidamente in vigore. L´ue intende continuare a svolgere un ruolo attivo nel promuovere l´effettiva attuazione del trattato. "  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, MALI: UN IMPEGNO FINANZIARIO IN CAMBIO DI RICOSTRUZIONE E LA DEMOCRAZIA  
 
Strasburgo, 4 giugno 2013 -I deputati europei hanno accolto i risultati della conferenza dei donatori Mali, ma hanno insistito sul rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani durante la loro discussione di Giovedi scorso con il presidente in carica, Dioncounda Traoré. I membri dei comitati di sviluppo della sicurezza e della difesa, degli affari esteri hanno inoltre sottolineato la necessità di stabilire una vera democrazia e del decentramento. Il Mali potrebbe essere "molto soddisfatto" del 3250000000 € promessi dai donatori internazionali, di cui € 520.000.000 sono stati promessi dalla Ue, il presidente ha detto Traoré. Ha aggiunto che il Mali aveva imparato molto dalla sua crisi, sottolineando che se i "terroristi" erano riusciti a guadagnare terreno in Mali è stato ", perché ci sono stati problemi e condizioni" che ha permesso questo, in particolare per quanto riguarda "la governance e la corruzione", come così come una mancanza di educazione per i giovani e decentramento incompleta. I deputati hanno sottolineato la necessità di collegare impegni finanziari al rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani. Hanno anche premuto il presidente di garantire che gli autori dei crimini osservate in Mali erano adeguatamente perseguiti e che i fondi promessi dai donatori internazionali dovrebbero davvero essere utilizzato per aiutare le persone. Elezioni "al più presto" - Mr Traoré ha detto la transizione attuale "deve essere il più breve possibile" e le elezioni presidenziali deve avvenire entro la fine del mese di luglio, seguita da elezioni parlamentari, per dare alle autorità elette la "legittimità e il tempo necessario" per realizzare le riforme. Rispondendo alle preoccupazioni dei deputati in merito alla fattibilità di elezioni libere in un prossimo futuro, dato il gran numero di sfollati interni e dei rifugiati, in particolare nei campi, il presidente ha sottolineato che maliani sarebbe in grado di votare "ovunque", nel elezioni presidenziali, anche nei paesi in cui si erano rifugiati. Completamento decentramento - Per garantire che la democrazia in Mali non sarebbe una mera formalità, deputati chiedono un vero e proprio trasferimento di poteri e risorse alle autorità regionali e locali, pur sottolineando anche l´importanza del rispetto dell´integrità territoriale del Mali. "Il 30% delle risorse generate sarà trasferito alle autorità regionali e locali", il presidente ha dichiarato Traoré, pur ammettendo che questo processo era stato lento fino ad ora. Nord del Mali: il dialogo l´unica via da seguire - "Non c´è nessun problema Tuareg in Mali di oggi", ha insistito Traoré, aggiungendo che gli aggressori erano veri "terroristi, jihadisti e trafficanti di droga". Egli credeva che il dialogo era l´unica opzione disponibile per le autorità del Mali, al fine di risolvere la crisi nel nord, e questo dialogo incluso con il Movimento Nazionale per la Liberazione del Azawad (Mnla) e le altre fazioni "del Mali".  
   
   
UN AIUTO AI GIOVANI IN UN MONDO CHE CAMBIA  
 
Bruxelles, 4 giugno 2013 - Nel mondo di oggi in rapido cambiamento, i giovani si trovano a dover affrontare una serie di difficoltà nella società e nel mondo del lavoro. Un aiuto potrebbe però essere proprio dietro l´angolo, in quanto un progetto finanziato dall´Ue sta studiando le attività del sistema dell´istruzione e come esso potrebbe colmare la lacuna di competenze. Ci siamo ormai abituati al fatto che gli stili di vita cambiano da una generazione a quella successiva. Alcuni credono che il mondo cambi ormai a una velocità esponenziale. Oggi i giovani si trovano di fronte a cambiamenti economici, culturali, demografici e tecnologici più rapidi, oltre alle esigenze del mercato del lavoro locale in evoluzione e le diseguaglianze regionali, tutte cose che hanno un impatto enorme sulla loro vita. Il progetto Workable ("Making Capabilities Work"), finanziato dall´Ue con 2,3 milioni di euro, sta esaminando la corrispondenza, o la mancanza di corrispondenza, tra le competenze dei giovani e le mutevoli richieste del mercato del lavoro. L´idea consiste nel promuovere un impatto progressivo sulla politica per i giovani in Europa. La politica mira in particolare a risolvere la situazione di vulnerabilità e discriminazione dei giovani nel momento della transizione dalla scuola al mondo del lavoro. Il progetto si occupa anche delle difficoltà incontrate dai giovani nel loro percorso dall´istruzione al lavoro o all´apprendistato. Si occupa inoltre del problema della disoccupazione giovanile, del modo in cui le istituzioni educative e di formazione attitudinale in Europa si occupano di questi problemi e delle strategie politiche che sono alla base. Coordinati dal professor Hans-uwe Otto dell´Università di Bielfeld, i ricercatori analizzeranno anche come le strategie educative sono attuate e valuteranno se esse permettono realmente ai giovani di trasformare le loro conoscenze e le loro competenze in capacità con un valore sul mercato, per diventare cittadini partecipi e attivi. La ricerca si svolge in tre fasi. In primo luogo si costruisce una mappa delle politiche istituzionali attitudinali e del mercato del lavoro, analizzata e comparata attraverso tutti i regimi dell´istruzione. In secondo luogo, si sviluppano casi di studio per scoprire le concezioni, le aspirazioni e le pratiche degli attori locali che implementano i programmi di istruzione e formazione. Infine, si intraprendono analisi quantitative secondarie dei dati nazionali ed europei per rivelare quanto siano state efficaci le nostre strategie educative per migliorare il rendimento economico e colmare la lacuna delle competenze. I partner del progetto dicono che il loro lavoro si baserà ed espanderà lo stato attuale delle teorie educative, economiche, sociologiche e politiche, rimanendo flessibile e mantenendo un campo di applicazione ampio. Contemporaneamente questo lavoro poserà le fondamenta per risolvere problemi concreti, migliorare le opportunità e sviluppare le competenze dei giovani. I fautori delle politiche dovrebbero essere particolarmente interessati agli approcci comparativi rigorosi che sono stati assunti dal progetto Workable, che chiariranno l´impatto dei contesti locali, regionali e nazionali e creeranno una comprensione teorica nuova e ad ampio spettro dei sistemi funzionanti dell´istruzione e del welfare. Per gli educatori, Workable suggerirà strategie di formazione e istruzione più appropriate che permetteranno ai giovani di affrontare le sfide economiche e sociali delle emergenti economia e società del sapere. Questo potrebbe comportare un passaggio dalle competenze specializzate a competenze generiche più ampie e più analitiche. Inoltre le attività tecniche e di routine potrebbero spostarsi verso un lavoro più autonomo. A livello scientifico, Workable creerà probabilmente nuovi strumenti teorici ed empirici per studiare la fornitura di competenze. Un punto particolarmente interessante sarà il lavoro del progetto per standardizzare i database e così migliorare la trasferibilità delle pratiche e le esperienze nazionali. Infine, i partner del progetto credono che la loro ricerca offrirà una buona comprensione progressiva del processo di transizione dalla scuola al lavoro, che tenga conto delle crescenti difficoltà incontrate dai giovani. Questo potrebbe cambiare l´agenda politica e fornire ai giovani un´opportunità e una solida prospettiva, per sentirsi giovani adulti con un valore nella società. Per maggiori informazioni, visitare: Workable http://www.Workable-eu.org/  
   
   
FORTE SOSTEGNO DEL PARLAMENTO EUROPEO ALLA STRATEGIA MACROREGIONALE ALPINA  
 
Aosta, 4 giugno 2013 - L’iniziativa congiunta dei Presidenti delle Regioni dell’Arco alpino, in favore dell’adozione da parte del Consiglio europeo di una strategia macroregionale per le Alpi, dopo l’adesione dello Stato italiano e di quello francese, ottiene un ulteriore importante successo. Infatti, il 23 maggio scorso, il Parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza, una risoluzione di sostegno all’iniziativa. Particolare soddisfazione è stata espressa dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, fra i proponenti della risoluzione di Bad Ragaz con cui, per la prima volta, il 29 giugno 2012, i Presidenti delle Regioni alpine, riunitisi nella località termale svizzera, avevano dato il via al processo, pronunciandosi a favore di un piano strategico per le Alpi. La strategia macroregionale consiste in un piano d’azione integrato, elaborato dalla Commissione europea e adottato dal Consiglio europeo, che permette di rispondere in modo sinergico a problematiche comuni di territori omogenei appartenenti a Stati diversi. La risoluzione adottata dal Parlamento, nell’invitare la Commissione europea ad applicare realmente l´articolo 174 del Trattato mediante un piano strategico, al fine di superare gli svantaggi strutturali delle regioni di montagna e di creare le giuste condizioni per la crescita economica e per un´effettiva coesione sociale e territoriale nella regione alpina, sottolinea come la strategia offrirà l´opportunità di conferire alle Alpi una nuova dimensione e una maggiore importanza nel quadro dell´Unione europea anche in termini di un migliore accesso ai finanziamenti. Il Parlamento europeo, inoltre, ha espresso il proprio compiacimento in merito agli attuali sviluppi nelle Regioni dell´area alpina e al forte approccio dal basso verso l’alto adottato da tali Regioni, le quali hanno ripetutamente espresso il loro desiderio di una strategia alpina al fine di affrontare efficacemente le sfide comuni a tutto l´arco alpino, sfruttare in modo più coerente il suo considerevole potenziale e rispondere alla necessità di migliorare nella regione alpina la mobilità, la sicurezza energetica, la protezione dell´ambiente, lo sviluppo sociale ed economico, lo scambio culturale e la protezione civile. Attualmente, le Regioni e gli Stati interessati sono impegnati nella predisposizione di un documento d’interpellanza, con il quale lo Stato francese proporrà formalmente l’elaborazione della strategia al Consiglio europeo, nella seduta prevista per metà dicembre 2013.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE SPACCA ELETTO CAPO DELEGAZIONE ITALIANA DEL CDR A BRUXELLES.  
 
Ancona, 4 giugno 2013 - Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, è stato eletto Capo della Delegazione italiana a Bruxelles, l’organismo che riunisce e rappresenta, nell’ambito del Comitato delle Regioni d’Europa, tutti i rappresentanti italiani di tutti i gruppi politici tra i quali il Ppe, il Pse e l’Alde. L’elezione è avvenuta il 31 maggio a Bruxelles nel corso della riunione della Delegazione italiana, cui ha partecipato anche l’ambasciatore italiano presso l’Ue Ferdinando Nelli Feroci. Nel pomeriggio proseguiranno i lavori dell’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni. Per il presidente Spacca si tratta di un nuovo riconoscimento all’impegno profuso nell’ambito della rappresentanza delle Regioni presso le istituzioni Europee.  
   
   
AIUTI STATO: SERRACCHIANI AD ALMUNIA, "NON PENALIZZARE FVG"  
 
Trieste, 4 giugno 2013 - "L´europa deve prestare un´attenzione particolare per non aggravare la situazione economica delle regioni ´prossime´ e non solo confinanti con aree rispetto alle quali c´è un alto differenziale d´intensità di aiuti europei: una situazione che il Friuli Venezia Giulia deve già affrontare rispetto alla Slovenia e che si riproporrà a breve con l´ingresso della Croazia nella Ue". E´ quanto rappresenta la presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani al vicepresidente e Commissario per la Competizione della Commissione europea Joaquin Almunia, informando che la Regione sta seguendo con estrema attenzione il negoziato sulla revisione delle linee guida europee in materia di aiuti di Stato a finalità regionale per il periodo 2014-2020. "La crisi economica internazionale sta compromettendo seriamente anche quelli che erano i comparti di eccellenza nel territorio regionale, tra i quali - spiega Serracchiani - i distretti del Mobile e della Sedia, con una moltitudine di imprese di piccole e medie dimensioni che hanno subito pesantemente gli effetti delle stretta creditizia e si sono trovate in ritardo rispetto all´attuazione di nuove strategie di mercato. Nell´affrontare questa situazione ci confrontiamo con il limite oggettivo delle preclusioni comunitarie in materia di aiuti di stato ad imprese in difficoltà". "Se questo tocca l´Italia intera ed in particolare il Nord-est del Paese, in Friuli Venezia Giulia le conseguenze sono aggravate dalla vicinanza di Paesi con livelli di carico fiscale e costo del lavoro inferiori, a cui si aggiunge una più alta intensità di aiuti comunitari". Una chiara conseguenza è la tendenza, soprattutto di imprese appartenenti a grandi gruppi internazionali, a dislocare nuovi stabilimenti nei Paesi limitrofi. Serracchiani quindi chiede ad Almunia "di introdurre nelle nuove linee-guida indirizzi che prevengano nuove penalizzazioni di territori, come il Friuli Venezia Giulia, che già hanno dovuto superare le gravi conseguenze della seconda guerra mondiale ed ora, nella pesante crisi generale, rischiano un´ulteriore penalizzazione a causa del significato che si assegna alla definizione di regione di confine". "E´ ben vero - ricorda la presidente Serracchiani - che non abbiamo un confine terrestre con la Croazia, ma questo confine è a soli 30 chilometri. Se la clausola che limita il differenziale d´intensità degli aiuti si applica solo in caso di confine in comune e non di prossimità , il Friuli Venezia giulia ne sarà ancora ingiustamente penalizzato e questo - conclude - chiediamo di evitare".  
   
   
LETTA CHIEDE DISPONIBILITA´ ALLE MARCHE DI OSPITARE IL VERTICE ITALIA-SERBIA. PRONTA RISPOSTA POSITIVA DI SPACCA.  
 
Ancona, 4 giugno 2013 - Il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta ha incontrato ieri mattina a Roma il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, al quale ha chiesto la disponibilità della Regione ad organizzare il vertice Italia-serbia del prossimo ottobre. Il Presidente Spacca ha accolto immediatamente la proposta, mettendo subito a disposizione l’organizzazione regionale per lo svolgimento del meeting. Ancona e le Marche sono un luogo particolarmente appropriato per ospitare il vertice, sia per essere sede del Segretariato dell’Iniziativa Adriatico Ionica e fulcro della strategia macroregionale, sia per il ruolo centrale sempre svolto nei rapporti con l’area dell’Adriatico e del Mediterraneo.  
   
   
IL PRIMO MINISTRO LETTA CHIEDE LA DISPONIBILITÀ DELLE MARCHE AD OSPITARE IL PROSSIMO VERTICE ITALIA-CROAZIA. PRONTA LA RISPOSTA POSITIVA DEL PRESIDENTE SPACCA.  
 
Ancona, 4 giugno 2013 - Il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta ha incontrato ieri mattina a Roma il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, al quale ha chiesto la disponibilità della Regione ad organizzare il vertice Italia-croazia del prossimo ottobre. Il primo dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, previsto nel prossimo mese di luglio. Il Presidente Spacca ha accolto immediatamente la proposta, mettendo subito a disposizione l’organizzazione regionale per lo svolgimento del meeting. Ancona e le Marche sono un luogo particolarmente appropriato per ospitare il vertice, sia per essere sede del Segretariato dell’Iniziativa Adriatico Ionica e fulcro della strategia macroregionale, sia per il ruolo centrale sempre svolto nei rapporti con l’area dell’Adriatico e del Mediterraneo.  
   
   
SARDEGNA, ZONA FRANCA - CAPPELLACCI, AGENZIA DOGANE PROPONE TAVOLO. PRESSIONE SU GOVERNO PER GIUSTA RIVENDICAZIONE  
 
Cagliari, 4 giugno 2013 - L´agenzia delle dogane ha risposto alla comunicazione della Regione sulla zona franca della Sardegna. L´ha annunciato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, durante il suo intervento alla manifestazione per la zona franca tenutasi questa mattina alla fiera di Cagliari. "Noi saremo presenti a quel tavolo, con il contributo dei movimenti e con il sostegno di chi ha a cuore questa battaglia. Non é la battaglia di un singolo o di una fazione politica - ha evidenziato il presidente - ma di tutti i sardi. La Regione - ha aggiunto - ha compiuto i passaggi necessari nei confronti dello Stato e dell´Unione Europea. Quest´ultima richiede un pronunciamento del governo nazionale". "Per questo - ha concluso il presidente - insieme ai sindaci, ai movimenti e a tutti coloro i quali condividono questa giusta rivendicazione dobbiamo esercitare la pressione necessaria ad ottenere questo giusto riconoscimento. Spesso le ragioni dei sardi vengono negate dallo Stato centrale perché siamo pochi e perché ci dividiamo. Non dividiamoci e coinvolgiamo anche coloro i quali sono scettici circa la possibilità di raggiungere questo obiettivo. Portiamo a Roma - ha concluso il presidente - una sola voce, un solo urlo: quello del popolo sardo".  
   
   
BOLZANO: DURNWALDER HA RICEVUTO L´AMBASCIATORE FRANCESE, ALAIN LE ROY  
 
Bolzano, 4 giugno 2013 - Il tema delle minoranze è stato al centro dell’incontro del 31 maggio del presidente della Provincia, Luis Durnwalder, con l’ambasciatore francese in Italia, Alain Le Roy. "Nel corso dell´incontro ho informato l´ambasciatore francese Alain Le Roy in merito alla nostra realtà di minoranza in Italia, alla storia della nostra autonomia ed ai vantaggi che l´autonomia ha portato a questa terra sia sotto il profilo economico che della convivenza tra i gruppi" ha affermato al termine dell´incontro il presidente Durnwalder. Sono state quindi toccate anche le norme di attuazione dell´autonomia, i rapporti con il governo centrale ed infine è stato toccato il tema della cooperazione transfrontaliera ed il presidente ha inoltre illustrato gli aspetti positivi dell´Euregio Tirolo-alto Adige-trentino. Alain Le Roy ricopre da un anno e mezzo l´incarico di ambasciatore francese a Roma e già negli anni ´90, in qualità di rappresentante dell´Onu a Sarajevo e quindi nel Kossovo, ha avuto modo di confrontarsi personalmente con le tematiche riguardanti le minoranze.  
   
   
VERSO PIÙ STRETTA COLLABORAZIONE FVG-ISRAELE  
 
Trieste, 4 giugno 2013 - "La nuova Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia intende dare grande slancio alle relazioni internazionali, specie con interlocutori storici come Israele". Lo ha affermato il 31 maggio a Trieste il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, incontrando l´ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, al quale, a nome della presidente Debora Serracchiani, ha espresso l´auspicio che da questa prima presa di contatto si avvii un confronto che possa concretizzarsi, a breve, in incontri operativi di delegazioni qualificate di operatori economici, turistici e culturali. L´ambasciatore Gilon, in visita a Trieste per la prima volta dal suo insediamento, ha ricordato che "tra Israele e Italia i rapporti sono strettissimi e valgono 4,5 miliardi di dollari nell´interscambio commerciale, mentre sotto il profilo strettamente turistico, hanno visto arrivare lo scorso anno nel nostro Paese ben 350 mila persone, pari - ha sottolineato - al 4 per cento della popolazione israeliana". E se le opportunità di partnership che più interessano a Israele sono in ricerca, sviluppo e alta tecnologia, il vice presidente Bolzonello, menzionando diverse iniziative e aree di possibile interesse comune, tra cui l´agroalimentare, ha ricordato in particolare l´avvio di una fattiva collaborazione in tema di terapie oncologiche innovative tra il Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pn) ed analoghe strutture israeliane. Il cordiale colloquio si è concluso con l´impegno di Naor Gilon ad approfondire i contatti, anche favorendo la missione in Friuli Venezia Giulia di un addetto "tecnico" dell´ambasciata, per identificare i settori sui quali puntare per rafforzare le relazioni tra le due realtà.  
   
   
TOSCANA, ROSSI: “LA NUOVA LEGGE ELETTORALE VA APPROVATA ENTRO LA FINE DELL’ANNO”  
 
Firenze, 4 giugno 2013 – “La maggioranza che governa la Toscana ha preso l’impegno di rivedere la legge elettorale. Questo impegno va onorato e occorre farlo entro la fine di quest’anno”. E’ stato netto sui tempi, anche se possibilista sui contenuti, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenuto ieri pomeriggio al convegno promosso dal gruppo consiliare dell’Italia dei Valori presso l’Auditorium del Consiglio regionale sul tema “La nuova legge elettorale toscana: proposte, possibili intese, aspetti critici”. “Non demonizzo le preferenze – ha aggiunto il presidente – e i collegi uninominali possono rappresentare una soluzione. In ogni caso sono disponibile a dare il mio contributo ad una soluzione che non può essere patrimonio di una sola parte. Discutiamone quindi con i capogruppo e troviamo un’intesa. Vorrei però arrivare ad approvare la nostra riforma un minuto prima di quando verrà approvata la riforma del sistema nazionale”. Per Rossi tre livelli istituzionali locali (Comuni, Province, Regioni) non reggono in questa fase di crisi e si è augurato che il Governo decida entro luglio per l’abolizione delle Province. Quanto alla riforma nazionale ha detto di non avere problemi sul doppio turno e sul semipresidenzialismo “purchè si affrontino e si risolvano le questioni dell’incompatibilità e del conflitto di interessi”. Tornando alle decisioni regionali ha detto di apprezzare la scelta del Consiglio regionale di ridurre i consiglieri a 40 e gli assessori a 8, ha messo in guardia sul ritorno di un nuovo centralismo e ha indicato la necessità di istituire il Senato delle Autonomie con 120 membri al posto degli attuali 315, così come previsto anche dal documento stilato dai saggi nominati dal presidente Napolitano e così da risparmiare tra indennità e rimborsi 380 milioni di euro l’anno, ma di ritenere fondamentale anche la presenza dei Comuni e componenti del nuovo Senato tutti eletti indirettamente. “Aveva ragione Gianfranco Bartolini, presidente della Regione negli anni ’80 – ha concluso il presidente Rossi – a dire che occorre portare i territori dentro lo Stato. Se lo facciamo non avremo più problemi come quello dell’applicazione della Bolkestein che sta creando difficoltà perchè è mancata una sede democratica nella quale discutere le istanze portate dai territori”.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ VERTICALE INCENTIVATO: REGIONE RIPARTISCE “SPAZIO FINANZIARIO” DI 50 MILIONI DI EURO TRA LE 7 PROVINCE E 469 COMUNI VENETI  
 
Venezia, 4 giugno 2013 - Con un decreto del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, è stato ripartito il 31 maggio il plafond a disposizione per il Patto verticale incentivato 2013, secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità. “Esprimo soddisfazione per il raggiungimento di questo obiettivo – spiega l’assessore al bilancio e agli Enti locali, Roberto Ciambetti –, pur nella consapevolezza che il margine di manovra che riusciamo a offrire a Province e Comuni è purtroppo limitato. Ma posso anticipare che una nuova ripartizione tra gli Enti locali veneti per complessivi 30 milioni di euro di ulteriore ‘spazio finanziario’ sarà definita entro la fine del prossimo giugno se l’emendamento che abbiamo proposto in sede di Conferenza Stato-regioni sarà accolto dal Parlamento”. “Già con questa prima tranche – prosegue Ciambetti – consentiremo a numerose amministrazioni locali di effettuare pagamenti che altrimenti sarebbero rimasti bloccati, immettendo nuova liquidità nel sistema economico e onorando finalmente gli impegni assunti con aziende che attendevano la loro corresponsione per opere e lavori già eseguiti”. Con una deliberazione del 3 maggio scorso, la Giunta veneta, sulla base delle intese definite in sede di Conferenza permanente Regione-autonomie Locali, ha messo a disposizione un plafond complessivo di 50 milioni di euro, di cui euro 37,5 a favore dei Comuni e 12,5 a favore delle Province. La Regione, verificata la regolarità delle domande, che dovevano pervenire entro il termine del 17 maggio scorso, e l’esistenza dei requisiti di virtuosità degli Enti richiedenti, ha accertato la validità delle richieste avanzate dalle sette Province e da 469 Comuni veneti. In applicazione dei criteri di riparto, sono stati individuati i seguenti 5 plafond: plafond a favore delle sette Province, di importo pari a 12,5 milioni di euro (la richiesta complessiva di spazi finanziari, in base alle domande utili pervenute, era di oltre 96 milioni di euro); plafond a favore di un Comune che ha attestato di trovarsi in stato di criticità o di emergenza, determinato da contenziosi definiti con provvedimenti giudiziari o con lodo arbitrale, per un importo di 29 mila euro; plafond a favore di 413 Comuni, tra i 1.000 e 15.000 abitanti, per un importo di 26 milioni e 221 mila euro (la richiesta era di oltre 298 milioni di euro); plafond a favore di 49 Comuni, tra 15 mila e 50 mila abitanti, per un importo di 7,5 milioni di euro (la richiesta complessiva era di oltre 117 milioni di euro); plafond a favore di 6 Comuni con più di 50 mila abitanti, per un importo di 3 milioni e 750 mila euro (la richiesta era di oltre 143 milioni di euro). Gli Enti locali beneficiari, quindi, sono autorizzati a peggiorare il proprio obiettivo relativo al Patto di stabilità interno 2013 nei limiti della quota loro assegnata ed esclusivamente al fine di favorire i pagamenti dei residui passivi in conto capitale in favore dei creditori. La Regione, dal canto suo, ha dovuto rideterminare i propri obiettivi programmatici riducendoli di 50 milioni di euro, prevedendo, inoltre, che Anci e Upi regionali effettuino, con il coordinamento regionale, il monitoraggio sull’effettivo utilizzo del plafond concesso.  
   
   
GIUNTA REGIONALE MARCHE, TUTTE LE DELEGHE.  
 
Ancona, 4 giugno 2013 - Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha firmato il 31 maggio il decreto di assegnazione delle deleghe agli assessori regionali, dopo la nomina di ieri che ha ridefinito la Giunta regionale. Il percorso di riprofilatura dell’esecutivo arriva al termine del passaggio formale della verifica di metà mandato che ha definito le priorità di fine legislatura elaborate in Consiglio regionale: lavoro e piccole imprese; riforma sanitaria; ambiente; semplificazione e organizzazione dell’amministrazione regionale. Questa mattina si è svolta la prima seduta della nuova Giunta. Il presidente Spacca, nell’augurare buon lavoro ai neo assessori Paola Giorgi e Maura Malaspina, ha colto l’occasione per esprimere il proprio ringraziamento a Sandro Donati, Paolo Eusebi e Luca Marconi per l’impegno dimostrato e la preziosa attività svolta. “L’attribuzione delle deleghe risulta coerente con le priorità politiche e amministrative del programma di governo regionale che ispireranno questa ultima parte della legislatura – ha ribadito il presidente Spacca – Tra le questioni più rilevanti da affrontare e sulle quali l’esecutivo sarà chiamato a operare con ancora più incisività e impegno, figura il recupero della centralità delle micro e piccole imprese, che caratterizza il nostro sistema produttivo ed economico, attraverso misure di alleggerimento della fiscalità e di sostegno al lavoro. Altra questione rilevante sarà quella della riforma sociosanitaria, secondo il programma di governo, per garantire produttività e appropriatezza al sistema. Impegno verrà poi dedicato alla valorizzazione delle politiche energetiche sostenibili e legate allo sviluppo dell’agricoltura, insieme a una semplificazione delle macchina amministrativa regionale sia sul fronte delle procedure, che della riorganizzazione del personale sulla base dell’assegnazione delle risorse statali”. Questo perché, nel prossimo triennio, ha ricordato il presidente, alla Regioni verranno meno trasferimenti nazionali per 1 miliardo e 300 milioni di euro e ciò “renderà necessaria un’operatività che privilegi non i singoli settori, ma la capacità di fare sistema”. Spacca ha inoltre ricordato i criteri che hanno guidato la riprofilatura della Giunta: competenza, rappresentanza territoriale e politica, presenza femminile. Di seguito l’elenco completo dei componenti della Giunta con le relative deleghe. Antonio Canzian, Vicepresidente (Pd) commercio, fiere e mercati; tutela dei consumatori; lavori pubblici, edilizia pubblica, impianti ed infrastrutture sportive; urbanistica e governo del territorio; politiche per la montagna e territori montani; enti locali e partecipazione; servizi pubblici locali; progetto speciale per il Piceno; Sara Giannini (Pd) industria; artigianato; ricerca scientifica e tecnologica; sostegno all’innovazione per i settori produttivi; cave e miniere; pesca marittima e nelle acque interne; Paola Giorgi (Cd) politiche comunitarie; viabilità, infrastrutture, porti ed aeroporti; difesa del suolo e della costa; reti Ict e progetto cloud; protezione civile, polizia locale e politiche integrate per la sicurezza; diritti e pari opportunità; politiche giovanili; caccia e pesca sportiva; Marco Luchetti (Pd) lavoro; istruzione; diritto allo studio; formazione professionale ed orientamento; professioni; previdenza complementare ed integrativa; Pietro Marcolini (Tecnico) bilancio; finanze e federalismo fiscale; credito; provveditorato ed economato; rapporti con le agenzie, gli enti dipendenti e le società partecipate, in collaborazione con gli Assessori competenti; beni ed attività culturali; demanio e valorizzazione del patrimonio; persone giuridiche private; Maura Malaspina (Udc) beni ambientali; green economy; tutela e risanamento ambientale; gestione dei rifiuti; parchi e riserve naturali; risorse idriche; energia e fonti rinnovabili; agricoltura; sviluppo rurale; agriturismo; bonifica; zootecnia; forestazione; industria agroalimentare; alimentazione; Almerino Mezzolani (Pd) tutela della salute; veterinaria; volontariato; acque minerali, termali e di sorgente; Luigi Viventi (Udc) trasporti, reti di trasporto, mobilità e logistica integrata; riforma dell’organizzazione amministrativa e valorizzazione del personale; sostegno alla famiglia e servizi sociali; cooperazione allo sviluppo; emigrazione; immigrazione; promozione della cooperazione; Il presidente Gian Mario Spacca si riserva le competenze relative a: riforme istituzionali; rapporti con le istituzioni internazionali, comunitarie, nazionali e locali; internazionalizzazione; programmazione e politica regionale unitaria; turismo; sport e tempo libero; affari generali, istituzionali e legali; sistema statistico; ordinamento dell’informazione e della comunicazione; nomine.  
   
   
COMITATO DI SORVEGLIANZA POR FESR MARCHE 2007/2013.  
 
Ancona, 4 giugno 2013 - Nonostante un contesto socio-economico non favorevole, una perdurante contrazione degli investimenti privati, le politiche di spending rewiew e i vincoli del Patto di stabilità che hanno indebolito la capacità di spesa pubblica, i dati relativi all’avanzamento dei fondi europei nella Regione Marche ed in particolare del Programma Operativo Fesr 2007/2013 hanno fatto segnare un aumento positivo anche per il 2012. È questa in estrema sintesi quanto emerso nel corso del Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Fesr 2007/2013 della Regione Marche che si è tenuto il 30 maggio a Senigallia. A fine 2012 - si legge nel Rapporto Annuale presentato ieri al Comitato - il Por Marche ha emesso ben 42 bandi e finanziato circa 1400, di cui la maggior parte (59%) sull’asse 1 destinato all’innovazione e all’economia della conoscenza e su cui si concentrano gli interventi di aiuto alle imprese. Meno significativo il numero di operazioni finanziate negli assi 2 (Società dell’Informazione) e 4 (Accessibiltà ai servizi di trasporto), dove però prevalgono interventi di dimensioni considerevoli (es. Banda larga, interporto, ecc.). Dei 1400 interventi, inoltre, circa 560 risultano conclusi, con 322 km di infrastruttura per la banda larga già posata e pari al 91% del totale previsto. Gli indicatori riportati nel Rapporto presentato ieri al Comitato hanno evidenziato, inoltre, che i primi effetti del Programma si dispiegano sui settori della ricerca e delle energie rinnovabili. In entrambi i casi i progetti finanziati dal Por Marche rappresentano già oltre il 90% del valore previsto. Dal punto di vista della spesa, invece, il Programma ha fatto registrare nel corso del 2012 un’ottima performance, raggiungendo il 43,59% di spesa certificata, pari a 126 milioni di euro (7 in più di quelli richiesti dal target del 31 dicembre 2012 per evitare il disimpegno automatico delle risorse). Un incremento considerevole di circa il 30% (38 milioni di euro circa) rispetto al 2011 e che ha fatto emergere il buon andamento del Programma nonostante il contesto di crisi generale. Un dato confermato anche dall’Autorità di Gestione Mauro Terzoni il quale, nel corso del Comitato ha dichiarato che “il 2012 è stato per il Por Fesr Marche l’anno della sostanziale conclusione della fase di attivazione, con un’assegnazione di circa l’80% delle risorse previste dal piano finanziario del Programma. Questo - ha spiegato Terzoni - significa che il Programma può contare su una progettualità ormai avviata e che nei prossimi anni potrà assicurare flussi regolari di spesa, anche con effetti tangibili più evidenti sulla realizzazione e sugli impatti dei progetti”. Infine, nel corso del Comitato è stato presentato un catalogo di buone pratiche e di progetti significativi realizzati sul territorio e consultabile sul sito www.Europa.marche.it. Sono stati inoltre affrontati i temi del futuro ciclo di programmazione 2014/2020 Stamani i lavori della Regione Marche continuano con il Comitato d Sorveglianza del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo. Dati Per Asse: Asse 1 - "Innovazione ed economia della conoscenza" 19 bandi pubblicati; 17 graduatorie approvate (con 12 scorrimenti); 817 progetti finanziati; spesa al 59,57% della dotazione dell’asse Asse 2 - “Società dell’Informazione” 7 bandi pubblicati, 5 graduatorie approvate e 41 progetti finanziati spesa al 24,29% della dotazione dell’asse Asse 3 – “Efficienza energetica e promozione delle energie rinnovabili” 10 bandi pubblicati, 10 graduatorie approvate (con 13 scorrimenti) e 283 progetti finanziati spesa al 36,11% della dotazione dell’asse Asse 4 – “Accessibilità ai servizi di trasporto” 4 bandi pubblicati, 6 graduatorie approvate (con 4 scorrimenti) e 84 progetti finanziati spesa al 35,41% della dotazione dell’asse Asse 5 – “Valorizzazione dei territori” 2 bandi pubblicati, 1 invito alla presentazione di progetti da sottoporre al Fsu, 6 graduatorie approvate.  
   
   
SEMPLIFICAZIONE. SCIOLTE LE COMUNITÀ MONTANE DI PARMA EST, ALTA VALMARECCHIA E FORLÌ  
 
Bologna, 4 giugno 2013 – Sciolte le Comunità montane di Parma Est, Alta Valmarecchia e Forlì. Dopo quelle dell’Appennino bolognaese e dell’Appennino piacentino, la Regione ha provveduto, in accordo con i Comuni interessati, allo scioglimento di altre tre Comunità montane dell’Emilia-romagna. Con il decreto del 23 maggio scorso e sulla base della legge 21 del dicembre 2012, la Regione ha ora sciolto la Comunità montana dell’Alta Valmarecchia (in provincia di Rimini e comprendente i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant´agata Feltria e Talamello), dell’Unione Comuni Parma Est (in Provincia di Parma e comprendente i Comuni di Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Neviano degli Arduini, Calestano, Tizzano Val Parma, Palanzano, Corniglio e Monchio delle Corti) e dell’Appennino Forlivese (in provincia di Forlì-cesena e comprendente i Comuni di Civitella di Romagna, Galeata, Meldola, Predappio, Premilcuore e Santa Sofia). Obiettivo: risparmiare nei costi di gestione per liberare più risorse possibili per la cura del territorio, i servizi alla persona e il sostegno alle imprese. Il decreto di scioglimento prevede che, in tutti i casi, le Unioni che nasceranno tra i Comuni delle ex Comunità montane subentreranno nella proprietà del patrimonio e nella gestione del personale (a cui sarà, quindi, garantito il posto di lavoro). “A pochi mesi dall’approvazione della legge regionale, la Regione sta proseguendo speditamente sulla strada di un serio riordino amministrativo dei territori per avere istituzioni sempre più efficienti e vicine ai cittadini e alle imprese in modo da sostenerle in questo periodi di grave crisi in cui ognuno di noi deve fare sforzi”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna. “In un momento di recessione strutturale della nostra economia e di pesanti tagli agli Enti locali e alle Regioni è giusto ottimizzare le risorse disponibili concentrandole su servizi e investimenti mentre si deve risparmiare sui costi fissi di gestione. Con la nascita di Unioni, infatti, i Comuni manterranno tutti servizi e gli sportelli vicini ai cittadini, mentre centralizzeranno gli uffici interni”.  
   
   
AULLA E PODENZANA CHIEDONO DI FONDERSI, VIA LIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE  
 
Firenze, 4 giugno 2013 – Altri due comuni toscani scelgono di fondersi: o meglio chiedono di farlo. La giunta regionale, su proposta dell’assessore Bugli, ha approvato ieri la proposta di legge che tiene conto della richiesta dei Comuni di Aulla e Podenzana in provincia di Massa Carrara. Il provvedimento dovrà essere ora discusso dal Consiglio regionale, a cui spetterà anche fissare la data del referendum consultivo. Dare vita ad un comune unico aiuterà a gestire meglio alcuni servizi, a parità di risorse. Nelle scorse settimana la giunta aveva detto sì alle fusioni di Villafranca e Bagnone, sempre in Lunigiana, a Crespina e Lorenza in provincia di Pisa ed ancora prima a Scarperia e San Piero a Sieve nel Mugello, a Campiglia Marittima e Suvereto in provincia di Livorno e a Casciana Terme e Lari di nuovo in provincia di Pisa. Per la montagna pistoiese, ovvero i Comuni di San Marcello, Abetone, Piteglio e Cutigliano, e la Valbisenzio a Prato ci sono invece due iniziative portate avanti direttamente da alcuni consiglieri regionali. Il 16 giugno saranno chiamati alle urne i cittadini di Castel San Niccolò e Montemignaio in provincia di Arezzo. Referendum con esito positivo si sono già svolti ad aprile a Figline e Incisa Valdarno in provincia di Firenze (100 chilometri quadrati e 24 mila abitanti), a Fabbriche di Vallico e Vergemoli (75 kmq e 961 abitanti) in provincia di Lucca e a Castelfranco di Sopra e Pian di Scò in provincia di Arezzo (56 kmq per circa diecimila abitanti). I vantaggi sul bilancio – Ogni Comune che si fonde può contare oggi in Toscana su 250 mila euro l’anno di maggiori contributi regionali, per cinque anni, fino ad un massimo di un milione di euro per fusione. A questi si aggiungono i finanziamenti dello Stato, che variano a seconda della popolazione e sono il 20 per cento, per dieci anni, dei trasferimenti erariali che gli stessi Comuni potevano vantare nel 2010. I Comuni che si fondono sono anche esentati per 3 anni dal rispetto del tetto del patto di stabilità e in questo modo possono far ripartire gli investimenti.  
   
   
FONDI UE. LA PUGLIA RAGGIUNGE I TARGET. VENDOLA: "UN´ALTRA BUONA NOTIZIA"  
 
Bari, 4 giugno 2013 - Fondi europei, la Puglia raggiunge e supera i target di spesa assegnati per il 31 maggio. Una dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “Dopo i complimenti del Commissario europeo per le politiche di coesione, Johannes Hah, che ha segnalato le performences positive della Puglia sia dal punto di vista quantitativo della spesa effettuata che dal punto di vista delle buone pratiche a livello continentale (come nel caso delle politiche per l’innovazione), ora un’altra buona notizia è certamente quella del raggiungimento dei target di spesa che ci erano stati assegnati per il 31 maggio del corrente anno. La Puglia spende più di un quarto dell’intero ammontare delle risorse comunitarie per l’intera Italia (cioè di tutte le regioni messe insieme, sia quelle dell’obiettivo convergenza che quelle dell’obiettivo competitività), si avvicina al 50% della spesa complessiva del “fondo per lo sviluppo regionale”, supera in velocità tutti gli ostacoli frapposti dalla pletora di norme e regolamenti che rendono affannosa sia la spesa che la sua rendicontazione. Alla luce di questi risultati, diventerebbe davvero incomprensibile e beffardo per noi doverci trovare nella condizione di fermare di colpo la macchina, perché lo sbarramento del patto di stabilità ci chiede di usare il freno a mano. Noi siamo capaci di spendere, abbiamo l’unica autorità di Audit con una certificazione di qualità (Iso 9001), abbiamo raggiunto risultati davvero inimmaginabili ancora pochi anni fa: ma dover bloccare tutto, mentre la crisi peggiora di giorno in giorno la condizione sociale del Paese e anche della nostra regione, sarebbe una prova di miopia sociale e di sadismo istituzionale. Per questo attendiamo con ansia che il governo italiano, nelle sedi europee e ovunque sia necessario, si impegni a toglierci il cappio di quei vincoli assurdi dal collo delle nostre economie”.  
   
   
FVG, AUTONOMIE LOCALI: SPAZI FINANZIARI DA REGIONE A PICCOLI COMUNI  
 
Udine, 4 giugno 2013 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica Paolo Panontin, ha approvato l’ 1 giugno la ripartizione dei cosiddetti "spazi finanziari regionali" assegnati ai Comuni soggetti al patto di stabilità della Regione. Si tratta di risorse per complessivi 30 milioni di euro destinati con priorità agli enti territoriali con una popolazione sino a circa 5 mila abitanti, dunque i Comuni demograficamente più piccoli del Friuli Venezia Giulia, per ulteriori pagamenti 2013 alle imprese di lavori pubblici già completati o già aggiudicati entro il 31 dicembre 2012. Con questa delibera si completa quindi il percorso dell´assegnazione ai Comuni degli spazi finanziari resi disponibili agli Enti locali per un importo complessivo di 90 milioni di euro (15 milioni alle Province e 75 milioni ai comuni). La Giunta regionale, con la delibera adottata oggi, prende anche atto di quanto previsto nel decreto legge 35 del 2013, come risposta alle istanze della Regione, in merito agli spazi finanziari attribuiti direttamente dallo Stato. In risposta alle proprie istanze, la Regione aveva infatti ottenuto l´esclusione dal patto di stabilità interno di pagamenti in conto capitale da parte degli Enti locali del Friuli Venezia Giulia per circa 47 milioni di euro.  
   
   
LA DIRETTA STREAMING DELLA GIUNTA TOSCANA DEL 3 GIUGNO FRA GLI ARGOMENTI: LAVORI PUBBLICI, RISCHIO IDRAULICO, PICCOLO COMMERCIO  
 
Firenze, 4 giugno 2013 – Si è tenuta ieri mattina nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana Notizie: un’ora e mezzo in cui sono state discusse ed approvate trentatré delibere. Tra i provvedimenti più importanti c’è la ripartizione di 2 milioni e 500 mila euro per i presidi di cure intermedie: 500 posti letto in tutta la Toscana, di cui i primi dodici sono stati inaugurati qualche settimana fa a Prato. Il presidente e la giunta si sono soffermati a lungo, nel corso della discussione, anche sull’approvazione del prezzario per i lavori pubblici 2013 – “uno strumento utile per gli enti locali che devono appaltare un’opera, per calibrare le offerte sulla base dei costi reali di produzione” ha sottolineato il presidente Rossi – e gli interventi contro l’erosione delle coste e la difesa del sistema idrogeologico. Tra i provvedimenti approvati oggi segnaliamo dunque: la delibera presentata dal presidente Rossi relativa all’approvazione del prezzario dei lavori pubblici della Regione Toscana per l’anno 2013 (dal minuto 3.15 al minuto 9.30). La delibera presentata ancora dal presidente Rossi con cui si finanzia l’attività di monitoraggio e rapida allerta per fenomeni di sprofondamento tra Rio Marina e Rio nell’Elba sull’isola d’Elba, visto che, dopo l’evento che si è verificato lo scorso 13 gennaio ed ha provocato il collasso di entrambe le carreggiate della strada provinciale Sp 26 in località “Il Piano”: per quest’anno sono stati stanziati 96.800 euro a favore della Provincia di Livorno(dal minuto 9.31 al minuto 10.45). Lo stanziamento, proposto dall’assessore Anna Rita Bramerini, di ulteriori 4 milioni e 432 mila euro a favore di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico nei territori colpiti da frane ed alluvioni lo scorso marzo (dal minuto 42.05 al minuto 43.05). L’approvazione del progetto “Piccolo è grande” per la qualificazione del piccolo commercio, illustrato dall’assessore Cristina Scaletti e finanziato con 865 mila euro (dal minuto 1:13:35 al minuto 1:15:52 ) il riparto di 2 milioni e 500 mila euro per i presidi di cure intermedie, presentato dall’assessore Luigi Marroni (dal minuto 1:20.52 al minuto 1:24.40) Si ricorda che gli atti approvati sono disponibili all’indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew dopo la loro verbalizzazione da parte degli uffici regionali.  
   
   
PUGLIA: CHIUSURA POSITIVA POR 2000/2006. VENDOLA: "RISULTATO PARTICOLARMENTE POSITIVO"  
 
Bari, 4 giugno 2013 - Dopo una lunga attività di controllo, svolta dalla Commissione Europea, si chiude positivamente la rendicontazione del Por Puglia 2000-2006 con la piena riconferma degli ammontari di spesa certificati nel periodo gennaio 2000/giugno 2009. L’approvazione della rendicontazione del Fondo Sociale Europeo segue infatti quella già avvenuta nei mesi precedenti con esito positivo per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. “Sono molto soddisfatto - dichiara il Presidente Vendola – per il lavoro svolto dalle strutture regionali, un lavoro che ha permesso di confermare tutti i finanziamenti accordati negli anni scorsi ad imprese ed enti pubblici, consentendo alla Puglia intera di conseguire concreti miglioramenti in tanti settori della vita economica, culturale e sociale. Tale attività ha consentito infatti, di superare positivamente le verifiche della Commissione svoltesi in questi anni, a differenza invece di quanto accaduto in altre Regioni dove sono stati proposti ingenti tagli, con conseguenze negative per i progetti definanziati. Si tratta di un risultato particolarmente positivo per la nostra Regione che conferma ulteriormente l’ottimo lavoro, compiuto negli anni precedenti, nella gestione dei fondi comunitari che rappresenta a tutt’oggi un insostituibile riferimento per l’attuale programmazione”.  
   
   
FONDI UE. RAGGIUNTI E SUPERATI I LIVELLI DI SPESA FSE PUGLIA 2007/2013  
 
Bari, 4 giugno 2013 - A maggio 2013, il Programma Operativo Fse Puglia 2007/2013 ha raggiunto un livello di spesa (in termini di totale pubblico cumulato) di 486.530.781,94 euro (corrispondente ad una spesa in termini di quota comunitaria di 295.521.475,78 euro), pari al 46,20% della dotazione del Programma. L’incremento di spesa certificata – quota comunitaria - rispetto a dicembre 2012 (€ 267.656.405,26) è stato di circa 28 Meuro in valore assoluto (27.865.070,52 euro), corrispondente ad un incremento in termini percentuali di quasi il 10%. Il target di spesa previsto a maggio (pari a 294.110.869,50 euro) è stato quindi raggiunto e superato di quasi 1,41 M€. La Regione Puglia e gli Organismi Intermedi (Province di Bari, Bat, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto) hanno proseguito nell’azione di attuazione del sostegno all’adattabilità dei lavoratori, all’occupabilità dei disoccupati e/o inoccupati, alla innovazione, produttività e competitività delle imprese, alla promozione delle politiche passive e attive del lavoro e dell’inserimento lavorativo, con particolare attenzione alle categorie svantaggiate, e alle operazioni riconducibili all’apprendimento permanente. Con particolare riguardo all’avanzamento realizzativo del Programma, si fornisce un quadro sintetico delle principali attività oggetto di certificazione di spesa nei primi cinque mesi del 2013, precisando che comunque sono in corso di realizzazione e di controllo numerose altre attività su tutti gli Assi del P.o. Fse Puglia 2007/2013, finanziate nel corso degli anni precedenti. Asse I – Adattabilità Avviso n. 1/2010 - “Riqualificazione O.s.s.”, avente l’obiettivo di promuovere la riqualificazione in O.s.s. (Operatore Socio Sanitario) di tutte le risorse umane già in servizio presso strutture, aziende e società operanti nel sistema socio-sanitario; Asse Ii – Occupabilità Avviso “Dote Occupazionale”, intervento che intende adottare misure di sostegno all’occupazione nell’intero territorio della Regione, destinate a: lavoratori/lavoratrici disoccupati/e da almeno sei mesi; inoccupati/e, donne, immigrati lavoratori disabili prevedendo in favore dei suddetti lavoratori una dote assunzionale fino al 50%, o 75% se disabili, del costo salariale annuo lordo a seconda della categoria di appartenenza dei lavoratori. È proseguita inoltre l’attuazione degli interventi relativi al Potenziamento dei Centri per l’Impiego (D.g.r. N. 1281 del 21/07/2009 ) le Azioni di politiche attive nell’ambito del programma anticrisi nell’ ambito dell’Avviso n. 2/2010, nonché la Convenzione tra Regione Puglia e Guardia di Finanza, con la quale, nel corso del 2010, si è proceduto alla implementazione delle azioni finalizzate ad agevolare l’emersione dei lavoratori non regolari. Asse Iv - Capitale Umano Avvisi Pubblici nn. 1/2008 – 4/2008 – 18/2009 - 3/2011 “Ritorno Al Futuro”, che hanno finanziato borse di studio per la frequenza di master post lauream per attività di specializzazione in Italia e all’estero per giovani disoccupati cofinanziate dal Fse, dallo Stato e dalla Regione Puglia. Avvisi Pubblici nn. 6/2010 - 5/2011 “Diritti A Scuola”, il cui obiettivo di “Diritti A Scuola” è stato quello di finanziare progetti volti a sostenere l’innalzamento dei livelli di istruzione dei giovani maggiormente in difficoltà, e favorirne il successo scolastico attivando azioni, complementari agli interventi scolastici, volte a promuovere lo sviluppo delle competenze di base e trasversali, in particolare nell’area della lettura/comprensione, della matematica e delle scienze, e contemporaneamente a prevenire e contrastare l’abbandono scolastico, agevolando l’integrazione scolastica degli alunni in difficoltà per favorire la maturazione di scelte consapevoli. Asse V – Transnazionalità E Interregionalità Voucher per la partecipazione di giovani occupati al Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione. Il progetto inserito nel Piano straordinario per il lavoro in Puglia è finalizzato a creare una rete di collaborazione sul tema dell’Alta formazione e a sviluppare l’implementazione del Catalogo interregionale di Alta formazione. Attvita’ Delegate Alle Province /O.i. La Regione Puglia, con l’art. 22 della L.r. N. 15 “Riforma della formazione professionale” del 07/08/2002, ha provveduto ad individuare le amministrazioni provinciali quali soggetti delegati alla realizzazione delle attività di formazione professionale. Con Deliberazione n. 1575 del 04.09.2008 avente ad oggetto “Por Puglia Fse 2007/2013: Atto di programmazione per l’attuazione degli interventi di competenza regionale e per il conferimento di funzioni alle province pugliesi” la Giunta Regionale, d´intesa con le Province, ha dato attuazione all’art. 2 della L.r. N. 32/2006, conferendo alle Province pugliesi funzioni nell´ambito del Por Puglia Fse 2007/2013 e relative risorse, per un importo pari al 30,25% (€ 387.007.960) dell´intera dotazione del Por (€ 1.279.200.000) Tanto premesso, nei primi mesi del 2013, sono state certificate spese relative a varie attività finanziate dalle Province a valere sugli Assi delegati I – Ii – Iv del P.o. Puglia F.s.e. 2007/2013.  
   
   
LA RAGIONERIA DELLA REGIONE CALABRIA HA EFFETTUATO PAGAMENTI PER UN TOTALE DI CIRCA 42 MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 4 giugno 2013 - La Ragioneria generale della Regione Calabria ha effettuato, nel corso di quest’ultima settimana, pagamenti per un totale di circa 42 milioni di euro. L’importo più consistente è stato destinato al settore dei trasporti, si tratta di 20.258.000 euro che sono le mensilità´ di aprile e di maggio e che sono stati suddivisi tra le società consortili affidatarie dei servizi di trasporto pubblico locale e il Comune affidante degli stessi servizi. Dunque circa quaranta mila euro sono stati liquidati al Comune di Nardodipace; tre milioni e seicentomila euro alla Società Consortile Autolinee Regionali; sei milioni e mezzo al Consorzio Meridionale Trasporti; un milione e settecentomila euro al Consorzio Autolinee due; due milioni alla società consortile Trasporti integrati calabresi; circa un milione e duecentomila euro alla società consortile Trasporti regionali calabresi; 5 milioni alla società consortile Autoservizi dei Due Mari. Liquidati anche i fondi per i lavoratori forestali calabresi. Il totale e´ di circa sedici milioni di euro liquidati a favore di Afor, Parco Naturale regionale delle Serre e Consorzi di Bonifica e sono destinati al pagamento degli stipendi degli operai impegnati nella manutenzione del patrimonio boschivo. Cinquecentomila euro sono stati invece pagati all’Ara, l’associazione regionale degli allevatori. Anche in questa settimana la Regione ha erogato risorse per tenere sotto controllo l’emergenza rifiuti: su disposizione del Dipartimento Ambiente e´ stato trasferito un milione e mezzo di euro alla società Markab Group per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani negli impianti di Lamezia Terme, Rossano, Sambatello, Siderno, Gioia Tauro, Crotone e Catanzaro. Circa 1,7 milioni di euro sono stati liquidati alla ditta Daneco impianti che gestisce la struttura di Pianopoli. La Ragioneria generale ha infine liquidato un milione e duecentomila euro su richiesta del Dipartimento Lavoro e Formazione per Borse Lavoro e la somma di cinquecento milioni del Por Fesr 2007/2013 destinata a pagamenti vari disposti dai Dipartimenti Cultura, Economato, Turismo e Agricoltura. “Lavoriamo sodo - ha commentato l’assessore al Bilancio e alla Programmazione nazionale e comunitaria Giacomo Mancini - per dare risposte a cittadini, famiglie e imprese ”.  
   
   
OCCUPAZIONE: DA DATI ISTAT ALCUNI SEGNALI POSITIVI PER L’UMBRIA  
 
Perugia, 3 giugno 213 - "Un quadro di luci e ombre in cui emerge un incremento di 5mila occupati rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente". Così l´assessore regionale allo Sviluppo economico e alle Politiche attive del lavoro commenta i dati Istat relativi al primo trimestre 2013. "Un dato confortante in valore assoluto e in valore percentuale - sottolinea - e che rappresenta la miglior performance rispetto a tutte altre regioni italiane, in una condizione in cui solo 4 di esse hanno fatto registrare dati positivi su questo versante. Un dato che appare positivo - aggiunge - anche alla luce del fatto che ne hanno beneficiato principalmente le donne, tra le più svantaggiate, ancorché il tutto si realizzi in un contesto di forti asimmetrie settoriali. Infatti, a crescere sono stati soprattutto i settori del commercio e dei servizi, mentre dati segnali negativi continuano a pervenire dall´industria e dalla manifattura, confermando un trend preoccupante, e soprattutto dal settore delle costruzioni". "La crescita delle forze lavoro e del tasso di attività - prosegue Riommi - ha prodotto, inoltre un fenomeno che potrebbe sembrare in contraddizione rispetto al dato positivo sull´occupazione, e cioè un incremento del tasso di disoccupazione che si colloca tuttavia al 10,5%, ben al di sotto della media delle regioni del Centro Italia (11,5%) e del dato nazionale (12,8%). Anche la lettura in controluce di un dato comunque non positivo, sembra far emergere una tendenza di fondo legata al maggior numero di persone che cercano lavoro come esito di un mercato che sembra offrire maggiori opportunità rispetto al passato". "Vogliamo essere fiduciosi - conclude l´assessore - rispetto a una condizione di complessiva difficoltà del sistema produttivo che tuttavia appare mostrare i primi segnali di inversione di tendenza".  
   
   
AMMORTIZZATORI SOCIALI; SARDEGNA, GOVERNO REPERISCA FONDI  
 
Cagliari, 4 giugno 2013 - La Regione Sardegna ha garantito con circa 63 milioni di euro di fondi regionali la copertura delle domande pervenute in assessorato per la Cig in deroga, diventata “una vera e propria emergenza sociale”. L’ha spiegato l’assessore del Lavoro, Mariano Contu, intervenendo a Montecitorio, all’audizione dei rappresenti delle Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, da parte delle commissioni lavoro e bilancio, nell’ambito dell’esame della conversione in legge del decreto legge 54 del 21 maggio 2013, sul tema del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. L’esponente della Giunta Cappellacci ha aggiunto che per soddisfare il fabbisogno del 2012 di tutti i destinatari dell’intervento, serve un’ulteriore assegnazione di 12 milioni, dal momento che il decreto di rifinanziamento consente l’utilizzo delle risorse solo per l’anno 2013. Inoltre, le risorse già assegnate e quelle previste dal decreto sono sufficienti solo per il mese di maggio 2013. "Associandoci, pertanto, a questo già richiesto dalle altre regioni, chiediamo al Governo - ha sottolineato Contu - di reperire le risorse accertate per chiudere il 2012 e quelle necessarie per tutto il 2013. Poiché la competenza di concessione degli ammortizzatori sociali è esercitata dalle amministrazioni regionali per conto dello Stato, è forte ed unanime il convincimento delle regioni che sia inopportuna una compartecipazione finanziaria per sostenere l’intervento, a valere sui rispettivi bilanci regionali".  
   
   
AMMORTIZZATORI SOCIALI, PUGLIA: DAL GOVERNO CENTRALE NESSUNA CERTEZZA  
 
Bari, 4 giugno 2013 - L’assessore al Lavoro, Leo Caroli, ha partecipato il 31 maggio alla riunione degli assessori regionali al Lavoro a Roma con il ministro Giovannini. “Ancora una volta per il tema degli ammortizzatori sociali in deroga non ci sono risposte dal governo – ha detto Caroli al termine dell’incontro”. “Non c’è certezza di risorse per il rifinanziamento, perché ci sono 288 milioni provenienti dall’ex fondo Fas, che è cofinanziato dalle regioni meridionali e che quindi sarebbe a rischio”. “Dopo i ripetuti annunci da parte del governo sullo sblocco degli ammortizzatori sociali – prosegue – i lavoratori pensano che i fondi siano già nella disponibilità dell’Inps per il pagamento. Non è vero: mancano le certezze e quindi anche i fondi sembrano del tutto virtuali”. “Infatti – continua Caroli - nel caso dell’attingimento dai fondi ex Fas, stanziati soprattutto per il Mezzogiorno: non è chiaro se questi saranno ripartiti tra tutte le 20 regioni. Nel caso, arriveremmo al paradosso, ad esempio, che con i fondi già stanziati per lo sviluppo della Puglia si finanzierebbe la Cigs per la Lombardia. Non si capisce se al contrario i fondi ex Fas ritornino invece nella disponibilità delle sole regioni meridionali: tutto ciò alimenta l’incertezza su modalità e tempi”. “Altre risorse – prosegue – inoltre sarebbero prese dai fondi per la produttività e per la formazione: ancora non c’è alcuna certezza su tempi e modi. La Regione Puglia ha comunque chiesto chiarezza sul coinvolgimento della conferenza delle Regioni sulle decisioni e sui nuovi criteri di redistribuzione, visto anche che si tende a stringere le maglie dei trattamenti di mobilità per favorire la Cigs: ricordiamo che sono molti i lavoratori pugliesi in mobilità, rispetto a quelli in Cigs di altre regioni. Anche l’unica nota positiva – l’impegno del Governo a sanare lo sbilancio del 2012 per i trattamenti autorizzati – resta con un punto interrogativo, perché non è chiaro con quali risorse si possa pagare”.  
   
   
LAVORO: CALA DISOCCUPAZIONE IN ABRUZZO. CHIODI, INVERTITO TREND  
 
Pescara, 4 giugno 2013 - Scende il tasso di disoccupazione in Abruzzo dell´1,27 in evidente controtendenza rispetto al dato nazionale che, purtroppo, fa registrare una crescita del numero dei disoccupati dello 0,1 per cento. Ma anche rispetto a tutte le altre regioni italiane, l´Abruzzo conserva il primato tranne che verso la Basilicata dove decresce la disoccupazione, anche se in misura inferiore. I dati Istat fanno riferimento alle rilevazioni del primo trimestre 2013. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, che giudica la novità "la notizia più bella dell´anno. In un momento in cui il grave problema della disoccupazione impegna l´agenda politica di tutti i paesi europei e del nostro, in particolare - evidenzia Chiodi - il fatto che l´Abruzzo segni una inversione di rotta ci rende felici per tutti quei giovani, donne e uomini che possono guardare al mercato del lavoro interno con un cauto ottimismo e nello stesso tempo speranzosi che nuovi spiragli si aprano per tutti". Per il Presidente, il dato "ci inorgoglisce come amministratori pubblici. Infatti, il risultato, oltre che alla tenacia e alla solidità dell´imprenditoria abruzzese, è anche frutto di politiche mirate a recuperare la forza lavoro soprattutto tra donne e giovani. Tali misure - aggiunge il Presidente - non vanno disgiunte da manovre coraggiose spalmate in questi ultimi quattro anni, che hanno abbattuto il debito, tagliato la spesa pubblica ma, soprattutto, ridotto le tasse". Nel confronto con il primo trimestre 2012 il tasso di attività e di occupazione sono stabili mentre scende il tasso di disoccupazione dal 12,77 del 2012 all´11,5 di oggi.  
   
   
LAVORO, AMMORTIZZATORI SOCIALI, LIGURIA: NESSUNA CERTEZZA DAL MINISTRO SUL FINANZIAMENTO  
 
Genova, 4 Giugno 2013 - "Un incontro interlocutorio che non ha dato nessuna certezza sull´erogazione delle risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga". L´assessore al lavoro della Regione Liguria, Enrico Vesco non è soddisfatto dell´esito dell´incontro che si è svolto venerdì 31 maggio tra gli assessori al lavoro delle regioni italiane e il Ministro alle politiche sociali e lavoro, Enrico Giovannini in sede di Conferenza Stato Regioni, per sciogliere il nodo delle risorse da destinare agli ammortizzatori sociali in deroga. "Il Ministro – ha sottolineato Vesco – non ci ha dato certezze sui tempi di esigibilità delle risorse da poco stanziate, un miliardo di euro a livello nazionale, necessari per arrivare almeno fino a fine luglio, pertanto non posso dire di essere soddisfatto". Un nodo, quelle delle risorse, che si va ad aggiungere a quello dei criteri di riparto e dell´equiparazione dei diritti dei lavoratori, tra chi lavora nelle grandi e nelle piccole aziende. "Su quest´ultimo punto – ha sottolineato Vesco – il Ministro si è reso disponibile ad aprire un tavolo di confronto con le regioni per uniformare le modalità di erogazione della cassa integrazione in deroga su tutto il territorio nazionale, prendendo come spunto la bozza di accordo quadro nazionale pro posposto dalle regioni che dovrà costituire la base per un decreto interministeriale, con una particolare attenzione al monitoraggio della spesa che è oggi all´origine del rallentamento dei pagamenti ai lavoratori". Sul tema delle risorse, che non è ancora stato sciolto, le regioni si incontreranno nuovamente mercoledì 12 giugno con il sottosegretario Carlo Dell´aringa, delegato dal Ministro ad occuparsi della vicenda.  
   
   
LAVORO, UMBRIA INCONTRO REGIONI CON MINISTRO: BENE METODO, MA PER CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA POCHE RISORSE E TEMPI INACCETTABILI  
 
Perugia, 3 giugno 2013 - Apprezzamento per l´apertura del confronto con le Regioni, ma preoccupazione per i tempi dell´erogazione delle risorse relative alla cassa integrazione in deroga. È quanto ha espresso l´assessore regionale Vincenzo Riommi al termine della riunione che si è tenuta il 31 maggio a Roma tra gli assessori regionali alle Politiche del lavoro e il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, durante la quale sono stati discussi i temi centrali della cassa integrazione in deroga, della gestione dei servizi pubblici per il lavoro, della riforma dei requisiti che riguardano la determinazione della condizione di disoccupazione e del nuovo apprendistato. "Abbiamo apprezzato in maniera convinta il metodo del confronto che è stato inaugurato dal ministro Giovannini rispetto a temi di importanza determinante per la tenuta della coesione sociale del paese e per lo sviluppo e l´occupazione - ha detto Riommi - Non possiamo al tempo stesso, con franchezza, non rimarcare i segnali di preoccupazione che nonostante la tempestiva emanazione da parte del nuovo Governo del decreto legge 54/2013 che rifinanzia la cassa integrazione in deroga, derivano dalla tempistica prevista per la messa a disposizione delle risorse da parte del Ministero del Lavoro con il concorso del Ministero dell´Economia. Infatti - ha spiegato - a fronte di uno stanziamento che comunque riteniamo inadeguato, il rischio di dilazione nei tempi di disponibilità delle risorse potrebbe arrecare gravi difficoltà anche a Regioni come l´Umbria che sono tra le poche che ancora, grazie a una virtuoso modello di gestione degli ammortizzatori sociali, sono in grado di continuare ad assicurare l´integrazione salariale a tutti colo che ne hanno diritto. Un tema, questo delle risorse, sul quale l´Umbria e le altre Regioni continueranno a incalzare il Governo rispetto a impegni assunti e non rinviabili". "Altra questione su cui abbiamo richiesto il confronto urgente - ha aggiunto l´assessore regionale - è quella relativa alla messa in sicurezza dell´attività dei Centri per l´impiego, che incardinate presso le Province, rischiano di bloccarsi il 31 dicembre di quest´anno alla luce delle norme vigenti in ordine al venir meno delle funzioni delle Province. Una preoccupazione, questa, accresciuta dalla rilevanza del ruolo di questi servizi rispetto alla mole di attività che vengono realizzate specie in un periodo caratterizzato dall´accentuarsi della crisi economica come l´attuale".  
   
   
FVG, LAVORO: AVVIATA PROGRAMMAZIONE FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
Udine, 4 giugno 2013 - - "Il Programma operativo del Fondo sociale europeo 2007/2013 si è dimostrato un rilevante strumento per l´attuazione delle politiche per l´occupazione e per il rafforzamento delle competenze delle risorse umane. I buoni livelli di attuazione, però, non hanno consentito una programmazione 2013 in linea con gli anni precedenti. Stiamo valutando la possibilità di utilizzare ulteriori risorse nell´ambito di una rimodulazione del Fondo europeo per lo Sviluppo sociale". L´assessore al Lavoro Loredana Panariti ha sintetizzato così la relazione portata l’ 1 giugno all´attenzione della Giunta regionale sull´ultima fase della programmazione del Fse e sull´avvio di quella relativa al periodo 2014/2020. L´intervento deciso oggi assegna ulteriori risorse al Piano operativo regionale/Por del Fondo sociale europeo per la realizzazione di misure che vanno nella direzione di un rapporto sempre più stretto tra formazione, istruzione e lavoro e mirano a potenziare i servizi a favore di chi è in cerca di occupazione sui territori. "Le direzioni regionali interessate - ha detto Panariti - stanno avviando i lavori di programmazione per il 2014-2020 in modo da individuare le linee strategiche del prossimo programma operativo in relazione all´occupazione e l´apprendimento permanente, alla lotta alla povertà ed all´inclusione sociale".  
   
   
PROGETTO GIOVANI. LA FOTOGRAFIA DELLA PRECARIETÀ GIOVANILE. PRESENTATA A BOLOGNA UN´INDAGINE DI REGIONE, COMUNI DI MODENA, CESENA E PIACENZA E UNIVERSITÀ.  
 
Bologna, 4 giugno 2013 – Sono oltre 400 i giovani tra i 15 e i 34 anni che hanno preso parte all’indagine “La precarietà giovanile nei Comuni di Modena, Cesena e Piacenza”, presentata oggi a Bologna ed elaborata dall’Università di Modena e Reggio Emilia su impulso del Comune di Modena e in collaborazione con la Regione Emilia-romagna e il coinvolgimento dei Comuni di Cesena e di Piacenza. Si tratta di un primo prodotto (un’analisi di tipo esplorativo) elaborato nell’ambito delle attività dell’Osservatorio giovani regionale e rientra all’interno di un più ampio programma di azioni ed interventi a favore delle giovani generazioni attuato dalla Regione Emilia-romagna. Lo studio fotografa una realtà che, se pur parziale, può ben rappresentare il panorama dell’intera regione e contiene molti dati sulla percezione giovanile della precarietà nei diversi ambiti della vita. “Questa ricerca, che ha il merito di parlare direttamente con i giovani, contiene molti dati sulla loro percezione della precarietà nei diversi ambiti della vita, dal lavoro alle relazioni”, ha detto l’assessore regionale al Progetto giovani Donatella Bortolazzi nel corso del convegno di presentazione che si è tenuto questa mattina in Regione e che ha visto, tra i relatori, gli assessori comunali di Modena, Cesena e Piacenza, Fabio Poggi, Matteo Marchi e Paola Beltrani, e il professor Claudio Baraldi dell’Università di Modena e Reggio Emilia. “Il tema della precarietà tocca l’intera sfera personale condizionando il senso di fiducia rispetto al futuro”, ha sottolineato l’assessore Bortolazzi. “La ricerca conferma segnali di una crisi di fiducia che vogliamo contribuire a contrastare, in collaborazione con il territorio, con politiche e interventi che, senza sostituirsi o sovrapporsi a quelli di altri assessorati, vogliono favorire percorsi di indipendenza e autonomia, di azione e pensiero più che economica, dei giovani, cercando di intercettare e affiancare i soggetti più propensi ad uscire dai normali percorsi di formazione e di ricerca di impiego. Centrale può diventare allora l’attenzione agli spazi di aggregazione giovanile, ampiamente intesi, quali luoghi di relazione, incontro, confronto ma anche di risposta che, per questo, sono da rafforzare e sostenere”. La ricerca - Per quanto riguarda gli intervistati, il 70,4% studia, mentre il 29,6% no. Tra questi il 73% è in una condizione lavorativa precaria (23% disoccupati, 16% in cerca di prima occupazione, 19% lavoratori a tempo determinato, 14% lavoratori a contratto). I dati, in sintesi, raccontano di una crisi di fiducia sempre più emergente tra i giovani. Se, infatti, l’81,6% degli intervistati vede oggi più rischi rispetto al passato recente, solo 44,9% ha più fiducia rispetto all´anno precedente: il che significa che il 36,7% vede più rischi e non ha più fiducia. Inoltre, la maggioranza dei rispondenti (43,7%) afferma che prendere decisioni oggi è più difficile rispetto a un anno fa. Gli elementi di preoccupazione aumentano se si guarda il sesso degli intervistati (il 60,2% di ragazze dichiara di avere meno fiducia nel futuro di quanto non ne avesse un anno prima) e con l’avanzare dell’età (ha più fiducia il 76,6% degli under-20 e solo il 65,1% degli over-20). I contesti sociali nei quali i giovani piacentini, modenesi e cesenati percepiscono più acutamente una condizione di precarietà sono il lavoro e la scuola, mentre il gruppo di amici, la famiglia e, con qualche ambiguità, il rapporto di coppia sono contesti percepiti come “rifugio”: la precarietà è associata al lavoro nel 65,5% dei casi, alla scuola per il 40,2% mentre agli amici nel 17,2%, alla famiglia nel 14,9% e alla coppia nel 33,2%. Per quanto riguarda l’occupazione, la precarietà è principalmente connessa a difficoltà di accesso alle esperienze di lavoro (nessuno prende in considerazione le candidature presentate) anche se il 65,5% degli intervistati si aspetta precarietà a un anno e il 52,9% anche a 10 anni. L’osservazione della condizione di precarietà non comporta comunque, se non per una piccola parte di giovani, il ritiro dalla partecipazione attiva sulla base di una sfiducia radicale (il “di solito non sono disposto a comunicare”). Questa percentuale è bassa: 9,5% famiglia, 4,6% scuola lavoro e 2,5% amici. Anzi, la grande maggioranza dei giovani, in tutti i contesti sociali, si dichiara disponibile a rischiare sulla base della fiducia (cioè “comunica senza problemi anche se non sono come gli altri reagiranno”). Queste le percentuali: 57,1% scuola-lavoro, 74,1% amici, 59,9% famiglia, 62,8% coppia. In sostanza, la disponibilità a concedere fiducia è basata sull’affettività, contesto in cui ci si rifugia a fronte di altri in cui la pressione sociale è molto più alta o anche e soprattutto in un momento di crisi di fiducia. È, infine, da sottolineare il fatto che il lungo periodo permette ancora di sperare, dunque di provare fiducia anche nei contesti e per le età in cui la sfiducia nel breve periodo è elevata: per quanto riguarda, ad esempio specificatamente il lavoro, se ha fiducia a un anno il 43,8% degli intervistati, la percentuale sale al 55% a 10 anni. I progetti per i giovani e il nuovo bando regionale per i giovani - Anche per quest’anno la Regione Emilia-romagna conferma le risorse per sostenere i progetti degli Enti locali a favore dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni. Il nuovo bando, che sarà approvato dalla Giunta nei prossimi giorni, destina 400 mila euro agli Enti locali per attività aggregative, cittadinanza attiva, informazione e azioni propedeutiche al lavoro in tutte le province dell’Emilia-romagna. In particolare, per quanto riguarda i territori oggetto di indagine, l’assessorato regionale Progetto giovani, grazie ai finanziamenti della L.r. 14/08, ha anche realizzato o sta realizzando una serie di azioni pilota. A Cesena, ad esempio, si sta consolidando la rete degli spazi di aggregazione giovanile ("Bulirò", "Garage", "Spazio Libero" e Ex Pescheria di Montiano) e puntando su azioni mirate al lavoro grazie al Cesenalab, un incubatore d´impresa nato con l´intento di sfruttare le opportunità del digitale per creare nuove imprese in team. A Piacenza, invece, sta nascendo una nuova “Cittadella della creatività giovanile” per la promozione dell’imprenditoria giovanile in settori non prettamente tecnologici (arte, cultura, educazione o turismo), per l’orientamento, l’aggregazione giovanile di gruppi e per iniziative, eventi artistici e culturali. Infine, il Comune di Modena ha avviato più progetti per favorire l’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro attraverso workshop, tirocini formativi nelle aziende, supporto all’imprenditorialità e alla creazione d’impresa, partendo dai luoghi di aggregazione dei ragazzi.  
   
   
OCCUPAZIONE, LA REGIONE CALABRIA PRESENTA I RISULTATI OTTENUTI GRAZIE AL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
Catanzaro, 4 giugno 2013 - “Sosteniamo l’occupazione e disegniamo un futuro migliore”. Con questo slogan si apre oggi a Mongiana (Vv) un’importante due giorni promossa dalla Regione Calabria per presentare i risultati ottenuti grazie al Fondo Sociale Europeo in tema di politiche sociali e lavoro e per avviare un confronto sulle opportunità offerte dalla futura programmazione 2014-2020. Il nuovo Piano del lavoro mette in campo risorse per 160 milioni di euro e si prefigge di conseguire assunzioni per 15mila giovani calabresi. “Questo Piano costituisce un’anticipazione degli effetti della futura programmazione -commenta Bruno Calvetta, Autorità di gestione Por Fse 2007-2013- che pone al centro i giovani e il lavoro”. Si parte domani mattina, nella sede di Villa Vittoria a Mongiana, con lo svolgimento del Vii Comitato di Sorveglianza del Por Calabria Fse 2007-2013, il periodico appuntamento con l’organismo deputato al controllo dell’attuazione del Programma operativo, composto da tutti gi attori istituzionali coinvolti nella programmazione del Por – dalla Commissione europea ai Ministeri alla Regione Calabria – e dai membri del partenariato istituzionale ed economico sociale. Tra i punti all’ordine del giorno: la presentazione e approvazione del Rapporto annuale di esecuzione 2012, lo stato di avanzamento del Por Calabria Fse 2007-2013, i risultati della riprogrammazione finanziaria del Por, la presentazione di una buona pratica, informative sulle attività di audit, di valutazione e di comunicazione, e infine le linee strategiche per il nuovo programma operativo relativo al prossimo ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020. Mercoledì 5 giugno, invece, l’evento annuale che riunirà a Mongiana politici, amministratori, imprenditori, lavoratori ed esperti. Un focus sulla situazione socio-occupazionale calabrese e un’occasione per elaborare proposte e obiettivi. Introdurrà i lavori Giuseppe Scopelliti, Presidente della Regione, mentre gli interventi di apertura saranno affidati agli assessori regionali al Lavoro, Nazzareno Salerno, alla Cultura, Mario Caligiuri, al Bilancio ed alla Programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini. A presentare risultati e priorità del Por Calabria Fse sarà Bruno Calvetta, Adg del Por e dirigente generale regionale del Dipartimento “Lavoro”, mentre Nicolas Gibert Morin, capo unità – Dg Occupazione e affari sociali della Commissione europea, tratteggerà il nuovo approccio strategico del Fse 2014-2010. Tra gli interventi a seguire, rappresentanti dei Ministeri e dei Dipartimenti regionali coinvolti, il colonnello Giovanni Monaco, capo di stato maggiore presso il Comando regionale Calabria della Guardia di Finanza di Catanzaro, e Pasquale Melissari, commissario dell’Azienda Calabria Lavoro. Infine una tavola rotonda sulle “Industrie creative” nella quale Raffaele Gaetano dialogherà con Mogol, tra i più celebri e storici parolieri della musica italiana, con la partecipazione di Salerno, Caligiuri, Mancini, Calvetta e Giuseppe Galati, presidente della Fondazione Calabresi nel Mondo. Performance musicali a cura di Scarda con il brano “Mario il Precario” e Wizz Drum Band, conclusioni affidate a Bruno Calvetta.  
   
   
LIGURIA: VIA AL PATTO PER IL LAVORO GIOVANILE, STANZIATI 2 MILIONI DEL FSE PER TIROCINI, CONTRATTI DI APPRENDISTATO E INCENTIVI ALLE IMPRESE CHE ASSUMONO  
 
Genova, 4 Giugno 2013. Cinquecento tirocini rivolti ad altrettanti giovani dai 15 ai 35 anni per trovare lavoro e una staffetta generazionale per fare in modo che le persone più anziane possano ridurre le loro ore di lavoro, mantenendo i contributi statali, in cambio dell´assunzione di giovani. È quanto si propone la Regione Liguria attraverso due nuovi interventi che vanno ad aggiungersi a quelli già previsti dal piano giovani, approvato dalla Regione lo scorso agosto. Si tratta di due provvedimenti contro la disoccupazione giovanile, presentati lunedì 3 giugno mattina, congiuntamente all´accordo tra gli assessori regionali alla formazione e al lavoro, Pippo Rossetti e Enrico Vesco e tutte le Assiociazioni datoriali della Liguria. Le prime azioni verranno finanziate attraverso 2 milioni di euro messi a disposizione dal Fse, il fondo sociale europeo, per favorire l´assunzione attraverso contratti di lavoro di apprendistato e tirocini di sei mesi, in grado, al termine, di trasformarsi in un contratto di lavoro permanente. "Ci premeva oggi – spiegano gli assessori Rossetti e Vesco – mettere a sistema un modello integrato a favore dell´occupabilità dei giovani, attraverso un accordo con tutte le associazioni di datori di lavoro: Confindustria, Unioncamere, Confartigianato, Confcommercio, Confersercenti, Cna, alleanza delle cooperative italiane e Ordine dei consulenti del lavoro di Genova e provincia, per avviare azioni di programmazione economica e applicare in modo coordinato tutti i possibili strumenti di politica attiva del lavoro quali tirocini, contratto di apprendistato, patti tra generazioni e incentivi alle imprese che assumono". Un´iniziativa per il lavoro giovanile di fronte a una situazione, quella ligure, che segue l´andamento della media nazionale. Nel 2012 infatti in Liguria la disoccupazione è aumentata di 13.000 unità, passando da 43.000 disoccupati nel 2011 a 56.000 nel 2012, facendo segnare un +30,2% e un tasso di disoccupazione pari all´8,1% +1,8% rispetto al 2011. Un tasso di disoccupazione che nel 2012 risulta più elevato nella classe di età tra i 15 e i 24 anni, con un valore del 30,1%, rispetto all´anno precedente, crescendo in Liguria di 6,3 punti percentuali. Così come la classe di età tra i 25 e i 34 anni che passa dal tasso dell´8,1% del 2011 all´11,1% del 2012, crescendo di 3 punti percentuali. Nel 2012 è risultato maggiore il numero di coloro che hanno smesso di lavorare rispetto a chi ha iniziato: quasi 10.000 i rapporti di lavoro cessati. Il 46,8% dei cessati, pari a circa 75.000 unità, sono giovani tra i 15 e i 34 anni, mentre tra i 35 e i 49 anni i cessati sono pari al 34,3% e gli ultracinquantenni pari al 18,8%. Anche nelle tipologie contrattuali i giovani risultano i più penalizzati perché costituiscono la quota più consistente, nel lavoro flessibile e nel tempo determinato, sia per quanto riguarda gli avviati che i cessati. E il lavoro a tempo determinato risulta essere maggiormente utilizzato insieme al lavoro flessibile. Dai dati dei centri per l´impiego liguri a febbraio 2013 le persone in cerca di occupazione risultano 117.206 di questi 94.000 risultano disoccupati e circa 24.000 inoccupati, cioè che non hanno mai lavorato. Tra i disoccupati, cioè chi cerca lavoro perché lo ha perso, sono concentrati soprattutto le classi adulte (35-49 anni) con il 41,4%, il 33,8% è costituito da giovani tra i 15 e i 34 anni, mentre gli ultracinquantenni costituiscono il 24,7%. Sul complesso di disoccupati e inoccupati i giovani tra i 15 e i 34 anni costituiscono il 36%, pari a 42.200 unità, mentre gli ultra50enni sono il 24,8%, pari a 29.096 unità.  
   
   
ASSISTENZA ALL’INFANZIA: LA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITA GLI STATI MEMBRI A FARE DI PIÙ  
 
Bruxelles, 4 giugno 2013 -In una relazione pubblicata ieri la Commissione europea afferma che se l’Unione europea intende raggiungere entro il 2020 l’obiettivo di un tasso di occupazione del 75% gli Stati membri dovranno intensificare gli sforzi per migliorare le strutture per l’infanzia. La relazione rileva che solo otto paesi hanno conseguito entrambi gli obiettivi concordati a livello dell’Ue su disponibilità e accessibilità dei servizi di assistenza all’infanzia (vedi allegato). Secondo i cosiddetti “obiettivi di Barcellona”, convenuti dai leader dell’Ue nel 2002, l’assistenza all´infanzia dovrebbe essere fornita al 90% dei bambini fra i tre anni e l’età dell’obbligo scolastico e al 33 % dei bambini al di sotto dei tre anni. Intanto un nuovo studio, pubblicato anch’esso oggi dalla Commissione, getta luce sul fenomeno della “disparità di genere nei redditi da pensione”, in quanto mostra che in tutta l’Ue la pensione delle donne è mediamente inferiore del 39% a quella degli uomini. “Ogni genitore sa fin troppo bene quanto determinante sia l´offerta di servizi di assistenza all´infanzia economici e accessibili, non solo per lo sviluppo del bambino ma anche per i genitori che lavorano. Ciononostante, finora meno di uno Stato membro su tre è riuscito a conseguire i propri obiettivi di assistenza all´infanzia", ha detto la Vice-presidente Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Gli Stati membri devono impegnarsi se intendono raggiungere l´obiettivo, da loro sottoscritto, di un tasso di occupazione del 75%. Le strutture per l’infanzia non dovrebbero essere considerate un costo ma un investimento sul futuro." I dati del 2010 mostrano che la maggior parte dei paesi Ue ha mancato gli obiettivi sulle strutture all´infanzia e che solo otto sono stati in grado di realizzarli per entrambe le fasce di età (0-3 anni; dai 3 anni all’età dell’obbligo scolastico): Belgio, Danimarca, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Slovenia e Regno Unito. Solo 10 Stati membri hanno conseguito l’obiettivo relativo alla prima categoria (da 0 a 3 anni) e 11 quello relativo alla seconda (dai 3 anni all’età dell’obbligo scolastico; vedi allegato). Nel contempo, dati appena pubblicati per il 2011 mostrano una diminuzione dei servizi offerti ai bambini di età maggiore evidenziando come alcuni paesi che avevano raggiunto l’obiettivo nel 2010 si trovino ora al di sotto della soglia del 90 % (Spagna, Paesi Bassi e Irlanda). Le politiche per conciliare meglio il lavoro con la famiglia, in particolare i servizi di assistenza all’infanzia — sono essenziali per promuovere l’occupazione femminile. Per raggiungere gli obiettivi occupazionali dell’Unione e per migliorare la strategia economica globale è fondamentale che aumenti il numero delle donne che lavorano. Per questo motivo il 29 maggio la Commissione ha proposto al Consiglio raccomandazioni specifiche per paese nell’ambito del terzo semestre europeo 2013 (cfr. Ip/13/463). A 11 Stati membri1 sono state indirizzate raccomandazioni sull’occupazione femminile, sulla disponibilità/qualità delle strutture per l´infanzia e/o delle scuole a tempo pieno e sui servizi di assistenza. Nuovo studio sul divario di genere nei redditi da pensione Oggi la Commissione ha anche pubblicato un nuovo studio specializzato sul divario di genere nei redditi da pensione in Europa, il primo di questo tipo, che mostra come gli effetti di tassi di occupazione femminile più bassi si estendano fino all´età della pensione: le donne percepiscono una pensione inferiore mediamente del 39% a quella degli uomini. Le disparità di genere nelle pensioni sono il risultato di tre tendenze del mercato del lavoro: (1) la probabilità di occupazione delle donne è inferiore a quella degli uomini; (2) le donne lavorano un numero inferiore di ore/anni; e (3) percepiscono una retribuzione mediamente inferiore. I sistemi pensionistici non sono il mero riflesso neutrale dei percorsi occupazionali: le pensioni possono ridurre, riprodurre o persino rafforzare le ineguaglianze di genere nel mercato del lavoro e nella divisione delle responsabilità familiari tra donne e uomini. Un nuovo indicatore della parità di genere, il “divario di genere nei redditi da pensione”, contribuisce a quantificare le disparità di genere nel corso della vita delle persone. La situazione varia notevolmente in tutta l’Ue (cfr. Allegato). Un ampio divario di genere nei redditi da pensione emerge in un gran numero di Stati membri: 17 presentano disparità nei redditi da pensione superiore o uguale al 30%. I paesi con il più ampio divario di genere nelle pensioni sono il Lussemburgo (47%) e la Germania (44%). All’estremo opposto si trovano l’Estonia, con il più basso divario di genere nei redditi da pensione (4%), seguita dalla Slovacchia (8 %). Matrimonio e maternità risultano incrementare il divario di genere nelle pensioni. Le differenze, pur rimanendo cospicue (17%) si riducono nel caso di donne sole. I dati mostrano anche una chiara “penalizzazione da maternità”: avere figli comporta svantaggi pensionistici per le donne in quasi tutti gli Stati membri. Nella maggior parte dei casi, la “penalizzazione da figli” aumenta con il numero di questi ultimi  
   
   
TOSCANA: NIDI E SCUOLE DELL’INFANZIA, STATO ANCORA LATITANTE  
 
Firenze, 4 giugno 2013 – “Se si vuol essere “dalla parte del futuro” e dei bambini non si può girare la testa dall’altra parte rispetto alla situazione dei nidi e della scuola dell’infanzia, come invece fa oggi lo Stato italiano”. Lo ha detto la vicepresidente e assessore all’istruzione della Regione Toscana Stella Targetti intervenendo ieri all’Istituto degli Innocenti all’incontro sul tema “Dalla parte del futuro” promosso per presentare gli atti di un convegno del Gruppo Nidi e infanzia svoltosi a Motecatini sul tema dei servizi da zero a tre anni. “Ogni giorno sulla stampa – ha spiegato la vice presidente – leggiamo di liste d’attesa che si allungano in tutta Italia e di Enti locali in grande difficoltà a dare risposte a tutte le famiglie. Di fronte questa situazione lo Stato centrale appare totalmente assente, anzi, direi, latitante. Basti pensare ad esempio che in Toscana, per il prossimo anno scolastico, ci sono stati assegnati solo 9 insegnanti in più nella scuola dell’infanzia, a fronte di un bisogno chiaramente rappresentato dalla richiesta di conferma delle oltre 100 sezioni Pegaso attivate quest’anno, cui si aggiunge, per il prossimo, una richiesta di 70 nuove sezioni”. L’assessore ha poi riconfermato l’impegno della Regione Toscana ad investire sull’infanzia anche per il prossimo anno. “Lo faremo – ha detto – proprio a partire dalle sezioni Pegaso, che continueremo a finanziare per garantire l’accesso alla scuola dell’infanzia a tutti i bambini dai tre anni in poi e dai fondi per i Piani educativi zonali. Presto attiveremo un tavolo di confronto con le centrali cooperative, i sindacati e l’Anci per monitorare la situazione, a livello regionale, del nostro sistema integrato per i nidi”. “L’impegno a favore dell’infanzia – ha concluso la vicepresidente – è una ‘tradizione’ toscana, una tradizione di cui dobbiamo andare orgogliosi, come dimostrano i contributi di tanti educatori ed esperti della nostra regione raccolti nel bel volume presentato oggi”.  
   
   
TOSCANA: PRIMA INFANZIA: 2,4 MILIONI ALLE MAMME IN “BUONI SERVIZIO”  
 
Firenze, 3 giugno 2013 - Sostenere l’accesso delle donne nel mercato del lavoro, ridurre le disparità di genere. E’ questo l’obiettivo di un avviso pubblico della Regione Toscana che stanzia un totale di 2,4 milioni di euro per assegnare “buoni servizio” , utilizzabili presso servizi educativi per la prima infanzia accreditati e convenzionati con le amministrazioni comunali. I buoni potranno essere spesi a partire dal prossimo settembre e per tutto l’anno educativo 2013/2014, cioè fino al luglio 2014 e ciascuna madre assegnataria potrà beneficiare fino a un massimo di 250 euro mensili. “E’ un modo concreto per affermare principi generali ma troppo spesso dimenticati – dice la vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’istruzione – e per aiutare le madri toscane nei loro progetti per conciliare vita familiare e vita lavorativa”. Sono i Comuni, singoli o associati, a dover presentare alla Regione specifici “progetti di conciliazione”, e sono le donne, residenti in quei Comuni, a essere destinatarie delle risorse. Per Comuni interessati si intendono quelli nei quali sono presenti liste di attesa per i servizi comunali all’infanzia, ma possono farsi avanti anche Comuni dove i servizi per la prima infanzia non abbiano titolarità comunale. In questa ipotesi il Comune dovrà seguire un iter specifico: adottare un avviso comunale rivolto a donne residenti con bambini in età utile e, in seguito, redigere una apposita graduatoria in base a determinati criteri. Le donne destinatarie dei “buoni servizio” dovranno essere madri di bambini in età utile per la frequenza dei servizi alla prima infanzia (3-36 mesi), avere figli in lista di attesa per i servizi a titolarità comunale oppure, nel caso di Comuni privi di questi servizi pubblici, interessate a iscrivere e far frequentare i propri figli in un servizio accreditato. Le madri non devono beneficiare di altri rimborsi o sovvenzioni economiche erogate allo stesso titolo. I Comuni hanno tempo fino al 18 giugno per inviare alla Regione Toscana (Settore infanzia) una specifica “manifestazione di interesse”. Avranno poi tempo fino al successivo 26 luglio per far pervenire una prima documentazione mentre entro il 4 ottobre 2013 dovranno inviare la documentazione completa. La Regione può concedere, ai Comuni, anticipi di risorse fino al 60% del contributo assegnato. “In questo momento di grande difficoltà per tantissime famiglie toscane – aggiunge Stella Targetti – in tutta la regione si continua a registrare un calo delle iscrizioni ai nidi: non abbiamo ancora dati precisi perché le iscrizioni 2013/2014 sono ancora aperte, ma la tendenza è chiara ed è dovuta alla crisi economica e occupazionale. Ci sono madri e padri, a volte entrambi, che non lavorano o sono in cassa integrazione e quindi spendere almeno 400 euro per il nido diventa un’impresa. Questi nostri buoni non risolvono certo la situazione ma possono essere un aiuto importante”.  
   
   
NUORO - SERVIZIO INFORMAZIONE PER LE DONNE CHE VOGLIONO FARE IMPRESA  
 
Nuoro, 4 giugno 2013 - Il Comitato per la promozione dell´imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Nuoro è a disposizione delle donne con la finalità di promuovere un approccio consapevole nei confronti della motivazione ad intraprendere un’attività di impresa. A tal fine, per coloro che sono interessate ad accedere allo strumento del “microcredito”, il cui bando è stato pubblicato sul sito della Regione Sardegna, il Comitato è disponibile a dare informazioni e chiarimenti nei seguenti giorni: martedì, mercoledì e giovedì, dalle 17:00 alle 19:00. E’ fondamentale, infatti, che passi nella cultura delle aspiranti imprenditrici la necessità di riuscire a valutare la propria idea d’impresa analizzando gli elementi specifici che sono in grado, nel loro insieme, di offrire un quadro oggettivo della possibilità o meno che la propria idea possa effettivamente diventare un’impresa.  
   
   
REGGIO EMILIA - BANDO PER LE DONNE OVER 40  
 
Reggio Emilia, 4 giugno 2013 - La Camera di Commercio di Reggio Emilia interviene a sostegno dell’imprenditoria femminile, ed in particolare a favore di quella fascia di donne che scontano le maggiori difficoltà ad inserirsi o a reinserirsi nel mondo del lavoro, ovvero le over 40. L’ente camerale, anche su indicazione dell’apposito Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, ha infatti indetto un bando per la selezione di 15 donne, residenti in provincia di Reggio Emilia, di età non inferiore a 40 anni, che abbiano in progetto l’avvio di una nuova attività di impresa. Sulla base di un programma specifico, le candidate selezionate potranno accedere gratuitamente ad attività formative finalizzate ad agevolare il passaggio dall’idea d’impresa alla sua concreta attuazione, ricevendo poi un servizio di accompagnamento personalizzato per l’avvio del proprio progetto imprenditoriale. “Dal 2007 ad oggi – spiega il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini – la crisi ha prodotto un aumento del tasso di disoccupazione pari a tre punti, con un particolare appesantimento della situazione del lavoro femminile. Il tasso di disoccupazione, infatti, è passato dall’1,8% al 4% per gli uomini, mentre per le donne è salito dall’1,9% al 5,8%, con un picco particolarmente negativo nel 2010, quando si è attestato al 6,2%”. ”Anche questi dati – prosegue Lisa Ferrarini Presidente del Comitato – inducono allora al rafforzamento delle azioni a favore del lavoro femminile, e soprattutto allo sviluppo di quella nuova imprenditoria che rappresenta una risorsa primaria proprio per quelle donne che si collocano in una fascia d’età certamente più problematica per l’accesso al lavoro dipendente”. “I progetti imprenditoriali - come sottolineato dalla Vicepresidente del Comitato Tiziana Elgari - potranno riguardare la creazione di società cooperative e società di persone, costituite in misura non inferiore al 60 per cento da donne, società di capitali le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne e, infine, imprese individuali gestite da donne, che operino nei settori dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura del commercio, del turismo e dei servizi”. Le domande di accesso al bando possono essere inviate sia con raccomandata che in via telematica. Per info e modulistica: http://www.re.camcom.gov.it/   – tel.0522/796505-530 – Servizio Promozione.