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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2014
COME RENDERE L´UE UN POSTO MIGLIORE PER LE PMI? LA COMMISSIONE SOLLECITA OSSERVAZIONI  
 
Bruxelles, 9 settembre 2014 - Di che cosa hanno bisogno le piccole e medie imprese dalla futura politica dell´Ue? È questa la domanda al centro di una consultazione avviata ieri dalla Commissione, allo scopo di contribuire a migliorare lo Small Business Act (Sba). Lo Sba - che consiste in un´ampia gamma di misure volte a semplificare la vita delle piccole imprese - si è già rivelato una valida base per la politica in materia di Pmi. Basato com´è sullo scambio di migliori pratiche, sul sostegno all´internazionalizzazione e all´imprenditorialità nonché sull´accesso ai finanziamenti (realizzato attraverso gli strumenti finanziari del Cip e del Cosme), lo Sba stimola i paesi dell´Ue ad adottare soluzioni rivelatesi efficaci altrove e a trovare essi stessi idee altrettanto valide ed ha contribuito, unitamente a vigorose iniziative in tema di regolamentazione intelligente, alla capacità delle Pmi di far fronte alla crisi economica. Ferdinando Nelli Feroci, Commissario europeo responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, ha affermato: "Man mano che l´Europa prosegue il cammino verso la ripresa dobbiamo garantire che lo Small Business Act dell´Ue sia ancora adatto al suo scopo. Invito pertanto tutte le parti interessate delle Pmi a comunicare le loro osservazioni. La Commissione è interessata alle vostre idee ed è pronta ad ascoltare i vostri commenti." Cinque pilastri per aiutare le piccole imprese dell´Ue a prosperare Nella scorsa primavera le organizzazioni delle imprese a livello europeo e i rappresentanti delle Pmi a livello dei governi nazionali hanno già deciso che i quattro pilastri esistenti dello Sba dovessero essere conservati: accesso ai finanziamenti: pur con qualche accenno di miglioramento delle prospettive, le Pmi avvertono ancora una forte necessità di soluzioni accessibili per il loro fabbisogno di finanziamento; accesso ai mercati/internazionalizzazione: per poter crescere le Pmi devono esplorare nuovi mercati; imprenditoria: il continuo sostegno ai potenziali imprenditori è fondamentale a causa dei livelli di disoccupazione ancora elevati, soprattutto tra i giovani; migliore regolamentazione: la riduzione degli oneri amministrativi si conferma quale obiettivo importante, malgrado i progressi già compiuti in questo ambito. Al fine di ovviare alla carenza di competenze avvertita in molte economie europee si è inoltre deciso di aggiungere un quinto pilastro per dare ancora maggiore stabilità alla politica dell´Ue in materia di Pmi: formazione e competenze degli imprenditori e del personale: per la crescita economica gli imprenditori devono disporre di competenze proprie e di personale qualificato. Invito ad agire Obiettivo della consultazione pubblica avviata oggi è ricevere ulteriori contributi da tutte le parti interessate, comprese le organizzazioni di imprenditori e di imprese, per aiutare la Commissione europea a garantire che lo Sba sia in grado di far fronte alle problematiche future. Poiché le consultazioni pubbliche avviate dalla Commissione restano aperte per 12 settimane, la presente consultazione terminerà il 15/12/2014. La consultazione pubblica è disponibile alla pagina: http://ec.Europa.eu/eusurvey/runner/newsbasurvey2014  
Small Business Act - Adottato nel giugno 2008, lo Small Business Act per l´Europa riflette la volontà politica della Commissione di riconoscere il ruolo centrale delle Pmi nell´economia dell´Ue e istituisce per la prima volta un quadro politico globale in materia di Pmi per l´Ue e per i suoi Stati membri. Esso mira a migliorare l´approccio globale all´imprenditoria, ad ancorare permanentemente il principio “pensare anzitutto in piccolo” nei processi decisionali, dalla formulazione delle norme al servizio pubblico, e a promuovere la crescita delle Pmi aiutandole ad affrontare i problemi irrisolti che ne ostacolano lo sviluppo. Lo Small Business Act per l´Europa si applica a tutte le imprese indipendenti con meno di 250 dipendenti, ossia al 99% di tutte le imprese europee. Contesto - Il Cosme è il programma dell´Ue per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (Pmi) per il periodo 2014-2020, con un bilancio previsto pari a 2,3 miliardi di Eur e un effetto leva in grado di liberare fino a 25 miliardi di Eur. Il programma sosterrà le Pmi nei seguenti settori: migliore accesso delle Pmi ai finanziamenti, accesso ai mercati e promozione della cultura imprenditoriale. Il programma Cosme si fonda sul successo del programma quadro per la competitività e l´innovazione (Cip) che, tra il 2007 e il 2013, ha contribuito a mobilitare oltre 16 miliardi di Eur di prestiti e 2,8 miliardi di Eur di capitale di rischio a più di 328 000 Pmi in Europa.
 
   
   
L’INTERVENTO DI JOSÉ MANUEL DURãO BARROSO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL FORUM AMBROSETTI SU "IL FUTURO DELL´EUROPA: CONSEGNARE LA RIFORMA"  
 
Cernobbio, 6 settembre 2014 – “ Signore e signori, E ´bello essere di nuovo qui. Ho partecipato a questa conferenza negli anni precedenti, prima come Primo Ministro del mio paese nel 2002 e poi come Presidente della Commissione nel 2008 ed è sempre un piacere e una fonte d´ispirazione. La tempistica e l´impostazione sono perfetti per me personalmente di fare un bilan di ciò che l´Unione europea è riuscita a realizzare nel suo programma di riforme nel corso degli ultimi dieci anni e anche che cosa dovrei fare ora e in futuro. Lasciate che vi dica molto chiaramente, credo che gran parte del lavoro di base è stato fatto. Il compito è ora quello di mantenere lo slancio e veramente realizzare le riforme che abbiamo messo in moto a tutti i livelli. Prima diamo un´occhiata a ciò che è stato raggiunto in quanto il momento di crisi finanziaria ed economica scoppiata, può essere utile sottolineare il contesto politico in cui questo è avvenuto: In primo luogo, non dimentichiamo che eravamo di fronte livelli di crescita di gran lunga inferiore al potenziale anche prima della crisi. Il primo programma che ho presentato in qualità di Presidente della Commissione nel 2004 è stato già costruito intorno la priorità sulla crescita e l´occupazione, con l´accento con forza sulla necessità di una riforma. La strategia di Lisbona del 2000 aveva perso molto del suo fascino originale e soffriva di credibilità indebolito, a causa dei troppo numerosi obiettivi e problemi di governance - carenze già segnalate nella relazione Kok nell´autunno del 2004, che è il motivo per cui siamo venuti con un rinnovata strategia di Lisbona, e, infine, nel mio secondo mandato con la strategia Europa 2020 per costruire una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva. Quindi la crescita è stato il nostro obiettivo da sempre. Credo che la strategia ora è più focalizzato in termini di obiettivi economici e di orientamento politico. Già agli inizi del 2005, ero convinto che se non abbiamo consegnato i risultati più concreti e rafforzato il nostro impegno nei confronti degli obiettivi di crescita e di competitività, non solo la nostra credibilità, ma anche il nostro modello socio-economico sarebbe venuto sotto pressione seria. La Commissione è uscito con grande forza su questo. Ma a causa della mancanza di sostegno da parte degli Stati membri, (siamo onesti, non vi era alcun impegno per la riforma nel 2004 o 2005, non era popolare anche menzionare il nome), la realtà è che il progresso ha dovuto attendere fino a dopo la crisi termini di riforma, in gran parte a causa della pressione del mercato, e poi abbiamo avuto una combinazione degli obiettivi della strategia Europa 2020 e le riforme della governance sistemiche di una approfondita dell´Unione economica e monetaria che ora stanno dando l´attenzione che ci mancava prima . Credo che ora, abbiamo le condizioni ei modi per fare la riforma accadere e ora dovremmo concentrarci sulla consegna. Dovremmo concentrarci sull´attuazione. Non possiamo avere l´illusione che ci reinventare la ruota ogni volta e in ogni occasione. Signore e signori, Sullo sfondo di realtà politiche europee complesse - è troppo presto per scrivere le mie memorie, ma la realtà è che eravamo di fronte ad una crisi senza precedenti, con grandi differenze tra i nostri Stati membri e le profonde divisioni per quanto riguarda il modo di affrontare queste sfide - credo che sullo sfondo di queste realtà politiche complesse, ciò che siamo stati in grado di raggiungere sono nulla di cui vergognarsi - al contrario. Come il cliché va, non abbiamo ´lasciare una buona crisi vada sprecato´. Non dimentichiamo che la nostra prima reazione, come Unione europea, subito dopo la crisi fratello Lehmann, era il piano europeo di ripresa economica propone una espansione fiscale di circa 1,5% del Pil nel 2009-2010. Ce l´abbiamo fatta, come almeno era una proposta della Commissione, ´tempestivo, mirato e temporaneo´ - i famosi 3 Ts, anche se non tutti i governi intesi come mirato e temporaneo. Ma era importante come parte della risposta globale e anticiclico. E ´stato anche un modo per sostenere le nostre regole fiscali come nel nuovo Patto di stabilità e crescita, riconoscendo vivevamo in circostanze eccezionali, quando alcuni governi volevano semplicemente rottami loro. Credo che la demolizione del quadro fiscale comune sarebbe stato un disastro per l´Europa in un momento in cui l´interdipendenza delle nostre economie è stato evidenziato più che mai. Questo è stato evitato - e poi più tardi e penso che sia davvero una grande dimostrazione di resilienza europea che potremmo mantenere il nostro impegno molto importante per prudenza fiscale, anche in risposta a questa crisi molto difficile e senza precedenti. E ´stato anche su iniziativa dell´Ue che le reazioni globali alla crisi sono state coordinate anziché conflittuale. Ricordo vividamente il presidente francese Sarkozy e il sottoscritto - la Francia è stata poi esercita la Presidenza di turno del Consiglio - di andare a Camp David per cercare di convincere il presidente degli Stati Uniti, allora George W. Bush, della necessità di una risposta globale coordinata. A quel tempo gli americani stavano esitando perché non vogliono avere la colpa della crisi o del fratello crollo Lehmann, ma alla fine il presidente americano concordato e questo ha portato alla G20 nella sua forma attuale, a livello di capi di Stato e di governo , e lo sforzo estremamente importante per globalizzare la risposta alla crisi in quella fase, e per cercare di evitare il protezionismo. Sono profondamente convinto che questa risposta è stata utile nel cercare di evitare, come è successo nella crisi nel 1930, un retour di nudo, brutto il protezionismo. La crisi finanziaria e la crisi del debito sovrano che ha portato da esso, esposti problemi fondamentali in molti paesi europei, in particolare a causa della eccessiva debito dei paesi, ma anche a causa dei problemi di vigilanza del settore finanziario ed esposto la vulnerabilità di alcuni i nostri paesi a causa dell´accumulo di significativi squilibri macroeconomici, e dei loro effetti di ricaduta ad altri paesi. Questo è il motivo per cui l´Ue ha da allora introdotto un nuovo modello di governance economica sulla base di tre blocchi principali: - In primo luogo, un sistema di governance economica rafforzata incapsulato nel cosiddetto semestre europeo per affrontare gli squilibri fiscali e macroeconomici. - In secondo luogo, l´azione per salvaguardare la stabilità della zona euro con l´istituzione di meccanismi di sostegno finanziario, come il Meccanismo europeo di stabilità per gli Stati membri in difficoltà, legate a programmi di consolidamento e di riforma fiscale. - In terzo luogo, l´azione per riparare il settore finanziario attraverso una profonda riforma del settore finanziario e, infine, attraverso la creazione di una unione bancaria. L´unione bancaria, non dimentichiamolo, era una proposta della Commissione europea. Già nel 2008 ho chiesto a Jacques de Larosière di fronte ai problemi del settore finanziario in Europa a venire con una relazione per affrontare i problemi di instabilità finanziaria e lacune nella vigilanza nazionale. E poi, sulla base di tale relazione, la mia seconda Commissione e Michel Barnier è stato conducendo questo sforzo, è venuto con il programma sempre più ambizioso di regolamentazione e vigilanza e abbiamo fatto la proposta di unione bancaria. Tra l´altro, quando la Commissione europea ha utilizzato per la prima volta l´unione di parola bancario, ci siamo confrontati con molto forte reazione da parte di alcuni capitelli dicendo che non poteva e non dobbiamo menzionare unione bancaria perché non era nei Trattati e dovremmo Non usare questo termine. Il massimo potremmo dire, mi è stato detto, è che possiamo parlare di quadro finanziario e la stabilità finanziaria. Ma ora abbiamo una unione bancaria. Quindi, la cosa interessante è che, nonostante tutte le difficoltà politiche e le complessità che abbiamo governo ora più integrato a livello europeo rispetto a prima. La Commissione europea ha poteri e competenze senza precedenti, in termini di gestione del semestre europeo, per esempio, e la Banca centrale europea è stato dato poteri che sono stati considerati un sogno prima della crisi. Quindi penso che questo è qualcosa che alcuni analisti hanno sottovalutato - il fatto che, nonostante le contraddizioni, e talvolta i ritardi nel processo decisionale d´Europa, che è per definizione molto complesso, stiamo facendo passi avanti in termini di maggiore integrazione , vale a dire nella zona euro, e non di meno l´integrazione. Signore e signori, Le enormi pressioni e le emergenze derivanti dalla crisi finanziaria e del debito sovrano hanno, in una certa misura, attirato l´attenzione politica e mediatica dalla necessità di una riforma strutturale e la competitività. Ma questo non le ha impedito. In effetti, ora vediamo che gli Stati membri, con diversi gradi di impegno, hanno adottato molte di queste riforme e con i risultati attesi. Questo mostra chiaramente da un rapporto che ho commissionato dal mio dell´Ufficio dei consiglieri per le politiche europee (Bepa), il ´indagine delle riforme economiche nell´Unione europea come risposta alla crisi´ che stiamo distribuendo per la prima volta oggi. E si può vedere lì alcune delle riforme fatte non a livello europeo e nazionale. Non ho intenzione di andare nel dettaglio che a causa della mancanza di tempo. Il punto che voglio fare è che, considerati nel loro insieme, il volume e il ritmo delle riforme a livello di Stati membri ea livello Ue dovrebbe mettere la ripresa dell´Europa in un suono e basi sostenibili. Ciò che conta ora è che le riforme strutturali per la competitività sono effettuate attraverso e ulteriormente completato - ci sono stati molti annunci, ma non ancora sufficiente la consegna. Questa è la realtà e in effetti ci sono differenze molto importanti tra gli Stati membri. Perché, non siamo ancora dove vogliamo essere in termini di crescita sia in termini di posti di lavoro. Questo è di gran lunga il problema più importante che abbiamo in Europa, in alcuni casi, un problema drammatico di livelli molto elevati di disoccupazione, soprattutto la disoccupazione giovanile. Quindi penso che dobbiamo mostrare capacità di recupero, bastone con il programma di riforma e dimostrare coraggio e pazienza nel vedere attraverso quello che abbiamo iniziato. Signore e signori, Io non intendevo parlare di flessibilità, ma dal momento che so che questo è l´argomento del giorno, non posso resistere, se mi permettete più di due minuti. Perché non ho voglia di parlare di flessibilità? Perché penso che dovremmo evitare tutto ciò che può aiutarci a deviare la nostra attenzione dalle riforme. A volte le discussioni sono un modo di rilassarsi nostri sforzi per una maggiore crescita e la competitività in Europa. Ma di flessibilità, voglio ripetere ciò che ho detto con il primo ministro Renzi, il 4 luglio a Roma, quindi prima le dichiarazioni del mio buon amico Mario Draghi a Jackson Hole e ho detto a proposito della posizione della Commissione sulla flessibilità che credo che questo dibattito è un po ´esagerato a volte. Ero in seno al Consiglio europeo di recente quando abbiamo avuto una discussione su flessibilità - non il primo ministro, nessuno ha chiesto un cambiamento nelle regole. Nessuno. Le regole del patto di stabilità e crescita devono essere rispettati al 100%. Questo è nel Trattato. La cosa peggiore che potremmo fare ora è quello di apparire che non rispettano le nostre regole. Le regole sono lì. Ora, secondo la nostra visione, le norme attuali prevedono già una certa flessibilità e abbiamo implementato tale flessibilità. Ad esempio, la Commissione europea ha proposto più tempo per correggere il disavanzo per la Francia, la Spagna, la Grecia, il Portogallo e l´Irlanda. Quindi, non si può dire non vi è alcuna flessibilità. Ci è costruito in flessibilità e in effetti dopo la revisione del Patto di stabilità e di crescita che stiamo mettendo molta più enfasi sul deficit strutturale che sul disavanzo nominale tenendo conto dei cicli economici e guardando ogni paese specifico quali sono le difficoltà e le sfide. Quindi, cito quello che ho detto il 4 luglio: ". C´è già una riforma in termini di maggiore flessibilità, ma nel pieno rispetto del Patto di stabilità e crescita" Allo stesso tempo, dobbiamo avere un modo intelligente di attuazione di tali norme, e questo è il punto. Credo che la chiave, e abbiamo detto, è quello di mettere l´accento sulle riforme strutturali. "Se un paese deve fare alcuni sforzi a breve termine per le riforme strutturali dovrebbe essere data una certa flessibilità in termini di attuazione delle regole del patto di stabilità e di crescita" - ancora una volta cito quello che ho detto il 4 luglio. Quindi la mia risposta concreta a te, era una domanda di un giornalista, è le riforme strutturali. Facciamo si, perché sono di fondamentale importanza per la nostra competitività. Paesi come l´Italia hanno bisogno. Questo è ciò che il primo ministro Renzi ha annunciato con il programma di 1 000 giorni per le riforme che sono veramente molto benvenuti. Quindi questa è la chiave. "Sarebbe un errore", continuai, "per avere un´ossessione solo con il consolidamento fiscale". Il consolidamento fiscale è necessario, indispensabile quando si ha tale livello di debiti. Senza risanamento delle finanze pubbliche che cosa accadrebbe? Il mercato ripartirà scommettere contro alcuni dei nostri Stati membri. Come sappiamo l´Italia stava attraversando un periodo molto difficile, qualche tempo fa. Mi ricordo bene che non era solo la Grecia o il Portogallo, o Irlanda. Ci sono state minacce contro l´Italia pure. Grazie alle riforme già avviate e gli impegni, è stato possibile ripristinare la fiducia in Italia e ora, dal momento che sono qui intorno al tavolo, voglio rendere omaggio a Mario Monti ed Enrico Letta, perché è stato grazie alle riforme che hanno avviato e anche quello che abbiamo fatto a livello europeo, che siamo stati in grado di mettere l´Italia fuori dalla stretta vigilanza dei mercati. E così meritano credito per esso. Ora dobbiamo consegnare su questo e questo è, io ora torno alle mie osservazioni il 4 luglio, ciò che è importante conoscere la stabilità è che la stabilità è importante, ma la stabilità è solo una parte del nostro programma che è la stabilità e la crescita. Quindi è una questione di buon senso, di buon senso, evitando di semplificazione dei problemi. Credo sia un errore di mettere su un lato quelli che sono per la crescita e l´altro lato, che sono per il rigore fiscale. Abbiamo bisogno di entrambi e abbiamo bisogno di riforme strutturali per rendere le nostre economie più competitive. Vi ringrazio per la vostra attenzione.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA DEFINISCE LE PRIORITÀ DELLA COOPERAZIONE PER L´ORIENTALE E IL VICINATO MERIDIONALE PER PROSSIMI ANNI  
 
Bruxelles, 9 settembre 2014 - A seguito della consultazione con i paesi partner, Stati membri dell´Ue e il Parlamento europeo, la Commissione europea ha adottato decisioni che prevedono importanti finanziamenti Ue ai partner del vicinato dell´Ue nei prossimi anni. Questo pacchetto include documenti di programmazione per l´Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Giordania, Libano, Libia, Marocco e Tunisia, nonché per la cooperazione regionale sia nel quartiere orientale e meridionale e per i programmi di vicinato a livello europeo. L´importo complessivo di questi programmi è di oltre € 5,5 miliardi. Catherine Ashton ha detto: .. "Il nostro rapporto con i paesi del nostro vicinato è sempre stata una delle mie priorità Abbiamo forti legami con questi paesi e un ruolo importante da svolgere nel contribuire ad affrontare le sfide politiche ed economiche che devono affrontare Siamo impegnati ad accompagnarli nel loro cammino verso la pace, la democrazia e lo sviluppo socio-economico. " Štefan Füle, commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato, ha dichiarato: "L´ambizione e l´impegno per le riforme guideranno il massiccio finanziamento Ue per i nostri vicini per i prossimi anni priorità per il sostegno sono state stabilite attraverso uno stretto dialogo con i nostri partner, coinvolgendo tutta la pertinente. Soggetti interessati, in uno spirito di titolarità e di partenariato. Il finanziamento li aiuterà a risolvere le sfide fondamentali loro società si trovano ad affrontare ". Dopo l´adozione dei documenti di programmazione per la Georgia e la Moldova nel mese di giugno 2014, nel mese di luglio la Commissione europea ha adottato un pacchetto di documenti di programmazione bilaterali e multinazionali che di grafici supportano dell´Ue ai partner per i prossimi anni. Questi fondi verranno dallo Strumento europeo di vicinato (Eni), che fornirà la maggior parte degli aiuti dell´Ue ai partner nei prossimi anni. La programmazione avviene solo per i primi anni del periodo pluriennale quadro finanziario (Qfp 2014-2020) per consentire l´adeguamento del sostegno dell´Ue all´evoluzione situazione di ciascun paese / regione. Nello spirito della differenziazione, i tempi dei documenti di programmazione sono diverse e tengono conto della specificità della situazione e / o programmi di paese interessato. Le priorità di programmazione sono stati sviluppati in stretta collaborazione con le autorità nazionali dei paesi partner, la società civile e altri soggetti interessati, e in coordinamento con gli Stati membri dell´Ue. Sono anche pienamente coerente con i documenti concordati definiscono le priorità politiche tra l´Ue ei paesi partner, come i piani d´azione e altri documenti concordate esistenti. Essi sono stati anche oggetto di un dialogo strategico sulla programmazione con il Parlamento europeo. In conformità con i principi di efficacia degli aiuti, i documenti di programmazione per la cooperazione bilaterale presente in generale tre settori prioritari. Ogni settore di concentrazione comprenderà lo sviluppo di capacità e di potenziamento istituzionale Azioni nel settore, compresa la cooperazione tecnica, per sostenere in particolare il ravvicinamento alla legislazione comunitaria e delle norme tecniche. In aggiunta, una dotazione finanziaria specifica nei documenti di programmazione bilaterali consentirà in particolare per il sostegno complementare per lo sviluppo di capacità e società civile. In linea di principio, il sostegno alla società civile sarà integrata anche in tutti e tre i settori di intervento, con l´obiettivo ultimo di garantire politiche efficaci ed inclusivi a livello nazionale. Ci si adopererà per sostenere le capacità della società civile e l´impegno, nello sviluppo, attuazione e monitoraggio delle politiche pubbliche nazionali sostenuti dall´Ue, anche attraverso la partecipazione a un dialogo politico. Si prevede che i documenti di programmazione per l´Egitto e la cooperazione transfrontaliera da adottare in autunno 2014 Sulla base dei documenti di programmazione, saranno adottate e avviate misure di attuazione. Sfondo Lo Strumento europeo di vicinato (Eni) - Il nuovo strumento europeo di vicinato con un budget di € 15400000000 per il periodo 2014-2020 fornirà la maggior parte dei finanziamenti per i 16 paesi partner 1 che rientrano nella politica europea di vicinato (Pev). Sulla base dei risultati del precedente europeo di vicinato e partenariato (Enpi), l´Eni sosterrà il rafforzamento delle relazioni con i paesi del vicinato e portare vantaggi tangibili sia per l´Ue ei suoi partner. Essa fornirà sostegno attraverso bilaterale, multi-paese e Cross Border Co-operation (Cbc) programmi, nonché attraverso "programmi ombrello" che rappresenteranno il meccanismo chiave per l´applicazione di un approccio basato sugli incentivi. A. Documenti di programmazione bilaterali - Algeria: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 121.000.000 - 148.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: La riforma della giustizia e il rafforzamento della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica (indicativa del 25%). Riforma del mercato del lavoro e la creazione di occupazione (indicativa del 30%). Supporto alla gestione e diversificazione dell´economia (indicativa del 30%). Armenia: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 140.000.000 - 170.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Sviluppo del settore privato (indicativo 35%). Riforma della pubblica amministrazione (indicativa del 25%). Riforma del settore della giustizia (indicativa del 20%). Azerbaijan: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 77.000.000 - 94.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Lo sviluppo regionale e rurale (indicativo 40%). Riforma del settore della giustizia (indicativa del 20%). Formazione e sviluppo delle competenze (indicativa del 20%). Bielorussia: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 71.000.000 - 89.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Inclusione sociale (indicativa del 30%). Ambiente (indicativa del 25%). Lo sviluppo economico locale e regionale (indicativo 25%). Giordania: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 312.000.000 - 382.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Rafforzare lo stato di diritto per una maggiore responsabilità ed equità nella fornitura pubblica (indicativa del 25%). Occupazione e sviluppo del settore privato (indicativa del 30%). Energie rinnovabili ed efficienza energetica (indicativa del 30%). Libano: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2016 è compreso tra € 130.000.000 - 159.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: La giustizia e la riforma del sistema di sicurezza (indicativo 15%). Rafforzare la coesione sociale, promuovere lo sviluppo economico sostenibile e proteggere i gruppi vulnerabili (indicativa del 40%). La promozione di una gestione sostenibile e trasparente dell´energia e delle risorse naturali (indicativo 20%) Libia: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2015 è compreso tra € 36.000.000 - 44.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: La governance democratica (indicativa 45%). Giovani: la cittadinanza attiva e l´integrazione socio-economica (indicativo 28%). Salute (indicativo 16%). A seconda dell´evoluzione della situazione politica e della sicurezza in Libia, il contenuto dei settori prioritari potrebbe tuttavia essere riadattato per soddisfare le esigenze della popolazione libica e istituzioni . Marocco: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 728.000.000 - 890.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: L´accesso equo ai servizi sociali di base (indicativa del 30%). Sostegno alla governance democratica, lo Stato di diritto e della mobilità (indicativa del 25%). Lavoro, crescita sostenibile e inclusiva (indicativo 25%). Ulteriore sostegno al piano d´azione e società civile (indicativo 20%). Tunisia: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2015 è compreso tra € 202.000.000 - 246.000.000 €. I tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Riforme socio-economiche per la crescita inclusiva, la competitività e l´integrazione (indicativo del 40%). Rafforzare gli elementi fondamentali della democrazia (indicativo 15%). Sviluppo regionale e locale sostenibile (indicativa del 30%). Documenti di programmazione B. Plurinazionali. Regionale Oriente: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 418.000.000 - 511.000.000 €. I quattro settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Partenariato orientale tra cui iniziative faro (indicativo 75%). Quadri di cooperazione regionale (indicativo del 10%). Iniziative Energia e trasporti che coinvolgono l´intera regione (indicativa 5%). Supporto orizzontale e settoriale per la cooperazione multilaterale (indicativa del 10%). South Regional: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 371,000,000- € 453.000.000. I quattro settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Costruire un partenariato per la libertà, la democrazia e la sicurezza (indicativa del 20%). Costruire un partenariato per inclusiva e sostenibile sviluppo economico (indicativa del 20%). Costruire un partenariato tra le persone (indicativa del 25%). Sostenere la cooperazione istituzionale regionale e sub-regionale (indicativo 15%). Programma europeo a livello di vicinato: la ripartizione indicativa per il periodo 2014-2017 è compreso tra € 1675000000 a 1876000000 € di cui € 770.000.000 per il sostegno specifico ("programmi Umbrella") per i paesi che progrediscono ulteriormente verso una democrazia radicata e sostenibile e l´attuazione di riforme concordate che contribuiscono alla questo obiettivo. Gli altri tre settori prioritari di intervento da finanziare attraverso questa busta sono i seguenti: Costruire un partenariato per lo sviluppo economico inclusivo e sostenibile e l´integrazione (indicativo 55%), in particolare il sostegno al Fondo investimenti di vicinato. Costruire un partenariato tra le persone: Erasmus + nel vicinato e in Russia (indicativa del 40%) Capacità di costruzione per i paesi europei di vicinato (indicativa 5%)  
   
   
RILANCIARE LA CRESCITA E L´OCCUPAZIONE - COME PUÒ LA POLITICA DI COESIONE CONTRIBUIRE AD UNA RIPRESA SOSTENIBILE DELLA UE?  
 
Bruxelles, 9 settembre 2014 – Di seguito l’intervento di Johannes Hahn Commissario per la politica regionale Al 6 ° Forum sulla coesione: “ Vorrei darvi il benvenuto calorosamente al sesto Forum sulla coesione. Le reazioni alla Sesta relazione sulla coesione e l´interesse per questo evento è stata schiacciante. Quasi quattro anni fa, quando ci siamo incontrati per l´ultimo Forum sulla coesione, ha segnato l´inizio del processo di riforma della politica di coesione. Siamo tutti d´accordo che deve diventare più di una politica di investimenti. Sono lieto di riferire a questo forum che è diventato ormai una realtà. Il nuovo quadro politico per il nuovo periodo ha portato gli obiettivi della politica di coesione in linea con la strategia Europa 2020 e riformato il modo in cui la politica di coesione lavora per renderlo un investimento efficace ed efficiente per lo sviluppo delle nostre regioni. La crisi degli ultimi anni ha servito solo per illustrare la necessità di una tale riforma. Come ottenere il massimo dalle limitate risorse disponibili è diventato di fondamentale importanza nei nostri sforzi per tornare a crescere. Non dimentichiamo che in tutta l´Ue, investimenti pubblici è diminuito del 20% in termini reali dal 2008 Nei paesi più colpiti dalla crisi, come la Grecia e la Spagna, il calo è stato di circa il 60%. In questo contesto e con tali riduzioni drastiche, la politica di coesione è diventata una fonte significativa di investimenti, in particolare nel Stati membri meno sviluppati, dove i finanziamenti di coesione rappresenta oggi oltre il 60% del budget di investimento. Il fatto è che la politica di coesione ha impedito un crollo totale degli investimenti pubblici in molti Stati membri durante la crisi. Essa ha svolto un ruolo fondamentale nel sostenere la capacità degli Stati membri di effettuare la crescita e gli investimenti posti di lavoro migliorando. E continuerà a farlo in futuro e sarà meglio a questo rispetto a prima. La nuova politica di coesione è tutto di fare scelte intelligenti con le limitate risorse disponibili per effettuare investimenti efficienti in grado di indirizzare l´Europa sulla via della ripresa e della crescita. Nei prossimi due giorni sono sicuro che sentiremo molto su alcuni dei pilastri della politica di coesione riformata come la concentrazione tematica, condizionalità ex ante e l´orientamento risultato. Tutti questi evolvono intorno a una idea di base che è quello di ottenere il miglior risultato possibile attraverso la concentrazione delle risorse su poche priorità selezionate, in linea con una strategia e all´interno di un quadro politico adeguato. Questi sono progettati per rendere gli investimenti più strategico e più efficiente. Inoltre, la nuova politica è legato anche alla governance economica e al semestre europeo. L´idea è che gli investimenti dei fondi non possono essere considerati isolatamente dal contesto economico in cui vengono intraprese. Come sottolinea la relazione sulla coesione, l´ambiente economico all´inizio del nuovo periodo di programmazione è molto difficile. Il debito pubblico è aumentato drammaticamente, il reddito è diminuito per molte persone in tutta l´Ue e la disoccupazione è più elevato che per oltre 20 anni. Allo stesso tempo, le disparità economiche e sociali hanno ampliato in molti paesi o fermato restringimento in altri. Questi sviluppi significano che molti degli obiettivi di Europa 2020 sono ora notevolmente più lontano rispetto a quando erano primo set. Sarà necessario uno sforzo notevole nel corso dei prossimi anni per raggiungerli in un contesto di notevoli vincoli di bilancio. Non abbiamo tempo da perdere. Ad oggi, 16 accordi di partenariato sono state adottate e siamo molto vicini a finalizzare i rimanenti. Ma abbiamo adottato solo una manciata di programmi operativi, solo due per essere precisi. Ciò significa che c´è ancora un sacco di lavoro da fare. E siamo determinati a fare bene e di non sacrificare la qualità rispetto alla velocità. Come indicato nella relazione sulla coesione e come confermato dalla successiva analisi degli accordi di partenariato e dei programmi operativi presentati dagli Stati membri vi sono già segnali incoraggianti di come la riforma si sta traducendo in pratica. È già evidente, per esempio, che vi sia un solido sostegno strategico per tutti gli investimenti da effettuare. E c´è un chiaro spostamento in termini di priorità di finanziamento rispetto al periodo 2007-2013. L´attenzione ora si concentra su settori come l´efficienza energetica, l´economia basse emissioni di carbonio, l´occupazione, l´inclusione sociale e di sostegno alle imprese. Abbiamo cercato di rendere quest´anno forum come interessante e interattivo possibile, fornendo un sacco di spazio per la discussione. Vorrei cogliere l´occasione per incoraggiarvi a farsi coinvolgere nelle varie discussioni, dato che abbiamo bisogno del vostro contributo e feedback. Ma ora è il momento di iniziare. Auguro a tutti voi due giorni molto proficui. La ringrazio molto per la vostra attenzione.  
   
   
UE-AZERBAIGIAN: RIBADITO L´IMPEGNO A PROMUOVERE LA DEMOCRAZIA EI DIRITTI UMANI  
 
Baku, 9 settembre 2014 - Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Stefan Fule, ha incontrato i rappresentanti della società civile in Azerbaigian Lunedi a Baku per sottolineare l´importanza che l´Ue attribuisce alla società civile come partner per le autorità del paese, come partner per l´Ue così come nel quadro del partenariato orientale. L´occasione di incontro offerta di scambio di opinioni circa le attività della società civile in Azerbaigian, il suo impegno con le autorità e la recente repressione degli attivisti di spicco per i diritti umani. Commissario Füle ha sottolineato l´importante ruolo della Azerbaidjani società civile nel sostenere le riforme democratiche, sostenendo il processo di riforma e tenendo il governo a conto. « Lei ha un ruolo fondamentale nella promozione della democrazia, dello Stato di diritto e difendere le libertà fondamentali, "ha detto ai rappresentanti di decine di organizzazioni della società civile. " L´unione europea ammira la vostra dedizione, nonostante le restrizioni si trovano ad affrontare. Stiamo guardando da vicino la situazione e più volte espresso la nostra preoccupazione per le modifiche alla legislazione sulle Ong, così come gli arresti e la condanna di tanti esponenti di spicco della società civile. Dibattito pubblico e le opinioni divergenti sono indispensabili in una democrazia stabile che non dovrebbero essere visti come una minaccia . " (* Vedere tutti i commenti del Commissario dalla riunione qui - http://bit.Ly/yq4m7j ) Commissario Füle ha anche annunciato un nuovo programma di sostegno alla società civile che è stato appena adottato dalla Commissione europea. Questo programma promuoverà attività delle organizzazioni della società civile ondemocracy, i diritti umani, di lavoro e la promozione delle libertà fondamentali. Sostegno mirato (come ad esempio i programmi di formazione, seminari, conferenze, azioni di sensibilizzazione, l´assistenza legale, sensibilizzazione, analisi, ricerca, monitoraggio e reporting) saranno forniti per costruire la capacità della società civile e rafforzare il suo ruolo nel promuovere le riforme e accountability.The priorità aree di azione sono: la libertà di espressione, la libertà e il pluralismo dei mezzi di comunicazione, sostegno elettorale, la libertà di associazione, la promozione della non discriminazione e di genere, l´uguaglianza etnica e religiosa, la tutela dei gruppi vulnerabili e di lotta alla corruzione. Sfondo La Commissione europea offre notevoli opportunità di finanziamento per sostenere la società civile nei paesi del partenariato orientale e consentire loro di partecipare all´attuazione delle riforme nazionali e lo sviluppo democratico. L´ue è il principale donatore estraneo alle organizzazioni della società civile (Osc) in Azerbaigian. ´Sostegno al Programma società civile´ La nuova Unione europea ha annunciato oggi fornisce 3.000.000 € oltre 2014-2015 per promuovere la democrazia ei diritti umani in Azerbaigian. Il finanziamento proviene dallo Strumento europeo di vicinato (Eni), il principale strumento finanziario e di cooperazione per il finanziamento ai paesi della politica europea di vicinato (Pev), tra cui l´Azerbaigian. Il programma 2014 è parte del più ampio sostegno finanziato dall´Ue per la società civile nel paese, che è anche il sostegno allo sviluppo rurale e regionale, l´istruzione e la protezione sociale, finanziata sia dal Eni, nonché programmi tematici (attori non statali e civile organizzazioni della società - Nsa-csos- e l´Iniziativa europea o la democrazia ei diritti umani - Eidhr). Accanto a progetti relativi ai diritti umani, l´Ue ha sostenuto una serie di progetti tra cui l´istruzione inclusiva, disabilità, donne e diritti dei bambini, lo sviluppo rurale e regionale, l´ambiente, la salute, l´Hiv / Aids, ecc  
   
   
NUOVO SOSTEGNO DELL´UE PER UN MIGLIORE SISTEMA AZERBAIGIANO DELL’ EDUCAZIONE E OCCUPABILITÀ  
 
Bruxelles, 9 settembre 2014 - Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Stefan Fule, ha incontrato il Ministro della Pubblica Istruzione Mikayil Jabbarov a Baku Lunedi per discutere di riforme e la modernizzazione del settore dell´istruzione. In questo contesto il Commissario ha annunciato un nuovo programma dell´Ue per contribuire a migliorare la qualità e la pertinenza del sistema educativo in Azerbaigian che è stato appena approvato dalla Commissione Europea. Il nuovo supporto valore di € 19.000.000 ha una particolare attenzione per l´istruzione superiore e della formazione professionale, rafforzando la partecipazione civica, la governance e l´inclusività del sistema educativo in Azerbaigian. "L´istruzione è una delle priorità della nostra cooperazione con l´Azerbaigian. Il paese può contare sul nostro sostegno e l´esperienza nella modernizzazione del suo sistema educativo, in particolare condividendo la ricca esperienza disponibili negli Stati membri dell´Unione europea. La riforma del sistema di istruzione - e in particolare l´istruzione tecnica e professionale - è la chiave per aumentare le opportunità di lavoro, e la mobilità e attraverso di essa la costruzione di una società moderna ", ha detto il commissario Füle. Il nuovo finanziamento Ue sosterrà il governo a riformare l´istruzione superiore e sistemi (Ifp) istruzione e formazione professionale, per migliorare il loro accesso, qualità, e avvicinarli agli standard e alle prassi europee. Un sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale superiore modernizzato potrebbe formare i lavoratori più qualificati, con competenze e conoscenze adeguate per soddisfare le crescenti esigenze del mercato del lavoro. Questo aiuterà anche a migliorare l´attrattività del sistema di istruzione; così come il riconoscimento nazionale e internazionale delle qualifiche, l´insegnamento e la ricerca in Azerbaijan. Nel lungo periodo, potrebbe portare a maggiori opportunità di lavoro e la mobilità di studenti, insegnanti e ricercatori. Il programma fornirà anche finanziamenti per la società civile per aumentare la sua capacità e la partecipazione nel settore dell´istruzione, con particolare attenzione sul dialogo tra la società civile, le autorità scolastiche e le imprese e le parti sociali. Sfondo Una delle sfide principali dell´Azerbaijan oggi è quello di sviluppare il capitale umano a diversificare l´economia. Il settore dell´istruzione è particolarmente importante in questo processo. Sistemi di istruzione e formazione professionale superiore e di formazione aggiornato possono offrire migliori opportunità di apprendimento, conoscenze e qualifiche necessarie per lo sviluppo di ´economia basata sulla conoscenza´ e settori non-oil. Questo nuovo programma di sostegno comunitario (il programma d´azione annuale 2014) fornisce 19.000.000 € di ripartizione bilaterale in Azerbaigian. Il suo obiettivo principale è quello di contribuire alla diversificazione economica dell´Azerbaigian, migliorando il suo sistema educativo. Ciò sarà completato con un sostegno mirato alle organizzazioni della società civile. Il finanziamento avviene attraverso lo strumento europeo di vicinato (Eni), il principale strumento finanziario e la cooperazione attraverso il quale il finanziamento è dato ai paesi della politica europea di vicinato (Pev), tra cui l´Azerbaigian.  
   
   
CORTE DI GIUSTIZIA UE: EXTRAUNIONISTI: UN VISTO ¨¨ VALIDO ANCHE SE APPOSTO SU UN PASSAPORTO INVALIDO. I CITTADINI DI PAESI TERZI POSSONO ENTRARE NEL TERRITORIO DELL¡¯UNIONE ANCHE SE PRESENTANO UN PASSAPORTO VALIDO PRIVO DI VISTO E UN VISTO VALIDO CONTENUTO IN UN PASSAPORTO INVALIDO. L¡¯ANNULLAMENTO DI UN PASSAPORTO, INFATTI, NON DETERMINA L¡¯INVALIDIT¨¤ DI UN VISTO UNIFORME APPOSTO SU TALE PASSAPORTO.  
 
Lussemburgo, 9 settembre 2014 - In data 8 ottobre 2010, un cittadino indiano ha viaggiato da Mosca (Russia) a Riga (Lettonia) tramite la compagnia aerea Air Baltic. Al momento del controllo di frontiera all¡¯aeroporto di Riga, tale cittadino ha esibito un passaporto indiano valido privo di visto e un passaporto indiano annullato sul quale era apposto un visto uniforme valido rilasciato dall¡¯Italia. Il cittadino indiano ¨¨ stato respinto dal territorio lettone con la motivazione che egli era privo di visto valido. L¡¯amministrazione lettone ha inflitto all¡¯Air Baltic una sanzione amministrativa di 2 000 lats lettoni (circa Eur 2 850) per aver trasportato verso la Lettonia una persona priva dei documenti di viaggio necessari per l¡¯attraversamento della frontiera. L¡¯air Baltic ha contestato tale ammenda dinanzi ai giudici lettoni. Investita della controversia, l¡¯Administrat¨©v¨¡ apgabaltiesa (Corte amministrativa regionale, Lettonia) chiede alla Corte di giustizia se l¡¯annullamento di un passaporto determini automaticamente l¡¯invalidit¨¤ di un visto uniforme rilasciato da un¡¯autorit¨¤ di uno Stato membro e apposto su tale passaporto. La Corte deve altres¨¬ stabilire se, alla luce del diritto dell¡¯Unione (codice frontiere Schengen e codice dei visti) , i cittadini di paesi terzi, per poter entrare nel territorio dell¡¯Unione, debbano presentare un visto valido in un documento di viaggio valido, e se la Lettonia potesse prevedere una simile condizione d¡¯ingresso nella propria normativa. Nella sua odierna sentenza, la Corte dichiara, in risposta alla prima questione, che, ai sensi del codice dei visti, solo le autorit¨¤ competenti di uno Stato membro possono annullare un visto. Ne consegue dunque che, nel caso di specie, l¡¯annullamento del passaporto da parte delle autorit¨¤ indiane non pu¨° automaticamente comportare l¡¯annullamento o la revoca del visto rilasciato dall¡¯Italia. Quanto alla questione relativa all¡¯esistenza di un obbligo imperativo, per i cittadini di paesi terzi, di presentare un visto valido in un documento di viaggio valido, la Corte ricorda che, secondo il codice frontiere Schengen, l¡¯ingresso di cittadini di paesi terzi nel territorio dell¡¯Unione ¨¨ subordinato, in particolare, a due condizioni distinte, riguardanti rispettivamente la presentazione di un documento di viaggio valido, da un lato, e la presentazione di un visto valido, dall¡¯altro. In una situazione come quella del caso di specie (cittadino di un paese terzo che esibisce separatamente un visto valido e un documento di viaggio valido), la Corte afferma che il legislatore dell¡¯Unione non ha voluto escludere ogni possibilit¨¤ di entrare nel territorio dell¡¯Unione. In tal senso, la Corte rileva che, qualora lo Stato membro di rilascio non riconosca il documento di viaggio presentatogli, il visto, a norma del codice dei visti, pu¨° essere apposto su un foglio separato (e non sul documento di viaggio). Inoltre, il modello che le autorit¨¤ preposte al controllo di frontiera devono compilare per accertare il rispetto delle condizioni di ingresso non contiene alcuna casella che consenta di motivare il respingimento con il fatto che un visto valido non sia apposto su un documento di viaggio valido. Infine, la Corte osserva che la presentazione di due documenti di viaggio distinti non pone le autorit¨¤ preposte al controllo in una situazione che renda loro impossibile effettuare, in condizioni ragionevoli, le verifiche necessarie tenendo conto delle informazioni ricavate dai due documenti di viaggio ad esse esibiti. La Corte ne trae la conclusione che i visti validi non devono necessariamente essere contenuti in un documento di viaggio valido. In risposta all¡¯ultima questione, la Corte dichiara che la Lettonia non era legittimata a subordinare l¡¯ingresso di cittadini di paesi terzi alla condizione secondo cui un visto valido deve necessariamente essere apposto su un documento di viaggio valido. Gli Stati membri, infatti, non dispongono di un margine discrezionale che consenta loro di respingere cittadini stranieri sulla base di una condizione non prevista dal codice frontiere Schengen: nessuna disposizione di tale codice permette quindi agli Stati membri di imporre condizioni d¡¯ingresso aggiuntive, dato che l¡¯elenco di tali condizioni ¨¨ esaustivo.  
   
   
ENRICO ROSSI A BRUXELLES: "EUROPA, NIENTE FRENI ALLA SPESA"  
 
Bruxelles, 9 settembre 2014 - Per far ripartire crescita e sviluppo occorre spendere rapidamente le risorse della prossima programmazione comunitaria: occorre certo "saper spendere" scegliendo obiettivi strategici, ma occorre anche essere messi nella condizione di "poter spendere". Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana (unico italiano invitato al 6* forum sulla coesione in corso fra ieri e oggi a Bruxelles) parte da qui, da questa considerazione, per poi avanzare una richiesta forte all´Europa. "L´europa - afferma Rossi - ci chiede di utilizzare le risorse comunitarie in modo più tempestivo ed efficace. Noi in Toscana abbiamo accettato la sfida. E fatto scelte precise. Abbiamo deciso di concentrare le risorse su pochi obiettivi strategici, quelli in grado di accrescere competitività dei territori; abbiamo deciso di favorire le aziende dinamiche, quelle in grado di spendere subito facendo ripartire sviluppo e crescita (in Toscana ne abbiamo selezionate più di 3mila che nonostante la crisi hanno aumentato fatturato, occupazione ed export). E poi abbiamo anche deciso di accelerare la spesa, evitando interruzioni (anticipando dalle casse regionali 82 milioni) pur di assicurare la continuità degli investimenti. È una scelta innovativa che abbiamo fatto superando resistenze e abitudini consolidate, imboccando strade nuove". Ma anche l´Europa è chiamata a cambiare passo, superando rapidamente la contraddizione tra le politiche investimenti e le politiche per la stabilità. "L´europa - chiede Rossi - deve allentare il patto di stabilità, escludendo da questo il confinanziamento dei fondi strutturali, allentando i freni alla spesa, consentendo così ai governi regionali di poter spendere le risorse in modo rapido ed efficace. Cosa di cui c´è estremo bisogno e urgenza. Noi, l´Italia e la Toscana, abbiamo sostenuto le politiche per la riunificazione tedesca e l´allargamento ad Est dell´Europa, ora sono l´Europa del Sud e l´Italia che hanno bisogno di politiche di sostegno. Abbiamo bisogno - ribadisce Rossi - di cambiare le politiche dell´austerità e del rigore in politiche per lo sviluppo e per la crescita e soprattutto per l´occupazione". Una scelta di questo tipo consentirebbe alla Toscana, nel periodo 2014-2020, di liberare 970 milioni di risorse dalla morsa del patto di stabilità (circa 160 milioni all´anno). "Se l´Europa ci darà una risposta positiva, come chiede anche il governo Renzi, avremo la possibilità di spendere 160 milioni all´anno e quindi raddoppiare gli investimenti con effetti positivi per la nostra economia. Sarebbe una spinta micidiale - continua ancora il presidente toscano - che ci permetterebbe di realizzare i progetti nei tempi previsti, aiutando il rilancio della crescita in un momento di profonda crisi economica e consentendo di liberare spazi per ulteriori investimenti, ora congelati dal patto. Questo spetta all´Europa. Questo si aspettano i territori, i governi locali di Regioni e Comuni. Resta difficile - conclude Rossi - comprendere perché si esclude dai vincoli di bilancio la quota finanziaria dell´Ue ma non il confinanziamento che spetta agli Stati membri e alle Regioni. Anche l´Europa deve cambiare marcia. E deve farlo ora, prima che sia troppo tardi".  
   
   
MILANO, CITTÀ METROPOLITANA: TAVOLO CONFRONTO IL 16 SETTEMBRE  
 
Milano, 9 settembre 2014 - Il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione della Regione Lombardia Daniele Nava ha convocato per il 16 settembre prossimo, a Palazzo Lombardia, il tavolo di confronto sulla Città Metropolitana di Milano. Alla riunione parteciperanno l´assessore Daniela Benelli per il Comune di Milano, l´assessore Franco De Angelis per la Provincia di Milano e una delegazione di Anci Lombardia. Necessaria Chiarezza - "Abbiamo promosso prima dell´estate questo tavolo di confronto - spiega Nava - in un clima condiviso di partecipazione, per avviare un dialogo costruttivo sul percorso di costituzione della nuova Città metropolitana. Regione Lombardia è fortemente impegnata nel sostegno agli Enti interessati, per gestire gli effetti dell´applicazione della Legge Delrio e delle riforme istituzionali in atto. I futuri ambiti coinvolti e le funzioni assegnate alla Città metropolitana implicano necessariamente che i vari livelli istituzionali dialoghino, al fine di evitare sovrapposizioni o confusioni di competenze e per stabilire rapporti costruttivi tra Milano e la Lombardia e tra la Lombardia e Milano".  
   
   
MOLISE, RIORDINO ISTITUZIONALE, IL NUOVO ASSETTO DEGLI ENTI LOCALI. FRATTURA: ASSOCIAZIONISMO PER ASSICURARE SERVIZI A CITTADINI E IMPRESE  
 
Campobasso, 9 settembre 2014 - In linea con le indicazioni contenute nella riforma Delrio e nella programmazione comunitaria 2014-2020, un nuovo associazionismo istituzionale, organico e articolato su più livelli per favorire sviluppo e soddisfare le esigenze del territorio: spending review sì, ma mai a discapito della qualità da assicurare alla vita dei cittadini molisani. È, questa, la mission fissata nella proposta regionale di riordino degli enti locali, proposta che il governatore Paolo di Laura Frattura sta condividendo, attraverso un ciclo di incontri, con il territorio molisano. Dopo Riccia e Agnone, ieri l´appuntamento con Campobasso. In calendario nei prossimi giorni Isernia, Termoli e Trivento. A Palazzo San Giorgio, con il direttore d´area della Regione Molise, Angelo Fratangelo, oggi ospiti del primo cittadino del capoluogo, Antonio Battista, numerosi sindaci, amministratori comunali e i rappresentanti della Provincia di Campobasso, invitati a modellare insieme il nuovo assetto istituzionale. "Proponiamo - così l´indicazione del presidente Frattura -, una visione di insieme dell´azione regionale per gli enti locali basata su quattro cardini: l´assetto istituzionale, l´organizzazione di servizi per cittadini e imprese, le politiche di sviluppo e la questione di carattere finanziario. Lo facciamo per mettere in atto, noi per primi, una riorganizzazione che assicuri efficienza, razionalizzazione e contenimento di strutture e costi, oggi avvertita urgente e prioritaria anche alla luce dei rapporti tecnici di spending review che vorrebbero mettere in forse la nostra autonomia. Una visione nuova, ambiziosa, che stiamo realizzando lungo un percorso partecipato, con azioni di supporto e una procedura assolutamente condivisa, come l´incontro odierno, i precedenti e i prossimi in agenda testimoniano. Il processo di riordino che abbiamo avviato, al quale chiediamo a tutti voi di partecipare con indicazioni e suggerimenti concreti, è un´occasione straordinaria per dare nuova linfa, sociale, occupazionale ed economica, al nostro Molise. Con la nuova architettura istituzionale, saremo in grado di assicurare con chiarezza lo svolgimento di competenze, servizi e funzioni e realizzare importanti economie nel pieno rispetto della qualità della vita che vogliamo assicurare ai nostri cittadini". Così, anche nel confronto a Campobasso, dopo una breve analisi dello status quo, rintracciabile nelle vecchie programmazioni e sostanzialmente segnato da una frammentazione delle azioni-convenzioni e da un associazionismo a macchia di leopardo per tutta una serie di servizi, è stato presentato il possibile nuovo assetto che si fonda sull´esercizio associato dei comuni per funzioni e servizi essenziali - sanità, scuola e trasporti -, e sulla razionale redistribuzione delle altre competenze in contesti istituzionali più ampi. Alla base due raggruppamenti di fondo: i comuni molisani che rientrano nella strategia delle aree interne e quelli definiti comuni di cintura in relazione ai poli urbani sui quali gravitano: ecco la rivoluzione approntata per la programmazione 2014-2020, anche alla luce del più evidente degli interventi della riforma Delrio, le Province. "Facile dire: azzeriamo, meno facile stabilire in che modo", così Paolo Frattura ha posto l´accento sul percorso che si seguirà per le amministrazioni provinciali per quanto riguarda aspetti specifici e importanti come la riorganizzazione del personale, l´attribuzione delle competenze, la liquidazione del patrimonio. "Sono, questi - ha sottolineato il governatore -, elementi che meritano da subito la nostra attenzione per non creare disservizi ai cittadini e non penalizzare professionalità e territorio". Dunque, la definizione degli ambiti territoriali ottimali potrebbe essere definita proprio dal rapporto che scaturisce da questa ultima classificazione e gli eventuali confini di riferimento, comunità montane e ambito territoriale sociale. "Di particolare rilievo - ha spiegato il governatore Frattura -, la necessità di porre in rapporto l´ambito strategico delle aree interne con quello dei poli urbani. In questa maniera non solo rispondiamo a un obbligo di legge, ma soprattutto rendiamo il processo associativo una delle precondizioni per le nuove dinamiche di crescita e sviluppo che hanno nel territorio gran parte degli elementi fondanti". Indicati percorso, metodo e ipotesi di parametri per la definizione degli ambiti ottimali: il numero degli abitanti, dai 10 ai 15 mila, e l´estensione territoriale, 300 kmq. Parametri e confini, comunque, plasmabili in base alle esigenze da soddisfare secondo una logica di scelta a geometria variabile: all´interno degli ambiti sono contemplati, infatti, diversi livelli di intesa rispetto all´esercizio associato di funzioni e servizi. "Per la fine del mese dovremo essere pronti per deliberare - la conclusione di Frattura -, il contributo di ciascuno di voi diventa fondamentale per arrivare a produrre un riordino istituzionale quanto più in linea con la nostra storia, ma soprattutto con la possibilità di futuro che vogliamo tutti insieme garantire al nostro Molise".  
   
   
FORNITORI DELLA PROVINCIA DI TRENTO: UN AIUTO PER L´ACCESSO AL CREDITO  
 
Trento, 9 settembre 2014 - La Provincia, pur avendo disponibilità di cassa, deve osservare i vincoli posti dal patto di stabilità nazionale e questo determina una dilazione di alcuni pagamenti per spese in conto capitale - cioè per investimenti - nei confronti dei propri fornitori, ovvero delle imprese esterne a cui si è rivolta per l´acquisto di beni o la fornitura di servizi, prestazioni e così via. Per non far pesare sulle imprese questo meccanismo la Giunta, su proposta del presidente Ugo Rossi , ha deciso di facilitare l´accesso al credito dei propri fornitori, mediante lo strumento della cessione e certificazione dei crediti. Una soluzione che coinvolge banche e intermediari finanziari, chiamati ad anticipare ai creditori della Provincia le somme in questione. Nei confronti degli istituti finanziari la Provincia e i suoi enti si impegnano a loro volta a saldare i crediti anticipati entro e non oltre il 28 febbraio 2015. L´obiettivo è chiaro: far sì che i fornitori della Provincia, che possono trovarsi in difficoltà per il ritardo nei pagamenti dei crediti vantati in virtù dei limiti posti agli enti pubblici dal Patto di stabilità, possano vedersi anticipare le relative somme, e a condizioni favorevoli. Lo strumento per raggiungerlo, oggetto di un apposito Protocollo d´intesa adottato oggi con delibera di Giunta, è questo: i soggetti che aderiscono al Protocollo, ovvero le banche e gli intermediari finanziari interessati, si impegnano ad anticipare ai fornitori i crediti certificati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali, in tempi brevi e a costi massimi stabiliti.L´adesione è aperta a tutte le banche e a tutti gli intermediari, e potrà avvenire anche in tempi diversi. Le modalità di certificazione del credito, in forma telematica, sono state stabilite a livello nazionale con un decreto del Ministero dell´economia e delle finanze del 25 giugno 2012. Le banche e gli intermediari che aderiscono al Protocollo si rendono disponibili a sottoscrivere con le imprese titolari di appalti di forniture, prestazioni professionali, lavori pubblici, contratti di cessione pro soluto o pro solvendo dei crediti vantati nei confronti della Provincia e dei suoi enti collegati, dall´Opera Universitaria al Mart, dal Muse agli Istituti culturali per la valorizzazione delle minoranze linguistiche e così via. Il tutto attraverso la Piattaforma per la certificazione dei crediti prevista dalla normativa statale, in sigla Pcc. Banche e intermediari si impegnano inoltre ad applicare al plafond massimo dedicato all´iniziativa - 100 milioni di euro - condizioni che, con riferimento al tasso annuo di interesse, non superano quello indicato nel Protocollo (diversificato a seconda di cessione pro soluto o pro solvendo). Fra le altre condizioni da osservare, l´impegno a erogare al soggetto interessato la somma richiesta entro 15 giorni lavorativi dal ricevimento della domanda. Provincia ed enti dal canto loro si impegnano a rilasciare nel più breve tempo possibile ai creditori che ne facciano richiesta la certificazione apposita, ai fini dell´ottenimento del credito. Provincia ed enti si impegnano inoltre a pagare i crediti ceduti alle banche e agli intermediari entro e non oltre il 28 febbraio 2015. Il Protocollo può essere prorogato fino al 31 dicembre 2015 e per i pagamenti avvenuti entri il 31 gennaio 2016. Il provvedimento non implica oneri a carico della Provincia.  
   
   
CALABRIA: EFFETTUATI PAGAMENTI PER CIRCA DUECENTOCINQUANTA MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 9 settembre 2014 - Pagamenti per un totale di 256 milioni di euro sono stati effettuati nel corso della settimana dalla Ragioneria Generale della Regione Calabria. Lo rende noto l´assessore al Bilancio e alla Programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini. Parte sostanziale dei fondi viene indirizzato al comparto sanitario: 238 milioni sono infatti liquidati alle Aziende Sanitarie e Provinciali quale quota mensile del Fondo Sanitario Regionale. L´importo di 3.500.000 viene pagato a Trenitalia, si tratta dei corrispettivi per i servizi di trasporto pubblico in ambito regionale. Circa 2.800.000 euro sono stati trasferiti su disposizione del dipartimento Lavori Pubblici all´Afor, per il pagamento delle spettanze agli operai idraulico forestali. Destinati al comparto agricolo calabrese, 750.000 euro per il Por Fep 2007/2013; fondi per 900.000 euro del Por Fse 2007/2013 vengono pagati per il dipartimento Lavoro e destinati a Borse lavoro. Pagamenti per circa 250.000 euro a valere sul Por Fesr, sono stati effettuati per le Attività Produttive; circa un milione di euro è stato liquidato per l´Economato regionale. 800.000 euro su disposizione del dipartimento Bilancio sono stati pagati per servizi vari e infine circa 8 milioni euro vengono trasferiti al Consiglio Regionale. "Famiglie, imprese, enti locali dichiara l’assessore Mancini - sono come sempre la nostra priorità”.  
   
   
ENTI STRUMENTALI DELLA PROVINCIA DI TRENTO: NUOVE DIRETTIVE IN MATERIA DI PERSONALE  
 
Trento, 9 settembre 2014 - Sono all´insegna del risparmio e della razionalizzazione delle spese le direttive in materia di personale degli enti strumentali della Provincia che la Giunta ha approvato oggi, su proposta del presidente Ugo Rossi. Alla decisione sono interessati numerosi soggetti come fra le agenzie provinciali, gli istituti e le fondazioni di ricerca, i musei e gli altri enti culturali, i Parchi, l´Opera universitaria, come pure gli enti strumentali a carattere privatistico come Cassa del Trentino o Informatica Trentina spa. In linee generali per il 2014 sono confermati i limiti di spesa già indicati negli anni precedenti. Limiti vengono confermati per le nuove assunzioni, per il trattamento economico del personale e per le collaborazioni. Continua l´impegno sul fronte della spending review anche per gli enti strumentali della Provincia. Ma non di soli risparmi stiamo parlando: le direttive adottate oggi parlano anche di ammodernamento, razionalizzazione e efficientamento. Per quanto riguarda in particolare gli enti a carattere privatistico, procede il processo di trasferimento di funzioni ad un Centro di servizi condivisi. Le società dovranno mettere a disposizione del Centro il personale necessario al suo funzionamento. Limiti vengono confermati anche sul versante assunzioni (con parziale esclusione per le Fondazioni di ricerca): sarà possibile assumere nuovo personale solo per nuove attività non a carattere temporaneo (che non possono essere coperte dal Centro di servizi condivisi) o nell´ambito della legge sul diritto al lavoro dei disabili. Limiti infine vengono posti per le spese per lavoro straordinario o per missioni: la spesa per gli anni 2014, 2015 e 2016 non potrà superare quella per il 2013 ridotta del 5%.  
   
   
PARMA: LA SITUAZIONE FINANZIARIA DELLA PROVINCIA È ESTREMAMENTE CRITICA: IL GOVERNO DEVE RIVEDERE I FINANZIAMENTI E IL PATTO DI STABILITÀ” A RISCHIO GLI INTERVENTI SULLE STRADE, COMPRESO LO SGOMBRO NEVE, E L’EDILIZIA SCOLASTICA. APPELLO AI SINDACI, CHE DAL 9 OTTOBRE PROSSIMO GOVERNERANNO L’ENTE.  
 
Parma, 9 settembre 2014 – “La Provincia non è messa nelle condizioni di garantire il livello necessario di intervento sul territorio”. E’ questo il grido di allarme che il presidente Vincenzo Bernazzoli ha lanciato nella conferenza stampa del 4 settembre, a cui hanno partecipato l’Assessore al Bilancio Roberto Zannoni e diversi altri esponenti della Giunta provinciale. Bernazzoli ha fornito in dettaglio i numeri della situazione economica dell’Ente: la Provincia di Parma ha i conti in ordine, dal 2011 in poi ha sempre assicurato sia l’equilibrio di bilancio, sia il rispetto del Patto di stabilità. Ma per il 2014 le entrate sono diminuite e sono aumentati i tagli del Governo: in 4 anni lo Stato ha ridotto le risorse a disposizione dell’Ente per oltre 18 milioni di euro e nel 2015 ci sarà un ulteriore taglio di 1 milione di euro. E’ stato possibile fare solo il 7,5% degli investimenti previsti quest’anno. E questo nonostante un risparmio di costi fissi di 5,4 milioni di euro nel quadriennio sulle spese di funzionamento e nonostante i costi della politica da fine giugno si siano azzerati (gli attuali amministratori operano a titolo gratuito). A questo si aggiunge che la Provincia deve riscuotere crediti dallo Stato per 12 milioni di euro, per i quali ha citato in giudizio il Ministero dell’Interno. Sulla base delle proiezioni delle entrate al 31/12/2014 sarà necessario, per raggiungere l’equilibrio di bilancio, attuare manovre straordinarie, come l’applicazione dell’avanzo di amministrazione alla parte corrente del bilancio. Ma questo comporterebbe, alle condizioni attuali, il non rispetto del Patto di stabilità, quindi ulteriori tagli sul bilancio 2015. Il peso del Patto è cresciuto negli anni: se nel 2011 le entrate della Provincia dovevano superare le spese di 780 mila euro, nel 2014 la cifra è salita a 6.872 mila euro (e la cifra era ancora superiore, è stata ridotta grazie al contributo della Regione Emilia Romagna). Rispettare il patto significa per la Provincia l’impossibilità di contrarre nuovi mutui, l’impossibilità di destinare l’avanzo di amministrazione agli investimenti, l’impossibilità di attivare nuovi investimenti, se non quelli finanziati completamente da terzi. Chi ne fa le spese maggiormente sono la viabilità e l’edilizia scolastica, paradossalmente funzioni confermate alle Province dalle legge 56/2014, la legge della riforma Delrio. E il problema è comune a tutte le altre Amministrazioni provinciali: in 37 stanno già valutando se chiedere lo stato di pre- dissesto, quasi tutte chiedono di avere la possibilità di sforare il Patto di stabilità. Che fare? Bernazzoli e la sua Giunta non abbandonano il campo: “ Vogliamo svolgere fino all’ultimo il nostro ruolo a favore del territorio – afferma il Presidente – come Upi (Unione Province d’Italia), con l’appoggio dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), abbiamo fornito tutti i dati dei bilanci delle Province al Governo e chiesto un confronto. Occorre sia che vengano destinate velocemente alle Province nuove risorse, sia una revisione del Patto di stabilità. Qui in Piazza della Pace dal prossimo 9 ottobre saranno i sindaci a governare la Provincia: abbiamo voluto informare loro e tutti i cittadini su questa situazione, che rischia di provocare gravi danni. Nel frattempo, chiediamo di ottenere ulteriori miglioramenti dell’obiettivo dalla Regione Emilia - Romagna nell’ambito del Patto di stabilità territoriale, cerchiamo di velocizzare i tempi di riscossione delle entrate, tentiamo di attrarre risorse, anche da privati, per rispondere alle esigenze e l’ente continua a operare come di consueto per tutte le attività finanziate.”  
   
   
BOLZANO: GIORNATA DELL´AUTONOMIA: SUCCESSO PER LE PORTE APERTE E IN PIAZZA MAGNAGO  
 
Bolzano, 9 settembre 2014 - Si è conclusa in maniera positiva la Giornata delle porte aperte in Provincia per celebrare la festa dell’autonomia del 5 settembre. Particolarmente gremita piazza Silvius Magnago e i palazzi circostanti, buoni i riscontri anche negli altri edifici coinvolti. Kompatscher: "La storia non si ferma, lavoriamo per sviluppare ancora l´autonomia". La Giornata dell´autonomia si è conclusa con gli interventi del presidente della Provincia Arno Kompatscher e del presidente del Consiglio Thomas Widmann. Kompatscher ha ricordato in particolare l´importanza di celebrare la ricorrenza del 5 settembre 1946, giorno in cui venne sottoscritto l´Accordo di Parigi. "Un accordo che inizialmente fu accettato come una delusione da parte della popolazione di lingua tedesca - ha spiegato - ma che in realtà ha consentito di avviare un processo che ha portato all´autonomia che conosciamo oggi. Siamo passati attraverso il secondo Statuto e la quietanza liberatoria dell´Onu, ed è proprio l´ancoraggio internazionale che rende la nostra autonomia diversa da tutte le altre". Il presidente altoatesino, però, non ha guardato solo al passato, ma anche al futuro. "La storia non si ferma - ha sottolineato Arno Kompatscher - e non dobbiamo nascondere il fatto che il nostro percorso è diventato sempre più difficile. Ma bisogna ripartire dai rapporti con Roma, dove lavoreremo per difendere competenze che vengono messe in dubbio e conquistarne di nuove, puntando molto sulla nuova cornice istituzionale rappresentata dall´Euregio". Il presidente del Consiglio Thomas Widmann, invece, ha posto l´accento sull´importanza di "avvicinarci ai cittadini aprendo le porte dei palazzi dove si governa e si amministra l´autonomia. Il Consiglio provinciale, ad esempio, è il luogo dove si formano le leggi che regolamentano la vita di tutti i giorni e definiscono lo sviluppo economico, culturale e politico della nostra società". I discorsi ufficiali, dunque, hanno chiuso la prima giornata delle porte aperte che ha coinvolto 19 palazzi provinciali a Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Silandro ed Egna. Il programma delle iniziative proposte si è rivelato particolarmente ricco e variegato, e sono stati positivi i riscontri da parte dei visitatori. Alla stazione a valle della Funivia del Renon, ad esempio, sono stati aperti al pubblico i locali della sala macchine, nel palazzo 2 è stato possibile visitare la centrale che effettua il monitoraggio su tunnel e gallerie, presso i laboratori dell´Agenzia per l´ambiente c´è stata la possibilità di analizzare vini e acque, nel palazzo 7 si sono svolti brevi corsi introduttivi alla fotografia, mentre l´Archivio provinciale ha aperto i propri scaffali colmi di documenti. Piazza Silvius Magnago, invece, è stata completamente trasformata in una sorta di fiera a cielo aperto con la presentazione di diversi servizi gestiti dalla Provincia: dai bacini montani alla protezione civile. Molti, inoltre, i visitatori presso il palazzo del Consiglio provinciale, che offriva un percorso esplicativo sulla formazione delle leggi, e Palazzo Widmann, sede della Giunta provinciale. A proposito di Giunta provinciale, per la Giornata dell´autonomia sono rimaste aperte al pubblico le porte sia dell´ufficio del presidente Arno Kompatscher, sia della sala dove ogni martedì si riunisce l´esecutivo, con i visitatori che si sono potuti "improvvisare" assessori per un giorno. "Il nostro scopo - è il commento a fine giornata di Kompatscher - era quello di ridurre le distanze tra amministrazione e cittadini, facendo vedere a tutti, in un´ottica di apertura e trasparenza, come e dove si svolge l´attività politica e di gestione della nostra autonomia, un´autonomia che appartiene a tutti gli altoatesini. Alla luce dei riscontri avuti in queste ore, mi sento di poter dire che l´obiettivo è stato raggiunto".  
   
   
TRENTO, AGENZIA DEL LAVORO: SUI TIROCINI ESTIVI NESSUNA CONCORRENZA SLEALE  
 
Trento, 9 settembre 2014 - "Nessuna concorrenza sleale sui tirocini estivi da parte dell´Agenzia del lavoro. L´agenzia si è attenuta alla norma generale in materia e ha garantito direttamente ai tirocinanti la sola copertura assicurativa. Le borse di tirocinio sono state pagate direttamente dalle aziende ospitanti". Questa in sintesi la replica dell´Agenzia del lavoro ad alcune affermazioni del direttore dell´Asat Roberto Pallanch, riguardanti una presunta "concorrenza sleale" , rese pubbliche dagli organi di informazione. In merito alle affermazioni di concorrenza sleale comparse su alcuni organi di informazione, in materia di tirocini estivi, l´Agenzia sottolinea quanto segue: "Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita progressiva della domanda, da parte dei giovani impegnati in percorsi di studio, di occasioni per migliorare la loro conoscenza del mondo del lavoro. Uno strumento che si è dimostrato particolarmente utile per rispondere a questa esigenza, è il tirocinio estivo. Le attività di promozione e di gestione dei tirocini estivi competono in primo luogo al sistema dell’istruzione e le relative attività sono coordinate dal Dipartimento della conoscenza della Provincia autonoma. Accanto alle istituzioni formative e scolastiche, si sono recentemente affiancati ulteriori soggetti, con iniziative che puntano ad aumentare il numero delle occasioni di inserimento e che concorrono a migliorare l’incontro fra la domanda delle imprese e l’offerta dei giovani. Lo scopo esplicito è di integrare le attività svolte dal sistema dell’istruzione e non certo di entrare in conflitto o competizione con lo stesso. Da due estati a questa parte alcune organizzazioni datoriali hanno firmato con le principali organizzazioni sindacali, a livello territoriale, delle intese che danno l’indicazione di attivare tirocini estivi tramite l’Agenzia del lavoro. Sono quindi seguiti dei protocolli d’intesa fra Agenzia e Confindustria Trento, Associazione Artigiani e piccole imprese della provincia di Trento e Federazione trentina della cooperazione, che fissano le regole per la realizzazione concreta delle attività. Nell’ultimo biennio, anche molti Comuni e Comunità di Valle hanno stipulato intese con l’Agenzia del lavoro, volte alla comune realizzazione di iniziative di tirocinio estivo. Va precisato che il tirocinio estivo si distingue dal tirocinio formativo e di orientamento, che segue regole diverse e sul quale l’Agenzia del lavoro punta da moltissimi anni, in quanto ha anche finalità di inserimento lavorativo. Va inoltre puntualizzato che i tirocini previsti dalla Garanzia Giovani non sono ancora stati attivati concretamente e non appartengono, in ogni caso, alla categoria dei tirocini estivi. In tutti i tirocini estivi promossi dall’Agenzia del lavoro è stata rispettata la norma generale in materia, che prevede, per i ragazzi partecipanti, l’erogazione delle borse di tirocinio. Per tali tirocini l’Agenzia del lavoro non riconosce direttamente alcun compenso al partecipante; essa garantisce, infatti, solo la copertura assicurativa del giovane. Le borse di tirocinio, proprio sulla base degli accordi citati, sono state pagate direttamente dalle aziende ospitanti, dai Comuni oppure dalle Comunità di Valle. Per l’estate 2014 era possibile una deroga al principio dell’obbligo di riconoscimento della borsa di tirocinio: il fatto che questo fosse promosso dalle scuole. Tale decisione è stata assunta dalla Commissione provinciale per l’impiego, nella quale sono rappresentate tutte le principali organizzazioni datoriali e sindacali di livello provinciale  
   
   
PUGLIA, GIOVANI INNOVATORI IN AZIENDA: PRESENTAZIONE BANDO  
 
Bari, 9 settembre 2014 - L’assessore alle Politiche Giovanili, Guglielmo Minervini e la presidente dell’Arti Eva Milella, hanno presentato ieri mattina il bando sperimentale “Giovani Innovatori in Azienda”. “Abbiamo scoperto – ha spiegato Minervini – che il 73% delle aziende pugliesi hanno difficoltà a trovare figure professionali che aiutino a innovare. Da questa considerazione arriva il dispositivo sperimentale che presentiamo ad oggi: sarà un test che se funzionerà, sarà riproposto con la prossima programmazione europea. Chi ha una idea progettuale potrà sottoporla all’Arti che dopo una verifica, la inserirà in una sorta di catalogo virtuale. Le proposte saranno portate all’attenzione delle imprese anche tramite le associazioni di categoria. L’idea è fare incontrare le giovani idee innovative che servano anche all’internazionalizzazione con le esigenze delle imprese anche piccole, anche artigiane. Chi si incontrerà, potrà contare in tre mesi su 5.000 euro per lo sviluppo in azienda dell’idea: si chiama “matching” il mettere in collegamento ideatori e sviluppatori. Fondamentale è ruolo dei media, che ci dovranno dare una mano a diffondere l’iniziativa. Si tratta di una sperimentazione, non è uno stage, ma un canale di ascolto delle necessità delle imprese e delle idee dei giovani. Siamo sicuri che sarà un successo”. Di seguito, la scheda dell’iniziativa diffusa oggi: Arti e Bollenti Spiriti lanciano “Giovani Innovatori in azienda”, un’iniziativa sperimentale per aumentare il tasso di innovazione e internazionalizzazione delle piccole e medie imprese pugliesi attraverso idee progettuali proposte da giovani pugliesi ad alta qualificazione. L’iniziativa è realizzata con le risorse del precedente periodo di programmazione (2007 – 2013) e serve a sperimentare una nuova modalità di incontro tra domanda e offerta di innovazione in vista del nuovo programma operativo regionale 2014 2020. Infatti, come emerge da un’indagine realizzata dall’Arti, nonostante gli elevati livelli di disoccupazione giovanile e di “fuga dei cervelli”, il 73% delle imprese pugliesi dichiara di avere una difficoltà “alta” o “medio alta” a trovare le professionalità necessarie a innovare. L’obiettivo di Giovani Innovatori in Azienda è duplice: consentire ai giovani di età compresa tra 18 e 35 anni di migliorare la propria occupabilità sviluppando esperienze, competenze e relazioni all’interno di piccole e medie imprese pugliesi; rafforzare le Pmi della regione aumentando la qualità del capitale umano e la loro capacità di innovazione e internazionalizzazione attraverso occasioni di incontro e collaborazione con giovani high skilled. Un primo elenco dei fabbisogni di innovazione delle imprese pugliesi è stato stilato dall’Arti in collaborazione con Confindustria Puglia e verrà costantemente implementato in base alle esigenze manifestate dalle imprese. La sperimentazione si realizza in tre fasi, nel periodo settembre 2014 / aprile 2015. Durante la Prima Fase (dal 15 settembre al 15 ottobre 2014), i giovani potranno caricare sul sito www.Giovaniinnovatori.it  la propria idea progettuale nei seguenti ambiti: a) Innovazione di prodotto/servizio, nei processi produttivi interni, organizzativi, amministrativi e di business dell’azienda, nei canali di distribuzione e vendita dei prodotti e servizi; digitalizzazione dei processi, gestione informatica del know-how e strategie web. B) Internazionalizzazione mediante progetti per la promozione nei mercati esteri dei prodotti e servizi dell’azienda, elaborazione di strategie per favorire l’ingresso dell’impresa nei mercati esteri, individuazione ed implementazione di nuovi canali per la distribuzione e vendita dei prodotti e servizi all’estero. Arti provvederà a verificare la qualità delle idee progettuali presentate e a pubblicare un abstract delle proposte valutate positivamente sulla piattaforma www.Giovaniinnovatori.it  a disposizione di tutti gli interessati. Durante la Seconda Fase (da novembre 2014 a gennaio 2015) l’Arti, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali che parteciperanno alla sperimentazione, si occuperà di promuovere l’incontro tra le proposte dei giovani innovatori e le imprese operanti sul territorio regionale. Nella Terza Fase (fino ad aprile 2015), i giovani realizzeranno i progetti all’interno delle imprese interessate in base ad un piano operativo concordato. I progetti potranno avere una durata massima di 3 mesi e ai giovani verrà corrisposta una indennità di 5.000 €. “Giovani Innovatori in Azienda” è un’iniziativa realizzata dall’Arti Puglia e dalla Regione Puglia, Area politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione, con il supporto del Fondo Sociale Europeo 2007 / 2013. “Giovani Innovatori in Azienda” è una delle azioni del programma regionale per le politiche giovanili Bollenti Spiriti. Il bando è disponibile sui siti dell’Arti (www.Arti.puglia.it ) e di Bollenti Spiriti (bollentispiriti.Regione.puglia.it). Il sito www.Giovaniinnovatori.it  sarà on line a partire dal 15 settembre 2014.  
   
   
VILLA UMBRA: AD OTTOBRE CORSI PER AMMINISTRATORI LOCALI  
 
Perugia, 9 settembre 2014 - La Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica ha organizzato per l´autunno di quest´anno una serie di attività formative rivolte agli amministratori locali. "Il ruolo dell´amministratore pubblico, afferma Alberto Naticchioni, responsabile della scuola di Villa Umbra, sta radicalmente mutando, effetto della devoluzione normativa degli ultimi anni, con le tante competenze trasferite agli enti locali, i cui decisori si sono trovati a confronto con nuove complessità, anche in termini di relazioni e gestione del consenso". Per questo motivo e dopo l´ottimo risultato del primo incontro, svolto in occasione delle recenti elezioni amministrative sui ruoli, funzioni e responsabilità degli Amministratori locali con gli interventi di Francesco Zito, Capo Segreteria Tecnica del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie e di Alberto Avoli, Presidente Corte dei Conti dell´Umbria, Sezione giurisprudenziale, è stato programmato, per il 27 settembre alle ore 9 a Villa Umbra, il Corso dal titolo "Costruire e gestire il consenso". Il relatore di questa seconda giornata sarà Stefano Maria Cianciotta, esperto in relazioni pubbliche, che approfondirà, tra i vari argomenti, la politica mediatizzata; i nuovi spazi comunicativi; Networking, mobilitazione e partecipazione; il linguaggio del consenso: la necessità di semplificare il messaggio e saperlo comunicare; come costruire e gestire il consenso dopo la vittoria o la sconfitta elettorale; il consenso politico in tempi di new media e la mappatura degli stakeholders e come si individuano i soggetti alleati e contrari ad un progetto. Sempre rivolto agli amministratori locali è stato organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, in collaborazione con Anci Umbria e Ifel (Fondazione Anci) un percorso formativo sul tema della finanza e della fiscalità locale. Obiettivo generale del progetto è aggiornare gli amministratori locali, in particolare i neo-eletti, sui temi della finanza e della fiscalità locale, oggetto di costante modifica da parte del legislatore nazionale e comunitario. Particolare attenzione verrà dedicata al consolidamento di competenze tecniche il più possibile omogenee sul territorio regionale e alla creazione di una solida rete tra amministratori locali. Il Corso, è articolato in 5 seminari, di 5 ore ciascuno per un totale di 25 ore ed inizierà a partire dal mese di ottobre, con il primo incontro sul patto di stabilità interno. Il docente sarà Matteo Barbero, dirigente della regione Piemonte e dottore di ricerca in diritto pubblico. I successivi due seminari si svolgeranno nel mese di novembre, il primo sul tema dell´´armonizzazione degli schemi contabili, ed il secondo sulla comunicazione del bilancio ai cittadini, alle parti sociali e ai media rispettivamente con i docenti Barbara Fornducci, Logos Pa e Gianluigi Cogo, docente Social Media Università Ca´ Foscari di Venezia. Ulteriori due incontri del percorso formativo, previsti per il mese di dicembre, affronteranno, il primo, gli aspetti del nuovo assetto fiscale locale: Imu,tari,tasi, con i docenti Stefano Baldoni, dirigente servizi finanziari del comune di Corciano e esperto Anutel e Luigi Saponaro docente di diritto tributario, università la Sapienza, ed il secondo la riscossione delle entrate locali e le relative modalità di gestione con il contributo di Stefano Baldoni e Acheropita Mondera, magistrato della Corte dei Conti dell´Umbria. Per gli amministratori locali è inoltre prevista un´attività sull´anticorruzione con Stefano Toschei, Magistrato Tar Lazio.  
   
   
FORMAZIONE CONTINUA: SIGLATA CONVENZIONE TRA VILLA UMBRA E ORDINE INGEGNERI DI PERUGIA  
 
Perugia, 9 settembre 2014 – Un´offerta formativa ancora più ampia e qualificata per gli ingegneri dipendenti della pubblica amministrazione. È quanto si propone la convenzione tra la Scuola Umbra di Amministrazione pubblica e l´Ordine provinciale degli Ingegneri di Perugia, sottoscritta presso la sede della Scuola a Pila. A firmare l´intesa di durata quadriennale, l´amministratore unico della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Alberto Naticchioni, e il presidente dell´Ordine degli Ingegneri di Perugia, Roberto Baliani; presente il consigliere dell´Ordine Marco Fabiani. La sinergia che si avvarrà dell´esperienza e delle professionalità consolidate di Villa Umbra nell´ambito della formazione continua, punta a definire, organizzare e promuovere attività valide per l´aggiornamento professionale degli ingegneri dipendenti pubblici di ogni livello di qualifica, indipendente dall´ente di appartenenza. "La firma di questa convenzione con Villa Umbra – ha commentato il presidente Baliani - per noi ingegneri rappresenta un tassello importante per cercare di avvicinare ancora di più i nostri colleghi che lavorano nella pubblica amministrazione, garantendo loro un´offerta formativa più ampia e qualificata possibile". "La collaborazione con l´Ordine degli Ingegneri di Perugia rafforza l´attività formativa di Villa Umbra – ha dichiarato Alberto Naticchioni -. Una collaborazione che è importante sia per il mondo pubblico che quello privato e siamo convinti – ha concluso, ringraziando il presidente Baliani per l´opportunità offerta alla Scuola - che mettere insieme le diverse professionalità servirà anche a migliorare i servizi per i cittadini".  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: NON SPENDIAMO SOLDI PER I CLANDESTINI  
 
Milano, 9 settembre 2014 - "Non più del 4/6 per cento degli immigrati che arriva sulle nostre coste è davvero un profugo, però tutti vengono trattati come se fossero tali. Questo non è giusto, perché avviene a spese di tutti i cittadini. Io ho detto a Renzi e Alfano, che come Regione Lombardia, non sono disposto a mettere soldi, che toglierei ai cittadini lombardi, per sostenere chi non ne ha diritto, perché non è un profugo, ma un semplice immigrato clandestino". Non Si Conoscono I Numeri - Rispondendo a un ascoltatore, che gli chiedeva se ci fosse un censimento su quanti di questi clandestini fossero presenti a Milano, il governatore ha fatto notare che nemmeno la Regione "è stata messa a conoscenza di questi numeri, perché tutto viene gestito dalle Prefetture". "L´idea di un censimento - ha osservato - è interessante, ne parlerò con il prefetto di Milano".  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ: CREARE SINERGIE REGIONE-PROVINCE DI BOLZANO E TRENTO  
 
 Bolzano, 9 settembre 2014 - Cooperazione, confronto e appoggio reciproco per promuovere e garantire una cultura di autonomia economica delle donne. Questo l´intento espresso nel primo vertice sulle Pari opportunità il 3 settembre a Bolzano di assessore di Regione e Provice di Bolzano e Trento e rispettive presidenti delle Commissioni provinciali per le pari opportunità e Consigliere di parità. Concordati incontri ogni tre mesi. L´incontro, tenutosi su invito dell´assessora alla previdenza della Regione Trentino - Alto Adige, Violetta Plotegher, ha visto riunite ad un tavolo, oltre a lei, le assessore alle pari opportunità delle Province di Bolzano e di Trento, Martha Stocker e Sara Ferrari, le rispettive presidenti delle Commissioni per le pari opportunità, Ulrike Oberhammer, accompagnata dalla vice Fanca Toffol, e Simonetta Fedrizzi, nonché le rispettive Consigliere di parità, Michela Morandini ed Eleonora Stenico. Nel corso della riunione, come riferisce l´assessora provinciale Martha Stocker, sono già stati concordati dei primi progetti congiunti all´insegna della collaborazione che potrà portare a fruttuose sinergie fra le due realtà territoriali in vari campi e soprattutto in favore della sicurezza finanziaria delle donne, in particolar modo nella vecchiaia. "L´impegno fondamentale - così l´assessora Violetta Plotegher - è quello di promuovere e garantire una cultura di autonomia economica della donna lavorando non solo allo scopo di ridurre il cosiddetto fenomeno del ´gender pay gap´, la disparità salariale, ma anche per favorire nuovi tipi di intervento in questo senso e per quanto riguarda il campo previdenziale". Assieme, come fa presente l´assessora Stocker, molto soddisfatta per l´organizzazione del vertice sulle pari opportunità, si potrebbe dar vita ad iniziative congiunte per migliorare l´accesso delle donne al mercato del lavoro, per una migliore conciliazione di occupazione e famiglia e, non da ultimo, anche a sostegno della partecipazione politica delle donne. Nel vertice sulle pari opportunità di ieri è stato concordato di organizzarne uno ogni tre mesi per un confronto costante al fine di promuovere i progetti congiunti.  
   
   
PARMA: BANDO CONSIGLIERE DI PARITÀ: NUOVA SCADENZA PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE LA SCADENZA È POSTICIPATA A GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014  
 
Parma, 9 settembre 2014 -E´ posticipata a giovedì 18 settembre 2014 (sempre alle ore 13.00) la scadenza della presentazione della domanda per diventare Consigliera Provinciale di parità di Parma nel quadriennio 2014-2017. Infatti per un errore formale il bando è stato rettificato (allegato il nuovo bando con l´errata corrige). Le Consigliere di parità, effettive o supplenti, svolgono funzioni di promozione e controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione per donne e uomini nel lavoro. Sono pubblici ufficiali, il loro mandato dura quattro anni ed è rinnovabile solo una volta. Le Consigliere di parità si rivolgono a chi ha subito discriminazioni sul lavoro, e/o vuole avere più informazioni sui propri diritti. Le loro competenze si possono riassumere così: favorire l’uguaglianza sostanziale tra donna e uomo nell’accesso al lavoro e sui luoghi di lavoro mediante la promozione di azioni positive, vigilare affinché negli ambienti di lavoro non si verifichino discriminazioni nei confronti delle donne favorire una organizzazione del lavoro volta alla realizzazione di pari opportunità; promuovere una diversa organizzazione del lavoro per un equilibrio tra responsabilità familiari e professionali e per la condivisione di tali responsabilità tra i due sessi; eliminare le disparità di cui le donne sono oggetto nell’accesso alla formazione, nell’accesso al lavoro, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa e nei periodi di mobilità; incentivare l’accesso al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale. Le consigliere e i consiglieri di parità provinciali sono nominate/i con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro per le Pari Opportunità, sulla base della designazione effettuata dal Presidente della Provincia, sentita la Commissione Provinciale di Concertazione. Per partecipare alla selezione per la designazione, le/gli aspiranti candidati dovranno presentare apposita domanda, mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, corredata dal curriculum e da ogni altra documentazione rilevante ai fini della selezione, all’indirizzo: Provincia di Parma - Assessorato Pari Opportunità, Piazzale della Pace,1 - 43121 Parma con l’indicazione sulla busta "Domanda per la designazione della/del consigliera/e di parità provinciale".  
   
   
NUOVI ASSISTENTI FAMILIARI PER CHI HA BISOGNO: IL PIANO DELLA REGIONE LAZIO OLTRE A GARANTIRE A CHI HA BISOGNO IL SUPPORTO DI PROFESSIONISTI QUALIFICATI, LA REGIONE FAVORISCE L’OCCUPAZIONE E CONTRASTA IL LAVORO IRREGOLARE  
 
Roma, 9 settembre 2014 - La Regione aderisce al Sap, il programma nazionale di qualificazione dei servizi alla persona e di contrasto al lavoro sommerso. L’obiettivo è duplice: sostenere sia chi cerca assistenza sia chi la offre. Risorse per la formazione di nuovi assistenti familiari. La Regione mette a disposizione 1 milione di euro per la formazione degli assistenti familiari in tutto il Lazio. Gli operatori frequenteranno dei corsi appositi, da 300 ore. Grazie a questo sistema la Regione intende anche contrastare in modo efficace il lavoro irregolare. La Regione favorisce l’incontro tra la domanda e l’offerta di servizi alla famiglia. Oltre a garantire la formazione la Regione procede con la costruzione di una vera e propria rete sul territorio: agenzie accreditate, enti di formazione e associazioni d’impresa individueranno sia le famiglie che gli assistenti familiari disponibili. Le risorse per le famiglie in difficoltà che cercano un operatore. Più avanti saranno messi a disposizione contributi e risorse proprio per le famiglie e i singoli che stanno cercando un assistente familiare e hanno un reddito fino a 20mila euro. Il 50% dei destinatari sono stranieri extracomunitari con regolare permesso di soggiorno o rifugiati politici che abbiano domicilio nel territorio della Regione Lazio, che vogliono acquisire la qualifica di assistente familiare. Le domande devono essere presentate entro il 24 settembre. “Dopo i 3 milioni di euro della staffetta generazionale la nostra Regione, con la pubblicazione dell’avviso Sap, aderisce al programma nazionale di qualificazione dei servizi alla persona e di contrasto al lavoro sommerso –lo ha detto Lucia Valente, assessore al lavoro, che ha aggiunto: è un importante passo avanti per promuovere un’occupazione qualificata e regolare nel settore dei servizi alla persona”.  
   
   
BOLZANO.VIOLENZA SUI MINORI, UN PIÙ FORTE LAVORO DI PREVENZIONE  
 
Bolzano, 9 settembre 2014 - I preoccupanti dati pubblicati dal recente studio Unicef sulla violenza perpetrata ai danni dei bambini, spingono l´assessore alla famiglia Waltraud Deeg a chiedere anche in Alto Adige "un più forte lavoro di prevenzione". Un progetto in tal senso è già in fase di elaborazione da parte degli uffici provinciali, a breve in programma anche un convegno sul tema. "Lo studio dell´Unicef - commenta la Deeg - dimostra ancora una volta che la violenza sui minori è un fenomeno troppo diffuso e sul quale occorre lavorare con attenzione. Sia i bambini, sia i genitori, hanno bisogno di una sostegno adeguato". Da questo punto di vista, il Dipartimento famiglia della Provincia punta su un progetto legato alla prevenzione a 360 gradi, che avrà già in ottobre il suo primo appuntamento con l´organizzazione di un convegno. "Prevenzione e formazione - prosegue l´assessore - sono i pilastri principali della nostra politica per la famiglia. Per quanto riguarda la tematica della violenza sui minori, puntiamo a coinvolgere tutte le parti chiamate in causa, mettendo a disposizione le risorse necessarie per fare in modo che i centri di consulenza possano operare sempre più in maniera preventiva, oltre che fornendo assistenza di tipo terapeutico". E proprio la famiglia è considerata il punto di partenza dei fenomeni violenti. "Dallo studio Unicef - sottolinea Waltraud Deeg - emerge che le punizioni fisiche e la pressione psicologia vengono ancora considerati come metodi educativi accettabili, e questo è spesso legato ad una carenza di conoscenze proprio nella formazione dei genitori. Ecco perchè è fondamentale lavorare sulla prevenzione, creando una rete di sostegno adeguata sul territorio".