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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Giugno 2006
UE: OBIETTIVO 2009  
 
 Roma, 27 giugno 2006 - Il Consiglio europeo del 15 e 16 giugno si è concluso con l´adozione di una serie di impegni che i capi di Stato e di governo hanno assegnato sopratutto a se stessi ed ai governi da loro presieduti. A questi impegni si aggiungono alcuni importanti compiti assegnati alla Commissione, che riguardano in particolare la capacità di integrazione dell´Unione europea in vista dei negoziati di adesione con i paesi candidati [per ora Turchia, Croazia e Macedonia ma in un prossimo futuro anche Bosnia-erzegovina, Serbia, Montenegro e Albania] ed i costi della mancata entrata in vigore delle riforme istituzionali previste dalla Costituzione europea. Come era già stato preannunciato alla vigilia del Consiglio europeo, i governi si sono dati due anni di tempo in più per affrontare e risolvere la questione dell´avvenire dell´Unione europea e della sua costituzione lasciando al prossimo presidente della Repubblica francese [che uscirà dalle urne delle elezioni dirette il 6 maggio 2007] il compito di ultimare i negoziati durante il semestre francese [1° luglio-31 dicembre 2008]. L´obiettivo ultimo è quello dell´entrata in vigore della costituzione europea per le prossime elezioni europee del giugno 2009 con una eventuale consultazione europea delle cittadini e dei cittadini dell´Unione attraverso il referendum richiesto dal Parlamento europeo ed inutilmente sollecitato a suo tempo dalla maggioranza dei membri della Convenzione europea. A metà del cammino è stata collocata una dichiarazione sui valori comuni che devono essere condivisi da tutti i paesi membri e da quelli che sono candidati ad entrare nell´Unione. Tale dichiarazione sarà adottata a Berlino il 25 marzo 2007, sotto presidenza tedesca ed in occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario dei trattati di Roma. Nel frattempo, l´auspicio del Consiglio europeo sta nel proseguimento delle procedure di ratifica della Costituzione europea che ha ottenuto l´accordo di dieci paesi membri ma che potrebbe essere adottata entro la fine dell´anno non solo dalla Finlandia ma anche dal Portogallo e dall’Irlanda. Ciò dimostra che la dichiarazione di morte presunta pronunziata da alcuni leader nazionali è stata perlomeno affrettata e che i governi intendono lavorare per salvaguardare gli elementi essenziali del testo firmato a Roma il 29 ottobre 2004. Un buon segnale viene dai Paesi Bassi, dove la maggioranza delle forze politiche ha escluso il ricorso ad un nuovo referendum mentre in Francia i segnali lanciati dalle forze politiche sono ancora contradditori in particolare sul fronte del partito socialista, le cui divisioni interne hanno dato il maggiore contributo al "no" referendario del maggio 2005. Il Consiglio europeo ha accolto in sostanza l´approccio della Commissione che intende combinare gli impegni a favore della "Europa dei risultati" con il mantenimento dell´obiettivo dell´integrazione politica e della riforma delle istituzioni comuni. Fra i risultati più significativi sui quali la Commissione ha attirato l´attenzione dei governi vi è la libera circolazione di beni, servizi e persone; la trasparenza nelle decisioni del Consiglio; la semplificazione delle norme europee ma anche nazionali [il che vuol dire non solo la loro riduzione ma anche la loro redazione in un linguaggio più comprensibile; la realizzazione di una politica energetica comune e passi significativi in avanti in direzione di una politica europea dell´immigrazione. Su quest´ultimo punto hanno insistito in particolare i governi iberici anche in vista della Conferenza europea del 12 e 13 luglio. Si conferma così quel che alcuni dissero dopo i referendum in Francia e nei Paesi Bassi: i cittadini europei si sono espressi sul "contesto" [l´Europa dei risultati inadeguati] e non sul "testo" [la Costituzione europea] ed il loro consenso sul rafforzamento dell´integrazione politica sarà ottenuto solo attraverso il raggiungimento di risultati più tangibili nei settori in cui la presenza o l´assenza dell´Europa è più evidente. Nello stesso tempo, la Commissione ha confermato sia il suo impegno a favore della Costituzione europea sia l´azione che ha avviato per dare nuovi contenuti e nuovi strumenti alla politica di comunicazione dell´Unione europea così come previsto fra l´altro dal Libro bianco del 1° febbraio 2006. Poichè la Commissione ha preannunciato un prolungamento della consultazione avviata il 1° febbraio, pubblichiamo un contributo di critica e di riflessione del presidente della Fondazione Cittadinanza Attiva, Giovanni Moro, invitando lettrici e lettori ad esprimere le loro opinioni. Nel quadro delle riflessioni sulla politica di comunicazione dell´Unione europea, la Commissione ha deciso di facilitare l´organizzazione di alcuni "forum" europei di dialogo e dibattito nel prossimo autunno. Avrà luogo significativamente in Italia il Forum dedicato alla società civile con l´obiettivo principale di approfondire la riflessione sulla democrazia partecipativa, nella prospettiva di "stati generali della società civile" che potrebbero aver luogo - anche essi a Roma - in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei trattati di Roma.
Pier Virgilio Dastoli
Direttore della Rappresentanza
italiana a Roma. .
 
   
   
VERTICE UE-USA PROSPETTA NUOVE OPPORTUNITÀ DI COOPERAZIONE NELLA RICERCA  
 
Bruxelles, 27 giugno 2006 - Il vertice Ue-usa, tenutosi recentemente a Vienna, ha aperto le porte a una maggiore collaborazione tra ricercatori europei e statunitensi, in particolare per quanto concerne istruzione, ambiente, efficienza energetica, pandemie globali e nuovi fonti energetiche. La dichiarazione congiunta interessa numerosi ambiti e si concentra sulle aree più problematiche, dalla sicurezza internazionale alla stabilità regionale, al terrorismo e alla non proliferazione nucleare. La sezione conclusiva concerne i settori di cooperazione. La dichiarazione dovrebbe soddisfare le 12 accademie scientifiche nazionali che hanno recentemente chiesto di non privilegiare le attività di ricerca sull´influenza aviaria a scapito degli studi già in corso volti a combattere le tre malattie più letali, ossia Aids/hiv, malaria e tubercolosi. Nella dichiarazione Ue e Usa ribadiscono il loro sostegno agli sforzi multilaterali volti a potenziare la prevenzione e a combattere minacce globali per la salute quali lo scoppio di pandemie, ad esempio di Hiv/aids, malaria e tubercolosi, e la diffusione di altre malattie trasmissibili come Sars ed epatite. L´influenza aviaria è stata specificamente menzionata in relazione alla necessità di concentrare maggiormente la ricerca sul contenimento di possibili contagi ricorrendo a un efficace controllo sulla salute degli animali. Sviluppo sostenibile, cambiamento climatico ed energia sono i tre settori nei quali ricade la maggior parte delle proposte per nuove attività di ricerca collaborativa. La dichiarazione riguarda inoltre il rafforzamento della cooperazione strategica nel settore energetico ed auspica in particolare il sostegno alla diversificazione delle fonti e dell´approvvigionamento di energia, nonché dei mercati e delle infrastrutture di supporto. Lo sviluppo più rapido delle tecnologie a bassa emissione di carbonio e l´incremento degli investimenti per l´utilizzo dei carburanti fossili vengono segnalati quali priorità particolarmente importanti. In questi settori i ricercatori europei sono all´avanguardia. La dichiarazione contempla altresì l´accesso all´energia per i paesi in via di sviluppo, ponendo l´accento sulle fonti rinnovabili e pulite. Per seguire tali sviluppi, la dichiarazione propone di istituire un dialogo di alto livello Ue-usa su cambiamento climatico, energia pulita e sviluppo sostenibile, al fine di sviluppare le iniziative bilaterali e multilaterali esistenti. Entrambe le parti hanno deciso di collaborare più strettamente per affrontare l´importante sfida a lungo termine del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell´inquinamento atmosferico. Unione europea e Stati Uniti esprimono inoltre la volontà di potenziare il dialogo per promuovere un sistema internazionale di brevetti più efficiente. La strategia di azione finalizzata al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale si concentrerà principalmente su problemi quali la pirateria e la contraffazione, ma potrebbero essere coinvolte anche società innovative che propongono partenariati pubblici-privati per tutelare la proprietà intellettuale. La dichiarazione potenzia ed estende i programmi di scambio nell´ambito dell´istruzione superiore e sottolinea il lancio del 7Pq e di simili iniziative concernenti l´innovazione negli Stati Uniti. Le parti si impegnano a mantenere aperti i rispettivi regimi di investimento e a sviluppare i flussi di investimento attuali per incentivare la crescita e creare posti di lavoro nell´ambito dell´economia transatlantica. Verranno inoltre affrontati gli ostacoli agli investimenti transatlantici al fine di promuovere una maggiore integrazione economica. La dichiarazione dovrebbe offrire ai ricercatori su entrambe le sponde dell´Atlantico maggiori opportunità di accedere a fonti di finanziamento sia europee sia statunitensi, nonché di accelerare le attività di ricerca in questi settori. Per consultare la dichiarazione congiunta, visitare: http://www. Eu2006. At/includes/download_dokumente/2106euusdeclaration. Pdf .  
   
   
TAVOLA ROTONDA “LOBBYING È STRUMENTO DEMOCRATICO E DI CRESCITA ECONOMICA”  
 
Roma, 27 giugno 2006 – Organizzata dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Facoltà di Economia, Master in Economia Europea e Finanza Internazionale Meefi con il Patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Venerdì 7 luglio 2006 Presso la Sala del Consiglio Facoltà di Economiam si svolgerà una Tavola rotonda sul tema: “Lobbying è strumento democratico e di crescita economica” Il programma prevede il seguente svolgimento: ore 09:15 Registrazione; 09:30 Messaggio di benvenuto Michele Bagella Direttore del Meefi, Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata; Jacopo Avogadro Presidente del Centro Italiano Prospettiva Internazionale. 09:45 “Lobbying In Europa” Claudio Murri Vice President Public Policy Europe della Time Warner, “Lobby e industria americana in Europa” e Presidente della American Chamber of Commerce in Europe (Amcham Eu); Piervirgilio Dastoli Direttore dell’Ufficio di Rappresentanza della “Lobbying e trasparenza in Europa” Commissione europea in Italia. 10:15 “Lobbying E Processi Politici” Jennifer Clark Capo Redattrice del Dow Jones Newswires “Lobbying: l’esperienza negli Usa”; Sergio Ginebri Professore di Economia Politica, Università del Molise “La political economy dell’attività di lobbying”. 10:45 “Lobbying E Istituzioni Nazionali E Regionali “ Gianlorenzo Martini Direttore, Ufficio della Regione del Veneto a Bruxelles “Lobby e rappresentanza delle Regioni”; Sergio Vento Senior Business Advisor di Mcdermott Will and Emery, “Lobby e rappresentanza nazionale” già Ambasciatore d’Italia a Washington. 11:15 “Lobbying E Interessi Economici” Leonardo Bellodi Responsabile Affari Europei dell’Eni “Lobby: specificità nazionali ed europee”; Daniel Kraus Direttore Affari Strategici e Area Europea di “Collegare le lobby nazionali ed europee” Confindustria; Riccardo Perissich Direttore Affari Pubblici ed Economici di Telecom Italia “Lobby e mercati regolamentati” già Direttore Generale alla Dg Industria della Commissione Europea. Conclude 12:15 Michele Bagella Direttore del Meefi, Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata. Per informazioni Tel: +39 06 72 59 57 20 . .  
   
   
BANCHE, IMPRESE E ISTITUZIONI INSIEME PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA  
 
Roma, 27 giugno 2006 - Banche, imprese e istituzioni insieme per l’internazionalizzazione dell’economia italiana e per rilanciare la crescita e la competitività del Sistema-italia. Il punto sulle strategie e gli strumenti utili ad affrontare le nuove sfide dei mercati globali è stato fatto nel corso del primo “Forum internazionalizzazione” – la due giorni in corso ieri e oggi a Roma, organizzata da Abi, Confindustria e Ice, in collaborazione con il Ministero per il Commercio Internazionale e le politiche europee. “L’internazionalizzazione – ha detto aprendo i lavori del Forum il Presidente dell’Abi Maurizio Sella – è un fattore fortemente strategico per un Paese che vuole rilanciare la propria economia e ricominciare a crescere. In questa direzione – ha aggiunto Sella - la creazione di un ministero per le relazioni economiche e commerciali con i mercati esteri potenzia le funzioni di quella ‘cabina di regia’ indispensabile per assicurare - anche tramite l’assunzione di impegni precisi di politica estera e di diplomazia commerciale – il necessario coordinamento delle diverse componenti del Sistema Paese che sostengono l’internazionalizzazione. È essenziale – ha concluso il Presidente dell’A Bi – lavorare per accrescere gli investimenti esteri da e verso l’Italia. Va inoltre dedicata un’attenzione particolare all’industria turistica, perché il nostro Paese deve riuscire ad attrarre quote crescenti di visitatori”. Nato all’indomani di un ciclo di missioni economiche all’estero che in due anni ha portato Abi, Ice e Confindustria – al fianco delle istituzioni - in Cina, India, Bulgaria, Turchia, Brasile ed Emirati Arabi Uniti, il “Forum” mira a diventare un appuntamento fisso per discutere di internazionalizzazione con tutti i protagonisti della scena economica italiana. I risultati delle missioni economiche, infatti, confermano l’importanza e l’efficacia dell’impegno congiunto di banche, imprese e istituzioni. Tra il 2004 ed il 2005, le esportazioni italiane nei Paesi visitati sono cresciute in modo significativo: +9,6% in Turchia, +15% in Bulgaria, +26% in India e +4,7% in Cina (+34% nella sola provincia di Jiangsu dove si è svolto il Business Forum Italia- Cina). “Per quanto riguarda le banche italiane - ha osservato il direttore generale dell’A Bi Giuseppe Zadra - l’internazionalizzazione si è confermata un altro fronte importante sul quale il settore svolge un ruolo cruciale e centrale al fianco delle imprese, sia accompagnando gli imprenditori italiani all’estero, sia facendo da apripista sui nuovi mercati emergenti”. Al forum – che nel corso della seconda giornata prevede una serie di sessioni tecniche dedicate a mercati strategici per l’economia italiana come Cina, India e Turchia, oltre ad uno specifico convegno organizzato insieme con l’Unione delle Banche Arabe presso l’Hotel Cavalieri Hilton di Roma – sono intervenuti per discutere di internazionalizzazione, oltre al Ministro per il Commercio Internazionale Emma Bonino, tra gli altri il Presidente dell’Ice Umberto Vattani, il Presidente del Comitato tecnico per il credito alle Pmi di Confindustria Francesco Bellotti e il Presidente del Consiglio del Centro per il Commercio estero della Cina Zhang Zhigang. L’evento è stato anche l’occasione per presentare i libri: “Internazionalizzazione e servizi finanziari per le imprese” curato dal professor Fabrizio Onida e “Banche italiane e internazionalizzazione: strategie e casi di successo” a cura di Marco Oriani, entrambi editi da Bancaria editrice. In particolare, nel volume “Internazionalizzazione e servizi finanziari per le imprese” Onida traccia un identikit dettagliato delle imprese italiane che vanno all’estero e del loro rapporto con gli strumenti finanziari e con le banche chiamate a sostenerle nelle nuove sfide dei mercati globali. Ecco, in sintesi, i principali risultati emersi dallo studio che ha impegnato per oltre due anni un nutrito gruppo di studiosi universitari e ha coinvolto quattromila tra grandi, piccole e medie imprese italiane esportatrici ed un campione rappresentativo delle banche italiane chiamate a rispondere ad oltre duecento domande sul tema dell’internazionalizzazione. Le imprese italiane si internazionalizzano? Sì, oltre il 60% delle intervistate progetta di “andare all’estero” nell’immediato futuro Dall’indagine emerge anzitutto che negli ultimi dieci anni le esportazioni e i lavori all’estero sono divenuti un’attività rilevante per la maggior parte delle imprese, mentre le attività di internazionalizzazione più complesse sono un’esperienza relativamente più recente. Poco più del 30% del campione dichiara di avere effettuato accordi di fornitura e di collaborazione tecnica e commerciale all’estero negli ultimi cinque anni di attività, mentre gli investimenti diretti esteri a fini commerciali sono stati realizzati nello stesso periodo da quasi il 32% delle imprese intervistate. D’altra parte, i questionari mettono in evidenza una sempre maggiore tendenza delle imprese italiane a internazionalizzarsi: più del 60% delle aziende, infatti, dichiara di avere intenzione di espandere la propria attività all’estero nell’immediato futuro. Quali sono i mercati “preferiti” dagli imprenditori italiani? Quelli europei, ma cresce l’interesse anche per Cina, India e Brasile L’esportazione delle imprese campione si concentra soprattutto nei paesi dell’Unione europea a 15 (oltre il 65% delle aziende vi realizza più della metà delle proprie esportazioni) e nell’area che comprende Stati Uniti, Canada e Messico (rilevante per più del 40% delle imprese). Il resto dell’Europa occidentale e orientale rappresenta un mercato importante anche se costituisce una percentuale limitata delle esportazioni totali per la maggior parte delle imprese. In crescita le esportazioni verso Paesi emergenti come la Cina, l’India, l’America latina e in particolare il Brasile. Sul fronte dell’attività produttiva, la quasi totalità del campione mantiene una parte della propria produzione in Italia e per quasi il 90% essa rappresenta più della metà della produzione totale. Anche in questo caso, comunque, la meta preferita dalle aziende sono i Paesi dell’Unione europea a 15, gli Stati Uniti, il Canada e il Messico. In aumento anche l’interesse del mondo imprenditoriali italiano per il mercato cinese (il 7% del campione vi ha fatto investimenti produttivi) e quello indiano. Quali sono gli strumenti finanziari più richiesti dalle imprese che vanno all’estero? Il credito a breve termine, mentre ci sono ancora ampi margini di diffusione degli strumenti di finanza strutturata Fra i servizi di finanziamento prevale nettamente l’uso del credito a breve termine, seguono le richieste di credito a medio/lungo termine, cioè a scadenza superiore ai 18 mesi e di finanziamenti agevolati a carico dello Stato. L’utilizzo di strumenti di finanza strutturata come il project financing è limitato, mentre è pressoché nullo l’utilizzo di contratti particolari, come lo scambio commerciale in compensazione, diffuso soprattutto nei paesi poveri di risorse valutarie e ricchi di materie prime, il leasing internazionale e l’assunzione di partecipazioni da parte dell’intermediario finanziario. Dividendo il campione in imprese solo esportatrici ed altre, emerge come solo le seconde manifestano un certo grado di richiesta di strumenti di finanziamento più complessi del normale credito all’esportazione, inclusi i finanziamenti agevolati per la penetrazione commerciale dei mercati, la partecipazione a gare, e così via. Solo un numero che varia fra un sesto e un terzo delle imprese intervistate, infine, chiede alle banche servizi di assistenza-consulenza elementari, come informazioni generali su mercati, fiere e mercati e clienti-partner, oltre a servizi a maggior valore aggiunto come consulenza legale-fiscale e sulla copertura dei rischi. Complessivamente, dunque, ci sono ancora ampi margini di diffusione degli strumenti relativamente complessi ed evoluti di finanziamento dei processi di internazionalizzazione. I prodotti offerti dalle banche italiane per supportare l’internazionalizzazione soddisfano le imprese? Sì, la qualità dei servizi è giudicata ottima Quanto al grado di soddisfazione degli imprenditori per i servizi ricevuti, per il breve termine e il credito a medio/lungo termine il giudizio è molto buono in più di metà delle risposte e non risulta pressoché mai insufficiente. “Buono-ottimo” anche il giudizio sulla qualità dei servizi più complessi e personalizzati, come le ricerche di mercato, la ricerca clienti-partner, i rapporti con le autorità locali, l’assistenza nella preparazione e partecipazione a gare per commesse, il recupero crediti, la consulenza per finanziamenti agevolati nazionali e internazionali, la consulenza preliminare per la copertura di fabbisogni finanziari. .  
   
   
BIELLA LEASING (GRUPPO BANCA SELLA) ANCORA IN CRESCITA NEL 2005, UTILE A 6,2 MILIONI DI EURO (+6,4% SUL 2004)  
 
 Biella, 27 giugno 2006 - Il 2005 per Biella Leasing, società del Gruppo Banca Sella, attiva nel settore del leasing finanziario (targato, strumentale, immobiliare, navale) è stato un anno caratterizzato da risultati significativi; l’utile netto è stato di 6,2 milioni di euro (+6,42%). Nell’esercizio sono stati stipulati oltre 6mila contratti per un importo di 335,5 milioni con un aumento del 8,70% rispetto all’esercizio precedente. Il Roe è stato pari al 17,45% . Gli impieghi fruttiferi leasing globali si sono attestati a 727,5 milioni di euro contro i 618,1 dell’anno precedente (+ 17,7%). Il rapporto tra costi e margine di intermediazione (cost/income) è al 32%. Resta buono il profilo qualitativo delle sofferenze: il rapporto sofferenze nette/impieghi netti si attesta alla fine del 2005 allo 0,46% invariato rispetto allo scorso anno. Nel 2006 Biella Leasing intende dare continuità alla sua crescita aumentando la competitività sia in termini di presenza territoriale, sia per quanto riguarda la capacità di cogliere le nuove opportunità di prodotto, quali il leasing abitativo, che si proporranno sul mercato. Anche nel corso dell’anno 2005 la locazione finanziaria è andata affermandosi quale strumento primario nell’ambito degli investimenti ordinari a medio/lungo termine conseguendo incrementi di volumi in tutti i comparti di utilizzo. “Nonostante un quadro congiunturale economico italiano sfavorevole e, la scarsità di investimenti in fattori produttivi – afferma il dottor Alberto De Lachenal, Vice Presidente e Amministratore Delegato di Biella Leasing - prevediamo per il 2006 una crescita in termini di volumi grazie all’accresciuta presenza territoriale e in virtù della sempre maggiore integrazione con la struttura distributiva del Gruppo Banca Sella”. .  
   
   
GENERALI CONCLUDE UN ACCORDO CON DE AGOSTINI PER L’ACQUISIZIONE DEL GRUPPO TORO ASSICURAZIONI  
 
Trieste, 27 giugno 2006 - A seguito delle deliberazioni del comitato esecutivo di Assicurazioni Generali, riunitosi il 25 giugno sotto la presidenza di Antoine Bernheim, Generali ha sottoscritto un accordo con De Agostini per l’acquisto della partecipazione di controllo detenuta in Toro Assicurazioni. L’accordo raggiunto individua le principali clausole del futuro contratto di compravendita. In particolare, l’accordo riguarda l’acquisizione di n° 100. 921. 692 azioni di Toro Assicurazioni, pari al 55,5% del capitale, ad un prezzo unitario di € 21,20 per un controvalore complessivo di € 2. 139 milioni. De Agostini avrà inoltre la facoltà di cedere, e Generali l’obbligo di acquistare, fino a un massimo di ulteriori n°18. 184. 188 azioni, pari al 10% del capitale sociale, allo stesso prezzo unitario di cui sopra, e quindi per un controvalore massimo di € 385,5 milioni. Fermi gli elementi di cui sopra, le parti negozieranno entro tre settimane le rimanenti clausole del contratto di compravendita definitivo. L’operazione comporterà il conseguente lancio di un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni residue del capitale di Toro. Il comitato esecutivo ha deciso di fissare il prezzo anche per i soci minoritari nella misura di € 21,20 riconosciuti all’azionista di maggioranza. L’ammontare complessivo massimo dell’operazione è quindi pari a € 3,85 miliardi. Giovanni Perissinotto, Amministratore Delegato del Gruppo Generali, ha dichiarato: “Con l’acquisizione di Toro puntiamo a raddoppiare la nostra quota di mercato nel segmento retail, ottenendo allo stesso tempo la leadership nel settore danni in Italia. La struttura organizzativa in Italia, fondata su comuni servizi di Gruppo, ci consentirà di massimizzare l’efficienza dell’operazione. La rapidità nel cogliere questa occasione è resa possibile dalla ristrutturazione finanziaria implementata in questo ultimo mese. Con questa acquisizione si completerà il nostro posizionamento sul mercato italiano. Resta ovviamente ferma la strategia di proseguire la nostra crescita di valore sui mercati internazionali”. Il mercato italiano danni è oggi uno dei più interessanti a livello europeo in termini sia di margini che di potenzialità di crescita. L’acquisizione di Toro rappresenta una possibilità unica per Generali, già leader nel vita, di affermarsi come primo operatore del settore danni in Italia. L’elevata fidelizzazione della clientela in questo mercato rende infatti la crescita per linee esterne la via più efficace per lo sviluppo. A operazione conclusa la quota di mercato del Gruppo Generali nel settore danni in Italia salirà al 22% dal 15,6%. L’operazione è coerente con l’obiettivo strategico, secondo quanto definito negli ultimi anni, di focalizzarsi maggiormente sulla clientela retail. Toro è infatti uno dei principali operatori in Italia in questo segmento. Inoltre, la distribuzione geografica delle reti del Gruppo Toro risulta complementare a quelle del Gruppo Generali. Toro può vantare una forte presenza nel ramo auto soprattutto nelle regioni del Nord e Centro Italia. Ciò permetterà di portare la quota di mercato del Gruppo Generali al 18% dal 10,7% in questo segmento, i cui risultati stanno beneficiando delle riforme strutturali introdotte negli ultimi anni, che hanno contribuito al significativo calo della frequenza dei sinistri e al miglioramento della redditività. La struttura organizzativa delle operations di Generali in Italia consentirà di integrare in modo efficiente il Gruppo Toro. Si stimano entro il 2009 sinergie di costo lorde per € 180 milioni e di ricavi fino a € 70 milioni. L’acquisizione del 100% di Toro sarà finanziata attraverso le risorse già a disposizione del Gruppo e una nuova emissione di debito ibrido: € 1,7 miliardi già destinati all’acquisto di azioni proprie; € 700 milioni non utilizzati nel riacquisto delle quote di minoranza; € 1,2 miliardi derivanti dalla nuova emissione di debito ibrido; € 255 milioni di risorse esistenti. A seguito dell’acquisizione si procederà alla sospensione del piano di acquisto di azioni proprie. Inoltre, Generali procederà, tramite l’utilizzo di risorse esistenti, alla riduzione del debito senior per € 700 milioni. Le operazioni sul debito sopra descritte porteranno ad una variazione netta dello stesso che avrà un impatto limitato sul leverage ratio (dal 29% al 31%). In questo quadro, Generali si attende che i rating attribuiti alla solidità finanziaria rimangano invariati. Dal punto di vista degli utili l’acquisizione, tenendo conto solo delle sinergie di costo, permetterà un incremento nel 2009 di: +11% l’utile per azione; +8% l’embedded value. Nel 2007 si avrà un immediato incremento dell’utile per azione pari al 6%. A seguito dell’operazione l’excess capital rimarrà sostanzialmente invariato. L’operazione e la relativa tempistica saranno soggette all’autorizzazione delle Autorità competenti. Advisor finanziario dell’operazione è Mediobanca, advisor legale Clifford Chance. .  
   
   
CREDITO ALLE PICCOLE IMPRESE BASILEA 2: RISCHI E OPPORTUNITÀ  
 
 Brianza, 27 giugno 2006 - Sabato 24 giugno è stato promosso da Cna Brianza, in collaborazione con Fidimpresa – Credito e con l’ausilio della Banca di Credito Cooperativo di Carate Brianza un seminario sul tema “Basilea 2, nuove condizioni per l’accesso al credito agevolato”: di seguito una scheda tecnica contenente le tematiche sviluppate nel corso dell´incontro.   Basilea 2, un tema difficile, un cambiamento rilevante che è necessario conoscere per meglio capire le problematiche che si dovranno affrontare in futuro. Basilea 2 è una normativa europea che riguarderà oltre 100 paesi e dovrà essere approvata a breve dagli stati membri prima della sua entrata in vigore prevista per l’inizio del 2007. Per capire meglio cosa prevede la normativa bisogna spiegare i meccanismi di richiesta del credito. Cosa fa la banca quando un imprenditore chiede un prestito? Stando al primo accordo di Basilea (1998) qualsiasi banca, nell’erogare un finanziamento, deve accantonare obbligatoriamente l’8% del proprio patrimonio a copertura dell’eventuale rischio. Questo accantonamento tuttavia cambia a seconda della tipologia del prestito e del richiedente (un mutuo per abitazione, ad esempio, è valutato meno rischioso per la banca: se la richiesta è di 100. 000 € normalmente la banca accantona, a copertura del rischio, 8. 000 €, nel caso di mutuo 4. 000 €). In ogni caso per le banche significa immobilizzare una certa quota di patrimonio che rimane non redditizia. Come se un artigiano comprasse una macchina per il controllo numerico della produzione e la lasciasse inutilizzata in magazzino. Basilea 2 - Qui interviene Basilea 2, prevedendo che le banche possano accantonare meno patrimonio se introducono sistemi scientifici di valutazione del rischio del credito, se riescono cioè ad individuare preventivamente il rischio di perdita sul finanziamento erogato (insolvenza). Questo è possibile assegnando un rating: un punteggio alle imprese che richiedono un prestito. In base a questo punteggio l’impresa otterrà credito e lo pagherà a un determinato tasso di interesse. Un punteggio alto significa che l’impresa è poco rischiosa e che pagherà il denaro a condizioni migliori di chi ha punteggio basso, che quindi sarà più rischiosa. Ma da che cosa deriva quel punteggio e quali sono i dati che servono per determinarlo? Qui iniziano i problemi per le piccole imprese. La valutazione delle imprese attraverso il rating appartiene alla cultura anglosassone, dove esiste una differente realtà finanziaria e produttiva. E’ diversa soprattutto la dimensione imprenditoriale: una realtà forte e diffusa di pmi esiste solo in Italia e, pur con le dovute differenze, in Europa. Cosa significa avere un rating? Significa operare un costante monitoraggio dei dati di bilancio, dell’andamento di mercato, sottoporsi ai controlli da parte degli organismi di vigilanza bancaria. E’ inimmaginabile per un piccolo installatore o autoriparatore assoggettarsi a queste procedure per ottenere un credito. Grazie alle pressioni ricevute da ogni parte d’Europa, il comitato ha in parte modificato la normativa considerando con più attenzione la realtà delle micro e piccole imprese. Nell’ultima versione della direttiva queste sono state assoggettate, infatti, al segmento retail, cioè a quella parte di clientela bancaria fatta di piccoli imprenditori e famiglie di consumatori, che fanno richieste di credito non elevato e le cui perdite presunte sono poco significative per le banche. Quindi secondo molti le pmi non avranno problemi di accesso al credito e forse non avranno neanche bisogno di un rating. Non è ancora chiaro però se questo sarà positivo anche in termini di costi del credito. La nostra percezione è che per le piccole imprese i costi in termini di tassi di interesse aumenteranno. Risvolti positivi per le pmi - Tuttavia accanto a questi aspetti che continuano a preoccupare, bisogna riconoscere che queste nuove norme potrebbero comportare novità concrete anche per le pmi. 1) Maggiore trasparenza nei confronti delle banche. Il che significa: - evitare di avere tanti conti correnti in differenti banche (meno costi) - avere dati contabili aggiornati e soprattutto facilmente leggibili da parte delle banche 2) Maggiore attenzione negli investimenti e più chiarezza nella richiesta di finanziamento. Bisognerà calcolare bene quanto quell´investimento produrrà in termini di ritorno economico e se questo sarà sufficiente a consentire soprattutto il pagamento del debito. Ciò che per l’impresa può sembrare un appesantimento, in realtà determina un maggiore controllo dei conti e della gestione. 3) Necessità di investire più capitale in azienda: oggi infatti non sono pochi quelli che esercitano continui prelievi degli utili, impoverendo di conseguenza l’azienda. In futuro bisognerà separare sempre di più le attività aziendali da quelle familiari. Le imprese capitalizzate saranno infatti non solo più apprezzate dalle banche, ma anche più competitive nei mercati globali. Alla fine, quindi, ritornerà utile al di la del fatto che questo servirà alla banca per poter erogare il credito. I due aspetti di Basilea 2 - Da un lato queste nuove normative potrebbero, se non applicate correttamente, penalizzare le piccolissime imprese. Per fare in modo che questo non succeda viene chiamato direttamente in causa il ruolo associativo che va in aiuto alle imprese (consulenze) e si propone come interlocutore verso il sistema bancario. Inoltre i progetti di questi anni del sistema Cna Lombardia, tra cui Artifin Network promosso da Cna e Fidimpresa Milano assieme alle altre associazioni, con l’obiettivo di studiare un sistema di valutazione e accompagnamento al credito delle piccole e micro imprese sui dati delle associazioni, vanno in questa direzione. Dall’altro lato, Basilea 2 deve essere percepita come un’opportunità, per migliorare la gestione delle pmi rendendole più competitive. .  
   
   
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI BENETTON GROUP APPROVA IL “FORM 20-F”  
 
Ponzano, 26 giugno 2006 – Il Cda di Benetton Group riunitosi oggi ha approvato il “Form 20-F” relativo all´esercizio 2005. Il documento, che il Gruppo redige in quanto società quotata presso la Borsa di New York , viene depositato presso la Securities and Exchange Commission in Washington, D. C. E reso disponibile nel sito della Sec www. Sec. Gov, nel sito www. Benettongroup. Com/investors, presso la sede della società e presso Borsa Italiana S. P. A. .  
   
   
INNOVAZIONE: FORMAZIONE GRATUITA PER LE IMPRESE 400 SI SONO RIVOLTI AL PUNTO INNOVAZIONE IN UN ANNO E MEZZO PER ASSISTENZA GRATUITA. INTERESSATI A: FINANZIAMENTI, MARCHI E BREVETTI  
 
Milano, 27 giugno 2006 - Sensibilizzare le imprese sulla necessità del processo di innovazione, diffondere la cultura della capacità di innovare come fattore critico d’impresa, considerare il vantaggio competitivo che l’innovazione può apportare alle piccole e medie imprese, individuare le innovative opportunità offerte dal mercato. Sono questi alcuni degli obiettivi che si propone la serie di due incontri monotematici realizzata da Punto Innovazione di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano. Gli incontri hanno uno scopo informativo e intendono fornire ai partecipanti utili spunti di riflessione sui vantaggi offerti dall’innovazione alla competitività delle aziende, al miglioramento dei prodotti e all’organizzazione aziendale. Gli appuntamenti si terranno: giovedì 29 giugno – ore 15. 30/17. 30 “Progettare l’innovazione: lo sviluppo di prodotti e processi innovativi” ; giovedì 6 luglio – ore 15. 30/17. 30 “Efficienza o innovazione? La gestione innovativa della catena della fornitura” a Legnano – Camera di commercio, via Podgora 2 Sala Convegni Il primo appuntamento dal titolo Progettare l’innovazione: lo sviluppo di prodotti e processi innovativi si prefigge di introdurre il concetto di innovazione e di illustrarne l’importanza strategica. Durante l’incontro si tratteranno tematiche quali: che cos’è l’innovazione; vantaggi e rischi dell’innovazione: progettare un sistema per l’innovatività; il processo di sviluppo dei nuovi prodotti: i modelli di sviluppo; i modelli organizzativi: approccio sequenziale e parallelo allo sviluppo prodotto. Nel secondo incontro, Efficienza o innovazione? La gestione innovativa della catena della fornitura, si parlerà del coinvolgimento dei fornitori nei processi di innovazione. Tra le tematiche trattate: la valutazione e selezione dei fornitori; come pianificare e gestire la scelta dei fornitori “strategici” per i progetti d’innovazione. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione. E gli esperti del Punto Innovazione sono disponibili ad approfondire i temi trattati attraverso colloqui gratuiti personalizzati. Per informazioni ed adesioni: Punto Innovazione – Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano – via Camperio 3, 20123 Milano. Tel: 02/8515. 4595-5739 Email: info@puntoinnovazione. It Sito: www. Puntoinnovazione. It “Le piccole e medie imprese – ha dichiarato Renato Borghi presidente di Formaper azienda speciale della Camera di commercio di Milano – si trovano ad operare in un contesto estremamente complesso e in continua evoluzione. Il principale strumento che hanno a disposizione per essere competitive è l’innovazione. La capacità di innovare a livello tecnologico, organizzativo di prodotto, e di processo è fondamentale per costruire solide basi per il vantaggio competitivo aziendale”. .  
   
   
ALL’ASSEMBLEA DI FEDERCHIMICA IL PRESIDENTE PRESENTA LE PROPOSTE PER LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE: NASCE IL ‘CENTROREACH’ CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 27 giugno 2006 – “La chimica con il suo patrimonio di innovazione, uomini e conoscenze è in grado di dare un grande contributo allo sviluppo del Paese”. Così Giorgio Squinzi ha aperto ieri i lavori dell’Assemblea di Federchimica. La chimica è il settore italiano che, da quando ci sono i cambi fissi, ha avuto la maggior crescita nelle esportazioni. Inoltre, la domanda mondiale di chimica continua a crescere a tassi elevati (quasi del 6% quest’anno) perchè i nuovi Paesi industriali hanno forti consumi di chimica. E’ un settore fondato sull’innovazione, e dunque abbastanza ‘protetto’ dalla minaccia asiatica: il suo mix insuperabile di innovazione, creatività e flessibilità offre una risorsa fondamentale per tutti gli utilizzatori, ovvero la quasi totalità del comparto produttivo nazionale. “Ora, ancor di più di ieri, possiamo essere il “turbo” nel motore del made in Italy”. La chimica è attesa da alcuni appuntamenti cruciali per il suo sviluppo, e l’Assemblea ha offerto l’occasione a Federchimica di discuterne, presentando problemi e proposte alle Istituzioni. La nuova normativa europea sulle sostanze chimiche (Reach) L’entrata in vigore del Regolamento Reach sulle sostanze chimiche è alle porte. “Federchimica – ha dichiarato Giorgio Squinzi - vuole rendere il Reach il più ragionevole possibile nei suoi contenuti e il più facilmente applicabile nelle sue procedure, soprattutto per le medie e piccole imprese chimiche e di tutti i settori utilizzatori (in totale, più di 100. 000 imprese). “Oggi vi annuncio in modo ufficiale – ha proseguito Squinzi - che Federchimica, con il sostegno della Regione Lombardia, costituirà il “Centroreach”, anche insieme ad Assolombarda e Confindustria Lombardia. Non a caso in Lombardia, perchè questa è la seconda regione chimica europea per numero di addetti e la prima per numero di imprese: la regione cioè che sarà più interessata dal Reach”. Sotto il profilo normativo la chimica chiede un’attenta difesa del Codice ambientale, che Squinzi ha definito “una delle riforme normative più attese dall’industria, che ha ampiamente semplificato uno dei comparti normativi più intricati e spesso inutilmente penalizzanti del nostro ordinamento giuridico, riportando gran parte della nostra legislazione sul sentiero tracciato dalle Direttive comunitarie. Un’opera complessa e sicuramente perfettibile, sulla quale, con Confindustria – ha proseguito Squinzi – siamo pronti a ragionare in modo serio e costruttivo col Governo”. Infine, Squinzi ha anche ricordato due questioni fondamentali che da anni ostacolano lo sviluppo della chimica in Italia: energia e burocrazia. “La chimica ha pieno titolo per parlare di energia: siamo infatti il settore che unisce elevata intensità energetica ad alta esposizione alla concorrenza estera. Il 30% di divario nei costi per noi vuol dire chiudere gli impianti o, se riuscissimo a trasferire tutti i costi, farli chiudere ai nostri clienti. Abbiamo preparato per il Governo una serie di proposte nella logica della difesa selettiva dei settori, come la chimica, che rischiano la scomparsa per colpa degli alti costi energetici”. Le proposte di Federchimica sono le seguenti: migliorare le condizioni di approvvigionamento per i consumatori intensivi valorizzando la regolarità del consumo; ridurre gli oneri fissi sul costo dell´energia elettrica e introdurre degressività negli oneri di dispacciamento; rendere possibile l´utilizzo del differenziale di costo dell´energia elettrica di import, ora annullato dai meccanismi di asta; con il recepimento della Direttiva “Cogenerazione” incentivare tale tipologia di produzione di energia. Servono “normative competitive”, ovvero non penalizzanti la competitività industriale. Il Presidente di Federchimica chiede dunque “una riforma urgente, che ci difenda da uno Stato ipertrofico e ci restituisca uno Stato ‘normale’ ”. A questo scopo, Federchimica chiede la realizzazione vera della Riforma Bassanini, a 13 anni dalla sua applicazione “formale”, ma non sostanziale. Il Governo ha il dovere di far operare fino in fondo tale Riforma per far capire a tutti gli interessati che la burocrazia è un servizio al cittadino e alle imprese, non l’esercizio di un potere. Si deve inoltre evitare il recepimento peggiorativo delle norme europee. “Accettare questo vincolo – ha commentato Squinzi - significa dimostrare di essere europeisti nei fatti e di voler lavorare per la competitività industriale italiana”. Infine, “chiediamo un ruolo forte del Ministro dello Sviluppo Economico, che faccia da garante alla competitività industriale, come avviene negli altri Paesi europei”. Sui temi generali di politica economica, Squinzi si è detto “personalmente convinto che l’intervento sul cuneo fiscale sia prioritario, ma guai se il Governo pensasse così di aver assolto al suo dovere di difesa della competitività. Oggi in Italia le infrastrutture sono al massimo della fatiscenza. Se si bloccassero i lavori pubblici e se si fermassero i nuovi progetti si andrebbe verso un sicuro e veloce declino dell’economia italiana”. “Ci aspettiamo dal Governo – ha aggiunto - una seria azione di riduzione delle spese, a partire dai costi della Politica, così come della Pubblica Amministrazione, spesso pletorica e ridondante. “L’italia – ha concluso Squinzi – è ormai in una situazione di vera emergenza. Sono però convinto che, se l’industria torna a essere competitiva e a crescere, i problemi macroeconomici potranno essere risolti. Ma senza una base manifatturiera, l’Italia non va da nessuna parte”. All’assemblea ha preso parte Alberto Quadrio Curzio, Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Università Cattolica di Milano, e Adriano De Maio, Sottosegretario della Regione Lombardia. Ha chiuso i lavori Luca Cordero di Montezemolo, Presidente Confindustria. .  
   
   
L´INDUSTRIA SIDERURGICA ITALIANA È IL SECONDO PRODUTTORE IN EUROPA: NEL 2005 MASSIMO STORICO A 29,3 MILIONI DI TONNELLATE. PERMANGONO FORTI CRITICITÀ RELATIVE AL COSTO DELL´ENERGIA E ALLA CONCORRENZA SLEALE DI PAESI TERZI.  
 
Milano, 27 giugno 2006. "Le concentrazioni non sono una minaccia, al contrario, sono una sfida competitiva ". E´ questo il messaggio che Giuseppe Pasini, Presidente di Federacciai, ha rivolto agli imprenditori siderurgici nel corso dell´Assemblea dell´Associazione che si è tenutasi ieri a Milano alla presenza, fra gli altri, dei ministri Emma Bonino e Pierluigi Bersani, del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, del Presidente di Confindustria Luca Montezemolo e del Presidente di Eurofer Philippe Varin. Pasini ha osservato come le concentrazioni e l´internazionalizzazione debbano essere viste come strade per conoscere nuovi mercati, per favorire gli scambi e per cogliere differenti possibilità di business. "Dobbiamo fortificare le nostre imprese – ha proseguito Pasini – perchè in futuro, inevitabilmente, anche i paesi emergenti dovranno fare i conti con il costo del lavoro, i vincoli ambientali, le spese sociali e tutti gli altri costi che noi sosteniamo ormai da tempo. Per cui gli squilibri competitivi che oggi subiamo da questi paesi, domani tenderanno a ridimensionarsi: si tratta di preparare le armi per vincere anche questa battaglia ". In quest´ottica gli imprenditori siderurgici dovranno continuare ad adeguarsi al cambiamento sostenendo lo sviluppo delle imprese con una strategia di crescita. Pasini ha ricordato la strategicità del settore che si colloca al secondo posto in Europa, con un fatturato annuo di 35 milioni di Euro, 100. 000 dipendenti diretti e indiretti e una produzione nel 2005 di 29,3 milioni di tonnellate d´acciaio, cifra che rappresenta il massimo storico. "Ma - ha continuato il Presidente di Federacciai - dobbiamo chiedere alla politica quello che è giusto chiedere: le infrastrutture, le politiche energetiche e ambientali, il controllo sulle importazioni selvagge, il sostegno alla formazione professionale ". Infatti se è vero che le aziende siderurgiche hanno continuato a investire per migliorare l ´efficienza produttiva e per contenere la spesa energetica, la bolletta elettrica continua a essere più cara del 30% rispetto agli altri paesi anche se negli ultimi anni - ha riconosciuto Pasini - sono stati fatti passi avanti, almeno sulla carta, negli investimenti sui progetti per la costruzione di impianti di nuova generazione. Purtroppo, però, siamo ancora molto indietro per quanto riguarda la distribuzione, 1 ´approvvigionamento e la diversificazione delle fonti. Inoltre le nostre imprese pagano lo scotto di una liberalizzazione troppo lenta del mercato energetico e questi fattori negativi per le aziende del settore, comportano, una spesa annua di oltre 200 milioni di Euro al netto dell ´interrompibilità. Occorre che il Governo oltre a non subire i continui no provenienti dalle singole amministrazioni locali, che possono facilmente congelare le realizzazioni di nuovi impianti per l´energia, affronti il tema senza pregiudizi ripensando con lungimiranza il nostro attuale mix di font di generazione che comprenda anche il nucleare di terza generazione. A questo proposito è opportuno dare l´avvio a un tavolo europeo, dove a medio termine, si possa cooperare con gli altri paesi assicurandosi le migliori tecnologie per sviluppare questa fonte di generazione che è sempre più essenziale per alleggerire la dipendenza dai combustibili fossili e dal petrolio; dipendenza che, come è noto, non tiene conto delle restrizioni del Protocollo di Kyoto che ci obbliga a limitare sempre di più le emissioni di Co2. Il settore industriale italiano dovrebbe nei prossimi anni, procedere a una riduzione supplementare delle emissioni del 16%, in linea con gli obiettivi del Protocollo, ma questo ulteriore taglio risulterebbe estremamente penalizzante per il comparto siderurgico nazionale che, grazie agli elevatissimi investimenti effettuati in questi anni, è vicino al raggiungimento del limite tecnologico di riduzione. "Le nostre imprese — ha ricordato Pasini — devono confrontarsi tutti i giorni con paesi che, proprio grazie a politiche energetiche e ambientali differenti, sono più aggressivi sul mercato internazionali; mi riferisco in particolare a Cina, all´India, agli Stati Uniti, all´Ucraina e a molti altri che non hanno aderito a Kyoto. Per questo motivo è fondamentale che le tematiche ambientali e i loro impatti sui settori produttivi, vengano trattati in sede politica in modo sinergico dai tre organismi istituzionali deputati ad affrontare tale problema, ossia il Ministero per lo Sviluppo Economico, il Ministero per le Politiche Comunitarie e il Ministero per l´Ambiente ". Un´altra fonte di grave preoccupazione non solo per la siderurgia italiana ma per l´intero settore manifatturiero che esporta in tutta Europa, è rappresentato dalla volontà del Commissario Mandelson di rivedere, in nome di un´astratta difesa del libero mercato, gli strumenti di politica commerciale e in particolare le misure antidumping che rappresentano l´unica difesa per opporsi alla concorrenza sleale di Paesi Terzi che potranno vendere in Europa a prezzi inferiori a quelli praticati sul loro mercato. Il settore siderurgico, pur in presenza di questi fattori critici, ha proseguito la propria espansione incrementando la produzione nei primi 5 mesi del 2006 del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso, pari a oltre 13 milioni di tonnellate. .  
   
   
AL MAPIC DI CANNES DEBUTTA ‘DESTINATION ITALY’, INIZIATIVA DI MARKETING TERRITORIALE PER PROMUOVERE LE OPPORTUNITÀ D’INVESTIMENTO NELLE CITTÀ ITALIANE  
 
Cannes, 27 giugno 2006 - Si chiama ‘Destination Italy’ (Developing opportunities in Cities and Regions) ed è un’iniziativa di marketing territoriale nata con l’obiettivo di promuovere le opportunità d’investimento nell’ambito dello sviluppo urbano e commerciale proposte, all’edizione 2006 del Mapic, dalle città e dai territori italiani che sceglieranno di aderire al progetto. Promossa da Gmprgroup (rappresentante in Italia di Mapic) in collaborazione con Reed Midem, ‘Destination Italy’ punta, in primo luogo, a favorire e valorizzare la presenza istituzionale italiana alla manifestazione che, giunta alla 12a edizione, dal 15 al 17 novembre ospiterà, nella consueta cornice del Palais des Festivals di Cannes, i più importanti operatori internazionali del settore immobiliare, i grandi marchi della distribuzione e del franchising e i rappresentanti di città e territori provenienti da tutto il mondo. ‘Destination Italy’ si presenta quindi come una formula innovativa per riunire in un’unica ‘vetrina’ i progetti presentati da Città, Province e Regioni italiane (ma anche da Camere di commercio ed Associazioni del mondo economico) in modo da presentare agli operatori internazionali ed agli investitori interessati al ‘Bel Paese’ un’offerta organica, capace di intercettare i loro obiettivi d’investimento in Italia. Alla platea del Mapic, ‘Destination Italy’ si presenterà, dunque, come un ‘sistema’ diffuso di spazi espositivi (di diverse dimensioni) caratterizzati dal marchio dell’iniziativa e collegati fra loro da strumenti di comunicazione studiati ‘ad hoc’: presentazione dei progetti, segnaletica collocata nei punti di maggiore affluenza e un infopoint a cui sarà possibile rivolgersi per entrare in contatto con tutti i partecipanti all’iniziativa. Sempre per favorire la visibilità dei progetti e soprattutto le relazioni e le opportunità di business durante l’evento, ‘Destination Italy’, metterà in campo anche azioni di promozione internazionale mirate che, anticipando i contenuti dell’offerta presentata, consentiranno di selezionare gli operatori interessati ad incontri di approfondimento a Mapic. Per partecipare all’iniziativa (alla quale stanno già aderendo alcune fra le principali città italiane e importanti Associazioni), www. Gmpr. It .  
   
   
BANI STABILI: CONCLUSA L’OPERAZIONE DI RISTRUTTURAZIONE DELL’OPERAZIONE DI CARTOLARIZZAZIONE DI IMSER SECURITISATION S.R.L.  
 
Roma, 26 giugno ’06 - Beni Stabili rende noto che, in data 23 giugno, si è conclusa l’operazione di rifinanziamento e di ristrutturazione dell’operazione di cartolarizzazione posta in essere nel mese di novembre del 2002 (operazione che aveva comportato l’emissione di titoli Cmbs per un importo totale pari a € 1. 168,2 milioni) dalla societa’ Imser Securitisation S. R. L. (società consolidata integralmente nel Bilancio di Gruppo Beni Stabili). Il rifinanziamento è stato effettuato attraverso un’emissione di titoli a tasso variabile dello stesso importo di quelli rimborsati, ma con spread e piano di ammortamento differenti. I nuovi titoli sono stati emessi da un nuovo veicolo di cartolarizzazione Imser Securitisation 2 srl, che si è accollato anche il debito relativo ai titoli a tasso fisso emessi originariamente da Imser Securitisation srl. I nuovi titoli a tasso variabile, anche essi quotati alla Borsa di Dublino, sono stati collocati presso investitori istituzionali, in Italia e all’estero. Il dettaglio dei nuovi titoli a tasso variabile e dei titoli a tasso fisso è il seguente: L’operazione di rifinanziamento consentirà di ridurre l’attuale costo finanziario del debito Imser grazie sia alla riduzione degli spread sui titoli a tasso variabile, sia al differimento dello step up dal 2009 al 2015. Il tasso di interesse effettivo (al netto di oneri di ristrutturazione e del costo degli strumenti di copertura) sull’intero finanziamento pari a € 1. 035,5 milioni si riduce dall’attuale 7,2% a circa 6,4% per la durata residua del prestito. L’operazione è stata coordinata da Lehman Brothers in veste di arranger e bookrunner e da Morgan Stanley e dalla stessa Lehman Brothers in veste di co lead manager. Lehman Brothers è stata assistita dallo studio legale Gianni Origoni Grippo & Partners, mentre Beni Stabili è stata assistita dallo studio Legale Bonelli Erede Pappalardo. Il coordinamento dell’operazione per conto dello studio Legale Bonelli Erede Pappalardo è stato svolto dall’Avvocato Alberto Del Din. “Beni Stabili ritorna dopo 4 anni sul Mercato dei titoli Cmbs- commentano i due amministratori delegati Aldo Mazzocco e Massimo de Meo -usufruendo delle attuali condizioni favorevoli. Siamo molto soddisfatti di come il mercato dei bond abbia accolto questa operazione, confermando l’apprezzamento per la qualità del portafoglio sottostante e per il Gruppo Beni Stabili”. .  
   
   
ASPESI (ASS. NAZ. SOC. PROMO IMMOBILIARE): NUOVO PRESIDENTE AREA NORDEST  
 
Vicenza, 27 giugno 2006 - Nuovo Presidente dell´Area Nord-est per Aspesi, l’Associazione Nazionale delle Società di Promozione Immobiliare: è Massimo Mander, immobiliarista di Vicenza, presidente del Gruppo Patrimoni Immobiliari, che annovera varie importanti società attive nel settore. Mander, 45 anni, è stato anche eletto membro del Comitato Esecutivo dell’Aspesi e designato a far parte della Giunta dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili). Il suo compito principale sarà la promozione e l’organizzazione degli immobiliaristi di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Ciò favorirà un più diretto rapporto, anche logistico, con le locali organizzazioni territoriali dell’Ance, rafforzando ulteriormente la cordiale e fattiva collaborazione in atto tra le due Associazioni. L’aspesi nasce nel 1993 a Milano per riunire gli operatori del settore immobiliare e rappresentarne gli interessi. Oggi conta tra i suoi associati importanti società di investimento immobiliare tra le quali banche, fondi e società di consulenza estere che operano in Italia per conto di investitori internazionali. <<La nostra Associazione, aderente all’Ance – Confindustria – spiega Mander - si è fatta promotrice negli ultimi due anni di una più ampia collaborazione con i protagonisti del mercato immobiliare italiano, sul presupposto dell’esistenza di una unitarietà di fondo degli interessi delle imprese del settore. Il mio compito sarà quello di rendere più capillare nel Nord Est la presenza dell’Associazione, attraverso l’organizzazione di eventi sui temi ed i problemi del settore immobiliare di quest’area, con esperti ed operatori del settore che lavorano su progetti, ricerche e proposte operative rivolte sia alle istituzioni che al mercato sui temi urbanistici, giuridici e fiscali di maggiore attualità. >> La nomina di Mander è avvenuta nell’ambito del rinnovamento dei vertici di Aspesi, ora presieduta da Federico Filippo Oriana. Avvocato genovese, 53 anni, Oriana è rappresentante del Gruppo Federcasa di Milano, ed è stato dal 2000 al 2006 Vice-presidente dell’Associazione. In ambito associativo ha curato, in particolare, le problematiche giuridiche del settore e ha recentemente guidato l’elaborazione del nuovo statuto, modificato per adattarsi al numero moltiplicato dei soci Aspesi. .  
   
   
I PERCORSI DELL’INNOVAZIONE: APPUNTAMENTO CON LE PMI UN’INIZIATIVA DELLA IBM ITALIA. IL PRIMO INCONTRO È A BERGAMO  
 
Milano, 27 giugno 2006 - Tutti parlano di innovazione ma la Ibm si propone un obiettivo concreto: vuole che l’innovazione da slogan si traduca in realtà. E che sia un patrimonio comune: di imprese, istituzioni, Università. Secondo la Ibm, l’innovazione che crea davvero valore è un fenomeno pervasivo che si fonda su collaborazioni, sinergie, partnership. La partita del mercato globale, d’altro canto, non si può giocare né vincere da soli. Ed è proprio con questo obiettivo che la Ibm ha organizzato una serie di appuntamenti per sensibilizzare tutti i protagonisti del mercato. E ora l’attenzione è rivolta alle piccole e medie imprese, componente cruciale dell’economia italiana. L’obiettivo è coinvolgere nel territorio le aziende, le associazioni di categoria, le università; confrontarsi sui problemi e sulle sfide; valutare le azioni concrete da intraprendere, nel rispetto dei budget e mettendo a frutto le rispettive conoscenze e esperienze. Saranno proprio alcuni operatori a dare la propria testimonianza sul loro percorso di innovazione e sugli impegni in termini di risorse, investimenti e risultati. E in questo percorso, la Ibm è pronta ad affiancarsi come partner mettendo a disposizione le proprie tecnologie e competenze: dalla consulenza al disegno del progetto, dalla realizzazione ai servizi di manutenzione. E coinvolgendo chiunque possa contribuire al successo del progetto: Business Partner, Indipendent Software Vendor, laboratori e centri di Ricerca Ibm. Gli appuntamenti previsti sono a Bergamo il 4 luglio e a Torino il 13 luglio; le prossime tappe si terranno in settembre – le date sono ancora da definire – a Mestre (Venezia), Lucca e Bari. 4 luglio 2006 – Inizio ore 15. 30, chiusura ore 19,00; Centro Congressi Papa Giovanni Xxiii; Via Papa Giovanni Xxiii, 106 – Bergamo. L’evento è organizzato dalla Ibm Italia in collaborazione con l´Università degli Studi di Bergamo e con l´Associazione Industriali Bresciana. Intervengono: Luigi De Vizzi, Territory Director Lombardia, Ibm Small and Midmarket Business: “Introduzione e benvenuto” ; Francesco Uberto, Vice Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Associazione Industriali Bresciana: “Innovare per competere”; Giorgio Merli, Board Room Consulting Leader Ibm Italia: “Insieme per crescere”; Enrico Cavalli, Direttore del Centro per le Tecnologie Didattiche e la Comunicazione: “La conoscenza: una leva per vincere le sfide del futuro” ; Fabrizio Renzi, Technical Director, Systems and Technology Group, Ibm Italia: “Dalla teoria alla pratica: la tecnologia al servizio dell´innovazione”. Durante l´incontro, saranno inoltre presentate storie di successo legate all´innovazione, con testimonianze dirette delle aziende. .  
   
   
UN’AZIENDA SU TRE PREVEDE NUOVE ASSUNZIONI NELLE AREE CONTABILITÀ E FINANZA NEI PROSSIMI SEI MESI  
 
Milano 27 giugno 2006 – Secondo quanto emerge dalla quarta edizione del Financial Hiring Index, elaborato da Robert Half Finance & Accounting - società specializzata nella ricerca di professionisti delle funzioni amministrazione, finanza e controllo - un terzo delle aziende italiane prevede di ampliare l’organico amministrativo entro l’autunno 2006. La rilevazione è stata effettuata ad aprile 2006, su un campione di 2700 direttori finanziari europei, di cui 200 italiani. L’italia risulta il Paese con le migliori prospettive (33%), insieme alla Repubblica Ceca (34%), a fronte di una media europea del 25%. Mentre soltanto il 7% dei manager intervistati prevede di ridurre gli occupati (in linea con la media continentale). Le nuove assunzioni saranno determinate dalle attese di aumento del carico di lavoro (45%), da un incremento del business anticipato rispetto alle previsioni (18%), da cambiamenti nel business (14%), dall’insufficienza degli organici attuali (12%), dalla necessità di far fronte a crescenti incombenze amministrative (10%). Secondo Claudio Banegas Bruzzone, responsabile di Robert Half Finance & Accounting Italia, “per l’Italia, questi dati vanno letti alla luce di tre fenomeni contingenti: uno di carattere amministrativo, come la necessità di adeguarsi ai cambiamenti introdotti dalla legge Sarbanes-oxley e dalla nuova legge sul risparmio; uno di carattere finanziario: l’elevato numero di aziende che si stanno attrezzando per la quotazione in Borsa; e infine, uno di mercato: come testimoniano alcune delle risposte, molte aziende stanno iniziando a credere nella ripresa”. Dall’indagine Robert Half Finance & Accounting emerge anche che le figure più richieste sono quelle di esperto fiscale (21%), contabile (19%), esperto in paghe e contributi (18%), controller (16%), internal auditor (9%), credit controller (9%), direttore finanziario (6%). .  
   
   
PARI OPPORTUNITA´: MANAGEMENT AL FEMMINILE IL 28 GIUGNO UN CONVEGNO SULLE MANAGER PIEMONTESI  
 
Torino, 27 giugno 2006 - “Un management più al femminile” è il titolo della ricerca realizzata dall’Agenzia Piemonte Lavoro, ente strumentale della Regione Piemonte, grazie all’analisi di un questionario rivolto a oltre seicento donne manager piemontesi della Confederazione italiana Dirigenti e alte professionalità (Cida). Il volume verrà presentato mercoledì 28 giugno a partire dalle ore 9 presso la sala Einaudi di Torino Incontra, via Nino Costa 8 a Torino, durante un convegno a cui parteciperanno l’assessore regionale al Welfare e Lavoro Teresa Angela Migliasso, l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale Giovanna Pentenero, l’assessore regionale al Turismo, Sport e Pari opportunità Giuliana Manica, il direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro Lucia Mollica, gli autori e le protagoniste del lavoro. La ricerca ha approfondito oltre i dati anche l’aspetto più informale delle loro carriere con venti interviste. .  
   
   
ENERTAD S.P.A.: AL VIA DUE NUOVI PARCHI EOLICI IN BASILICATA E CALABRIA PER TOTALI 102 MW IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA IL PIANO STRATEGICO DI GRUPPO 2006–2009  
 
Milano, 27 giugno 2006 – A seguito del perfezionamento dei principali atti autorizzativi, Enertad S. P. A. Ha raggiunto l’accordo per l’acquisto dei diritti di costruzione e gestione di due nuovi parchi eolici che avranno una potenza installata complessiva di 102 Mw, come preannunciato nei comunicati stampa del 21 marzo e 15 maggio u. S. Ii primo parco, situato tra i Comuni di Tursi e Colobraro (Mt) in Basilicata, avrà una potenza installata di 74 Mw (87 aerogeneratori della potenza di 0,85 Mw cadauno) con una produzione elettrica prevista a regime di circa 148. 000 Mwh/anno. Il secondo parco situato nel Comune di Joppolo (Vv) in Calabria, avrà una potenza installata di 28 Mw (14 turbine da 2 Mw cadauna) con una produzione elettrica prevista a regime di 56. 000 Mwh/anno. Con un totale di 204. 000 Mwh/anno di produzione elettrica prevista a regime, i due parchi eolici sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 80. 000 famiglie con 150. 000 tonnellate/anno di emissioni di Co2 evitate. Il valore complessivo dei due investimenti, comprensivo dell’acquisto delle turbine eoliche, nonché delle opere civili ed elettriche, dell’engineering e oneri accessori, è stimato preliminarmente in circa 140 milioni di euro. Enertad ha inoltre affidato ad Efibanca e Mcc l’incarico di financial advisor, arranger e underwriter per il project financing del parco di Tursi-colobraro e per quello di Faeto in Puglia da 24 Mw. Per tutti i suddetti progetti (Basilicata, Calabria e Puglia) è previsto dare avvio alla costruzione nel secondo semestre 2006. Piano Strategico (2006–2009) Come preannunciato il Consiglio di Amministrazione di Enertad S. P. A. Ha approvato il Piano Strategico 2006-2009; a seguito delle azioni di ristrutturazione e rifocalizzazione già realizzate, tra cui la cessione dei business “Acciaio” e “Waste management/Waste to energy” (per quest’ultima si prevede il closing il 4 luglio p. V. ), il Piano si concentra sulle attività di sviluppo del business “Eolico” finalizzato al raggiungimento di una capacità installata di 350 Mw nell’arco di piano. Il programma di sviluppo beneficerà in particolare dell’avvio a costruzione sia dei progetti annunciati in data 21 marzo (31 Mw tra cui il parco di Faeto) sia di quelli comunicati in data odierna (102 Mw), che si aggiungeranno ai 77 Mw già operativi. Il programma di investimenti di circa 400 milioni di euro, è quasi totalmente concentrato sul settore eolico; per il finanziamento si prevede il ricorso al project financing. Le dismissioni delle attività sopra citate (vedi anche comunicato stampa del 21 marzo u. S. ) forniranno le risorse finanziarie per il rimborso del prestito obbligazionario convertibile di 76,5 milioni di euro, in scadenza il prossimo mese di novembre, e contribuiranno a fornire l’equity per i progetti eolici in programma. .  
   
   
GERMANIA - CORSO DI FORMAZIONE SULLE TECNOLOGIE DI STOCCAGGIO DELL´IDROGENO  
 
Bruxelles, 27 giugno 2006 - Dal 25 al 29 settembre si svolgerà a Ingolstadt (Germania) un corso di formazione sulle tecnologie di stoccaggio dell´idrogeno. Il corso interesserà l´intera gamma di tecnologie di stoccaggio dell´idrogeno, tra cui gas compresso, fluido criogenico e materiali solidi, con particolare attenzione per le applicazioni automobilistiche. Lo stoccaggio dell´idrogeno è una tecnologia abilitante fondamentale per l´utilizzo estensivo di H2 quale vettore di energia. Ai partecipanti sarà offerta una panoramica delle attività di ricerca in corso concernenti le tecnologie di stoccaggio di H2. Il corso prevede sia presentazioni teoriche sia seminari pratici, finalizzati ad approfondire le esperienze e gli approcci dei partecipanti in relazione allo stoccaggio di idrogeno. L´iniziativa è organizzata dai partner del consorzio Storhy, un progetto integrato finanziato nell´ambito della priorità "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" del Sesto programma quadro (6Pq). Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Storhy. Net/ .  
   
   
BUILDING ENERGY MANAGEMENT: L’APPLICAZIONE PER TAGLIARE LA BOLLETTA ORS, SOFTWARE HOUSE SPECIALIZZATA IN SOLUZIONI DI OTTIMIZZAZIONE, HA MESSO A PUNTO UN APPLICATIVO PER IL CALCOLO DEI CONSUMI DELLE STRUTTURE E L’OTTIMIZZAZIONE DEI MEDESIMI PER RISPARMIARE ENERGIA E DENARO  
 
 Alba, 27 giugno 2006 – Fabbriche, centri commerciali, complessi industriali, pubblica amministrazione, gdo potranno razionalizzare i propri consumi energetici e, quindi, risparmiare. Grazie a un applicativo che permette di conoscere il preciso fabbisogno energetico dell’intera struttura immobiliare, calcolare i picchi di consumi e soprattutto studiare e applicare scenari alternativi di utilizzi per la propria specifica situazione. Queste le principali funzionalità di Building Energy Management, la suite per il risparmio energetico messa a punto da Ors, software house specializzata in soluzioni di ottimizzazione che opera in una logica di servizio integrato, ovvero permettendo il coordinamento delle azioni dell’energy manager (o l’ufficio tecnico o il responsabile delegato), dell’ufficio acquisti e dei servizi tecnici. “I consumi aumentano, la capacità energetica nazionale cala. Eppure, da studi fatti si può arrivare a tagliare fino al 20% dei consumi negli edifici con azioni di risparmio energetico – dichiara Nazzareno Oberto, Amministratore Delegato di Ors -. L’ottimizzazione dell’uso dell’energia – o meglio il facility energy management – è, pertanto, la nuova frontiera efficiente del business in contesti di complessità. Solo capendo l’origine dei costi in una logica complessiva si possono ricavare effettivi benefici”. La suite si compone di 4 moduli specifici per tutto il processo: uno per la mappatura degli edifici di pertinenza e uno per la mappatura dei relativi consumi (grazie ad apparecchi di monitoraggio): quelli intrinsechi (il passivo), quelli attivi (ventilazione, climatizzazione, illuminazione) e quelli operativi (del business e dei turni di lavoro). Un applicativo per analisi “what if” e scenari simulativi sulla base delle serie storiche dei consumi, proposte di intervento e soluzioni. Uno per l’ottimizzazione, ovvero per l’analisi finanziaria e per formulare ipotesi di gestione differenti, calcolo del risparmio energetico e dei contratti di fornitura più adatti per tipologia di utilizzo. Building Energy Management è una suite che non richiede particolari competenze tecniche e può essere facilmente utilizzabile anche da utenti non specialistici. “Questa applicazione – conclude Oberto - è la sintesi di tutti gli studi di ottimizzazione e di calcolo matematico finora sviluppati da Ors per i settori finanza, industria ed energia”. Riferimenti normativi: Direttiva 2002/91/Ce, L. N. 10 del 09/01/1991, Dm 27/07/2005, D. Lgs. N. 192/05, Leggi urbanistiche regionali. .  
   
   
CONVEGNO SUL TEMA: LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLE STRATEGIE DELL’UNIONE EUROPEA: IL PROGETTO “NATURNET-REDIME”  
 
Francavilla di Sicilia (Me), 27 giugno 2006 - Il Comune di Francavilla di Sicilia (Me) è l’unico partner italiano del Progetto “Naturnet-redime” dell’Unione Europea, e ciò deve costituire motivo di grande orgoglio in quanto tale municipalità si trova ad essere inserita in un prestigioso contesto di ricerca e di innovazione a livello comunitario, dei cui esiti (banche dati, soluzioni informatiche, ecc. ) beneficeranno operatori economici, pubblici amministratori, enti a tutela dell’ambiente nonché semplici cittadini. Francavilla ha già ospitato, nel marzo 2005, la sessione iniziale di studio di “Naturnet-redime”; adesso, una qualificata delegazione internazionale di tecnici impegnati nel Progetto, entusiasta della prima esperienza, ha programmato un’altra sessione di studio nel centro siciliano, che servirà soprattutto a divulgare la parte di lavoro già svolta. Il convegno francavillese del 5 luglio 2006 verrà riproposto l’indomani nel Comune di San Biagio Platani (Ag) affinché la positiva esperienza di “Naturnet-redime” possa essere divulgata e portata a modello anche in altre aree territoriali della Sicilia. Www. Naturnet. Org .  
   
   
UNO STUDIO CONFERMA: IL PIANETA MAI COSÌ CALDO NEGLI ULTIMI 400 ANNI  
 
Bruxelles, 26 giugno 2006 - Secondo una nuova relazione del Consiglio di ricerca statunitense, gli scienziati sono attualmente in grado di affermare con un alto livello di sicurezza che gli ultimi decenni del 20° secolo sono stati più caldi di qualsiasi altro periodo nel corso degli ultimi 400 anni. La relazione, dal titolo "Surface Temperature Reconstructions for the last 2,000 Years" (Ricostruzioni della temperatura di superficie negli ultimi 2. 000 anni), è stata commissionata dal Congresso degli Stati Uniti in seguito alla controversia sorta su una precedente ricerca condotta dal climatologo Michael Mann. Mann e i suoi colleghi avevano concluso che le alte temperature registrate nella parte conclusiva del 20° secolo non avevano precedenti nell´ultimo millennio. Il grafico pertinente, noto come "bastone da hockey", indica un rapido incremento delle temperature dopo un lungo periodo di relativa stabilità. Le rilevazioni delle temperature basate su misurazioni effettuate tramite strumenti risalgono a solo 150 anni circa: i climatologi devono pertanto utilizzare proxy (indicatori) per produrre stime delle temperature nel periodo precedente. Tra i proxy utilizzati figurano elementi ricavati dagli anelli degli alberi, ghiacciai in arretramento, coralli, sedimenti oceanici e lacustri, carote di ghiaccio e fonti documentarie quali vecchi disegni di ghiacciai. Il comitato che ha redatto la relazione ha stabilito che le prove ricavate dai proxy erano sufficienti per affermare che i decenni conclusivi del 20° secolo sono stati più caldi di qualsiasi altro periodo comparabile negli ultimi 400 anni. Hanno osservato inoltre che i dati dei proxy riflettono fedelmente il riscaldamento di 0,6 gradi Celsius registrato dagli strumenti nel secolo scorso. Tuttavia i dati dei proxy antecedenti al 1600 sono relativamente scarsi, in particolare nell´emisfero meridionale. Per tale ragione, il comitato ha stabilito che le conclusioni di Mann relative alle temperature nel periodo antecedente al 1600, pur plausibili, non possono attualmente essere confermate con certezza. Quanto alla questione dell´eventuale influenza delle attività umane sul riscaldamento globale, la relazione sottolinea il fatto che le ricostruzioni della temperatura di superficie per i periodi antecedenti alla rivoluzione industriale sono soltanto uno dei numerosi elementi, ma non la prova assoluta, a sostegno della conclusione che il riscaldamento attuale sia la conseguenza delle attività umane. Il presidente del comitato è Gerald R. North della Texas A&m University. Nel presentare la relazione, ha invitato a concedere maggiore accesso ai set di dati per sostenere ulteriori attività di ricerca. "Occorre garantire accesso alle informazioni necessarie per riprodurre i risultati pubblicati, al fine di generare un´accresciuta fiducia nei risultati dello studio all´interno e all´esterno della comunità scientifica", ha affermato. "Se i singoli ricercatori, le società professionali, i redattori delle riviste e le agenzie di finanziamento proseguissero i loro sforzi per garantire il rispetto delle esistenti pratiche di accesso aperto, la ricerca paleoclimatica ne trarrebbe beneficio". Nel frattempo l´Agenzia europea dell´ambiente (Aea) ha reso nota alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Ccnucc) la relazione sugli inventari dell´Ue, dalla quale sono giunte cattive notizie per gli sforzi compiuti a livello europeo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Secondo la relazione, le emissioni di gas a effetto serra nell´Ue sono cresciute di 18 milioni di tonnellate (0,4 per cento) tra il 2003 e il 2004. I settori che hanno registrato i maggiori incrementi sono l´industria e i trasporti. Germania, Danimarca e Finlandia sono i soli paesi ad avere realmente ridotto le loro emissioni di gas a effetto serra dal 2003 al 2004. Per ulteriori informazioni sulla relazione statunitense visitare: http://www. Nationalacademies. Org/ Informazioni sulla relazione dell´Aea sulle emissioni di gas a effetto serra dell´Ue sono disponibili al seguente indirizzo: http://www. Eea. Europa. Eu/main_html .  
   
   
INDIRIZZI OPERATIVI PER FRONTEGGIARE IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI  
 
 Roma, 27 giugno 2006 - Potenziare i sistemi antincendio regionali e locali. Attivare i piani di previsione, prevenzione e lotta attiva coerenti con le linee guida emanate dal Governo. Attivare in tempi rapidi le sale operative unificate permanenti. Assicurare la pronta attuazione delle procedure operative per richiedere il concorso della flotta aerea dello Stato in occasione di incendi boschivi. Provvedere al continuo aggiornamento delle limitazioni dei punti di approvvigionamento idrico. Provvedere ad informare tempestivamente il Dipartimento della Protezione Civile della situazione degli incendi in atto. Avviare nei confronti dei cittadini, soprattutto dei giovani, un sistema di comunicazione volto a diffondere nelle forme più opportune la cultura della protezione civile. Sono questi alcuni degli “indirizzi operativi” emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione estiva 2006. L´atto di indirizzo rivolto ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 23 giugno 2006. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/incendi_boschivi_2006/index. Html .  
   
   
DAL CLIMA DELLA PREISTORIA PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL PRESENTE A ROMA UN LABORATORIO DI IDEE INTERDISCIPLINARE PER DISCUTERE DI PALEONTOLOGIA, PALEOCLIMATOLOGIA E STRUMENTI DI MONITORAGGIO AMBIENTALE  
 
Roma, 27 giugno 2006 - Paleontologia e paleoclimatologia, scambi suolo-aria e sensori elettromagnetici, geotermici e geochimici. Questi gli argomenti al centro delle due “Giornate di Studio” che l’Ices (International Center for Earth Sciences) ha organizzato a Roma il 27 e il 28 giugno, presso l’Area di Ricerca Cnr di Tor Vergata. Un ‘brain storming’ mirato ad innescare un contatto o comunicazione fra specialisti di diverse discipline, così come nell’ottica dell’Ices (costituito dall’Istituto di Acustica “Orso Mario Corbino” del Cnr, dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste e dall’Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina), che rappresenta, come spiega il direttore del centro, il professore Giovanni Gregori, “un laboratorio di idee (‘think tank’) il quale intende il sapere come l’unica ‘arma’ per vincere la sfida odierna della sopravvivenza. Una conquista quotidiana, un paziente avvicinarsi alla verità che non viene mai compiutamente raggiunta. Solo la conoscenza della Natura può consentirci di sopravvivere, e di risolvere tutti i problemi. Il forte carattere interdisciplinare dell’Ices – conclude Gregori – mira alla predisposizione di protocolli europei unificati di verifica delle criticità ambientali e territoriali”. Lo scopo delle due giornate di studio è quello di individuare possibili sinergie volte a sviluppare idee sostanzialmente innovative. Ogni meeting, che sarà di carattere informale e operativo, è aperto a tutti gli interessati. Martedì 27 giugno si parlerà di Paleontologia e Paleoclimatologia. Lo scopo è quello di cercare evidenze sperimentali atte a dare sostegno, o a contraddire, l’ipotesi di controllo primario sul clima da parte delle variazioni temporali del flusso geotermico su scala planetaria. Si tratta di analizzare, come spiega il prof. Gregori, “le variazioni di flusso di calore che provengono dal sottosuolo; variazioni che mutano in modo cospicuo nel corso del tempo e che sono le cause principali dei cambiamenti climatici”. Interverranno, fra gli altri, oltre a Gregori, il dr. Claudio Ravanelli ed il dr. Maurizio Poscolieri dell’Istituto di Acustica “Orso Mario Corbino” del Cnr, il professore Ernesto L. Piana del Conicet-cadic (Centro Austral de Investigaciones Cientificas), Ushuaia, Tierra del Fuego, Argentina, la dr. Ssa Giuliana Panieri dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr, il professore Roberto Udisti dell’università di Firenze, il dr. Paolo Favalli e il dr. Cesidio Bianchi, entrambi dell’Ingv, il dr. José Carcione dell’Ogs (Trieste). Mercoledì 28 giugno, invece, al centro della discussione ci saranno gli scambi suolo-aria, e i sensori elettromagnetici, geotermici e geochimici. L’obiettivo è individuare e progettare sensori nuovi, affidabili, e possibilmente replicabili in grandi quantità. “Bisogna superare – dichiara sempre Gregori - gli attuali strumenti di misura usati nel monitoraggio ambientale, e che molto spesso non tengono conto adeguatamente dei progressi concreti della tecnologia. La robustezza della misura è più importante della precisione o di una sensibilità molto spinta. Conta la copertura spaziale ed il lungo periodo delle registrazioni. Lo scopo è quello di iniziare il cammino per individuare la fattibilità di stazioni di misura automatiche, robuste ed affidabili che possano funzionare anche in siti molto inospitali, con le quali eseguire un monitoraggio ambientale, specifico e mirato, molto più incisivo e significativo di quelli attualmente eseguiti”. Interverranno, tra gli altri, il Prof. Arnaldo d’Amico, il Prof. Enrico Verona, il dr. Claudio Ravanelli ed il dr. Maurizio Poscolieri dell’Istituto di Acustica “Orso Mario Corbino” del Cnr, il dr. Luigi Ciattaglia dell’Isac del Cnr, il dr. Giovanni Romeo dell’Ingv, il dr. Andrea Maria di Lellis, il dr. Valerio Iafolla dello Iasf di Roma, il dr. José Carcione dell’Ogs (Trieste), il dr. Ugo Coppa dell’Osservatorio Vesuviano (Ingv), e l’Ing. Antonio Marino dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina. .  
   
   
DIFESA DEL TERRITORIO: SEMINARIO 29 GIUGNO 2006 "LO SVILUPPO DELLE CONOSCENZE PER LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DI DIFESA DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI SONDRIO"  
 
Milano, 27 giugno 2006 - Il 29 giugno 2006 si terrà a Sondrio, presso la Sede Territoriale di Regione Lombardia in via del Gesù, 17, il Seminario "Lo sviluppo delle conoscenze per la programmazione degli interventi di difesa del territorio in Provincia di Sondrio". A partire dall´alluvione del 1987, gli interventi di difesa del suolo in provincia di Sondrio hanno avuto un notevole incremento, anche a seguito di altri eventi alluvionali di notevole intensità qui verificatisi negli anni 1997, 2000 e 2002. Ai fini della programmazione delle opere, Regione Lombardia ha da anni provveduto allo sviluppo della conoscenza del territorio mediante l´utilizzo di sistemi informativi georeferenziati, di analisi territoriali e ricerche specifiche effettuate in collaborazione con Università lombarde. Tra queste azioni si inserisce la creazione del database Opere di Difesa del Suolo (Ods), realizzato in collaborazione con Lombardia Informatica, e che è attualmente in fase di implementazione da parte di Irealp. L´incremento delle conoscenze non può comunque avvenire senza il coinvolgimento degli Enti Locali che conoscono da vicino le problematiche del loro territorio e ai quali saranno messi a disposizione da parte della Regione nuovi strumenti di raccolta e gestione dei dati. La partecipazione al seminario è gratuita ed è gradita l´iscrizione: via fax al n. 02. 6765. 2938 oppure via e-mail a: anita_pedrazzini@regione. Lombardia. It .  
   
   
COME MIGLIORARE LE CAPACITÀ COMUNICATIVE DEGLI SCIENZIATI  
 
 Bruxelles, 27 giugno 2006 – E’ opinione corrente che siano necessari decenni prima che l´impatto degli investimenti nella scienza e tecnologia (S&t) per la risoluzione di problemi diventi evidente a livello di politica. Nella maggior parte dei casi, la durata dei progetti è troppo breve per produrre impatti molto visibili. Tuttavia, quando la ricerca si occupa di problemi impellenti quali la diminuzione delle riserve idriche, occorre davvero accelerare il processo di impatto. Una relazione commissionata di recente dal Programma comunitario per la cooperazione internazionale nella S&t (Eu-inco) sui suoi progetti di ricerca in materia di acqua ha rilevato che la fiducia, l´attualità percepita del problema e la capacità di comunicare sono prerequisiti chiave per l´impatto di un progetto. La consapevolezza di tali fattori, si legge nella relazione, può aiutare i ricercatori a diventare più efficaci nel rivolgersi al pubblico non scientifico e nel comunicare risultati ottenuti al di fuori delle conferenze e delle riviste scientifiche. La sensibilizzazione sull´importanza di una comunicazione efficace è stato il tema principale di un seminario svoltosi a Bruxelles il 21 giugno. Ha riunito 60 coordinatori dei progetti di ricerca finanziati da Inco e relativi alla gestione integrata delle risorse idriche (integrated water resources management, Iwrm), e ha esaminato alcuni degli strumenti di comunicazione necessari a garantire che i ricercatori sappiano affrontare in maniera costruttiva la mentalità degli utenti, gestori e operatori delle risorse idriche, nonché degli ambienti politici che si occupano del problema In una sessione dedicata al tema dei "rapporti con i mezzi di comunicazione", Martin Ince, giornalista indipendente e comunicatore scientifico, ha guidato i partecipanti attraverso numerosi esercizi tesi ad aiutarli a divulgare meglio i risultati. In un caso è stato chiesto ai partecipanti di descrivere il loro progetto in una sola frase, nello stile di un Sms, mentre un altro esercizio prevedeva che i ricercatori assumessero il ruolo di giornalisti e si intervistassero a vicenda. Lo scopo di tali esercizi era aiutare i ricercatori a utilizzare un linguaggio più semplice e conciso per descrivere il proprio lavoro ai non addetti ai lavori. "Gli scienziati sono in grado di comunicare perfettamente con i loro colleghi", ha spiegato Ince al Notiziario Cordis. Esistono tuttavia altri tipi di pubblico con cui i ricercatori hanno più difficoltà a comunicare, vale a dire le persone coinvolte nei processi politici e nelle istituzioni preposte all´elaborazione di tali politiche, ad esempio nel settore delle acque. Il pubblico a cui ci si rivolge è particolarmente importante se la ricerca deve dare luogo a una gestione sostenibile delle risorse idriche. "Si parla molto di comunicare con il pubblico, e questo è un aspetto probabilmente più interessante, sempre che si ammetta l´esistenza di un unico pubblico", ha affermato Martin Ince. Nel caso dei progetti di ricerca sull´acqua di Inco, il pubblico è formato da tutti coloro che bevono acqua, che gestiscono aziende agricole, e che costituiscono in un certo senso gli utenti della ricerca. "Non parliamo soltanto del pubblico in senso astratto, ma delle persone la cui vita è influenzata dalla ricerca". "Gli scienziati hanno difficoltà a comunicare con tali gruppi, in parte perché in passato non era una priorità, in parte perché alcuni dei progetti sono ubicati in paesi dove i mezzi di comunicazione non godono affatto della stessa libertà di espressione garantita in Europa", ha osservato Martin Ince. "Inoltre, la comunicazione non è mai stata un campo al quale è stato loro chiesto di prestare attenzione. Non si sono ancora resi conto dei vantaggi che può offrire". Tuttavia, siamo lontani dai tempi in cui gli scienziati lavoravano da soli nei loro laboratori. "In molti paesi europei sta diventando sempre più prioritario per gli scienziati comunicare le loro ricerche. Non ritengo che nei paesi in via di sviluppo si sia già raggiunto tale livello". Poiché i progetti di ricerca sull´acqua di Inco coinvolgono partner dell´Ue e di paesi terzi, Martin Ince ritiene che seminari come questi siano utili per aiutare la diffusione delle buone prassi. Di fatto, si potrebbero trarre molti insegnamenti da Felicita Scapini dell´Università di Firenze, una dei partecipanti al seminario. Felicita è coordinatrice del progetto Water in Demand (Wadi), un progetto finanziato da Inco volto a incoraggiare approcci partecipativi per l´impiego sostenibile delle risorse di acqua dolce nelle aree costiere del Mediterraneo dove tale risorsa scarseggia. Il progetto svolge attività di ricerca e divulgazione in sei siti di studio ubicati nelle aree costiere di tutto il Mediterraneo, sia settentrionale sia meridionale. Si tratta del terzo progetto consecutivo avviato dai partner. A differenza dei primi due progetti, i partner di Wadi hanno deciso di contattare fin dall´inizio le principali parti interessate per ciascun sito selezionato, invitandole a collaborare al progetto e a fornire le informazioni necessarie sulla fornitura, l´utilizzo e la domanda di acqua. "Abbiamo deciso di rendere la comunicazione una componente più esplicita del progetto Wadi", ha spiegato Felicita Scapini, la quale ha notato che le autorità locali non si mostravano interessate ai risultati finali del progetto quando non venivano coinvolte fin dall´inizio. "Quando ci rechiamo in un posto per svolgere ricerche dobbiamo comunque metterci in contatto con le autorità locali e i ministeri per ottenere i permessi, e dobbiamo spiegare loro il motivo per cui ci troviamo lì. Abbiamo ritenuto che fosse strategicamente più opportuno coinvolgerli fin dal principio, per poi produrre qualcosa che fosse loro utile". Wadi coinvolge anche la popolazione locale, soprattutto coloro che non sono sempre adeguatamente rappresentati, vale a dire donne e bambini. Nefza, uno dei siti di studio del progetto, è una cittadina situata nel nordovest della Tunisia, a 15 chilometri da un´area costiera interessata da fenomeni di erosione. Lì i partner del progetto hanno organizzato giochi e attività didattiche con gli alunni delle scuole elementari locali. "Abbiamo portato i bambini sulla spiaggia per mostrare loro che si tratta di un ecosistema vivo con animali e piante, e che l´ambiente in cui vivono è molto ricco", ha spiegato Felicita Scapini. L´impatto è stato molto positivo, ha affermato. "Abbiamo ricevuto un riscontro dagli insegnanti: i bambini avevano recepito il messaggio. Sono tornati a casa e hanno parlato delle attività alle loro famiglie". I partner di Wadi intendono ripetere l´attività nel sito marocchino. Tornando all´Italia, vicino a un altro dei siti studio del progetto, i partner hanno deciso di organizzare una mostra sull´ambiente del Mediterraneo in un museo di Firenze. "Il Mediterraneo è una realtà unica: tutti i paesi della regione sono afflitti dai medesimi problemi ambientali, quali la carenza di acqua e l´erosione delle spiagge", ha affermato Felicita Scapini. I partner si sono rivolti ai turisti e ai fiorentini, e hanno allestito una presentazione illustrata e un insieme di pannelli in inglese e italiano che descrivevano alcuni dei problemi della regione. "Il nostro fine era sensibilizzare turisti e cittadini sul patrimonio culturale naturale e sull´importanza della scienza come legame. Infatti, quando si sono dovuti affrontare problemi sociopolitici nel Mediterraneo, la scienza è sempre stata di aiuto", ha affermato. In una settimana la mostra ha attratto circa 300 visitatori. Incoraggiati dall´interesse manifestato dal pubblico, i partner del progetto intendono portare la mostra a Malta. Al seminario ha partecipato anche Sylvana Gayoso dell´Università del Cile meridionale. È uno dei partner di Epic Force, un progetto Inco incentrato sul miglioramento dell´impatto della gestione forestale sulle risposte dei bacini fluviali per quanto riguarda la portata dell´acqua e l´erosione del suolo in occasione di violente precipitazioni. Si tratta di un´area in cui vi è considerevole incertezza scientifica, nonché una politica lacunosa. "Uno dei gruppi a cui ci rivolgiamo è il settore pubblico, e ritengo che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, in quanto alcune raccomandazioni che abbiamo formulato sulla gestione delle zone tampone sono state accolte dai responsabili politici", ha affermato Sylvana Gayoso. Tali raccomandazioni sono state integrate nella legislazione soggetta attualmente alla revisione del Parlamento cileno e la cui adozione è prevista nei prossimi mesi. Alla domanda su come i partner siano riusciti a coinvolgere i politici, Sylvana Gayoso ha riferito al Notiziario Cordis che la frequente pubblicazione sulle riviste scientifiche e la presenza su Internet sono state molto utili. "Siamo un´istituzione scientifica riconosciuta in Cile, pertanto quando il ministero dell´Agricoltura ha iniziato a esaminare le zone tampone per i fiumi, il primo articolo che hanno letto è stato il nostro. Hanno poi deciso che il nostro lavoro sulla gestione delle zone tampone fluviali era la soluzione migliore per il contesto cileno". Tuttavia, per raggiungere gli altri utenti della ricerca, quali agricoltori e gestori delle foreste, Sylvana Gayoso è convinta che occorra ampliare la dimensione della comunicazione "non scientifica". "Per noi è un problema, perché nelle università non ci sono fondi per pubblicare nelle riviste non scientifiche e comunicare i risultati in modi alternativi, per cui gli scienziati optano sempre per le riviste scientifiche, più utili alla loro carriera". E qui entrano in gioco le sovvenzioni Inco. "Programmi come questi che stanziano fondi per la dimensione comunicativa di un progetto ci offrono la possibilità di presentare a un pubblico più ampio le nostre attività", ha dichiarato Sylvana Gayoso. In una recente revisione del progetto finanziato da Inco concernente la gestione integrata delle risorse idriche (Iwrm), un gruppo di esperti ha raccomandato una maggiore attenzione da parte del Settimo programma quadro (7Pq) all´incremento dei fondi destinati a migliorare la comunicazione tra scienziati e gruppi socioeconomici. Ciò non dovrebbe tuttavia comportare alcun onere per la scienza che si dedica a tali questioni ecologiche e ambientali. Per maggiori informazioni sulle iniziative di ricerca sull´acqua di Inco consultare: http://ec. Europa. Eu/research/water-initiative/index_en. Html .  
   
   
MOSTRA ESTIVA SULLA SCIENZA ORGANIZZATA DALLA ROYAL SOCIETY BRITANNICA  
 
Bruxelles, 26 giugno 2006 - Si svolgerà dal 3 al 6 luglio a Londra (Regno Unito) la mostra estiva sulla scienza organizzata annualmente dalla Royal Society, che riunirà alcuni dei ricercatori britannici più affermati nei settori della scienza e della tecnologia. Visitando i vari stand provenienti da tutto il Regno Unito, i partecipanti avranno l´opportunità di incontrare i ricercatori che hanno realizzato i lavori esposti e di discuterne con loro. Tra le proposte più interessanti della mostra di quest´anno si segnalano: perché proprio io? Scoprite perchè alcune persone attirano le zanzare più di altre; fossili e colate - riportare in vita animali estinti; invisibilità a portata di interruttore; e così pensate di poter progettare un motore aeronautico? http://www. Royalsoc. Ac. Uk/ .  
   
   
ISTRUZIONE: DIRITTO AL SAPERE, SI STUDIA PROPOSTA DI LEGGE  
 
Udine, 27 giugno 2006 - Lotta alla dispersione scolastica, formazione culturale continua, incremento del tasso di istruzione per chi accede alla formazione professionale, tanti più laureati, aumento dell´età dell´obbligo scolastico a 16 e, successivamente, a 18 anni. Sono questi i capisaldi su cui fonda la proposta di legge per il diritto al sapere, al centro, ieri mattina, di un seminario che al Malignani di Udine ha riunito il mondo della scuola. "L´istruzione è un aspetto determinante della società in cui viviamo - ha detto l´assessore regionale all´Istruzione, Cultura, Sport e Pace, Roberto Antonaz, in apertura dei lavori - e se dovessimo analizzare le ragioni profonde delle difficoltà che sta attraversando il Paese forse le scopriremmo nelle condizioni attuali della scuola italiana". "Abbiamo bisogno di far tornare la scuola al centro dell´attenzione delle forze politiche, di quelle sindacali e della società civile" ha proseguito l´assessore, osservando che solo un alto tasso di conoscenza, professionalità ed innovazione consentirà al Friuli Venezia Giulia di avere un ruolo sulla scena europea. Da ciò, e dal diritto/dovere alla cittadinanza attiva di tutti, deriva il processo che la Regione ha avviato con l´elaborazione di questa proposta di legge. Un documento che punta all´attuazione dei traguardi definiti per i sistemi di istruzione dal Consiglio europeo di Lisbona 2000, e puntualizzati dalla Conferenza di Barcellona 2002, con l´affermazione che istruzione e formazione non sono solo strumenti funzionali alla vita professionale ma condizioni per la promozione della complessiva qualità della vita. Una legge, è stato detto oggi, che, pur tenendo conto della specialità della Regione, si rapporti con le norme nazionali, concepisca istruzione e formazione come aspetti permanenti della vita umana e in cui la funzione di rapporto tra scuola, mercato del lavoro e società civile diventi il perno della situazione. La necessità di istituire un anagrafe degli studenti, il potenziamento del diritto allo studio (nonostante questa sia una Regione che già garantisce qualcosa di più rispetto ad altre, con i contributi alle famiglie a basso reddito ed i libri in comodato), una forte integrazione con il sistema della formazione, in modo che chi vi si avvia abbia comunque un alto livello di istruzione: sono altrettanti momenti fondanti della proposta illustrata da Antonaz. Una proposta che arriva "in uno scenario nazionale in cui si configura il superamento della riforma Moratti" ha detto l´assessore, sottolineando l´importanza di investire nell´evoluzione del mondo della scuola in considerazione del fatto che in Europa, i Paesi a più alto tasso di sviluppo, come la Finlandia, hanno portato l´obbligo scolastico all´età di 18 anni. Se, sugli obiettivi della legge e sulle linee guida, la Regione ha le idee chiare, resta la volontà di arrivare alla definizione del documento attraverso un percorso partecipato di cui il seminario è stato una prima tappa. Dopo gli interventi di Antonaz, del direttore dell´Ufficio scolastico regionale Francesco Pagliuso (che ha ringraziato la Regione per la sensibilità dimostrata, anche facendosi carico di competenze dello Stato, nei confronti di queste tematiche), di Bruno Forte e di Domenico Chiesa, molti sono intervenuti a loro volta, avviando concretamente il dibattito auspicato dall´assessore. .