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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Ottobre 2006
Politica
AIUTI DI STATO, LA COMMISSIONE EUROPEA SEMPLIFICA LE PROCEDURE BRUXELLES PROPONE AL CONSIGLIO DI ELIMINARE L’OBBLIGO DI NOTIFICA PER ALCUNI AIUTI PUBBLICI  
 
Bruxelles, 18 ottobre 2006 - La Commissione europea ha invitato la parti interessate a commentare la bozza di proposta presentata al Consiglio dei ministri dell’Ue che mira a estendere l’applicazione dell’articolo 89 del trattato Ce e quindi ad esentare dall’obbligo di notifica preventiva anche gli aiuti ricadenti nei settori della cultura, della conservazione del patrimonio e quelli per i danni causati da disastri naturali. Provvedimenti simili saranno proposti anche nel caso della produzione, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli e per gli aiuti aventi una valenza sociale nel settore dei trasporti. La proposta, che dovrebbe accelerare il processo decisionale, è in linea con il Piano d’azione per gli aiuti di Stato, con la strategia di Lisbona e con gli obiettivi della Commissione di migliorare la legislazione. Il regolamento attualmente in vigore [regolamento (Ce) n. 994/98 del 7 maggio 1998] autorizza già la Commissione a esentare dalla notifica certe categorie di aiuti. Ciò si verifica, ad esempio, nel caso degli aiuti “de minimis” e regionali o per le sovvenzioni destinate alle piccole e medie imprese, a ricerca e sviluppo, alla protezione dell’ambiente, all’occupazione e alla formazione. Con la nuova proposta l’esecutivo europeo chiederà al Consiglio l’autorizzazione ad estendere l’esenzione dall’obbligo di notifica anche agli aiuti ricadenti nella seguenti aree: Cultura e conservazione del patrimonio - la notifica per questo genere di aiuti genera a volte un carico di lavoro considerevole per la Commissione e gli Stati membri, sebbene si tratti spesso di casi di routine con budget limitato. Disastri naturali - nel corso degli ultimi anni l’Europa è stata colpita da numerosi disastri naturali; in simili situazioni di emergenza, per gli Stati membri è importante poter decidere e intervenire rapidamente. Produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli - anche se le piccole e medie imprese sono già esentate, l’esperienza ha dimostrato come la Commissione riceva numerose notifiche di aiuti agricoli destinati a grandi imprese, anche quando le sovvenzioni sono limitate. Aiuti aventi carattere sociale nel settore dei trasporti -la Commissione ha constatato che, laddove il principio di non discriminazione lo consenta, gli aiuti ricadenti in questo settore non dovrebbero sollevare particolari difficoltà. La Commissione desidera inoltre accrescere l’efficacia delle procedure e ridurre la burocrazia attraverso i seguenti strumenti: - l’utilizzo di Internet al posto della Gazzetta ufficiale dell’Ue per pubblicare le sintesi relative agli aiuti esentati; - l’utilizzo sistematico da parte degli Stati membri degli strumenti di trasmissione elettronica per inviare rapporti alla Commissione; - la possibilità di sostituire gli incontri dei rappresentanti degli Stati membri con consultazioni scritte nei casi in cui si stia semplicemente prolungando o emendando un regolamento esistente. Sarà possibile comunque tenere una riunione se la maggioranza dei membri lo richiederanno. La bozza di proposta è stata inviata agli Stati membri per una consultazione. Le parti interessate potranno inviare commenti fino al 9 novembre del 2006 al seguente indirizzo di posta elettronica: stateaidgreffe@ec. Europa. Eu. La Commissione intende presentare la proposta nel dicembre di quest’anno. In seguito sarà inviata al Consiglio dei ministri per essere adottata e al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni perché esprimano il loro parere. .  
   
   
SELEZIONATO IL LOGO PER IL CINQUANTENARIO DELL’UE IERI A BRUXELLES LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE  
 
Bruxelles, 18 ottobre 2006 - Nel corso di una cerimonia tenutasi ieria è stato annunciato il vincitore del concorso per il logo del cinquantenario dell’Ue. Il concorso ha richiamato un numero incredibilmente alto di partecipanti (1701) provenienti da tutti gli Stati membri come pure dalla Bulgaria e dalla Romania. La Commissione e tutte le altre istituzioni europee utilizzeranno il logo vincitore per le manifestazioni che si terranno nel 2007 per celebrare il cinquantesimo anniversario del trattato di Roma. Anche gli Stati membri e le autorità nazionali, regionali e locali sono invitati ad utilizzare il logo vincitore. Il vincitore Szymon Skrzypczak ha ricevuto un premio di 6000 euro. Tore Rosbo e Jenny Lundgren si sono classificati al secondo e al terzo posto e hanno ricevuto rispettivamente 4000 e 2000 euro. Agli autori dei tre loghi migliori è stato inoltre consegnato un trofeo, mentre tutti i 10 finalisti hanno ricevuto un diploma. I premi sono stati consegnati dal vicepresidente della Commissione europea Margot Wallström e dal vicepresidente del Parlamento europeo Alejo Vidal-quadras, che hanno presieduto la giuria finale. La giuria era inoltre composta da Hans Brunmayr, direttore generale della direzione “Stampa - comunicazione – protocollo” del Consiglio dell’Unione europea, Jillian van Turnhout, vicepresidente del gruppo “Attività diverse” del Comitato economico e sociale europeo e Claude Du Granrut, membro del Comitato delle regioni e consigliere della Regione Piccardia in Francia. Secondo Alejo Vidal-quadras, primo vicepresidente del Parlamento europeo, “Il successo registrato in tutta Europa dal concorso sul logo dimostra che abbiamo avuto ragione a riporre la nostra fiducia nei giovani affinché ci aiutino a costruire l’Europa di domani. In nome del Parlamento europeo, l’istituzione che rappresenta i cittadini europei, vorrei ringraziare tutti i partecipanti per la loro immaginazione e il loro entusiasmo. Mi congratulo con il vincitore per l’ottimo risultato, che esprime assai bene il nostro destino comune”. Commentando la cerimonia il vicepresidente Margot Wallström ha dichiarato: “Il logo che ha vinto rappresenta la diversità e la forza dell’Europa e nel contempo sottolinea il desiderio di unità e solidarietà del nostro continente. Mi congratulo vivamente con il vincitore e con gli altri candidati – i risultati del concorso sono eccezionali e dimostrano il talento dei giovani designer e artisti europei”. La settimana scorsa un gruppo composto da 11 esperti di design e arte riconosciuti a livello internazionale ha selezionato i 10 loghi migliori fra le 1701 proposte originali presentate dagli studenti europei di arte, graphic design, design della comunicazione, comunicazione visiva, design dei media o discipline correlate. Agli studenti era stato chiesto di creare un logo ed eventualmente anche uno slogan sull’integrazione europea. Il logo doveva riferirsi al cinquantesimo anniversario del trattato di Roma e riflettere i principali risultati dell’Ue - come la pace e la prosperità - nonché il suo futuro, cioè la Ue che le giovani generazioni auspicano per quelle future. Il concorso è stato lanciato congiuntamente il 6 luglio dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo, dal Consiglio dell’Unione europea, dal Comitato economico e sociale europeo e dal Comitato delle regioni. .  
   
   
IL GRUPPO DI STATI CONTRO LA CORRUZIONE (GRECO) PUBBLICA IL RAPPORTO SUGLI STATI UNITI  
 
Strasburgo, 18 ottobre 2006 – Il gruppo di stati contro la corruzione (Greco) pubblica il rapporto di valutazione del secondo ciclo sugli Stati Uniti d’America. Gli Stati Uniti sono l’unico membro extra europeo del Gruppo, al quale vi hanno aderito nel 2000, poco dopo la sua istituzione. Il rapporto riguarda principalmente la confisca dei beni finanziari e dei beni di altro genere provenenti da attività legate alla corruzione, le misure prese nella lotta alla corruzione nell’ambito della pubblica amministrazione e la prevenzione dell’utilizzo delle persone giuridiche, come le società commerciali, per camuffare la corruzione. Il rapporto è stato redatto da un gruppo di esperti-valutatori del Greco, in seguito a una visita della durata di una settimana negli Stati Uniti, tenutasi nel dicembre 2005. Nel corso della visita, il gruppo ha avuto la possibilità di discutere in maniera approfondita con oltre 60 funzionari pubblici americani e con rappresentanti della società civile. Negli Stati Uniti, è largamente riconosciuto che la corruzione minaccia costantemente il buon funzionamento dell’amministrazione pubblica a tutti i livelli governativi e numerose risorse vengono utilizzate per la prevenzione della corruzione. In quest’ambito, sono stati attuati numerosi e importanti programmi e istituzioni, in particolare l’Oge (Office of Governmental Ethics), al quale spetta un ruolo decisivo per la diffusione dei valori deontologici e per la prevenzione della corruzione a livello federale. Il rapporto presenta numerose raccomandazioni e osservazioni volte a rafforzare le politiche anti-corruzione negli Stati Uniti. Tra queste, il rapporto precisa che le autorità degli Stati Uniti dovrebbero vigilare per il mantenimento di un alto livello di trasparenza nell’ambito dell’amministrazione pubblica e che dovrebbero assicurare protezione alle persone che dichiarano dei sospetti di corruzione nell’amministrazione pubblica (“whistle-blowers” o “informatori”) da possibili ripercussioni negative nei loro confronti. Inoltre, gli Stati Uniti dovrebbero permettere al pubblico un facile accesso alle informazioni pubbliche a livello federale, nel momento in cui si trovano a esercitare questo diritto. Il Greco ha, inoltre, stabilito la necessità di definire delle norme di condotta che dovrebbero essere adottate dagli appaltatori del settore privato che lavorano nell’amministrazione pubblica. Infine, il sistema attuale della registrazione delle persone giuridiche a livello statale è considerato uno strumento debole per la prevenzione di azioni illegali da parte delle imprese; di conseguenza, il Greco auspica una maggiore uniformità delle condizioni di registrazione. Il rapporto del Greco è disponibile sul sito web: http://www. Coe. Int/greco .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA STANZIA 15 MIO EUR PER PROGETTI DI RICERCA ANTITERRORISMO  
 
Bruxelles, 18 ottobre 2006 - La Commissione europea ha stanziato un finanziamento di 15 Mio Eur per 15 progetti nel settore della ricerca in materia di sicurezza. I progetti sono finanziati a titolo dell´azione preparatoria nel campo della ricerca in materia di sicurezza (Pasr), tesa a colmare il divario tra le iniziative di ricerca civili e quelle in materia di sicurezza nazionale. Il finanziamento è destinato a progetti che affronteranno varie questioni di sicurezza, dall´individuazione di esplosivi e agenti biologici allo sviluppo di sistemi di inseguimento e sorveglianza. L´obiettivo del progetto Isotrex (Integrated System for On-line Trace Explosives detection in solid and vapour state) è sviluppare uno strumento in grado di individuare un´ampia gamma di esplosivi, compresi quelli liquidi. La tecnologia sarà integrata in un sistema portatile da utilizzare in punti di controllo di grandi dimensioni come aeroporti e dogane. Un altro progetto, Hamlet (Hazardous Material Localisation & Person Tracking), mira ad aiutare i servizi di sicurezza ad individuare e inseguire tra la folla singole persone che potrebbero trasportare materiali pericolosi. Altri progetti affronteranno la questione dell´individuazione di armi biologiche. Per esempio, il progetto Aerobactics (Assessment of the quantity, identity, viability, origin and dispersion of airborne micro-organisms for application in crisis management tools) elaborerà modelli per distinguere gli attacchi biologici dai microorganismi presenti in natura e prevedere come questi si disperderanno. Watersafe (On-line Monitoring of Drinking Water for Public Security from Deliberate or Accidental Contamination) svilupperà tecnologie di rilevazione e decontaminazione per proteggere i sistemi di distribuzione dell´acqua potabile dalle attività terroristiche e criminali. Il progetto i-Tracs (Counter-terrorism identification and tracking system using the analysis of communications, financial and travel data) intende allo stesso tempo sviluppare un sistema di inseguimento e sorveglianza che consentirà la raccolta di prove nel rispetto delle libertà civili e della privacy. Anche la più ampia infrastruttura di sicurezza europea sarà oggetto dei progetti selezionati. Wintsec (Wireless Interoperability for Security), per esempio, analizzerà modalità per abbattere gli ostacoli che frenano l´interoperabilità senza fili tra le diverse agenzie di sicurezza, mentre l´obiettivo di Eurocop è migliorare l´efficienza degli agenti di polizia a piedi, concedendo loro più tempo per pattugliare attivamente le strade. Dal suo avvio nel 2004, l´azione ha finanziato un totale di 39 progetti di ricerca in materia di sicurezza per un valore di 45 Mio Eur. Dato l´incremento delle preoccupazioni legate alla sicurezza, la ricerca nel settore costituirà una parte fondamentale del Settimo programma quadro, usufruendo di un bilancio annuale medio di 200 Mio Eur. Http://ec. Europa. Eu/enterprise/security/index_en. Htm .  
   
   
IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E PRELIEVO DI CAMPIONI BIOLOGICI  
 
Roma, 18 ottobre 2006 - Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 12 ottobre scorso, ha approvato due disegni di legge in materia di giustizia. Il primo contiene norme per contrastare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; il secondo modifica il codice di procedura penale per consentire il prelievo obbligatorio di campioni biologici o accertamenti medici su persone viventi. Il ddl sull´immigrazione affronta l’emergenza legata agli sbarchi di cittadini extracomunitari clandestini e propone tre linee di intervento immediato - sotto i profili sanzionatorio, cautelare e processuale - nel quadro di un generale ripensamento dell’assetto ordinamentale relativo ai crimini commessi dai cosiddetti “scafisti”. La norma vuole inoltre favorire l’attività investigativa sui mandanti assimilando le misure cautelari per essi previste a quelle che l’ordinamento riserva alla criminalità organizzata. L´altro disegno di legge prevede la possibilità per l´autorità giudiziaria di disporre l´esecuzione obbligatoria del prelievo, pur in un contesto di piena tutela dell´indagato e in un´ottica di non invasività, di materiale biologico (capelli, peli, saliva) o di accertamenti medici che consentano l´individuazione del profilo genetico dell´individuo, a fini di raffronto con profili genetici rintracciati nel corso di indagini giudiziarie. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/immigrazione_clandestina/index. Html http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/prelievo_campioni_biologici/index. Html .  
   
   
FISE: “NIENTE TRASFERIMENTO DEL TFR PER LE AZIENDE FUORI DAL CUNEO”  
 
 Roma, 18 ottobre 2006 – “Vengano escluse dal trasferimento del Tfr non solo le aziende più piccole, ma anche tutte le imprese che espressamente non godranno dei benefici del cuneo fiscale”. E’ questa la richiesta avanzata al Governo ieri dal Presidente Fise (la Federazione Imprese di Servizi), Carlo Noto La Diega, nel corso della consulta dei Presidenti di Confindustria. “I benefici del cuneo fiscale previsti dalla Finanziaria" ha osservato il Presidente Fise, “per molte aziende sono quasi irrilevanti, altre non ne beneficeranno affatto, mentre tutte, proprio tutte, saranno tenute al versamento al Fondo speciale Inps del Tfr. Se non intervengono correzioni di rotta, si profila uno scenario preoccupante per le piccole e medie imprese e quelle ad alta intensità di manodopera. La nostra contrarietà alla manovra sul Tfr resta totale”. “Inoltre, i tagli che la Finanziaria opera sulla finanza locale e sanità causeranno pesanti ricadute negative per le nostre imprese, che operano prevalentemente sul territorio e per una committenza pubblica locale, aggravando la già difficile situazione nei tempi di pagamento della P. A. , oggi superiori in molte realtà ai 12 se non ai 18 mesi”. Noto La Diega si è soffermato sul tema delle liberalizzazioni e privatizzazioni: “Pur apprezzando lo sforzo rappresentato dalla legge Bersani, il Paese è ancora timido, indeciso, se non fermo, dobbiamo anzi registrare momenti di arretramento in alcuni settori. Chiediamo al Governo passi in avanti concreti, per sbloccare una situazione che ci sta mettendo fuori gioco rispetto all’Europa, in termini legislativi e di mercato”. “Tutti questi elementi”, ha concluso il Presidente Fise, “rischiano di costituire una miscela esplosiva, che potrebbe espellere dal mercato soggetti sani a vantaggio di soggetti meno rigorosi nel rispetto delle regole contributive e fiscali”. .  
   
   
DARE UN FUTURO ALLE OPPORTUNITÀ: LA FILANTROPIA, LE MIGLIORI ESPERIENZE INTERNAZIONALI UN CONVEGNO PER FESTEGGIARE I PRIMI QUINDICI ANNI DI ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE CARIPLO  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - La Fondazione Cariplo celebra i suoi primi quindici anni con un importante convegno internazionale in programma il 19 e 20 ottobre, al Centro Congressi di Via Romagnosi, a Milano, dal titolo “Dare un futuro alle opportunità: la filantropia, le migliori esperienze internazionali”. Due giornate interamente dedicate ai temi della filantropia e alla presentazione delle esperienze internazionali. L’evento segue il convegno che si è tenuto lo scorso mese di maggio sul tema “La moderna filantropia”. Il convegno ha avuto il patrocinio della Fondazione Corriere della Sera, del Segretariato Sociale della Rai, dell’Acri e dell’European Foundation Center. Numerosi gli argomenti che verranno trattati dai relatori tra cui il miglioramento dell’efficacia dei progetti e la misurazione dei risultati, il confronto con le migliori realtà filantropiche internazionali, l’innovazione organizzativa delle fondazioni e il percorso di maturità manageriale, lo sviluppo di alleanze. A discuterne nella giornata del 19 ottobre Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo insieme a un panel di relatori di eccellenza: Wilhelm Krull Presidente dell’European Foundation Center e Presidente della Volkswagen Stiftung, Bill White, Presidente della Charles Stewart Mott Foundation, Daniel Rose della Rose Associates Inc. Di New York, Robert Forrester della Forrester and Associates, Luc Tayart de Borms, Managing Director della King Baudouin Foundation di Bruxelles, Francesco Merloni, Presidente Fondazione Aristide Merloni. Nel corso del convegno saranno inoltre resi noti i risultati di una ricerca sulle fondazioni italiane di origine bancaria realizzata da Domenico Bodega, docente all’Università Cattolica di Milano. A moderare la tavola rotonda del pomeriggio Giovanna Milella, vice direttore di Rai due. A seguire le testimonianze di alcuni famosi personaggi, a riprova di ciò che concretamente può essere fatto quando vi sono risorse a disposizione: Paul Newman, con una video intervista appositamente realizzata negli Stati Uniti, racconterà l’esperienza di Fondazione Dynamo e Hole in the wall, Miloud Oukili, il clown franco-algerino che con il suo naso rosso e i suoi giochi, è riuscito ad avvicinarsi ai bambini che vivono nei canali di Bucarest, Vera Chirwa, di Women’s Voice, che, dopo essere stata reclusa in prigione, si prodiga da anni in Malawi per far valere i diritti di donne e bambini. La seconda giornata del convegno sarà rivolta al tema “Promuovere il dono: ruolo e prospettive della filantropia comunitaria”. Un confronto tra la cultura del dono nel mondo e l’esperienza italiana, con la partecipazione di Timothy Seiler del Center on Philantropy at Indiana University e Lucy Bernholz della Blueprint Research di San Francisco e Bernardino Casadei, Responsabile del progetto Fondazioni comunitarie di Fondazione Cariplo. Saranno presentate numerose esperienze: Peter deCourcy Hero della Silicon Valley Community Foundatrion, Diana Seiger della Gran Rapids, Stephen Hammersley della Community Foundation Network e Nikolaus Turner della Initiative Burgerstiftungen. Un momento particolare verrà riservato alle testimonianze dall’Italia. Il progetto community foundations, infatti, introdotto per la prima volta in Italia da Fondazione Cariplo su esempio dell’esperienza statunitense, è stato fondamentale per lo sviluppo della filantropia locale. Saranno quindi presentate le storie di filantropi locali. Un imprenditore di Novara, per esempio, ha donato 400 mila euro per il sociale; una trentina di imprenditori bresciani hanno costituito un fondo per acquistare una apparecchiature per l’ospedale della Valtrompia; un intero paesino del comasco si è prodigato per restaurare il prezioso l’organo; una famiglia bergamasca si è impegnata nel sostenere iniziative nel settore sociale e sanitario. Sarà infine annunciata la costituzione della Fondazione Nord Milano che sarà presentata pubblicamente sabato 21 ottobre alle ore 10. 00 presso la Fieramilano di Rho (Centro Congressi- Sala Gemini). “Dare un futuro alle opportunità - spiega Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo - è il motto utilizzato da Fondazione Cariplo per esprimere la volontà di offrire il sostegno a progetti di grande impegno e valore sociale. Il convegno sarà occasione per far conoscere la nuova veste della Fondazione, non più ente che si limita a erogare contributi, ma realtà promotrice in grado di concorre nella fase progettuale e realizzare progetti propri” Qualche esempio: Progetto Nobel (12 milioni di euro per la biomedicina di eccellenza, studiato con la collaborazione del professor Renato Dulbecco), Project Malawi (3 milioni di euro per contribuire ad arrestare la trasmissione dell’Aids dalle madri ai figli in Malawi), Progetto Housing sociale per la realizzazione di case da assegnare a categorie deboli a costi calmierati. Fondazione Cariplo, con un patrimonio che a valori di mercato ammonta a oltre 7 miliardi di euro, è tra i più importanti operatori mondiali della filantropia insieme a organizzazioni come quella di Bill&melinda Gates (Usa) la Wellcome Trust (Gran Bretagna), la Ford Foundation (Usa) la Lilly Endowment (Usa). In 15 anni la Fondazione ha erogato 1,2 miliardi di euro a sostegno di oltre 19 mila progetti (nei quattro settori di intervento istituzionali: ambiente, arte e cultura, servizi alla persona, ricerca scientifica). A giugno è sono stati presentati i risultati del bilancio 2005 che hanno fatto segnare il record per le donazioni realizzate in questi tre lustri: nel 2005 infatti l’attività erogativa è stata di oltre 155 milioni di euro merito soprattutto della buona gestione del patrimonio da cui derivano le risorse destinate agli enti non profit. .  
   
   
IL GOVERNO EGIZIANO SCEGLIE SANPAOLO IMI PER LA PRIVATIZZAZIONE DELLA BANK OF ALEXANDRIA  
 
Torino, 18 ottobre 2006 – Il Governo Egiziano ha scelto Sanpaolo Imi per la privatizzazione dell’80% della Bank of Alexandria, terza banca del Paese per struttura distributiva e total asset. Alla fase finale della procedura erano stati ammessi, oltre a Sanpaolo Imi, Bnp Paribas, Efg Eurobank, Commercial International Bank, un consorzio formato da Arab Bank Group e Arab National Bank of Saudi Arabia e un consorzio formato da Mashreqbank e Dubai Investment Group. L’operazione è subordinata alla concessione delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità di Vigilanza competenti e si perfezionerà ad un controvalore di 12,6 dollari per azione, pari a 1,6 miliardi di dollari. Bank of Alexandria opera come banca universale, con 6. 000 dipendenti, una rete distributiva di 188 sportelli sull’intero territorio nazionale (quota di mercato del 6,8%, che sale al 10% se si escludono le banche specializzate nel microcredito) ed oltre 1. 500. 000 clienti Al 30 giugno 2006 presenta total asset pari a 5,2 miliardi di euro, con una quota di mercato del 5,5% ed un patrimonio netto di circa 400 milioni di euro. L’operazione si inserisce in un contesto di sviluppo strategico del Gruppo nei mercati a forte crescita dell’Europa centro-orientale (ove è già presente in Ungheria, Romania, Slovenia, Albania e prossimamente in Serbia) e del Bacino Mediterraneo dove da tempo è presente in Tunisia (nel capitale della Biat) ed in Marocco con un ufficio di rappresentanza ed un accordo operativo con la Bmce. Per la realizzazione dell’operazione Sanpaolo Imi si è avvalso di Mc Kinsey quale advisor industriale, di Banca Imi quale advisor finanziario e dello studio legale Trowers & Hamlins. .  
   
   
INTESA CASSE DEL CENTRO: PRECISAZIONE  
 
Milano, 18 ottobre 2006 – In merito alle odierne notizie di stampa relative all’ipotesi di cessione di Intesa Casse del Centro a Banco Santander Central Hispano in relazione al progetto di fusione tra il Gruppo Intesa e il Gruppo Sanpaolo Imi, Banca Intesa comunica che tale ipotesi è priva di fondamento. .  
   
   
BNL: IL CDA CONVOCA L’ASSEMBLEA ORDINARIA E STRAORDINARIA DEGLI AZIONISTI E L’ASSEMBLEA SPECIALE DEGLI AZIONISTI DI RISPARMIO  
 
Roma, 18 ottobre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Bnl, riunitosi ieri sotto la presidenza di Luigi Abete, ha approvato la proposta di conversione obbligatoria alla pari delle azioni di risparmio Bnl in azioni ordinarie della Banca, nonché le connesse modifiche dello Statuto sociale, da sottoporre all’Assemblea Straordinaria degli Azionisti e, successivamente, all’Assemblea Speciale degli Azionisti di Risparmio, convocate per il 20, 22 e 23 novembre, rispettivamente in 1^, 2^ e 3^ convocazione. L’operazione di conversione obbligatoria (la “Conversione Obbligatoria”) viene proposta anche tenuto conto del fatto che le azioni di risparmio, che sono scambiate sul Mercato Telematico Azionario, alla data odierna hanno scarso flottante in quanto costituiscono lo 0,21% del capitale sociale complessivo della Società e, di conseguenza, registrano scarsa liquidità. La Conversione Obbligatoria permetterà, quindi, a Bnl di semplificare la struttura del capitale sociale, mediante riduzione ad una sola categoria di azioni, e di ottenere benefici in termini di risparmio di costi di gestione societaria. La Conversione Obbligatoria avverrà mediante l’attribuzione, per ogni azione di risparmio, di una azione ordinaria di nuova emissione, avente le stesse caratteristiche dei titoli ordinari in circolazione. All’esito di tale operazione, tutte le azioni di risparmio saranno annullate e quindi revocate dalla quotazione sul Mercato Telematico Azionario. A seguito della conversione obbligatoria gli azionisti di risparmio diventeranno azionisti ordinari della Banca e, quindi acquisiranno i diritti patrimoniali e amministrativi, che la legge e lo Statuto sociale attribuiscono alle azioni ordinarie (tra cui il diritto di voto in Assemblea), ferma restando la possibilità di esercitare il diritto di recesso, ai sensi degli artt. 2437, comma 1, lett. G) e 2437- quinquies del Codice Civile. Il valore di liquidazione delle azioni per le quali sia esercitato il diritto di recesso sarà determinato, in conformità all’art. 2437-ter, comma 3, cod. Civ. , facendo esclusivo riferimento alla media aritmetica dei prezzi di chiusura delle azioni di risparmio Bnl nei sei mesi che precedono la pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea le cui deliberazioni legittimano il recesso. Solo per dare un’indicazione di massima al riguardo, si fa presente che tale valore, sulla base dell’andamento dei corsi di borsa delle azioni di risparmio registrati fino al 13 ottobre 2006, sarebbe pari a Euro 3,415 per azione. Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, proporrà all’Assemblea Straordinaria di dare attuazione alla Conversione Obbligatoria solo dopo che sarà decorso il periodo durante il quale gli azionisti di risparmio possono scegliere se (1) aderire all’offerta di conversione facoltativa alla pari delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, deliberata dall’assemblea Straordinaria di Bnl lo scorso 15 settembre, ovvero (2) esercitare il diritto di vendere le azioni di risparmio alla Società ai sensi dell’art. 144-bis, comma 1, lett. D) del Regolamento Consob 11971/99 (l’”Opzione di Vendita”), nei termini approvati dall’Assemblea Ordinaria dello scorso 15 settembre. Relativamente al prezzo di esercizio dell’Opzione di Vendita, il Cda sottoporrà all’Assemblea Ordinaria, convocata per il 20 e 23 novembre prossimi, la proposta di modifica della delibera di autorizzazione all’acquisto e vendita di azioni proprie approvata dall’Assemblea del 15 settembre scorso, modificando il prezzo precedentemente stabilito - non superiore ad euro 2,9275 - per le azioni di risparmio, al fine di parificare tale prezzo al valore di liquidazione delle azioni per le quali sia esercitato il diritto di recesso, valore che sarà determinato ai sensi di legge e tempestivamente comunicato. Tutte le informazioni (tra le quali, le modalità e la tempistica) relative all’offerta di conversione facoltativa ed all’Opzione di Vendita, nonché alla Conversione Obbligatoria saranno tempestivamente comunicate ai sensi di legge. Si prevede, peraltro, che il periodo di adesione all’offerta di conversione facoltativa ed il contestuale periodo di esercizio dell’Opzione di Vendita inizieranno a decorrere dopo l’assunzione delle deliberazioni delle assemblee convocate per le date sopra indicate. Il Cda di Bnl con questa operazione intende, da un lato, assicurare all’azionista di risparmio il mantenimento dei diritti e delle facoltà che gli erano attribuiti per effetto delle delibere approvate dall’Assemblea Straordinaria e Ordinaria del 15 settembre scorso e, nel contempo, favorire l’azionista di risparmio che intenda liquidare il proprio investimento dandogli la possibilità di cedere, mediante l’esercizio dell’Opzione di Vendita, le azioni di risparmio detenute alle medesime condizioni stabilite dalla legge per il diritto di recesso, senza quindi dover attendere la conclusione delle procedure di liquidazione delle azioni oggetto del diritto di recesso stabilite dalla legge. . .  
   
   
IL SISTEMA BANCARIO IN SARDEGNA, CONVEGNO IL 19 OTTOBRE  
 
Cagliari, 18 ottobre . 2006 - La Commissione regionale Sardegna dell´Associazione Bancaria Italiana e la Camera di Commercio di Cagliari propongono una giornata di studio dedicata al tema "Tendenze evolutive nel sistema degli incentivi regionali e ruolo delle banche". Appuntamento per giovedì 19 ottobre, alle 15,30, nella sala conferenze della Camera (largo Carlo Felice, 72). Dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio, Giancarlo Deidda, la relazione introduttiva sarà svolta dal presidente della Commissione regionale Abi, Natalino Oggiano. Gli altri relatori saranno Concetta Rau, assessore regionale dell´Industria ("Trend e strategia della politica industriale regionale"); Salvatore Sirigu, direttore generale dell´assessorato regionale dell´Industria ("Legge finanziaria regionale 2006: nuovi strumenti di intervento"); Mario Cataldo, responsabile Abi dell´Ufficio interventi pubblici per le imprese ("Il ruolo delle banche"); Alberto Scanu, imprenditore ("Il punto di vista delle imprese"); Roberto Malavasi, preside della Facoltà di Economia presso l´Università di Cagliari ("Aspetti evolutivi del rapporto banca/impresa"); Dionigi Scano, docente di Diritto commerciale presso la Facoltà di Economia ("I finanziamenti convenzionati"). In chiusura, intorno alle 18, è previsto un dibattito. .  
   
   
PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTIBILE SUBORDINATO BANCA POPOLARE DI LODI  
 
 Lodi, 18 ottobre 2006 – In relazione al Prestito obbligazionario Convertibile subordinato Banca Popolare di Lodi 2000-2010 (Isin It0001444360), nel precisare che la relativa domanda di conversione può essere presentata in qualsiasi giorno lavorativo, anteriore al 1° giugno 2010, in cui le banche sono aperte sulla piazza di Milano [art. 5 lett. B n. (v) del Regolamento del prestito), Banca Popolare Italiana comunica che, a seguito dell’approvazione, da parte del proprio Consiglio, delle linee generali della fusione con il Banco Popolare di Verona e Novara, in caso di perfezionamento dell’operazione nei termini annunciati, a) ad ogni obbligazione del citato prestito dovrà essere riconosciuto il diritto di conversione in un numero di azioni della holding risultante dalla fusione, equivalente al numero di azioni che sarebbero assegnate in concambio di ogni azione Bpi, ove l’obbligazione fosse stata convertita prima della data di efficacia della fusione [art. 7 lett. B) n. (v) del regolamento del prestito]; b) qualora, in connessione all’annunciata distribuzione, da parte di Bpi, di un dividendo straordinario prima del perfezionamento della fusione, dovessero verificarsi le circostanze ed i presupposti contemplati nell’art. 7 lett. (c) del Regolamento del prestito, Bpi riconoscerà ai possessori di dette obbligazioni convertibili, un importo calcolato sulla base di criteri di cui alla citata clausola. A tali fini, Bpi fornirà tempestivamente all’agente per il calcolo Banque Paribas ogni informazione al riguardo rilevante [(art. 7 lett. (d) del Regolamento] e provvederà alle connesse comunicazioni al mercato. .  
   
   
NUOVO DIRETTORE INVESTIMENTI PER SELLA GESTIONI NICOLA TRIVELLI SUBENTRA A MASSIMO LUCCO BORLERA CHE PASSA IN BANCA PATRIMONI (GRUPPO BANCA SELLA)  
 
 Milano, 18 ottobre 2006 – Nicola Trivelli, 38 anni, è il nuovo Direttore Investimenti di Sella Gestioni, la Sgr retail del Gruppo Banca Sella. Subentra a Massimo Lucco Borlera che assume l’incarico di Responsabile Asset Management in Banca Patrimoni, la private bank del Gruppo Banca Sella. Trivelli, che da novembre 2003 è Direttore Investimenti e Vice Ceo in Sella Capital Management, Sgr del Gruppo dedicata alla clientela istituzionale, mantiene la carica unitamente al nuovo incarico. Le nomine rientrano nell’ambito del programma di sviluppo e potenziamento delle attività del Gruppo Banca Sella inerenti la gestione del risparmio che lo scorso primo aprile avevano visto la nascita proprio di Sella Gestioni, creata con la fusione per incorporazione di Fiduciaria Sella in Gestnord Fondi e contestuale nuova denominazione della società. Operazione che ha unito due realtà storiche del Gruppo Banca Sella e che ha portato alla creazione di un polo di riferimento del risparmio gestito in seno al Gruppo Banca Sella, con oltre 4 miliardi di euro di masse gestite nel settore dedicato alla clientela retail ed affluent . Nicola Trivelli, una laurea in Economia e Commercio all’Università di Pisa, è entrato nel Gruppo Banca Sella nel luglio 2002 dopo una pluriennale esperienza in Banca Imi, dove era stato assunto nel 1994 ricoprendo inizialmente il ruolo di Asset Manager, successivamente di Responsabile del Dipartimento di Asset Management in Imi Bank Lux e del Property Desk di Banca Imi e delle controllate a Milano. La squadra di vertice di Sella Gestioni si compone ora, oltre che di Trivelli, del Ceo Pietro Tasca e del Vice Ceo e Responsabile delle Aree Gestione e Marketing Leonardo Cervelli . .  
   
   
FABRIZIO VITIELLO RESPONSABILE DI GE CORPORATE FINANCE BANK, LA NUOVA BANCA ITALIANA DI GE COMMERCIAL FINANCE  
 
Milano, 18 ottobre 2006 – Fabrizio Vitiello sarà il responsabile della filiale italiana di Ge Corporate Finance Bank, aperta a settembre in Italia da Ge Commercial Finance. La nuova banca offrirà un’ampia gamma di prodotti finanziari a fondi private equity e imprese di medie e grandi dimensioni, compresi Cash flow e Asset-based Financing, Senior & Subordinated Loans, Structured Equity e Project financing. Fabrizio Vitiello, che assume la direzione della nuova struttura e della divisione italiana di leveraged finance, precedentemente era a capo di un team Ge europeo di execution di Leveraged Finance, con in attivo più di 20 operazioni in tutta Europa. Prima di entrare a far parte di Ge, ha acquisito rilevante esperienza come investment banker, lavorando in tutte le principali aree funzionali: M&a, Equity Capital Markets & Structured Finance. In particolare, ha seguito con successo una serie di quotazioni societarie alla Borsa Italiana, tra le quali Sabaf, Mirato e Erg. “Sono lieto di assumere questo importante incarico e di intraprendere questa nuova sfida sul mercato italiano insieme a Ge. Ge Corporate Finance Bank offre prodotti e servizi ai fondi e alle società italiane, congiuntamente ai vantaggi che derivano dalla profonda expertise di Ge in numerosi settori tra i quali media e comunications, transportation, healthcare ed energy” ha commentato Fabrizio Vitiello, responsabile della Banca e della divisione di Leveraged Finance italiana. “Oltre al supporto finanziario, Ge Commercial Finance offre ai suoi clienti competenza ed esperienza in vari settori merceologici. Riteniamo che ciò rappresenti un significativo vantaggio competitivo per la nostra società. ” La divisione europea di Leveraged Finance di Ge Commercial Finance è tra i maggiori fornitori di soluzioni di finanza strutturata a fondi di private equity e imprese di medie e grandi dimensioni per operazioni di buy-out, acquisizioni, finanziamenti e ricapitalizzazione. Dal 2004, la divisione di Leveraged Finance europea di Ge ha sottoscritto finanziamenti per oltre 10 miliardi di euro in tutta Europa. L’attuale portafoglio di assets della divisione è pari a circa 4 miliardi di euro. “L’italia è un mercato per noi strategico in forte crescita in cui pianifichiamo altresì di investire selettivamente in alcuni fondi di private equity specializzati nel mid-market con significativa presenza locale” ha aggiunto Fabrizio Vitiello e continua “In Europa abbiamo già sviluppato forti rapporti con i maggiori fondi d’investimento e i più importanti book-runners”. La sede di Ge Corporate Finance Bank Sas è a Parigi. Ge Corporate Finance Bank, Sede di Milano è iscritta all’Albo delle Banche. .  
   
   
400MILA EURO PER L’INNOVAZIONE DELLE PMI MANTOVANE  
 
 Mantova, 18 ottobre 2006 – È stato pubblicato ieri il bando di finanziamento riguardante l’innovazione per la competitività, che è frutto dell’accordo quadro stipulato nel giugno scorso tra Regione Lombardia e sistema camerale lombardo. Per le piccole e medie imprese mantovane saranno resi disponibili fondi per 400mila euro relativamente alla “Misura A”, riguardante il sostegno a progetti di innovazione e di aggregazione d’impresa. “Con l’emanazione di questo bando – ha spiegato il presidente camerale Ercole Montanari – si intende favorire l’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi; la collaborazione con università e centri di ricerca per il trasferimento tecnologico; l’aggregazione tra imprese per progetti di ricerca, riorganizzazione e sviluppo dei servizi; il sostegno alla brevettazione internazionale e all’assistenza e consulenza tecnologica”. Relativamente all’entità della contribuzione, per le singole imprese, è previsto un contributo in conto capitale pari al 40% delle spese effettivamente sostenute e ammesse per il progetto, con un valore massimo assoluto di 40mila euro. Non sono accolti progetti con costi complessivi ammessi inferiori a 25mila euro. Per le imprese aggregate, invece, l’importo massimo del contributo è riferito ad ognuna delle singole imprese aggregate ed è pari al 50% delle spese effettivamente sostenute e ammesse con un massimo in valore assoluto di 50mila euro per impresa; il costo complessivo ammesso nel progetto non potrà essere inferiore a 25mila euro moltiplicati per il numero delle imprese aggregate nel progetto. Il bando e le relative procedure sono disponibili on line sul sito internet camerale (www. Mn. Camcom. It ), nella sezione “Promozione e finanziamenti”. Le domande potranno essere presentate a partire dal sessantesimo giorno di pubblicazione del bando sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia (Burl) on-line e al Punto Innovazione della Camera di Commercio di Mantova, presso Promoimpresa, in Largo Pradella 1. .  
   
   
ALLE MOLISANE IL PRIMATO DI DONNE IMPRENDITRICI  
 
Isernia, 18 ottobre 2006 - “Spetta al Molise il primato, in termini d´incidenza, delle imprese femminili sul totale”, lo comunica la presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile, Angela Crolla, richiamando i dati dell’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. Secondo l’Osservatorio, realizzato da Retecamere, tra il 30 giugno 2005 e il 30 giugno 2006, la voglia di impresa “rosa” mantiene un ritmo serrato, infatti, i dati statistico – quantitativi sembrano rilevare che, la regione relativamente più femminile è il Molise, dove un’impresa su tre è gestita da donne. Il Rapporto indica una crescita significativa di donne che scelgono il percorso professionale dell’imprenditoria, e il maggior numero di imprese femminili si concentra proprio, nelle regioni meridionali. Infatti, sempre più donne cercano nel mestiere di imprenditrici un’alternativa al posto fisso, e lo fanno puntando su settori economici “tradizionalmente” femminili. Con i dati alla mano, i primi risultati sembrano constatare che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche nei settori cosiddetti “maschili”, come ad esempio settori operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni, oppure nell’intermediazione finanziaria e monetaria. Le molisane sono state definite le più “imprenditive”, questo perché essere donna e scegliere una vita alla guida di un’impresa molto spesso è ancora “un’impresa”. Ma in Molise le donne ci credono e riescono a realizzare il loro sogno, a dispetto di un rapporto problematico con il credito e di pregiudizi e scetticismo ancora diffusi. Al fine di favorire il diffondersi di una cultura d’impresa femminile, nell’ambito della Regione Molise, l’azienda speciale Sei della Camera di Commercio di Isernia, che cura la segreteria operativa del Cif provinciale, è attualmente impegnata nella realizzazione di un corso di formazione gratuito, per 20 aspiranti imprenditrici. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Nuovo Programma Regionale ex art. 21 Dpr 314 del 2000 di promozione e sostegno all’imprenditoria femminile (Convenzione Regione Molise – Unioncamere Molise del 20. 01. 2006), finalizzato a fornire alle donne gli strumenti, le metodologie e le tecniche per l’avvio di una nuova impresa, assicurando, quindi, un servizio capillare di informazione, orientamento e assistenza. In merito ai risultati positivi che la Regione Molise sta conquistando, la presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della provincia di Isernia, dichiara: “Siamo orgogliose di questo primato e siamo convinte che le iniziative portate avanti dal sistema camerale molisano possano ulteriormente contribuire alla crescita anche economica della nostra Regione”. .  
   
   
ITALIA E AFRICA: RAPPORTI SEMPRE PIÙ “COSTRUTTIVI” +30% L’EXPORT DI MATERIALI EDILI EMILIA ROMAGNA, TOSCANA E SICILIA LE PRIME ESPORTATRICI NEL SETTORE EDILE IN AUMENTO LE PIASTRELLE IN CERAMICA (+27%) E LE PIETRE DA TAGLIO O DA COSTRUZIONE (+38%)  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Rapporti costruttivi fra Italia e Africa. Aumenta l’export di materiale edile del 29% fra il 2005 e il 2006, passando da quasi 42 milioni e mezzo a circa 55 milioni di euro. Per un interscambio tra Italia e continente africano che nel 2006 ha superato i 68 milioni di euro in prodotti per l’edilizia e le costruzioni. Tra le regioni che esportano materiale edile in Africa primeggia l’Emilia Romagna, che da sola rappresenta quasi la metà del totale nazionale, con il 49% (pari a 26. 851. 861 euro). Seguono la Toscana con il 14% (7. 459. 375 euro), la Sicilia con l’11% (5. 992. 652 euro). La Lombardia e il Veneto sono quarte a pari merito con il 7% (rispettivamente con 4. 027. 571 e 4. 065. 867 euro). Tra le regioni italiane più dinamiche nell’ultimo anno ci sono le Marche (+193%) e il Piemonte (+157%). Tra i prodotti edili italiani più apprezzati in Africa le piastrelle in ceramica per pavimenti e rivestimenti, che coprono oltre la metà del totale delle esportazioni del settore (50,5%, con una crescita in un anno del +27%) e le pietre da taglio o da costruzione, modellate e finite (34% del totale e un incremento vicino al 38% tra 2005 e 2006). In particolare, sempre più stretti i legami fra Italia e Camerun: in un anno l’interscambio commerciale fra i due Paesi è quasi raddoppiato, passando da circa 218 milioni di euro a quasi 400 milioni. Grazie soprattutto ad una impennata delle importazioni che tra il secondo trimestre del 2005 e il secondo trimestre 2006 crescono per l’Italia del 94%. Sul totale dell’interscambio col Camerun, maggiore è il peso di alcune regioni: Lombardia (40%), Liguria (33%) ed Emilia Romagna (8%), che sono le maggiori importatrici di prodotti camerunesi (nel 2006 incidono sul totale delle importazioni dal Camerun rispettivamente per il 42%, il 36% e il 7%). Ma quali sono i prodotti in cui Italia e Camerun commerciano di più? Nell’ultimo anno petrolio e prodotti derivati rappresentano oltre il 74% delle importazioni italiane, seguite da sughero e legno (11%), manufatti in sughero e legno (6%) e metalli non ferrosi (5%). Esportati dall’Italia in prevalenza macchine e apparecchi industriali specializzati o per uso generale (18% del totale delle esportazioni italiane in Camerun), macchine ed apparecchi elettrici (13%) e prodotti in metallo (9%). È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat del secondo trimestre 2005 e 2006. E di investimenti nel settore immobiliare si parlerà il 20 ottobre al convegno “Africonstruct 2006: prospettive di investimento nel settore delle costruzioni e ingegneria nell’Africa Centrale e Occidentale”. L’incontro, a cui interverrà il console del Camerun, si terrà: venerdì, 20 ottobre 2006 ore 11. 00-13. 00 Palazzo Turati Via Meravigli 9/b (Mm Cordusio) Sala ottagonale “Lo sviluppo del settore edile - ha dichiarato Antonio Pastore presidente di Borsa Immobiliare Azienda speciale della Camera di commercio di Milano - rappresenta un elemento chiave per la crescita economica e sociale di un Paese. Dalle infrastrutture all’edilizia abitativa, dal turismo all’edilizia industriale, il settore rappresenta un’armatura importante per sostenere i cambiamenti e le evoluzioni di un territorio. E questo è particolarmente vero per le giovani economie africane, economie dove l’incontro fra i modelli economici lombardi e la ricchezza di materie prime e crescita demografica africana avviene con reciproco vantaggio”. .  
   
   
LA CRISI DEI GRANDI CENTRI DI RICERCA INDUSTRIALE : UN PERICOLO PER LA COMPETITIVITA´ DEL PAESE IL GRIDO D´ALLARME LANCIATO A MILANO DAI DIRETTORI DEI GRANDI CENTRI D´ECCELLENZA DELLA RICERCA INDUSTRIALE  
 
Milano, 18 ottobre 2006 – Se non si interverrà a breve a sostenere strutture e relative risorse, progetti e professionalità nell´ambito della ricerca industriale in grado di dialogare fattivamente con l´eccellenza scientifica, le conseguenze andranno ben oltre i posti di lavori degli addetti che in Italia operano nei pochi grandi Centri di ricerca industriale ormai rimasti. Infatti questi Centri costituiscono un serbatoio insostituibile di tecnologie, know-how e risorse umane di alto livello tecnico-scientifico, da cui tradizionalmente attingono anche le piccole-medie imprese. La decadenza di queste "abbazie della tecnologia italiana" può essere uno dei fattori per portare la competitività tecnologica del sistema industriale italiano verso un reale Medio-evo, ovviamente con le dovute eccezioni. E´ questo il rischio che Airi – Associazione italiana per la ricerca industriale – vuole scongiurare e che ha prospettato oggi a Milano nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte i direttori di alcuni dei principali grandi Centri di ricerca italiani. Per invertire questo pericoloso trend occorrono interventi legislativi e risorse finanziarie per stimolare un rilancio di queste strutture e un loro ruolo più determinante nella politica a favore della competitività che il Paese deve intraprendere. "Il nostro Paese vive da anni un forte ridimensionamento e contrazione delle strutture industriali di ricerca, specialmente di quelle più grandi orientate a progetti di medio-lungo termine" ha ricordato il prof. Renato Ugo, Presidente Airi. "Tutto ciò ha generato una progressiva perdita di know-how tecnologico di alto livello, con forti ripercussioni sulle capacità di dialogo tra Centri di eccellenza industriali e pubblici e tra mondo universitario ed imprese oltre che sulla competitività del sistema produttivo, incluse le piccole-medie aziende che ricavano da queste strutture, risorse umane molto preparate e know-how" è stato ricordato nel corso dei lavori. Per fare fronte a questa pericolosa deriva arrivata ormai quasi ad un punto di non ritorno, i cui effetti colpiscono il tessuto vitale delle grandi ma anche delle medie e piccole imprese, l´Airi - Associazione italiana per la ricerca industriale – ha predisposto ipotesi legislative volte a dare nuovo stimolo e supporto stabile anche finanziario alla capacità della ricerca dei grandi Centri industriali di ricerca che operano a medio-lungo termine anche con attività in "out-sourcing" per terzi. In particolare, secondo l´Associazione presieduta dal Prof. Renato Ugo, occorre fornire a questi Centri di ricerca industriale la possibilità di essere equiparati alla ricerca pubblica per le varie forme di defiscalizzazione delle relative attività di ricerca svolte per strutture industriali e di usufruire di forme di finanziamento a fondo perduto ben definite e per progetti strategici per il Paese. "Corriamo il rischio che dopo aver ridimensionato il tessuto della ricerca sviluppato negli anni `60/´70 dalle grandi imprese, questa crisi produca effetti sulle ultime grandi strutture di ricerca industriale e che queste vengano ridotte a dimensioni minime o peggio ancora vengano chiuse, come è avvenuto in molti casi negli anni ´90 e anche all´inizio di questo secolo, o che le industrie possano intraprendere scelte d´investimento che portino a prediligere la collocazione di questi Centri in paesi e sistemi alternativi al nostro". Ogni anno vengano investiti in progetti di ricerca industriale circa 8. 000 milioni di Euro, con un totale di 68. 000 addetti. Questi dati collocano ormai il nostro Paese agli ultimi posti tra le nazionali industrialmente più avanzate. .  
   
   
I CENTRI DI RICERCA PRIVATI (CRP): UN’ OPPORTUNITÀ PER IL PAESE DA SALVAGUARDARE, VALORIZZARE SVILUPPARE.  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Per circa 30 anni (´60-´70-´80), il sistema della grande industria nazionale ha, talora con lungimiranti intuizioni, creato, organizzato, sviluppato e utilizzato grandi centri di ricerca privati corporate (settoriali), rna con personalità giuridica autonoma, che pure con esiti e risultati differenziati, hanno indubbiamente e concretamente contribuito, alla crescita del patrimonio tecnologico italiano e della competitività delle imprese di riferimento, anche sulla scena internazionale. Tali centri erano dotati di rilevanti masse critiche, esperienze e competenze atte ad accrescere e migliorare la finalizzazione e lo sfruttamento a fini economici e produttivi delle attività di ricerca ed affrontare le sfide della globalizzazione. Alcuni esempi illustri di queste realtà sono stati il Donegani per la chimica, il Csm per la metallurgia ed i materiali, il Crf e Elasis per l´automoti ve, il Csel T per le telecomunicazioni, i/ Cise e il Cesi per l´energia, che hanno anche contribuito notevolmente alla formazione di ricercatori industriali. La arsi, la privatizzazione e /a frammentazione della grande industria nazionale ha comportato la crisi, la scomparsa, e comunque per quei Crp sopravvissuti, la necessità di un sostanziale rlposizionamento competitivo sui mercati nazionale ed internazionale di molte di queste strutture. I Crp, anche se formalmente non ancora definiti; sono sostanzialmente riconducibili a quei centri con personalità giuridica autonoma (Spa, Società Consortili, etc. ) operanti esclusivamente nel campo della R&s industriale, la cui produzione è pertanto essenzialmente costituita da beni immateriali e caratterizzati, statutariamente o di fatto, quali imprese non profit, ovvero che non attuano alcuna distribuzione di dividendi e rein vestono completamente eventuali margini di esercizio in attività statutarie (formazione interna, investimenti tecnico/scientifici materiali e immateriali). Quadro di riferimento - Il Consiglio Europeo di Lisbona del Marzo 2000 ha posto quale obiettivo dell´Unione il raggiungimento entro il 2010 di investimenti in R&s pari al 3% del Pil dell´Unione, 2/3 dei quali dal settore privato e 1/3 dal settore pubblico (valore assoluto ca. 310 miliardi di Euro/anno). Per l´Italia è evidente la scarsità degli investimenti in ricerca, particolarmente privati (1. 07% di cui 0. 46% investimento privato e 0. 61% pubblico) rispetto ad altri paesi europei. La limitata dimensione delle imprese accentuatasi negli ultimi 15 anni, la bassa percentuale del Pil attribuibile ai settori high tech, la spinta sottocapitalizzazione, la scarsa tradizione, cultura e propensione a competere e rischiare sull´innovazione tecnologica, generando e sfruttando brevetti o altri titoli di proprietà intellettuale, sono caratteristiche del sistema produttivo italiano che ne penalizzano la competitività. A fronte di un sistema industriale strutturalmente inidoneo a raggiungere masse critiche di risorse umane e finanziarie atte a sostenere consistenti attività di ricerca ed innovazione, permane inoltre un sistema pubblico di ricerca strutturalmente poco adatto a supportare e servire efficacemente il sistema produttivo. In questo contesto i Crp offrono vantaggi e peculiarità, che li rendono funzionali e determinanti a supporto dell´industria e costituiscono un organismo fondamentale della filiera "Ricerca e Innovazione" risultando complementari e non alternativi a Organismi Pubblici di Ricerca (Epr, Università, etc: sinteticamente Opr). Gli elementi caratteristici fondamentali che qualificano i Crp rispetto ai sistemi pubblici di ricerca, sono: la capacità di un dialogo al tempo stesso altamente qualificato ma comprensivo della cultura e visione industriale; la capacità e per taluni versi necessità di vivere la ricerca in un´ottica di business nella quale la relazione fornitore/cliente è ispirata ad un pragmatismo di mercato; la centralità della tecnologia e la concretezza dell´offerta tecnologica costruita sui reali desiderata del committente industriale; ed infine, l´espressione di una capacità multidisciplinare integrata e di opportuna rnassa critica, difficilmente riscontrabile nel contesto pubblico, caratterizzato da ottime competenze disciplinari, ma molto puntuali e disperse. Per mentalità ed esperienza i Crp costituiscono, e potrebbero ancor di più costituire, un´efficace interfaccia e snodo operativo tra sistema pubblico di ricerca ed imprese produttive a vantaggio di un migliore e più rapido sfruttamento a fini economici dell´insieme degli investimenti pubblici in strutture e attività di ricerca. I Crp si qualificano quindi come un modello efficace, versatile e dinamico di centri di ricerca al servizio dello sviluppo tecnologico ed economico del paese, dotati di lungimiranza nell´individuazione dei fabbisogni d´innovazione dell´industria, a lungo e medio termine, in relazione agli orientamenti del mercato, ma anche capaci di rispondere a richieste tecnologiche di breve termine. Le strategie e le politiche nazionali sulle strutture di R&s sono andate prevalentemente concentrandosi sul sistema pubblico di ricerca, nel tentativo, certamente giusto e necessario ma tuttavia assai complesso, e dai costi e tempi incerti, di affidare ad esso il ruolo centrale di dare impulso all´innovazione tecnologica dell´apparato produttivo nazionale. Privilegiare e concentrare, da parte delle istituzioni, lo sviluppo di una strategia basata solo sugli Opr, pone dei limiti obiettivi ed introduce una doppia distorsione. La prima consiste nell´ignorare le caratteristiche strutturali del sistema produttivo italiano, che a differenza di altri paesi non è spesso in grado di esprimere una ricerca industriale privata idonea ad avviare un dialogo diretto e proficuo con il sistema accademico, anch´esso non predisposto natura/mente allo scopo. Proprio le caratteristiche del sistema produttivo nazionale motivano quindi la necessità ed il ruolo di quel livello intermedio ed essenziale per un´efficace e continua finalizzazione, valorizzazione e trasferimento della conoscenza dai laboratori all´industria, ruolo che è tipicamente rappresentato ed interpretato dai Crp. La seconda introduce un problema inaccettabile di distorsione della libera concorrenza, attraverso meccanismi di incentivazione e di promozione di varia natura (non solo finanziaria) a favore di soggetti pubblici e la contemporanea esclusione "di fatto" dai meccanismi stessi dei Crp(1), che gia devono fronteggiare Io svantaggio competitivo rappresentato dalla necessità di sostenere integralmente i propri costi di funzionamento ed investimento. In aggiunta a tali distorsioni, le più recenti norniative nazionali equiparano i Crp, a tutti gli effetti, alle tipiche imprese di produzione, riducendo drasticamente (Decreto Tremonti, 10/10/03), o sostanzialmente annullando (Fondi Cassa Deposito e Prestiti, Decreto 8/3/06) i contributi in conto esercizio, sostituendoli con credito agevolato restituibile. Tali nuove forme agevolative, pur volendo ignorare le garanzie richieste per la loro concessione, risultano di fatto insostenibili per i Crp a motivo delle specifiche caratteristiche economiche e finanziarie dei Crp stessi, di fatto precludendo loro l´accesso aì grandi programmi strategici di ricerca nazionali, ancorché di principio restino soggetti proponenti eleggibili. Il permanere delle distorsioni di cui sopra, la assai limitata o nulla fruibilità degli strumenti agevolativi vigenti da parte dei Crp, oltre alla necessità di operare in un mercato complesso e globalizzato quale quello dello ricerca industriale e dell´innovazione tecnologica, generano condizioni di concreti e crescenti rischi di crisi strutturali dei Crp italiani con conseguenti rischi di delocalizzazione all´estero dì parte della ricerca industriale privata o di nazionalizzazione dei Crp italiani, che potrebbero essere forzati ad entrare, in tutto o in parte, nel sistema di ricerca pubblico nazionale. Proposte di intervento - A fronte del contesto normativo sopra illustrato fortemente limitante e penalizzante il ruolo dei Crp naziv,~ali, occorrono azioni urgenti e tempestive, che devono innanzitutto intervenire a favore dei Crp in un´ottica di sostegno mirato proprio alla specificità ed opportunità] che tali sistemi rappresentano per lo sviluppo competitivo nazionale, valorizzando al contempo il ruolo sinergico con gli Opr mediante creazione di condizioni di equità nella competizione pubblico-privato. Il raggiungimento di tale obiettivo può essere perseguito attraverso la definizione, revisione ed il potenziamento di una serie di strumenti, la cui rapida attivazione potrebbe aiutare anche a fronteggiare sia la strutturale carenza di capacità d´innovazione tecnologica del sistema- produttivo nazionale sia la manifesta difficoltà dí crescita dell´investimento privato in ricerca e sviluppo. A tale proposito si individuano fondamentalmente tre linee di azioni. L Attivazione di strumenti di sviluppo specifici per i Crp - In tale ambito occorre pensare ed agire per il rilancio di strumenti specifici dedicati al supporto della competitività e dello sviluppo dei Crp, quale in particolare l´Art. 10-L297 del 1999 (ex L. 451/94) che dovrebbe essere efficacemente valorizzato attraverso alcuni interventi mirati quali: la sua trasformazione in strumento ordinario, una maggiore dotazione di risorse, l´innalzamento dell´intensità di aiuto (almeno 50% in contributo) ed una revisione degli obiettivi e criteri attuativi. Lo strumento ha gia dimostrato di saper catalizzare e promuovere investimenti privati in R&s anche incentivando la partecipazione diretta d´imprese produttive alla capitalizzazione dei Crp, e a contribuire al consolidamento e allo sviluppo di un modello operativo ed organizzativo essenziale ed efficace per la competitività dei sistemi produttivi. 2. Ristabilimento di un regine agevolativo generale realmente sostenibile dai Crp - Occorre rivedere modalità, meccanismi ed intensità di agevolazione per programmi generali a bando pubblico, quali i Pnr, Firb ed altri varianti su scala nazionale o regionale ad essi assimilabili. Gli obiettivi fondamentali sono l´innalzamento delle quote di contributo nella spesa (almeno il 50%) per i Crp, anche con riferimento ai programmi nazionali di ricerca, la non preclusione all´accesso ai programmi di ricerca di base, il ristabilimento di corrette e trasparenti regole di competizione tra Crp e Opr. L´azione deve rivolgersi anche a futuri nuovi strumenti d´incentivazione automatica, quali ad esempio il prospettato (in particolare da Confindustria) riconoscimento di un credito di imposta (50% della spesa) alle imprese che affidino commesse a organismi esterni di ricerca, tra i quali dovranno essere inclusi anche i Crp italiani. Un´eventuale loro esclusione sarebbe non solo inaccettabilmente discriminante e drammatica sulle capacità di competere dei Crp sul mercato della ricerca, ma anche in contrasto con quanto già previsto dall´art. 14-L. 297/99. Tale articolo costituisce uno strumento agevolativo automatico già vigente e applicabile anche ai Crp che potrebbe e dovrebbe essere semplicemente potenziato e perfezionato in termini di modalità e criteri attuativi. 3. Incentivi alla collaborazione pubblico-privato E´ necessaria la definizione e l´introduzione di nuovi specifici strumenti atti a stimolare e attivare una collaborazione concreta, efficace e strutturata, anche tramite la condivisione di risorse e di capitali tra pubblico e privato nella R&s; la strategia è condivisa e proposta sia a livello nazionale che europeo. In tale strategia, il ruolo specifico dei Crp risulta funzionale all´efficace interazione tra ricerca pubblica e sistema produttivo, apportando le proprie capacità di catalizzare e trasferire conoscenze e tecnologie dai laboratori all´industria, ma anche dì guidare i processi dì crescita e innovazione tecnologica di medio-lungo termine del sistema produttivo. In particolare dovrebbe essere sostenuta la creazione di strutture di R&s (operative e strumentali) condivise tra Opr e Crp, al fine di accrescere le masse critiche, ripartire rischi e costi degli investimenti, evitare inutili e dispersive duplicazioni e favorire al tempo stesso tutte le possibili sinergie. In tale logica potrebbe essere anche promossa la partecipazione di Opr nelle compagini azionarie dei Crp. Per una corretta implementazione degli interventi sopra menzionati, potrebbe essere necessario riconsiderare in ambito nazionale, per i Crp, l´interpretazione e il riconoscimento dello status di organismi non-profit secondo criteri estensivi, anche in analogia con quanto si sta affrontando in ambito europeo (come già accennato più sopra). Si evidenzia, infine, che il complesso di azioni prioritarie individuate per i Crp comportano risorse pubbliche aggiuntive di importo limitato e sostenibile, peraltro programmabili su base annua e graduabili nel tempo. Tali investimenti pubblici, oltre a generare benefici tangibili e funzionali al sistema produttivo nazionale, eviterebbero il rischio di dover sostenere costi per assorbire eventuali crisi strutturali ed occupazionali che potrebbero investire i Crp nazionali, qualora permanessero le attuali condizioni normative. Al fine di garantire la massima trasparenza ed efficacia degli interventi proposti e delle correlate risorse pubbliche destinate, potrà essere opportuno o necessario che il riconoscimento dello status di Crp sia subordinato ad una certificazione/accreditamento da parte delle amrninistrazioni centrali competenti, anche sulla base della effettiva e documentata esperienza e capacità sia di operare sul mercato della ricerca, attraverso commesse di clienti privati anche azionisti o associati del Crp, sia di svolgere attività di R&s strategiche e diffusive, orientate e funzionali all´innovazione e competitività di sistemi/comparti produttivi nazionali. Gruppo di lavoro Atri Il Gruppo di lavoro Airi , che ha redatto il presente documento era così composto da : coordinatore: Carlo Pagliucci, Centro Sviluppo Materiali; membri: Paolo Boero, Pirelli Labs; Piero Bufalini, Airi; Mario Cantello, Rtm; Guido Frigessi di Rattalma, Airi; Dario Lucarella, Cesi; Dario Monti, Centro Ricerche Fiat; Giulio Santagostino, Cesi; Federica Valdenazzi, Catena. .  
   
   
LINDA GILLI NEL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE DELL’UNIVERSITÀ BICOCCA L’IMPRENDITRICE MILANESE SUCCEDE A DIANA BRACCO COME RAPPRESENTANTE DEL MINISTERO  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Linda Gilli, presidente di Inaz, azienda attiva in Italia nel campo del software e dei servizi per l’amministrazione del personale e gestione delle risorse umane, è stata nominata nel consiglio di amministrazione dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca come rappresentante del Ministero dell’Università e della Ricerca. Nella carica succede a Diana Bracco, presidente di Assolombarda. Una nomina che sottolinea una evidente sinergia tra il mondo imprenditoriale e quello universitario, sempre più impegnati nelle problematiche dell’innovazione e della qualità nel mondo industriale così come in quello culturale. L’università Bicocca, con 30 mila iscritti in 8 facoltà – Economia, Medicina e Chirurgia, Scienza della Formazione, Scienze statistiche, Psicologia, Giurisprudenza, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Sociologia - rappresenta il quarto Ateneo lombardo per dimensione. L’ateneo milanese dispone anche di un vasto repertorio di competenze scientifiche grazie ai propri centri di ricerca, laboratori, dipartimenti e istituti che operano nelle aree scientifico-disciplinari in cooperazione con diverse organizzazioni esterne. Linda Gilli, laureata in Economia e Commercio, è presidente e azionista di riferimento di Inaz ed è anche presidente della delegazione lombarda dell’Aidda, l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda. .  
   
   
PRESENTAZIONE PROGETTO “MIGRANTI E CREAZIONE D’IMPRESA”  
 
 Vicenza, 18 ottobre 2006 – Si chiama “Migranti e creazione d’impresa in Veneto” e ha l’obiettivo di sostenere l’imprenditoria etnica aiutando l’immigrato nella fase di start-up e promuovendo una cultura imprenditoriale utile ad un reinserimento lavorativo della persona nel paese d’origine. I risultati di questo progetto della Regione Veneto, gestito dalla Camera di Commercio di Vicenza e con il supporto operativo del Servizio Nuova Impresa della Fondazione Giacomo Rumor-centro Produttività Veneto (Cpv), sono il tema del convegno in programma giovedì 19 ottobre a partire dalle ore 16 nella sede del Cpv a Vicenza (Via Enrico Fermi, 134). All’incontro saranno presenti il presidente della Camera di Commercio di Vicenza, Dino Menarin e l’assessore regionale alle politiche dei flussi migratori, Oscar De Bona. Mettersi in proprio per gli immigrati non è sempre semplice, anzi spesso gli insuccessi derivano da un’eccessiva improvvisazione. Gran parte delle persone straniere che si rivolgono agli sportelli camerali hanno svelato di aver avuto grandi difficoltà nel confrontarsi con la burocrazia e nell’ottenere crediti e finanziamenti. Migranti e creazione d’impresa in Veneto, in particolare, è stato un progetto di formazione che si è rivolto agli immigrati che hanno deciso di avviare un’attività imprenditoriale e che hanno voluto mettersi in proprio. .  
   
   
APPROVATO DALLA GIUNTA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2007 DELLA REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE BILANCIO DI RIGORE MA NESSUN TAGLIO AL WELFARE  
 
Trento, 18 ottobre 2006 - Un bilancio di rigore che segue il solco tracciato negli ultimi anni e che rispetta il patto di stabilità concordato con il Governo, ma che riesce comunque a sostenere gli importanti impegni che la Regione ha assunto nel campo del welfare, in accordo con le Province autonome. Un bilancio, quello approvato oggi dalla Giunta, che concorre al risanamento della finanza pubblica, chiesto dal Governo agli Enti locali in sede di finanziaria, con l’istituzione di un fondo di 8 milioni di Euro. Il bilancio di previsione della Regione per l’anno 2007 pareggia sulla cifra di 419. 607. 000 euro con un decremento complessivo rispetto all’esercizio 2006 del 4,2 %. La maggior parte degli investimenti sono quantificati ai valori del 2006 e si indirizzano sui settori di interesse regionale individuati in questa legislatura in seguito ad alcune importanti riforme approvate dal Consiglio regionale, a cominciare da quella sul welfare. Per il settore della previdenza e delle assicurazioni sociali gli stanziamenti sono analoghi al bilancio 2006 ed ammontano complessivamente ad 80. 607. 000 euro. Con questo investimento la Regione intende mettere in campo un welfare solidale nei confronti di chi ha veramente bisogno e che possa essere garantito e sostenuto economicamente anche in futuro. Viene, quindi, dato sostegno economico alle famiglie, attraverso i nuovi assegni familiari varati dalla riforma del 2005 che interviene anche sui vuoti contributivi causati da interruzioni o sospensioni lavorative a seguito di contratti di lavoro atipico o, per la componente femminile, in seguito a maternità o assistenza a familiari. Notevole anche l’impegno che il bilancio regionale conferma nell’ambito delle politiche in favore dell’integrazione europea, degli gli aiuti umanitarie e per il sostegno alle minoranze linguistiche, per cui vengono stanziati complessivamente 12. 250. 000 euro. Le spese per il settore degli enti locali e dei servizi elettorali ammontano a 4. 680. 000 euro. L’investimento per il settore dei giudici di pace ammonta, come nel 2006, a 1. 950. 000 euro per quanto riguarda le spese correnti, mentre le spese in conto capitale sono incrementate di 540. 000 euro per consentire interventi a sostegno dei comuni per l’allestimento di locali destinati agli uffici del giudice di pace. Le spese per gli Organi regionali ammontano a 56. 408. 000 euro con un incremento rispetto al 2006 del 18,98%. In tale settore l’aumento è determinato dall’assegnazione straordinaria al Consiglio regionale per il “fondo di garanzia dei consiglieri regionali”. La spesa straordinaria ammonta a 50 milioni di euro, ripartita a metà tra gli esercizi 2007 e 2008. Gli oneri per il personale sono stati conteggiati in misura analoga al precedente esercizio, eccetto il versamento, in unica soluzione, alle Province Autonome di Trento e di Bolzano della quota a carico della Regione del trattamento di fine rapporto spettante al personale transitato nel corso del 2004 alle due Province. Anche nel bilancio 2007 rimane costante l’impegno per il patrimonio, con stanziamenti pari a 17. 059. 000 euro, necessari per il completamento dell’acquisto di immobili da destinare a sedi del Catasto e del Libro fondiario e per interventi di ristrutturazione di immobili regionali, fra i quali, in particolare, l’edificio di via Duca d’Aosta a Bolzano. La posta più alta, con oltre il 41% dei trasferimenti del bilancio regionale, pari a 120 milioni di euro, è rappresentata dal “fondo unico delle funzioni delegate”, istituito nel 2005 a seguito della legge regionale 3 del 2003 che ha approvato la delega alle Province Autonome di Trento e di Bolzano delle funzioni amministrative della Regione in materia di camere di commercio, cooperazione e credito, catasto e fondiario. Fra i provvedimenti approvati dalla Giunta regionale, riunita oggi a Bolzano, vi è anche il regolamento di esecuzione della nuova legge regionale sulle Ipab, che riguarda l’organizzazione generale, l’ordinamento del personale e la disciplina contrattuale delle aziende pubbliche di servizi alla persona. La Giunta ha inoltre approvato sessanta borse di studio riservate a studenti che frequentano il quarto anno gli istituti superiori del Trentino-alto Adige, che potranno, grazie all’intervento della Regione, svolgere l’anno scolastico 2007-2008 presso analoghi istituti scolastici all’estero, in Austria, Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Francia. .  
   
   
IL COMMISSARIO EUROPEO PIEBALGS VISITA IL CANTIERE DI UNA CENTRALE ELETTRICA INNOVATIVA A CARBONE PULITO IN ITALIA  
 
Roma, 18 ottobre 2006 - Il commissario europeo per l’energia Andris Piebalgs visiterà oggi il cantiere di Torrevaldaliga Nord, centrale elettrica a carbone pulito in costruzione nella cittadina di Civitavecchia, vicino a Roma. Il progetto ha recentemente vinto il Powergen Award. Secondo il commissario Piebalgs, “le tecnologie a carbone pulito contribuiscono al raggiungimento dei tre obiettivi chiave della nuova politica energetica europea: sicurezza dell’approvvigionamento, lotta contro i cambiamenti climatici e competitività dell’economia europea. Lo sviluppo di centrali a basse emissioni di carbonio come quella di Civitavecchia dovrebbe essere uno degli obiettivi comuni dell’Unione europea che la Commissione intende proporre nel suo riesame strategico della politica energetica dell’Ue”. Il progetto di Torrevaldaliga Nord prevede la riconversione, ad opera dell’Enel, di una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone pulito, con l’applicazione di tecnologie per l’abbattimento delle emissioni. La nuova centrale elettrica contribuirà non soltanto a ridurre fino all’80% il livello di emissioni, ma anche a promuovere un mix di combustibili più equilibrato nella produzione di energia elettrica in Italia. La visita al cantiere di Torrevaldaliga Nord si inserisce nell’ambito della visita ufficiale del commissario Pielbalgs in Italia, nel corso della quale il commissario parteciperà ad una tavola rotonda sul Libro verde sull’energia, incentrata sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sull’integrazione dei mercati europei. Alla tavola rotonda saranno presenti il Ministro per lo sviluppo economico Bersani, gli amministratori delegati di Eni, Enel e Aem (rispettivamente Paolo Scaroni, Fulvio Conti e Giuliano Zoccoli) e il vicepresidente di Confindustria Emma Marcegaglia . La tavola rotonda costituirà uno degli ultimi contributi al dibattito sul Libro verde prima dell’adozione, nel gennaio 2007, di un ambizioso pacchetto sull’energia. Il pacchetto comprenderà il primo riesame strategico della politica energetica dell’Ue, con un’analisi approfondita del mix energetico europeo e obiettivi comuni per la realizzazione di un sistema energetico a più basse emissioni di carbonio. Il Commissario Pielbalgs incontrerà anche il Ministro per il commercio e gli affari europei Emma Bonino e il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica Alessandro Ortis. Al termine della visita, il commissario Pielbalgs terrà un’audizione pubblica dinanzi alle competenti commissioni del Parlamento italiano. .  
   
   
UN CONTRATTO PER OLTRE 900 MILIONI DI EURO ALSTOM REALIZZERÀ LA PIÙ GRANDE CENTRALE ELETTRICA A CARBONE PULITO DELLA POLONIA  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Alstom ha firmato il contratto, del valore di oltre 900 milioni di euro, per la costruzione di una centrale elettrica a carbone pulito da 833 Mw nella città dio Belchatow (Polonia). Realizzata per l’utility polacca Bot Elektrownia Belchatow Sa*, la nuova centrale sarà la più grande mai costruita in Polonia, ed entrerà in servizio commerciale nell’ottobre 2010. Fornitore di soluzioni integrate, Alstom provvederà alla progettazione, costruzione e installazione della centrale elettrica a lignite, che con rendimenti sino al 42%, sarà la più efficiente del Paese, oltre a una delle centrali a lignite più avanzate nel mondo. Alstom produrrà e fornirà i componenti principali, compresa l’avanzata caldaia, la turbina a vapore, il turbo generatore di vapore e il sistema di controllo. La caldaia a ridotta emissione di Nox sarà integrata con un sistema di desolforazione dei gas, che consentirà di abbattere le emissioni degli ossidi di zolfo (Sox ) e ossidi d’azoto (Nox) secondo i livelli richiesti dalla direttiva europea “Large Combustion Plant” sulle centrali. La centrale è progettata per funzionare secondo un ciclo ad alta efficienza. Oltre a un ridotto consumo di combustibile, il ciclo adottato consentirà una diminuzione generale delle emissioni in atmosfera, incluso anidride carbonica (Co2). La centrale produrrà il 10% in meno di Co2 per Kwh rispetto alla più comune centrale a carbone. “Alstom vanta una grande esperienza sia nei componenti sia nell’ingegneria delle centrali. – afferma Patrick Kron, Presidente e Ceo di Alstom – La professionalità e la posizione di leader nella tecnologia a carbone pulito, ci permettono di offrire ai clienti soluzioni per la produzione di energia efficienti e attente all’ambiente. Da molti anni collaboriamo con questo cliente e siamo lieti di partecipare alla realizzazione di questo progetto, che diverrà il riferimento per il centro Europa. ” .  
   
   
DUPONT E BROIN: LA PARTNERSHIP UNISCE LE TECNOLOGIE NECESSARIE PER ACCELERARE IL LANCIO DI BIOCARBURANTI CELLULOSICI(ETANOLO DERIVATO DALLA PAGLIA DEL MAIS A PREZZI COMPETITIVI)  
 
Wilmington, Del. E Sioux Falls, S. D. (usa), 18 ottobre 2006 – Dupont e Broin, due leader tecnologici nel settore dei biocarburanti in rapida crescita, hanno annunciato l´avvio di una partnership negli Stati Uniti destinata a portare sul mercato l´etanolo derivato dalla paglia del mais a prezzi competitivi. "Siamo lieti di collaborare con Broin, societa´ specializzata nella tecnologia della bioraffinazione", afferma Thomas M. Connelly, Executive Vice President e Chief Innovation Officer di Dupont. "Negli ultimi tre anni abbiamo sviluppato una tecnologia in grado di scomporre efficacemente la complessa matrice zuccherina, presente nella paglia della pannocchia, in etanolo cellulosico ad alto rendimento. Siamo entusiasti dei progressi finora conseguiti e, sebbene le ricerche non siano terminate, siamo pronti per il prossimo passo: portare l´etanolo cellulosico sul mercato. Tale risultato dimostra ancora una volta l´impegno di Dupont per la commercializzazione di materiali derivati da risorse rinnovabili in grado di ridurre la dipendenza globale dal petrolio". "La partnership tra Broin e Dupont mette insieme buona parte delle tecnologie necessarie per trasformare la cellulosa in etanolo", afferma Mike Muston, executive vice president of corporate development di Broin. "La possibilita´ di associare le conoscenze scientifiche globali di Dupont alla tecnologia di produzione dell´etanolo di Broin permettera´ di giungere alla commercializzazione dell´etanolo cellulosico in tempi piu´ rapidi". Dal 2003, Dupont e il Doe (dipartimento dell´energia statunitense) co-finanziano un programma di ricerca quadriennale volto allo sviluppo di una tecnologia che converta la paglia della pannocchia in etanolo. Il progetto Icbr (Integrated Corn-based Biorefinery) e´ in linea con la strategia di Dupont che punta allo sviluppo di innovazioni in grado di convertire i "raccolti di energia", come diversi tipi di erba e i sottoprodotti agricoli, come la paglia e il gambo della pannocchia, in biocarburanti e altri materiali derivati da risorse rinnovabili. Fra i partner che collaborano al programma di ricerca vi sono Dupont e la sua affiliata Pioneer Hi-bred International, Inc. , Diversa Corporation, National Renewable Energy Laboratory, Michigan State University e Deere & Company. La tecnologia di bioraffinazione integrata incrementera´ significativamente la quantita´ di etanolo per ettaro ottenibile sia dai grani che dalla paglia della pianta di mais. L´innovativo processo di fermentazione di Dupont, sviluppato insieme ai partner, consente un´efficace conversione sia degli zuccheri di glucosio C-6 che degli zuccheri di xilosio C-5, di difficile fermentazione, in etanolo ad alta resa. Per tali conversioni, la tecnologia di bioraffinazione integrata utilizza dei microrganismi denominati Zymomonas mobilis. In natura, tale microrganismo vive in soluzioni ad elevato tenore di zuccheri, come quelle derivate dalla frutta e dalla linfa zuccherina delle piante; pertanto e´ molto adatto a un´efficiente conversione dello zucchero. Broin e il Doe hanno finanziato un progetto di ricerca quinquennale per lo sviluppo e il miglioramento del processo di frazionamento con molitura a secco grazie all´aiuto del National Renewable Energy Laboratory (Nrel) e della South Dakota State University. Il progetto prevede la commercializzazione della tecnologia di frazionamento di Broin, o "Bfrac", che insieme al processo di idrolisi dell´amido grezzo di Broin (Bpx), pone le basi della bioraffinazione del futuro. La tecnologia Bfrac consente di produrre maggiori quantita´ di etanolo, ma, piu´ importante ancora, di creare prodotti con superiore valore aggiunto, come le fibre derivate da etanolo cellulosico. . .  
   
   
OGGI AREA SCIENCE PARK PRESENTA A PALAZZO TORRIANI (UDINE) UNO STUDIO SUI CONSUMI ENERGETICI DELLE IMPRESE DEL COMPARTO PLASTICA  
 
Udine, 18 ottobre 2006 - Ridurre la bolletta energetica nelle imprese del settore plastica si può. Lo confermano i risultati dello studio “Razionalizzazione energetica ed ambientale per le aziende del comparto plastica” condotto da Area Science Park, coinvolgendo 24 aziende delle province di Udine e Pordenone. Gli esiti e le soluzioni proposte verranno illustrati alle imprese mercoledì 18 ottobre, alle ore 17, in un incontro a palazzo Torriani, sede dell’Associazione Industriali di Udine. I costi energetici costituiscono una voce sempre più rilevante nei bilanci delle imprese e condizionano pesantemente la loro competitività. Ciò genera l’esigenza di verificare opportunità di ottimizzazione energetica, che non pregiudichino però funzionalità ed efficienza dei processi produttivi. Cogliendo tale necessità, avanzata in particolare dalle imprese del settore Plastica interessate da lavorazioni altamente “energivore”, Area ha realizzato uno studio sulle caratteristiche dei consumi energetici del comparto. Una serie di incontri con le imprese e i capigruppo delle associazioni di categoria ha permesso di precisare meglio l’esigenza. Lo studio si è posto l’obiettivo di verificare la correttezza di impiego delle risorse e di individuare linee guida e modalità di intervento utili a contenere i costi che ne derivano. L’analisi si è avvalsa delle competenze del personale di Area e del Dipartimento di Energetica e Macchine dell’Università di Udine. Il programma di lavoro ha previsto la rilevazione di dati e caratteristiche sui consumi (potenze impegnate, picchi, ecc. ) attraverso visite tecniche di approfondimento presso gli stabilimenti delle imprese partecipanti. I dati sono stati elaborati utilizzando un approccio statistico, che ha permesso di determinare, da un lato, le relazioni esistenti tra le potenze installate ed i parametri caratteristici delle aziende, dall’altro, i modelli matematici che descrivono il comportamento della funzione di consumo tipica del settore. I modelli ottenuti hanno fornito previsioni sul comportamento energetico delle imprese. L’analisi dei consumi nei servizi ausiliari agli impianti di produzione ha fatto emergere un’interessante opportunità di risparmio energetico grazie all’introduzione di una soluzione impiantistica di semplice realizzazione e basso costo. Lo studio ha consentito di identificare una prima soluzione comune economicamente molto conveniente, rappresentata da una modifica dei sistemi di raffreddamento stampi con costi di intervento di circa 15 mila euro ammortizzabili già nell’arco del primo anno, a fronte del risparmio energetico conseguente. Lo studio ha inoltre indicato alle singole imprese ulteriori opportunità di risparmio energetico. Le imprese partecipanti riceveranno infatti una scheda con indicazioni specifiche sulla propria situazione, e potranno chiedere, ove lo ritenessero opportuno, un incontro di approfondimento. Questa iniziativa ha messo a punto un metodo di indagine dei consumi energetici nelle attività produttive estendibile alle oltre 200 aziende che operano in questo settore nel Friuli Venezia Giulia, fornendo nel contempo un modello applicabile anche ad altri settori produttivi. .  
   
   
ENERGIA: CONTRIBUTI REGIONALI ABRUZZESI PER SOSTITUIRE CALDAIE  
 
Pescara, 18 ottobre 2006 - E´ stato pubblicato sul Bura n. 56 dell´11 ottobre scorso il bando regionale che consente ai privati cittadini di ottenere contributi per la sostituzione delle vecchie caldaie a metano con i nuovi generatori di calore ad alta efficienza. Il contributo previsto dal bando è di 20 euro per ogni kilovattora installato e riguarda generatori ad uso domestico fino ad una taglia massima di 35 kw. Per il contributo possono presentare domanda coloro che siano proprietari residenti ed occupanti di abitazioni dove sia situato l´impianto termico. Lo schema di domanda per concorrere all´attribuzione del contributo regionale, scaricabile dal sito della Regione Abruzzo, all´indirizzo www. Regione. Abruzzo. It (area bandi pubblici) oppure dall´indirizzo regione. Abruzzo. It/energia/araen, deve essere presentato alla F. I. R. A. S. P. A. , via Parini, 21 - 65122 Pescara a mezzo raccomandata A/r entro e non oltre sessanta giorni dalla pubblicazione del bando sul Bura. Sulla busta deve essere riportata la dicitura: "Incentivi per la sostituzione di caldaie". La domanda deve essere corredata da fotocopia del documento d´identità del richiedente, preventivo della spesa da effettuare, dichiarazione del richiedente di non aver ottenuto finanziamenti regionali, nazionali e comunitari per il medesimo fine. La F. I. R. A. Compilerà le graduatorie secondo l´ordine di spedizione (farà fede la data del timbro postale). Le domande che arriveranno lo stesso giorno saranno inserite in graduatoria secondo l´ordine di estrazione. Le graduatorie saranno successivamente pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo. "Con questo provvedimento - ha spiegato l´assessore all´Ambiente e al Territorio, Franco Caramanico - intendiamo promuovere su larga scala il rinnovo del parco caldaie. In questo modo riusciremo ad ottenere un notevole risparmio energetico e nello stesso tempo la riduzione dell´inquinamento atmosferico". L´assessore Caramanico ha aggiunto che "infatti il riscaldamento negli edifici costituisce il fattore di maggiore consumo energetico e che ogni singola unità abitativa consuma in cinque anni per il solo riscaldamento, una quantità di energia pari a quella necessaria per la costruzione di un´intera casa". .  
   
   
"DALLA CAMPANIA QUANTITATIVO MODESTO DI RIFIUTI. NEI PROSSIMI GIORNI, D´ACCORDO CON GLI ENTI LOCALI, INDIVIDUEREMO GLI IMPIANTI IDONEI AL CONFERIMENTO"  
 
Bologna, 18 ottobre 2006 - "Il quantitativo di rifiuti provenienti dalla Campania che, come altre Regioni, ci siamo impegnati a smaltire presso i nostri impianti, ammonta a 3. 500 tonnellate. Meno dunque della prima richiesta avanzata dalla Protezione Civile nazionale e, nei fatti, un quantitativo modesto, che rappresenta poco più dello 0,1% della produzione annuale di rifiuti in Emilia-romagna". Così l´assessore regionale all´ambiente Lino Zanichelli sullo smaltimento dei rifiuti della Campania. "La stessa Protezione Civile - ha spiegato l´assessore - ha confermato l´impegno di portare in tempi brevi a regime la capacità di smaltimento in quella regione, uscendo una volta per tutte dall´emergenza. Sono in corso gli approfondimenti tecnici che stabiliranno l´esatta natura e lo stato di trattamento del materiale. Solo dopo questa accurata verifica sarà possibile, nei prossimi giorni, individuare gli impianti più idonei dove conferirlo. In ogni caso - ha concluso Zanichelli - qualsiasi decisione sarà concordata con le amministrazioni locali interessate". . .  
   
   
WWF: 40 ANNI DI VITA LA SFIDA DELLA BIODIVERSITA’ PER IL XXI SECOLO  
 
Roma, 18 0ttobre 2006 - Il Wwf lancia la nuova sfida per la conservazione della biodiversità nelle ecoregioni Alpi e Mediterraneo, in relazione all’attuazione della convenzione internazionale sulla Diversità Biologica e della strategia dell’ Ue su Biodiversità e Paesaggio. Apertura dei lavori Sabato 28 ottobre alle ore 10. 00 presso l’ Aula Magna Luiss Guido Carli - Viale Pola, 12 di Roma Partecipano: Pierluigi Celli – Direttore Generale Luiss Guido Carli; Fulco Pratesi – Presidente Wwf Italia; Michele Candotti – Segretario Generale Wwf Italia; Isabella Pratesi – Direttore Programma di Conservazione Wwf Italia; On. Pecoraro Scanio – Ministro Ambiente e Tutela del Territorio; On. Paolo De Castro* – Ministro Politiche Agricole; Pier Virgilio Dastoli – Direttore Rappresentanza in Italia Commissione Europea; George Pullicino* – Ministro Ambiente Malta; Brigitte Duboeuf* – Direttore Regionale Ambiente Corsica; Achim Steiner* – Direttore Geneale Unep, Programma Ambientale Nazioni Unite; Tamas Marghescu – Direttore Regionale per l’Europa Iucn; “Conservazione Ecoregionale: La Sfida Del Xxi Secolo Per La Biodiversità Nelle Alpi E Nel Mediterraneo” Tavola Rotonda : Sabato 28 ottobre, ore 15. 30 – Aula Magna I partecipanti confrontano le loro visioni e prospettive per una strategia nazionale volta alla conservazione della biodiversità. Modera la Tavola Rotonda: Michele Candotti – Segretario Generale Wwf Italia. Partecipano: Aldo Cosentino - Direttore Generale della Direzione per la Protezione della Natura, Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare; Diego Tommasi - Coordinatore nazionale della Commissione "Ambiente e protezione civile" della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; rappresentante dell’Upi – Unione delle Province d’Italia; Matteo Fusilli - Presidente Federparchi; Cesare Patrone – Capo del Corpo Forestale dello Stato; Giuseppe Di Croce – Presidente Istituto Nazionale Fauna Selvatica; Luigi Boitani – Direttore Dipartimento Biologia Animale e dell’Uomo, Università di Roma La Sapienza; Donato Chiatante - Presidente Società Botanica Italiana - Universita´ dell´Insubria; Pierluigi Viaroli – Presidente Società Italiana Ecologia Università di Parma; Maddalena Gioia Gibelli - Vicepresidente Società Italiana Ecologia del Paesaggio – Iale; Oscar Del Barba – Cai, Club Alpino Italiano; Guido Bonati – Responsabile Servizio 4, Istituto Nazionale Economia Agraria – Inea; Stefano Masini – Responsabile Politiche Ambientali e del Territorio Col diretti; Andrea Vergati – Giunta Confagricoltura; Giuseppe Politi* – Presidente Cia, Confederazione Italiana Agricoltori; Giampaolo Buonfiglio – Presidente Agci Agrital; Conclusioni: Isabella Pratesi – Direttore Programma di Conservazione Wwf Italia. Ore 21. 00 – Intervento introduttivo di Fulco Pratesi, Presidente Wwf Italia; Ore 21. 15 – Premiazione “Panda d’Oro 40 anni Wwf”; Ore 22. 00 – Concerto di Lmc (Libera Musica da Concerto), presentati da Mogol. .  
   
   
FORESTE: A PORDENONE CONVEGNO INTERNAZIONALE  
 
 Trieste, 18 ottobre 2006 - L´auditorium della Regione, a Pordenone, ospiterà giovedì 19 ottobre, a partire dalle 9. 15 del mattino, un incontro di studi di livello internazionale sul tema "Le riserve forestali nelle Alpi", organizzato dalla Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna della stessa Amministrazione regionale. L´appuntamento permetterà di discutere le prospettive ecologiche, ma anche culturali ed economiche degli interventi di tutela realizzati per salvaguardare aree forestali dell´arco alpino di particolare interesse, dove ogni intervento umano è assolutamente vietato, in modo da poter seguire e studiare la naturale evoluzione dell´ "ecosistema bosco". L´individuazione, l´istituzione e la gestione di questi "santuari della natura" pongono non pochi problemi alle Amministrazioni pubbliche, che a Pordenone si confronteranno con gli esperti dell´Università di Torino, consulenti scientifici dell´iniziativa con Sisef e Pro Silva Italia, ed i responsabili delle più significative esperienze di Slovenia ed Austria, oltre che delle Regioni italiane delle Alpi (saranno presenti Veneto, Lombardia e Piemonte), delle Università più impegnate su questi temi (Torino, Padova e Università della Tuscia), del Corpo forestale dello Stato e di qualificati Istituti di ricerca. Venerdì 20 ottobre sarà poi possibile partecipare ad un´escursione in alcune riserve forestali presenti nell´area orientale dell´altopiano del Cansiglio. .  
   
   
ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (ZPS): VARATE LE MISURE REGIONALI DI CONSERVAZIONE PER TUTELARE GLI HABITAT E LA FAUNA PROTETTI DALL´UNIONE EUROPEA  
 
Bologna, 18 ottobre 2006 - La Giunta dell´Emilia-romagna ha approvato oggi la delibera che fissa le misure di conservazione per la gestione delle Zone di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva comunitaria "Uccelli". Sono 75 le Zps presenti in Emilia-romagna, che ricoprono una superficie di 176. 000 ettari, pari all´8% dell´intero territorio regionale. Le Zone di Protezione Speciale ricomprendono gli ecosistemi del Delta del Po, numerose aree fluviali, aree agricole della pianura recentemente rinaturalizzate e la maggior parte del crinale appenninico. Le misure di conservazione adottate dalla Giunta sono finalizzate ad evitare il degrado degli ambienti naturali strategici per la sopravvivenza degli uccelli migratori e stanziali, più rari, ancora presenti nel nostro territorio. "Si tratta di misure equilibrate e necessarie - ha dichiarato l´assessore all´ambiente e sviluppo sostenibile Lino Zanichelli - che rappresentano innanzitutto una risposta alle procedure di infrazione intraprese dalla Commissione Europea nei confronti del nostro Paese a fronte di un´insufficiente tutela delle specie avifaunistiche indicate dalla Direttiva "Uccelli". Tra le nuove regole introdotte nelle aree Zps, le principali riguardano la realizzazione di pale eoliche, delle discariche di rifiuti, delle cave, nonché lo svolgimento dell´attività venatoria. Sono poi individuate le attività, in prevalenza agricole, da incentivare in quanto positive per la conservazione delle specie e degli habitat protetti. .  
   
   
CONVEGNO L´INCENDIO E LE COSTRUZIONI DI ACCIAIO I CRITERI DI SICUREZZA E LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE ALLA LUCE DELLE NUOVE NORMATIVE NAZIONALI ED EUROPEE  
 
Roma, 18 ottobre 2006 - Negli ultimi anni il tema della sicurezza strutturale in caso di incendio è stato oggetto di numerose attività che hanno prodotto una notevole evoluzione del quadro normativo, sia a livello comunitario sia a livello nazionale. I criteri generali della sicurezza stabiliti nel 1988 dalla Direttiva della Commissione Europea sono stati sviluppati attraverso procedure messe a punto nell´ambito degli Eurocodici, ora disponibili nella versione definitiva approvata da tutti i paesi europei. Come negli altri paesi membri, anche in Italia il nuovo approccio normativo europeo è stato un riferimento per le norme nazionali che hanno subito un sensibile rinnovamento: dalle norme Cnr e Uni al Testo Unitario delle Norme Tecniche, ai nuovi documenti in fase di pubblicazione, come gli Allegati Tecnici Nazionali degli Eurocodici e i Decreti Ministeriali che sostituiranno la Circolare n. 91 del 1961. Anche le metodologie di qualificazione e di certificazione dei sistemi di protezione dal fuoco delle strutture sono oggetto di radicali cambiamenti che stanno per essere introdotti nel sistema normativo nazionale. A questi temi è dedicato il convegno che rappresenta un´occasione di aggiornamento per i progettisti di strutture edilizie e per i responsabili delle procedure di prevenzione incendi degli edifici. Durante il convegno sarà presentata ufficialmente la Commissione per la Sicurezza delle Costruzioni in Acciaio in caso di Incendio, costituita lo scorso gennaio 2006 su iniziativa di Fondazione Promozione Acciaio e con la partecipazione del Ministero dell´Interno al fine di consentire un continuo e qualificato approfondimento tecnico nell´ambito della sicurezza strutturale delle costruzioni di acciaio in caso di incendio. Inoltre saranno distribuiti ai partecipanti due documenti tecnici di nuova pubblicazione: il volume “Sicurezza e Incendio” una recente monografia, pubblicata da Fondazione Promozione Acciaio, che introduce i principali concetti dell´Ingegneria dell´Incendio, segnalando i risultati della sua applicazione al mondo della costruzione in acciaio. Il nuovo “Nomogramma” della resistenza al fuoco delle strutture di acciaio Realizzato dalla Commissione per la Sicurezza delle Costruzioni in Acciaio in caso di Incendio, è un semplice strumento operativo, basato sull´Eurocodice En1993-1-2, per la stima della resistenza al fuoco delle strutture di acciaio. 29 novembre 2006 I. S. A. Via del Commercio13, Roma .  
   
   
ARIA INQUINATA NELLE SCUOLE EUROPEE UNA RICERCA NELLE AULE DI CINQUE PAESI EUROPEI RILEVA PERCENTUALI DI CO2 E PM10 SUPERIORI AGLI STANDARD DI QUALITÀ DELL’ARIA, RISPETTIVAMENTE DI PIÙ DEL DOPPIO E DI CIRCA LA METÀ  
 
Roma, 18 ottobre 2006 - Più di due scolari su tre, in Europa, sono esposti ad elevati livelli di anidride carbonica e polveri inalabili. L’allarme è sorto al congresso annuale dell’European Respiratory Society (Ers), presieduta dal prof. Giovanni Viegi dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifc-cnr) di Pisa, dove sono stati presentati i risultati di uno studio pilota internazionale, che include oltre 500 bambini residenti in cinque Paesi europei. I dati sono stati presentati anche nei giorni scorsi a Firenze durante il Congresso Nazionale della Pneumologia, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Respiratoria. “La qualità dell’aria, sia outdoor sia indoor, è argomento di interesse crescente per le autorità che si occupano di sanità pubblica, ed è considerata un fattore che influenza profondamente la salute respiratoria di bambini ed adulti. L’idea di valutare le possibili implicazioni respiratorie dell’inquinamento nelle aule è scaturita dal fatto che i bambini trascorrono gran parte del loro tempo a scuola”, spiega Marzia Simoni dell’Ifc-cnr, e che ha partecipato allo studio Hese (Effetti dell’Ambiente Scolastico sulla Salute), sovvenzionato dalla Direzione Generale di Sanità Pubblica e Protezione del Consumatore (Dg-sanco) della Commissione Europea e coordinato dal prof. Piersante Sestini dell’Università di Siena. “I risultati inducono a una certa preoccupazione, prosegue la dr. Ssa Simoni, “l’obiettivo dello studio è stato valutare, in vari Paesi europei (Danimarca-aarhus, Francia-reims, Italia-siena ed Udine, Norvegia-oslo e Svezia-uppsala), l’impatto degli inquinanti nell’ambiente scolastico sulla salute respiratoria dei bambini. Sono state selezionate quattro scuole in ciascuno dei cinque Paesi e due classi per ogni scuola, per un totale di 547 bambini (età media 10 anni). Le misurazioni degli inquinanti sono state effettuate durante la stagione fredda, quando il riscaldamento era in funzione. Il 77% ed il 68% dei bambini è risultato rispettivamente esposto a livelli ‘elevati’ di Pm10 (polveri con diametro minore o uguale a dieci micron) e Co2 (anidride carbonica). Sono state definite ‘elevate’ concentrazioni superiori a 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 ed a 1000 parti per milione di Co2 sulla base degli attuali ‘Indoor Air Quality Standards’ statunitensi (Epa ed Ashrae)”. Per quanto concerne le poveri sottili, la media è più del doppio del limite massimo stabilito come pericoloso: 115 μg/m³, con la città danese di Aarhus in testa (169, con una punta massima di 214), seguita da Udine (158), Siena (148), Reims (112), Oslo (54) e Uppsala (33). L’anidride carbonica rilevata in aula supera invece il limite di quasi la metà e purtroppo indica un ‘primato’ italiano: media di 1. 467 parti per milione, con Siena a 1. 954, Udine a 1. 818 (qui la punta massima di 2. 520), Reims a 1. 660, Aahrus a 1. 568, Oslo a 1. 158 e Uppsala a 681. “La conseguenza prevedibile, ma anche allarmante, di questa situazione”, spiega la ricercatrice,”è che i bambini in aule scolastiche con elevati livelli di inquinamento riportano con maggior prevalenza sibili, tosse secca notturna e rinite, se paragonati ai bambini esposti a livelli bassi. In particolare, i bambini esposti ad elevati livelli di Co2 hanno un rischio superiore di circa 3,5 volte di riportare tosse secca notturna e di circa 2 volte maggiore di soffrire di rinite, rispetto a quelli esposti a bassi livelli. Nei bambini esposti ad elevate concentrazioni di Pm10, invece, è stata misurata una pervietà nasale media (aree minime di sezione delle fosse nasali) significativamente inferiore, del 9% anteriormente e del 19% posteriormente, rispetto a bambini esposti a bassi livelli”. Le condizioni respiratorie/allergiche dei bambini sono state valutate sia con questionari compilati dagli stessi bambini e dai genitori, sia con test clinici (spirometria, No esalato, test allergologici cutanei, rinometria acustica, raccolta di secrezioni nasali, valutazione dell’irritazione degli occhi, ecc. ) eseguiti su un sottocampione (cinque bambini per classe) selezionato con metodo casuale. Le analisi sono state aggiustate per i possibili effetti dell’esposizione al fumo passivo a casa. “La qualità dell’aria in queste scuole europee sembra piuttosto scadente”, conclude la dr. Ssa Simoni. “E’ perciò necessario promuovere la consapevolezza dell’impatto che essa può avere sulla salute dei nostri ragazzi, in modo da mettere in atto strategie volte a garantire loro il diritto di respirare aria pulita”. .  
   
   
L’UNIVERSITÀ CREA INNOVAZIONE AL VIA LA QUARTA EDIZIONE DEL PNI UDINE OSPITERÀ LA FINALE NAZIONALE  
 
Udine, 18 ottobre 2006 - Si terrà a Udine il 4 dicembre la quarta edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, la competizione che premia le migliori e più innovative idee imprenditoriali ad alto contenuto di conoscenza a livello italiano. Il Pni è l’evento di sintesi finale in cui 27 Università italiane confrontano i migliori progetti di ricerca applicata espressi in forma di business plan e quindi pronti per affrontare il mercato. Il Pni, frutto della collaborazione tra il mondo universitario, che l’ha progettato, e quello imprenditoriale che l’ha sostenuto, rappresenta uno strumento attraverso il quale potenziare i processi di innovazione tecnologica ed economica in grado di favorire la nascita e lo sviluppo di settori a più alta capacità competitiva. Ma il Pni rappresenta anche un importante mezzo attraverso cui le università possono stimolare e affiancare alle attività tradizionali (formazione e ricerca) processi di trasferimento tecnologico e di promozione dello sviluppo territoriale. Dal 2003, anno in cui si è svolta la prima edizione presso l’Università di Bologna, il Premio Nazionale ha promosso la nascita di circa 120 imprese spin off coinvolgendo, attraverso le business plan competition che lo animano, circa 5000 tra studenti e ricercatori e mettendo in gioco 1600 idee imprenditoriali su base tecnologica. Si tratta di risultati importanti riconosciuti più in ambito internazionale, testimonianza ne è l’invito a presentare il Pni al Global Startup Workshop organizzato ogni anno dal Mit di Boston, che in quello nazionale. L’evento che si tiene annualmente a dicembre rappresenta il momento finale di un percorso che coinvolge 12 competizioni locali, denominate start cup, organizzate dalle Università italiane. I tre vincitori di ciascuna edizione locale accedono alla selezione nazionale, sottoponendo le idee di business ad un ulteriore processo di valutazione effettuato da una giuria composta, tra gli altri, anche da investitori e venture capitalist. Ai lavori della giuria quest’anno prenderà parte anche il dott. Innocenzo Cipolletta. La finale, dopo Bologna, Torino e Padova, quest’anno si terrà a Udine, ospitata dall’Università che nelle tre passate edizioni ha visto i propri progetti vincere due primi premi e un terzo posto. L’iniziativa, organizzata con il sostegno della Regione Friuli V. G. E dei principali enti ed associazioni territoriali e con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovani Imprenditori di Confindustria, Crui, Codau, Iban e Aifi, si suddividerà in diversi momenti durante tutta la giornata del 4 dicembre. Alle 9. 30 si aprirà l’Expo Innovazione presso la sede del polo scientifico dell’ateneo friulano dove i partecipanti presenteranno le proprie idee innovative al pubblico dei visitatori, al mondo degli investitori e alla giuria, allestendo appositi spazi espositivi. Contemporaneamente si terranno alcuni convegni sui temi dell’innovazione, del trasferimento tecnologico e del finanziamento alle nuove imprese. Alle 20. 30 presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine si terrà la vera e propria proclamazione dei progetti che si aggiudicheranno i premi in denaro messi a disposizione: 60. 000 euro per il primo classificato, 30. 000 euro per il secondo e 20. 000 per il terzo. .  
   
   
ANTONIO AMBROSETTI ALL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO IL PROFESSORE È STATO NOMINATO SOCIO DELLA STORICA ISTITUZIONE  
 
 Torino, 18 ottobre 2006 - È unanimamente considerato uno dei maggiori esperti mondiali di Analisi matematica non lineare e alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste è professore ordinario del settore di Analisi funzionale. Non ha certo bisogno di presentazioni Antonio Ambrosetti: ora nominato socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. È nato a Bari nel 1944 e si è laureato in Matematica all´Università di Padova nel 1966. Decano della Sissa, fin dall’anno dell’istituzione della Scuola, nel 1978, è stato chiamato come docente e coinvolto nell’istituzione a Trieste del primo nucleo di ricerca in analisi non lineare. È membro del comitato editoriale di 15 riviste scientifiche internazionali e ha già ottenuto numerosi riconoscimenti importanti. Tra questi, il premio Caccioppoli nel 1985, Chaire Lagrange a Parigi nel 1991, è socio dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e dal 2003 è socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei. È stato, inoltre, visiting professor in molte università in tutto il mondo: da Brema, Praga, Parigi, Madrid, Granada, agli Stati Uniti e al Giappone. Ed è stato supervisor di tanti studenti di Phd, molti dei quali ormai professori. Un nuovo riconoscimento, dunque, per il matematico italiano che si dichiara orgoglioso di essere membro di una delle più prestigiose accademie d’Italia. L´accademia delle Scienze di Torino, istituita nel 1783 con l’intento di contribuire al progresso scientifico e alla diffusione del sapere attraverso congressi, convegni, seminari e conferenze, deriva dalla Società scientifica fondata nel 1757 dal matematico Luigi De La Grange e altri studiosi piemontesi. Tra gli appartenenti all’Accademia si annoverano anche Ugo Foscolo, Alessandro Manzoni, Amedeo Avogadro e tra i matematici Leonhard Euler, Moritz Cantor, Carl Gauss, Giuseppe Peano, Francesco Giacomo Tricomi. L´accademia è costituita da due Classi: la Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali e la Classe di Scienze morali, storiche e filologiche. .