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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 18 Aprile 2007 |
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IMMAGINI SATELLITARI PIÙ DEFINITE CONTRIBUISCONO A VERIFICARE IL RISPETTO DEI REGOLAMENTI AGRICOLI |
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Grazie a nuove immagini più definite trasmesse da un satellite ad altissima risoluzione sarà possibile controllare in modo più facile e veloce il rispetto delle norme della Politica agricola comune (Pac) . Il progetto volto ad integrare l´utilizzo dei satelliti di osservazione terrestre nella Pac è stato finanziato dall´Agenzia spaziale europea (Esa). Per ricevere sussidi dall´Unione europea gli agricoltori devono mantenere i loro terreni in buone condizioni agricole e ambientali. Le immagini satellitari possono essere impiegate dalle autorità per verificare il rispetto delle norme della Pac e dagli agricoltori per presentare richieste più accurate. La fotografia aerea e i satelliti ad alta risoluzione vengono utilizzati già da qualche tempo per monitorare aree ammissibili ai finanziamenti della Pac. I satelliti di osservazione terrestre ad altissima risoluzione trasmettono immagini più dettagliate rispetto ai vecchi satelliti ad alta risoluzione: sono in grado di identificare numerose caratteristiche del paesaggio e di rilevare potenziali fenomeni erosivi e le pratiche agricole utilizzate, nonché il mantenimento dei pascoli. Le norme relative alle buone condizioni agricole e ambientali impediscono agli agricoltori di modificare senza l´autorizzazione delle autorità nazionali determinate caratteristiche del paesaggio, come siepi, filari alberati, stagni, muri e singoli alberi. Lo scopo di tali norme è la conservazione degli habitat per gli organismi e le specie europei. Le immagini satellitari ad altissima risoluzione possono essere utilizzate per identificare tali peculiarità del paesaggio. Con l´ausilio di immagini aeree digitali è possibile localizzare persino singoli alberi. Il confronto tra nuove e vecchie immagini di una medesima zona consente di individuare con precisione se alcuni elementi siano stati rimossi. Ai sensi delle norme relative alle buone condizioni agricole e ambientali, per ricevere sussidi destinati a colture permanenti gli agricoltori devono mantenerle in buono stato. Le immagini ad altissima risoluzione mostrano chiaramente le colture ben conservate o quelle che invece sembrano trascurate. Le autorità possono quindi ispezionare i campi per verificare se le colture siano state abbandonate o mantenute in modo inadeguato. . |
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DIVISIONE FAO SI SPOSTA A BUDAPEST |
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L´ice riporta che l´Ufficio regionale europeo della Fao (Food and Agricultural Organization) si sposterà da Roma a Budapest il prossimo mese di settembre. La struttura sarà ubicata in Benczúr utca, nel sesto Distretto, con uno staff di 39 persone. Un centro servizi Fao, simile a quelli già esistenti a Bangkok e Santiago del Cile, sarà operativo presso il palazzo del Ministero dell´Agricoltura ungherese e coprirà uno spazio di 1. 600 mq. . |
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INCONTRO SULLO SVILUPPO DEL BIODIESEL |
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Udine - Come creare anche nel Friuli Venezia Giulia una filiera finalizzata alla diffusione del biodiesel: è il tema dell´incontro dibattito in programma venerdì 20 aprile a Fiume Veneto, nell´Aula magna di via San Francesco, con inizio alle ore 9. Il convegno è organizzato dall´Ersa, l´Agenzia regionale per lo Sviluppo Rurale, nell´ambito del programma nazionale biocombustibili (Probio), nel contesto del quale è stato predisposto il progetto Friuli Biodiesel. Negli ultimi anni è crescente l´interesse degli imprenditori agricoli per le attività rurali connesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Tuttavia, nel Friuli Venezia Giulia lo sviluppo delle colture finalizzate alla realizzazione di oli combustibili vegetali e biodiesel si sta appena abbozzando, e le prime esperienze sono appena alla fase di avvio. L´iniziativa dell´Ersa mira ad avvicinare gli attori del settore oli combustibili di origine vegetale e biodiesel, e cioè gli agricoltori e le loro organizzazioni, per ribadire le potenzialità del comparto. In modo specifico, al centro delle relazioni del´incontro di Fiume Veneto saranno le valutazioni agronomiche ed economiche sulle prove sperimentali delle colture di colza e di girasole svolte nell´ambito del progetto Friuli Biodiesel. . |
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AGRICOLTURA, CENNI, "LA SPINTA A INVESTIRE DIMOSTRA LA TRASFORMAZIONE DEL SETTORE" |
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Firenze - "I dati dell´indagine Irpet sul 2006 mostrano come l´agricoltura toscana stia vivendo una fase di riorganizzazione che comporta due effetti: uno congiunturale (un lieve calo dei volumi prodotti) e l´altro strutturale (una forte spinta agli investimenti). E´ dunque una agricoltura che sta gradualmente uscendo da una fase di stagnazione e che sta costruendo concretamente il suo rilancio attraverso un crescente impulso verso l´innovazione e la qualità". Così l´assessore regionale all´agricoltura Susanna Cenni commenta i dati dell´indagine campionaria condotta dall´Istituto di programmazione economica su 500 agricole toscane. Per l´assessore la contrazione del fatturato nel 2006 (-3%) rispecchia in gran parte le difficoltà e le incertezze causate dall´entrata in vigore della recente riforma della Pac (la riprova è che il settore più in sofferenza è proprio quello dei seminativi) ed è comunque contenuta e inferiore al dato nazionale (-3,5%). "I produttori toscani, come quelli delle altre regioni - evidenzia l´assessore - scontano una fase direi quasi inevitabile di incertezza seguita a una riforma che impone un radicale cambiamento di mentalità. E´ un contraccolpo, ne sono certa, che si riassorbirà nei prossimi anni, anche perché complessivamente il comparto vive una fase di graduale ma costante rilancio: basti vedere i dati che riguardano i settori trainanti della nostra agricoltura di qualità, viticoltura e olivicoltura, i quali registrano andamenti ampiamente positivi". Ed è proprio questa spinta alla qualità e all´innovazione che, per l´assessore, rappresenta il dato più eloquente: "L´indagine ci mostra che una fetta molto consistente delle aziende agricole continua a investire per qualificare la propria azienda (il 33% intende aumentare la sua produzione di qualità), per aggiornarla dal punto di vista tecnologico (ben il 40% delle aziende hanno investito in macchinari), e che gran parte (il 55%) delle aziende di dimensioni più cospicue ha una percezione positiva del proprio futuro. Questo dinamismo ci dimostra che ci sono le condizioni per garantire già nel breve periodo uno scatto in avanti a tutto il comparto". L´assessore evidenzia anche che, accanto agli investimenti, occorre però anche una nuova capacità di intervento sui mercati: "I dati evidenziano il bisogno di un potenziamento della nostra offerta. Sono due a mio avviso le condizioni per realizzarla: la prima è l´allargamento delle iniziative di filiera corta che possono aprire nuovi spazi, specie sul territorio, la seconda è la creazione di rapporti più strutturati all´interno della filiera produttiva: le aziende devono fare sistema, costruire collaborazioni e sinergie perché è solo superando la frammentarietà di un comparto basato su aziende spesso molto piccole che è possibile portare la qualità delle nostre produzioni sia sulle catene della grande distribuzione, sia sui mercati internazionali". . |
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NUOVO BANDO PER LA RICERCA AGRICOLA 2007/2010: PRESENTATO AL SEMINARIO SULLA RICERCA REGIONALE |
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Torino - Un nuovo bando per la ricerca, la sperimentazione e la dimostrazione agricola, di durata triennale (2007-2010) è stato presentato questa mattina, nell’ambito del seminario “Dal territorio al laboratorio: la ricerca regionale al servizio dello sviluppo agricolo”, organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura presso il centro incontri di corso Stati Uniti 23. Il bando per linee prevede la presentazione di progetti fino al 15 giugno nell’ambito delle linee obbiettivo, ovvero delle priorità approvate dalla Giunta regionale in ambito di ricerca agricola, e premierà le proposte caratterizzate da elementi di novità, qualità tecnico-scientifica, collegamento col territorio e che prevedano esplicitamente iniziative volte al trasferimento dei risultati presso agricoltori, tecnici e consumatori. La capacità di trasferire e divulgare i risultati è uno degli elementi cardine sottolineati nel suo intervento dall’assessore all’Agricoltura Mino Taricco: “In questi due anni di impegno come Assessore ho visto il mondo agricolo muoversi tra l’applicazione concreta dei risultati delle ricerche e la sperimentazione di nuovi percorsi che aiutino a coniugare l’attività produttiva con il territorio e l’ambiente. Faccio l’esempio della direttiva comunitaria sui nitrati, finalizzata a ridurre e prevenire i fenomeni di inquinamento delle acque da nitrati di origine agricola, che costringerà la zootecnia a ridefinirsi nell’uso del territorio e nelle modalità di gestione. In casi come questo, la ricerca ci può e ci deve guidare nell’individuare i percorsi migliori e ci fornisce gli strumenti per governare il cambiamento in atto. ” L’assessorato all’Agricoltura della Regione sostiene e promuove la ricerca da quasi trent’anni: la legge di riferimento è tuttora la n. 63/1978, cui hanno fatto seguito la n. 13/1999, che ha avviato uno specifico sostegno a favore dell’agricoltura biologica, e la n. 17/1999 che ha riordinato le funzioni amministrative tra Enti Locali e Regione. Il bando per linee è un impegno rilevante per la Regione sia da un punto di vista organizzativo (nell’ultima tornata sono stati approvati 70 progetti su 104 presentati) sia economico (circa 1,6 milioni di euro di contributo annuo). Dopo l’introduzione dell’Assessore all’Agricoltura e del Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino Bruno Giau, il seminario ha tracciato il quadro seguito in questi anni dalla ricerca agricola regionale. La Struttura flessibile “Competitività e Innovazione” ha informato sull’attuazione della L. R. 4/2006, che ha istituito il Sistema regionale per la ricerca e l’innovazione. Ricercatrici dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria di Roma hanno esposto i risultati di una indagine sul grado di penetrazione presso gli imprenditori dei risultati della ricerca e hanno presentato la banca dati della ricerca, costituita da oltre 1000 progetti su iniziativa della Rete Interregionale Ricerca Agricola, con il sostegno finanziario di 10 Regioni. Per maggiori informazioni sul bando: http://www. Regione. Piemonte. It/agri/index. Htm . |
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SIAB, IL GRANDE «FORNO» DELL’ARTE BIANCA PRESENTATA A MILANO LA MANIFESTAZIONE LEADER DEL COMPARTO, IN PROGRAMMA A VERONAFIERE DAL 5 AL 9 MAGGIO PROSSIMI. |
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È democratico, moderno, nutriente, edonistico. È un rapporto di passione, quello che lega gli italiani e il pane. Un rapporto sempre più stretto, in costante crescita, se è vero che il 96% degli italiani acquista pane fresco artigianale. Vale a dire 47,9 milioni di persone su un totale di quasi 50 milioni di giovani e adulti. Sono questi alcuni dati della ricerca sugli italiani e il pane, realizzata dal sociologo Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, per conto di Siab – International Techno Bake Exhibition, e presentata questa mattina all’Hotel Principe di Savoia di Milano, insieme con l’ottava edizione del Salone internazionale dell’Arte bianca, in programma a Veronafiere dal 5 al 9 maggio prossimi. «Veronafiere investe ancora in modo importante nel settore agroalimentare», ha dichiarato il direttore generale Giovanni Mantovani, «e Siab è una pedina fondamentale all’interno della manifestazioni che la nostra società organizza, nell’ottica di favorire, in misura crescente, sia in Italia che all’estero, le opportunità di sviluppo della filiera e del settore delle tecnologie alimentari». Una «mission» sempre più consolidata, quella dell’Ente fieristico veronese, nei confronti dell’agroalimentare. «Rappresentiamo oltre il 40% per cento del prodotto “manifestazioni fieristiche” del comparto», ha proseguito Mantovani, «con ben otto eventi, che dimostrano la nostra attenzione verso la promozione del made in Italy. L’appuntamento di Siab costituisce una garanzia sia per il panorama tecnologico ed espositivo che per l’offerta di servizi ai visitatori e agli operatori». In particolare, ha precisato Flavio Piva, condirettore generale di Veronafiere, «la rassegna conta oltre 400 espositori, di cui il 20% esteri provenienti da 16 Paesi, ed ha come obiettivo principale l’internazionalizzazione, grazie all’organizzazione di varie iniziative nei mercati più dinamici del mondo». Ampia l’offerta di eventi e manifestazioni a Siab. «Avremo 6 eventi speciali e 64 convegni», ha ricordato Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-ima Spa, società leader nel campo del packaging e del processo alimentare, «a conferma del fatto che in tema di arte bianca a Verona si potrà trovare una specializzazione elevata e professionalmente qualificata». . |
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GLI ITALIANI E IL PANE ARTIGIANALE SINTESI DELLA RICERCA 2007 SVOLTA DA ASTRA RICERCHE PER IL SIAB |
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È in atto un boom del consumo del pane fresco artigianale: è questo il principale risultato dell’indagine demoscopica commissionata ad Astra Ricerche dal Siab, il Salone Internazionale dell’Arte Bianca di Verona, e realizzata nella seconda metà di gennaio 2007 tramite 1. 488 interviste telefoniche, somministrate con il metodo Cati (Computer Aided Telephone Interviewing) ad un campione rappresentativo della popolazione italiana 14-79enne (esclusi i non residenti e i membri delle convivenze: ospedali, ospizi, convitti, carceri, caserme, conventi, ecc. ), pari ad un universo di circa 50 milioni di adulti. Gli italiani che dichiarano che in famiglia si acquista pane fresco artigianale sono il 96% della popolazione: come a dire 47. 9 milioni su un totale di quasi 50 milioni. Il consumo è sostanzialmente trasversale, anche se un modesto ‘picco’ (98%) si osserva nel Lazio (Roma è davvero la capitale d’Italia, almeno per quello che riguarda il pane fresco artigianale). I due concorrenti diretti del prodotto artigianale sono il pane industriale, che non supera il 28% (14. 1 milioni: soprammedia nel Triveneto e nel nord-ovest dove maggiore è il peso della moderna distribuzione alimentare) e il pane surgelato/congelato che non arriva al 7% (3. 3 milioni: in particolare in Veneto). Ma anche le fette biscottate col loro 66% di penetrazione nelle famiglie italiane (32. 9 milioni: specie nel centro-sud), i cracker col 63% (31. 5 milioni: specie nel Triveneto), i grissini col 46% (23. 2 milioni: specie al nord e in particolare in Piemonte) e i granetti col 17% (8. 5 milioni di persone: con lieve accentuazione in Emilia-romagna) si tengono a grande distanza dal pane fresco artigianale, assoluto leader nel Paese. Di più: mentre fino alla fine degli anni ’90 il prodotto artigianale appariva in lieve calo a favore di quello industriale o surgelato/congelato e specialmente dei cosiddetti prodotti sostitutivi, con l’aprirsi del nuovo decennio/secolo/millennio la diffusione del pane fresco artigianale è tornata a crescere: più del pane industriale (anche congelato/surgelato) e specialmente più dei prodotti sostitutivi, di cui si registra un calo generalizzato. In sintesi, il pane fresco artigianale cresce di 1. 8 milioni dal 2000 ad oggi e quello industriale di 1. 4 milioni mentre – nel loro insieme – i prodotti sostitutivi perdono ben 2. 6 milioni (per il calo anzitutto delle fette biscottate di tipo tradizionale e dei cracker di ogni tipo). Sono stati chiesti ai 2. 1 milioni di italiani la cui famiglia non è acquirente di pane fresco artigianale, i motivi di questa scelta: si è scoperto che in quattro casi su dieci le ragioni sono legate o a questioni di salute/intolleranza alimentare o all’impossibilità/sco-modità di approvvigionarsi di pane fresco, mentre solo in un caso su tre si parla di preferenza per il pane industriale. Questi ultimi soggetti (0. 7 milioni di adulti) sono quasi raggiunti dall’oltre mezzo milione di nostri connazionali che in casa consuma pane auto-prodotto in casa sia in forni tradizionali sia in forni moderni: costoro non sono affatto vecchi contadini o montanari ma - all’opposto - giovani men che 35enni, più residenti nei comuni minori, distribuiti dal sud al Triveneto, specie studenti e appartenenti al ceto medio impiegatizio e autonomo, con 0-14enni in famiglia. Qualcuno potrebbe essere spinto sostenere che la quota dei consumatori di pane fresco artigianale è cresciuta a seguito della crisi economico-sociale della prima metà di questo decennio, ma l’ipotesi è smentita dal rinnovato ‘boom’ presso gli imprenditori, i dirigenti, i professionisti, gli impiegati, i quadri, i tecnici, gli insegnanti e gli studenti delle scuole medie superiori e universitari: un target medio e medio-alto/alto che torna o per la prima volta accede al pane fresco artigianale non più come all’alimento basico dell’Italia povera ma come a una delle esperienze modernizzanti più connesse con i nuovi stili alimentari. D’altra parte è impressionante la frequenza d’acquisto del pane fresco artigianale: più di due italiani su tre lo comprano tutti i giorni o quasi (in particolare i 14-34enni, i residenti al sud, le famiglie con figli, i salariati e i lavoratori autonomi così come gli appartenenti ai ceti superiori); più di un quinto si approvvigiona da due a quattro volte alla settimana (specie al nord e nelle città maggiori); solo un dodicesimo ha una frequenza d’acquisto minore ma mai bassissima. E tali dati vanno letti sapendo che il 31% compra meno di un chilo alla settimana, quasi la metà da 1 a 4 chili (in media 2. 3 chilogrammi), un sesto 4 o più chili (con il dato medio che cresce man mano che si va verso sud e che – ovviamente – cresce il numero medio dei componenti del nucleo familiare). Quanto alle occasioni di consumo, prevalgono i due pasti principali: la cena (83% degli italiani) e il pranzo (81%), con minor peso della prima colazione (13%) e della merenda (a metà pomeriggio 12% e a metà mattina 9%). Ma contano assai pure il consumo al ristorante/pizzeria (45%), a casa di familiari/amici (41%), durante viaggi/picnic (35%). Certo, la moderna distribuzione alimentare è un canale di peso crescente nel mercato del pane, servendo quattro italiani su dieci (naturalmente con forte accentuazione per il pane industriale e quello congelato/surgelato). Ma il dato-chiave è un altro e consiste nella straordinaria leadership del dettaglio tradizionale, che serve circa otto acquirenti su dieci, con particolare forza delle panetterie dotate di forno proprio, le quali da sole servono il 70% degli acquirenti di pane di ogni tipo e oltre il 90% degli acquirenti di pane fresco artigianale. Con un’aggiunta: i forni autonomi contano più della media al nord, tra i 25-44enni, per il ceto medio autonomo e impiegatizio, ossia nella nuova Italia dei consumi (con totale smentita dell’identificazione tra dettaglio/artigianato tradizionale e vecchia Italia senile, povera, arcaica). Viene da chiedersi: quali sono le ragioni di questo rinnovato ‘boom’ del pane fresco artigianale? L’indagine condotta da Astra Ricerche per Siab ne indica dieci: 1) Il pane fresco artigianale non è considerato un alimento vecchio e superato (lo pensa meno del 4%) e neppure un prodotto consumato prevalentemente dai poveri (una tesi propria solo di un ottavo del campione): al contrario, esso è ridiventato un alimento che corrisponde pienamente ai più moderni stili alimentari e di vita, pur provenendo da una straordinaria tradizione plurimillenaria. 2) In effetti, per la grande maggioranza dei nostri connazionali, il pane fresco artigianale non è più un alimento basico, da alimentazione povera e dei poveri, pur se resta per il 36% uno degli alimenti che costano meno e per il 39% un prodotto con un eccellente rapporto qualità/prezzo. No, esso è diventato un cibo contemporaneamente antico e innovativo: da un lato esso è considerato uno dei piloni portanti del ‘made in Italy’ (il 69% ne parla come di “una delle migliori espressioni della tradizione alimentare italiana”), mentre un quasi identico 70% dice che “è espressione di tante tradizioni regionali o locali assai diverse”, consentendo a quasi tutti un pluralismo un tempo inaccessibile (quando, per secoli, ogni provincia poteva mangiare uno o al massimo due tipi di pani diversi); dall’altro lato, esso esprime valori avanzati (per il 70% è democratico, non discriminando tra età, sessi, condizioni sociali e culture) mentre per il 68% “è uno degli alimenti più sicuri, senza rischi di truffe o sofisticazioni”, per il 62% è adatto anche ai giovani ed è da essi amato, per il 60% “fa bene alla salute”. 3) Secondo la gran parte della popolazione, non solo il pane non fa male alla salute (lo ritiene meno del 5% del campione) e “non è di per sé ingrassante” (lo sostiene il 62%) ma “va bene anche nelle diete dimagranti purché naturalmente non se ne mangi troppo” (55%) ed entra benissimo nei moderni stili alimentari (75%): anzitutto perché si accompagna benissimo ad altri prodotti e apporta preziose sostanze nutritive (69%), col vantaggio ulteriore di essere un ‘taglia-fame’ (68%) e di dare sazietà non costringendo a riempirsi continuamente (secondo la gente solo il latte ha un effetto maggiore su questo terreno). 4) Le sue qualità intrinseche ne fanno un cibo non solo nutriente (69%) ma anche essenziale per la buona crescita dei bambini e dei ragazzi (64%), che d’altra parte pressoché mai lo rifiutano o lo mangiano con difficoltà (solo nell’1% dei casi). 5) Va da sé che tale salutarietà è legata sia all’immagine di prodotto semplice e genuino (70%), non manipolato, nettamente superiore ai pani industriali/surgelati/congelati (55%), sia al suo netto miglioramento recente, discendente dall’accresciuta attenzione alla qualità da parte dei fornai (30%). 6) Vincente su tutto è l’edonismo alimentare: il 75% ha un rapporto quasi erotico col pane fresco artigianale “quando è caldo, appena uscito dal forno, dotato com’è di un sapore e di un profumo straordinari”; ma anche quando non è appena sfornato resta, a detta del 69%, un prodotto alimentare eccezionale anzitutto per il suo buon profumo (69%) e subito dopo per il suo gusto/sapore (68%) oltre che per la sua consistenza (da molto morbida a croccante a seconda dei desideri: 66%). 7) D’altra parte una delle motivazioni principali del rinnovato ‘boom’ del pane artigianale è il suo successo: il 65% afferma che esso piace molto ai suoi familiari/conoscenti, il 62% - come abbiamo visto - parla dell’eccezionale goodwill giovanile per esso, un identico 62% sostiene di adorarlo (“mi piace moltissimo, specie in alcuni tipi o specialità”: soprammedia i 14-34enni, i residenti nel Triveneto, gli studenti, il ceto medio impiegatizio e autonomo, i salariati, coloro che convivono con 0-14enni), mentre quasi un italiano su due (il 49% e cioè 24. 2 milioni di nostri connazionali) sostiene che non potrebbe farne a meno, non riuscirebbe a vivere senza pane: qui con leadership del solito Triveneto, dei 45-54enni, degli abbienti e dei laureati non meno che dei soggetti con reddito e consumi medio-bassi (a partire dai salariati), di coloro che hanno bambini o pre-adolescenti in famiglia e degli internauti. 8) Non si notano quasi differenze di genere sessuale nell’amore per il pane, un tempo prevalentemente maschile e ora sostanzialmente bisex. 9) La sua modernità non cancella i suoi antichi valori sia di consumo sia etico-sociali: il 67% lo ama ancora nel caffelatte la mattina, magari un po’ vecchio e il 55% ne coglie e ne esalta il profondo legame con la tradizione cristiana (con accentuazioni che riguardano sia i 55-64enni sia i giovani 14-24enni), con evidente riferimento al significato del pane nel Sacramento dell’Eucaristia, al miracolo del Cristo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, all’atto esemplificativo della carità cristiana consistente nella condivisione del pane con gli ‘ultimi’. 10) Non esiste alcun altro alimento e probabilmente alcun prodotto che sia giudicato contemporaneamente esempio di tradizionalità positiva (dal 77% degli adulti) e di modernità (89%), di trasversalità democratica (84%) e di prestigio sociale (71%). Insomma, orgoglio nazionale, locale, religioso e laico si sommano in un mix inedito e potente di favore collettivo per questo alimento che viene da lontano e che – oggi moltiplicato quanto a forme, tipi, gusti, consistenze, ecc. – torna ad affermarsi prepotentemente quale sintesi avanzata di vecchio e di nuovo, di radici e di genuinità salutistica, di ‘verità’ e di travolgente piacere orale, olfattivo, tattile, visivo, persino uditivo (se croccante), materiale e simbolico. . |
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"DESIGN FOOD EXPERIENCE" ALLA TRIENNALE FINO AL 23 APRILE ALLE 19.30 L´INAUGURAZIONE CON LA VICEPRESIDENTE BECCALOSSI |
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Forme di Grana Padano che diventano tavolini per innovative abat-jour. Salumi delle province lombarde che, sovrapposti tra loro, si trasformano in veri e propri contenitori. Bottiglie di vino dal design accattivante che trovano una naturale connotazione, trasformandosi in veri e propri complementi d´arredo. Alcuni degli elementi del patrimonio agro-alimentare della Lombardia, insieme alle proposte di grandi maestri del design, da mercoledì 18 aprile, a lunedì 23, cercheranno di stupire i visitatori di "Design Food Experience" (Triennale di Milano - viale Alemagna, 6), iniziativa promossa dall´assessorato regionale all´Agricoltura, in occasione del "Fuori Salone", la manifestazione che si svolge parallelamente al Salone Internazionale del Mobile. "L´obiettivo - commenta Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore regionale all´Agricoltura, che domani alle 19. 30 aprirà ufficialmente la rassegna - è di offrire al pubblico una visione particolare del vino e del cibo che, grazie al design, diventano soggetti d´arte, di gioco e si fanno tramite di un messaggio che vuole promuovere e valorizzare i prodotti tipici anche come ambasciatori di qualità e identità culturale". La stessa Beccalossi premierà domani le tre bottiglie di vino lombardo (un Pinot nero dell´Oltrepò, un Lambrusco Mantovano e un Lugana del Garda), selezionate nei giorni scorsi da una giuria nell´ambito di Vinitaly, la fiera internazionale del vino svoltasi a Verona. "Abbiamo selezionato tre soggetti - commenta Guido Cesati, segretario generale di Confartigianato Legno-arredo, membro della Giuria - che, oltre ad esaltare l´eccellenza del vino lombardo, contribuiranno a valorizzare ulteriormente un settore, quello del design, di cui Milano e la Lombardia, sono già assolute protagoniste mondiali". . . |
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IL CSO CONFERMA I PROPRI VERTICI: PAOLO BRUNI ALLA PRESIDENZA E RENZO PIRACCINI CONSIGLIERE DELEGATO |
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Ferrara - Con l’approvazione del bilancio d’esercizio e l’elezione delle cariche direttive si è tenuta ieri l’Assemblea del Cso che ha visto confermati gli incarichi fino al 2010 al Presidente Paolo Bruni e al Consigliere Delegato Renzo Piraccini. Alla vicepresidenza di Cso sono stati eletti Cesare Bellò di Opo Veneto e Carlo Manzo del Gruppo Lagnasco di Cuneo. Il Presidente Paolo Bruni, fondatore insieme a Renzo Piraccini del Cso, esprime una viva soddisfazione per l’operato del Centro Servizi nei quasi 10 anni di vita. “ Si tratta - dichiara Bruni – di una delle esperienze più significative dell’ultimo decennio per l’ortofrutta italiana; il Cso si è dimostrato un valido strumento di lavoro di cui avvalersi per competere nel nostro settore. Per il futuro – continua Bruni – oltre a fornire ai Soci i servizi di Statistica e Valorizzazione già svolti in questi anni, il Cso si dovrà attivare efficacemente nell’abbattimento delle barriere fitosanitarie che impediscono ai nostri prodotti ortofrutticoli di raggiungere i nuovi mercati. Infine – conclude Bruni – un altro grande obiettivo per il Cso sarà quello di portare avanti il progetto di Valorizzazione della Pera Abate di cui la nostra base sociale detiene la leadership nazionale”. . |
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“MACCHINE PROFESSIONALI PER CAFFÈ”: NEL 2006 LA PRODUZIONE COMPLESSIVA FA REGISTRARE UN INCREMENTO DEL 6,2% A VALORE E DEL 3,8% A VOLUME. |
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La crescita si è concentrata maggiormente sulle macchine tradizionali (semiautomatiche e automatiche), che fanno registrare un aumento del 4,1%. La crescita produttiva è da attribuire in gran parte alle esportazioni, incrementate del 7,5% a valore e 4,4% in volume. L’andamento del mercato interno (+2,6% in valore, +2,2% in volume) è stato generato essenzialmente dalla sostituzione/ricambio del parco macchine ad opera delle torrefazioni, focalizzato su macchine semiautomatiche e automatiche; le superautomatiche continuano a rappresentare un segmento marginale sul mercato interno. Sul mercato interno alla buona crescita del 2006 dovrebbe far seguito una sostanziale stabilità nel 2007. Continueranno a crescere a buon ritmo le esportazioni trainate da continui incrementi di consumo di caffè espresso e cappuccino in molti mercati esteri. A livello di segmento la crescita riguarderà maggiormente le macchine semiautomatiche-automatiche, dove godiamo di una ottima immagine, e sulle quali le aziende stanno investendo in miglioramenti tecnici e funzionali. Servizio (assistenza al cliente, rapidità e rispetto dei tempi di consegna) e qualità (sono i principali fattori critici di successo con un aumento d’importanza della innovazione di prodotto. Dati Di Sintesi, 2006
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Numero di imprese |
30 |
Numero di addetti |
1. 230 |
Numero medio di addetti per impresa |
41 |
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) |
307,0 |
Variazione media annua della produzione (a) 2006/2002 (%) |
3,9 |
Fatturato per addetto (‘000 euro) |
249,6 |
Valore aggiunto (Mn. Euro) |
83,8 |
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) |
6,7 |
Export/produzione(a) (%) |
74,3 |
Valore del mercato a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) |
79,0 |
Variazione media annua del mercato (a) 2006/2002 (%) |
2,3 |
Quota di mercato delle prime 4 imprese(a) (%) |
61,1 |
Quota di mercato delle prime 8 imprese(a) (%) |
72,6 |
Previsioni di sviluppo del mercato interno(a) |
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· 2007/2006 (%) |
stabilità |
· medio periodo |
Leggera crescita |
Previsioni di sviluppo dell’export(a) |
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· 2007/2006 (%) |
6 |
· medio periodo |
crescita |
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| Fonte: Databank . |
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CRESCENTE ATTENZIONE DA PARTE DEI COMPETITORS AL MERCATO DELLA RICOTTA, FORTE EVOLUZIONE DELLA COMPETIZIONE SETTORIALE. |
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Dopo anni di forte crescita dei consumi di ricotta il 2006 segna un’inversione di tendenza, registrando un calo dello 0,9% a valore (oltre 200 milioni di euro a prezzi ex-fabrica), anche se in buona parte la contrazione è da attribuire al calo dei prezzi. In lieve ridimensionamento i volumi della ricotta (-0,5%) che paga il forte calo delle vendite nel canale tradizionale, che ha un peso consistente nell’area d’affari (30% sul totale). Prosegue invece l’espansione del prodotto a libero servizio. Positive le performances della produzione di mascarpone che nel 2006 cresce dell’1,3% a volume, trainato esclusivamente dalle vendite sui mercati esteri (+4,6% a volume) mentre sul mercato interno calano i consumi (-1,3% a volume), con un calo più accentuato a valore a causa del calo dei prezzi dei prodotti finiti. Nel 2007, a consuntivo, e nel breve termine dovrebbero crescere in volume tutte le tipologie di ricotta: la più dinamica dovrebbe confermarsi la ricotta di bufala, prodotto che ha ampie potenzialità di sviluppo ed un’ulteriore spinta dovrebbe essere data dalla concessione della Dop Anche per il mascarpone, nel breve termine, è prevedibile un’inversione di tendenza dopo la contrazione dei consumi nel biennio 2005-2006: si prevede una sostanziale stabilità/leggera crescita dei consumi, correlata sostanzialmente allo sviluppo delle vendite al sud dove il mascarpone fino a pochi anni fa era scarsamente presente, e alle buone prospettive per i consumi dell’industria e del catering. Dati Di Sintesi, 2006
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Numero di imprese |
500-600 |
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) |
400,7 |
Variazione annua della produzione 2006/2005 (%): |
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· in quantità |
0,3 |
· in valore |
-0,1 |
Valore aggiunto (Mn. Euro) |
103,9 |
Export/produzione (%)(a) |
21,1 |
Import /consumo (%)(a) |
1,4 |
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) |
294,0 |
Variazione annua del mercato 2006/2005 (%)(a): |
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· Mascarpone |
-1,3 |
· Ricotta vaccina |
-1,0 |
· Ricotta ovina |
0,7 |
· Ricotta bufala |
3,2 |
Ricotta: Quota di mercato prime 4 imprese (%)(a) |
27,7 |
Mascarpone: Quota di mercato prime 4 imprese (%)(a) |
77,1 |
Previsioni di sviluppo della produzione 2007/2006 (%)(a): |
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· Mascarpone |
1,9 |
· Ricotta |
1,2 |
Tendenza di medio periodo |
crescita |
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LA SFIDA DEGLI CHEF IL GRANDE HOTEL O IL RISTORANTE DI FAMIGLIA: CUOCHINTESTA SPIEGA PERCHÈ FUNZIONANO. |
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Ci sono due strade per salvarsi: i ristoranti che si tramandano da generazioni e che coinvolgono una squadra molto affiatata, data da rapporti di parentela distribuiti tra sala e cucina, o il rilancio di ristoranti che sorgono presso i grandi alberghi, quindi con la possibilità di avere personale specializzato oltre al supporto delle entrate economiche che provengono dall´ospitalità. Questo vale da nord a sud della Penisola, nelle grandi città d´arte come Roma e Firenze fino alle località toccate dal turismo come la costa ligure, la Valpolicella o l´isola di Ischia. Un resoconto che emerge dalle interviste di Cuochintesta. It, il portale dove i nuovi cuochi italiani si raccontano senza segreti. Bruno Barbieri, Enzo Pettè e Rodolfo Chieroni sono gli chef di grandi strutture alberghiere, rispettivamente del "Ristorante Arquade" presso Villa del Quar in Valpolicella, "Hostaria Bibendum" presso l´hotel Helvetia & Bristol di Firenze e “Cafè Romano” presso Hotel d’Inghilterra a Roma. Una scelta precisa, un tempo osteggiata, ma che oggi offre un connubio importante e che permette agli chef di crescere puntando al massimo della qualità, come sottolinea anche Bruno Barbieri: "Oggi credo che questa sia la strada giusta. Basti pensare che noi siamo un´azienda di 35 dipendenti: l´albergo dà la possibilità di avere personale specializzato e allo stesso tempo aiuta a compensare i "periodi morti" del ristorante con la clientela dell´hotel. Non è più come una volta, chi vuole aprire un´attività o ha molto da investire o è davvero difficile. " Anche da parte della clientela qualcosa è cambiato, e i ristoranti dell´hotel riacquistano un´importanza tale per cui diventa normale andare a cena presso una di queste strutture. Dall´altra parte ci sono invece i ristoranti di tradizione familiare, che si tramandano da generazioni, o che comunque coinvolgono più membri della famiglia. Agata Parisella, di "Agata e Romeo" di Roma, è la donna chef che porta avanti una tradizione di famiglia che dal 1934 è caratterizzata dallo chef sempre al femminile, con il marito in sala. Oppure il contrario, lui in cucina e lei in sala, come per Cristian Magri de "Il Vicolo" di Corsico (Mi), con la moglie Manuela a contatto diretto con i clienti, o per Andrea Sarri di "Agrodolce" di Imperia. Fino a Umberto Regine di "Umberto a mare" di Forio di Ischia (Na), uno chef che porta avanti una tradizione familiare cominciata nel 1936, e che sottolinea: "Siamo un gruppo affiatato, un gruppo che sente di fare la differenza. Siamo tutti agganciati, uniti, c´è un sentimento forte che ci lega. Io sono lo chef e mio fratello Marco è in sala, ma in realtà c´è anche lui in cucina, perchè entra, prova, impara. Il gioco è tutto lì. " . |
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DAL 19 APRILE CESSA IL DIVIETO SINO AI 500 METRI QUOTA PER I PRODOTTI FITOSANITARI DANNOSI ALLE API |
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Bolzano - La Ripartizione provinciale agricoltura informa che nei prossimi giorni cesserà progressivamente il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari dannosi alle api durante il periodo di fioritura delle piante frutticole. Da giovedì 19 aprile, alle ore 24,00, cesserà il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari dannosi alle api nei frutteti sino a 500 metri di quota. Va comunque sottolineato che il divieto rimane in vigore anche in questa fascia altimetrica per le piante da frutto che si trovano in fase di fioritura. Per quanto concerne, invece, le zone più alte, il divieto di impiegare prodotti fitosanitari dannosi alle api resta in vigore fino alla revoca. . |
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VETERINARI DI TRE PAESI IN VISITA IN ABRUZZO |
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Pescara - La malattia vescicolare dei suini in Abruzzo è stato il tema centrale dell´incontro che si è svolto, questa mattina, a Pescara, nella sede dell´Agenzia Sanitaria regionale, tra il dirigente del servizio veterinario della Regione, Giuseppe Bucciarelli, i responsabili degli omologhi servizi delle Asl di Pescara e Teramo, ed una delegazione di veterinari statunitensi, canadesi ed australiani, accompagnata da esperti dell´Unione europea e del Ministero della Salute. Il gruppo di studio si è diviso in due. L´altro gruppo è, infatti, impegnato in sopralluoghi in Veneto e Lombardia. I rappresentanti di Aphis e Cfia, le sigle delle Agenzie di ispezione sugli alimenti, saranno in Abruzzo fino al 18 aprile. Successivamente si recheranno in Molise. L´iniziativa rientra nelle attività che il Governo italiano sta ponendo in essere per consentire alle aziende di prodoti derivati da suini di esportare anche nel Nordamerica, in Oceania ed in Sudamerica. A questo scopo, la delegazione visiterà le strutture di macellazione e lavorazione delle carni. Bucciarelli ha presentato ai colleghi esteri l´apparato e le azioni che la Regione mette in atto in tema di sicurezza alimentare. Tra le più significative il Piano di sorveglianza, il controllo sulla movimentazione del bestiame e l´organizzazione attravreso le Unità di Crisi, il Comiatto regionale per le zooprofilassi, il gruppo di intervento rapido sul focolaio oltre alle fasi di emergenza. . |
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PARCHI, MONTE DI PORTOFINO, LIQUORE DI MIRTO IN VETTA ANCHE SENZA NURAGHI E UN CASOLARE DIROCCATO DIVENTA UN AGRIRIFUGIO ECOLOGICO LAVORO IN CRESCITA PER I GIOVANI DELLA COOPERATIVA AGRICOLA IL GIARDINO DEL BORGO DI SAN FRUTTUOSO |
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Si allunga la lista dei prodotti agro-alimentari tradizionali del Monte di Portofino. Dopo il miele, l´olio extravergine di oliva, gli aromi essiccati (timo, origano,rosmarino, salvia e maggiorana), la cooperativa agricola Il Giardino del Borgo di San Fruttuoso Capodimonte presenta il liquore di Mirto, liquore antico, legato al nome di Venere, dea dell´amore, ma soprattutto alla Sardegna. Senza però alcuna velleità di far concorrenza ai sardi, la cooperativa dei giovani del borgo, guidata da Andrea Leverone, è partita con una piccola produzione del liquore di mirto, in possesso della certificazione da agricoltura biologica. In tutto quest´anno sono state prodotte150 bottiglie di liquore di mirto con il metodo tradizionale dell´infusione in alcool di una decina di chili di bacche, raccolte a mano nelle fasce all´interno del Parco di Portofino. "Il mirto- spiega Emanuela Chinchella, socia della cooperativa- fa parte del tipico paesaggio del Monte di Portofino, fatto di dirupi, sentieri impervi, muretti a secco e piante di ulivo, con il mare attorno. Una novità molto apprezzata come digestivo dopo pasto dalla clientela dei ristoranti che ce lo hanno richiesto, al punto che le scorte stanno praticamente finendo". E sempre sul Monte di Portofino, i sette soci della cooperativa stanno portando a buon fine un progetto molto ambizioso. Obbiettivo: non solo prendersi di nuovo cura del territorio dopo decenni di abbandono e riportare l´agricoltura dove nel Medioevo i monaci benedettini l´avevano introdotta, ma anche ridare vita a un casolare diroccato, uno dei tanti che si incrociano lungo i sentieri che portano al borgo di San Fruttuoso. Il vecchio casolare casa di Molini sta diventando un punto di accoglienza e di ristoro per i molti visitatori del parco. Un agririfugio che già per i materiali utilizzati, vuole essere un tutt´uno con il passato e con la tradizione, senza tralasciare i vantaggi delle nuove tecnologie pulite. Casa di Molini avrà gli stessi muri in pietra di un tempo, nuove lastre di ardesia sul tetto, pavimenti e infissi costruiti con i legno di castagno delle zone più alte del Monte di Portofino, lavorato sul posto fino al taglio delle tavole. E poi il sughero per l´isolamento termico, i pannelli solari per l´acqua calda, la legna per il forno e per il riscaldamento. Nell´agririfugio di Molini ci saranno anche quattro camere per il pernottamento. . |
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BENEVENTO: PARTE PROGETTO SUL MARCHIO STORICO PER I PRODOTTI SANNITI |
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La storia come segno d’identità, marchio e risorsa economica del territorio. Affrontando 500 anni di storia, quelli della Longobardia minor, tradotti in ceramica dai maestri artigiani di Cerreto Sannita/san Lorenzello, ha preso il via il piano su “La tracciabilità culturale dei prodotti artistici locali e agroalimentari”, promosso da Confartigianto Imprese Benevento. “Un progetto di penetrazione culturale sui mercati – ha ribatto Antonio Campese, presidente regionale di Confartigianato e componente della giunta camerale sannita – che punta al binomio vincente bottega-scuola; un coniugare il nostro patrimonio storico-artistico con le produzioni tipiche, da identificare e valorizzare in un packaging che richiami la nostra storia nella sua unicità. Una sfida forte per il territorio che punti alla qualità come valore”. Campese ha riferito di una prossima missione, sostenuta dalla Provincia di Benevento, con ben dieci aziende di ceramisti sanniti a Dubai negli Emirati Arabi e delle potenzialità che si aprono per questo comparto artigianale. “Di fronte a commesse enormi – ha detto il presidente regionale di Confartigianato – le nostre aziende non dispongono di sufficiente manodopera. E qui la scuola deve recuperare nell’offerta formativa le proposizioni e le innovazioni che chiede il mondo dell’impresa”. “E’ un’iniziativa a misura di territorio – ha osservato Pietro Iadanza, assessore alle Attività produttive del Comune di Benevento – dove la storia assurge a valore aggiunto. Quando i prodotti della nostra terra vengono identificati con la storia diventano risorsa importante, assumono quella unicità che è spendibile sui mercati”. “Questo progetto offre grande opportunità ai giovani – ha sottolineato Ines Victory D’angelo, dirigente scolastico dell’Istituto d’Arte di Cerreto Sannita – per la capacità di interconnessione di tre ingranaggi fondamentali: le botteghe ceramiche, l’associazionismo e la scuola”. Lorenzo Masotta dell’Associazione “Nicola Giustiniano” ha posto l’accento sulla valenza della ceramica artistica tradizionale e sul patrimonio di opere accumulato in dieci edizioni di rassegna nazionale. Antonio Minervini, commissario dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha posto l’accento sull’economia della cultura: “La cultura, l’arte e la storia sono risorse primarie per i nostri sistemi economici”. “E’ tempo – ha detto Minervini – di istituzionalizzare i distretti culturali e le loro filiere per mettere a sistema le varie risorse del territorio”. “Si tratta di una felice intuizione avuta da Confartigianato – ha concluso il presidente dell’Ente camerale sannita, Gennaro Masiello – tradotta in un progetto concreto per lo sviluppo del territorio. Una linea propositiva che, attraverso la storia, conferisce identità alle produzioni del territorio. Il Sannio beneventano deve ritrovare quella capacità di progettualità che consenta al nostro sistema di incrociare e intercettare risorse contando di più, anche nella nuova programmazione 2007-2013 rispetto ad una Regione che sembra guardare con grande attenzione solo ai territori congestionati e in perenne emergenza”. Nel corso dell’incontro, il prof. Luigi Meccariello, presentando il video “Benevento, Salerno e Capua al tempo dei Longobardi” e dieci lavori in ceramica ispirati all’Abate cassinese Desiderio, ha rivendicato la necessità di riappropriarsi della identità di un popolo e il bisogno di conoscere la propria storia per poter tracciare le coordinate future. . |
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VINO E ASPARAGI DI TERLANO 20 ANNI D’ARMONIA |
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Quando l’arrivo della primavera è ormai prossimo e sbocciano i primi germogli, i protagonisti assoluti a Terlano sono gli asparagi “Margarete” e, naturalmente, il vino. Tra aprile e maggio il paese si trasforma nella Mecca per tutti gli amanti di questo prelibato ortaggio ed offre oltre 50. 000 kg di asparagi per deliziare i palati di intenditori e buongustai. Nel celebre “triangolo dell’asparago” tra Vilpiano, Settequerce e Terlano, la coltivazione della ghiotta verdura vanta una tradizione centenaria: 15 coltivatori vi producono, su una superficie di 10 ettari, il nobile ortaggio. Ogni anno, dal mese di aprile, si ripete un identico rito: nel giro di pochissime settimane gli asparagi “Margarete” e il Sauvignon di Terlano vengono completamente esauriti. Il perché di tanta brama è da imputare a tecniche di coltivazione che puntano in primo luogo sulla qualità, ad una lavorazione veloce, nonché ovviamente al delizioso sapore dell’asparago unito alle sue preziose qualità nutritive. Accanto alle virtù depurative dell’acido aspartico esso è infatti ricco di vitamine e sostanze minerali come il calcio, il fosforo e il potassio. Lo stesso si può dire del vino: le sue virtù stimolanti, il suo bouquet dolcemente fruttato ed il suo alto contenuto di acidi lo rendono perfetto per un accostamento agli asparagi. “Il Sauvignon ricorda le giovani e fresche foglie del pomodoro, l’ortica e i frutti tropicali ed è quindi perfetto per le verdure primaverili”, spiega Rudi Kofler, enologo della Cantina di Terlano. “Questa perfetta combinazione era stata proposta già nel 1987 dall’allora enologo della cantina, Sebastian Stocker e da Helmuth Huber, Presidente dell’Associazione Albergatori sezione Terlano”, afferma Georg Höller, Presidente della Cantina di Terlano. “Essi tennero a battesimo il Vino da asparagi di Terlano, un Sauvignon fresco e giovane, che raggiunge la maturità ideale proprio nel periodo degli asparagi”. Ogni anno vengono prodotte 15. 000 bottiglie di “Vino da asparagi”, con un’etichetta speciale, vendute poi nell’arco di poche settimane. Il “Vino da asparagi” di Terlano è stato il primo vino in ambito europeo, ad essere provvisto di apposita etichetta per consigliarne l’abbinamento al prelibato ortaggio. Da allora questo vino ha un suo posto d’onore nel Museo degli Asparagi di Schrobenhausen. . |
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ENTRO MAGGIO I PAGAMENTI DEI PREMI NON PAGATI RELATIVI AL PSR 2000/2006: 60 MILIONI DI EURO COSÌ RIPARTITI - I DATI DI RIFERIMENTO |
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Torino - In riferimento ai mancati pagamenti relativi al vecchio Piano di Sviluppo Rurale 2000/2006, per i quali il Ministero per le Politiche Agricole ha annunciato in questi giorni di aver sbloccato i finanziamenti, che verranno liquidati entro maggio, si forniscono alcuni dati di dettaglio: Le aziende agricole beneficiarie in Piemonte sono circa 17. 000. La quasi totalità degli elenchi “impagati” è costituita da domande presentate per l’annualità 2006 per misure a premio o di accompagnamento, e in particolare: misura D - prepensionamento: 105 domande per un importo di circa 800. 000 euro; misura E – indennità compensativa nelle zone di montagna: 4. 400 domande per un importo di circa 5,2 milioni di euro (1. 200 euro in media a pagamento da effettuare); misura F – misure agroambientali: 12. 000 domande per un importo di circa 38 milioni di euro (3. 100 euro in media a pagamento da effettuare); misura H – imboschimenti in aziende agricole: 1. 800 domande per un importo di circa 2,6 milioni di euro (1. 400 in media a pagamento da effettuare). Per quanto riguarda le misure di miglioramento della competitività: misura A – ammodernamento aziende: importo di circa 2,5/3 milioni di euro; misura I – forestazione: importo di circa 6 milioni di euro. . |
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LUCCA : UN MINI CORSO PER IMPARARE A DEGUSTARE L’OLIO |
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L´olio: protagonista della cucina, sempre più apprezzato e richiesto. Con gli assaggi guidati imparerete a distinguere caratteristiche, pregi e difetti. Dal 7 maggio prossimo è in programma il mini corso “Impariamo a degustare l’olio” organizzato dalla Camera di Commercio di Lucca. Imparare ad apprezzare un buon olio extravergine di oliva, valutarne la qualità e riconoscere i difetti, confrontare le diverse caratteristiche, distinguere gli odori ed i sapori affinché un maggior bagaglio culturale indirizzi il consumatore nelle scelte più opportune: il capo panel vi guiderà durante gli assaggi di oli extravergine, Igp e Dop della lucchesia, di altre province e regioni ed oli esteri. Il corso è rivolto a ristoratori, agriturismo e consumatori dei comuni della Versilia. Sono accettate 20 persone, considerato l’ordine di arrivo delle iscrizioni pervenute per posta, fax, e-mail o consegnate direttamente all’Ufficio Promozione Interna ed Estera della Camera di Commercio. Al termine del corso viene rilasciato un attestato di frequenza. . |
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PREMIO NAZIONALE PER L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA MONTIFERRU |
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Oristano - Giunto alla Xiv edizione il Premio nazionale per l’olio extravergine d’oliva “Montiferru”, si arricchisce di un workshop, che assicurerà alla manifestazione un respiro internazionale. Da venerdì 27 a domenica 29 aprile, a Seneghe, sarà presentata la selezione dei migliori oli extravergini a un qualificato gruppo di buyers provenienti anche da mercati stranieri. Per l´occasione sarà realizzato un opuscolo illustrativo con le schede e le caratteristiche chimiche e organolettiche degli oli finalisti. L’intento è quello di favorire l´incontro tra domanda e offerta, agevolando la commercializzazione delle produzioni di qualità, protagoniste della rassegna. Il Premio nazionale per l’olio extravergine d’oliva “Montiferru” è una manifestazione di comparto ormai affermata a livello nazionale, come conferma la partecipazione di ben 322 produzioni provenienti da 16 regioni d’Italia, tra le quali ne sono state selezionate 56 per la fase finale del concorso; a queste si aggiungeranno le 4 produzioni che hanno rappresentato la Sardegna alle finali del concorso nazionale “Ercole Olivario”. Proprio la fase di selezione preliminare dei migliori oli italiani quest’anno ha avuto quale protagonista la rivista tedesca Merum, una qualificata istituzione del settore, che ha messo a disposizione i propri esperti assaggiatori. E’ stata attivata quindi una commissione giudicatrice che eseguirà il “panel test” per assegnare i premi ai migliori oli Dop, Biologici ed Extravergini. La cerimonia conclusiva di premiazione dei vincitori del Concorso è prevista domenica 29 aprile, con inizio alle 10, nella Casa Aragonese di Seneghe (teatro principale della rassegna), in chiusura di cinque giorni ricchi di appuntamenti e iniziative per la promozione delle produzioni agroalimentari, alla cui realizzazione ha lavorato il Comitato organizzatore del Premio, guidato dalla Camera di Commercio di Oristano e di cui fanno parte anche Provincia di Oristano, Comune di Seneghe, Ersat Sardegna – Laore Sardegna, Consorzio Interprovinciale per la Frutticoltura-agris Sardegna, Associazione Nazionale “Città dell’Olio”. Si comincia giovedì 25 aprile con la commissione giudicatrice che si mette al lavoro nella sala di degustazione della Camera di Commercio di Oristano. Venerdì 27 aprile nella Casa Addis di Seneghe è prevista l’apertura della Vetrina dei vini della provincia di Oristano, mentre nella Casa Aragonese prenderà il via il Workshop, con incontri individuali tra buyers e produttori di olio extravergine di oliva (ore 10 - 13 e 15,30 – 17,30); nel pomeriggio (ore 18) degustazione guidata per i buyers degli oli partecipanti. Sabato 28 aprile, al mattino (ore 10 - 13) Workshop e incontri individuali tra buyers e produttori di olio extravergine di oliva; nel pomeriggio, a Oristano, visita del “Mercato Terre Shardana”, proposto dal Gal Montiferru Barigadu Sinis, e degustazione guidata degli oli partecipanti e dei prodotti del Montiferru. In serata, alle 20, a Seneghe, spettacolo folkloristico. La Casa Addis di Seneghe nella stessa giornata di sabato 28 e anche il giorno seguente ospiterà una Vetrina dei prodotti agroalimentari di qualità e la seconda edizione del concorso “Vini Seneghesi”. Domenica 29 aprile, alle 10, nella Casa Aaragonese di Seneghe, prevista la Cerimonia conclusiva del Premio nazionale per l’olio extravergine d’oliva “Montiferru”. Nel programma della mattina la presentazione delle caratteristiche organolettiche e chimiche degli oli vincitori; la presentazione dello studio sulle tecnologie sperimentali e la valorizzazione degli impianti di trasformazione dell’olio nel Montiferru; la premiazione dei vincitori del Premio Montiferru 2007; infine una degustazione dei vini della provincia di Oristano. Tra gli obiettivi della manifestazione, ricorda il Comitato organizzatore del Premio, vi sono la sensibilizzazione degli olivicoltori e dei titolari degli impianti di trasformazione a razionalizzare le tecniche di produzione per il miglioramento della qualità dell´olio; lo stimolo dei produttori a curare l’immagine e il confezionamento per la presentazione del prodotto nei mercati qualificati; la valorizzazione dei migliori oli extra vergini di oliva prodotti in Italia, per favorirne la conoscenza e l´apprezzamento da parte dei consumatori; la promozione di marchi particolari come quello delle “Produzioni biologiche” e delle “Dop”; e la promozione del Territorio in senso lato sfruttando l’olio come prodotto di punta ed elemento attrattivo. . |
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SIAB, IL GRANDE «FORNO» DELL’ARTE BIANCA
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Presentata a Milano la manifestazione leader del comparto, in programma a Veronafiere dal 5 al 9 maggio prossimi. Illustrata, in anteprima nazionale, la ricerca del professor Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, su «Gli italiani e il pane», un prodotto consumato dal 96% della popolazione. Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani: «Sviluppare la filiera della panificazione all’interno dell’agroalimentare di qualità». Il condirettore generale Flavio Piva: «Nuove opportunità all’estero per il settore» È democratico, moderno, nutriente, edonistico. È un rapporto di passione, quello che lega gli italiani e il pane. Un rapporto sempre più stretto, in costante crescita, se è vero che il 96% degli italiani acquista pane fresco artigianale. Vale a dire 47,9 milioni di persone su un totale di quasi 50 milioni di giovani e adulti. Sono questi alcuni dati della ricerca sugli italiani e il pane, realizzata dal sociologo Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, per conto di Siab – International Techno Bake Exhibition, e presentata questa mattina all’Hotel Principe di Savoia di Milano, insieme con l’ottava edizione del Salone internazionale dell’Arte bianca, in programma a Veronafiere dal 5 al 9 maggio prossimi. «Veronafiere investe ancora in modo importante nel settore agroalimentare», ha dichiarato il direttore generale Giovanni Mantovani, «e Siab è una pedina fondamentale all’interno della manifestazioni che la nostra società organizza, nell’ottica di favorire, in misura crescente, sia in Italia che all’estero, le opportunità di sviluppo della filiera e del settore delle tecnologie alimentari». Una «mission» sempre più consolidata, quella dell’Ente fieristico veronese, nei confronti dell’agroalimentare. «Rappresentiamo oltre il 40% per cento del prodotto “manifestazioni fieristiche” del comparto», ha proseguito Mantovani, «con ben otto eventi, che dimostrano la nostra attenzione verso la promozione del made in Italy. L’appuntamento di Siab costituisce una garanzia sia per il panorama tecnologico ed espositivo che per l’offerta di servizi ai visitatori e agli operatori». In particolare, ha precisato Flavio Piva, condirettore generale di Veronafiere, «la rassegna conta oltre 400 espositori, di cui il 20% esteri provenienti da 16 Paesi, ed ha come obiettivo principale l’internazionalizzazione, grazie all’organizzazione di varie iniziative nei mercati più dinamici del mondo». Ampia l’offerta di eventi e manifestazioni a Siab. «Avremo 6 eventi speciali e 64 convegni», ha ricordato Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-ima Spa, società leader nel campo del packaging e del processo alimentare, «a conferma del fatto che in tema di arte bianca a Verona si potrà trovare una specializzazione elevata e professionalmente qualificata». . |
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“OCCHIO AL MARCHIO – LA STRADA DEL PESCE”: LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA INVITA A CONOSCERE E DEGUSTARE IL PESCE DELL’ADRIATICO
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Dal mare alla tavola Il pesce fresco dell’Adriatico va in tavola e stupisce il pubblico con il suo sapore e la sua qualità. Un vasto ed importante palcoscenico di iniziative previste dalla campagna “Occhio al marchio – La strada del pesce” -promossa dalla Regione Emilia Romagna e dalle province di Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì-cesena - punta a valorizzare le specie ittiche dell’Alto Adriatico. Cinque mesi, da aprile fino alla fine dell’estate, di eventi, serate di degustazione, conferenze, incontri con i pescatori e lezioni di cucina. Un vero e proprio invito aperto a tutti coloro che si troveranno a visitare le località della costa emiliano-romagnola per imparare ad apprezzare i sapori, la qualità, la freschezza del pesce dell’Adriatico e per vivere le tradizioni e la cultura delle persone e dei luoghi della pesca. Il progetto Promosso dalla regione Emilia-romagna, con la collaborazione delle province di Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì-cesena, “Occhio al marchio – La strada del pesce” offre un programma denso di iniziative e interventi finalizzati a promuovere il pesce e la cultura ittica dell’Adriatico. I cambiamenti della produzione e dei consumi del settore hanno reso indispensabile investire sulla promozione di un prodotto e di un marchio di qualità che renda il pesce dell’Adriatico unico e riconoscibile al grande pubblico dei consumatori. Allo stesso tempo il progetto punta a sensibilizzare gli operatori che compongono la filiera di produzione, perché adottino il marchio Pcaa (Prodotto Certificato Alto Adriatico) che sarà presto registrato ufficialmente come marchio collettivo di rintracciabilità del pesce Adriatico. Con queste azioni si vuole diffondere una conoscenza approfondita dei sapori e delle caratteristiche uniche dei prodotti ittici ed al tempo stesso offrire una garanzia di sicurezza alimentare in tutte le fasi di lavorazione, dalla pesca alla preparazione di deliziose specialità culinarie. Sono quindi coinvolti tutti i soggetti del settore, dai pescatori che spiegheranno ed insegneranno le tecniche della pesca, ai ristoratori che accoglieranno il pubblico offrendo degustazioni che faranno apprezzare e conoscere i prodotti del “mare nostrum”. Il pesce – Educare il consumatore Il protagonista della campagna promozionale è certamente lui, il pesce prodotto nell’alto Adriatico. Al fine di renderlo familiare al consumatore e promuoverne l’uso corretto sarà diffuso nei luoghi degli eventi un calendario “Le quattro stagioni del pesce dell’Adriatico”. Su questo semplice strumento di consultazione sono indicate tutte le specie ittiche dell’Adriatico ed i mesi in cui ne avviene la pesca, durante i quali è dunque possibile trovarle fresche e ad un prezzo adeguato. La campagna di educazione al consumatore prevede inoltre una pubblicazione “ Alimentazione sana: occhio al marchio”, anch’essa distribuita nei luoghi degli incontri, dove sono elencate le specie ittiche note e meno note, le loro proprietà organolettiche ed i benefici di un’alimentazione ricca di pesce fresco e di qualità. Programma degli eventi Venti settimane di eventi nelle località costiere e nelle provincie più importanti della regione, animeranno le giornate e le serate di abitanti e turisti. Le vetrine del pesce: “Vetrina del pesce dell’Adriatico con dimostrazioni di cucina e degustazioni” e “Vetrina del pesce dell’Adriatico con dimostrazioni di cucina e omaggio di una piccola fornitura di pesce già pronta per la cottura” saranno allestiste presso i centri commerciali più importanti e durante manifestazioni di grande richiamo. Nel corso di queste occasioni aperte gratuitamente al pubblico, Il consumatore potrà conoscere le varietà di pesce e le modalità di pulizia, conservazione e cottura, assaggiare il prodotto che dovrà diventare famigliare ed entrare nelle abitudini di consumo. Da segnalare, in particolare, la vetrina su cozze, molluschi, pesce bianco e pesce azzurro alla Sagra dell’asparago di Mesola dal 25 Aprile al 1 Maggio; la vetrina con degustazione alla Fiera Internazionale del Birdwatching e del turismo naturalistico di Comacchio dal 28 al 30 Aprile; la vetrina su cozze e molluschi alla Sagra della Vongola di Goro dal 19 al 22 Luglio. Oltre naturalmente agli appuntamenti nelle marinerie dei porti e nelle pescherie, luoghi tipici di produzione e vendita del pesce adriatico. Le degustazioni enogastronomiche sono un altro ghiotto appuntamento per i consumatori. Saranno 55 serate che coinvolgeranno i ristoratori delle località costiere di tutte le province interessate, da Comacchio a Cattolica, che avranno una settimana a testa per cucinare ed offrire menù a base di pesce certificato , lezioni di cucina e materiale divulgativo della campagna. Sarà una vera e propria staffetta che partirà da San Romualdo di Ravenna e toccherà le località di Cesenatico, Cervia, Milano Marittima, Rimini, ed i lidi Ferraresi di Volano, Spina, Estensi, fino a Goro e Comacchio. Oltre alle iniziative sulla terra ferma si potrà partecipare a quelle “In mare Aperto” che avranno luogo nelle marinerie della costa, da Goro a Cattolica, e riguarderanno le attività di pesca, le imbarcazioni, le pratiche di lavorazione e conservazione e degustazioni offerte dai pescatori. Questi eventi permetteranno al grande pubblico di conoscere direttamente i gesti quotidiani della pesca, entrando in contatto con la vita semplice dei pescatori che apriranno le porte su un mondo spesso poco conosciuto o dimenticato. Proprio per allargare la conoscenza delle attività legate alla pesca è prevista una campagna di sensibilizzazione verso i giovani delle scuole elementari della provincia di Rimini, articolata in una serie di incontri con bambini e genitori e visite guidate ai luoghi della pesca. I dettagli del progetto, gli eventi e l’elenco dei ristoranti aderenti all’iniziativa sono consultabili sul al sito ufficiale del progetto: www. Stradadelpesce. It . Si può inoltre contattare lo Iat di Cesenatico (Fc) ai numeri 0547-673287 e 0547-673288 o all’indirizzo mail: info@stradadelpesce. It . |
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DI VINI PROFUMI: TRA BERE E SAPERE, CULTURA E SAPORI DELLA PROVINCIA DI PRATO VIII EDIZIONE
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Di Vini Profumi, al via l’ottava edizione. Doppio appuntamento con i vini di Carmignano e i prodotti tipici della provincia nel Chiostro di San Francesco sabato 9 e domenica 10 giugno. Doppio appuntamento per l’ottava edizione di Di vini profumi, la manifestazione promossa da Provincia di Prato, Camera di Commercio e Strada medicea dei vini di Carmignano, che quest’anno propone l’incontro con i vini di Carmignano e i prodotti tipici sabato 9 e domenica 10 giugno nel chiostro di San Francesco (dalle 18 alle 23). Per Di vini profumi, che vede la collaborazione del Consorzio di tutela dei vini di Carmignano e dell’Agenzia per il turismo di Prato e coinvolge i produttori del Carmignano docg e il Pinot Nero Villa di Bagnolo del Marchese Pancrazi, saranno allestiti banchi d’assaggio, con la collaborazione dell’Associazione ristoratori, del Consorzio pasticceri e dell’Unione commercianti, dove si potranno degustare, oltre al vino, biscotti, olio, pane, mortadella di Prato e tanti altri prodotti della provincia. E un menù Di vini profumi sarà proposto anche dai ristoranti aderenti all’iniziativa. Come sempre si punta sull’accoglienza di un territorio che può offrire un patrimonio artistico e storico di grande interesse, ma anche quella ‘qualità’ del soggiorno che oggi fa sempre più la differenza per i turisti che scelgono la Toscana. Proprio sulla qualità della provincia che ospita la più piccola e più antica docg d’Italia, l’assessore al Turismo, Roberto Rosati, il presidente della Camera di Commercio, Luca Rinfreschi, quello della Strada medicea dei vini, Alessandro Cocci, e il Consorzio dei produttori guidato da Enrico Pierazzuoli, scommettono ancora una volta per offrire l’occasione di coniugare uno straordinario evento culturale a un appuntamento enogastronomico che animerà il centro storico. Premio Sirena d´Oro di Sorrento :V edizione del concorso italiano degli oli Dop Da mercoledì 18 a domenica 22 aprile gli appuntamenti del Mese dell’olio Dop in Campania, manifestazione cornice del Premio Sirena d’Oro di Sorrento Storia, cultura ed enogastronomia giocano con la “Caccia all’Olio” A Caserta giornate di assaggio, mostre fotografiche sullo sfondo di un’avvincente “caccia all’olio”. Domenica 22 aprile si parte con la “Stazione del gusto domenicale”che animerà i centri storici di Caiazzo e di Piana di Monteverna con stand di prodotti tipici e esibizione di gruppi folk. Verranno presentati inoltre i progetti “Piatto Tipico del Caiatino” e “ Le vetrine del gusto” Extravergine Dop protagonista tra assaggi e serate del gusto a Caserta. A partire da mercoledì 18 e fino a domenica 22 aprile, infatti, la città si animerà con gli appuntamenti del Mese dell’Olio Dop in Campania, manifestazione cornice della V edizione del Premio Sirena d’Oro di Sorrento, unico concorso nazionale dedicato all’olio Dop, promosso dall’Assessorato all’Agricoltura e a alle Attività produttive della Regione Campania e dalla Città di Sorrento in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Oleum e Federdop. Novità di quest’anno è il gioco della Caccia all’Olio, un avvincente percorso che condurrà i partecipanti attraverso la storia, la cultura e l’enogastronomia della zona con visite a oliveti e frantoi. L’appuntamento è fissato per domenica 22 aprile alle 10 da Piazza Xxi Maggio a Piana di Monte Verna, istruzioni sul regolamento e partenza per le tappe che condurranno alla conquista del tesoro dorato. La seconda tappa fissa sarà Caiazzo, con arrivo previsto per le 12, da dove la caccia proseguirà fino alle 19 con la premiazione presso il Palazzo Mazziotti. All’originale caccia al tesoro potranno partecipare squadre composte da due massimo quattro persone, requisito necessario non risultare residenti nei due comuni protagonisti dell’iniziativa. Il tesoro liquido, ovvero l’olio extravergine di oliva la “Caiazzana” sarà messo a disposizione dai produttori locali. Gli appuntamenti cornice di questo fine settimana iniziano mercoledì 18 aprile a Caiazzo con un convegno, presso il Palazzo Mazziotti alle 17, dal tema “la valorizzazione degli Oli extravergine di oliva in provincia di Caserta”. A relazionare l’incontro saranno Claudio Di Vaio e Raffaele Sacchi dell’Università Federico Ii di Napoli e Antonio Russo Formez, interverranno inoltre i rappresentanti di Enti ed Istituzioni locali e regionali, delle organizzazioni professionali, delle Associazioni olivicole e dei frantoiani, delle Città dell’Olio casertane e dei Comitati promotori delle Dop “Colline Caiatine”, “Terre Aurunche” e “Terre del Matese”. Sabato 21 aprile, invece, dalle 10 alle 20 al Chiostro del Comune di Caiazzo spazio alle mostre fotografiche “Olivi, Olio e Paesaggio” di Antonio Giannelli e “Caiazzo e i suoi vicoli” di Biagio Santacroce. Domenica 22 aprile, infine, tutti in partenza alla Stazione del Gusto Domenicale. A partire dalle 10, infatti, i centri storici di Caiazzo e Piana di Monteverna si animeranno fino alla sera con stand per l’esposizione e la degustazione di prodotti tipici locali, esibizione di gruppi folk e visite guidate. Alle 19 a Palazzo Mazziotti, in contemporanea alla premiazione della Caccia all’Olio, verranno presentati i progetti “Piatto tipico del Caiatino” e “Le Vetrine del Gusto”, un appuntamento che si ripeterà per tutte le ultime domeniche di ogni mese. Tante le iniziative che verranno organizzate nelle diverse province della regione Campania, dal 28 aprile al 1 maggio il Mese dell’Olio Dop approda a Salerno con banchi di degustazione aperti al pubblico, corsi di degustazione e particolari serate nelle enoteche con le tipicità locali. In tutti i locali che hanno aderito, “Le enoteche dell’Olio”, sarà possibile assaggiare piatti tipici locali in abbinamento agli extravergine di pregio del territorio serviti insieme alla Carta degli Oli. Ogni locale del circuito metterà inoltre a disposizione del pubblico un “Carrello degli Oli Dop della Campania”. . |
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MSC ORCHESTRA: A TAVOLA CON CLASSE QUANDO LA GASTRONOMIA NON TEME CONFRONTI
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Un mondo da vivere con l’acquolina in bocca. Msc Orchestra supera veramente se stessa nel proporti il meglio dell’offerta gastronomica, in tutti i sensi, grazie alla stupefacente varietà delle mille pietanze e la qualità eccelsa dei cibi scelti. Dalle carni selezionate e provenienti da allevamenti italiani direttamente controllati alla frutta fresca, tutto è genuino e curato, come il pane preparato a bordo con la passione e la sapienza delle più caratteristiche boulangerie. Un’offerta completa che spazia dai più gustosi piatti mediterranei alle più ricercate ricette orientali, dalla pizza partenopea e la Focaccia di Recco al Kebab turco fino alla Chocolate Bomb del Chocolate Bar di bordo…E allora non resta che farsi coinvolgere da questa atmosfera appetitosa e ricca: 187 scelte di pietanze ogni giorno dalla prima colazione al lunch, dal tea and coffee time al dinner … e la notte continua in uno sfavillio di aromi, colori e sapori! Le Mille E Una…ricetta - Una varietà infinita di gusti prelibati per vivere un’esperienza completa da apprezzare in tutti i sensi ma soprattutto con…gusto. Ricette regionali, piatti etnici, specialità del giorno per un totale di 14 menu settimanali e 280 portate diverse solo presso i ristoranti centrali: Villa Borghese e l’Ibiscus. E se vuoi avere a disposizione una scelta più “light” e meno impegnativa non avrai alcun problema grazie alle proposte dello Chef sempre presenti nel tuo menu. In aggiunta ogni giorno troverai la selezione “always available” per soddisfare anche…gli incontentabili. E, infine, per esigenze dietetiche particolari, nessuna preoccupazione: basta segnalarlo al momento della prenotazione e…tutte le vostre necessità verranno soddisfatte. Ristorante À La Carte E Buffet - Così come la gemella Msc Musica anche la nuova ammiraglia Msc Orchestra dispone di un esclusivo ristorante à la carte: il Four Seasons Ristorante arredato con finissimo marmo e completato da raffinate porcellane, bicchieri di cristallo e posateria d’argento. E per i più golosi gli eventi gastronomici di mezzanotte tra cui sapranno stupirvi in ogni angolo della nave : guest star della crociera sarà il Buffet Magnifico durante l’ultima notte a bordo che offrirà un centinaio di pietanze tra cruditées, stuzzichini e dolci, scolpiti e decorati. Shanghai Chinese Restaurant - Se ami i gusti orientali e non vuoi rinunciare ad un pizzico di esplorazione culinaria, pur nell’atmosfera spiccatamente mediterranea che si vive a bordo di Msc Orchestra, lo Shanghai Chinese Restaurant è il luogo ideale. Così come l’Ibiscus e Villa Borghese propongono una varietà di piatti rappresentativi delle regioni italiane e dei paesi mediterranei, al Shanghai si potrà avere una panoramica a 360° della cucina cinese, a partire dagli antipasti Dim Sum, una carrellata di manicaretti orientali provenienti dalle diverse regioni della Cina. Si passerà, quindi, alle zuppe caratteristiche inserite in una scelta di 4 diversi menu geografici: il nordico Beijing, il dolce Cantonese, il caratteristico Shangai e il piccante Szechuan. Verranno, inoltre, offerti 4 tipi di riso diversi, un menu vegetariano e una serie di dessert selezionati, dal gelato fritto al budino di riso, fino al banana spring roll…Il tutto accompagnato da una deliziosa Tsingtao, la birra “con gli occhi a mandorla”, oppure dall’aroma originale di uno dei sei thè e da un liquore caratteristico. Sentirsi In Forma…mangiando! - Cosa c’è di meglio che unire i piaceri rilassando il tuo corpo con un bel messaggio balinese o con una lezione di pilates e poi rigenerarsi con una bella tisana rinfrescante e disintossicante o con un buon frullato naturale? Grazie allo Spa Bar, posizionato direttamente all’interno della Body & Mind Spa, niente di più facile! E se, invece, vuoi gustare una rinfrescante spremuta di agrumi mentre ti abbronzi in piscina al ritmo di salsa e merengue…c’è il Vitamin Bar direttamente a bordo vasca, per non perdere neppure un raggio di sole! Impossibile Resistere – Un mondo che rimanda alla fabbrica di cioccolato di Willy Woka…un mondo di cioccolato! Non è un miraggio: al Chocolate Bar troverai ad accoglierti una fontana che genera cioccolato fondente! Da qui verrà “spinato” il cioccolato…Ma questa sarà solo la chicca di un ambiente dove si respirerà un irresistibile aroma di cacao e potrai gustare un’infinità di leccornie: dalle tavolette ai biscotti secchi, dalla fonduta dove immergere spiedini di frutta fresca e frutta secca alle cialde di wafer con gelato alla pera e fiordilatte cosparse di cioccolata calda… E poi i bicchierini di cioccolato fondente o di cioccolato bianco con forme diverse per elisir ad hoc. Una volta gustato il liquore, potranno essere degustati in tutta la loro delizia! . |
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A CAGLI, SPLENDIDA CITTÀ MARCHIGIANA DELL´ENTROTERRA PESARESE, TORNA DISTINTI SALUMI, LA RASSEGNA NAZIONALE DEL SALUME. |
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Organizzata da Slow Food e dal Comune di Cagli si sta affermando come il più importante e atteso appuntamento del gusto dedicato all´artigianato norcino nazionale di qualità. Un percorso alla scoperta delle migliori produzioni del nostro Paese, dalle più note alle meno note, alle produzioni di eccellenza, al mercato dei Presidi Slow Food che parte dall´analisi e giunge alle numerose occasioni di degustazione. Un appuntamento per diffondere e salvaguardare l´immenso patrimonio della norcineria italiana, frutto di una grande varietà di ambienti, razze animali, modalità di produzione dedicata alle famiglie dei salumi, alla stagionatura, alla degustazione, alla storia, alle tecniche di lavorazione, ai possibili usi gastronomici. Un appuntamento per meglio tracciare un percorso a tutela delle identità culturali legate alle tradizioni alimentari con uno sguardo sempre più attento alla riqualificazione di un´economia di recupero delle aree montane attraverso l´allevamento allo stato brado di suini autoctoni, per la produzione di carni pregiate e per la produzione e il consumo di salumi di alta qualità. Sono gli antichi palazzi nobiliari, i saloni, gli splendidi cortili, i conventi, gli androni, l´ottocentesco Teatro comunale ad ospitare tutti gli eventi della Rassegna. La qualità è il leit motiv per tutte le occasioni golose nel mare sterminato di proposte e iniziative, il filo d´Arianna che guida il visitatore tra le immense varietà di prodotti all´interno del labirinto del gusto che la città di Cagli offre nei tre giorni della rassegna. Il centro storico di Cagli diventa palcoscenico di eventi da scoprire o semplicemente da incontrare. Una passeggiata che solletica i sensi toccando i luoghi della festa: piccole porzioni di città che svelano la propria intimità, le proprie zone d’ombra e si trasformano in un percorso di conoscenza delle preziose risorse del territorio. Una scuola di sapori, di educazione sensoriale per imparare a gustare e riconoscere le delizie della nostra gastronomia. Un patrimonio di sapori unito ad un compendio degli elementi più nobili, la ricchezza del patrimonio storico, la grande arte, l´antica cultura civile. Un autentico motivo di richiamo per i viaggiatori in cerca di percorsi sicuramente gustosi ma anche per viaggiatori trascinati dall´interesse di “specchiarsi” in un territorio eapprofondire cosa sta dietro a ciò che mangia. Programma Edizione 2007. Convegno sabato 28 aprile ore 16. 00 - Palazzo Pubblico, Sala del General Consiglio Presentazione del Progetto sul “Manifesto dei salumi buoni puliti e giusti” Università di Scienze Gastronomiche Durante Salone del Gusto 2006, Slow Food ha lanciato l’espressione “buono, pulito e giusto” come nozioni chiave per la tutela dei prodotti tradizionali e il miglioramento dei prodotti moderni. Un cibo buono pulito e giusto è un cibo che presenta un’elevata qualità organolettica, che è ecologicamente sostenibile e che rispetta il lavoro delle comunità che lo hanno prodotto. Il compito che spetta oggi all’Associazione e ai suoi partner è di diffondere questo manifesto per un cibo migliore, declinandone i principi secondo le specificità delle filiere agroalimentari. Come si è fatto per i formaggi, il pesce, il miele, occorre cominciare a riflettere sulla produzione dei salumi per individuare quali sono le caratteristiche organolettiche, le tecniche produttive e i rapporti economici che contraddistinguono i salumi di qualità. L’arte dei norcini rappresenta un patrimonio fondamentale della gastronomia italiana ed europea, uno degli esempi più straordinari di come una tecnica sviluppata per obiettivi di sicurezza alimentare (conservare più a lungo la carne) possa trasformarsi in una tradizione culturale raffinatissima. Una tradizione che rischia tuttavia di estinguersi a fronte di una produzione industriale sempre meno sensibile alla complessità del gusto, alla sostenibilità dei processi, all’equità delle relazioni. Bisogna dunque correre al più presto ai ripari e moltiplicare gli sforzi di tutela e valorizzazione delle produzioni tradizionali. Il convegno “salumi buoni puliti e giusti” si propone dunque come il punto di inizio di una riflessione sui diversi aspetti della questione norcina e l’occasione per lanciare un’importante iniziativa commissionata da Distinti Salumi all’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food: la stesura di un “Manifesto dei salumi buoni puliti e giusti”. Apertura Lavori Il Manifesto dei salumi buoni puliti e giusti Il progetto di ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche Alberto Capatti Rettore Università di Scienze Gastronomiche Tommaso Venturini Ricercatore di Sociologia della Gastronomia Cominciare bene La qualità dell’allevamento per la qualità dei salumi Sergio Capaldo Veterinario e responsabile zootecnico dei Presidi Slow Food Il patrimonio di conoscenze dei norcini tradizionali Passato e futuro della produzione tradizionale Claudio Mezza Norcino Additivi e tecnologie moderne per la produzione dei salumi Opportunità e rischi Marco Riva Professore di processi delle tecnologie alimentari Il mio microclima Tecnologie della refrigerazione professionale Alessandro Cuomo Imprenditore Il marketing dei salumi di qualità Etichettatura, consorzi, dop, presidi Piero Sardo presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità La distribuzione dei salumi di qualità Conciliare produzione tradizionale e distribuzione moderna Oscar Farinetti Presidente di Eataly La qualità organolettica dei salumi Come distinguere un buon salume semplicemente assaggiandolo Gilberto Venturini Presidente di Slow Food Lombardia Domande e testimonianze dei norcini presenti Cortili Del Sale Dalle ore 10. 00 alle ore 22. 00 Un viaggio tra l´affascinante patrimonio alimentare fatto di salumi di qualità. Profumi e sapori eccentrici di cui bisogna fare esperienza. Una mappa studiata apposta per il visitatore che vuole approfondire con più calma e passione la norcineria italiana e d´Europa ospiti dei più antichi e suggestivi palazzi nobiliari della città. Nel cortile di Palazzo Marcelli-materozzi-brancaleoni una sosta permette di gustare la salumeria del Nord. Palazzo Mochi-zamperoli offre l´occasione per un interessante giro gastronomico tra i salumi del centro Italia. Proseguendo per le regioni e i salumi del Sud si arriva a Palazzo Felici. In un paio d´ore si può approdare in Europa assaggiando i salumi più autentici ospiti nel cortile di Palazzo Episcopale. Anche gli amanti del pesce non resteranno delusi di fronte alla nuovissima opportunità di assaggiare i salumi di pesce, il luogo migliore per concedersi ogni sfizio gastronomico. Ad accogliere i visitatori lungo i cortili è un´enoteca che propone le migliori etichette di vini delle Marche. Accostamenti, informazioni sulle tecniche produttive e sulle caratteristiche organolettiche per esaltare l´insostituibile binomio che lega il vino al cibo. Nell´enoteca professionisti sommelier curano una ricca carta di vini dominata dalle Doc del territorio sostenitrici portanti del migliore made in Italy. In carta tanti bianchi e rossi azzeccati, e un´ ampia offerta di champagne tra le maison che si aprono all´abbinamento con salumi e ai condimenti classici della tradizione. Chiostro Del Salume Dalle ore 10. 00 alle ore 22. 00 E´ il Mercato nazionale di produttori artigiani e di piccole realtà commerciali accuratamente selezionate da Slow Food su tutto il territorio nazionale. Sono sostenitori della qualità che mettono in mostra e in vendita i propri prodotti, alimenti preziosi e di sicuro valore. Filo rosso che collega gli artigiani presenti alla Rassegna è la Comunità del Cibo che accoglie in sé un gruppo legato da un comune sentire, dal rispetto per il prodotto al quale lavorano, per il pianeta, per le persone. Uno spaccato di esperienze, che racconta le proprie produzioni, le proprie differenze, i propri paesaggi, le proprie culture e la condivisione alla biodiversità. Piazza In Festa Dalle ore18. 00 alle ore 23. 00 Il sogno di ogni appassionato gourmet della migliore produzione di norcineria italiana si avvera alzando lo sguardo verso il centro dell´assaggio: la “Piazza in Festa”. Sotto l´ombra lunare del campanile della chiesa di San Francesco si allarga lo sguardo sulla Piazza delle Erbe con i bagliori di fuochi e carboni ardenti che dorano spiedi e griglie. Si gustano i migliori sapori della salumeria: maialino allo spiedo, wurstel, salsicce, porchette preparate con gusto e sapienza e cucinate all´aperto. L´atmosfera seducente bene si accorda con la cucina genuina della tradizione contadina italiana ed europea. La cantina privilegia vitigni locali e il territorio in un´ampia scelta tra le migliori etichette delle Marche. Un ottimo spazio è dedicato ai cultori del malto in un tour tra alcune note e meno note birrerie nazionali per scoprire novità e studiare nuovi abbinamenti. Presente un microbirrificio nazionale. Prodotti della “Piazza in Festa” di Domenica 29 aprile porchetta- arrosto di cinta senese cotto all´aperto - cotecchino alla brace - salsicce matte – ciarimboli - polenta alla carbonara - polenta con baccalà Prodotti della “Piazza in Festa” di Lunedì 30 aprile arrosto di cinta senese cotto all´aperto – wurstel - salsicce matte – ciarimboli - polenta alla carbonara - polenta con baccalà Prodotti della “Piazza in Festa” di Martedì 1° Maggio arrosto di cinta senese cotto all´aperto – wurstel - salsicce matte – ciarimboli - polenta alla carbonara - polenta con baccalà Salone Dell´editoria Foyer del Teatro comunale Le più importanti case editrici nazionali legate al mondo della tavola, a itinerari del sapore, guide enogastronomiche, storie ghiotte di artigiani del gusto, di antichi mestieri e nuove professioni allestiscono i nuovi spazi del Mercato del Territorio. Una testimonianza della cultura gastronomica molto seguita e apprezzata. Sono Veronelli Editore, Slow Food Editore, Cucine & Vini Editrice. Vengono, inoltre, presentate insieme agli autori nuove collane e opere editoriali nazionali. Aggiunge preziosità al sapere il Bookshop sull´arte, la cultura, la storia del territorio regionale dell´Associazione Librai di Urbino. Incontri Lunedì 30 aprile, ore 18 Palazzo Pubblico – Sala del General Consiglio Presentazione del libro “Tonino Guerra”, pubblicato da Veronelli Editore nella collana "I Semi - I protagonisti delle culture materiali" (biografie di coloro - uomini e donne - che hanno lavorato e vissuto a favore della terra, esaltato i valori della civiltà contadina, e cambiato, con la loro opera, lo stato delle cose). Saranno presenti: Rita Giannini, autrice (biografa ufficiale di Tonino Guerra) e Gian Arturo Rota, Direttore di Veronelli Editore Lunedì 30 aprile ore 21. 00 Zoom sui salumi: la fame filmata Teatro comunale Conferenza di Tommaso Lucchetti, storico dell’arte e della cultura gastronomica e conviviale, con proiezione di un montaggio di frammenti di film celebri e non, sul tema dei salumi nel repertorio cinematografico. Per proporre una riflessione su come l’arte del ventesimo secolo abbia saputo raccontare i suoi tempi, la quotidianità di momenti storici diversi, la fame più disperata ma anche l’ingordigia più voluttuosa e decadente, attraverso la concupiscenza dei salumi e delle altre leccornie suine, ghiottonerie universalmente amate e quindi celebrate anche sullo schermo. In collaborazione con “Cinebo” e l’associazione culturale “Il Paradosso del Barbiere”. Martedì 01 maggio ore 11. 00 Dal salumiere al cuoco Palazzo Pubblico - Sala del General Consiglio Conferenza a due voci con il celebre giornalista e scrittore bolognese Giancarlo Roversi e con Ugo Bollesi, giornalista, entrambi autori di importanti testi e studi sulla storia della gastronomia. L’incontro, tra aneddoti e storie, documenti e ricette tradizionali, offre anche diverse considerazioni su come i salumi, cibi emblematici di frugalità ma anche di grassa e golosa abbondanza, non fossero solo leccornie per spuntini rapidi e consuete merende da strada, ma anche ingredienti pregiati e ricercati per squisite imbandigioni, da impiegare in elaborate e sontuose preparazioni di cucina, e non solo convenzionalmente come aperture di pasti. Martedì 01 maggio ore 17. 00 Alla ricerca del porco perduto Palazzo Pubblico - Sala del General Consiglio Conferenza dello studioso di tradizioni popolari Luciano Giacché su una delle più celebri specie di maiale nella suinicoltura storica italiana, da secoli documentato anche nell’iconografia artistica. Una preziosa riflessione sull’evoluzione della razza di cinta senese, ed il suo percorso nel tempo, attraverso considerazioni su come gli esemplari cintati possano essere altrove presenti nel territorio con svariate presenze e contaminazioni ed incroci diversi, radicati nel tempo come anche in via di definitiva estinzione. Slow Painting Mostra di Leonardo Cemak Palazzo Berardi Mochi Zamperoli Pittura, disegno, illustrazione, fumetto, vignetta satirica. Lenta, meditata, riflessa. Armonia primordiale: vaghe fughe, atmosfere dense, prospettive mosse e linee ipnotiche. I suoi lavori si specchiano uno nell´altro, si con-fondono e si uniscono in sequenze. Un percorso espositivo, un itinerario visivo, una processione di immagini. Come nel caso di questa mostra. Frammenti, scrittura automatica, architettura razionale. Segni sentimentali. Quadri che paiono apparizioni, enigmi, presagi, aperture verso un mistero inevitabile che ci spaventa e ci attrae e tuttavia nel fondo l´osservatore di tali sue opere ritrova anche nel proprio sguardo qualcosa di quell´abbandono lento e di quella immedesimazione da cui l´artista ha preso le mosse. Illustratore, grafico, pittore, Leonardo Cemak nasce a Senigallia nel 1949. Ha collaborato con numerose riviste tra le quali “l´Unità”, “Rinascita”, “Esquire”, “Panorama”, “Epoca”, “Linus”, “Comix”, “L´europeo”. Per dieci anni è stato collaboratore del “Satyricon” de “la Repubblica”. Vincitore nel 1998 del Premio di satira politica in Forte dei Marmi e della Palma d´Oro, nel 1991, per la Letteratura Illustrata al Salone dell´umorismo di Bordighera è illustratore per le case editrici Rizzoli, Marietti, Comix, Panini. Disegnatore di numerose copertine per la casa editrice Rizzoli, ha tenuto e tiene attualmente mostre personali e collettive in Italia e all´estero. Escursioni Al Parco Volponi Lunedì 30 aprile ore 12. 00 - Teatro comunale “Ma i Romani mangiavano veramente come Trimalcione?”. Partendo dalle fonti antiche (Plauto, Catone, Columella, Apicio, Petronio), Roberto Danese, docente dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”, ricostruisce l´alimentazione dei Romani: dai semplici piatti del popolo, al cibo che si poteva acquistare per strada, ai sontuosi banchetti dell´aristocrazia. L’attenzione sarà concentrata sulle differenze di gusti, sapori ed aromi rispetto ai piatti moderni, nel tentativo di sfatare l’immagine che tradizionalmente si ha della cucina dell’antica Roma. Segue una gustatio romana. Il Parco Letterario "Paolo Volponi" racchiude l’entroterra della Provincia di Pesaro e Urbino. Con la sua attività, il Parco vuole diffondere e promuovere, attraverso la figura di Volponi, la cultura, la storia ed il paesaggio del territorio d’origine dello scrittore, al quale egli rimase sempre profondamente legato. Laboratori Del Gusto Palazzo Felici – Salone d´Onore Un´esperienza sensoriale concreta e stimolante è questa dei laboratori del gusto, al contempo luogo piacevole per conoscere da vicino la produzione, la trasformazione, la storia e la cultura alimentare. Approfondimenti a tema e degustazioni comparate insieme agli esperti Slow Food nelle splendide sale seicentesche di Palazzo Felici. Si annusano, si assaggiano le migliori produzioni della norcineria italiana. Non solo, si confrontano le tipologie, ci si scambiano commenti. Una buona teoria e una sana pratica per garantire la piena soddisfazione del gusto. Titoli dei Laboratori del Gusto: 29 aprile Cosce e Champagne – ore 17 Tre prosciutti d’Italia in abbinamento a champagne francesi. Prosciutti artigianali Dop e alcuni scelti in base alla loro territorialità, al grado di maturazione, alla dolcezza e al gusto. Per gli champagne: Simon Selosse Cuvée Prestige bl. De Blanc Grand Cru 100% Chardonnay, Gaidoz Forget Millesimè 1er Cru 60% Pinot nero 40% Pinot Meunier, Delouvin-nowack Extra selection 1999 50% Pinot Meunier 50% Chardonnay. Un Mare di salumi – ore19 Anche i prodotti del mare possono essere salati. Pesci sotto olio, salati, essiccati abbinati a Verdicchi di Matelica dell’annata 2006 e di annate precedenti delle aziende vitivinicole Collestefano, La Monacesca e Belisario. Quando il gioco si fa duro – ore 21 Se il maiale è l’interprete principale della manifestazione, in questo particolare laboratorio si passa alla conoscenza dei comprimari. Salumi di capra, di bovino, di cavallo, di selvaggina, di lumaca (una novità la cui produzione è a Pianello di Cagli), in abbinamento al Montepulciano d’Abruzzo nelle interpretazioni Doc delle Marche: Rosso Piceno e Conero. 30 aprile Salumi d´Autore – ore 17 Incontro e confronto con un grande norcino. A Monte Vidon Combatte, nella provincia di Ascoli Piceno, opera uno dei più apprezzati artigiani salumieri delle Marche: Girolamo Passamonti. Si assaggia, della sua preziosa produzione, il ciauscolo, il fegatino, il salame lardellato, il lonzino schiacciato, la coppa di testa in abbinamento a Rossi delle Marche Doc e Igt provenienti da vitigni autoctoni quali Vernaccia nera, Vernaccia di Pergola, Lacrima di Morro d’Alba. Birra e salsicce – ore 19 Salami cotti e da cuocere della tradizione tirolese di un grande norcino. E´ l’artigiano di Bolzano, Thomas Schrott. Un esempio tra i salami cotti da affettare è lo Schinkenwurst. Si assaggiano: Weisswurst (pasta fina di vitello e maiale con prezzemolo non affumicato), luganighe fresche (manzo e maiale da bollire o fare alla brace), Frankfurter ( pasta fina di vitello e maiale lievemente affumicati). Ad accompagnare i salumi tre birre artigianali provenienti da microbirrifici italiani. Tutto fumo e . - ore 23 Pesci affumicati uniti in una degustazione singolare ad un sigaro cubano. Ideali per l´abbinamento a un avana, L’epicure no. 1 di Hoyo de Monterreydue. Tra gli affumicati: salmone, storione, tonno. Per esaltare l´armonia dei profumi e del gusto sono proposti due whisky di malto: il Tormore di Speyside, del nord della Scozia, dal gusto netto di mandorla amara e alga marina e l’elegante torbato Bowmore di Islay, isola posta tra l´Inghilterra e l´Irlanda. 1° maggio Pezzo di salame! - ore 16 L’italia è il paese dei salami. Nel senso che se ne producono diverse tipologie ad ogni latitudine. Una esperienza sensoriale ci guiderà attraverso una ricca produzione che parte dal salame Fabriano e giunge al salame milanese, dal salame di Felino al salame di Varzi, dal salame mantovano alla soppressata calabrese. In abbinamento bianchi e rossi del Pesarese provenienti dai vitigni locali Sangiovese e Bianchello. I magnifici 4 – ore 18 Quattro grandi capolavori della norcineria italiana scelti tra Prosciutto di Cormons, Prosciutto Toscano, Ventricina vastese, Spalla cruda, Capocollo di Martinafranca, Spalletta Marchigiana, Speck Altoatesino, Culatello di Zibello, Bresaola, Salama da sugo ferrarese, abbinati a tre grandi vini italiani a base di vitigni autoctoni: Nebbiolo del nord ovest, Sangiovese toscano e Aglianico del sud. . |
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E’ MARINO DAMONTI DA BRESCIA IL MIGLIOR MAÎTRE DELL’ANNO UN SORRISO COSTA POCO MA RENDE MOLTO GAMBACORTA, DON MAZZI, LOMBARDI, CAMPANA E MELLONE CINQUE GRANDI COMMISSARI PER UNA STRAORDINARIA MANIFESTAZIONE |
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Nella sala “New Bettle” sita al 1° piano nel corridoio di collegamento dei padiglioni 8 e 9 (Toscana-piemonte) all’interno del Vinitaly a Verona si è svolta lunedì 2 aprile u. S. La gara finale del 13° concorso “Maître dell’anno 2007”. Il maître è un operatore tra i più prestigiosi nel settore della ristorazione rivestendo un ruolo importante nell’arte dell’ospitalità. Al cliente può riservare la sorpresa di un piatto flambé da preparare con la sua lampada sull’apposito carrello portato accanto al tavolo creando un’atmosfera di grande fascino e suggestione. Tema del concorso 2007 la preparazione di un dessert. Facendo seguito ad un sorteggio, avvenuto la sera precedente, otto maîtres finalisti si sono succeduti nella loro prova gastronomica nel seguente ordine: - Sergio Manenti (Grand Hotel “Villa Politi” di Siracusa) - Giovanni Cassanelli (Ristorante “Borgo Antico” di Condino - Trento) - Leonigio Vergaro (Wineristobar “L’amor di Vino” di Laigueglia - Savona) - Simon Khalil (Hotel “Mercure Villa Romanazzi Carducci” di Bari) - Marco Angelo Gilardoni (Albergo Villa Principe Leopoldo di Lugano) - Marino Damonti (Ristorante “La Rosa” di Lonato - Brescia) - Maurizio Calabrese (Tenuta Capodifiume Ristorante “Le Trabe” di Paestum - Salerno) - Stefano Roccheri (Hotel “Gli Alberi del Paradiso” di Cefalù - Palermo). I maîtres avevano a disposizione gli ingredienti scelti nella serata precedente, alla presenza della commissione giudicatrice, in un paniere opportunamente preparato dall’organizzazione A. M. I. R. A. , da utilizzare nella preparazione di un dessert con la tradizionale arte flambée secondo una nuova ricetta diversa da quella con cui si erano classificati e giunti in finale. La giuria qualificata era composta da Bruno Gambacorta (Rai Due), nella funzione di presidente, e da Paolo Becarelli (Cucina Italiana), Domenico Campana (Ansa di Roma settore agroalimentare), Rosanna Ercole Mellone (La Repubblica) e Don Antonio Mazzi (padre spirituale del Sodalizio Amira). Dopo attenta valutazione la commissione si è così espressa: vincitore Marino Damonti con 197 voti e il suo dessert dal titolo “Cialde con crema di ricotta ai frutti di bosco”, al secondo posto si è classificato Simon Khalil con 190 voti con la ricetta dal titolo “Fagottino di ricotta profumato al limone con macedonia di frutta secca e gelato al fior di latte”, al terzo posto si è classificato Stefano Roccheri con 186 voti e il suo dessert dal titolo “Fagottino di crêpes ai profumi della conca d’oro”. A conclusione della manifestazione gastronomica il presidente della giuria Bruno Gambacorta ha detto tra l’altro: “ E’ stata un’esperienza un po’ gravosa per noi perché abbiamo degustato e giudicato otto desserts in concorso. Però devo dire che è stata un’esperienza molto interessante per noi. Abbiamo innanzitutto opportunamente approfondito degli elementi tecnici appartenenti al codice professionale della categoria dei maîtres, grazie anche alla consulenza costante del cancelliere dell’Ordine dei Grandi Maestri della Ristorazione Mario Petrucci e dal Vice Presidente Alberto Salvatori che hanno affiancato la giuria durante tutta la fase della degustazione e della successiva qualifica. Abbiamo anche apprezzato e scoperto varietà di approcci al tema, la formula innovativa per cui i maîtres hanno inventato una ricetta con gli ingredienti che, solo la sera precedente la gara, hanno potuto scegliere nel paniere preparato dall’organizzazione. Abbiamo notato che gli otto concorrenti hanno elaborato strategie diverse, dai piatti molto più complessi alla presentazione più semplice. Si discuteva che la crêpe può sembrare banale, ormai fa parte della tradizione quindi meno innovativa. Altri in questa competizione cercano la sperimentazione, il futuro. Insomma da tutti i punti di vista questo concorso l’abbiamo trovato molto interessante così come la formula innovativa. Sentivo dire che l’anno prossimo avremo dei piatti con base di riso, mi sembra anche questo molto degno di attenzione anche se un po’ azzardato. Ci sono delle ottime risaie in questa zona. Sono sicuro che, come quest’anno, riuscirete a fare cose eccezionali. Penso che da parte di tutti i giurati vi sia stato unanime consenso e grande curiosità. ” Erano presenti alla manifestazione gastronomica numerosi giornalisti della televisione e della carta stampata. Tra gli altri: Lidia Lombardi (Capo Redattore Il Tempo), Renato Malaman (Il Mattino di Padova), Elena Cardinali (L’arena di Verona), Alberto Fumi (componente Esecutivo Ordine Nazionale dei Giornalisti - quotidiano “Il Meridiano), Franco Pepe (Il Giornale di Vicenza), Anna Borgoni (Turismo Stampa), Antonio Biella (Direttore Corriere del Giorno di Puglia e Lucania), Antonia Chimienti (Italia Turismo), Valentina Arpaia (Circuito Cinquestelle Tv - Odeon Tv), Katiuscia Laneri (Agenzia Televisiva Kappaelle Tv). Per la prima volta, nella storia del concorso, la manifestazione è stata preceduta da una vasta eco di stampa che ha anticipato l’evento di Verona. In particolar modo Rai Due ha mandato in onda un pregevole servizio sulla professionalità del maître domenica alle 18,45 nell’ambito della conosciutissima trasmissione televisiva Eat Parade mentre un collegamento in diretta sul Gr1 delle ore 23 ha concluso degnamente la manifestazione Gli sponsors della manifestazione sono stati: Azienda Vinicola Fratelli Fabiano di Verona, Azienda Agricola Vicentini Agostino di Soave (Verona), Torrone Granzotto di Cologna Veneta (Verona). Inoltre sono stati usati prodotti della ditta Averna mentre i vini sono stati offerti dalla Cantina Sociale di Castelnuovo del Garda. Gli omaggi sono stati offerti dall’Azienda Agricola Fratelli Fraccaroli di Peschiera del Garda e dall’Azienda Agricola Vantini di San Floriano (Verona). Scopo della manifestazione la valorizzazione della professionalità e della figura del maître nell’ambito della ristorazione. “I maîtres sono ambasciatori del turismo e meritano di avere maggiore visibilità. ” Così si è espresso il presidente dell’A. M. I. R. A. Raffaello Speri concludendo con un motto che l’associazione ha adottato “Un sorriso non costa niente ma rende molto”. L’organizzazione e la regia della manifestazione è stata curata dal cav. Cosimo Lardiello, Presidente del Centro di Cultura Renoir di Taranto. . |
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IL CONSUMATORE VA A CASA DEL PRODUTTORE AL CENTRO AGRITURISTICO IL COLLACCIO
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In Umbria. Visite guidate presso i migliori produttori di vino, olio d’oliva, norcinerie, tartufi, zafferano, farro, lenticchie, formaggi. Tutto il meglio della produzione agroalimentare umbra, (Montefalco, Torgiano, Trevi, Spoleto Norcia, Preci) nonché i famosi musei del vino e dell’olio con interessanti divagazioni storico culturali e, naturalmente, assaggi, merende, degustazioni. Ogni sera, una deliziosa cena da veri buongustai, accompagnata dai migliori vini umbri, al ristorante “Il Porcello Felice”. Dal 4 al 7 maggio 2007. Centro Agrituristico Il Collaccio Fraz. Castelvecchio – 06047 – Preci (Pg) info@ilcollaccio. Com www. Ilcollaccio. Com . |
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IL CONCENTRATO MUTTI: UN CONCENTRATO DI PASSIONE E VARIETÀ PER TUTTI I GUSTI
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Il concentrato di pomodoro nasce dalla tradizione culinaria mediterranea e dall’esigenza in particolare di conservare inalterato nel tempo un prodotto deperibile come il pomodoro. Ha origine casalinga e prende vita dall’estrazione, attraverso evaporazione, della sostanza secca del frutto fresco e maturo. Da una tradizione prettamente casalinga, si passa agli inizi del ‘900 a una cultura industriale con la nascita, soprattutto nell’Emilia Romagna e in particolare nella Provincia di Parma, di aziende conserviere, che applicano l’innovazione tecnologica al processo di estrazione del pomodoro. Il processo industriale, che si basa sulla concentrazione a bassa pressione, permette al concentrato di conservare un colore rosso vivo e un sapore fresco, mantenendo inoltre le sostanze benefiche del pomodoro. Agli inizi degli anni ’50 il concentrato di pomodoro si afferma quale ingrediente indispensabile nelle case degli italiani ed è Mutti, in particolare, a giocare in questi anni un ruolo da protagonista. Nel 1951 infatti l’azienda parmense introduce per prima sul mercato il concentrato in tubetto, che rappresenta per quei tempi una vera e propria rivoluzione dal punto di vista della conservazione del prodotto. È l’affermazione del concentrato: ingrediente indispensabile in cucina, dal gusto unico e versatile, ideale per legare armoniosamente i diversi sapori e dare ai piatti un tocco di originalità e gusto. Oggi Mutti è leader incontrastato nel mercato del concentrato mono, doppio e triplo: l’azienda, con oltre 100 anni di storia, continua a dare vita con sempre rinnovata passione a un prodotto simbolo della cucina made in Italy. Il mono concentrato di pomodoro Mutti utilizza solo pomodoro italiano, sapientemente lavorato, secondo processi scrupolosi e consolidati negli anni. Per ottenere 1 kg di prodotto sono necessari 4,5 kg di pomodoro fresco. Il risultato è un concentrato dal colore e dal sapore unici per freschezza e gusto, con una qualità garantita. Formato: scatola da 210 g Prezzo: 0,69 € Scheda concentrata su: il doppio concentrato di pomodoro Mutti Il doppio concentrato di pomodoro Mutti è ottenuto dal succo di solo pomodoro italiano, elaborato secondo una ricetta antica e naturale, per preservarne integre tutte le sostanze benefiche e per concentrare colore e sapore. Grazie all’attenta selezione di solo pomodoro maturo e agli scrupolosi metodi di lavorazione adottati, il doppio concentrato conserva un colore rosso brillante, un profumo fresco e un sapore intenso e stuzzicante. Per ottenere 1 kg di doppio concentrato sono necessari 6 kg di pomodoro fresco. Scheda concentrata su: il triplo concentrato di pomodoro Mutti Il triplo concentrato di pomodoro Mutti segue lo stesso approccio produttivo del mono e del doppio concentrato, dei quali mantiene le particolari caratteristiche: bassissima quantità percentuale di acqua, per una migliore resa in cucina, presenza di solo pomodoro italiano, totale assenza di coloranti o conservanti. L’elevata qualità di questo prodotto si deduce dalle quantità di pomodoro fresco utilizzato per produrre 1 kg di triplo concentrato: ben 7 kg di pomodoro fresco. . |
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CON I CEREALI INTEGRALI NESTLE’UNA COLAZIONE SANA PER TUTTA LA FAMIGLIA TANTE SQUISITE PROPOSTE A BASE DI CEREALI INTEGRALI,
PER INIZIARE LA GIORNATA CON GUSTO E LEGGEREZZA
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All’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata, la prima colazione riveste un ruolo fondamentale ed è un pasto durante il quale è importante assumere carboidrati preferibilmente integrali, latticini e frutta anche come fonte di vitamine. I Cereali per la prima colazione Nestlé sono un’ottima soluzione per assumere una buona quantità di carboidrati integrali e hanno tutto il gusto necessario per iniziare nel migliore dei modi la giornata. Nestlé offre, infatti, una gamma completa di cereali per la prima colazione caratterizzata da un’alta percentuale di cereali integrali. Non solo nelle proposte per gli adulti ma anche in tutte quelle dedicate ai bambini, caratteristica che li rende unici sul mercato. I benefici derivanti da un regolare consumo di cereali integrali per tutta la famiglia sono supportati da numerose evidenze scientifiche, per questo assumerli già dalla prima colazione aiuta l’organismo nel breve periodo ad assicurare migliori prestazioni intellettuali e fisiche e nel lungo periodo alla prevenzione di diverse patologie quali obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. Grazie alla ricerca Nestlé, che si avvale di tecnologie particolarmente avanzate e innovative, i Cereali per la prima colazione Nestlé sono in grado di offrire allo stesso tempo tutti i benefici dei cereali integrali e il gusto squisito che li caratterizza da sempre. Fare colazione con i Cereali Nestlé diventa così una piacevole abitudine per tutta la famiglia, durante la quale riscoprire il gusto di iniziare tutti insieme la giornata in modo piacevole e sano. La gamma di Cereali Nestlé comprende i Cereali Fitness e Fibre 1 per gli adulti, e diverse proposte per teenager e bambini: Nesquik, Cheerios, Chocapic, Crunch e Chokella. Cereali Fitness Nestlé: la bontà del frumento integrale Squisiti e croccanti petali di frumento integrale, arricchiti con preziose vitamine, sali minerali e con fibre, i Cereali Fitness di Nestlé regalano una prima colazione gustosa, ma allo stesso tempo leggera e povera di grassi. Grazie al frumento integrale i Cereali Fitness di Nestlé sono dei perfetti alleati della linea, regalando ogni mattina un gustoso risveglio e il giusto senso di sazietà. Le deliziose proposte della gamma Fitness sono quattro, per dare ad ogni giornata un sapore diverso: Fitness, Fitness&fruits, Fitness&chocolate e Fitness Miele&mandorle. I Cereali Fitness, nella versione classica, sono dedicati a chi ama il gusto semplice e croccante dei petali di frumento integrale. Ricchi di carboidrati e fibre, arricchiti con nove vitamine e sali minerali, sono l’ideale per fare il pieno di energia (152 Kcal per porzione) con tanto gusto e con un ridotto apporto di grassi. Nei Cereali Fitness&fruits la bontà dei croccanti cereali integrali è arricchita dal sapore fresco e irresistibile della frutta. Un trionfo di frutta si unisce ai deliziosi petali di frumento integrale, per iniziare la giornata con freschezza e bontà: uvetta, ananas, papaia, cocco, mirtillo e mela regalano ai cereali Fitness&fruits un gusto irresistibile. I cereali Fitness&chocolate sono dedicati ai più golosi, con tutta la leggerezza dei petali di frumento integrale unita alla bontà del cioccolato. Grazie all’alta percentuale di cereali ricoperti di cioccolato, i cereali Fitness&chocolate sono particolarmente golosi e invitanti. Una piacevole proposta per scoprire come leggerezza e bontà possano sposarsi alla perfezione, regalando più gusto ad ogni mattina. Miele&mandorle, è l’ultima originale e irresistibile proposta della gamma Fitness per iniziare la giornata con il giusto sprint, tanta bontà e leggerezza. Ogni squisito petalo di frumento integrale è delicatamente coperto di miele, per un gusto naturale e raffinato, ed è deliziosamente croccante, grazie alla granella di mandorle: un abbinamento di gusti unico per un risveglio davvero speciale. Infine Fibre 1 sono i cereali per la prima colazione con il più alto contenuto di fibre, i deliziosi bastoncini di crusca dalla consistenza croccante e dal gusto dolce e gradevole. Ideali a colazione, nel latte freddo o tiepido e con pezzi di frutta di stagione, i bastoncini di crusca Fibre 1 di Nestlè possono essere anche aggiunti alle minestre, ai passati di verdura e alle zuppe al posto dei soliti crostini, per ottenere un pasto leggero e nutriente. Cereali Nestlé per bambini e teenager: gusto e nutrimento a colazione La gamma di Cereali per la prima colazione Nestlé per bambini e teenager è stata pensata per soddisfare le esigenze dei ragazzi durante la delicata fase della crescita. I carboidrati complessi, di cui sono composti tutti i prodotti della gamma Cereali Nestlé, forniscono le energie necessarie per la concentrazione e l’umore del ragazzo a scuola. I cereali integrali di cui sono ricchi, inoltre, apportano le fibre, importanti per il benessere dell’organismo e aiutano a mantenere a lungo il senso di sazietà così da evitare calo di energie a metà mattina e spuntini fuoripasto. Il contenuto in preziose vitamine e sali minerali di cui sono arricchiti, infine, assicura un importante contributo per il raggiungimento giornaliero delle dosi raccomandate dalla Ce. Una porzione composta da 30 grammi di Cereali Nestlé e 125 ml di latte parzialmente scremato copre almeno il 25% della razione giornaliera raccomandata dalla Ce per il calcio, nutriente fondamentale per la crescita, per il ferro e le 8 vitamine (C, Pp, B5, B6, B2, B1, Folacina, B12). Cereali Nesquik Piccole e deliziose palline di farina di mais, di frumento integrale e avena, all’irresistibile sapor di cioccolato Nesquik, sono la proposta ideale per cominciare la giornata con allegria e gusto. Arricchiti con 8 vitamine, calcio e ferro i Cereali Nesquik forniscono, inoltre, importanti principi nutritivi necessari per la crescita. Cereali Cheerios Croccanti ciambelline di avena integrale al gusto di miele, i Cereali Cheerios sono un modo particolarmente leggero e dolce per iniziare la giornata. Preparati con farina di avena integrale (35%) e mais, i Cereali Cheerios sono arricchiti con 8 vitamine, calcio e ferro. Grazie al loro delicato sapore di miele e all’originale forma che li contraddistingue, rendono la prima colazione particolarmente deliziosa e divertente. Cereali Chocapic Dedicati ai più golosi, i Cereali Chocapic sono riccioli di grano al gusto di cioccolato, con farina di frumento integrale, arricchiti con 8 vitamine, calcio e ferro. I Cereali Chocapic forniscono tutto il gusto e l’energia necessari per affrontare la mattina con sprint e buonumore! Cereali Crunch Croccanti e deliziosi cereali a base di farina di riso e di frumento integrale, al gusto di cioccolato, i Cereali Crunch sono un ottimo carburante per la prima colazione. Arricchiti con 8 vitamine, calcio e ferro sono particolarmente indicati per i teenager durante l’età della crescita; il loro gusto e la loro incredibile croccantezza li rendono unici! Cereali Chokella Ultimi nati nella gamma Nestlé Cereali, soddisfano chi è alla ricerca di nuovi gusti e di forme innovative. I Cereali Chokella, con farina di frumento integrale, sono ideali per una prima colazione nutriente e sfiziosa, grazie all’irresistibile gusto di crema di cacao e nocciole e alla simpatica forma di piccole fette di pane. . |
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SANSON PRESENTA FRULIGHT: FRUTTA E LATTE FRESCO IN POCHISSIME CALORIE
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Per godersi un buon gelato senza preoccuparsi della linea è in arrivo Frulight, il gelato su stecco a base di latte fresco e con copertura di sorbetto alla frutta: pochissimi grassi e pochissime calorie in due fresche varianti di gusto. Frulight Wildfruit è il gelato al latte fresco con copertura di morbido sorbetto con purea e succo di ribes nero, mirtillo, fragola e lampone. Con sole 99 calorie e meno del 2% di grassi è dedicato agli amanti dei gusti raffinati delle primizie del bosco. Con la rinfrescante copertura di sorbetto alla polpa e succo di mango, maracuja, pesca e ananas, Frulight Sunfruit racchiude un morbido cuore di gelato al latte fresco. Pensato per chi ama il gusto esotico della frutta tropicale, ha solo 101 calorie e meno del 2% di grassi. Ideale durante una passeggiata all’aria aperta o quando ci si vuole concedere un break rinfrescante, lo stecco Frulight regala un fresco e dissetante piacere al primo morso per poi avvolgere il palato con la delicatezza del gelato al latte. Frulight è in vendita nei bar Sanson in formato da 75g. Al prezzo di 1,20 € Sanson è uno dei marchi storici nel panorama della gelateria industriale italiana e dal 2001 fa parte di Granmilano. Granmilano spa, oltre a Sanson, detiene il marchio Tre Marie, con cui è presente nel mercato dei prodotti dolciari da forno, della gelateria, della croissanterie e dei piatti pronti surgelati. . . |
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MÜLLER PRESENTA MIX IL PIACERE UNICO DELLA CREMA DI YOGURT
INCONTRA LA FRUTTA E I CEREALI |
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Creativa, energetica e completa la linea più giovane e sfiziosa di Müller Divertente, unico e goloso, Mix nasce dalla voglia di Müller di completare la sua inimitabile Crema di yogurt con l’aggiunta sfiziosa di frutta succosa e croccanti cereali. Un’idea esclusiva per rivelare con gusto e sorpresa il sapore unico e completo della Crema di yogurt. E’ lo svelamento del piacere polisensoriale dello yogurt, l’equilibrio fra piacere e attenzione nelle scelte alimentari, tra intensità dei gusti selezionati da Müller e sensazione avvolgente. Nutriente, energetico e salutare, la linea Mix reinventa la Crema di yogurt nell’accostamento con frutta e cereali per uno snack perfetto in ogni momento della giornata. Mix è giocoso, creativo e divertente già nel confezionamento: due vaschette distinte per un packaging giovane e pratico, che invita a giocare con i suoi componenti. Nella vaschetta più capiente la crema di yogurt è pronta ad accogliere la sorpresa dei cereali e della frutta contenuti nella vaschetta più piccola. Mix è il luogo della fantasia, della voglia di giocare con i gusti e le consistenze, del desiderio di personalizzare il piacere di una tentazione golosa irresistibile. Per soddisfare l’istinto gioioso del mix, Müller ha creato nove combinazioni di gusto perfette per ogni momento della giornata, da una deliziosa colazione, ad una sfiziosa merenda fino ad un leggero dessert dopo cena. All’insegna della morbidezza, la linea Mix alla frutta: il gusto delicato della Crema di yogurt bianco si arricchisce della freschezza di fragole in pezzi o della preziosità di more & lamponi. Golosità, coccole di cioccolata e sorprese da sgranocchiare, nella linea Mix dedicata ai cereali. La Crema di yogurt bianco è pronta ad incontri speciali con la golosità degli anelli o dei fiocchi di cioccolato, la croccantezza del mix di cereali o l’irresistibile granella di nocciole e cioccolato. Profumata ed avvolgente, la Crema di yogurt al gusto nocciola è proposta nell’inedita combinazione con le mandorle, la Crema di yogurt al gusto cocco incontra deliziosamente il cioccolato e, per finire in dolcezza, la Crema di yogurt al cacao è accompagnata da biscottini al cacao. Ancora un’occasione irresistibile per vivere il piacere giocoso di Mix, nelle pratiche e ricche confezioni da 150 grammi. La linea completa di Mix è in vendita al prezzo consigliato di € 0,97. . |
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LE GRANDI TAVOLE DEL MONDO CANTINA CONTRATTO DIVENTA UN RISTORANTE D’AUTORE PER 7 SERATE ESCLUSIVE
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Sette cene a casa Contratto, realizzate da altrettanti grandi chef piemontesi che si fregiano della Stella Michelin. L’idea di trasformare per 7 volte all’anno la splendida sede della storica cantina di Canelli, città natale dell’Asti, in un ristorante stellato, nasce dalla passione per la cucina d’autore del Presidente della Contratto Carlo Micca Bocchino. Obiettivo è offrire a chi condivide amore per l’alta cucina e per il piacere dello stare insieme una serata in un contesto altrettanto eccezionale. Non a caso, per le Grandi Tavole del Mondo a casa Contratto si sono alternati tra gli altri chef come Heinz Winkler, Nobuyuki Matsuhisa, Alain Ducasse, Aimo Moroni, Paul Bocuse, Sirio Maccioni, Marc Veyrat. La cena si svolge proprio nella sede della cantina Contratto a Canelli (At), che unisce uno dei palazzi Liberty più belli d’Italia, impreziosito da manifesti di famosi illustratori dell’inizio del secolo scorso come Leonello Campiello, alle cantine sotterranee, vere gallerie scavate nel tufo che si estendono per più di 1 chilometro a circa 32 metri di profondità. Sono le famose “Cattedrali sotterranee di Canelli”, patrimonio architettonico che presto otterrà il riconoscimento dall’Unesco a patrimonio dell’Umanità. Ma, soprattutto, ogni partecipante conoscerà in prima persona i vini e le bollicine di “Casa Contratto”. Oltre alla rinomata produzione di Barolo e Barbaresco, simbolo dell’azienda è l’Asti metodo Classico De Miranda, il primo Asti Docg prodotto con metodo classico, che ha valso a Contratto numerosi premi e riconoscimenti. L’asti metodo Classico De Miranda è frutto di un vero e proprio recupero storico compiuto da Carlo Micca Bocchino. Già nell’Ottocento e fino agli anni Cinquanta , infatti, l’Asti si produceva esclusivamente con metodo classico, ovvero con una lenta rifermentazione in bottiglia. Un metodo difficile e molto costoso, che però garantiva una qualità straordinaria. Contratto ha deciso di recuperare questa tradizione dedicando il nome alla bisnonna di origine argentina Miranda, donna di forte personalità come è il carattere di questo vino. L’asti Metodo Classico De Miranda riposa per 9 mesi sui lieviti ed è ottenuto dalle uve prodotte sul Bricco De Miranda che si trova a 400 m sul livello del mare e dove il vigneto ha una densità di 4. 000 ceppi ad ettaro con viti di età media 20 anni. Basse rese, estrema cura dalla vendemmia all’imbottigliamento e molta passione sono i segreti del suo successo. Ecco il calendario delle serate Le Grandi Tavole del Mondo 2007. 12 maggio Locanda del Pilone – Alba 15 settembre Ristorante ‘L Birichin – Torino 06 ottobre Ristorante La Barrique – Torino 10 novembre Ristorante Pinocchio – Borgomanero 01 dicembre Ristorante Delle Antiche Contrade - Cuneo Per partecipare alla serata è necessario prenotarsi al numero dell’Enoteca Contratto 0141 823349 oppure all’indirizzo visitacantine@contratto. It . |
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IL SOAVE TORNA A ROMA E SI PRESENTA IN SENATO
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Degustazione a Palazzo Madama per il Soave e i vini premiati al Verona Wine Top. Fermento per i prossimi appuntamenti su Roma curati dal Consorzio di Tutela del Soave Trasferta in veste istituzionale quella che vedrà protagonista il Soave, mercoledì 18 aprile, a Palazzo Madama a Roma, per una degustazione che avrà come protagoniste le eccellenze dell’enologia veronese. Saranno due i momenti – un pranzo e una cena – durante i quali i Senatori della Repubblica Italiana potranno assaggiare il Soave in abbinamento a piatti e sapori del Veneto. Il Soave sarà messo in assaggio insieme a tutte le produzioni scaligere che hanno ottenuto premi e riconoscimenti nell’ultima edizione del Verona Wine Top, il concorso enologico curato dalla Camera di Commercio di Verona e dall’Avive. Oltre al presidente del Consorzio di Tutela del Soave, Arturo Stocchetti, prenderanno parte all’evento anche Carlo Bressan, presidente del Consorzio di Tutela Vini Arcole e Andrea Bottaro, presidente del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello. Da sempre Roma riveste un’importanza strategica per la denominazione del Soave e a questo proposito il Consorzio di Tutela del Soave sta lavorando ad una serie di iniziative che periodicamente porteranno il Bianco di Verona all’ombra del Colosseo. <<Si tratta di una vera e propria strategia promozionale su più fronti - commenta Arturo Stocchetti – studiata appositamente dal Consorzio per rendere più incisiva la presenza del Soave a Roma. Bisogna che le persone memorizzino il nome del Soave, che ne riconoscano la qualità e che sappiano che questo è un vino che si produce solo a Verona. A tal fine è importante perseguire un’azione di promozione mirata e continuativa, diretta a target diversi: dai ristoratori ai giornalisti, dagli appassionati esperti fino al largo pubblico che ancora ci conosce poco>>. A questo proposito “Tutti i colori del Bianco – 100 bianchi super star in verticale”, la manifestazione dedicata ai grandi vini bianchi d’annata, alla sua seconda edizione, si dividerà in due appuntamenti: il primo, il 12 e il 13 maggio, a Monteforte d’Alpone; il secondo il 28 maggio proprio a Roma sulla splendida terrazza dell’Hotel Exedra, a Piazza della Repubblica, in collaborazione con Slow Food. I cru del Soave, insieme al Formaggio Monte Veronese, torneranno poi protagonisti a Roma alla Basilica di S. Marco, il 23 maggio in occasione del restauro dei Leoni di S. Marco, un evento curato dall’Associazione Veneti a Roma in collaborazione con la Regione Veneto: sarà l’occasione per una degustazione di prodotti del Veneto abbinati al Soave. All’incontro, che avrà carattere istituzionale, parteciperanno Gincarlo Galan, Governatore del Veneto, il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia e Alvise Zorzi, autorevole storico veneziano. . |
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