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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Novembre 2007 |
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TERMINATI I LAVORI DELLA COMMISSIONE D´INDAGINE SULLA MORTE DELLA SIGNORA AVVENUTA ALL´OSPEDALE S.ORSOLA-MALPIGHI IL 27 SETTEMBRE SCORSO. CONFERMATE LE OSSERVAZIONI DELLA RELAZIONE PRELIMINARE DI RICOSTRUZIONE DEI FATTI. BISSONI: "ABBIAMO PORTATO ALL´ATTENZIONE DEL S.ORSOLA E DI TUTTO IL SERVIZIO SANITARIO UN PROGRAMMA DI LAVORO SU ALCUNI PUNTI SPECIFICI" |
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Bologna, 6 novembre 2007 – Sono terminati i lavori della commissione d’indagine istituita dall’assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni, d’intesa con il Ministro Livia Turco, subito dopo la morte di una signora di 54 anni, avvenuta all’Ospedale S. Orsola-malpighi il 27 settembre scorso, due giorni dopo un intervento chirurgico di asportazione di un rene, effettuato per errore. La relazione conclusiva è stata consegnata il 30 ottobre ed è stata valutata in questi giorni dall’Assessorato. Confermate le osservazioni contenute nella relazione preliminare di ricostruzione dei fatti, consegnata l’8 ottobre, a partire dall’errore di assegnazione nel sistema informatico in uso alla radiologia (Pacs) di immagini e referto Tac di un’altra paziente, la relazione fornisce un approfondimento specifico sul funzionamento dell’Unità operativa di Urologia, rilevando “una carenza della funzione direzionale” relativa alla garanzia di corretta esecuzione delle procedure adottate (profilassi antitromboembolica, tenuta cartella clinica) e della gestione del decorso post-operatorio della signora. La relazione conclusiva, come specificato nel decreto di istituzione, sviluppa in maniera più dettagliata il programma di interventi e di indirizzi specifici validi per l’Azienda Ospedaliero-universitaria e da diffondere all’intero Servizio sanitario regionale e nazionale con l’obiettivo di ridurre il più possibile i rischi connessi all’attività sanitaria. “Così come ci eravamo impegnati, oltre al contributo per la ricostruzione di questo tragico fatto - ha detto l’assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni - abbiamo portato all’attenzione del S. Orsola e di tutto il Servizio sanitario un programma di lavoro su alcuni punti specifici. Quello che ci apprestiamo a fare purtroppo non può cambiare quello che è successo, ma dobbiamo e vogliamo imparare dagli errori per fare quanto possibile per aumentare la sicurezza degli ammalati e degli operatori agendo sia sui sistemi organizzativi e tecnologici sia sui comportamenti dei professionisti”. Dalle indicazioni della Commissione d’indagine, parte dunque ora la riflessione di specifici gruppi di lavoro, che verranno istituiti dalla Direzione generale sanità e politiche sociali della Regione, coordinati dalla responsabile del Servizio presidi ospedalieri, e a cui parteciperanno professionisti ed esperti dell’Agenzia sanitaria regionale e delle Aziende sanitarie, sulle seguenti tematiche: le indagini radiologiche, per attivare procedure di controllo che impediscano scambi di persona e per velocizzare i tempi del referto, le diagnosi complesse, con l’indicazione di percorsi di verifica in presenza di diagnosi discordanti, la profilassi antitromboembolica, da eseguire seguendo le linee guida più accreditate e sulla base di procedure da revisionare periodicamente, la corretta redazione della documentazione clinica, quale strumento fondamentale di lavoro e di comunicazione multidisciplinare e interprofessionale, l’assistenza post operatoria, con la valutazione di soluzioni innovative per gestire questa fase delicata del percorso del paziente, - le modalità di comunicazione con i pazienti, con i familiari, e di comunicazione istituzionale pubblica al fine di garantire trasparenza anche nella gestione delle conseguenze di eventi avversi per i quali sono da individuare e formalizzare procedure e protocolli omogenei a tutto il Servizio sanitario. . |
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IL PROGETTO EDEN ANALIZZA AL MICROSCOPIO LE MALATTIE EMERGENTI TRASMESSE DA VETTORI |
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Bruxelles, 6 novembre 2007 - Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, in Europa si diffuse un´ondata di ottimismo sulla possibilità di sconfiggere le malattie trasmesse da vettori, quali la malaria e l´encefalite da morso di zecca, mediante terapie e vaccini di nuovo sviluppo. Tuttavia, il riemergere di diverse malattie trasmesse da vettori, parassitarie e zoonotiche ha recentemente indicato che tale ottimismo potrebbe essere prematuro. Varie ragioni sono state indicate per spiegare tali epidemie, quali i cambiamenti introdotti dall´uomo nel paesaggio, i mutamenti del comportamento umano e il cambiamento climatico. Ma la comprensione dei processi biologici di base non è sufficientemente approfondita da consentire agli scienziati di proporre modelli predittivi dell´insorgenza delle malattie o mappe dei rischi per le agenzie nazionali e internazionali che si occupano di salute pubblica. Ora Eden, un progetto finanziato dall´Ue, auspica di poter fare un po´ di luce sulla questione. Il progetto si propone di catalogare, comprendere, modellare e mappare i fattori ambientali, economici e sociali che portano all´insorgere di tali patologie. «Vogliamo mettere a disposizione dei servizi di sanità pubblica e dei responsabili politici strumenti di allarme precoce e decisionali con cui possano informare l´opinione pubblica degli attuali rischi in materia di salute e valutare i progressi realizzati nel controllare tali malattie emergenti ed esistenti», ha dichiarato al Notiziario Cordis il dottor Renaud Lancelot, coordinatore del progetto. Individuare tali fattori è però tutt´altro che semplice. Ad esempio, l´epidemia di encefalite da morso di zecca, o Tbe, nella Repubblica ceca testimonia quanto siano complessi i fattori da tenere in considerazione. Nel 2006 le autorità hanno registrato circa 1 000 casi di tale patologia potenzialmente letale, trasmessa dalle zecche dei cervi. Rispetto al 2005, i casi erano aumentati del 60%. «La Repubblica ceca è un paese piccolo; immaginatevi l´impatto su scala europea», ha affermato il dottor Lancelot. Una possibile ragione alla base dell´epidemia si può individuare nel fatto che i due mesi di aprile e maggio sono stati relativamente più umidi e hanno determinato un aumento della popolazione di zecche nel paese. Un´altra teoria formulata è stata che un autunno mite con una fioritura eccezionale di funghi avrebbe indotto più persone a passeggiare nei boschi, moltiplicando il numero di soggetti esposti. «Eppure non è solo il cambiamento climatico a causare la diffusione di tali malattie», puntualizza il dottor Lancelot. Vanno considerati anche fattori sociopolitici. Gli esperti che hanno seguito la diffusione della Tbe hanno osservato un drastico incremento dei casi in Europa settentrionale e orientale poco dopo il crollo del comunismo. In quegli anni erano aumentate sia la povertà sia la ricchezza. Le persone tendevano ad abbandonare l´agricoltura collettiva a favore di quella privata su piccola scala, trasferendo le loro famiglie e le loro mandrie nelle foreste e nei campi infestati dalle zecche. «La conseguenza è stato un cambiamento del paesaggio che ha favorito la malattia», ha rilevato il dottor Lancelot. «Alcune persone non sono riuscite a adattarsi ai cambiamenti economici e si sono ritrovate in uno stato di povertà; si sono rivolte alla terra per sfruttarne le risorse naturali, recandosi più spesso nelle foreste per raccogliere bacche e funghi. E così sono entrate in contatto con le zecche», ha spiegato il dottor Lancelot. «Per altri la situazione economica è migliorata. Il maggior tempo libero a disposizione li ha indotti a passeggiare nelle foreste, aumentando il rischio di infezione». Questi diversi fattori, insieme alla sospensione delle campagne di vaccinazione di massa contro la Tbe (sovvenzionate dai governi durante l´epoca comunista), hanno determinato un incremento drammatico dei casi clinici nei primi anni Novanta. Un´altra malattia la cui ricomparsa sta sconcertando gli esperti è la febbre emorragica con sindrome renale (Hfrs), trasmessa dai topi campagnoli e da altri piccoli roditori che vivono nelle foreste. Le persone contraggono la malattia quando entrano in contatto con l´urina di tali roditori. Nel 2005 sono stati confermati più di 1 000 casi in una regione ubicata tra la Francia nordorientale, il Belgio, i Paesi Bassi, il Lussemburgo e la Germania. La patologia è anche molto frequente in Scandinavia. «Se da una parte le dinamiche delle popolazioni di roditori svolgono ovviamente un ruolo di prim´ordine per la Hfrs, dall´altra non comprendiamo appieno il motivo della ricomparsa di tale malattia», ha affermato il dottor Lancelot, che ipotizza che l´epidemia della malattia potrebbe essere determinata anche da fattori sociali. Anche la malaria, che si riteneva fosse stata sconfitta in Europa, potrebbe essere prossima a un ritorno. Nel 2006 sono stati identificati due casi di infezione in Corsica. «Nessuna delle due vittime aveva viaggiato né viveva vicino a un aeroporto», ha notato il dottor Lancelot, che ha precisato che le zanzare che hanno provocato l´infezione sono indigene della Corsica. Si tratta del primo caso di malaria contratta localmente o «autoctona» registrato in Corsica negli ultimi 35 anni. «Gli inverni più miti fanno sì che le zanzare che trasportano la malattia, e altre che potrebbero trasmettere la dengue o la chikungunya, si riproducano e sopravvivano molto più a nord che in passato. «è evidente che i vettori non sono scomparsi», ha aggiunto il dottor Lancelot. Il progetto Eden è orientato alla ricerca. Si propone di fare luce sui meccanismi di tali cambiamenti epidemiologici e di elaborare modelli che rappresentino la diffusione e la trasmissione delle malattie. In tal senso, le prime pubblicazioni delle équipe coinvolte nel progetto sono molto incoraggianti (la cinquantesima pubblicazione Eden è avvenuta nel giugno 2007 e il traguardo delle 100 unità potrebbe essere raggiunto agli inizi del 2008). Con il costante sostegno dell´Ue e la cooperazione di altri programmi di finanziamento e agenzie, nuovi progetti, più orientati all´innovazione e allo sviluppo, sfrutteranno tali risultati per approntare sistemi di sorveglianza e di allarme precoce a vantaggio dei cittadini europei e, più in generale, delle persone esposte al rischio di contrarre tali malattie emergenti. Il progetto, che sarà attivo fino al 2010, ha ricevuto una dotazione di 11,5 Mio Eur a titolo della priorità tematica «Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi» del Sesto programma quadro (6°Pq). Per maggiori informazioni consultare: http://www. Eden-fp6project. Net/ . |
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NUOVO FARMACO PER PREVENIRE IL CANCRO AL SENO GIÀ IN USO CONTRO L’OSTEOPOROSI, IL RALOXIFENE SI È ORA RIVELATO EFFICACE ANCHE PER PREVENIRE I TUMORI DEL SENO, ABBASSANDO DEL 50% L’INSORGENZA DELLA MALATTIA NELLE DONNE AD ALTO RISCHIO. |
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Firenze, 6 novembre 2007 – Non è ancora la pillola anticancro per il seno che tutti aspettano, ma è certo qualcosa che gli somiglia da vicino e rappresenta, quanto meno, un sensibile progresso della ricerca, che promette di far dormire sogni più tranquilli alle donne a maggior a rischio di tumore al seno. Ne ha dato notizia Andrea Decensi, direttore dell’di Oncologia Medica agli Ospedali Galliera di Genova, intervenendo a Firenze al congresso Attualità in Senologia che ha per protagonisti 1500 specialisti italiani e non. Si tratta del Raloxifene, farmaco già ampiamente usato nel trattamento dell’osteoporosi, ma adesso dimostratosi efficace anche nella prevenzione del cancro al seno, al punto di abbassare di oltre il 50% la soglia di rischio delle donne più a rischio. Negli Stati Uniti, dove è stato a lungo testato, la Food and Drug Administration (Fda) lo ha appena registrato per questa specifica indicazione. Accadrà mai in l’Italia? Riceverà mai la necessaria autorizzazione ministeriale? “Ci vorranno mesi, forse anni”, ha spiegato Decensi, “Il Raloxifene rappresenta comunque uno step importante nella ricerca oncologica: il fatto che la Fda lo abbia registrato per la prevenzione significa che si passa dalla fase sperimentale alla medicina pratica. Per le donne con rischio elevato di sviluppare un tumore al seno ecco un secondo farmaco, forse ancora più interessante del precursore Tamoxifene”. Il Raloxifene ha meno effetti collaterali: sviluppa meno tumori all’endometrio (la parte interna dell’utero) e meno trombosi venose. Come il Tamoixifene, il Raloxifene sul seno si comporta come un anti-estrogeno, sull’endometrio e sul sistema venoso come un estrogeno. Inoltre, manifesta effetti protettivi anche sulle ossa, prevenendo rischi di fratture da osteoporosi. Questo nuovo farmaco, ha spiegato Decensi, è stato inizialmente studiato per la terapia del cancro al seno in alternativa al Tamoxifene, con risultati inferiori. In seguito, negli studi clinici ha dato ottimi risultati contro l’ osteoporosi, tanto da esser registrato per questo specifico utilizzo. Negli stessi test clinici per la terapia dell’osteoporosi è stata messa in evidenza anche la capacità di ridurre l’insorgenza di tumore al seno, capacità di prevenzione confermata senza equivoci da un’ulteriore ricerca che ha messo Raloxifene e Tamoxifene a confronto diretto su un campione di 19. 000 donne. Nello studio di confronto tra i due farmaci il Raloxifene si è dimostrato ugualmente efficace per le forme invasive, benché leggermente minore per quelle non invasive. Il farmaco va usato su donne a rischio elevato secondo il modello di Gail (dal nome del biostatistico del National Cancer Institute di Bethesda che ha messo a punto il calcolo del rischio) utilizzato in tutto il mondo e verificato anche in donne italiane per calcolare statisticamente il rischio individuale di una donna sana di sviluppare un tumore al seno nel corso della sua vita, tenendo conto dei seguenti fattori: età, storia familiare per tumori alla mammella, età del primo figlio e della prima mestruazione, presenza di precedenti biopsie al seno per patologie non maligne, presenza di iperplasia atipica nella biopsia. Decensi ha inoltre annunciato il lancio di due nuovi studi che confermano l’Italia tra i paesi all’avanguardia nella ricerca nei farmaci preventivi. Il primo, multicentrico, è coordinato dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) guidato da Umberto Veronesi e Bernardo Bonanni. Scopo: confermare la capacità della Fenretinide, derivato della vitamina A (acido retinoico), di prevenire il cancro al seno nelle giovani donne con predisposizione genetica. Come campione 700/800 donne sotto i 45 anni. Il secondo studio, coordinato dallo stesso Decensi al Galliera insieme allo Ieo, ha come obiettivo di valutare l’efficacia del Tamoxifene a basso dosaggio nella donne con condizioni pretumorali alla mammella (displasie o precancerosi). E’ già accertato che, benché a basso dosaggio, il farmaco resta attivo riducendo però la tossicità. “Adesso”, ha spiegato Decensi, “faremo la verifica definitiva su un campione adeguato di circa 1400 donne”. . |
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TUMORI AL SENO, 20% IN PIÙ SCOPERTI CON MAMMOGRAFI DIGITALI |
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Firenze, 6 novembre 2007 – Grazie alla mammografia digitale è talmente più facile accertare tumori al seno in fase precocissima, che tra le partecipanti ai programmi di screening vengono diagnosticati fino al 20% di casi in più. Due differenti studi presentati a Firenze al congresso Attualità in Senologia certificano i benefici di questa nuova tecnologia, che consente di visualizzare con chiarezza su un monitor l’immagine mammografica elaborata dal computer. Il primo studio, firmato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Oslo, è stato effettuato su un campione di 14. 000 donne. L’altro, condotto da un’equipe guidata da Marco Rosselli Del Turco, direttore scientifico del Centro Studi e Prevenzione Oncologica della Regione Toscana, ha analizzato il programma di screening di Firenze su oltre 28. 000 donne, dimostrando, in particolare, che la mammografia digitale è decisiva per diagnosticare tumori non ancora invasivi, riconoscibili per la presenza di microcalcificazioni. Secondo Del Turco è possibile adesso immaginare anche nuove applicazioni di questa tecnologia: “Per esempio”, spiega, “potremo realizzare sistemi di diagnosi aiutata (Cad, Computer Aided Detection) in cui il computer stesso segnala al radiologo sul monitor le aree di maggior interesse, riducendo così i margini di errore. Con la Tomosintesi si potrà invece esaminare la mammella a strati, evitando l’effetto di mascheramento di aree più dense su eventuali lesioni”. Oltre al referto immediato visualizzato sul monitor, la mammografia digitale consente di trasmettere immagini a distanza per eventuali consulti e di conservarle in archivi digitali. Non sarà dunque più necessario stampare le costose pellicole radiologiche di oggi, con evidenti vantaggi gestionali ed ecologici. Queste nuove conoscenze sono state prese in esame dalla stessa Commissione Oncologica Nazionale, presieduta da Umberto Veronesi, che sta approvando un documento per l’innovazione tecnologica. La Commissione proporrà, tra l’altro, di stanziare fondi finalizzati all’acquisto di nuovi mammografi digitali. In tema di prevenzione, Del Turco giudica importantissimi gli ultimi dati americani sul drastico calo dei nuovi casi (-10%) dovuto alla riduzione delle terapie ormonali sostitutive per i disturbi da menopausa e, forse, anche a una migliore attenzione agli stili di vita. “E’ la conferma”, spiega, “che con una diagnosi precoce il tumore al seno non solo si può curare meglio, al punto che in molte aree del nord e centro d’Italia sopravvivono oltre 90 donne su 100, ma che si può anche prevenire con alcuni accorgimenti. Attenzione a sottoporre le bambine a inutili esami diagnostici con radiazioni ionizzanti. E attenzione alle prolungate cure ormonali per i disturbi della menopausa. Meglio adottare una dieta a basso tasso glicemico e di grassi animali, fare esercizio fisico (almeno mezz’ora al giorno) ed evitare il sovrappeso, in particolare dopo la menopausa”. Del Turco ha inoltre annunciato l’inizio di importanti ricerche, coordinate dalla Regione Toscana e finanziate al Ministero della Salute, per verificare a quante donne sia possibile scongiurare il tumore. Come? Da un lato con una attività di farmacoprevenzione (assumendo sostanze protettive come il Tamoxifene a basse dosi o la Fenretinide) per le donne a rischio geneticamente elevato; dall’altro semplicemente insegnando appunto buoni stili di vita e alimentari. Su questo secondo aspetto è in corso uno Studio Europeo su Alimentazione e Cancro (Epic), che con il contributo di oltre 47. 000 volontari italiani consentirà di valutare le qualità antitumorali delle nostre diete (pasta, olio di oliva extravergine, verdure, frutta etc. ). Particolare interesse ha poi suscitato tra i congressisti una ricerca coordinata da Franco Berrino dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, secondo cui una dieta salutare, l’esercizio fisico e il controllo del sovrappeso può abbattere i nuovi casi di tumore al seno del 20-30% nelle donne a rischio moderatamente elevato. . |
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TUMORI AL SENO, ECCO LE REGOLE PER LA RISONANZA MAGNETICA A VENTI ANNI DAI PRIMI STUDI, UN ‘DOCUMENTO DI CONSENSO’ ELABORATO DAL CONGRESSO ATTUALITÀ IN SENOLOGIA DEFINISCE QUANDO UTILIZZARE QUESTA PREZIOSA TECNOLOGIA. INFORMARE LE DONNE |
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Firenze, 6 novembre 2006 – Il congresso Attualità in Senologia che ha riunito a Firenze gli oltre 1500 specialisti italiani ha diffuso oggi un Documento di consenso che definisce le indicazioni per l’utilizzo della risonanza magnetica della mammella. Lo ha messo a punto un equipe di radiologi, oncologi, chirurghi e fisici, coordinata dal professor Francesco Sardanelli, docente all’Università di Milano, direttore della Radiologia del Policlinico San Donato e Responsabile dei Programmi di Ricerca della Società Italiana di Radiologia Medica (Sirm). Il documento propone un bilancio “pratico”di oltre venti anni di studi e sperimentazioni e definisce le indicazioni all’utilizzo di questa importante tecnologia diagnostica nella realtà italiana. Si trattava di un’esigenza non rinviabile soprattutto dopo le recenti linee-guida dell’American Cancer Society che raccomandano – sulla base di studi internazionali tra i quali lo studio italiano Hibcrit – l’esecuzione della risonanza magnetica annuale nelle donne ad alto rischio genetico-familiare di tumore mammario. “La risonanza magnetica”, spiega Sardanelli, “è una tecnologia complessa e preziosa che fornisce in campo senologico, in situazioni cliniche definite, un rilevante, talvolta indispensabile, contributo diagnostico. Tuttavia, in assenza di specifiche indicazioni, oltre allo spreco di tempo e risorse, può creare più problemi di quanti ne risolve. Il documento nasce appunto per chiarire quando e come deve essere usata, in modo da offrire reali garanzie di qualità. Si tratta di pochi punti, che possono essere compresi da tutti. Queste informazioni dovrebbero essere fornite a tutte le donne ad alto rischio a partire dai 25 anni e a quelle a rischio medio dai 40 anni, che sentono parlare di risonanza magnetica in modo spesso approssimativo e talvolta fuorviante, anche per evitarne l’uso improprio”. Il Documento di consenso inizia con una raccomandazione in negativo: “Non si deve eseguire la risonanza magnetica per caratterizzare una lesione mammaria quando è possibile farlo con un semplice prelievo con ago”. Di seguito, dopo una serie di specificazioni sui requisiti tecnologici delle apparecchiature e sulle modalità di esecuzione dell’esame, sono esposte le indicazioni in positivo, ossia le circostanze in cui la risonanza magnetica può essere efficace: 1) Nella sorveglianza delle donne ad alto rischio, per lo più genetico-familiare, di tumore mammario; 2) Quando si sospettano tumori multipli, ovvero più noduli tumorali nella stessa mammella, o si sospetta la presenza di tumore in entrambe le mammelle; 3) Per la valutazione dell’effetto della chemioterapia neoadiuvante dei tumori localmente avanzati; 4) Quando si sospetta una recidiva della malattia, nei casi in cui non sia ritenuto opportuno il prelievo con ago o questo sia rivelato non conclusivo; 5) Nei rari casi in cui il tumore si presenta con metastasi (per lo più ai linfonodi ascellari) e mammografia ed ecografia non rilevano il tumore che le ha originate; 6) Quando si sospetti la rottura delle protesi mammarie. Il documento elaborato dagli specialisti di Attualità in Senologia identifica anche una serie di must di tipo clinico. L’esecuzione e interpretazione della risonanza magnetica richiede un expertise di diagnostica senologica complessivo (mammografia, ecografia, agobiopsie, etc. ). I Centri che eseguono la risonanza magnetica devono poter eseguire anche l’ecografia di second look (ovvero uno studio ecografico che vada alla ricerca delle lesioni visualizzate alla risonanza), senza ricorrere ad altri laboratori. Infine, poiché alcune lesioni si vedono solo con risonanza, è necessario che il Centro che la esegue, o un altro Istituto di riferimento ad esso connesso, siano in grado di eseguire agobiopsie sotto guida della risonanza magnetica. Del gruppo di lavoro che ha elaborato il documento hanno fatto parte anche l’oncologo Massimo Federico (Università di Modena), il chirurgo Giuseppe Canavese (Istituto Tumori di Genova), il fisico Franca Podo (Istituto Superiore di Sanità) e i radiologi Gianmarco Giuseppetti (Università di Ancona, Presidente della Sezione di Senologia della Sirm), Chiara Zuiani (Università di Udine), Laura Martincich (Istituto Tumori di Candiolo, Torino), Stefano Corcione (Azienda Ospedaliera di Ferrara), Pietro Panizza (Ospedale S. Raffaele di Milano), Elsa Cossu (Università di Tor Vergata). Numerosi altri esperti italiani (radiologi, chirurghi, oncologi, radioterapisti, anatomo-patologi) sono stati consultati e hanno fornito utili consigli e suggerimenti. . |
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TUMORI, PER COMBATTERE LA PATOLOGIA LA REGIONE UMBRIA PUNTA ALLA PREVENZIONE E ALL’ORGANIZZAZIONE DELLA RETE ONCOLOGICA |
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Perugia, 6 novembre 2007 – La prevenzione e la messa in rete di tutte le strutture attive nell’ambito oncologico sono le priorità della programmazione per l’oncologia della Regione Umbria. Il 30 ottobre a Perugia, su iniziativa della direzione regionale sanità e servizi sociali, è in corso la Conferenza regionale sul tema alla quale, oltre all’assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi e al sindaco di Perugia, Renato Locchi, hanno partecipato ricercatori, professori e medici che operano in Umbria e fuori regione. Tra questi il professor Maurizio Tonato, direttore scientifico del “Centro di riferimento oncologico regionale”. “La Conferenza regionale sull’oncologia rientra in una serie di appuntamenti organizzati dalla Regione in vista della stesura del nuovo Piano sanitario – ha detto l’assessore alla sanità, Maurizio Rosi – Da questi incontri la Regione si aspetta delle proposte e delle segnalazioni per il lavoro futuro e per organizzare al meglio il ‘centro di riferimento’. L’umbria è tra le regioni italiane in cui la sopravvivenza dei malati è più alta, ciò, oltre ad essere un motivo di vanto, dimostra che esiste tutta una rete che funziona. La Regione – ha aggiunto - da sempre ha lavorato nell’ottica di garantire, attraverso programmi e progetti integrati sull’oncologia, la sinergia di tutti gli operatori e l’attuazione di prestazioni di alta qualità tecnica e scientifica”. Durante l’incontro è stato evidenziato dalla Direzione sanitaria regionale, che il problema della cura dei tumori è molto complesso anche dal punto di vista organizzativo, visto che queste patologie prevedono percorsi di cura lunghi e difficili che vengono attuati a diversi livelli del ricovero ospedaliero, ambulatoriale e domiciliare. Circa la progettazione e l’attivazione della rete oncologica regionale, il modello predisposto è basato sul principio che tutta l’attività oncologica va impostata, organizzata e gestita al servizio del paziente e della famiglia. . |
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POLITICHE PER LA SALUTE - MODENA, IL 6 NOVEMBRE, CONVEGNO NAZIONALE "LA GESTIONE DEL RISCHIO PER UNA SANITA´ SICURA". L´INCONTRO E´ ORGANIZZATO DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, CON IL PATROCINIO DEL MINISTERO DELLA SALUTE |
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Bologna, 6 novembre 2007 - La prevenzione del rischio e la promozione della sicurezza nelle strutture sanitarie sono i temi che verranno discussi nel corso di un convegno a Modena, martedì 6 novembre (dalle 8. 30, Aula magna dell’Università, via del Pozzo 71). L’incontro ha per titolo "La gestione del rischio per una sanità sicura" ed è organizzato dalla Regione Emilia-romagna, in collaborazione con l’Azienda Usl e l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena, e con il patricinio del Ministero della salute e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Il convegno, per i temi trattati e la qualità dei relatori, ha una valenza nazionale e si rivolge, oltre che agli operatori sanitari, anche ai cittadini non addetti ai lavori. Tra gli aspetti centrali del convegno: la sensibilizzazione del personale del Servizio sanitario regionale sui temi della gestione del rischio e della sicurezza; l’importanza dell’approccio integrato rispetto a questi temi, adottato dalla Regione e dalle Aziende sanitarie dell’Emilia-romagna; l’importanza di dare visibilità e informare operatori sanitari e cittadini su quanto già messo in campo e realizzato dalle Aziende sanitarie. Alla base dell’incontro la consapevolezza che il rischio non è un tema circoscritto all’ambito sanitario, ma riguarda e coinvolge tutti. L’integrazione tra le diverse professionalità e le diverse discipline – si vuole ribadire – è lo strumento necessario per la prevenzione del rischio e la promozione della sicurezza. Inoltre, le iniziative e gli interventi che vengono realizzati su questi temi devono essere coordinati e diffusi perché questo consente il miglioramento di tutto il sistema. Il convegno è articolato quattro sessioni: "Le politiche della gestione del rischio", "La gestione del rischio in Emilia-romagna: aspetti clinico-organizzativi", "La gestione del rischio in Emilia-romagna: aspetti medico-legali", "La gestione del rischio in Emilia-romagna: aspetti giuridico-assicurativi". E’ previsto, tra gli altri, l’intervento del sottosegretario al Ministero della salute, Serafino Zucchelli sul tema "Nuove norme in tema di sicurezza del paziente". Chiuderà l’incontro, l’assessore regionale alle politiche per la salute, Giovanni Bissoni. Il programma del convegno è consultabile nel portale internet del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-romagna, www. Saluter. It . |
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INCONTRO REGIONE-ANCONA. FATTO ´IL PUNTO´ DELLE PRINCIPALI QUESTIONI SULLA SANITA´ E INDIVIDUATO UN PERCORSO COMUNE |
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Ancona, 6 novembre 2007 - Clima positivo e costruttivo nell´incontro tra Regione e Comune di Ancona. Il presidente Gian Mario Spacca e il sindaco Fabio Sturani hanno espresso apprezzamento per lo spirito di collaborazione e il taglio operativo dell´incontro. Sono presupposti indispensabili per garantire ad Ancona una crescita e sviluppo che assicuri il suo ruolo di capoluogo, e assicuri, allo stesso tempo, i servizi necessari alla comunita` locale. Si e` stabilito che bisogna lavorare in queste direzioni: Si prevede la realizzazione di una conferenza programmatica Regione-comune di Ancona per individuare le linee strategiche che devono essere ´in armonia´: ´La Regione ha bisogno di Ancona, Ancona ha bisogno della Regione´, e` stato detto; Occorre entrare nello specifico dei singoli temi, con i tavoli tecnici, gia` operativi dai primi di settembre. Sono tre: Inrca, Ancona, Osimo. E´ funzionante, inoltre, un tavolo di monitoraggio strategico dei Protocolli di intesa Regione-comune, a suo tempo firmati, che coordina anche il lavoro dei primi tre (composto dal dott. Carmine Ruta e dal dott. Franco Pesaresi); Si intende istituire un ´seminario´ in cui verranno messi a confronto i rispettivi bilanci per evitare possibili equivoci; - Una verifica di tutto il lavoro prima delle festivita` di fine anno. Entrando nel merito: Inrca ´ E´ unanime l´apprezzamento per il lavoro che ha portato alla costituzione dell´Agenzia della Terza Eta`, che sara` fiore all´occhiello della Sanita` marchigiana e motivo di sviluppo e crescita per l´intero territorio. E´ naturalmente necessario condividere le linee guide del Progetto generale sull´Inrca. Ancona ´ Ospedale Torrette. Si e` parlato di una sua qualificazione strategica, anche alla luce dello spostamento del Salesi. Cio` significa una maggiore qualificazione tecnico-scientifica per amplificare il ruolo di ´struttura di eccellenza´ e ´ostacolare´ la mobilita` passiva, che ha una grande incidenza sul bilancio della Sanita`. E´ necessario anche rafforzare il sistema della viabilita` e della sosta. Alla nuova soluzione della viabilita` con le tre rotatorie, messe in atto dal Comune nei giorni scorsi, si aggiunge il piano per i parcheggi: il direttore di Torrette Gino Tosolini, ha assicurato che, in tempi brevi saranno operativi 130 posti auto in piu` rispetto agli attuali e che sono al vaglio soluzioni ulteriori che verranno presentate nei primi giorni di dicembre agli enti interessati. Salesi ´ E´ operativo un gruppo di lavoro dell´Azienda ospedaliera che deve stabilire il trend dei reali bisogni e dello sviluppo del materno-infantile. La riunione di oggi e` servita per focalizzare l´attenzione sul fatto che, accanto a questo tipo di lavoro, e` necessario un coinvolgimento di Regione e Comune, che devono fornire le risposte operative alle esigenze poste dal team clinico. Esigenze della citta` di Ancona ´ Il pronto intervento all´Inrca e` gia` stato deliberato e sara` operativo entro i primi mesi del prossimo anno. La struttura della zona 7 del Viale della Vittoria si trasferira` presso i padiglioni ex Umberto I, dove verranno ospitati anche il poliambulatorio e la Rsa, in tempi brevi; . Progetto Pauan ´ Si e` ragionato sull´attuazione del progetto per l´area metropolitana di Ancona. In questo quadro, con il supporto del gruppo tecnico si e` deciso di riorganizzare i progetti, inserendo la collocazione del Sert e le altre attivita` del Piano; Osimo ´ l´area metropolitana di Ancona e` parte rilevante dello stesso Piano Sanitario proprio per la sua contiguita` con il capoluogo. Pertanto e` utile ´valutare´ il finanziamento di quest´area, prevedendo una sperimentazione gestionale da attuare attraverso i tavoli tecnici. All´incontro erano presenti: Regione: Gian Mario Spacca; il vice-presidente Luciano Agostini, gli assessori Almerino Mezzolani, Pietro Marcolini; Loredana Pistelli. Comune: Fabio Sturani; il vice-sindaco Sandro Simonetti; gli assessori Roberto Stecconi, Marida Burattini. . |
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SPESA FARMACEUTICA LAZIALE: NEI PRIMI 8 MESI DEL 2007 MENO 14,3% DI RISPARMIO |
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Roma, 6 novembre 2007 - A confronto con l´insieme delle regioni italiane, il Lazio ha realizzato nei primi otto mesi dell´anno il maggiore risparmio nella spesa farmaceutica (meno 14,3% contro l´8,1% nazionale). Il risultato raggiunto dal Lazio, oltre che a una tendenza comune determinata dalle misure adottate dall´Agenzia Italiana del Farmaco, è ascrivibile all´efficacia dei provvedimenti adottati nell´ambito del Piano di rientro, fra i quali si conferma come particolarmente significativo il limite di rimborsabilità sui farmaci anti-ulcera - 37,3% di minore spesa rispetto al 2006. Più in generale, appare netto il maggiore sforzo compiuto dalle Regioni sottoposte alle procedure dei Piani di rientro (si considerino anche i risparmi realizzati da Puglia -14. 2%, Sicilia -13,3%, Abruzzo-10,9%, Sardegna -10,4% ). “I dati disponibili – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia - stanno a dimostrare la validità delle misure messe in campo dal Lazio e dalle altre Regioni impegnate nei Piani di rientro e al contempo confermano la possibilità di ottenere risparmi di spesa molto significativi senza ricorrere al ticket. Con questi risultati il Lazio si allinea alle Regioni cosiddette virtuose”. Nei primi otto mesi del 2007, la spesa farmaceutica territoriale è diminuita del 14,3%, a fronte di una media italiana dell´8,1%. Il risultato raggiunto dalla nostra Regione è il migliore fra quelli registrati nel periodo riferiti ad altre Regioni e copre da solo oltre il 20% dell´intero risparmio conseguito a livello nazionale. . |
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ASSOGENERICI: IL COLLEGATO ALLA FINANZIARIA VA CAMBIATO, SEGUIRE SUBITO LE INDICAZIONI DELL’ANTITRUST IL COLLEGATO ALLA FINANZIARIA 2008 RALLENTA LO SVILUPPO DI CHI PRODUCE FARMACI INNOVATIVI, PERCHÉ NON INCORAGGIA LO SVILUPPO DEI PRODUTTORI DI FARMACI GENERICI |
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Roma, 6 novembre 2007 - Assogenerici plaude alle considerazioni dell’Autorità Antitrust e assume una ferma presa di posizione nei confronti del Parlamento, affinché intervenga per modificare l’articolo 5 del Decreto Fiscale collegato alla Finanziaria 2008. Secondo quanto fa rilevare l’Authority per la tutela della concorrenza in una segnalazione inviata l’altro giorno a Governo e Parlamento, in sostanza, la Finanziaria 2008 penalizza il Sistema Sanitario Nazionale: fissando quote di produzione inibisce lo sviluppo dei produttori di farmaci generici/equivalenti e rallenta, di conseguenza, la crescita di chi produce farmaci innovativi. "Tutto questo avviene con grave danno sia per le casse dello Stato che per la salute dei cittadini", afferma Roberto Teruzzi, Presidente di Assogenerici (L’associazione che riunisce le industrie italiane produttrici di farmaci equivalenti). Teruzzi fa rilevare che “l’Antitrust, nella sua presa di posizione, esprime con chiarezza e completezza precisi rilievi che smontano la controriforma del settore farmaceutico perpetrata dalla Finanziaria 2008”. . |
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LAZIO, AL VIA CAMPAGNA PREVENZIONE TUMORI AL SENO |
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Roma, 6 novembre 2007 - -Incrementare la diffusione dello screenig senologico attraverso una campagna di comunicazione. La Giunta regionale del Lazio, infatti, ha sottoscritto una convenzione con il ministero della Salute, che stanzia 176 mila euro, per la stampa e distribuzione di materiale informativo. Locandine e volantini saranno affissi in 1. 600 farmacie e spedite a 4 mila medici di medicina generale. Secondo i dati forniti dall´Agenzia di sanità pubblica (Asp), nel Lazio ogni anno sono 3. 400 in nuovi casi di tumore al seno, con circa mille decessi. . |
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LAVORO: COSOLINI, INSERIMENTO DISABILI "RISORSA ECONOMICA" |
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Udine, 6 novembre 2007 - Le politiche regionali per lo sviluppo avviate in questi anni dall´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia non possono "riconoscersi" soltanto nelle leggi sulle attività produttive o per l´innovazione ma debbono necessariamente comprendere anche le normative sul lavoro, l´immigrazione e l´integrazione tra istruzione e formazione professionale. Ed in questi contesti - coniugando dunque le politiche del lavoro con quelle ad evidenza sociale - è massima l´attenzione per l´inserimento lavorativo delle persone disabili, ha sottolineato il 29 ottobre ad Udine l´assessore regionale al Lavoro Roberto Cosolini, intervenendo al convegno "Integrazione lavorativa delle persone disabili tra applicazione normativa e sperimentazione". Se la Regione, è stato sottolineato nel corso dei lavori, risulta all´avanguardia nell´attuazione del dettato della legge nazionale di settore, grazie anche alla lunga tradizione legislativa del Friuli Venezia Giulia in materia di aiuto alla disabilità, tuttavia la vera novità dell´ azione svolta in questi ultimi anni dall´Amministrazione regionale, con il suo ruolo di coordinamento, e dalle Province (per la parte attuativa) sta nell´avere rivoluzionato il modo di intendere l´inserimento lavorativo dei diversamente abili, un tempo considerato come mero fatto assistenziale ed ora ritenuto una risorsa economica. Inserimento dei disabili come opportunità per l´intera società, dunque, ha ribadito l´assessore, citando i contenuti della legge regionale sul "Buon lavoro" (la 18 del 2005). "Buon lavoro - secondo Cosolini - che significa certamente capacità di produrre sviluppo economico da parte di una comunità e di assicurare ai suoi cittadini un elevato e crescente livello di coesione sociale, di inserimento, di cittadinanza attiva ma che in questo caso vuol dire anche abbattimento di tutte quelle barriere che ostacolano l´inserimento dei disabili". Un "Buon lavoro" che va inoltre inteso come fattore di competitività e come capacità di produrre servizi utili nel sociale: dai trasporti, all´assistenza, ad altri comparti. Ma deve essere anche considerato tale per la capacità dei disabili di poter produrre a loro volta ricchezza per la società. Trasformare, pertanto, i disabili da soggetti assistiti a protagonisti della crescita economia e sociale della nostra comunità, attraverso una loro piena integrazione: questa la scommessa intrapresa dalla Regione anche grazie al progetto comunitario Equal. Molta importanza nell´azione regionale, ha quindi ricordato l´assessore, viene assegnata al collocamento mirato, ma non minore attenzione viene posta nel garantire ai portatori di handicap un´adeguata qualità di vita. Cosolini ha infine ricordato il ruolo determinante interpretato in questi anni per la formulazione e l´attuazione delle normative specifiche, dal presidente e dal vicepresidente della Consulta regionale delle Associazioni disabili, Vladimiro Kosic e Mario Brancati, evidenziando infine le opportunità finanziarie offerte dal Fondo sociale europeo nell´ambito della programmazione 2007-2013 per far partire tutte quelle politiche attive del lavoro che ci permettano un vero e proprio salto di qualità, qualitativo e quantitativo. . |
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GARA UNICA PER I FARMACI OSPEDALIERI |
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Ancona, 6 novembre 2007 - La Giunta regionale ha definito le procedure della gara unificata per la fornitura dei farmaci ospedalieri alle Aziende sanitarie delle Marche e all´Inrca. Ha anche individuato la commissione che dovra` definire i capitolati di aggiudicazione. L´azienda ospedaliera universitaria ´Ospedali riuniti´ di Ancona curera` la gara, con la collaborazione delle Zone territoriali Asur di Pesaro e Ancona. I contratti di fornitura stipulati avranno una durata triennale, per un importo complessivo presunto di 120 milioni di euro. ´Con l´unificazione della procedure di gara ´ ha sottolineato l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ la Regione pensa di risparmiare fino a 15-20 milioni di euro all´anno, puntando anche su alcune iniziative che verranno promosse insieme alla farmacie. Le condizioni di fornitura dei farmaci stabiliranno, comunque, termini di pagamento e modalita` di gestione delle scorte tali da influire efficacemente sulla economicita` del contratto´. La gara prevede l´acquisto di farmaci da somministrare in regime di ricovero o ambulatoriale e di quelli forniti agli assistiti per l´uso domiciliare. L´aggiudicazione avverra` sulla base del prezzo piu` basso, per i farmaci in concorrenza; per quelli ´unici´ (commercializzati, cioe`, da una sola casa farmaceutica) si seguira` una procedura negoziata. I fabbisogni sono stati individuati sulla base dei dati di spesa relativi al periodo 1 gennaio 2006 ´ 3 giugno 2007. L´importo presunto delle forniture e` di 36 milioni di euro per i prodotti in concorrenza e di 84 milioni per quelli unici. L´aggiudicazione e` prevista entro il mese di marzo 2008. La commissione che dovra` definire i capitolati di gara e` composta da funzionari del servizio Salute, dell´Azienda ospedaliera ´Ospedali riuniti´ di Ancona, dell´Azienda ospedaliere ´San Salvatore´ di Pesaro, dell´Inrca di Ancona e dell´Asur Marche. . |
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INIZIATO IL CORSO DI FORMAZIONE DELLE UNITÀ DI VALUTAZIONE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA |
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Bolzano, 6 novembre 2007 - Sono iniziati in questi giorni i corsi di formazione di due settimane per i 54 componenti delle unità di valutazione che avranno il compito di classificare il livello di non autosufficienza di coloro che faranno richiesta dell’assegno mensile erogato dalla Provincia. Si tratta di 54 operatori sanitari, assistenti sociali, infermieri ed assistenti geriatrici provenienti dai vari comprensori della provincia che hanno espresso la loro disponibilità a far parte delle “unità di valutazione” che avranno il compito di definire il livello di non autosufficienza dei singoli pazienti. Per il 2008 la Ripartizione provinciale Politiche sociali si attende che il numero delle persone non autosufficienti raggiunga il numero di 11. 700. Attualmente sono circa 8. 000 le persone assistite presso il proprio domicilio. “Le famiglie fanno sforzi notevoli e restano il cuore dell’assistenza” ribadisce l´assessore Theiner “e quando l’assistenza in famiglia non è più possibile intervengono le case di riposo, i centri di degenza e le strutture per persone portatrici di handicap. In tali strutture sono ospitate 3. 700 persone e la loro offerta aumenterà di 60 letti ogni anno". Il disegno di legge per l’assistenza ai non autosufficienti, entrato recentemente in vigore, contiene alcune innovazioni per l’organizzazione dell’assistenza. Un ruolo importante viene demandato dalla nuova legge alle cosiddette “unità di valutazione”, composte da un infermiere e un operatore sociale che saranno in contatto costante con l’assistito, la sua famiglia ed i servizi che prestano assistenza. Le unità di valutazione sono inoltre coadiuvate nella loro attività dal medico di base competente. È a queste unità che viene demandata la classificazione degli assistiti in quattro livelli, ed a seconda del grado di non autosufficienza, valutato in base a criteri stabiliti dalla Giunta provinciale, viene assegnato il cosiddetto “assegno di cura”. Le categorie passano da un assegno di cura mensile di 510 € per il primo livello, ai 900 € del secondo livello, ai 1. 350 € del terzo livello, sino ai 1. 800 € del quarto livello. L’unità di valutazione esegue, inoltre, controlli periodici per verificare la permanenza delle condizioni che hanno dato titolo all’assistenza e per verificare l’adeguatezza dell’assistenza prestata a domicilio e nelle strutture residenziali. Nel dare il benvenuto ai partecipanti al corso l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ha sottolineato che la nuova legge provinciale rappresenta una pietra miliare a livello europeo nel campo dell’assistenza alle persone non autosufficienti e che il corso di formazione per le unità valutazione è il primo passo verso la concreta attuazione delle misure previste dalla nuova legge. . |
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GLI “OSS”, CARTA DA VISITA DELLA SANITÀ TRENTINA GLI OPERATORI SOCIO SANITARI SEMPRE PIÙ PRESENTI IN OSPEDALI, RSA E SUL TERRITORIO |
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Trento, 6 novembre 2007 – Nei reparti d’ospedale, nelle Rsa ma anche sul territorio, a domicilio dei pazienti, impegnati nei servizi di assistenza socio-sanitaria, la loro presenza a supporto di infermieri e assistenti sociali è sempre più diffusa ed apprezzata. Sono gli Oss, gli Operatori socio-sanitari, una nuova figura professionale che ha preso il posto, a partire dal 2000, degli ex Osa (operatori socio-assistenziali) e Ota (operatori tecnici addetti all’assistenza). Il loro compito è di assistere infermieri e assistenti sociali, per questo le loro competenze sono sia di carattere sanitario che assistenziale. A quanti hanno scelto di diventare operatori socio-sanitari sta dedicando in questi giorni attenzione l’assessore alle politiche per le salute Remo Andreolli, che ha programmato una serie di visite alle sedi dove si svolgono i corsi biennali per la loro preparazione ed i corsi universitari in infermieristica, di tecnico di laboratorio e di fisioterapista. Dopo la visita, il 23 e 24 ottobre scorsi, al Polo universitario delle professioni sanitarie di Trento, che ha sede in Via Briamasco, Andreolli si è recato oggi a Rovereto dove, in due distinti momenti, ha fatto visita al Polo universitario delle professioni sanitarie di Via Lungo Leno – Polo che ha anche la sede staccata di Ala – ed al Centro pastorale Beata Giovanna, in Via Setaioli, dove si stanno svolgendo i corsi di laurea per tecnico di laboratorio e per fisioterapista. In entrambi i casi, l’assessore era accompagnato dal direttore dell’Ospedale di Rovereto, Romiti, e da Franca Bellotti, direttore dell’Ufficio Formazione e sviluppo delle risorse umane del Dipartimento Politiche sanitarie della Provincia. Ad accogliere Andreolli al Polo di Rovereto la direttrice Ambra Perino. Al corso per Oss di Rovereto – ha spiegato – sono iscritti 60 studenti: 10 provengono da Paesi europei e non, quali Romania, Bolivia, Perù, Cile e Marocco, 11 arrivano da regioni del Sud Italia (Sicilia, Sardegna, Calabria), hanno un’età media di 31 anni; 25 di loro hanno già frequentato corsi presso centri di formazione professionale, 19 sono in possesso del diploma di maturità, 14 di scuola media; 27 sono sposati ed hanno figli, molti sono studenti lavoratori, una trentina ha già avuto precedenti esperienze lavorative in Rsa. “Una scuola – ha affermato Perino – che rappresenta dunque la vera integrazione tra nord e sud. Si tratta di studenti di frontiera, destinati a prestare la propria opera non solo nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa ma anche sul territorio, affrontano problematiche non solo sanitarie ma anche psicologiche e psico-sociali”. Portando il proprio saluto ai futuri Oss, Andreolli ha ricordato loro come in questi anni molti siano stati i cambiamenti intervenuti sia nella sanità che nel campo della formazione sanitaria, al fine di rendere il sistema sempre più attento ai bisogni di salute espressi dai cittadini e che, per questo, ha bisogno di operatori sempre più qualificati”. Il corso è piuttosto impegnativo: 1400 ore, 700 delle quali in tirocini ed esercitazioni. Ma l’acquisizione delle competenze non è tutto: “Occorre sempre ricordare – ha affermato Andreolli – che tutti noi siamo al servizio delle persone e che il cambiamento fa parte del presente e del nostro lavoro, per cui serve capacità di adattamento. Cresce il bisogno, cresce la domanda di servizi che devono essere prestati sempre più a domicilio e dunque c’è bisogno di operatori capaci di relazionarsi in modo professionale con gli utenti”. Certo, trattandosi di una figura professionale nuova, il suo inserimento a fianco di altre figure, quali ad esempio gli infermieri, non è privo di qualche criticità che richiede momenti di verifica e aggiustamenti. Si tratta di un cambiamento che dev’essere recepito in tutte le strutture, anche dalle cooperative che hanno in affidamento la fornitura di servizi d’assistenza sul territorio. Fondamentale è saper lavorare insieme, in modo integrato, tra figure diverse. Un fatto però è certo: gli Oss sono sempre più presenti e la loro professionalità sempre più riconosciuta e valorizzata dentro i reparti. “La vostra competenza – ha affermato il dottor Romiti – è decisamente superiore a quella di figure omologhe. La sanità si fa sempre più tecnologica, i pazienti escono prima dall’ospedale ed hanno bisogno di assistenza a domicilio; per la loro prossimità al paziente, gli Oss sono in pratica la carta di presentazione della sanità”. Martedì 13 novembre Andreolli farà visita agli studenti del corso Oss di Ziano di Fiemme, e martedì 20 novembre a quelli del corso Oss di Tione. . |
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STABILIZZAZIONE PRECARI IN SANITÀ: ACCORDO RAGGIUNTO TRA REGIONE PIEMONTE E SINDACATI |
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Torino 6 novembre 2007 - Accordo raggiunto tra l’Assessorato alla tutela della salute e sanità e le organizzazioni sindacali del Comparto sanità (Fp-cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fsi Usae, Fials Confsal) sulle modalità di stabilizzazione del personale precario non dirigente delle aziende sanitarie piemontesi, in applicazione di una precedente intesa siglata l’8 giugno scorso. Il documento firmato oggi prevede che le aziende sanitarie, entro i limiti di spesa complessiva per il personale fissati dalla legislazione statale, provvedano all’assunzione a tempo indeterminato del personale non dirigente con rapporto di dipendenza a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa, che abbia maturato un’anzianità di servizio di almeno tre anni. Dalla data di recepimento dell’accordo da parte della Giunta regionale, le aziende sanitarie avranno 30 giorni di tempo per effettuare una ricognizione delle posizione lavorative ricoperte da personale precario e quindi per definire un piano triennale di stabilizzazione. Successivamente, i vertici di Asl e Aso potranno procedere anche alla stabilizzazione del personale che presti attività con rapporto di prestazione d’opera intellettuale o di borsa di studio, con carattere di continuità e in aree strettamente riconducibili all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. Soddisfazione per la firma dell’accordo è stata espressa dall’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio: «Siamo tra le prime Regioni in Italia a procedere all’applicazione in sanità della norma prevista dalla finanziaria del 2007 sul precariato, che rappresenta un elemento di qualificazione non solo del mercato del lavoro, ma anche del sistema sanitario stesso, visto che una dotazione organica stabile consente una miglior programmazione e organizzazione delle attività». . |
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“COMUNICARE LA TRASPARENZA. OGGI SI PUÒ” |
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Roma, 6 novembre 2007 – Si è svolta il 30 ottobre la Seconda Conferenza Nazionale della Donazione “Comunicare la trasparenza. Oggi si può”, promossa dall’Istituto Italiano della Donazione, durante la quale sono stati messi in luce diversi aspetti relativi alla trasparenza nelle attività di comunicazione, delle Organizzazioni Non Profit (Onp) e non solo. Infatti, il tema della trasparenza è centrale non solo per le Onp impegnate a consolidare la fiducia dei propri donatori, ma anche per tutti gli attori impegnati a sostenerne le attività: imprese, fondazioni, istituzioni. La mattinata si è aperta con l’intervento di Maria Guidotti, Presidente Iid, ed ha visto il susseguirsi di diversi interventi, tra cui Franca Faccioli, Professore Ordinario, Scienze della Comunicazione, Università “La Sapienza”, Carlo Romeo, Responsabile Segretariato Sociale Rai, Alberto Contri, Presidente Fondazione Pubblicità Progresso e Margherita Bufardeci, Csr Manager Poste Italiane. In particolare Carlo Romeo ha ricordato che “negli ultimi anni è cresciuto il numero delle campagne realizzate dalle Onp, a dimostrazione della vivacità del Terzo Settore. Non è però cambiato l’approccio utilizzato. Si tende a presentare sempre il problema nella sua drammaticità per indurre lo spettatore a donare. Si gioca ancora molto sull’emotività, sui toni enfatici e le immagini pietistiche. Sarebbe forse utile iniziare a far vedere i risultati ottenuti, perché anche questo significa trasparenza”. “Realizzare una campagna sociale efficace – ha inoltre spiegato Alberto Contri - è più difficile che lavorare ad un progetto di comunicazione commerciale. La comunicazione sociale, infatti, va a toccare i sentimenti profondi della persona, quindi è necessario studiare attentamente il messaggio. Quando, ad esempio, si rappresenta una situazione di disagio senza fornire indicazioni su come contribuire a risolverlo, il cittadino si sente impotente e quindi rimuove il messaggio. Inoltre è sempre più necessario essere chiari e trasparenti: solo così si può pensare di rafforzare il rapporto tra chi dona e chi riceve. E aumentare di conseguenza le donazioni”. Durante il convegno, Paolo Anselmi, Vicepresidente Gfk Eurisko, ha presentato l’aggiornamento sui dati delle donazioni in Italia (Sinottica, ottobre 2007) che ha evidenziato come la percentuale di donatori che hanno effettuato almeno una donazione negli ultimi 12 mesi si stia attestando su un valore pari al 30%. A seguire, Franco Vannini ha poi presentato i dati relativi a “Impresa e filantropia 2007”, l’indagine condotta dall’Istituto e volta ad esplorare e conoscere le modalità di gestione delle erogazioni di denaro al Terzo Settore da parte delle aziende italiane impegnate in programmi di Responsabilità Sociale. Dalla ricerca è emerso, come elemento particolarmente significativo, un interesse maggiore da parte delle imprese e rispetto allo scorso anno, a favorire Organizzazioni Non Profit aderenti ai principi della Carta della Donazione, codice etico di cui l’Iid è promotore. L’intervento di Margherita Bufardeci è andato proprio in questa direzione. “Azione congiunta, integrazione di risorse e competenze, condivisione di un obiettivo socialmente rilevante, trasparenza nelle scelte e nella comunicazione, sono gli elementi che determinano l’incisività e il successo delle collaborazioni tra imprese e organizzazioni del Terzo Settore” ha affermato Bufardeci. Ed ha concluso dicendo “Nella selezione delle organizzazioni e delle iniziative da sostenere è importante considerare che queste ultime assicurino trasparenza, affidabilità, coerenza con la missione d’impresa e la misurabilità dei risultati. In tal senso l’adesione alla Carta della Donazione, potrà rappresentare uno dei validi punti di riferimento che verranno inseriti come “elementi preferenziali” nella scelta delle Onp partner”. La tavola rotonda “Comunicare il 5‰: 100% trasparenza”, coordinata dal giornalista e conduttore Rai Giovanni Anversa, ha fatto emergere indicazioni importanti sia sulle strategie di comunicazione adottate dalle Onp in occasione del 5 per mille, sia sull’importanza di mettere in luce valori quali l’efficienza, la coerenza e la trasparenza. Maria Guidotti, Presidente Iid, ha infine chiuso la Conferenza consegnando gli attestati a quattro nuove Organizzazioni Non Profit entrate a fare parte della compagine sociale dell’Istituto: Pimedit Onlus, Movimento Africa 70, Comocuore onlus e Reach Italia onlus. “Siamo felici di essere stati accolti nella famiglia dell’Istituto Italiano della Donazione. Tramite le verifiche selettive fatte dall’Istituto abbiamo visto con piacere riconosciuta la bontà del nostro lavoro portato avanti in questi anni. Questo riconoscimento non potrà che stimolarci a fare sempre meglio” ha affermato Padre Davide Sciocco di Pimedit Onlus. E Tito Sciattella, Presidente Movimento Africa 70, ha ritirato l’attestato affermando “Sono onorato di essere qui oggi a ritirare questo attestato ed a manifestare, a nome del Comitato Direttivo della nostra Associazione, la profonda soddisfazione nell´entrare a far parte dell´Istituto Italiano della Donazione. Per la nostra Associazione, che da oltre trenta anni realizza progetti di sviluppo nei Paesi in Via di Sviluppo, l´adesione all´Istituto Italiano della Donazione è fonte di ulteriori stimoli alla ricerca di eticità e trasparenza nelle attività di raccolta fondi. Riteniamo che in questi ambiti l´Istituto Italiano della Donazione abbia saputo colmare un vuoto storico nel Terzo Settore, andando di fatto a fissare nuovi modelli comportamentali”. . |
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SERGIO LOMBARDO GESTI TIPICI (1961-1963) |
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Roma, 6 novembre 2007 - Hofficina D’arte, nel cuore di Roma, dal 20 novembre 2007 al 20 gennaio 2008 ospita una rigorosa selezione di opere appartenenti al ciclo dei Gesti Tipici dipinti da Sergio Lombardo, uno dei più coerenti e significativi artisti italiani contemporanei. I Gesti Tipici, prima in bianco e nero e poi a colori, sono stati realizzati da Lombardo fra il 1961 e il 1963 ed esposti per la prima volta alla Galleria La Tartaruga di Roma nell’aprile del 1963, in una mostra collettiva con Renato Mambor e Cesare Tacchi. I personaggi raffigurati sono chiaramente riconoscibili nella loro identità pubblica, sono i potenti dell’epoca, da Kennedy a Kruscev, da De Gaulle a Malcom X, la cui immagine viene in questi anni diffusa dai mezzi di comunicazione di massa. Sono proprio queste le opere che verranno esposte presso Hofficina D’arte. Come scrive Gabriele Simongini nel suo approfondito saggio in catalogo, “tutto il percorso teorico e artistico spietatamente coerente ed analitico di Lombardo non si può comprendere senza tenere conto della sua qualità di ricercatore scientifico e del suo rifiuto del concetto vago di ispirazione. E con i Gesti Tipici, precocissimi per impianto teorico anche a livello internazionale, Lombardo ha dato vita ad un’anti-pittura asettica ed inquietante, piena di un’energia dinamica che mette in moto perturbanti stimoli percettivi e psicologici. Nonostante siano sempre inserite in un clima pop, queste opere rivelano una potente e destabilizzante carica critica e carismatica che poi va ben oltre quella stessa temperie. Lo si vede bene del resto nella mostra sulla Pop Art ora allestita alle Scuderie del Quirinale, dove un Gesto Tipico di Lombardo svetta come una presenza spiazzante col suo glaciale e rigoroso bianco e nero che nulla concede all’edonismo circostante, quello, americano in particolare, che in fin dei conti strizza sempre un occhio (e forse tutti e due) alla società dei consumi”. La Galleria nasce dall’iniziativa di Claudio Marcantoni, nel settore da sempre fra Roma e Londra e volto a promuovere anche i nuovi artisti emergenti. Ha infatti deciso di chiamare lo spazio espositivo Hofficina D’arte, proprio per sottolinearne anche la qualità di luogo di sperimentazione. Nella Galleria vengono infatti presentati artisti dagli anni Sessanta a oggi nonché fotografi nazionali e internazionali. I quadri di Lombardo sono quotati nelle più importanti aste internazionali d’arte contemporanea e compaiono nelle collezioni di molti musei (fra cui la Galleria Nazionale d´Arte Moderna, il Macro e il Museo Laboratorio dell´Università La Sapienza a Roma, la Galleria Civica d´Arte Moderna di Torino, eccetera) e nelle più prestigiose collezioni private (fra cui quelle di Giorgio Franchetti, Diego della Valle, Luca Cordero di Montezemolo, Osvaldo Jacorossi e molte altre). A Sergio Lombardo sono stati attribuiti diversi premi fra cui il Premio Internazionale per la Scultura alla Biennale di Parigi nel 1979. Ha inoltre esposto nei Musei di tutto il mondo fra cui il Jewish Museum di New York, il P. S. 1 di New York, l´ Institute of Contemporary art di Boston, il Centre Pompidou di Parigi, il National Museum of Modern Art di Tokyo, l´Italian Academy di Londra, la Tate Gallery di Londra, il Museo Centrale dell´Artista di Mosca, la Sala Centrale delle Esposizioni di San Pietroburgo, il Castello Ujazdowskie di Varsavia, la Gemaldegalerie di Wiesbaden, e molti altri, nonché in tutte le più importanti mostre storiche dell´Arte Italiana Contemporanea ( “Novecento: Arte e Storia in Italia”, presso le Scuderie Papali del Quirinale; presso la stessa sede un suo Gesto Tipico è esposto dal 24 ottobre 2007 nella mostra " Pop Art! 1956-1968"). . |
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FORNI GALLERIA D’ARTE ALEJANDRO QUINCOCES DE NUEVA YORK Y DE SU ALMA 8 NOVEMBRE 2007 – 5 GENNAIO 2008 |
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Milano, 6 novembre 2006 - Alejandro Quincoces ritorna ad esporre a Milano con una mostra ispirata alla città di New York, metropoli per eccellenza e simbolo dell’uomo moderno. Lo stesso autore racconta di essere tornato nella grande mela per scattare nuove fotografie, dalle quali hanno preso vita questi dipinti. Non si tratta però di una fedele riproduzione dell’immagine fotografica, ma di un’interpretazione del paesaggio urbano del tutto personale, che diviene una sorta di alterego dell’autore, intriso di passione e drammaticità. La città così si trasforma sotto le mani dell’autore che sembra riplasmare gli stessi volumi urbani attraverso la materia pittorica. L’immagine non appare mai nitida, come se una leggera nebbia ricoprisse ogni cosa, sfumandone i contorni e appiattendone i colori. Solo i bagliori provenienti dai semafori e dai fari delle macchine in corsa illuminano a tratti la carreggiata, creando dei punti di luce che contrastano con il grigio di fondo. Il cielo è denso, livido, con una luce fredda da meriggio invernale. Il risultato è una città quasi irreale, trasformata da questa densa bruma in una visione “romantica” che rimanda ai paesaggi di Turner e Friedrich. Attraverso la sua pittura Quincoces riesce a nobilitare la prosaicità di una veduta urbana donandole un’intensità e una bellezza propria forse solo della natura, assieme crudele e sublime. . |
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ZANELLO PRESENTA PRIMA STAGIONE TEATRO ARCIMBOLDI |
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Milano, 6 novembre 2007 - E´ stata presentata ieri la prima stagione teatrale del Teatro Arcimboldi, resa possibile grazie alla collaborazione tra la Regione Lombardia e il Comune di Milano che hanno stanziato 1,1 milioni di euro ciascuno a favore della Fondazione Pomeriggi Musicali, alla quale è affidata in gestione la struttura. "Si tratta di un risultato di cui siamo molto orgogliosi - ha spiegato nel corso della conferenza stampa l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello - Da quando infatti la Scala ha tagliato il ´cordone ombelicale´, l´Arcimboldi ha ospitato solo rappresentazioni estemporanee senza avere però un suo vero e proprio cartellone e una programmazione riconoscibile. Da quest´anno non sarà più così, grazie all´accordo che abbiamo raggiunto con il Comune, e l´importante sostegno finanziario che abbiamo deciso per rilanciare un teatro così importante". "L´arcimboldi, terza realtà teatrale milanese dopo la Scala e il Piccolo - ha spiegato Zanello - presenta così una stagione improntata alla modernità e al contemporaneo, quasi una Broadway lombarda, con produzioni di respiro internazionale degne di una capitale europea come è Milano". Il titolo della stagione 2007-2008 è "Diaspore, famiglie e nuove tribù" e si apre il 22 novembre con i "The lighth surgeons", per proseguire con Peter Stein nel "Faust", Hanna Schygulla con "Protocole de rêves", e ancora spettacoli di danza, concerti di musica classica e leggera (Claudio Baglioni, Liza Minelli e i Negramaro). . |
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PRESENTATO IL CARTELLONE 2007/2008 DEL “TEATRO DI RIFREDI” CHE COMPIE 30 ANNI QUANDO IL PALCOSCENICO COMBATTE LA POVERTÀ DELL’ALFABETO CON IL “PATTO DELLO SPETTACOLO”, ULTERIORI RISORSE PER 6 MILIONI DI EURO |
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Firenze, 6 novembre 2007 - «Strumento indispensabile davanti alle gravissime forme di moderno analfabetismo e di nuove povertà culturali». Questo è il teatro, secondo l’assessore della Regione Toscana con delega alla Cultura, Paolo Cocchi, che ha inviato un messaggio di auguri al fiorentino “Teatro di Rifredi” nel giorno dedicato al cartellone per la nuova stagione. Dai rappresentanti della Regione Toscana è anche partita una sottolineatura sull’importanza delle risorse aggiuntive (sei milioni di euro nel triennio 2007-2009) garantite al sistema teatrale toscano con il “patto” siglato nella scorsa estate fra Regione e altri 10 enti locali in risposta a un bando ministeriale per lo spettacolo. «Puntiamo molte carte anche sul teatro di Rifredi per restituire il teatro ai cittadini e i cittadini al teatro, operazioni entrambe fondamentali nella società odierna». Questo il messaggio della Regione Toscana. In conferenza stampa - tenuta presso il teatro che quest’anno festeggia i trent’anni di attività della compagnia “Pupi e Fresedde” sotto la cui direzione nel 1986 è rinata la sala della storica Società di Mutuo Soccorso – l’assessore Cocchi è stato rappresentato dal Direttore Generale alle Attività Culturali della Regione Toscana, Ugo Caffaz ha sottolineato il grande successo del “Festival della Creatività” nonché l’importanza, anche economica, delle imprese teatrali. 25 gli eventi che compongono la stagione 2007/2008 del teatro di Rifredi; 80 le rappresentazioni che – ha sottolineato il direttore artistico Giancarlo Mordini – diventeranno 150 con le attività per bambini e studenti delle scuole superiori. Nella classifica italiana per spettatori (nell’ambito dei teatri da 200 a 500 posti) il teatro di Rifredi si è collocato, nella stagione precedente, al quinto posto. . |
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LO STRADIVARI DI VADIM GLUZMAN PRONTO A INCANTARE LUGANO |
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Lugano, 6 novembre 2007 . Giovedì 8 novembre spetta ad Alain Lombard – presenza attesa ed irrinunciabile nei cartelloni che hanno l’Osi per protagonista - prendere in mano la bacchetta della compagine ticinese per un programma che trasporterà il pubblico nel cuore della tradizione mitteleuropea, ed in particolare tedesca. La prima parte della serata è dedicata all’ascolto dell’unico concerto che Beethoven ha destinato al violino, affidato all’arco di Vadim Gluzman, trentaquattrenne ucraino scoperto da Isaac Stern ed oggi all’apice di una brillante carriera, che lo vede impegnato tanto nel grande repertorio di tradizione, quanto alla scoperta di opere contemporanee, spesso dedicate a lui dagli autori. Gluzman suona un prezioso Stradivari del 1690. Da Beethoven si passa poi a Strauss con l’imponente poema sinfonico Così parlò Zarathustra, ispirato all’opera omonima del filosofo Nietzsche. E’ la prima volta che l’Osi affronta questa pagina, singolare per le dimensioni e per l’ampiezza dell’organico utilizzato: un banco di prova che saprà ben mettere in luce le peculiarità timbriche delle diverse sezioni dell’orchestra svizzera. Inizio alle ore 20. 30 al Palazzo dei Congressi di Lugano, Piazza Indipendenza 4. . |
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GOLF - IN FRANCIA LO STAGE 1 DELLA QUALIFYING SCHOOL DELL´ALPS TOUR |
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Roma, 6 novembre 2007 - Diciotto giocatori italiani saranno impegnati nello Stage 1 della Qualifying School dell´Alps Tour (7-9 novembre) che si disputa sui tre percorsi francesi del Golf de Fontcaude, del Gc Montpellier Massane e del Golf de Nimes Vacquerolles. Sul primo campo giocheranno Daniele Bellacci, Marco Giraudo, Lorenzo Magini, Akis Panisson, Elio Vergari e Alain Vergari; sul secondo Luca Beneduce, Marco Beneduce, Edoardo Bisetti, Alberto Campanile, Luca Galliano, Tommaso Orzalesi e Andrea Signor; nel terzo Federico Besana, Oscar Cazzaniga, Alessio Mastriforti, Piero Mina e Alessandro Pedrotti. La finale si svolgerà dal 14 al 16 novembre al Golf du Cap d´Agde e al Golf du Saint Thomas, sempre in Francia. Pga Tour: Terzo Titolo Per Stephen Ames - Stephen Ames (271 - 70 63 70 68) ha vinto il Children´s Miracle Network Classic disputato sui percorsi del Magnolia e del Palm Course di Disney World, a Lake Buena Vista in Florida, torneo che ha concluso l´Us Pga Tour. Il quarantatreenne pro di Trinidad & Tobago ha superato di un colpo il sudafricano Tim Clark (272 - 66 69 70 66) e di tre Robert Gamez, Tag Ridings e Scott Verplank, con il quale divideva la leadership dopo tre giri. Ames, che ha preso il vantaggio decisivo con tre birdie di fila a partire dalla buca 13, è al terzo titolo nel circuito statunitense, dove è arrivato dopo una prima fase di carriera nell´European Tour con due successi. Nell´ordine di merito ha primeggiato Tiger Woods con 10. 867. 052 dollari, che non avendo disputato le ultime gare non è riuscito a strappare il record dei guadagni stagionali a Vijay Singh (10. 905. 166 nel 2004). Al secondo posto Phil Mickelson ($ 5. 819. 988), al terzo Singh ($ 4. 728. 376), al quarto Steve Stricker ($ 4. 663. 077), al quinto K. J. Choi ($ 4. 587. 859). . |
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