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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Maggio 2009
NASCE IL LABORATORIO DI RICERCA DELL´ISTITUTO TOSCANO TUMORI A UNA SVOLTA IL SISTEMA REGIONALE DELLA RICERCA SCIENTIFICA IN ONCOLOGIA  
 
Firenze 11 maggio 2009 – Oggi alle ore 12 viene dato il via ufficiale ai lavori per la realizzazione della sede del Core research laboratory dell´Istituto Toscano Tumori. La cerimonia si svolgerà sul cantiere in allestimento, ingresso da viale Pieraccini 6 (presso il “Cubo”). Partecipano l´assessore regionale per il diritto alla salute, il rettore dell´Università di Firenze Augusto Marinelli, il direttore scientifico dell´Itt Lucio Luzzatto, il direttore operativo Gianni Amunni e il direttore generale dell´Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi Edoardo Majno. .  
   
   
SANITA’: IN VENETO PROCESSO” AI NODULI ALLA TIROIDE PATOLOGIA SOCIALE, FONDAMENTALE LA PREVENZIONE SORPRENDENTI RISULTATI DI UNA CAMPAGNA ECOGRAFICA REALIZZATA A NEGRAR (VR)  
 
Negrar (Vr), 11 maggio 2009 - In Italia e in Veneto una persona su tre, spesso non sapendolo, presenta uno o più noduli alla tiroide: una condizione clinica solitamente benigna, ma che nel 5% dei casi è un tumore. Questo aspetto della salute dei cittadini è stato, l’8 maggio al centro di un incontro tra medici, infermieri e operatori dal titolo “Processo alla patologia nodulare tiroidea” nel quale, come in un tribunale, il nodulo è stato messo sul banco degli imputati e, sulla base di relazioni di esperti italiani, veneti e svizzeri, si è dibattuto sulle migliori tecniche per “condannarlo”, e cioè debellarlo. L’iniziativa si è tenuta all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar (Vr), alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri. “Come indicato dall’Associazione scientifica dei medici endocrinologi – ha detto Sandri – siamo di fronte ad una vera e propria malattia sociale, che come tale va trattata con un grande lavoro sul piano della prevenzione, senza escludere di poter arrivare anche alla realizzazione di veri e propri screeing. E’ molto qualificante per la sanità veneta e veronese – ha aggiunto – che se ne discuta qui a Negrar con la presenza di tanti eminenti esperti e di molto personale infermieristico”. Proprio nell’area di Negrar è stata recentemente realizzata una campagna di sensibilizzazione della popolazione che ha portato a sottoporre ad ecografia 568 persone “sane”. Ben 272 di loro, quasi la metà, presentava almeno un nodulo alla tiroide di dimensioni da 10 millimetri (194 persone) e oltre. In questi casi l’approfondimento delle indagini diagnostiche e l’avvio di trattamenti appropriati consente al paziente una qualità di vita assolutamente normale in futuro. .  
   
   
SANITÀ, IL PRESENTE DELLA CALABRIA LOIERO REPLICA AL LEADER DI IDV ANTONIO DI PIETRO  
 
08 maggio 2009 - "Prima di dire le cose come stanno, Di Pietro dovrebbe almeno conoscerle e non parlare per sentito dire". Non si fa attendere la replica del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, alle dichiarazione del leader di Italia dei Valori. "Abbiamo già tante prefiche che stanno a versare lacrime sul disastro della Sanità in Calabria - ha detto Loiero, tramite una nota del portavoce - ma sono inaccettabili le lezioni moralistiche da qualunque parte esse provengano. Qualcuno, anche all´interno di Idv dovrebbe informare Di Pietro del grande sforzo che stiamo facendo per il contenimento della spesa e l´operazione di pulizia avviata da tempo all´interno di un settore infiltrato dalla criminalità e pieno di incrostazioni clientelari. Sono stato io a volere fare chiarezza sui conti, col voto di Idv il Consiglio regionale approvato una legge che consentirà ai calabresi di avere in futuro una Sanità migliore, depurata da tutti i mali attuali, abbiamo preparato una proposta di piano di rientro del deficit storico molto drastico e duro per far capire al governo che facciamo sul serio". "Voglio ancora ricordare che ci siamo rivolti anche all´Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali) e, per alcuni aspetti particolari, alla stessa Corte dei Conti che ha apprezzato i provvedimenti già adottati e le linee di indirizzo elaborate dalla giunta per superare la crisi. Sinceramente non saprei più chi chiamare al capezzale della Sanità calabrese. Quella che abbiamo messo in atto è una ´cura da cavallo´ e sono convinto che alla fine la spunteremo". Le parole di Di Pietro, secondo Loiero "appaiono come un esercizio di autolesionismo, e pongono un problema tutto interno alla coalizione di centrosinistra che amministra la Regione. Non mi meraviglia - ha detto - che il centrodestra faccia finta di ignorare di essere, secondo i conti dell´advisor nominato dal governo, il responsabile quasi esclusivo dello sfascio della Sanità nella regione, e utilizzi l´argomento esclusivamente a fini elettorali praticando una sorta di tanto peggio tanto meglio per scaricare le proprie responsabilità. Ma che ci si metta anche Di Pietro, è sinceramente troppo, perché così facendo egli dà una mano allo schieramento avverso. E non dico nulla sui fondi europei. Rinvio Di Pietro, se ha interesse a saperne davvero qualcosa, ai giudizi estremamente positivi sulla nostra gestione espressi dalla Commissione europea". "Non mi fanno arrabbiare, proprio per niente, le parole di Di Pietro - ha concluso Loiero - ma mi sconvolge l´idea che egli ha delle istituzioni e della soluzione dei problemi in Calabria". .  
   
   
CONFERENZA EUROPHOSPHATASES 2009  
 
Egmond aan Zee, Paesi Bassi 11 maggio 2009 - Dal 14 al 18 luglio si terrà a Egmond aan Zee (Paesi Bassi) la conferenza Europhosphatases 2009. La conferenza sarà incentrata sulla fosfatasi degli enzimi nello sviluppo e nella malattia. L´obiettivo principale è di far incontrare i ricercatori impegnati nella fosfatasi e tutti gli interessati nella biologia della fosfatasi. Questa conferenza fornirà una piattaforma per informarsi sulla fosfatasi, creare e estendere i tentativi di collaborazione e presentare e discutere della ricerca sulla fosfatasi. Le sessioni saranno incentrate su tutti gli aspetti della biologia della fosfatasi, spaziando dalla struttura dei cristalli fino alla funzione in vivo di interi organismi. La conferenza è organizzata dall´Organizzazione europea per la biologia molecolare (Embo o European Molecular Biology Organization). Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Europhosphatases2009. Com/ .  
   
   
DA REGIONE LAZIO AL VIA FONDO SOCIO-SANITARIO DA 30 MILIONI IN 3 ANNI  
 
Roma, 11 maggio 2009 - Prosegue il Progetto umanitario, 3 milioni di euro per la cura e l´accoglienza di cittadini stranieri non appartenenti all´unione Europea, nel 90% dei casi bambini con malattie oncologiche, ematologiche, ortopediche, dermatologiche e di chirurgia generale. Avviato negli anni scorsi il Programma umanitario ha consentito fino al 2008 la cura di 846 persone di cui 755 minori di 18 anni. Trasporto non sanitario dei pazienti in dialisi e disabili. 7. 700. 000 gli euro (di cui 2. 700. 000 attraverso il fondo socio-sanitario a cui si aggiungono 5. 000. 000 di euro provenienti dal fondo nazionale dei servizi sociali) per i contributi alle Asl per i costi del trasporto non sanitario dei pazienti da e per i centri dialisi, degli utenti da e per i centri di riabilitazione ex articolo 26 della legge 833/78 e da e per i centri diurni. Su proposta dell´assessore alla Politiche Sociali Anna Coppotelli e del Vicepresidente Esterino Montino, la Giunta della Regione Lazio, presieduta da Marrazzo ha definito oggi gli interventi da attuare attraverso il fondo per l´integrazione socio-sanitaria, pari a 10 milioni di euro per ciascuna annualità nel triennio 2009-2011. "Previsto per la prima volta dalla finanziaria regionale 2009 - spiega l´assessore al Bilancio e programmazione economica Luigi Nieri - il Fondo per l´integrazione socio-sanitaria ha l´obiettivo di realizzare in modo appropriato, secondo le diverse competenze, quei progetti che hanno aspetti di carattere sanitario ma anche sociale che per la loro attuazione richiedono l´intervento dei due diversi assessorati. Questa prima esperienza di integrazione socio-sanitaria nel bilancio regionale ha infatti l´obiettivo di unire, evitando inutili sovrapposizioni o vuoti di assistenza, le competenze degli assessorati regionali alla Sanità e alle Politiche sociali". Sono 3 i milioni di euro destinati all´attuazione del Programma umanitario per la cura e l´accoglienza di cittadini stranieri non appartenenti all´unione Europea, nella grandissima parte bambini. Avviato dal 2002 il Programma umanitario ha consentito fino al 2008 la cura di 846 persone di cui 755 minori di 18 anni. Nel 2008 provenienti da oltre 50 paesi del mondo sono stati 150 i minori curati e 16 gli adulti. I casi che riguardano i piccoli pazienti stranieri - escluse le patologie croniche e irreversibili, i pazienti che possono ricevere le cure devono essere affetti da malattie gravi con speranza di guarigione, ma non curabili nei paesi d´origine - I casi vengono valutati da un´apposita commissione medica di alto profilo con specialisti in ematologia, oncologia, ortopedia, chirurgia generale e dermatologia branche alle quali appartengono anche le principali cause di ricovero dei piccoli. Le richieste possono essere effettuate da parte degli ospedali, di associazioni, ma anche di singoli cittadini. "Le strutture ospedaliere forniscono le cure mentre i piccoli arrivano attraverso un percorso di assistenza e accoglienza - ha detto il Vicepresidente Esterino Montino - che dalla partenza al ritorno nel paese d´origine viene garantito dalla collaborazione con alcune associazioni di volontariato, in particolare la Kim, Nessun luogo è lontano, la Tudisco e la Milena onlus con cui la Regione ha sottoscritto appositi protocolli d´intesa. Di particolare rilievo la collaborazione con un´associazione venezuelana la Ftmo che nel 2007 e 2008 ha consentito il trapianto di midollo osseo su 16 bambini e ha avviato una concreta cooperazione sanitaria internazionale che l´obiettivo di formare personale medico nel paese di provenienza consentendo che monitoraggio e le cure successive siano effettuati nel paese di origine dei piccoli". Sette milioni e 700. 000 gli euro (di cui 2. 700. 000 attraverso il fondo socio-sanitario a cui si aggiungono 5. 000. 000 di euro provenienti dal fondo nazionale dei servizi sociali) per i contributi alle Asl per i costi del trasporto non sanitario dei pazienti da e per i centri dialisi, degli utenti da e per i centri di riabilitazione ex articolo 26 della legge 833/78 e da e per i centri diurni. "A tale proposito la Regine Lazio ha già chiesto a tutte le Asl di specificare la distinzione tra i costi di trasporto e quelli sanitari - spiega l´assessore regionale alle Politiche sociali Anna Coppotelli - Il contributo sarà assegnato proporzionalmente alle spese di ogni singola Asl. La Direzione Servizi sociali fornirà le linee guida per l´attuazione del Piano". .  
   
   
MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA CONFERMA BUON LAVORO DELLA REGIONE LAZIO CONTRO SPRECHI IN SANITÀ  
 
Roma, 11 maggio 2009 - "Il dato pubblicato sul sito del ministero della Funzione pubblica, relativo alle consulenze attive in tutte le regioni e a carico del sistema sanitario, testimonia in modo oggettivo il lavoro svolto dalla Giunta Marrazzo per ridurre gli sprechi: le consulenze sono diminuite del 27%". E´ quanto dichiara il vicepresidente della Giunta regionale Esterino Montino. "Il dato - precisa - conferma che la Giunta regionale mantiene i patti stipulati con il governo per il risanamento del sistema sanitario e, soprattutto, quelli con i cittadini del Lazio per migliorare una sanità che avevamo trovato in condizioni tragiche. Gli stessi dati inducono anche a una considerazione oggettiva. In quasi tutte le Regioni, il ricorso alle consulenze è in forte aumento e questo può voler dire che il sistema nel suo insieme esprime un bisogno di personale non altrimenti reperibile. Tale problema, nella Regione Lazio, rischia di diventare esplosivo perché, oltre alla riduzione delle consulenze c´è anche un rigido blocco del turn-over. Il combinato disposto di queste due misure rischia di paralizzare il sistema sanitario regionale". "Per non vanificare il grande e prezioso lavoro fatto fino a oggi - osserva Montino - è importante non abbassare la guardia e proseguire sulla via del risanamento e dell´abbattimento degli sprechi. Il blocco del turn-over, tuttavia, non può essere un moloch insuperabile, poiché la Regione deve essere messa nelle condizioni di intervenire per sbloccare quelle situazioni di carenza di personale che, se perdurano, rischiano di mettere a rischio la garanzia dei servizi essenziali. Faccio un solo esempio: l´ospedale Grassi di Ostia a causa del blocco del turn-over e della giusta riduzione delle consulenze rischia di non poter garantire un servizio efficiente ai cittadini nella prossima stagione estiva, quando la popolazione di Ostia passa da 250mila abitanti a 500mila. La Regione - conclude - rispetta i patti sottoscritti, tocca al Governo ora dimostrare buon senso poiché in gioco non ci sono meri numeri, ma l´obiettivo più alto di un servizio sanitario sano ed efficiente". .  
   
   
SALUTE: INTEGRAZIONE PASSA DA DONAZIONE SANGUE OMBELICALE  
 
Pordenone, 11 maggio 2009 - Dalla collaborazione tra Comune di Pordenone e comunità di cittadini extracomunitari è nato un progetto sulla sicurezza; da qui il passo verso una più completa integrazione anche attraverso la sensibilizzazione ai temi della salute e della donazione è stato breve. Così il 9 maggio nel Municipio di Pordenone, alla presenza dell´assessore regionale a Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, è stato presentato il progetto per la donazione del sangue del cordone ombelicale rivolto in modo particolare alle donne immigrate incinte. L´assessore comunale al coordinamento civico, Loris Pasut - presenti l´assessore comunale alla Protezione sociale, Gianni Zanolin, i rappresentanti dell´Azienda Ospedaliera di Pordenone, delle varie associazioni di donatori, della Commissione Pari Opportunità, delle associazioni di immigrati - ha spiegato perché un progetto del genere nasce a Pordenone. Su poco più di 51 mila abitanti, il comune conta circa il 16 per cento di cittadini immigrati (in maggior numero extracomunitari); su 1451 bambini tra 0 e 2 anni, circa il 30 per cento sono figli di immigrati, forte quindi l´incidenza della nascite grazie alle donne straniere. Da qui nasce il progetto per sensibilizzare alla donazione del sangue del cordone ombelicale (utile in diverse malattie) concretizzato dall´Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone - ne hanno parlato la dott. Lucia De Zen, i primari di Oncologia Pediatrica, Roberto Dall´amico, e di Ostetricia e Ginecologia, Valter Adamo - con la realizzazione (con l´aiuto di Ail) di un video in più lingue da consegnare alle donne immigrate incinte (oltre che alle italiane). Infatti, affinché la cura sia corretta è importante che il sangue del cordone ombelicale abbia le caratteristiche genetiche delle varie popolazioni. Per l´assessore Kosic siamo in presenza di un progetto di alto significato morale prima ancora che scientifico, che andrebbe esteso anche alle scuole e che si inserisce a pieno titolo in quello realizzato dalla Regione alcuni mesi fa grazie alla Protezione Civile regionale per la raccolta e il trasporto del sangue del cordone ombelicale alla "banca" di Padova. Dal lavoro congiunto di un sistema che vede coinvolti Regione, organi sanitari, associazioni di volontariato e cittadini, sono venuti e vengono parecchi risultati. Ad esempio, per la prima volta si è riscontrato all´Ospedale di Udine che i pazienti neoplastici dimessi con aspettative di vita hanno superato quelli affetti da malattie cardiovascolari. E per restare ai dati, si riscontra che da quando è attivo il Programma regionale di raccolta e trasporto unità di sangue cordonale, in Friuli Venezia Giulia il sistema è già attivo in 9 degli 11 punti nascita e che il trend di crescita delle donazioni è raddoppiato rispetto all´anno precedente. La tendenza è di giungere entro l´anno a quadruplicare la raccolta. Un plauso, quindi, va a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto, dal Comune all´Azienda Ospedaliera alle associazioni varie, anche per l´aspetto di integrazione reale che esso comporta. Il tema della donazione stimola indirizzi e soluzioni: il lavoro sta dando risultati concreti e aprono a nuove speranze. Nel corso dell´incontro, è stata festeggiata la signora Laila Saicok di origine marocchina, che per prima ha donato il cordone ombelicale dei proprio bambini, aprendo così la strada. .  
   
   
DONAZIONI, SERVE SOCIETA´´ INFORMATA E CONSAPEVOLE  
 
 Pordenone, 11 maggio 2009 - Dall´incontro tra i saperi scientifici, le associazioni di volontariato, i cittadini con le loro attese e le loro esigenze nascono il progresso e i progetti necessari a rispondere in maniera sempre più adeguata al "bisogno di salute" che si manifesta nella nostra società. Non solo: ma da una società informata e consapevole è più facile che nasca la donazione e dove si investe nella donazione, là nascono anche i risultati. Lo ha sostenuto il 9 maggio l´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, portando il saluto della Regione al convegno su "Prevenzione, diagnosi precoce, tecnologie e malattie: attualità e ragioni di speranza per il futuro", svoltosi nell´Aula Magna del Centro Studi di Pordenone per iniziativa della Consulta Regionale Trapianti del Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione di Enti locali e della sanità, nell´ambito dell´11. A Giornata nazionale della "Donazione e trapianto di organi tessuti e cellule" indetta dal Ministero della Salute. Come ha sottolineato l´assessore, la ricerca continua dimostra la possibilità di nuove cure per varie patologie. Da qui l´invito a continuare a operare e un plauso alle associazioni dei donatori del Friuli Venezia Giulia che hanno unificato i loro sforzi riconoscendosi nella Consulta Regionale Trapianti. Commissione Regionale Del Rene - Kosic ha infine annunciato che è stato portato a termine il percorso per la costituzione della Commissione regionale per il rene. Una dimostrazione ulteriore che nella sanità bisogna muoversi con rapidità, coordinamento e investimenti adeguati, marciando tutti assieme verso le stesse mete. La Regione - attraverso la presenza dell´assessore - vuole farsi veicolo degli stimoli che vengono da convegni come questo. .  
   
   
FORMIGONI: CENTRO NERVIANO DEFINITIVAMENTE SALVO RICAPITALIZZAZIONE DA 60 MILIONI E ISTITUZIONE DI UNA NEWCO SALVI TUTTI I POSTI DI LAVORO DEI RICERCATORI, VIA AL RILANCIO  
 
Milano, 11 maggio 2009 - Il centro ricerche di Nerviano è definitivamente salvo e riparte con una ricapitalizzazione di 60 milioni di euro. Lo ha confermato oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una conferenza stampa con Claudio Gorelli, capo dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alberto Albertini, del Ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca, Primo Minelli, segretario generale della Camera di Lavoro dell´Alto Milanese, Daniele Bosotti, della segreteria della Uilcem, le Rappresentanze sindacali unitaria (Rsu) di Nerviano Medical Sciences, e il sindaco di Nerviano, Enrico Cozzi. "Si conclude oggi - ha detto il presidente Formigoni - una prima importante fase della riqualificazione del Polo di ricerca di Nerviano, primo Centro per la Ricerca Oncologica in Europa, quella destinata a porre le condizioni del rilancio e dello sviluppo della Nerviano Medical Sciences Srl". Non solo è stato scongiurato il rischio di portare i libri in Tribunale per la liquidazione della Società ma, attraverso il rilascio di garanzie adeguate da parte della proprietà (la Congregazione dei Figli dell´Immacolata Concezione) oltre alla ricapitalizzazione del capitale sociale per 30. 000. 000 di euro, è stata acquisita disponibilità di cassa per altri 30. 000. 000 di euro. "Queste risorse - ha sottolineato il presidente Formigoni - garantiscono a Nerviano Medical Sciences Srl lo svolgimento dell´attività per i prossimi mesi, un periodo destinato a consentire la completa riqualificazione degli assetti industriali e societari". New Company - Per conseguire questi obiettivi è stata costituita una Newco (New Company) a cui farà capo Nerviano Medical Sciences Srl: la Newco costituisce il veicolo attraverso il quale operare la necessaria ristrutturazione organizzativa e finanziaria ed individuare possibili nuovi operatori che, con l´attuale proprietà, sviluppino positivamente l´attività di ricerca. "Fossi un investitore - ha aggiunto il presidente Formigoni - non esiterei un istante a destinare risorse, scommettendo sul centro di ricerca di Nerviano che è un patrimonio strategico non solo per la Lombardia, ma per l´Italia. Per questo ci auguriamo che l´imprenditoria italiana più illuminata colga le prospettive e le opportunità di questa Società e valuti favorevolmente una propria partecipazione nell´azionariato anche al fine di mantenere e sviluppare questo asset strategico per il nostro Paese". Risultano importanti per le prospettive di Nerviano Medical Sciences Srl i più di trenta target/obiettivi oncologici in fase di analisi e validazione sperimentale, i tre nuovi farmaci pronti per iniziare quest´anno la sperimentazione clinica e soprattutto i due farmaci in sperimentazione clinica. In particolare, uno di questi - il Danusertib (Aurora) - è in fase di completamento della fase sperimentale 2 ed è oggetto di grande attenzione da parte del mercato, avendo dato eccellenti risultati nella sperimentazione su circa 500 pazienti per la cura di diverse patologie tumorali, soprattutto in riferimento al tumore del polmone . Questa rappresenta la prima causa di morte per cancro in Italia e nel mondo con più di 1,3 mln di morti all´anno. Il presidente Formigoni ha messo in evidenza come "in questi mesi, Regione Lombardia abbia cercato e ottenuto collaborazione da parte del Governo nazionale che ha risposto positivamente attraverso l´impegno del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, e dei ministri all´Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola". Il positivo risultato per il futuro del centro di Nerviano è stato ottenuto anche con il contributo determinante di Umberto Rosa, presidente Consiglio di Amministrazione di Nerviano Medical Sciences srl, di Natalino Poggi, legale rappresentante della Curia Generalizia della Congregazione dei Figli dell´Immacolata Concezione, e dei sindacati. .  
   
   
SANITA´, RUSSO: “NESSUNA SOSPENSIONE NEI RICOVERI DEI PAZIENTI ONCOLOGICI AL SANT’ANTONIO ABATE DI TRAPANI”  
 
 Palermo, 11 maggio 2009 – “Non c’è stata e non ci sarà nessuna sospensione nei ricoveri dei pazienti oncologici all’azienda ospedaliera Sant’antonio Abate di Trapani, come paventato negli ultimi giorni. Nessuna circolare e nessun atto dell’assessorato ha mai prospettato una simile evenienza e non ritengo ci fossero i presupposti per un equivoco. Non posso non esprimere il profondo rammarico per un atto che va in una direzione diversa e che non rispecchia la volontà di questo assessorato. E’ necessario un forte richiamo al senso di responsabilità, non è possibile creare allarmi su una materia così delicata che riguarda la salute dei cittadini e la loro fiducia nelle istituzioni. La riduzione della spesa farmaceutica deve essere attuata nel rispetto assoluto dell’appropriatezza prescrittiva e non può in alcun modo ledere il diritto alla salute, soprattutto dei malati oncologici”. L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, interviene dopo che all’ospedale Sant’antonio Abate di Trapani, con una nota interna, era stata prospettata l’eventuale sospensione dei ricoveri per pazienti oncologici nel caso in cui fossero stati superati i limiti di spesa. Su espressa indicazione dell’assessore Russo, il direttore generale dell’azienda Sant’antonio Abate di Trapani, Guido Catalano è stato convocato per un chiarimento dal direttore generale del dipartimento pianificazione strategica Maurizio Guizzardi. “Mi rendo conto – afferma Guido Catalano – che la nota interna conteneva disposizioni che andavano al di là delle volontà assessoriali, specialmente nella parte che riguardava i malati oncologici per i quali l’assessore non ha mai posto limiti specifici, se non nel controllo dell’appropriatezza. Questa nota, che ha creato comprensibili ma non volute preoccupazioni, verrà riformulata sulla base delle indicazioni dell’assessore. Voglio tranquillizzare i pazienti oncologici che non ci sarà nessuna limitazione all’assistenza, nel rispetto dei criteri di appropriatezza che l’assessorato ha più volte ribadito”. .  
   
   
CURE IN FVG PER DUE BAMBINI HAITIANI  
 
Trieste, 11 maggio 2009 - Due bambini haitiani, affetti da malformazioni rispettivamente ad un braccio e sul viso, saranno ricoverati per le cure necessarie all´ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Lo ha comunicato alla Giunta regionale l´assessore alla Salute Vladimir Kosic, spiegando che questi ricoveri sono determinati da ragioni umanitarie e legati al fatto che le patologie non sono curabili nel Paese di provenienza e sono destinate, se non adeguatamente trattate, ad un progressivo inevitabile aggravamento. La richiesta di ricovero umanitario urgente è stata presentata dalla Fondazione Francesca Rava Onlus di Milano, che aiuta l´infanzia in condizioni di disagio. La Fondazione rappresenta in Italia N. P. H - Nuestro Pequenos Hermanos (i nostri piccoli fratelli), una delle più serie e antiche organizzazioni internazionali. Questo genere di sostegno sanitario a favore di persone non appartenenti a Paesi dell´Unione europea è previsto da un programma umanitario definito con una delibera della giunta regionale del 2005. .  
   
   
A VERONA CONFRONTO SU RISTORAZIONE COLLETTIVA E SALUTE EDUCAZIONE ALIMENTARE TRA I GIOVANI FONDAMENTALE PER CORRETTI STILI DI VITA E PER PREVENIRE GRAVI PATOLOGIE. IN VENETO IL 27% DEI BAMBINI E’ SOVRAPPESO OD OBESO.  
 
Verona, 11 maggio 2009 - Un italiano su 5 consuma almeno un pasto al giorno in una mensa e, tra i bambini, circa il 60% di quelli fra 3 e 5 anni e il 32% tra 6 e 10 anni accede quasi ogni giorno ad una mensa scolastica. In Italia, la popolazione sovrappeso è pari al 31,9% e quella obesa all’11%. In Veneto le cose vanno un po’ meglio, ma gli studi epidemiologici attestano che, tra i bambini, il 27% presenta problemi di sovrappeso, e di questi, il 7,3% è obeso. Questi dati hanno fatto da sfondo al Convegno “Dalla Ristorazione Collettiva…alle Scelte di Salute”, che il 7 maggio ha visto riuniti alla Gran Guardia di Verona i rappresentanti delle pubbliche istituzioni che a vario titolo si occupano di politiche di salute pubblica (c’erano tra gli altri l’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri, il Sindaco di Verona Flavio Tosi e il Direttore Generale dell’Ulss 20 Giusy Bonavina) e i rappresentanti della vasta filiera produttiva del settore della ristorazione collettiva. L’obbiettivo era quello di promuovere una sana alimentazione mettendo a confronto tutti gli attori della filiera, con un occhio di riguardo alle giovani generazioni: educare insomma gli adulti di domani a corretti stili di vita, per garantire loro più salute personale, dando quindi al sistema sanitario la possibilità di occuparsi sempre di più di prevenzione e sempre meno delle molte e spesso gravi patologie correlate ad una cattiva alimentazione. “Giorni fa – ha esordito Sandri – mi sono trovato davanti alla cassa di un supermercato una madre con 3 figli, e tutti e 4 erano gravemente in sovrappeso. Un’immagine – ha detto – che ha confermato la mia convinzione che tutte le azioni per promuovere una cultura di sana alimentazione come forma di salvaguardia della salute siano benemerite, e che sia compito delle Istituzioni rafforzarle quanto più possibile. In questo settore – ha aggiunto – il Veneto si sta impegnando molto con la pianificazione rivolta alla salute alimentare, con gli studi epidemiologici che vengono portati avanti, con le azioni di prevenzione realizzate attraverso le Ulss. In questo senso – ha aggiunto l’Assessore regionale – l’Ulss di Verona fa scuola, sia per la collaborazione in atto con il Comune per una comunicazione interistituzionale rivolta all’utenza, sia per i risultati raggiunti come capofila di un progetto regionale che ha coinvolto l’80% delle mense scolastiche con verifiche di aspetti nutrizionali di menù e pasti”. “A sovrappeso e obesità – ha concluso Sandri – sono collegate anche molte malattie di tipo cronico-degenerativo che, in quanto tali, rendono la persona ‘malata’ per tutta la vita: è una realtà sulla quale è necessario incidere profondamente, proprio partendo, come si è fatto in questo convegno, dalla realtà dei giovani e giovanissimi”. Nel corso dei lavori è emerso in tutta la sua importanza l’interesse sanitario prioritario che va riservato alle mense sociali, ospedaliere e scolastiche, poiché le loro utenze appartengono a fasce di popolazione più deboli sia per età (bambini e anziani), che per particolari condizioni di salute o di status sociale (ospedalizzati, assistiti in Comunità ecc. ), spesso con esigenze dietetico-nutrizionali diverse. .  
   
   
STUDI EUROPEI GETTANO LUCE SULLA PERDITA PROGRESSIVA DELL´UDITO  
 
Bruxelles, 11 maggio 2009 - Alcuni ricercatori europei hanno condotto due studi paralleli che evidenziano l´associazione tra un nuovo tipo di gene e la perdita progressiva dell´udito. Il gene "miR-96" è un piccolo frammento dell´Rna che influisce sul processo di generazione di altre molecole nelle cellule ciliate sensorie dell´orecchio interno. La ricerca rientra nei progetti Sirocco e Eurohair, finanziati dall´Unione europea rispettivamente con 11,78 e 12,5 milioni di euro. I risultati, pubblicati nella rivista Nature Genetics, consentono di meglio comprendere una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. I ricercatori dell´ospedale spagnolo Hospital Ramón y Cajal hanno guidato la prima èquipe che si è occupata delle famiglie in cui era presente questa condizione; l´oggetto dell´osservazione dell´altra èquipe, guidata dall´istituto britannico Wellcome Trust Sanger Institute, è stato invece il diminuendo, un nuovo modello animale utilizzato per studiare la perdita progressiva dell´udito. I ricercatori hanno poi condiviso i dati relativi a entrambi i gruppi. "Siamo riusciti a dimostrare in tempi relativamente rapidi che se i topi erano portatori di una copia della variante di questo gene soffrivano di perdita progressiva dell´udito, mentre se erano portatori di entrambi i geni erano affetti da sordità grave" ha affermato la Professoressa Karen Steel, uno dei coordinatori del team del Sanger Institute. "Le domande principali a cui trovare una risposta riguardavano la possibilità di determinare qual è la variante coinvolta e come influisce sull´udito. " Sulla base dei risultati ottenuti dal primo gruppo, il team spagnolo ha suggerito che il gene responsabile è posizionato sul cromosoma 7, già associato a diverse patologie e malformazioni che colpiscono l´essere umano. Entrambi i gruppi di ricercatori hanno tentato di sequenziale ogni singolo gene nelle "regioni genomiche omologhe in uomo e topo che sono associate alla perdita d´udito". Il sequenziamento ha dimostrato che la maggioranza dei geni delle regioni interessate non potevano essere ritenuti responsabili della perdita d´udito, tuttavia entrambi i team hanno rilevato una mutazione in un gene appartenente al microRna, ovvero il gene miR-96 coinvolto nel processo di perdita dell´udito. "Conosciamo una serie di geni associati alla sordità in umani e topi, ma abbiamo scoperto con sorpresa che questo appartiene a una nuova classe di geni definiti microRna," ha sottolineato il Professor Miguel Angel Moreno-pelayo, autore dello studio e ricercatore presso l´ospedale Ramón y Cajal. Gli esperti riconoscono che i microRna, che controllano l´attività di numerosi geni, possono legarsi ai messaggeri attivi nella generazione della proteina cellulare, interrompendo effettivamente il processo. "Nessuno aveva osservato una mutazione in grado di causare una patologia nella sequenza matura del microRna" ha detto il Professor Moreno-pelayo. "Si tratta del primo gene microRna associato alla perdita di udito ed è significativo che sia il primo ad essere associato ad una condizione ereditaria. " I ricercatori hanno scoperto che è possibile analizzare il ruolo della mutazione nei topi. Come hanno affermato i ricercatori, sembra le cellule ciliate sensorie nel topo mutante siano disturbate dal gene miR-96. Mentre i topi portatori delle due copie del gene mutante presentavano cellule ciliate deformi dalla nascita e cellule soggette a una degenerazione già nei primi stadi di vita, i ricercatori hanno scoperto che gli effetti erano meno gravi nei topi che presentavano una sola copia del gene mutante. Tuttavia, hanno osservato gli scienziati, gli effetti si aggravavano con l´aumentare dell´età. "La mutazione, ovvero la variazione di une singola lettera del codice genetico dalla A alla T in questa minuscola estensione, è sufficiente a causare una grave perdita dell´udito nel topo", ha evidenziato il dott. Morag Lewis del Sanger Institute, che ha scoperto la mutazione. Per quanto concerne gli studi sugli esseri umani, i ricercatori hanno scoperto che due famiglie presentavano una mutazione del gene miR-96 seppur in punti diversi del gene miR-96, hanno affermato i ricercatori. Mentre nessuna delle mutazioni registrate negli esseri umani avvengono in corrispondenza della stessa lettera in cui avvengono quelle del topo, tutte e tre si trovano molto vicine nella sequenza del gene miR-96. "Tutte e tre si trovano in regioni essenziali delle sette lettere nella sequenza matura del miR-96" ha spiegato il dott. Angeles Mencía dell´Ospedale Ramón y Cajal. I risultati ottenuti aiuteranno gli scienziati a sviluppare trattamenti per l´attenuazione della perdita dell´udito progressiva, hanno affermato i ricercatori. Allo studio hanno inoltre partecipato il Gsf National Research Center for Environment and Health (Germania) e l´università dell´East Anglia (Uk). Per maggiori informazioni, visitare: Nature Genetics http://www. Nature. Com/ng/index. Html Hospital Ramón y Cajal: http://www. Madrid. Org/cs/satellite?pagename=hospitalramoncajal/page/hryc_home Wellcome Trust Sanger Institute: http://www. Sanger. Ac. Uk/ .  
   
   
MALATTIE REUMATICHE ICONVEGNO A PERUGIA SU COME MIGLIORARE I PERCORSI ASSISTENZIALI  
 
Perugia, 11 maggio 2009 - Le malattie reumatiche sono state al centro del convegno che si è tenuto sabato 9 maggio a Perugia organizzato dalla Direzione regionale Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria, in collaborazione con l’Università di Perugia e l’Associazione Malati Reumatici Umbria. Sono state esaminate le problematiche legate all’assistenza per tali patologie, a partire dai risultati di un’indagine svolta su tutto il territorio regionale sulla fruibilità dei servizi specialistici reumatologici e che ha coinvolto un numeroso campione di medici di Medicina generale. Le malattie reumatiche, rilevano dalla Direzione regionale, sono ai primi posti in termini di prevalenza sulla popolazione generale; si tratta spesso di forme croniche e che possono determinare invalidità. Nonostante questo sia ben noto da anni, è diffuso il concetto che il reumatismo sia patologia essenzialmente dell’anziano e di marginale impatto sociale. Numerose sono, effettivamente, le affezioni che possono guarire senza reliquati e la letalità legata alla patologia non è così elevata, rendendo quindi basso l’impatto emotivo nell’opinione pubblica. Tuttavia, i reumatismi infiammatori cronici, come l’artrite reumatoide e le spondiloartriti, o le malattie autoimmunitarie sistemiche, colpiscono una fascia di popolazione molto ampia, inclusi soggetti giovani, e, se non curati in maniera ottimale, possono condurre a gravi deformità articolari e conseguente disabilità nel giro di pochi anni. Possono anche infiammare organi extra-articolari e causare quindi gravi complicazioni in vari organi ed apparati. Negli ultimi anni, si sottolinea, c’è la consapevolezza che vi sono ormai armi terapeutiche molto efficaci, derivate dalla moderna biotecnologia, in grado di controllare in modo pressoché completo la malattia cronica e prevenire quindi il danno che potrebbe potenzialmente arrecare all’organismo. L’obiettivo che oggi ci si pone, spiegano ancora dalla Direzione regionale Sanità e Servizi sociali, è quello di arrivare a una diagnosi corretta nel più breve tempo possibile, individuando i soggetti a rischio di sviluppo di una malattia cronica invalidante, e intervenire dal punto di vista terapeutico nelle fasi precoci di malattia. Se non è stato possibile sinora fare una prevenzione per evitare l’insorgenza della malattia, è oggi del tutto raggiungibile l’obiettivo di prevenire il danno articolare o extra-articolare una volta che la malattia si è innescata. Il notevole costo dei cosiddetti farmaci “biologici”, cui spesso si ricorre, pone una serie di problemi. Dal momento che non si può negare l’accesso alla terapia a un paziente che presenti indicazione terapeutica specifica, diventa indispensabile che si istituisca una sorta di controllo sull’appropriatezza prescrittiva dei farmaci. Ciò può essere fatto, aggiungono dagli uffici regionali, solo con la creazione di una rete collaborativa tra medico di Medicina generale, primo filtro per il paziente all’insorgere dei primi sintomi, e centri specialistici distribuiti capillarmente sul territorio in grado di diagnosticare correttamente la patologia, identificare il malato con primaria necessità di specifiche cure e iniziare il trattamento più precocemente possibile. Tutto ciò si inserisce perfettamente nello spirito del nuovo Piano Sanitario Regionale, tra i cui obiettivi primari emerge la creazione di reti assistenziali integrate che dovranno servire a ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici di molte malattie croniche, incluse le reumatiche, con un conseguente risparmio di spesa. Durante il convegno, Fabrizio Germini ha evidenziato le criticità che tali patologie pongono al medico di Medicina generale, mentre Marcello Catanelli e Mariangela Rossi, dell’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria esporranno i dati attuali e hanno discusso delle prospettive alla luce del nuovo Piano Sanitario Regionale. Ai lavori, introdotti da Roberto Gerli, docente di Reumatologia dell’Università di Perugia, e Adolfo Puxeddu, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo perugino, sono intervenuti inoltre Carlo Maurizio Montecucco, docente di Reumatologia dell’Università di Pavia e presidente della Società Italiana di Reumatologia, Guido Valesini, docente di Reumatologia dell’Università “La Sapienza” di Roma e presidente del Collegio nazionale dei docenti di Reumatologia, e Alessandra Verducci, presidente dell’Associazione malati reumatici Umbria. L’indagine sui servizi specialistici reumatologici umbri è stata illustrata da Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Salute di Gfk Eurisko di Milano.  
   
   
INCORAGGIAMENTO E SOSTEGNO PER CONVINCERE LE DONNE OBESE A MUOVERSI IN BICICLETTA  
 
Bruxelles, 11 maggio 2009 - Secondo uno studio condotto da ricercatori svedesi, un maggiore sostegno e un più forte incoraggiamento possono convincere le donne a fare attività fisica durante i quotidiani spostamenti casa-lavoro. Quest´attività potrebbe aiutare a prevenire problemi di salute come il diabete e le malattie cardiovascolari nelle donne obese. I risultati, pubblicati nell´ International Journal of Obesity, dimostrano come alcune semplici misure possano contribuire in modo significativo ad aiutare le persone a cambiare le proprie abitudini e ad assumermene di nuove. Secondo il dottor Erik Hemmingsson del Karolinska Institute in Stoccolma, che ha condotto lo studio "La modalità di trasporto che prevede un contributo ´attivo´ da parte degli utenti è probabilmente la nostra migliore scommessa per fare in modo che i soggetti a rischio infarto e diabete intensifichino l´attività fisica, visto che tutti impieghiamo comunque del tempo per gli spostamenti casa-lavoro e viceversa. " Lo studio, durato 18 mesi, ha coinvolto 120 donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni che presentavano obesità della fascia addominale (con un giro vita pari ad almeno 88 cm) e fuori forma fisica. Le donne sono state arbitrariamente suddivise in due gruppi: un gruppo di controllo, incoraggiato a camminare, e un gruppo d´intervento, incoraggiato a muoversi in bicicletta. Ai soggetti del primo gruppo è stato distribuito un contapassi e nel corso degli incontri di gruppo - della durata di due ore - le donne sono state incoraggiate a percorrere a piedi il tragitto casa-lavoro e viceversa. L´obiettivo era aumentare gradualmente il numero di passi fatti in un giorno. Per un soggetto appartenente a questo gruppo, intervento standard per l´attività fisica, l´obiettivo era rappresentato dal raggiungimento dei 10. 000 passi fatti al giorno. Il gruppo di intervento ha partecipato allo stesso programma, ma con numerose e significative aggiunte. Le donne appartenenti a questo gruppo hanno usufruito di tre colloqui individuali con un medico che ha poi "prescritto" loro quale attività fisica svolgere e le ha incoraggiate, in particolare, a recarsi al lavoro e tornare dallo stesso in bicicletta. Le donne hanno poi partecipato ad altri due incontri di gruppo e hanno ricevuto in prestito una nuova bicicletta da utilizzare nei 18 mesi della durata dello studio. Per un soggetto coinvolto in questo programma di intervento l´obiettivo era il raggiungimento di un numero di passi pari a circa 10. 000 al giorno o di una media di 2 chilometri percorsi in bicicletta quotidianamente. Entrambi i gruppi sono stati incoraggiati a percorrere a piedi il tragitto per il lavoro. Nel secondo gruppo i soggetti erano inoltre invitati a raggiungere in bicicletta il posto di lavoro. Le donne coinvolte nello studio erano inoltre invitate a utilizzare i mezzi pubblici e a scendere una fermata prima del necessario. Nelle partecipanti al gruppo che prevedeva l´uso della bicicletta - che hanno ricevuto un incoraggiamento maggiore rispetto all´altro gruppo - sono stati osservati risultati più positivi per quanto riguarda l´abbandono di abitudini consolidate per assumerne di nuove. In questo gruppo, il 38,7% dei soggetti coinvolti pedalava per almeno due chilometri al giorno. Nel gruppo di controllo appena il 9% delle donne riusciva a raggiungere l´obiettivo dei 10. 000 passi al giorno. La percentuale delle donne appartenenti ai due gruppi che hanno iniziato a camminare di più è pressoché analoga. Questo indica che gli spostamenti in bicicletta non sostituiscono quelli a piedi. In entrambi i gruppi è stato significativo il numero di donne che sono riuscite a ridurre la circonferenza del proprio giro vita, ma non il proprio peso. "Considerando che molte donne del gruppo in cui si favorivano gli spostamenti in bicicletta non salivano su un mezzo simile dall´infanzia, è stato gratificante osservare che molte di loro riuscivano a recarsi regolarmente in bicicletta al lavoro" ha commentato il dottor Hemmingsson. "Il programma di supporto fornito al gruppo di intervento aveva costi appositamente ridotti poiché volevamo che il programma fosse un´opzione accessibile nell´assistenza di base". "Un effetto indiretto positivo è costituito dal fatto che gli spostamenti in macchina sono diminuiti del 34%. " Per maggiori informazioni, visitare: Karolinska Institutet: http://ki. Se International Journal of Obesity: http://www. Nature. Com/ijo .  
   
   
INCONTRO PER VERTENZA OPERATORI TURNISTI IN CASE DI RIPOSO IN VENETO  
 
Venezia, 11 maggio 2009 - L’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi si è dichiarato interlocutore disponibile rispetto alle motivazioni della mobilitazione portata avanti dalla Cisl-funzione Pubblica del Veneto per il ripristino delle indennità festiva a favore degli operatori socio-sanitari e infermieri turnisti delle case di riposo. Lo ha detto in occasione dell’incontro che si è svolto l’8 maggio a Palazzo Balbi con una delegazioni sindacale a cui Valdegamberi ha inoltre assicurato che, trattandosi di una problematica che ha carattere nazionale in quanto fa riferimento al contratto per le autonomie locali siglato nel 2000 e applicato anche alle Ipab, nella sua veste di coordinatore degli assessori regionali al sociale si attiverà nei confronti di tutti i soggetti (in particolare l’Aran, ma anche le rappresentanze delle Ipab e degli enti locali), tra l’altro già convocati per la ridefinizione della parte economica del contratto, perché la questione sia risolta attraverso una corretta interpretazione di questo specifico aspetto contrattuale che vede non retribuita la prestazione nelle festività infrasettimanali dei lavoratori turnisti. Anche se non è una questione di competenza regionale – ha detto l’assessore – è comunque importante l’impegno di tutti per arrivare ad una soluzione di equità ed evitare ricadute negative sui servizi residenziali e semiresidenaiali di assistenza a favore di persone anziane e disabili non autosufficienti, che nel Veneto funzionano e devono continuare funzionare al meglio. L’assessore ha condiviso e siglato un documento presentato dalla Cisl in cui si sottolinea che la corresponsione dell’indennità di turno non deve escludere il compenso dello straordinario festivo, perché si tratta di emolumenti funzionali a diverse esigenze. Questo per evitare che i dipendenti che prestano assistenza a persone in evidente stato di difficoltà anche nelle giornate in cui tutti gli altri lavoratori godono del diritto di riposo non vedano economicamente retribuita la loro prestazione, con la conseguente inevitabile caduta motivazionale. Infine, a fronte della richiesta del sindacato di utilizzare ogni strumento possibile per avviare una sostanziale riqualificazione delle dotazioni organiche delle Ipab e in particolar modo del personale di assistenza (infermieri, operatori socio-sanitari), l’assessore Valdegamberi ha dato la disponibilità della Regione ad attivare un apposito tavolo per affrontare anche questa questione. .  
   
   
EURODEPUTATI PROPONGONO LIMITI PER I TEST SUGLI ANIMALI CHE NON IMPEDISCONO IL PROGRESSO SCIENTIFICO  
 
 Bruxelles, 11 maggio 2009 - La sperimentazione sugli animali è stata per molto tempo un campo di battaglia per molti gruppi tra cui l´industria, gli istituti di ricerca e i responsabili delle politiche. Si è discusso parecchio sull´uso controllato degli animali negli esperimenti scientifici, nonché sul miglioramento del loro benessere. Tali provvedimenti potrebbero avere delle ripercussioni sulla ricerca? I membri del Parlamento europeo (Mep) a Strasburgo e i ministri del Consiglio dell´Unione europea sostengono che qualsiasi limitazione o miglioramento dovrebbe essere applicato senza interferire con gli obiettivi europei di condurre ricerche importanti nella lotta contro le malattie. Nella bozza di una direttiva che dovrà essere approvata attraverso la procedura di codecisione da parte del Parlamento e del Consiglio dell´Ue, si raccomanda che il numero di animali usati per la ricerca venga significativamente ridotto e che qualsiasi test in programma sia soggetto ad una valutazione etica. Una tale mossa terrebbe in considerazione le preoccupazioni sollevate dal pubblico. Durante una seduta plenaria i Mep hanno approvato ? con una maggioranza di 540 voti a favore, 66 contrari e 34 astensioni ? una prima relazione dell´eurodeputato Neil Parish, che sostiene questi obiettivi. "Tutti vorremmo vedere la riduzione dei test sugli animali. Dall´altra parte, i cittadini europei esigono a diritto medicine migliori e più efficaci," ha spiegato Parish. "La relazione parlamentare chiarisce quando i test sugli animali dovrebbero essere permessi e in quali circostanze," ha aggiunto. "Esso stabilisce un compromesso tra l´assicurare che nell´Ue la ricerca possa continuare e il migliorare il benessere degli animali. " I Mep hanno dato il via libera ad un divieto sui test eseguiti su grandi scimmie come i gorilla, gli scimpanzè e gli oranghi. Queste specie, che sono minacciate di estinzione, possono essere testate soltanto in esperimenti per la loro conservazione. Lo scorso marzo, un gruppo di esperti dei Consigli di ricerca medica della Fondazione europea della scienza ha proposto che i primati non-umani non vengano usati nelle procedure di test, ad eccezione di quelli condotti con lo scopo di evitare, prevenire, diagnosticare o trattare malattie che minacciano la vita o sono gravemente debililanti per gli esseri umani. Tuttavia, la relazione respinge la nozione che i test che impiegano primati non-umani vengano limitati alle malattie che minacciano la vita o sono debilitanti; una serie di malattie gravi vengono testate sui primati. Il permesso di usare alcuni farmaci ? secondo le linee guida europee e internazionali ? viene concesso soltanto se questi sono stati provati sui primati. La relazione dice anche che la Commissione europea dovrebbe revisionare l´uso dei primati non umani negli esperimenti scientifici ogni due anni dopo l´attuazione della direttiva. Nel frattempo, c´è chi sostiene che alcuni aspetti di questa ultima direttiva potrebbero ostacolare i ricercatori europei nella competizione con le loro controparti negli Usa e in Asia. Sono quindi stati apportati degli emendamenti alla direttiva affinché fosse più equilibrata e permettesse alla ricerca medica di procedere come richiesto. Da parte sua, il gruppo di esperti ha dichiarato che il divieto completo della ricerca di base sulle grandi scimmie avrebbe "messo fine a qualsiasi prospettiva di tale ricerca nell´Ue in futuro, con risultati potenzialmente disastrosi per i tentativi di cercare di curare malattie che potrebbero colpire soprattutto gli esseri umani e altri primati. " Anche i Mep hanno applicato emendamenti per chiarire il testo della legge. In effetti, sono stati definiti tre tipi di dolore inflitti durante le procedure di prova: "fino a lieve", "moderato" e "forte". Secondo la Commissione, possono essere usati soltanto gli animali che durante i test provano un dolore "fino a lieve". Ma i Mep controbattono dicendo che applicare criteri rigidi produrrebbe un aumento del numero di animali usati per le prove. Di conseguenza, il ri-uso di animali dovrebbe riguardare gli animali che provano il dolore della categoria "moderato". È noto che i Mep sostengono l´espansione del Centro europeo per la convalida di metodi alternativi, che aumenterebbe il suo peso nel coordinamento e nella promozione dello sviluppo e dell´uso di metodi alternativi relativi ai test sugli animali. Un aspetto significativo della direttiva è che gli Stati membri potranno applicare o adottare misure nazionali più rigide per assicurare la protezione degli animali usati per scopi scientifici. Da notare, che a causa delle prossime elezioni europee a giugno, il nuovo Parlamento eletto accetterà o emenderà la posizione del Parlamento uscente rispetto a questa direttiva. Per maggiori informazioni, visitare: Parlamento europeo http://europa. Eu/institutions/inst/parliament/index_en. Htm .  
   
   
CALABRIA: IN VIGORE IL TICKET SULLA SPESA SANITARIA REGGIO  
 
Calabria, 11 maggio 2009 - Dall’ 8 maggio è entrato in vigore la reintroduzione della compartecipazione del cittadino alla spesa sanitaria (ticket), nel quadro del piano di rientro per azzerare il deficit del settore Sanitario. La Giunta regionale, però, ha escluso dal pagamento le fasce deboli della popolazione e sta lavorando per mettere a posto i conti, per puntare speditamente, poi, a dare ai calabresi una Sanità migliore, adeguata alle necessità. Intanto restano esenti dal pagamento del ticket i soggetti affetti da malattie croniche, invalidanti o rare; le prestazioni di screening; le categorie protette: invalidi civili, non vedenti, sordomuti, soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e, infine, i soggetti con reddito per nucleo familiare sotto i 10 mila euro, documentato con modello Isee (indicatore situazione economica equivalente). Il ticket, secondo quanto informa il Dipartimento della Salute, è invece dovuto dagli altri assistiti: per ricetta o impegnativa, sia specialistica che farmaceutica, 1 euro e per prestazioni di assistenza farmaceutica convenzionata: in questo caso è previsto il pagamento di una quota fissa aggiuntiva pari a 2 euro per ciascun pezzo prescritto, per un limite massimo per ricetta pari a 5 euro compresa la quota fissa. Ogni ricetta dovrà contenere un massimo di due pezzi prescritti, fatte salve le specialità iniettabili monodose e i farmaci previsti per la terapia del dolore per i quali valgono i limiti di prescrivibilità vigenti. Per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriali e di pronto soccorso sia diagnostiche, di laboratorio e strumentali bisognerà contribuire fino a un limite massimo di 45 euro, mentre per prestazioni improprie di pronto soccorso, codice bianco o verde si pagherà 25 euro, e infine per prestazioni di assistenza termale con quota fissa di 3,10 euro per ricetta e di 50 euro per ciclo. .  
   
   
CONVEGNO DISLESSIA E DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO SCUOLA SERVIZI E FAMIGLIE A CONFRONTO  
 
 Ponte San Giovanni, 11 maggio 2009 - “Integrazioni per il Diritto all´Apprendimento” è il titolo del convegno organizzato dal Centro F. A. R. E. In collaborazione con Aid Perugia (Associazione Italiana Dislessia) in programma per mercoledì 13 maggio a partire dalle ore 14 presso la “Sala Talia” del Park Hotel a Ponte San Giovanni. Un fenomeno, la dislessia, che in Umbria interessa più del 4% della popolazione scolastica. Sono circa 5000, infatti, su un totale di 113. 448, stando ai dati riepilogativi degli iscritti nell´anno scolastico 2008/2009, gli studenti, tra i 6 ed i 18 anni, affetti da dislessia. (Fonte: Ufficio Scolastico Regionale Umbria). Spesso confusa con negligenza, svogliatezza, scarso interesse allo studio, la dislessia è un disturbo che altera alcune funzioni dell’emisfero sinistro del cervello, quello responsabile delle informazioni relative al linguaggio e può causare difficoltà nello scrivere (disgrafia), nelle operazioni di calcolo (discalculia) ed errori di ortografia (disortografia). L´iniziativa nasce per promuovere un confronto tra soggetti diversi per affrontare in forma multidisciplinare e integrata le difficoltà di apprendimento ricorrenti nell’età evolutiva. Il convegno sarà, dunque, un momento di incontro tra i rappresentanti di Regione, Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, dirigenti scolastici, specialisti delle Asl locali, Università degli Studi di Perugia, Centro F. A. R. E. , membri dell’Associazione Italiana Dislessia per avviare un dialogo permanente che renda possibile un confronto tra esperienze. Nella sessione dedicata alla Sanità verranno presentati i progressi compiuti nel riconoscimento precoce e nei percorsi diagnostici ma anche gli ostacoli che ancora limitano il realizzarsi diffuso ed efficace della presa in carico e della riabilitazione dei bambini e dei ragazzi dislessici. Nella sessione dedicata alla Scuola si parlerà di buone prassi e soluzioni utili, dalla normativa scolastica, all´insegnamento della lingua inglese, agli strumenti informatici per lo studio. Un supporto per i ragazzi dislessici e le loro famiglie per evitare gli ostacoli che la Scuola ha spesso imposto lungo il loro percorso educativo. Per dare un aiuto concreto ai professionisti interessati ai Dsa, in concomitanza al convegno, sono aperte le iscrizioni ai workshop che si terranno la mattina del 13 maggio dalle 10 alle 12 sul tema del riconoscimento precoce dei Dsa, sugli accorgimenti a livello didattico e sugli strumenti compensativi e dispensativi in uso. Nel pomeriggio è, infine, previsto un incontro riservato ai giovani adolescenti con Dsa moderato da un esperto di comunicazione nei gruppi giovanili allo scopo di favorire la socializzazione del problema, scambi di esperienze e formulazione di proposte. Tutte le iniziative sono libere e le iscrizioni ai workshop e all´incontro con i giovani si possono prenotare presso il Centro F. A. R. E. Telefonando allo 07544317. .  
   
   
FVG: POSSIBILITA´OCCUPAZIONALI DA LAVORO SOCIALMENTE UTILE  
 
Trieste, 11 maggio 2009 - Nel quadro complessivo delle misure assunte dall´Amministrazione regionale volte a contrastare l´attuale fase di crisi economica, si inserisce anche la volontà di incentivare gli Enti pubblici a formulare progetti in materia di lavori socialmente utili che impieghino i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali. Su proposta dell´assessore regionale al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca, la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha dunque stabilito il 7 maggio di affidare all´Agenzia regionale del lavoro il compito di coinvolgere immediatamente gli Enti locali interessati. In possesso di una conoscenza congiunta dell´economia e del mercato del lavoro regionale ed in grado di gestire prospettive occupazionali anche in relazione ad attività di lavoro socialmente utile, L´agenzia regionale del Lavoro è infatti l´ente che meglio può assumere, in questo momento, tale impegno. All´agenzia spetterà dunque l´individuazione delle buone prassi che si sono sviluppate a livello locale in tema di lavoro socialmente utile, contestualizzandole alla situazione attuale. L´agenzia dovrà essere fonte di promozione e sollecitazione di progetti da parte degli Enti locali anche fornendo assistenza tecnica nella predisposizione dei medesimi, al fine di raggiungere gli obiettivi di utilità sociale e mantenimento delle professionalità utilizzate, due elementi imprescindibili per garantire la reale ricaduta positiva dei progetti sulla collettività. .  
   
   
RISCHIO DA CANCEROGENI PER LAVORATORI, LUNEDÌ 11 MAGGIO CONVEGNO A PERUGIA SU VALUTAZIONE E PREVENZIONE IN UMBRIA  
 
 Perugia, 11 maggio 2009 - “Il rischio da cancerogeni occupazionali in Umbria” sarà al centro di un convegno regionale che si tiene oggi a Perugia, al Centro Congressi dell’Hotel Giò (a partire dalle 9). Promosso dall’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria e realizzato dal Servizio “Prevenzione” della Direzione regionale Sanità e Servizi sociali, in collaborazione con le Aziende sanitarie locali dell’Umbria, la Direzione regionale dell’Inail Umbria e dall’Università degli Studi di Perugia, il convegno si rivolge, in particolare, agli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl, agli studiosi di problematiche di salute in ambiente di lavoro, ai medici competenti che operano nel settore delle malattie professionali e a quanti, a vario titolo, nelle aziende e nelle imprese si occupano di salute dei lavoratori. L’obiettivo, spiegano dall’Assessorato regionale alla Sanità, è quello di promuovere una riflessione sul tema del rischio cancerogeno occupazionale, presentando alcune esperienze attivate in Umbria in tale ambito dalle diverse istituzioni (Servizi “Psal” per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, Inail e Università). Nel corso del convegno verrà presentato il quinto volume della collana editoriale “Atlanti della Prevenzione”, dal titolo “L’esposizione a cancerogeni professionali in Umbria”. Nella pubblicazione sono sintetizzati i risultati di un progetto che, attraverso la collaborazione fra i Servizi “Psal” e l’Inail, ha portato alla valutazione dell’esposizione a sostanze cancerogene dei lavoratori di 120 aziende dei principali comparti a rischio. . .  
   
   
A ROMA MOSTRA PITTRICE PINNA  
 
Trieste, 11 maggio 2009 - La Regione Friuli Venezia Giulia ospiterà nella sede di Roma la mostra di pittura di Barbara Pinna che sarà inaugurata martedì prossimo, 12 maggio (ore 18, Palazzo Ferrajoli in Piazza Colonna 355). La giovane pittrice, originaria dal Centro Italia, dimostra attraverso dipinti, disegni ed incisioni una forte attrazione per l´idea dell´involucro, del contenitore e dell´imballaggio, il cui interno non è conoscibile dall´osservatore dell´opera. L´arte, insomma, è per Barbara Pinna materia di contemplazione e quindi di introspezione. Le sue opere mettono implicitamente alla prova anche l´attitudine alla riflessione da parte dei visitatori. La Regione, ha sottolineato il presidente Tondo, ha accettato con grande piacere di ospitare tale evento che rivela il talento artistico di un´autrice dalle cui opere emerge un´originale rilettura dell´arte italiana della prima metà del Novecento. I lavori dell´artista si potranno ammirare nella capitale fino al prossimo 12 giugno. L´ingresso alla mostra sarà libero con il seguente orario d´apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. .  
   
   
GOLF - LPGA TOUR: GIULIA SERGAS 20ª, CEDE LORENA OCHOA  
 
Roma, 11 maggio 2009 Giulia Sergas, 20ª con 208 (71 68 69), ha recuperato altre sette posizioni nel terzo giro del Michelob Ultra Open, gara del Lpga Tour che termina con la disputa del quarto al Kingsmill Resort & Spa a Williamsburg in Virginia. Ha ceduto nettamente la messicana Lorena Ochoa, che con un 74 è scesa dal primo al quinto posto con 203 (64 65 74), alla pari con Wendy Ward e con Natalie Gulbis. La numero uno mondiale ha probabilmente compromesso le proprie chances di titolo essendo a cinque colpi dalla coppia di testa formata da Lindsey Wright (198 - 65 69 64) e da Cristie Kerr (69 63 66). In piena corsa invece In-kyung Kim, terza con 199, e Song-hee Kim, quarta con 200. Fuori gioco Yani Tseng, 13ª con 207, Michelle Wie, 28ª con 210, Karrie Webb e Suzann Pettersen, 39. S con 212, e Jiyai Shin, 51ª con 214. La Sergas ha girato in 69 colpi con quattro birdie e due bogey. E´ uscita al taglio Silvia Cavalleri, 107ª con 147 (72 75). Il montepremi è di 2. 200. 000 dollari. Lo scorso anno la gara è stata vinta dalla svedese Annika Sorenstam, che alla fine del 2008 ha lasciato l´attività agonistica. The Players Championship: Tiger Woods Secondo - Ancora una volta Tiger Woods (210 - 71 69 70) inizierà il giro finale al secondo posto con l´obiettivo di recuperare lo svantaggio maturato nei riguardi del leader, il tedesco Alex Cejka (205 - 66 67 72). Nel The Players Championship, torneo dell´Us Pga Tour, considerato alla stregua di un major, che si sta disputando al Tpc Sawgrass di Ponte Vedra Beach, in Florida, però l´operazione è più difficile del solito per il numero uno mondiale che ha la concorrenza di altri cinque compagni di viaggio con 210: Jonathan Byrd, Ben Crane, l´inglese Ian Poulter, lo svedese Henrik Stenson e il sudafricano Retief Goosen. Inoltre sono a 211 Brian Davies, John Mallinger e Kevin Na, ma se la classifica alle spalle di Cejka è piuttosto corta, è evidente che le chance degli altri dipenderanno solo dal suo score. Di certo non hanno più velleità di titolo Jim Furyk, 17° con 213, David Toms e Angel Cabrera, 28. I con 214, Geoff Ogilvy, Ernie Els e Phil Mickelson, 41. I con 215, Sergio Garcia, Mike Weir e Vijay Singh, 55. I con 217, e Padraig Harrington, 65° con 218. Il The Players Championship ha un montepremi di ben 9,5 milioni di dollari ($ 1. 710. 000 per il vincitore), ma ha perso la prerogativa di torneo più ricco del mondo perché è stato superato dal Dubai World Championship, gara conclusiva dell´European Tour che metterà in palio 10 milioni di dollari. Alps Tour In Austria: Perrino Rimane Ottavo - Andrea Perrino (205 - 68 69 68) è rimasto all´ottavo posto e ha possibilità di competere per il titolo nel giro finale del Lyoness Open (Alps Tour) sul tracciato del Gc Gut Freiberg a Weiz in Austria. Infatti ha tre colpi di ritardo dai due nuovi leaders, l´austriaco Uli Weinhandl (70 68 64) e il francese Fabien Marty (69 67 66), i quali precedono lo spagnolo Jamie Camargo, e gli austriaci Peter Lepitschnik e Jurgen Maurer, terzi con 203, e lo svizzero Nicolas Sulzer e il transalpino Tony Raillard, sesti con 204. In buona posizione, 14. I con 208, Marco Guerisoli (71 70 67) e Simone Brizzolari (69 69 70), quindi 32° con 211 Marco Crespi (66 71 74) e Michele Zanini, 39° con 213 (69 71 73). Non hanno superato il taglio Lorenzo Magini, 63° con 144, Andrea Rota, 79° con 147, Niccolò Giusti, 93° con 149, Giacomo Tonelli, 108° con 151, Angelo Regno, 120° con 155, e Alessio Mastriforti, 123° con 156. Il montepremi è di 60. 000 euro, tra i più alti del circuito, con prima moneta di 8. 293 euro. Senior Tour: In Spagna Bassa Classifica Per Cali´ - Giuseppe Calì è salito dal 56° al 43° posto con 148 (77 71) nel Son Gual Mallorca Senior Open, terzo torneo stagionale del Senior Tour che si sta disputando sul percorso del Son Gual Golf a Palma di Mallorca, in Spagna. Guida la graduatoria l´inglese Roger Chapman (138 - 68 70), che precede di due lunghezze il connazionale Mark James e il sudafricano Bobby Lincoln. Al quarto posto con 141 colpi otto concorrenti tra i quali il gallese Ian Woosnam e l´inglese Carl Mason, al 26° con 145 Sam Torrance. Nel 71 di Calì quattro birdie e tre bogey. In palio 300. 000 euro dei quali 45. 000 gratificheranno il vincitore. .