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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Giugno 2009
Politica
ELETTO IL NUOVO PARLAMENTO EUROPEO GLI IMPEGNI PER LA NUOVA ASSEMBLEA: CRISI ECONOMICA E FINANZIARIA, TRATTATO DI LISBONA, CAMBIAMENTO CLIMATICO  
 
Bruxelles, 10 giugno 2009 - Il Partito popolare europeo, di orientamento conservatore, si conferma primo gruppo al Parlamento europeo. I partiti di centro-destra escono vincitori dalle elezioni del 4-7 giugno in alcuni dei maggiori paesi dell´Ue, come la Francia, l´Italia, la Spagna e la Polonia. Il gruppo dei Socialisti ha perduto terreno, ma rimane saldamente in testa davanti ai Liberaldemocratici, a loro volta tallonati dai Verdi, che hanno guadagnato diversi seggi. I 736 membri del Parlamento europeo dovranno pronunciarsi sulla composizione della prossima Commissione europea e, se il trattato di Lisbona supererà lo scoglio del secondo referendum irlandese verso la fine dell´anno, anche sulle nuove figure di presidente e responsabile degli Esteri dell´Ue. Gli eurodeputati contribuiranno inoltre ai negoziati per un accordo internazionale sul cambiamento del clima, e dovranno occuparsi di un nuovo regolamento finanziario per prevenire future crisi. Gli aventi diritto al voto erano circa 388 milioni, ma l´affluenza è stata inferiore al 44%, meno di cinque anni fa. Il Presidente della Commissione europea Barroso ha ringraziato gli elettori che si sono espressi sul futuro politico dell´Unione, e ha rilevato che "Nel complesso, questi risultati segnano un´innegabile vittoria dei partiti e dei candidati che sostengono il progetto europeo e auspicano che l´Unione europea dia risposte ai problemi quotidiani dei cittadini". . .  
   
   
ELEZIONI EUROPEE: VITTORIA CHIARA DEL CENTRO-DESTRA, PARTITO POPOLARE EUROPEO SI CONFERMA PRIMO GRUPPO  
 
 Bruxelles, 10 giugno 2009 - I cittadini europei hanno scelto il Parlamento che li rappresenterà nei prossimi 5 anni. Vince il centro-destra del Partito Popolare europeo, che si conferma primo gruppo con un margine ampio. Il Partito socialista resta al secondo posto, ma perde terreno. Sorpresa verde in diversi Paesi. La situazione oggi - Da 785 a 736: i deputati del nuovo Parlamento saranno meno degli uscenti, quindi per avere un quadro chiaro di chi vince e chi perde è necessario analizzare le percentuali e non i seggi attribuiti ai singoli gruppi politici. I dati (fonte Tns) non sono ancora definitivi, e si basano sulla composizione del Parlamento uscente. Ovvero non prendono in considerazione eventuali spostamenti di gruppo da parte di alcuni partiti, tranne quelli che l´hanno annunciato esplicitamente prima delle elezioni. Come i conservatori britannici, che non sono più considerati come parte del Ppe. O come il Partito Democratico italiano, per il momento non calcolato fra gli scranni socialisti. La composizione definitiva dei gruppi politici verrà confermata solo durante la prima sessione plenaria del nuova Parlamento, il 14 luglio. Per il momento circa 90 seggi - fra cui quelli del Pd italiano - rimangono "non attribuiti". I risultati - Il Gruppo del Partito Popolare europeo esce vittorioso dalle urne, confermandosi il primo gruppo nonostante l´uscita annunciata dei Tories britannici. Da 288 deputati passerebbe a 263 a causa della riduzione dei seggi, ma in percentuale il gruppo raccoglie il 36% del consenso dei cittadini europei. Il Gruppo Socialista scende da 217 a 161 deputati. In termini percentuali, il consenso cala dal 27,6% del 2004 al 22%. Il dato potrebbe migliorare se il Pd decidesse di aderire al Pse, ma comunque il Partito Socialista perde terreno in tutti i grandi Paesi europei. L´alleanza dei Liberal-democratici, a cui appartiene l´Italia dei Valori e da cui uscirà la ex-Margherita, passa da 100 a 80 deputati. In termini percentuali il gruppo rimane più o meno stabile (scende dal 12% all´11%), confermandosi terza forza politica dell´Eurocamera. Il Gruppo dei Verdi è l´unico che cresce nonostante la riduzione complessiva del numero dei parlamentari: da 43 a 52 deputati, crescendo dal 5,5% al 7%. Se i dati sono confermati, i Verdi diventerebbero il quarto gruppo. L´unione per un´Europa delle Nazioni, che perderà la delegazione di Alleanza Nazionale (pronta ad entrare nel Ppe con il Pdl), passa da 44 a 35 membri. Un leggero calo anche in termini percentuali: con il 4,8% dei consensi diventa la quinta forza del Parlamento. Leggero calo anche per la Sinistra Unitaria, che passa da 41 a 33 seggi e scende al 4,5% di consenso, perdendo la delegazione italiana di Rifondazione e dei Comunisti italiani che non hanno superato il quorum. Indipendenza e Democrazia (Ind/dem), il gruppo euroscettico del Parlamento uscente, passa da 22 a 19 deputati, ma si attesta stabile al 2,6%. I 91 seggi restanti (12,4%) restano ancora non attribuiti e potrebbero modificare il quadro politico appena delineato. I deputati infatti potrebbero formare nuove alleanze, unirsi alle forze esistenti, o rimanere "non-iscritti": ce n´erano 30 nel Parlamento uscente. Si possono formare nuovi gruppi? A partire da questa legislatura, le regole per formare un nuovo gruppo politico al Parlamento saranno più dure. Servono infatti almeno 25 deputati che provengano da almeno 7 Paesi diversi. Il che significa - per esempio- che se i conservatori britannici vogliono creare un nuovo raggruppamento, devono trovare eurodeputati politicamente affini da almeno altri 6 Paesi europei. Idem per il Partito Democratico italiano. L´unico gruppo esistente che non rispetta i nuovi criteri è Ind/dem: per sopravvivere dovrà trovare almeno 6 nuovi aderenti da 2 Paesi diversi. Cosa succede adesso? Nelle prossime due settimane deputati vecchi e nuovi prenderanno possesso del loro ufficio a Bruxelles e inizieranno a familiarizzarsi con l´istituzione. A partire dal 29 giugno, ci saranno due settimane di riunione dei gruppi politici, che stabiliranno al loro interno incarichi e candidature. Il 14 luglio, primo appuntamento istituzionale: la nuova assemblea si riunisce in seduta plenaria a Strasburgo. Primo, importante punto all´ordine del giorno: elezione del nuovo Presidente del Parlamento. .  
   
   
GLI IMPEGNI DEL PARLAMENTO EUROPEO NELLA PROSSIMA LEGISLATURA  
 
Bruxelles, 10 giugno 2009 - Questa sezione fornisce l´opportunità di dare uno sguardo alle principali tematiche che i deputati dovranno affrontare nella prossima legislatura. In molti casi si tratta di dossier legislativi iniziati durante questa legislatura e che dovranno essere ultimati dal nuovo Parlamento. Ad esempio, i deputati dovranno approvare una direttiva sul congedo maternità per conciliare meglio vita familiare e professionale. Dovranno anche legiferare sui diritti dei passeggeri di autobus e traghetti, sull’estensione dei diritti spettanti a interpreti ed esecutori di opere musicali e sul metodo per garantire il pagamento di multe stradali inflitte per infrazioni gravi in uno Stato membro diverso da quello dell’immatricolazione del veicolo. Ma anche sul mercato delle telecomunicazioni, inclusi i diritti degli utenti di Internet, sul funzionamento dell’Eurovignetta, che mira a promuovere trasporti stradali più ecologici mediante tasse a copertura dei costi dell´inquinamento, e sul quadro comunitario volto a garantire il diritto di farsi curare in un paese Ue diverso da quella di residenza. Ma il nuovo Parlamento dovrà anche affrontare la questione delle nomine nelle altre istituzioni, come quella del Presidente della Commissione e dell´intero collegio. Inoltre, legifererà nuovamente sui mercati finanziari (in particolare hedge fund e private equity), sulle remunerazioni dei top manager delle società quotate in borsa, sulla revisione del sistema di scambio di emissioni di Co2 per il periodo post-Kyoto, sulla qualità degli organi oggetto di donazione e sui prodotti farmaceutici, sul finanziamento della sicurezza aerea, sull´immigrazione legale e sul rafforzamento di Frontex. Sommario fatti salienti :Attività industriali meno inquinanti Sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra (Ets); Efficienza energetica nell´edilizia; Stop all´impunità transfrontaliera degli automobilisti; Più diritti per chi viaggia in autobus e traghetto; Nuova direttiva sull´Eurovignetta; Altre legislazioni attese; Pacchetto Telecom; Carcere e multe salate per pirati e contraffattori; Musica: tutela più estesa per interpreti ed esecutori; Requisiti di capitale per gli istituti finanziari, supervisione e stipendi; Diritti degli utenti di Internet (pacchetto Telecom); Compatibilità dei caricatori per telefoni cellulari; Etichette degli alimenti più chiare; Mobilità dei pazienti, cure sanitarie senza frontiere; Qualità degli organi per trapianti e prodotti farmaceutici; Direttiva sull´orario di lavoro; Congedo maternità e misure per conciliare vita familiare e professionale; Nuove norme sulla politica di asilo; Frontex e immigrazione legale; Terrorismo; Pedofilia; Il nuovo quadro finanziario per il dopo 2013; Verso una riforma del sistema di finanziamento dell´Ue; Nuova Commissione, membri della Bce e Mediatore europeo; Processo di adesione; Riforma della Pac per il 2013; Il trattato di Lisbona: maggiori poteri al Parlamento europeo. .  
   
   
RISULTATI DELLE ELEZIONI EUROPEE 2009  
 
Partiti % Seggi Epp-ed Pes Alde Uen Greens/ Efa Gue/ Ngl Ind/ Dem Others
Pdl 35. 25 29 29
Pd 26. 14 21 21
Ln 10. 22 9 9
Idv-lista Di Pietro 7. 99 7 7
Udc 6. 5 5 5
Prc-pdci-s2-cu 3. 37 0
Sinistra e Libertà 3. 12 0
Bonino-pannella 2. 42 0
L´autonomia 2. 22 0
Svp 0. 46 1 1
Ft-ds 0 0
Ld-maie 0 0
Altri 2. 31 0
Totale 100 72 35 0 7 9 0 0 0 21
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ELEZIONI EUROPEE: AFFLUENZA IN LEGGERO CALO RISPETTO AL 2004  
 
 Bruxelles, 10 giugno 2009 - L´affluenza è calata di circa un punto e mezzo rispetto al 2004, fermandosi al 43%. In alcuni Paesi la partecipazione è salita, in altri scesa. Un calo in Italia, che però resta, con oltre il 66% dei votanti, uno dei Paesi dove l´affluenza è più alta. E continua a tenere il record fra i ´grandi´ europei. Comparando l´affluenza alle urne del 2004 e aggiungendo quella di Romania e Bulgaria, che hanno votato nel 2007, nelle scorse elezioni aveva votato il 44,4% degli aventi diritto. Il dato di quest´anno è 42,9%: un punto e mezzo di differenza. I dati restano tuttavia provvisori, e bisognerà aspettare lo spoglio completo delle schede. Sono 162 milioni gli europei che si sono recati alle urne fra giovedì e domenica di settimana scorsa, su 376 milioni di aventi diritto. Prevedibile l´alta affluenza nei Paesi dove il voto è obbligatorio, come Belgio (90,4%) e Lussemburgo (91%). Più sorprendente il dato di Paesi nordici, come Estonia, Lettonia e Danimarca, dove i votanti sono cresciuti dell´ oltre 11% rispetto al 2004. Anche in Svezia si registra un aumento del 6%. L´italia, con il suo 66,5%, resta il Paese con la più alta affluenza fra i ´grandi´, nonostante un calo dell´oltre 5% rispetto al 2004. Calo anche in Gran Bretagna e in Francia, mentre resta praticamente stabile il dato in Germania e in Spagna. Fra i Paesi con il tasso di astensione più alto, Lituania (-27,5%) e Slovacchia, dove non si raggiunge il 20%. Secondo il Presidente del Parlamento europeo uscente, Hans-gert Pöettering, ´è necessario che deputati europei e media lavorino insieme, entrambi sono politicamente responsabili. Negli anni a venire dobbiamo garantire una copertura continua dei lavori del Parlamento europeo: sono sicuro che nel 2014 il dato sulla partecipazione migliorerà". Il Presidente ha poi fatto riferimento alle elezioni americane, dove l´affluenza alle urne è sempre inferiore al 50%. .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON SODDISFAZIONE LA NUOVA CARTA EUROPEA PER LA LIBERTÀ DI STAMPA INTESA A PROTEGGERE LA STAMPA DALLE INTERFERENZE DEI GOVERNI E ASSICURARE L´ACCESSO DEI GIORNALISTI ALLE FONTI DI INFORMAZIONE  
 
Bruxelles, 10 giugno 2009 - Il 25 maggio 48 giornalisti europei di 19 paesi hanno firmato la Carta europea per la libertà di stampa intesa a proteggere la stampa dalle interferenze dei governi e assicurare l´accesso dei giornalisti alle fonti di informazione. Ieri il documento, che definisce i valori fondamentali che le autorità pubbliche dovrebbero rispettare nei rapporti con i giornalisti, è stato presentato e consegnato da Hans-ulrich Jörges caporedattore della rivista tedesca Stern e promotore della Carta, alla commissaria Viviane Reding che ha accolto con soddisfazione l´adozione di questa prima Carta europea per la libertà di stampa da parte dei giornalisti. "La Carta per la libertà di stampa - un´iniziativa della comunità dei giornalisti europei – riafferma con decisione alcuni valori fondamentali, quali il pluralismo dei mezzi di informazione e la libertà di espressione e di informazione, su cui si basano le tradizioni democratiche dell´Europa e che sono consacrati nei testi giuridici fondamentali. Inoltre ricorda che, per promuovere una vera libertà di stampa, le autorità pubbliche devono svolgere un ruolo preciso: devono essere pronte a proteggere la libertà di espressione e a favorirne lo sviluppo", ha dichiarato Viviane Reding, commissaria responsabile della società dell´informazione e dei media. "La Carta rappresenta quindi un importante passo avanti per rafforzare questi valori e diritti fondamentali, che i giornalisti possono invocare nei confronti dei governi o delle autorità pubbliche quando vedono la libertà del loro lavoro minacciata in modo ingiustificato". Hans-ulrich Jörges, caporedattore della rivista tedesca Stern e promotore della Carta, ha aggiunto: "Siamo molto grati a Viviane Reding per aver garantito fin dall´inizio il suo sostegno incondizionato all´idea di una Carta europea per la libertà. Crediamo pertanto che la Commissione europea sarà la prima a rispettare questa Carta e a contribuire attivamente a farla rispettare in tutta l´Europa. Inoltre auspichiamo che il riconoscimento della Carta diventi un requisito nell´ambito dei negoziati per l´allargamento con i paesi candidati all´adesione all´Ue. L´obiettivo principale della Carta è avere un´Europa unita anche nel settore del giornalismo e offrire a tutti i colleghi la possibilità di invocarne i principi in caso di violazioni della libertà di stampa". I dieci articoli della Carta delineano i principi fondamentali che i governi devono rispettare nei rapporti con i giornalisti, fra cui il divieto della censura, la libertà di accesso alle fonti di informazione nazionali e straniere e la libertà di ottenere e diffondere le informazioni. La Carta sottolinea inoltre la protezione dei giornalisti dai tentativi di vigilanza e auspica un sistema giudiziario efficace per tutelare i diritti dei giornalisti (la versione italiana non ufficiale della Carta è riportata in allegato). Finora la Carta, che può essere consultata online e firmata dai giornalisti interessati, è disponibile in otto lingue (croato, danese, francese, inglese, polacco, rumeno, russo e tedesco). L´idea di una Carta per la libertà di stampa è nata nel 2007 durante una riunione fra la commissaria Reding, Hans-ulrich Jörges e altri caporedattori di vari giornali europei ( Ip/07/713). Dal 2005 si tengono annualmente dialoghi ad alto livello fra i rappresentanti della carta stampata e la Commissione su una serie di argomenti diversi (cfr. Anche Ip/05/1164, Ip/06/1445 e Ip/08/1091), organizzati dalla task force per i media della Commissione, incaricata di analizzare tutto il materiale prodotto dalla Commissione per assicurare che le sue iniziative non danneggino intenzionalmente la libertà editoriale o commerciale della stampa. La Carta per la libertà di stampa è il risultato concreto delle discussioni fruttuose fra i vari mezzi di informazione e la Commissione europea. . .  
   
   
CARTA EUROPEA PER LA LIBERTÀ DI STAMPA - I DIECI ARTICOLI DELLA CARTA DELINEANO I PRINCIPI FONDAMENTALI CHE I GOVERNI DEVONO RISPETTARE NEI RAPPORTI CON I GIORNALISTI  
 

Art. 1

La libertà della stampa è fondamentale per una società democratica. Tutte le autorità pubbliche devono osservarla e proteggerla nonché rispettare la diversità dei mezzi di comunicazione giornalistica, sotto qualsiasi forma, e la loro missione politica, sociale e culturale.

Art. 2

È vietata ogni forma di censura. Si deve garantire che il giornalismo indipendente in tutti i media sia libero da persecuzioni e rappresaglie e non subisca alcuna ingerenza politica o regolamentare da parte dello Stato. La stampa e i media in linea non devono essere soggetti a una licenza statale.

Art. 3

Il diritto dei giornalisti e dei media alla raccolta e alla diffusione di informazioni e opinioni non deve essere minacciato, limitato o reso passibile di sanzione.

Art. 4

La protezione delle fonti giornalistiche deve essere strettamente osservata. Sono vietate le perquisizioni di redazioni e di locali di giornalisti, la sorveglianza o l´intercettazione delle comunicazioni di giornalisti finalizzate a scoprire le fonti d´informazione o violare il segreto professionale.

Art. 5

Gli Stati devono garantire che i media godano della piena protezione di un sistema giudiziario indipendente e delle autorità nell´assolvimento dei loro compiti. Ciò vale in particolare per la difesa dei giornalisti e dei loro collaboratori da aggressioni fisiche e da molestie. Qualsiasi minaccia o violazione di questi diritti deve formare oggetto di un´accurata indagine e essere sanzionata dagli organi giudiziari.

Art. 6

L´esistenza economica e l´indipendenza dei media non devono essere messe in pericolo da istituzioni statali o controllate dallo Stato, o da altri organismi. È vietato il ricorso alla minaccia di sanzioni economiche. Le imprese private devono rispettare l´indipendenza editoriale dei media e astenersi da esercitare pressioni sul contenuto editoriale o dal cercare di offuscare la differenza tra contenuto pubblicitario e contenuto editoriale.

Art. 7

Le istituzioni statali o controllate dallo Stato non devono ostacolare la libertà d´accesso alle informazioni dei giornalisti. Esse sono tenute a sostenere la loro missione d´informazione.

Art. 8

I media e i giornalisti hanno il diritto di accedere liberamente a tutte le informazioni e fonti di informazioni, anche in provenienza dall´estero. Ai giornalisti stranieri devono essere rilasciati senza indugio visti, accreditamenti e altri documenti indispensabili all´espletamento dei loro compiti di informazione.

Art. 9

In tutti gli Stati l´opinione pubblica deve godere del libero accesso a tutti i mezzi di comunicazione e fonti di informazioni, nazionali e stranieri.

Art. 10

Lo Stato non deve limitare l´accesso alla professione di giornalista.  

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IL COMMISSARIO EUROPEO PER IL MULTILINGUISMO LEONARD ORBAN VISITA PARMA, VENEZIA E BOLZANO 11-16 GIUGNO 2009  
 
 Venezia, 10 giugno 2009 - Il Commissario europeo per il multilinguismo Leonard Orban visiterà tre città italiane dall´11 al 16 giugno per una serie di appuntamenti legati al multilinguismo come elemento valorizzatore della cultura e delle diversità che compongono l´Unione europea. Giovedì 11 giugno alle ore 15 il Commissario Orban sarà al Collegio europeo di Parma dove interverrà sul tema "Uniti nella diversità: Multilinguismo e Mobilità per le nuove generazioni". Venerdi 12 giugno all´auditorium "Santa Margherita" a Venezia si terrà il seminario su "La dimensione esterna del multilinguismo dell´Unione europea", organizzato in collaborazione con l´Università Cà Foscari, l´Università per stranieri di Perugia e lo Europe Direct del Comune di Venezia. Il Commissario Orban interverrà in apertura dell´evento attorno alle ore 10. In seguito incontrerà il sindaco di Venezia Massimo Cacciari e altri rappresentanti socio-economici di Venezia e della regione. Lunedì 15 giugno il Commissario Orban sarà a Bolzano e in Alto Adige. All´università di Bolzano terrà una lezione alle ore 10, e in seguito incontrerà le autorità locali, i rappresentanti della scuola ladina, e visiterà il Museo Ladino. Alle ore 12 presso la sede della Provincia autonoma si terrà una conferenza stampa congiunta con il Presidente Luis Durnwalder. Nella mattinata di martedì 16 giugno visiterà l´Accademia europea Eurac. .  
   
   
COMMISSARIO UE ORBAN TRE GIORNI IN ALTO ADIGE: INCONTRI CON LA GIUNTA, I LADINI E LA LUB  
 
 Bolzano, 10 giugno 2009 - - Leonard Orban, commissario Ue per il multilinguismo, visiterà la prossima settimana l´Alto Adige. Nei tre giorni di permanenza il commissario rumeno ha in programma una lezione alla Libera università di Bolzano, la partecipazione alla seduta della Giunta provinciale e una visita della val Badia. Domenica 14 giugno il commissario Ue Leonard Orban arriva a Bolzano e già in serata è in programma un primo incontro con il presidente della Provincia Luis Durnwalder nei Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano. Lunedì 15 giugno è fissata la visita alla Lub (dalle 9), dove Orban terrà alle 9. 45 una lezione pubblica sul tema del rafforzamento dell´identità personale in un´Europa multiculturale. Alle ore 11 il commissario Ue per il multilinguismo è attesa a Palazzo Widmann per partecipare alla seduta della Giunta provinciale. La conferenza stampa congiunta di Orban con il presidente Durnwalder è prevista lunedì 15 giugno alle 12 nella Sala stampa della Provincia a Palazzo Widmann, in via Crispi 3 Nel pomeriggio, accompagnato dall´assessore Florian Mussner, il commissario Ue si recherà in val Badia per visitarare il Museo ladino di San Martino (alle 15. 30) e incontrare rappresentanti delle scuole ladine (alle 16. 30). In serata Orban e Durnwalder incontreranno esponenti di università, Eurac e mondo economico nella cantina dell´azienda provinciale Laimburg. La visita in Alto Adige del commissario Orban si conclude martedì 16 giugno con una passeggiata al Museo archeologico provinciale (alle 9) e un incontro all´Eurac (alle 10). . .  
   
   
BILANCIO SULL´ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA UE "COMPETITIVITÀ REGIONALE ED OCCUPAZIONE"  
 
Bolzano, 10 giugno 2009 - Per l´incentivazione della competitività dell´economia altoatesina ed il suo sviluppo sostenibile e per la prevenzione delle catastrofi naturali attraverso il programma comunitario "Competitività regionale ed occupazione" nell´arco temporale 2007-2013 saranno destinati alla provincia di Bolzano 74 milioni di Euro. Un bilancio sull´attuazione del programma è stato fatto questa mattina, martedì 9 giugno, nell´ambito della terza riunione del Comitato di sorveglianza del programma stesso a Palazzo Widmann a Bolzano. I 74 milioni di Euro destinati al sostegno dell´economia altoatesina attraverso l´implementazione di progetti finanziati tramite il Fondo europeo di sviluppo regionale Fesr, lo Stato e la Provincia hanno quale obiettivo primario, come ha sottolineato il presidente della provincia Luis Durnwalder, quello di rafforzare il modello economico locale caratterizzato da una stretta connessione fra comparti economici. Attraverso il programma comunitario è possibile incentivare il potenziale innovativo delle aziende, un aspetto piuttosto problematico in una struttura come quella locale caratterizzata da piccole e medie imprese, ha proseguito Durnwalder, ma che ha risvolti di rilievo in un momento di cirisi come quello attuale per il sostegno dell´economia e dell´occupazione. Inoltre, i fondi messi a disposizione possono contribuire a far conciliare sempre più gli interessi dell´economia con quelli dell´ecologa e a supportare interventi di prevenzione di catastrofi naturali a garanzia della sicurezza che in un territorio montuoso come l´Alto Adige, come ha evidenziato il presidente della Provincia, costituisce un presupposto essenziale per l´attività imprenditoriale e lavorativa. Nell´ambito della riunione odierna del Comitato di sorveglianza, a cui erano presenti rappresentanti di Provincia, Stato, Ue e delle parti sociali, è stato stilato un rapporto sui primi due anni di applicazione del programma comunitario. Finora vi sono state due finestre di valutazione; dei 42 programmi presentati nel marzo 2008 ne vengono finanziati 16, mentre dei 53 presentati nel dicembre 2008 sono stati ammessi a finanziamento 33. Nel corso della mattinata odierna è stata presentata una relazione sugli esiti dell´applicazione dell´Obiettivo 2 per il periodo 2000-2006 che, come ha sottolineato il presidente Durnwalder, ha consentito di finanziare progetti rilevanti e che ora volge al termine. .  
   
   
FONDI STRUTTURALI EUROPEI, PRESENTATE IN PROVINCIA LE PRIORITÀ STRATEGICHE DELL´AREA RIMINESE IN ATTUAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE.  
 
Rimini 10 giugno 2009 - E’ stato illustrato il 29 maggio alle istanze istituzionali ed economico-sociali della provincia di Rimini il documento che riassume le priorità strategiche del territorio riminese in attuazione della politica regionale unitaria per il periodo 2007-2013 (Documento Unico di Programmazione). Frutto di un approfondito confronto in sede locale, sia nell’ambito delle Conferenze dei Sindaci, che di successivi incontri con le associazioni di categoria e sindacali, il testo sintetizza i principali aspetti programmatici sui quali punta il sistema Rimini per il rilancio del proprio sviluppo inserendoli in un quadro di coerenze regionali finalizzato ad un utilizzo concordato ed organico dei fondi strutturali europei (soprattutto Por-fesr, Fas e Fes). Il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale, Alfredo Bertelli, ed il direttore generale alla programmazione, intese, relazioni europee ed internazionali della Regione Emilia-romagna, Enrico Cocchi, presenti all’incontro, si sono incaricati di spiegare, nel metodo e nel merito, il senso di un’operazione di grande respiro che mette in circolo una notevole mole di risorse (1. 500 milioni di euro) tanto in funzione anticiclica, per il sostegno delle aziende in difficoltà ed il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, quanto per innescare un processo virtuoso di investimenti indirizzati all’avvio di una nuova fase dello sviluppo regionale. E’ questa la cornice in cui, dalla creazione di tecnopoli (sistema moda ed ambiente) capaci di arricchire la rete emiliano romagnola di poli produttivi d’eccellenza alla realizzazione delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Raibano, Valmarecchia e Valconca), dal sostegno ad un pacchetto di grandi opere infrastrutturali nel campo della mobilità (Trc, variante Statale 16, ecc. ) agli interventi per la valorizzazione turistica dell’area riminese in un’ottica integrata costa-entroterra, la provincia di Rimini potrà usufruirà di ingenti risorse per dire la sua da protagonista nel panorama della politica di sviluppo della nostra regione. Un accenno particolare alle misure a favore dell’entroterra contenute nella programmazione negoziata è stato fatto dal presidente della Provincia Ferdinando Fabbri, che ha voluto evidenziare i circa 3 milioni e mezzo di euro, tra risorse Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate) assegnate all’Emilia Romagna ed altri fondi regionali per i comuni ex obiettivo 2 (Saludecio, Mondaino, Montegridolfo e Torriana) e comuni non costieri, e gli ulteriori 2 milioni e 200 mila euro, derivanti da fondi strutturali europei per la valorizzazione di beni culturali ed ambientali a fini turistici, che ricadranno sulle realtà locali degli assi fluviali del Conca e del Marecchia. L’incontro si è concluso con una sostanziale condivisione da parte di amministratori e rappresentanti del mondo economico sia delle procedure seguite, che degli obiettivi di programma. Il passo successivo, a questo punto, è la stipula vera e propria di un’intesa territoriale che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane. .  
   
   
ALBANIA, INIZIA NUOVO REGIME VISTI  
 
Tirana, 10 giugno 2009 - L´albania ha iniziato a realizzare un regime dei visti per gli stranieri, secondo quanto riporta Setimes. Com. In base alle nuove norme, i visitatori dovranno seguire procedure simili a quelle che devono rispettare i cittadini albanesi quando viaggiano all´estero. Per ottenere un visto, gli stranieri dovranno prenotare un hotel, avere un biglietto di ritorno, assicurazione sanitaria o permesso di lavoro. Le norme mirano a rafforzare i controlli al confine per rientrare nei criteri dell´Ue ed eliminare le restrizioni ai visti per i cittadini albanesi che vogliono viaggiare in Europa Occidentale. .  
   
   
MEDITERRANEO: IL MARE NOSTRO È DEGLI ALTRI?  
 
 Milano, 10 giugno 2009 - il prossimo 22 giugno prossimo, alle ore 18. 00, l´Ispi promuove una Tavola Rotonda dal titolo: “Mediterraneo: il mare nostro è degli altri?” Il dibattito trae spunto dalla pubblicazione del nuovo numero di Limes dedicato a questo tema. L´incontro, che si svolgerà a Palazzo Clerici (Via Clerici, 5 – Milano www. Ispionline. It .  
   
   
BANCHE: ABI, RAPINE IN CALO DEL 27,3% NEL 2008, 2.160 “COLPI” IN BANCA CONTRO I 2.972 DELL’ANNO PRECEDENTE. “MAGRO” IL BOTTINO: COMPLESSIVAMENTE IL 24% IN MENO RISPETTO AL 2007.  
 
 Roma, 10 giugno 2009 - Diminuiscono le rapine in banca e il bottino si fa sempre più “magro”. Nel 2008, infatti, sono stati compiuti 2. 160 “colpi” allo sportello con un calo del 27,3% rispetto ai 2. 972 registrati nel 2007. In netta diminuzione anche l’“indice di rischio”, cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli, che è passato da 9,1 a 6,4 (-29,3%), il valore più basso registrato dal 1998 ad oggi. Sensibile riduzione anche per il bottino complessivo: nel 2008 i “colpi” hanno fruttato 43,4 milioni di euro, il 24% in meno dell’anno precedente (57,2 milioni). Magro anche il bottino medio per rapina che, con circa 20 mila euro, si mantiene su livelli tra i più bassi degli ultimi dieci anni. Sono questi i principali risultati dell’indagine condotta dall’Ossif, il Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza, presentati oggi a Roma al convegno “Banche e sicurezza” al quale hanno partecipato il direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra, e il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. “La sicurezza di cittadini e dipendenti – ha detto Zadra – è un valore fondamentale per il nostro settore che negli anni ha moltiplicato sforzi e investimenti per rendere sempre più protetti e sicuri gli sportelli bancari. Questo impegno, anche grazie alla stretta collaborazione con istituzioni e forze di polizia sta dando i suoi frutti, come dimostra il sensibile calo delle rapine in banca registrato nel 2008. E tuttavia, per contrastare ulteriormente il fenomeno – ha aggiunto Zadra - bisogna continuare a lavorare per ridurre l’ampio uso di contante che ancora caratterizza l’Italia, recuperando il ritardo nell’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici”. Ecco, più nel dettaglio, cosa emerge dalla fotografia scattata dal Centro di Ricerca Abi. La mappa delle rapine Nel 2008, i “colpi” allo sportello sono diminuiti in 17 regioni su 20. La riduzione più significativa si registra nel Lazio (-50,8%, da 388 a 191), mentre la Valle d’Aosta, con un solo episodio nel 2008 (-50% rispetto ai due del 2007), si conferma la regione con il minor numero di “colpi”. Consistenti cali anche Pagina 2 di 2 in: Lombardia (-19%, da 711 a 576), Piemonte (-20,5%, da 205 a 163), Veneto (-35,7%, da 129 a 83), Emilia Romagna (-40%, da 340 a 204), Friuli Venezia Giulia (-45,8%, da 24 a 13), Liguria (-44,1%, da 93 a 52), Sardegna (-42,3%, da 26 a 15), Campania (-3,1%, da 128 a 124), Calabria (-48,4%, da 31 a 16), Sicilia (-24,1%, da 316 a 240), Toscana (-39,7%, da 179 a 108), Abruzzo (-23,1%, da 78 a 60), Molise (- 25% da 4 a 3), Puglia (-13,8% da 160 a 138) e Trentino Alto Adige (-26,1%, da 23 a 17). In controtendenza solo: Basilicata (con 13 rapine da 10), Marche (con 100 da 86) e Umbria (con 43 da 39). Il modus operandi dei rapinatori Nessun cambiamento rispetto al recente passato: i criminali, infatti, hanno agito in pochi minuti, armati spesso di piccole lame e accontentandosi di un magro bottino. In particolare, i malviventi hanno colpito soprattutto di venerdì (23% delle rapine commesse), nella fascia oraria che va dalle 11 alle 13. 30 del mattino (71% delle rapine). Ma i colpi più ricchi si sono registrati di lunedì (27,8 mila euro), prima dell’apertura della filiale (54,6 mila euro) o nel tardo pomeriggio dopo la chiusura al pubblico degli sportelli (60,5 mila euro). Il 58% delle rapine, inoltre, è durato meno di tre minuti e nell’84% dei casi a commetterle è stata una coppia di rapinatori che ha agito a volto coperto (60%). Per quanto riguarda le armi utilizzate, le più comuni sono quelle da taglio, come piccoli coltelli e taglierini (61%), mentre continua a diminuire l’uso delle armi da fuoco (14,8% nel 2008 contro il 26,2% nel 1998). Al contrario, aumentano i “colpi” messi a segno con le sole minacce (18%). La collaborazione con le Forze dell’ordine Il convegno “Banche e sicurezza” è stato anche l’occasione per il direttore generale dell’Abi e il Prefetto di Roma di firmare il nuovo protocollo sulla sicurezza che rinnova quello già siglato lo scorso anno. Nella capitale e in tutte le altre 87 province dove l’accordo è già operativo, la stretta collaborazione tra banche e forze dell’Ordine contribuisce a rendere sempre più sorvegliati e sicuri gli oltre 30 mila sportelli dove ogni giorno si recano cittadini e dipendenti bancari. Con questo stesso obiettivo, ogni anno le banche investono oltre 700 milioni di euro, adottano misure di protezione sempre più moderne ed efficaci, formano i dipendenti bancari e forniscono ai clienti e al personale – anche attraverso un’apposita “Guida antirapina” - tutte le informazioni necessarie per sapere cosa fare prima, durante e dopo un “colpo” in banca. .  
   
   
INNOVAZIONE RISORSA STRATEGICA PER L´ITALIA  
 
Campobasso, 10 giugno 2009 - Il Vice Presidente della Conferenza delle Regioni (Presidente della Regione Molise), Michele Iorio, ha partecipato ieri a Roma, presso la sede della Confindustria, al dibattito sul tema: "Innovazione risorsa strategica per l´Italia", nell´ambito del Convegno Nazionale all´interno della Giornata Nazionale dell´Innovazione. Questa Giornata, istituita nel 2008, vuole essere un´occasione annuale di sensibilizzazione dei cittadini sui temi dell´innovazione e di coordinamento tra tutti i principali attori pubblici e privati per fare il punto sullo stato dell´innovazione nel Paese e condividere gli obiettivi strategici da raggiungere, anche nel quadro del secondo ciclo di programmazione previsto dalla rinnovata Strategia di Lisbona (2008-2010) e della "Strategia dell´Innovazione" in corso di definizione da parte dell´Ocse. Quest´anno, la Giornata dell´Innovazione assume particolare valenza, sia perché l´Unione europea ha riconosciuto il 2009 "Anno della Creatività e dell´Innovazione", sia perché cadrà molto vicino al culmine della Presidenza italiana del G8. La Giornata dell´Innovazione 2009, viene celebrata il 9 giugno con un Convegno Nazionale sull´Innovazione, organizzato su iniziativa del Ministro per la Pa e l´Innovazione, che coinvolge tutti i principali attori impegnati a favorire l´innovazione e le capacità tecnologiche italiane per condividere gli ulteriori obiettivi da raggiungere per garantire all´Italia una posizione di eccellenza a livello internazionale. Hanno aperto i lavori del convegno Emma Marcegaglia, Presidente Confindustria, e Enrico Cavallai, Assessore politiche delle risorse umane; decentramento e coordinamento metropolitano; servizi tecnologici e reti informatiche del Comune di Roma. Sono intervenuti al dibattito, oltre al Vice Presidente delle Regioni Italiane, Michele Iorio e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l´Innovazione Renato Brunetta, Pier Carlo Padoan, Vicesegretario Generale Ocse; Diana Bracco, Vicepresidente Confindustria; Andrea Ronchi, Ministro per le Politiche europee. Ha moderato il confronto Gianni Riotta, Direttore de Il Sole 24 Ore. Nel suo intervento il Presidente Iorio ha evidenziato come l´obiettivo strategico di innovare il sistema economico, sociale, culturale, formativo ed amministrativo del Paese, possa essere davvero conseguito, in tempi brevi e con modalità efficaci, solo facendo in modo che tutti i livelli istituzionali lavorino insieme. Una sorta di corresponsabilità operativa, oltre che finanziaria, che –secondo Iorio- consentirà di attivare i meccanismi necessari ad un´innovazione strategica dei vari sistemi economico-sociale e burocratico-amministrativa dell´Italia. Questo per renderla in grado di superare la crisi e agganciare in tempi brevi la ripresa e lo sviluppo. "Un´innovazione che però –ha detto ancora Iorio- deve venire dal basso e deve essere in grado di leggere le richieste di nuovi servizi e di semplificazione che vengono dai cittadini e dal mondo delle imprese". Iorio ha anche evidenziato come l´innovazione possa essere il campo ideale per dimostrare come il vero cambiamento e la vera modernizzazione, per essere realmente efficaci non debbono essere appannaggio né dello Stato centrale, né delle istituzioni periferiche. Questo virtuoso processo di modernizzazione, cambiamento ed innovazione, infatti, deve essere la sintesi dell´impegno comune e condiviso di ogni livello di governo. In quest´ottica stiamo lavorando –ha sottolineato il Vice Presidente delle regioni Italiane- con il Governo centrale. Ne è prova il Protocollo d´Intesa firmato tra il Ministro dell´innovazione e il Presidente della Conferenza delle Regioni per l´individuazione e attuazione degli interventi previsti nel Piano e-Government 2012. Protocollo a cui ha fatto seguito un altro Accordo firmato tra la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, la Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Dalla condivisione di un percorso e di finalità comuni –ha aggiunto Iorio- è nata la proposta delle Regioni di un Piano Straordinario Stato, Regioni, Enti Locali Per L´attuazione Dell´e-government – e-gov 2010". La proposta delle Regioni prevede, in particolare, entro il 2010, la realizzazione delle iniziative progettuali proposte in un insieme significativo di Regioni con il completamento dell´estensione di tali azioni a tutte le Regioni entro la fine del 2011. Gli obiettivi principali del Piano straordinario e-gov 2010 possono pertanto essere così riassunti: · accelerare la realizzazione del Piano di e-government 2012 su temi di innovazione abilitanti per l´attuazione del federalismo e rilevanti per il contrasto della crisi economica; · garantire la convergenza delle risorse statali, regionali e locali su obiettivi condivisi ed in particolare per la realizzazione di infrastrutture abilitanti sul territorio; · massimizzare il rendimento delle scarse risorse disponibili mediante il riutilizzo ed il trasferimento delle soluzioni realizzate e delle esperienze maturate; · assicurare una gestione efficiente dell´attuazione mediante una adeguata azione di coordinamento a livello regionale; · sostenere mediante attività sussidiarie di affiancamento interregionale i territori più deboli. Iorio, infine, ha voluto ricordare l´esperienza maturata nel suo Molise dove la Regione, il Ministero dell´Università e Ricerca, l´Università degli Studi e Telespazio, si sono messi insieme per attuare un progetto di ricerca che utilizza la tecnologia Geospaziale per la fornitura di servizi per l´alta formazione, per la ricerca, per la telemedicina, per la protezione civile, per la protezione ambientale e per la sicurezza del territorio. Progetto che ha consentito al Molise, ha riferito ancora Iorio, di entrare in Nereus, un network europeo delle regioni che utilizzano la tecnologia geospaziale, assumendone la vice presidenza in rappresentanza dell´Italia. Un esempio da seguire –ha concluso Iorio – che vede varie Istituzioni lavorare insieme per fornire servizi altamente innovativi ad altri enti pubblici o privati, e più in generale al mondo delle imprese. Il tutto contenendo i costi di gestione e qualificando al massimo la fornitura scientifica e tecnologica delle prestazioni al fine di migliorare le condizioni di vita dei singoli cittadini. .  
   
   
LOMBARDIA/MONTENEGRO.FORMIGONI:LAVORO COMUNE SU TURISMO E PMI  
 
Milano, 10 giugno 2009 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dai delegati Robi Ronza (Relazioni internazionali) e Claudio Morpurgo (Relazioni europee), ha ricevuto ieri il ministro per lo Sviluppo economico del Montenegro, Branimir Gvozdenovic, a Milano in occasione di Eire (Expo Italia Real Estate), manifestazione cui il paese balcanico partecipa. "Abbiamo avviato oggi un percorso di collaborazione - ha dichiarato Formigoni - tra Regione Lombardia e Montenegro, in particolare per il turismo e le Pmi". Sul fronte del turismo, tra i progetti del nuovo Governo del Montenegro, che si insedia mercoledì 10, rientra realizzazione di "Velika Plaza" (Grande spiaggia), della lunghezza di 13 km. "Il Montenegro - ha detto Formigoni - ha chiesto di avviare una collaborazione anche sul fronte delle Pmi offrendo alle nostre imprese condizioni vantaggiose". Le relazioni tra Lombardia e Montenegro potrebbero interessare in futuro anche il settore dei trasporti. Il presidente Formigoni ha infine invitato ufficialmente il ministro Gvozdenovic, ricevendo una immediata risposta positiva, a partecipare, il 20 e 21 luglio, al Forum economico-finanziario dell´Unione per il Mediterraneo. All´evento interverrà anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, unitamente a diversi capi di Governo e ministri economici. .  
   
   
FONDATO IL NUOVO "CENTRO BORODINA": COLLABORAZIONE TRA ALTO ADIGE E RUSSIA  
 
Bolzano, 10 giugno 2009 - - L´atto costitutivo del nuovo "Centro russo Borodina" di Merano è stato sottoscritto il 9 giugno a Bolzano dal presidente della Provincia Luis Durnwalder, dal sindaco di Merano Günther Januth e dal presidente delle Ferrovie russe Vladimir Jakunin. Il nuovo Centro favorirà la cooperazione tra Russia e Alto Adige. La nuova associazione "Centro russo Borodina - Merano" ha come obiettivi la promozione e lo sviluppo dell´attività della comunità russa in Alto Adige, nonché il consolidamento dei rapporti tra la Provincia di Bolzano e la Russia nei settori della cultura, della ricerca, del turismo, dell´economia e dello sport. Inoltre l´associazione, di cui fanno parte istituzioni russe e l´ambasciata russa in Italia, oltre alla Provincia di Bolzano e al Comune di Merano, dovrà amministrare e risanare il complesso "Zarenbrunn", edificio situato nella città in riva al Passirio che comprende un ricovero e la chiesa ortodossa di San Nicola. L´atto costitutivo del "Centro russo Borodina - Merano" è stato sottoscritto oggi (9 giugno) a Palazzo Widmann dal presidente delle Ferrovie russe Vladimir Jakunin, in qualità di responsabile del "Centre of national glory", dal presidente della Provincia Luis Durnwalder e dal sindaco di Merano Günther Januth. "Molti hanno collaborato alla riuscita di questo progetto di amicizia - ha sottolineato Durnwalder durante la cerimonia della firma - ora si tratta di riempirlo di contenuti, cooperando sul piano della cultura, dell´economia, delle lingue e delle iniziative umanitarie. " Il presidente Jakunin ha ringraziato la Provincia, il Comune di Merano e tutti coloro che a vario titolo hanno cntribuito alla nascita della nuova associazione, "per la creazione di un centro che saprá promuovere la collaborazione tra i territori e attirare i giovani. " Tra i propositi del progetto figura anche quello di favorire gli scambi di studenti tra Bolzano e la Russia e la partnership con le regioni d San Pietroburgo e Krasnodar. Per parte altoatesina sono coinvolte nell´associazione anche la Lub, la Camera di commercio, l´Associazione Rus´ e la comunità ortodossa di San Nicolò. Alla firma dell´atto costitutivo ha fatto seguito la nomina del primo Cda: presidente sarà Vladimir Jakunin, tra i membri Luis Durnwalder, Günther Januth e Bianca Marabini Zöggeler. Della nutrita delegazione russa annunciata a Bolzano per l´occasione fanno parte tra gli altri personalità come l´ex premier e ora presidente della Camera di Commercio della Russia Evgenij Primakov, l´ambasciatore russo a Roma Alexey Meshkov, il Ministro per lo sport e il turismo Vitali Mutko, il presidente della Federazione russa di sci Andrey Bokarev, la Governatrice di San Pietroburgo Valentina Matviyenko, il direttore del Museo Eremitage di San Pietroburgo Michail Piotrovsky e il Rettore del Conservatorio statale di Mosca Alexander Sokolov. .  
   
   
ACCORDO PER ATTIVAZIONE DESK IN RUSSIA E SALENTO  
 
Lecce, 10 giugno 2009 Assri - Azienda speciale della Camera di Commercio di Lecce - ha siglato lo scorso 27 maggio 2009 un protocollo d’intesa con la Camera di Commercio di San Pietroburgo per l’attivazione di due desk, in Russia e nel Salento. Dopo la visita presso di una delegazione della Camera di Commercio di San Pietroburgo, guidata da Tatiana Radion, direttrice relazioni esterne e internazionali, Luigi Sansò, presidente Assri, ha ratificato, presso la camera pietroburghese, il protocollo esecutivo mirato all’attivazione dei due desk imprese con l’obiettivo di favorire e ottimizzare l’internazionalizzazione e i rapporti bilaterali tra imprese russe e pugliesi. .  
   
   
VAL D’AOSTA: PRIMA RIUNIONE DELL’OSSERVATORIO REGIONALE SUL CREDITO  
 
Aosta, 10 giugno 2009 - Si è svolta ieri pomeriggio, la prima riunione dell’Osservatorio regionale per il monitoraggio sul credito alle imprese e alle famiglie, costituito in applicazione del Decreto legge n. 185 sulle Misure urgenti per il sostegno a famiglia, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico regionale. L’osservatorio, organismo prefettizio istituito con decreto del Presidente della Regione, nelle sue funzioni di Prefetto, si articolerà nell’attività di monitoraggio della situazione del credito e sarà il raccordo fra il mondo economico e quello bancario. «Altro compito essenziale dell’Osservatorio, quale luogo di incontro di tutti i protagonisti dell’economia del territorio – ha sottolineato il Presidente Rollandin nel corso della riunione – è quello di fare emergere eventuali rallentamenti, strozzature e, più in generale, le criticità che si manifestano nei flussi di credito verso le famiglie e le imprese, analizzando quindi le specifiche problematiche e proponendo eventuali soluzioni da applicare a livello locale». Nell’incontro il Presidente della Regione ha illustrato la situazione dell’andamento economico a livello regionale, sottolineando un 2009 a carattere ancora recessivo, con una flessione del valore aggiunto superiore ai 2 punti percentuali, così come un 2010 caratterizzato ancora da criticità congiunturali e staticità degli indicatori. Rollandin ha però annunciato una ripresa a partire dal 2011 e quindi un superamento dell’attuale fase di crisi, da valutare e affrontare comunque con un cauto ottimismo. Alla prima riunione dell’Osservatorio hanno preso parte, Anna Luigia Francione, dirigente responsabile della Direzione territoriale del Ministero dell´Economia e delle Finanze, Adriano Del Col, segretario della Camera Valdostana delle imprese e delle professioni - Chambre Valdôtaine des entreprises et des activités libérales, Martino Cossard, rappresentante dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e Edda Crosa (Confindustria), Alessia Calvani (Confapi), Pierluigi Genta (Confcommercio), Fabrizio Sedda (Confartigianato), Claudio Viale (Cigl), Armando Murella (Ugl), Germano Gorrex (Confcooperative), Cristina Monami (Lega Cooperative), Orlando Navarra (Consiglio nazionale dei consumatori), Marino Vicentini (Associazione artigiani Valle d’Aosta, Giuseppe Censi (Cna). Ai lavori sono stati invitati a partecipare anche Bruno Domaine, rappresentante del Consiglio Permanente degli Enti locali della Valle d’Aosta, il Gen. Antonio Carelli, comandante regionale della Guardia di Finanza e Giuseppe Manitta, direttore della filiale della Banca d’Italia di Aosta. Il Comitato in seduta plenaria si riunirà almeno una volta a trimestre mentre almeno una volta al mese si terrà un incontro, in composizione ristretta. Per quest’ultimo tavolo sono stati individuati i rappresentanti della Direzione territoriale dell’economia e delle finanze della Chambre e dell’Abi. A questi, sulla base dei tempi specifici da trattare, si aggiungeranno altri soggetti. .  
   
   
BOLZANO: BERGER ALL´INCONTRO DI ROMA CON I MINISTRI FRATTINI, SCAJOLA E FITTO  
 
Bolzano, 10 giugno 2009 - Le attività internazionali delle Regioni e gli aspetti collegati alla politica estera sono al centro del vertice convocato per domani (10 giugno) a Roma dal ministro degli Esteri Franco Frattini, al quale partecipano i rappresentanti delle Regioni. La Provincia di Bolzano sarà rappresentata dal vicepresidente Hans Berger. Oggi pomeriggio il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini apre la riunione dedicata all´intesa tra Governo e Regioni in materia di attività internazionali. Al vertice con le Regioni sono presenti tra gli altri il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, il ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta. La Provincia di Bolzano è rappresentata dal vicepresidente Hans Berger. Obiettivo dell´incontro è quello di valorizzare l´Intesa tra Governo e Regioni in materia di attività internazionali, approvata dalla Conferenza Stato-regioni, e sottolineare gli aspetti di rilievo che essa può avere per la politica estera italiana, compresi quelli legati alla cooperazione decentrata allo sviluppo. "Temi importanti per la Provincia, perchè proprio la cooperazione transfrontaliera è uno degli aspetti fondamentali per lo sviluppo di un territorio di confine come l´Alto Adige", sottolinea il vicepresidente Berger. .  
   
   
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: VENDOLA A ROMA INCONTRA FRATTINI, FITTO E SCAJOLA  
 
 Bari, 10 Giugno 2009 - E’ in programma Mercoledi’ 10 Giugno alle ore 15,00, presso la Sala delle Conferenze Internazionali al Ministero degli Esteri a Roma, l’incontro tra i Presidenti delle Regioni e i Ministri Frattini, Fitto e Scajola sul tema delle sinergie di rapporti tra Governo e Regioni in materia di cooperazione e internazionalizzazione. Per la Puglia parteciperà una delegazione composta dal Presidente della Regione Nichi Vendola e dall’Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli. Durante l’incontro verranno trattati in particolar modo gli aspetti giuridici di regolamentazione delle proiezioni estere delle Regioni. Il Presidente Vendola interverrà, anche in qualità di presidente dell’Oics (Osservatorio Interregionale per la Cooperazione e lo Sviluppo), sull’esigenza di una nuova normativa che regoli i rapporti tra Stato e Regioni in materia di proiezione estera e attività di cooperazione. .  
   
   
CALABRIA: APPROVATI I PIANI INDUSTRIALI DEI NEO COSTITUITI CONSORZI DI BONIFICA  
 
Reggio Calabria, 10 giugno 2009 - La Giunta regionale, che si è riunita ieri pomeriggio sotto la presidenza dell’on. Agazio Loiero, ha approvato, tra gli altri, i seguenti provvedimenti: Presidenza Su proposta del presidente Loiero: formalizzazione della costituzione del Consorzio per la gestione del Parco storico rievocativo, secondo la convenzione tra i Comuni di Pizzo, Vibo Valentia, Sant’onofrio, Stefanaconi, Filogaso, Zambrone, Jonadi, Mileto, Filandari, Marcellinara, Stalettì, Catanzaro, Maida, Lamezia Terme, Acri, Aiello Calabro, Amantea, San Giovanni in Fiore, Corigliano, Rossano, Crotone, Palmi, Scilla, Reggio Calabria e l’Associazione culturale onlus “G. Murat” di Pizzo; modifica dell’atto aziendale dell’Ao “Pugliese-ciaccio” di Catanzaro; recepimento dell’accordo tra Governo, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano e autonomie locali concernente la definizione delle forme di collaborazione relative alle funzioni della sicurezza e i principi e criteri di collaborazione tra l’ordinamento sanitario e quello penitenziario e della giustizia minorile in attuazione dell’articolo 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 riguardante “Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie,di rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria” e istituzione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria; Lavori Pubblici Su proposta dell’assessore Luigi Incarnato: aggiornamento del prezzario regionale per il settore dei lavori pubblici; Agricoltura e Forestazione Su proposta dell’assessore Mario Pirillo: convenzione quadro tra il Dipartimento Agricoltura e la Fondazione mediterranea “Terina onlus” relativa alla collaborazione, nei limiti delle proprie competenze, per la realizzazione, nell’ambito del territorio regionale, di tutte le iniziative più opportune volte al raggiungimento degli obiettivi che di volta in volta saranno stabiliti e concordati; piani industriali dei neo costituiti Consorzi di Bonifica Tirreno vibonese, Jonio crotonese, Tirreno catanzarese, Basso e Alto Jonio reggino, Tirreno reggino, Jonio catanzarese; regolamento dell’attività del Consorzio del Bergamotto; richiesta al ministero delle Politiche agricole delle dichiarazione di carattere eccezionale della tromba d’aria verificatesi il 5 marzo scorso nella provincia di Catanzaro; Attività Produttive: Su proposta degli assessori Francesco Sulla e Damiano Guagliardi (Turismo): schema di addendum alla convenzioni con il ministero dello Sviluppo economico, stipulata il 3 luglio del 2008, per la rendicontazione di progetti di seconda fase del Por Calabria 2000-2006; Su proposta dell’assessore Sulla: schema di convenzione con Invitalia per la rendicontazione di prima e seconda fase Por Calabria 2000-2006. .  
   
   
INTERVENTO DEL PRESIDENTE CAPPELLACCI IN CONSIGLIO REGIONALE DELL SARDEGNA  
 
Cagliari, 10 giugno 2009 - "Colleghi, On. Presidente del Consiglio , Signori Assessori, Signori Parlamentari, Autorità, Cittadini, Sessant´anni fa, iniziava la nostra stagione autonomistica con la sconfitta delle forze che negando gli antichi diritti, per secoli avevano costretto la Sardegna a non autogovernarsi, a vivere senza poter esercitare al meglio i valori identitari e di libertà e democrazia innati nell´animo e nella cultura di tutti i sardi. Prima di quella storica seduta gli ultimi vent´anni trascorsi erano stati fra i più drammatici e dolorosi. Ma oggi, piuttosto che volgere lo sguardo al passato, è opportuno rivivere lo spirito del 28 maggio del 1949, giorno della prima seduta del Consiglio regionale. Una data importante che oggi solennemente celebriamo e che si svolgeva ad appena quattro anni dalla fine della guerra. In quei quattro anni, tumultuosi e magnifici, con la libertà rinacquero i partiti , si aprì il dibattito sui contenuti e le forme del nuovo Stato democratico, che si volle dotato di una Costituzione repubblicana e autonomistica. In Sardegna riemerse con forza il pensiero autonomista, si svolsero elezioni, operò la Consulta regionale sarda che dibatté sull´argomento e propose alla Costituente un articolato progetto di Statuto speciale per la Sardegna. Non fu facile raggiungere una sintesi fra le posizioni presenti nella Consulta e non è difficile, leggendo i verbali dei lavori, identificare le diverse concezioni sull´Autonomia espresse dai diversi partiti che la formavano, federaliste, favorevoli ad un più o meno blando decentramento o nascostamente antiautonomiste. Ci fu concesso dalla Costituente, e nell´ultimo giorno utile, lo Statuto di Autonomia speciale, depotenziato rispetto alla proposta della Consulta, senza riferimenti alla lingua ed alla cultura dei sardi, di molto inferiore a quello siciliano che per un attimo avremmo potuto ottenere. La democrazia era comunque una realtà e la conquista autonomista era un risultato senza precedenti nella storia della Sardegna e celebrate le elezioni s´insediò il primo consiglio Regionale che oggi opera nella sua quattordicesima legislatura. Non esprimo analisi storiche e politiche su questi sessant´anni di storia, né voglio ripetere tesi già abbondantemente note e dimostrate e neanche affermarne di mie particolari. Intendo però testimoniare con forza il valore positivo in tutti i sensi dell´esperienza Autonomistica della Sardegna che ampiamente sovrasta i non pochi elementi di negatività da noi tutti conosciuti. I risultati dell´Autogoverno esercitato attraverso il lavoro legislativo, d´indirizzo e di controllo di intere generazioni di Consiglieri regionali, sono evidenti a tutti ed hanno cambiato il volto della Sardegna e la vita dei Sardi. Tuttavia confermo e riaffermo con decisione la necessità irrimandabile della riscrittura del nostro Statuto d´Autonomia speciale. Questo obiettivo è uno dei cardini del programma politico della coalizione che ha vinto le elezioni. Come riforma costituzionale prioritaria è stata indicata coscientemente agli elettori e ai quali dobbiamo rispondere dopo un lungo lavoro operato durante la passata legislatura con discrezione e serietà dalla maggioranza delle forze d´opposizione . Si è trattato di un lavoro di ridiscussione dell´Autonomia portato avanti senza pregiudiziali e durato diversi anni ad opera di un Comitato appositamente formato e seguito direttamente dai capigruppo dell´opposizione, che è stato presentato più volte pubblicamente nelle varie stesure e sino al progetto finale. E´ stata elaborata una proposta completa ed articolata, condivisa nelle sue linee portanti e di principio da tutta la coalizione di centrodestra, creando le condizioni di condivisione culturale e politica all´accordo programmatico con il Psd’az. Posso affermare con orgoglio che questa maggioranza col programma presentato vittoriosamente agli elettori ha operato una scelta federalista e nazionalitaria, liberale, moderata e non massimalista, ma decisa e convinta con l´obiettivo di ottenere, non alle calende greche ma prima possibile, un nuovo Statuto d´Autonomia speciale per la Sardegna, confidando nella centralità del Consiglio regionale su questo tema costituzionale. Si tratta, com´è evidente, della sfida strategica della legislatura. Intendiamo partecipare alla riscrittura della Carta Autonomistica che non ha più le caratteristiche sufficienti per affrontare i nuovi tempi e dare risposte ai sardi, partecipando alla riforma federale della Repubblica da protagonisti e seguendo il percorso indicato dalla Costituzione repubblicana . Sono cosciente che la Sardegna fa parte di un tutto e che forse non tutto ciò che desideriamo sia realizzato in termini di evoluzione della nostra Autonomia possa essere raggiunto subito. Ciò però non deve indurci ad autoridurre preventivamente il nostro progetto, a rinunciare a nostri diritti, desideri e sogni di maggiore libertà e cooperazione con chi condividiamo la comune casa Repubblicana ed Europea. Certamente nello spirito e nel programma della maggioranza non è prevista qualsivoglia modifica costituzionale che dall´esterno cambi unilateralmente il nostro Statuto speciale senza un fecondo rapporto pattizio tipico del vero federalismo politico, né patteggiamenti al massimo ribasso che escludano il protagonismo dei sardi. Sono trascorsi pochi mesi dall´inizio della legislatura e dall´esperienza di governo della Giunta che ho l´onore di presiedere, all´interno di una crisi epocale di difficile soluzione e che colpisce duramente la Sardegna. Ma riusciremo a superarla. Per questo anche se s´impongono soluzioni immediate e di medio respiro, messe a punto e aggiustamenti delle soluzioni e strumenti economici e politici atti ad affrontare al meglio una situazione di crisi in rapida evoluzione, non si deve abbandonare la lunga prospettiva. Bisogna allora unire le forze, i cuori e le menti, prima nella maggioranza per affrontare le emergenze e portare a compimento il programma sottoscritto con gli elettori aprendo nel contempo un confronto con l´opposizione per quanto riguarda le riforme costituzionali che interessano la Sardegna. A questo proposito, vorrei affrontare meglio due questioni che ritengo importanti. La prima è, appunto, la riscrittura dello Statuto speciale che richiede unità d´intenti, obiettivi comuni chiari e la volontà di completarla entro tempi certi o almeno programmati. Sono favorevole ad un approccio riformista alla questione e non massimalista, basato su contenuti, sul confronto politico e culturale e sulla condivisione piuttosto che su nominalismi. Agli albori del percorso autonomistico, da Attilio Deffenu in poi, il termine Autonomia era considerato negativamente dai suoi oppositori, dallo Stato monarchico e centralista, un obiettivo massimalista, rivoluzionario, disgregatore dell´Unità dello Stato e a volte eversivo. In effetti erano i tempi della rivolta Irlandese contro l´Inghilterra ed era plausibile che molti autonomisti avessero reconditi pensieri d´indipendenza all´Irlandese. Oggi il termine Autonomia è una conquista di tutti anche se per molti è considerato leggero, depotenziato, non più rispondente alle aspirazioni più avanzate d´autogoverno. Questo giudizio si è rafforzato sopratutto a fronte della rincorsa sulle "speciali" delle autonomie "ordinarie", per cui l´Autonomia anche se "speciale" non sembrerebbe terminologicamente più adatta a identificare un più avanzato progetto di autogoverno da una omologazione indesiderata. Data l´accettazione generalizzata del processo d´unione europea non può più essere impiegato in senso di totale separazione statuale e sovranità totale, con frontiere e moneta ed esercito propri, tipica del separatismo secessionista del secolo scorso e che comunque in questo Consiglio tutti rifiutiamo A maggior ragione, comunque si possa utilizzare il termine indipendenza per la battaglia politica ed ideale, non è ammissibile neanche in via teorica il propugnare l´uso di qualsiasi forma di violenza o di uscita se pur minima dalla legalità e dalle procedure costituzionali. Ciò avveniva quasi trent´anni or sono, in piena guerra fredda, con l´Urss ed il comunismo imperante oltre la cortina di ferro, col muro di Berlino in piedi, con le frontiere ancora innalzate fra gli stati impegnati in un processo di unificazione europea ancora immaturo. Sarebbe sembrato insensato ipotizzare allora il realizzato allargamento ad Est dell´Unione europea. Non esisteva l´euro e le principali competenze sovrane degli stati oggi aderenti all´Unione non erano state ancora devolute a Bruxelles e Strasburgo. Tuttavia l´affermazione di principio sardista, costituì una prima e forte denuncia dell´insufficienza e obsolescenza della Autonomia sarda e prefigurava la richiesta di nuove regole di sovranità e d´autogoverno attraverso una riforma federale che ridefinisse i rapporti con lo Stato centrale con un nuovo patto federale. Vista storicamente la richiesta era nella sostanza tanto giusta ed avanzata da suscitare entusiasmo e condivisione da parte di tanti sardi soffiando il “vento sardista” che , pur prematuramente rispetto a tempi migliori ebbe il merito d´innescare in Sardegna un ripensamento generale sulla questione sarda. Quel ripensamento, iniziato a trent´anni dalla prima riunione del Consiglio regionale, nella metà del sessantennio che celebriamo, riaccese il fuoco federalista all´interno della Repubblica e tutti noi ne godiamo oggi i frutti con una nuova e più avanzata consapevolezza autonomistica . Quell´affermazione d´indipendentismo federalista che tanta reazione generò fra i centralisti di ogni tipo, fu levatrice di un altro movimento che crebbe tanto da contribuire alla caduta della prima repubblica, imporre l´alternanza e diverse modifiche costituzionali in senso federalista . Quel movimento governa oggi l´Italia esprimendo fra l´altro anche il Ministro degli interni e si definisce nel suo statuto "Lega Nord per l´Indipendenza della Padania". Dal mio punto di vista, nella condizione politica italiana, pur aspirando ad un´Europa dei popoli più che a quella degli stati nazionali ottocenteschi, ferme le premesse di sistema, i termini autonomia e indipendenza praticamente coincidono, sono sinonimi che si caratterizzano esclusivamente per i contenuti concreti che vengono affiancati alla semplice enunciazione delle rivendicazioni . Ed è quindi sui contenuti concreti della riscrittura del Nuovo Statuto d´Autonomia speciale che si apre il confronto e la collaborazione per elaborare in tempi brevi un progetto all´altezza degli obiettivi del programma di governo della Sardegna e degli indirizzi del Consiglio regionale e non sui nominalismi. Per questo ritengo che se è ovviamente libera ciascuna forza politica facente parte della maggioranza di preferire un termine ad un altro come identificativo culturale e per tener fede ai dettami statutari, siano presenti nel programma della coalizione che ha vinto le elezioni tutti gli elementi di condivisione per mettere mano senza indugio alla riscrittura del nostro Statuto raggiungendo il massimo degli obiettivi di competenze e autogoverno raggiungibili nelle condizioni date. Fatto salvo il rispetto quasi religioso che ho per l´autonomia e le prerogative del Consiglio regionale, che possiede tutte le competenze e i poteri necessari per definire il percorso, i tempi e i metodi per raggiungere l´obiettivo di un nuovo Statuto, la Giunta che presiedo farà tutto il possibile affinché questo processo abbia inizio e termini il prima possibile in tempi utili, come realizzazione di uno dei temi principali del programma sottoscritto con gli elettori. Del resto in altri Stati europei il percorso di trasformazione federale vede altre Nazioni senza stato come la sarda, ottenere sempre più autonomia quasi statuale, con periodici aggiornamenti dei loro statuti. Ciò avviene nel rispetto dei generali mutamenti che avvengono nel tempo e delle occasioni politiche che si presentano nel rapporto con i loro Governi e parlamenti centrali, come ad esempio nella vicina Catalogna. Sempre questi esempi ci ricordano che le modifiche o riscritture degli Statuti abbisognano della coscienza di sé e del consenso delle maggioranze dei popoli per i quali si richiedono tali modifiche costituzionali e che avvengono gradualmente e per tappe successive. Vorrei introdurre il secondo punto della mia riflessione, per evitare che l´argomento della riforma Statutaria possa sembrare allontanarci dagli interessi materiali contingenti dei sardi, delle famiglie, dei giovani, delle donne, dei lavoratori o disoccupati, piccoli e medi imprenditori o operatori culturali e di tutti coloro che affrontano ogni giorno la difficile arte del vivere ed a volte del sopravvivere. Trovo che sia opportuno oltre rivendicarne la riscrittura, pretendere l´attuazione completa dello Statuto vigente in quelle parti per niente rispettate ed attuate nel governo della cosa pubblica. Voi sapete bene che molto depotenziamento degli effetti della nostra Autonomia è dipeso dallo Stato centrale che ha ritardato e omesso d´emanare molte norme d´attuazione dello Statuto. Questo è il caso dell´art. 12 che prevede la realizzazione di punti franchi nell´Isola. Sessanta anni fa era forte l´aspettativa dei nostri colleghi d´allora per la prevista realizzazione di una libertà doganale e fiscale che servisse a sconfiggere gli effetti del protezionismo centralista che tanti danni aveva fatto alla Sardegna abbattendo parte delle storiche diseconomie insulari, tariffarie e fiscali ostacolo allo sviluppo ed al benessere. Allora questa previsione inserita nello statuto, era il risultato di una visione profetica e lungimirante di federalismo fiscale dei padri dell´autonomia, non realizzata purtroppo in Sardegna nei 60 anni di vita autonomistica ma adottata in tutto il mondo ed in Europa come uno dei fattori principali di ricchezza e progresso sia in paesi sviluppati che in via di sviluppo. Nulla si mosse per realizzare la libertà fiscale e doganale prevista per la Sardegna con legge Costituzionale per quasi mezzo secolo, malgrado movimenti, dibattiti, proposte di legge presentate in tal senso. Solo nel 1998 a seguito di una forte mobilitazione sarda, fu emanata una norma d´attuazione dell´art. 12 dello statuto che disponeva la nascita di zone franche a Cagliari, Porto Torres, Oristano, Portovesme, Arbatax ed Olbia. Successivamente 21 aprile 1999 con Intesa istituzionale di programma fu prevista l´introduzione sull´intero territorio regionale di misure volte a realizzare una zona franca fiscale finalizzata all´abbattimento dei costi dei fattori produttivi. Ancora dopo nel 2001 veniva rafforzata con un ulteriore decreto d´attuazione la possibilità di decollo della Zona Franca di Cagliari stabilendo norme di gestione ed altro utile per una sua celere attivazione. Tempus fugit. Non è mia intenzione recriminare o cercare responsabilità di nessun tipo, m´importa però confermare l´impegno preso nel mio programma di governo di attivare ogni azione affinché il decreto che istituisce le zone franche in Sardegna attuando l´Art. 12 dello Statuto vigente divenga realtà. Sono convinto che la fiscalità di vantaggio per la Sardegna debba seguire un percorso specifico ed in forza delle ragioni della nostra Autonomia speciale, anche in altre zone interne ed urbane con tutte le diverse modalità possibili. Ma è inaccettabile che a distanza di sessanta anni i sardi non possano utilizzare uno strumento economico statutariamente previsto per attirare nuovi investimenti, capitali e opportunità per imprenditori sardi e provenienti fuori dall´Isola, creando occupazione e un aumento riqualificato del Pil della Sardegna. In questa riunione solenne, nel rispetto dei ruoli e delle competenze fra legislativo ed esecutivo ma conscio delle interrelazioni indispensabili per il generale buon governo, ho ritenuto affrontare questioni fra le tante degne di essere citate e che interessano il presente ed il futuro dei sardi. Questi temi rappresentano terreno di operatività alta per la nostra Assemblea legislativa e per l´Esecutivo regionale al fine, sempre ricordando i nostri illustri predecessori, di continuare ad operare nella migliore tradizione di autogoverno, di giustizia, solidarietà e libertà del popolo sardo. .  
   
   
QUINDICI GIORNI PER COMPLETARE LA GRANDE VITTORIA DEL PDL MILANESE  
 
 Milano, 10 giugno 2009 - Al termine delle operazioni di voto per le amministrative e delle riflessioni avviate all´interno dei partiti, il Coordinatore provinciale vicario del Pdl milanese e Consigliere regionale Alessandro Colucci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Trenta sindaci nei comuni inferiori ai 15000 abitanti, tre sindaci e nove ballottaggi strappati al centrosinistra nei comuni superiori ai 15000 abitanti, centinaia di consiglieri comunali eletti sono i numeri che rappresentano al meglio la grande vittoria del Pdl nei territori della provincia di Milano. Anche le elezioni comunali confermano l’ampia fiducia al buongoverno del centrodestra e la bocciatura, senza appello, per la politica del centrosinistra. Oltre la conferma di tutti i Sindaci e di tutte le Amministrazioni uscenti di centrodestra, il Pdl ha conquistato importanti comuni amministrati dal centrosinistra ed è riuscito a portare al ballottaggio raccaforti storiche di sinistra come, tra gli altri, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Paderno Dugnano. Tutto questo grazie alla grande fiducia che gli elettori hanno manifestato al presidente Berlusconi e al progetto politico del Pdl, ma anche e grazie all’impegno dei dirigenti, del territorio, di tutto il Partito. Ha giocato, inoltre, un ruolo fondamentale la scelta di utilizzare ovunque fosse possibile il simbolo di partito, rinunciando a messaggi ambigui e poco chiari nascosti dietro le liste civiche. Questo, assieme all’introduzione di un forte e d’innovativo metodo di selezione nella scelta dei candidati sindaci e consiglieri comunali, è stato il plus che ha determinato la vittoria in numerosi comuni della provincia. Emerge chiaro, infine, che anche nei piccoli centri, dove l’alleanza Pdl-lega ha portato alla presentazione di liste comuni, si è vinto con ampi margini. E´ un’indicazione chiara degli elettori che sono certo troverà piena rispondenza già fra due settimane nei ballottaggi per i nove comuni e per la presidenza della Provincia di Milano”. .  
   
   
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE GIAN MARIO SPACCA.  
 
Ancona, 10 Giugno 2009 - ´Il centrosinistra, pur in un contesto nazionale difficilissimo, anche in queste elezioni, conferma il suo radicamento maggioritario nella comunita` marchigiana. La coalizione di centrosinistra alla Regione continuera` a lavorare con serenita` e responsabilita`, affrontando con l´impegno di sempre le questioni che interessano la vita delle famiglie e delle imprese. Mi dispiace molto che la nostra regione non sia riuscita ad avere un proprio rappresentante nel Parlamento europeo, considerando quanto l´Europa sia importante per una amministrazione regionale. Questo mi pare il dato politico piu` rilevante, che deve spingere soprattutto il partito democratico a migliorare la sua strategia organizzativa. Comunque, in democrazia la volonta` della maggioranza e` sovrana e va rispettata. Gli eletti sono chiamati ad interpretare gli interessi generali e non piu` di partito. Pertanto mi auguro che con tutti i Sindaci, Presidenti di provincia e Parlamentari europei ´ vecchi e nuovi - si possano costruire, in spirito di leale collaborazione, progetti utili per la nostra comunita`, cosi` come finora e` stato fatto. In proposito, ringrazio gli amministratori non piu` eletti per il loro grande spirito di iniziativa e collaborazione e per la serenita` con cui hanno accettato il responso delle urne, dimostrando anche in questa occasione, la nobilta` del loro comportamento. ´ . .  
   
   
PUGLIA: PIANO PAESAGGISTICO STRUMENTO DI DIFESA DEL BENE COMUNE  
 
Bari, 10 giugno 2009 - Nella nota che segue, l’assessore alle politiche del territorio, Angela Barbanente, spiega come mai uno strumento urbanistico come il Piano Paesaggistico, non debba essere materia d’interesse solo per esclusive categorie, ma momento importante per l’intera comunità coinvolta a pieno titolo nel continuo divenire del territorio: “La elaborazione del nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (Pptr) non è una mera operazione tecnica, ma un evento nel quale la società pugliese deve sentirsi effettivamente coinvolta, poiché la tutela e la valorizzazione del paesaggio ci riguarda tutti come soggetti attivi delle trasformazioni territoriali e come abitanti. “A questo scopo l’Assessorato ha predisposto due strumenti di partecipazione: 1. Un Premio per le buone pratiche di tutela e valorizzazione del paesaggio agrario, delle opere di architettura e degli interventi urbanistici e infrastrutturali. 2. Il sito http://paesaggio. Regione. Puglia. It che, oltre a raccogliere i documenti del Piano, ospita una sezione interattiva (Osservatorio) grazie alla quale si possono indicare elementi e pratiche di valorizzazione e/o di compromissione del paesaggio. È possibile contribuire al successo di questi due strumenti: • segnalando sul sito (http://paesaggio. Regione. Puglia. It/osservatorio) beni ed offese al paesaggio, pratiche di produzione del paesaggio di segno positivo o negativo; • candidando al premio una pratica ritenuta particolarmente meritevole; si possono scaricare i documenti del premio cliccando sull’indirizzo seguente: http://paesaggio. Regione. Puglia. It/index. Php/partecipazione/bando-buone-pratiche. Html “Alle pratiche ritenute migliori, saranno riconosciuti: • un marchio di qualità, che potrà costituire, successivamente, elemento di priorità per l’attribuzione di finanziamenti; • adeguata visibilità nell’ambito della promozione del Pptr e nelle iniziative regionali dedicate alla diffusione della cultura del paesaggio; • possibilità, per i premiati, di utilizzare il marchio offerto dal Pptr per le loro attività di promozione e comunicazione. “Ciò permetterà di far emergere quanto nella nostra regione si sta già facendo per la tutela e la valorizzazione del nostro paesaggio, e quanto ricca sia la rete delle energie sociali mobilitate per la diffusione di una cultura del paesaggio come bene comune” .  
   
   
GIUNTA REGIONALE PUGLIESE: USO DEL MARCHIO “ PRODOTTI DI PUGLIA”  
 
Bari, 10 giugno 2009 - La Giunta regionale ha concluso la consueta seduta del martedì. Di seguito, la sintesi dei principali provvedimenti Approvato dalla Giunta regionale lo schema di ddl per la “ Tutela e valorizzazione del sistema costruttivo con copertura a volta” “ L’obiettivo- spiega l’assessore Barbanente nella relazione che accompagna il testo- si pone l’obiettivo di conservare e promuovere le costruzioni tipiche, presenti sul territorio della Regione e del Salento, attraverso la tutela e la conservazione dei metodi costruttivi tradizionali e dei materiali tipici locali. “ E’ in atti, infatti- continua l’assessore- negli ultimi anni, un processo di riscoperta dei manufatti a cupola, nell’ambito dell’edilizia sia pubblica che privata”. Il testo di legge si propone di arginare il fenomeno della demolizione di queste strutture, sacrificando questo patrimonio, dall’inestimabile valore culturale e spirituale sull’altare della cubatura abitativa. Approvate dalla Giunta regionale le modalità ed i criteri di ripartizione dell’importo complessivo di € 4. 491. 000,00 per gli interventi a favore delle imprese agricole ricadenti nei territori danneggiati dagli eventi avversi dichiarati “ di carattere eccezionale” con i Decr. Min. 93/06; 95/06, 110/06; 119/06; 122/06; 143/07. Amm. Ne Prov. Le Totale Limite Operativo ; Bari € 1. 828. 505,55 ; Brindisi € 1. 958. 364,58; Lecce € 419. 469,81; Taranto € 284. 660,06; Totale € 4. 491. 000,00 . La Giunta regionale ha approvato lo schema di convenzione relativa al Piano Agrometeorolico regionale, contenuto nel Piano triennale 2009-2011 “ Attauazione del Piano regionale di difesa attiva delle colture agrarie”. Approvato dall’esecutivo pugliese il Regolamento relativo all’uso del marchio “ Prodotti di Puglia” e delle indicazioni per l’uso del logo/marchio. .  
   
   
FVG, PD: MENIS, I NUMERI EVIDENZIANO FALLIMENTO SOCIAL CARD  
 
 Trieste, 10 giugno 2009 - Secondo i dati forniti dall´Inps sono 3. 787 le famiglie che beneficiano della Social card in Friuli Venezia Giulia (il bonus di 40 euro mensili a carico dello Stato cui si aggiungono altri 20 stanziati dalla Regione). Le richieste più numerose si registrano in provincia di Udine (1. 501) seguita da Trieste (1. 149), Pordenone (573) e Gorizia (564). A commentare questi numeri è il consigliere regionale del Partito Democratico Paolo Menis. "Finalmente possiamo disporre di dati oggettivi che danno la dimensione della situazione di grave crisi che stiamo attraversando e della pochezza delle risposte messe in campo dall´attuale amministrazione regionale. "Le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà nella nostra regione sono oltre 9 mila, più del doppio delle Social card erogate sinora. Inoltre, questi dati per essere letti correttamente devono essere confrontati con i risultati del rapporto sul Reddito di cittadinanza, usciti pochi giorni fa, che aveva aiutato 500 famiglie in più e in maniera decisamente più organica e razionale". Ma non sono solo i numeri a destare preoccupazione: per Menis, quello che è ancora più grave è il cambio di prospettiva dell´intera politica di welfare nella nostra regione. Il Friuli Venezia Giulia era riuscito, grazie proprio all´introduzione del Reddito di cittadinanza a opera della Giunta Illy, a dotarsi di uno strumento all´avanguardia su cui si era avviata una proficua fase di sperimentazione. Una misura innovativa (almeno per l´Italia visto che di fatto tutti i Paesi europei, a eccezione della Grecia, si sono dotati di uno strumento analogo) di vero sostegno al reddito in grado di offrire ai destinatari un aiuto concreto, associando a un primo intervento strettamente monetario la richiesta di un impegno effettivo ai beneficiari. In questo modo si voleva superare l´approccio meramente assistenzialista. "Ora tutto ciò è stato cancellato per fare posto alla Social card, che non è niente di tutto questo - dichiara il consigliere d´opposizione - anzi, il suo esatto opposto: meramente assistenzialista, ha tutte la caratteristiche di un regalo fatto dal governo dei ricchi al popolo dei poveri, una vera e propria elemosina, fatta di pochi spiccioli per poter sopravvivere. Senza contare che le condizioni di accesso sono particolarmente restrittive e, a detta dello stesso ministro dell´Economia Giulio Tremonti, un po´ complicate. "A tutto questo - prosegue Menis - dobbiamo aggiungere le difficoltà pratiche evidenziate anche a livello nazionale, dove moltissime Social card non erano state ricaricate, molte si sono rivelate inutilizzabili per la carenza dei necessari terminali negli esercizi convenzionati e nessuno ha mai quantificato con certezza quanto incidano i costi di gestione di questa maxi operazione promozionale. Un altro esempio di provvedimento spot, che crea aspettative ma non mette in campo le condizioni per risolvere il problema accentuando, al contrario, disagio ed emarginazione sociale, e in molti rimpiangono il Reddito di base che tanto frettolosamente si è voluto cancellare. "In questo contesto, si deve ricordare il taglio di 300 milioni di euro operato dal governo nazionale sul bilancio sociale della Finanziaria; fondi normalmente utilizzati per il sostegno e la continuità delle cure delle persone con disabilità o problemi di autosufficienza. Tale provvedimento - conclude Menis - è stato in parte compensato dai più spendibili e promozionali Bonus famiglia e Social card che arrivano direttamente, ma non risolvono i problemi veri di quelle persone". .  
   
   
APPROVATO DALLA GIUNTA PIEMONTESE IL DISEGNO DI LEGGE SULL´IMMIGRAZIONE ACCOGLIENZA E ASSISTENZA SANITARIA PER AUMENTARE LE GARANZIE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DI TUTTI I CITTADINI  
 
Torino, 10 giugno 2009 - La Giunta regionale ha approvato l’ ieri, su proposta dell’assessore al Welfare, Lavoro, Immigrazione ed Emigrazione, Teresa Angela Migliasso, il nuovo disegno di legge “Norme per l’integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati in Piemonte”, che ora passerà all´esame del Consiglio regionale. Il testo di legge, che andrà a sostituire l’attuale normativa regionale, risalente al 1989, nasce dall’esigenza di rispondere a due profonde trasformazioni: da un lato i cambiamenti legislativi intervenuti, sia a livello comunitario, sia a livello statale, dall’altro, l’evoluzione del fenomeno dell’immigrazione che, rispetto al passato, non coinvolge più soltanto il singolo individuo migrante, ma l’intero nucleo familiare di origine. Secondo la stima fornita dal Dossier statistico Caritas 2008 la presenza dei migranti in Piemonte rappresenta il 7,1% del totale della popolazione residente: si tratta quindi di una realtà che investe tutti gli ambiti della vita umana, privata e sociale e rappresenta una componente strutturale dell’economia piemontese in tutti i suoi settori produttivi (industria, agricoltura, commercio, artigianato, servizi). Il testo proposto è il frutto di un prolungato lavoro tra diversi assessorati regionali e di un articolato processo di confronto e negoziazione con i soggetti istituzionali, le organizzazioni sindacali e la Consulta regionale per i problemi dei lavoratori extracomunitari e delle loro famiglie. Il disegno di legge ribadisce non solo le pari opportunità nell’accesso ai servizi e l’uguaglianza con le cittadine e i cittadini italiani nel godimento dei diritti civili, ma anche la volontà di rimuovere gli ostacoli che ad esse di fatto si frappongono e di contrastare ogni fenomeno di discriminazione e razzismo con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di una società coesa e serena. Vengono definite le competenze dei diversi soggetti istituzionali e non, assegnando alla Regione le funzioni di programmazione, coordinamento e valutazione degli interventi, la redazione del Piano integrato per l’immigrazione e l’osservazione del fenomeno migratorio e conferendo alle Province le attività di concorso nella programmazione decentrata, di promozione di interventi volti a favorire l’inclusione sociale delle persone straniere presenti sul loro territorio, di approvazione di piani provinciali dell’immigrazione, di concessione di contributi a enti locali e del privato sociale, di promozione di percorsi partecipativi alla vita sociale e delle istituzioni. Viene evidenziata, inoltre, la rilevante funzione del “privato sociale”, che con continuità e specificità opera a favore delle cittadine e dei cittadini stranieri e delle loro famiglie e si prevede una maggiore formalizzazione, attraverso l’istituzione di un apposito registro regionale. Oltre a fissare percorsi di rappresentanza e di partecipazione delle cittadine e dei cittadini stranieri alla vita pubblica della Regione e degli enti locali, il disegno di legge istituisce anche la Consulta regionale per l’integrazione delle cittadine e dei cittadini stranieri. “Sono passati vent’anni dall’approvazione della precedente legge regionale - dichiara l’assessore Migliasso - e i cambiamenti sociali e legislativi hanno richiesto la predisposizione di un nuovo testo di legge. L’immigrazione, infatti, non può più essere considerata un’emergenza, ma un dato strutturale della nostra società e parte importante dell’economia del territorio piemontese; tutto questo richiede politiche di accoglienza, di inserimento sociale e di integrazione, in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze di una popolazione ormai stabile sul territorio. Definire delle regole significa tutelare tutti e garantire processi di inclusione sociale e diminuzione della conflittualità. Il disegno di legge pone particolare attenzione ai minori, alla loro tutela, istruzione e salute e questo è un importante investimento per il futuro; ma la tutela è estesa ad altri soggetti particolarmente deboli: dalle persone vittime di tratta e traffico degli esseri umani, ai rifugiati e richiedenti asilo politico. Infine, l’assistenza sanitaria per i cittadini stranieri irregolari, prevista nel testo di legge, è una risposta dovuta, non solo sul piano umanitario, ma anche a garanzia della tutela della salute di tutti i cittadini”. .  
   
   
ROMA, DAL 1° GIUGNO ATTIVI NUOVI CENTRI PER LA DIFESA DEL CITTADINO  
 
Roma, 10 giugno 2009 - La Provincia di Roma mette in campo azioni per fronteggiare la crisi: dal 1 giugno sono attivi i Centri per la difesa del Cittadino Consumatore presso gli outlet di Valmontone e di Castel Romano, due delle sette strutture che la Giunta Zingaretti ha deciso di collocare sul territorio. I sette nuovi centri per la difesa del cittadino consumatore, infatti, si aggiungono agli otto già esistenti nei Comuni della provincia di Roma e si propongono come punti di ascolto e assistenza collocati all’interno dei centri per l’impiego della provincia e degli outlet di Valmontone e di Castel Romano. "La crisi mondiale mette a dura prova i cittadini - spiega l´Assessore provinciale alle Politiche del personale, Tutela del consumatore e Lotta all´Usura, Serena Visintin - e le amministrazioni locali, per loro natura più vicine e sensibili alle esigenze del territorio, hanno il dovere di intervenire anch’esse in prima linea con le loro iniziative, al di là delle misure messe in atto a livello nazionale". "L´apertura di questi Centri rientra in un progetto inedito - continua l’Assessore - che mira anche a creare sinergia tra le diverse strutture della provincia e a potenziare, così, l´offerta dei servizi ai cittadini sul territorio. Fondamentali alla buona riuscita del progetto sono state le associazioni dei consumatori, Federconsumatori Lazio, Legaconsumatori Lazio Onlus, Codici, Adiconsum Lazio, Adoc Lazio, che hanno offerto supporto tecnico e di consulenza per la gestione di tutti gli sportelli". Sportelli che, in generale, svolgono servizi di consulenza nel campo della sanità, dei trasporti, delle utenze varie, come energia elettrica, servizi idrici, combustibili, smaltimento rifiuti e servizi erogati dalle Pubbliche Amministrazioni. Forniscono, inoltre, consigli e suggerimenti in merito ai rapporti tra consumatori/utenti e soggetti privati, come artigiani, commercianti, operatori professionali, ditte, banche, assicurazioni. Tutti gli operatori della rete degli sportelli hanno seguito uno specifico corso di formazione per avere subito una rapida introduzione alle politiche di tutela dei consumatori promosse o sostenute dagli enti locali. "Farà seguito - spiega l’assessore Visintin - un calendario di brevi stage monotematici per affrontare con maggiore approfondimento i singoli macro-argomenti come i servizi bancari, le regole su vendite rateali, televendite e vendite per corrispondenza, pubblicità ingannevole o sicurezza alimentare". .  
   
   
MATERA, DONNE DEL SUD PARTECIPI DELLO SVILUPPO  
 
 Matera, 10 giugno 2009 - Si terrà a Reggio Calabria il 13/14 giugno la Convention Nazionale di A. I. D. E Associazione Indipendente Donne Europee. Il tema dell’incontro “ Donne del Sud partecipi dello sviluppo" evidenzierà il contributo che le donne del Sud possono e devono dare affinché queste nostre Regioni meridionali possa essere più efficienti . Certamente un ruolo importante per lo sviluppo socio economico delle nostre aree lo potrebbe dare l’associazionismo femminile, solo però se questo viene inteso come strumento di penetrazione dei bisogni sociali, dunque libero ed indipendente e non già, come ahimè spesso accade, fiancheggiatore di qualcuno o di qualche schieramento politico. Nel dibattito degli ultimi anni si è cominciato a parlare di welfare, e indagando sui nuovi modelli si è compreso che l’anello di congiunzione tra la qualità della vita e il welfare, è la cura, ma tale cura non essendo quantificabile e monetizzabile, non entra a far parte degli input della pianificazione. A. I. D. E pertanto, ritiene sia fondamentale ricucire questa smagliatura, assumendo la cura come matrice dell’agire professionale. Dunque, se l’etica della cura nasce dalla famiglia, è necessario, anzi, indispensabile coinvolgere più donne nel governo delle cose. L’incontro di Reggio Calabria servirà a condividere con tutte le Responsabili idee e progetti, affinché le donne quale altra metà del pensiero possano impegnarsi per rendere comune un modo di agire più giusto e più autentico. .  
   
   
OLTRE 1,3 MILIONI PER LA PRIMA INFANZIA SONO LE RISORSE MESSE A DISPOSIZIONE DALLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA PER I SERVIZI EDUCATIVI. GLI INTERVENTI VANNO DAL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ IN MONTAGNA FINO ALLA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI  
 
Reggio Emilia, 10 giugno 2009 - Oltre 1,3 milioni di euro sono destinati dalla Provincia alla qualificazione dei servizi per la prima infanzia, cioè la fascia di età da 0 a 3 anni. La Giunta Provinciale, su proposta dell´assessore all´Istruzione Gianluca Chierici, ha approvato nei giorni scorsi il piano di assegnazione dei fondi a diverse attività, che vanno dal sostegno della genitorialità in zone difficili da un punto di vista demografico, come la Montagna, fino alla formazione permanente di chi nei servizi per l´infanzia lavora. Nel dettaglio, i fondi andranno: per oltre 1,1 milioni di euro al consolidamento e alla gestione di servizi per la prima infanzia; per circa 64 mila euro al sostegno del coordinamento pedagogico sovracomunale; oltre 59 mila euro per il coordinamento pedagogico provinciale; 2. 500 euro per il Centro regionale di documentazione; circa 7. 600 euro per la commissione tecnica provinciale; oltre 84 mila euro per la formazione permanente degli operatori. .  
   
   
IN LIGURIA DUE MILIONI DI EURO PER I SERVIZI A FAVORE DELLA PRIMA INFANZIA  
 
Genova, 10 Giugno 2009 - Due milioni di euro a favore della creazione di nuovi asili nido e di servizi integrativi per la prima infanzia. Sono stati stanziati ieri dalla Giunta regionale su proposta del vicepresidente e assessore alla Formazione, Massimiliano Costa nell´ambito del piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia per gli anni 2007-2009. "L´obiettivo - spiega il vicepresidente Costa - è quello di realizzare servizi socio-educativi per la prima infanzia potenziando e diversificando l´offerta per raggiungere il maggior numero di utenti e soddisfare i bisogni emergenti". Le risorse stanziate oggi serviranno a portare a compimento il piano di intervento in materia, attenuando gli squilibri esistenti sul territorio regionale, per arrivare all´obiettivo del 33% di copertura territoriale come previsto dal Consiglio Europeo di Lisbona. Attraverso i finanziamenti già stanziati per gli anni 2007-2008 è stato possibile realizzare 1421 nuovi posti di cui 818 posti in nidi d´infanzia, 109 posti nei servizi integrativi, 83 posti nei servizi domiciliari e 411 posti nelle sezioni primavera. "Questo intervento - continua Costa - segue il nuovo regolamento appena approvato che, attualizzando i parametri organizzativi e funzionali permetterà un aumento di oltre il 20% dei posti già attivati, portanto la Regione Liguria al raggiungimento quest´anno degli obiettivi europei del 33%". A questo proposto la Regione provvederà ad emanare un apposito bando rivolto agli Enti locali, aziende singole o associate, al terzo settore per presentare progetti di nuovi nidi. Le domande dovranno essere presentate entro il 15 luglio al dipartimento servizi sociali. .