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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Novembre 2009
SIAMO SULLA BUONA STRADA: POSITIVA LA RELAZIONE SUI PROGRESSI REALIZZATI DALL´UE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI KYOTO  
 
 Bruxelles, 17 novembe 2009 - L’ue è sulla buona strada per rispettare gli impegni assunti nell’ambito del protocollo di Kyoto al fine di ridurre o limitare le emissioni di gas serra: questo è ciò che risulta dalla relazione annuale della Commissione sui progressi realizzati in materia. Dalle ultime proiezioni inviate dagli Stati membri emerge che l’Ue-15 riuscirà a conseguire l’obiettivo di riduzione previsto (−8%). Degli altri dodici Stati membri dell’Ue, dieci hanno inoltre contratto impegni individuali nell’ambito del protocollo, che dovrebbero portare a una riduzione delle emissioni di tali Paesi del 6% o 8% rispetto al livello dell’anno di riferimento. Tale risultato sarà conseguito grazie a una combinazione di politiche e di misure già adottate, all’acquisto di crediti di emissione derivanti da progetti realizzati in Paesi terzi, all’acquisizione di quote e di crediti nell’ambito del sistema Ue di scambio delle quote di emissione (sistema Ets comunitario) e alle attività silvicole che assorbono carbonio dall’atmosfera. Secondo il commissario all’ambiente Stavros Dimas, “queste proiezioni confermano ulteriormente la posizione preminente dell’Ue per quanto riguarda il rispetto degli impegni internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici. I dati dimostrano che l’Ue-15 è ben posizionata per conseguire l’obiettivo di Kyoto fissato per il periodo 2008-2012. Inoltre, con il pacchetto su clima ed energia che l’Ue ha adottato all’inizio dell’anno abbiamo già messo in atto le misure principali che serviranno a ridurre ulteriormente le nostre emissioni di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. Nessun’altra regione del mondo ha fatto altrettanto. Ma il 20% non è sufficiente per impedire il verificarsi di cambiamenti climatici dalle conseguenze pericolose. Per questo l’Ue si è impegnata ad abbattere le emissioni fino al 30% se, nel corso della conferenza di Copenaghen del prossimo dicembre, altri grandi Paesi emettitori daranno un equo contributo alla conclusione di un accordo globale sul clima che punti ad obiettivi ambiziosi. È fondamentale che i nostri partner del mondo industrializzato e le grandi economie emergenti facciano fronte alle proprie responsabilità. ” Gli impegni di Kyoto - Nell’ambito del protocollo di Kyoto, i 15 Paesi che al momento della sua adozione facevano parte dell’Ue (Ue-15) si sono impegnati a ridurre le emissioni collettive di gas serra dell’8% rispetto all’anno di riferimento stabilito (in genere il 1990) tra il 2008 e il 2012. Nell’ambito di questo impegno collettivo ciascuno Stato membro dell’Ue-15 deve realizzare un obiettivo di emissione nazionale specifico che, ai sensi del diritto comunitario, è vincolante. Non c’è, invece, un obiettivo collettivo per l’Ue-27. Per dieci dei dodici Stati membri che hanno aderito all’Ue nel 2004 e nel 2007 il protocollo prevede obiettivi individuali di riduzione delle emissioni, variabili tra −6% e −8% rispetto all’anno di riferimento, da conseguire sempre nel periodo 2008-2012. Solo Cipro e Malta non devono realizzare alcun obiettivo di riduzione. Proiezioni per l’Ue-15 e l’Ue-27 - Nel 2007 — ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi — le emissioni di gas serra dell’Ue-15 erano inferiori del 5% rispetto ai valori dell’anno di riferimento, a fronte di una crescita economica del 44% nello stesso periodo. Per l’Ue-27 nel suo complesso le emissioni sono calate del 12,5% tra l’anno di riferimento e il 2007. L’agenzia europea dell’ambiente stima inoltre che, nel 2008, le emissioni prodotte dall’Ue-15 si sono ridotte ulteriormente, attestandosi a −6,2% rispetto a quelle dell’anno di riferimento. Per l’Ue-27 si stima che le emissioni siano inferiori del 13,6% rispetto a quelle dell’anno di riferimento. La relazione della Commissione sui progressi registrati[1], basata sulle ultime proiezioni inviate dagli Stati membri[2], mette in luce che le politiche e le misure esistenti — cioè quelle già in atto — dovrebbero permettere di abbattere le emissioni dell’Ue-15 fino al 6,9% rispetto ai livelli dell’anno di riferimento nel periodo d’impegno 2008-2012. Dieci Stati membri dell’Ue-15 prevedono di acquistare crediti derivanti da progetti di riduzione delle emissioni svolti in Paesi terzi nell’ambito dei tre meccanismi di mercato previsti dal protocollo di Kyoto — scambio dei diritti di emissione, meccanismo di sviluppo pulito e attuazione congiunta — e ciò dovrebbe consentire un’ulteriore diminuzione delle emissioni del 2,2%. Nel complesso, dunque, le emissioni dovrebbero ridursi di circa il 9%[3] e in tal modo l’Ue supererebbe addirittura l’obiettivo fissato a Kyoto. L’acquisizione di quote e crediti da parte degli impianti partecipanti al sistema Ets comunitario dovrebbe garantire una diminuzione ulteriore, pari all’1,4%. Le attività di afforestazione e riforestazione previste, che permettono di creare dei “pozzi di assorbimento” biologici in grado di catturare l’anidride carbonica dall’atmosfera, dovrebbero consentire una riduzione aggiuntiva dell’1%. Altre politiche e misure, attualmente in discussione, dovrebbero abbattere le emissioni di un altro 1,6% una volta attuate integralmente. Questi strumenti porterebbero ad una diminuzione globale delle emissioni pari a circa il 13,1%3, garantendo un ampio margine di sicurezza per il conseguimento dell’obiettivo dell’8%. Tutti i dieci Paesi dell’Ue-12 per i quali è previsto un obiettivo di riduzione nel protocollo di Kyoto dovrebbero rispettare i propri impegni e addirittura conseguire risultati migliori. L’attuale incertezza circa la durata e la gravità della recessione economica e, di conseguenza, il suo impatto sulle emissioni, potrebbe portare ad una revisione delle proiezioni in futuro, quando la situazione sarà più chiara. Inoltre, le proiezioni di alcuni Stati membri possono sottostimare le riduzioni future perché non tengono ancora conto degli effetti del pacchetto Ue su clima ed energia adottato all’inizio dell’anno. Infine, è necessario migliorare ancora la metodologia applicata per stimare l’impatto del sistema Ets comunitario, ricorrendo a metodi e ipotesi validi e coerenti per ottenere proiezioni più affidabili. Le proiezioni sulle emissioni di gas serra devono essere viste nell’ottica delle riduzioni effettive già realizzate, ovvero −9% per l’Ue-27 e −4% per l’Ue-15 nel periodo compreso tra il 1990 e il 2007. In futuro sarà pertanto necessario accelerare notevolmente gli sforzi in tutta l’Ue se si vorrà abbattere le emissioni del 20% o del 30% entro il 2020. .  
   
   
UE: PRESERVARE GLI ECOSISTEMI CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
 Bruxelles, 17 novembre 2009 - Il commissario Ue per l’ambiente Stavros Dimas il 13 novembre ha sottolineato l’importanza di valutare i benefici che traiamo dalla natura al fine di una loro migliore salvaguardia. La natura fornisce numerosi servizi gratuiti, dalla regolazione delle acque, alla protezione dalle inondazioni e all’assorbimento del carbonio. La crescente pressione sugli ecosistemi in tutto il mondo mette in pericolo la capacità di fornire molti di questi servizi: sebbene esistano soluzioni tecnologiche capaci di sostituirli, esse hanno di solito un costo significativo. La protezione e il ripristino della biodiversità costituiscono pertanto una fase fondamentale del passaggio verso un’economia più sostenibile e hanno inoltre un’importanza fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico. Il commissario Dimas ha annunciato le conclusioni di una importante relazione elaborata nell’ambito di un progetto sull’economia degli ecosistemi e della biodiversità (Teeb: The Economics of Ecosystems and Biodiversity), uno studio indipendente su scala mondiale cofinanziato dalla Commissione europea. Inoltre, Pavan Sukhdev, incaricato dello studio, presenterà la relazione Teeb ai responsabili politici. Il commissario Dimas ha dichiarato: “Le conclusioni della relazione Teeb sono chiare: la mancata salvaguardia della natura spesso è dovuta alla nostra incapacità di comprenderne il valore. Per proteggere la natura più efficacemente bisogna imparare ad apprezzarne i benefici. Troppo spesso si crede che la natura abbia un’importanza economica limitata o nulla, ma la verità è che essa regge e sostiene le nostre economie e società e può offrire una protezione efficace contro il cambiamento climatico. Se non salvaguardiamo i preziosi ecosistemi che abbiamo, non riusciremo ad attenuare il cambiamento climatico né ad adattarci a esso; e se il cambiamento climatico raggiungerà livelli pericolosi non riusciremo ad arrestare la perdita di biodiversità”. Il responsabile dello studio Teeb, Pavan Sukhdev, ha affermato: “Sebbene gli ecosistemi e la biodiversità abbiano un enorme valore economico per la società, questo non è percepito e tale mancanza di visibilità economica è una delle cause principali della loro allarmante perdita. La dotazione di risorse naturali, o patrimonio naturale, è altrettanto importante delle risorse create dall’uomo, cioè il patrimonio materiale. Riconoscere e rimunerare il valore dei benefici che la società trae dal capitale naturale deve diventare una priorità politica”. .  
   
   
SECONDO FORUM EUROPEO SULL´INTEGRAZIONE  
 
Bruxelles, 17 novembre 2009 - Rappresentanti di organizzazioni della società civile di tutti gli Stati membri si sono riuniti a Bruxelles per esaminare le future priorità in materia d´integrazione degli immigranti nell´Unione europea. In programma un incontro con le istituzioni europee per esporre il loro punto di vista sulle politiche comuni e le risorse finanziarie destinate a promuovere l´integrazione dei cittadini di paesi terzi negli Stati membri. Si tratta della seconda riunione del Forum europeo sull´integrazione, organizzato due volte all´anno dalla Commissione in collaborazione con il Comitato economico e sociale europeo (Cese). Il Commissario Jacques Barrot, responsabile del settore giustizia, libertà e sicurezza, ha dichiarato: "Un´effettiva integrazione degli immigranti è un elemento fondamentale del nuovo programma quinquennale nel settore della giustizia, libertà e sicurezza che sta per essere adottato. Le azioni che intraprenderà la Commissione in questo settore nel corso dei prossimi anni si ispireranno all´esperienza delle organizzazioni della società civile che sostengono attivamente l´integrazione dei cittadini di paesi terzi. Questa seconda riunione del Forum europeo sull´integrazione consolida i legami tra diversi operatori accomunati dall´obiettivo di riflettere a come migliorare le politiche in materia d´integrazione. " Il presidente del Comitato economico e sociale europeo, Mario Sepi, ha aggiunto: "L´integrazione è una realtà con la quale ciascuno di noi si trova confrontato quotidianamente: le organizzazioni della società civile che operano nel settore dell´integrazione degli immigranti svolgono un ruolo fondamentale, tanto più in questo periodo di profonda crisi economica e sociale, di cui gli immigranti sono spesso le prime vittime. In occasione del Forum europeo sull´integrazione, le nostre due istituzioni, così come il Consiglio ed il Parlamento europeo che partecipano attivamente alle nostre riunioni, intendono ascoltare attentamente i rappresentanti della società civile e prendere seriamente in considerazione le loro osservazioni nel corso del processo decisionale comunitario. " La Commissione e il Cese desiderano promuovere un approccio globale dell´integrazione, che tiene conto delle idee formulate dai destinatari in tutti i settori d´intervento che possono influire sull´integrazione. Le politiche comunitarie potranno ampiamente beneficiare dalla consultazione delle organizzazioni della società civile. La seconda riunione del forum europeo sull´integrazione verte principalmente sulle priorità per le azioni comuni che l´Unione europea intende realizzare nei prossimi cinque anni per promuovere l´integrazione dei cittadini dei paesi terzi. La scaletta del Forum prevede due sessioni plenarie, seguite da seminari dedicati al futuro programma dell´Unione europea a favore di una politica d´integrazione trasversale e al Fondo europeo per l´integrazione. Molti operatori esperti nel settore dell´integrazione incontrano in questa occasione rappresentanti delle Istituzioni europee e dell´attuale presidenza svedese e della futura presidenza spagnola del Consiglio. La Commissione terrà in considerazione i contributi della società civile nell´attuazione del programma di Stoccolma, che sarà adottato dal Consiglio europeo nel dicembre prossimo. Forum "fisico" e Forum "virtuale" Il Forum europeo sull´integrazione è una piattaforma di discussione e di consultazione che si riunisce due volte all´anno per esaminare le politiche d´integrazione ai livelli locale, regionale, nazionale ed europeo. La sessione inaugurale si è svolta a Bruxelles nell´aprile scorso. L´iniziativa completa il portale europeo sull´integrazione (www. Integration. Eu) avviato in parallelo. Il portale intende agire da forum virtuale di discussione e di scambio di buone pratiche tra gli operatori che si impegnano a favorire l´integrazione, in particolare le Ong, i livelli politici, gli ambienti accademici, ecc. Propone informazioni aggiornate sulle politiche, le pratiche e i programmi di finanziamento nel settore dell´integrazione in ogni Stato membro e a livello dell´Unione europea. Sia il Forum europeo sull´integrazione che il portale europeo sull´integrazione costituiscono strumenti volti ad associare maggiormente la società civile alle azioni realizzate nel settore dell´integrazione dei migranti. .  
   
   
MANIFESTO PER LA CREATIVITÀ E L´INNOVAZIONE IN EUROPA  
 
 Bruxelles, 17 novembre 2009 - Il manifesto in questione rappresenta uno dei risultati principali dell´Anno europeo della creatività e dell´innovazione 2009. È il risultato di un lavoro collettivo degli ambasciatori dell´Anno, personalità di rilievo europee del mondo della cultura, della scienza, degli affari, dell´istruzione e del design. Con i suoi "sette comandamenti", il manifesto contribuirà a modellare la strategia comunitaria per promuovere creatività e innovazione nel corso del prossimo decennio. Gli ambasciatori presenteranno oggi, a mezzogiorno, il manifesto al Presidente della Commissione nel corso di una cerimonia che si svolgerà nella sala stampa della Commissione. Il Presidente della Commissione Jose Manuel Barroso ha detto: "Creatori e innovatori, a prescindere dalla loro posizione, condividono una visione del futuro e di come migliorarlo rispetto al passato. L´europa ha bisogno più che mai di una simile visione in quanto cerchiamo di condurre sforzi globali per uscire dalla crisi ed affrontare il cambiamento climatico. Di conseguenza ringrazio vivamente gli Ambasciatori per il loro manifesto per la creatività e l´innovazione in Europa e farò il possibile per assicurare che la loro visione si integri nella nuova strategia della Commissione per l´Ue 2020. " Come può l´Europa essere un attore di primo piano nel nuovo ambiente globalizzato, altamente competitivo e fondato sulle conoscenze del 21°secolo? In che modo il potenziale creativo e innovativo dell´Europa può essere utilizzato meglio nel campo dell´istruzione, della ricerca, della cultura, del design, degli affari e nel mondo del lavoro? Come può la politica pubblica a livello europeo e nazionale promuovere la creatività e l´innovazione in questi settori? Personalità europee di primo piano provenienti da vari contesti hanno riflettuto su questi temi nella loro qualità di ambasciatori per l´Anno europeo della creatività e innovazione 2009. Il manifesto per la creatività e l´innovazione in Europa costituisce il risultato di questo lavoro collettivo. Attraverso sette priorità e sette linee di azione, il manifesto fornisce un potente impulso a favore del cambiamento. Esso contribuirà a dar forma alla visione europea del ruolo della creatività e dell´innovazione e nutrirà la strategia dell´Unione per il decennio 2010-2020. Gli ambasciatori che hanno confermato la loro presenza alla cerimonia della consegna del manifesto sono i seguenti: Jean-philippe Courtois (Fr), presidente della Microsoft International; Jordi Savall (Es), musicista e professore; Christine van Broeckhoven (Be), professore, specialista in neuroscienze molecolari; Damini Kumar (Ie), designer e inventore; Blanka Říhová (Cz), professoressa, microbiologa; Leonel Moura (Pt), artista concettuale; Dominique Langevin (Fr), professore, fisico; Edward de Bono (Mt), autore e conferenziere di fama internazionale sulla creatività e sul pensiero laterale; Ern ö Rubik (Hu), professore, architetto, designer Il manifesto è stato presentato il 12 novembre dagli ambasciatori al Presidente della Commissione Barroso , nel corso di una conferenza stampa nella sala stampa del Berlaymont. Al termine della conferenza stampa, i giornalisti potranno intervistare individualmente il Sig. Maroš Šefčovič , Commissario europeo per l´istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù e gli ambasciatori dell´Anno europeo. L´anno europeo della creatività e innovazione 2009 intende promuovere approcci creativi e innovativi in vari settori dell´attività umana e contribuire a preparare l´Unione europea alle sfide che l´attendono in un mondo globalizzato. Sito web ufficiale dell´Anno europeo della creatività e dell´innovazione: http://www. Create2009. Europa. Eu .  
   
   
VENETO-FRIULI-CARINZIA. OGGI A VENEZIA TRILATERALE CON PRESIDENTI GALAN, TONDO, DORFLER SU EUROREGIONE  
 
 Venezia, 17 novembre 2009 - Oggi alle ore 12. 45 a Venezia, Palazzo Balbi sede della Giunta veneta, si tiene la conferenza stampa dei Presidenti della Regione Veneto Giancarlo Galan, della Regione austriaca della Carinzia Gerhard Dörfler, della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo sui temi dell’Euroregione, dei progetti comuni, della cooperazione transfrontaliera, del corridoio Baltico-adriatico. . .  
   
   
AUSTRIA, DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA NAZIONALE  
 
Vienna, 17 novembre 2009 - Secondo recenti sondaggi il 50 per cento delle famiglie in Austria possiede una ricchezza inferiore a 45 mila euro, contro gli oltre 225 mila euro percepiti da un decimo delle famiglie austriache. Ne dà notizia l´Ice. Il 10 per cento più ricco detiene in media 563 mila euro di ricchezza. La metà di tutta la popolazione austriaca avrebbe in media solo 20. 600 euro pro capite. Solo il 13 per cento di coloro che detengono un reddito basso possono attualmente permettersi di risparmiare più di tre anni fa. Pertanto, lo scorso anno il 68 per cento (oggi il 62 per cento) di coloro che detengono un reddito basso, ha potuto mettere qualcosa da parte per il risparmio. Per la prima volta dallo scoppio della crisi sta crescendo di nuovo l´interesse degli investitori in titoli. La forma preferita di risparmio per l´85 per cento della popolazione austriaca però è ancora il libretto di risparmio presso istituti bancari. L´interesse per il settore immobiliare e la proprietà privata è aumentato dal 37 al 44 per cento, mentre l´interesse nei confronti dei valori mobiliari (azioni, obbligazioni, fondi) è aumentato, dall´ultima indagine effettuata, dal 16 al 20 per cento. In media, il 10 per cento del reddito netto di ogni mese viene messo da parte come accadeva tre anni fa. Dal 2006 al 2009 il volume dei depositi bancari è raddoppiato, e anche nel 2009 sono stati ben al di sopra i livelli di prima della crisi. Al culmine della crisi sono stati concessi molti prestiti, che nel 2009 sono diventati meno attraenti. .  
   
   
SLOVACCHIA, ASSORBIMENTO FONDI EUROPEI NELLA MEDIA  
 
Bratislava, 17 novembre 2009 - Secondo le ultime statistiche sui pagamenti in acconto della Commissione Europea, aggiornate alla fine di agosto 2009, la capacità di assorbimento della Slovacchia nell´utilizzo dei fondi europei stanziati per il periodo di programmazione settennale 2007-2013 è stata pari al 9,51 per cento, perfettamente in linea con la media dell´intera Unione Europea (9,49 per cento). I fondi stanziati complessivamente per il totale dei Paesi Ue per il periodo 2007-2013 ammontano a 344 miliardi di euro. Alla Slovacchia sono stati assegnati 11,36 miliardi di euro, ripartiti su 11 Programmi Operativi. Alla fine dello scorso mese di agosto, la più alta capacità di assorbimento è stata dimostrata dalla Lituania (13,95 per cento), seguita dall´Irlanda (13,5 8) e dalla Lettonia (12,8), rende noto l´Ice. Fra gli altri Paesi, l´Ungheria ha registrato una percentuale pari al 10,94 per cento, la Polonia il 10,29, la Repubblica Ceca il 9,5; Finlandia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna e Belgio raggiungono il 7,5 per cento. .  
   
   
BANCHE: ABI, 74 MILIONI DI CARTE IN CIRCOLAZIONE +10% RISPETTO AL 2007. ‘GLI ITALIANI E IL DENARO DI PLASTICA’ NEL RAPPORTO DELL´E-COMMITTEE PRESENTATO OGGI A “CARTE 2009”.  
 
Roma, 17 novembre 2009 - Più carte – Bancomat, carte di credito e prepagate – e meno contante nelle tasche degli italiani, che sempre più spesso preferiscono il denaro di plastica per le loro spese quotidiane. La diffusione e l’uso della moneta elettronica, infatti, sono cresciuti in modo significativo negli ultimi anni e oggi in Italia ci sono 74 milioni di carte bancarie - il 10% in più rispetto al 2007 - 1,3 milioni di Pos e oltre 43 mila Atm. È quanto emerge dallo studio dell´Osservatorio e-Committee dell´Abi, presentato oggi al convegno Carte 2009. “Negli ultimi anni – ha detto il Direttore Generale dell´Abi, Giovanni Sabatini - la diffusione delle carte è cresciuta sensibilmente, anche grazie a un’offerta sempre più diversificata e alla maggiore spendibilità, anche sul web, di questo strumento. E tuttavia, sul fronte dei pagamenti elettronici l’Italia deve ancora colmare il divario col resto d´Europa, dove le operazioni in contante sono molto meno diffuse. Anche per questo – ha aggiunto Sabatini – normative europee come la Sepa (Single Euro Payments Area) e la Psd (Payment Services Directive), attualmente in corso di recepimento nel nostro Paese, sono tanto più importanti perché rappresentano, insieme alle nuove tecnologie di tipo contactless, un volano fondamentale per favorire lo sviluppo del mercato dei pagamenti elettronici e il maggior utilizzo in Italia di questi strumenti più evoluti, efficienti e sicuri”. Ecco, in sintesi, la fotografia che emerge dalla ricerca dell´Osservatorio e-Committee dell´Abi. Più denaro di plastica nelle tasche degli italiani Aumentano le “carte di plastica” nelle tasche degli italiani: su 74 milioni di carte in circolazione, i Bancomat sono 29 milioni (+5% rispetto al 2007), le carte di credito 33,5 milioni (+10%), le prepagate 4 milioni (+20%) e le revolving 3,6 milioni (-17%). Le carte attive, ossia che hanno effettuato almeno una transazione nel 2008, sono 51,8 milioni pari al 70% di quelle in circolazione: il 90% dei Bancomat, il 52% delle carte di credito, il 51% delle revolving e l’86% delle prepagate. 1,4 miliardi di pagamenti nel 2008 In Italia, sono oltre 780 mila i negozi che accettano le carte di pagamento per un totale di 1,3 milioni di Pos complessivamente installati. Nel 2008, le carte usate per fare acquisti e pagamenti sono state quasi 40 milioni per un ammontare complessivo di 122 miliardi di euro e 1,4 miliardi di transazioni su Pos. Di queste, il 56% è stato fatto con Bancomat (783 milioni di operazioni per un ammontare di 50,6 miliardi di euro) e il rimanente 44% con carte di credito (560 milioni di operazioni per un ammontare di 44 miliardi di euro). In un anno, ogni carta ha fatto in media 36 pagamenti; in particolare, i Bancomat sono stati usati per lo shopping 34 volte mentre le carte di credito 42. Lo scontrino medio complessivo è stato di 88 euro: la carta di credito è stata usata per transazioni d’importo medio-alto (100 euro), mentre il Bancomat per pagamenti più contenuti (79 euro). Quanto alle prepagate - che ricoprono ancora una parte minoritaria del mercato dei pagamenti su Pos, ma con tassi di crescita significativi - il ticket medio è stato di 73 euro. Pagina 2 di 2 Se la maggior parte degli acquisti con carta degli italiani avviene presso esercizi e negozi di ogni genere, diventa sempre più frequente fare shopping col denaro di plastica via telefono e on-line: le carte che hanno fatto acquisti attraverso questi canali sono oltre 5,5 milioni pari al 26% delle carte di credito attive e al 28% delle prepagate. In particolare, nel 2008 le prepagate usate per l’e-commerce sono quasi duplicate con 956 mila carte contro le 480 mila del 2007. Atm a ogni angolo di strada e sempre più evoluti, per prelievi e altre operazioni Gli sportelli automatici delle banche sono ormai a ogni angolo di strada (oltre 43 mila rispetto ai 41 mila del 2007) e diventano sempre più evoluti. Il 35% degli Atm, infatti, è Web based - cioè basato sui protocolli Internet - e anche i servizi offerti sono sempre più differenziati e articolati: dalla situazione conto titoli (+15% rispetto al 2007) e carte di credito (+28%) all’attivazione di alerting via Sms (33%), dalla ricariche di prepagate telefoniche (94%) e pay Tv (47%) ai versamenti di contante e assegni (11%). Circa il 56% degli sportelli automatici, inoltre, è dotato di un kit antifrode per prevenire la clonazione delle carte. Il monitoraggio in tempo reale della funzionalità delle 43mila macchine Atm italiane ha consentito di rilevare un livello di funzionamento medio alla clientela pari al 93,6%, sensibilmente differenziato tra le banche aderenti all’autoregolamentazione di settore Pattichiari (97,7%) e quelle non aderenti (84,7%). Nel 2008, 36,5 milioni di carte pari al 70% delle attive sono state utilizzate all´Atm almeno una volta. Nello stesso periodo, agli sportelli automatici delle banche sono state fatte circa 958 milioni di operazioni (+21% rispetto al 2007) pari a 20 per carta. L’ammontare complessivo delle operazioni agli Atm nel 2008 ha superato i 120 miliardi di euro (+8,6%). L´importo medio delle operazioni è stato di 157 euro per i prelievi, 156 euro per ricaricare le prepagate e 86 per bollette e altri pagamenti. Continua la “guerra al contante” delle banche italiane Malgrado la diffusione e l´utilizzo sempre maggiore delle carte, su questo versante l´Italia resta ancora indietro rispetto al resto d´Europa. Per colmare questo gap e favorire un maggior uso di questi strumenti di pagamento rispetto al contante, Pagobancomat sta realizzando una campagna di comunicazione e informazione per spiegare i vantaggi delle carte di pagamento rispetto al contante: sicurezza, comodità e migliore gestione del bilancio familiare. .  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 13 NOVEMBRE 2009  
 
Btp 3,75%
Scadenza 01. 08. 2021
Cod. /tranche It0004009673/18
Imp. Offerto 2000
Regolamento 17. 11. 2009
Imp. Domandato 3188
Imp. Assegnato 2000
Prezzo aggiudicazione 97,72
Prezzo esclusione (**)
Rendimento lordo 4,03
Variazione Rend. Asta prec. (*) (**)
Rendimento netto 3,54
Riparto 11,844
Importo in circolazione (mln) 24727
Riapertura (mln) (**)
Prezzo nettisti 97,66677800
(*) raffronto con titolo di pari durata
(**) non pervenuto
Elaborazione Assiom
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RATING LOMBARDIA: MOODY´S CONFERMA AA1, IL PIU´ ALTO  
 
Milano, 17 novembre 2009 - Moody´s ha confermato a Regione Lombardia il rating Aa1, più alto rispetto allo Stato italiano e il più alto tra tutte le regioni italiane (compresi tra Aa2 e A3). L´analisi compiuta dalla società di rating ha esaltato le peculiarità e la virtuosità di Regione Lombardia: ricchezza e solidità dell´economia lombarda, elevata qualità della gestione finanziaria, sanità in equilibrio, indebitamento molto basso, con un trend in diminuzione, buon profilo di liquidità. E´ stato inoltre evidenziato, come elemento distintivo rispetto alle Regioni italiane a statuto ordinario, il raggiungimento dei 90 giorni nei tempi di pagamento dei fornitori sanità, grazie alla creazione del Fondo socio-sanitario. Moody´s ha anche riconosciuto a Regione Lombardia uno dei ruoli più attivi nel panorama europeo quanto ad utilizzo dello strumento di project financing, soprattutto in ambito di edilizia ospedaliera. "Grande soddisfazione per l´apprezzamento del lavoro svolto, in termini di rigore nella gestione della spesa e di risultati significativi raggiunti con i tempi di pagamento per le imprese" è stata espressa dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e dall´assessore alle Finanze e Rapporti istituzionali, Romano Colozzi. "Ad un momento di grave crisi economica internazionale - hanno aggiunto Formigoni e Colozzi - Regione Lombardia risponde con i dati certificati da una delle più importanti agenzie di rating mondiali: i nostri conti sono a posto, siamo considerati come la regione italiana con il maggior grado di solvibilità del debito, e con un´affidabilità superiore a quella dello Stato italiano". La scala di valutazione di Moody´s ha al suo vertice la tripla A (Aaa), corrispondente a un livello minimo di rischio, seguita immediatamente da Aa1 (assegnato alla Lombardia) con cui si classifica l´"alta qualità" del debito. A decrescere, con la semplice A, viene considerato un debito di buona qualità ma soggetto a rischio futuro, con la lettera B (debito con bassa probabilità di ripagamento), fino a raggiungere il livello più basso (contrassegnato dalla lettera C) con cui viene classificata l´insolvenza. "I rating assegnati a Regione Lombardia e al suo debito (il bond emesso nel 2002) - si legge nella nota diffusa da Moody´s - riflettono la forza e la ricchezza dell´economia regionale, sebbene colpita dalla crisi economica, e l´elevata qualità della gestione finanziaria". Scheda - Tra le regioni più ricche d´Europa, la Lombardia ha un Pil pro-capite superiore del 28% alla media italiana, del 15% alla media Europea a 15 Stati e contribuisce per quasi il 21% al Pil nazionale. L´economia regionale ha iniziato a risentire dell´impatto della crisi economica nel 2008, anno in cui il Pil ha subito una contrazione dell´1%. Secondo le ultime stime, è prevista un´ulteriore riduzione del 5,3% nel 2009, in gran parte causata da una frenata nei consumi. Negli anni successivi ci si aspetta una crescita del Pil pari allo 0,6% nel 2010 e all´1,4% nel 2011, quindi una ripresa più veloce rispetto alla media nazionale, essendo previsto per l´Italia un tasso di crescita dello 0,1% e dell´1%, rispettivamente, per il 2010 e 2011. Le attività di esportazione della Lombardia, regione con uno tra i più elevati gradi di apertura verso l´estero, rappresentano il 29% del commercio nazionale e contribuiscono per quasi il 31% al Pil regionale (Italia: 23%). L´economia lombarda è prevalentemente basata sul settore terziario (65% del valore aggiunto) e su un settore industriale diversificato (34% del valore aggiunto), che comprende un elevato numero di piccole e medie imprese specializzate in produzioni ad alto valore aggiunto. Il settore finanziario - in particolare, banche e assicurazioni - svolge un ruolo di primaria importanza, collocando Milano tra i più importanti centri finanziari al mondo. La Lombardia vanta inoltre un gran numero di distretti industriali, con specializzazioni nei settori meccanico, elettrodomestico, tessile e della moda. Il florido stato dell´economia regionale si riflette inoltre in uno dei tassi di disoccupazione più bassi del paese (3,7% nel 2008, rispetto al 6,8% dell´Italia nello stesso anno). .  
   
   
DONAZZAN: ESPORTARE LA CONTRATTAZIONE PARTECIPATA DEL VENETO PER USCIRE DALLA CRISI  
 
Vicenza 17 novembre 2009 - Potenziare la contrattazione decentrata per guadagnare in innovazione e flessibilità. E’ la proposta delle parti sociali riunite stamani alla Camera di Commercio industria e artigianato di Vicenza per il convegno “La comunità che contratta” organizzato dall’assessorato alle Politiche del Lavoro della Regione del Veneto. “Non esiste - ha spiegato l’assessore Elena Donazzan - un miracolo veneto, non è mai esistito. Esiste un modello che ha sperimentato anche in questa crisi alcune soluzioni poi adottate a livello nazionale. E’ un modello che si può codificare e esportare”. Tra le soluzioni innovative esportate dal Veneto, l’assessore alle Politiche del Lavoro ha indicato il rapporto tra scuola e lavoro, l’istruzione tecnica e la cassa integrazione in deroga per le piccole imprese (fin dal 2005). “Abbiamo messo in piedi - ha detto Elena Donazzan - un modello di contrattazione che implica la partecipazione delle parti sociali alle decisioni e abbiamo portato questo modello in dono al sistema nazionale. Nel Veneto c’è una cultura del sistema partecipato che rende possibile la contrattazione senza arenarsi sullo scontro ideologico”. L’assessore Donazzan ha anche espresso apprezzamento per le proposte contenute negli interventi dei senatori Maurizio Castro e Tiziano Treu (rispettivamente capogruppo del Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro del Senato): praticare nella contrattazione decentrata sia quella aziendale sia quella territoriale, riservando la prima alle grandi imprese e aprendo la seconda alle piccole e medie. “La Regione - ha spiegato Elena Donazzan - deve favorire l’aggregazione, per esempio sulla massa critica, sui servizi, sulle regole”. “Alcuni strumenti della Regione - ha aggiunto l’assessore alle Politiche del Lavoro - devono essere meglio utilizzati. Mi riferisco in modo particolare a Veneto Sviluppo, che non dovrebbe limitarsi a fare intermediazione creditizia ma proporre una politica industriale più attiva”. Alla tavola rotonda moderata dal direttore di Rete Veneta Luigi Bacialli hanno partecipato il segretario provinciale della Cisl di Vicenza Luigi Copiello, il presidente di Apindustria Vicenza Filippo De Marchi, il segretario provinciale Uil di Vicenza Riccardo dal Lago, il segretario generale della Cgil del Veneto Emilio Viafora e il vicepresidente di Confindustria Vicenza Giorgio Xoccato. .  
   
   
PROSEGUE OGGI A TRENTO IL CONVEGNO SULLE AUTONOMIE, ATTESA PER IL DALAI LAMA  
 
Trento, 17 novembre 2009 - Prosegue oggi il convegno "Autonomia regionale, identità culturale e integrazione multinazionale: esperienze comparate per il Tibet", organizzato dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell´Università degli Studi di Trento e con il contributo dell´Accademia Europea di Bolzano (Eurac - Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo). Dedicato all´esame di alcune forme molto avanzate di autonomia in vigore in Europa e nel mondo come Catalogna, Paesi Bassi, Scozia, Irlanda, Quebec, Hong Kong, Europa sudorientale, nella prospettiva di poter offrire un contributo concreto al popolo tibetano, il convegno si chiuderà domani pomeriggio - martedì 17 novembre - con una tavola rotonda presso il centro Santa Chiara di Trento a cui parteciperà Sua Santità Tenzin Gyatso, il Xiv Dalai Lama. Questo il programma di domani: Lezioni dalla prospettiva comparata Chair: Roberto Toniatti, Trento; Modellli di power sharing a confronto: lezioni dal Europa sudorientale, Zoran Ilievski, Skopje L’attuazione dell’autonomia e l’importanza di garanzie interne e internazionali, Michael van Walt, Den Haag; Le best practices di autonomia: la prospettiva tibetana, Lobsang Sangay, Harvard; Coffee break 10:30-10:45 ; Dibattito ; Nel pomeriggio, dalle 14. 30 alle 16. 30, la Tavola rotonda assieme al Dalai Lama. L´ingresso all´auditorium Santa Chiara di Trento, in via Santa Croce 67, è libero e gratuito fino ad esaurimento posti. Questo il programma: Tavola Rotonda: “Le autonomie per il Tibet” Moderatore: Giampaolo Visetti, Pechino ; Regioni autonome a sostegno del Memorandum. Introduzione, Roberto Pinter, Trento Il Memorandum tibetano e sistemi di autonomia a confronto. I principali risultati del convegno scientifico, Roberto Toniatti, Trento; Dibattito: Dalai Lama e politici di Regioni autonome Intervengono: Lorenzo Dellai, Presidente, Provincia autonoma di Trento, Luis Durnwalder, Presidente, Provincia autonoma di Bolzano-alto Adige/südtirol, Bernat Joan, Segretario della politica linguistica, Generalitat de Catalunya, Barcelona, Elisabeth Nauclér, Deputata al Parlamento Finlandese (isole Åland); Helsinki (Finlandia), Roberto Pinter, Associazione Italia-tibet, Trento e Sua Santità, il Xiv Dalai Lama. .  
   
   
SAMDHONG RIMPOCHE: QUESTA L´AUTONOMIA PER IL TIBET CHE VOGLIAMO IL DISCORSO DEL PRIMO MINISTRO TIBETANO IERI A TRENTO  
 
Trento, 17 novembre 2009 - Un´autonomia che soddisfi i desideri di libertà e di autogoverno del popolo tibetano, che tuteli la sua lingua, la sua cultura, la sua religione, il territorio in cui vive - in una parola la sua identità - ma nel rispetto della sovranità cinese, dell´integrità territoriale della Repubblica popolare. Un´autonomia che consenta lo sviluppo economico, sociale e politico del Tibet, conformemente al dettato della carta costituzionale della Cina, che contiene "principi fondamentali per quanto riguarda l´autonomia e l´autogoverno i cui obiettivi sono compatibili con le esigenze e le aspirazioni dei tibetani". E´ questo, in sintesi, quanto espresso ieri da Samdhong Rimpoche Kalon Tripa, Primo ministro del Governo tibetano in esilio, in apertura del convegno sulle autonomie regionali che si tiene a Trento, nel palazzo della Provincia autonoma. Nel suo atteso intervento nella sala Depero del palazzo della Provincia, il Primo ministro del governo tibetano in esilio ha esposto i contenuti del "Memorandum sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano", sottoscritto a Dharamsala (India) il 16 novembre del 2008 e sottoposto alle autorità cinesi (la Cina, com´è noto, entrò con il suo esercito in Tibet nel 1950; inizialmente essa firmò un accordo con il Dalai Lama, allora sedicenne. Nel 1959 la sollevazione dei tibetani contro la sinizzazione del Tibet venne soffocata nel sangue. Il Dalai Lama abbandonò il Paese con migliaia di profughi e si stabilì a Dharamsala, dove oggi hanno sede le strutture del Governo tibetano in esilio). Il documento, che dovrebbe costituire la base di discussione fra il Governo tibetano in esilio e quello cinese, è stato presentato come compatibile con la costituzione della Repubblica popolare cinese, in particolare con la sua sezione Vi, che prevede organi di autogoverno per le Regioni nazionali autonome e riconosce il loro potere di legiferare. "Noi abbiamo iniziato a parlare di autonomia nel 1988 - ha detto Samdhong Rimpoche - con un documento presentato a Strasburgo. Nel 2002 c’è stato uno scambio di opinioni proficuo fra una nostra rappresentanza e funzionari della Repubblica popolare cinese. Questi concetti sono ripresi nel Memorandum, che si articola nei seguenti punti: il rispetto dell´integrità della nazionalità tibetana; l´aspirazione dei tibetani; le esigenze fondamentali dei tibetani (il cuore del documento, in cui si esaminano i seguenti aspetti: lingua, cultura, religione, istruzione, salvaguardia dell´ambiente, utilizzazione delle risorse naturali, sviluppo economico e commercio, sanità pubblica, ordine pubblico, regole per le migrazioni della popolazione, scambi culturali, didattici e religiosi con gli altri paesi); creazione di un´unica amministrazione per la nazione tibetana all´interno della Repubblica popolare cinese; la natura e la struttura dell´autonomia; il cammino che ci aspetta. Da parte della Cina c’è ancora un clima di forte sospetto. Noi però rispettiamo la sovranità della Repubblica popolare cinese, la sua costituzione e le sue autorità centrali. Forse ci sono errori di interpretazione di alcuni capitoli, ad esempio quello relativo all’ordine pubblico, ma non dev’essere un problema: non vogliamo un sistema di difesa interno, la difesa rimane nelle mani del governo centrale. Altro problema può essere la lingua: la lingua è l’attributo più importante del popolo tibetano, e quindi essa non deve essere sostituita dal cinese mandarino. L´articolo 4 della Costituzione cinese garantisce la libertà di tutte le nazionalità ad usare e sviluppare le proprie lingue scritte e parlate. Pertanto la lingua principale delle regioni autonome tibetane deve essere il tibetano. Ma non vogliamo l’esclusione del cinese mandarino. Per quanto concerne invece le migrazioni interne, il Memorandum non dice che deve essere impedita, ma che se le migrazioni e gli insediamenti (di cinesi Han) in Tibet continuano senza controllo i tibetani non si troveranno più a vivere in comunità compatte e quindi non avranno più il diritto, in base alla Costituzione, all´autonomia. In quanto alla religione, il Memorandum parla di libertà di credo e religione, conformemente alla costituzione cinese. Anche la separazione stato-chiesa è considerata importante, così come avviene in molti stati secolari. La richiesta di un´amministrazione unica autonoma per i tibetani, infine, non è irragionevole, è conforme al sistema nazionale delle autonomie. Chiediamo di avere un’unica amministrazione per tutte le aree definite come regioni autonome tibetane. Le attuali divisioni amministrative in seno alla Repubblica popolare cinese, infatti, promuovono la frammentazione e ignorano lo spirito di autonomia. " Il Primo ministro ha anche brevemente affrontato la questione dell´indipendenza. "Perché vogliamo l’autonomia e non l’indipendenza? - si è chiesto - Volendo essere pragmatici potremmo dire che non abbiamo scelta. Molti esperti pensano peraltro che sia corretto voler attuare quanto previsto dalla costituzione cinese, ma che questa sia comunque un’utopia, che equivalga a chiedere l’indipendenza. Noi invece diciamo che aspiriamo fortemente all’autonomia e all´autogoverno: non miriamo al potere politico, noi aspiriamo alla libertà per tutti i tibetani e crediamo che se venissero attuati i disposti costituzionali ciò ci permetterebbe di ´entrare´ in un mondo globalizzato, dove i confini nazionali sono meno importanti e dove potremmo avere rapporti positivi con tutti i nostri vicini. " Informazioni sul convegno al sito della Provincia autonoma di Trento: http://www. Provincia. Tn. It/ .  
   
   
UNA "CARTA DI TRENTO" PER L´AUTONOMIA DEL TIBET LA PROPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO LORENZO DELLAI IERI L´INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO TIBETANO IN ATTESA DELL´ARRIVO DEL DALAI LAMA  
 
Trento, 17 novembre 2009 - Una "Carta di Trento" per il Tibet, sottoscritta dai rappresentati delle più importanti autonomie regionali del mondo, che riprenda i contenuti del Memorandum sottoposto dal Dalai Lama al governo cinese, e attorno alla quale raccogliere l´impegno degli organismi internazionali, Onu in testa: questa la proposta avanzata ieri dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai al Primo ministro del governo tibetano in esilio Samdhong Rimpoche, nell´incontro che ha preceduto l´apertura del convegno internazionale dedicato all´esame di alcune forme molto avanzate di autonomia in vigore in Europa e nel mondo (Catalogna, Paesi Bassi, Scozia, Irlanda, Quebec, Hong Kong, Europa sudorientale). Il convegno si chiuderà domani pomeriggio - martedì 17 novembre - con una tavola rotonda presso il centro Santa Chiara di Trento, a cui parteciperà Sua santità Tenzin Gyatso, il Xiv Dalai Lama. Il presidente Dellai stamani ha voluto dare personalmente il suo benvenuto al primo ministro del governo tibetano Samdhong Rimpoche, che guida la delegazione che parteciperà ai lavoro del convegno internazionale "Autonomia regionale, identità culturale e integrazione multinazionale: esperienze comparate per il Tibet. " "Crediamo di esssere una delle regioni che Sua Santità il Dalai Lama ha visitato più frequentemente - ha detto Dellai, riferendosi alle precedenti visite del Dalai Lama e al solido legame con il Trentino che da esse è nato - e pensiamo che il convegno organizzato qui a Trento possa offrire un aiuto importante alla causa tibetana. Siamo convinti che la scelta del memorandum sottoposto dal Dalai Lama al Governo cinese sull´autonomia del Tibet debba essere sostenuta con forza da tutte le regioni autonome a livello internazionale. Per questo crediamo di poter concludere l´incontro di domani con l´assunzione di un impegno a coinvolgere tante istituzioni nel mondo ad appoggiare la causa dell´autonomia del Tibet. Vorremmo lanciare da qui una sorta di ´Carta di Trento´ per il Tibet, che a partire dal confronto scaturito in questi giorni possa coinvolgere diversi soggetti territoriali, e poi anche le istituzioni internazionali, affinché diano il loro contributo al memorandum per il Tibet. " "Il nostro rapporto con il Trentino è sempre stato molto costante ed è crescito nel tempo - ha detto il Primo ministro tibetano - a tal punto che ogni volta che vengo da voi mi sembra di esere nel mio Paese, per la vostra accoglienza ma anche per la vostra natura e le vostre montagne, così simili alle nostre. Crediamo che questo convegno sia arrivato nel momento giusto; esso non può che rappresentare un contributo molto significativo alla causa della nostra autonomia vista anche la qualità degli esperti che si confrontano. L´atteggiamento del governo cinese non ci induce alla fiducia; dopo la protesta tibetana del 2008 ci sono state ulteriori restrizioni, anche alla mobilità dei tibetani fuori dal Tibet, che si è fortemente ridotta. Ma abbiamo fiducia nella possibilità di dialogare con il popolo cinese, al quale cerchiamo in ogni occasione di spiegare i contenuti del memorandum e la situazione dei diritti civili in Tibet. Abbiamo organizzato a Ginevra un evento rivolto ad eseperti e membri del mondo degli affari della Cina e abbiamo riscontrato interesse e attenzione. Questo succede anche quando il Dalai Lama, nel corso dei suoi viaggi, incontra gli studenti: abbiamo visto che gli studenti cinesi cominciano a partecipare a questi eventi, e ci auguriamo che da ciò possa scaturire un più forte dialogo. Anche in Italia riscontriamo una grande solidarietà da parte della società civile. Già ieri, arrivando qui, abbiamo visto esposte tante bandiere tibetane. Continuiamo dunque ad essere fiduciosi sul fatto che questi sforzi giungano a buon fine. " Il convegno sulle autonomie per il Tibet è iniziato ieri alle 9. 30 in sala Depero del Palazzo della Provincia. I lavori sono proseguiti fino alle 18 con una pausa fra le 13 e le 14. 30. Questa mattina la ripresa dei lavori, dalle 9 alle 12. 15. Alle 14. 30 nell´auditorium del Centro Santa Chiara di Trento l´attesa Tavola rotonda finale a cui partecipèerà anche il Dalai Lama. Informazioni al sito: http://portale. Unitn. It/eventi/autonomiaregionalecomparata/homepage. Do .  
   
   
SARDEGMA: IL PRESIDENTE CAPPELLACCI AGLI STATI GENERALI DELL´INFORMAZIONE  
 
 Alghero, 17 Novembre 2009 - Un invito ad esercitare sempre, con la massima libertà, il diritto di critica ("non mi sentirete mai, e’ un impegno che ribadisco qui in maniere solenne, lamentarmi quando mi chiederete conto di cose che non condividete"), ma anche un appello pressante ad accompagnarlo col dovere di cronaca dei fatti e nel rispetto della persona". E’ uno dei punti centrali dell’intervento del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, il 24 novembre, alla giornata conclusiva degli Stati generali dell’informazione svoltosi ad Alghero. "Nella mia vita professionale sono stato vicepresidente dell´ordine e sono uso a frequentare riunioni come questa. Oggi sono venuto ad ascoltarvi perché é sempre bene sentire le ragioni degli altri. Ci sono momenti in cui la logica della ‘controparte’ deve cedere il passo a quella della responsabilità – ha spiegato il Presidente -. Dinanzi ad una crisi come questa che stiamo attraversando, abbiamo tutti il dovere di unire gli sforzi. Le soluzioni risolutive in quanto tali non sono nella disponibilità della politica, neanche in quella delle grandi potenze mondiali. Ciò non significa che la politica non debba assumersi le sue responsabilità, ma, al contrario, che ci si deve impegnare per attenuare le conseguenze della crisi e creare i presupposti per la ripresa’’ "E´vero che il politico ha un rapporto schizofrenico rispetto ai media e rincorre troppo la telecamera. Quando si assume un ruolo pubblico si deve mettere in conto di andare sotto i riflettori ed essere anche inseguiti anche a discapito della privacy. Ho seguito, però, le recenti vicende di un mio collega presidente di Regione – ha aggiunto - . Non giudico i suoi comportamenti e non spetta a me farlo. Lo dico perché immagino lo shock che può provare un minore nel vedere il proprio padre dipinto in un certo modo. Vi invito a fare il vostro mestiere in maniera libera, a presidio della democrazia, ma vi invito a considerare anche il limite del rispetto della persona umana. Esiste un diritto alla libertà dalla informazione che é in qualche modo un contrappeso del diritto alla critica. Vi invito ad essere osservatori attenti e critici della politica re, perché serve ad orientare le nostre azioni e prometto – lo ribadisco - che non mi lamenterò mai di situazioni di questo tipo. Non considererò i giornalisti amici o nemici a seconda di quello che scrivono. Allo stesso tempo vi chiedo di tener fede ai principi deontologici cui si ispira la professione. Qui ci sono ottimi giornalisti e non è un caso che gli indici di lettura mostrino che i Sardi sono attenti a quanto scrivete. La forma corretta della notizia é quella che ci rende consapevoli della vita politica, culturale e sociale della nostra comunità’’. Il presidente Cappellacci ha, infine, invitato la politica e l´informazione a lavorare insieme anche per far si’ affinché i problemi della Sardegna abbiano l´attenzione nazionale che meritano. "Oggi manderò una lettera a tutti i direttori di testate nazionali affinché battaglie come quella degli operai Alcoa- ha concluso - abbiano l´attenzione che meritano anche dalla stampa e dal sistema radiotelevisivo nazionale. Non dico che sara’ questo a risolvere il problema, ma, come abbiamo visto per altri casi meno drammatici di quello dei 4 lavoratori che da giorni vivono, in condizioni davvero estreme, su un silos ad oltrre 60 metri di altezza, puo’ contribuire a sensibilizzare tutti e offrire un aiuto con il coinvolgimento di tutta l’opinione pubblica". .  
   
   
PASSERELLA NAZIONALE PER I PIUSS TOSCANI A VENEZIA  
 
Firenze, 17 novembre 2009 - Ventuno Comuni Toscani, nel corso del 2009, hanno beneficiato dell’utilizzo di 17 Piuss (Piani integrati di sviluppo sostenibile) ciascuno di valore compreso tra i 20 e i 50 milioni di Euro di fondi strutturali che la Regione ha messo a disposizione per promuovere interventi urbani. Le proposte Piuss presentate alla Regione dai Comuni hanno avuto un posto di primo piano a Venezia nell’ambito della rassegna Urbanpromo 2009, una vetrina di prestigio che promuove le migliori idee e le più avanzate innovazioni sui temi dell’urbanistica, promossa dall’Inu (Istituto nazionale di urbanistica). I pannelli e gli altri materiali che illustrano i contenuti delle 16 proposte Piuss finanziate dalla Regione sono stati esposti per cinque giorni nelle sale di Palazzo Cavalli Franchetti, sul Canal Grande, insieme ai pannelli provenienti da tutte le regioni e dalle città che hanno partecipato all’evento. Ogni Piuss contiene un nutrito pacchetto di progetti finalizzati alla riqualificazione urbanistica e allo sviluppo economico sostenibile. «I Piani toscani hanno superato i test della valutazione, presentano un buon livello nella qualità della progettazione ed è per questo che la Regione Toscana si è impegnata a reperire tutte le risorse che si rendono necessarie per il loro finanziamento». Così l´assessore all´urbanistica e territorio della regione Toscana, Riccardo Conti, li ha presentati a Venezia. “I Piuss – ha proseguito Conti – sono un esempio innovativo di progettazione del territorio. Il rapporto pubblico-pubblico è stato molto forte e questo ha favorito anche una forte capacità pubblica di progettare il territorio. I Piuss ci permettono di stare dentro la pianificazione territoriale, hanno dimostrato che in Toscana non c’è bisogno di una variante per progettare, di progettualità pubblica per non consumare il territorio”. I Piuss, analogamente ai progetti complessi, sono piani che operano su parti strategiche della città e consentono di integrare politiche pubbliche e progetti privati. La finalità del Piuss è strutturare un insieme di interventi per la realizzazione di obiettivi di sviluppo socioeconomico attraverso la valorizzazione della qualità urbana e ambientale. Poiché i capitali dei Piuss risiedono tra i fondi strutturali, i tempi di realizzazione devono essere piuttosto veloci e questo aspetto non sempre si concilia con i tempi della pianificazione territoriale locale, all’interno della quale i Piuss vengono inseriti. I Piuss rispondono in pieno agli obiettivi dell’Unione Europea che guardano alla rigenerazione urbana. Lo ha sottolineato Albino Caporale, Autorità di gestione del Por Creo, il programma comunitario che finanzia i Piuss: “Oggi guardiamo ai grandi progetti che ridisegnano le città e sono prodotti dalle città. La carica innovativa dei Piuss invita a guardare al dopo. Per certi versi è forse già il tempo di superare i Piuss nel senso che da strumento eccezionale potrebbe trasformarsi, adeguatamente rivisitati e integrati, in strumento ordinario di attuazione delle politiche di sviluppo nelle città e nelle aree urbane”. Per Pisa il direttore del piano strategico dell’area Pisana, Giuseppe Sardu, ha presenta il piano Pisa2 (Pisa per Pisa): i progetti di intervento previsti (recupero delle mura comunali e riqualificazione di piazza Cavalieri) mirano ad aumentare la fruibilità del centro, ad uso e consumo della collettività cittadina. Martina Nardi, Vicesindaco di Massa, ha descritto il Piuss come una “grande occasione per riformulare una progettualità complessiva che sia motivo di ripresa economica”. Nello specifico, il Piuss ha permesso alla Pubblica Amministrazione di aprirsi a una visione estesa oltre al Comune e di risolvere alcuni nodi che, a causa della mancanza di un piano strutturale, non erano ancora mai stati affrontati. L’obiettivo primario (produrre una sinergia tra i luoghi del commercio e i luoghi della storia) passa attraverso una serie di interventi che promuovono la fruibilità degli spazi (tra i quali una scala mobile che passa attraverso la città per raggiungere il Castello Malaspina) e la riqualificazione e la rifunzionalizzazione di grandi contenitori urbani (come, ad esempio, l’ex mercato ortofrutticolo). Il Piuss di Grosseto (descritto da Massimo Bressan, che rappresenta il Comune) mira, invece, a valorizzare il patrimonio culturale e ambientale finanziando un Nuovo Centro Nazionale per la Documentazione Etrusca e una pista ciclabile che lo connette alla zona archeologica della città. L’assessore alle Politiche Comunitarie Internazionali e alla Cooperazione Decentrata del Comune di Arezzo, Alessandro Caporali, ha descritto il Piuss del proprio Comune come un insieme ponderato e organico di interventi, che punta a rivitalizzare il centro storico attraverso il riutilizzo di immobili pubblici esistenti inutilizzati e la riqualificazione complessiva dell’ambiente urbano, inteso come sistema dell’accoglienza e della coesione sociale. .  
   
   
LA REGIONE CALABRIA INVESTE 425 MILIONI DI EURO PER LE AREE URBANE  
 
Reggio Calabria, 17 novembre 2009 - Si è riunito il 13 novembre, a Palazzo Alemanni, il Tavolo di partenariato regionale per l´urbanistica e il governo del territorio. Presenti il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, l´assessore regionale all´Urbanistica Michelangelo Tripodi, il dirigente del dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria Salvatore Orlando, la dirigente generale del dipartimento Urbanistica, Rosaria Amantea e numerosi rappresentati di Province e Comuni calabresi, tra i quali la presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, il sindaco di Lamezia Gianni Speranza, il vicesindaco di Catanzaro Antonio Tassoni. Obiettivo comune: gestire in sinergia con gli enti locali,e in maniera coerente, le risorse destinate dalla Programmazione unitaria, al progetto integrato del “Sistema delle aree urbane regionali”. Circa 425 milioni di euro: è questa la cifra complessivamente investita dalla Regione nel progetto integrato che mira a sostenere la crescita e la diffusione delle funzioni urbane superiori per migliorare la fornitura di servizi di qualità nelle città e nei bacini territoriali di riferimento, ma anche ad elevare la qualità della vita attraverso il miglioramento delle condizioni ambientali e la lotta ai disagi derivanti dal degrado e dalle situazioni di marginalità urbana. Già individuati i poli per lo sviluppo della regione e dunque le aree destinatarie delle risorse; con i fondi comunitari Fesr (299 milioni di euro) erano già state indicate e scelte 8 polarità urbane: Cosenza-rende, Lamezia, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Corigliano-rossano e la Piana di Gioia Tauro. La Giunta ha voluto che ad altre sei aree (rimaste escluse dai finanziamenti comunitari) venissero dedicate risorse finanziarie per l´ammontare di circa 126 milioni di euro: si tratta dei sistemi urbani del Soveratese, del Pollino, del Tirreno cosentino, del Vibonese, del Crotonese e della Locride. I progetti dedicati allo sviluppo urbano di queste aree saranno finanziati attraverso il Par-fas 2007/2013. Le risorse dunque ci sono, adesso è il momento della selezione dei progetti che favoriscano lo sviluppo delle aree prescelte. “La selezione sarà più veloce, grazie all´eliminazione dei bandi – ha detto il dirigente generale del dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, Salvatore Orlando – e dai rappresentanti dei territori ci aspettiamo progetti importanti, magari pochi ma validi”. Un incontro importante, un passo decisivo verso una gestione davvero unitaria e coerente dello sviluppo urbanistico della regione, come ha spiegato il presidente Loiero: “Come è chiaramente emerso dall´incontro di stamattina, con gli enti locali la sinergia è molto avvertita e molto forte anche sul criterio del riparto delle risorse. Anche gli amministratori di centrodestra hanno apprezzato il lavoro fatto; d´altra parte quando si cammina insieme, al momento delle decisioni è difficile dissentire e noi abbiamo sempre valorizzato il partenariato. Quando ci sono mancati i fondi dell´Europa, per i quali si richiedeva che le aree interessate rispondessero ad alcuni requisiti di cui non tutti i territori potevano disporre – ha detto il Presidente Loiero – la Giunta regionale e il sottoscritto hanno discrezionalmente immaginato che sui fondi Fas potessero ricadere proprio i territori che erano rimasti fuori, come la Locride, il Tirreno cosentino, il Soveratese. Questo l´abbiamo fatto perchè vogliamo che ci sia uno sviluppo armonico dell´intero territorio”. Di grande partecipazione e soddisfazione per l´incontro ha parlato anche Rosaria Amantea, dirigente generale del Dipartimento urbanistica. “E´ giusto che quando si pianifica su un territorio vengano coinvolti tutti i soggetti che possono dare un contributo. Il passaggio di oggi era fondamentale perchè abbiamo una disponibilità di risorse che devono essere utilizzate secondo progetti concreti, visibili, realizzabili. Ma dobbiamo decidere tutto insieme ai comuni responsabili delle polarità urbane individuate. Finalmente – ha concluso Amantea – la Calabria mette al primo posto la concertazione e la coerenza fra pianificazione e programmazione finanziaria”. .  
   
   
IL PIEMONTE È SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE L’INDICE SOCIO-ECONOMICO DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE MOSTRA UNA PERFORMANCE POSITIVA IN CRESCITA GLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI E L’ATTRATTIVITÀ DEGLI ATENEI PIEMONTESI  
 
Torino, 17 novembre 2009 - È stato presentato lunedì 16 novembre 2009, presso il Centro Congressi Torino Incontra di via Nino Costa 8 a Torino, il settimo Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte, vero e proprio monitoraggio dello sviluppo regionale sui mercati esteri, inteso come livello di proiezione commerciale, sociale e culturale, realizzato da Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. Il volume è concepito come strumento per realizzare efficaci politiche locali a supporto dell’internazionalizzazione, nell’ottica di rispondere ad una forte esigenza conoscitiva e di sostegno alle policies. Accanto all’interscambio di merci e servizi, agli investimenti diretti esteri in Piemonte e a quelli piemontesi all’estero, assumono un peso rilevante anche altri fattori, quali la dotazione di capitale umano, la conoscenza e le relazioni istituzionali, oggi più che mai fondamentali per lo sviluppo economico e sociale. Dopo i saluti di Sergio Conti, Assessore alle Politiche territoriali e Statistica della Regione Piemonte, e di Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte, è seguita la presentazione del Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte 2008 a cura di Paolo Bertolino, Direttore di Unioncamere Piemonte, e di Roberto Strocco, Responsabile Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte. Il Presidente del Centro Estero per l’Internazionalizzazione Camillo Venesio; il Direttore Generale Opde Investment España Ramon Tejada; e il Direttore Generale Incomedia Federico Ranfagni hanno poi preso parte alla tavola rotonda “I modelli territoriali di attrazione degli investimenti e internazionalizzazione in Europa”. Ha concluso i lavori Andrea Bairati, Assessore all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte. “Nonostante i colpi inferti dalla crisi che ha investito l’economia mondiale, il grado di internazionalizzazione del Piemonte continua a crescere, progredendo rispetto alla media italiana. L’incremento è dovuto soprattutto alla ripresa degli investimenti diretti esteri in entrata e alla crescente attrattività esercitata dagli Atenei piemontesi - ha commentato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. L’indice di internazionalizzazione del Piemonte tiene conto di indicatori sia sociali che economici: non va dimenticato, infatti, che in un mercato sempre più globale, giocano un ruolo fondamentale nel grado di proiezione internazionale di un territorio anche la dotazione di capitale umano, la conoscenza e la natura delle relazioni istituzionali. Le scelte localizzative delle imprese sono, infatti, sempre più orientate alla ricerca di un territorio complessivamente competitivo, che riesca ad offrire un contesto positivo sia dal punto di vista ambientale e infrastrutturale che da quello burocratico e istituzionale”. Ha commentato l´assessore all´Industria e alle Politiche per l´Internazionalizzazione della Regione Piemonte, Andrea Bairati: "Che il 2009 sia caratterizzato da una profonda crisi strutturale, di natura prevalentemente finanziaria, è cosa nota a tutti. La prima conseguenza di questa situazione è il crollo del commercio internazionale, a partire dall’autunno dello scorso anno. Sebbene si sia registrata una contrazione superiore al 30% su base annua, gli analisti prevedono a breve una, seppur minima, ripresa dell’attività economica mondiale, che sarà verosimilmente trainata dai paesi emergenti. In questa delicata fase è dunque necessario limitare al massimo le conseguenze per il nostro tessuto economico per evitare che si traducano in un’ulteriore perdita di capacità competitiva. Siamo convinti che la strada intrapresa, che passa attraverso la valorizzazione del capitale umano e la riconversione in chiave tecnologica del parco industriale regionale, sia quella giusta nonchè l’unica percorribile e che il nostro sistema economico sarà trainato – nel prossimo futuro - dalle aziende di qualità che avranno saputo innovare e aprire la propria capacità produttiva al mercato internazionale". L’indice Di Internazionalizzazione Del Piemonte - L’indice sintetico di internazionalizzazione (Isei) si basa su due approcci. Il primo affronta l’internazionalizzazione in un’ottica dinamica, con un calcolo “per punti”; tale metodo, utilizzato anche nel mondo borsistico, consente di evidenziare in maniera puntuale l’avanzamento o l’arretramento internazionale del territorio nel corso degli anni. Il secondo approccio dell’indice affronta, invece, l’internazionalizzazione sotto un profilo di benchmarking territoriale, utilizzando il metodo dei numeri indice, con una media pari a 100 per il valore nazionale. Questo approccio evidenzia quindi il posizionamento strutturale del Piemonte nei confronti di altre regioni italiane competitors. Nel 2009, il calcolo dell’indice dell’internazionalizzazione del Piemonte ha fornito un valore pari a 12. 914 punti, realizzando una variazione positiva del +3% rispetto all’indice calcolato per il Rapporto 2008. Le ragioni dell’incremento realizzato rispetto all’anno precedente sono sintetizzabili in due punti: la ripresa, dopo il saldo negativo registrato nel 2007, degli investimenti diretti esteri netti in entrata in Piemonte e la crescente attrattività esercitata dai poli universitari piemontesi sugli studenti stranieri. Per quanto riguarda gli investimenti diretti, nel corso del 2008 il Piemonte ha attratto investimenti per un ammontare pari a circa 7 miliardi di euro, in calo rispetto ai 13,7 del 2007; per contro, l’ammontare dei disinvestimenti nel 2008 è risultato pari a 5,1 miliardi di euro, a fronte dei 13,8 miliardi registrati nel 2007: il saldo è quindi positivo per 1,9 miliardi di euro (lo stesso saldo, nel 2007, risultava negativo per un ammontare pari a 107,4 milioni di euro). Un altro fattore di internazionalizzazione è la continua ascesa degli iscritti stranieri tra gli studenti universitari: la quota è passata dal 4,2% dell’anno accademico 2006/2007 al 4,6% dell’anno accademico 2007/2008, mentre la crescita degli iscritti stranieri si è attestata al +16,9%. Analogamente agli scorsi anni, è stato poi costruito l’Indice di internazionalizzazione nell’ottica di benchmarking, ponendo i dati italiani uguale a 100 e ricalcolando con questo parametro i valori del Piemonte e di alcune delle principali regioni competitors. Si evidenzia in prima battuta come, a conferma di una tendenza pluriennale, il Piemonte sembra essere più internazionalizzato della media italiana di quasi 21 punti percentuale. Anche nel 2009 il calcolo dell’Indice di Internazionalizzazione rivela, infatti, come il Piemonte si caratterizzi per una maggiore apertura all’estero rispetto al dato nazionale, sia nella componente economica dell’indice che in quella sociale. Nel dettaglio della componente sociale, si segnala in primo luogo la spiccata attrattività esercitata dagli Atenei piemontesi sugli studenti universitari stranieri, quindi la più elevata incidenza della popolazione straniera residente in Piemonte rispetto a quanto si osserva a livello nazionale. La capacità del sistema ricettivo piemontese di convogliare sul territorio regionale la componente del turismo straniero si pone, invece, al di sotto della media nazionale. Sul fronte economico, si registrano valori dell’indice al di sopra della media nazionale su tutti i fronti considerati: si segnala, in primo luogo, la più elevata attrattività piemontese degli Ide stranieri rispetto a quella esercitata a livello nazionale, quindi la maggiore propensione al commercio internazionale, frutto essenzialmente della più marcata propensione al commercio internazionale di merci. Il confronto tra il numero indice complessivo calcolato per il Piemonte e quelli di altre regioni competitors evidenzia, in primo luogo, come questo presenti valori inferiori solo a quello della Lombardia. Al di là di qualsiasi considerazione generale, ogni regione manifesta profonde specificità territoriali: Lombardia e Veneto manifestano da sempre le più spiccate propensioni al commercio internazionale. Tuttavia, mentre la Lombardia appare più internazionalizzata dell’Italia (con riferimento a tutte le tematiche prese in considerazione, a testimonianza della competitività generale del suo territorio), il Veneto mostra una ridotta capacità di attrazione di investimenti diretti esteri, mentre risulta competitivo in tutte le componenti sociali. L’emilia Romagna esibisce una minore propensione all’internazionalizzazione economica rispetto al sistema Italia considerato nel suo complesso, caratteristica che è frutto, in primo luogo, della debolezza mostrata dal territorio sul fronte dell’attrazione di capitali dall’estero, mentre sul piano sociale manifesta una profonda specificità nella formazione di studenti universitari stranieri, maturata grazie alla elevata partecipazione studentesca di origine straniera presso l’Università di Bologna.
Import-export Di Merci E Di Servizi - Nell’ultima parte del 2008, l’economia internazionale è stata caratterizzata da una forte decelerazione della dinamica espansiva manifestata negli anni precedenti, fenomeno che ha assunto vasta portata coinvolgendo non solo le economie avanzate, ma anche, seppur in misura minore, quelle emergenti. La crisi che ha investito l’economia internazionale ha avuto forti ripercussioni anche sugli scambi di beni e servizi, fenomeno che va analizzato, quindi, alla luce di queste considerazioni. Nel 2008, le esportazioni piemontesi sono cresciute dell’1,5% rispetto all’anno precedente sfiorando la quota dei 38 miliardi di euro (a livello nazionale la stessa variazione è stata dello 0,3%). Valutando, tuttavia, le singole performance trimestrali, si osserva come alle variazioni tendenziali positive del +3,7%, +8,1% e +5,0% registrate rispettivamente nel I, Ii e Iii trimestre del 2008, abbia fatto seguito la flessione del -10,3% subìta nell’ultimo trimestre dell’anno. Nel periodo gennaio-giugno 2009 è proseguita la fase decrescente delle esportazioni regionali, che hanno registrato un calo del -28,3% rispetto allo stesso periodo del 2008, flessione più marcata rispetto a quella registrata a livello nazionale (-24,2%). Il Piemonte si conferma comunque la quarta regione esportatrice con una quota del 10% dell’export italiano. La flessione delle esportazioni piemontesi trae origine dalle deludenti performance realizzate da tutti i principali comparti regionali: il settore dei mezzi di trasporto sconta una flessione dell’export pari al -29,8%, mentre per la meccanica la contrazione è pari al -33,4%; è negativo anche il trend per il tessile-abbigliamento (-23,8%), mentre è più contenuta la contrazione dell’export per il settore alimentare (-10,6%). Quanto ai mercati di sbocco, la flessione più consistente ha riguardato le vendite dirette ai partner dell’Ue 27 (-30,5%), mentre quelle destinate ai Paesi extracomunitari hanno subìto un calo di 23,9 punti percentuale. Per quanto riguarda il commercio di servizi, nel 2008 il Piemonte ha contribuito per il 4,6% all’export italiano, e per il 7,4% all’import, qualificandosi come quinta regione esportatrice e terza forza importatrice. I crediti verso l’estero per la vendita di servizi (al netto della componente non disaggregabile dei trasporti) ammontano a 3. 093 milioni di euro, dato in calo rispetto ai 3. 196 milioni registrati nel 2007. La flessione tendenziale di 3,2 punti percentuale, più contenuta rispetto al -14% dell’anno precedente, può essere in larga parte attribuita alla diminuzione dell’export relativo alle voci comunicazione e costruzioni. Per quanto riguarda, invece, gli acquisti di servizi dall’estero, si evidenzia una crescita di 3,7 punti percentuale rispetto all’anno precedente. Le importazioni sono state pari a 4. 907 milioni di euro, e si sono concentrate nelle componenti dei viaggi, altri servizi alle imprese e comunicazioni. Il saldo appare ancora una volta negativo per 1. 814 milioni di euro, manifestando un peggioramento significativo rispetto ai valori rilevati negli anni precedenti. Ragionando in termini di saldi tra vendite e acquisti, emerge come, nel 2008, il valore delle vendite abbia superato quello degli acquisti in tutti i comparti. La Bilancia Tecnologica Del Piemonte - Analogamente a quanto registrato per la Bpt italiana, e in linea con la tendenza tradizionalmente manifestata, nel 2008 il saldo della Bilancia dei pagamenti della tecnologia del Piemonte è positivo per un ammontare di circa 370 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente (+12%). Il Piemonte si colloca così al primo posto tra le regioni italiane per avanzo della Bpt, superando la Lombardia, in attivo per oltre 198 milioni di euro. Il saldo positivo del 2008 è riconducibile in primo luogo al consistente surplus registrato per i servizi con contenuto tecnologico (+218 milioni di euro), concentrato per la maggior parte negli studi tecnici e di engineering (dove l’attivo è pari a 191 milioni). Importante anche l’avanzo apportato dalla voce del commercio in tecnologia (+160 milioni di euro), all’interno della quale incidono in misura determinante i diritti di sfruttamento di brevetti (con un surplus di 148 milioni). Gli incassi per tecnologia non incorporata in bene ammontano a poco più di 530 milioni di euro, in sostanziale continuità con il 2007, mentre i pagamenti sono pari a 160 milioni di euro, in forte diminuzione (-22%) rispetto all’anno precedente. È evidente, quindi, come l’espansione del saldo della Bpt sia riconducibile essenzialmente ad una contrazione della tecnologia in ingresso in regione, mentre la competitività del Piemonte nel contesto internazionale, misurata dall’andamento degli incassi derivanti dalle vendite e quindi dalla capacità esportativa, si mantiene stabile. Investimenti Diretti Esteri Il Piemonte detiene la seconda posizione tra le regioni italiane per flusso di Ide in entrata, tenuto conto che nel 2008 gli Investimenti diretti esteri nella regione, al netto dei disinvestimenti, hanno toccato quota 1,9 miliardi di euro. Gli investimenti provenienti dall’estero si sono ridotti di 49 punti percentuale, in concomitanza di un’ancor più brusca frenata dei disinvestimenti (-63%), che ha permesso di ottenere un saldo positivo. Il Piemonte evidenzia invece un forte rallentamento nei flussi Ide all’estero. Nel 2008, gli Investimenti diretti esteri piemontesi, al lordo dei disinvestimenti, sono diminuiti rispetto al 2007, passando da 7,5 a 5,5 miliardi di euro,mentre non sono calati rispetto all’anno precedente i disinvestimenti, che rimangono a quota 7,9 miliardi di euro; di conseguenza il saldo ha toccato quota -2,4 miliardi di euro, in netto peggioramento rispetto agli anni precedenti. Imprenditori Stranieri - Nel 2008, il numero degli imprenditori stranieri presenti in Piemonte ammonta a 45. 662 unità, pari al 6% degli imprenditori operativi in regione: l’incremento rispetto all’anno precedente è stato del 7,8%, mentre se si confronta il dato con quello del 2000, il numero di imprenditori è più che raddoppiato (+127%). Tra le etnie più numerose si ritrovano anzitutto quelle marocchina e rumena, cui appartengono rispettivamente il 17% e il 16% degli imprenditori stranieri attivi in Piemonte. Seguono albanesi, francesi, cinesi, svizzeri e tedeschi. I settori privilegiati dall’imprenditoria straniera continuano ad essere quelli del commercio e delle costruzioni. Incrociando i dati relativi ai settori di attività con quelli dei Paesi d’origine, emerge la forte propensione dei soggetti provenienti dell’est europeo e dai Balcani ad avviare attività nel ramo delle costruzioni, mentre le imprese commerciali costituiscono il principale sbocco per marocchini, asiatici e centro africani. Il Turismo Internazionale - Nel 2008, il numero di turisti stranieri giunti in Piemonte per trascorrervi almeno una notte è stato pari a 1. 160. 395, per un ammontare complessivo di presenze pari a 4. 087. 569; gli straneri hanno soggiornato in Piemonte, in media, per 3,6 giorni. Così come nel 2007, anche per il 2008 il Distretto Turistico dei Laghi si configura quale mèta privilegiata dai turisti stranieri: l’area ha ospitato il 46,1% degli arrivi e il 54,0% delle presenze straniere complessivamente registrate sul territorio, nonostante si siano verificati cali pari rispettivamente al 5,5% e al 5,3% rispetto al 2007. Il complesso dell’Atl di Turismo Torino e Provincia ha accolto, poi, il 21,2% dei visitatori stranieri giunti sul territorio piemontese, e il 21,8% delle presenze, subendo dinamiche negative rispetto al 2007, risultato che va letto alla luce del fisiologico calo di interesse per i luoghi che hanno ospitato le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Quanto ai Paesi di provenienza dei turisti stranieri, anche nel 2008 il mercato tedesco resta primo in termini di flussi in arrivo in regione, anche se si registra un calo rispetto all’anno passato. Tra le dinamiche più rilevanti, si segnala, infine, la straordinaria espansione del mercato cinese. .
 
   
   
NUOVI INVESTIMENTI (3 MILIONI) PER COMUNI E ASSOCIAZIONI NON PROFIT VIA LIBERA DELLA GIUNTA LIGURE ALL´INTEGRAZIONE AL PROGRAMMA 2009  
 
 Genova, 17 Novembre 2009 - La giunta della Regione Liguria ha stanziato ulteriori 3 milioni di euro per il programma 2009 di investimenti infrastrutturali per i comuni e le associazioni non profit, già finanziato con 12 milioni di euro. Il programma, illustrato ieri nel pomeriggio dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, sostiene interventi, attraverso contributi, nel campo della viabilità, urbanistica, opere di difese a mare, edilizia pubblica e scolastica e riqualificazione urbana, tutela ambientale e parchi, beni culturali e impianti sportivi, politiche sociali. Il provvedimento della giunta rimodula anche una parte di finanziamento per 950 mila euro. In provincia di Genova il riparto assegna 1 milione 100 mila euro, in quella di Imperia 1 milione 190 mila. Al Savonese vanno 840 mila euro e 820 mila sono stati ripartiti fra i comuni dello Spezzino. Fra i 61 interventi compresi nella delibera, la messa a norma dei teatri Albatros e Govi in Valpolcevera, il campo di calcio nella fascia di rispetto e di rio San Michele a Prà, la pista di pattinaggio al Palacep, il parco del bosco delle Fate a Fontanigorda dedicato a Giorgio Caproni, il restauro della Badia di Tiglieto, il recupero dell´imbarcazione storica paraggina "Sciacchetrà" a Riomaggiore, nelle Cinque Terre, il restauro della facciata del comune di Mallare, nel Savonese e di Pontedassio in provincia di Imperia. Fra gli altri interventi, il completamento e la ristrutturazione delle piscine di Genova Multedo e Nervi, un nuovo tabellone elettronico per quella del Boschetto di Camogli, l´impianto di petanque a Pegli, i nuovi giochi nel parco della Lavagnina a Sestri Levante, un attracco con boe intelligenti per piccole imbarcazioni nel porticciolo di Laigueglia, la messa in sicurezza antisismica della scuola di Vezzano, l´illuminazione nel parcheggio di Carrodano Superiore. .  
   
   
PRESIDENTE FVG TONDO A ASSEMBLEA UNINDUSTRIA PORDENONE CON PRESIDENTE CONFINDUSTRIA, EMMA MARCEGAGLIA - PRESENTATO UN PROGETTO CHE PROIETTA IL FRIULI OCCIDENTALE NEL PROSSIMO DECENNIO.  
 
Pordenone, 17 novembre 2009 - Pordenone sta vivendo in pieno la crisi economica che riguarda tutto il mondo. Sembra che qui abbia attecchito più che altrove: forse per fragilità antiche, forse perché il sistema produttivo portante è fatto di settori (meccanica e legno) particolarmente colpiti. Davanti a una situazione del genere o ci si rassegna e si cerca di sopravvivere; oppure si cerca una strada nuova, un progetto che non solo aiuti a superare il contingente, ma apra prospettive nuove per il futuro. È questa la strada scelta da Unindustria di Pordenone, che ieri ha celebrato nel Teatro Comunale la propria assemblea pubblica annuale - alla presenza delle massime autorità regionali, provinciali e locali e della presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia - presentando un progetto che proietta il Friuli Occidentale nel prossimo decennio. Una strada condivisa dal presidente della Regione, Renzo Tondo - intervenuto assieme al presidente del Consiglio regionale, Edouard Ballaman, e a numerosi assessori e consiglieri regionali "a significare l´attenzione della Regione per questa parte di territorio" - perché "non volta a richieste o a rivendicazioni, ma a indicare un obiettivo da perseguire tutti assieme, ognuno nel proprio ruolo di responsabilità, e improntata a un ottimismo non di facciata ma della ragione". La parola d´ordine di tutti gli interventi sembra essere stata "no all´immobilismo per lavorare assieme" (sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello), "sì a ritrovare la compattezza di un tempo per tornare a crescere" (Alessandro Ciriani, presidente della Provincia), "è necessario essere realisti e responsabili rispetto alle condizioni di oggi e alle sfide future" (Alessandro Calligaris, presidente di Confindustria Fvg), coltivare "il sogno che attraverso la somma di eccellenze faccia diventare la nostra provincia e la nostra regione il miglior luogo dove lavorare, studiare, vivere" (Maurizio Cini, presidente Unindustria Pordenone). A queste parole d´ordine e alle indicazioni progettuali illustrate dal vicepresidente di Unindustria, Luigi Campello, e scaturite dall´indagine svolta da Mckinsey, ha risposto il presidente Tondo, delineando l´azione della Regione. "Siamo tutti d´accordo che dobbiamo lavorare assieme su innovazione, infrastrutture, internazionalizzazione. Ma va chiarita la situazione della Regione, che per la prima volta ha dovuto affrontare la legge finanziaria in una situazione di decremento delle risorse. Grazie all´azione intrapresa dal precedente governo regionale e irrobustita da questo, abbiamo messo in bilancio tutte le entrate che lo Stato ci deve: 480 milioni di euro, di cui solo 200 stanziati; abbiamo aumentato l´indebitamento di 200 milioni di euro (ma lo scorso anno abbiamo provveduto a porre risorse per il suo calo); abbiamo contento l´aumento della spesa sanitaria al 2 per cento: nonostante tutto ciò mancano all´appello ancora 260 milioni. Ciononostante stiamo provvedendo a dotare la regione delle grandi infrastrutture che mancano e che nessuno ha fatto nonostante le risorse ci fossero". "Per questo oggi bisogna coniugare il lavoro con un pragmatismo lungimirante - ha affermato il presidente - bisogna amministrare con oculatezza, ridurre il debito, vendere quelle parti di società non strategiche per la Regione, concentrare le risorse disponibili sul welfare: abbiamo prodotto una legge anticrisi condivisa da tutti gli schieramenti che ha messo a disposizione delle imprese 450 milioni di euro nel momento in cui il credito è difficoltoso". Questa la strada indicata da Tondo per governare una situazione difficile e senza precedenti, che dovrà continuare prevedendo la semplificazione del sistema pubblico e una "politica delle entrate" basata sull´invito alle imprese e agli enti di versare le tasse in regione. Sulle infrastrutture, poi, "è in corso uno sforzo considerevole, che ci vede impegnati, anche grazie al commissariamento delle grandi opere, a realizzare - i tempi sono ormai vicini alla concretezza con l´imminente avvio dei primi cantieri - le infrastrutture che ci mancano: come la terza corsia della A4, per la quale spenderemo 2 miliardi di euro, risorse nostre e derivanti da pedaggio per un´opera di interesse nazionale; come la Sequals-gemona per la quale entro l´anno esamineremo le offerte di finanza di progetto". Quindi l´impegno sulla banda larga, sull´aiuto alle imprese a essere competitive, sulla sburocratizzazione del sistema, sulla riforma del sistema sanitario, sulle politiche per l´innovazione e lo sviluppo da finanziare con risorse recuperate dalla lotta agli sprechi. "Servono - ha concluso Tondo - sacrifici per avere una maggiore equità e vorremmo fosse chiaro che la nostra specialità regionale si coniuga con responsabilità". L´assemblea di Unindustria ha poi visto gli interventi di Jean Paul Fitoussi, responsabile dell´Osservatorio francese delle Congiunture economiche, intervistato dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini, e si è conclusa con l´intervento della presidente Emma Marcegaglia. .  
   
   
OGGI A LIVORNO BERTOLUCCI E CONTI ALLA CONSULTA DEL MARE (MUSEO DI STORIA NATURALE, ORE 10.30) «RAFFORZIAMO IL COORDINAMENTO CON ENTI LOCALI DI COSTA E ISOLE» CON GLI ASSESSORI REGIONALI INTERVENGONO SINDACI E PRESIDENTI DELLE PROVINCE COSTIERE  
 
Firenze, 17 novembre 2009 - L´analisi del documento sulle nuove politiche di coesione relative alle politiche integrate del mare e delle isole minori (elaborato dalla seconda Conferenza europea delle piccole isole), la situazione dei servizi di trasporto Toremar dopo la firma dell´accordo a Palazzo Chigi il 3 novembre scorso, i risultati della riflessione sulla crisi del settore nautico in toscana dopo il convegno di Viareggio del luglio scorso. Questi i punti all´ordine del giorno della riunione della Consulta del mare, in programma oggi a Livorno alle 10. 30 presso il Museo di storia naturale del Mediterraneo. Insieme all´assessore al bilancio e alle politiche del mare Giuseppe Bertolucci interverrà anche Riccardo Conti, assessore al territorio, infrastrutture e trasporti, oltre ai sindaci dei 35 Comuni e ai presidenti delle 5 Province della costa. Durante la seduta saranno consegna te ai partecipanti due pubblicazioni della Regione, l´Agenda della Toscana del mare 2009 e gli atti di Insulae 2009, la Conferenza europea delle piccole isole che si èsvolta nel settembre scorso a Portoferraio. «Vogliamo rafforzare - afferma l´assessore Bertolucci - il coordinamento con tutte le istituzioni locali della costa e delle isole perché lo consideriamo essenziale per fronteggiare le sfide che la situazione economica e sociale ci pone. In particolare, per superare la crisi e guardare al futuro è importante fare leva sugli elementi di forza della Toscana del mare, affrontando e risolvendo il problema della continuitàterritoriale e dei servizi, nonché le opportunità per i territori svantaggiati come quelli insulari. E proprio su questi argomenti, oltre che sul documento sulle nuove politiche di coesione, verterà l´incontro che avremo a Bruxelles nei giorni 18 e 19 novembre con rappresentanti dell´Unione europea». Tutta dedicata al mare è la missione in Belgio dell´assessore Bertolucci che mercoledì 18 novembre incontrerà Tosca Barucco, responsabile Ue delle politiche di cooperazione nel mediterraneo oltre che consigliera della rappresentanza permanente a Bruxelles, e Giorgio Gallizioli della Direzione generale “mare”. In programma il giorno successivo un incontro con Guido Milana, vicepresidente della Commissione per la pesca del parlamento europeo, e Fabrizia Benini della Direzione generale “mare”. A tutti gli interlocutori verrà presentato il “Contributo alle nuove politiche di coesione con riferimento alle politiche integrate del mare e delle isole minori”. .  
   
   
PAGAMENTI ALLE IMPRESE, 100 MILIONI DALLA REGIONE TOSCANA AI COMUNI OLTRE IL PATTO DI STABILITÀ, SERVIRANNO PER GLI INVESTIMENTI GIÀ EFFETTUATI  
 
Firenze, 17 novembre 2009 - «Il governo regionale mette a disposizione degli Enti locali un plafond finanziario di circa 100 milioni di euro affinché possano pagare le imprese per gli investimenti già effettuati, altrimenti limitati dal Patto di Stabilità interno. Si tratta di un ulteriore passo a sostegno del tessuto produttivo regionale in un momento di difficoltà segnato dalla crisi internazionale. Con questo atto aggiungiamo un altro importante tassello al pacchetto di misure anticrisi con cui la Regione sta sostenendo le nostre imprese. » Lo ha annunciato ieri a Firenze il presidente della Regione Toscana Claudio Martini commentando l´esito positivo del confronto con il governo nazionale che ha visto protagonista l’assessore regionale al bilancio, Giuseppe Bertolucci, insieme all’Anci, all’Upi, alle categorie produttive dell’industria, dell’artigianato, del commercio e del turismo. Potranno superare i limiti imposti dal Patto di Stabilità interno 2009, grazie alla cessione della quota di liquidità da parte della Regione Toscana, gli enti definiti “virtuosi” che presentano i seguenti parametri: rispetto del patto di stabilità interno 2007; rapporto tra numero dei dipendenti e numero di abitanti inferiore alla media nazionale; spesa corrente 2008 di ammontare non superiore a quello medio corrispondente registrato nel triennio 2005-2007. Nelle scorse settimane l’assessore al bilancio Bertolucci aveva scritto direttamente al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti facendosi interprete delle esigenze degli Enti locali e delle imprese toscane. Nella missiva si chiedeva al ministro la completa applicazione della Legge n. 33 del 9 aprile 2009. «Enti locali e aziende sono oggi accomunate da un destino comune: l´estremo bisogno di liquidità. In questo drammatico momento le imprese senza sufficiente liquidità rischiano di non pagare a loro volta i fornitori, di dover licenziare i lavoratori, di arrivare persino al fallimento. E´ per questo che abbiamo percorso – ha continuato l’assessore Bertolucci – tutte le strade possibili per supportare gli stessi Enti locali mettendoli in condizione di dare una boccata d’ossigeno alle aziende che non possono riscuotere per gli effetti della vigente normativa sul patto di stabilità interno». «Prendiamo atto con piacere della sensibilità dimostrata dal Ministero dell’Economia - ha detto l´assessore - che ha permesso questa significativa manovra, argomentando in maniera non solo formale la sua autorizzazione, evidenziando un concreto spirito di leale collaborazione nei confronti della Regione, degli enti locali toscani e dell’insieme delle imprese che operano nel territorio regionale». Da subito la Regione Toscana adotterà tutti gli atti necessari per consentire l’immediata immissione di liquidità nel sistema economico - produttivo toscano. Una delibera di giunta fisserà i dettagli dell’operazione, fissando i criteri di assegnazione delle autorizzazioni ai pagamenti da parte degli Enti locali. «Si è trattato – ha concluso Bertolucci – di un importante risultato al quale abbiamo lavorato con convinzione, in uno spirito di collaborazione con il governo, che ringraziamo per la pronta e fattiva attenzione al problema, da noi posto a nome di tutto il sistema istituzionale e produttivo della Toscana». .  
   
   
A MATERA IL 18-11 CONVEGNO SU DEVIANZA E CRIMINALITÀ  
 
Matera, 17 novembre 2009 - L’unitep,università della terza età e dell’Educazione Permanente di Matera, ha organizzato per il 18 novembre 2009, alle ore 16,30 presso la Camera di Commercio il convegno “ Alle origini della devianza e della criminalità”. “Durante l’incontro è prevista la partecipazione di esponenti delle istituzioni” – ha dichiarato il presidente Antonio Pellecchia – “della giustizia e della politica della provincia e della regione. Scopo dell’Unitep, è quello di sensibilizzare sempre più le istituzioni e la collettività sulla consapevolezza del crescente fenomeno del disagio giovanile, e sugli aspetti di grave allarme sociale ad esso associati che si concretizzano con le ormai note forme di violenza di micro criminalità urbana, come bullismo e vandalismo e l’abuso di sostanze stupefacenti e alcoliche che la cronaca nera, attraverso i media, quotidianamente registra nel nostro paese”. Pellecchia ha precisato: Nel corso del dibattito saranno inoltre analizzate ed approfondite tematiche quali il ruolo della famiglia e delle istituzioni e la crisi dei valori che sembrerebbero, più di ogni altra epoca, essere all’origine di varie forme di antisocialità presenti fra le nuove generazioni. Ed è appunto da queste premesse che l’Unitep ha introdotto nel suo programma di studi il nuovo corso di Educazione e Società: alle origini della devianza e della criminalità, con il quale intende fornire ai frequentatori ulteriori strumenti di conoscenza, finalizzati ad una maggiore comprensione e consapevolezza del fenomeno. .  
   
   
DA 485 GIORNI DUE PERSONE, SONO STATE RAPITE IN LIBIA, DOVE LAVORAVANO, PER LA SOLA ‘COLPA´ DI ESSERE SVIZZERI.  
 
Lugano, 17 novembre 2009 - ticinofinanza. Ch considera gravissima la vicenda dei due ostaggi di cittadinanza elvetica trattenuti all´estero contro la loro volontà, come rappresaglia per l´arresto a Ginevra di uno dei figli di Gheddafi, accusato di violenze fisiche su due dipendenti. I due Svizzeri sono stati dapprima confinati dal 19 luglio 2008 nella nostra Ambasciata di Tripoli e poi sequestrati per un paio di mesi con lo strattagemma di una presunta ‘visita medica´. Ancor oggi, sono ancora costretti in Libia, contro la loro volontà. Per ricordarli, ticinofinanza. Ch pubblica, fino alla loro liberazione definitiva, il nostro simbolo nazionale con la data d´inizio della privazione della loro libertà, e invita tutti lettori a fare lo stesso, riproducendo la stessa immagine nelle proprie e-mail, nel proprio website e nei social network. Esporre un simbolo per non dimenticare chi non è libero è una tradizione antica che è stata ripresa in anni più recenti, purtroppo. Basti ricordare che dal 1954 al 1989 nella Germania tagliata in due dal regime comunista, i Tedeschi dell´Ovest accendevano una candela alla finestra la notte del 17 giugno per ricordare i loro connazionali divisi dal regime di Pankow. Negli Usa, esporre un nastro giallo è il simbolo associato a coloro che attendono il ritorno di una persona cara impossibilitate a tornare a casa. Durante la crisi degli ostaggi in Iran, alla fine degli anni ´70, il nastro giallo fu utilizzato come simbolo di sostegno per gli ostaggi trattenuti nell´ambasciata Usa a Tehran. In Danimarca il nastro giallo ricorda i combattenti lontani, in Israele i prigionieri di Hamas, e così via. La Svizzera è una nazione indipendente, neutrale e pacifica, eppure, in questo periodo, si trova provocata da ingiustificate misure prese da vari paesi dal punto contro il nostro sistema finanziario, da immotivate pressioni politiche straniere e a nostri concittadini che lavoravano all´estero è stata tolta senza alcun motivo la libertà personale. Questa tragedia per le persone coinvolte e per i loro familiari potrebbe capitare a ciascuno di noi quando viaggia o lavora fuori dalla Confederazione per la sola colpa di essere Svizzeri. Non dimentichiamolo, non dimentichiamoli. Il senso del nostro monito, della nostra preoccupazione e del nostro dolore è solo questo. .  
   
   
L´EMIGRAZIONE TRENTINA SI DEVE TRASFORMARE DA PROBLEMA A RISORSA SI È APERTA IERI IN PROVINCIA LA CONFERENZA ANNUALE DEI CONSULTORI PER L´EMIGRAZIONE  
 
Trento, 17 novembre 2009 - Si è aperta ieri pomeriggio in Provincia la Conferenza annuale dei Consultori per l´Emigrazione, che proseguirà i propri lavori fino a giovedì 19 novembre. "Nella prima Conferenza dei Consultori di questa legislatura siamo chiamati ad individuare le linee strategiche grazie alle quali, nei prossimi quattro anni, dovremo riuscire a trasformare l´emigrazione trentina da problema a risorsa. Risorsa per il Trentino e per i discendenti dei Trentini nel mondo". Lo ha detto Carlo Basani, dirigente generale della Provincia con competenze anche per l´emigrazione, rivolgendosi agli undici Consultori presenti a Trento per i lavori della Conferenza. "Accanto alla conferma del nostro impegno per dare risposte concrete, tempestive ed efficaci alle situazioni problematiche che comunque si presentano e si presenteranno - ha poi proseguito Basani, - dobbiamo elaborare nuove metodologie di lavoro e di intervento per essere vicini agli emigrati di oggi, soprattutto alle giovani generazioni, che costituiscono per il Trentino un valore aggiunto, una risorsa preziosa che intendiamo spendere per il bene di tutti. Perché noi vogliamo che l´emigrazione smetta un po´ alla volta di essere problema e diventi un valore, una risorsa, perché le comunità dei Trentini all´estero diventino terminali sensibili e in grado di favorire lo scambio e di creare ricchezza futura, anche in termini di valori, di conoscenza e di cultura". Analoghi concetti sono stati proposti anche dai consiglieri provinciali presenti alla Consulta: Gianfranco Zanon per la maggioranza, Claudio Civettini per le minoranze e Mattia Civico nel suo ruolo di presidente della Quarta Commissione legislativa che si occupa anche di emigrazione. Tutti hanno riservato un ricordo particolare alle figure dei tre Trentini recentemente scomparsi in un incidente aereo sopra l´oceano Atlantico, mentre dalle due associazioni (la Trentini nel Mondo e l´Unione delle Famiglie Trentine all´estero) sono venuti propositi concreti di collaborazione e di sinergie. Sono chiamati Consultori per l´emigrazione, mentre in realtà sono dei veri e propri "ambasciatori" del Trentino presenti in tutti i continenti in cui vivono e lavorano discendenti di emigrati trentini. Oggi attorno al tavolo di lavoro allestito in Provincia si sono presentati Franco Dondio per l´Australia; Rosemarie Viola per gli Stati Uniti d´America; Lucia Flaim per il Canada; Laura Versini per il Messico; Nadia Arnoldi, nuovo Consultore per il Cile; Josè Eraldo Stenico per il Centro Nord del Brasile; Edmar Matuella, nuovo Consultore per il Brasile del Sud (Paranà, Santa Caterina, rio Grande do Sul); Hugo Zurlo per l´Argentina; Mariano Roca, nuovo Consultore per l´Argentina del sud (Buenos Aires capitale federale, province di Buenos Aires, Chubut, La Pampa, Neuquen, Rio Negro, Santa Cruz, Tierra del Fuego); Laura Vera Righi per l´Uruguay e il Paraguay; Giuseppe Filippi per l´Europa occidentale (Benelux, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svizzera). Assente giustificato il solo Consultore per l´Europa orientale (Bosnia-erzegovina, Serbia e Romania) Pero Andreata. Nominati dalla Giunta provinciale ad ogni inizio di legislatura su indicazione delle Associazioni degli emigrati trentini, dei Consolati e delle Ambasciate italiane all´estero, tocca ai Consultori mantenere i contatti fra le comunità trentine all´estero e la "terra madre", la Provincia autonoma di Trento, intervenendo laddove esistono emergenze e problemi urgenti da risolvere (molto spesso si tratta di casi umani per i quali intervenire con provvedimenti tempestivi ed efficaci), ma anche favorendo la costruzione di quella "rete" fra le comunità in modo da qualificare l´attività dei Trentini che vivono all´estero. Ogni anno - e da qualche anno in autunno - i dodici Consultori vengono convocati a Trento per una Conferenza che ha molti obiettivi: favorire lo scambio di esperienze e di informazioni fra i singoli Consultori, raccoglierne proposte e problemi, fare il punto sull´attività che la Provincia mette in campo per il settore specifico dell´emigrazione per quel che riguarda l´ordinaria amministrazione e per gli interventi straordinari di solidarietà e di sviluppo. Quest´anno la conferenza si tiene a Trento da oggi, 16 novembre, fino a giovedì 19, con un "Tavolo di lavoro" arricchito dalla presenza dei consiglieri provinciali Gianfranco Zanon per la maggioranza, Claudio Civettini per le minoranze, da Mattia Civico presidente della Iv Commissione legislativa, dal presidente dell´Associazione Trentini nel Mondo Alberto Tafner, dal presidente dell´Associazione Unione delle Famiglie Trentine all´estero Oliviero Vanzo, da Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino; da Francesco Nardelli, del Consiglio generale degli Italiani all´estero. Fra i temi di cui si occuperà la Conferenza 2009 figurano temi come le borse di studio per la frequenza ai corsi di laurea dell´Università degli studi di Trento, il cosiddetto progetto "Università a colori"; un´analisi degli interventi di solidarietà attuati nel biennio 2008-2009; una discussione sugli effetti della legge provinciale del dicembre 2007 che ha limitato il rimpatrio definitivo in Trentino al secondo grado di parentela, che ha limitato drasticamente i rientri definitivi soprattutto dal Brasile, dove vivono ormai discendenti di quarta, se non addirittura di quinta generazione. I Consultori saranno poi chiamati a discutere sulla necessità di aggiornare il programma per il rientro temporaneo nella terra di origine, estendendolo anche ai figli degli emigrati, con criteri ovviamente da stabilire. Gli interventi per le giovani generazioni saranno infine al centro della Conferenza, perché è proprio sui giovani che la Provincia autonoma di Trento intende puntare nei prossimi anni, per creare quel virtuoso scambio di esperienze e di scambi che, utilizzando anche le nuovissime tecnologie a disposizione - e che i giovani sanno usare benissimo - potranno creare una "rete" capace di allargare i potenziali confini del Trentino a tutti i continenti della Terra. Un momento importante e atteso lo si vivrà domani (dalle 9 alle 13 presso la sede dell´Ufficio Emigrazione della Provincia), quando i dodici Consultori a turno illustreranno la situazione dei bacini geografici di competenza. Ne uscirà un quadro di realizzazioni portate a termine o in corso di realizzazione, ma anche di proposte per l´immediato futuro e di problemi a volte drammatici, complessi e di non sempre facile approccio e soluzione. Ma la Conferenza dei Consultori serve anche a questo: a mettere i nostri "ambasciatori nel mondo" nelle condizioni ideali per collaborare tra di loro alla ricerca delle vie d´uscita per risolvere casi complicati e spinosi. .  
   
   
FVG, PARI OPPORTUNITá: QUALE FUTURO PER LE COMMISSIONI?  
 
Trieste, 17 novembre 2009 - L´assessore regionale al Lavoro, università e ricerca, Alessia Rosolen, ha partecipato il 13 novembre , nel Museo Sartorio a Trieste, al primo convegno (il secondo avrà luogo il 17 novembre) dedicato dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste all´analisi dei 4 libri che costituiscono il Codice delle Pari Opportunità (Dgl. 198/2006). Dopo aver sottolineato l´importanza del dialogo avviato sul Codice e aver illustrato le politiche che la Regione sta portando avanti, in questo periodo di crisi, per sostenere l´occupazione femminile e la formazione al ricollocamento, anche in un´ottica di conciliazione famiglia-lavoro, Alessia Rosolen ha attirato l´attenzione sull´opportunità di un confronto sugli organismi che si occupano di pari opportunità. L´assessore ha chiesto alla platea di avviare una riflessione sul ruolo attuale delle Commissioni per le pari opportunità e sulla loro possibilità di sussistenza, che deriva da strumenti normativi di cui, ha detto, "va verificata l´efficacia". Lo stesso codice, ha ricordato l´assessore, è un assemblaggio di normative che non ha apportato modifiche reali sulle questioni di genere, lasciando molto in sospeso e costringendo il Governo a intervenire, alla fine di agosto, per rispondere a quanto previsto dalla direttiva comunitaria 54/2006 "sulla sua efficacia e su lacune di cui - ha confermato Rosolen - si sta oggi discutendo a livello centrale". "Non sarebbe pertanto male - ha suggerito l´assessore - confrontarsi sull´opportunità di un aggiornamento degli organismi di parità, anche in considerazione del fatto che tutta la normativa che li riguarda risale ai primi anni ´90 e che la contrazione economica rischia di pesare negativamente sulla loro attività e possibilità di sopravvivenza". "Per quanto ci riguarda - ha annunciato infine l´assessore - stiamo lavorando, a livello regionale, sul testo unico per le pari opportunità che, come sempre e prima di tutto, si realizzano nel mondo del lavoro". .  
   
   
PARITÀ, A CATANZARO SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE “QUESTO NON È UN PAESE PER DONNE”  
 
 Catanzaro, 17 novembre 2009 - Si tiene oggi, alle ore 16, nella sala concerti del Comune di Catanzaro il seminario di aggiornamento professionale, organizzato dall´Ufficio della consigliera regionale di Parità, "Questo non è un paese per donne - La rappresentanza di genere negli organi politici decisionali. Profili giuridici e sociologici”. Il seminario - informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - si articolerà in due sezioni. Nella prima parte la consigliera Stella Ciarletta introdurrà i temi della legislazione nazionale relativi alle Pari Opportunità nonché allo stato attuale della parità nella Regione e negli entilLocali calabresi. Seguirà l’intervento della consigliera di Parità della Puglia Serenella Molendini, che approfondirà le recenti ordinanze con cui il Tar Puglia ha annullato Giunte tutte al maschile; chiuderà le lezioni frontali Giovanna Vinelli, docente dell´Università della Calabria, la quale analizzerà dal punto di vista sociologico il tema della democrazia paritaria. Nella seconda sezione si svolgerà una tavola rotonda che consentirà il confronto tra Regione, Province e Comuni. Si confronteranno sul tema della Parità negli organi politici decisionali Paolo Naccarato, responsabile Riforme istituzionali della Regione Calabria, Wanda Ferro, presidente della Provincia Catanzaro, e Salvatore Perugini, sindaco di Cosenza. Le conclusioni saranno affidate al vicepresidente della Regione Domenico Cersosimo. L´iscrizione al seminario, valevole per il conferimento di n. 3 crediti formativi per gli avvocati, deve pervenire via mail, all´indirizzo uff. Cons. Parita@regcal. Itindirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo .  
   
   
BADANTI: PIANO DI RIQUALIFICAZIONE CON I COMUNI  
 
Milano,17 novembre 2009 - Secondo una recente indagine, condotta dall´Istituto per la Ricerca Sociale (Irs), si stima che in Lombardia ci siano circa 125. 000 badanti, 75. 000 solamente a Milano. Sono in prevalenza (56,2%) donne dell´Est Europa e dell´America latina (30%). Un anziano lombardo su dieci fa affidamento sul loro lavoro. Per capire meglio quale è la reale situazione dell´assistenza familiare in Lombardia e soprattutto per qualificare questo tipo di assistenza, che è la forma più diffusa, dopo quella prestata dai familiari, la Giunta lombarda ha deciso, su proposta dell´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, di sottoscrivere con l´Anci (Associazione Nazionale Comuni d´Italia) della Lombardia un Accordo per la "realizzazione di un programma per la riqualificazione dell´assistenza familiare". Per la sua realizzazione la Regione ha stanziato 250. 000 euro. "L´accordo - spiega il 13 novembre Boscagli - fa seguito ad altre iniziative che la Regione ha già preso per qualificare il lavoro di assistenza prestato dalle badanti. Nell´agosto scorso infatti abbiamo realizzato il ´Dvd badanti´, una guida multimediale in sei lingue per le famiglie che ospitano in casa una badante straniera e nel dicembre 2008 abbiamo elaborato le indicazioni che i centri di formazione devono seguire nel realizzare i corsi professionali per le assistenti familiari affinché esse possano occuparsi con competenza dell´anziano e della sua casa". In base all´accordo approvato, l´Anci coinvolgerà gli amministratori dei Comuni lombardi per comporre con il loro aiuto un quadro il più vicino possibile a quella che è la realtà dell´assistenza familiare sul nostro territorio e quindi poter sapere se i gli enti locali hanno realizzato: corsi di formazione o di aggiornamento professionale per badanti; "sportelli" dove far incontrare la domanda di aiuto da parte dei familiari dell´anziano con l´offerta di lavoro da parte delle assistenti familiari; interventi di sostegno alle famiglie per regolarizzare il contratto di lavoro delle badanti; predisposizione di elenchi o albi di assistenti familiari, ecc. Insieme al lavoro di indagine e di ricerca sul territorio, l´accordo prevede anche che l´Anci debba realizzare corsi di formazione per assistenti familiari, "accompagnare" gli amministratori locali nell´organizzare i servizi alla persona e realizzare seminari sul lavoro di cura. .  
   
   
INFANZIA: REGIONE UMBRIA ORGANIZZA INIZIATIVE PER GIORNATA INTERNAZIONALE, 18 NOVEMBRE INAUGURAZIONE MOSTRA  
 
Perugia, 17 novembre 209 – E’ fitto di iniziative il programma organizzato dalla Regione Umbria per la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. L’assessorato regionale alle politiche sociali in continuità del progetto “Adotta un diritto” ha coinvolto i bambini e le bambini che frequentano le scuole del territorio in attività varie tra cui disegni sul tema “Progettare gli spazi di vita” prodotti in seguito all’adesione ad un bando regionale. I lavori realizzati saranno esposti nelle sale della Rocca Paolina di Perugia dal 18 al 27 novembre. Mercoledì 18 novembre, alle ore 11 nella Sala Forno della Rocca Paolina, è in programma l’inaugurazione della mostra dei lavori degli alunni delle scuole del territorio regionale che hanno partecipato al Bando di concorso regionale “Progettare gli spazi di vita”, saranno presenti l’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Nicola Rossi. Sabato 21 novembre, dalle ore 9 alle 13, al Teatro Pavone di Perugia, è prevista la presentazione di un video sul fenomeno del bullismo realizzato dai ragazzi dell’associazione “Big T” di Gualdo Tadino, dal titolo “Ultimo Tema”. La proiezione del film sarà accompagnata da Marco Maggi, consulente educativo, formatore ed esperto di bullismo. Sono invitate alcune scuole superiori del territorio regionale. Il 24 novembre, dalle ore 9 alle 13, nella Sala dei Notari di Palazzo dei Priori di Perugia, si terrà la premiazione dei ragazzi delle scuole vincitrici del bando regionale. Interverranno Laura Malavasi, pedagogista in materia di progettazione partecipata dei bambini e dei ragazzi nell’ambito del progetto "Coriandoline, le case amiche dei bambini e delle bambine”, realizzato nel Comune di Correggio (Reggio Emilia). .  
   
   
UDINE: CONVENZIONE DIRITTI INFANZIA  
 
Udine, 17 novembre 2009 - Una mini-lezione del presidente del Consiglio Edouard Ballaman, nella sua veste di Tutore pubblico dei minori, agli scolari di quinta elementare dell´istituto Uccellis di Udine, per celebrare i vent´anni della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo firmata il 20 novembre 1989 a New York. E´ la prima delle iniziative che l´Ufficio del Tutore pubblico dei minori del Friuli Venezia Giulia ha programmato per la ricorrenza: faranno infatti seguito l´inaugurazione, venerdì 20, nella sede del Consiglio regionale a Trieste, di una duplice mostra - fotografica e di fumetti - sul tema dell´infanzia e venerdì 27, nell´auditorium della Regione a Udine, la convocazione del Consiglio regionale dei ragazzi. Appuntamenti che, con modalità diverse, puntano a porre all´attenzione il tema dei diritti dei fanciulli e della consapevolezza che essi stessi devono avere comprendendo appieno il senso dei doveri correlati. E´ stato questo lo spirito dell´incontro di Ballaman con bambini e bambine nell´Aula magna dell´Uccellis, assieme alla preside Maria Letizia Burtulo e agli insegnanti, che hanno seguito attentissimi e muniti di quaderno per prendere appunti, le spiegazioni del Tutore su cosa sono e come sono fatte le leggi, come è nata la Costituzione, quali sono i principi fondamentali che contiene e che tutte le leggi devono rispettare, cos´è - infine - la Convenzione sui diritti dell´infanzia. Le leggi stabiliscono diritti e doveri e sono regole fondamentali per far funzionare una società e per la convivenza, per questo devono risultare giuste e utili - ha detto Ballaman rispondendo alle numerose domande degli allievi. Temi affrontati anche in un filmato, elaborato dalla scuola, nel quale molti scolari, con le loro osservazioni, hanno commentato i contenuti della Convenzione che il Consiglio regionale ha voluto trasformare in uno strumento a portata di bambino attraverso una pubblicazione, curata dall´Ufficio del Tutore con la collaborazione del fumettista pordenonese Emanuele Barison, dalla cui matita sono usciti tre nuovi personaggi, i bambini Marco e Chiara che spiegano all´extraterreste Quasar come si vive sulla terra. La pubblicazione è in distribuzione proprio in questi giorni alle scuole della regione, ma i tre personaggi sono diventati i compagni dei bambini e dei ragazzi del Friuli Venezia Giulia anche per tutte le altre iniziative del Tutore, come nel caso dell´educazione stradale e, in futuro, di quella alimentare. .