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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Marzo 2011
UE: LA MAGGIORANZA DEGLI EUROPEI APPOGGIA LA MOBILITÀ VERDE  
 
Bruxelles, 28 marzo 2011 - Da una recente indagine è emerso che la maggior parte dei cittadini europei è pronta ad accettare compromessi per quanto riguarda il prezzo e le caratteristiche della propria automobile per ridurre le emissioni nocive. Un´indagine Eurobarometro condotta in tutti i 27 Stati membri dell´Unione europea ha rivelato, ad esempio, che circa due terzi degli automobilisti dell´Ue hanno dichiarato di essere probabilmente disposti ad accettare compromessi sulla velocità dell´automobile al fine di ridurre le emissioni. Inoltre la maggioranza degli automobilisti (53%) si dichiara d´accordo con la sostituzione delle attuali tasse automobilistiche con un nuovo regime fiscale basato sull´uso effettivo del veicolo. Mentre la maggior parte degli automobilisti sceglie di usare l´auto per motivi di comodità, quasi tre quarti dei cittadini dell´Ue (71%) hanno dichiarato che prenderebbero in considerazione un uso più frequente dei trasporti pubblici se fosse possibile acquistare un biglietto unico che permettesse di usufruire di tutte le modalità di trasporto. Siim Kallas, vicepresidente della Commissione responsabile per i trasporti, ha dichiarato: "Questi risultati danno un grande impulso agli sforzi dell´Ue diretti a rendere la mobilità più sostenibile. Ciò dimostra che le persone si rendono conto della posta in gioco e sono disposte a fare quanto è nelle loro possibilità per ridurre l´impatto sull´ambiente. Iniziative intelligenti come i sistemi di tassazione basati sull´uso effettivo del veicolo e un biglietto unico per tutte le modalità di trasporto si avvalgono delle ultime tecnologie e consentono alle persone di scegliere con conoscenza di causa i mezzi con cui viaggiare." I compromessi da accettare per rendere più ecologici gli spostamenti in auto - La maggior parte degli automobilisti (66%) interrogati ha dichiarato di essere pronta a fare concessioni sulle dimensioni dell´auto per ridurre le emissioni e il 62% ha dichiarato la stessa cosa in merito all´autonomia, vale a dire la distanza percorribile prima di dover rifare il pieno di carburante o ricaricare la batteria. Più della metà delle persone (60%) si è dichiarata disposta a pagare di più l´automobile se ciò permettesse di ridurre le emissioni. Sostegno ai regimi fiscali basati sull´uso effettivo dell´automobile - La metà dei cittadini Ue ha dichiarato di approvare la sostituzione degli attuali sistemi di tassazione dell´auto con nuovi regimi che tengano conto dell´uso effettivo che si fa dell´automobile. Tali regimi si sono rivelati ancora più popolari tra gli automobilisti in quanto il 53% si è dichiarato d´accordo con la sostituzione delle attuali tasse sulle auto. Le ragioni alla base della scelta dell´auto - Gran parte (71%) degli automobilisti ritiene che il trasporto pubblico non offra la stessa comodità di un´automobile. Una percentuale simile (72%) ha dichiarato di aver rinunciato all´uso del trasporto pubblico a causa della mancanza di collegamenti (il 49% degli interrogati lo ha sottolineato come un fattore "molto importante"). Il 64% degli automobilisti ha giudicato importante la bassa frequenza dei servizi e il 54% ha sottolineato l´inaffidabilità dei trasporti pubblici. Promuovere l´uso combinato dell´auto con altri modi di trasporto - A quanti utilizzano l´auto ogni giorno è stato chiesto cosa potrebbe indurli a utilizzare anche altri mezzi di trasporto. Circa due terzi (65%) ha dichiarato che prenderebbe in considerazione questa possibilità se fosse più facile cambiare da un modo di trasporto all´altro, il 52% sarebbe tentato se fossero disponibili maggior informazioni on line sugli orari, il 47% prenderebbe in considerazione questa alternativa se i capolinea fossero più accoglienti e il 38% se fosse possibile acquistare i biglietti on line. Forte interesse manifestato per un biglietto unico valido per tutti i mezzi di trasporto - Quasi tre quarti dei cittadini dell´Ue (71%) hanno dichiarato di essere disposti a utilizzare con maggiore frequenza i trasporti pubblici se ci fosse la possibilità di acquistare un unico biglietto valido per tutte le modalità di trasporto; tale possibilità raccoglie un forte sostegno anche tra gli automobilisti (66%). L´inchiesta ha interessato 25 570 persone in tutti i 27 Stati membri su richiesta della Direzione generale della mobilità e i trasporti della Commissione europea.  
   
   
UN NUOVO ACCORDO UE-USA SUL TRASPORTO AEREO HA RICEVUTO L´APPOGGIO DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
 Bruxelles, 28 marzo 2011 - L’ accordo sottoscritto lo scorso giovedì scorso  impegna entrambe le parti a standard ambientali e sociali nel settore dell´aviazione e prevede anche l´ulteriore liberalizzazione dell´accesso al mercato, anche se solo se entrambe le parti effettuano alcune modifiche della loro legislazione. L´ue ed il mercato dell´aviazione degli Stati Uniti attualmente rappresentano circa il 60% del traffico aereo mondiale. Il primo accordo Ue-usa in materia di trasporto aereo, firmato il 30 aprile 2007 e in vigore dal 30 marzo 2008, ha permesso a qualsiasi compagnia aerea statunitense di volare tra tutti i punti nell´Unione europea e negli Stati Uniti. Ciò ha comportato un aumento dei servizi e della concorrenza. Un secondo accordo è stato firmato il 24 giugno 2010 ed è stato applicato a titolo provvisorio, da allora, anche se dopo l´entrata in vigore del trattato di Lisbona, il consenso del Parlamento è necessario per la conclusione di accordi internazionali di trasporto aereo, compreso questo, che è stato approvato giovedì scorso per alzata di mano. Impegni di standard ambientali e sociali - Nel contratto di aggiornamento, entrambe le parti dichiarano l´intenzione di lavorare insieme per limitare o ridurre "in modo economicamente ragionevole", l´impatto del trasporto aereo internazionale sull´ambiente. Nella dichiarazione comune, entrambe le parti si impegnano a cercare di limitare o ridurre il rumore degli aeromobili; limitare o ridurre l´impatto delle emissioni del settore aereo sulla qualità dell´aria e il clima globale, promuovere la ricerca e lo sviluppo della tecnologia aeronautica ecocompatibili; facilitare la gestione del traffico aereo innovazioni; sostenibile e sviluppare carburanti per aerei alternativi. Per la prima volta, l´accordo impegna inoltre l´Ue e gli Stati Uniti alla salvaguardia dei diritti sociali dei lavoratori dipendenti dell´aviazione. "Le opportunità create dall´accordo non sono destinate a minare le norme del lavoro o dei diritti del lavoro-correlate e dei principi contenuti nelle leggi delle Parti ´", afferma il documento. L´accordo estende il ruolo del Consiglio congiunto Ue-usa del Comitato, l´organismo che sovrintende l´attuazione dell´accordo. Il comitato misto sarà in grado di raccomandare nuove iniziative, come le procedure di sicurezza nuova, e valutare gli effetti della legislazione vigente, compresa la legislazione sociale. Un´ulteriore apertura del mercato dipende dalle modifiche legislative Non appena le leggi degli Stati Uniti permetteranno una partecipazione di maggioranza delle sue compagnie aeree da parte di cittadini Ue, l´Unione europea permetterà lo stesso per i cittadini degli Stati Uniti, afferma il nuovo accordo. Inoltre, da quel momento le linee aeree passeggeri degli Stati Uniti avranno il diritto di battere diretti tra l´Ue e altri cinque paesi senza servire gli Stati Uniti. Questi paesi saranno determinate successivamente dal comitato misto, che può ampliare l´elenco. Prima di qualsiasi imposizione di nuove restrizioni operative obbligatorie come il rumore negli aeroporti più grandi, le opinioni delle parti interessate devono essere considerate con almeno 150 giorni di anticipo. Nel frattempo, dopo che la Commissione ha acquisito i poteri legali per rivedere rumore basato su restrizioni operative dell´aeroporto, le compagnie aeree passeggeri dell´Ue potranno volare direttamente tra gli Stati Uniti ed i cinque paesi non membri dell´Ue. Questi saranno determinate successivamente dal comitato misto, che può ampliare l´elenco delle compagnie aeree dell´Ue che hanno il diritto di trasportare passeggeri e merci per un ente governativo degli Stati Uniti civile o agenzia. Inoltre, l´accordo favorirà l´accettazione reciproca delle misure di sicurezza e di reazione coordinata a minacce alla sicurezza. Diritti dei passeggeri tra le questioni ancora in sospeso Il relatore del Parlamento Artur Zasada (Ppe, Pl) ha sottolineato che una serie di questioni ancora da risolvere in futuri accordi, come ad esempio ulteriore liberalizzazione dei diritti di traffico, ulteriori opportunità di investimento stranieri, e un migliore coordinamento delle politiche dei diritti dei passeggeri. "La coerenza delle norme dei diritti dei passeggeri, compresi quelli per le persone a mobilità ridotta, sono di particolare importanza al fine di evitare ai viaggiatori un trattamento incoerente nel corso di un unico viaggio, ma che coinvolge segmenti che sono attualmente soggetti a regole diverse. Sarebbe anche da risolvere la questione di chi è responsabile nel caso di problemi durante un viaggio che coinvolge i piani cambiando uno o più aeroporti ", ha detto il sig Zasada. Accordi di trasporto aereo con il Canada e il Vietnam sono stati approvati anche dal Parlamento europeo il Giovedi, in entrambi i casi per alzata di mano.  
   
   
L’ENAC MANTIENE INALTERATO IL REGOLAMENTO SULLE LIMITAZIONI DEI LIQUIDI CHE POSSONO ESSERE PORTATI IN CABINA A BORDO DEGLI AEROMOBILI  
 
Roma, 28 marzo 2011 - L’ente Nazionale per l’Aviazione Civile rende noto che in qualità di Autorità competente sul territorio nazionale nel settore della sicurezza dell’aviazione civile (come stabilito dal Decreto Ministeriale del 21 luglio 2009), intende mantenere inalterate le misure più restrittive sull’introduzione di liquidi a bordo degli aeromobili, anche in vista dell’entrata in vigore del Regolamento comunitario n. 297 del 2010. Tale Regolamento, infatti, prevede, dal 29 aprile 2011, la possibilità di introdurre liquidi, aerosol e gel nelle aree sterili a bordo degli aeromobili, a condizione che i prodotti siano stati sottoposti a controllo o che ne siano stati dispensati in conformità ai requisiti delle disposizioni di attuazione adottate in base al Regolamento Ce n. 300 del 2008. Tuttavia, come previsto dall’art. 6 del Regolamento Eu 300 del 2008, l’Enac ha deciso di mantenere delle misure più severe rispetto alle norme comuni, prerogativa di cui anche altri Stati Membri, tra i quali Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, sarebbero intenzionati a avvalersi. La decisione dell’Enac è stata assunta sia in considerazione dell’attuale quadro politico di alcuni Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, sia in quanto le apparecchiature testate ufficialmente dai laboratori europei per l’individuazione di materiale esplosivo, secondo quanto dichiarato da alcuni Stati membri e dall’associazione europea degli aeroporti, non avrebbero dato risultati efficaci una volta provate in ambiente reale. L’enac ricorda, infine, che sul proprio portale – www.Enac.gov.it – nella sezione “I diritti dei passeggeri – Cosa portare a bordo” sono contenute tutte le informazioni sulla normativa che limita l’introduzione delle sostanze liquide a bordo degli aeromobili.  
   
   
CONSEGNATO IL CANTIERE PER I LAVORI DI RIQUALIFICA DELL’AEROPORTO DI BRESSO  
 
Roma, 28 marzo 2011 - L’ente Nazionale per l’Aviazione Civile rende noto che nella giornata del 24 marzo, è stato consegnato il cantiere per la realizzazione di alcuni lavori presso l’Aeroporto di Bresso, tra cui quelli per la manutenzione straordinaria dell’hangar principale e dell’attuale piazzale aeromobili e quelli per il sistema visivo semplificato per la pista di volo. L’esecuzione di queste opere, che ha un importo complessivo pari a Euro 2.100.000 interamente finanziato dall’Enac, rientra nell’ambito degli interventi previsti dal programma triennale dell’Ente per il periodo 2010-2012 a favore degli aeroporti minori. I lavori verranno eseguiti dall’Impresa Monsud S.p.a. Vincitrice del bando di gara e sono stati consegnati alla ditta dal Consigliere d’Amministrazione dell’Enac Andrea Corte e dal Direttore Eliporti e Aeroporti Minori dell’Enac, Roberto Vergari, responsabile della struttura che coordina l’intervento e che ha curato la progettazione preliminare e l’affidamento mediante procedura di appalto integrato. Il contratto prevede 270 giorni per la realizzazione dell’incarico. Pertanto la ditta aggiudicataria dovrà ultimare i lavori entro il 19 dicembre 2011. Nello specifico, l’appalto consiste nella ristrutturazione dell’hangar principale, di 5.500 metri quadrati, in uso all’Aero Club di Milano, mediante il rifacimento completo della copertura e degli impianti elettrici e antincendio e l’adeguamento degli elementi strutturali alla normativa tecnica in materia di costruzioni in zone sismiche. Si procederà, inoltre, al risanamento dei piazzali aeromobili e alla realizzazione di un impianto visivo luminoso semplificato per la pista di volo.  
   
   
CONTINUANO LE VALUTAZIONI PER PERMETTERE LA GRADUALE RIAPERTURA DELL’AEROPORTO DI TRAPANI AL TRAFFICO AEREO CIVILE - LUNEDÌ AIRGEST E AERONAUTICA VERIFICHERANNO CONDIZIONI TECNICHE E TEMPI PER LA RIPRESA DEI VOLI  
 
Roma, 28 marzo 2011 - L’ente Nazionale per l’Aviazione Civile informa che nella giornata del 25 marzo si è svolto un nuovo incontro tra l’Enac e l’Aeronautica Militare ai fini di individuare le modalità e i tempi per la graduale riapertura al traffico aereo civile dell’Aeroporto di Trapani che, per esigenze legate alle attività di difesa aerea, è chiuso dal 21 marzo scorso. L’accordo per la ripresa dei voli riguarderebbe inizialmente alcuni collegamenti in fasce orarie che dovranno essere stabilite. Poiché la ripresa dei voli comporta aspetti di sicurezza e convivenza tra le due tipologie di traffico aereo, la società di gestione, Airgest, sentita dall’Enac, ha chiesto di poter fare delle verifiche tecniche finalizzate all’utilizzo delle piazzole e alla gestione della movimentazione dei velivoli. Tale verifiche verranno effettuate lunedì mattina, con il coinvolgimento delle competenti strutture tecniche dell’Enac e della Direzione Aeroportuale. Il Presidente dell’Enac Vito Riggio e il Direttore Generale Alessio Quaranta ringraziano il Ministro della Difesa Ignazio La Russa e l’Aeronautica Militare per la disponibilità e la sensibilità dimostrata nel cercare le soluzioni migliori per riaprire a breve l’Aeroporto di Trapani al traffico civile.  
   
   
SOPRALLUOGO DEL PRESIDENTE RIGGIO ALL’AEROPORTO DI LAMPEDUSA PER VERIFICA FUNZIONAMENTO DELLO SCALO IN QUESTO IN PERIODO  
 
 Roma, 28 marzo 2011 - Il Presidente dell’Enac Vito Riggio si è recato il 27 marzo a Lampedusa per effettuare un sopralluogo nell’aeroporto e per valutare quale sia stato l’impatto dell’emergenza sociale sull’andamento del traffico aereo dell’isola. Il Presidente ha verificato che lo scalo sta garantendo un buon funzionamento nella gestione del traffico aereo a fronte delle sopraggiunte necessità che hanno determinato anche un forte incremento delle attività aeroportuali di Lampedusa. Riggio, con l’occasione, ringrazia tutti coloro che con il proprio impegno stanno assicurando efficienza e continuità nella gestione dell’Aeroporto di Lampedusa anche in questo periodo.  
   
   
ABRUZZO, CHIODI: MASSIMO IMPEGNO PER VERTENZA AIRONE TECHNIC  
 
L´aquila, 24 mar - "Oltre ad esprimere forte solidarietà ai dipendenti, voglio assicurare che farò tutto il possibile per trovare una soluzione urgente alla vertenza". Sono parole pronunciater il 24 marzo dal Presidente della Regione, Gianni Chiodi, in riferimento alla vicenda della Airone Technic, l´azienda di Pescara del gruppo Cai-alitalia che si occupa della manutenzione degli aeromobili e che rischia di chiudere l´attività nello scalo abruzzese a partire dal primo aprile prossimo. "Sulla questione ho raccolto le sollecitazioni dei presidenti delle Province di Chieti e Pescara - riferisce il Presidente - ho già contattato i vertici di Alitalia ed ho informato il Sottosegretario Gianni Letta per individuare, in tempi brevi, un piano per uscire dall´impasse e verificare, concretamente, quali progetti imprenditoriali siano possibili, quali i tempi e quali gli strumenti da definire. La vertenza - conclude Chiodi - si preannuncia di non facile soluzione poiché si tratta di imprese private che rispondono a ben definite logiche industriali e commerciali, ma tenteremo comunque ogni possibilità".  
   
   
FIAT: PROCEDE ATTUAZIONE ACCORDO DI PROGRAMMA DA OGGI AL VIA INCONTRI CON AZIENDE SHORT LIST  
 
Roma, 28 marzo 2011 - Si è svolta il 24 marzo presso il ministero dello Sviluppo Economico una riunione del tavolo sul rilancio industriale del sito di Termini Imerese. Nel corso dell’incontro, è stato fatto il punto sull’avvio delle procedure d’attuazione dell’accordo di programma firmato il 16 febbraio scorso, che prevede l’investimento di circa 1 miliardo di euro tra fondi pubblici e privati. I rappresentanti del ministero e di Invitalia hanno reso noto che lunedì prossimo 28 marzo, presso gli uffici di via Veneto, inizieranno i confronti di merito tra le aziende della short list e le parti istituzionali e sindacali. I primi incontri saranno con le società De Tomaso, Cape-riva, Biogen e Ciccolella. Nelle prossime ore il ministro Romani firmerà la costituzione del gruppo di coordinamento, che avrà il compito di monitorare il rispetto delle tempistiche per l’attuazione dell’accordo di programma.  
   
   
FVG, TASSA SUI SUV: SE INTRODOTTA NO CAMBIAMENTI PER CASSE REGIONE  
 
 Trieste, 28 marzo 2011 - Secondo quanto previsto dalla misura già proposta nell´ambito del decreto attuativo sul federalismo fiscale e costi standard sanitari contenuta nel parere del relatore di maggioranza in bicamerale, On. Massimo Corsaro (Pdl), la nuova tassa sui Suv consentirebbe di destinare tali somme alla casse regionali, per compensare i tagli al trasporto pubblico locale decisi con la scorsa manovra estiva. Per ora tale proposta è stata accantonata, anche se il Governo mira ad introdurla con Decreto Legge. Le Regioni a statuto ordinario (che a differenza della nostra, dispongono di competenza in materia, partecipando alla distribuzione del gettito) avrebbero potuto applicare la nuova tassa destinando i fondi così raccolti al finanziamento del trasporto pubblico locale. Infatti per queste Regioni il relativo gettito verrebbe a rimpinguare le casse della Provincia in cui risiede il soggetto passivo d´imposta. La misura sarebbe applicabile per la durata di un anno, andando poi il gettito relativo a vantaggio delle casse dello Stato a partire dall´anno successivo. "Per la nostra Regione a statuto speciale, di fatto, nulla cambierebbe" - ha detto l´assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia Sandra Savino - "in quanto la tassa non competerebbe né per gettito né per disciplina, rientrando questi nel dominio esclusivo dello Stato" - ha poi aggiunto. Si tratterebbe di circa 8 euro in più per ogni Kw per le vetture con potenza superiore ai 130 (pari a 176 Cv fiscali) per i pagamenti annuali, che si eleverebbero a 8,40 euro nei casi di pagamenti frazionati, per un gettito complessivo su scala nazionale quantificato in circa 290 milioni di euro. "Sebbene ad oggi la nuova disciplina diretta ad introdurre questa "supertassa" a carico dei possessori di cui sopra sia ancora in stand by, siamo in attesa degli ulteriori sviluppi che al momento non siamo in grado di prevedere" - ha infine concluso Savino.  
   
   
FURTI DI AUTO: IN ITALIA RUBATE OLTRE 340 VETTURE AL GIORNO - DOSSIER FURTI 2010  
 
 Roma, 28 marzo 2011 - Nel 2010 i furti di veicoli hanno confermato di costituire una problematica di primo piano per il nostro Paese: sono state, infatti, rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti. Lo scorso anno ogni giorno sono state rubate oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti: un bollettino per nulla rassicurante per i possessori di auto, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010. Aumenta il numero dei veicoli di cui ogni anno si perde traccia. I dati emergono dal Dossier Furti 2010 curato da Lojack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero dei veicoli, sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno. Il numero totale dei furti di veicoli registrato nel 2010 nel nostro Paese è molto alto (tabella 1) e indica come il fenomeno sia impermeabile al cambiamento dei tempi, rimanendo un malcostume molto radicato. La testimonianza di come la situazione sia sempre critica si evince dai dati sul recupero dei veicoli forniti dal Ministero dell’Interno e raccolti e rielaborati da Lojack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero dei veicoli rubati: nel 2009 67.043 veicoli non sono stati recuperati, mentre nel 2010 il dato è fermo a 65.398. In proporzione il numero dei veicoli di cui si persa traccia è quindi aumentato. Tabella 1
Regione Autovetture rubate
2009 2010 Var. 10/09 %
Abruzzo 1.802 1.842 2,22%
Basilicata 480 435 -9,38%
Calabria 5.163 4.213 -18,40%
Campania 21.807 20.610 -5,49%
Emilia Romagna 4.169 4.206 0,89%
Friuli Venezia Giulia 453 383 -15,45%
Lazio 23.955 22.309 -6,87%
Liguria 1.471 1.384 -5,91%
Lombardia 21.022 19.435 -7,55%
Marche 862 890 3,25%
Molise 420 402 -4,29%
Piemonte 8.099 7.752 -4,28%
Puglia 16.912 17.849 5,54%
Sardegna 2.001 1.750 -12,54%
Sicilia 16.329 15.457 -5,34%
Toscana 2.335 2.035 -12,85%
Trentino Alto Adige 202 164 -18,81%
Umbria 605 550 -9,09%
Valle D´aosta 63 32 -49,21%
Veneto 2.794 2.499 -10,56%
Totale 130.944 124.197 -5,15%

                        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Analizzando i dati è possibile evidenziare come ben oltre la metà dei furti denunciati nel 2010 interessino 6 importanti Regioni che da sole raggiungono il 77% dei furti rispetto al totale nazionale, come riportato nella tabella 2.
Tabella 2

Regione Furti 2010 % Furti
Lazio 22.309 18,0%
Campania 20.610 16,6%
Lombardia 19.435 15,6%
Puglia 17.849 14,4%
Sicilia 15.457 12,4%
Totale 124.197 77,0%

 

 

 

 


A costituire una ulteriore chiave di lettura interessante sono i dati sui furti registrati nelle singole province più importanti e la loro incidenza sul fenomeno nazionale. Quasi il 60% dei furti rispetto al totale nazionale è avvenuto nelle sei province, come mostrato nella tabella 3.

Provincia Furti 2010 % Furti
Roma 20.401 16,4%
Napoli 14.908 12,0%
Bari 10.100 8,1%
Milano 13.376 10,8%
Catania 8.504 6,8%
Torino 6.510 5,2%
Totale 124.190 59,4%









Tabella 3 Le autovetture più rubate dai “topi d’auto” continuano ad essere anche le più popolari, sempre più “ricercate” per la vendita dei pezzi di ricambio o per essere a loro volta vendute sul mercato nero o utilizzate per compiere attività criminali. Ad occupare i primi cinque posti della classifica Top20 troviamo il Gruppo Fiat con i 5 modelli più venduti: Panda, Punto, Uno, Cinquecento e Lancia Y (tabella 6). I furti di auto in Italia nel 2010 Nel 2010 i furti di veicoli hanno confermato di costituire una problematica di primo piano per il nostro Paese: sono state, infatti, rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti. Lo scorso anno ogni giorno sono state rubate oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti: un bollettino per nulla rassicurante per i possessori di auto, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010. Se, da una parte, è divenuto negli anni molto più complicato sottrarre un’auto a causa dei sistemi di antifurto sempre più sofisticati, continua ad essere elevato il numero dei furti a scopo cannibalizzazione per la richiesta di pezzi di ricambio, e dei cosiddetti “furti d’uso”, perpetrati per commettere altri reati. La diminuzione del numero assoluto dei furti non deve però far pensare a una minore gravità del fenomeno, in quanto negli anni si è assistito ad una graduale diminuzione del numero dei veicoli recuperati a seguito della sottrazione, passati dai circa 130mila annui del 1990, ai 123mila annui del 2000 fino al 2010 che conferma questo trend di diminuzione con 58.799 rinvenimenti. Se calano i furti (-5,15% rispetto al 2009), si riducono in modo ancora più sensibile i recuperi di auto rubate con la percentuale dei ritrovamenti che scende dal 48,8% del 2009 al 47,3% dello scorso anno, per un totale di ben 65.398 autoveicoli spariti nel nulla. “Il furto dell’auto”, evidenzia Maurizio Iperti, Amministratore Delegato di Lojack Italia, “è un fenomeno che ormai da anni vede il nostro Paese in cima alle classifiche europee e costituisce una delle principali ansie per chi si appresta ad acquistare un veicolo nuovo o usato, in special modo se di segmento medio-alto. Negli ultimi anni, supportando le Forze dell’Ordine con la nostra avanzata tecnologia in radio-frequenza, abbiamo raggiunto importanti risultati nel contrasto della criminalità, garantendo il recupero del 90% dei veicoli rubati equipaggiati con i nostri dispositivi nelle 48 ore successive al crimine”. “Per questo motivo”, aggiunge Iperti, “sempre più amministrazioni locali e Forze dell’Ordine mostrano un concreto interessamento verso le nostre soluzioni di rilevamento e recupero di beni, già in uso in città come Parigi, New York, Roma e Milano e che si estendono a diversi settori: automobili, motoveicoli, macchine movimento terra, veicoli commerciali e camion”. Dove colpiscono i ladri Nella speciale classifica delle Regioni “meno virtuose” si conferma il primato dei furti nel Lazio con 22.309 episodi criminosi che stacca di quasi 2mila unità la Campania (20.610) e la Lombardia (19.435). Merita una menzione particolare il caso Puglia, unica Regione che vede aumentare sensibilmente il numero dei furti di auto (17.849 contro i 16.912 del 2009: +5,54%) e si attesta a ridosso delle Regioni con maggior numero di sottrazioni. Oltre la metà dei furti di auto denunciati sul territorio nazionale, quasi 74mila, interessa 6 importanti province dello Stivale. La zona più colpita si è confermata essere quella di Roma, con 20.401 furti (1.513 in meno rispetto al 2009), seguita da Napoli con 14.908 denunce (797 in meno del 2009), Milano con 13.376 furti (1.211 in meno rispetto al 2009), Bari, dove sono stati commessi 10.100 furti d´auto (quasi 500 in più dell’anno precedente), Catania, con 8.504 furti (nel 2009 erano stati 9.694), e Torino, con 6.510 auto rubate contro le 6.889 di due anni fa. I cittadini meno colpiti dal fenomeno soni stati quelli delle province di Belluno (solo 18 furti nel 2010), Sondrio (30), Aosta (32), Verbania (50), Oristano (53). Nel Sud Italia, territorio mediamente più colpito, spiccano le performance positive registrate nelle province di Crotone e Enna con, rispettivamente, 103 e 119 sottrazioni di auto. Il recupero delle auto rubate Le statistiche mostrano una graduale diminuzione delle percentuali di recupero delle auto sottratte ai legittimi proprietari rendendo, fatta eccezione per la sola Puglia, la consistenza reale del fenomeno dei furti ancora più grave, pur a fronte di una sua complessiva diminuzione. Tabella 4                                                                          
Regione Autovetture rinvenute Var. 2010/2009
2009 2010 %
Abruzzo 891 786 -11,78%
Basilicata 114 111 -2,63%
Calabria 3.039 2.423 -20,27%
Campania 9.177 6.981 -23,93%
Emilia Romagna 3.334 3.346 0,36%
Friuli Venezia Giulia 318 245 -22,96%
Lazio 7.628 7.201 -5,60%
Liguria 1.127 1.139 1,06%
Lombardia 10.493 9.516 -9,31%
Marche 562 620 10,32%
Molise 90 104 15,56%
Piemonte 4.782 5.049 5,58%
Puglia 8.628 8.850 2,57%
Sardegna 995 890 -10,55%
Sicilia 8.297 7.630 -8,04%
Toscana 1.673 1.527 -8,73%
Trentino Alto Adige 160 112 -30,00%
Umbria 394 433 9,90%
Valle D´aosta 38 23 -39,47%
Veneto 2.161 1.813 -16,10%
Totale 63.901 58.799 -7,98%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In particolare, se consideriamo le percentuali di recupero dell’anno 2010 rispetto alle auto asportate, tra le percentuali più basse spiccano le Regioni con una maggiore incidenza dei furti negativa: la Campania con il 33,9% e il Lazio con il 32,3% rispetto alla media nazionale del 47,3%, con un trend di circa 3 sottrazioni di autovetture ogni due ore. Tabella 5

Regioni Autovetture asportate 2010 Autovetture rinvenute 2010 Percentuale Recuperi
Abruzzo 1.842 786 42,7%
Basilicata 435 111 25,5%
Calabria 4.213 2.423 57,5%
Campania 20.610 6.981 33,9%
Emilia Romagna 4.206 3.346 79,6%
Friuli Venezia Giulia 383 245 64,0%
Lazio 22.309 7.201 32,3%
Liguria 1.384 1.139 82,3%
Lombardia 19.435 9.516 49,0%
Marche 890 620 69,7%
Molise 402 104 25,9%
Piemonte 7.752 5.049 65,1%
Puglia 17.849 8.850 49,6%
Sardegna 1.750 890 50,9%
Sicilia 15.457 7.630 49,4%
Toscana 2.035 1.527 75,0%
Trentino Alto Adige 164 112 68,3%
Umbria 550 433 78,7%
Valle D´aosta 32 23 71,9%
Veneto 2.499 1.813 72,5%
Totale 124.197 58.799 47,3%
Top 20 delle vetture più rubate Le autovetture più “ricercate” continuano ad essere quelle più popolari, che coincidono con le “best seller” sul mercato. Le prime cinque posizioni di questa speciale classifica sono occupate da cinque modelli del Gruppo Fiat: in testa troviamo la Panda e la Punto che scavalcano la Uno, modello storico che per diversi anni ha tenuto il primato fino al 2009. Nella top 20 delle predilette per il recupero di parti di ricambio meccaniche e di carrozzeria figurano numerosi modelli del Gruppo Fiat con la Cinquecento stabile al quarto posto. Tra le vetture di lusso sottratte ai legittimi proprietari, le statistiche del Ministero includono anche diversi modelli di Ferrari (456 – Gts – Mondial e Testarossa), una Aston Martin Db7 e due Rolls Royce Tabella 6
Fabbrica Modello Numero auto rubate 2010 % sul totale auto rubate
Fiat Panda 9.246 7,44%
Fiat Punto 8.870 7,14%
Fiat Uno 7.245 5,83%
Fiat Cinquecento 5.429 4,37%
Lancia Y 4.250 3,42%
Ford Fiesta 3.546 2,86%
Volkswagen Golf 3.251 2,62%
Alfa Romeo 147 1.895 1,53%
Autobianchi Y10 1.839 1,48%
Opel Corsa 1.641 1,32%
Smart Fortwo Coupe´ 1.589 1,28%
Fiat Ducato 1.581 1,27%
Renault Clio 1.547 1,25%
Fiat Grande Punto 1.530 1,23%
Opel Astra 1.524 1,23%
Iveco Daily 1.475 1,19%
Ford Escort 1.430 1,15%
Volkswagen Polo 1.325 1,07%
Fiat Seicento 1.257 1,01%
Ford Focus 1.227 0,99%
Motocicli e Automezzi pesanti rubati Per avere un’idea più completa del fenomeno furti, ai dati sulle vetture rubate nel 2010 devono aggiungersi anche quelli relativi ai motocicli e agli automezzi pesanti sottratti ai proprietari in quello stesso arco di tempo. Anche per le “due ruote” prosegue il trend in calo dei furti, sono stati 38.783 nel 2010: erano 44.382 nel 2008 e 41.596 nel 2009. Osservando i dati disaggregati per Regione, emerge una forte concentrazione del fenomeno in quattro territori: Lazio (10.421), Lombardia (5.609), Campania (5.595) e Sicilia (5.953) nei quali si registrano 27.578 delle complessive 38mila sottrazioni. Tabella 7
Regione Motocicli rubati
2008 2009 2010
Abruzzo 333 426 306
Basilicata 23 21 19
Calabria 651 673 509
Campania 6.771 5.586 5.595
Emilia Romagna 1.495 1.645 1.350
Friuli Venezia Giulia 242 254 297
Lazio 10.893 9.958 10.421
Liguria 3.291 3.138 2.421
Lombardia 5.935 6.158 5.609
Marche 220 215 170
Molise 33 30 22
Piemonte 1.422 1.469 1.313
Puglia 1.845 1.759 1.933
Sardegna 615 593 452
Sicilia 7.489 6.408 5.953
Toscana 2.231 2.431 1.752
Trentino Alto Adige 58 79 69
Umbria 79 105 78
Valle D´aosta 10 15 6
Veneto 746 633 508
Totale: 44.382 41.596 38.783

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra i 10 modelli di “due ruote” più rubati nell’ultimo triennio preso in considerazione, figurano l’Sh (Honda), la Vespa (Piaggio) il T Max (Yamaha), lo Scarabeo (Aprilia), il Liberty (Piaggio), il Majesty (Yamaha), il Beverly (Piaggio), il Burgman (Suzuki), la Chiocciola (Honda) e il Cbr (Honda). Meno conosciuto al grande pubblico, ma altrettanto consistente è il fenomeno dei furti di automezzi pesanti. I numeri sono decisamente più contenuti, come lo è anche il relativo parco circolante, ma si tratta di beni che presentano un elevato costo e sono strumentali alle attività produttive delle aziende del nostro Paese. Nel 2010 i furti di questi beni sono scesi dai 3.495 del 2009 a 2.908, concentrandosi particolarmente in Regioni come Lombardia (728), Puglia (372), Campania (275) e Sicilia (254). Tabella 8

Regione Automezzi pesanti rubati
2009 2010
Abruzzo 119 61
Basilicata 41 31
Calabria 72 66
Campania 364 275
Emilia Romagna 227 214
Friuli Venezia Giulia 15 8
Lazio 350 318
Liguria 54 46
Lombardia 881 728
Marche 128 43
Molise 12 12
Piemonte 248 212
Puglia 356 372
Sardegna 22 17
Sicilia 295 254
Toscana 109 83
Trentino Alto Adige 9 5
Umbria 50 55
Valle D´aosta 1 1
Veneto 142 107
Totale 3.495 2.908
Tendenze emergenti I moderni sistemi antifurto basati sul blocco del veicolo a seguito del tentativo di effrazione hanno reso i furti indubbiamente più difficili, ma non per questo impossibili; ladri esperti e con l’attrezzatura adeguata sono in grado di disattivare tali sistemi nel giro di pochi minuti. A queste tecniche se ne sono aggiunte altre meno sofisticate, ma senz’altro più pericolose, anche per l’incolumità stessa dei proprietari dei veicoli. Nella sostanza, i ladri non esitano ad entrare in casa per rubare le chiavi delle auto. Può così accadere che il proprietario dell’auto si accorga della sottrazione della chiave solo diversi giorni dopo, rendendo di fatto più difficile il ritrovamento dell’auto. Talvolta invece, ed è l’eventualità più temuta, questi tentativi possono degenerare in vere e proprie rapine violente ai danni dei residenti. Un’altra modalità in forte sviluppo è quella della rapina presso le concessionarie: la custodia delle chiavi originali all’interno dei veicoli oppure presso un punto centrale situato all’interno del negozio rende più semplice il furto d’auto. La vendita dei veicoli rubati può inoltre oggi trarre vantaggio dalla rapidità con cui è possibile effettuare transazioni via internet, anche da un altro Paese: molto spesso i veicoli rubati vengono venduti come auto di seconda mano legalmente registrate. L’operazione è resa ancora più semplice dal fatto che ovviamente i criminali agiscono in un paese straniero rispetto a quello dove è avvenuto il furto. Tra i modus operandi emergenti vi è anche quello che prevede la selezione di veicoli di valore contenuto, solitamente privi di copertura assicurativa contro il furto, e successivamente la restituzione del mezzo in cambio di un riscatto (il cosiddetto cavallo di ritorno), una pratica riscontrata in Campania, in particolare nella città di Napoli. Altre tecniche affinate per la sottrazione dei veicoli ai legittimi proprietari a scopo cannibalizzazione sono state inoltre riscontrate in Puglia. In questo territorio il modus operandi della criminalità prevede infatti il “ricovero” dei veicoli rubati all’interno di capannoni, finte serre o all’aperto nel mezzo di uliveti. Le foglie degli alberi nascondono ad occhi indiscreti il maltolto, anche da eventuali perlustrazioni dall’alto con gli elicotteri. Proprio a fronte di questi particolari “escamotage” messi in atto dai malviventi il sistema Lojack si è rilevato molto efficace grazie alla possibilità di rilevare e tracciare il segnale a radiofrequenza emesso dal veicolo rubato anche nei sentieri campestri più isolati. L’italia come via di transito e destinazione Nella mappa del traffico illegale internazionale di autoveicoli, l’Italia si conferma sia come mercato finale, sia come una delle tappe intermedie predilette dalle organizzazioni criminali. Il 90% dei furti di auto di grossa cilindrata provenienti dalla Costa Azzurra francese transitano nel nostro Paese con destinazione l’est europeo. Nel loro percorso attraverso il nord Italia, i corrieri possono toccare le città di Gorizia, Genova, Milano, Brescia, Verona, Udine (raramente passano per Trieste). Spesso dalla Slovenia procedono verso la Romania, oppure verso Serbia, Montenegro, Albania; Paesi questi nei quali è facile constatare a colpo d’occhio una grande quantità di vetture di alta cilindrata con targhe straniere (molte inglesi) che circolano per le città. Il furto viene attuato su commissione da organizzazioni criminali dell’est europeo: a volte vengono commissionate più auto ed i “piloti” percorrono la seconda tratta (Nord Italia- Paesi dell’Est) insieme, uno in coda all’altro. Talvolta, invece, la procedura seguita è quella del “point to point” con il cambio pilota: le auto vengono rubate in Costa Azzurra per poi essere parcheggiate in una città italiana (molto spesso Genova) dal primo pilota che ha rubato l’auto. Il secondo pilota giunge in aereo dai paesi dell’Est per prendere l’auto e oltrepassare il confine. Durante questi spostamenti non vengono effettuate fermate e viene mantenuta una velocità costante entro i limiti di velocità consentiti. A confermare l’esistenza di questi percorsi “preferenziali” vi è una serie di episodi seriali raccolti dalla centrale operativa Lojack Italia. Tra i ritrovamenti resi possibili dal sistema wireless ad alta frequenza Lojack vi è ad esempio quello, avvenuto recentemente, di una Porsche Cayenne rubata ad Antibes, vicino a Nizza, che stava per varcare il confine italiano con la Slovenia. A pochi passi dalla meta, la Polizia Stradale ha intercettato il veicolo nei pressi di Villesse, in provincia di Gorizia. Allo stesso modo è stato ritrovata una Bmw X5 con targa spagnola rubata a Murcia (Spagna). I ladri avevano anche falsificato la targa con una ucraina, ma in sei ore dall’ingresso in Italia l’auto rubata è stata ritrovata all’interno di un cortile condominiale da una pattuglia della Polizia equipaggiata con il sistema Lojack. La città di Milano, in particolare, sembra costituire un centro nevralgico delle rotte che vedono transitare le auto rubate nel nostro Paese. Nel capoluogo lombardo sono state ritrovate in più di un’occasione auto rubate in Costa Azzurra: è stata ritrovata ad esempio la vettura di un famoso calciatore del Monaco, una Bmw 635, rubata durante una rapina alla sua villa di Roquebrune Cap Martin, mentre a dicembre la Polizia ha recuperato una Range Rover rubata a Mougins, paese tra Cannes e Nizza, in un garage multipiano in zona corso Buenos Aires. Un ultimo significativo e recente caso, registrato nel porto di Napoli a gennaio di quest’anno, ha portato al ritrovamento di due Ferrari (una 458 e una 599), una Porsche Panamera e una Mercedes Sls Amg, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. Le vetture di lusso, rubate in Spagna, sono state intercettate grazie ai sistemi Lojack al largo del porto di Napoli all’interno di due container a bordo di una nave di bandiera bahamese, proveniente da Genova e diretta a Malta. Di lì il bottino si sarebbe poi spostato verso la meta finale, Toyama City in Giappone. La voce dal campo – Antonio Montanaro, lo scenario internazionale dei furti di veicoli secondo l’Interpol Il furto delle auto è un crimine molto diffuso. E’ difficile trovare qualcuno che non abbia conoscenza diretta del problema, o per essere stato derubato personalmente del proprio veicolo o amico o parente di qualcuno che ha subito il furto. Nonostante ciò il fenomeno, a livello italiano ed europeo, è in diminuzione. Come pure è in netto calo il numero dei ritrovamenti dei veicoli rubati, come afferma lo stesso Ministero degli Interni del nostro paese. Eppure le tecnologie che possono aiutare a proteggere le auto dai furti sono sempre più sofisticate. Le ragioni di questa situazione sono molteplici, come racconta Antonio Montanaro, funzionario dell’Interpol in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata. Montanaro è un ufficiale specializzato presso l’unità droga e crimine organizzato del segretariato generale dell’Interpol a Lione; fino al 2010 ha diretto per 10 anni la sezione traffico internazionale di autoveicoli e natanti dell’Interpol di Roma. E’ quindi la persona che meglio può spiegare la situazione e quanto il fenomeno sia radicato a livello internazionale. “I veri ladri d’auto riscontrano molte difficoltà nel rubare i veicoli di oggi, in quanto la maggior parte è dotata di strumenti di prevenzione efficaci. A questo si aggiungano gli incentivi offerti dalle case per installare l’antifurto che rappresenta un forte deterrente. Ciò determina la riduzione dei furti. La diminuzione dei recuperi invece, introduce un aspetto strategico. Chi è dedito al furto d’auto, che va sottolineato è oramai un fenomeno internazionale, non può essere ostacolato da questi elementi di protezione: deve inventarsi qualcosa per ottenere lo stesso risultato. Diminuiscono i furti e crescono le frodi nei confronti delle compagnie d’assicurazione e delle società finanziarie. Frodi che hanno inizio addirittura al momento dell’immatricolazione, che in Italia, ad esempio, avviene senza alcun controllo. I documenti necessari sono facilmente falsificabili e sono ancora poche le banche dati condivise e disponibili ai vari uffici. Le assicurazioni, ad esempio, non effettuano mai alcun controllo. L’auto che stanno per assicurare potrebbe già essere stata venduta ed essere in possesso di un altro proprietario. Una volta immessa in un mercato parallelo è difficile poterla recuperare”. “Per quanto riguarda le strategie per contrastare il fenomeno dei furti d’auto, in Italia si fa poca prevenzione rispetto ad altri paesi, ad esempio gli Stati Uniti. Ricordo un episodio, forse eclatante, forse una truffa, però accade anche questo: un signore aveva acquistato una Ferrari, l’aveva parcheggiata nel box privato e aveva lasciato le chiavi nello stesso box. Per il ladro un lavoro facile, ha rotto la serratura del box e si è portato via la Ferrari comodamente con le chiavi. In America questo non potrebbe avvenire. Le associazioni per i consumatori sono prodighe di consigli per evitare comportamenti a rischio. E, tra l’altro, l’assicurazione americana non rifonde i casi di furto molto sospetti o causati da incuria del proprietario. Nel nostro paese, invece, l’assicurazione paga. E’ certamente un incentivo per una truffa. C’è anche un altro problema. I sistemi di prevenzione adottati dalle case produttrici trasformano spesso il furto d’auto in rapina. I costruttori installano sulle automobili sistemi di accensione originali e sofisticati, che richiedono, ad esempio, la chiave di avviamento originale. In questo caso chi vuole rubare la macchina deve portarla via al proprietario mentre questo è a bordo o la parcheggia. Nella mia esperienza mi sono imbattuto sovente in casi in cui la chiave di avviamento era stata rubata dalla borsetta o dalla giacca del proprietario che l’aveva lasciata incustodita. Alcune macchine prevedono la chiusura delle porte appena si innesta la marcia. Si sono verificati diversi casi in Puglia: il ladro apriva la portiera subito dopo che il guidatore era salito sull’auto, magari stava già muovendosi, lo scaraventa fuori e si allontana indisturbato con il veicolo. Un sistema di chiusura automatica delle porte può evitare questo inconveniente. Sicuramente per la prevenzione del fenomeno furti, ottimi risultano i sistemi di localizzazione e tracciabilità. Sono dei buoni deterrenti e consentono di abbattere i costi di assicurazione. Un valido deterrente è anche quello di far sapere ai ladri che l’auto è dotata di un sistema di geolocalizzazione o tracciabilità. Questi sistemi aiutano molto le indagini dopo il ritrovamento. Consentono di tracciare la storia del furto e forniscono informazioni utili sulla banda che l’ha eseguito”. L’italia come “mercato di approvvigionamento” I dati relativi al furto di auto nel 2010, per quanto in calo rispetto ai valori del decennio precedente, rivelano tuttavia ancora come la nostra Penisola rappresenti per le organizzazioni criminali organizzate sia un interessante mercato finale, sia un fertile mercato di approvvigionamento. I dati registrati dalla centrale Lojack nel corso degli episodi di recupero di autoveicoli e moto rubate condotti in collaborazione con le Forze dell’Ordine, rivelano ad esempio in alcune zone di Italia il consolidamento di alcuni modus operandi tra cui l’asportazione dell’antifurto meccanico, la sostituzione della targa e la clonazione del telecomando. Proprio quest’ultima tecnica, ad esempio, ha colto di sorpresa la proprietaria di una Bmw X5 rubata in pieno giorno in centro a Milano. L’auto, equipaggiata con il sistema Lojack Vigile (che si attiva immediatamente nel caso di un “movimento non autorizzato” del veicolo), è stata localizzata e tenuta sotto controllo dalle Forze dell’Ordine. Nel giro di poche ore la proprietaria ha potuto riappropriarsi dell’auto, che non presentava alcun segno di effrazione. Si tratta di una tecnica emergente messa in atto dai malviventi che attraverso l’ausilio di semplici dispositivi, facilmente rintracciabili in rete, riescono a trasmettere un segnale al telecomando di apertura del veicolo e a utilizzare questo per aprire la vettura come se venisse regolarmente aperta con il proprio telecomando attraverso la clonazione del segnale. Vi sono poi casi di auto rubate solo in apparenza provenienti da Paesi stranieri: molte auto di grossa cilindrata rubate nel Nord Italia vengono portate all’estero per poi rientrare sempre nella nostra Penisola completamente contraffatte (n. Telaio/documenti/targa/colore). E’ il caso di una Porsche Cayenne rubata nel nord Italia e recuperata a Desenzano con a bordo tre bulgari. L’auto era completamente contraffatta e l’unico elemento che ha consentito di risalire all’identità della vettura era il dispositivo wireless di Lojack installato al suo interno. La differenza Lojack La tecnologia Lojack è la risposta più efficace al problema, sempre più grave e globale, del furto dei veicoli. I sistemi Lojack sono basati su una collaudata tecnologia wireless ad alta frequenza estremamente efficace, anche quando il veicolo si trova in un container di acciaio, in un garage o in un parcheggio sotterraneo. Oltre a essere efficace, il sistema Lojack è molto difficile da individuare o schermare: grazie alla tecnologia a radio frequenza non vi sono segnali esterni visibili, quali led luminosi o antenne, che svelino che il veicolo è equipaggiato con dispositivo Lojack. Inoltre, uno dei principali punti di forza che distinguono Lojack da tutti i concorrenti è rappresentato dagli esclusivi rapporti di collaborazione con le Forze dell’Ordine, sui cui mezzi (autopattuglie, elicotteri, aerei) sono installate speciali unità “Vehicle Tracking Computer” (Vtc) per rintracciare e recuperare i veicoli rubati seguendo il segnale emesso dal dispositivo Lojack. Le soluzioni Lojack garantiscono una precisione senza precedenti nel tracciamento di beni mobili. Una volta che il sistema è attivato, il veicolo, o altro bene rubato, comunica la sua posizione attraverso il segnale silenzioso a radio frequenza emesso dal trasmettitore nascosto al suo interno. Questo processo collaudato è riconosciuto da molti professionisti delle Forze dell’Ordine come il più efficace per il recupero dei veicoli rubati. Lojack in Italia I sistemi della società, attiva in America dal 1986 e in Italia dal 2006 (oggi con quasi 20mila abbonati), hanno raggiunto una percentuale di successo del 90% nel recupero di veicoli rubati su più di 8 milioni di unità installate, per un totale di oltre 250mila veicoli recuperati pari a un valore superiore ai 5 miliardi di dollari. Il sistema Lojack è completamente operativo in tutto il territorio della penisola ed è venduto attraverso una rete capillare di concessionari autorizzati, ma ha anche accordi diretti con case madri, come Mitsubishi, Peugeot, Citroën, Maserati, Chrysler, Chatenet, Jaguar e Piaggio, che installano il dispositivo Lojack sui propri modelli. Primarie compagnie assicuratrici offrono sconti importanti sulle polizze furto incendio su auto equipaggiate con Lojack. Speciali condizioni assicurative associate al sistema Lojack sono offerte da gruppo Allianz, Filo diretto Assicurazioni, Sai Fondiaria, gruppo Alleanza Toro, Lloyd’s di Londra, Groupama, Assimoco - per citare i nomi più noti - e gli sconti riconosciuti permettono ai clienti di compensare l´investimento nel sistema. Amisat-lojack, la polizza all inclusive per auto in collaborazione con Filo diretto è stata riconosciuta come il miglior prodotto assicurativo per auto dalla prestigiosa rassegna Mf Innovazione Award 2009, realizzata dagli esperti di Milano Finanza in collaborazione con Dp Analisi Finanziaria. Lojack ha l’autorizzazione del Ministero dell’Interno per poter fornire il suo sistema per rintracciare e recuperare i veicoli rubati alle Forze dell’Ordine. Il sistema Lojack, oggi, è utilizzato da oltre 500 pattuglie delle Forze dell’Ordine su tutto il territorio nazionale e la collaborazione è attiva con diverse Forze di Polizia per coprire il recupero dei veicoli rubati nelle grandi città, su strade, autostrade e in prossimità delle vie d’uscita come porti o confini. Per quanto riguarda la Polizia Stradale le pattuglie equipaggiate sono più di 50 (Lazio e Roma totalmente coperti), mentre la Polizia Provinciale utilizza il sistema Lojack in diversi comuni della provincia di Roma. Per quanto riguarda, invece, i comandi di Polizia Locale (Vigili Urbani), sono più di 60 le città in cui è operativo il sistema Lojack e per grandezza si possono citare i comuni di: Napoli, Alessandria, Padova, Trento, Frosinone, Teramo, Bari, Novara, Catanzaro, Siracusa, Catania, Ancona e Trani. Nelle città di Milano, Torino e Venezia la Polizia Giudiziaria è equipaggiata con dispositivi Lojack. Ulteriori accordi sono in fase di definizione, in ogni caso il sistema Lojack è completamente operativo in tutta la penisola e dove non ci sono pattuglie delle Forze dell´Ordine equipaggiate il servizio è garantito da polizie private (ex. Vetture Mondialpol o elicotteri) per la localizzazione del veicolo; ma il recupero avviene sempre attraverso le Forze dell’Ordine Istituzionali. Le nuove soluzioni La Fcc - Commissione Comunicazioni Federali - agenzia governativa indipendente che negli Stati Uniti è incaricata di tutti gli usi non governativi dello spettro radio, ha concesso a Lojack il permesso di estendere le applicazioni della sua frequenza radio. In questo modo, le soluzioni Lojack potranno essere utilizzate non solo per rintracciare e recuperare i veicoli rubati ma anche in altri ambiti, come ad esempio rintracciare e recuperare persone scomparse, ricercati dalle Forze dell’Ordine, individui colpiti dalla sindrome di Alzheimer o materiali pericolosi. La nuova generazione di sistemi per recuperare i veicoli in caso di furto è autoalimentata e non grava sui consumi elettrici del veicolo e funziona anche in caso di guasto o manomissione della batteria, assicurando la massima protezione dal furto per tutti i veicoli di oggi e quelli del futuro, inclusi quelli elettrici.
 
   
   
ACCISE BENZIA, REGIONE LIGURIA A GOVERNO: CONTRO I TAGLI ALLA CULTURA NO AUMENTO ACCISE SUI CARBURANTI, OPPORTUNO ELECTION DAY  
 
 Genova, 28 Marzo 2011 - "È positivo che il Governo abbia, seppur solo in parte, finalmente fatto marcia indietro sui tagli alla cultura e abbia nel contempo evitato la tassa sul cinema. È tuttavia inaccettabile l´aumento dell´accisa sulla benzina per coprire questo intervento. Gli aumenti del prezzo dei combustibili stanno già determinando pesanti conseguenze per le famiglie e le imprese, portando ad una forte accelerazione dell´inflazione nel Paese"”. Lo ha detto l´assessore regionale allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli, commentando l´aumento dell´accisa sulla benzina. "Come Regione Liguria – ha detto Guccinelli - abbiamo richiesto al riguardo un´azione congiunta di tutte le regioni italiane in sede di conferenza Stato-regioni per sollecitare il Governo ad assumere iniziative per contenere il rincaro carburanti, attivando il dispositivo definito nell´ultima legge Finanziaria approvata dal governo Prodi, che consente di sterilizzare l´Iva sui nuovi aumenti. Un meccanismo, quindi, che non taglia le entrate ma contiene le conseguenze per le tasche dei cittadini e i costi delle imprese". "Il governo, invece – aggiunge l´assessore regionale - va in direzione opposta: non solo incassa la maggiorazione delle entrate dovuto all´aumento dei prezzi, ma aggiunge un ulteriore rincaro fiscale". Secondo l´assessore allo sviluppo economico erano possibili altre strade per rimediare ai tagli alla cultura. "A cominciare dal ricorso ai risparmi di spesa possibili con l´accorpamento dei referendum alle elezioni amministrative. Ora i cittadini, oltre a subire l´aumento del prezzo della benzina, dovranno pagare anche i 300 milioni di euro che si sarebbero potuti risparmiare con l´election day".  
   
   
TOSCANA: MISURE PER FEDERALISMO FISCALE, IL TRASPORTO PUBBLICO RESTA PENALIZZATO DAI TAGLI  
 
Firenze, 28 marzo 2011 – “Il trasporto pubblico locale continua a essere gravemente penalizzato dai tagli del governo. E’ bene fare chiarezza: non ci sono risorse aggiuntive al trasporto pubblico, ieri con il voto in Commissione bicamerale sul federalismo si è decisa una parziale ed insufficiente integrazione rispetto a quanto già tagliato con la manovra estiva. Quei fondi sono parte di quanto già promesso al settore nell’accordo governo-regioni del 16 dicembre, e ieri sono stati soltanto confermati. Non c’è alcun elemento di novità: è solo la nuova puntata del gioco delle tre carte di cui il governo è specialista ”. Così l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao ha commentato, nel corso di una conferenza stampa convocata, il 25 marzo a Palazzo Strozzi Sacrati, la misura del decreto sul federalismo fiscale che stanzia 425 milioni di euro per il trasporto pubblico regionale. “Queste risorse – ha spiegato Ceccobao – sono una delle gambe finanziarie su cui poggiava l’accordo del 16 dicembre che complessivamente prevedeva 900 milioni di euro di fondi per il trasporto pubblico per limitare i tagli della manovra estiva. Ieri questa cifra di 425 milioni è stata semplicemente ribadita, ma con una totale incertezza sui criteri di ripartizione”. “Questa misura – ha continuato l’assessore – è una toppa che copre solo in parte il buco dei tagli governativi. Questa cifra quindi, se permetterà di coprire in parte l’anticipo sostenuto dalla Regione, sostanzialmente non inciderà sul buco complessivo causato dai tagli governativi. Un taglio che, comunque, nella nostra regione, siamo riusciti a ridurre sino al 3,5%, del totale. In nessuna regione italiane si è riusciti a fare altrettanto”. Nel corso della conferenza stampa l’assessore ha ripercorso le complesse vicende dei tagli al trasporto pubblico locale a partire dalla scorsa estate, quando il governo aveva annunciato una decurtazione pari a 3,5 miliardi di euro. Per la Toscana la “mazzata” era stata di 181 milioni di euro su un fabbisogno totale di 433: oltre un terzo delle risorse. Da allora era partita una corsa contro il tempo per recuperare almeno in parte i fondi e consentire il mantenimento del servizio per il 2011: “L’intervento della Regione è stato determinante per far partire il servizio dal primo di gennaio. Nel valzer governativo di annunci e smentite, di fondi che rientravano e poi non c’erano più (pensiamo alla vicenda dei fondi Fas)- ha ricordato Ceccobao – la Regione ha voluto scrivere una parola chiara per consentire il mantenimento del servizio nel 2011 effettuando un enorme sforzo di bilancio, con un recupero di 150 milioni, per garantire oltre il 90% dei trasferimenti agli enti locali”. Rispetto ai 31 milioni mancanti (24 per i bus, 7 per i treni), c’è stato poi un ulteriore intervento della Regione con l’accordo siglato il 15 febbraio scorso con enti locali, aziende e sindacati. La Regione si è impegnata a destinare al trasporto pubblico locale ulteriori quattro milioni di euro, e a procedere alla ripartizione di ulteriori cinque milioni di euro di premialità. A questi si aggiungono gli altri cinque milioni di interventi delle aziende attraverso un recupero di efficienza nei costi di gestione. Alla fine il taglio per i bus è diventato di 10 milioni, di 7 per i treni: complessivamente 17 milioni. L’ultimo capitolo, sin qui, di questo percorso, è la misura stabilita ieri che, però, evidenzia con chiarezza l’assessore, è la semplice riconferma di un impegno già assunto dal governo il 16 dicembre e che, in ogni caso, permetterebbe di intervenire per consentire di recuperare alla regione, almeno in parte, i fondi anticipati con il suo bilancio. Resta aperta, ancora, la questione dei criteri di riparto tra le Regioni che in una prima analisi sembrerebbero penalizzare la Toscana rispetto ai criteri storici di ripartizione. Su questo aspetto è in programma una riunione la settimana prossima tra gli assessori regionali. Ultimo punto. Il futuro del settore oltre il 2011. La misura approvata ieri dalla commissione bicamerale sul federalismo punta a una stabilizzazione del taglio dei trasferimento per il Tpl per i prossimi anni: “Dobbiamo accelerare sulla riforma del trasporto pubblico – sono parole dell’assessore – per questo la Regione è al lavoro con tutti i soggetti toscani del settore; la riforma, che prevederà un gestore unico, renderà il nostro tpl più efficiente, integrerà gomma e ferro e darà più stabilità e efficienza al servizio”.  
   
   
TRASPORTI IN CAMPANIA : GRAVE L´INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO DI OGGI. INACCETTABILI LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE ANM SIMEONE, LA IERVOLINO INTERVENGA  
 
 Napoli, 28 marzo 2011 - “Le dichiarazioni del presidente dell´Anm Simeone sullo sciopero degli autobus attuato oggi a Napoli senza preavviso sono inaccettabili, in quanto il massimo dirigente di un´azienda a totale partecipazione pubblica, pagata dai cittadini in qualità di utenti e contribuenti, non può in alcun modo avallare una protesta del personale che - per come si è svolta - ha completamente paralizzato la città, con disagi devastanti per la mobilità di lavoratori e studenti, senza contare l´ennesimo colpo all´immagine di un servizio pubblico già fortemente danneggiato negli ultimi anni da sprechi e cattiva gestione”. E´ quanto dichiarato il 25 marzo dall´assessore ai Trasporti e alle Attività produttive della Regione Campania, Sergio Vetrella. “La sacrosanta tutela dei lavoratori dell´azienda – continua Vetrella – che la Regione ha sempre avuto e continuerà ad avere come obiettivo, assieme alla difesa dei cittadini utenti del trasporto pubblico non può mai giustificare, da parte tra l´altro di un dirigente pubblico e rappresentante dell´associazione delle aziende pubbliche di tpl, un metodo di protesta che potrebbe configurarsi come reato di interruzione di pubblico servizio, e che può rappresentare un pericoloso precedente, oltre che esasperare ulteriormente gli animi, sia tra i dipendenti, giustamente preoccupati del loro futuro, sia tra i cittadini, che si vedono senza alcuna colpa privati del loro diritto alla mobilità. Non a caso, infatti, la protesta avviene il giorno dopo la diffusione di dati sull´entità degli esuberi presunti che non hanno alcuna certezza, dato che i tagli statali non sono ancora definitivi, e che abbiamo in corso una trattativa con il Governo per ridurli, oltre a un ulteriore approfondimento sul bilancio regionale. Senza contare la gravità di aver consentito la mancata uscita dei mezzi nonostante – a dire dello stesso Simeone – l´agitazione non sarebbe derivata dalla cattiva qualità degli stessi, come invece sostenuto dai lavoratori. Data la gravità della vicenda, dunque, ho ritenuto opportuno anche inviare subito una lettera al sindaco Iervolino, con la quale le chiedo di intervenire, valutando le opportune azioni da intraprendere, a tutela della correttezza del ruolo delle istituzioni e a difesa dell´interesse generale dei cittadini. “Entrando poi nel merito delle dichiarazioni di Simeone – aggiunge Vetrella – ancora una volta devo ribadire che far intendere che gli stipendi dei dipendenti sarebbero a rischio soprattutto a causa dei tagli dei fondi da parte della Regione, rappresenta una maniera strumentale e pericolosamente allarmistica di dipingere la situazione. Simeone dovrebbe infatti spiegare ai propri lavoratori e ai cittadini napoletani – come gli ho chiesto più volte - quali sono le reali cause di un bilancio così precario dell´azienda che dirige da numerosi anni – e che, tra l´altro, non è della Regione, ma di proprietà del Comune di Napoli – perché non ci fornisce la rendicontazione dei km di servizio effettivamente realizzati (che non ci consente di esercitare il dovuto controllo sui soldi dei cittadini – più di 90 milioni di euro l´anno – che la Regione dà al Comune per il tpl); qual è infine il motivo per cui non ci paga regolarmente i canoni previsti per i nuovi autobus che gli abbiamo fornito appena pochi anni fa. Tutto questo a fronte di un servizio che - a quanto mi risulta, anche personalmente - deve fare ancora numerosi passi in avanti sul fronte della qualità e dell´efficienza. “Per parte nostra – conclude l´assessore regionale - abbiamo già recuperato 15 milioni di euro dai tagli paventati nel bilancio regionale appena approvato e destinati proprio ai servizi di trasporto e ai lavoratori delle aziende del settore, mentre siamo costantemente in contatto con il Governo per riuscire a ottenere – assieme alle altre Regioni – altri 425 milioni che ci sono stati promessi con l´accordo sul federalismo fiscale del dicembre scorso (e proprio oggi il presidente della Conferenza delle Regioni Errani ha annunciato che la questione si sta avviando a soluzione); in più – e sempre a difesa delle aziende e dei loro lavoratori – abbiamo avallato l´adeguamento delle tariffe di Unicocampania, che sarà in vigore dal prossimo aprile, chiedendo un sacrificio – anche se limitato – ai cittadini che usufruiscono dei servizi per salvaguardare il sistema, in aggiunta ai biglietti che vengono già pagati. Così come siamo ogni giorno in contatto e incontriamo periodicamente i rappresentanti sindacali e i Comuni e le Province per rilanciare un settore che è stato negli anni scorsi danneggiato da sprechi, clientele e diseconomicità, a scapito della qualità del servizio e dell´efficienza gestionale; una situazione che stiamo ora cercando di risolvere attraverso un piano di risanamento, razionalizzazione e sviluppo, almeno per quanto riguarda le nostre aziende del gruppo Eav, così come sono in preparazione le gare, che nel 2012 potranno consentire migliori servizi, aziende più efficienti e lavoratori più tutelati. Aspettiamo invece ancora che anche i Comuni e le Province – come ho già chiesto loro più volte - facciano la propria parte, in base alle loro competenze nei servizi di trasporto pubblico locale, nel cercare di trovare altre risorse e di avviare il risanamento delle proprie aziende, in modo da consentire di ridurre al minimo l´incidenza dei tagli statali e della crisi economica”.  
   
   
TRASPORTI FVG: RICCARDI, DA ATAP ESEMPIO DI BUONA AMMINISTRAZIONE  
 
Pordenone, 28 marzo 2011 – Intervenuto, il 25 marzo, alla presentazione dei nuovi autobus gran turismo dell´Atap, Azienda di trasporto pubblico della provincia di Pordenone, l´assessore regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi ha affermato che ´´questa azienda è la dimostrazione evidente che anche il pubblico, quando agisce con oculatezza, sa produrre risultati di qualità nei servizi ed economicamente positivi e rilevanti´´. L´atap ha scelto il cuore di Pordenone, la centralissima piazza Xx Settembre, per presentare i nuovi modelli della sua flotta gran turismo. Si tratta di nove veicoli, tra cui il modello di punta, ovvero un Setra nero di quasi 14 metri e a due piani, con una capienza di 80 passeggeri. Bus, più in generale, di vera ultima generazione, non soltanto per gli standard ambientali (euro 5 o superiore), ma anche per comfort, sicurezza e capacità di carico, essendo perlopiù a tre assi. Nell´occasione ha fatto il suo debutto ufficiale anche il nuovo logo scelto per il gran turismo e il mezzo unico ornato con il logo (una rosa stilizzata) di recente premiato come migliore proposta tra gli elaborati degli studenti dell´Istituto d´Arte di Cordenons. Nei vari interventi - del presidente dell´Atap Mauro Vagaggini, del sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, dell´assessore provinciale Giuseppe Pedicini - sono stati messi in risalto i buoni risultati conseguiti dall´Atap e le prospettive dell´Azienda. E proprio a queste ha fatto riferimento Riccardi, presente insieme al vicepresidente del Consiglio regionale Maurizio Salvador, nel suo saluto: ´´Nonostante la pesante crisi che ci ha colpiti - ha affermato l´assessore - Atap ha dimostrato che quando le cose sono fatte bene e con equilibrio si raggiungono risultati positivi, assicurando da un lato servizi di qualità ai cittadini e dall´altro redditività economica. Non sempre, insomma, tutto il bene è privato e tutto il male è pubblico. In questo caso Atap è una società interamente pubblica´´. Grazie a scelte diversificate anche in altri settori, infatti, Atap ha raggiunto risultati di rilievo: non solo trasporto pubblico, quindi, ma anche gran turismo e investimenti nell´ambientale. ´´In tal modo - ha concluso Riccardi - si rafforza il peso di una società che può guardare con fiducia al futuro, quando la regione bandirà le gare per la gestione del Tpl, procedendo anche all´integrazione fra gomma e rotaia, ma senza forzature´´.  
   
   
PIETRO CIUCCI: L’ANAS IN ABRUZZO, INVESTIMENTI PER LAVORI REALIZZATI, IN CORSO E PROGRAMMATI, PER UN TOTALE DI OLTRE 1,4 MILIARDI DI EURO  
 
Teramo, 28 marzo 2011 - Il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci, ha tracciato un bilancio sulla presenza dell’Anas nella regione Abruzzo, dove gestisce una rete stradale e autostradale di 1.000 km. L’abruzzo è una delle regioni nelle quali l’Anas ha in corso numerosi investimenti dedicati sia alle nuove costruzioni che alle attività di manutenzione. Il totale di investimenti complessivi per lavori realizzati, in corso e programmati, a partire dal 2006, è di oltre 1,4 miliardi di euro. L’importo dei lavori ultimati nello stesso periodo è di circa 150 milioni di euro in Abruzzo. Gli investimenti già in corso nella regione ammontano a circa 200 milioni di euro, mentre quelli di prossimo avvio valgono complessivamente 34 milioni. L’anas ha inoltre già inserito nei propri programmi ulteriori investimenti per oltre un miliardo di euro. Per quanto riguarda la manutenzione, negli ultimi cinque anni sono stati ultimati interventi per oltre 60 milioni di euro, mentre attualmente tra lavori in corso e di prossimo avvio si raggiunge un importo di oltre 100 milioni di euro. Gli interventi in corso e di prossimo avvio nella Regione interessano oltre 25 km di strade (escluso il tratto stradale che si inaugura oggi). Sulla strada statale 652, i lavori di costruzione del tratto compreso tra la stazione Gamberale e la stazione di Civitaluparella, che hanno raggiunto un avanzamento del 77% per un importo lavori di oltre 30 milioni di euro, sono stati parzialmente sospesi a causa di un rilevante dissesto geologico che ha interessato il versante di imbocco della galleria. Lo studio delle cause e il monitoraggio del versante è stato prontamente avviato e consentirà di definire, entro la prossima estate la variante necessaria per il completamento dei lavori. Va aggiunto, inoltre, l’intervento sulla strada statale 584 di Lucoli che riguarda il collegamento tra l’Altopiano delle Rocche, Campo Felice e Rocca di Cambio. I lavori hanno un importo complessivo di quasi 25 milioni di euro e l’avanzamento ha raggiunto il 29%. Un procedimento amministrativo nei confronti dell’appaltatore ha costretto alla sospensione dei lavori. Entro un anno a partire dalla ripresa dei lavori l’intervento potrà essere ultimato. Sulla strada statale 81 ‘Piceno Aprutina’ proseguono i lavori di costruzione del tronco Guardiagrele-chieti che hanno raggiunto una produzione del 90%. L’importo complessivo dell’intervento è di oltre 11 milioni di euro e l’ultimazione definitiva è prevista per il prossimo aprile 2011. Sulla strada statale 17 ‘dell’Appennino Abruzzese e Appulo-sannitico’ proseguono i lavori relativi alla variante di L’aquila, secondo lotto e, in particolare, il raccordo tra la strada consortile Mausonia e la strada statale 17 ter. L’intervento ha un importo complessivo lavori di oltre 20 milioni di euro. Tra le altre opere in corso, sulla strada statale 16 ‘Adriatica’, proseguono i lavori di realizzazione del nuovo svincolo alla variante di Pescara in località via Tirino che hanno un importo complessivo di quasi 5 milioni di euro ed un avanzamento del 30%. Per entrambi questi ultimi interventi, l’apertura al traffico è prevista entro i primi mesi del prossimo anno. Tra le opere di imminente avvio, sulla strada statale 81 Piceno-aprutina, vi è l’intervento di ammodernamento della sede stradale nel tratto Villa Lempa-variante alla strada statale 80, per un importo complessivo lavori di quasi 18 milioni di euro. Tra le opere programmate nel Teramano, Anas ha compreso il completamento dell’ammodernamento della Ss 80 tra la A14 e la Ss 16 (Iv lotto) con un importo previsto di circa 65 milioni di euro. Il progetto nella fase preliminare dovrà essere sottoposto alle procedure di Legge Obiettivo per il finanziamento. Inoltre, per quanto riguarda la rete autostradale in concessione, sono in corso investimenti per oltre 173 milioni di euro. I principali interventi riguardano l’A24 e A25 dove proseguono i lavori di adeguamento degli impianti delle gallerie alla normativa vigente e i lavori sulle opere d’arte. Proseguono anche i lavori allo svincolo di Giulianova, sulla A14. Sono in corso, infine, i lavori di progettazione e costruzione della seconda carreggiata, dal km 0 al km 5,4 del tronco Villa Vomano-teramo per un importo di oltre 21 milioni di euro.  
   
   
ALTERO MATTEOLI E GIANNI LETTA INAUGURANO UN PRIMO TRATTO DELLA VARIANTE TRA TERAMO E GIULIANOVA DELLA STRADA STATALE 80 “DEL GRAN SASSO D’ITALIA”  
 
Teramo, 28 marzo 2011 - Un tratto funzionale della variante tra Teramo e Giulianova alla strada statale 80 “del Gran Sasso d’Italia”, il cosiddetto ‘Lotto 0’, è stato aperto il 24 marzo, al traffico dall’Anas. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, il Presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, il Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci. Si tratta dell’avvio di una importante tappa nel processo di ammodernamento e messa in sicurezza della viabilità abruzzese. Un’opera fondamentale nella regione, perché facilita il collegamento del teramano con la riviera adriatica e con l’autostrada A24. “L’apertura del cosiddetto ‘Lotto 0’ sulla Strada Statale 80 arriva dopo lunghi anni di attesa – ha affermato il Ministro Altero Matteoli –. L’opera migliora notevolmente i collegamenti della zona di Teramo con l’Adriatico e l’autostrada per Roma. Si tratta di una tratta stradale non di grandi dimensioni ma di grande efficacia per la mobilità della zona, a conferma che le infrastrutture pubbliche sono importanti non solo per la quantità ma soprattutto per la qualità, ossia per i benefici che producono sul territorio di riferimento. Ringrazio Anas e in particolare i tecnici e le maestranze che anche in questa occasione hanno reso possibile la realizzazione concreta di un’idea progettuale“. “Lo scorso 4 febbraio – ha affermato il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci -, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Anas di L’aquila, ricostruita in tempi record dopo il terremoto, avevo promesso che l’impegno per lo sviluppo infrastrutturale in Abruzzo avrebbe prodotto a breve ulteriori importanti risultati, portando a compimento nuove opere. Questa promessa è stata mantenuta: oggi apriamo al traffico un primo tratto della variante alla statale 80 del Gran Sasso d’Italia, in corrispondenza della città di Teramo, che si sviluppa tra lo svincolo Teramo centro e il nuovo svincolo Teramo ovest sull’autostrada A24”. “Seppur parziale – ha continuato Pietro Ciucci -, l’apertura di questo primo tratto, il più importante dell’intero ‘Lotto 0’, è fondamentale per la città di Teramo che attende la conclusione dei lavori da almeno 10 anni”. La nuova infrastruttura che si apre, lunga circa 2,7 km, prevede, oltre all’asse principale, lo svincolo di Teramo centro costituito da 5 gallerie e 4 rampe di svincolo. L’intervento termina con lo svincolo di collegamento con l’autostrada A24 Roma-l`aquila-teramo, caratterizzato da 4 rampe, due di ingresso e due di uscita, per il collegamento autostradale in direzione L’aquila-roma (autostrada A24) e in direzione Giulianova mediante la Teramo-mare. La tratta aperta consente di anticipare alcuni dei vantaggi che saranno ottenuti con l’apertura dell’intera variante; infatti, oltre a snellire il traffico cittadino di Teramo, agevola la circolazione proveniente da Teramo centro e diretta verso L’aquila, verso Roma - attraverso la A24 - e verso Giulianova, mediante la statale 80 racc. Determinando inoltre un notevole abbassamento dell’inquinamento acustico e ambientale della città. Per l’intera variante, lunga complessivamente circa 5,6 km, l’Anas ha redatto anche il progetto di completamento del lotto tra la strada statale 80 e Teramo della lunghezza di 2.9 km. Per tale lotto, che prevede un ulteriore investimento di circa 5 milioni di euro, sono attualmente in corso le procedure di gara che si prevede di aggiudicare entro il prossimo mese di luglio. Nel frattempo, è stato necessario affrontare con la Soprintendenza Regionale il lavoro preliminare di rimozione, attraverso un apposito distinto appalto del valore di circa 1 milione di euro, di una strada romana. L’intera variante ha comportato un investimento complessivo di circa 85 milioni di euro.  
   
   
LOTTO ZERO: CHIODI, OPERA HA SEGNATO VITA POLITICA DI TERAMO  
 
 Teramo, 28 marzo 2011 - "Un´opera importante che segna una svolta per la vivibilità della città di Teramo". Lo ha detto il 24 marzo il presidente della Regione, Gianni Chiodi, inaugurando il Lotto Zero, parte della variante tra Teramo e Giulianova. "E´ un giorno importante per la città - aggiunto il presidente della Regione - perché questa opera, la cui realizzazione era attesa dai cittadini da vent´anni, ha segnato la storia politica di Teramo. Come amministratore ho vissuto in prima persona tutta la vicenda di questa opera stradale e so quanto la città aspettasse questo momento. L´importante - ha concluso Chiodi - è che sia arrivato e ora siamo fiduciosi sul completamento del secondo tratto". Alla manifestazione di inaugurazione erano presenti il Sottosegretario Gianni Letta, il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, il presidente della Provincia, Valter Catarra, il sindaco, Maurizio Brucchi, e il presidente dell´Anas. Piero Ciucci. Proprio il numero uno di Anas nel suo intervento ha illustrato l´iter amministrativo relativo alla seconda parte del Lotto Zero annunciando che entro la fine dell´estate dovrebbe essere conclusa la gara di affidamento dei lavori che poi dovrebbero concludersi entro la fine del 2012. Il Lotto Zero inaugurato oggi è il tratto compreso tra lo svincolo di Teramo centro e il nuovo svincolo di Teramo Ovest con la A24. Il tratto inaugurato è lungo 2,7 chilometri, con due gallerie, San Giuseppe e De Contro, e due viadotti, Dogana e Tordino Vezzola. Il Lotto Zero consentirà lo snellimento del traffico presente all´interno dell´abitato di Teramo e permetterà di raggiungere l´autostrada L´aquila-roma e la Teramo mare verso Giulianova senza attraversare la parte sud della città.  
   
   
BASILICATA, ANAS: IN GAZZETTA UFFICIALE L’ESITO DI GARA PER LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA SULL’INTERA RETE DI VIABILITÀ STATALE, PER UN IMPORTO DI OLTRE 1,8 MILIONI DI EURO  
 
Potenza, 28 marzo 2011- L’anas ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’esito di gara d’appalto riguardante i lavori di manutenzione ordinaria sull’intera rete di viabilità statale, nel triennio 2011/2013, per un importo di oltre 1,8 milioni di euro. Gli interventi riguardano, in particolare, la manutenzione degli impianti tecnologici, di illuminazione, ventilazione, antincendio e controllo sia nelle gallerie che nelle aree di svincolo delle strade statali della Basilicata, di competenza Anas. L’impresa aggiudicataria è Visco Daniele E Raffaele Snc con sede a Prignano Cilento, in provincia di Salerno. Per informazioni dettagliate su tutti i bandi e gli esiti di gara è possibile consultare il sito www.Stradeanas.it/    
   
   
VIABILITÀ: RICCARDI A LATISANA, GLI INTERVENTI PRIORITARI SULLA SR 354  
 
Latisana, 28 marzo 2011 - Quattro rotonde con tre sottopassi ciclopedonali; delle quali una, quella in località Picchi, già in fase di realizzazione, per snellire il flusso veicolare nelle giornate di punta dell´attrattività turistica di Lignano Sabbiadoro. Un sistema wireless che parimenti ai grandi nodi della viabilità del Friuli Venezia Giulia permetterà di conoscere in tempo reale, attraverso monitor dedicati situati anche nei punti strategici della città di Lignano Sabbiadoro, la situazione del traffico lungo la strada regionale 354, dalle Crosere fino alla località balneare friulana. Questi gli interventi prioritari definiti dalla Regione di concerto con i Comuni interessati, in particolare con quello di Latisana, sul territorio del quale scorre la grande arteria stradale. Interventi ribaditi ieri sera, dall´assessore regionale a Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale e Lavori pubblici Riccardo Riccardi a Latisana, nel centro polifunzionale, a conclusione di una riunione indetta dall´Amministrazione civica per illustrare le modifiche che saranno apportate alla strada regionale 354, già strada statale 354, con un investimento complessivo di dieci milioni di euro e conclusione prevista entro la fine della legislatura. La riunione, come ha specificato in apertura il sindaco di Latisana Micaela Sette, aveva l´obiettivo di spiegare alla popolazione le scelte adottate dalla Regione, di concerto con il Comune, definite sulla base di un monitoraggio della Sr 354 durato due anni, consistito anche nella simulazione degli effetti positivi della realizzazione di quattro rotonde negli incroci più critici dell´asse viario: Paludo, Pertegada, Picchi, Aprilia. Le rotonde, come hanno spiegato i tecnici Cudini e Cocetta, consentiranno nelle giornate più critiche di ridurre da due a tre volte la lunghezza delle code di vetture in entrata e uscita dalla più grande spiaggia del Friuli Venezia Giulia. Scelte, quelle della Giunta regionale, che a ben venticinque anni dai primi interventi per la messa in sicurezza dell´allora Ss 354, consistiti nell´apposizione dei limiti di velocità e nell´installazione dei semafori, sono state possibili e porteranno a risultati concreti grazie all´operatività snella e alle procedure d´urgenza che sono nei poteri del Commissario straordinario per la terza corsia della A4. I nuovi progetti per le rotonde tengono conto inoltre delle richieste avanzate dal Comune di Latisana per agevolare la popolazione locale, come la realizzazione di sottopassi ciclopedonali atti a consentire l´attraversamento della trafficata arteria nella massima sicurezza soprattutto agli abitanti della zona. Il consigliere regionale Daniele Galasso ha poi ribadito che è proprio grazie al passaggio di competenze dallo Stato alla Regione sulla Sr 354 e agli interventi concernenti l´autonomia del Friuli Venezia Giulia che, dopo 25 anni, è stato possibile sbloccare la situazione che di fatto inibiva l´adeguamento della strada regionale alle mutate esigenze del traffico. All´attuale soluzione si è arrivati dopo che in passato erano state bocciate numerose altre proposte, relative alla realizzazione di una strada complanare, all´apposizione di un guardrail centrale lungo l´intero asse viario, alla realizzazione di sovrappassi o di sottopassi. Riccardi, nell´intervento conclusivo, seguito a domande e richieste degli intervenuti, ha ricordato che la realizzazione del nuovo casello di Ronchis, al servizio del quale sono stati realizzati 15 km di nuova viabilità, ha di fatto spostato il restringimento del flusso veicolare delle giornate di grande esodo estivo sui punti critici della Sr 354. E, contrariamente a quanto la popolazione di Latisana possa ancora ritenere, la responsabilità sulla sicurezza della statale per Lignano Sabbiadoro non ricade su quella amministrazione comunale, che pure è competente per territorio, bensì sull´ente gestore, che è la Regione. E´ probabile che i lavori già progettati, in parte già avviati, possano creare qualche disagio a partire dai prossimi mesi, ma secondo Riccardi sono ormai ineludibili per dare risposta alle attese dell´utenza e degli operatori della città balneare, ma anche alle esigenze di sviluppo degli abitanti e delle attività produttive esistenti lungo l´arteria. I progetti individuati, come ha soggiunto l´assessore, puntano a contemperare le esigenze di snellimento del traffico per le giornate di punta (circa 50-60 l´anno) con quelle del traffico normale, e con le necessità della popolazione locale. Infine, ha ricordato Riccardi, anche l´incrocio sulla Sr 354 in corrispondenza dell´abitato di Gorgo sarà sistemato, ma il relativo intervento, pur compreso nel conto economico, è ancora in fase di progettazione. La prossima riunione con la popolazione latisanese sulla Sr 354 è in programma per lunedì sera, alle ore 20.30 a Pertegada.  
   
   
TUNNEL DEL BRENNERO: OBIETTIVO SICUREZZA, RIUNIONE DEL GRUPPO DI LAVORO  
 
Bolzano, 28 marzo 2011 - E´ tornato a riunirsi nei giorni scorsi il gruppo di lavoro che si occupa delle questioni relative alla sicurezza all´interno dei cantieri del tunnel di base del Brennero. Alla riunione, svolta sotto la presidente del direttore della Ripartizione provinciale lavoro, Helmuth Sinn, ha partecipato anche l´amministratore delegato di Bbt Se, Raffaele Zurlo. Il compito del gruppo è quello di monitorare gli aspetti sanitari e quelli concernenti la sicurezza durante i lavori di realizzazione della galleria di base del Brennero. Dopo aver fatto il punto della situazione sullo stato di avanzamento del cunicolo esplorativo, che dovrebbe concludersi già entro la fine di questo mese ("in quel momento si aprirà un nuovo capitolo per il Bbt" ha commentato Zurlo), sono stati presentati una serie di dati sull´attività svolta in tema di sicurezza. Sino ad oggi, presso i cantieri di Aica e di Mules, sono state 48 le imprese che hanno effettuato dei lavori, e in totale si sono registrati 827 verbali di sopralluogo riguardanti la sicurezza sul posto di lavoro e 654 sopralluoghi di cantiere. Il prossimo lotto dei lavori del tunnel di base del Brennero riguarda un tratto di circa 1.600 metri che va ad intersecare il cosiddetto lineamento periadriatico. "Il livello di attenzione dovrà essere ancora maggiore - ha sottolineato Helmuth Sinn - perchè in questo tratto il rischio di incidenti è più elevato". Per motivi di carattere idro-geologico, infatti, questo lotto si presenta particolamente delicato a causa del pericolo di distacco di materiale franoso. Non è un caso, infatti, che lungo questi 1.600 metri le operazioni di scavo non possano essere svolte con l´utilizzo della fresa, ma seguendo il metodo tradizionale. L´assessore provinciale al lavoro Roberto Bizzo si dichiara infine "soddisfatto per la ripresa degli incontri periodici del gruppo di lavoro sulla sicurezza all´interno del tunnel del Brennero. L´obiettivo comune della Giunta provinciale e di Bbt Se è quello di gestire i cantieri in maniera esemplare, impegnandosi a fondo per evitare che sui luoghi di lavoro si verifichino incidenti gravi o dalle conseguenze mortali".  
   
   
CIRCONVALLAZIONE ALGHERO, CAPPELLACCI: "OPERA STRATEGICA VOLUTA DAL TERRITORIO"I FONDI DISPONIBILI PER LA REALIZZAZIONE DELL’OPERA AMMONTANO A 10,5 MILIONI DI EURO INTERAMENTE FINANZIATI DALLA REGIONE.  
 
Alghero, 28 Marzo 2011 - "La nuova circonvallazione di Alghero è un’opera fortemente voluta dal territorio, che risolverà vecchi problemi di viabilità e che rappresenta un importante passo in avanti sul piano delle infrastrutture". Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha così illustrato il progetto della nuova strada presentato il 25 marzo in città alla presenza del sindaco del centro costiero, Marco Tedde. A fine anno prevista l’apertura dei cantieri. "La circonvallazione che oggi vede la luce in termini di sigillo al processo amministrativo - ha continuato il presidente Cappellacci - nasce in seguito all’applicazione di un metodo vincente, basato sulla condivisione con il territorio e sulla programmazione dal basso: tutte le istituzioni coinvolte, dal livello periferico a quello centrale e regionale, si sono sedute attorno a un tavolo per ragionare sui problemi e giungere insieme a una sintesi". La strada faciliterà i flussi di traffico con particolare attenzione al sistema turistico, collegando gli accessi nord e sud e l’aeroporto e agevolerà le attività artigianali e industriali, "le piccole e medie imprese del territorio che costituiscono tessuto connettivo e base di qualunque processo di sviluppo", ha concluso il presidente. In piena continuità con il primo lotto procede l’iter che porterà tra un mese al bando per la progettazione del secondo lotto. I fondi disponibili per la realizzazione dell’opera ammontano a 10,5 milioni di euro interamente finanziati dalla Regione. La circonvallazione collegherà la zona nord di Alghero (statale 127 bis Alghero – Olmedo) con la zona sud (strada 292 per Villanova Monteleone - viale della Resistenza direzione Bosa), sarà a quattro corsie e si svilupperà per 2 chilometri. Suddivisa in quattro segmenti separati da rotatorie per l’innesto con la viabilità di quartiere, l´arteria avrà sul lato esterno di tutto il tracciato una pista ciclabile a doppio senso di marcia.  
   
   
SASSARI-OLBIA, CONVOCATO COMITATO TECNICO SCIENTIFICO  
 
Cagliari, 28 Marzo 2011 - Il Comitato tecnico scientifico istituito dal presidente Ugo Cappellacci in qualità di Commissario governativo per la Sassari-olbia, è stato convocato dall’assessore dei Lavori pubblici e Soggetto attuatore, Sebastiano Sannitu, sabato 26 marzo a Cagliari. La riunione dell’organismo presieduto dal professor Mauro Dolce riporta due punti all’ordine del giorno: il primo è l’approvazione dei progetti definitivi del lotto Ix della strada, il secondo riguarda la disamina dell’allargamento e messa in sicurezza del ponte sul Rio Padrongianus sulla Statale 125. Il progetto del lotto Ix della Sassari-olbia prevede, nello specifico, l´adeguamento della Statale 199 tra la 131 Dcn e la 125, compresa la bretella per l´aeroporto. Il nuovo lotto consentirà prima di tutto una sostanziale riduzione dell´incidentalità e un aumento della velocità di percorrenza media sino a 110 chilometri orari. Il progetto rappresenta l´inizio della nuova Statale da Olbia e, una volta realizzato, alleggerirà il flusso di traffico diretto in città e all’aeroporto proveniente dalla statale 131. Lo sviluppo del lotto ha un´estensione di 2,5 chilometri più i 700 metri della bretella per l´aeroporto. L’allargamento della carreggiata sul ponte del Padrongianus sarà effettuato dall’Anas quale soggetto attuatore in circa 12 mesi. Ma prima di questo intervento si dovrà realizzare necessariamente la viabilità alternativa, collegando la Statale 131 diramazione centrale con la Statale 125 attraverso la “bretella” di Spiritu Santu. In questo caso l’assessorato dei Lavori pubblici ha messo a disposizione 3,3 milioni e il soggetto attuatore è la Provincia di Olbia-tempio. Sei mesi i tempi previsti, a partire dalla consegna dei lavori. L´approvazione dei progetti da parte del Comitato tecnico scientifico è il passaggio finale della procedura prevista dall´ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, prima del via libera del Commissario governativo.  
   
   
VENETO, NUOVA STRADA DEL SANTO: E ORA LE QUATTRO CORSIE  
 
Resana (Treviso), 28 marzo 2011 - “I sogni si concretano sempre più spesso, in questo Veneto che fa, e io so con certezza che la Nuova Strada del Santo che oggi inauguriamo potrà essere a quattro corsie, anziché con le due attuali”. Ha esordito con queste parole l’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso intervenendo il 25 marzo alla cerimonia inaugurale dell’ultimo tratto della Strada Regionale n. 308 da Resana a Castelfranco. La sua è stata una risposta al “sogno” enunciato poco prima dal presidente della provincia Leonardo Muraro di una arteria a quattro corsie come tutti auspicano. “Ci stiamo lavorando – ha confermato Chisso – così come stiamo lavorando per rifare il piano stradale della tangenziale sud di Castelfranco, oggi un percorso di vere e proprie montagne russe, i cui lavori dovrebbero iniziare nella seconda metà dell’anno corrente. Ma stiamo lavorando anche alla tangenziale Est di Resana e Castelfranco e ragioniamo del collegamento tra Castelfranco e Bassano, cioè con la ormai prossima Pedemontana Veneta”. “Quella di oggi è un’opera attesa da almeno 50 anni: quando garantimmo che l’avremmo realizzata nessuno ci credeva. E invece eccola qui – ha sottolineato Chisso – frutto dell’impegno di molti e della politica del fare. “Questa arteria è la dimostrazione di come il sistema pubblico è sano ed efficiente”, gli ha fatto eco il sindaco di Resana Loris Mazzorato, mentre Muraro ha annunciato che all’inizio della prossima settimana dovrebbe chiudersi il percorso burocratico relativi alla tangenziale Est Strada Provinciale n. 19. “Contiamo di mettere in appalto al più presto il primo lotto per 8 milioni di euro – ha detto – mentre con Regione ed enti locali sono stati sottoscritti gli accordi di programma per l’intervento”.  
   
   
ROMANIA, GARA APPALTO PER LAVORI SU RETE STRADALE  
 
Bucarest, 28 marzo 2011 - Il sito www.E-licitatie.ro/  (Seap - Sistema Elettronico di Appalto Pubblico) ha recentemente pubblicato alcuni avvisi di pre-informazioni relativi a gare di appalto organizzate dalla Compagnia nazionale delle autostrade e strade nazionali della Romania per una serie di lavori di ammodernamento e manutenzione. Ne dà informazione l´Ice. I lavori in questione si riferiscono al consolidamento della strada Dn 66 (km 47+605-66+204). Il valore dell´asta è 169,9 milioni di Ron (pari a circa 40,2 milioni di euro) Iva esclusa. L´annuncio di gara sarà pubblicato a partire dal 3 maggio 2011 e la durata del contratto è di 10 mesi dall´aggiudicazione. Altro lavoro è il consolidamento della strada Dn 67D (km 76+830 -108+390). Il valore dell´asta è 90,7 milioni di Ron (pari a circa 21,4 milioni di euro) Iva esclusa. L´annuncio di gara sarà pubblicato a partire dal 9 maggio 2011 e la durata del contratto è di 10 mesi dall´aggiudicazione. Inoltre, consolidamento e ricostruzione della strada Dn 55 (km 4+400-71+100). Il valore dell´asta è di 67,47 milioni di Ron (pari a circa 15,9 milioni di euro) Iva esclusa. L´annuncio di gara sarà pubblicato a partire dal 6 maggio 2011 e la durata del contratto è di 6 mesi dall´aggiudicazione. E ancora, consolidamento della strada Dn 7C (km 117+000-140+000). Il valore dell´asta è 49,3 milioni di Ron (pari a circa 11,7 milioni di euro) Iva esclusa. L´annuncio di gara sarà pubblicato a partire dal 10 maggio 2011 e la durata del contratto è di 4 mesi dall´aggiudicazione. Infine, consolidamento dei versanti, ricostruzione muri di sostegno della Dn 1 (km 111+000-138+000). Il valore dell´asta è 41,7 milioni di Ron (pari a circa 9,8 milioni di euro) Iva esclusa. L´annuncio di gara sarà pubblicato a partire dal 4 maggio 2011 e la durata del contratto è di 4 mesi dall´aggiudicazione.  
   
   
MASSA, FIRMATA LA CONVENZIONE PER LA VARIANTE ALL’AURELIA  
 
Firenze, 28 marzo 2011 – Firmata il 24 marzo a Massa da Regione Toscana, Provincia di Massa – Carrara, Comune di Massa e Anas spa, la convenzione per la realizzazione del primo lotto della variante che risolverà il problema dell’attraversamento urbano dell’Aurelia. Il nuovo tratto di strada sarà lungo 1,5 km e verra’ costruito in parallelo alla ferrovia, partendo dall’Ospedale pediatrico fino alla Stazione di Massa. Costerà circa 7,5 milioni di euro. La Regione e il Comune di Massa finanzieranno interamente il costo della progettazione della variante, 200 mila euro dei quali 120 mila saranno stanziati dall’amministrazione comunale e 80 mila da quella regionale. “La Regione – ha detto l’assessore regionale alle infrastrutture Luca Ceccobao, che ha siglato l’accordo – ha deciso di venire incontro alla esigenza manifestata da Massa, l’unica citta’ toscana ancora attraversata dalla Statale Aurelia. Abbiamo deciso di investire nella progettazione della variante e in tempi brevi speriamo di consegnare alla citta’ un tratto di strada importante non solo dal punto di vista della viabilita’ ma anche della sicurezza”.  
   
   
COMPLETATA LA NUOVA STRADA DEL SANTO – ZAIA INAUGURA ULTIMO TRATTO  
 
Resana (Treviso), 25 marzo 2011 - C’è voluto mezzo secolo, ma finalmente oggi la nuova Strada del Santo che collega Padova a Castelfranco è cosa fatta. E’ stata realizzata a tempo di record quasi tutta da Veneto Strade, la prima espressione regionale di un federalismo nascente, in tre lotti successivi, l’ultimo dei quali, dal cavalcavia che a sud di Resana sovrappassa la vecchia Strada del Santo, fino alla tangenziale sud di Castelfranco, è stato inaugurato il 25 marzo dallo stesso presidente del Veneto Luca Zaia. Zaia era affiancato dall’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, che ha seguito l’intera partita sin dal suo inizio, dal vicepresidente della Giunta Marino Zorzato (presidente di Veneto Strade quando partirono i primi lavori “regionali”), dall’assessore Maurizio Conte, dal presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, dal vicepresidente della Provincia di Padova Roberto Marcato, dai sindaci di Resana Loris Mazzorato e di Castelfranco Veneto Luciano Dussin, con i primi cittadini di tutti i Comuni del circondario. Davanti a loro, tanta, tantissima gente, quasi due mila persone, venute a salutare quello che solo un decennio fa appariva più che un sogno un’illusione. Non è un caso che Don Franco, parroco di Resana, abbia fatto suonare le campane a festa, mentre durante la cerimonia le code di mezzi pesanti che ancora transitavano al di sotto lungo la vecchia strada suonavano i clacson, un po’ per salutare la nuova opera, un po’ per protestare di non poterla già usare a causa della cerimonia in corso. La vecchia Strada del Santo, in precedenza Statale e da un decennio Strada Regionale n. 307, era tristemente famosa per contare più morti che chilometri e per rovinare la vita di intere comunità e centri abitati che ne venivano attraversati. Si tratta del principale collegamento stradale a nord di Padova, dove insistono attività economiche di consistenti dimensioni. La parte nuova, iniziata come Variante alla Strada Statale 307 con un intervento Anas con sfortunati strascichi, oggi si chiama Strada Regionale 308 e libera in un colpo la mobilità e le cittadine interessate ed ha avuto tra i suoi fautori anche un comitato di cittadini: “Resana che Respira”. “Da soli si fa prima, insieme si fa più strada – ha ricordato Zaia – e il frutto che oggi abbiamo di fronte è questa nuova arteria. Gli applausi di oggi vanno dedicato a tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere il risultato”. “Il pensiero va soprattutto agli espropriati: una strada realizzata ha mille padri, ma quando occorre farla e bisogna parlare con i proprietari dei terreni che servono, tutti si danno alla macchia. Ma voglio anche dire che questo intervento rientra nel progetto più complessivo di messa in sicurezza delle nostre strade: questa Regione, con queste Province e questi enti locali, ha drasticamente diminuito i morti sulle strade. Anche una sola vita umana risparmiata vale tutto quello che facciamo per la viabilità, anche se questo significa polemiche, ricorsi, frenate nei progetti e nei lavori”. Il tratto inaugurato è lungo circa 5 km ed è costato poco meno di 29 milioni di euro, mentre l’intera parte realizzata da Veneto Strade ha avuto un costo complessivo di una settantina di milioni.  
   
   
TX LOGISTIK È DA OGGI TUTTA ITALIANA TRENITALIA, CHE GIÀ POSSEDEVA IL 51% DELLA SOCIETÀ, LEADER IN EUROPA NEL TRASPORTO FERROVIARIO MERCI, HA ACQUISITO DAI SOCI TEDESCHI L’INTERO PACCHETTO AZIONARIO. SI CONSOLIDA LA PRESENZA IN GERMANIA DEL GRUPPO FS  
 
 Roma, 28 marzo 2011 - Tx Logistik è dal 24 marzo interamente italiana. Trenitalia, la società di trasporto del Gruppo Fs, ha acquistato dai soci fondatori l’intero pacchetto azionario della società tedesca, una delle imprese leader in Europa nel trasporto ferroviario delle merci. Dopo la recente acquisizione del Gruppo Arriva Deutschland e la costituzione della joint-venture fra Trenitalia e Veolia Transport, il Gruppo Fs consolida quindi con questa operazione la sua presenza nel mercato ferroviario tedesco ed europeo. Trenitalia aveva acquisito la maggioranza di Tx Logistik, il 51 per cento delle azioni, circa sei anni fa, nel 2005, dopo essere entrata nella compagine proprietaria, con il 15%, nel 2003. Tx Logistik Ag (Txl) opera dal 1999 sul mercato ferroviario tedesco ed europeo, soprattutto sull´asse nord-sud, offrendo servizi di trazione transfrontaliera con le sue filiali in Austria, Svizzera e Svezia e proponendo servizi logistici innovativi e di successo. Il mercato di Tx Logistik, che nel 2010 ha fatturato 150 milioni di euro e conta su circa 300 dipendenti, di cui 150 tra macchinisti e manovratori, si estende dalla Scandinavia fino in Italia, attraversando le Alpi. Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia, ha commentato l’operazione affermando che “le strategie di sviluppo portate avanti fino ad oggi da Tx Logistik non cambieranno, ma saranno ulteriormente rafforzate. Continueremo a cercare e ad offrire  
   
   
TAV, BONINO: PLANO NON RAPPRESENTA PI LA COMUNIT MONTANA: CON LA SUA LETTERA AL PREFETTO HA COMPIUTO L´ULTIMA TAPPA DEL PERCORSO CON IL QUALE HA SVILITO LA DIGNIT ISTITUZIONALE DELL´ENTE CHE RAPPRESENTA  
 
 Torino, 28 Marzo 2011 - L´assessore regionale ai Trasporti del Piemonte Barbara Bonino commenta la lettera indirizzata dal presidente della comunità montana Valle Susa al Prefetto di Torino. “ Plano non rappresenta più la comunità montana: questa è l´ultima tappa di un percorso con il quale ha svilito la dignità istituzionale dell´ente che rappresenta - spiega - In un momento delicato come quello attuale, servono interlocutori istituzionalmente corretti. I sindaci devono riprendersi la titolarità di un rapporto diretto con gli enti superiori sul tema della nuova linea Torino-lione. Con i primi cittadini la Regione è pronta ad un confronto che preveda un´ampia rappresentanza al tavolo di Palazzo Chigi anche di coloro i quali finora sono stati critici nei confronti del progetto ”. L´assessore stigmatizza quindi l’utilizzo del ruolo di presidente della Cm da parte di Plano. “ Firmando questa lettera inaccettabile nella sostanza e nella forma, si è sottratto una volta di più al suo dovere di rappresentare un territorio vasto e articolato come la Valsusa - continua - Plano ha compiuto così l´ennesima forzatura, continuando a utilizzare in modo improprio la sua carica come cassa di risonanza e struttura di sostegno al movimento No-tav. Comunque, a prescindere dell´apprezzamento per il contributo costante e intellettualmente onesto che Foietta ha dato ai lavori dell´Osservatorio, ci chiediamo a nome di chi parli Plano quando, su carta intestata della comunità montana e in qualità di presidente, indirizza una lettera addirittura al Prefetto per condannare la riunione del Pd di Avigliana ”.  
   
   
AFFORI, SI INCONTRANO FERROVIE NORD E METRO 3 FORMIGONI: SIAMO NEL QUINQUENNIO D´ORO DELLE INFRASTRUTTURE, INTESCAMBIO S2, S4, MILANO-ASSO CON METROPOLITANA  
 
Milano, 28 marzo 2011 - Ad Affori, quartiere a nord di Milano, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l´assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo, il 26 marzo, sono intervenuti all´inaugurazione di un vero e proprio nuovo snodo metropolitano di interscambio ferro su ferro. Sono stati infatti aperti al pubblico la nuova stazione ferroviaria di Affori Fn e il prolungamento della linea tre della metropolitana da Maciachini a Comasina attraverso le 4 nuove fermate di Dergano, Affori centro, Affori Fn e Comasina. "In Lombardia stiamo vivendo il quinquennio d´oro delle infrastrutture paragonabile solo al quinquennio dal 1960 al 1965", ha detto il presidente Formigoni nel corso del suo intervento. "Allora - ha ricordato Formigoni - era l´Italia del boom: erano Milano e la Lombardia che si imponevano come il traino dell´economia non soltanto italiana. Nel 1964 veniva inaugurata la linea rossa della metropolitana, e poi venivano costruiti nuovi palazzi: la torre Velasca (1958), la Torre Galfa (1958), Palazzo Pirelli (1961). E poi il rinnovo del sistema dei trasporti pubblici: nel 1957 andava in pensione lo storico tram Gamba de Legn, che veniva sostituito dagli autobus articolati, atterrava a Linate il primo aereo di linea e veniva inaugurata la stazione di porta Garibaldi". "Quello che facciamo dal 2010 al 2015 - ha proseguito il presidente - è paragonabile solo a quegli anni. Solo un mese fa abbiamo inaugurato il prolungamento della M2 Famagosta-assago, pochi mesi fa è stata aperta la tratta ad Alta velocità Milano - Bologna, la scorsa estate la conclusione del passantino Centrale Bovisa, oggi l´inaugurazione della nuova stazione ferroviaria e metropolitana della M3 di interscambio ferroviario automobilistico e ciclopedonale, lo scorso lunedì l´inaugurazione di Palazzo Lombardia dentro un quartiere Isola-garibaldi che sta cambiando completamente pelle. E se guardiamo al futuro, solo per quanto riguarda la Milano del sottosuolo parliamo della M4 da Linate al sito espositivo dell´Expo per la quale stiamo predisponendo la gara per l´individuazione del concessionario, la M5 da Bignami a Garibaldi e poi fino a San Siro, il prolungamento della M1 a Monza Bettola per il quale i lavori inizieranno a marzo. Un percorso che ci condurrà entro 4 anni al raddoppio delle linee metropolitane e del loro chilometraggio, ma dobbiamo citare anche i siti espositivi dell´Expo e le opere connesse, il sistema viabilistico (Brebemi, Pedemontana, la Tem, la quarta corsia della A4 e la convenzione per il rilancio dell´idroscalo". "Da oggi tutti i treni della linea Milano-asso e i suburbani delle linee S2 e S4, fermeranno qui per permettere l´interscambio con la metropolitana. Parliamo di 39 treni in più al giorno - ha sottolineato l´assessore Cattaneo - che daranno la possibilità di diminuire il numero delle auto in ingresso in città moltiplicando le opportunità messe a disposizione dei cittadini dal trasporto pubblico locale, sia per il Nord milanese sia per il flusso di persone proveniente dalla Brianza. Una sorta di intermodalità al quadrato, in cui ´l´effetto rete´ viene dilatato e potenziato grazie alla maggiore interconnessione tra i vari mezzi: treno, metrò e autobus. Altri appuntamenti ci attendono - ha spiegato l´assessore Cattaneo - tra poche settimane apriremo la nuova stazione di Cesano Maderno: una fermata attrezzata e moderna che favorirà le possibilità d´interscambio tra la linea Milano-asso e la Saronno-seregno". L´investimento complessivo per la realizzazione delle opere inaugurate oggi è stato di 296 milioni di euro, di cui 267 per la metropolitana e 29 per la stazione Ferrovienord di Affori. Tra le opere connesse alla stazione ferroviaria rientra l´eliminazione di due passaggi a livello in via Astesani/comasina, sostituito da un sottopassaggio veicolare, e quello di via Assietta/taccioli, al cui posto sorge una passerella pedonale. Non più veicoli in coda, con meno emissioni inquinanti e più sicurezza nella circolazione.  
   
   
TRATTA FERROVIARIA CARPI-MODENA: SITUAZIONE INTOLLERABILE  
 
Bologna, 28 marzo 2011 – “La situazione per noi è intollerabile: non possiamo più accettare guasti ai treni, e quindi ritardi, soppressioni totali o parziali. Trenitalia deve rispondere, in modo adeguato e nel minor tempo possibile, alle esigente dei numerosissimi pendolari che utilizzano il servizio ferroviario: è un loro diritto”. Così l’assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Emilia Romagna Alfredo Peri sulla situazione che riguarda in particolare la tratta ferroviaria Carpi-modena. “Da troppo tempo – sottolinea l’assessore – rileviamo, insieme a chi si sposta quotidianamente sulla linea, numerosi guasti ai treni, e quindi ritardi insostenibili, soppressioni totali o parziali delle corse, a cui si cerca di rimediare tramite sostituzioni con altri treni, a composizioni ridotte, o con autobus. Se consideriamo – prosegue l’assessore – i dati degli ultimi due mesi relativi alle soppressioni, ne sono state registrate 20 a febbraio e altre 24 (di cui 19 totali) fino al 23 marzo. Numerosi, inoltre, i treni considerati ‘rilevanti’ che hanno girato con la metà delle carrozze previste. Ci sono guasti anche sulle infrastrutture; senza dimenticare, infine, che spesso i disservizi legati al mal funzionamento del materiale rotabile interessano fasce orarie a elevata frequentazione”. “Come Regione – conclude Peri – prendiamo atto che il lavoro fatto per individuare soluzioni risolutive è improduttivo: non vediamo i risultati. Tutto questo da parte di Trenitalia è inaccettabile. C’è bisogno di treni che funzionino, di treni capienti: gli utenti devono avere certezze sui propri spostamenti, e poter viaggiare in modo decoroso”.  
   
   
ALTA VELOCITÀ REGIONALE GROSSETO-FIRENZE: UNA LEVA PER LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA MAREMMANA  
 
 Grosseto, 28 marzo 2011 – “Grosseto, tra i capoluoghi toscani, è il più lontano da Firenze ed è proprio per questo che l’alta velocità regionale rappresenta un’importante innovazione: i nuovi treni colmeranno più rapidamente questa distanza e saranno un valido aiuto per l’economia e per il turismo, ma anche un significativo miglioramento nella qualità della vita di tanti pendolari che dalla Maremma si spostano verso il capoluogo regionale”. L’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao, ha sottolineato così, il 25 marzo, durante i lavori del convegno “La città che cambia”, il valore della novità che dal 26 aprile interesserà la città di Grosseto e che consentirà di raggiungere Firenze in 2 ore e 35 minuti (mezzora in meno rispetto all’attuale servizio che passa per Pisa), ad un costo che è la metà rispetto a quello degli Eurostar (12,50 euro contro 24,80). Il capoluogo maremmano potrà contare su una coppia di treni: da Grosseto il treno partirà alle 6.57 per raggiungere Firenze alle 9.32, servendo la costa tirrenica (Follonica, Campiglia, Livorno e Pisa), per poi essere inserito direttamente nella missione veloce Pisa – Firenze (fermate intermedie: Pontedera, Empoli, Lastra a Signa, Firenze Rifredi); da Firenze la partenza sarà alle 15.28, con arrivo a Grosseto alle 18.05. “Per migliorare ulteriormente il servizio – ha aggiunto Ceccobao- servirebbero importanti investimenti statali sulle ferrovie, ma con l’alta velocità regionale abbiamo dimostrato che, nonostante la mancanza di risorse, con una progettazione pragmatica è possibile ottenere buoni risultati: i treni ad alta velocità regionale si incastrano con la normale programmazione pendolare, non hanno bisogno di nuovi binari, non comportano aumenti tariffari e alla Regione costano addirittura meno rispetto ai treni normali”. “Da tempo chiedevamo un maggiore impegno della Regione Toscana sul versante del trasporto ferroviario in Maremma – ha detto il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, che ha partecipato con il presidente della Provincia Leonardo Marras alla presentazione del nuovo servizio – e la notizia dell’avvio di questo nuovo collegamento è un risultato importante al quale abbiamo lavorato di concerto con la Regione. Firenze ora è più vicina, e il nuovo treno veloce, ne sono convinto, rappresenta una boccata di ossigeno per lo sviluppo di un territorio, quello maremmano, da sempre penalizzato sotto il profilo dei trasporti ed in particolare del collegamento con il capoluogo regionale”. Nell’intervento al convegno, l’assessore Ceccobao ha inoltre sottolineato il valore di un’altra opera che potrà sostenere lo sviluppo di Grosseto: la riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria. “Si tratta – ha affermato – di un lavoro impegnativo e ambizioso che restituirà alla città un moderno ed efficiente nodo di scambio intermodale. I nuovi servizi, i parcheggi per auto ma anche per moto e biciclette potranno fare della piazza il cuore della nuova intermodalità urbana”.  
   
   
RIUNIONE A ROMA DEL TAVOLO TECNICO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO PER IL PORTO DI GIOIA TAURO.  
 
Catanzaro, 28 marzo 2011 - Proseguono a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico gli incontri del Tavolo tecnico sul Porto di Gioia Tauro. Per la Regione Calabria, il 24 marzo, era presente la Vicepresidente Antonella Stasi che ha avuto modo di confrontarsi, insieme al Presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Grimaldi, con i rappresentanti del Ministero, Mancurti, Tripoli, Donato e Castano. Nel corso della riunione è stato individuato un percorso che presto verrà sottoposto alle parti sociali coinvolte, nel corso di un successivo tavolo tecnico regionale da convocare nei prossimi giorni.  
   
   
SECUR MED: REGIONE SICILIA ORGANIZZA WORKSHOP A PALERMO  
 
Palermo, 28 marzo 2011 - E´ stato organizzato dal dipartimento delle Infrastrutture, della Mobilita´ e dei Trasporti della Regione siciliana il workshop che, martedi´ 29 marzo, precedera´ la riunione a Palermo dei partner del progetto Secur Med Plus, incentrato sui temi della sicurezza marittima e della tutela ambientale. Al workshop, che trattera´ dei "modelli normativi sulla ripartizione delle competenze in materia di sicurezza e di controllo della navigazione nel Mediterraneo", interverranno gli esperti dei diversi paesi partner, tra i quali i rappresentanti delle autorita´ marittime. Saranno, tra l´altro, affrontati i temi dell´utilizzo dei poteri in caso di emergenza e del trattamento dei rifiuti delle navi.  
   
   
IL MALTEMPO HA PRESENTATO IL CONTO ALL´URSUS, UN CONTO CHE LA GUARDIA COSTIERA AUSILIARIA DEL FVG NON È IN GRADO DI ONORARE ATTIVATO UN CONTO CORRENTE PER LE DONAZIONI A FAVORE DELLA SOPRAVVIVENZA DELLO STORICO PONTONE-ICONA DELLA CITTÀ DI TRIESTE E PER LA SUA FUTURA DESTINAZIONE A MONUMENTO DEL MARE.  
 
 Trieste, 28 marzo 2011 - Salviamo L´ursus. E´ l´appello lanciato il 24 marzo dai volontari della Guardia Costiera Ausiliaria del Fvg e rivolto “a tutte le Istituzioni del Paese, della Regione, della Città, a tutte le Imprese, a tutta la gente del mare, a tutti coloro che amano Trieste, affinché tutti assieme si possa salvare l´Ursus, l´icona di Trieste”. Mentre tutti gli appelli finora rivolti a sponsor pubblici e privati per il salvataggio dell’Ursus sono caduti nel vuoto a parte uno, la Guardia Costiera Ausiliaria del Fvg, che finora si è fatta carico della gestione dello storico Pontone gru dopo averlo ricevuto in dono da Fincantieri, lancia oggi l´ennesimo allarme. “Non siamo in grado di far fronte alle richieste economiche presentate per le operazioni di salvataggio dell´Ursus, che in seguito al maltempo del 2 marzo aveva rotto gli ormeggi finendo alla deriva nel Golfo – spiega il Presidente della Guardia Costiera Ausiliaria del Fvg, Roberto de Gioia.“ Senza interventi esterni – prosegue - non saremo più in grado di mantenere la struttura e il suo destino appare quindi segnato”. Il conto è infatti di 38mila euro e a questo vanno aggiunti l´acquisto dei nuovi cavi di ormeggio e la riparazione dei danni subiti, per far fronte ai quali occorreranno almeno altri 20mila euro. All´appello agli enti, ma anche e soprattutto agli sponsor privati e ai cittadini si affianca oggi l´apertura di un apposto conto corrente su cui versare le proprie donazioni a favore “di quell´autentico Monumento del mare che l´Ursus è e dovrebbe diventare”. “Ci appelliamo al buon cuore di tutti, enti e aziende in primis, ma anche a tutti i privati cittadini che come noi ritengono che l´Ursus possa diventare una cartolina della Città, quello che per Parigi rappresenta la sua quasi coetanea Torre Eiffel e per Genova – città di mare come la nostra – è diventato il Pontone (nemmeno italiano come l´Ursus, ma tedesco) “Langer Heinrich”. Il rischio di perderlo per sempre – ha aggiunto il segretario, Roberto Sangermano - è stato concreto, il 2 marzo scorso, se non fosse per l´epico salvataggio degli uomini della Tripmare: non meno di 40 persone che si sono prodigate tra mare e terra, in condizioni ambientali assolutamente proibitive, intervenendo con abilità e professionalità, ma anche con grave pericolo per la propria incolumità per riportare in salvo la vera "icona", fortunata e invincibile, di Trieste. Perché invincibile, l´Ursus lo è sicuramente. E il fatto che l´Ursus sia una realtà, e non solo per Trieste e i Triestini, lo hanno sancito il Ministero dei Beni Culturali e le migliaia di firme raccolte tra i concittadini per il suo recupero. Il lungo elenco di forme di "riuso" che sono ben descritte nei vari progetti esistenti rappresentano la chiara testimonianza tecnica che il suo recupero non sarebbe solo un importante investimento in termini storici e culturali, ma anche economici, in grado di garantire il suo auto-mantenimento e di offrire alla nostra Città un simbolo. Un´associazione di volontari però, pur adoperandosi per quanto fin qui ha fatto, non può svolgere il compito che spetta alle Istituzioni per garantire all´Ursus la dignità di "Monumento" che gli è stata riconosciuta. Da qui, anche alla luce del conto presentato per il recupero dell´Ursus, la necessità di un aiuto economico concreto e l´apertura di un conto presso la Banca di Credito Cooperativo di Manzano, in quanto è stato il primo e finora unico soggetto ad aver risposto al nostro appello, donando 2000 euro e ai cui vertici va il nostro ringraziamento”. Ursus L´icona di Trieste - Al centro del Novecento, c´è la storia della nuova economia di Trieste, quella dei cantieri navali, quella delle grandi opere portuali, quella che occuperà per quasi un secolo tutto il fronte mare di Trieste, che darà lavoro a migliaia di famiglie, che interromperà i flussi dei migranti triestini, che porrà Trieste tra le capitali della cantieristica mondiale e non c´è nulla che, più dell´Ursus, stia al centro di questa storia. La Nave Gru dal "magico ferro" che ha dato fama a Trieste ed ha tolto dalla fame molta della sua gente. Una storia sofferta sin dal concepimento del suo progetto, l´Ursus, pensato ed iniziato ben prima di altri, abiurato dopo averne varato lo scafo a causa di una guerra vinta dall´Italia, un progetto che l´Italia ha voluto far rinascere a Trieste per Trieste, per consentirle di diventare il più importante cantiere navale del Mediterraneo, l´unico in grado di assemblare le grandi navi, neanche le bombe di un altra guerra hanno potuto togliere l´Ursus a Trieste, anzi grazie a lui, il Porto di Trieste risorge dalla distruzione dei bombardamenti, libera le vie di navigazione dai relitti, ricostruisce le sue banchine e quando per ben due volte, l´esercito slavo, saccheggiando Trieste, piratescamente lo rapisce, la magia scaramantica che il suo "ferro" riesce a trasmettere, allerta triestini ed inglesi che senza indulgere lo riportano a casa, a Trieste. Probabilmente a Trieste non esisterebbe la Fincantieri se non fosse esistito l´Ursus, ma un azienda non è istituzione e non ha il compito di conservare il passato per costruire il futuro di una città e dei suo abitanti, l´ Azienda deve valutare ciò che le è utile nell´ottica della sua strategia aziendale e mette in disarmo l´Ursus, dopo dieci anni di abbandono e di vandalismi, ne decide la sua demolizione. Ancora una volta, dall´alto della sua struttura, che guarda dritta negli occhi della torre di S. Giusto, l´Ursus trasmette il suo allarme, a raccoglierlo, uno sparuto gruppo di uomini innamorati del mare e soggiogati dallo straordinario fascino della storia dell´Ursus, o forse dalla sua grandezza o....Forse attratti dalla "magia del suo ferro", la stessa che "illuminerà" il Presidente della Fincantieri, convinto da quegli uomini a donare a Trieste, l´Ursus e la sua storia. Da allora son trascorsi otto anni, otto anni di passione, di sacrifici ed impegni, di promesse non mantenute e di opere incompiute, interrotti d´un tratto da un aiuto più importante dalla Regione del Fvg, che consente di ricoverare il Gigante nel bacino di carenaggio per ripristinare gli anodi e l´antivegetativa alla carena, appena in tempo per scoprire che la sua carena è un groviera di falle prodotte dalle correnti galvaniche, si rinuncia a risanare la coperta e si tamponano le falle della carena, ancora una volta l´Ursus è salvo. Aiutato a sopravvivere da uno straordinario quanto eterogeneo gruppo di persone, tutte appartenenti all´Associazione che lo ha adottato e che muove in ogni direzione pur di garantirgli il posto che gli compete nella storia di Trieste, circondato dalla passione e dall´affetto di molti triestini ed appassionati di ogni luogo, ma anche da parassiti e sciacalli, come pure da denigratori ed ignoranti, attraccato ad una banchina del Porto Vecchio da tempo inutilizzata, interclusa e maleodorante, come un ospite sgradito, che solo la determinazione di quello sparuto gruppo di uomini, che già gli aveva evitato la "fonderia" prima e l´affondamento poi, ottiene, dopo una lunga mediazione, di poter accedere a quella banchina per prestargli un minimo di cure e di assicurarlo alle bitte di terra, pur con cime prestate e già usate, ben 12 di queste lo trattenevano a riva il 2 marzo scorso, quando una bora straordinaria che ha soffiato per giorni a Trieste, stressando le già usate cime, fino al cedimento della prima, quando pochi minuti mancavano alle otto del mattino. Ma già l´Ursus aveva lanciato il suo allarme e tutti i suoi uomini erano partiti in suo soccorso e se il vederlo scivolar sull´acqua sferzata dal vento a quell´ora, riempiva d´angoscia il cuore di tutti i soccorritori, oggi, dopo l´epico salvataggio degli uomini della Tripmare, il ricordo del suo veleggiare, con rotta decisa e precisa, passando attraverso moli, dighe e banchine, transitando davanti ai palazzi del potere della città, avvolto da una nube di polvere d´acqua, creando un´immagine quasi surreale, come volesse richiamar su di se l´attenzione di tutti, proponendosi come la vera "icona" fortunata ed invincibile di Trieste. Perché invincibile lo è sicuramente, lo dice la sua storia, così come quest´ultima avventura conferma che fortunato lo è di certo e della sua stessa fortuna ne ha fatto regalo a tutti quegli uomini che quel fatidico giorno son accorsi in suo aiuto, non meno di quaranta persone quel dì si son prodigate tra mare e terra, in condizioni ambientali assolutamente proibitive, intervenendo con abilità e professionalità, ma anche con grave rischio e pericolo per l´incolumità della propria stessa vita, ma tutti son tornati a casa sani e salvi. Una cosa è certa, l´Ursus c´è !Esiste! Oltre ai volontari della Gca, lo hanno sancito il Ministero dei Beni Culturali e le migliaia di firme raccolte tra i cittadini di Trieste per il suo recupero. Il lungo elenco di forme di "riuso" che sono ben descritte nei progetti già esistenti, rappresentano la testimonianza tecnica che il suo recupero non è solo un importante investimento in termini storici e culturali, ma anche economici, in grado non solo di garantire il recupero dell´investimento stesso, ma di provvedere al suo mantenimento e di offrire alla città di Trieste un simbolo, rappresentativo, ricco di tutta la storia degli ultimi cento anni della città, che come Trieste, passato con onore sotto sette bandiere, come Trieste sopravvissuto ad ogni avversità, grazie alla sua forza ed al potere "scaramantico" del suo "magico ferro". Un Associazione di volontari può fare quello che la Gca fin qui ha fatto, non può svolgere il compito che spetta alle Istituzioni del Paese per garantire all´Ursus la dignità di "Monumento" che gli è stata riconosciuta, può solo proporsi a sentinella dalle brame di meschini opportunismi che con i valori della storia di Trieste, nulla hanno a che fare. I volontari della Guardia Costiera Ausiliaria lanciano un appello a tutte le Istituzioni del Paese, della Regione, della Città, a tutte le Imprese, a tutta la gente del mare, a tutti coloro che amano Trieste, affinché tutti assieme: Salviamo L´ursus. Per le donazioni il conto corrente è il n° 100849622 e la causale Ursus.