Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 14 Giugno 2011
LA FRANCIA NON HA ADOTTATO, NEL 2008, PROVVEDIMENTI SUFFICIENTI A TUTELARE IL CRICETO COMUNE IN ALSAZIA  
 
 Lussemburgo - La Commissione ha adito la Corte di giustizia in quanto ritiene che la Francia, non avendo istituito un programma di provvedimenti atto a garantire una rigorosa tutela del criceto comune, non abbia rispettato tutti gli obblighi che le derivano dalla direttiva «habitat»1, il cui scopo è di promuovere il mantenimento della biodiversità. La Commissione contesta alla Francia il fatto di non aver adottato, nel 2008, provvedimenti sufficienti a garantire una rigorosa tutela del criceto comune in Alsazia (Francia) − unica regione in cui esso è presente − minacciato di completa sparizione a breve termine a causa di pratiche agricole sfavorevoli e dello sviluppo urbanistico, che perturbano i siti di riproduzione e di riposo. Con la sua odierna sentenza la Corte stabilisce che i provvedimenti di tutela del criceto comune in Alsazia, attuati dalla Francia, non erano sufficienti, alla data del 5 agosto 20082, a garantire una rigorosa tutela della specie. La Corte ricorda che la direttiva «habitat» impone agli Stati membri di adottare provvedimenti per istituire un regime di rigorosa tutela delle specie animali «di interesse comunitario», tra le quali figura il criceto comune. Un siffatto regime deve pertanto consentire di evitare effettivamente il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo delle specie animali di cui alla direttiva. Emerge dal fascicolo che tra il 2001 e il 2007 il numero di tane del criceto comune (laddove una tana rappresenta un animale) nelle «zone cruciali» è passato da 1 160 a meno di 180, quando invece la soglia minima di popolazione vitale di tale specie è di 1 500 individui ripartiti su un´area unitaria di terreni favorevoli di 600 ettari. Ciò constatato, la Corte esamina i provvedimenti attuati dalla Francia e destinati ad intervenire sui due fattori all´origine del declino del criceto comune, vale a dire talune pratiche agricole e lo sviluppo urbanistico. Per quanto riguarda le pratiche agricole, la Francia ammette che lo sviluppo della coltivazione del mais è stato deleterio per il criceto comune e che siffatto sviluppo non è stato del tutto arrestato in Alsazia. 1 Direttiva del Consiglio 21 maggio 1992, 92/43/Cee, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Gu L 206, pag. 7), come modificata dalla direttiva del Consiglio 20 novembre 2006, 2006/105/Ce (Gu L 363, pag. 368). 2 L´esistenza dell’inadempimento è valutata in funzione della situazione che si presentava alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato della Commissione, vale a dire il 5 agosto 2008. Pertanto, per far fronte a tale situazione sono state create tre zone d´azione prioritaria (Zap)3, nelle quali sono stati abbandonati tutti i cambiamenti di destinazione dei terreni diversi da quelli connessi all´agricoltura e per le quali è stato prefissato un obiettivo pari al 22 % di colture favorevoli al criceto comune (vale a dire il 2 % di erba medica e il 20 % di cereali a paglia) per ottenere, a termine, una popolazione vitale di 1 200 - 1 500 esemplari per zona. Orbene, se è vero che dette misure agroambientali sono idonee ad orientare le pratiche agricole in senso favorevole a tale specie − in particolare mediante un sostegno finanziario fornito agli agricoltori al fine di privilegiare la coltivazione dell’erba medica e dei cereali invernali − nondimeno risulta che nel 2008 tale obiettivo del 22 % di colture favorevoli alla specie stessa era stato raggiunto solo in una delle tre Zap, le quali rappresentano, peraltro, solamente il 2 % di tutti terreni favorevoli al criceto comune in Alsazia. A tal proposito, nel settembre 2009 le autorità francesi hanno peraltro proposto una modifica dei confini delle Zap, segnatamente per ricomprendervi i settori situati in prossimità delle stesse che ospitavano criceti. Le autorità francesi avevano inoltre comunicato alla Commissione che la dinamica d´adeguamento delle pratiche agricole nell’«area di rioccupazione» – pari, ad avviso della Francia, al 49 % dei terreni favorevoli alla specie – che contribuiva alla stabilizzazione in senso positivo degli esemplari della specie, sarebbe stata estesa ed ampliata, e ciò segnatamente mediante l´attuazione di provvedimenti agroambientali a livello territoriale volti ad ottenere, nel corso del 2011, il 22 % di colture favorevoli a tale specie. Per quanto concerne lo sviluppo urbanistico, la Corte dichiara in primo luogo che il divieto di qualsiasi nuova urbanizzazione nelle Zap, anche a voler supporre che esso presenti carattere realmente vincolante, riguardava solo il 2 % di tutti terreni favorevoli al criceto comune. In secondo luogo, nell´ «area di rioccupazione» ogni progetto urbanistico pari o superiore ad un ettaro doveva dimostrare la propria innocuità rispetto a tale specie mediante uno studio scientifico e, in mancanza di tale prova, esso poteva essere realizzato solo previo ottenimento di una deroga ministeriale. Tuttavia, per un verso, non erano definiti con precisione i presupposti di concessione della deroga e, per altro verso, non era richiesta alcuna misura compensatoria in caso di concessione di una deroga siffatta. In terzo luogo, alla data del 5 agosto 2008 i progetti urbanistici di superficie inferiore a un ettaro non erano assoggettati ad alcuna formalità che consentisse di verificarne l´assenza di impatto sulla conservazione del criceto comune. La Corte stabilisce pertanto che i provvedimenti attuati dalla Francia non erano, nel 2008, sufficienti per evitare effettivamente il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo del criceto comune. La Corte respinge invece la censura della Commissione vertente sull’asserita insufficienza del programma d´azione per gli anni 2008-2010, avente ad oggetto la limitazione dell´inquinamento da nitrati, posto che la Commissione non ha dimostrato adeguatamente l´esistenza di un nesso tra l´impiego dei nitrati in agricoltura e il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo del criceto comune.  
   
   
DA EUROPE DIRECT VENETO DOSSIER SUL BATTERIO KILLER  
 
Venezia - Europe Direct Veneto, sportello europeo di Veneto Agricoltura – Ufficio Stampa, ha predisposto un dossier che fa il punto sulla vicenda del cosiddetto batterio killer, la variante dell’Escherichia Coli che sta seminando paura nel vecchio continente e non solo. Vengono tracciati i contorni dell’attuale situazione, fornite le cifre aggiornate del contagio, informazioni sulla pericolosità del ceppo assassino del batterio, sui sintomi e sull’incubazione, sono illustrate le norme pratiche di prevenzione, i consigli sanitari e la situazione in Italia. Viene inoltre ribadito come l’origine dell’infezione sia ancora conosciuta, ma è stata certamente “esclusa l’ipotesi che la contaminazione sia stata originata da una partita di cetrioli importati dalla Spagna”, mentre è stata smentita anche l’ipotesi che veicolo di trasmissione possano essere stati germogli di soia prodotti da un’azienda agricola biologica a sud di Amburgo, fulcro del contagio. Eppure il panico ha frenato il mercato dell’ortofrutta, con pesanti perdite di reddito per i produttori innocenti. Gli interessati possono richiedere il testo digitale del dossier a: Europe Direct Veneto; Veneto Agricoltura – Ufficio Stampa; tel 0498293716; europedirect@venetoagricoltura.Org    
   
   
"LA MONTAGNA DI LATTE": FINANZIATO IL PROGETTO DEL CONSORZIO DEI COMUNI APPROVATA DALLA GIUNTA L´INIZIATIVA DI PROMOZIONE DEI PRODOTTI DELLA FILIERA LATTIERO CASEARIA TRENTINA  
 
Trento - Il progetto di valorizzazione dei prodotti della filiera lattiero casearia denominato "La montagna di latte" proseguirà anche nei prossimi anni. La Giunta provinciale ha oggi approvato - la delibera, firmata dall´assessore agli enti locali Mauro Gilmozzi, è stata illustrata dal collega Tiziano Mellarini - un finanziamento al Consorzio dei Comuni trentini di 4.174.500 euro (1.391.500 euro per ciascuno degli anni 2011-2012-2013. Il finanziamento attinge al Fondo per lo sviluppo locale, rivolto ad investimenti di rilevanza provinciale. Il progetto del Consorzio dei Comuni "La montagna di latte" si compone di una serie di interventi e azioni promozionali - per lo più rivolte al mondo scolastico ed ai visitatori - e formative che puntano a migliorare la conoscenza e l´apprezzamento dei prodotti locali del settore collegato all´allevamento zootecnico. La parte più cospicua del finanziamento - 1.330.000 euro all´anno per ciascuno dei tre anni considerati - servirà a finanziare un bando per il riconoscimento di incentivi ai soggetti che organizzeranno eventi e iniziative volte a favorire la conoscenza e la diffusione dei prodotti trentini della filiera lattiero-casearia; 61 mila euro annuali serviranno invece a coprire, oltre alle spese di gestione del progetto sostenute dal Consorzio, i costi di gestione dei percorsi di formazione destinati ad operatori del settore turistico, alberghiero e della ristorazione, ai fini della diffusione di una maggiore conoscenza delle caratteristiche e delle varietà dei prodotti della filiera lattiero casearia trentina nel settore turistico. Ricordiamo che nel febbraio 2006 la Provincia e il Consorzio dei Comuni hanno sottoscritto un protocollo d´intesa per la promozione dello sviluppo economico dei territori locali. L´impegno è quello di sostenere progetti specifici di sviluppo economico territoriale, capaci di valorizzare le risorse che caratterizzano l´economia locale. In questo contesto rientra il progetto oggi finanziato.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, DECRETO TAGLIA QUOTE TONNO COSTERÀ 2 MLN DI EURO L’ASSOCIAZIONE: SOSTERREMO I NOSTRI IMPRENDITORI CHE VORRANNO FARE RICORSO  
 
Costerà agli imprenditori tonnieri italiani circa 2 milioni di euro il taglio di oltre 180 tonnellate del quantitativo massimo di cattura per il sistema a circuizione, decretato dal ministro romano per ovviare alla quota pescata in più dai palangari, la cui campagna è stata chiusa in anticipo lo scorso 23 maggio per uno sforamento, contestato dall´Unione europea, del 150%. A stimare gli effetti che il provvedimento avrà sul settore è la Federcoopesca-confcooperative che si dichiara pronta a sostenere gli imprenditori tonnieri che vorranno tutelare i propri interessi anche impugnando il decreto sulla ridistribuzione delle quote tonno. L’associazione ricorda come il decreto modifichi quanto stabilito dall’Amministrazione nazionale, prima dell’avvio della campagna di pesca, che per la circuizione terminerà il 14 giugno. “Abbiamo sostenuto costi molto ingenti, sapendo di poter contare su un quantitativo di cattura che ora ci viene arbitrariamente ridimensionato. Per una impresa non è possibile lavorare, se vengono cambiate ripetutamente e in corsa, le carte in tavola” afferma Giovanni Ferrigno vicepresidente dell’associazione e imprenditore del settore. “Avevamo pronta una petizione per chiedere un prolungamento della campagna, come hanno fatto i colleghi francesi, per via delle pessime condizioni meteomarine che ci hanno portato a catturare i primi esemplari solo il 2 giugno, un paio di settimane dopo l’apertura della stagione di pesca. E ora, invece, ci troviamo ad affrontare il paradosso di questo taglio, che ci presenta un conto davvero salato per colpe non nostre” conclude amareggiato Ferrigno.  
   
   
PESCA: ASSESSORE D´ANTRASSI INCONTRA LE COOPERATIVE DEL SETTORE  
 
Palermo - Si e´ svolto il 10 giugno a Palermo, presso la sede dell´assessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari, un incontro tra l´assessore Elio D´antrassi, e i rappresentanti delle Cooperative della pesca. All´ordine del giorno la crisi che attanaglia il settore ittico in Sicilia. In particolare sono state esaminate le questioni connesse alle pesche speciali (novellame, pesce spada e tonno). L´assessore D´antrassi, preso atto che la flotta siciliana e´ costretta alla quasi totale inattivita´ a causa delle attuali limitazioni nazionali ed europee, ha dichiarato: "attiveremo, tramite gli operatori, tutti gli strumenti e le azioni possibili per far si che la pesca siciliana possa operare in serenita´, sicurezza e nel rispetto delle regole". D´antrassi si e´ impegnato inoltre "a sostenere in Giunta la dichiarazione dello stato di crisi del settore pesca in Sicilia".  
   
   
TRENTO: PSR, GIA´ IMPEGNATE OLTRE LA META´ DELLE RISORSE  
 
Alla fine dello scorso mese di maggio 2011 la Provincia autonoma di Trento aveva impegnato ben 163 milioni di euro, pari al 58% delle risorse (circa 280 milioni di euro) assegnate al Trentino dal Piano di sviluppo rurale 2007-2013 ed erogato pagamenti per 108 milioni di euro (38%). Per alcune Misure del Psr, quali la 112, la 125 e la 121, lo stato di avanzamento ("tiraggio"), sta procedendo talmente bene da determinare entro l’anno un esaurimento della totalità delle risorse a disposizione per il settennio. Un risultato straordinario che pone il Trentino al secondo posto (subito dietro la vicina Provincia autonoma di Bolzano) tra le regioni e province autonome italiane per quanto riguarda l´utilizzo dei fondi del Psr. Il bilancio a metà periodo di programmazione è stato fatto ieri presso il Palazzo Europa in occasione della riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, presieduto da Mauro Fezzi, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e alimentazione ed Autorità di Gestione del programma. Il comitato è un importante occasione di confronto fra amministrazione provinciale, Commissione europea, Ministero delle politiche agricole e alimentari e gli stakeholders locali. Nel corso della riunione è stata approvata la relazione annuale di esecuzione del Programma e sono stati esposti gli aggiornamenti sulla valutazione dello stesso sullo stato di attuazione dell’Asse 4 Leader. Il Psr 2007-2013 prevede un regime di cofinanziamento Unione Europea, Stato e Provincia, per un ammontare complessivo di 280 milioni di euro. A fine maggio 2011 sono state impegnate ben il 58% delle risorse (163 milioni) e il 38%, pari a 108 milioni, sono state già pagate. Per alcune Misure come la 112, la 125 e la 121 il "tiraggio" sta procedendo talmente bene da determinare entro l’anno un esaurimento della totalità delle risorse a disposizione per il settennio. Tuttavia, per il rimanente periodo di programmazione, tali misure saranno finanziate con aiuti a carico della Provincia. A fine 2010 - inizio 2011 si è registrato un forte incremento nei pagamenti delle Misure 211 e 214, grazie alla risoluzione dei problemi informatici che avevano ritardato l’esecuzione delle liquidazioni. Per quanto riguarda il Programma di Sviluppo Locale Leader (Asse Iv), essendo partito nel 2009 con un leggero ritardo rispetto al Psr, questo presenta impegni e pagamenti ancora contenuti, sebbene le percentuali di avanzamento siano doppie rispetto ai valori dei Gal/leader italiani. Giulio Volpi, della società di valutazione del Psr Ager&starter, si è congratulato per l’andamento del Programma ed ha evidenziato come sia indispensabile continuare a sostenere le iniziative relative all’agricoltura di montagna (malghe e alpeggi), fondamentali per limitare lo spopolamento di queste aree e favorire la vitalità delle zone marginali. Infine, Gino Stocchetti, direttore del Gal Val di Sole ha presentato lo stato di attuazione dell’Asse Iv Leader. Nel corso del 2010 è stato aperto il primo bando che ha visto la presentazione di 77 domande, di cui 46 ammesse, per un impegno di risorse pari a 3.053.477 €. Nel 2011 è stato aperto il secondo bando che ha riscosso grande successo, con un incremento del 48% delle domande presentate (risorse previste 6.759.662 €). I progetti presentati si caratterizzano per alcuni aspetti innovativi. Fra quelli in cantiere si segnalano: “Le vie dell’acqua” volto a valorizzare il torrente Noce e i suoi affluenti con percorsi pedonali, aree ricreative, di informazione e tutela degli ambienti fluviali; “I sentieri da vivere” che riorganizza i percorsi turistici e prevede la messa in rete attraverso un sistema informativo multimediale localizzato nelle strutture turistiche; “Dal bosco alla casa” che promuove la valorizzazione della produzione legnosa locale attraverso la realizzazione di una filiera, e “Il pane di una volta”, una reintroduzione di coltivazioni di cereali di montagna (segale, orzo, frumento) per la produzione di farinacei per l’alimentazione umana. A conclusione dei lavori i rappresentanti del Ministero e dalla Commissione Europea hanno manifestato il loro apprezzamento per la qualità e la completezza delle relazioni presentate dai relatori. La documentazione completa sarà disponibile a breve sul sito www.Trentinoagricoltura.it/    
   
   
LIBERAZIONE TARTARUGA CARETTA CARETTA A PESARO. GRAZIE ALLA RETE REGIONALE MARCHIGIANA UN AIUTO ALLA SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITA` MARINA.  
 
Ancona - E’ stata liberata, sabato 11 giugno, a Pesaro, un esemplare di tartaruga marina Caretta caretta, la prima per il Parco naturale del Monte San Bartolo. Una nuova liberazione che si aggiunge alle altre avvenute grazie all´attivita` della Rete regionale marchigiana per la conservazione delle tartarughe marine. Oltre alla liberazione della tartaruga, verra` inaugurato il Centro di primo soccorso tartarughe marine del Parco San Bartolo, istituito grazie alla Rete regionale. La tartaruga è stata inizialmente posizionata dentro una vasca in spiaggia, per illustrare il progetto, poi si provvedera` al rilascio in mare in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Pesaro. La settimana scorsa era stata liberata un´altra tartaruga a San Benedetto del Tronto, presso la Riserva naturale della Sentina, presente l´assessore regionale Sandro Donati. La Regione Marche e` infatti capofila della Rete per la conservazione delle tartarughe: ´Liberare una tartaruga dopo averla curata e guarita - ha detto l´assessore - e` un gesto emozionante carico di un valore non solo simbolico. Dietro ogni liberazione c´e` una struttura e una rete di soggetti che si attivano immediatamente fin da quando arriva la segnalazione dell´avvistamento di un esemplare in difficolta`. Di fondamentale importanza, in questo senso, e` stata l´attivazione del numero verde della Guardia forestale 1515 per le segnalazioni di tartarughe marine in difficolta`. Grazie ad esso, quando un esemplare viene rinvenuto lungo la nostra costa, si attivano le Capitanerie di porto e le Aree protette interessate che provvedono a recapitare gli animali piu` compromessi alla Fondazione Cetacea e, da qui, dopo un periodo di ricovero, vengono rimessi in liberta`´. L´assenza di risorse statali rende difficoltoso provvedere a tutte le fasi afferenti la cura e la detenzione degli animali recuperati (spese veterinarie e per medicinali, per l``approvvigionamento alimentare, per le strutture di ricovero). ´L´obiettivo - prosegue Donati - e` quello di lavorare per allargare la Rete alle regioni confinanti, in modo da ottimizzare le funzioni e le limitate risorse disponibili´. Attualmente e` in corso il coinvolgimento delle strutture turistiche delle aree protette interessate al ´Progetto Sole´, dal nome di una tartaruga curata e liberata nel settembre 2010 con un trasmettitore satellitare: da allora ha percorso centinaia di chilometri nel nostro mare, continuando a segnalare i suoi spostamenti tra le coste italiane e croate. Il contratto di adesione, che comporta la sottoscrizione di impegno a un corretto comportamento ecocompatibile, prevede due forme diverse: per Bagni o Camping e per Hotel. Per vedere le foto e i filmati delle liberazioni delle tartarughe marine collegarsi al sito www.Ambiente.regione.marche.it sezione biodiversita`.  
   
   
VDA: RIUNIONE DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013  
 
Aosta - L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali comunica che nella mattinata di domani, venerdì 10 giugno, al Vivaio regionale Abbé Henry di Quart, si svolgerà la riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Il Comitato, istituito con deliberazione della Giunta n. 631 del 7 marzo 2008, è un organismo adibito all’accertamento dell’efficacia del Programma di Sviluppo Rurale. Tra i suoi compiti vi sono, tra gli altri, la verifica periodica dei progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi del programma, l’esame dei risultati e la valutazione dell’operato dell’Autorità di Gestione. Il Comitato, che deve riunirsi almeno una volta all’anno, è composto da rappresentanti dell’Autorità di Gestione, della Commissione Europea, del Ministero per le Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali (Mipaaf), del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), dell’Organismo pagatore (Agea), dei Programmi Operativi Regionali, delle organizzazioni professionali agricole, delle associazioni ambientaliste, dell’Autorità Ambientale di Programma, del Consiglio Permanente degli Enti Locali, dei Gruppi di Azione Locale e dalla Consigliera regionale di Parità. Oggi, giovedì 9 giugno, si è svolta una riunione tecnica per l’esame dei punti all’ordine del giorno della sessione ufficiale, che sono: 1. Approvazione del Rapporto Annuale di Esecuzione al 31/12/2010; 2. Approvazione della Relazione sull’attività di comunicazione; 3. Approvazione della Relazione sull’attività di valutazione; 4. Approvazione dei criteri di selezione delle misure dell’asse 3 attivate dai Gal; 5. Informativa in merito ai seguenti argomenti: avanzamento dell’Asse 4 – Attuazione dell’approccio Leader; avanzamento finanziario dell’Asse 2 (Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale) e previsioni per l’anno 2011; attuazione della Direttiva Habitat: aggiornamento sull’approvazione delle Misure di Conservazione per i Siti di Importanza Comunitaria della Rete ecologica Natura 2000 ed eventuale successiva revisione della Misura 213 Indennità Natura 2000 del Psr 07-13; prime considerazioni a seguito dei risultati e delle raccomandazioni emersi dalla valutazione intermedia; proposte delle Regioni alpine sul futuro della Pac post-2013.  
   
   
SCONGIURATO LICENZIAMENTO LAVORATORI EX ZUCCHERIFICIO VILLASOR  
 
Cagliari - Si è conclusa positivamente, nella sede dell’assessorato regionale dell’Industria, la Conferenza di servizi che, di fatto, permette ai lavoratori dell’Ex zuccherificio di Villasor di scongiurare lo spettro del licenziamento, previsto per fine anno. A dicembre, infatti, sarebbe scaduto il termine del periodo di cassa Integrazione previsto in seguito a un accordo straordinario fra il Ministero del Lavoro e l’azienda Power Crop. "La Conferenza dei Servizi - afferma l’assessore Oscar Cherchi - ha potuto finalmente esprimere il proprio parere positivo sulla procedura che entro luglio porterà all’emissione dell’autorizzazione unica attraverso la quale la Power Crop potrà dare il via alla fase esecutiva del progetto di costruzione di un impianto di produzione di energia alimentato a biomasse". Per gli oltre 60 lavoratori dell’ex zuccherificio di Villasor, che stamane hanno atteso l´annuncio sotto la sede dell’assessorato, si tratta di una notizia positiva, in quanto dal 1° gennaio 2012 potranno essere reintegrati al lavoro in seguito agli impegni presi dall´azienda.  
   
   
I SAPORI DELLA VALLE D’AOSTA IN GIAPPONE  
 
L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali informa che, a seguito della partecipazione negli ultimi due anni al Salone Foodex di Tokyo nell’ambito di un’azione sinergica con la Camera Valdostana delle Imprese e delle Professioni e l’Ice-istituto per il Commercio Estero, sono stati contattati alcuni noti importatori e distributori giapponesi che, dal 15 al 19 giugno, saranno in Valle d’Aosta per un sopralluogo e per incontri con i produttori locali. Le tipologie di prodotto richieste sono vini, distillati e liquori, salumi e formaggi. I prodotti della tradizione enogastronomica valdostana saranno in seguito distribuiti presso i canali della ristorazione italiana in Giappone (oltre 11 mila i ristoranti censiti dall’Ice), presso la grande distribuzione di alta gamma (catene di gastronomie) e la piccola distribuzione specializzata. E’ da alcuni anni che la Valle d’Aosta si promuove come destinazione turistica di eccellenza in Giappone, nell’ambito di un complesso progetto pluriennale - condiviso tra partner istituzionali italiani, quali Ice, Enit e Ambasciata, e giapponesi, come ad esempio alcuni tour operator, - che in ambito istituzionale sia italiano che giapponese è stato definito come “la migliore azione di promomarketing attuata negli ultimi anni”. Recentemente, alla promozione turistica si è affiancata quella dell’enogastronomia e un certo numero di aziende valdostane del comparto agroalimentare hanno avviato rapporti commerciali con importatori e distributori giapponesi. Se la Valle d’Aosta e il Giappone, alla luce di alcune caratteristiche quali la distanza e le differenze culturali e linguistiche, potevano sembrare due realtà alquanto lontane e intangibili, oggi, grazie all’efficace azione di promozione attuata dal “sistema Valle d’Aosta”, sono diventate più vicine. Gli obiettivi prefissati erano sin dall’inizio ambiziosi: intercettare e conquistare parte dell’imponente flusso di turisti nipponici che da decenni fanno la fortuna delle maggiori stazioni turistiche alpine francesi e svizzere e “riscattare” la parte valdostana delle montagne più famose d’Europa. Da diversi anni, infatti, Francia e Svizzera promuovono il Monte Bianco, il Cervino e il Monte Rosa monopolizzandone di fatto l’immagine e, per questo motivo, agli occhi di molti turisti stranieri risultano essere montagne francesi o svizzere. Ora, grazie anche alla presenza dei turisti giapponesi in Valle d’Aosta (nel 2010 sono state oltre 8 mila le presenze di sciatori e trekker del Sol Levante), in Asia si comincia ad avere consapevolezza che il versante sud di queste cime è italiano e, più precisamente, valdostano. Il Giappone, infatti, oltre ad essere una superpotenza economica e il più occidentale di tutti i Paesi dell’Asia, da sempre è il trend maker per eccellenza di tutto il continente: ciò che ha successo in Giappone finisce per essere poi apprezzato anche in Cina, a Hong Kong, in Corea, a Taiwan, a Singapore. Conquistare una solida base d’appoggio in Giappone significa quindi, da un punto di vista strategico, garantirsi le chiavi di accesso all’Asia, l’unico Continente al mondo in cui, secondo le previsioni, la crescita economica e di tutte le tipologie di consumo si manterrà con ogni probabilità stabile nel medio-lungo periodo. E la Valle d’Aosta, oltre che essere apprezzata come destinazione turistica, comincia ora ad essere anche “gustata” sulle tavole nipponiche.  
   
   
SICILIA: PUBBLICATO AVVISO MISURA 124 SVILUPPO NUOVI PRODOTTI  
 
 Palermo - L´assessorato regionale delle Risorse agricole ed alimentari ha emesso un avviso indirizzato ai primi classificati della graduatoria del bando della Misura 124 del Piano di sviluppo rurale, Sicilia 2007 - 2013, riguardante "Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale" . I classificati devono costituirsi in Associazione Temporanea di Impresa (Ats) entro il 19 giugno 2011 e fare pervenire la documentazione all´Assessorato nei 10 giorni successivi. Il mancato rispetto di queste scadenze comporta la perdita totale dall´aiuto, come previsto dal decreto dirigenziale del 25 maggio 2010. Maggiori informazioni sono reperibili nel sito www.Psrsicilia.it/    
   
   
AGRICOLTURA: APPROVATE GRIGLIE DI VALUTAZIONE DELLA MISURA 111  
 
Palermo - L´assessorato regionale delle risorse agricole e alimentari ha approvato le griglie di elaborazione relative alla misura 111 su "Interventi di formazione professionale e azione di informazione - Azione 1 Formazione" relativa al Psr, Piano di sviluppo rurale, Sicilia 2007 - 2013. La misura intende sostenere il miglioramento della capacita´ imprenditoriale e tecnico professionale degli addetti del settore agricolo, forestale ed agroalimentare. Il provvedimento sara´ pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. Disposizioni e altre informazioni sono consultabili sul sito istituzionale: www.Psrsicilia.it  
   
   
MISURE SPECIALI A FAVORE DELL´OLTREPO AZIONI PER FAR RIPARTIRE IL MONDO VITICOLO  
 
Milano - Misure ad hoc dal Servizio Fitosanitario regionale per contenere i danni provocati in Oltrepo Pavese da eventi grandigeni per le aziende viticole, afferenti alla Misura 214 del Psr (Programma di sviluppo rurale). ´La forte perturbazione con pioggia e grandine di domenica 5 giugno, i cui effetti ho costatato ieri con un sopralluogo insieme ai colleghi assessori Daniele Belotti e Romano La Russa - spiega l´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani -, ha convinto il Servizio Fitosanitario regionale ad autorizzare, per le aree della Valle Versa, Valle Scuropasso e Valle Versiggia e in deroga alle normative di difesa e diserbo previste dalla misura 214, alcuni trattamenti per aiutare le aziende viticole pavesi a contenere i danni subiti´. Sono autorizzati pertanto i trattamenti cicatrizzanti a base di ditiocarbammati. Uno su tutta l´area colpita; due per le aziende che hanno subito danni compresi tra il 20 e 50% e fino a quattro trattamenti a base di ditiocarbammati per le aziende che hanno subito la perdita totale della produzione e che devono procedere al rinnovo completo della vegetazione. La percentuale di danno subito dovrà risultare da una specifica attestazione del tecnico aziendale. A ulteriore sostegno delle aziende vitivinicole lombarde, anche per l´anno 2011 la Direzione generale Agricoltura si è impegnata per ottenere dal Ministero della Salute l´autorizzazione all´uso del mezzo aereo (elicottero) per i trattamenti di difesa dei vigneti. Le aziende potranno avere ulteriori informazioni rivolgendosi al Servizio Fitosanitario regionale presso Ersaf (02.67404691 - 366.6603272) o la Direzione generale Agricoltura (02.67652192 - 335.5814387). ´Le azioni prontamente decise dal Servizio Fitosanitario regionale - conclude l´assessore De Capitani - dimostrano la vicinanza e la rapidità dell´intervento della Regione a sostegno del comparto vitivinicolo dell´Oltrepo Pavese´.  
   
   
RISCHIO DI ESTINZIONE PER SUINO ITALIANO DA PROSCIUTTO DOP. GLI ALLEVATORI NON CI STANNO. E LE ISTITUZIONI NEPPURE  
 
Montagnana (Padova) - C’è qualche buongustaio in tutto il mondo che rinuncerebbe per sempre all’eccellenza del prosciutto crudo Dop italiano? Certamente no, eppure la sopravvivenza di questo straordinario e unico prodotto è oggi messa a rischio da importazioni di decine di milioni di cosce di suino, fresche o surgelate, che entrano legalmente nel nostro Paese ma non si sa bene dove vadano a finire. Di sicuro si trasformano in prodotto a basso prezzo e certamente non della stessa qualità delle nostre Dop, che inquina il mercato con una concorrenza non leale e mette in crisi l’esistenza degli allevamenti nazionali. Per questi ultimi più di qualcuno oggi parla di “rottamazione”. “Io non voglio rinunciare alla nostra qualità e al nostro sapore eccellente e senza confronti, così come non lo vogliono fare milioni di consumatori in tutti i continenti – ha affermato oggi l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, tenendo in braccio un suinetto italiano e per questo Vip Very Important Pig – e sono certo che se i consumatori fossero correttamente informati non rinuncerebbero neppure loro. Il fatto è che bisogna dare sostanza alla legge sull’etichettatura, non solo indicando origine e provenienza della materia prima ma anche indicando tutta la filiera dell’export, con la destinazione finale di ciò che entra nei nostri confini perché non venga italianizzato lungo il percorso”. Manzato ha ribadito la sua richiesta nel corso di una conferenza stampa organizzata in una azienda specializzata, quella di Gianni Zonato di Montagnana, capitale storica del prosciutto crudo Dop Veneto Berico – Euganeo, uno dei capisaldi della preziosa e rinomata suinicoltura nazionale a denominazione. Al suo fianco c’erano allevatori di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, regioni che sono il cuore pulsante dell’allevamento suinicolo nazionale, il presidente del Consiglio Regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato, il Sindaco Sandra Borghesan, e i protagonisti di questa vicenda, i suinetti a rischio di futuro. “Il flusso di cosce dall’estero, principalmente Germania, Olanda e Belgio, nel solo 2010 è stato pari a circa 45 milioni di pezzi – insiste Manzato – rispetto ad una produzione nazionale che nello stesso anno non arriva a 10 milioni di capi, il 9 per cento dei quali prodotti in Veneto. E’ un dato che evidenzia la dipendenza della nostra industria di trasformazione da materia prima che proviene da fuori confine e che troppo spesso viene italianizzata. In Veneto gli arrivi si concentrano nelle province di Treviso, Padova e Verona, le stesse che guidano la classifica in termini di allevamenti e trasformatori”. Per diventare prelibatezza, il suino italiano viene macellato a 160 kg, con un costo di allevamento ben superiore (circa il 20 per cento) a quello estero leggero. Il fatto è che il suino magro non dà prodotti di gran qualità, perché non è addolcito dalla marezzatura, è più salato, stopposo e coriaceo. Bisogna dunque spiegare ai consumatori che il prosciutto crudo magro buono non esiste e che sotto ogni punto di vista quello Dop è migliore. Gli ha fatto eco Clodovaldo Ruffato ricordando che le produzioni non Dop utilizzano carne estera, anche se spesso sono marchiate Igp, in quanto la normativa comunitaria consente in questi casi che solo una delle fasi produttive sia realizzata all’interno di una determinata area geografica: in questi casi è sufficiente la lavorazione. Anche per questo motivo l’approvazione della legge che ha imposto l’indicazione obbligatoria in etichetta è un’importante opportunità per i consumatori e gli agricoltori. “Manca ancora un tassello – ha ripetuto Manzato – affinché tutto il processo di rintracciabilità sia trasparente. Dopo aver conosciuto la provenienza sarebbe il caso di capire anche la destinazione. Solo così il consumatore sarà in grado di fare una spesa consapevole”.  
   
   
L´IMPORT SELVAGGIO UCCIDE IL SUINO PADANO. MANZATO: INDICARE DESTINAZIONE MAIALI ESTERI  
 
Montagnana (Padova) - I veri Vip nostrani? Sono i suini italiani, padani in particolare: i Very Important Pig, dai quali si ricavano gli ineguagliabili prodotti Dop nazionali, a partire dai prosciutti crudi. “Sono animali oggi da salvare, messi in pericolo da un’importazione selvaggia e soprattutto dalla destinazione nebulosa, che non ha certo le medesime caratteristiche e lo stesso gusto del maiale nostrano ingrassato almeno a 160 kg”. Lo ha ribadito, il 9 giugno, l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, davanti agli allevatori delle principali regioni produttrici (Veneto, Emilia Romagna e Lombardia), che hanno organizzato in un allevamento di Montagnana, in provincia di Padova (cuore storico del prosciutto crudo Dop Veneto Berico Euganeo), una conferenza stampa per far sapere all’opinione pubblica la verità sulla produzione di settore. Manzato ha voluto prendere in braccio un suinetto Vip, con la coccarda tricolore e la bandiera veneta, sollecitando una forte azione di tracciabilità da parte del Governo per evitare la progressiva scomparsa di un patrimonio nazionale invidiato e ineguagliabile. “Vogliamo e dobbiamo sapere dove vanno a finire i milioni di cosce suine fresche e surgelate – ha affermato – che entrano nel nostro Paese, che talora arrivano sui banchi di vendita come prosciutto crudo ‘nostrano’, ma che di nostrano hanno solo i soldi pagati da un consumatore tratto in inganno”.  
   
   
IL SUINO VENETO VALE 160 MILIONI DI EURO  
 
 Montagnana (Padova) - La filiera suinicola veneta ha realizzato nel 2010 un valore alla produzione pari a 160 milioni di euro, producendo 140mila tonnellate di carne. Le importazioni nel 2010 di carni suine rappresentano il 53% del valore della produzione regionale. Sono tre le province dove si concentrano i capi allevati: nell’ordine Verona con il 43%, Treviso con il 17% e Padova con il 14%. La localizzazione delle ditte trasformatrici è proprio negli stessi territori. Ma tutta la suinicoltura italiana, incentrata sulla produzione di suini pesanti, risulta oggi penalizzata per la più elevata incidenza dei costi rispetto agli altri Paesi europei. I dati sono stati forniti questa mattina a Montagnana, in provincia di padova, nel corso di una conferenza stampa con allevatori veneti, lombardi ed emiliano romagnoli, presenti l’assessore all’agricoltura del Veneto franco Manzato con il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e il sindaco Sandra Borghesan. La scelta di Montagnana non è casuale, perché è la città simbolo della produzione storica di prosciutto crudo del Veneto, famosa per questo già all’inizio dello scorso secolo e centro dell’area di produzione del prosciutto Dop Veneto Berico Euganeo. Il costo di produzione del suino pesante italiano è superiore (quasi il 20%) rispetto a quello medio europeo e, in particolare, per quanto riguarda l’alimentazione, il maggior costo ha raggiunto la soglia del 33 per cento. L’aumento dei costi di produzione, innescato dall’impennata dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione, ha acuito una situazione già critica. In più, anche molti prodotti a base di carne suina che si fregiano del riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Protetta (Igp) (per esempio Mortadella Bologna e Speck Alto Adige) sono realizzati con carne di suino proveniente dall’estero in quanto la normativa comunitaria consente che non tutte le fasi produttive siano realizzata all’interno di una determinata area geografica: in questi casi è sufficiente la lavorazione delle carni. La forte vocazione/specializzazione per il suino pesante è un elemento di qualificazione della suinicoltura italiana ma, nelle condizioni attuali di mancato e di equilibrio tra offerta e domanda, risulta fortemente penalizzata, con un eccesso di offerta di suini per le Dop (circa il 30% delle cosce dei suini certificati viene destinata ad altre lavorazioni) e la banalizzazione dell’immagine dei prodotti Dop stessi dovuta alla diffusione di prodotti succedanei (prosciutti “smarchiati”), che non consentono la necessaria valorizzazione economica del prodotto e mettono a rischio l’intera filiera.  
   
   
CHIUSURA IN BELLEZZA PER IL GIROTONNO 2011.  
 
Le prime stime parlano di oltre 50 mila presenze nei quattro giorni della rassegna internazionale di Carloforte che vuole celebrare il tonno nel luogo dove viene pescato e dove è attiva una delle poche tonnare del Mediterraneo. Traghetti e strade sono stati letteralmente invasi dai turisti che non sono voluti mancare alla rassegna enogastronomica ogni anno più ricca. Anche nell´ultima giornata, ai tantissimi visitatori è stata data la possibilità di assaggiare le specialità tipiche di Brasile, Messico, Corea e di Carloforte nelle “Ecopiazze dei Sapori”: solo per il pranzo di questa mattina sono state vendute oltre mille consumazioni. Mentre per preparare i piatti in tutti e quattro i giorni è servita una tonnellata e mezzo di tonno. Lunghe code si sono fermate per visitare le tonnare e attorno alle “Botteghe in strada” (novità di questa edizione), ovvero gli stand sistemati nelle vie del centro con esposti i prodotti enogastronomici e dell´artigianato tipici dell´Isola. Strade rese allegre sino all´ultimo giorno dagli artisti del “Buskers festival” che con la musica, come la Makkaroni band, o con gag teatrali, hanno movimentato la passeggiata dei turisti. Davanti a un tappeto di persone si è svolta anche la premiazione ufficiale del vincitore della rassegna enogastronomica: lo chef brasiliano Pier Paolo Picchi ha ricevuto sul palco sistemato sul lungomare il piatto di ceramica assegnatogli dalla giuria tecnica e la “Bilancella” (l´imbarcazione a vela latina usata per trasportare quanto estratto nelle miniere del Sulcis nell´Isola di San Pietro) assegnato per la prima volta dai commensali. Palco su cui poi è salito Edoardo Bennato. La rock star si è esibita per quasi due ore davanti ai tanti curiosi e appassionati. Chiude quindi i battenti l´edizione 2011 del Girotonno stappando le ultime bottiglie durante il wine tasting dei vini sardi, accompagnato dai sommelier dell´Accademia internazionale Epulae, e dando appuntamento al prossimo anno per la rassegna numero dieci, ancora più ricca e con qualche novità in più. Green News: quest’anno parte dell’energia utilizzata per alimentare la manifestazione proviene da pannelli fotovoltaici e tecnologia Led. Www.girotonno.org info@girotonno.Org  
   
   
DANNI PROVOCATI DA GRANDI CARNIVORI: GIUNTA VENETA STANZIA FONDI PER PRIMO RISARCIMENTO IMMEDIATO  
 
Venezia - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore Daniele Stival, ha approvato un accantonamento di 10.000 euro, immediatamente uitilizzabili, per garantire una prima risposta tempestiva ai cittadini le cui proprietà nel corso dell’anno subissero danni causati da grandi carnivori selvatici, prima di tutto l’orso, ma anche il lupo e la lince. “Si tratta – sottolinea Stival – di una prima riserva di denaro che abbiamo attivato in attesa di poter procedere al riparto definitivo dei fondi specifici disponibili al termine delle istruttorie condotte in collaborazione con le Province venete. Può sembrare una cifra irrisoria – precisa Stival – ma non è così, perché spesso si tratta di danni che ammontano a qualche centinaio di euro, come dimostrato dal monitoraggio degli anni scorsi, ma che costituiscono un problema reale per chi li subisce. In questo modo daremo dunque una risposta immediata in attesa di verificare, verso fine anno, l’andamento della situazione”. I più frequenti danni arrecati dai grandi carnivori, principalmente nelle aree montane, riguardano le produzioni agricole e zootecniche, ivi compresa l’apicoltura, e le opere approntate sui terreni coltivati o destinati a pascolo. “Se, come nel caso dell’orso Dino l’anno scorso – precisa Stival – dovessero verificarsi situazioni eccezionali ed i danni dovessero superare la cifra prevedibile, sarà successivamente possibile integrare le somme destinate”.  
   
   
MARCHE: ALLUVIONE, UFFICIALIZZATA LA FIRMA DEL DECRETO DEL MINISTERO DELL´AGRICOLTURA. IL PRESIDENTE SPACCA: ´RICONOSCIUTA LA CALAMITA` NATURALE, MA ORA SIANO DEFINITE E ATTIVATE LE RISORSE´.  
 
Ancona - ´La firma del decreto per il riconoscimento degli interventi per l´agricoltura nelle aree colpite dall´alluvione rappresenta un primo passo. Purtroppo, pero`, il decreto si limita a riconoscere alle Marche lo stato di calamita` naturale per i danni in agricoltura cosi` come richiesto dalla Regione, mentre sull´attivazione delle risorse da destinare alla ricostruzione ancora nessuna certezza. Ci auguriamo quindi che al decreto faccia rapidamente seguito l´individuazione dei fondi necessari al ripristino delle strutture danneggiate. Ma soprattutto che si provveda all´emanazione dell´ordinanza di protezione civile che ancora non arriva: un atto fondamentale affinche` i cittadini e le imprese duramente danneggiate dal maltempo dei primi di marzo possano ricominciare a guardare con fiducia al futuro´. Cosi` il governatore delle Marche Gian Mario Spacca, dopo che il Ministero per le Politiche agricole e forestali ha ufficializzato oggi alla Regione l´avvenuta firma del decreto per il riconoscimento degli interventi a favore delle strutture aziendali e le infrastrutture connesse all´attivita` agricola danneggiate dall´alluvione dei primi di marzo. Il decreto riconosce in sostanza l´evento atmosferico a carattere eccezionale, a seguito alla richiesta della Giunta regionale in considerazione dei danni provocati all´agricoltura per 123,2 milioni di euro. Richiesti dalla Regione, in particolare, interventi di ripristino delle strutture aziendali, impianti e scorte subiti dalle imprese agricole, oltre agli interventi di ripristino delle infrastrutture connesse all´attivita` agricola la cui attuazione, per strade interpoderali e fossi, sara` competenza dei Comuni che ne hanno fatto richiesta. Il decreto del Ministero ufficializzato oggi non riporta nessuna valutazione dei danni, ne` l´individuazione delle risorse, elementi che dovranno essere oggetto di successivo decreto dello stesso Ministero, d´intesa con la Conferenza Stato-regioni, in occasione della proposta di riparto delle disponibilita` del Fondo di Solidarieta` nazionale. ´La Regione Marche ´ rileva Spacca ´ non ha mai mollato la presa in questi mesi, neanche per un momento, affinche` fossero emanati gli atti necessari allo stanziamento delle risorse da destinare alla ricostruzione. Allo stesso tempo si e` attivata per rispondere alle prime emergenze, deliberando la creazione di un fondo di garanzia che consente alle imprese di ottenere finanziamenti agevolati per far fronte alle necessita` della ricostruzione. Dal Governo centrale, pero`, ancora nessun segnale sulle risorse, ne` in campo agricolo ne` per i privati cittadini e l´industria. E resta l´incredibile paradosso di un Governo che riconosce a un territorio lo stato di emergenza senza far seguire, a distanza di ben tre mesi, l´emanazione della necessaria ordinanza di protezione civile. Un paradosso che mai, in passato, si era verificato´..  
   
   
SITUAZIONE DEL COMPARTO AGRICOLO CALABRESE  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra è intervenuto a seguito di alcune dichiarazioni sulla situazione del comparto agricolo calabrese emerse nel corso del consiglio nazionale della Federazione dei sindacati che aderiscono alla Cisal. "A me non è mai piaciuto il giochino delle battute e delle controbattute. I problemi sono abituato ad affrontarli in maniera diretta con i miei interlocutori e non ho mai cercato di attirare l’attenzione mediatica attraverso dichiarazioni a effetto. Il motivo principale è che, fondamentalmente, non ne ho mai avuto bisogno: ho fatto sempre parlare i fatti. Non m’interessa, dunque, replicare alle affermazioni del segretario nazionale della Cisal Franco Cavallaro. Voglio solo dire che, in poco più di un anno, abbiamo raggiunto importanti obiettivi. E questi sono sotto gli occhi di tutti. La cosa più importante è che, attraverso un serie di azioni mirate e concertate, stiamo riuscendo, finalmente, a comunicare un’immagine nuova della Calabria. Non più legata a stereotipi negativi ma anche all’idea che qui da noi ci sono tanti lavoratori e imprenditori laboriosi, competenti e con un approccio al lavoro dinamico e all’avanguardia. Anche a Bruxelles è cambiato l’approccio verso la nostra realtà regionale. I tanti problemi che ancora oggi ci penalizzano li stiamo affrontando in maniera realistica e non demagogica. Questa è l´unica strada per poter valorizzare i nostri tanti prodotti di qualità di gran lunga superiore alla media. Ripeto: la mia non è la politica dei proclami. Ho imparato, in tanti anni di attività, che la stima e la fiducia delle persone si guadagna con il lavoro e l’impegno. Questo è il motivo per cui accetto sempre le critiche costruttive e non mi lascio, quasi mai, coinvolgere in polemiche sterili di cui sicuramente la Calabria, ancor più in questo delicato momento, non ha bisogno".  
   
   
CHIANTI COLLI FIORENTINI, SUCCESSO AI DECANTER WORLD WINE AWARDS 2011  
 
Sono ben tredici i riconoscimenti del prestigioso wine-magazine inglese attribuiti ai produttori del Chianti Colli Fiorentini Docg. Un risultato che testimonia la qualità del lavoro dei soci del Consorzio. Tre medaglie d’argento, sette medaglie di bronzo e tre menzioni, è questo il palmares dei soci del Consorzio di Tutela del Chianti Colli Fiorentini all’edizione 2011 dei Decanter World Wine Awards. I vini premiati sono molti, appartenenti alla denominazione del Consorzio e non solo, a dimostrazione della qualità e della versatilità che i soci riescono a esprimere attraverso le diverse etichette. Diverse anche le cantine premiate, e, in alcuni casi, pluripremiate: è il caso di La Querce – che si aggiudica due medaglie d’argento con le etichette La Querce 2007 (Toscana Igt) e La Torretta 2008 (Chianti Colli Fiorentini Docg) – e de Il Castello di Poppiano, che con Tricorno 2007 (Toscana Igt) conquista una medaglia d’argento, con Guicciardini Riserva 2007 (Chianti Colli Fiorentini Docg) una medaglia di bronzo e con Mandorlaia Riserva 2007 (Morellino di Scansano Docg) una Menzione. Riconoscimenti importanti anche per Fattoria di Bagnolo, medaglia di bronzo con Capro Rosso 2007 (Colli della Toscana Centrale Igt) e con Riserva 2007 (Chianti Colli Fiorentini Docg); per Lanciola, medaglia di bronzo con il suo Lanciola 2005 (Vinsanto Chianti Colli Fiorentini Igt) e Menzione con Ricciobianco 2008 (Toscana Igt); e per la cantina Le Torri di Campiglioni, bronzo con Le Torri Riserva 2007 (Chianti Colli Fiorentini Docg) e con Villa San Lorenzo 2007 (Toscana Igt). Bronzo anche per la Tenuta di San Vito in Fior di Selva, con Colle dei Mandorli 2007 (Toscana Igt) e Menzione per il Bruzzico 2008 (Toscana Igt) della cantina Malenchini. “Riscontrare tanti riconoscimenti ottenuti dai soci del Consorzio Chianti Colli Fiorentini in ambito internazionale – ha commentato Marina Malenchini, presidente del Consorzio – è per noi motivo di grande soddisfazione. È il segnale che stiamo lavorando bene e che i nostri soci perseguono nei fatti quelli che, a parere di tutti noi, sono le vere chiavi del successo per chi opera in questo mercato: qualità e fedeltà alla tradizione”  
   
   
JE SUIS APÉRITIF À LA FRANÇAISE! IL 16 GIUGNO ALL’OLD FASHION CAFÈ RITORNA IL GUSTO DEI PRODOTTI PIÙ TIPICI DELLA FRANCIA E TANTE ALTRE NOVITÀ.  
 
Je suis Apéritif à la française! da appuntamento al pubblico italiano per il quinto anno consecutivo al’Old Fashion Cafè - Viale Emilio Alemagna 6, il 16 giugno a partire dalle ore 20.00 per una serata che si preannuncia esplosiva, all’insegna del gusto e del divertimento, con la partecipazione di ospiti degni di nota. Rendez – vous all’ora dell’aperitivo quindi per assaporare i profumi d’oltralpe accompagnati da un sottofondo musicale che si protrarrà sino a tarda sera. Certo perchè quest’anno Je suis Apéritif à la française! intratterrà il pubblico dell’Old Fashion Cafè con una colonna sonora d’eccezione. La serata si apre con la partecipazione del Dj Steve Benny e proseguirà intorno alle ore 23.30 con due Special Guest. Dj Ravin direttamente dal Buddha Bar di Parigi e produttore della nota compilation Buddha Bar arrivata alla sua dodicesima edizione insieme a Michael Canitrot, produttore e ideatore del progetto So, Happy in Paris?, direttore delle musiche di grandi marchi dell’alta moda e ideatore delle colonne sonore del Festival di Cannes, creeranno l’atmosfera ideale per questa occasione speciale e faranno ballare gli amanti della movida milanese. Un mix di sapori, profumi e musica accompagnerà, grazie a Je suis Apéritif à la française!, il pubblico sino a notte fonda. Il progetto Je suis Apéritif à la française! continua per tutto il mese di giugno: una compilation contenente una selezione delle musiche del Dj Steve Benny e una guida Je suis Apéritif à la française! con nuove idee per condividere una pausa golosa a fine giornata con amici, saranno veicolate su 6 locali di tendenza, 3 a Milano e 3 a Roma con esposizione del materiale nella zona dedicata alla promo – sampling per una decina di giorni, dalla seconda metà di giugno. Inoltre la brochure Je suis Apéritif à la française! unitamente alla compilation saranno inviate a 50 locali sul territorio nazionale per comunicare sull’aperitivo “alla francese” e sui differenti prodotti partner dell’iniziativa. Marchi come Bonne Maman e le sue ottime marmellate, Traiteur de Paris e le sue prelibatezze dolci e salate, Alsalor e i suoi stuzzicanti bocconcini di differenti varietà di carne, Laita e tutto il sapore dei prodotti Pays Breton, Labeyrie e il suo salmone affumicato, Disalp con il gusto dei formaggi francesi, per finire con Valrhona e il delizioso cioccolato, hanno scelto Je suis Apéritif à la française! per affermare quanto sia importante il gusto e la qualità abbinato al piacere di stare insieme, divertendosi. Apéritif à la française è un’operazione organizzata da Sopexa per conto del Ministero dell’agricoltura, dell’alimentazione, della pesca, della ruralità e dell’assetto del territorio, nell’ambito di un crescente interesse per culture e prodotti della gastronomia, appartenenti a tradizioni diverse, accostati l’uno all’altro, non in competizione, ma sotto il segno di una forte sinergia  
   
   
GRANDE SUCCESSO PER IL FESTIVAL FRANCIACORTA DI MILANO  
 
Alla tappa milanese del Festival Franciacorta un’affluenza di oltre 1200 persone che nella suggestiva cornice dei Chiostri del Museo della Scienza e della Tecnologia hanno degustato Brut, Extra Brut, Satèn, Rosé e Millesimati, tutti rigorosamente Franciacorta Docg. L’evento, organizzato dal Consorzio Franciacorta, in collaborazione con l’Ais di Milano ha visto la partecipazione di 46 aziende del territorio bresciano che dalle 16 alle 22 hanno stappato per appassionati di vino, giornalisti e operatori del settore, ben 800 bottiglie. Si è registrato anche il tutto esaurito per i seminari di approfondimento condotti da Nicola Bonera, Miglior Sommelier d’Italia 2010, con oltre 150 partecipanti. Ad anticipare l’evento di ieri sera una settimana di degustazioni guidate e appuntamenti nelle migliori enoteche, ristoranti e wine bar della città. “Un successo straordinario – ha commentato il Presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta, Maurizio Zanella – che conferma il crescente interesse per la cultura enologica e la passione per il Franciacorta”. Le prossime tappe del Festival saranno in Versilia il 25 giugno a Villa La Versiliana di Pietrasanta, a Capri il 14 luglio ai Giardini di Augusto, e a conclusione il 18 e 19 settembre nel territorio della Franciacorta con il Festival Franciacorta in Cantina. Le cantine presenti: Antica Fratta, Azienda Agricola Fratelli Berlucchi, Barone Pizzini, Bellavista, Berlucchi Guido, Bersi Serlini, Borgo La Gallinaccia, Bosio, Ca’ del Bosco, Ca’ del Vènt, Camossi, Cantina Chiara Ziliani, Castello Bonomi Tenute in Franciacorta, Castello di Gussago La Santissima, Castelveder, Colline della Stella, Contadi Castaldi, Conti Bettoni Cazzago, Derbusco Cives, Ferghettina, Faccoli, Fratus, il Mosnel, La Boscaiola, Lantieri de Paratico, Le Marchesine, Mirabella, Monte Rossa, Montenisa, Monzio Compagnoni, Quadra, Ricci Curbastro, Riva di Franciacorta, Ronco Calino, San Cristoforo, Solive,tenuta Ambrosini, Tenuta Montedelma, Tenuta Moraschi, Tenute La Montina, Uberti, Vezzoli Giuseppe, Vezzoli Ugo, Vignenote, Villa Crespia – Muratori, Villa Franciacorta  
   
   
NEI BOSCOLO HOTELS LA GRANDE CUCINA È DI CASA SAPORI AUTENTICI E PIATTI PREGIATI CON LA CUCINA DELLO CHEF MAX MARIOLA  
 
Nei Boscolo Hotels la cucina italiana di alta qualità è di casa, con i piatti del celebre chef Max Mariola preparati secondo carattere della prima catena quattro e cinque stelle, vero il simbolo dell’accoglienza Made in Italy in tutto il mondo. Con la nomina di Max Mariola a chef di catena, i Boscolo Hotels offrono ai propri ospiti piatti pregiati e nobili, caratterizzati da sapori semplici e lineari, all’insegna del gusto e della tradizione italiana. Boscolo e Max Mariola omaggiano la cultura della cucina italiana con menu di pesce e di carne che includono un’ampia gamma di piatti tipici della cucina italiana, regionale e nazionale. Ad ogni città italiana dalla forte tradizione gastronomica sono infatti dedicati due o tre piatti, dalla cotoletta e dal risotto alla milanese, piatti tipici della tradizione meneghina, alla pasta alla carbonara e ai salti in bocca alla romana. Per chiudere il pasto in dolcezza, una vasta scelta di dessert dagli accostamenti e dalle presentazioni creative, come il tiramisù servito al bicchiere. Un elemento di originalità è la colazione à la carte, dimostrazione della cura al dettaglio e alla freschezza di tutte le pietanze offerte nei ristoranti Boscolo. Per esaltare il gusto dei suoi piatti, Mariola si serve di materie prime di grande qualità (spesso Dop), legate al territorio: frutta e verdura sempre fresca ed esclusivamente di stagione, e salumi, carni e pesce rigorosamente selezionate. “A differenza del passato,” ha commentato Max Mariola, “abbiamo scelto di offrire ai nostri clienti un’esperienza di alta qualità standard in tutte le nostre location, che solo all’estero si lascia affiancare da qualche piatto tipico, ma armonico rispetto alle portate italiane.” Max Mariola, volto noto di Gambero Rosso Channel che in vari programmi svela i segreti della sua cucina, si racconta: “Mi chiamano ´chef´ perché da sempre trasformo odori e sapori in piatti. Amo la semplicità del gusto, la cucina lineare e pulita. Prodotti poco elaborati, cotture veloci, marinature. Ho imparato a cucinare da mia madre, dal mio amico Fulvio e dal mare, che a Nettuno, dove sono nato e vivo, è l´elemento primario. Con gli anni, con le scuole e la pratica, ho fuso la tecnica a suggestioni e ispirazioni del quotidiano, e sono diventato un cuoco. In divenire, ovviamente!”. L’eccellenza alberghiera di Boscolo Hotels sposa quindi la cucina di alta qualità, coniugando la riscoperta dei sapori e dei piatti della tradizione nazionale con l’attenzione dedicata alla selezione delle materie prime e alla qualità dei prodotti  
   
   
UNA SCIABOLATA PER INAGURARE L´AZIENDA AGRICOLA TODESCHINI-VIGNE DI VAL ZACCONA  
 
La Cantina Todeschini-vigne di Val Zaccona (area Doc Breganze, Vicenza) si è presentata stappando la prima bottiglia di Metodo Classico prodotto con uva Vespaiola È stata una sciabolata al nuovo spumante Metodo Classico, il primo in assoluto prodotto con uva Vespaiola, ad inaugurare la cantina Todeschini-vigne di Val Zaccona a Fara Vicentino (Vicenza). L´azienda agricola, ultima nata nel comprensorio della Doc Breganze, è sorta grazie alla determinazione di Giuliano e Miralda Todeschini che con i figli Cristiano e Giorgio hanno avviato un progetto di recupero a vigneto di sette ettari in Val Zaccona. L´area si trova ai margini settentrionali della Doc Breganze, dove i pendii collinari si inerpicano rapidamente verso le prealpi venete: terreni sui quali la vite è stata presente per secoli, ma dai quali rischiava di scomparire, a vantaggio delle aree pianeggianti facilmente meccanizzabili. Qui i Todeschini hanno realizzato nuovi impianti, da lavorare interamente a mano, consci dell´assoluta unicità delle condizioni pedoclimatiche: una ventilazione intensa in ogni stagione; l´altezza di 300 metri sul livello del mare e la presenza delle montagne a nord a riparare dalle correnti fredde. Quindi il terreno, che vede la contemporanea presenza di suoli argillosi-marnosi, lasciati dal mare ritiratosi 65 milioni di anni fa, e di brecce basaltiche causate dall´intensa attività vulcanica che ne è susseguita. “Abbiamo scelto di scommettere sulla Val Zaccona – ha dichiarato Giuliano Todeschini – fieri di averne fatto un ambiente di eccellenza, nel quale produciamo vini che riflettono il nostro territorio: moderati nelle gradazioni alcoliche, generosi nella sapidità e nella freschezza”. La gamma è centrata sulla varietà autoctona Vespaiolo. Viene proposto in versione tranquilla, dalla spiccata freschezza e buona sapidità; in uno spumante metodo extra dry metodo Charmat denominato Valzàc e nel Metodo Classico di prossima sboccatura, in cui la Vespaiola è unita ad una componente di Chardonnay e Pinot Bianco. Quindi gli altri vini sono: Follo, vino bianco di struttura prodotto con vitigni internazionali; Marasca, merlot frizzante; Farneda, Cabernet Sauvignon Breganze Doc; Clivone Rosso Breganze Doc, taglio bordolese di grande intensità olfattiva e gustativa. Infine, la punta di diamante della produzione aziendale è rappresentata dal Torcolato Breganze Doc, prodotto secondo i dettami della tradizione. Per ulteriori infomazioni: www.Todeschini.eu