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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Settembre 2011
SANITÀ, AL CONGRESSO INTERNAZIONALE DI VILLACH (AUSTRIA): SVILUPPARE SEMPRE PIÙ ALLEANZE  
 
 Villach/a, 26 settembre 2011 - ´La grande sfida sanitaria che l´Europa ci pone di fronte è quella di abbandonare l´approccio solistico nella sostenibilità dei sistemi sanitari avanzati. Oggi è necessario muoversi verso lo sviluppo delle alleanze con la creazione di reti operative transfrontaliere basate sul rapporto ospedale-territorio´. Così Luciano Bresciani, assessore regionale alla Sanità della Lombardia, a margine del terzo congresso internazionale sulla collaborazione tra Stati e Regioni in ambito sanitario il 23 settembre a Villach (Austria) a cui partecipano relatori provenienti da Slovenia, Stati Uniti, Italia e Austria. Un approccio ´pragmatico e innovativo - ha spiegato Bresciani - per favorire la diffusione delle best practices e l´appropriatezza delle cure. Di fatto, da quando ricopro il ruolo di assessore alla Sanità, ho sempre rivolto il mio sguardo e il mio impegno a sviluppare questo modello di alleanze. Questo, da un lato, grazie agli attori interni come le università e il mondo delle imprese e, dall´altro, con le Regioni d´Europa´. ´E il congresso di oggi - ha sottolineato ancora Bresciani - dimostra come continui senza sosta la nostra progressione nell´alleanza tra le Regioni europee per lo sviluppo sanitario tecnologico e come sia altresì un´esaltazione della sussidiarietà orizzontale´. ´Sono convinto - ha poi rimarcato l´assessore lombardo - che più forze facciano una grande forza. Grazie ad accordi con le Regioni europee non solo agevoliamo la reciproca conoscenza, al fine di individuare percorsi di miglioramento, ma facilitiamo esperienze lavorative tra i due sistemi sanitari´. La sfida è dunque quella di ´stringere, estendere e riprodurre il modello sanitario lombardo delle alleanze (4 co-attori: sistemi sanitario e universitario, sistema economico-finanziario di Finlombarda e industria) ad altre Regioni dell´Europa così da elevare le risorse sulla ricerca e la partecipazione geopolitica in seno alla stessa Ue per oltre 60 milioni di persone´. E´ proprio grazie alla sanità se oggi sta nascendo la macroarea europea dell´alleanza delle Regioni. ´Una sanità - ha spiegato Bresciani - capace di portare le Regioni a essere realmente protagoniste nello sviluppo tecnologico europeo. Un patto che ci permetterà di partecipare insieme, proprio nell´ambito della macroarea, a progetti europei al fine di catturare co-finanziamenti e ridurre così il rischio di impresa delle iniziative sviluppate in collaborazione con l´industria´. ´Solo così - ha concluso Bresciani - potremo essere protagonisti con l´alleanza dell´Europa delle Regioni e non subire il centralismo dell´Europa-stato che globalizza i sistemi sanitari proiettando dall´alto soluzioni alle quali altrimenti non potremmo essere partecipi e protagonisti. Il fabbisogno nasce dal basso verso l´alto e non dalla globalizzazione centralista europea. Oggi la Lombardia ancora una volta è già proiettata verso il futuro di cui si é parlato in questo congresso grazie alla sottoscrizione di importanti alleanze in ambito sanitario con alcune delle più avanzate Regioni europee´.  
   
   
FVG, SALUTE: VERSO ISTITUZIONE DI UN TAVOLO INTERREGIONALE DI CONFRONTO  
 
Villaco, 26 settembre 2011 - Un "Tavolo Permanente per la cooperazione nel campo della Sanità Pubblica", che veda la partecipazione di rappresentanti di Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Carinzia, Alto Adige, Veneto, Trentino e Lombardia, per dare forma ad un continuo scambio di esperienze e condivisione di priorità. Il tutto supportato da un "Osservatorio scientifico " che coinvolga istituzioni sanitarie e Università. La proposta è stata formulata il 23 settembre a Warmbad, nei pressi di Villaco, in Austria, nel corso del convegno conclusivo del programma Interreg Italia-austria sulla formazione a livello transfrontaliero dei professionisti della sanità, cui hanno preso parte gli assessori alla salute di Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, Carinzia, Peter Kaiser, e Lombardia, Luciano Bresciani, insieme a rappresentanti di Veneto, Trentino, Alto Adige, e alla presenza di Fabrizio Oleari, del Ministero italiano della Salute. L´esigenza di dar vita a questo strumento di riflessione e confronto deriva in particolare dalla recente direttiva dell´Unione europea che, dopo aver favorito la mobilità dei professionisti, prevede la libera circolazione dei pazienti, ovvero la possibilità per ciascuno di scegliere il posto migliore per curarsi. Una opportunità sicuramente importante che però secondo l´assessore Kosic rappresenta di fatto una sfida, perchè non mancano alcune criticità: ad esempio è previsto il rimborso delle spese sostenute sulla base dei costi delle diverse prestazioni nei singoli Paesi. Un elemento foriero di squilibri, se non dovesse essere istituito un fondo di solidarietà, peraltro proposto proprio dall´Italia. Parallelamente è altrettanto evidente che la mobilità dei cittadini/pazienti tra Paesi diversi (e che già esiste tra regioni in Italia) sarà tanto più rilevante quanto più diversi rimarranno gli assetti organizzativi e soprattutto i livelli qualitativi delle prestazioni offerte. In prospettiva occorre quindi puntare ad omogeneizzare il più possibile le risposte ai bisogni, per non avere in sanità un´Europa a più velocità. Il tavolo tecnico che si vuol istituire (tavolo che nasce dalla positiva esperienza maturata nel progetto Interreg e portato avanti da Sanicademia, quale centro transfrontaliero per la formazione dei professionisti della salute), avrà quindi "il compito di analizzare scenari diversi, per mettere poi a disposizione della politica le informazioni scientifiche indispensabili per fare le scelte più adeguate", ha precisato Kosic. Una prospettiva, quella del tavolo, condivisa dal ministero della Salute: "la cooperazione tra regioni transfrontaliere è di grande importanza per gli stati nazionali", ha affermato Fabrizio Oleari. Ecco quindi che oggi a Warmbad, "più che aprire una strada dell´Europa verso le regioni, si inizia a costruire un percorso delle regioni verso l´Europa", ha sottolineato l´assessore Bresciani. In sostanza "i principi dell´Unione europea - ha concluso Kosic - meglio si concretizzano attraverso fatti ed esperienza già operative, come questa, nella quale la Regione Friuli Venezia Giulia gioca un importante ruolo strategico, puntando su Gorizia per farla diventare la base operativa delle relazioni in campo sanitario".  
   
   
MISTERIOSA DIMINUZIONE DELLA POPOLAZIONE DELLE ZANZARE PORTATRICI DELLA MALARIA  
 
Bruxelles, 26 settembre 2011 - Scienziati in Danimarca e Tanzania hanno scoperto che la zanzara portatrice del parassita della malaria sta perdendo terreno in vari villaggi. Ma perché? Gli esperti non sanno cosa dire, non c´è un controllo organizzato delle zanzare, quindi come mai il 99% di queste zanzare è sparito? Sebbene siano emerse diverse teorie, a causa della mancanza di dati appropriati non si può stabilire se la malaria si sta sradicando o se è semplicemente inattiva fino alla prossima ondata. Lo studio, pubblicato sul Malaria Journal, è stato in parte sovvenzionato dall´Ue. "Molti dei nostri colleghi ricercatori sulla malaria pensano che la diminuzione in paesi come la Tanzania, l´Eritrea, il Ruanda, il Kenya e lo Zambia dimostra che tutti i programmi di controllo stanno funzionando, in particolare l´uso di zanzariere," spiega l´autore principale dello studio, il professor Dan Meyrowitsch del Dipartimento di ricerca sui servizi sanitari presso l´Università di Copenhagen in Danimarca. "Non può essere tutto qui. Per oltre 10 anni abbiamo rilevato e contato il numero di zanzare nei villaggi della Tanzania. Il numero finito nelle nostre trappole è passato da 5300 nel 2004 ad appena 14 nel 2009 e queste erano di villaggi senza zanzariere. Il professor Meyrowitsch suggerisce che la diminuzione del 99% della popolazione di zanzare portatrici di malaria nella seconda metà degli anni 1990 è legata a una diminuzione delle precipitazioni e aggiunge che questo potrebbe essere stato provocato dai cambiamenti climatici globali. "Dal 2003 al 2009 il volume delle precipitazioni è stato più stabile, ma la pioggia era più caotica ed è caduta al di fuori della stagione delle piogge," dice. "E questo potrebbe aver disturbato il ciclo naturale dello sviluppo delle zanzare. Ovviamente è ottimo che il numero di fatalità legate alla malaria tra i bambini sia drasticamente diminuito negli ultimi cinque o sei anni, ma dobbiamo scoprire il perché!" Il team sottolinea che visto che possiamo escludere le zanzariere, quello che dobbiamo determinare è se le zanzare sono morte di malattia o se le comunità hanno usato pesticidi o se la diminuzione è il risultato dei nuovi schemi caotici delle precipitazioni. "Se non troviamo una risposta non saremo in grado di prevedere quando le zanzare della malaria torneranno," dice il professor Meyrowitsch, "e questo potrebbe rivelarsi fondamentale." Il team suggerisce che poiché diversi bambini e adulti non sono stati esposti alla malaria sin dal 2005, hanno perduto o non hanno sviluppato l´immunità al parassita. La ricomparsa delle zanzare potrebbe significare la presenza di drammatiche epidemie di malaria con molti morti a meno che la popolazione e gli operatori sanitari non siano preparati, spiega il team. Hanno contribuito allo studio scienziati del Dipartimento di salute internazionale, immunologia e microbiologia, del Dipartimento di salute pubblica e del Dipartimento di biologia delle malattie veterinarie dell´Università di Copenhagen, insieme ai ricercatori dell´Istituto di ricerca medica in Tanzania. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Copenaghen: http://www.Nbi.ku.dk/english/  Malaria Journal: http://www.Malariajournal.com/    
   
   
MELANOMA, +237% DEI CASI NEGLI ULTIMI TRENT’ANNI “CON L’IMMUNOTERAPIA SI RADDOPPIA LA SOPRAVVIVENZA” 7000 NUOVE DIAGNOSI OGNI 12 MESI IN ITALIA  
 
Stoccolma, 26 settembre 2011 – Nell’ultimo trentennio si è registrato un incremento del 237% delle diagnosi di melanoma, un tipo di cancro della pelle particolarmente aggressivo. È il tumore la cui incidenza è cresciuta maggiormente negli uomini e il secondo per incremento nelle donne. Ogni 12 mesi in Italia si registrano 7000 nuovi casi e 1500 decessi. Stiamo assistendo a una svolta nella terapia per la prima volta dopo 30 anni. “La nuova via per sconfiggerlo è rappresentata dall’immunoterapia – afferma il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell’Oncologia Medica del Sant’andrea di Roma e membro del Direttivo Nazionale Aiom -. In particolare, ipilimumab è un anticorpo monoclonale con un meccanismo d’azione ‘rivoluzionario’. Agisce, infatti, a livello delle cellule del sistema immunitario, attraverso la rimozione dei ‘blocchi’ della risposta antitumorale. Potenzia le difese dell’organismo del paziente per poter meglio vincere la neoplasia. Questa terapia segna uno spartiacque per il melanoma ed è destinata a cambiare la storia della malattia”. L’annuncio viene dal 36° Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) in corso a Stoccolma fino al 27 settembre, il più importante appuntamento continentale del settore con la partecipazione di oltre 15mila esperti. Ipilimumab, farmaco sviluppato da Bristol-myers Squibb, ha evidenziato un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti colpiti dalla malattia in fase metastatica in uno studio di Fase Iii, randomizzato, in doppio cieco, pubblicato sul “New England Journal of Medicine”. “I tassi di sopravvivenza a un anno e a 24 mesi per i pazienti trattati con ipilimumab – continua il prof. Marchetti - erano rispettivamente del 46% e del 24% rispetto al 25% e 14% del braccio di comparazione, praticamente raddoppiati. Siamo convinti che la nuova modalità di azione della molecola, insieme al fatto che la dose raccomandata prevede 4 infusioni in 3 mesi, sia in grado potenzialmente di cambiare il modo in cui trattiamo i pazienti con melanoma”. Nel luglio di quest’anno ipilimumab è stato approvato in Europa nella terapia dei pazienti adulti con melanoma avanzato precedentemente trattati ed è ora al vaglio delle Autorità Regolatorie italiane. Il melanoma è una forma di cancro dell’epidermide caratterizzata dalla crescita incontrollata dei melanociti, cellule pigmentate contenenti melanina localizzate sulla pelle. Se individuato negli stadi iniziali, può quasi sempre essere curato. La fase avanzata si verifica quando il cancro si diffonde oltre la superficie della pelle ad altri organi, come i linfonodi, i polmoni, il cervello o altre parti del corpo. Un paziente su cinque sviluppa la forma aggressiva e avanzata della malattia, con una prognosi infausta e un tempo medio di sopravvivenza pari a 6-9 mesi. “L’età delle persone colpite si sta abbassando drasticamente - continua il prof. Marchetti -. Le cause sono da ricondurre ad abitudini sbagliate nell’esporsi al sole, agli eritemi accumulati durante l’infanzia e all’uso delle lampade abbronzanti, equiparate al fumo sigaretta per rischio cancerogeno. Ipilimumab rappresenta un nuovo paradigma terapeutico nella immuno-oncologia, una disciplina in continua evoluzione. Il farmaco blocca l’antigene 4 associato ai linfociti T citotossici (Ctla-4), che gioca un ruolo nel sopprimere la normale risposta immunitaria. Ipilimumab blocca quella soppressione permettendo al sistema immunitario di rispondere alla presenza di corpi esterni come le cellule cancerogene”.  
   
   
L’ESPOSIZIONE ALLE POLVERI SOTTILI FAVORISCE L’INSORGENZA DI PATOLOGIE RESPIRATORIE E IL PEGGIORAMENTO DI CONDIZIONI PATOLOGICHE PREESISTENTI  
 
Milano, 26 settembre 2011 – L’esposizione a elevate concentrazioni di Pm, le cosiddette polveri sottili, è un fattore di rischio per l’insorgenza o riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiovascolari. Gli effetti prodotti e i meccanismi di azione dipendono dalla dimensione e dalla composizione chimica e microbiologica del particolato che si respira. Infatti, il particolato estivo, ricco di batteri che contengono endotossine, provoca la riacutizzazione di patologie respiratorie di tipo infiammatorio, mentre quello invernale, ricco di particelle ultrafini, che sfuggono ai processi di difesa, produce modificazioni nel controllo dei meccanismi cellulari, più evidenti sul lungo periodo per esposizione cronica. Sono questi, in sintesi, i risultati finali del Progetto Tosca (Tossicità del particolato atmosferico e marker molecolari di rischio) presentati questa mattina presso l’Università di Milano-bicocca. Lo studio è stato realizzato dal Centro Polaris (Polveri in Ambiente e Rischio per la Salute), diretto da Marina Camatini, presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università di Milano-bicocca e sostenuto da Fondazione Cariplo. Il Progetto Tosca è un progetto multidisciplinare durato tre anni, da giugno 2008 a giugno 2011, che ha indagato la tossicità del particolato atmosferico (Pm) in ambiente urbano. Nel progetto, coordinato da Marina Camatini, professore ordinario di biologia cellulare all’Università di Milano Bicocca, sono stati coinvolti gruppi di ricerca con consolidata competenza in diverse discipline scientifiche (chimiche, biologiche, cliniche, epidemiologiche) che hanno consentito il raggiungimento di risultati scientificamente rilevanti e integrati. Polveri sottili, è anche una questione di stagione - Le stagioni, estate e inverno in particolare, hanno un ruolo importante negli effetti che il particolato ha sulla salute. «Questo dipende – spiega Marina Camatini - dalla composizione chimica delle polveri, dalle quantità relative delle diverse componenti del particolato e dalle loro dimensioni e dalle comunità batteriche presenti. Queste proprietà variano nelle stagioni e condizionano l’insorgenza di diversi possibili effetti sulla salute, quali malattie respiratorie e cardiocircolatorie». L’esposizione alle polveri è risultata sempre più elevata nel periodo invernale, quando il contributo dei livelli outdoor è maggiore per le emissioni da più sorgenti e per le condizioni climatiche sfavorevoli. Tuttavia, anche la permanenza in ambienti chiusi, quali uffici e abitazioni, a causa della presenza di particolari emissioni, determinano un significativo incremento dell’esposizione a particelle ultrafini. D’estate aumentano i ricoveri per patologie respiratorie - Alle concentrazioni di Pm10 estivo, a causa della particolare composizione, corrisponde la tendenza a un aumento del numero di ricoveri ospedalieri per cause respiratorie, aumento che viene mitigato dall’uso di farmaci prescritti per queste patologie. Questi sono i risultati emersi dall’indagine epidemiologica che ha analizzato i ricoveri per patologie respiratorie e cardiovascolari e le prescrizioni farmacologiche connesse a queste patologie. Il campione indagato è numericamente consistente (500 mila individui in Lombardia) ma, hanno detto i ricercatori nel corso della presentazione dei dati, «per avere un quadro più attendibile è necessario estendere lo studio all’intera Regione Lombardia per un arco temporale più lungo e avere sistemi più numerosi di rilevazione delle emissioni». Uno stile di vita per difendersi dallo smog - Molti dei fattori che determinano l’alta concentrazione di inquinanti non sono migliorabili o modificabili direttamente dall’intervento umano (ad esempio, l’assetto geografico e le conseguenti condizioni meteo), altri lo sono e dipendono dalla disponibilità degli Enti di controllo e degli individui ad essere attivi nel condurre una politica attenta e partecipe. Ma quali sono gli accorgimenti che ciascuno di noi può adottare nella vita di tutti i giorni in città per cercare di ridurre, almeno in parte, l’esposizione alle polveri sottili e per migliorare la qualità degli ambienti in cui viviamo, a cominciare dalla casa? Si tratta, spiegano i ricercatori del Progetto Tosca ai quali abbiamo chiesto di scrivere una sorta di vademecum ad uso dei milanesi, di semplici accorgimenti da applicare alle proprie abitudini quotidiane. Da quando fare sport a come spostarsi in città, da quali alimenti preferire a come proteggere i più piccoli, tutti i consigli sono nel decalogo. Lo stile di vita anti smog - Abbiamo chiesto ai ricercatori del Centro Polaris, delll’Università di Milano-bicocca autori del Progetto Tosca (Tossicità del particolato atmosferico e marker molecolari di rischio), che per tre anni hanno studiato l’aria di Milano e della Lombardia, 10 consigli utili per difendersi al meglio dai rischi dell’inquinamento da polveri sottili. Dentro e fuori casa. Alcune premesse sono fondamentali. L’inquinamento atmosferico in ambiente urbano, e soprattutto a Milano, dipende dalle particolari condizioni meteo che si formano in inverno (inversione termica) e non permettono agli inquinanti di diluirsi nelle aree più alte dell’atmosfera. A questa particolare situazione si aggiungono altri fattori: il riscaldamento invernale degli edifici, mantenuto spesso a temperature ben più elevate dei 21-22°C, l’uso di veicoli a motore anche per brevi/brevissimi spostamenti urbani, auotoveicoli circolanti non controllati nelle emissioni e non dotati di filtri anti particolato, scarso utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico. Alcuni di questi fattori non sono migliorabili (assetto geografico e le conseguenti condizioni meteo), altri lo sono e dipendono dalla disponibilità degli Enti di controllo e degli individui ad essere attivi nel condurre una politica attenta e partecipe. Inoltre, esiste la possibilità dei singoli di adottare semplici accorgimenti per ridurre l’esposizione al particolato, sia in ambienti esterni sia all’interno delle proprie abitazioni e in ambienti di lavoro. All’aperto Corsa, in inverno è meglio con la pioggia - Le giornate migliori per correre in città (parchi compresi) durante l’inverno sono quelle di pioggia e in generale di condizioni meteorologiche avverse. Il brutto tempo, vento, pioggia, neve, contribuisce a eliminare il particolato dall’atmosfera. Mentre nelle giornate di sole si crea un effetto da “pentola a pressione”, con gli inquinanti che stazionano inesorabilmente verso il suolo. I dati del progetto Tosca mostrano che in inverno i livelli più elevati di Pm si rilevano in corrispondenza di lunghi periodi di stabilità atmosferica (bel tempo). Le polveri fini superano i 50μg/m3: il limite proposto dalla Comunità Europea è di 20 μg/m3. Internet per una mappa “traffic free” a misura di “pedoni” - I livelli di Pm in inverno sono elevati è quindi possibile diminuire l’esposizione personale mettendo in atto semplici accorgimenti: evitare le strade più trafficate utilizzando percorsi alternativi; sfruttare i servizi a disposizione in rete per costruire percorsi pedonali in strade meno trafficate sia per gli spostamenti abituali (lavoro, scuola, palestra) sia per quelli occasionali. Anche gli spostamenti in auto potrebbero seguire questa indicazione dato che percorsi alternativi eviterebbero di rimanere a lungo esposti alle emissioni diminuendone anche le quantità rilasciate per rallentamenti. A spasso coi più piccoli, in città fate come in montagna - Zaino porta bimbi o marsupio, non fa differenza. L’importante è che i bambini in età da passeggino, quando sono in giro per le strade della città, siano il più possibile lontani dalle sorgenti dirette di emissione. In inverno e in condizione di stabilità atmosferica le concentrazioni di Pm rimangono praticamente uguali nei primi 100 metri dal suolo e quindi l’utilizzo di zaini non impedirà ai piccoli di respirare aria inquinata, ma eviterà i danni legati all’inalazione del particolato più insidioso che si trova più vicino al suolo. Programmate la spesa intelligente - Le uscite negli orari prossimi a metà giornata (mezzogiorno) sono preferibili per bambini e anziani, dato che a queste ore vengono rilevate le concentrazioni più basse di inquinanti. Aperitivi, pranzi e cene: attenzione agli spazi esterni - Quando si frequentano luoghi di ristoro, quali ristoranti e bar, si devono preferire ambienti chiusi e climatizzati a spazi all’aperto. In genere infatti all’esterno è consentito fumare e il fumo di sigaretta si aggiunge alle emissioni da smog, peggiorando la qualità dell’aria. In casa In cucina, meglio il vapore che la frittura… non solo per le arterie - Per tenere sotto controllo il particolato in ambienti domestici devono essere scelti stili di cottura che producano poche polveri sottili. L’uso di oli o il contatto diretto degli alimenti su piastra fanno schizzare in alto le concentrazioni di particolato fine in ambienti chiusi. In assenza di cappe adeguate, la situazione diventa critica esattamente come in una strada super trafficata, anzi peggio! È stato infatti osservato che, durante la frittura, vengono liberate particelle di dimensione inferiore ad un micrometro! Le quantità di queste particelle aumentano anche di 10 volte, se non sono presenti sistemi di filtraggio (le cappe delle cucine) o adeguati ricircoli di aria. Una serra mangia particolato - Anche le piante possono dare una mano ad abbattere le concentrazioni di inquinanti in ambienti chiusi. Si tratta di scegliere quelle giuste da distribuire fra le stanze o da porre in un’area dedicata. Il Ficus, la Dracena e la Gerbera sono quelle più indicate, in quanto riescono a rimuovere fino al 40 per cento degli inquinanti presenti, quali la formaldeide (utilizzata nel trattamento di mobili) e il benzene. Unico accorgimento: avere il pollice verde, in quanto sono le foglie la parte attiva di questi organismi. La sera d’inverno davanti al camino… meglio se “chiuso” - Nel progetto Tosca si conferma che, anche nei mesi invernali e in città, una certa quantità di particolato fine deriva dalla combustione di biomasse, quali legna, pellet, eccetera... Quindi, se si vuole utilizzare un camino è fondamentale scegliere camini chiusi e ad alta efficienza: i classici camini infatti inquinano con le emissioni all’esterno e liberano anche in ambiente interno grandi quantità di particelle, fini e ultrafini. Condizionatori: grande attenzione ai filtri - Durante le estati cittadine surriscaldate l’uso di condizionatori d’aria è diventata abitudine irrinunciabile, e il loro utilizzo consente di ridurre l’esposizione a particolato outdoor e a ozono, che aumenta sensibilmente nella stagione estiva. È bene ricordare che i condizionatori ricircolano l’aria in ambienti chiusi filtrando le sostanze presenti. Con il tempo la capacità filtrante diminuisce e l’umidità presente nei condizionatori può consentire lo sviluppo di microorganismi che possono provocare allergie. Diventa quindi fondamentale un regolare controllo dei filtri con eventuale sostituzione in caso di perdita di efficienza filtrante. Alimentazione: i colori della salute - La dieta può essere un valido aiuto per combattere i possibili effetti del particolato atmosferico e una dieta ricca di vitamine e antiossidanti è sicuramente da preferire! I colori ci possono aiutare. In inverno, scegliere frutta e verdura di colore rosso (pomodori, melograno, barbabietola arance rosse...) che contengono antiossidanti naturali; è bene poi non farsi mai mancare alimenti di colore giallo e arancio, come carote, arance, mandarini, limoni, anch’essi ricchi di sostanze che aiutano a prevenire gli effetti dei radicali liberi. Non dimenticare il verde: in molte verdure a foglia sono contenuti antiossidanti e minerali che aiutano il corretto funzionamento delle funzioni dell’organismo. Attenzione al colore nero: al nero fumo ed in particolare al fumo di sigaretta! Smettere di fumare è il primo passo per limitare l’esposizione a sostanze inquinanti!  
   
   
INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI, DIVERSI PER UOMINI E DONNE  
 
 Firenze, 26 settembre 2011 – “La differenza tra uomini e donne quanto a salute e sicurezza sul lavoro non si esaurisce certo nella gravidanza e nella maternità. Ci sono rischi fisici, chimici, biologici, psicologici, che sono diversi per uomini e donne che lavorano, anche nello stesso settore. Con il protocollo di intesa sottoscritto un anno fa con l’Inail per la prevenzione in ottica di genere, la Regione Toscana ha voluto dotarsi di uno strumento efficace per la comprensione del fenomeno e la definizione di strumenti adeguati per la prevenzione. Ed è con grande piacere che partecipo oggi alla presentazione dei risultati della prima tranche del lavoro svolto congiuntamente da Inail, Regione Toscana e Università”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia è intervenuta il 22 settembre alla giornata su “Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere”, organizzata a Villa Lemmi dalla direzione regionale toscana dell’Inail. Il protocollo siglato tra Regione e Inail esattamente un anno fa prevede una serie di attività da svolgere congiuntamente, anche con il coinvolgimento dell’Università: la stesura di linee guida per la prevenzione, la valutazione e la rimozione dei rischi in ottica di genere; l’elaborazione di moduli formativi per i responsabili della sicurezza, che tengano conto dei rischi di genere; indagini conoscitive, osservatori di realtà locali, e anche un portale dedicato. “Nel protocollo – spiega l’assessore – si fa riferimento a una migliore progettazione dei luoghi e delle postazioni di lavoro, a una diversa organizzazione del lavoro, a un adattamento delle attrezzature; all’ergonomia dei posti di lavoro; alla necessità di individuare i rischi emergenti, legati alle innovazioni tecniche e alle evoluzioni sociali che comportano un incremento di stress e depressione; agli episodi di mobbing, intimidazioni, molestie, violenze. Con questo progetto comune tra Regione e Inail, vogliamo fare un passo avanti, un passo che ha una forte valenza culturale e che impone un approccio al tema della sicurezza sul lavoro a partire dal riconoscimento delle peculiarità legate al genere. Se infatti consideriamo che abbiamo di fronte uomini e donne, e non genericamente ‘lavoratori’, mutano anche le modalità nel rimuovere o attenuare i fattori di rischio”. Per le lavoratrici, i settori più a rischio sono l’industria tessile, quella conciaria, quella alimentare, mentre per gli uomini il pericolo viene soprattutto dalle costruzioni, dai trasporti, dall’industria dei metalli. Le malattie professionali più frequenti tra le donne: tendiniti, dermatiti ed eczemi, affezioni dei muscoli. Tra gli uomini, invece, ipoacusia, dermatiti, malattie dei tendini. E mentre dal 2005 assistiamo a una diminuzione sostanziale delle malattie professionali e degli infortuni per gli uomini, per quanto riguarda gli infortuni delle lavoratrici, la riduzione è iniziata solo nel 2008, e sta procedendo a un ritmo più contenuto. Dai dati Inail sugli infortuni sul lavoro nel periodo 2007-2009 in Italia risulta che alle donne nel 2007 sono accaduti 251.028 infortuni; 250.674 nel 2008; 244.368 nel 2009. In Toscana, 21.177 nel 2007, 21.212 nel 2008, 20.391 nel 2009. Sul totale degli infortuni, la ripartizione tra uomini e donne è sempre, all’incirca, 70% agli uomini, 30% alle donne.  
   
   
AL VIA IL CO-TEST PER PROTEGGERSI 2 VOLTE DAL TUMORE DEL COLLO DELL¡¯UTERO  
 
 Roma, 26 settembre 2011 - Un ulteriore strumento di prevenzione del tumore del collo dell¡¯utero a disposizione delle donne che si rivolgono all¡¯Istituto Regina Elena: il co-test, vale a dire pap-test su fase liquida e contemporaneo test virale (Hybrid Capture 2 - Hc2) per il rilevamento di papillomavirus umano. Tale strategia preventiva consente di unire l¡¯estrema sensibilit¨¤ del test virale, in grado di identificare le donne con lesioni pre-tumorali, alla specificit¨¤ del pap-test che permette di escludere quelle che (sebbene positive all¡¯Hc2) non necessitano di ulteriori approfondimenti. ¡°L¡¯originalit¨¤ di questa strategia ¨C dichiara Luciano Mariani, ginecologo oncologo dell¡¯Istituto Regina Elena ¨C sta nel riconoscere, come emerge dalla pi¨´ recente letteratura internazionale, il ruolo fondamentale del test virale nel percorso di prevenzione. La combinazione dei risultati nei due test fornir¨¤, unitamente agli elementi raccolti nella visita ginecologica, il livello di rischio della singola donna. L¡¯adozione del sistema di co-test, grazie anche alla disponibilit¨¤ del Servizio di Anatomia-patologica e Citodiagnostica, apre inoltre ad ampie collaborazioni con le Istituzioni nazionali di maggior rilevanza in campo preventivo.¡± Il tumore del collo dell¡¯utero ¨¨ il secondo cancro della donna per frequenza a livello mondiale, e in Italia rappresenta quasi il 2% di tutti i tumori maligni femminili. Quello che viene denominato screening organizzato (mediante invito della Asl di zona ad eseguire il pap test), ¨¨ lo strumento preventivo di maggiore efficacia, affiancato ora anche dal programma di vaccinazione contro il papillomavirus ¨CHpv, nel perseguire l¡¯obiettivo di prevenzione del cancro della cervice uterina. La parola screening , in questo caso, si identifica con il Pap-test, efficace esempio di indagine preventiva, ampiamente riconosciuta dalla popolazione femminile e vissuto come un appuntamento da rinnovare periodicamente. Lo screening spontaneo si basa, invece, sulla richiesta della singola donna ad effettuare il test (circa il 38%) e sebbene non rientri nel programma di salute pubblica (in termini di metodologia, rigore applicativo, verifica dei risultati, intervalli di tempo, costi, eguaglianza fra la popolazione¡­), si dimostra un elemento importante per aumentare il livello di protezione della donna. Anche le Istituzioni pubbliche, infatti, concorrono allo screening spontaneo e al raggiungimento di un obiettivo qualificato come la riduzione di mortalit¨¤ da cancro della cervice uterina attraverso un rigoroso progetto metodologico. In linea con tale percorso, presso l¡¯Istituto Nazionale Tumori Regina Elena si ¨¨ adottato, come primo livello dello screening spontaneo, il co-test che include il Pap Test e l¡¯Hpv-dna test. ¡°L¡¯esecuzione del co-test ¨C precisa Enrico Vizza, Direttore della Ginecologia Oncologica Ire - come test di screening spontaneo ¨¨ indirizzata alle donne di et¨¤ ¡Ý30 anni, al fine di non medicalizzare inutilmente la fascia di popolazione pi¨´ giovane, che presentano altissima positivit¨¤ all¡¯Hpv, ma scarsissima patologia pre-tumorale clinicamente significativa¡±. La doppia negativit¨¤ (pap-test e Hc2) corrisponde ad un profilo di rischio estremamente basso, tale cio¨¨ da allungare sensibilmente l¡¯intervallo di sorveglianza fino a 3anni. ¡°Negli altri casi ¨C conclude Mariani - l¡¯invio ad accertamenti di secondo livello sar¨¤ dettato, di volta in volta, dal livello di rischio emerso dai due risultati¡±.  
   
   
FVG: TEMPI MATURI PER UNA RIFORMA DELLA SANITÀ RUOLO STRATEGICO IN VISTA PER GORIZIA  
 
Gorizia, 26 settembre 2011 - In questa regione si è sempre stati capaci di fare scelte coraggiose quando era il momento di farle. Ed ora i tempi sono maturi per fare un "tagliando" alla macchina della sanità. Una riforma, dunque, che va "nel segno della modernizzazione, della riorganizzazione dell´offerta e della razionalizzazione nell´impiego delle risorse". Spiegando alla gente, in assoluta "trasparenza", le ricadute, i benefici, gli effetti, i vantaggi di una proposta rispetto ad un´altra. Ma di sicuro "all´interno della riforma istituzionale della sanità è giusto che Gorizia abbia un ruolo importante, di organizzazione del territorio, che sia quanto più capace di valorizzare le esperienze maturate", anche sul piano dei rapporti internazionali. Sono stati questi i concetti espressi il 22 settembre nel capoluogo isontino dall´assessore regionale alla salute, Vladimir Kosic, in occasione dell´inaugurazione nel comprensorio del vecchio ospedale di due palazzine gemelle, che ospitano un´ampia serie di servizi territoriali. Da Kosic è dunque venuta la conferma che nell´agenda della Giunta regionale c´è la riforma dell´assetto delle istituzioni sanitarie. "In questo momento in cui i bisogni stanno crescendo e le risorse stanno calando dobbiamo essere capaci di riorganizzare l´offerta e razionalizzare la spesa. Saranno scelte di innovazione, che avranno come riferimento la centralità della persona, con i suoi bisogni; scelte che saranno capaci di adeguare i servizi ai bisogni stessi, e non viceversa. La gente non si accorgerà dei cambiamenti organizzativi, ne apprezzerà solo i vantaggi". Ma occorre saper "superare la difesa pregiudiziale o ideologica di rendite di posizione", favorendo piuttosto, questo l´auspicio "un clima di leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali". Una proposta subito raccolta dal sindaco di Gorizia, Ettore Romoli: "valuteremo i contenuti della riforma con la maggiore oggettività possibile, guardando ai reali interessi dei cittadini, per costruire una sanità migliore", ha promesso. Su quali caratteristiche debba avere la riforma, Kosic si è richiamato agli indirizzi del Piano sociosanitario: ospedali ad alta specialità, che collaborano con quelli di rete, "che rimangono". Mobilità dei professionisti, "per acquisire e trasferire competenze". Funzioni coordinate. Potenziamento dei servizi sul territorio, proprio come si è saputo fare a Gorizia, anche grazie alle due nuove palazzine. Secondo Kosic occorre anche superare le differenze di retribuzioni tra dipendenti delle diverse aziende, per evitare fenomeni di attrazione, così come si è avviato il percorso di riequilibrio nella distribuzione delle risorse. E "dobbiamo anche andare oltre le Aree Vaste". Nasce probabilmente da qui l´ipotesi di un "ruolo strategico, anche rispetto alla vicinanza ad un confine che non c´è più, e quindi alla possibilità di sviluppare accordi con altri Paesi" per l´attuale Azienda sanitaria n.2 Isontina, "che sa lavorare molto bene sul territorio" e che potrebbe "diventare punto di riferimento e sede per svolgere queste attività per la regione intera". Insomma, "il fatto che puntiamo su Gorizia per valorizzare le sue competenze e le sue capacità anche all´interno della riforma su cui stiamo riflettendo è una verità quasi ovvia", ha poi affermato l´assessore Kosic ai microfoni della Rai, rispendendo "potrebbe essere Gorizia" alla domanda se in una eventuale unica azienda territoriale del Friuli Venezia Giulia la sede potrebbe essere qui.  
   
   
“IL CIPE SBLOCCHI L’EROGAZIONE DEL FONDO SANITARIO”: ALLA STATO-REGIONI LA PROPOSTA DELLA TOSCANA  
 
Firenze, 26 settembre 2011 – La Conferenza delle Regioni ha recepito la richiesta della Commissione Salute di sollecitare il Cipe ad adottare con la massima urgenza il riparto del Fondo Sanitario alle Regioni. La richiesta era partita da un’iniziativa dell’assessore al diritto alla salute della Toscana Daniela Scaramuccia, che il 21 settembre aveva preso parte alla seduta della Commissione Salute, a Roma. Il 22 settembre pomeriggio, in sede di Conferenza Stato Regioni, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha dato notizia della pesante situazione in cui si trovano le aziende sanitarie di tutte le Regioni, ed ha richiesto al governo un intervento sul Cipe per sollecitare il riparto del Fondo. “La situazione è particolarmente grave, non solo in Toscana, ma in tutte le regioni – dice l’assessore Daniela Scaramuccia – Complessivamente noi dobbiamo avere oltre 350 milioni di euro. I ritardi nei trasferimenti di cassa causano ritardi nei pagamenti, con un impatto sui nostri fornitori e il rischio di un potenziale danno economico”.  
   
   
NUOVI OSPEDALI IN PROJECT FINANCING: RIUNIONE PER ASL LECCE, BRINDISI E BARLETTA  
 
Bari, 26 settembre 2011 - Si sono concluse le riunioni della task force regionale convocate dall´assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati con le Asl di Lecce, Brindisi e Barletta - Andria - Trani, per la costruzione di nuove strutture ospedaliere con lo strumento finanziario del partenariato pubblico - privato. Agli incontri hanno partecipato tra gli altri i direttori generali delle Asl di Lecce, Brindisi e Bat, Valdo Mellone, Paola Ciannamea e Giovanni Gorgoni. In particolare si e´ discusso della realizzazione dei nuovi ospedali di Maglie - Poggiardo - Scorrano, Cisternino, Fasano, Ostuni e Andria - Canosa di Puglia - Minervino Murge - Spinazzola. A seguito di tutte e tre gli incontri si e´ deciso che entro il prossimo 26 ottobre prossimo ogni Asl dovrà presentare un documento condiviso con i tecnici della task force. Lo studio dovrà essere fondato sulla capacita´ di assorbire la mobilità passiva ed essere utile a risolvere problematiche di natura esogena ed endogena contenute negli studi di prefattibilità. Attraverso lo studio inoltre, le diverse Asl dovranno individuare lo strumento finanziario più idoneo alla realizzazione del nuovo ospedale, ovvero il project financing o il leasing in costruendo, strumenti che comporterebbero dinamiche e tempistiche differenti. "Abbiamo la necessità di fare presto - ha detto Amati - Per questo ci siamo dati un preciso crono programma affinché la presentazione del documento possa avviare il processo di selezione del contraente, a seconda della determinazione delle diverse Asl sullo strumento finanziario. Il nostro obiettivo e´ quello di pubblicare il bando dello studio di fattibilità, qualora si scelga lo strumento della finanza di progetto, entro la fine dell´anno. La necessità di accelerare i tempi deriva anche dal fatto che la Regione dovrà presentare a breve al Ministero della Salute il piano degli investimenti, a valere sulle risorse dell´articolo 20, nel quale dovrebbero essere inseriti almeno tre nuovi ospedali.  
   
   
WELFARE IN LOMBARDIA: NUOVO SISTEMA PER NUOVI BISOGNI L´INIZIATIVA DEL FONDO PER GLI ARTIGIANI  
 
Arezzo, 27 settembre 2011 - "In Lombardia la pensione media di vecchiaia è attorno ai mille euro mese. Il ricovero in Rsa non costa meno di mille e duecento. E´ questa una delle contraddizioni del nostro sistema di welfare che funziona per le condizioni normali ma va in crisi di fronte a situazioni particolari come la caduta in condizioni di non autosufficienza". Lo ha detto l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale della Regione Lombardia Giulio Boscagli intervenendo al convegno ´Progetto ed azioni di sussidiarietà di Confartigianato´, organizzato nell´ambito della manifestazione ´Festival della persona´ di Arezzo. "Le situazioni particolari - ha aggiunto Boscagli - sono destinate a crescere negli anni e il fenomeno è già abbondantemente in corso. L´aumento dell´aspettativa di vita porta con sé l´aumento della cronicità e delle conseguenti malattie e disabilita, il che significa l´emergere di nuovi bisogni". "Il sistema così come cresciuto nel tempo - ha sottolineato l´assessore - non è più adeguato né sostenibile. Per questo l´iniziativa del Fondo per gli artigiani rappresenta un approccio nuovo e da seguire con particolare attenzione. Regione Lombardia guarda con interesse a questa iniziativa che tra l´altro si ricollega ad una ricca tradizione di mutuo soccorso, cooperazione e solidarietà molto presente in regione ma anche nell´intero Paese". "Responsabilità personale, valorizzazione dei soggetti associativi di base, sussidiarietà concreta - ha concluso Boscagli - sono uno stimolo per mettere a punto il ruolo pubblico non più come gestore unico nel welfare ma come regolatore e garante della qualità".  
   
   
TBC: CIRCOLARE DISPONIBILE SUL SITO DI ROMA CAPITALE  
 
Roma, 26 settembre 2011 - «Le commissioni Politiche Sanitarie e Politiche Scolastiche dopo aver discusso e valutato, insieme ad esperti della sanità romana, le misure da adottare in seguito all’epidemia tubercolare, già agli inizi di settembre hanno rassicurato la cittadinanza sulla inesistenza di ostacoli per l’accesso negli asili nido della Capitale dei bambini nati al Policlinico Gemelli». Lo ricorda Fernando Aiuti, presidente della Commissione Politiche Sanitarie di Roma Capitale. «In attesa della prevista circolare, cui fanno riferimento le consigliere Azuni e Cirinnà, è da oggi disponibile sul sito di Roma Capitale – www.Comune.roma.it  – il documento preparato per le scuole contenente informazioni e raccomandazioni utili a tutta la cittadinanza per conoscere e affrontare il problema della tubercolosi». Lo annuncia Roberto Angelini, presidente della Commissione Politiche Scolastiche.  
   
   
LAVORI "BASAGLIA SUMMER SCHOOL" A TRIESTE  
 
 Trieste, 26 settembre 2011 - E´ giunta il 22 settembre a metà del suo percorso didattico la prima edizione - ancora a livello sperimentale - della "Franca e Franco Basaglia Summer School", promossa a Trieste dal 19 al 24 settembre con la collaborazione del dipartimento di Salute mentale (Centro collaboratore Organizzazione mondiale delle Sanità per la Ricerca e la Formazione in Salute mentale), dall´Azienda per i servizi sanitari n.1 "Triestina" e dalla Regione Friuli Venezia Giulia. "Oltre i muri: dall´apertura delle porte degli ospedali psichiatrici ai servizi di salute mentale comunitari" è il tema di questo primo corso, al quale hanno aderito una quarantina di medici, manager sanitari ed esperti di dieci Paesi europei ed extraeuropei (anche da Turchia ed Azerbaijan), al quale nell´odierna sessione dedicata alle politiche regionali ed alle modifiche di sistema è intervenuto anche l´assessore regionale alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali Vladimir Kosic. Kosic ha ricordato la grande lezione di Franco Basaglia, per il quale, ha affermato, l´importante era porre al centro del proprio lavoro la persona con i suoi problemi, e non la malattia: dunque, "si trattò di un deciso cambiamento, con la capacità dei servizi socioassistenziali di focalizzarsi sulla persona e sui suoi bisogni". Quest´esigenza/richiesta di cambiamento nell´affrontare la malattia mentale, "fortunatamente contagiosa", ha osservato Kosic, "è nata in Friuli Venezia Giulia, tra Gorizia e Trieste, ed ha inciso non solo sull´organizzazione dei servizi e sugli operatori sanitari ma anche su queste città, sul loro atteggiamento culturale". La scelta della chiusura degli ospedali psichiatrici fu "dirompente", ha ricordato l´assessore Kosic, che ha osservato come di fatto anche la disabilità ha potuto poi giovarsi delle aperture e delle esperienze maturate in ambito psichiatrico per l´affermazione di nuovi diritti sociali a favore dei più deboli: "impedire a qualcuno di partecipare e di essere ´presente´ nella propria comunità, significa ridurre le opportunità complessive di tutta quella comunità". Per questi motivi, ha infine rilevato l´assessore, la Regione intende proseguire nel suo sostegno alle attività della Summer School dedicata a Franco e Franca Basaglia, nell´ottica della promozione di quelle politiche internazionali della salute che convintamente l´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia appoggia e diffonde. Alla sessione pomeridiana sono anche intervenuti, accanto all´assessore Kosic, John Jenkins, presidente della Rete internazionale di collaborazione in Salute mentale comunitaria (Imhcn), l´ex presidente della provincia di Trieste Michele Zanetti, Franco Rotelli, presidente della Conferenza permanente per la Salute mentale intitolata a Basaglia (istituita nel 2010), e Benedetto Saraceno, già direttore generale del dipartimento Salute mentale dell´Organizzazione mondiale della Sanità a Ginevra.  
   
   
A UDINE "INFODAY GUADAGNARE SALUTE"  
 
 Udine, 26 settembre 2011 - "Infoday guadagnare salute 2011": è il titolo della giornata informativa in programma martedì 27 settembre a Udine, nell´Auditorium della Regione (Via Sabbadini), che si propone di sviluppare approfondimenti e illustrare le principali esperienze realizzate, e in atto, nel Friuli Venezia Giulia, da parte di Aziende sanitarie, del mondo delle scuola e dei comuni, in tema di educazione a uno stile di vita salutistico. Nonché di stimolare iniziative e comportamenti della pubblica amministrazione finalizzati a coinvolgere i cittadini lungo un percorso salutistico. L´evento, che si aprirà alle ore 9 e si articolerà per l´intera giornata, è organizzato dall´Azienda sanitaria Medio Friuli e dalla Regione, tramite l´area Prevenzione e Promozione Sociale della Direzione centrale della Salute, assieme a Federsanità- Anci Fvg. Esso si inserisce nell´ambito del programma ministeriale "Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari", a sua volta inquadrato nelle strategie della Regione europea dell´Oms. Si tratterà di una manifestazione aperta al pubblico, promossa in collaborazione con il Centro controllo malattie del Ministero della Salute, alla quale è collegata una mostra di manifesti e di documentazioni fornite da diverse istituzioni del sistema sanitario e delle autonomie locali. L´infoday, al quale sarà presente l´assessore regionale alla Salute, Integrazione Sanitaria e Politiche Sociali, Vladimir Kosic, oltre a informare i cittadini sulle attività svolte dal sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, intende comunicare la funzionalità di un percorso avviato nella nostra regione tra il mondo della scuola, dei trasporti, dell´ambiente, dell´agricoltura, della pianificazione. Ciò al fine di introdurre all´interno della comunità la consapevolezza dell´utilità di comportamenti salutari. Ma vuole nel contempo caldeggiare una prassi operativa negli enti pubblici, orientata a scelte di carattere urbanistico, architettonico, trasportistico, alimentare, mirate a promuovere la salute delle persone.  
   
   
FVG, FARMACIE: REGIONE INVITA FEDERFARMA A RIAPRIRE CONFRONTO  
 
Trieste, 26 settembre 2011 - "Sono sorpreso e dispiaciuto che mentre si sta discutendo ad un tavolo di confronto, per arrivare ad un accordo, qualcuno si alzi dal tavolo e venga dichiarato uno sciopero". Così l´assessore alla salute, Vladimir Kosic, ha commentato la volontà di Federfarma Trieste di sospendere per tre giorni il servizio Cup di prenotazione e pagamento delle visite mediche e degli esami specialistici. L´oggetto del contendere non è peraltro il Cup, bensì la cosiddetta "distribuzione per conto" di taluni medicinali. Farmaci che, per ragioni di risparmio, le Aziende sanitarie in genere consegnano direttamente ai pazienti, ma che invece potrebbero essere distribuiti anche dalle farmacie. Le quali, essendo in genere "sotto casa", risultano di certo più comode per i cittadini. Per questo è però necessario un accordo economico con Federfarma, che determini il compenso da riconoscere ai farmacisti per questo tipo di attività. "Una sperimentazione in tal senso era stata avviata positivamente nei territori delle Aziende sanitarie 3 Alto Friuli e 4 Medio Friuli", spiega l´assessore. "Purtroppo però essa non era stata estesa alle altre Aziende ed anzi si era interrotta anche lì, in quanto ritenuta dai farmacisti non sufficientemente remunerativa". "Si è poi tentato, senza successo, di arrivare ad un accordo quadro a livello regionale". Solo successivamente "la Giunta regionale, negli atti di programmazione, ha stabilito che eventuali intese siano stipulate dalle singole Aziende sanitarie, preferibilmente in una logica di Area Vasta. E´ in questo contesto che Federfarma ha abbandonato il tavolo di trattativa con l´Azienda sanitaria n. 1 Triestina, scioperando su un aspetto totalmente diverso, quello delle prenotazioni delle visite, che sempre ha funzionato e mai è stato messo in discussione". "E´ interesse della Regione continuare ad avvalersi della professionalità dei farmacisti, valorizzandone, nell´interesse dei cittadini/pazienti, il ruolo e i servizi che le farmacie possono garantire; e nel contempo desideriamo anche estendere l´ottimo servizio Cup alle altre aree del Friuli Venezia Giulia. Tuttavia ci vuole la consapevolezza che i margini negoziali non possono prescindere da una seria e rigorosa valutazione nell´allocazione delle risorse", precisa l´assessore. "Federfarma non può considerarsi antagonista delle Aziende sanitarie e della Regione. Bisogna saper lavorare - ha concluso, invitando Federfarma a sedersi nuovamente al tavolo di trattativa e a sospendere lo sciopero - per una ´partnership´ vera, capace di vedere lontano e capire che le condizioni negli ultimi anni sono molto cambiate e richiedono una forte responsabilizzazione. Da parte di tutti". Nell´occasione l´assessore Kosic ha anche ricordato che la nostra Regione, che autofinanzia la spesa sanitaria garantendo i migliori standard assistenziali, rimane oramai tra le pochissime realtà in cui non si applica il ticket sui farmaci e questo proprio grazie ad una gestione attenta delle risorse.  
   
   
IL ROMANINO DELLA PINACOTECA DI BRERA RIMANE IN FLORIDA: IL GOVERNO AMERICANO LAVORA SU UN POSSIBILE CASO DI TRAFUGAMENTO NAZISTA  
 
Tallahassee, Florida, 26 settembre 2011 – Il dipinto del Romanino “Cristo Portacroce Trascinato da un Manigoldo”, prestato dalla Pinacoteca di Brera all’esposizione in Florida per il Mary Brogan Museum of Art and Science (un affiliato Smithsonian) “Baroque Painting in Lombardy from the Pinacoteca di Brera” è al centro di una controversia internazionale sui saccheggi effettuati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Mentre la mostra è stata smantellata il 4 settembre e le opere sono rientrate a Milano, il Romanino è rimasto in America in attesa di una soluzione del caso. Il Procuratore degli Stati Uniti Pamela Marsh del distretto della Florida Settentrionale, ha infatti comunicato il 21 luglio scorso a Chucha Barber, la direttrice del Brogan Museum dove è stata ospitata la mostra, del sospetto che il dipinto rientri tra le opere d´arte che il governo filo-nazista di Vichy ha sequestrato alla famiglia ebrea Gentili e poi venduto durante la guerra. Il dipinto potrà rientrare in Italia solo a controversia risolta. I discendenti di Giuseppe Gentili hanno infatti intrapreso passi legali per rintracciare le opere perdute durante l´occupazione nazista e per tentare di rientrarne in possesso. Già nel 1999 il Louvre ha dovuto restituire alla famiglia Gentili cinque dipinti che erano stati venduti all´asta nello stesso periodo di quello in mostra al Brogan Museum. “Il Brogan Museum, il suo personale ed il suo consiglio di amministrazione stanno cooperando attivamente con l´ufficio legale del governo statunitense, con il governo e con i nostri collaboratori in Italia per risolvere questa situazione nel modo più appropriato - afferma Dave Mica, presidente del Board of Trustees del Brogan Museum-. Nel frattempo l’opera continuerà a rimanere in esposizione nelle nostre sale in attesa della soluzione del caso”. “La mostra dove il Romanino era esposto fino a qualche giorno – afferma Chucha Barber, direttrice del Brogan Musem - fa ha avuto un grande successo in Florida. Circa 23 mila persone hanno infatti visitato gli spazi espositivi dove erano esposte opere d´arte di valore inestimabile risalenti al periodo tra il 16esimo secolo e la fine del 18esimo, un´epoca della storia dell´arte italiana che per molti anni era stata trascurata dai musei statunitensi e che gli americani stanno iniziando a conoscere”. L’opera “Cristo Portacroce Trascinato da un Manigoldo” di Gerolamo Romano detto il Romanino, risalente al 1538 circa. L´opera del Romanino ritrae il Cristo, incoronato di spine e vestito di un mantello di seta color rame, che porta la croce sulla spalla destra, mentre un soldato lo trascina con una corda. L´immagine di Cristo che porta la croce è tipica della pittura lombardo-veneziana del 16esimo secolo e del Romanino in particolare. Le tracce più antiche del dipinto lo indicano come risalente al 1538, quando apparteneva alla collezione di Antonio e Cesare Averoldi. Il 4 giugno 1914 venne messo all´asta a Parigi, e fu acquistato dalla famiglia Gentili. Giuseppe Gentili morì nel 1940 ed i suoi figli fuggirono in Canada, trascorrendo gli anni della guerra in Canada e negli Stati Uniti. Altri membri della famiglia, tra i quali la sorella di Giuseppe Gentili, morirono nei campi di concentramento. Una parte della collezione della famiglia, incluso il dipinto in mostra al Brogan Museum, venne venduta all´asta dal governo di Vichy nel 1941. Il dipinto è entrato poi a far parte della collezione di Brera nel 1998. La mostra L’opera del Romanino è stata esposta in Florida, a Tallhasee nel corso della mostra “Baroque Painting in Lombardy from the Pinacoteca di Brera” comprendente cinquanta opere provenienti dalla Pinacoteca di Brera a Milano e curata da Simonetta Coppa della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e Varese. L´esibizione, coordinata internazionalmente e co-prodotta da Ilaria Niccolini Production, era stata prorogata fino al 4 settembre e in questi giorni è rientrata alla Pinacoteca di Brera con l’eccezione del dipinto del Romanino. L’esposizione è stata visitata da 22.900 persone.  
   
   
INAUGURATA A VILLA MANIN MOSTRA SULL´ESPRESSIONISMO  
 
 Udine, 26 settembre 2011 - "Quella che inauguriamo oggi è una mostra ´difficile´ che riguarda un settore della pittura forse poco apprezzato anche perchè ideologicamente troppo ´caricato´ e compresso tra altre forme espressive. Villa Manin, con la grande esposizione sull´Espressionismo, intende invece dargli il giusto riconoscimento, facendo diventare questo un evento di livello internazionale perché offre alla considerazione postuma una stagione volutamente relegata all´oblio". Con queste parole l´assessore regionale alla Cultura Elio De Anna ha aperto il 23 settembre ufficialmente la mostra dedicata all´Espressionismo tedesco, che per la prima volta varca i confini italiani con una rassegna che vede esposte nella dimora dogale oltre 100 tra dipinti e carte provenienti dal berlinese Bruke museum. Una raccolta, quella ospitata a Villa Manin, che racconta in modo preciso, secondo una scansione cronologica, la nascita e lo sviluppo del movimento che fu la pietra fondamentale di questa forma pittorica. La mostra, che resterà aperta fino al 4 marzo, documenta una varia creatività artistica all´interno di questo gruppo rivoluzionario. E lo fa attraverso anche documenti tradotti dal tedesco all´italiano per il catalogo di studio che raccoglie anche diversi saggi e schede critiche di ogni opera esposta. "L´accurata ricerca compiuta dalla responsabile del museo berlinese Magdalene Moeller e dal nostro curatore Marco Goldin - ha detto l´assessore De Anna in occasione dell´inaugurazione della mostra - ha consentito di presentare al pubblico una corposa sezione di opere dell´Espressionismo, fenomeno culturale di portata europea che influenzò la letteratura, la poesia, il teatro e persino il cinema. Sebbene motivazioni storiche, contrasti nazionalisti e ragioni filosofiche discordanti con la visione umana di Nietzsche - che fu la musa ispiratrice del movimento culturale - abbiano ritardato lo studio di questa espressione artistica, oggi nella splendida cornice di Villa Manin tali pregiudizi sembrano superati". Ecco allora che Passariano diventa un´occasione importante in Italia per ripercorrere il cammino dei quattro studenti di architettura che con "Die brucke" diedero origine al "kunstelgruppe" scegliendo di esprimersi attraverso un uso costruttivo del colore, nel dare forma artistica a gesti e impulsi spontanei. "Pertanto - ha concluso De Anna - quella di Villa Manin diventa una novità per la cultura artistica della nostra regione, che abbiamo voluto inserire come esperienza storica capace di stimolare riflessioni sul passato".  
   
   
FORMIGONI PRESENTA CARATI, ARTISTA DISABILE NELLA SEDE DELLA REGIONE LOMBARDIA UNA PERSONALE CON PITTURE E SCULTURE  
 
Milano, 23 settembre 2011 - Volere è potere. Vale anche nell´arte. Dall´ingresso N3 di Palazzo Lombardia arriva un´ulteriore e importante conferma: la mostra di Bruno Carati, artista milanese classe 1941, che, non avendo l´uso delle mani, dipinge tenendo il pennello tra le labbra. A presentare questa prova d´arte e di volontà - aperta al pubblico fino al 28 settembre - sono stati, il 22 settembre, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli. A realizzare l´esposizione, patrocinata dalla Regione Lombardia, l´Associazione Handicappati Valsessera Onlus. Nuove Opere Nel Museo Verticale - Dopo aver presentato i murales di Ercole Pignatelli realizzati all´ingresso N3 e le opere di 7 giovani artisti esposte permanentemente da ieri all´ingresso Np, Formigoni e Boscagli hanno incontrato a Palazzo Lombardia Carati, autore di olii, acquarelli, dipinti su vetro e, dal 2006, anche di smalti su cartone. Manifesto della mostra l´autoritratto dell´artista con un pennello in bocca, datato 1966. ´Vogliamo far diventare la sede della Regione Lombardia sempre più un palazzo aperto alle manifestazioni artistiche - ha sottolineato Formigoni accanto all´artista seduto su un carrozzella -. Vogliamo fare dei 39 piani di Palazzo Lombardia un museo verticale. Questa personale di Carati mette a disposizione di tutti noi e del pubblico le opere che lo hanno reso famoso, dagli esordi della sua carriera artistica fino ad oggi´. Tratto distintivo dell´esperienza pittorica del maestro lombardo, che il prossimo 18 novembre compirà 70 anni, è l´utilizzo di colori molto luminosi. Presenti in mostra anche delle sculture realizzate in argilla. L´arte Come Avventura Umana - ´Le opere che ho visto di Carati - ha detto Formigoni - hanno ai miei occhi valore come espressione di un sentimento artistico profondo. Ci narrano l´avventura umana di un uomo che certamente non ha avuto le stesse abilità fisiche che moltissimi di noi hanno avuto, ma che ha avuto un di più di abilità spirituale, che esprime nelle proprie opere attraverso il gusto del bello e della vita. Carati ci parla attraverso le sue opere: spetta a noi saper cogliere il suo messaggio´. E splendide sono le foto che accompagnano la mostra: in particolare quella in cui Carati, giovanissimo, dà il latte al figlio con un biberon. Un Uomo Fuori Dell´ordinario - L´arte, dunque, non conosce barriere. Vale, in particolare, per Carati, residente oggi a Castelseprio, in provincia di Varese: titolare di una patente automobilistica internazionale dal 1996, il maestro ha già percorso 260.000 chilometri a bordo della sua Opel Astra equipaggiata con una pulsantiera utilizzata dai caccia Mig-25 e con un relè presente in alcuni sommergibili. Per la prima volta la Regione Lombardia ospita una personale di un pittore disabile: ´Attraverso questa esposizione si dimostra una volta di più che l´abilità dell´uomo è fatta di molti linguaggi e modalità - ha concluso Formigoni -. La maturità artistica di Bruno Carati ci parla della pienezza dell´umano che vive in lui: la libertà creativa della persona è irrefrenabile, non può essere imprigionata, anche se il corpo può avere alcune disabilità. L´anima, l´intelligenza, la volontà, la cultura, il sentimento sono capaci di gesti creativi´. ´Questa mostra - ha rimarcato l´autore - è stata allestita con l´intento di dimostrare che anche chi non può contare sulle mani può fare tantissime cose´: lui stesso ha voluto nella vita dedicarsi al lavoro artistico per conto della Spam (acronimo di Solo Pittori Artisti Mutilati), non accettando di riscuotere la pensione d´invalidità. ´Anche senza le mani - ha proseguito Carati, accanto alla moglie Angela e al figlio Manuel - è possibile condurre una vita normale, dal guidare un´automobile a farsi la barba da solo, a usare il computer o le forbici´.  
   
   
TRENTO: SOSTEGNO PER I PROGETTI DI ARTISTI CON MENO DI TRENT´ANNI  
 
Trento, 26 settembre 2011 - Approvata dalla Giunta provinciale la deliberazione di Franco Panizza, assessore alla cultura, che approva il bando pubblico per l´anno 2011 per il sostegno di progetti a favore di artisti che non abbiano ancora compiuto trent´anni e che operano nel settore dello spettacolo, dell´audiovisivo e delle arti visive. E´ la legge del 2007 che disciplina le attività culturali a prevedere che per sostenere i giovani talenti la Provincia individua specifici bandi a sostegno dei progetti di artisti under 30. Sono ammesse anche le spese relative a progetti realizzati successivamente al 1° gennaio 2011. L´approvazione della graduatoria dei progetti presentati, la concessione dei contributi nonché l’impegno delle risorse tocca al dirigente del Servizio Attività culturali. Il contributo è concesso nella misura massima dell’80% delle spese ammesse e non potrà comunque superare € 120.000,00. I soggetti richiedenti devono possedere i seguenti requisiti: essere in possesso dell’atto costitutivo e dello statuto; avere fra le finalità statutarie quella di operare a favore dei giovani nel settore delle spettacolo, dell´audiovisivo e delle arti visive; avere sede legale in provincia di Trento; disporre di un sistema di registrazione e conservazione dei dati contabili di bilancio. I contributi previsti da questo bando non sono cumulabili con contributi concessi da altri settori della Provincia per lo stesso progetto. I progetti devono mettere in evidenza in maniera specifica le modalità di valorizzazione dei giovani artisti, che non abbiano ancora compiuto trent’anni, che operano nel campo dello spettacolo, dell’audiovisivo e delle arti figurative e le modalità di realizzazione dei progetti. La domanda di contributo, in regola con l’imposta di bollo, deve essere presentata entro 20 giorni dalla data di pubblicazione del bando sul Bollettino ufficiale della Regione alla struttura competente in materia di attività culturali, secondo il modulo allegato al bando e può essere consegnata a mano al Servizio Attività culturali, inviata a mezzo fax al n. 0461 495080 o tramite servizio postale a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, al Servizio Attività culturali – Provincia autonoma di Trento, via Romagnosi, 5 38122 Trento – o inviata per posta elettronica certificata (Pec) nel rispetto delle regole tecniche in materia. Nel caso di invio tramite servizio postale farà fede la data di spedizione. Saranno dichiarate irricevibili le domande presentate oltre il termine previsto. La struttura competente in materia di attività culturali verifica l’esistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi previsti dalla legge e dal bando, esamina i progetti, anche avvalendosi, dove necessario e senza oneri a carico della Provincia autonoma di Trento, della collaborazione di altre professionalità presenti nell’Amministrazione provinciale o nei suoi enti collegati e attribuisce il punteggio in base a qualità artistica del progetto, innovazione del linguaggio e multidisciplinarietà, esperienza pregressa nel campo del sostegno ai giovani artisti, grado di autofinanziamento, assetto organizzativo, chiarezza e precisione del progetto, grado di replicabilità in altri contesti, attraverso circuiti, coproduzioni o altro, soprattutto al di fuori del territorio provinciale, densità delle collaborazioni con altri soggetti, dimensione e articolazione della rete, grado e strategie per favorire l´accessibilità all´offerta culturale.  
   
   
MONDIALI GINNASTICA: CONGRATULAZIONI A ELISA SANTONI E STAFF AZZURRO  
 
Roma, 26 settembre 2011 - «Rivolgo le mie congratulazioni a tutto lo staff azzurro della Federazione Ginnastica Italiana che stasera, a Montpellier in Francia davanti a circa 12000 persone, ha difeso, vincendo per la terza volta consecutiva, il titolo mondiale a squadre». Lo ha dichiarato Alessandro Cochi, delegato alle politiche sportive di Roma Capitale. «Complimenti alle Farfalle azzurre Elisa Blanchi, Anzhelika Savrayuk, Romina Laurito, Marta Pagnini, Andreea Stefanescu e al capitano, la romana Elisa Santoni, già Atleta dell’Anno di Roma Capitale premiata in Campidoglio dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, allenate da Emanuela Maccarani – aggiunge Cochi - Le Campionesse del Mondo hanno difeso e mantenuto il titolo iridato conquistato lo scorso anno a Mosca tenendo testa, in primis, proprio alle temutissime atlete russe e bulgare, molto forti nelle discipline legate alla ginnastica. Uno stimolo ulteriore per lo sport romano ed italiano in vista anche della candidatura dei Giochi di Roma 2020. Un doveroso e particolare pensiero- conclude Cochi - va alla piccola Yara Gambirasio, appassionata e giovane promessa di questa nobile e spesso troppo poco conosciuta disciplina, dove siamo, visto anche il risultato di oggi, un’eccellenza nel mondo».