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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Settembre 2011
RICERCATORI SPINGONO PER LA CONTINUAZIONE DEL PROGETTO INNOVATIVO "PAZIENTE VIRTUALE"  
 
 Bruxelles, 27 settembre 2011 - Nel corso di un´audizione al parlamento europeo (Pe), martedì 20 settembre, è stato presentato ai responsabili politici e ai ricercatori un progetto pilota dell´Ue che potrebbe rivoluzionare le cure mediche. Basandosi sul principio che i trattamenti medici potrebbero essere rafforzati se fossero basati sui bisogni individuali, il progetto Itfom ("It [information technology] future of medicine") mira a sviluppare una vasta rete di programmi per computer che potrebbe fornire previsioni sulle malattia e le terapie, e sui vari effetti collaterali nei singoli organismi. Il progetto potrebbe portare alla creazione di "pazienti virtuali" personalizzati. Con una popolazione che invecchia - innalzando la spesa sanitaria - e con il cancro e il diabete in aumento, la necessità di sistemi che potrebbero dare ai pazienti un trattamento più personalizzato non è mai stata così grande. Ciò che funziona per una persona, non sempre è valido anche per un´altra, e molti trattamenti rendono effettivamente i pazienti più malati, aumentando ulteriormente l´onere per i sistemi sanitari. Un approccio basato su modelli permetterebbe ai medici di simulare trattamenti su versioni virtuali di pazienti specifici, prima di provarli sui pazienti reali. Il coordinatore Itfom, Hans Lehrach dell´Istituto Max Plank di genetica molecolare in Germania, ha detto: "Durante la progettazione di un´auto si compiono numerosi crash test virtuali e in fisica facciamo collassare le galassie sullo schermo del computer, quindi non c´è motivo per cui non debba essere possibile utilizzare lo stesso approccio in medicina. Un paziente virtuale può essere invecchiato di 10 anni per verificare il funzionamento di una strategia di medicina preventiva". Tuttavia, il futuro del progetto rimane incerto. Come parte del programma di azioni preparatorie dell´iniziativa faro Fet (Future and Emerging Technologies), nell´ambito del tema "Tecnologie dell´informazione e della comunicazione [Ict]" del Settimo programma quadro (7° Pq), Itfom è uno dei sei progetti pilota in corsa per ottenere un prolungamento dei finanziamenti oltre il 2013, quando il 7° Pq volge al termine. Solo a due dei sei progetti verrà assegnato un finanziamento dalla Commissione europea, nell´ambito del programma Horizon 2020, e dagli Stati membri. Ai sei progetti pilota sono stati assegnati 1,5 milioni di euro per la durata di un anno del periodo di prova. Tutti e sei i progetti riguardano innovazioni recenti nel settore delle Tic. L´audizione Itfom del Pe è stata un´occasione per i partner del progetto e i politici della Commissione europea per riunirsi e discutere del progetto e adoperarsi per la prosecuzione del finanziamento. Organizzata da uno dei partner del progetto, Isc Intelligence, e presieduta dall´ex membro del Parlamento europeo (Mep) Avril Doyle, che ha sottolineato l´importanza di tornare a una "politica basata su prove", l´udienza è iniziata con uno schema della politica europea dell´innovazione illustrato da Peteris Zilgalvis, capo unità delle Tic per la salute presso la direzione generale della Società dell´informazione e dei media (Dg Infso). Zilgalvis ha parlato di come i progetti pilota Fet si inseriscono nell´approccio multidisciplinare della strategia Ue 2020, sottolineando l´importanza della fusione degli obiettivi dell´Agenda digitale con altre aree politiche. Questo aspetto trasversale della politica è stato sottolineato anche dal professor Hans Westerhoff di un altro partner del progetto, l´Università di Manchester nel Regno Unito, che ha detto che il Itfom rappresenta "una rivoluzione della medicina attraverso le Tic e viceversa". Ha anche continuato dicendo come, nonostante l´enorme quantità di denaro speso per la ricerca del cancro in tutto il mondo, il tasso di morte non è significativamente diminuito. "Benché la moderna scienza biomedica sia in grado di generare una quantità di dati senza precedenti - ogni ora vengono pubblicati circa 30 lavori sulla ricerca sul cancro - questo sovraccarico di informazioni produce pochissimi nuovi farmaci e non porta ad una migliore comprensione complessiva della terapia." Il professor Hans Westerhoff ritiene che ciò sia dovuto agli obiettivi troppo ristretti della ricerca medica. Siccome molte malattie coinvolgono reti e sistemi complessi e non solo singoli geni, l´approccio Itfom si sposterebbe dai singoli "dadi e bulloni" di una malattia per adottare un approccio di rete. "In un certo senso, sa più un meccanico su un´automobile, che un medico quando guarda un paziente", ha commentato il deputato Sean Kelly del Partito popolare europeo (Ppe), che ha ospitato l´evento. "Questo deve cambiare." I relatori della manifestazione hanno anche sottolineato l´importanza di non sviluppare il Itfom secondo i parametri del mercato, ma nei limiti di un quadro di ricerca finanziato. "Si tratta dell´integrazione di informazioni e non di concorrenza", ha detto il professor Hans Westerhoff. Ha avvertito che se l´idea fosse ripresa dal mercato, potrebbe essere dannosa per il potenziale di questo progetto di influenzare davvero il cambiamento all´interno della pratica medica. Un altro vantaggio dell´utilizzo di applicazioni di pazienti virtuali sta nel fatto che gli scienziati potrebbero effettuare test farmacologici su modelli matematici di esseri umani, piuttosto che sugli animali. Questo sarebbe un enorme passo avanti in termini di accuratezza dei risultati, nonché un allontanamento da una pratica controversa dei test farmacologici. I partner del progetto Itfom appartengono a istituti di ricerca in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Ulteriori ricercatori coinvolti, in veste di istituzioni partner associate, provengono da Canada, Estonia, Israele e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Itfom: http://www.Itfom.eu/    
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA: NUMERO UNICO EMERGENZA FUNZIONA  
 
Varese, 27 settembre 2011 - Il Numero Unico Emergenza 112 funziona. La sperimentazione iniziata nel giugno 2010 ha dato risultati positivi, il sistema è diventato ancor più efficace ed è stato in grado di gestire in queste 65 settimane di attività 850.271 chiamate con una media giornaliera di 1.844. Il positivo bilancio è stato al centro dell´incontro ospitato presso Palazzo Estense, sede del Comune di Varese, al quale hanno partecipato l´assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, il direttore generale dell´Azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areu), Alberto Zoli, il sindaco della città Attilio Fontana, l´assessore provinciale alla Sicurezza e Protezione Civile, Massimiliano Carioni. Notevole il lavoro di filtro garantito dal ´call center laico´: quasi il 50 per cento delle chiamate non è stato inoltrato alle centrali operative di secondo livello (deputate a intervenire sulle emergenze segnalate), che sono state così liberate dal peso di molti contatti ´fasulli´. ´E´ stato dunque possibile - ha sottolineato l´assessore Bresciani - misurare fin dall´inizio della sperimentazione un significativo incremento dell´efficacia e dell´efficienza dell´azione nella gestione delle chiamate di emergenza da parte di tutte le centrali operative coinvolte, con un sensibile miglioramento della gestione operativa e un´ampia soddisfazione della cittadinanza coinvolta´. Tra le caratteristiche principali del nuovo servizio 112 l´assessore Bresciani ha ricordato la localizzazione, cioè la possibilità per gli operatori di individuare subito il punto da cui parte la chiamata e l´accessibilità sia per i disabili, con un apposito servizio di messaggistica, sia per gli stranieri, grazie al contributo di interpreti specializzati. ´In questo modo - ha detto ancora l´assessore regionale alla Sanità - i nostri cittadini avranno la certezza di poter accedere in tempi rapidissimi e con grande efficienza a un aiuto plurispecializzato´. Conversando con i giornalisti, l´assessore Bresciani ha poi ribadito quali sono gli obiettivi da raggiungere per la sanità lombarda. ´Il futuro della sanità regionale sarà di contenimento della spesa - ha sottolineato - attraverso l´azzeramento delle spese improprie, come l´utilizzo dei letti ospedalieri per i pazienti cronici: saranno i letti subacuti che ci permetteranno di concentrare la spesa ospedaliera per gli ammalati acuti, con un´assistenza meno specializzata per le persone con patologie meno gravi. Investiremo sull´ospedalizzazione domiciliare e sulla telemedicina. In questi anni, la nostra spesa sanitaria pro capite è passata da 1603 a 1445 euro annui´. ´I tagli vanno effettuati - ha concluso Bresciani - ma dove ci sono gli sprechi´.  
   
   
TEAM FINANZIATO DALL´UE SVELA COME IL SISTEMA IMMUNITARIO AFFRONTA LA TUBERCOLOSI  
 
Bruxelles, 27 settembre 2011 - Un team di ricercatori finanziati dall´Ue ha scoperto una nuova tecnica tutta naturale usata dal nostro sistema immunitario per prevenire le infezioni. Scrivendo nella rivista Cell Host & Microbe, i ricercatori francesi, italiani e britannici mostrano come lo zinco, un metallo pesante che è tossico ad alte dosi, venga usato dalle cellule del nostro sistema immunitario per distruggere microbi come il bacillo della tubercolosi e l´Escherichia coli. Il loro studio ha ricevuto finanziamenti per 975.999 euro come parte del progetto "Molecular markers of M. Tuberculosis early interactions with host phagocytes" (Mm-tb) nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. La scoperta di questo nuovo meccanismo naturale di difesa contro le infezioni ha delle implicazioni per lo sviluppo di nuove terapie terapeutiche e per la sperimentazione di nuovi possibili vaccini. Si è stabilito ormai da molto tempo che per distruggere i microbi i nostri sistemi immunitari li privano di nutrienti essenziali come i metalli pesanti tra cui il ferro. Questo nuovo studio fa progredire la conoscenza degli scienziati in questa area mostrando che il processo funziona anche nell´altra direzione. Le cellule immunitarie sono anche in grado di mobilitare riserve di metalli pesanti, in particolare di zinco, per avvelenare i microbi. Gli scienziati conoscono ora due microbi che sono colpiti da questo processo e sono il Mycobacterium tuberculosis ed E. Coli. M. Tuberculosis è l´agente responsabile della tubercolosi negli esseri umani, una malattia che causa quasi 2 milioni di morti all´anno in tutto il mondo. Si stima che un terzo della popolazione mondiale sia portatore di infezioni latenti e, a livello globale, l´incidenza della tubercolosi aumenta del 2% ogni anno. Alcuni ceppi di E. Coli possono causare gravi infezioni del sistema digestivo e di quello urinario. I ricercatori fanno notare che nelle cellule del sistema immunitario che avevano ingerito M. Tuberculosis o E. Coli vi era un accumulo rapido e continuo di zinco. Essi hanno anche osservato che sulla superficie dei microbi venivano prodotte numerose proteine. Il compito di queste ultime era quello di smaltire in modo efficace i metalli pesanti agendo da "pompe". Questo significa che nelle cellule del sistema immunitario i microbi sono esposti a quantità potenzialmente tossiche di zinco e che essi provano quindi a difendersi dall´intossicazione sintetizzando queste proteine che fungono da pompe. Bloccando le pompe mediante l´ingegneria genetica i ricercatori sono riusciti a concludere che M. Tuberculosis ed E. Coli diventano persino più sensibili alla distruzione da parte delle cellule del sistema immunitario. Lo studio mostra che nonostante sia tossico quando viene ingerito in quantità troppo elevate, lo zinco può essere benefico per il sistema immunitario quando viene usato dalle sue cellule per avvelenare i microbi. Oltre a riaprire il dibattito sull´integrazione alimentare, queste scoperte potrebbero anche portare a nuovi antibiotici in grado di bloccare l´azione delle pompe dei microbi sui metalli o a nuovi ceppi indeboliti per i vaccini, che sono già stati sperimentati come possibili vaccini. Gli scienziati devono ora capire se esistono dei meccanismi equivalenti per altri metalli pesanti come ad esempio il rame. L´obbiettivo principale del progetto Mm-tb, che si è svolto dal 2005 al 2007, era quello di sviluppare e progettare nuovi marcatori di protezione e di identificare schemi molecolari unici sia nei microbi che nelle cellule ospiti associati con le prime interazioni tra il bacillo M. Tuberculosis e le cellule che ingeriscono e distruggono le particelle estranee, batteri e residui cellulari. Grazie all´utilizzo di approcci di profilatura trascrizionale, la genomica comparativa offre un´opportunità altamente innovativa di decifrare le interazioni del M. Tuberculosis con il sistema immunitario. In particolare, si pensa che le prime interazioni tra il bacillo M. Tuberculosis e le cellule ospiti giochino un ruolo cruciale nella preparazione della risposta immunitaria di protezione e nel determinare l´esito dell´infezione. Per maggiori informazioni, visitare: Centre national de la recherche scientifique (Cnrs): http://www.Cnrs.fr/index.php    
   
   
UNO STUDIO MOSTRA CHE LE SIGARETTE FANNO PIÙ MALE ALLE DONNE CHE AGLI UOMINI  
 
Bruxelles, 27 settembre 2011 - Le donne soffrono di più gravi danni alle arterie causati dal fumo delle sigarette rispetto agli uomini, è quanto dimostra una nuova ricerca finanziata dall´Ue. L´esposizione al tabacco durante la vita è legata allo spessore delle pareti dell´arteria carotide sia negli uomini che nelle donne, ma gli effetti sono doppi nelle donne. Questo risultato è frutto del progetto Improve ("Carotid intima media thickness (Imt) and Imt-progression as predictors of vascular events in a high risk population"), uno studio epidemiologico su larga scala che ha ottenuto un contributo di 2,5 milioni di euro nell´ambito del programma tematico "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi" (Life Quality) del Quinto programma quadro (5° Pq) dell´Ue. La Società europea di cardiologia ha recentemente riferito che i ricercatori hanno esaminato quasi 3.600 persone (1.694 uomini e 1.893 donne), provenienti da Francia, Italia, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia, e hanno usato una sofisticata tecnologia con ultrasuoni per misurare la presenza di un ispessimento della parete e delle placche nella carotide, l´arteria che fornisce alla testa e al collo sangue ossigenato. Oltre a scoprire che le donne sono più colpite dall´esposizione al tabacco a causa dello spessore delle pareti della carotide, l´effetto del numero di sigarette fumate al giorno sul progredire della malattia nel tempo è cinque volte maggiore nelle donne che non negli uomini. Occorre precisare che queste associazioni non dipendono da altri fattori che potrebbero influenzare l´ateriosclerosi come la pressione sanguigna, il livello di colesterolo, l´obesità, l´età e la classe sociale. Commentando i risultati dello studio, la professoressa Elena Tremoli dell´Istituto di scienze farmacologiche dell´Università di Milano in Italia e direttore scientifico del Centro cardiologico Monzino di Milano, dice: "È una scoperta particolarmente rilevante, specialmente in vista del fatto che le campagne educative condotte negli ultimi anni hanno avuto meno successo per quanto riguarda la riduzione del numero di fumatori tra le donne che non tra gli uomini." L´organizzazione mondiale della sanità (Oms) dice che nonostante la maggior parte dei paesi europei abbia riportato una considerevole diminuzione del numero di fumatori maschi, come l´Italia e la Finlandia, il numero di fumatrici è rimasto relativamente uguale in un periodo di 30 anni. Il numero è persino aumentato in Spagna e Francia, secondo i dati. "Le ragioni del più forte effetto del fumo sulle arterie delle donne sono ancora sconosciute," dice il leader del progetto, la professoressa Tremoli, "ma alcune indicazioni potrebbero venire dalla complessa interazione tra fumo, infiammazione e arteriosclerosi." Oltre al fumo, i ricercatori mostrano anche come altri fattori hanno un effetto diverso sulle arterie nei due generi: per esempio, l´istruzione è uno di questi fattori. I risultati rivelano che gli uomini che hanno studiato meno hanno un maggiore ispessimento delle pareti delle arterie rispetto a quelli che hanno studiato di più, ma lo stesso non vale per le donne. Inoltre c´è una più alta percentuale di donne che sono protette dagli effetti dannosi delle infiammazioni sistemiche. Lo studio Improve ha scoperto che l´associazione tra l´ispessimento delle pareti delle arterie e i livelli della proteina C reattiva (Crp) e i globuli bianchi è importate, i due indici di infiammazione sono molto forti negli uomini ma inesistenti nelle donne. "È importante ricordare, comunque, che quando le donne fumano perdono la loro protezione contro gli effetti nocivi dell´infiammazione," dice la ricercatrice italiana. "In particolare, se stratifichiamo la popolazione femminile a seconda delle abitudini riguardo il fumo, vediamo che nel gruppo delle donne fumatrici, specialmente tra coloro che fumano di più, il rapporto tra Crp e ispessimento della parete delle arterie diventa simile a quello osservato negli uomini," aggiunge. "Sappiamo tutti che le donne sono "naturalmente" protette dalle malattie cardiovascolari, in particolare prima della menopausa, e questo ha fatto sì che gli operatori sanitari e i ricercatori dedicassero meno attenzione a queste malattie nelle donne. Anche le donne tendono a pensare di essere meno vulnerabili ai danni dei fattori di rischio cardiovascolare, come l´ipertensione e il colesterolo, una dieta ricca di grassi saturi e, infine, il fumo. I nostri risultati indicano che, almeno per quanto riguarda quest´ultimo, questo non è vero." Nonostante Improve si sia concluso nel 2007 e le differenze di genere e il fumo non fossero gli obiettivi principali dello studio, esso è un buon esempio di come i risultati chiave e i dati interessanti degli studi accademici emergano solo da tre a cinque anni dopo la chiusura del progetto e come molti di essi continuino a definire i propri risultati e a pubblicare molto dopo la data della chiusura ufficiale del progetto. Per maggiori informazioni, visitare: Società europea di cardiologia http://www.Escardio.org/pages/index.aspx    
   
   
"EUROPEAN CONGRESS OF THE INTERNATIONAL SOCIETY FOR THE STUDY OF HYPERTENSION IN PREGNANCY"  
 
 Roma, 27 settembre 2011 - Dal 5 al 7 ottobre 2011 avrà luogo a Roma, in Italia, un evento intitolato "European Congress of the International Society for the Study of Hypertension in Pregnancy" (Congresso europeo della Società internazionale per lo studio dell´ipertensione in gravidanza). Ci sono tre tipi distinti di ipertensione sanguigna che possono complicare la gravidanza. Un tipo, non legato alla gravidanza, è chiamato ipertensione cronica e ha un impatto minimo su una gravidanza se ben controllata. L´altro è chiamato ipertensione indotta dalla gravidanza (ipertensione gestazionale). Il terzo tipo è semplicemente una combinazione dei primi due. Se non trattate, queste condizioni possono interessare sia il bambino che la madre. Per esempio, gli stessi effetti dannosi per i vasi sanguigni della madre possono anche danneggiare l´apporto di sangue placentare coinvolto nello scambio di ossigeno e nutrimento dalla madre al bambino. Questo può causare l´invecchiamento precoce della placenta. Ironia della sorte, l´ipertensione nella madre blocca lo scambio nutrizionale normale causando per il feto il problema opposto - ipotensione (bassa pressione sanguigna) - che può mettere in pericolo i reni del feto, diminuendo la quantità di urina prodotta dal bambino non ancora nato (l´urina rappresenta la parte più significativa di liquido amniotico). L´obiettivo della conferenza è di fornire approfondimenti sulla ricerca in corso in questo campo. I temi in programma riguarderanno tra l´altro: placenta e preeclampsia fetale; previsioni e prevenzioni; diabete e preeclampsia; diabete e sindrome metabolica preeclampsia; funzione cardiovascolare; nutrienti e preeclampsia; cura materna, fetale e neonatale critica; risultati a lungo termine; gestione e raccomandazioni. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Alfaservice.com/euroihssp.htm    
   
   
SANITA`, LA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE INCONTRA I DIRETTORI DI AREA VASTA  
 
Ancona, 27 Settembre 2011 - Un augurio e un invito: ´Lavorare in squadra´. E` quello che la Giunta regionale ha rivolto ieri ai cinque direttori di Area vasta, ricevuti nel corso della settimanale seduta dell´esecutivo, insieme al direttore generale dell´Asur, Piero Ciccarelli. L´incontro e` servito per presentare i nuovi manager della sanita` pubblica e per recepire le loro prime indicazioni. Il presidente Gian Mario Spacca ha sottolineato l´importanza di ´separare le funzioni di gestione da quelle della programmazione, per consentire alla sanita` marchigiana di confermare i risultati raggiunti in questi anni. Occorre recuperare efficienza attraverso la riorganizzazione dei servizi e l´appropriatezza delle prestazioni. Un lavoro di squadra che deve superare le logiche localistiche e della politica, per puntare esclusivamente al soddisfacimento delle esigenze dei cittadini, in un contesto economico caratterizzato da scarsita` di risorse nazionali´. ´Ci attende un impegno gravoso - ha ribadito l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani - perche` dovremo innalzare la qualita` dei servizi all´interno di un quadro economico difficile. Per fare questo abbiamo semplificato il modello organizzativo ed esaltato il gioco di squadra, puntando su professionalita` consolidate presenti nella sanita` marchigiana´. Sfida raccolta da Ciccarelli che ha indicato, nel recupero dell´efficienza, ´la strada maestra da seguire, per mantenere alta la qualita` delle prestazioni, senza poter contare su nuove risorse economiche´. I direttori di Area vasta hanno anticipato alcune valutazioni: Maria Capalbo (Pesaro) ha parlato di integrazione tra ospedale e territorio. Maurizio Bevilacqua (Ancona) della necessita` di proseguire con il recupero di efficienza. Enrico Bordoni (Macerata) di rete dei servizi. Gianni Genga (Fermo) del contenimento dei costi e Gianni Stroppa (Ascoli) della collaborazione con gli operatori sanitari.  
   
   
SANITA’:OSPEDALE RIABILITATIVO MOTTA DI LIVENZA “ANTICIPA NUOVO PSSR VENETO E LINEE GUIDA NAZIONALI”. RECORD DI MOBILITA’ ATTIVA: 67,49%  
 
Motta di Livenza (Tv), 27 settembre 2011 - Motta di Livenza (Tv), riconosciuta “città del cuore” con provvedimento del Ministero della Salute, ha ospitato il 26 settembre, alla presenza dell’assessore alla sanità Luca Coletto, l’evento veneto collegato alla giornata mondiale del cuore, celebrata in tutto il mondo. Coletto, prima ha partecipato in municipio ad una tavola rotonda sulle peculiarità dell’Ospedale Riabilitativo ad Alta Intensità e quindi, accompagnato dal presidente della Società mista pubblico-privato che gestisce la struttura Carlo Valfrè, dal direttore generale Alberto Prandin, dal sindaco di Motta Paolo Speranzon, dal direttore sanitario dell’Ulss 9 di Treviso Pierpaolo Faronato, ha visitato l’ospedale, soffermandosi particolarmente sui reparti di riabilitazione intensiva cardiologica, ambito dal quale l’ospedale è partito anni addietro per costruire la sua apprezzata realtà attuale, e di riabilitazione neurologica per le gravi cerebrolesioni acquisite, che ne costituisce un’importante estensione dell’attività. “Ciò che ho visto ed i dati che mi sono stati illustrati – ha sottolineato Coletto – parlano chiaro sulla qualità e la modernità di gestione di questa struttura. Siamo sicuramente di fronte ad un esempio di sperimentazione pubblico-privato perfettamente riuscita, ma anche ad un modello organizzativo già pienamente rispondente alle recentissime linee guida nazionali sulla riabilitazione ed in linea con la riforma che stiamo per attuare nella sanità veneta con il nuovo Piano Socio Sanitario, che assegna particolare importanza alla fase riabilitativa posta acuzie ed all’integrazione tra ospedale e territorio. Il rapido intervento di un’efficiente struttura riabilitativa, infatti, da un lato migliora la prognosi funzionale,e dall’altro supporta al meglio l’attività dei reparti per acuti, permettendo un più rapido turnover dei pazienti ed un accorciamento delle liste d’attesa. L’ospedale di Motta – secondo Coletto – è la dimostrazione che è sbagliato guardare con sospetto alle azioni di riorganizzazione del sistema sanitario veneto: qui siamo di fronte ad una razionalizzazione iniziata nel 2002, che ha fatto nascere un’eccellenza di livello nazionale, ed altre potranno sorgerne con l’applicazione del Pssr”. “Positivamente sorprendenti – secondo l’assessore – anche i numeri della mobilità attiva, un altro aspetto che il nuovo Pssr si propone d’incentivare”. Nel periodo gennaio-agosto 2011, la mobilità attiva a Motta ha toccato una quota del 67,49%, con 772 casi trattati e 13.592 giornate di degenza; percentuale salita al 75,58% per la riabilitazione intensiva di terzo livello, con 86 casi trattati e 5.510 giornate di degenza.. I responsabili dell’Ospedale hanno illustrato a Coletto le principali caratteristiche delle diverse attività riabilitative. Il reparto dedicato al cuore tratta i cardio-operati, con inizio della riabilitazione nell’immediato post-operatorio, con degenze che variano da alcuni giorni a 2-3 settimane. Più del 50% degli assistiti ha avuto in infarto al miocardio con stratificazione che dimostra profili di alto rischio o uno scompenso cardiaco. Di particolare delicatezza ed importanza il nuovo servizio riabilitativo per i cerebrolesi. Qui vengono riportate ad una vita normale o comunque dignitosa persone perlopiù giovani, con un’età media attorno ai 45 anni, vittime di incidenti stradali o sul lavoro ma, sempre di più, anche di emorragie cerebrali, con un ricovero medio di ben 120 giorni. Tutti vengono trattati con una presa in carico spiccatamente multidisciplinare, con medici, psicologi, fisioterapisti, logopedisti, occupazionali, per garantire non solo la cura del paziente, ma anche un adeguato supporto alla famiglia in collegamento con la rete dei servizi sociosanitari del territorio.  
   
   
VIA LIBERA DALLA ASL DI LECCE PER LA PET-TAC  
 
Bari, 27 settembre 2011 - Firmata la delibera dalla Asl di Lecce per lo studio Calabrese, che prevede il budget da destinare per la Pet. Ad annunciarlo ieri , durante il convegno della Cisl sulla sanità, è stata la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone. Il direttore generale dell’Asl Lecce Valdo Mellone ha assicurato che entro questa settimana sarà firmata la convenzione. “Si interviene in tal modo - ha assicurato la vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico Loredana Capone – per ridurre la mobilità passiva dei pazienti salentini turbati dal rischio di patologie fortemente impattanti su di loro e sulle loro famiglie. Poter fare la Pet/tac qui a Lecce – continua Loredana Capone – era un’aspettativa meritevole di assoluta attenzione e, una volta compiuta tutta l’istruttoria dovuta, non si poteva aspettare di più. Venire incontro a chi sta male – conclude la vicepresidente – è un preciso dovere delle istituzioni e ringrazio il direttore Mellone per la sensibilità dimostrata”.  
   
   
PUGLIA: NESSUNA CHIUSURA PUNTI NASCITA, MA PROGRAMMAZIONE  
 
Bari, 27 settembre 2011 - “Nessuna chiusura dei punti nascita attualmente esistenti, ma una necessaria programmazione per razionalizzare i servizi adeguandoli alle linee guida nazionali”. Così è intervenuta la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone al convegno della Cisl di Lecce. "Le linee guida nazionali assegnano tre anni per l’adeguamento dei punti nascita. Ora c’è da compiere tutta la istruttoria e la concertazione con i direttori delle Asl e con gli operatori. L’assessore Fiore mi ha assicurato che i soggetti dei territori saranno coinvolti, e che la questione prima di arrivare in Giunta sarà affrontata in commissione consiliare regionale. Il nostro obiettivo – continua la vicepresidente della Regione Puglia – è quello di assicurare innanzitutto i diritti delle partorienti e di dare loro tutta la cura e l’assistenza necessaria. E’ un preciso nostro intento togliere la maglia nera della Puglia per numero di tagli cesari applicati e di portarla ad un giusto rapporto con i parti naturali. Questo richiede – conclude Loredana Capone – l’organizzazione dei servizi e il potenziamento del personale che sono evidentemente all’attenzione”.  
   
   
RAPPORTO SULLA SANITÀ, MOLISE VIRTUOSO NELLA SPESA  
 
Campobasso, 27 settembre 2011 - «Ho sempre sostenuto che nel Molise non vi era mai stato un vero sforamento del budget sanitario. Il vero problema della nostra regione era, ed è, il sottodimensionamento del Fondo nazionale che ci viene attribuito dallo Stato centrale. Ci vengono date risorse come un quartiere di Milano di 320 mila abitanti e si pretende poi che dobbiamo mantenere una Rete di Guardia medica, di Pronto soccorso, di 118 e di Medicina sul territorio dislocata in 136 Comuni collocati in un´area eterogenea, in parte montuosa, e con una popolazione anziana elevata. Abbiamo fatto veramente miracoli a non mortificare il Servizio sanitario e a contenerci in sforamenti di pochissime decine di milioni di euro. Ciò è testimoniato dal Rapporto del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello sviluppo Economico che dice che il Molise, nel biennio 2007-2009, ha fatto registrare la terza spesa nazionale pro-capite più piccola per la sanità: 1.116 Euro, contro 1.464 della Lombardia o 1.447 di Veneto e Umbria, per non parlare della Provincia Autonoma di Trento con 1.600 e dell´Emilia Romagna con 1.620. Dunque si scopre con i numeri, e non con la solita demagogia anti Sud, che il Molise è una regione "virtuosa" e che ha fatto i salti mortali per mantenere il suo Sistema sanitario, con un trasferimento nazionale oggettivamente insufficiente, sia rispetto al numero della popolazione che alla sua stratificazione sociale. Ciò va detto evidentemente ai "ragionieri del Ministero dell´Economia", ma anche ai tanti politici locali avversari che hanno parteggiato per coloro i quali ci definivano "non virtuosi" perché non chiudevamo gli ospedali e perché spendevamo troppo (oggi alcuni di quei politici, un tempo amici, si sono inventati una crociata contro la chiusura degli ospedali, che evidentemente noi non abbiamo mai chiuso)». Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, commentando i dati della spesa pro capite sanitaria del Molise pubblicati nel Rapporto del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico.  
   
   
SANITA´ IN SICILIA: PRESENTATO "FARMADONO" PER IL RECUPERO DEI MEDICINALI  
 
Palermo, 27 settembre 2011 - L´assessore regionale per la salute, Massimo Russo, ha presentato ieri il progetto "Farmadono": e´ una iniziativa promossa su tutto il territorio siciliano, con il sostegno di "Mediolanum Farmaceutici - Neopharmed Gentili", per il recupero di farmaci, di solito molto costosi, in possesso di tutti quei pazienti che non hanno piu´ l´esigenza di assumerli. I farmaci saranno destinati ad altri cittadini che ne hanno bisogno e che spesso non sono nelle condizioni economiche di poterli acquistare. Spesso, infatti, a causa di una completa guarigione o viceversa di un insuccesso terapeutico, evento avverso o mancata aderenza alla prescrizione, possono rimanere inutilizzate confezioni di medicinali, seppure in buono stato, con conseguente spreco di risorse anche in relazione ai costi che il sistema deve sostenere per il loro smaltimento. L´obiettivo e´ quello di raggiungere l´ottimizzazione delle risorse, che puo´ essere conseguita non soltanto con una corretta prescrizione dei farmaci ma anche attraverso una piena aderenza terapeutica da parte dell´utente. "Con questo progetto - spiega l´assessore Russo - offriamo ai cittadini siciliani, che gia´ sono sensibili a simili gesti di generosita´ e attenzione, un´organizzazione capillare in tutte le province siciliane collegandola alle farmacie delle aziende sanitarie. E´ una iniziativa che puo´ rivelarsi molto utile per chi ne ha bisogno e che, al contempo, contribuisce a migliorare l´impatto sull´ambiente, riducendo lo smaltimento di farmaci e sostanze chimiche". Con l´avvio del progetto "Farmadono" sara´ possibile effettuare la donazione presso la propria Asp di residenza o presso le associazioni onlus convenzionate con la stessa Asp; tali strutture avranno cura di verificare l´idoneita´ dei farmaci donati prima di avviarli ad un successivo impiego. I farmaci recuperati possono essere ancora utili ed adoperati per attivita´ erogate dalle Aziende Sanitarie Provinciali o per assistenza fornita dalle Associazioni assistenziali che non hanno fini di lucro. Per ulteriori dettagli sui punti di raccolta e sulle modalita´ ci si puo´ rivolgere al servizio farmaceutico della propria Asp. Qui di seguito l´elenco dei punti di raccolta, provincia per provincia, previsti dal progetto "Farmadono". Agrigento: Farmacia ospedaliera "San Giovanni di Dio" di Agrigento, Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Canicatti´; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di Licata; Armadio farmaceutico del distretto sanitario di base di Casteltermini; Armadio farmaceutico del distretto sanitario di base di Bivona; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Sciacca; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Ribera. Caltanissetta: Servizio farmaceutica territoriale, via Cusmano 1 a Caltanissetta; Servizio farmaceutica territoriale, via Parioli a Gela. Catania: Farmacia ospedaliera di Acireale, via Caronia; Farmacia ospedaliera di Giarre, via Forlanini; Farmacia ospedaliera di Biancavilla, via Marconi 1; Farmacia ospedaliera di Bronte, corso Umberto 406; Farmacia ospedaliera di Paterno´, via Livorno; Farmacia ospedale "Gravina" di Caltagirone, via Porto Salvo 1; Farmacia ospedaliera di Militello in Val di Catania, viale Regina Margherita 1; Farmacia territoriale di Gravina, via Monti Arsi 1; Farmacia territoriale di Catania, via Cifali 76/B; Dipartimento del farmaco di Catania, via Tomaselli 33. Enna: Farmacia Distretto Enna, Viale Diaz 49 a Enna; Farmacia stabilimento "Umberto I" c/da Ferrante - Enna Bassa; Farmacia stabilimento "M. Chiello" c/da Bellia - Piazza Armerina; Farmacia stabilimento "F.b.c." c/da S. Giovanni - Leonforte; Farmacia stabilimento "C. Basilotta" c/da S. Giovanni a Nicosia. Messina: Farmacia distrettuale Metropolitana, viale Giostra (ex Presidio ospedaliero Mandalari) a Messina; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero "San Vincenzo" di Taormina; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Milazzo; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero. Di Barcellona Pozzo di Gotto; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Patti; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di Lipari; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di S. Agata di Militello; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di Mistretta. Palermo: Polo distribuzione farmaceutico Ospedale Giglio di Cefalu´ in C.da Pietrapollastra; Polo distribuzione farmaceutico Presidio ospedaliero Madonna dell´Alto di Petralia Sottana in C.da S. Elia; Polo distribuzione farmaceutico a Termini Imerese in via Ospedale Civico 10; Polo distribuzione farmaceutico a Bagheria in via Mattarella 166; Polo distribuzione farmaceutico a Corleone in via don Colletto, 25; Polo distribuzione farmaceutico a Lercara Friddi in via Francesco Cali´; Polo distribuzione farmaceutico del Presidio Ospedaliero di Partinico, in via Circonvallazione; Polo distribuzione farmaceutico di Carini in Piazza San Francesco; Polo distribuzione farmaceutico di Misilmeri in via G. Scarpello 53; Polo distribuzione farmaceutico "Turrisi Colonna" in via G. Turrisi Colonna 43 a Palermo; Farmacia del Pta "Biondo" in via Pindemonte 88 a Palermo; Farmacia del Pta "Casa del Sole" in via Lancia di Brolo 10/bis a Palermo; Farmacia del Pta "Albanese" in via Papa Sergio I, 5 a Palermo; Farmacia del Pta "Guadagna" in via Villagrazia, 46 a Palermo; Farmacia territoriale di via Pindemonte 88 a Palermo. Ragusa: Farmacia territoriale in via Paestum, 41 a Ragusa; Farmacia territoriale presso il Presidio ospedaliero di Modica in via Aldo Moro; Farmacia territoriale presso il Presidio ospedaliero Guizzardi di Vittoria, in contrada Celle. Siracusa: Farmacia territoriale del Distretto di Siracusa - Traversa Pizzuta; Farmacia territoriale del Distretto di Noto presso l´Ospedale Trigona - via dei Mille, 1; Farmacia territoriale del Distretto di Augusta presso l´Ospedale Muscatello - C/da Granatello; Farmacia territoriale del Distretto di Lentini - P.zza A. Moro. Trapani: Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Alcamo; Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Castelvetrano; Servizio di Farmacia del Presidio ospedaliero. Di Marsala; Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Mazara del Vallo; Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Salemi; Unita´ Operativa Prestazioni Farmaceutiche c/o Cittadella della Salute Erice Casa Santa.  
   
   
PRECISAZIONI DELLA REGIONE SUGLI OSPEDALI DI LOCRI E MELITO PORTO SALVO  
 
Catanzaro, 27 settembre 2011 - In merito alle recenti notizie apparse sugli organi di informazione riguardanti gli Ospedali di Locri e Melito Porto Salvo, la Regione precisa alcuni aspetti. Riguardo agli atti aziendali, è bene evidenziare che si tratta di proposte espresse dai Direttori Generali e che essi dovranno essere verificati e validati dalla Struttura Commissariale facente capo al Commissario Scopelliti, e in tale sede eventuali discrasie potranno essere eliminate. Nello specifico, sono infondati gli allarmismi circa la chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale di Melito, atto non ipotizzabile anche alla luce del fatto che per tale ospedale il Presidente Scopelliti, nella qualità di Commissario ad acta, ha allo studio uno specifico progetto che, nel breve, potrà portare ad un completo rilancio e ad una totale riqualificazione dello stesso ospedale. Sulle questioni relative al numero di strutture semplici e complesse, con riferimento anche alla riorganizzazione dell’Ospedale di Locri, è bene precisare che, sempre nel rispetto del Decreto 18/2010, la Regione porrà in essere i giusti provvedimenti per garantire a tutti gli operatori della sanità adeguate motivazioni professionali, attraverso spazi e possibilità di carriera in armonia con gli interessi della collettività. “La nostra intenzione è di rilanciare la Sanità – afferma il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – e lavoriamo per dare ai calabresi servizi efficienti e di qualità e per mettere gli operatori del settore nelle migliori condizioni per lavorare, nonostante il momento di difficoltà. Voglio, però, tranquillizzare i cittadini della fascia ionica reggina e richiamare tutti a un maggiore senso di responsabilità – conclude Scopelliti - perché le valutazioni sulle decisioni da porre in essere verranno effettuate nel rispetto del Piano di Rientro ma sempre e comunque alla luce delle reali necessità della popolazione, con valutazioni molto attente rispetto alle istanze dei territori”.  
   
   
SANITA´: NASCE A PALERMO LA "MAPPA DEI SERVIZI" PER I CITTADINI  
 
Palermo, 27 settembre 2011 - L´assessore regionale per la salute, Massimo Russo, ha presentato ieri la nuova "mappa dei servizi sanitari" di Palermo, una guida rivolta al cittadino per il corretto utilizzo dei servizi sanitari presenti sul territorio. L´iniziativa e´ stata pensata con i vertici delle quattro aziende sanitarie di Palermo (Asp, Civico, Villa Sofia - Cervello, Policlinico) con l´obiettivo di indirizzare correttamente i cittadini verso i servizi sul territorio per un uso piu´ appropriato. Il materiale informativo - manifesti comprensivi della mappa delle strutture esistenti in citta´ e "pieghevoli" - descrive in modo approfondito la nuova organizzazione sanitaria dopo il varo della riforma e offre suggerimenti pratici ai cittadini: dal primo contatto con il medico di famiglia o pediatra di libera scelta, all´utilizzazione dei nuovi Pta (Presidi territoriali di assistenza), dai poliambulatori ai Ppi (Punti di primo intervento), dalle guardie mediche per le ore notturne e i giorni festivi agli indirizzi utili delle aziende sanitarie e degli Urp (Uffici relazioni con il pubblico). Lo scopo dell´iniziativa, oltre a quello di informare i cittadini anche sui propri diritti e sui doveri del servizio sanitario, e´ quello di decongestionare le strutture ospedaliere e ridurre i tempi di attesa per l´erogazione dei servizi sanitari. "Soltanto nel mese di agosto - ha commentato l´assessore Russo - i Ppi della Sicilia hanno avuto ben 6.000 accessi, dei quali soltanto l´1% circa ha richiesto effettivamente l´uso del Pronto Soccorso in ragione della gravita´ del caso. Cio´ significa che l´offerta territoriale comincia a dare i suoi frutti e che dobbiamo fare il possibile per far conoscere agli utenti tutta la gamma di servizi che viene offerta. Faccio appello al senso civico dei cittadini ma al tempo stesso voglio responsabilizzare le aziende sanitarie e i singoli professionisti a mettersi a completa disposizione del cittadino, che deve essere guidato e preso in cura oltre che curato. Invito i cittadini a utilizzare gli Urp per segnalare dettagliatamente eventuali disservizi e per suggerimenti utili a migliorare il servizio e invito le aziende ad adeguare la propria capacita´ di riscontro verso i cittadini". Nella "mappa dei servizi" si ricorda ad esempio che la maggior parte delle visite specialistiche puo´ essere prenotata presso Pta e poliambulatori invece che negli ospedali dove inevitabilmente le liste d´attesa sono piu´ lunghe; che e´ possibile - quando non si riesce a contattare il proprio medico di famiglia - essere visitati nei Punti di primo intervento (Ppi) anziche´ nei Pronto Soccorso evitando cosi´ di pagare il ticket previsto dalla legge per i codici bianchi; che lo specialista del Pta o del poliambulatorio puo´ prescrivere sulla ricetta rossa eventuali esami o farmaci evitando al paziente di tornare dal proprio medico di famiglia. Il medico di famiglia, se necessario, deve apporre il codice per segnalare l´urgenza dell´esame o visita prescritta: questo aiuta il Centro Unico di Prenotazione (Cup) ad assegnare la giusta priorita´. L´assessore ha anche annunciato che nei prossimi giorni emanera´ una circolare con la quale sollecitera´ l´esposizione del cartellino identificativo da parte degli operatori sanitari, come previsto dalla legge.  
   
   
TOSCANA, TICKET AGGIUNTIVI: LA FASCIA DI REDDITO VA DICHIARATA SOLO AL MOMENTO DELLA RICHIESTA DELLA PRESTAZIONE O DEL FARMACO  
 
Firenze, 27 settembre 2011 - – Da qualche giorno circolano con sempre maggior insistenza sul web notizie prive di fondamento, secondo le quali entro il 30 settembre andrebbe presentata (ma non si specifica dove) la certificazione della propria fascia di reddito, pena l’essere inseriti automaticamente nella fascia di reddito più alta. Numerose domande in questo senso sono arrivate anche al numero verde messo a disposizione dalla Regione. La notizia è assolutamente falsa, ed è l’occasione per ripetere qual è invece la procedura corretta. La documentazione relativa alla propria fascia di reddito va presentata solo al momento in cui si ha bisogno di un farmaco, o di una prestazione specialistica. In particolare: per la farmaceutica: i cittadini devono autocertificare in farmacia la fascia di reddito di appartenenza rifacendosi al reddito del nucleo familiare fiscale oppure esibire l’indicatore Isee; per la specialistica ambulatoriale: i cittadini devono presentare, al momento della prenotazione o dell’erogazione della prestazione, l’autocertificazione relativa alla fascia di reddito di appartenenza oppure l’autocertificazione da indicatore Isee. I moduli sono reperibili agli sportelli delle Asl oppure scaricandoli dal sito di della Regione Toscana. Non è prevista quindi alcuna scadenza rispetto alla presentazione dell’autocertificazione. Solo se, al momento dell’acquisto del farmaco, o della prenotazione della prestazione, il cittadino si rifiuta di dichiarare la fascia economica di appartenenza, allora viene collocato nella fascia più elevata. Per qualsiasi dubbio o chiarimento, ricordiamo che i cittadini si possono rivolgere al Centro di ascolto regionale, attivato per l’occasione. Il numero verde 055-4385901 è attivo tutti i giorni, sabato e domenica compresi, dalle 8 alle 20. In alternativa, l’indirizzo e-mail a cui scrivere per chiedere informazioni è ticket.Sanita@regione.toscana.it . Si otterrà risposta entro 24 ore. Tutte le informazioni anche sul sito della Regione Toscana, nelle pagine dedicate al Ticket sanitario, dove si possono trovare anche le domande più frequenti, con le relative risposte.  
   
   
NASCE IL CENTRO BAMBINO GESÙ BASILICATA, FIRMATA LA CONVENZIONE AL SAN CARLO DI POTENZA NASCE IL NUOVO “HUB” SANITARIO DEDICATO AI BAMBINI  
 
Potenza, 27 settembre 2011 - Sanità a misura di bambino in Basilicata. C’è una nuova risposta di salute in campo pediatrico grazie all’accordo tra la Regione Basilicata, l’Azienda Ospedaliera San Carlo e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma - punto di riferimento internazionale per la ricerca e la cura dei bambini che per numero di casi trattati sia per l’elevato livello delle prestazioni erogate. La convenzione è stata siglata il 23 settembre, dando così vita a un Centro Pediatrico con sede presso l’Ospedale San Carlo ed in rete con tutte le pediatrie regionali. Il Centro è destinato a svolgere attività di ricovero in regime ordinario, day hospital/day surgery e specialistica ambulatoriale, avvalendosi di personale di alta specialità. Soprattutto nell’età pediatrica, infatti, è fondamentale la diagnosi precoce, l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi per le patologie congenite, ereditarie e le malattie rare, per assicurare al bambino le migliori e più avanzate cure, mantenendo nel contempo prioritaria la qualità della vita dei piccoli e delle loro famiglie. Il Centro sarà in grado di offrire prestazioni sanitarie con standard di eccellenza, facilmente accessibili e fruibili non solo per i lucani, ma anche per le popolazioni delle regioni confinanti. Nel Centro opererà un’unità operativa complessa di pediatria dotata di posti letto e di spazi destinati all’attività ambulatoriale dove effettuare le visite e gli esami strumentali specialistici per i reparti e le attività di ricerca, cui si aggiungeranno tre unità operative, una di Fibrosi cistica e le altre di cardiologia e chirurgia pediatrica. Il Centro farà anche da collegamento per pazienti con patologie complesse che devono essere trattati nella sede di Roma dell’Istituto, seguirà direttamente il follow up dei pazienti curati presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Di particolare rilevanza, inoltre, l’attività di formazione e aggiornamento del personale impegnato nella Rete pediatrica e per i medici e i pediatri di famiglia. Già nel primo anno, in virtù dell’accordo, è previsto un incremento dell’offerta sanitaria sul territorio pari al 30 per cento entro i primi 24 mesi di attività. A garanzia del perseguimento di obiettivi di qualità, tutte la attività, in particolare quelle a più alta complessità, saranno caratterizzate da protocolli operativi e procedure scritte, in sintonia con gli standard dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che rispondono ai parametri più avanzati a alle certificazioni internazionali più rigorose.  
   
   
DE FILIPPO: BENESSERE INFANZIA È INDICE DI QUALITÀ SOCIALE  
 
Potenza, 27 settembre 2011 - “Il benessere del bambino è uno degli indicatori principali delle condizioni sociali di una comunità sia sotto il profilo economico che culturale. Generalmente, alcune ricerche attestano che nel Mezzogiorno d’Italia il livello di benessere dell’infanzia sia inferiore rispetto al resto del Paese. Come Regione Basilicata ci siamo posti tra i primi obiettivi quello di migliorare il nostro standard in questo campo, e lo vogliamo fare mirando al benessere del bambino, un concetto che include la salute ma va oltre, allargandosi ai campi dell’istruzione e dei servizi sui quali stiamo portando avanti un’attività in parallelo che, sul versante puramente sanitario, oggi segna un notevole passo in avanti”. E’ il commento del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, all’accordo con l’Istituto Bambino Gesù per potenziare la Pediatria in Basilicata. “Per quel che riguarda lo specifico settore della Salute – ha aggiunto il presidente - se vogliamo qualificare la sanità in Basilicata dobbiamo riuscire a portare le strutture che qui operano nel circuito dell’eccellenza scientifica mondiale. E dato che anche in sanità vale il principio della ‘massa critica’, è importante stringere una serie di alleanze strategiche che consentano alle professionalità locali e a quelle di fuori regione di lavorare insieme su un panorama sanitario più ampio”. “Il modello di collaborazione con il Bambino Gesù – ha concluso il presidente – rappresenta uno schema che sarà replicato per altre iniziative in campo pediatrico e non solo. Il nostro obiettivo è quello di assicurare una qualità crescente dell’assistenza sanitaria anche nella scarsità di risorse dovuta ai tagli, e continuiamo a lavorare in questa direzione”. Seguire lo sviluppo dei più piccoli per sostenerli nel percorso di crescita e di formazione. In quest’ottica la Regione sta rimodulando la rete di assistenza pediatrica, collegandola con Centri di eccellenza. La Basilicata è una realtà dai piccoli numeri. L’apertura e la collaborazione con Istituti di alta specializzazione qualifica le strutture sanitarie lucane, inserendole in un circuito di ampio raggio. E’ questo è lo scopo della convenzione con l’Ospedale pediatrico romano Bambino Gesù, che istituisce nell’ospedale S. Carlo di Potenza un hub di assistenza pediatrica di primo e secondo livello. Ed anche di altri progetti, in itinere, per monitorare le criticità e garantire la migliore assistenza per i bambini. In cantiere ci sono: - Un focus per mettere a fuoco le criticità della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza oggi in Basilicata. Punto di partenza è una ricerca mirata, la bussola per orientare efficaci politiche pubbliche di intervento. Massima attenzione nel progetto alla protezione del bambino vittima di abusi e maltrattamenti. - Curare il disagio infantile e dell’adolescente, soprattutto quando scaturisce da disturbi del comportamento e da patologie che influiscono sull’età evolutiva. Si potrà in un Centro di eccellenza regionale che sia di riferimento per le regioni del Sud nel campo della neuropsichiatria infantile. - Cure palliative pediatriche per i bambini affetti da malattie inguaribili ma non incurabili, dando loro la sensazione di vivere una vita “quasi normale” e alle famiglie la possibilità di dividere il carico gravoso. Così si cerca di alleviare il dolore e fornire tutte le risposte sanitarie e assistenziali che richiede la malattia, già dal momento della diagnosi, garantendo ai piccoli malati la migliore qualità di vita possibile.  
   
   
CAMPOBASSO, INAUGURATO NUOVO PADIGLIONE ALLA CASA DI CURA "VILLA MARIA"  
 
Campobasso, 27 settembre 2011 - «Il Molise e i molisani, per resistere e superare l´attuale momento di crisi, debbono guardare al futuro con ottimismo. Non l´ottimismo sciocco di chi fa finta di non vedere i problemi, ma l´ottimismo della ragione e del coraggio di chi, come la famiglia Sabelli e di tanti altri imprenditori, hanno deciso di investire risorse e impegno proprio in questa contingenza, per trovarsi preparati ad affrontare la ripresa che prima o poi dovrà pur venire. Questa bellissima struttura che rafforza e arricchisce un´iniziativa imprenditoriale di antica e consolidata tradizione nel campo sanitario, è dunque un elemento molto positivo per la città di Campobasso e per tutto il Molise. In questi ultimi mesi ho avuto la possibilità di inaugurare nuove e diverse attività imprenditoriali e, particolarmente, nel campo sanitario (Castelpetroso, Termoli, Bagnoli del Trigno, Campobasso). E´ questo, l´ho detto tante volte e non mi stancherò mai di ripeterlo, il Molise che vogliamo, che non china la testa davanti alle difficoltà, ma anzi rilancia e si prepara alla fase post crisi». Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, intervenendo il 24 settembre all´inaugurazione della nuova ala della Casa di cura "Villa Maria" di Campobasso. «Villa Maria nella sua lunga e prestigiosa storia - ha detto ancora il Presidente - ha saputo affrontare e superare le sfide del tempo, del cambiamento e dell´evoluzione della sanità privata chiamata ad integrarsi con quella pubblica nel sistema regionale. Ultimamente si è fatto ricorso, per la prima volta in Molise, alla cassa integrazione per aiutare i lavoratori e l´azienda per superare il momento di crisi e realizzare il nuovo investimento di oggi. La cassa integrazione, in verità, rappresenta una scommessa che il Governo regionale, le Istituzioni, la proprietà, l´imprenditore, i dipendenti, quindi i lavoratori, fanno non solo sul futuro di questa clinica, ma di tutto il Molise. Una scommessa che abbiamo fatto in altre aziende e che tutti insieme vogliamo e dobbiamo vincere».  
   
   
FVG, CRPO: L’ 1 OTTOBRE CONVEGNO SALUTE FEMMINILE E DISPARITÀ UOMO/DONNA  
 
Trieste, 27 settembre 2011 - Il prossimo primo ottobre, con inizio alle 9.30, presso l´auditorium della sede della Regione a Pordenone, in piazza Ospedale vecchio 11, si terrà un convegno aperto alla cittadinanza per promuovere la cultura della medicina di genere come obiettivo per la sanità pubblica. La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna (Crpo), organizzatrice dell´evento, ha inteso portare all´attenzione della comunità una realtà troppo spesso sottovalutata: è assodato, infatti, che vi è una centralità del genere maschile nelle procedure e nelle metodologie che riguardano la raccolta di dati statistici ed epidemiologici, la valutazione delle cause e dei fattori di rischio, la sperimentazione dei trattamenti medici, chirurgici e farmacologici. Risulta, quindi, quanto mai necessario lo sviluppo di programmi di intervento e di ricerca per promuovere un approccio che, riguardo ai problemi di salute delle donne, tenga conto delle differenze di genere e dell´equità di trattamento tra i due generi. Il Convegno si pone i seguenti obiettivi: - rappresentare i problemi di salute delle donne (anche oltre i problemi di salute tipicamente femminili); - cogliere le disparità di trattamento tra uomini e donne nell´approccio alle patologie emergenti tra la popolazione; - evidenziare l´attuale centralità del genere maschile nella ricerca e in particolare nelle procedure e nelle metodologie che riguardano la raccolta dei dati statistici ed epidemiologici, la valutazione dei fattori di rischio e la sperimentazione di trattamenti (medici, chirurgici, farmacologici, etc.); - evidenziare la presenza di pregiudizi di genere nella sottovalutazione di alcuni fattori e/o nella sopravvalutazione di altri. Sei i medici specialisti e professori che hanno dato la propria adesione, in qualità di relatori: Giovanella Baggio, Paolo Gasparini, Daniela Pavan, Maria Rosa Pelizzo, Vittorina Zagonel e Tullio Giraldi. La problematica sarà, quindi, esaminata dal punto di vista di esperti in diversi settori della scienza medica.  
   
   
WELFARE, LIGURIA: NON SAREMO LIQUIDATORI DELLO STATO SOCIALE  
 
 Perugia, 27 Settembre 2011 - Le Regioni e gli assessori competenti sono disponibili a ripensare il sistema del welfare insieme agli altri livelli istituzionali ma non a essere i liquidatori dello stato sociale italiano. Lo ha detto il 23 settembre l’assessore Lorena Rambaudi che come Liguria guida la commissione Politiche sociali delle regioni italiane a Perugia intervenendo nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori dove si è tenuta la mobilitazione unitaria – promossa dalla Conferenza delle Regioni, Anci ed Upi – per contrastare gli effetti della manovra economica sul welfare. Alla manifestazione sono intervenuti il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, l’Assessore alle Politiche Sociali e ha concluso il presidente della Regione Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Nel corso della Conferenza delle Regioni che si è tenuta ieri a Roma su proposta dell’Assessore Rambaudi, è stato votato all’unanimità il documento “Le Politiche Sociali oggi: riflessioni e proposte delle Regioni” a difesa del welfare. “Nell’ultimo decennio- spiega la Rambaudi- le Regioni hanno assestato le reti dei servizi, guardando alle peculiarità locali ed ai bisogni della popolazione del loro territorio, con una condivisione degli obiettivi da raggiungere, da parte di Comuni, delle Province, con gli apporti delle istanze sociali e degli organismi di tutela dei cittadini, hanno promosso e realizzato interventi e prestazioni a favore di famiglie, persone, minori, anziani, disabili, fragilità e marginalità sociali”.  
   
   
DIPENDENZE, IN VENETO CONVEGNO PRESA IN CARICO MINORI: I GIOVANI E GIOVANISSIMI CONOSCONO SEMPRE MEGLIO I SERVIZI TERRITORIALI E VI SI RIVOLGONO PER ESSERE AIUTATI  
 
Venezia, 27 settembre 2011 - Minori, adolescenti e dipendenze. Nel 2010 sono stati 334 i minori seguiti dai servizi regionali dipendenze e 29 quelli inseriti in comunità terapeutiche; invece nel primo semestre 2011 i minori seguiti dai serd sono 243 e quelli inseriti in comunità 22. Su questo tema c’è stato un confronto a tutto campo tra operatori a Ponzano Veneto, al Relais Monaco, per individuare un modello che risponda adeguatamente alle problematiche sfaccettate nel campo dei minori che dipendono da sostanze psicotrope, alcoliche, abuso di pc e telefonini. E’ intervenuto l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto che ha detto: “E’ importante differenziare gli interventi di cura e sostegno destinati ai minori e da quelli destinati agli adulti con dipendenze croniche. I cronici, magari non più dipendenti ma con qualche forma di invalidità o di parziale disabilità acquisita devono uscire dalle comunità terapeutiche ed entrare in un sistema di lavoro protetto. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Oggi – ha sottolineato l’Assessore – abbiamo molto meno risorse di un tempo a fronte di risposte sempre maggiori che ci sono richieste dalle famiglie. In un tempo di vacche magre bisogna guardare al centesimo anche in questo settore. Intanto stiamo concludendo il progetto di riforma delle comunità terapeutiche e quello dei servizi regionali dipendenze”. “La situazione è molto cambiata rispetto a dieci anni fa – rileva Michela Frezza, responsabili dei servizi dipendenze della Regione Veneto – ora il sistema regionale dei servizi dipendenze è riuscito a reinventarsi, a riadattarsi con un lavoro tenace e paziente di rete vera tra scuole, famiglie, privato sociale, servizi dipendenze nelle Aziende Ullss. In questo modo il sistema dei servizi territoriali è diventato più riconoscibile e accessibile anche per le persone giovani e molto giovani che presentano problemi di dipendenze”. Il convegno si è rivolto ai medici, psicologi, educatori professionali, infermieri, assistenti sociali e altri operatori che si occupano anche trasversalmente di queste problematiche.  
   
   
WELFARE, NASCE IN LIGURIA IL POLO DELLE PROFESSIONI DEL SOCIALE INTERESSA MIGLIAIA DI LAVORATORI  
 
Genova, 27 Settembre 2011 - Un accordo per la costituzione di un polo formativo delle professioni del sociale è stato sottoscritto ieri in Regione Liguria. L’intesa, sottoscritta dagli assessori alla Formazione , Welfare e Salute Pippo Rossetti, Lorena Rambaudi e Claudio Montaldo con l’ Ufficio Scolastico Regionale Cgil, Cisl, Uil, Lega delle Cooperative Confcooperative, le agenzie e le imprese, avrà durata triennale. L’intesa punta a assicurare una maggiore stabilità e qualità dell’offerta per animatori sociali, mediatori culturali, educatori, assistenti sociali e le altre previste dal repertorio regionale delle professioni che operano nel settore sociale. Dopo la firma dell’accordo verranno avviati tavoli di lavoro con il coinvolgimento di altri attori su specifiche professioni e sulle eventuali criticità ad esse collegate con l’obiettivo di raggiungere la maggiore stabilità del sistema. “E’ un accordo per superare le grosse difficoltà esistenti a dare sbocco ai titoli di studio , per sanare di migliaia di lavoratori ai quali non sono riconosciute le loro attività o che non sono correttamente inseriti nel mercato del lavoro”, spiega Rossetti. “In un momento in cui sta avvenendo lo smantellamento dello stato sociale a opera del Governo con l’azzeramento del fondo sociale e l’attacco al sistema dei servizi pubblici e privati aggiunge l’assessore- la messa a sistema dell’offerta formativa nel settore sociale è diventata azione prioritaria per dare forza ad un sistema di lavoratori che ha raggiunto un livello di alta professionalità, ma che non è loro riconosciuta”.  
   
   
MONDIALI CICLISMO IN TOSCANA, NENCINI PARLA CON MATTEOLI E LETTA PER SBLOCCARE LE RISORSE  
 
 Firenze, 27 settembre 2011 – “Dal governo aspettiamo una risposta entro i primi giorni di ottobre, prima della riunione del Comitato istituzionale già fissata per il quattro”. L’annuncio dell’assessore Nencini rimbalza da New York, dove si trova da il 24 settembre in visita alle comunità dei toscani nel mondo e per partecipare alle celebrazioni dell’anniversario della presidenza dell’aretino Amintore Fanfani all’assemblea delle Nazioni Uniti, unico politico italiano ad aver ricoperto quell’incarico quarantasei anni fa. Ma a margine di un incontro l’assessore regionale ne approfitta per parlare dei mondiali di ciclismo attesi in Toscana per il 2013. La questione è quella delle risorse promesse da Roma e che ancora mancano: risorse essenziali per partire con i bandi, le gare e i progetti per la realizzazione dei circuiti previsti dal cronoprogramma. Risorse annunciate dal sottosegretario allo sport della Presidenza del Consiglio, Rocco Crimi, ma prima della manovra. “Negli ultimi giorni ho parlato direttamente con il ministro Matteoli e con Letta – spiega Nencini – ed ho risollecitato l’impegno del governo per una manifestazione che non è solo sportiva, ma capace di trainare la promozione di un territorio che non è solo la Toscana: quelli del 2013 saranno infatti i mondiali dell’Italia”. Letta avrebbe assicurato una risposta rapida.  
   
   
PRESENTATO 10/MO AZZANORALLY  
 
Azzano Decimo (Pn), 27 settembre 2011 - Quella instaurata con il Veneto è un´importante collaborazione che, in nome dello sport, dà nuova luce a una gara già esistente in provincia di Treviso, arricchendo e impreziosendo la manifestazione motoristica pordenonese. Così l´assessore regionale allo Sport, Elio De Anna, ha definito la 10/ma edizione di "Azzanorally", presentata ieri nel municipio di Azzano Decimo, alla presenza del Sindaco, Enzo Bortolotti, del presidente dell´Aci di Pordenone, Corrado Della Mattia, del presidente provinciale del Coni, Lorenzo Cella, nonché dei vertici locali della Csai e dello staff organizzativo della manifestazione. La gara, che prenderà il via venerdì 30 settembre con la cerimonia di apertura alle 19 in piazza libertà ad Azzano Decimo, entrerà nel vivo il giorno successivo. Sabato infatti le prime due prove speciali si terranno in provincia di Treviso con la Tovena-sottocroda (2 volte), cui faranno seguito la Ranzano-vigonovo e la Sedrano-san Leonardo. Quindi alle 18.30 è previsto l´arrivo in piazza ad Azzano Decimo cui farà seguito la stesura della graduatoria finale e la cerimonia di premiazione. Come ha ricordato De Anna, l´Azzanorally fa parte di quelle manifestazioni di vertice a cui la Regione ha assicurato il proprio contributo. "Questa iniziativa - ha detto l´assessore - ha ripreso vigore grazie anche al suo inserimento in una fase del calendario dove i giochi sono ancora aperti. La prova, valida per il campionato terra, fa parte delle manifestazioni Top 50, ossia quelle alle quali l´Amministrazione regionale dà il proprio sostegno sia per l´alto valore sportivo sia per la veicolazione dell´immagine regionale che una prova di questa tipo può portare a livello nazionale". "Non dimentichiamo - ha concluso De Anna - che queste manifestazioni portano a un ´movimento´ che può rappresentare una boccata di ossigeno per l´economia locale grazie alla presenza di equipaggi, tecnici e sostenitori che arrivano da ogni parte d´Italia. Ma da quest´anno va fatto un plauso in più agli organizzatori, che hanno allargato le maglie dell´Azzanorally in provincia di Treviso, portando di nuovo in auge questa disciplina lungo un percorso storico quale quello della Tovena-sottocroda. Non va dimenticato però che il tutto deve avvenire garantendo il rispetto della natura, un richiamo che sono certo verrà accolto e fatto rispettare dagli organizzatori della gara".