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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 25 Gennaio 2012 |
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SCIENZIATI SCOPRONO IL "GENE NUTRIENTE" DELLE PIANTE: BUONE NOTIZIE PER LA PRODUZIONE GLOBALE DI CIBO
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Un team di ricercatori britannici e francesi finanziati dall´Ue ha identificato il "gene nutriente" preposto a trasferire le sostanze nutrienti dalle piante ai semi. Questa nuova scoperta, presentata nella rivista Current Biology, potrebbe aiutare a incrementare la produzione globale di cibo ed ha anche delle conseguenze sulla sicurezza degli alimenti. Per la prima volta i ricercatori sono riusciti a identificare il gene, chiamato Meg1, che regola la quantità ottimale di sostanze nutrienti che passano dalla madre alla progenie nelle piante di mais. Lo studio è stato in parte finanziato dalla Commissione europea mediante l´azione "Utilizzo della riproduzione delle piante per il miglioramento delle colture" del dominio Cibo e agricoltura della struttura di Cooperazione europea nel settore della ricerca scientifica e tecnica (Cost). Cost coordina a livello europeo diversi programmi nazionali di ricerca ed è supportato dalla direzione generale della Ricerca e dell´innovazione. Il principale obbiettivo è quello di ridurre la frammentazione degli investimenti nella ricerca europea e di aprire lo Spazio europeo della ricerca (Ser) a una cooperazione a livello mondiale. Meg1, a differenza della maggior parte dei geni che sono espressi sia dai cromosomi materni che paterni, è espresso solo dai cromosomi materni. Questa insolita forma di espressione genetica uniparentale, chiamata imprinting, non è limitato alle piante; esso avviene anche in alcuni geni umani noti per regolare lo sviluppo della placenta per controllare l´apporto delle sostanze nutrienti materne durante la crescita del feto. Anche se gli scienziati conoscono da molto tempo l´esistenza di tali geni sottoposti a imprinting negli esseri umani e in altri mammiferi, questa è la prima volta in cui un gene analogo che regola la fornitura di sostanze nutrienti durante lo sviluppo del seme è stato identificato nel mondo delle piante. Grazie ai risultati di questo nuovo studio gli scienziati si possono ora concentrare su come usare il gene e sulla comprensione del meccanismo mediante cui esso viene espresso allo scopo di aumentare le dimensioni dei semi e la produttività nelle principali colture. Uno degli autori dello studio, il dott. Jose Gutierrez-marcos dell´Università di Warwick, ha detto: "Queste scoperte hanno importanti conseguenze per l´agricoltura globale e per la sicurezza degli alimenti, poiché gli scienziati ora possiedono le conoscenze molecolari per manipolare questo gene mediante la tradizionale riproduzione o attraverso altri metodi per migliorare le caratteristiche del seme, portando ad esempio a una maggiore produzione di biomassa. Questa comprensione di come i semi del mais e di altri cereali, come ad esempio il riso e il grano, si sviluppano è fondamentale, poiché la popolazione globale dipende da questi alimenti base per il sostentamento. Per soddisfare le richieste della popolazione mondiale in crescita negli anni a venire, scienziati e produttori devono lavorare assieme per tutelare e aumentare la produzione agricola." Un altro autore dello studio, il professor Hugh Dickinson dell´Università di Oxford, ha commentato: "Anche se l´identificazione di Meg1 è già da sola una scoperta importante, essa rappresenta anche un vero progresso sulla strada per svelare i complessi pathway genetici che regolano l´approvvigionamento e il contenuto di sostanze nutritive dei semi." Sebbene la maggior parte delle caratteristiche auspicabili delle colture sono poligeniche, non esiste nessuno strumento per la riproduzione delle piante che permette l´efficiente fissazione di tratti multigenetici nelle generazioni successive. Tra le diverse strategie relative al sistema di riproduzione finalizzate alla fissazione di caratteristiche agronomiche auspicabili, una delle scelte migliori è la produzione clonale di semi. Questa permette la fissazione immediata dell´intero genoma delle piante migliori. L´obbiettivo generale di Cost è quello di permettere una sinergia delle competenze europee e internazionali correlate per meglio comprendere i meccanismi della riproduzione sessuale/apomittica delle piante e per facilitare l´uso di questa accresciuta conoscenza nello sviluppo di nuovi approcci per l´agricoltura e l´industria alimentare allo scopo di aumentare la produttività delle colture. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Warwick: http://www2.Warwick.ac.uk/ |
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BOLZANO: AGRICOLTURA, I PILASTRI DELLA RIFORMA EUROPEA: RICERCA, AMBIENTE, SICUREZZA |
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Ricerca, tutela dell´ambiente, sicurezza dei prodotti alimentari. Sono questi i pilastri della riforma agraria europea che partirà nel 2013. Lo ha sottolineato il 20 gennaio il Commissario Ue Dacian Ciolos all´inaugurazione della "Grüne Woche" di Berlino, alla quale era presente anche l´assessore Hans Berger che sta seguendo da vicino l´iter della riforma. "Come in ogni settore - sottolinea Hans Berger, che in Giunta provinciale ha le competenze in materia - anche il futuro dell´agricoltura in termini di competività è legato a doppio filo alla ricerca e all´innovazione". Per quanto riguarda l´Alto Adige, l´obiettivo è quello di continuare a muoversi nella direzione già intrapresa, dando particolare attenzione alla qualità nella coltivazione, lo stoccaggio e la lavorazione dei prodotti. "Il percorso da seguire - prosegue l´assessore - è quello di un´agricoltura "verde", che sappia sfruttare le opportunità offerte della ricerca in un´ottica di qualità e di tutela dell´ambiente. Si tratta di un settore nel quale siamo già all´avanguardia, ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia e continuare a perseguire questa strategia con sempre maggiore impegno". Un passaggio considerato particolarmente importante, è quello relativo alla qualità e della sicurezza dei prodotti alimentari. "In Alto Adige non abbiamo mai puntato sulla produzione di massa - spiega Berger - e questo è un grande vantaggio già riconosciuto dai consumatori, che possono trovare sulla loro tavola prodotti che hanno compiuto un tragitto estremamente breve dall´agricoltore all´acquirente finale". L´assessore Hans Berger sta seguendo da vicino la "Grüne Woche" di Berlino, una delle rassegne fieristiche più importanti del settore, per avere una mappatura più chiara di quanto si sta muovendo in agricoltura a livello europeo. |
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"LA NUOVA PAC TERRA´ CONTO DELL´AGRICOLTURA DI MONTAGNA, MA I PRODUTTORI DEVONO DARSI DA FARE" CONCLUSA A SAN MICHELE LA VISITA DI DUE GIORNI IN REGIONE DI SORIN MOISA LIONEL, BRACCIO DESTRO DEL COMMISSARIO ALL´AGRICOLTURA CIOLOS |
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"Il Trentino Alto Adige è uno degli esempi e modelli di come si possano fare le cose in Europa, in modo da superare anche i vincoli fisici dati dal territorio. Mi ha colpito la formidabile competitività dell’agricoltura di questa regione e la risposta che alle difficoltà hanno dato i produttori organizzandosi: il modo con il quale gli agricoltori hanno preso in carico questi vincoli è molto interessante". Questo il lusinghiero giudizio che, al termine di due fitte giornate di incontri e visite in Trentino e in Alto Adige, ha dato dell´agricoltura regionale Sorin Moisa Lionel, capo di gabinetto aggiunto del commissario europeo all´agricoltura. Il braccio destro di Dacian Ciolos, al quale sono affidate particolari competenze sulla materia della ricerca e dello sviluppo rurale, ha concluso il 20 gennaio la sua visita nelle due Province autonome di Trento e di Bolzano intrattenendosi per tre ore, presso il Monastero di San Michele all´Adige, con l´assessore all´agricoltura trentino Tiziano Mellarini, il presidente della Fondazione Mach, Salamini, il direttore di Apot ed Assomela Alessandro Dalpiaz ed il direttore del Consorzio Vini Herman Bona. Sul tappeto, naturalmente, i principali temi all´ordine del giorno dell´agenda agricola europea. Soddisfatti dell´esito del confronto, in particolare, i responsabili dei settori frutticolo e vitivinicolo, che hanno potuto rappresentare a Sorin Moisa Lionel non solo un quadro aggiornato dei settori trainanti dell´agricoltura trentina ma anche le richieste di nuove misure e modifiche della proposta di nuova Politica agricola comune (Pac) post 2014 presentata lo scorso 12 ottobre dalla Commissione europea. Ringraziando l´autorevole rappresentante della Commissione europea per la sua visita "che dimostra l´attenzione che il commissario Ciolos continua a riservare verso la nostra realtà", Mellarini si è detto "felice ed orgoglioso" dell´importante contatto diretto che la Provincia di Trento, assieme a quella di Bolzano, è riuscita ad organizzare in questa fase di definizione della nuova Pac. Ricordando come il Trentino Alto Adige sia una terra caratterizzata da importanti handicap fisici che limitano le colture e aggravano i costi di produzione, ma che rappresenta anche un territorio di grandi tradizioni e tipicità produttive che vanno difese e preservate, Mellarini ha auspicato che il positivo esempio del sistema cooperativo che caratterizza le agricolture trentina e altoatesina possa trovare nuovo riscontro e sostegno nelle politiche della futura Pac. "Le ripetute sensibilizzazioni che vi abbiamo inviato assieme ai colleghi delle regioni di montagna ed il contributo che Euricse potrà dare nella scrittura dei nuovi regolamenti - ha detto l´assessore rivolgendosi a Moisa Lionel - rappresentano il nostro concreto contributo. La qualità intesa a 360 gradi rappresenta per i nostri produttori un fondamentale elemento di difesa nei confronti degli effetti della globalizzazione, che costringe enormemente i margini operativi dei produttori stessi e facilitano l´aggregazione della domanda verso un effettivo oligopolio della grande distribuzione organizzata". Mellarini ha rimarcato, in particolare, "la necessità di mantenere un adeguato livello di aiuti compensativi anche per riequilibrare il gap di svantaggio che la montagna sconta verso la pianura nei confronti degli aiuti diretti (premi Pac). La nuova proposta regolamentare contiene secondo noi qualche criticità con limiti d´intervento non sufficienti. Il nostro invito al commissario Ciolos è di dedicare maggiore attenzione ed apertura verso azioni di effettiva semplificazione delle procedure che permettano effettivamente di innestare positivi processi di crescita e competitività delle nostre aziende". "A volte nei regolamenti - ha continuato Mellarini - le necessità applicative portano a confondere gli obiettivi veri con la necessità di giustificare correttamente le procedure di concessione, ed in alcuni casi più estremi gli aiuti sono di fatto vanificati dai costi di gestione degli stessi. In questo particolare momento di difficoltà nel quale l´Europa si trova tutta, riteniamo sia importante definire regole di competitività anche a costo zero piuttosto che proporre aiuti troppo difficili da gestire e giustificare". Giudicando "interessante" la sfida rappresentata dai processi di partenariato e collaborazione con gli altri fondi strutturali europei previsti per la definizione dei nuovi programmi operativi, l´assessore all´agricoltura ha però fatto notare al rappresentante europeo che "non tutte le realtà sono però pronte a cogliere queste nuove sfide e quindi, per non vanificare tali processi, è forse necessario provedere una maggiore elasticità di applicazione da parte degli Stati membri. Un obiettivo - ha concluso Mellarini - si può raggiungere per strade diverse, l´importante è raggiungere l´obiettivo, non creare una strada comune per arrivare tardi all´appuntamento". Ieri e nella mattinata di oggi sono stati in particolare i temi della ricerca, con la visita ai centri di Laimburg e di San Michele, a caratterizzare la missione a Trento e Bolzano dell´alto funzionario europeo. "Nella futura Pac - ha affermato Moisa Lionel - cercheremo di proporre un approccio per l’applicazione della ricerca: i servizi di consulenza qui sono stati integrati con i centri ricerca in modo molto pragmatico, e questo è certamente un modello da considerare con attenzione". Ma sono i temi specifici del settore frutticolo e vitivinicolo che hanno invece tenuto banco nell´incontro di oggi pomeriggio. Per quanto riguarda il primo, Alessandro Dalpiaz ha toccato i "tasti dolenti" che limitano la competitività del distretto mela regionale: le barriere fitosanitarie poste all´importazione dalle autorità americane con il problema della reciprocità nei confronti dell´Europa; la politica di promozione dei prodotti europei sui mercati lontani ("parlare solo di qualità europea non è efficace, occorre comunicare anche il nome e cognome dell´azienda produttrice"); la posizione dominante della grande distribuzione che impone spesso condizioni gravose; la necessità di avere un unico disciplinare di produzione a livello europeo anzichè decine di disciplinari diversi, uno per ogni catena; il mantenimento degli standard di qualità; l´imposizione di condizioni limitanti sulla sicurezza dei prodotti; la diversità di applicazione nei vari Stati membri delle regole sulla concorrenza; i costi delle assicurazioni ("Nel fondo di mutualità si dovrebbe includere anche gli eventi climatici come le grandinate"); gli strumenti di stabilizzazione del reddito dei produttori; la possibilità di ampliare la gamma di prodotti fitosanitari per salvare talune produzioni, quali ad esempio i piccoli frutti, minacciate da malattie che ne minacciano la sopravvivenza quali ad esempio la Drosophila suzuki. "E´ importante pensare - ha concluso Dalpiaz - a poche regole applicabili e controllabili". Contrarietà alla liberalizzazione dei diritti d´impianto per i vigneti è stata invece espressa da Herman Bona del Consorzio Vini, che ha rappresentato inoltre la necessità di sburocratizzare il settore ("costa più la burocrazia per fare una domanda di sostegno che non quello che poi arriva alla fine") da una normativa troppo farraginosa. Problemi e richieste che Sorin Moisa Lionel ha ascoltato con grande attenzione, accogliendo in qualche caso la sollecitazione a verificare la possibilità di modificare la proposta iniziale della Commissione per la nuova Pac. "Cercheremo di mettere più risorse per la promozione in tutti i settori e stiamo cercando di far capire ai consumatori europei l´impegno che stanno mettendo i produttori cercando però di evitare contraddizioni. Vorremmo essere anche più aggressivi verso i mercati lontani, ad esempio la Cina, e spero che vi piaceranno le proposte che faremo in questa direzione". "Il nuovo paradigma della proposta Ue - ha concluso - è che l´Europa cercherà di aiutare gli agricoltori ad aiutare se stessi. Nessuno può garantire nulla in assoluto, occorre darsi un po´ da fare". |
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BERGER HA SOTTOSCRITTO UN ACCORDO QUADRO CON IL BADEN-WüRTTEMBERG |
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Bolzano - L’alto Adige ed il Baden-Württemberg avviano una collaborazione nel campo della ricerca agraria e della formazione professionale. Il 20 gennaio, l’assessore Hans Berger e Michael Oberhuber, direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno siglato l’accordo di collaborazione assieme al ministro dell’agricoltura di Baden-württemberg, Alexander Bonde a Berlino. “L’accordo quadro con Baden-württemberg ci dà la possibilità di entrare in una stretta collaborazione con gli istituti di ricerca del Baden Württemberg”, dice Michael Oberhuber, direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg. Contatti a livello di ricercatori tra gli istituti di ricerca del Land tedesco, come l’università di Hohenheim (Stoccarda) o il centro di competenza di frutticoltura Bavendorf ed il Centro Laimburg ci sono da tempo. “Con l’accordo quadro siglato oggi saremo in grado di coordinare gli interessi nel campo della ricerca e lo scambio di informazioni, nonché di aumentare le possibilità di realizzazione congiunta di progetti di ricerca nell’ambito dei programmi europei.” L’accordo triennale prevede una collaborazione nell’ambito dello scambio di conoscenze e della formazione professionale. Un comitato di indirizzo paritetico, formato da rappresentanti del Centro Laimburg, della Ripartizione formazione professionale agricola e da rappresentanti del ministero del Baden Württemberg, assicurerà un continuo scambio di informazioni e discuterà di un ulteriore sviluppo della collaborazione. Il Centro Laimburg ha siglato già il terzo accordo quadro per la collaborazione scientifica a livello regionale ed internazionale, rafforzando in maniera considerevole la propria rete di ricerca. Nell’aprile 2011 è stato siglato l’accordo con l’università di Innsbruck, a luglio è stata avviata la collaborazione con la Fondazione Edmund Mach (Istituto Agrario di San Michele all’Adige) ed ora l’accordo con il Baden-württemberg. Un accordo con la Libera Università di Bolzano seguirà a breve. |
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LOMBARDIA: PARTE UFFICIALMENTE LA DEROGA PER I NITRATI |
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Milano - Con il Decreto numero 386 del 24 gennaio 2012, parte ufficialmente la deroga nitrati, grazie alla quale sarà più semplice per le aziende agricole delle zone più vulnerabili ai nitrati convivere con gli obblighi imposti dall´Europa in materia di tutela delle acque dall´inquinamento provocato dagli effluenti di origine zootecnica. Da domani e fino al 15 febbraio tutte le aziende agricole che utilizzano reflui zootecnici e che possiedono terreni in zone vulnerabili ai nitrati potranno chiedere di aderire alla deroga. La Procedura - La richiesta potrà essere avanzata dagli stessi agricoltori, o dai loro delegati, semplicemente accedendo al nuovo Portale dell´agricoltura, all´indirizzo www.Ilportaledelleimpreseagricole.servizirl.it , utilizzando le stesse credenziali valide per il Siarl. In linea con gli obiettivi di digitalizzazione e sburocratizzazione che la Regione si è imposta, il sistema informativo regionale è stato potenziato per creare una nuova modalità di dialogo tra l´istituzione e cittadini, più veloce, più efficiente e di facile fruizione. Tempo e soldi risparmiati quindi anche per gli agricoltori e la stessa amministrazione. La Deroga - E´ concessa dalla Commissione europea per la prima volta all´Italia lo scorso 3 novembre con riguardo alle regioni Lombardia, Emilia-romagna, Piemonte e Veneto, consente alle aziende ubicate nelle zone del bacino padano veneto di innalzare da 170 a 250 kg per ettaro l´anno il limite per l´utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento fissato dalla Direttiva comunitaria Nitrati. "Si Passa Alla Pratica Con Un Provvedimento Atteso" "Si passa finalmente alla pratica con un provvedimento atteso dagli agricoltori - commenta l´assessore De Capitani - che non risolve in maniera definitiva il problema nitrati, ma che certamente ha riconosciuto la specificità dell´agricoltura intensiva tipica del bacino padano e soprattutto ha implicitamente ammesso che l´inquinamento delle acque non è imputabile al solo comparto agricolo". "La tutela dell´ambiente e delle risorse naturali resta una priorità per l´agricoltura lombarda e per Regione Lombardia. L´adesione alla deroga comporta infatti anche una serie di controlli amministrativi e ispezioni nelle aziende che serviranno a garantire la massima osservanza dei parametri europei. A questo proposito - ha concluso l´assessore De Capitani - abbiamo aperto lo scorso 24 novembre un bando da 8 milioni di euro sulla misura 121 nitrati, il cui termine è fissato per il 31 gennaio, grazie al quale i nostri agricoltori potranno adeguarsi alle norme comunitarie assicurando il massimo beneficio anche per i terreni sui quali operano". Collegandosi al sito della regione, i dettagli del decreto sulle disposizione attuative per la presentazione delle domande di adesione. |
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LA PROVINCIA DI TRENTO ACCANTO A COLDIRETTI NELLA DIFESA DEL MADE IN ITALY IN UN CONCHIUSO LA RICHIESTA AL GOVERNO DI PROMUOVERE AZIONI DI CONTRASTO DELL´"ITALIAN SOUNDING" |
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Si chiama "Italian sounding" ed è la diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica, uno dei fenomeni che più sta preoccupando, e danneggiando, i produttori italiani dell´agroalimentare. Formaggi, salumi, vini ed altri prodotti alimentari di qualità che identificano in tutto il mondo il "Made in Italy" e che di italiano hanno poco o nulla. Italiana è talvolta la società che, con un improprio utilizzo di risorse pubbliche, finanzia direttamente o indirettamente la produzione all´estero di falso Made in Italy. E´ ad esempio il caso della Simest spa, società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all´estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico, sul cui operato sta chiedendo da mesi di fare chiarezza Coldiretti. La campagna del maggiore sindacato agricolo nazionale a tutela del vero “Made in Italy” agroalimentare è ora sostenuta, assieme a molte altre amministrazioni pubbliche italiane, anche dalla Provincia autonoma di Trento: le ragioni dell´iniziativa sono richiamate in un conchiuso approvato stamane dalla Giunta provinciale. Nel conchiuso si chiede sia data piena attuazione alla legge n. 4 del 2011 che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’obbligatorietà dell’indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola; la definizione da parte del Governo di criteri di finanziamento dei progetti all’estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all’origine italiana dei prodotti commercializzati; azioni di contrasto a livello europeo e mondiale dell’Italian sounding in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del buon nome del nostro Paese. Di seguito il testo del documento. Conchiuso - In un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, si riconosce al Made in Italy, in particolare quello agroalimentare che rappresenta oltre il 16 % del Pil nazionale, il ruolo di straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese. Alla luce dell’intensificarsi degli episodi di contraffazione e concorrenza sleale verso i prodotti nazionali, da tempo Coldiretti è impegnata a livello nazionale in un progetto di tutela e valorizzazione del vero “Made in Italy” agroalimentare, su cui intende riportare l’attenzione delle Amministrazioni pubbliche locali, dei consumatori e delle realtà economiche. La sempre più larga e preoccupante diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica delle materie prime impiegate (Italian sounding) realizza un evidente danno all’immagine della produzione agroalimentare nazionale, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole. È recente la denuncia di Coldiretti relativa ad una nuova vicenda di utilizzo improprio di risorse pubbliche da parte della “Società italiana per le imprese all’Estero - Simest s.P.a.” (società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinate a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari, formaggi e salumi tipici in primis, che poco o nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo del Paese. Le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, sono suscettibili di causare gravi danni, limitando fortemente le potenzialità di crescita ed esportazione delle produzioni agroalimentari italiane sui mercati internazionali, che di fatto vengono “saturati” da prodotti che evocano denominazioni di territori e di produzioni che sono il frutto di secoli di storia, tradizione, ricerca della qualità e impegno diligente dei nostri produttori. Tali operazioni, che si configurano come pratiche di concorrenza sleale e che, secondo stime, finiscono per sottrarre all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno, impediscono peraltro ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy. Ritenendo necessario porre fine a questa deprecabile situazione che contraddice, peraltro, le linee di azione e le dichiarazioni di impegno del Governo, la Giunta Provinciale - In coerenza con l’attività e le misure di sostegno e promozione delle produzioni agroalimentari trentine di qualità poste in essere a livello locale dall’Amministrazione provinciale e da altri enti, istituzioni ed organismi a ciò deputati; Considerato altresì, accanto a quello economico, l’alto valore “identitario” che tali produzioni caratteristiche e tipiche assumono per i territori ove esse hanno origine ed il grave pregiudizio che deriva ai produttori dall’Italian sounding; Visto il documento unitario del 4 agosto 2011 con il quale tutte le parti sociali (Confindustria, Abi, Alleanza Cooperative Italiane, Ania, Cgil, Cia, Cisl, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Rete Imprese Italia, Ugl, Uil), nella definizione delle priorità sulle quali operare per rilanciare la crescita, hanno chiesto di “attuare politiche incisive volte alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all’estero delle imprese italiane”; Condividendo l’azione di Coldiretti a tutela del vero “Made in Italy” agroalimentare e l’azione da essa intrapresa affinché sia fatta chiarezza sulla vicenda che vede protagonista la Società italiana per le imprese all’Estero - Simest s.P.a.; chiede - 1. Che sia data piena attuazione alla legge n. 4 del 2011 che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’obbligatorietà dell’indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola; 2. La definizione da parte del Governo di criteri di finanziamento dei progetti all’estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all’origine italiana dei prodotti commercializzati; 3. Azioni di contrasto a livello europeo e mondiale dell’ Italian sounding in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del buon nome del nostro Paese. |
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AGRICOLTURA E GDO, L´APPREZZAMENTO EMILIA ROMAGNA PER LE NORME CONTENUTE NEL DECRETO LIBERALIZZAZIONI
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Bologna - Forte apprezzamento e sostegno al ministro dell´agricoltura Mario Catania che nel corso di una conferenza stampa ha illustrato le norme sui rapporti commerciali nelle filiere agroalimentari contenute nel Dl liberalizzazioni, sono stati espressi dall´assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni. "Vediamo accolte alcune delle proposte che come Regione Emilia-romagna da tempo sosteniamo in tema di rapporti con la moderna distribuzione - ha dteto Rabboni - e che ancora la settimana scorsa abbiamo illustrato alla Commissione Agricoltura. Come ha giustamente sottolineato il Ministro non si tratta di misure contro la Grande Distribuzione, ma di norme che fissano regole di trasparenza ed equità indispensabili per una crescita comune delle diverse componenti della filiera e a garanzia del consumatore." Tra i punti illustrati dal ministro Catania, Rabboni considera di particolare interesse quelli relativi all´obbligo della forma scritta per i contratti che abbiano ad oggetto la cessione di beni agricoli ed alimentari; il divieto di comportamenti sleali nei rapporti di filiera; la fissazione del termine di pagamento a 60 giorni per le cessioni di prodotti alimentari non deteriorabili, ridotto a 30 giorni per quelli deteriorabili; la previsione di sanzioni amministrative fino a 500mila euro nel caso di non rispetto delle norme previste. "Finalmente un Governo e un Ministro che affrontano una delle principali criticità dell´agroalimentare italiano, fonte di ricorrenti difficoltà per le aziende agricole, tradizionale anello debole della filiera. Naturalmente non faremo mancare in sede di Conferenza Stato-regioni le nostre osservazioni e proposte integrative. E´ comunque importante che il tema sia stato posto" |
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AGRICOLTURA IN ABRUZZO: CONSIGLIO OK SU PROROGA REGOLARIZZAZIONE L´INTERVENTO RIGUARDA UTILIZZO ACQUE PER IRRIGAZIONE CAMPI |
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Pescara - Proroga fino al 31 dicembre prossimo per la presentazione delle domande di regolarizzazione da parte degli agricoltori, riduzione del 50% sia delle sanzioni amministrative sia dei canoni minimi concessori e impegno di rivisitare la normativa regionale in materia di utilizzo delle acque pubbliche. Questa le decisione, con voto unanime, del Consiglio Regionale su proposta dell´assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo. "Infatti - spiega Febbo - con il collega Di Paolo abbiamo mantenuto l´impegno di intervenire e risolvere questo annoso problema che investe moltissimi agricoltori soprattutto nella Marsica. Oggi abbiamo presentato un emendamento che intende nello specifico modificare sia l´articolo 9 della Legge Regionale n.25 del 3/08/2011 e l´art. 93 della Legge Regionale del 17/04/2003 così da modificare le norme regionali sul prelievo e l´uso delle acque per l´irrigazione dei campi". "Con questo intervento - sottolinea l´assessore Mauro Febbo - diamo un grosso respiro agli agricoltori che erano costretti a pagare multe salate per l´utilizzo dei pozzi abusivi. Inoltre, non è stato fissato alcun limite temporale per il recupero delle somme pregresse dovute ai canoni concessori ed alle sanzioni amministrative per cui, seppur con l´applicazione delle tariffe minime e la riduzione delle sanzioni, viene richiesto un pagamento di importi sostenibili da parte delle aziende agricole. Nello specifico - continua Febbo - abbiamo riscontrato che l´utilizzo dell´acqua pubblica negli allevamenti zootecnici per abbeverare gli animali, per la pulizia delle stalle e quella utilizzata per le attività connesse all´agricoltura di cui all´art. 2135 del codice civile, non essendo prevista una specifica classe d´uso, è stato sempre ricondotto nella tariffa per gli usi industriali, con l´applicazione di tariffe troppo onerose per le aziende agricole. Adesso - conclude Mauro Febbo - è impegno della Regione Abruzzo di lavorare per modificare la normativa affinché i contadini abbiano un servizio migliore ad un costo equo e giusto poiché irrigare con i pozzi comporta un lavoro complesso ed un regolamento adeguato alle esigenze degli agricoltori". |
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CONSORZIO DEI CONSORZI VERSO DOC UNICA FRIULI |
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Udine - Un ulteriore tassello verso la creazione della Doc unica per il vino del Friuli Venezia Giulia è rappresentato dalla costituzione del nuovo Consorzio dei Consorzi delle Doc del Friuli Venezia Giulia. Sodalizio senza fini di lucro presentato ieri ad a Udine dall´assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali, Claudio Violino, e dal direttore generale dell´Ersa, Mirko Enzo Bellini. Un passo avanti verso l´unificazione delle Doc che, ha commentato Violino, "fa ben sperare per la costituzione della Doc unica regionale". Al neonato Consorzio hanno infatti aderito come soci fondatori i Consorzi di tutela dei vini Doc Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Colli Orientali e Ramandolo, Friuli Grave, Friuli Isonzo e Friuli Latisana. Presidente pro-tempore per il primo triennio è stato nominato Giorgio Badin, presidente Doc Isonzo. Anche la scelta del presidente del nuovo Consorzio, ha commentato Violino, rappresenta un segnale positivo, in quanto la Doc Isonzo si era inizialmente schierata contro la Doc unica regionale. Parallelamente al Consorzio è stato istituito il Comitato per il riconoscimento della Doc Friuli, formato dagli stessi sei Consorzi di tutela. Un organismo di carattere tecnico, presieduto da Pierluigi Comelli, presidente Doc Friuli Colli orientali e Ramandolo, che avrà il compito di predisporre tutta la documentazione che è richiesta dal decreto legislativo 61/2010 e dal decreto ministeriale del 16 ottobre 2010 per il riconoscimento della nuova denominazione di origine. Violino ha evidenziato come sia prevalsa la volontà di creare uno strumento che si possa rivelare utile per la promozione del vino del Friuli Venezia Giulia ed ha invitato gli esponenti del Consorzio alla massima disponibilità per l´eventuale adesione del Consorzio Doc Collio-carso. Come ha spiegato il direttore dell´Ersa, Bellini, il Consorzio è nato su richiesta dell´assessore Violino e dell´Ersa; si tratta di un organismo di secondo grado, finalizzato a ricevere incarichi per progetti di promozione ed a confrontarsi con l´Agenzia regionale per lo Sviluppo in Agricoltura. L´ersa infatti non ha il compito di erogare contributi bensì di sostenere progetti di promozione. Come annunciato da Bellini, già stamane il Consorzio dei Consorzi si è riunito nella sede della Regione per avviare la propria attività, mentre, successivamente, Violino si è incontrato con il Comitato per il riconoscimento della Doc Friuli. Il nuovo Consorzio ha quindi l´obiettivo di condividere l´attività di promozione dell´Ersa e collaborerà con l´Agenzia anche per la razionalizzazione dell´attività fitosanitaria e di ricerca nel vigneto Friuli Venezia Giulia. Già lo scorso anno, sia pure in forma volontaria, alcuni dei Consorzi Doc avevano svolto attività in collaborazione tra loro. "Si tratta dunque di un passaggio fondamentale - ha precisato Violino - verso la prossima tappa, che prevede un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati alla promozione nel settore rurale". In precedenza, Bellini aveva anticipato che alla prossima edizione della Bit di Milano, dal 16 al 19 febbraio, accanto all´Assessorato al Turismo sarà presente anche l´Assessorato all´Agricoltura, mentre a Vinitaly Verona il padiglione del Friuli Venezia Giulia avrà spazi di maggiore visibilità e fruibilità per i Consorzi, sarà meglio accessibile e saranno ulteriormente qualificati gli accorgimenti per la sicurezza. Inoltre gli spazi saranno ripartiti con maggior equità, secondo gli stessi criteri prestabiliti da Verona Fiere. Infine, sfruttando parte della superficie del grande attico dello stand collettivo, saranno create dieci nuove postazioni, nelle quali, ha auspicato Bellini, speriamo di poter annoverare anche i produttori del Carso. |
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AOSTA: LE RICADUTE DELL’IMU SULLE AZIENDE AGRICOLE ALL’ATTENZIONE DELL’ASSESSORATO DELL’AGRICOLTURA E RISORSE NATURALI
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L’assessore all’agricoltura e risorse naturali Giuseppe Isabellon ha partecipato mercoledì scorso, 18 gennaio, a Roma, alla riunione della Commissione Politiche Agricole. Tra i numerosi temi affrontati nel corso dell’incontro, gli orientamenti in merito alla Politica Agricola Comunitaria per il periodo 2014-2020 (il settennio che seguirà l’attuale Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013) e le ricadute dell’applicazione dell’Imu, imposta prevista nel prossimo Decreto Sviluppo, sulle aziende agricole. Dalla discussione è emerso, innanzitutto, che la nuova imposta, che dovrebbe avere carattere patrimoniale, sarà invece applicata su due fattori produttivi, terreni e fabbricati rurali, con evidenti pesanti ricadute su un settore già in difficoltà. A tale proposito la Commissione ha chiesto al Ministro un’attenzione particolare al problema e ha sollecitato risposte urgenti e concrete. Per quanto riguarda la nostra regione, dato che i terreni di montagna sono esclusi a priori dall’applicazione dell’imposta, il problema si pone solo sui fabbricati rurali, sui quali gravano alcune problematiche legate all’accatastamento (immobili non accatastati o accatastati in maniera diversa da Comune a Comune) e di conseguenza alle rendite catastali. A questo proposito, già il 20 settembre scorso si era tenuto un incontro, con la presenza dell’Assessore Isabellon, di alcuni Sindaci membri del Comitato esecutivo del Celva-cpel (Consiglio permanente degli enti locali), dei Direttori dell’Agenzia del Territorio e dell’Agenzia delle Entrate, di funzionari e tecnici, allo scopo di discutere e concordare soluzioni comuni. Al fine di verificare le possibili evoluzioni del Decreto salva-Italia, presentare delle proposte al Ministero delle politiche agricole e forestali e individuare una linea di indirizzo comune, condivisa da Celva, associazioni di categoria e Assessorato, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto sui bilanci delle aziende agricole valdostane, un ulteriore incontro si terrà giovedì prossimo, 26 gennaio, alle ore 14.30, nella sede dell’Assessorato in località Grande Charrière a Saint-christophe, con la presenza delle principali associazioni agricole (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) oltre che dei soggetti citati in precedenza. |
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AGRICOLTURA IN UMBRIA: NEL NEGOZIATO PER NUOVA "PAC" GOVERNO SI IMPEGNI A REINSERIRE GESTIONE RISCHI TRA AIUTI DIRETTI
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Perugia - "La Regione Umbria promuoverà un´azione congiunta, insieme alle altre Regioni affinché il Governo italiano, nel negoziato sulla nuova ´Pac´, si impegni a far reintrodurre le risorse per la gestione del rischio in agricoltura tra gli aiuti diretti". È quanto ha affermato l´assessore regionale alle Politiche agricole, Fernanda Cecchini, nel suo intervento al convegno nazionale sul settore assicurativo in agricoltura che, organizzato dal "Cesar" (Centro per lo sviluppo agricolo e rurale) e da Europe-direct Umbria, si è svolto stamani alla Facoltà di Agraria, a Perugia. "Condividiamo le preoccupazioni delle imprese agricole e degli operatori della ´filiera´ assicurativa - ha detto - sulla proposta della nuova politica comunitaria che determinerà il futuro dell´agricoltura dal 2014 e dal 2020, che prevede che la gestione del rischio sia da ricondurre nell´ambito dei Programmi di sviluppo rurali regionali. Non intendiamo, infatti, sottrarre risorse alle azioni innovative e di investimento per sostenere la crescita e la competitività delle imprese agricole umbre, come saremmo costretti a fare poiché, pur nell´incertezza di come si concluderà il negoziato, i fondi destinati ai ´Psr´ non potranno crescere rispetto ad oggi". Nell´ultimo anno, ha ricordato, in Italia sono state utilizzate per gli aiuti pubblici compensativi alle perdite di produzione dovute a eventi atmosferici e andamenti climatici risorse comunitarie della Pac per 70 milioni di euro e 36 milioni provenienti dall´Ocm vino, che hanno consentito di far fronte alla costante riduzione delle risorse nazionali, pari a poco più di 23 milioni di euro. Accanto alle questioni finanziarie, c´è quella del modello di gestione, "non certo secondaria - ha sottolineato l´assessore Cecchini. Il modello di gestione centralizzata attraverso ´Agea e gli altri organismi pagatori, dopo un periodo di rodaggio, grazie alla costruttiva cooperazione tra tutte le componenti istituzionali, Ministero, Regioni, Ismea, Agea, Consorzi di difesa e compagnie assicurative, ha dato risposte buone, senza appesantire gli oneri burocratici per l´agricoltore che presenta un´unica domanda sia per ottenere i contributi Pac sia per la contribuzione assicurativa agevolata. Pensare di spezzettare la gestione tra i 21 ´Psr´ regionali - ha affermato - può determinare disparità e una velocità variabile tra le Regioni. Anche se l´Umbria non ha problemi in termini di capacità di gestione finanziaria dei fondi europei per lo sviluppo rurale, in altre realtà regionali questi problemi esistono". "Il modello italiano e la scelta dello strumento assicurativo per contrastare il rischio in agricoltura è diventato patrimonio dell´intera Unione Europea e va salvaguardato", ha detto ancora l´assessore, che ha invitato i partecipanti al convegno a riflettere sull´opportunità offerta dalla programmazione comunitaria in tema di stabilizzazione del reddito. "Questo è un campo nuovo - ha affermato - che non può essere affrontato con un approccio puramente assicurativo e per cui non sono molti i modelli da poter imitare. Dobbiamo essere capaci, anche qui, di tirare fuori la creatività italiana per disegnare una nuova forma di mutualità che metta insieme gli strumenti tradizionali di garanzia del rischio con gli strumenti finanziari più innovativi per gestire l´esposizione al rischio di mercato. Le criticità - ha concluso - non devono farci rinunciare a valutare scenari che potrebbero rivelarsi decisivi in futuro per la sopravvivenza dell´agricoltura in Italia e in Europa". |
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LATTIERO-CASEARIO: 20MILIONI DAL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE OGGI A PARMA UN INCONTRO PER PRESENTARE ALLE IMPRESE LE OPPORTUNITÀ OFFERTE |
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Illustrare alle imprese del territorio le opportunità offerte dal Programma operativo dei progetti di filiera del settore lattiero-caseario, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, che metterà a disposizione quasi 20 milioni di euro. È questo l’obiettivo dell’incontro che si terrà mercoledì prossimo, 25 gennaio, nella sala Consiglio della Provincia (piazza della Pace,1) dalle 9.30 alle 13 alla presenza del vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, del dirigente del Servizio Agricoltura della Provincia Vittorio Romanini e di Claudia Orlandini della Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-romagna, responsabile del Programma. L’incontro sarà anche utile per aiutare le imprese a predisporre i progetti e la necessaria documentazione per aggiudicarsi i finanziamenti. In particolare, i fondi saranno destinati a finanziare cinque misure del Programma di sviluppo rurale: oltre 12milioni e 485mila euro per la misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”, 6milioni per l’azione 1 della misura 123 “Trasformazione e/o commercializzazione di prodotti”, 1milione per la misura 123 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti”, 200mila euro per l’azione 1 della misura 111 “Formazione e informazione per le imprese agricole e forestali” e 100mila euro alla misura 114 “Consulenza aziendale”. Il termine per la presentazione delle domande è fissato al 30 marzo 2012. Per informazioni: v.Romanini@provincia.parma.it tel. 0521 931769 |
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AOSTA, CONSEGNA DEGLI ATTESTATI PER ATTIVITÀ DI COLTIVAZIONE, RACCOLTA, TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DELLE PIANTE OFFICINALI |
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Venerdì 27 gennaio prossimo, alle ore 11.30, nella sede dell’Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe, l’Assessore Giuseppe Isabellon e l’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali Albert Lanièce consegneranno gli attestati relativi ai corsi di formazione organizzati a seguito dell’approvazione della legge regionale 16 febbraio 2011, n. 2 Disciplina delle attività di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali. Nel rispetto della normativa comunitaria e statale vigente in materia, con particolare riferimento alla normativa in materia di sicurezza alimentare, la legge disciplina le attività di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali, delle loro parti e dei relativi derivati, coltivate o raccolte nel territorio regionale. La legge stabilisce che le piante officinali ad uso erboristico, alimentare e domestico possano essere commercializzate o utilizzate, per la realizzazione di prodotti alimentari ad uso erboristico, da soggetti in possesso di idoneo titolo di studio previsto dalla normativa statale vigente oppure da soggetti che abbiano frequentato, con esito positivo, specifici corsi regionali di formazione. In collaborazione con l’Institut Agricole Régional sono state organizzate, nel periodo ottobre-dicembre 2011, due tipologie di corso: il corso di tipo A – rivolto a soggetti che intendano svolgere attività di coltivazione e raccolta per la realizzazione di prodotti ad uso alimentare, erboristico, domestico, cosmetico e medicale – e quello di tipo B – rivolto a coloro che intendano svolgere attività di prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione per la realizzazione di prodotti ad uso alimentare, erboristico e domestico. Sono stati ammessi ai corsi quaranta allievi per il corso A e quarantuno per il corso B. Di questi, tutti agricoltori, sedici provengono da aziende che già coltivano piante officinali e gli altri da aziende con indirizzo produttivo diverso ma interessate a diversificare la produzione (attualmente nella nostra regione vi sono circa cinquanta piccoli produttori che coltivano complessivamente circa quindici ettari di terreno a erbe officinali). I due corsi, della durata di 54 ore ciascuno, prevedevano 16 ore di lezione concernenti le normative regionali, nazionali ed europee in materia di coltivazione e trasformazione delle piante officinali e 38 ore relative ad argomenti di contenuto tecnico, otto delle quali dedicate a visita didattica. I cinquantatre allievi che hanno portato a termine il corso, partecipando ad almeno l’80% delle ore di lezione e superando con esito positivo l’esame finale, riceveranno l’attestato. Dato che diciannove di essi hanno frequentato entrambi i corsi, saranno rilasciati complessivamente trentotto attestati di frequenza al corso A e trentaquattro al corso B. |
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SARDEGA: AGGIORNATO L´ELENCO REGIONALE DEI TECNICI ED ESPERTI DEGLI OLI DI OLIVA
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L´assessorato dell´Agricoltura e riforma agro-pastorale ha pubblicato l´elenco ufficiale, su base regionale, dei tecnici ed esperti degli oli di oliva extravergini e vergini. Il documento è aggiornato al 31 dicembre 2011. Ricordiamo che l´iscrizione all´elenco deve essere richiesta alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura competente per il luogo di residenza dell´interessato. |
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NUOVO DISCIPLINARE PER IL MARCHIO DI PRODOTTO "OSTERIA TIPICA TRENTINA" |
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Dopo alcuni anni di applicazione del marchio "Osteria tipica trentina" e preso atto della sua efficacia e delle forti potenzialità che tale marchio mantiene ancora, tanto che s´è deciso di rinnovare la registrazione all´Ufficio brevetti e marchi per altri 10 anni, su proposta degli assessori Alessandro Olivi e Tiziano Mellarini la Giunta provinciale ha oggi approvato il nuovo disciplinare relativo al marchio di prodotto "Osteria tipica trentina". Il nuovo disciplinare sostituisce integralmente il precedente, mentre è fissato in sessanta giorni a partire da oggi il termine entro il quale i titolari degli esercizi aderenti al marchio dovranno formalizzare per iscritto la volontà di mantenere l´adesione al marchio, sottoscrivendo un´apposita dichiarazione di impegno, oppure in alternativa di rinunciare al marchio di prodotto in questione. Tra le novità inserite nel nuovo disciplinare approvato oggi figura la previsione che le Osterie tipiche trentine caratterizzate da una tipologia di locali e di arredamento che nel sentire comune offrano una percezione rustica-tradizionale – con riguardo alla localizzazione, alla struttura architettonica e all´utilizzo ad esempio del legno e della pietra – potranno fregiarsi dell´ulteriore definizione di "tradizionale". Viene inoltre fissato un limite temporale di dodici mesi alla nuova eventuale domanda di assegnazione del marchio nei riguardi degli esercizi ai quali il marchio stesso sia stato negato o revocato a causa del mancato rispetto dei relativi requisiti. È previsto l´obbligo di partecipare alle iniziative e agli incontri proposti dalla Provincia o da altri soggetti dalla stessa delegati per la valorizzazione del marchio, salva l´esistenza di situazioni adeguatamente motivate. Viene eliminato l´obbligo di disporre per la vendita di prodotti tipici, fatta salva comunque la facoltà di poterlo fare su base volontaria. Tra gli altri obblighi, è prevista la presenza nell´Osteria tipica trentina di un tagliere di degustazione di salumi trentini con almeno tre tipologie; ci sarà l´obbligo di proporre non solo il menù di degustazione, ma anche il tagliere di degustazione di formaggi trentini e quello dei salumi trentini; viene eliminato il riferimento alle ricette depositate presso la Camera di Commercio di Trento ed è prevista l´opportunità di inserire nei menù la descrizione di alcune delle ricette utilizzate; viene eliminato l´obbligo di usare la carta dei vini proposta dalla Camera di Commercio, anche se bisognerà rispettarne tutte le caratteristiche. Viene introdotta un´operazione ascolto tramite apposite cartoline a disposizione dei clienti, in modo da consentire l´immediata percezione del livello di adesione al progetto. È stato inoltre reso compatibile con il marchio il prodotto l´attività di pizzeria, qualora sia svolta in locali chiaramente distinti e separati rispetto a quelli della ristorazione tradizionale e purché siano adottate modalità gestionali e di pubblicizzazione che non vanifichino le finalità del progetto e sia garantito, laddove possibile, l´utilizzo di prodotti locali anche nella preparazione delle pizze. L’assessore Tiziano Mellarini ha evidenziato come questo provvedimento “contenga passaggi significativi nella direzione di qualificare la proposta turistica elevando il livello dell’offerta attraverso un legame sempre più intenso a concetti di tipicità e alle espressioni del territorio, oltre che di caratterizzare ulteriormente le strutture che si fregiano di questo marchio non solo dal punto di vista enogastronomico, ma pure sotto il profilo ambientale valorizzando i canoni propri della tradizione trentina”. L´assessore Alessandro Olivi, per parte sua, ha invece sottolineato come "questo nuovo disciplinare risponda all´esigenza di rendere il marchio delle Osterie tipiche trentine un vero elemento distintivo dell´offerta enogastronomica trentina, dentro il grande panorama della proposta che viene dalla piattaforma di pubblici esercizi che operano sul nostro territorio. La vera questione è che bisogna sul valorizzare chi s´impegna in modo coerente e trasparente nella promozione e nella somministrazione di prodotti tipici locali, evitando in tal modo il depotenziamento del marchio che può venire da comportamenti e condotte non rigorosi. Chi fa bene il proprio lavoro, insomma – ha ribadito Olivi, – dev´essere adeguatamente valorizzato, e pertanto è nostro compito distillare il meglio della qualità e della originalità. Solo in questo modo la proposta delle Osterie tipiche trentine può rafforzare il sistema trentino dell´ospitalità, e questo in riferimento non solo ai centri turistici, ma anche a quegli operatori che lavorano all´interno del tessuto urbano delle nostre città". |
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IL MASTER OF FOOD & WINE ARRIVA AL PARK HYATT MILANO
QUATTRO EVENTI ORGANIZZATI DA TUTTI I PARK HYATT NEL MONDO, PER ESPRIMERE UN LEGAME CON LE TRADIZIONI GASTRONOMICHE LOCALI ED OFFRIRE AGLI OSPITI ESPERIENZE UNICHE E AUTENTICHE.
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Per la prima volta a Milano arriva il Master of Food & Wine, l’evento arrivato alla sua seconda edizione, che si svolge in contemporanea nei 21 Park Hyatt nel mondo. Un format articolato in 4 date che, nel 2012, sapranno rappresentare il senso e i valori che caratterizzano questo marchio, sinonimo di qualità e lusso. Master of Food & Wine, oltre a sancire il legame tra Park Hyatt e territorio, diventa un invito a scoprire sapori, ingredienti e profumi della tradizione gastronomica italiana, guidati dall’executive chef del Vun, Andrea Aprea. Quattro i week end previsti, durante i quali gli ospiti di questi itinerari nel gusto, potranno scoprire le eccellenze del nostro paese, per apprendere i segreti di come si scelgono le materie prime, come e dove nasce la qualità. I fine settimana del Master of Food & Wine sono solo su prenotazione, per un massimo di 20 persone e si svolgono tra sabato mattina - con una escursione in esterni - e domenica mattina, con un evento nella Cupola del Park Hyatt Milano. 1. Si comincia il 28/29 Gennaio 2012 con un tema ricco di fascino: Cucina Povera / Cucina Ricca Sabato mattina: Andrea Aprea condurrà il gruppo a visitare un mercato locale di Milano per poi andare a conoscere la Longino & Cardenal emporio del gusto di altissimo livello, specializzato nella vendita di prodotti italiani d’eccellenza. In quella sede, Aprea avrà a disposizione una cucina e preparerà dei piatti utilizzando i prodotti della cucina “povera”, acquistati al mercato, e quelli della cucina “ricca”, distribuiti da Longino & Cardenal. Domenica mattina: Brunch in Cupola, dove il tema "Cucina Povera e Cucina ricca" verrà sviluppato a partire dalla carta del Vun. Le insalate e i desserts saranno a buffet, mentre i piatti caldi verranno preparati à la minute dalla cucina. Prezzo Euro 150 per persona. 2. Il 24/25 Marzo 2012 il tema sarà: La Franciacorta Sabato mattina: Andrea Aprea condurrà il gruppo a visitare Cà del Bosco, nella regione della Franciacorta. Qui lo Chef farà lezione di cucina e preparerà un pranzo con prodotti locali che saranno abbinati ai vini della regione. Domenica mattina: Brunch in Cupola, dove il tema "La Franciacorta" verrà sviluppato a partire dalla carta del Vun. Le insalate e i desserts saranno a buffet, mentre i piatti caldi verranno preparati à la minute dalla cucina. Prezzo Euro 160 per persona. 3. Il 23/24 Giugno 2012 il tema sarà: Culatello, Parmigiano e Lambrusco Sabato mattina: Andrea Aprea condurrà il gruppo nell´area del parmense a visitare una famosa azienda dove si produce il Culatello. Lo Chef preparerà un aperitivo a base di prodotti locali che verranno accostati al Lambrusco. A seguire, lo Chef cucinerà in loco il pranzo. Domenica mattina: Brunch in Cupola, dove il tema "Culatello, Parmigiano e Lambrusco" verrà sviluppato a partire dalla carta del Vun. Le insalate e i desserts saranno a buffet, mentre i piatti caldi verranno preparati à la minute dalla cucina. Prezzo Euro 160 per persona. 4. Il 6/7 Ottobre 2012 il tema sarà: Cibo e Birra Sabato mattina: Andrea Aprea condurrà il gruppo a visitare un famoso birrificio Milanese. Alla visita seguirà una degustazione di birre e poi il pranzo nel quale Aprea abbinerà i propri piatti ai vari tipi di birra prodotti in azienda. Domenica mattina: Brunch in Cupola, dove il tema sarà "Cibo e Birra" verrà sviluppato a partire dalla carta del Vun. Le insalate e i desserts saranno a buffet, mentre i piatti caldi verranno preparati à la minute dalla cucina. Prezzo Euro 140 per persona. Per informazioni e prenotazioni sul Masters of Food & Wine al Park Hyatt Milano: e-mail anna.Montanaro@hyatt.com - Tel +39 02 88 21 12 34. |
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ISTITUITO L´ELENCO DEI DEGUSTATORI DEI VINI DOP DELLA SARDEGNA |
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Pubblicato dall’Assessorato dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale il decreto che istituisce l’elenco regionale dei degustatori dei vini a denominazione di origine protetta della Sardegna (Dop) suddiviso in "tecnici degustatori" ed "esperti degustatori". Questi i requisiti richiesti per l’iscrizione all’elenco: per i tecnici degustatori - - essere in possesso del titolo di studio richiesto tra diploma di perito agrario specializzato in viticoltura ed enologia od enotecnico, diploma di enologo, diploma di laurea in scienze agrarie con specializzazione nel settore enologico diploma di laurea in scienze delle preparazioni alimentari con specializzazione nel settore enologico, o titoli equipollenti conseguiti all´estero; - avere esercitato e documentato nei due anni precedenti la data di presentazione della domanda di iscrizione, l´attivita´ di degustatore, in forma continuativa, per i vini Docg o Doc, con l´indicazione della/e denominazione/i per le quali e´ stata maturata la comprovata esperienza professionale. Per gli esperti degustatori - - aver partecipato a corsi organizzati da associazioni nazionali ufficialmente riconosciute operanti nel settore della degustazione dei vini e aver superato gli esami sostenuti a conclusione dei corsi stessi; - aver esercitato l’attivita´ di degustazione per almeno un biennio antecedentemente alla data di presentazione della domanda per la/e denominazione/i interessata/e. L´elenco è tenuto ed aggiornato dal Servizio produzioni dell’Assessorato dell’Agricoltura in Via Pessagno n. 4 a Cagliari a cui i degustatori interessati possono inoltrare le domande di iscrizione. Http://www.regione.sardegna.it/j/v/115?s=1&v=9&c=1409&c1=1305&id=28460 |
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GAMBACORTA VINCE IL PREMIO TARLATI 2012
LA CONSEGNA DEL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO
IL 30 GENNAIO AD AREZZO
SARANNO INAUGURATE ANCHE LE SALE DI VILLA SEVERI CHE OGGI OSPITANO IL POLO DELL’ENOGASTRONOMIA ARETINA
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A ricevere il prestigioso “Premio Tarlati” ideato e organizzato dall´Associazione Cuochi di Arezzo sarà quest´anno Bruno Gambacorta, uno delle più note firme del Tg2 Rai inventore di Eat Parade, il primo telegiornale italiano dedicato all’enogastronomia. La consegna del premio avverrà il prossimo 30 gennaio nel corso di una cena di gala organizzata presso il Centro Ippico di san Zeno di Arezzo alla presenza delle massime autorità nazionali dell´Associazione Cuochi, rappresentanti delle istituzioni e militari provinciali e locali. La cena sarà preparata dai giovani Chef dell’Associazione Cuochi di Arezzo. Il “Premio Tarlati” (nato 1991 e ispirato all´omonimo vescovo aretino vissuto alla fine del 1300 che ha lasciato in eredità ai cuochi aretini numerose ricette, fra cui la famosa "Zuppa di pollo del Tarlati") ha lo scopo di rendere omaggio a un personaggio del mondo dell´enogastronomia, che abbia contribuito a promuovere la cucina tipica della nostra terra, in Italia e nel mondo. In questi anni il riconoscimento è stato assegnato a giornalisti, scrittori, conduttori televisivi, personaggi politici, professori e chef di fama nazionale e internazionale. Bruno Gambacorta è stato scelto quest’anno dal comitato dell’Associazione cuochi di Arezzo per il suo infaticabile e importante lavoro di divulgazione dell’ enogastronomia proprio attraverso la sua rubrica “Eat Parade” che viene mediamente seguita da 2,5 milioni di spettatori ogni settimana da ben 14 anni. Napoletano, classe 1948, Bruno Gambacorta è da un quarto di secolo in Rai anche come esperto cultura, spettacolo, scienze e sanità (ha una laurea in medicina conseguita con il massimo dei voti nel cassetto). Ha vinto numerosi premi giornalistici. Il 20 ottobre del 2011 ha pubblicato il suo primo libro, “Eat Parade - Alla scoperta di personaggi, storie, prodotti e ricette fuori dal comune”, edito da Rai Eri e Vallardi. Il volume sarà presentato ad Arezzo presso la libreria Edison di Piazza Risorgimento, durante la giornata del 30 gennaio. L’appuntamento è in programma alle ore 18. Gambacorta sarà intervistato dal collega aretino Claudio Zeni. La consegna del Premio Tarlati 2012 sarà anche l’occasione per inaugurare ufficialmente le nuove sale di Villa Severi. La storica dimora settecentesca aretina, infatti, grazie ad un progetto della Provincia di Arezzo si è trasformata da pochi mesi in un vero e proprio polo dell’enogastronomia locale, divenendo sede dell’Associazione Cuochi di Arezzo, dell’associazione Sommelier Ais, del consorzio “Strade del Vino e dei sapori di Arezzo” e dell’associazione Aicoo. Alle ore 15 del 30 gennaio prossimo si terrà il taglio del nastro alla presenza delle massime autorità locali e dei presidenti nazionali della Federazione Cuochi e dell’associazione Sommeliers Ais. I premiati degli scorsi anni: 1991 Guido Gianni regista e scrittore 1992 Pier Francesco Greci scrittore 1993 Paolo Petroni giornalista 1994 Claudio Zeni giornalista enogastronomico 1995 Pier Luigi Rossi medico e giornalista 1996 Averando Augusto Tocci giornalista ed esperto selvicoltura 1997 Mario Bucciolotti presidente accademia della cucina 1998 Burton Anderson giornalista enogastronomico 1999 Giuseppe Bigazzi esperto di enogastronomia e giornalista 2000 Giorgio Sacchetti ricercatore 2001 Fabrizia Fabbroni giornalista 2002 Zelinda Ceccarelli funzionario respons. Della promozione Provincia di Arezzo 2003 Marco Hagge giornalista e conduttore Rai 2004 Mario Lombardi professore presso istituti alberghieri 2005 Premio Alla Trasmissione Televisiva Rai “Linea Verde” 2006 Rinaldo Drago membro nazionale onorario Federazione Italiana Cuochi 2007 Lorenzo Toto´ chef maestro di cucina 2008 Alex Revelli Sorini E Susanna Cutini giornalisti enogastronomici) 2009 Davide Paolini Giornalista enogastronomico e gastronauta 2010 Luigi Cremona Giornalista e critico enogastronomico 2011 il premio, assegnato in concomitanza con il Caterina de´Medici, è stato assegnato a: Anna Moroni, Claudio Sottili, Filippo La Mantia, Marco Valletta, Mario Neri, Gastone Pegoraro, Davide Cassi |
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QBTOBE: LA RICETTA PIÙ GIUSTA
PER CUCINARE AL MEGLIO LA PROPRIA PERSONALITÀ
GLI EVENTI A MISURA DUOMO DI QBTOBE
PER MONDADORI MULTICENTER DUOMO
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Qbtobe (Quanto Basta per essere) è un originale laboratorio sensoriale ed emozionale nato dall’esperienza e dall’intuito di Antonio Marchello, Personal Chef e Chef Formatore. Lezioni di cucina, cooking team building, degustazioni enogastronomiche, percorsi sensoriali: Qbtobe mette l’individuo al centro di ogni attività, pensata, affinata e studiata per offrire a ciascuno la possibilità di sperimentare, gustare ed esprimere al meglio la propria personalità. Perché ognuno di noi è un esemplare unico, a partire dalla tavola. Qbtobe presenta in esclusiva per Cook&books (la Scuola di Cucina al terzo piano del Mondadori Multicenter Duomo) un ventaglio di Eventi a misura Duomo: cooking lesson e laboratori di cucina originali e creativi che si rivolgono a un pubblico eterogeneo: giovani, stranieri, single, famiglie, casalinghe più o meno disperate, uomini sull’orlo di una crisi di nervi e chiunque abbia voglia di misurarsi davanti ai fornelli in un modo nuovo, non convenzionale, ma soprattutto divertendosi. Qbtobe propone format non convenzionali, studiati per inseguire e soddisfare i bisogni e le passioni delle persone, anche in base al poco tempo libero di cui ognuno dispone: laboratori e lezioni di cucina “tailor made”, a volte veloci, ma non per questo meno efficaci, che rivoluzionano la concezione tradizionale dei corsi per aspiranti chef. Comunicato stampa I format ideati da Qbtobe sono innovativi, a cominciare proprio dai titoli con cui sono presentati, e vengono organizzati non solo in tutte le fasce della giornata (mattino, pausa pranzo, pomeriggio e sera), ma anche durante i week-end. Gli Eventi a misura Duomo hanno titoli curiosi e insoliti, sono stati pensati come contenitori di idee e soluzioni per trasformare una semplice cooking lesson in un’esperienza unica e perfettamente pennellata sul tempo che ognuno ha a disposizione. Amate cucinare e ricevere ospiti, organizzare cene per la vostra famiglia o per gli amici, ma il tempo non basta mai e alla fine lo stress ha la meglio anche sulla fantasia? Per donne (ma perché no? anche uomini) del nuovo millennio, eternamente in lotta fra casa e lavoro, la soluzione si chiama Cinderella is back: ricette strategiche per ottimizzare il tempo da dedicare alla cucina. Siete alla ricerca dell’anima gemella e pensate che le passioni più intense possano scoppiare ovunque, anche fra i fornelli? Allora date una mano al destino e combattete ad armi pari. In fondo può bastare una sola serata perché tutto cambi… Gusto Singleare è l’occasione giusta per conoscere nuove persone: donne e uomini pronti a giocare col cuoco e col fuoco, in una sfida all’ultimo piatto sospesa tra vista e gusto, per vincere una cena a due in uno dei migliori ristoranti di Milano. Chi farà scoppiare la pentola a passione? Siete fra coloro che sostengono che “il mattino ha l’oro in bocca”? Se è così non potete perdervi Colazione da Tiffany: vizi e servizi dedicati al primo e fondamentale pasto della giornata, curiosità e consigli per esplorare nuovi sapori, riscoprire vecchie abitudini e divertirsi con le tradizioni mattutine di tutto il mondo. Comunicato stampa Oppure considerate il tè delle cinque un appuntamento irrinunciabile e vi piace organizzare merende sfiziose? Allora con Food Afternoon avrete l’occasione di scoprire usanze e baldanze dedicate alle ore pomeridiane, quelle che “volgono al desio”, per dirla come piaceva a Dante Alighieri. La vostra pausa pranzo è un tramezzino triste e moscio davanti al pc? Allora Fatti i Piatti Tuoi e in soli 40 minuti potrete imparare, preparare e gustare esattamente il “vostro” piatto del giorno! L’idea che ancora mancava per trasformare la pausa pranzo in un momento divertente, in cui non solo mangiare qualcosa di sano e veloce, ma soprattutto staccare dalla quotidianità dell’ufficio. In qualsiasi caso, l’esercizio fa bene alla salute. Stanchi del solito pranzo della domenica pieno di tortellini e arrosti bruciacchiati alla meno peggio? Din Don Brunch è ciò che fa per voi: ricette e trucchi per preparare un ottimo brunch nella migliore tradizione americana, perché la domenica sia davvero un giorno di festa. Ma attenzione: senza che questo significhi dover rinunciare al sottile piacere di poter sonnecchiare un po’ di più… Do you cook italian? Let’s Cook It!. Lezioni (in italiano e inglese) pensate e studiate per gli stranieri che vogliono conoscere e imparare i piatti che hanno reso famosa la cucina italiana nel mondo. La vostra passione per la cucina ha lasciato in voi una biblioteca di ricordi, sapori e ricette? Con Parole di Gusto, incontri di scrittura creativa, potrete esplorare l’universo della vostra memoria gustativa e scoprire inaspettate abilità narrative in punta di… forchetta. Per conoscere il calendario degli appuntamenti, orari, costi e per prenotazioni/acquisto: www.Qbtobe.com oppure www.Facebook.com/qbtobe.com |
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MANTENERSI IN LINEA CON IL COPENHAGEN COOKING FESTIVAL
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Safari del caviale in sella a una bici; cozze a mezzanotte; mercoledì di poesia e gastronomia. Copenhagen Cooking farà spopolare la cucina nordica, che secondo gli ultimi studi risulta essere la migliore dieta. Safari del caviale e ostriche a mezzanotte sono soltanto alcune delle proposte presenti nel programma di Copenhagen Cooking, il più grande festival gastronomico della Scandinavia. Nella sua edizione invernale, l’evento scalderà l’atmosfera con tanto buon cibo nordico e i prodotti del mare. Questa sì che è una notizia per gli amanti della dieta. Studi dimostrano che la cucina nordica consente di perdere più peso rispetto alle diete tradizionali. Non c’è dunque motivo di sottrarsi alla piacevole scoperta delle tentazioni gastronomiche proposte dal Copenhagen Cooking. Safari del caviale e altre leccornie Il festival si svolgerà per tutto il mese di febbraio in concomitanza con Wondercool, l’evento mensile dedicato alla cultura e, tra le molteplici attività, offrirà un safari del caviale per i ristoranti della città. Durante il safari, i partecipanti pedaleranno da un ristorante all’altro, e avranno la possibilità di degustare le diverse interpretazioni del caviale scandinavo. Se invece preferite avere un tetto sopra la testa, potrete assaggiare le specialità di ben dieci ristoranti diversi in un’unica location, l’Admiral Hotel. Altrimenti, se siete amanti dei piatti più insoliti, avrete occasione di provare testa di pecora e testicoli di ariete in un festival pagano islandese. Il mercoledì invece, il menu nordico del Gefährlich è accompagnato dalla recita di poesie, mentre all’Amager Fiskehus potrete degustare buon vino e caviale con un piacevole sottofondo musicale. Per il secondo anno, il Nyhavns Færgekro apre le proprie porte a una gustosa gara di ricette dedicate all’aringa. Se volete potrete partecipare alla sfida, altrimenti sarete i benvenuti anche solo per assaggiare i piatti preparati dai contendenti. Se amate la birra di qualità e le tapas nordiche, troverete la combinazione perfetta al Bar Jacobsen; se invece vi piace tirar tardi, il Fiskebaren a Kødbyen (nel Meat Packing District), è il locale che fa per voi con ostriche a mezzanotte (dalle 24:00 alle 3:00) e la musica del Dj Lulu Rouge. Capodanno Cinese e gustosa liquirizia Al Copenhagen Cooking, non tutto è necessariamente nordico. Potrete ad esempio lasciarvi tentare dal vincitore del Dessert dell’Anno 2011, Nikolaos Strangas, o protrarre i festeggiamenti per l’Anno Nuovo da Lêlê, che celebrerà il Capodanno Cinese con un sontuoso menu a 7 portate carico di sorprese. Che ne direste di fare un salto al Festival della Liquirizia? Potete assaggiare davvero di tutto: dalle classiche rotelle, alla liquirizia gourmet. Altrimenti lasciatevi tentare dalla Dining Week, dove diversi ristoranti offriranno menu a tre portate a sole 200Dkk (€27) dal 13 al 19 febbraio. Infine, anche gli amanti dei cocktail non avranno di che disperare. La Palm House del Giardino Botanico infatti, offrirà cocktail alla frutta, mentre uno speciale evento sarà dedicato a queste gustose bevande in alcuni dei bar più popolari come il 1105 e il Moltkes Bar. Trovate il programma completo del Copenhagen Cooking Festival su www.Copenhagencooking.com. Il Copenhagen Cooking, organizzato da Wonderful Copenhagen in collaborazione con le migliori realtà della scena gastronomica cittadina, si svolge dal 2005 in versione estiva durante il mese di agosto. Questa edizione invernale è parte del *Wondercool, il festival organizzato da Wonderful Copenhagen per tutto il mese di febbraio. Oltre agli eventi gastronomici, Wondercool propone anche spazi dedicati a moda, design, arte, architettura, rock e jazz |
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IL “FALSO” MADE IN ITALY ALIMENTARE ALL’ESTERO VALE OLTRE IL DOPPIO DI QUELLO VERO
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Roma – “Il falso Made in Italy alimentare - sottolinea il Presidente Federalimentare Filippo Ferrua – penalizza in modo enorme le dinamiche dell’industria alimentare in un momento in cui essa avrebbe più che mai bisogno di valorizzare i propri sbocchi esteri, in presenza del deludente andamento del mercato interno”. Il “falso” Made in Italy raggiunge infatti i 60 miliardi l’anno. Il fenomeno si articola, secondo le ultime stime, in 54 miliardi di Italian Sounding (ovvero la produzione che fa “eco” subdolamente al Made in Italy), e 6 miliardi di contraffazione vera e propria. “E’ una cifra enorme - sottolinea Ferrua - che raggiunge quasi metà del fatturato alimentare, pari a 127 miliardi, e vale oltre il doppio dell’export nazionale, pari a 23 miliardi”. Federalimentare riconosce i risultati positivi del lavoro della Commissione Parlamentare, ma richiede alle Istituzioni nazionali ed europee di adottare comportamenti incisivi e coerenti con la necessità di crescita del Paese, per rilanciare l’export e risollevare l’economia. In particolare, Ferrua chiede: 1) “il rafforzamento degli strumenti comunitari di tutela all’interno del perimetro Ue e la definizione di accordi bilaterali con i paesi maggiormente interessati; 2) il rafforzamento altresì dello “sportello imprese”, al fine di creare una efficace rete di monitoraggio all’estero del fenomeno; 3) l’attivazione di uffici legali presso il nuovo Ice che consentano azioni legali di tutela del Made in Italy; 4) campagne per far conoscere al consumatore estero il vero Made in Italy, anche mediante la qualificazione dei ristoranti italiani all’estero”.
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Europa E Africa |
Asia E Oceania |
Nord E Centro America |
Sud America |
Totale |
Export 2011 |
€ 17,9 Mld |
€ 1,7 Mld |
€ 3,2 Mld |
€ 0,2 Mld |
€ 23 Mld |
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Contraffazione |
€ 1 Mld |
€ 1 Mld |
€ 3 Mld |
€ 1 Mld |
€ 6 Mld |
Italian Sounding |
€ 21 Mld |
€ 4 Mld |
€ 24 Mld |
€ 5 Mld |
€ 54 Mld |
Contraffazione + Italian Sounding |
€ 22 Mld |
€ 5 Mld |
€ 27 Mld |
€ 6 Mld |
€ 60 Mld | |
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LE RICETTE DEL BUON RICORDO PER L’UNITÀ D’ITALIA
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122 ricette ispirate all’Unità d’Italia. Raccolte in un elegante e maneggevole Ricettario, sono il tributo che i Ristoranti del Buon Ricordo rivolgono ai 150 anni dell’unificazione d’Italia. “Per partecipare ad una celebrazione in cui si crede, quello che ciascuno può fare è offrire al meglio quello che sa fare – dice il presidente dell’Urbr Ovidio Mugnai - E noi, ristoratori associati all’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo, questo facciamo: proponiamo cibi, secondo ricette con le quali ci esprimiamo, per creatività e tradizione.” Alcune sono state create per l’occasione, ma la maggior parte affondano le loro radici nella tradizione gastronomica regionale e altre, addirittura, sono state recuperate storicamente dalla conoscenza di personaggi ed episodi, autentici o leggendari, nel lungo cammino unitario. Ciascun ristorante ha scavato nella sua storia e nelle sue memorie, riscoprendo piatti in cui echeggiano riferimenti illustri, da Garibaldi a Verdi, ma anche cibi popolari e apprezzatissimi a quel tempo, ora in disuso. Si va dai Passatelli tricolori al Carpaccio di pesce spada all’italiana, dai Lingotti tricolori con papera muta alla Pappa al pomodoro patriottica, al Piatto Tre colpi Tricolore. E così, pagina dopo pagina, ecco il Ciuppin allo scoglio dei Mille, gli Agnolotti alla Cavour, il Risotto alla Giuseppe Verdi con culatello di Zibello, lo Stoccafisso in umido con patate (prediletto da Garibaldi, che nemmeno in esilio a Caprera rinunciava al suo amatissimo stoccafisso, di cui si faceva regolarmente rifornire da Livorno)…le ricette sono corredate da storie ed aneddoti e ciascuna è abbinata ad un vino. A fare da corollario, il brioso saggio “L’unità d’Italia da Garibaldi all’Artusi”, in cui Francesco Soletti ripercorre le tappe dell’unificazione a tavola dell’Italia, a partire dal non facile affrancamento dalla nostra cucina da quella francese, in voga fino all’800. La nascita dell’industria alimentare, la rivoluzione del frigorifero e delle scatolette, Pellegrino Artusi, che ha realmente unificato l’Italia a tavola, favorendo per primo la conoscenza di prodotti, usi e costumi di cucina, tipicità e tradizioni. In un Paese da poco unito, ma molto diverso e diseguale, si scopriva allora con piacere le abitudini degli altri italiani, un tempo separati, lontani, a volte nemici, ma ora liberi di approfondire, anche a tavola, la loro conoscenza. Il risultato? Un piacevole e curioso spaccato della cucina di un’Italia “unita e diversa” . “ A tavola siamo stati (e siamo tuttora) profondamente diversi – commenta Ovidio Mugnai- La Scienza in cucina (prima parte del titolo della notissima opera di Pellegrino Artusi) ci ha certamente permesso di godere di scambi vantaggiosi e utili, ma L’arte di mangiare bene (seconda parte del titolo) ce la teniamo stretta in tutte le sue diversità, da Nord a Sud, dal mare alla montagna, felicemente consapevoli del fatto che in ogni contrada l’Italia ci offre uno scenario enogastronomico così vivace, autentico e diverso. È per questo motivo che, quasi mezzo secolo fa, i nostri “padri fondatori” hanno dato vita al Buon Ricordo. L’obiettivo resta valido e forse, ancora più necessario.” Intitolato Le Ricette del Buon Ricordo per l’Unità d’Italia, il volumetto riporta in copertina l’immagine del piatto realizzato dall’Urbr per il 150°, su cui spicca una fronda di corbezzolo, identificato dal poeta Giovanni Pascoli come albero italico per eccellenza, dato che associa in sé i tre i colori della nostra bandiera (verdi le foglie, bianchi i fiori, rosse le bacche). 255 pagine, terzo della collana dei Ricettari del Buon Ricordo, lo si trova nei ristoranti associati. Informazioni Unione Ristoranti del Buon Ricordo tel. 02 80582278, www.Buonricordo.com |
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FERNET-BRANCA: DA OLTRE 166 ANNI L´AMARO PER ECCELLENZA NELLA MEMORIA COLLETTIVA DEL NOSTRO PAESE E UN PEZZO DELLA STORIA ITALIANA.
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Vera e propria icona per il suo gusto inconfondibile, si ottiene grazie alla sua formula quasi “magica": dall´anno della sua creazione ad oggi, infatti, la ricetta segreta, che la famiglia Branca si tramanda di generazione in generazione, mixa sapientemente tra loro 27 erbe provenienti da cinque continenti. Ma Fernet-branca rappresenta anche un tassello importante nella tradizione del marketing e della comunicazione. Il celebre motto “Sopra tutto Fernet-branca" o l´aquila in volo superba, prima di donare un sorso del mitico Fernet o il celeberrimo Carosello - che ha accompagnato le serate di grandi e piccoli per tanti anni - hanno segnato la nascita di nuovo modo di parlare agli spettatori attraverso la neonata televisione. Prezzo al pubblico a partire da 11,09 Euro Brancamenta - Brancamenta, il liquore dall´inconfondibile gusto alla menta prodotto da Fratelli Branca Distillerie, stupisce ad ogni sorso per il brivido di piacere intenso che riesce a regalare. Indimenticabile il bicchiere scolpito nel ghiaccio per gustare al meglio un sorso di Brancamenta. Prezzo al pubblico a partire da 10.81 Euro Caffe´ Borghetti - Caffè Borghetti è il liquore di vero caffè espresso, prodotto con una vera caffettiera moka negli stabilimenti milanesi della Fratelli Branca Distillerie. Preparato ancora oggi seguendo la ricetta originale di Ugo Borghetti del 1860, con il suo sapore avvolgente ed intenso è capace di conquistare in ogni occasione! Prezzo al pubblico a partire da 8.40 Euro |
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