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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Marzo 2012
PARLAMENTO EUROPEO, FRA I TEMI DELLA PLENARIA 12-15 MARZO: SUCCESSIONI TRANSFRONTALIERE, PARITÀ SALARIALE E BUDGET  
 
Strasburgo, 12 marzo 2012 - Di seguito l’elenco degli argomenti che il parlamento europeo discuterà nella sessione del 12-15 marzo. Facilitare le successioni transfrontaliere - Evitare conflitti in tribunale e lunghi e costosi processi in caso di esecuzione di volontà testamentarie che coinvolgono sistemi giuridici di più paesi Ue è l´obiettivo di una proposta di regolamento che il Parlamento discuterà e voterà la prossima settimana. Disparità retributiva di genere e quote per le donne nei consigli di amministrazione e nelle istituzioni politiche - Proposte per ridurre il divario retributivo fra i sessi e utilizzare le quote per aumentare il numero di donne nei consigli di amministrazione e negli organi politici saranno discusse lunedì e poste in votazione martedì. I deputati sono favorevoli a una normativa sulla parità di genere nei consigli d´amministrazione e plaudono alla decisione della Commissione del 5 marzo di avviare una consultazione pubblica su questa tematica. Islanda, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Bosnia-erzegovina - I deputati discuteranno mercoledì i progressi compiuti dall´Islanda, dall´ex Repubblica iugoslava di Macedonia e dalla Bosnia-erzegovina verso l´adesione all´Ue. Il dibattito sarà seguito dalla votazione di una risoluzione lo stesso giorno. Il sito olandese discriminatorio al vaglio degli eurodeputati - I diritti fondamentali dei cittadini europei, quali la libertà di movimento e la non discriminazione, saranno discussi martedì pomeriggio in Aula, a seguito dell´apertura di un sito web che invita gli olandesi a inviare reclami riguardanti cittadini dell´Europa centrale e orientale. Conclusioni del Consiglio europeo del 1-2 marzo - Il Parlamento discuterà martedì le conclusioni del Consiglio europeo di primavera con il Presidente del Consiglio Herman Van Rompuy e il Presidente della Commissione José Manuel Barroso. Il vertice è stato salutato dal Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz come il primo negli ultimi due anni che non si sia concentrato esclusivamente sulla gestione della crisi, anche se molti deputati potrebbero giudicare troppo timido l´impegno preso per rilanciare la crescita. Bilancio 2013: i deputati ribadiscono il pericolo di mancanza di risorse - Durante il dibattito di mercoledì sulle linee guida in materia di bilancio, i deputati chiederanno ai governi Ue di non proporre tagli "artificiali" al budget comunitario 2013 che rischia di non coprire le necessità reali e i pagamenti in sospeso. I deputati desiderano, infatti, evitare che si ripeta la situazione dello scorso dicembre, quando la Commissione europea non era in grado di onorare gli impegni contrattuali assunti. Cioccolato senza sfruttamento minorile - In un progetto di risoluzione che sarà votato martedì, i deputati sostengono che l´Ue, quale principale consumatore mondiale di cacao, deve assicurarsi che non ci sia sfruttamento della forza lavoro minorile durante la raccolta delle fave di cacao. Il Parlamento deciderà se dare il proprio consenso a un nuovo accordo internazionale sul cacao, che vincola i firmatari a migliorare le condizioni di lavoro nell´industria del cacao. Commissione speciale sull´uso improprio di fondi pubblici da parte delle organizzazioni criminali - Il Parlamento si pronuncerà mercoledì sull´istituzione di una commissione speciale con il mandato di indagare sull´uso improprio di fondi pubblici da parte delle organizzazioni criminali, mafie incluse, la loro infiltrazione del settore pubblico, l´economia legale e il sistema finanziario. I deputati chiedono una strategia europea per il diabete - In un dibattito di martedì con la Commissione e il Consiglio, il Parlamento europeo dovrebbe chiedere la predisposizione di una strategia a livello comunitario per combattere il diabete. La malattia ha raggiunto proporzioni epidemiche, con quasi il 10% della popolazione Ue già colpita e molte più persone a rischio. I deputati ritengono che sia necessario un maggiore impegno per la prevenzione, la ricerca e la diagnosi precoce. Misure Ue contro la pirateria al largo del Corno d’Africa - Circa 200 persone fra marinai e pescatori, sono attualmente tenute in ostaggio dai pirati che operano al largo delle coste della Somalia e nella zona ovest dell´Oceano indiano. I deputati chiederanno alla Commissione quali misure intenda adottate per eliminare le cause della pirateria chiudendo i canali finanziari dei suoi sostenitori e quale sarà il futuro delle operazioni della forza di protezione navale Ue-navfor le cui imbarcazioni sono state recentemente ridotte da 35 nel 2009 a 10.  
   
   
UE, PROJECT BONDS: DEI PRESTITI DESTINATI ALLE INFRASTRUTTURE  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012 - Quando le banche smettono di fare prestiti e i governi non investono più, una soluzione può essere quella di distribuire dei project bonds, dei prestiti obbligazionari destinati al settore privato. Per rilanciare i progetti europei d´infrastrutture. Oggi più che mai è necessario "trovare nuovi strumenti per spostare il capitale". Il deputato di centro sinistra Göran Färm è il relatore responsabile del progetto sui prestiti obbligazionari destinati al settore privato al Parlamento europeo. Come già annunciato dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso, nel suo discorso sullo Stato dell´Unione nel settembre 2010, questo nuovo strumento finanziario non deve essere confuso con i famosi eurobonds. Questi ultimi sono infatti distribuiti dalla Banca centrale europea (Bce) per finanziare il deficit budgetario degli Stati membri. Mentre i project bonds sono destinati a partner privati con lo scopo di finanziare dei progetti europei d´infrastrutture che non realizzabili a condizioni commerciali, ma strategicamente importanti: trasporti, telecomunicazioni, energia. Rilanciare l´economia - Secondo le proiezioni della Commissione europea, entro dieci anni la modernizzazione delle infrastrutture europea avrà bisogno di un budget compreso tra 1.5000 e 2.000 miliardi di euro, quindi tra i 150 e i 200 miliardi di euro all´anno. Se questi grandi progetti d´infrastrutture hanno generalmente delle conseguenze positive sull´economia e sulla società, la crisi finanziaria mondiale ha frenato ogni forma d´iniziativa. Ha limitato le capacità d´investire delle aziende e degli investitori. La crisi è inoltre responsabile dei tagli ai budget nazionali, e quindi al sostegno che i poteri pubblici possono dare a questo tipo di progetti. I project bonds potrebbero essere la soluzione permettendo di lanciare nuovi cantieri e rassicurare i grandi investitori (fondi pensionistici, compagnie assicurative…). Il principio è semplice: la Banca europea per gli investimenti (Bei) fissa le garanzie o i prestiti permettendo così di limitare i rischi per gli investitori privati. Un effetto demoltiplicatore - "Il finanziamento europeo minimizzerà il rischio degli investitori di perdere dei soldi" sottolinea Göran Färm. "Un euro del budget europeo potrà in questo modo smuovere da 15 a 20 euro da parte dei fondi di pensione e di altri investimenti privati". Questo progetto dovrà continuare fino al 2014. In una prima fase pilota, è previsto che l´Unione europea contribuisca con circa 230 milioni di euro, per poter coprire i rischi presi dalla Banca europeo d´investimento su 5-10 progetti. Se la maggior parte degli eurodeputati sostengono l´idea dei project bonds, la presidentessa inglese della commissione all´Economia Sharon Bowles sottolinea che "la garanzia offerta da Bruxelles è limitata e non elimina il rischio". Il deputato ceco Ivo Strejček è contrario alla proposta e avverte che questo nuovo strumento finanziario utilizza i fondi europei per aumentare il debito pubblico nazionale degli Stati membri.  
   
   
COME RIDURRE IL DIVARIO SALARIALE TRA UOMINI E DONNE?  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012 - Il Parlamento europeo ha scelto "Parità di retribuzione per lavoro di pari valore" come tema per la Giornata internazionale della donna 2012, celebrata l´8 marzo. In occasione di questo evento i deputati hanno incontrati i cittadini e alcuni deputati nazionali per discutere su come agire per ridurre il gap salariale tra uomini e donne. All´interno dell´Unione europea le donne sono ancora pagate il 17% in meno rispetto agli uomini. Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo, ha aperto il dibattito indicando che la parità salariale è "una delle sfide principali da affrontare oggi". Ha inoltre ricordato che nonostante il 60% degli studenti universitari siano ragazze, le donne sono ancora sottorappresentate nei posti alta dirigenza. Il presidente era anche presente alla conferenza con Viviane Reding, vicepresidente europeo responsabile per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, Edit Bauer, membro della commissione per i Diritti della donna e Egemen Bagis, il ministro turco agli Affari europei. Abbiamo chiesto a otto donne presenti alla conferenza "Cosa può fare il Parlamento europeo per eliminare il divario salariale?". Clicca sulla galleria di foto per conoscere le risposte. Giornalista spagnola Marina Sancho Ferrer - Oggi abbiamo sentito diversi punti di vista sulla situazione delle donne in Europa. Questi eventi sono necessari per far riflettere le persone sul problema. Ed è importante che le istituzioni come il Parlamento europeo lo promuovano. · Maria Delaki, dottoranda in legge in Grecia - Secondo me la cosa più urgente da fare sarebbe quella di rafforzare l´idee delle quote con delle sanzioni per chi non le rispetta. Dobbiamo rinforzare di più l´accesso delle donne a posti alta responsabilità. · Signe Norgaard, attivista per i diritti delle donne in Danimarca - Il problema principale riguarda il modo in cui sono divise le risorse tra uomini e donne. Il gap salariale nasce da qui. E il Parlamento europeo dovrebbe assicurare le stesse attenzioni per i bambini e le persone anziane. · Ada Garriga, una ricercatrice spagnola - Attualmente il tipo di discriminazione più comune è quella indiretta, come il congedo di paternità. La società deve riconoscere il lavoro che le donne fanno fuori e dentro casa. Dobbiamo cambiare mentalità. Viviamo nel Xxi secolo e dovremmo realizzare che un lavoratore, uomo o donna che sia, ha anche delle responsabilità familiari. · Sabrina Luise, attivista per i diritti delle donne in Italia - Il processo che porta all´uguaglianza è molto lungo. Oggi abbiamo evocato i temi centrali, ma non ho sentito nessuna proposta concreta per cambiare la situazione. Conosciamo bene il problema, ma nessuno suggerisce soluzioni per risolverlo. La situazione è uguale in tutti gli Stati membri, ora è venuto il momento di trovare soluzioni reali. · La senatrice polacca Barbara Borys-damięcka - L´unione europea dovrebbe esercitare più pressione sugli Stati membri per far implementare molte direttive europee riguardanti la parità tra uomini e donne. · Alicja Olechowska, deputata del Parlamento polacco - Il Parlamento europeo dovrebbe promuovere la parità salariale tra uomini e donne come è stato fatto durante la conferenza. Le donne hanno raggiunto un alto livello educativo in tutta Europa e meritano lo stesso salario degli uomini.  
   
   
UE: SUCCESSIONI TRANSNAZIONALI: UNA LEGGE PIÙ SEMPLICE PER SITUAZIONI PIÙ COMPLESSE  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012 - 450.000 è il numero delle successioni transnazionali all´interno dell´Unione europea. Ma la legislazione cambia in ogni Stato membro. Dunque qual è tribunale competente? Quale la legislazione da seguire? Lunedì 12 marzo, durante la sessione plenaria, i deputati europei si confronteranno sul certificato successorio europeo, uno strumento che faciliterà i problemi legati all´eredità. Secondo la proposta della Commissione europea, la competenza e la legge applicabile nel caso di una successione transfrontaliera sarebbero basate sul luogo di residenza abituale del defunto. Nonostante ciò, le persone che vivono all´estero dovrebbero poter richiedere di ricorrere alla legislazione del loro paese d´origine. L´obiettivo è quello di ridurre il rischio di decisioni contraddittorie tra un paese e l´altro. Un sostegno chiaro da parte del Parlamento europeo - La commissione parlamentare agli Affari giuridici ha approvato il rapporto del deputato tedesco di centro destra Kurt Lechner. I deputati sono d´accordo con la Commissione ma vogliono apportare qualche precisione. Sottolineano infatti che le nuove misure apporterebbero una sicurezza giuridica e semplicità per tutti i cittadini. La frammentazione delle successioni sarebbe evitata facilitando le successioni transnazionali.  
   
   
ELEZIONI LOCALI: ANCORA OSTACOLI NELL’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI VOTO PER I CITTADINI DELL’UE  
 
Bruxelles, 9 marzo 2012 – Sempre più cittadini dell’Ue si avvalgono del diritto di stabilirsi e lavorare in un altro paese dell’Unione europea: ben 8 milioni di persone in età di voto risiedono attualmente in uno Stato dell’Ue diverso da quello di origine e, in quanto cittadini Ue, hanno diritto di votare o di candidarsi alle elezioni locali del paese in cui risiedono. Tuttavia, secondo una nuova relazione pubblicata il 9 marzo dalla Commissione europea, attualmente solo il 10% esercita questo diritto. Sebbene la maggior parte dei paesi abbia recepito in modo soddisfacente la normativa dell’Ue in materia (direttiva 94/80/Ce), continuano ad esserci degli ostacoli. Inoltre, alcuni cittadini non sembrano essere a conoscenza dei loro diritti e le procedure risultano talvolta troppo macchinose. La Commissione intende quindi cooperare con le autorità nazionali, regionali e locali per individuare e risolvere le difficoltà che ancora impediscono ai cittadini di esercitare appieno i loro diritti elettorali. La proposta di proclamare il 2013 Anno europeo dei cittadini costituisce una buona occasione per far conoscere meglio i diritti dei cittadini dell’Ue. “Che si tratti di alberi da piantare, di servizi di emergenza o di trasporti locali, le decisioni prese a livello comunale incidono sulla vita di chiunque abiti nella zona. Per questo motivo, ai sensi dei trattati Ue, i cittadini dell’Unione godono degli stessi diritti democratici di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali in tutti e 27 gli Stati membri dell’Ue, ovunque essi risiedano” ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Continueremo a lavorare con gli Stati membri per far sì che questi diritti siano efficacemente applicati e che tutti i cittadini dell’Unione possano esprimersi sui temi che stanno loro a cuore”. Secondo la relazione odierna sull’applicazione delle norme Ue in materia di diritti di voto dei cittadini dell’Ue alle elezioni comunali, anche se gli Stati membri hanno recepito in modo soddisfacente la pertinente direttiva Ue, permangono diversi problemi. Ad esempio, le condizioni imposte ai cittadini di altri Stati membri possono essere diverse da quelle cui sono soggetti i cittadini nazionali (come nel caso dell’obbligo di aver risieduto per un certo periodo nel paese al fine di poter esercitare il diritto di voto). La relazione osserva che, mentre il numero di europei che vive in un paese dell’Ue diverso dal proprio è aumentato, in media solo il 10% di essi ha esercitato il diritto di voto. I cittadini dell’Ue dovrebbero essere informati dei loro diritti elettorali e delle procedure amministrative necessarie per esercitarli. La Commissione continuerà a vigilare sulla corretta attuazione della direttiva, aiutando gli Stati membri ad introdurre tutte le misure necessarie perché i cittadini si avvalgano pienamente dei loro diritti elettorali. Promuoverà inoltre le migliori pratiche per incoraggiare cittadini di altri Stati dell’Ue a partecipare alla vita politica e istituzionale a livello locale. Contesto La libertà di movimento è il diritto più apprezzato derivante dalla cittadinanza dell’Unione (vedi comunicato stampa n. 14/2011). Sono infatti sempre più numerosi gli europei che ne beneficiano trasferendosi in un altro Stato membro: secondo le stime, nel 2009, erano 11,9 milioni i cittadini che vivevano in uno Stato membro diverso dal proprio, mentre nel 2010 erano 12,3 milioni (Stat/11/105), di cui 8 milioni in età di voto. Grazie alla cittadinanza dell’Unione, che si aggiunge a quella nazionale senza sostituirla, tutti i cittadini dei 27 Stati membri dell’Ue possono votare e candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo e comunali nello Stato membro in cui risiedono. La relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’Unione (vedi Ip/10/1390 e Memo/10/525) individua 25 interventi concreti per eliminare i rimanenti ostacoli che intralciano la libera circolazione dei cittadini dell’Ue su tutto il territorio dell’Unione, proponendo, tra l’altro, di promuovere una maggiore consapevolezza sullo status di cittadino dell’Unione, sui diritti ad esso connessi e sulle implicazioni nella vita di tutti i giorni. A tal fine la relazione propone di proclamare il 2013 “Anno europeo dei cittadini” e di organizzare eventi mirati sulla cittadinanza dell’Unione e sulle politiche rivolte ai cittadini. Nel corso dell’Anno europeo dei cittadini 2013, la Commissione pubblicherà un seconda relazione sulla cittadinanza dell’Unione, che costituirà il piano d’azione per eliminare completamente gli ostacoli che tuttora impediscono ai cittadini dell’Unione di godere pienamente dei propri diritti. Per ulteriori informazioni Cittadinanza dell’Unione: http://ec.Europa.eu/justice/citizen/index_it.htm    
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO UE MALMSTRöM: IN CONSIGLIO L´ADOZIONE DI UNA POSIZIONE COMUNE SUL PROGRAMMA COMUNE DI REINSEDIAMENTO UE  
 
 Bruxelles, 12 Marzo 2012 - "In un mondo che è ancora lacerato dagli orrori della guerra, persecuzioni e carestie, il reinsediamento dei rifugiati, nella maggior parte dei casi si intende la differenza tra la vita e la morte. L´obiettivo del nuovo programma è quello di migliorare la capacità dell´Unione europea, che contribuirà noi a fare di più. Accolgo quindi con favore l´adozione di oggi di una posizione comune del Consiglio sul ´programma comune di reinsediamento Ue´ presentata dalla Commissione nel 2009. Questa è una misura necessaria e un notevole passo avanti verso impegni concreti e una maggiore cooperazione per quanto riguarda il reinsediamento dei rifugiati verso l´Europa e ci permetterà di mettere in comune le nostre risorse e fare una vera differenza in uno spirito di solidarietà. Accolgo inoltre con favore gli sforzi compiuti dal Parlamento europeo e il relatore e non vedo l´ora l´adozione del programma da parte del Parlamento europeo. " Programma comune di reinsediamento Ue- Il reinsediamento dei rifugiati non è solo una misura salva-vita, ma un gesto importante di solidarietà da parte di ricevere i paesi dell´Ue verso i paesi terzi che ospitano un gran numero di rifugiati. 2012 è il termine per l´istituzione del sistema europeo comune di asilo che garantisca standard minimi e procedure comuni e status di rifugiato uniforme. Un maggiore impegno nella reinsediamento costituisce anche parte integrante della politica comune dell´Ue in materia di asilo. Il programma comune di reinsediamento Ue aumenterà l´impatto degli sforzi di reinsediamento dell´Ue nel fornire protezione ai rifugiati e massimizzare l´impatto strategico del reinsediamento attraverso una più mirati di quelle persone che sono in maggiore necessità di essere reinsediati. Il programma di reinsediamento specificherà un elenco più ampio di reinsediamento di rifugiati di cui potrà beneficiare di finanziamenti Ue. Ci saranno anche specifiche priorità di reinsediamento dell´Ue, precisando le nazionalità dei rifugiati e dei paesi da cui reinsediamento dovrebbe avvenire come una priorità e per i quali finanziamenti dell´Ue è disponibile. Nel 2013 tale elenco comprenderà i rifugiati del Congo, Iraq, Afghanistan, Somalia, Eritrea e Birmania. Infine, il programma offre ulteriore incentivo finanziario per i paesi che iniziano a impegnarsi in attività di reinsediamento. Per il periodo 2014-2020, la Commissione propone di istituire un nuovo meccanismo che sarà più flessibile e attraente per gli Stati membri e che consentirà un utilizzo più strategico del reinsediamento. Ciò dovrebbe portare ad un aumento sostanziale reinsediamento per l´Ue. L´obiettivo è quello di vedere più programmi di reinsediamento nazionali stabiliti e di aumentare quelli già esistenti.  
   
   
LANCIATO L’ EUROPEA ENTERPRISE PROMOTION AWARDS 2012  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012.-La Commissione europea ha lanciato l’ 8 marzo la sua edizione 2012 dei premi europei di promozione delle imprese. Si premia il successo di enti pubblici e partenariati pubblico-privato nella promozione dell´impresa e dell´imprenditorialità. Uno dei temi per l´edizione 2012 sarà il finanziamento delle Pmi per quegli imprenditori che vogliono estendere la loro attività ed entrare in nuovi mercati. Nel contesto economico attuale, le Pmi sono riconosciute per il contributo alla crescita e il loro potenziale di creazione di posti di lavoro è importante. L’ 85% di tutti i nuovi posti di lavoro nell´Unione europea sono forniti da piccole e medie imprese. Le autorità pubbliche sostengono le Pmi con un numero elevato di iniziative. Il vincitore sarà scelto da una giuria di esperti e ricevere il premio durante la Pmi 2012 Assemblea nel mese di novembre a Cipro. Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha dichiarato: "Ogni anno i Premi Impresa Europea portare le iniziative di successo anteriori provenienti da tutta Europa che hanno creato situazioni win-win per le imprese e le comunità Abbiamo bisogno di moltiplicare questi calcestruzzo. Storie di successo e rendere l´Europa più business-oriented e business-friendly. Ciò è essenziale per la creazione di posti di lavoro e il recupero dell´economia europea. " Ci sono cinque diverse categorie di premio: Promuovere lo spirito imprenditoriale; Investire in competenze; Migliorare il contesto imprenditoriale; Sostenere l´internazionalizzazione delle imprese; Imprenditorialità responsabile e inclusiva. Il concorso si compone di due fasi, i richiedenti devono prima di competere a livello nazionale. Ogni paese è quindi possibile selezionare due voci ad essere nominato al concorso europeo 16 luglio 2012. Gli obiettivi del Premio Impresa annuali della Commissione europea di promozione europeo sono: Identificare e riconoscere le iniziative eccezionali che promuovere l´impresa e l´imprenditorialità ; Vetrina e condividere esempi di politiche e migliori imprenditorialità e pratiche; Creare una maggiore consapevolezza del ruolo svolgono gli imprenditori nella società; Incoraggiare e ispirare gli imprenditori potenziali . Http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/best-practices/european-enterprise-awards/index_en.htm    
   
   
UE: IL CONSIGLIO HA ADOTTATO UNA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE PER LA LOTTA CONTRO IL TRAFFICO DI ARMI DA FUOCO  
 
Bruxelles, 12 Marzo 2012 - Con la nuova legislazione Ue ha adottato l’ 8 marzo il Consiglio d´Europa stabilisce norme più severe per lottare efficacemente contro il traffico illecito di armi. Vengono stabiliti i requisiti per la concessione di licenze di esportazione, importazione e transito e facilita il monitoraggio delle armi del corso. Il traffico illecito di armi da fuoco genera circa € 180 milioni ogni anno nel mondo 1 . Tale importo è solo una parte della minaccia reale connessa al traffico di armi, che è spesso associato ad altri reati gravi come il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani e corruzione. Accogliendo favorevolmente il Consiglio ha adottato oggi la proposta, Malmström, commissario europeo, ha dichiarato: "Il traffico di armi da fuoco è una minaccia per la sicurezza dei nostri cittadini e un affare redditizio per la criminalità organizzata. Accolgo quindi con favore in particolare del Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato la proposta della Commissione a rafforzare le norme in materia di esportazione e l´importazione di armi da fuoco e migliorare la loro tracciabilità. Controlli più rigorosi in materia di ingresso e di uscita delle armi da fuoco nell´Ue noi lo impediscono di essere utilizzato per fini illeciti ". Per evitare di imporre inutili oneri amministrativi, il regolamento stabilisce procedure semplificate per l´importazione e l´esportazione temporanea e il transito di piccole quantità di armi da fuoco " per verificabili leciti "attività come ricreazione, e la compensazione dell´esposizione. La nuova legislazione migliora la tracciabilità e il controllo di importazione ed esportazione di armi da fuoco per uso civile, da o verso il territorio dell´Unione (armi da fuoco per scopi militari sono disciplinati da altre regole). Si allinea la normativa Ue relativa all´articolo 10 del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco, permettendo così la sua ratifica da parte dell´Unione europea, che è in corso dal 2002.  
   
   
E’ NATO IL COORDINAMENTO DEI CENTRI DI INFORMAZIONE EUROPEA DELLA CALABRIA PER ACCORCIARE LE DISTANZE TRA CALABRIA ED EUROPA  
 
Catanzaro. 12 marzo 2012 - E’ stata formalizzata con un accordo, sottoscritto negli uffici del Dipartimento al Lavoro, la nascita del Coordinamento regionale dei Centri di Informazione europea della Calabria. L’accordo è stato siglato da Bruno Calvetta, nel doppio ruolo di Dirigente Generale dello stesso Dipartimento e di Autorità di Gestione del Por Calabria Fse 2007-2013, e dai diversi soggetti deputati alla veicolazione dell’informazione comunitaria presso i cittadini. Europe Direct, Eurodesk, Centri di Documentazione Europea, Enterprise Europe Network ed Eures della Calabria sono i protagonisti attivi di questa grande rete che ora razionalizza di fatto le buone pratiche già esistenti a livello locale nell’attività di informazione comunitaria. Le competenze degli operatori locali delle singole reti si potenzieranno attraverso uno scambio di conoscenze ed informazioni, aumentando di conseguenza la capacità di risposta al pubblico. L’accordo fissa gli obiettivi del Coordinamento nella realizzazione di attività coordinate di informazione, orientamento e formazione indirizzati e accessibili ai cittadini calabresi in modo da rispondere più efficacemente alle esigenze di un territorio vasto e complesso; nella convergenza su progetti sinergici di comunicazione da avviare sul territorio calabrese; nel pieno coinvolgimento della Regione Calabria perché riconosca alle diverse tipologie dei Centri di Informazione Europea la capacità di condurre azioni di comunicazione sinergica, integrata e bidirezionale che raggiungono, in quanto direttamente collegati con i cittadini e il territorio locale, in modo appropriato ed efficace il target di riferimento. Per il raggiungimento di questi obiettivi, i Centri di informazione europea della Calabria si impegnano ad una serie di azioni - promozionali e formative – che mettono in evidenza l’esistenza e le funzioni del coordinamento regionale. Il ruolo di coordinamento sarà rivestito a turno – e per la durata di un anno - da ogni centro di informazione che aderisce all’accordo. Nella fase di “start up”, l’accordo impegna anche a riunioni trimestrali, da tenersi a rotazione nelle diverse sedi, per monitorare l’attività ed individuare nuovi ambiti di intervento.  
   
   
INTESA REGIONE CAMPANIA - STATO MINAS GERIAS. CALDORO: "RAFFORZIAMO AMICIZIA E COOPERAZIONE IN BRASILE"  
 
Napoli, 12 marzo 2012 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il governatore dello Stato di Minas Gerais della Repubblica Federativa del Brasile Antonio Augusto Junho Anastasia hanno firmato il 7 marzo in sala giunta una intesa per consolidare la collaborazione e l´interscambio tra le parti. Erano presenti all’incontro gli assessori all´Università e Ricerca Scientifica Guido Trombetti e all´Istruzione e Cultura Caterina Miraglia, i segretari di Stato per lo Sviluppo Economico Dorotea Werneck, per il Turismo e per lo Sport e Gioventù Bràulio Braz, i presidenti della Camera italo-brasiliana di Minas Geiras Giacomo Regaldo e della Federazione delle Industrie (Fiemg) Olavo Machado. Con questo accordo, verrà promosso l’interscambio di esperienze, conoscenze, metodologie e tecnologie per lo sviluppo reciproco, anche attraverso il coinvolgimento delle imprese esistenti sui rispettivi territori. "Rafforziamo - ha detto il presidente Caldoro al termine dell’incontro - l´amicizia con il Brasile, incentivando i legami di cooperazione nei settori di comune interesse. "Auspico che quanto prima, grazie anche ai proficui rapporti esistenti tra le nostre Camere di Commercio, possano essere individuate aree comuni di intervento per la crescita ulteriore della Campania e dello Stato di Minas Gerais", ha concluso il presidente.  
   
   
PERUGIA: IL GRANDUCATO DEL LUSSEMBURGO SI PRESENTA IN UMBRIA  
 
Perugia, 12 marzo 2012 Oggi alle ore 11.00, presso il Centro Servizi “Galeazzo Alessi” della Camera di Commercio di Perugia (ex Borsa Merci, via Mazzini), Giorgio Mencaroni, in qualità di presidente di Unioncamere Umbria, accoglierà una delegazione costituita da S.e Jean-louis Wolzfeld, ambasciatore del Granducato del Lussemburgo in Italia, S.e Raffaele de Lutio, ambasciatore d’Italia a Lussemburgo, Pierre Gramegna, direttore generale della Chambre de Commerce du Grand-duché de Luxembourg e Fabio Morvilli, presidente della Camera di Commercio Italo Lussemburghese. Nel corso dell’incontro saranno illustrati i possibili ambiti di cooperazione economica e culturale tra il Granducato del Lussemburgo e l’Umbria e il progetto dell’Ambasciata d’Italia per la realizzazione di un “Anno dell’Umbria in Lussemburgo”, in collaborazione con la Camera di Commercio italo lussemburghese e quella Nazionale del Lussemburgo.  
   
   
BILANCIO. ZAIA: LA REGIONE VENETO NON APPLICA NUOVE TASSE, L’IRPEF LA INCASSA LO STATO, NON LA REGIONE  
 
 Venezia, 12 marzo 2012 - “La nostra è l’unica Regione che non applica l’addizionale Irpef”. Lo ha sottolineato il presidente veneto, Luca Zaia, intervenendo nella discussione sul bilancio in corso in Consiglio regionale. “Ci indigna non poco, quindi – ha aggiunto Zaia –, sapere che nelle buste paga dei lavoratori del Veneto ci sia la dicitura ‘addizionale Irpef regionale’ e per di più con un aumento. Sia chiaro: questa è una tassa tutta nazionale e la Regione non c’entra nulla, è un meccanismo del governo centrale per introitare risorse. Ci siamo attivati perché i cittadini siano correttamente informati e perché questo prelievo sia chiamato con il suo vero nome, cioè tassa governativa. Se necessario, per difendere la verità, faremo intervenire anche il nostro ufficio legale, in modo che ciascuno quando scorre il proprio cedolino con lo stipendio sappia che quei soldi non vanno a Zaia ma a Monti”.  
   
   
FVG: VIA" AL DDL DI ISTITUZIONE DEL FONDO COMPLEMENTARE  
 
Gorizia, 12 marzo 2012 - Compie un passo decisivo il percorso che porterà alla costituzione di un Fondo territoriale di previdenza complementare in Friuli Venezia Giulia. Dopo la nomina del Comitato promotore, avvenuta a Udine il 22 novembre scorso, la Giunta regionale ha approvato oggi il disegno di legge (ddl) istitutivo del Fondo, con l´obiettivo di assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale a tutti i lavoratori residenti in regione. Il provvedimento è stato illustrato l’ 8 marzo al termine della riunione di Giunta che si è svolta a Gorizia, dal presidente della Regione Renzo Tondo, dall´assessore per la Funzione pubblica e il Coordinamento delle riforme, Andrea Garlatti, e dall´assessore al Lavoro Angela Brandi. Dopo aver avviato l´iter con la Finanziaria del 2010, l´obiettivo è adesso completarlo entro questa primavera. "L´istituzione del Fondo - ha detto il presidente - rappresenta un contributo importante del Friuli Venezia Giulia all´intero sistema-Paese, che sta affrontando il ´nodo´ delle pensioni". Tondo ha in particolare sottolineato come al Comitato promotore abbiano aderito ben 45 soggetti, tra sindacati, associazioni imprenditoriali e categorie professionali. L´assessore Garlatti ha definito il Fondo un´"innovazione istituzionale" ed un´"infrastruttura sociale di rilevante portata per la nostra comunità". L´iniziativa della Regione nasce da una precisa esigenza: gli iscritti a forme di previdenza complementare sono molto pochi in Friuli Venezia Giulia, circa 121 mila, di cui solo 44 mila a fondi collettivi (un dato che non mostra segni di incremento dal 2007) e altri 32 mila a forme private (banche e assicurazioni). E questo di fronte a un progressivo invecchiamento della popolazione accompagnato da bassa natalità, oltre a una crescente incidenza delle spese per il welfare. Manca quindi ancora una coscienza diffusa dell´importanza della previdenza complementare. Le varie riforme pensionistiche che si sono succedute negli anni, ultima quella Monti-fornero, avranno infatti come conseguenza una progressiva diminuzione delle prestazioni, che per i giovani lavoratori dipendenti arriveranno a non più del 50 per cento dell´ultimo stipendio, addirittura al 30 per quelli autonomi. Ecco perché, come ha rilevato l´assessore Angela Brandi, "se fino a ieri la previdenza complementare era uno strumento utile, oggi diventa quasi obbligatorio". Lo scopo del Fondo, secondo quanto indicato nel ddl, è appunto quello di "consentire agli aderenti di disporre, all´atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari del sistema obbligatorio". Ma sono anche previste forme aggiuntive di assicurazione, per poter usufruire per esempio di un sostegno in caso di disabilità. Il Fondo sarà di tipo territoriale e non di categoria - ed è questa una novità nel panorama nazionale, come ha sottolineato Garlatti - e quindi vi potranno aderire tutti i lavoratori, pubblici, privati e anche autonomi, e potranno restare iscritti con continuità anche se nel frattempo cambiano occupazione. Questa amplia platea permetterà così di abbassare i costi di gestione e di innalzare parallelamente le prestazioni. Secondo uno studio preliminare affidato all´Università di Udine, il potenziale bacino di aderenti è di 521 mila lavoratori, ed è stato calcolato che nella fase di avvio potrebbero aderire circa 33 mila residenti in regione, pari al 6,3 per cento del totale, con una raccolta iniziale di circa 60 milioni all´anno. Accanto a versamenti volontari, al Fondo potrà essere conferito in tutto o in parte il trattamento di fine rapporto già maturato (che in regione si stima ammonti a 2,5 miliardi di euro), con agevolazioni alle imprese per diluire gli esborsi. Per l´erogazione delle prestazioni, sotto forma di rendita, il Fondo regionale stipulerà una convenzione con una o più imprese di assicurazioni, che avranno in compito di impiegare le risorse raccolte in investimenti prudenziali. Organi del Fondo, secondo quanto previsto dal ddl approvato oggi, saranno l´assemblea dei delegati, il consiglio di amministrazione, il presidente e il vicepresidente. Il ddl sarà ora trasmesso per l´esame e l´approvazione definitiva al Consiglio regionale, dove avrà una corsia preferenziale. Nel frattempo il Comitato promotore provvederà a redigere l´atto costitutivo, lo statuto e il regolamento in stretto contatto con la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), che dovrà alla fine dare il "via libera" formale alla costituzione del Fondo.  
   
   
REFERENDUM, CAPPELLACCI: "APPELLO ALLE FORZE POLITICHE PER ELECTION DAY"  
 
Cagliari, 12 Marzo 2012 - "Invito tutte le forze politiche a un’ulteriore riflessione sulla necessità di concentrare in un unico giorno i referendum regionali e le elezioni amministrative". E´ l´appello rivolto dal presidente della regione, Ugo Cappellacci, alle forze politiche rappresentate in Consiglio regionale per un´approvazione in tempi rapidi del Ddl che consentirebbe di tenere l´election day in Sardegna. "Pur rispettando il punto di vista di tutti - ha aggiunto il Presidente - ritengo che in questa fase la politica debba trovare un’intesa per agevolare la partecipazione al voto e incoraggiare i cittadini a recarsi alle urne". "L´election day - ha aggiunto Cappellacci - oltre a corrispondere alle esigenze di assicurare la massima affluenza, determinerebbe un significativo risparmio di risorse pubbliche. Compiere un ulteriore tentativo per trovare un accordo sul punto è un dovere sia di coloro i quali condividono le ragioni che hanno ispirato i quesiti referendari sia di coloro i quali hanno un’opinione diversa".  
   
   
UMBRIA: SODDISFAZIONE E SOSTEGNO ALLA PROPOSTA DI BILANCIO 2012  
 
Perugia, 12 marzo 2012 - Dall’assessore regionale Stefano Vinti arriva il “pieno sostegno alla proposta di bilancio approvata dalla Giunta regionale, ma anche soddisfazione per le scelte contenute nel documento che vanno nella direzione di un sostegno convinto alle fasce più deboli con un occhio rivolto anche al settore delle piccole e medie imprese". All’indomani dell’approvazione della manovra di bilancio regionale 2012 che ora inizia il suo percorso in Consiglio regionale, Vinti sottolinea come “in questo periodo di crisi economica, di tagli pesanti che derivano dalle manovre dei governi nazionali l’Umbria dimostra che, anche con pochissimi finanziamenti disponibili, si possono fare comunque scelte di equità sociale che sicuramente aiutano la ripresa e lo sviluppo della nostra regione”. “Insieme alla decisione fondamentale di non appesantire la pressione fiscale, aggiunge Vinti, abbiamo anche confermato, per quanto possibile, quegli strumenti di sostegno che hanno consentito alle famiglie ed alle imprese di convivere con questo stato di crisi. Ed in molti casi dovremo continuare a far fronte con fondi regionali ai tagli governativi. Tutto ciò è stato possibile anche grazie ad una gestione equilibrata del bilancio regionale. La regione dell’Umbria è una delle poche regioni che si vedrà riconoscere un “bonus” sul patto di stabilità (che significa la possibilità di nuovi, anche se limitati investimenti) per il metodo adottato in accordo con i comuni dell’Umbria, di gestione delle varie emergenze finanziarie. Questo ci consentirà, tra l’altro, conclude Vinti, di recuperare risorse per un piano di piccole opere pubbliche a favore dei comuni con meno di cinquemila abitanti, di finanziarie piccole opere di viabilità e di proseguire gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tutto ciò consentirà anche di dare una boccata di ossigeno ad un settore come quello dell’edilizia che è in grave difficoltà e che ha assoluto bisogno, soprattutto le piccole imprese artigiane, di non interrompere i cicli lavorativi”.  
   
   
TRENTO: "LA RIFORMA ISTITUZIONALE FONDAMENTO DELLA NUOVA FASE DELL´AUTONOMIA"  
 
Trento, 12 marzo 2012 - Le Comunità sono parte decisiva nella costruzione e nella condivisione dello sviluppo del Trentino. E i sindaci - e con loro i Comuni - devono sentirsi a casa loro, dentro le Comunità, motore di sviluppo e responsabilità, in un momento che deve unire crescita e sobrietà, con l´apporto di tutti. Sono questi i messaggi "chiave" che Mauro Gilmozzi, assessore all´urbanistica, enti locali e personale ha voluto lanciare l’ 8 marzo nella conferenza stampa programmatica, pianificata all´indomani della riunione della Giunta provinciale di Lagolo. "Sulle competenze di programmazione e gestione già trasferite dalla Provincia alle Comunità - dice Gilmozzi - va sottolineato come lo sviluppo e la crescita (incardinati nel Piano territoriale di comunità) siano strettamente legati alla capacità di costruire una strategia di sviluppo che valorizza le vocazioni del territorio, ma anche di un profondo ed innovativo percorso culturale che passa attraverso un nuovo assetto garantito dalle Commissioni di comunità, da Step, dall´Osservatorio del paesaggio. Perché nel Trentino del futuro la qualità del paesaggio sarà tra i principali fattori di competitività del territorio". "Altrettanto importante - aggiunge Gilmozzi - è il messaggio di fiducia e di incoraggiamento che mi sento di rivolgere ai sindaci, e con loro ai Comuni, di tutto il Trentino. Perché davvero essi devono sentire le Comunità come casa loro. E a a loro, ai sindaci, tocca un ruolo forte nella governance dei servizi associati nella Comunita. Perché deve essere chiara una cosa: possiamo governare, insieme - Provincia, Comunità e Comuni - il cambiamento in cui siamo coinvolti, dunque anticipando i tempi, facendo scelte coraggiose e tempestive per dare risposte ai temi della crescita e del contenimento dei costi della Pubblica amministrazione. Oppure possiamo rifiutare il cambiamento, difendendo ad oltranza lo status quo per poi trovarci divisi ed impreparati di fronte alle sfide difficili che ci attendono. Dunque Comunità nel segno delle logiche di sistema, dei modelli a rete, unici strumenti capaci di garantire un legame reale ed efficace tra centro, valli e paesi. Non solo: anche tra abbattimento dei costi e qualità dei servizi diffusi su tutto il territorio. Le Comunità dunque come motore di sviluppo e responsabilità, in un momento che deve necessariamente unire crescita e sobrietà". "Rete; sistema; governance condivisa tra Comuni e Comunità; semplificazione; decentramento di poteri. Vive in queste parole d´ordine - declinate nello stato di attuazione e nelle iniziative programmate per il 2012 - il filo conduttore del lavoro messo in cantiere dall´assessorato da qui alla fine della legislatura. Filo conduttore che trova nella riforma istituzionale il motore che non a caso è parte decisiva delle linee strategiche di cui si è discusso nella Giunta di Lagolo." Questo il messaggio dell´assessore all´urbanistica, enti locali e personale della Provincia autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi, nella conferenza stampa in cui illustra agli organi di informazione - nella sede di piazza Dante - orientamenti e priorità dell´assessorato. "Veniamo da anni e da scelte che hanno ridisegnato in modo sostanziale il Trentino - ricorda Gilmozzi -, a partire dalla nuova legge urbanistica, senza dimenticare - perché è stato ed è riconoscimento a tutta la Comunità - l´essere parte di un territorio che, con le Dolomiti, è patrimonio mondiale dell´Umanità. Ecco, è sul processo di attuazione della riforma istituzionale che si innestano questi altri capisaldi. Un processo che nelle prossime settimane vivrà nuovi importanti passaggi". Gilmozzi li ha delineati a partire - nel prossimo mese di aprile - dall´attivazione in tre Comunità (Primiero, Valsugana e Tesino, Giudicarie) della manutenzione ordinaria delle strade statali e provinciali e della gestione dei patrimoni forestali (si tratta di personale provinciale, 113 per la precisione, che sarà coordinato in un modello di gestione integrato del personale operaio, tecnico e amministrativo tra Comunità e Provincia). Un passo in più rispetto ad una serie di funzioni già trasferite dalla Provincia a tutte le Comunità: attività socio - assistenziali, urbanistica, edilizia agevolata e pubblica, assistenza scolastica oltre che delle competenze già in carico alle Cpc, le Commissioni per la pianificazione territoriale. Altra novità: l´avvio entro la primavera - in Primiero e Valle di Sole - del Punto unico di accesso per il cittadino ai servizi della Pubblica Amministrazione, un unico luogo fisico presso la sede della Comunità dove i cittadini avranno a disposizione una pluralità di servizi (Provincia, Comunità, altri enti pubblici). Ancora: entro marzo ci sarà una delibera della Giunta - d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali - che individuerà modalità e criteri per l’attuazione in forma associata di funzioni e compiti comunali, per garantire un approccio alla gestione degli appalti e della fiscalità come leve per la crescita. Sarà operativa dall’1 gennaio 2013 e riguarda contratti e appalti, entrate, informatica. "E´ importante sottolineare - aggiunge Gilmozzi - che le funzioni comunali saranno gestite attraverso modelli a rete la cui governance, e questo è un impegno preciso che ribadiremo con forza, sarà in capo ai Comuni".  
   
   
SARDEGNA: FINANZIARIA DI RESPONSABILITÀ CHE PUNTA SU RISANAMENTO DEL BILANCIO, LAVORO, IMPRESE, INNOVAZIONE, RICERCA E UNIVERSITÀ  
 
 Cagliari, 12 Marzo 2012 - "Una Finanziaria di responsabilità, la migliore possibile, approvata grazie all´impegno della Giunta che si è resa sempre disponibile al dialogo nonostante alcune "fibrillazioni" emerse durante il dibattito in Aula. Alla fine però ha prevalso il senso delle istituzioni manifestato da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale. Con l´approvazione vengono liberate da subito le risorse necessarie al rilancio del sistema produttivo e sociale della Sardegna. Tra gli obiettivi primari della Finanziaria 2012 emerge il risanamento del bilancio evitando disavanzi e ulteriori indebitamenti. Si punta in modo deciso al contrasto delle emergenze sociali e all’attuazione degli interventi per il lavoro, le imprese, l’innovazione, la ricerca e l’Università”. E’ quanto affermato il 7 marzo dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci e dal vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito all’approvazione della Manovra Finanziaria 2012. “E’ importante aver mantenuto inalterato l’impianto che regge la Finanziaria presentata in Consiglio lo scorso novembre – riprendono Cappellacci e La Spisa – perché, attraverso azioni e strumenti di rilancio del sistema produttivo possiamo dare risposte concrete per il risanamento della Sanità, per la ricapitalizzazione di Abbanoa, per la metanizzazione e per il mondo delle imprese. Nonostante i tagli del Governo nazionale l’impegno ora è quello di destinare le risorse verso obiettivi strategici velocizzando la spesa”.  
   
   
OGGI A VILLA UMBRA INCONTRO PER PROGETTO FORMAZIONE ASSISTENTI FAMILIARI  
 
Perugia, 12 marzo 2012 – Oggi alle ore 9,30, nella sede della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica di Pila (Perugia), è in programma il primo incontro tra Regione Umbria e Comuni, finalizzato ad illustrare nel dettaglio il piano operativo del progetto “Mi prendo cura di te! Corsi di formazione per assistenti familiari: verso un sistema integrato di servizi domiciliari alla persona”. “A seguito dell’Accordo di programma sottoscritto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Umbria che ha per oggetto la realizzazione di un sistema integrato di azioni finalizzate alla qualificazione dei servizi di cura e di assistenza alla persona – ha detto la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari - la Regione Umbria sta dando avvio al progetto ‘Mi prendo cura di te’, finalizzato alla formazione degli assistenti familiari, italiani e stranieri e che prevede anche la definizione di un tavolo tecnico attraverso il quale mettere in rete diversi partner istituzionali con l’obiettivo di tutelare le famiglie e i diritti di cittadinanza dei lavoratori”. “Per la buona riuscita del progetto – ha aggiunto - la Regione intende assegnare ai 12 Comuni capofila le risorse regionali che, a titolo di cofinanziamento, hanno integrato i fondi ministeriali. Per tale ragione i Comuni capofila sono invitati all’incontro per poi collaborare all’azione di sviluppo delle reti dei servizi ed a promuovere le attività del progetto stesso”.  
   
   
FVG: RIUNIONE DELLA NEOCOSTITUITA CONSULTA PER LE PROFESSIONI  
 
Trieste, 12 marzo 2012 - L´assessore regionale al Lavoro del Friuli Venezia Giulia Angela Brandi ha riunito la neocostituita Consulta per le professioni, composta da 21 rappresentanti di Collegi ed Ordini professionali, che rimarrà in carica per i prossimi cinque anni con la funzione di formulare proposte ed esprimere pareri sugli atti di programmazione e legislazione regionale connessi alla tutela delle professioni, alla formazione, all´orientamento e all´aggiornamento dei professionisti, ai processi di innovazione e internazionalizzazione delle attività professionali. "L´occasione è stata importante - ha sottolineato l´assessore Brandi - perché si inserisce in un momento delicato che coinvolge le professioni, alla luce della riforma del Governo Monti. Riforma che, ormai è confermato, punta non all´abolizione, ma alla valorizzazione degli Ordini professionali. In particolare, il tema di fondo sarà quella della sussidiarietà: professionisti come collaboratori della Pubblica amministrazione e delle imprese, nell´ottica di perseguire l´interesse della collettività". "Per questa ragione - ha spiegato ancora l´assessore - agli Ordini dovrà essere delegato il compito di formare e preparare i professionisti a questo nuovo ruolo che saranno chiamati a ricoprire". Nell´illustrare i provvedimenti regionali che riguardano le professioni, l´assessore ha fatto presente che non vi è stata alcuna riduzione a bilancio. Allo stesso tempo ha sollecitato i rappresentanti degli Ordini ad esprimere ed evidenziare eventuali criticità nei regolamenti che fanno riferimento alla legge regionale 13 in materia di professioni. L´assessore ha inoltre invitato i membri della Consulta a promuovere e diffondere all´interno dei loro Ordini e Collegi i provvedimenti di particolare utilità, in particolar modo i contributi per le spese di avvio e funzionamento dei primi tre anni di attività, oltre a quelli per l´aggiornamento professionale; in secondo luogo l´assessore Brandi ha altresì chiesto di segnalare quali siano quegli strumenti di supporto che riscontrano uno scarso interesse all´interno del sistema delle professioni. Nel corso della seduta è stata inoltre sottolineata la funzione strategica della formazione, soprattutto intesa quale strumento di aggiornamento professionale. A tal riguardo l´assessore Brandi, illustrando le risorse di bilancio sullo specifico tema della formazione, ha confermato che la cifra a disposizione è più che raddoppiata, passando dai 110 mila euro del 2011 ai 250 mila per il 2012. Infine, i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali hanno formulato alcune proposte, tra cui quella di consentire la durata del sostegno all´aggiornamento superiore ai tre anni, che l´assessore Brandi si è impegnata a prendere con attenzione in esame.  
   
   
CALABRIA: PUBBLICATO IN PRE-INFORMAZIONE L’AVVISO PUBBLICO PER LA SELEZIONE E IL FINANZIAMENTO DI NUOVE INIZIATIVE IMPRENDITORIALI  
 
 Catanzaro, 12 marzo 2012 - L’avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Nuovi Giovani Imprenditori è stato pubblicato, in pre-informazione, sul sito istituzionale della Regione Calabria. Il bando approvato con decreto in corso di registrazione, prevede di realizzare un processo integrato che riesca ad accompagnare ed agevolare i giovani nell’avvio di nuove iniziative imprenditoriali. L’assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Caridi ne dà notizia esprimendo soddisfazione per l’avvio di questa seconda fase del progetto sperimentale proposto dal Dipartimento. Il bando, infatti, è stato preceduto da una fase di sensibilizzazione e di diffusione della cultura di impresa e del lavoro autonomo che ha coinvolto 2 Atenei e 76 istituti scolastici superiori, interessando oltre 3.800 studenti, a cui si aggiungono altri 240 partecipanti appartenenti alle varie categorie di docenti, capi d’istituto o ospiti esterni agli ambienti scolastici. I soggetti ammessi alle agevolazioni sono le imprese “giovanili”di “nuova costituzione”, che intendono realizzare Piani di Sviluppo Aziendale nell’ambito di proprie unità produttive locali ubicate nel territorio della Regione Calabria e potranno contare su un ammontare complessivo delle risorse destinate al finanziamento pari a euro 20.000.000,00, a valere sulla Linea di Intervento 7.1.4.3 “Promozione dell’imprenditoria giovanile” del Por Calabria Fesr 2007-2013 – Asse Vii “Sistemi produttivi”. Secondo l’Assessore Caridi “una delle principali novità di questo bando risiede nella precisa volontà di non generare mera attivazione di spesa pubblica, puntando invece all’attivazione di azioni finalizzate a creare reali condizioni di sviluppo e produttività in un’ottica di sostenibilità economica e di valorizzazione delle risorse disponibili (umane, culturali, naturali ecc.). Un obiettivo – ha aggiunto - per il quale la Regione, con il contributo della Fondazione Field, ha programmato, oltre alla concessione di incentivi economici, azioni di accompagnamento, sia propedeutiche che successive allo sviluppo del Piano di Impresa. La ‘sperimentazione’ riguarda anche la formazione per gli aspiranti nuovi giovani imprenditori che viene realizzata con una formula innovativa basata su seminari e workshop incentrati sulle testimonianze dirette di imprenditori capaci di dimostrare che anche in Calabria fare impresa è possibile”. Per l’Assessore Caridi “il metodo si è rivelato quello giusto, considerando la partecipazione attiva ed entusiasta degli studenti alle attività preliminari, dalle quali sono scaturite ben 800 idee imprenditoriali elaborate dai giovani”. Le Domande di Agevolazione dovranno essere presentate entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’Avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. In questo periodo proseguirà l’intensa attività di comunicazione finalizzata alla divulgazione del progetto per consentire una migliore attuazione dell’intervento.  
   
   
ABRUZZO: RETI IMPRESA COME MOTORE PER SVILUPPO  
 
Pescara, 12 marzo 2012 - Reti di impresa come motore per lo sviluppo economico. "E´ ciò che emerge dal rapporto 2011 dell´Osservatorio Unicredit sulle reti d´impresa presentato l’ 8 marzo presso Confindustria Chieti, - afferma il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione - che conferma ancora una volta come la crescita economica nasce dalla sinergia. E le Reti di Impresa, così come i Poli d´Innovazione, rappresentano una forma alta ed efficiente di sistema reticolare atto a veicolare l? incremento di valore aggiunto. L´attuale crisi economica - continua l´assessore - ha comportato e comporterà una redistribuzione complessiva della ricchezza con pesanti implicazioni economiche e soprattutto sociali, con un problema enorme da affrontare che è quello della crescita dipendente da una forte incertezza della domanda. Solo attraverso l´innovazione, l´aggregazione d´impresa su progetti specifici ed il superamento del localismo distrettuale, possiamo accettare questa sfida con ottimismo e sufficiente spirito costruttivo. Proprio per questo assume particolare importanza la strategia messa in campo dall´attuale Amministrazione regionale, tesa a favorire la costituzione ed il rafforzamento dei processi aggregativi d´impresa. Ne sono testimonianza le progettualità presenti nell´Accordo di Programma "Abruzzo 2015", finalizzato, con una dotazione di circa 10 milioni di euro, alla costruzione ed al potenziamento delle reti di impresa, nonché una misura specifica del Par-fas finalizzata al sostegno degli strumenti aggregativi. Ricordo a tutti - afferma Castiglione - come la programmazione relativa all´Accordo di Programma sopra menzionato ed al Fas, è avvenuta quando la disciplina nazionale di riferimento sulle reti d´impresa era ancora in fase embrionale. Oggi le reti rappresentano un´importante realtà ed è per questo che ho sempre puntato, come obiettivo strategico, ad individuare e rafforzare le reti come nuclei propulsivi di sviluppo territoriale, come strumenti capaci di impattare significativamente sul territorio regionale ed interregionale, al fine di consentire un riposizionamento strategico dell´economia abruzzese sul mercato nazionale ed internazionale. Non è un caso che il rapporto dell´Osservatorio Unicredit Piccole imprese raffigura un sistema imprenditoriale abruzzese molto dinamico e tra i primi ad aver adottato questa forma contrattuale flessibile, che ha come scopo principale quello di produrre competitività e, con essa, crescita economica. Essere competitivi significa dunque esplorare diversi modi di approcciarsi ai problemi, essere capaci di proporre soluzioni nuove. Solo quelle imprese e quei territori che saranno capaci di offrire servizi caratterizzati da elementi specifici nuovi, potranno avere l´ambizione di vedersi riconosciuto un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. La competitività di un territorio, infatti, non la si misura più con finanziamenti ed incentivi all´acquisto di capannoni e macchinari, ma attraverso l´innovazione, la ricerca, la creazione di sinergie e di complementarietà del territorio che va gestito con un elevato spirito sinergico. Ed è per questo motivo che il modello Reti d´impresa, insieme ai Poli d´innovazione, rappresentano i punti centrali della nuova legge regionale sullo sviluppo economico, al fine di rendere realmente operativa la rivoluzione industriale in cui l´Abruzzo si accinge ad entrare per affrontare con serenità il dopo-crisi. Questa è la scommessa che ci apprestiamo a fare per il futuro, una scommessa difficile ma necessaria al fine di creare le migliori condizioni per nuovi ed efficienti modelli di crescita economica. Ed è quello che stiamo facendo con la creazione dei Poli di Innovazione e l´Accordo di Programma A ciò si aggiunga l´acquisizione di Sviluppo Italia Abruzzo che rafforza ulteriormente le strutture organizzative regionali già presenti, e che consentirà di avere, a supporto del nostro sistema economico, un unico interlocutore che si raccordi con credibilità e autorevolezza con le imprese da un lato e con il Governo Nazionale dall´altro. Tale modello verrà normato entro l´anno da una legge quadro sull´industria.  
   
   
POLITICHE PER LA SICUREZZA. I DATI DEL XIV RAPPORTO SU "POLITICHE E PROBLEMI DELLA SICUREZZA IN EMILIA-ROMAGNA". IL 12 MARZO, CONVEGNO IN REGIONE  
 
 Bologna, 12 marzo 2012 - Calano in Emilia-romagna sia i reati contro le persone sia quelli contro la proprietà, con l’unica eccezione dei furti in appartamento che in controtendenza sono cresciuti quasi del 6% tra il 2009 e 2010. Sono questi alcuni dei risultati tra i molti contenuti nel Xiv rapporto sulle “Politiche e problemi della sicurezza in Emilia-romagna” che sarà presentato in Regione lunedì 12 marzo nell’ambito di un convegno dedicato a “Reati, vittime e percezione della sicurezza”. La prima parte dei lavori, aperti dalla vice presidente e assessore alle Politiche per la sicurezza Simonetta Saliera, presenterà il quadro della situazione della sicurezza dei cittadini mentre nel pomeriggio il convegno si concentrerà sul tema delle vittime, con la presentazione dei risultati di una ricerca sui centri di assistenza e supporto a chi ha subito un reato, i cui risultati saranno discussi in una tavola rotonda con i rappresentati di enti e associazioni che lavorano nei servizi di assistenza alle vittime in Emilia-romagna. “In questi anni la Regione Emilia-romagna si è molto impegnata per migliorare la sicurezza dei cittadini finanziando progetti messi in campo dagli enti locali e dalle associazioni e destinati ad azioni preventive o a interventi di contrasto del degrado attraverso la riqualificazione di spazi pubblici”, sottolinea Saliera. “Solo nel biennio 2011-2012 abbiamo investito oltre 5 milioni di euro”, aggiunge ricordando anche che “la Regione dallo scorso anno ha previsto interventi anche sul versante di quella criminalità che più sfugge alle statistiche ma che insidia in primis le imprese che operano sul territorio: ci riferiamo a quella criminalità che utilizza comportamenti mafiosi e che è oggetto di interventi sul versante della prevenzione, attraverso i progetti finanziati nell’ambito della legge regionale 3/2011”. Attualmente, conclude Saliera, “sono attive 38 iniziative per la sicurezza urbana e la Polizia locale a cui vanno aggiunti i 29 interventi in attuazione della legge 3. Tutti questi interventi, realizzati insieme agli Enti locali, prevedono anche attività a cui la Regione partecipa direttamente, non solo con il contributo finanziario, ma anche con competenze tecniche e di progettazione. Infine, altri 8 progetti per ulteriori 148.000 euro sono stati approvati proprio in questi primi mesi del 2012”. L’andamento dei reati - Per quanto riguarda l’andamento dei reati, dal rapporto emerge che tra il 2009 e il 2010 (ultimo anno di cui sono disponibili i dati utilizzati e provenienti dal ministero dell’Interno) le rapine sono diminuite dell’11% mentre i furti sono in calo del 4%. Si tratta di una tendenza costante nel triennio 2007-2010 e che riguarda reati che annualmente toccano circa un 10% dei cittadini, in linea con i dati delle regioni più ricche del Paese. Il quadro delle rapine (che comprende quelle in esercizi commerciali, banche, appartamenti o a persone) è univoco sul versante dei cali e arriva a un -26% per quelle commesse contro le banche (scese così a 119 su base regionale nel 2010 dalle 252 del 2008) e al -13,5% per quelle commesse ai danni di una persona (756 il numero totale nel 2010 e le 1.005 del 2008). Più variegato, invece, il quadro che presentano i furti. Prosegue, infatti, ancora il calo di quelli di auto (-5%), motocicli (-18%) e ciclomotori (-12%), così come i borseggi (-6%), gli scippi (-1%) e i furti dalle auto in sosta (-4%). Risultano invece stabili, con circa 9.500 denunce in regione, i furti a danno degli esercizi commerciali e in leggera crescita, dopo il calo del 2008, quelli a danno delle abitazioni. Questi ultimi nel 2010 sono stati 14.147 (sul totale di 123.000 furti denunciati in regione); si tratta dell’unico reato che si conferma essere un rischio maggiore nei comuni con meno di 50.000 abitanti. Tra i “reati violenti” crescono dello 0,7% le violenze sessuali (448 nel 2010, 445 nel 2009) mentre risultano in calo tutti gli altri dati: gli omicidi consumati sono diminuiti del 37,1% (22 quelli commessi nel 2010), quelli tentati del 18,3% (67), le lesioni dolose del 4,6% (5.282), le percosse del 4,3% (1.322). Le vittime - Per quanto riguarda le caratteristiche delle vittime di reato, il rapporto conferma che la criminalità predatoria in Emilia-romagna, come in Italia, colpisce in particolare il ceto medio e la borghesia e i soggetti con un livello di istruzione medio-alto (soprattutto i laureati). In particolare, è la categoria dei giovani maschi tra i 14 e i 30 anni ad essere fra le più colpite da fenomeni criminali, soprattutto da furti di oggetti, aggressioni e rapine. Le donne, invece, subiscono maggiormente borseggi e scippi, soprattutto nei luoghi di mercato e, spesso, anche sui mezzi di trasporto pubblico. I fenomeni di criminalità predatoria, inoltre, sono più diffusi nei comuni medio-grandi. Il confronto temporale dei dati sulle vittime, infine, registra che i gruppi sociali più a rischio di subire un reato non sono cambiati nel tempo (ad esempio, le donne continuano a subire più borseggi e scippi dei maschi mentre questi ultimi subiscono più aggressioni e rapine delle donne). La percezione della sicurezza - Il rapporto sulla sicurezza in Emilia-romagna si occupa anche della percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Sulla base di un sondaggio condotto dalla Regione alla fine nel 2010, la percezione della criminalità nella propria zona di residenza è ritenuta ‘molto o abbastanza grave’ dal 20% degli emiliano-romagnoli (il 2% in meno rispetto alla media italiana). Si tratta in prevalenza di donne (57% del totale), di persone residenti in comuni con oltre 50.000 abitanti (59%), con un’età tra i 25 e i 55 anni e con un titolo di studio e una professione medio-alte. Di cosa si ha più paura? Tra i reati che generano più timore, ci sono i furti in appartamento e i crimini ai danni della persona (aggressioni, violenze, rapine), con la preoccupazione che aumenta tra chi vive in zone che considera più frequentate da persone “estranee” (tossicodipendenti, spacciatori, senza fissa dimora e nomadi). Cosa fanno le persone? Le forme di autotutela sono sostanzialmente legate ad evitare il pericolo: così se il 45% non frequenta luoghi potenzialmente pericolosi e il 32% mette la sicura all’auto, solo il 3% indica come forma autotutela il “portare qualcuno con se”.  
   
   
DONNE,COLLI:PREMIARE MERITO E FAR VALERE TALENTO  
 
Milano, 12 marzo 2012 - La rappresentanza femminile nelle istituzioni è stato il tema del convegno che si è a Palazzo Pirelli e al quale hanno partecipato, tra gli altri, il sottosegretario regionale alle Pari opportunità, Moda e Design Ombretta Colli, la vice presidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi, le consigliere regionali Arianna Cavicchioli, Chiara Cremonesi, Elisabetta Fatuzzo, Margherita Peroni e Luciana Ruffinelli. Presenti anche il presidente del Consiglio regionale Davide Boni e il costituzionalista Valerio Onida. "In Italia - ha spiegato Ombretta Colli - il principio di pari opportunità tra uomini e donne non ha ancora trovato una realizzazione adeguata. C´è uno squilibrio evidente tra la presenza delle donne in società, dove rappresentano la maggioranza della popolazione, e la rappresentanza femminile a livello istituzionale". Donne Nelle Istituzioni - Nell´attuale legislatura la presenza femminile nei due rami del Parlamento è aumentata del 5 per cento rispetto a quella precedente, ma le donne costituiscono appena il 21 per cento dei deputati, con 134 esponenti femminili su 630, e il,18 per cento dei senatori, con 59 donne su 315 eletti. Proprio ieri, giornata dedicata alle donne, in Senato è stata approvata una mozione che prevede la modifica della legge elettorale, in modo da garantire una rappresentanza femminile paritaria in Parlamento. Nel Consiglio regionale lombardo le donne sono 7 su 80 eletti. "In Lombardia - ha sottolineato Ombretta Colli - la partecipazione femminile al mondo del lavoro sfiora il 60 per cento, in linea con la media europea e ben 10 punti sopra la media nazionale. Questo è stato possibile anche grazie alle politiche messe in atto da Regione Lombardia, che le ha adottate con lungimiranza di vedute e con l´obiettivo di dare compimento concreto a quel principio di parità sancito dall´articolo 11 dello Statuto regionale". Statuto Regionale - L´articolo 11 dello Statuto della Lombardia recita infatti, al primo comma: "la Regione riconosce, valorizza e garantisce le pari opportunità tra uomo e donna in ogni campo, adottando programmi, leggi, azioni positive e iniziative atte a garantire e promuovere la democrazia paritaria nella vita sociale, culturale, economica e politica". "Regione Lombardia - ha continuato il sottosegretario Colli - considera l´equità tra uomini e donne, intesa come tutela e valorizzazione delle loro differenze, un valore fondamentale da promuovere e salvaguardare, eppure quello della rappresentanza femminile nelle istituzioni resta un tema aperto". Serve, quindi, un cambiamento sociale e culturale. Premiare Il Merito - "Un intervento sui criteri numerici - ha concluso Ombretta Colli - può quindi rappresentare una condizione necessaria ma non sufficiente, soprattutto se non supportato da politiche volte a tutelare il merito. Solo premiando il merito si possono mettere le donne nelle condizioni di far valere il loro talento e quindi creare le condizioni, perché il principio di democrazia paritaria tra uomini e donne si realizzi in maniera naturale e senza quelle forzature che rischierebbero di ridurlo a mero esercizio statistico".  
   
   
L’ORGOGLIO DI ESSERE DONNA PER SUPERARE LE DIFFICOLTÀ  
 
 Trento, 12 marzo 2012 - “L’impegno è donna”. Questo il tema dell’iniziativa che nella giornata di venerdì ha raccolto presso l’auditorium di Taio le diverse realtà femminile della valle di Non. Oltre 50 tra amministratrici, volontarie e semplici cittadine si sono confrontate su temi quali la politica, l’immigrazione, l’associazionismo e la condizione femminile. “Si è trattato - spiega l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami - di un’esperienza interessante perché ha confermato quanto l’impegno femminile sia presente nella nostra società contemporanea”. A lanciare l´iniziativa “L’impegno è donna” sono state due assessore della Comunità della Valle di Non, Carmen Noldin (distretto famiglia e solidarietà) e Laura Cretti (politiche giovanili e cultura). Dal pomeriggio fino a sera, in diversi momenti, Noldin e Cretti hanno coinvolto, presso l’auditorum di Taio, oltre 50 donne in momenti diversi di riflessione e di confronto. “Il programma - racconta Carmen Noldin - ha offerto l’opportunità di ascoltare esperienze di donne diverse per cultura ed estrazione sociale. Ci siamo confrontate sulle difficoltà che incontriamo come donne impegnate nella politica, oppure come donne straniere o come volontarie in Trentino e in paesi stranieri. Devo però ammettere che è stato il racconto del sacrificio quotidiano delle donne comuni, portato avanti in silenzio, l’aspetto più toccante. Anche in Valle di Non e in Trentino, ci sono centinaia di donne che dedicano la propria vita alle famiglie più care, a familiari bisognosi e danno tutte se stesse senza chiedere nulla in cambio”. Non sono mancati, sempre secondo Noldin, i racconti di casi di violenza: “E’ un fenomeno in emersione anche nelle vallate. Talvolta, la violenza psicologica è forse più insidiosa di quella fisica perché silenziosa”. All’iniziativa di Taio hanno preso parte, oltre all’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, anche il presidente della Comunità di Valle Sergio Menapace e il sindaco di Taio Stefano Cova. “La condizione femminile - conclude l’assessore Beltrami - è ancora oggi segnata da ostacoli e difficoltà. Si tratta di aspetti diversi e che si sommano tra loro. Ad esempio, una donna deve gestire la famiglia, il lavoro e, in alcuni casi, gli impegni istituzionali. Eppure le difficoltà non riescono a fermare le donne che continuano a mettersi in gioco. Questo è l’aspetto meraviglioso di noi donne”.  
   
   
CONVEGNO SULL´IMPRENDITORIA "IN ROSA"  
 
Roma, 12 marzo 2012 – La capitale è la prima provincia italiana per numero di imprese “rosa”: al 31 dicembre 2011 la consistenza delle imprese femminili registrate presso la Camera di Commercio di Roma è pari a 98.208 unità. Questo è uno dei dati principali emersi l’ 8 marzo durante il convegno “M’illumino d’impresa” organizzato dalla Camera di Commercio di Roma e dal suo Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, nel corso del quale sono state ripercorse le tante attività a supporto delle imprenditrici, neo imprenditrici e aspiranti tali. Con riferimento agli ultimi 12 mesi, la struttura produttiva “rosa” della provincia di Roma fa registrare una variazione tendenziale positiva (+1,8%) che, sebbene in flessione dello 0,3% rispetto al risultato dell’anno precedente (2010: +2,1%), resta comunque superiore alla performance rilevata a livello nazionale (+0,5%), anch’essa in calo rispetto al 2010 di tre decimi di punto percentuale. Al 31 dicembre 2011, il saldo delle imprese “rosa” a Roma e provincia è positivo e pari a 1.742 imprese femminili in più rispetto al 31 dicembre 2010. “I dati – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi - ci dicono che, nel nostro territorio, è presente una classe di imprenditrici che contribuisce in maniera sempre più rilevante alla crescita dell’economia cittadina, anche in una fase di crisi come quella attuale. L’obiettivo a cui dobbiamo tendere è quello di aumentare ulteriormente il peso delle imprese “rosa” sul sistema produttivo provinciale, che oggi si attesta al 21,8%. Teniamo presente che – conclude Cremonesi – le donne rappresentano, assieme ai giovani, una delle componenti su cui puntare, nel nostro territorio come in tutto il Paese, per ritornare con decisione su un percorso di crescita”. La Camera di Commercio di Roma, attraverso il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, dedica una forte attenzione alla valorizzazione dell’universo dell’imprenditoria “rosa”. Lo scorso dicembre, l’Istituzione camerale ha siglato un Protocollo d’intesa con la Provincia di Roma per promuovere progetti a sostegno dello sviluppo del territorio, con particolare riferimento all’occupazione femminile, per un investimento totale di oltre 1,5 milioni di euro. In occasione dell’evento, il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile ha premiato le vincitrici del concorso “Idea Innovativa, la nuova imprenditorialità al femminile”, rinnovando l’impegno a bandire una nuova edizione del premio.  
   
   
ASILI NIDO, ROMA: NIDO FLORA PROMESSA MANTENUTA CON FAMIGLIE E BAMBINI  
 
Roma, 12 marzo 2012 - «Il nido Flora, come ogni nuova struttura di asilo nido che si inaugura, è una promessa mantenuta e un segnale concreto di attenzione nei riguardi delle esigenze delle famiglie e dei bambini della nostra città». Così l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale Gianluigi De Palo, a margine dell’inaugurazione dell’asilo nido Flora, nel V Municipio. La struttura comunale, già operativa da alcuni mesi, è affidata in concessione alla cooperativa Conopera. «Negli ultimi 4 anni – spiega De Palo – abbiamo abbattuto del 20% le liste d’attesa per i nidi, creando circa 4 mila nuovi posti-nido. Tutto questo mantenendo invariata la tariffa media mensile, che è di 146 euro: la più bassa tra quelle delle metropoli che erogano un servizio di questo tipo. Nonostante la crisi economica, perciò, Roma Capitale dà una risposta importante nell’ambito delle politiche familiari, perché la disponibilità dei nidi, oltre che sull’ambito educativo, va a incidere in misura significativamente positiva sulla vita delle mamme e dei papà della nostra città. In questo concordo con il Ministro Cancellieri: le donne e le loro famiglie, più che di quote-rosa, hanno bisogno di servizi che le aiutino nella gestione del tempo quotidiano. Anche per questo, stiamo collaborando proprio con il Ministero dell’Interno per l’autorizzazione del loro nido privato». «Il nido Flora – sottolinea l’Assessore – è una delle 5 nuove strutture in concessione che abbiamo già messo a disposizione dell’utenza. Le altre sono nei Municipi Xii, Xvi, Xviii e Xix. A breve inaugureremo ufficialmente anche l’ultima di queste, nel quartiere di Torrino Mezzocammino. Ma non vogliamo fermarci qui. Sono, infatti, in fase avanzata le operazioni per l’apertura di 6 nuovi nidi in concessione e di un nuovo nido a gestione diretta e per l’ampliamento del nido di via delle Acacie: tutti dati che confermano il nostro impegno. Sappiamo quel che dobbiamo fare, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo perché abbiamo a cuore il bene comune dei bambini e delle famiglie di Roma», conclude De Palo.