Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 17 Luglio 2012
QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO: I DEPUTATI IN VISITA NELLE CIRCOSCRIZIONI, RICERCA CONTRO CRIMINALITÀ IN SERBIA  
 
Bruxelles, 17 luglio 2012 - I deputati torneranno nei propri paesi d´origine per incontrare i propri elettori. Inoltre le delegazioni del Parlamento visiteranno diversi paesi, dentro e fuori dall´Unione. I membri della commissione sul crimine organizzato visiteranno la Serbia il 16 e 18 luglio per osservare gli sviluppi dei progetti finanziati dall´Unione per la confisca dei proventi della criminalità e contro il mercato della droga. La delegazioni, formata da dieci membri, incontrerà anche dei rappresentanti della polizia statale, delle autorità giudiziarie, del ministero degli interni, dell´agenzia nazionale anti-corruzione e della stampa. Una delegazione del Parlamento europeo visiterà la Svizzera per un vertice interparlamentare il 16 e il 17 luglio. Le commissioni al Mercato interno e agli Affari economici si renderanno a Washington all´inizio della settimana, mentre un´altra delegazione si dirigerà in Paraguay fino al 19 luglio. Nonostante non sia previsto che le commissioni si riuniscano fino a settembre, il Parlamento continua a lavorare su diversi dossier tra i quali il budget 2013. Il sito web sarà aggiornato regolarmente, quindi vieni a dare un´occhiata ogni tanto e segui il Pe sui social media.  
   
   
UE: DAL GOVERNO ITALIANO OK A CREAZIONE GECT TRA FVG, VENETO E CARINZIA - EUREGIO SENZA CONFINI  
 
Trieste, 17 luglio 2012 - Il Governo italiano ha approvato lo statuto e la convenzione del Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) Euregio Senza Confini tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia, autorizzandone la creazione. Il Gect è una struttura composta dalle tre Regioni, volta a creare una governance condivisa dei territori anche in vista della nuova programmazione comunitaria 2014-2020. Il Gect sarà dotato di propri organi e si occuperà di sviluppare progettualità comuni in modo semplificato, attraverso un unico interlocutore per le tre Regioni. Per le sue azioni il Gect sarà dotato di risorse proprie, e la maggior parte dei fondi verranno dai bandi comunitari ai quali il Gect parteciperà. Lo statuto e la convenzione istitutivi sono stati approvati il 16 marzo 2012, nel corso della riunione Trilaterale delle Giunte delle tre Regioni, tenutasi a Trieste. La firma dello statuto e della convenzione approvati dal Governo avverrà a Venezia. Il Gect avrà sede a Trieste. I prossimi passi saranno l´elezione degli organi del Gect e la definizione delle regole di funzionamento, compreso il programma di lavoro. Soddisfazione è stata espressa dall´assessore alle relazioni internazionali e alle politiche comunitarie, Elio De Anna, perché con questo passo si conclude una prima importante fase del percorso di creazione del Gect che ha molto impegnato l´Amministrazione regionale.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA UNA CONSULTAZIONE SULLA RIFORMA DELLA LEGGE  
 
Bruxelles, 17 luglio 2012 - Nell´ambito della iniziativa di modernizzare il controllo degli aiuti di Stato, la Commissione europea invita le parti interessate a presentare le loro osservazioni in merito alla applicazione delle norme procedurali in materia di aiuti di Stato. La Commissione propone di chiarire e semplificare l´attuale sistema, definito dalle regole del Consiglio, in particolare per quanto riguarda la gestione delle denunce e la raccolta di informazioni di mercato. Queste modifiche dovrebbero permettere di concentrarsi sui casi più gravi di distorsione della concorrenza nel mercato interno. Le risposte alla consultazione devono essere presentate entro il 5 ottobre 2012. Alla luce delle osservazioni ricevute, la Commissione proporrà entro dicembre 2012 un nuovo regolamento che verrà sottoposto al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri dell´Ue. Le norme sugli aiuti di Stato procedura stabilisce le modalità di procedura per le indagini di aiuti di Stato. La sua opinione è una pietra miliare del pacchetto di riforme per modernizzare il controllo delle misure di aiuti di Stato adottata dalla Commissione nel maggio 2012 ( Ip/12/458 ). In questo contesto, la Commissione ha individuato due aree in cui è necessario modernizzare le procedure di priorità, vale a dire la gestione dei reclami e la raccolta di informazioni di mercato. La consultazione, pertanto in primo luogo lo scopo di ottenere un feedback dai soggetti interessati su questi due aspetti. Con l´esperienza acquisita nell´applicazione di tali regole e le conclusioni tratte dall´applicazione del Codice di buone pratiche per lo svolgimento delle procedure di monitoraggio degli aiuti di Stato , la Commissione ritiene che dovrebbe essere in grado di fissare le priorità nella gestione dei reclami, in modo da concentrarsi sui casi più probabilità di incidere sulla concorrenza e sugli scambi nel mercato interno. Per un effettivo accertamento, la Commissione ha anche bisogno di strumenti efficaci che permette di ottenere il tempo modo tutte le informazioni necessarie dagli operatori e quindi di adottare decisioni in tempo per soddisfare le esigenze delle imprese. Tali modifiche consentirebbero anche a lui di aprire ulteriori indagini di propria iniziativa nei settori in cui pesanti distorsioni della concorrenza minacciano di ostacolare il corretto funzionamento del mercato interno. Inoltre, anche gli permettono di ottenere un quadro più chiaro di come le misure di sostegno pubblico influenzare i mercati rilevanti, che accelera il processo decisionale. Le osservazioni devono essere inviate al 5 ottobre 2012 al seguente indirizzo email: Stateaidgreffe@ec.europa.eu Il questionario e altre informazioni sono disponibili sulla pagina web della consultazione. Http://ec.europa.eu/competition/consultations/2012_state_aid_reform_procedures/index_en.html    
   
   
UE: PENSIONI E OCCUPAZIONE GIOVANILE: IL CESE PROPONE UN DELICATO EQUILIBRIO  
 
Bruxelles, 17 Luglio 2012 - Giovedi ´12 luglio, il Comitato economico e sociale europeo ha adottato due pareri su temi sensibili che sono al centro del dibattito in tutta Europa: il futuro dei sistemi pensionistici e di occupazione per i giovani. In entrambi i casi, il Comitato ha raggiunto una soluzione di compromesso e di conseguenza stabilito la sua posizione per il futuro dibattito su due questioni che sono così vitali per l´idea di Europa sociale. Il parere del Cese sul Libro bianco della Commissione europea per pensioni adeguate e sicure e sostenibili elaborato dal relatore Petru Dandea (dei lavoratori del Gruppo, Romania) insieme al co-relatore Krzysztof Pater (Various ´gruppo Attività, Polonia) , considera attentamente la gamma di proposte contenute nel documento della Commissione sul modo in cui gli Stati membri possono riformare i propri sistemi pensionistici. Si tratta di una questione particolarmente delicata, e legami in stretto contatto con le politiche di crescita e occupazione. Il Comitato esprime la preoccupazione che molti paesi stiano rispondendo alla crisi dei sistemi pensionistici, tagliando spese per le pensioni e l´innalzamento dell´età pensionabile. In tal modo, essi stanno semplicemente rimandando il problema al prossimo futuro, se i tagli delle prestazioni pensionistiche sono già esponendo molti pensionati alla povertà. Detto questo, il Comitato concorda con l´idea della Commissione di prolungare la vita lavorativa ed è necessario intervenire per rimuovere gli ostacoli che affrontano coloro che vogliono continuare a lavorare oltre l´età legale di pensionamento. Il Comitato, inoltre, deplora la mancanza di attenzione ai sistemi pensionistici pubblici, che devono essere rafforzati come una componente importante della rete di sicurezza sociale. Essa riconosce il ruolo svolto dai regimi pensionistici complementari privati, a condizione che siano garantiti e tutelati, sia contro la speculazione e contro la cattiva gestione del risparmio. Infine, si raccomanda che le norme in materia di pensioni minime o pensione meccanismi di protezione del reddito da includere nella futura legislazione per proteggere i pensionati ed evitare gravi problemi sociali. Nel secondo parere, redatto dal Sig. Tomasz Jasinski (Gruppo Lavoratori, Polonia) , il Cese accoglie con favore la Commissione Giovani Opportunitàiniziativa ed esprime la propria disponibilità a svolgere un ruolo nella promozione e attuazione. Il Comitato osserva tuttavia che la politica di austerità dell´Ue e la mancanza di una politica di crescita chiaro e generalmente riconosciuto potrebbe mettere a repentaglio il successo di questa nuova proposta, il che rende indispensabile mettere in atto un adeguato contesto economico e finanziario. La creazione di nuovi posti di lavoro di alta qualità deve restare una priorità. La Youth Opportunities iniziativa - con la sua attenzione sui giovani che non sono nel mondo del lavoro, dell´istruzione o della formazione - può rappresentare una fonte di nuove opportunità, ma non creerà nuovi posti di lavoro senza un adeguato sostegno economico e finanziario. Quindi Mr Jasinski ´s suggerimento che una strategia europea per l´occupazione giovanile essere adottate nel quadro delle prospettive finanziarie 2014-2020 al fine di garantire la disponibilità delle risorse per i giovani nell´ambito del Fondo sociale europeo. Infine, il parere invita gli Stati membri ad attuare la garanzia per i giovani correttamente, in modo da garantire che i giovani sono in un posto di lavoro, istruzione o di formazione entro quattro mesi dalla fine della scuola.  
   
   
UE ANNUNCIA IL NUOVO SUPPORTO PER IL LIBANO  
 
Bruxelles, 17 luglio 2012 - La Commissione europea ha annunciato il 13 luglio il nuovo sostegno finanziario per aiutare ulteriormente il governo del Libano nel miglioramento delle condizioni di vita e ridurre le disparità sociali per le persone che vivono sul territorio libanese. Lo sminamento è stato al centro di sostanziale sostegno dell´Ue negli ultimi anni, e come tale, questo denaro aiuterà a perseguire in corso le attività di sminamento in Libano, rafforzando nel contempo la sua capacità istituzionale di affrontare con i miei rischi e sfide. In questo modo, esso contribuirà a ripristinare migliori condizioni socio-economiche per lo sviluppo sostenibile. Ulteriori finanziamenti andranno a sostenere i profughi palestinesi in Libano, in quanto appartengono alle persone più vulnerabili che vivono nel paese. Si trovano di fronte prospettive molto limitate in termini di opportunità socio-economiche. Di conseguenza, questo programma si concentrerà sulla occupabilità e un migliore accesso all´istruzione, in particolare per i giovani. Infrastrutture fortemente deteriorata fa parte della vita quotidiana nei campi profughi palestinesi e provoca molti rischi per la sicurezza dei residenti. Fornendo supporto a riabilitare le infrastrutture, ad esempio rifugi e centri di salute, l´Ue mantiene il suo impegno nei confronti della comunità dei rifugiati palestinesi e contribuisce al miglioramento delle loro condizioni di vita. Commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, annunciando la decisione, ha dichiarato: "Il Libano si è dimostrato un partner importante dell´Unione europea nel corso degli ultimi anni ed è fondamentale per noi mantenere questo buon rapporto, pur sostenendo gli sforzi per migliorare condizioni di vita per persone che vivono in Libano, così come promuovere riforme urgenti ". Il programma d´azione annuale 2012 Parte per importi Libano € 30 milioni. Programma di azione annuale 2012 (Parte I): Azione contro le mine in Libano: le attività di sdoganamento e il sostegno istituzionale - € 10.000.000 Istruzione, formazione e occupazione: sostegno ai profughi palestinesi in Libano - € 15.000.000 Miglioramento delle infrastrutture nei campi profughi palestinesi in Libano - 5 milioni di euro Per ulteriori informazioni Relazioni Ue-libano: http://ec.Europa.eu/europeaid/where/neighbourhood/country-cooperation/lebanon/lebanon_en.htm    
   
   
CONVERTIRE RIO+20 IN AZIONE IL CESE LANCIA L´IDEA DI UN SEMINARIO INTERISTITUZIONALE UE SUL SEGUITO DI RIO+20  
 
Bruxelles, 17 luglio 2012 - Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha svolto un ruolo molto attivo sia nella preparazione che nello svolgimento della conferenza Rio+20, favorendo un ampio dialogo all´interno della società civile e promuovendo il contributo di quest´ultima. Ora il Presidente del Cese Staffan Nilsson è deciso a spingere per l´attuazione dei risultati della conferenza delle Nazioni Unite a livello Ue e a fare in modo che la società civile svolga un ruolo cardine nella definizione dei cosiddetti "obiettivi di sviluppo sostenibile". Dopo la conferenza di Rio, il Cese non ha perso tempo. Nelle ultime settimane si sono succeduti vari eventi dedicati al seguito della conferenza perché, come ha osservato Nilsson in più occasioni, "il dopo Rio è almeno altrettanto importante della fase pre-Rio". Il Cese vuole fare della conferenza Rio+20 il punto di partenza di un nuovo ordine economico basato sulla sostenibilità. Pur riconoscendo i limiti dell´accordo raggiunto a Rio, il Comitato è convinto che il testo adottato costituisca una buona base su cui la società civile e le istituzioni possono elaborare soluzioni pratiche per uno sviluppo sostenibile delle nostre economie e società. E il primo passo consiste nel cominciare a dare forma agliobiettivi di sviluppo sostenibile. Come ha affermato oggi Nilsson a Bruxelles intervenendo a un evento organizzato dal Centro di politica europea, "il Cese è pronto a impegnarsi e a favorire un significativo coinvolgimento della società civile nella definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, proprio come è avvenuto durante la preparazione della conferenza di Rio. Vogliamo però che tutte le istituzioni dell´Ue contribuiscano al seguito della conferenza. Propongo quindi di organizzare quest´autunno a livello dell´Ue un seminario per raccogliere idee sul seguito da dare a Rio+20". Il commissario europeo per l´ambiente Janez Potočnik, presente alla sessione plenaria del Cese di questa settimana, ha apprezzato l´idea di tenere un seminario di questo genere e ha sottolineato che "la società civile e il settore privato svolgeranno un ruolo fondamentale nel realizzare una crescita verde e nel promuovere una produzione e un consumo sostenibili". Potočnik ha aggiunto che ora bisogna "costruire qualcosa sulla base dell´accordo raggiunto a Rio, e ci interessa sapere qual è per il Cese il modo migliore di farlo". Il Cese continuerà a consultare su vasta scala e a coinvolgere i soggetti della società civile nel seguito della conferenza Rio+20 e nelle questioni relative allo sviluppo sostenibile, attraverso audizioni, convegni e la sua piattaforma online Diventa sostenibile - Sii responsabile. Http://portal.eesc.europa.eu/rioplus20/pages/home.aspx    
   
   
OCCUPAZIONE NEI PAESI BASSI: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN INTERVENTO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE PER AIUTARE I LAVORATORI EDILI LICENZIATI  
 
Bruxelles, 17 luglio 2012 - La Commissione europea propone di dare ai Paesi Bassi un 2,9 milioni dollari a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare i 435 lavoratori che hanno perso il posto di lavoro nel settore costruzione in Gelderland - duramente colpita dalla crisi economica e finanziaria . La proposta è ora sottoposta all´approvazione del Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri. Il Commissario europeo per l´Occupazione, affari sociali e inclusione, László Andor, ha dichiarato: "Il settore delle costruzioni nel Gelderland è stata particolarmente colpita dalla recessione i cercatori di lavoro e questo del settore stanno lottando per trovare un nuovo lavoro. L´intervento proposto del Fondo per 2,9 milioni dollari contribuirebbe a facilitare il loro reinserimento nel mercato del lavoro. " I Paesi Bassi hanno richiesto l´assistenza del Feg, in seguito al licenziamento di 516 persone provenienti da 54 piccole e medie imprese nel settore delle costruzioni situate nel Gelderland, la più grande provincia del paese, con circa due milioni di abitanti e dove il settore è un importante fornitore di posti di lavoro. Sostegno dello strumento Gef finanzierà il servo a 435 lavoratori, tra i 516 licenziati, hanno più difficoltà a tornare al lavoro. Questo dispositivo fornisce il supporto per ricerca di lavoro, formazione professionale, della formazione all´imprenditorialità e di un programma ("flexpool") che consiste in cerca di lavoro di relazione e datori di lavoro, che può suggerire incarichi temporanei in modo da acquisire esperienza in una nuova professione. Il costo totale del dispositivo è stimato a circa 4,5 milioni di euro, di cui 2,9 milioni sarebbero a carico del Gef.  
   
   
FORMIGONI-COTA, ACCORDO EXPO AD ALTA VELOCITÀ INCONTRO A TORINO TRA GOVERNATORI PER ESPOSIZIONE UNIVERSALE SI LAVORA SULLE DIRETTRICI DI TURISIMO E DI BENI CULTURALI  
 
Torino, 17 luglio 2012 - Anche per l´Expo del 2015 l´asse Milano-torino viaggia ad alta velocità: il 13 luglio, nella sala della Giunta piemontese guidata da Roberto Cota, la firma del protocollo di collaborazione tra la Lombardia e il Piemonte. Piemontesi doc le penne usate per la sottoscrizione, prodotte dall´azienda Aurora. Sono stati il presidente della Lombardia Roberto Formigoni e quello del Piemonte Roberto Cota a sottoscrivere il documento finalizzato alla definizione di attività condivise: presenti al tavolo, per la Lombardia, anche l´assessore all´Istruzione, Formazione e Cultura Valentina Aprea e il sottosegretario all´attuazione del Programma ed Expo 2015 Paolo Alli. Cinque gli ambiti prioritari di collaborazione indicati nero su bianco: l´agroalimentare, il turismo, la cultura, i trasporti e lo sviluppo sostenibile. Allo studio, in particolare, la condivisione della programmazione culturale del 2015 con la proposta di abbonamenti interregionali a eventi e musei. Scatto Finale Per Uscire Dalla Crisi - Saranno sufficienti 40 minuti di treno per percorrere la distanza che separa il sito espositivo di Rho-pero dal capoluogo piemontese. E 40 minuti, appunto, ci vorranno anche per coprire la tratta tra Rho-pero e Torino Porta nuova. "Vogliamo rafforzare la collaborazione in vista dell´Esposizione universale - ha detto Formigoni, presidente della Lombardia e commissario generale dell´Expo -. Sarà il più grande evento internazionale che si svolgerà in Italia nei prossimi anni: abbiamo sulle spalle una responsabilità che investirà l´intero Paese. Vogliamo che l´Expo rappresenti lo scatto finale per uscire dalla crisi e consolidare le nostre eccellenze". Un percorso, questo, avviato lo scorso 25 novembre quando, presso la sede della Regione Piemonte, Formigoni e Cota si incontrarono per pianificare una serie di ambiti prioritari comuni d´intervento, tra cui proprio l´Expo. Le ultime stime parlano di 20 milioni di visitatori attesi nel corso dei 183 giorni di Esposizione, con una media di 130.000 persone al giorno. Expo Piattaforma Di Relazioni - Lombardia e Piemonte, dunque, operano fianco a fianco per cogliere al meglio le opportunità presentate dall´Expo. E se i Governi guidati da Silvio Berlusconi e Mario Monti hanno sostenuto gli sforzi messi in campo dalla Regione Lombardia, dalla Provincia e dal Comune di Milano, il protocollo lombardo-piemontese rappresenta un altro tassello della "capacità di lavorare insieme. Vogliamo che l´Expo sia una nuova piattaforma di relazioni nazionali e internazionali in grado di stimolare e accompagnare lo sviluppo e la crescita dei nostri territori", ha concluso Formigoni, dopo aver fatto gli auguri di compleanno al presidente Cota. Percorsi Culturali Del Nord - Di newtwork di relazioni ha parlato anche il sottosegretario Alli: "L´expo è una grande opportunità, che deve essere colta da tutto il sistema imprenditoriale, dalle istituzioni e dai cittadini. Questo richiede una forte campagna di preparazione e di sensibilizzazione, con la messa a punto di un palinsesto comune di incontri di lavoro". Tra gli ambiti di azione prioritari, quello culturale: da Torino l´assessore Aprea ha lanciato l´idea di "itinerari culturali del Nord, da sviluppare secondo logiche interregionali e internazionali. Dobbiamo promuovere un ulteriore salto nell´offerta di qualità che le nostre Regioni sono in grado di offrire". Avrà validità fino all´Expo 2015 il protocollo di collaborazione sottoscritto questa mattina tra Regione Lombardia e Regione Piemonte. Suo scopo il rafforzamento dei rapporti di collaborazione tra le Regioni, in raccordo con il commissario generale Roberto Formigoni, al fine di promuovere, integrare e armonizzare le eccellenze dei rispettivi territori e di metterle a disposizione del progetto Expo 2015. Cinque gli ambiti di collaborazione, rispettivamente: l´agroalimentare, lo sviluppo sostenibile e del sistema rurale, il turismo e l´attrattività del territorio, la cultura, le infrastrutture e i trasporti. Agroalimentare - Sono previste collaborazioni per la sostenibilità ambientale ed energetica della filiera agroalimentare, dalla produzione alla distribuzione, attraverso la valorizzazione delle sinergie con i poli di innovazione. Indicati, inoltre, il coordinamento per la gestione e condivisione di progetti in materia di filiera agroalimentare e tracciabilità, lo sviluppo di iniziative per l´educazione, la promozione della ricerca scientifica, lo sviluppo di programmi di ricerca dedicati alla risicoltura e di azioni congiunte nell´ambito della cooperazione internazionale. Sviluppo Sostenibile E Del Sistema Rurale - Sono previsti il coordinamento degli interventi per lo sviluppo del sistema rurale e della sua multifunzionalità, la sperimentazione e la valorizzazione di pratiche agricole capaci di valorizzare la biodiversità e, infine, attività per la conservazione delle risorse ambientali, con particolare riferimento all´acqua, ai corridoi fluviali, ai parchi e alle aree protette. Turismo E Attrattività Del Territorio - Sono previsti il coordinamento e lo sviluppo dei sistemi dell´ospitalità turistica, anche attraverso il miglioramento della qualità delle imprese alberghiere, la promozione territoriale e culturale dei luoghi e dei temi di eccellenza turistica. Saranno, poi, sviluppati il coordinamento di eventi e manifestazioni per la promozione e la valorizzazione dei sistemi turistici piemontese e lombardo e, in particolare, del lago Maggiore. Sviluppo congiunto, infine, delle politiche per la qualificazione della rete territoriale del commercio e della ristorazione. Cultura - Saranno sviluppate forme di coordinamento di proposte ed eventi da sviluppare nell´anno dell´Expo 2015. Saranno curate la valorizzazione e la promozione del patrimonio storico, artistico e architettonico anche lungo i percorsi e le vie storiche e con riferimento al sistema dei siti Unesco. Attese collaborazioni e coproduzioni tra i maggiori enti culturali partecipati da Regione Lombardia e Regione Piemonte. Novità sarà la promozione di una card interregionale dei musei e delle manifestazioni di spettacolo presenti nelle due regioni, con particolare riguardo al cinema, all´arte contemporanea e al sistema delle residenze sabaude, alle tradizioni e ai luoghi borromaici, alle ville storiche, al sistema dei Sacri Monti. Infrastrutture E Trasporti - Sarà sviluppata la capacità di attrazione internazionale del territorio attraverso il rafforzamento della rete aeroportuale, con la valorizzazione dell´hub di Malpensa, in raccordo con l´aeroporto di Torino Caselle, nell´ottica di un potenziamento del traffico internazionale e intercontinentale del Nord. Previsti collaborazione e coordinamento, con particolare riferimento alla navigabilità lungo il lago Maggiore, il fiume Ticino e i canali, in sintonia con il sistema vie d´acqua Expo. Sarà, infine, potenziato il sistema di accessibilità diretta al sito Expo, coinvolgendo Trenitalia per servizi mirati di collegamento tramite il servizio ad Alta Velocità.  
   
   
PIEMONTE E LOMBARDIA INSIEME PER L’EXPO 2015 SINERGIE E COLLABORAZIONE SU AGROALIMENTARE, SVILUPPO SOSTENIBILE, CULTURA E TURISMO  
 
 Torino, 17 luglio 2012 - Agroalimentare, sviluppo sostenibile del sistema rurale, turismo, valorizzazione del territorio, cultura, infrastrutture e trasporti sono i temi che si propone di sviluppare il protocollo di collaborazione stipulato tra le Regioni Piemonte e Lombardia per il governo del sistema delle eccellenze e la definizione di attività condivise a supporto dell’Expo Milano 2015. Un’iniziativa dagli obiettivi ambiziosi e di portata rilevante per la promozione dell’intero bacino padano-alpino, sottoscritta il 13 luglio a Torino dal presidente della Lombardia e commissario per l’Expo, Roberto Formigoni, e dal presidente del Piemonte, Roberto Cota. Erano presenti gli assessori piemontesi Alberto Cirio, Michele Coppola e Barbara Bonino, insieme alla lombarda Valentina Aprea e il sottosegretario all´Attuazione del Programma ed Expo 2015 Paolo Alli. “L’expo 2015 - ha dichiarato Cota - sarà un grande evento anche e soprattutto piemontese, con ricadute proporzionali alle capacità del nostro territorio di attrarre i visitatori. In pochi infatti limiteranno la loro visita soltanto all’esposizione internazionale, ma coglieranno l’occasione per vedere anche altro. E noi siamo la regione più prossima al luogo dell’evento. Anche grazie alla firma di questo protocollo di coordinamento con la Lombardia, potremmo organizzare direttamente dalla cabina di regia dell’Expo le migliori strategie per cogliere l’obiettivo: l’agroalimentare, il turismo, la cultura, i trasporti e lo sviluppo sostenibile sono il cuore del documento. Durante l’Expo, ad esempio, sarà dato grande spazio - ha osservato Cota - alla qualità e alla sicurezza del cibo, settori in cui il Piemonte è sicuramente all’avanguardia. Se saremo in grado di organizzare eventi sul Piemonte, supportati da interessanti pacchetti turistici, potremo far conoscere al mondo le nostre tante eccellenze e il nostro bellissimo territorio. La linea ad alta velocità Milano-torino permette oggi il collegamento tra i nostri due capoluoghi nelle stesso tempo necessario per attraversare la città di Milano. Quindi è bene che tutto il territorio piemontese si attivi per cogliere l’occasione rappresentata dall’Expo 2015’. “Un evento di grande importanza strategica - ha sottolineato Formigoni - che deve essere capace di rilanciare i nostri territori e far compiere lo scatto finale per uscire dalla crisi. Puntiamo a 20 milioni di visitatori in sei mesi, ai quali proporremo temi che sono anche di interesse per la Macroregione alpina”. Gli assessori piemontesi hanno anch’essi evidenziato le ricadute positive del protocollo. Coppola ha dichiarato che “negli anni precedenti abbiamo già dimostrato la capacità del Piemonte di saper lavorare ai grandi appuntamenti. Ora ci impegniamo per rendere questo documento concreto e promuovere insieme, con un programma specifico, le nostre eccellenze culturali, la nostra identità. Teatro Regio, Salone internazionale del Libro con il progetto della Regione ospite, Torino Film Festival sono solo alcuni degli appuntamenti a cui stiamo collaborando insieme alla Lombardia. Stiamo lavorando perché già nel 2014 il nostro Abbonamento Musei Torino Piemonte diventi strumento unico tra il sistema museale piemontese e lombardo, in sinergia con Milano e Torino”. Bonino ha definito l’Expo “un’occasione unica per accorciare le distanze tra Torino e Milano, migliorando l’offerta e la qualità dei collegamenti e rafforzando le strategie transregionali, dalle infrastrutture all’integrazione nella programmazione dei trasporti, alla bigliettazione integrata. Oltre a formule speciali e offerte dedicate a incentivare la mobilità tra i due capoluoghi”. Cirio ha ricordato che “è un protocollo già vivo. Abbiamo avuto modo di sperimentarlo durante l’Expo in Corea, che ci ha offerto un’occasione di visibilità enorme. Nel prossimo Piano di promozione turistica 2013-2015 ci sarà una parte specifica dedicata all’Expo di Milano con pacchetti e offerte speciali di ospitalità in Piemonte e sconti ad hoc anche per il nostro calendario di manifestazioni. In pratica. Con il biglietto per entrare all’Expo si avrà accesso anche a tutte le eccellenze turistiche piemontesi”. La base di partenza del protocollo sono le eccellenze nel campo della ricerca e innovazione nel settore agroalimentare, dell’educazione e della sicurezza alimentare, tra cui, in particolare, l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, il polo dell’Università e della ricerca dedicato al settore veterinario, zootecnico ed agroalimentare di Lodi, il sistema degli Istituti zooprofilattici e dei centri di ricerca quali Agroinnova Creso e Fondazione per le Biotecnologie, i parchi tecnologici come Tecnogranda e le filiere contraddistinte da marchi a denominazione d’origine. L’obiettivo finale, prendendo spunto dalle tematiche di Expo 2015 (Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita), è sviluppare un sistema di coordinamento di tali reti di eccellenza che comprenda, tra l’altro: la sostenibilità ambientale ed energetica della filiera agroalimentare; il coordinamento per la gestione e condivisione di progetti di tracciabilità-rintracciabilità con particolare riguardo ad Ict, biotecnologie e scienze dei materiali; iniziative per l’educazione al consumo in ambito agroalimentare; la ricerca scientifica nell’ambito delle tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti e in quelle per la salute e il benessere del consumatore; programmi di ricerca sulla risicoltura che si evidenzino per la forte capacità d’integrazione di risorse e infrastrutture; il coordinamento di interventi per il sostegno e la promozione dello sviluppo sostenibile riferiti alla sperimentazione e valorizzazione di pratiche agricole rispettose dell’ecosistema e capaci di valorizzare la biodiversità, ampliando la significativa esperienza già maturata delle aree protette; la conservazione delle risorse ambientali, con particolare riferimento all’acqua, ai corridoi fluviali, ai parchi e alle aree protette, compresi i Siti Rete Natura 2000. Il protocollo comprende poi il coordinamento e lo sviluppo di sistemi dell’ospitalità turistica anche attraverso il miglioramento della qualità delle imprese alberghiere, la promozione territoriale e culturale dei luoghi e dei temi di eccellenza turistica, in particolare nelle aree facilmente raggiungibili da Milano e da Torino, intese come sistema unico turistico-ricettivo per la predisposizione di pacchetti offerta collaterali e complementari agli eventi dell’Expo, con riferimento anche al turismo scolastico. In questa direzione sono comprese manifestazioni per la promozione e valorizzazione dei sistemi turistici piemontese e lombardo e in particolare del Lago Maggiore, anche mediante la predisposizione di itinerari tematici sul turismo lacuale, ambientale, montano, culturale, enogastronomico, religioso e sportivo, nonché l’accoglienza dei visitatori di Expo 2015. Per quanto concerne la cultura, si dà largo spazio a proposte ed eventi di promozione integrata che evidenzino prioritariamente il patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale diffuso nel territorio delle due Regioni, le coproduzioni tra i maggiori enti culturali partecipati (Teatro Regio, Teatro alla Scala, Teatro Stabile, Piccolo Teatro, Orchestre, Mito, Museo del Cinema, Museo Egizio), la diffusione della conoscenza delle eccellenze territoriali in una visione che comprenda l’insieme delle realtà museali e delle esposizioni d’arte anche con la promozione di una “card interregionale” e delle manifestazioni di spettacolo, con riguardo al cinema, all’arte contemporanea, alle Residenze sabaude, alle tradizioni e ai luoghi borromaici, alle ville storiche, ai Sacri Monti. Infine, nel campo dei trasporti e delle infrastrutture si presta attenzione al rafforzamento della rete aeroportuale, con la valorizzazione dell’hub di Malpensa in raccordo con l’aeroporto di Caselle mediante una connessione terrestre stradale e ferroviaria sempre più efficiente, alla completa attuazione delle connessioni ambientalmente sostenibili come la navigabilità lungo il lago Maggiore, il fiume Ticino e i canali, al potenziamento del sistema di accessibilità diretta al sito Expo coinvolgendo Trenitalia per servizi mirati di collegamento tramite l’Alta Velocità. Un’apposita cabina di regia si occuperà di definire un piano dettagliato di interventi di proposte e di attività congiunte e condivise, garantendo il coinvolgimento attivo delle istituzioni e dei soggetti interessati.  
   
   
RMILIA ROMAGNA: POLITICHE PER LA SICUREZZA, ECCO I NUOVI PROGETTI SOSTENUTI DALLA LEGGE REGIONALE PER LA PREVENZIONE DELL’INFILTRAZIONE MAFIOSA  
 
 Bologna, 17 luglio 2012 - La Regione Emilia-romagna continua ad intervenire attivamente sul fronte della prevenzione delle infiltrazioni e del radicamento delle mafie nel nostro territorio. Dopo i primi progetti sostenuti nel 2011, stanno arrivando ora a conclusione del loro percorso gli altri 6 accordi di collaborazione con enti locali, università e camere di commercio del territorio regionale. Diventeranno così in totale 35 i progetti sostenuti a poco più di un anno dall’approvazione della legge regionale 3/2011. I nuovi 6 progetti sono diversi tra loro, ma tutti attraversati da un comune obiettivo: contribuire ad accrescere la coscienza civile, in particolare delle giovani generazioni, sui rischi dell’infiltrazione mafiosa; rafforzare il capitale sociale delle comunità emiliano-romagnole; favorire la conoscenza e la diffusione delle informazioni; incentivare la collaborazione e costruire reti di resistenza al fenomeno tra le istituzioni e le comunità locali. Si tratta, quindi, di una ulteriore robusta “iniezione di anticorpi” per rendere le attività di prevenzione della infiltrazione mafiosa nel territorio ancora più capillare e diffusa. “Questa nuova tranche di progetti del 2012 dimostra che stiamo continuando a tenere alta la guardia contro il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nella nostra regione”, sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore alle Politiche per la Sicurezza della Regione Emilia-romagna. “Molte attività sono in corso dalla fine dello scorso anno - spiega - e molte altre proseguiranno negli anni immediatamente successivi. Migliaia di cittadini, studenti, operatori economici della nostra regione saranno coinvolti in queste attività e speriamo percepiscano in modo forte gli effetti del nostro impegno. Questi nuovi progetti sono una dimostrazione ulteriore che la nostra legge sta dando buoni frutti: non solo un impegno simbolico, ma tante azioni concrete diffuse nel territorio, che nascono dalla cooperazione tra la Regione, le Città, le Province, le scuole e le università. Con la legge 3 abbiamo creato una rete salda di collaborazioni che ci aiuterà a resistere meglio e a sciogliere i nodi di un’altra rete, quella criminale, dimostrando che resistere alla mafia non solo si deve, ma si può”. I progetti Accordo di Programma con il Comune di Ferrara - L’intesa punta a sviluppare attività a sostegno della legalità nel territorio comunale. In particolare sono previsti percorsi di educazione alla cultura della legalità per le giovani generazioni, seminari e incontri con i cittadini, formazione specifica per gli operatori degli enti pubblici e per i professionisti, l’istituzione della Carta etica (cui aderiranno le associazioni professionali del comune) per combattere corruzione e infiltrazione mafiosa, e premi di laurea per gli studenti universitari. Il contributo della Regione ammonta a 34.200 euro. Accordo di Programma con la Provincia di Rimini - Il progetto prevede l’istituzione dell’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata e per la diffusione della cultura della legalità. L’osservatorio sarà dedicato all’analisi e al monitoraggio degli atti illeciti collegati alla criminalità organizzata di stampo mafioso e si avvarrà di un portale internet dedicato e condiviso dai Comuni della provincia, dalla Questura, dalla Prefettura, dalla Camera di commercio, dalle associazioni sindacali e di categoria, nonché dalle associazioni di volontariato. Sono previste, inoltre, attività di educazione nelle scuole e seminari pubblici. La Regione partecipa alla realizzazione delle attività con un contributo di 18.000 euro. Accordo di Programma con la Provincia di Bologna - Il progetto, di cui la Provincia di Bologna è capofila, è realizzato insieme alla legione Carabinieri “Emilia-romagna”- Comando provinciale di Bologna e con il Comune di Bologna e riguarda iniziative di formazione e sensibilizzazione alla legalità nelle scuole medie e superiori della provincia, nonché la produzione e diffusione di un cortometraggio che sarà realizzato dagli studenti. Il contributo della Regione ammonta a 11.700 euro. Accordo di Programma con la Provincia di Modena - L’intesa prevede la realizzazione di una serie di attività di promozione della legalità e di prevenzione dell’infiltrazione mafiosa nella rete provinciale delle scuole superiori, in particolare attraverso l’uso di nuove tecnologie (attraverso la diffusione e l’attivazione di canali web-tv dedicati al tema sul portale Ted). Sarà, inoltre, rinforzata l’attività dell’Osservatorio provinciale sulla legalità attraverso lo sviluppo di un data base specifico sui fenomeni criminali, con riferimento anche al lavoro nero e al controllo degli appalti. Il progetto ha una durata triennale e la Regione partecipa alla sua realizzazione con un contributo di 20.400 euro. Accordo di Programma con la Camera di commercio di Reggio Emilia - Il progetto prevede la realizzazione di un Centro per l’analisi e il monitoraggio dei dati sui fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata e per la formazione per gli imprenditori, oltre a iniziative di diffusione e sensibilizzazione di operatori economici, istituzioni locali e cittadini. Il contributo della Regione ammonta a 17.500 euro. Accordo di Programma con l’Università di Bologna – Facoltà di Scienze della formazione - L’intesa prevede la realizzazione di una serie di attività condotte direttamente dagli studenti della facoltà, sotto la guida di docenti e ricercatori, tra cui la produzione di materiali audiovisivi e multimediali per la documentazione delle attività nei campi di lavoro nelle terre confiscate alle mafie; la produzione di materiale formativo in e-learning sui temi della criminalità mafiosa e la realizzazione di un sito web dedicato alla diffusione dei lavori. La Regione partecipa alla realizzazione delle attività previste con un contributo di 12.800 euro.  
   
   
LA TOSCANA AL GOVERNO: MODIFICARE LA MANOVRA. E INTANTO INCASSA L’APPREZZAMENTO DI BONDI  
 
Firenze, 17 luglio 2012 - La maggioranza alla guida della Regione Toscana chiede una modifica della manovra governativa e al riguardo avanza tre proposte: si acquistino meno caccia F-35, si recuperino alcuni miliardi tassando adeguatamente i detentori dei capitali scudati e si imponga una patrimoniale sulle grandi ricchezze. E’ quanto è emerso il 13 luglio nel corso della riunione di Toscana Democratica che si è tenuta a Palazzo Sacrati Strozzi, sede della presidenza della Regione, alla presenza del presidente Enrico Rossi. Nessuna decisione è stata quindi presa sui provvedimenti da assumere per far fronte ai tagli contenuti nella manovra del Governo. L’impegno della maggioranza alla guida del governo regionale è quello di concentrare l’azione dei prossimi giorni per scongiurare interventi che avrebbero un impatto sociale pesante sui servizi, sulla sanità e sui trasporti. L’idea è quella di sviluppare una serie di iniziative politiche rivolte alle forze sociali, ai cittadini, coinvolgendo anche i parlamentari eletti nella regione, per far si che durante il dibattito parlamentare sia possibile modificare la manovra e fare in modo che né la sanità né i servizi pubblici vengano intaccati. Sempre nella giornata di ieri si é svolto un incontro del presidente Rossi con il commissario per la razionalizzazione della spesa, Enrico Bondi. La riunione che si è tenuta a Firenze a Sacrati Strozzi su invito del Presidente Rossi, é servita ad approfondire i problemi connessi alla revisione della spesa in materia di sanitàe a mettere a disposizione del commissario il lavoro svolto sia dalla Regione che dal Mes (S.anna e Regione). Nel corso del lungo colloquio Bondi ha espresso apprezzamento per il lavoro impostato dalla Regione Toscana sia per quanto riguarda il suo sistema di valutazione, sia per l’unicità della certificazione dei bilanci delle Asl e delle Aziende ospedaliero universitarie, rispetto alla quale Bondi ha esortato Rossi a non retrocedere. L’esame della metodologia toscana ha riguardato l’analisi puntuale di tutti i costi, elaboarata non solo relativamente agli acquisti sanitari, ma anche alle altre voci di spesa. Bondi, che ha acquisito elementi utili per valutare meglio le attività delle altre amministrazioni pubbliche, ha definito la Toscana una regione virtuosa.  
   
   
ISTITUZIONI: TONDO E I PARLAMENTARI FVG IN DIFESA DELL´AUTONOMIA  
 
Udine, 17 luglio 2012  - Il rispetto dei principi costituzionali dell´autonomia speciale è l´obiettivo centrale delle iniziative che il presidente della Regione, i parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia (al parlamento europeo e a quello nazionale) ed i consiglieri regionali mettono sul tavolo in vista della discussione in Parlamento del decreto del governo italiano sulla rivisitazione della spesa. Non è messa in discussione la necessità di ridurre la spesa pubblica, ma le modalità con cui il Friuli Venezia Giulia deve partecipare a questo obiettivo. Sarà quindi predisposto un emendamento al decreto, da depositare in Senato entro giovedì, nel quale si indicherà la decadenza del patto Stato-regione Fvg, sottoscritto nell´ottobre 2010, sul contributo regionale al federalismo fiscale a causa del mancato rispetto dello stesso da parte di provvedimenti finanziari assunti dai governi nazionali che si sono succeduti. La richiesta e le iniziative di sollecitazione verso il governo, mirano a richiamare al fatto che lo Statuto di autonomia, che ha valore di legge costituzionale, vuole che le scelte che incidono sul bilancio della Regione siano concordate con la stessa e non frutto di scelte unilaterali. Su questi punti hanno concordato il 16 luglio i parlamentari ed i rappresentanti delle forze politiche del Consiglio regionale che hanno risposto con una presenza significativamente numerosa all´incontro convocato a Udine dal presidente della Regione Renzo Tondo ed al quale ha preso parte anche l´assessore regionale alle Finanze Sandra Savino. Tutti hanno espresso la consapevolezza della difficile situazione in cui versa il Paese e, proprio per questo motivo, accanto alla difesa dell´autonomia speciale è stata sottolineata, pur con alcuni distinguo, la necessità di attuare quello che Tondo ha definito ´un serio percorso di riforme´ che attrezzi il Friuli Venezia Giulia ad affrontare un futuro che presenta ancora grandi incognite. I contenuti emersi sono stati illustrati nell´incontro che il pomeriggio il presidente Tondo h avuto ad Avio (Tn) con i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano e della Regione Valle d´Aosta.  
   
   
ISTITUZIONI: TONDO, SPECIALITÀ È RESPONSABILITÀ DA RISPETTARE  
 
 Avio (Tn), 17 luglio 2012 - Siamo parte dell´Italia che funziona, rivendichiamo con serenità il rispetto dell´autonomia speciale, abbiamo dimostrato responsabilità davanti alle difficoltà finanziarie nazionali siglando precisi patti con lo Stato. Davanti a provvedimenti del Governo che non tengono conto di tutto questo, e soprattutto degli impegni assunti, chiediamo un immediato incontro con il presidente del Consiglio dei ministri, presentiamo attraverso i nostri parlamentari degli emendamenti al decreto sulla revisione della spesa per salvaguardare le prerogative costituzionali e, qualora non avessimo risposte positive, siamo pronti a ricorrere alla Corte Costituzionale. I presidenti delle Regioni autonome Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e Valle d´Aosta, Augusto Rollandin, e delle Province autonome di Trento e Bolzano, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder, hanno ribadito queste posizioni in un incontro svoltosi ieri pomeriggio ad Avio, al quale ha partecipato anche l´assessore regionale alle Finanz,e Sandra Savino. La lettera che i presidenti invieranno al presidente del Consiglio dei ministri spiegherà come le autonomie speciali intendono partecipare al risanamento della finanza pubblica, ma non possono accettare che non si tenga conto che questo deve avvenire attraverso trattative bilaterali in attuazione degli statuti speciali. Anche un Governo tecnico, hanno detto, deve rispettare la Costituzione e il richiamo che facciamo, hanno ribadito i presidenti, non è difesa di privilegi, ma volontà di difendere una visione dello Stato moderno, efficiente e in dialogo attento con i territori, e non solo quelli ad autonomia speciale. Il presidente Renzo Tondo, che questa mattina ha incontrato i parlamentari ed i capigruppo del Consiglio regionale, ha riaffermato la necessità che i tavoli bilaterali con il governo superino la fase in cui si ricevono strette di mano e si dimostra cortesia senza poi produrre qualche cosa di concreto. Siamo disposti a fare la nostra parte, ha detto Tondo, ma il governo rispetti le competenze che gli statuti ci assegnano. Anche il presidente del Friuli Venezia Giulia ha sostenuto che, se tutti i tentativi di dialogo non avessero esiti positivi, l´ultima carta delle specialità sarà il ricorso alla Corte Costituzionale.  
   
   
DAI PRESIDENTI DI REGIONI E PROVINCE A STATUTO SPECIALE DEL NORD ITALIA UN FORTE APPELLO IN DIFESA DELL´AUTONOMIA DELLAI: CONTRO IL CENTRALISMO DIFENDIAMO UNA CONCEZIONE DELLO STATO SANCITA ANCHE DALLA COSTITUZIONE  
 
 Trento, 17 luglio 2012 - Un concorso delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano al risanamento dei conti dello Stato basato su base pattizia, ovvero attraverso la stipula di accordi bilaterali, come già avvenuto negli anni 2009-2010; la convocazione immediata da parte del Governo di tavoli bilaterali con regioni e Province a Statuto speciale; l´inserimento nel decreto legge del Governo sulla spending review della cosiddetta "clausola di salvaguardia", che sancisce il fatto che le disposizioni del decreto legge si applicano alle "Speciali" compatibilmente con quanto previsto nei rispettivi Statuti; un emendamento a salvaguardia dei sistemi sanitari regionali e provinciali, nel rispetto delle competenze statutarie: queste in sintesi le richieste che le Regioni autonome del Friuli Venezia Giulia e della Valle d´Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno formulato oggi e che saranno oggetto di una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti, che sarà formalizzata e inviata nei prossimi giorni. La decisione è stata assunta al termine del vertice che ha avuto luogo a Borghetto, presso la tenuta San Leonardo, alla presenza dei presidenti Renzo Tondo, Augusto Rollandin, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder. "Siamo parte dell´Italia virtuosa e non di quella sprecona - ha detto il presidente Dellai - e vorremo che ci fosse riconosciuto. Quando si dice che bisogna tornare alla strada del buon governo e della sobrietà non si deve guardare a noi, perché noi su quella strada ci siamo già da tempo. Questa non è una lotta di categorie, ma la difesa di un modello di stato antitetico a quello centralista, il modello di una Repubblica delle regioni e delle Autonomie, sancita anche dalla Costituzione. Se lo Stato non rispetta le prerogative delle Regioni e Province autonome, figurarsi cosa ne sarà delle regioni a statuto ordinario." Unità di intenti e di azione, dunque, da parte delle Regioni e Province autonome dell´Arco alpino, nei confronti della manovra economica dello Stato, ed un forte appello affinché vengano riconosciuti non solo gli sforzi che le "Speciali" stanno facendo per concorrere al risanamento dei conti dell´Italia ma in pari misura anche le prerogative autonomistiche sancite dagli Statuti. Il presidente Dellai ha parlato di un clima di crescente difficoltà nei rapporti con lo Stato, sia sul piano istituzionale che su quello finanziario, un clima aggravato da esternazioni di alcuni esponenti del Governo contenenti accuse gravi e immotivate alle Regioni e alle Provincie autonome, che hanno già definito (in particolare, per quanto riguarda Trento e Bolzano, con l´Accordo di Milano) i loro rapporti con lo Stato. Sul piano finanziario "è fondamentale che i nostri rapporti vengano definiti su base bilaterale - ha detto Dellai - cosa che il Governo ancora non ha fatto anche a fronte delle proposte, costruttive e coraggiose, che abbiamo avanzato ancora a febbraio. Deve valere il principio per il quale non è giusto che le ´Speciali´ paghino due volte, senza distinguere tra chi ha già dato e chi non ha ancora dato nulla. Dal canto nostro, rivendichiamo con forza la nostra esperienza di buon governo e la nostra disponibilità a partecipare, nuovamente, allo sforzo di risanamento del Paese, anche attraverso l´assunzione di nuove deleghe, a costo zero per lo Stato." Per quanto riguarda la sanità., pubblica, uno dei settori oggetto della spending review, "la paghiamo interamente con i nostri Bilanci - ha detto Dellai - che già sono e saranno sottoposti a stringenti patti con lo Stato nella loro globalità". Dellai infine ha ricordato che "resta sempre aperta la strada del ricorso alla Corte costituzionale, qualora il testo del Governo rimanesse quello attuale. Noi non vogliamo mettere in discussione i saldi di Bilancio del governo. Ma tanto sui sacrifici che ci vengono richiesti quanto sulla parte normativa vogliamo poter dire la nostra, perseguendo quel modello pattizio che è del resto quello sulla base del quale abbiamo già dato, nel 2009 e nel 2010, il nostro contributo agli sforzi di risanamento dello Stato."  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE HA APPROVATO IL RENDICONTO 2011.  
 
Ancona, 17 luglio 2012 - Nella seduta di ieri , la Giunta regionale ha approvato il Rendiconto Generale per l’anno 2011. “L’esercizio 2011 ha registrato un andamento in linea con le previsioni del bilancio iniziale ma consegna al 2012 una situazione finanziaria, economica e patrimoniale che ha esaurito ogni margine di manovra e ogni possibilità di compensare, sia pure parzialmente, la riduzione di risorse statali con risorse regionali – ha affermato l’assessore al Bilancio, Pietro Marcolini - Tanto più che i tagli dei trasferimenti statali, colpendo indiscriminatamente, non rispecchiano il criterio dei costi standard e il grado di virtuosità delle singole regioni. La spia del peggioramento della situazione finanziaria è costituita dal sia pur leggero peggioramento del saldo finanziario di 14 milioni di euro. In particolare la gestione 2011 è stata caratterizzata dagli andamenti di seguito descritti: • l’ammontare del debito si è ulteriormente ridotto di oltre 17 milioni, scendendo da 1253.5 a 1236 milioni di euro;tale risultanza complessiva è la conseguenza di due andamenti distinti: il debito stipulato è salito da 714 a 760.4 milioni, anche a seguito della stipula del contratto con la Banca Europea degli Investimenti (Bei); il debito autorizzato ma non contratto è sceso da 539.5 a 475,5 milioni di euro. Andamento del debito negli ultimi 6 anni • rispettando il Patto di Stabilità interno, nel corso del 2011 la Regione ha autorizzato gli Enti Locali marchigiani (Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti e Province) a peggiorare il loro saldo programmatico per un ammontare complessivo di 91,4 milioni ed ha contestualmente rideterminato il proprio obiettivo di spesa riducendola di pari importo. La cosiddetta verticalizzazione del Patto, attuata dalla Regione, ha permesso a tanti Enti Locali di far fronte a non rinviabili obbligazioni di pagamenti in conto capitale e di evitare le gravi sanzioni che altrimenti sarebbero state applicate nei loro confronti; • il gettito complessivo accertato delle entrate tributarie a libera destinazione (tributi disponibili più entrate da manovra fiscale regionale) è aumentato di circa 14 milioni (più 3,25 %) rispetto all’anno 2010; • è proseguita con positivi risultati la lotta all’evasione dei tributi propri regionali, che ha permesso di recuperare circa 29 milioni; • il saldo finanziario è passato da -114 a -128 milioni di euro, ma si consolida il valore del patrimonio netto della Regione, che comprende anche il saldo finanziario; • la spesa sanitaria non ha registrato disavanzi, qualificando le Marche come l’unica Regione, insieme alla Lombardia e all’Umbria, ancora in equilibrio finanziario; • è aumentato l’importo delle riscossioni tramite avvisi di accertamento derivanti dall’attività di recupero della tassa automobilistica regionale (da 15,7 a 16,5 milioni di euro); • si sono mantenute elevate la “capacità di realizzo” (89,1% di accertamenti sul totale degli stanziamenti finali di entrata), la capacità di impegno (71,6% sugli stanziamenti finali di spesa) e quella di pagamento (64,1% rispetto agli stanziamenti e 89,6% rispetto agli impegni), nonostante i limiti di spesa imposti dal Patto di stabilità; • la copertura dei residui perenti si è mediamente attestata su oltre il 50% del totale; • si è evitato il ricorso ad anticipazioni di cassa, contenendo al massimo gli oneri del servizio del debito. Su uno stanziamento finale di spesa 2011 pari a 5.014 milioni di euro sono stati impegnati 3.589 milioni di euro pari a circa il 72%. Di particolare rilievo i risultati della lotta all’evasione. Il gettito complessivo relativo all’attività di contrasto ha registrato, con i 29,2 milioni di euro incassati nel 2011, una lieve diminuzione rispetto ai 30 milioni del 2010; il calo è stato solo del 2,7%. Le entrate tributarie recuperate nel 2011 sono composte prevalentemente per 16,5 milioni da versamenti diretti a seguito dell’attività di accertamento delle tasse automobilistiche, mentre per i rimanenti 12,7 milioni da riscossioni coattive tramite ruolo dei principali tributi regionali quali l’Irap, le tasse automobilistiche e l’addizionale all’Irpef. Da notare che nel quinquennio l’azione di controllo costante e mirata si è concretizzata con il recupero complessivo di 139,2 milioni di euro.  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO SU ASSESTAMENTO 2012: CONFERMATE LE SCELTE IN BILANCIO  
 
Potenza, 17 luglio 2012 – “L’assestamento conferma le scelte già fatte con il bilancio di previsione in un quadro finanziario che si è ulteriormente aggravato e complicato nel primo semestre 2012. Ciò che sta accadendo è evidente per tutti. C’è un dibattito in corso sull’applicazione della spending review, che, oltre ad avere ripercussioni dirette sul nostro territorio con la soppressione dei Tribunali e delle Province, rischia di mettere in grandi difficoltà il sistema delle Regioni, anche quelle finanziariamente più virtuose”. Così il presidente della Regione, Vito De Filippo, che ha illustrato alle Commissioni consiliari la manovra di assestamento del Bilancio 2011 predisposta dalla Giunta regionale. “Oltre ai tagli già operati con la Finanziaria del 2011 sul Fondo sanitario nazionale – ha detto De Filippo – se ne aggiungono altri, che prevedono un decurtamento delle risorse finanziarie per 900 milioni di euro nel secondo semestre del 2012 e per 1.800 milioni di euro nel 2013 in aggiunta a quelli già previsti della manovra del precedente governo. Ciò vuol dire per la Basilicata una riduzione delle risorse finanziarie per la sanità di circa 60 milioni di euro. In questo contesto non positivo e nonostante le difficoltà – ha aggiunto il presidente – l’assestamento di bilancio, tuttavia, riesce a mettere in garanzia le azioni e le misure previste nel bilancio di previsione”. Molte di queste riguardano il welfare. “In mancanza del Fondo nazionale per le politiche sociali, la Regione – ha sottolineato De Filippo – con risorse proprie pari a 20 milioni di euro potrà garantire i servizi sociali e integrare i Fondi destinati alle Cittadinanza solidale, alle azioni per il sostegno del reddito e i contributi regionali per nefropatici e talassemici”. Nello stesso modo, “la manovra di assestamento del bilancio permetterà l’attuazione del Programma annuale regionale di Forestazione” e “concorrerà alle spese concernenti i Consorzi di bonifica, per i quali è in atto un processo di riforma, e le associazioni degli allevatori”. Tra le novità dell’assestamento una in particolare è riferita alla struttura del bilancio. “La Regione – ha continuato De Filippo rivolgendosi ai consiglieri – partecipa insieme ad altre quattro alla sperimentazione di un format a cui, a partire dal 1 gennaio 2014, tutti i bilanci pubblici dovranno adeguarsi, nel rispetto di due distinti Dpcm, in un profilo di rigore e serietà”. Si è proceduto, infine, all’aggiornamento dei residui attivi e passivi, questi ultimi “sottostimati” a causa delle stringenti norme sul Patto di stabilità.  
   
   
FVG: TONDO, SODDISFAZIONE PER GIUDIZIO CORTE CONTI  
 
Trieste, 17 luglio 2012 - "Soddisfazione" è stata espressa dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo in merito al giudizio della sezione regionale di controllo della Corte dei conti che, riunitasi il 13 luglio nell´aula del Consiglio regionale a Trieste sotto la presidenza di Antonio Di Salvo, ha decretato la parificazione del rendiconto generale della Regione Friuli Venezia Giulia per l´esercizio 2011. Dopo la relazione del consigliere Fabrizio Picotti, il procuratore regionale della Corte dei Conti Maurizio Zappatori ha chiesto alla Corte di pronunciarsi in modo favorevole sulla parificazione del rendiconto 2011. "Sono sostanzialmente soddisfatto - ha detto Tondo al termine della seduta - sia della relazione del consigliere sia della requisitoria del procuratore. Sono stati messi in luce alcuni aspetti positivi del bilancio regionale, come l´abbattimento del debito, un dato ormai acquisito e apprezzato dalla Corte, così come la riduzione del personale, che in un anno è calato dell´8,8 per cento, pari a 264 unità". "Ci sono state anche alcune osservazioni critiche - ha aggiunto il presidente della Regione Tondo - come per esempio sulla Sanità, dove la Corte ha rilevato che la riforma non avrebbe prodotto ancora i risultati previsti, anche se poi si sottolinea che comunque non ci sono stati aumenti della spesa sanitaria". "Raccolgo l´invito finale della Corte - ha concluso Tondo - a vigilare sul finanziamento per la terza corsia dell´autostrada A4. Un´osservazione giusta, ma credo che le verifiche che abbiamo condotto su questo aspetto ci consentono di andare avanti con tranquillità".  
   
   
ABRUZZO: CHIODI,PERCORSO RISANAMENTO FRUTTO DI IDEALITA´  
 
Pescara, 17 luglio 2012  - "L´economia è globalizzata ed i governi sono locali , tutto questo rende difficile o quanto meno complicato gestire i fenomeni economici. L´abruzzo, nel 2008, ereditava un debito pubblico di circa 4 miliardi di Euro. Grazie alle scelte operate nell´ottica del risanamento, ma soprattutto per la determinazione di questa amministrazione, oggi il debito degli abruzzesi è sceso di circa il 14 per cento ed ammonta a circa 3 miliardi e 120 milioni di Euro. Ma non è solo un dato freddo che pone in risalto il valore delle scelte operate, ma il riordino dei conti e della spesa regionale, che inverte la tendenza ad indebitarsi in maniera strutturale. E così, mentre il debito pubblico italiano aumenta, quello abruzzese diminuisce costantemente". Il Presidente della Regione Abruzzo precisa che "tenere i conti in ordine e ridurre la spesa sanitaria significano, per gli abruzzesi, poter avere più soldi in tasca e presto si interverrà per far scendere la pressione fiscale regionale". Far scendere la pressione fiscale vuol dire poter innescare processi di rilancio dell´economia del territorio, attraverso sia le risorse pubbliche nuovamente disponibili, sia per la maggiore capacità di spesa dei cittadini che si risentirà sui consumi". Questa è l´analisi del presidente della Regione, Gianni Chiodi, in occasione del convegno su "Economia del mondo, Economia d´Abruzzo e Parità di genere", che si è tenuto nella sede della Provincia di Pescara ed al quale sono intervenuti il direttore esecutivo della World Bank, Piero Cipollone, e la consigliera di Parità della Regione, Letizia Marinelli, moderati dal professor Massimo Sargiacomo dell´Università "G. D´annunzio". "L´abruzzo ha fronteggiato la crisi meglio di altre regioni cercando di evitare il default da debito che rischiava di subire nel 2007 quando non fu in grado di pagare i fornitori del sistema sanitario e venne costretta a sottoscrivere, il 16 marzo di quell´anno, un Piano di rientro per la sanità - ha ricordato il presidente Chiodi - nulla di diverso da quello che ha fatto il Fondo monetario internazionale con la Grecia. I dati dell´istituto Leoni, che descrivono il rapporto tra debito pubblico Italiano e quello regionale, dimostrano che dietro questa logica, - ha proseguito - non c´è una visione ragionieristica ma una forte tensione ideale. Infatti, come diceva Plutarco, nessun popolo oberato di tasse potrà essere un popolo forte e sarà per questo destinato a diventare schiavo. Se vogliamo regalare ai giovani quote di futuro e di speranza, abbiamo il compito di ridurre le cambiali che hanno sulle loro spalle. E solo attraverso la riduzione del debito pubblico, quindi della spesa, ci sarà la possibilità di ridurre le tasse per favorire la crescita. L´unico modo per farlo è quello di stimolare i consumi ma la gente consuma se ha più denaro in tasca. In un simile contesto anche gli investitori privati saranno stimolati ad investire se avranno la quasi certezza di fare un profitto adeguato". Chiodi è poi passato ad analizzare la situazione economica dell´Abruzzo nel periodo 2007-2010 che testimonia una discreta tenuta visto che la diminuzione del Pil, secondo i dati ufficiali dell´Istat, si è attestata sul 4,1 per cento mentre per il mezzogiorno ha toccato il 6 per cento, nel centro nord è stata del 5 per cento a fronte di una media nazionale del 5,3 per cento. Dal canto suo, Cipollone, ha parlato di possibile ripresina per l´Italia solo a partire dal 2014 ma invita a pensare in positivo e a non assumere atteggiamenti negativi". Cipollone, di origine abruzzese, dall´alto della sua posizione privilegiata di direttore esecutivo della World Bank ha fotografato la situazione di un´economia mondiale trainata solo dai Paesi in via di sviluppo ed ha spiegato la scelta di alcuni Paesi di tagliarne i tassi di interesse allo scopo di far ripartire l´economia. Poi ha illustrato le diverse attività della Banca mondiale. "che non è solo una banca che regala soldi ai Paesi del terzo mondo, ma può intervenire per rilanciare lo sviluppo economico - ha detto - perché possiamo produrre interventi utili e riproducibili". Cipollone ha poi invitato anche le imprese abruzzesi ad avvicinarsi alla World Bank ed a conoscerla perchè "se si ha un´idea imprenditoriale forte che può creare sviluppo reale, la World Bank può credere nel progetto, sostenerla e permettere di realizzarla".  
   
   
BILANCIO,LIGURIA: DEROGA AL PATTO DI STABILITÀ. SBLOCCATI 20 MILIONI DI EURO A FAVORE DI SEDICI ENTI LOCALI  
 
Genova, 17 Luglio 2012 - Aumenta la possibilità di spesa per gli Enti locali liguri, grazie alla regionalizzazione del patto di stabilità, con lo sblocco di 20 milioni di euro per la realizzazione dei progetti di sviluppo connessi ai fondi Fas 2007/2013. È stato deciso oggi dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore al bilancio, Pippo Rossetti. Grazie a questo primo provvedimento, connesso ai Fas, sarà possibile per 13 comuni liguri sopra i 5.000 abitanti e le Province di Genova, Savona e Imperia, utilizzare le risorse a disposizione nelle loro casse come pagamento delle fatture per la realizzazione dei progetti di sviluppo per il territorio, evitando di incorrere nelle rigide regole finanziarie e di lasciare inutilizzati finanziamenti preziosi. Queste risorse si vanno ad aggiungere ai precedenti 60 milioni di euro già sbloccati nel 2011 a favore di 18 Comuni e tre Province e ulteriori 40 milioni che verranno messi in circolazione dalla Regione entro la fine dell´anno. Tra i 13 Comuni che potranno beneficiare della regionalizzazione del patto per il pagamento di fatture connesse a progetti già presentati: Albisola Superiore, Arcola, Bolano, Celle Ligure, Finale Ligure, Genova, Imperia, S. Stefano Magra, Sanremo, Sarzana, Savona, Sestri Levante, Taggia oltre alle Province di Genova, Savona e Imperia. Si tratta dei Comuni e delle Province liguri beneficiari di fondi Fas che hanno presentato richiesta di autorizzazione alla deroga del patto di stabilità e hanno in cassa le risorse per effettuare i pagamenti alle aziende. "Il processo che vogliamo attivare sul territorio avrà un effetto moltiplicatore – ha spiegato l´assessore regionale al bilancio, Pippo Rossetti - in quanto la Regione potrà garantire la prosecuzione delle attività programmate dagli Enti locali che a loro volta presentando una certificazione di spesa consentiranno l´erogazione delle risorse da parte del Ministero". Ammontano a circa 288 milioni i fondi Fas destinati alla Liguria. Di questi fino ad oggi sono stati erogati 46 milioni di euro, 20 milioni nell´ambito della deroga al patto di stabilità che faciliteranno l´erogazione di ulteriori tranches del Fondo in quanto permetteranno le rendicontazioni e il successivo versamento da parte del Ministero. "In questo modo – aggiunge Rossetti – possiamo soprattutto andare incontro alle esigenze delle imprese, evitando il loro fallimento e dare ossigeno anche al sistema dei Comuni, consentendo la realizzazione di un circolo virtuoso tra stazione appaltante, Ministero e Regione Liguria. Abbiamo voluto iniziare con i fondi Fas proprio perché sono stati bloccati da tanto tempo e perché rappresentano la maggior fonte di finanziamento per gli investimenti sul territorio ma una volta definito il decreto sulla spending review, si potrà valutare l´intervento regionale nel Patto degli Enti Locali anche per altre tipologie di spesa".  
   
   
VENDOLA: "PROTEGGERE E RAFFORZARE IL SISTEMA DI PICCOLE E PICCOLISSIME IMPRESE"  
 
Bari, 17 luglio 2012 - “Lo chiamano credit crunch ed è la strozzatura del sistema del credito che risuona nella lamentazione talvolta disperata di tanti piccoli imprenditori. Una disperazione che può spingere al fallimento perchè è sempre più difficile reperire le risorse fondamentali per andare avanti e perché gli imprenditori sempre più spesso vivono il sistema del credito come un muro invalicabile”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola presentando ieri in conferenza stampa le quattro misure che la Regione Puglia mette in campo per contrastare la stretta del credito. Un pacchetto di 100 milioni di euro che rappresenta “la terza manovra anticiclica” della Regione Puglia e la sottoscrizione di un protocollo con l’Abi e 13 banche tra le più importanti presenti sul territorio. “In questi anni – ha continuato Vendola – noi Regione Puglia abbiamo aiutato le banche a fare credito e ad essere in una relazione positiva con le imprese piccole e piccolissime che sono tanta parte della nostra realtà economica. Oggi mettiamo in campo altri 100 milioni di euro, una risorsa importantissima perchè il sistema creditizio possa, anche in Puglia, raggiungere quella realtà di crisi della liquidità che sta diventando motivo di mortalità per tante aziende”. Vendola ha poi ricordato come nel 2008 “avevamo promesso che avremmo monitorato l’andamento della crsisi giorno per giorno e che avremmo reagito a qualunque elemento specifico di disagio, di difficoltà o di dolore E oggi – ha spiegato - facciamo un’operazione che non ha eguali in nessuna parte d’Italia. Con il sistema dei Cofidi in questi anni abbiamo garantito uno sviluppo straordinario di investimenti. Oggi noi pensiamo di salvare e di rilanciare una parte rilevante del sistema della piccola impresa senza criminalizzare le banche, che a loro volta sono in un sistema internazionale di vincoli e regole molto rigide. E’ il momento – ha concluso Vendola – di predisporre politiche di sostegno mirato al credito nei confronti delle Pmi, che vincolino le banche al risultato che vogliamo ottenere: proteggere e rafforzare il nostro sistema di piccole e piccolissime imprese”.  
   
   
UMBRIA: SPESA PERSONALE REGIONE IN LINEA CON DECRETO SPENDING REVIEW  
 
 Perugia, 17 luglio 2012 012 – “Nessuna presunta ‘bocciatura’ da parte del Governo, né alcuna necessità di indossare ‘loden’ e quant’altro: la Regione Umbria, dal 2010 ad oggi ha realizzato una diminuzione delle spese per il personale costante e rimarchevole da un punto di vista quantitativo”. E’ quanto affermava il 14 luglio l’assessore regionale al personale, Gianluca Rossi, in merito a notizie di stampa secondo le quali la regione Umbria spenderebbe per il personale ben 97 milioni di euro annui: “E’ una cifra assolutamente inesatta. La cifra vera è quella ufficiale contenuta nel bilancio regionale, cifra certa e certificata: per l’anno in corso la spesa sarà di 67 milioni di euro, quanto è stata nel 2011 che a sua volta è diminuita di cinque milioni di euro, rispetto ai 72 milioni di euro del 2010”. “Non può sfuggire a nessuno, cifre alla mano, come tra il 2011 e l’anno in corso questa Giunta abbia realizzato, per ciò che riguarda la spesa per il personale ed il funzionamento dell’amministrazione regionale, un risparmio – anche questo certificato – di ben 8 milioni di euro. Inoltre, per effetto degli ulteriori provvedimenti assunti dalla Giunta regionale, la spesa per il personale subirà in futuro ulteriori diminuzioni. Tengo a sottolineare come, sempre a partire dal 2010, anche il numero di dipendenti e dirigenti, sia progressivamente diminuito. Tutto ciò fa sì che la Regione Umbria sia già in linea con quanto disposto dal “decreto 95” del Governo Mondi, sulla spending review”. “Quanto alla cifra dei famigerati 97 milioni di euro che sarebbero stati spesi nel 2010 per il personale essa non riguarda affatto la reale spesa effettuata in quell’anno, bensì si riferisce ad un dato stimato, trasmesso a quell’epoca dai nostri uffici alla Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale. Una cifra di stima, frutto di una riclassificazione extracontabile, oltretutto successivamente rettificata”.  
   
   
PATTO PER TARANTO, VENDOLA INCONTRA IL SINDACO  
 
Bari, 19 luglio 2012 - Lungo incontro il 13 luglio  tra il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il Sindaco di Taranto Ezio Stefàno, per approfondire il tema del Patto per Taranto. La Regione Puglia nei prossimi giorni invierà al Sindaco Stefàno una proposta concreta su cui imbastire una prima discussione. Come già annunciato il mese scorso dal Presidente Vendola, la Regione Puglia intende promuovere i Patti per le città, ossia delle intese snelle che definiscano specifiche strategie di intervento sulle aree urbane della Puglia in materia di riqualificazione urbana, opere pubbliche e sviluppo sostenibile, all’interno di percorsi condivisi e partecipati. “È particolarmente importante - ha dichiarato Vendola alla fine dell’incontro – definire nei prossimi giorni, insieme all’Amministrazione di Taranto, il Patto per la città. Taranto è una città che oggi sembra essere prigioniera della tenaglia tra le questioni ambientali e le questioni del lavoro, eppure ha in sé straordinarie possibilità. Insieme al Sindaco Stefàno intendiamo definire un programma d’interventi che, senza calare dall’alto, programmi il lavoro delle nostre Amministrazioni su opere ben identificate, alla cui definizione dovranno partecipare le forze sociali e associative della città e la cui realizzazione sia consegnata al monitoraggio collettivo”. Si tratta di un approccio che mira ad anticipare i temi della nuova programmazione comunitaria e a spingere il territorio a focalizzare intorno al tema delle città, più volte indicato anche dal Ministro Barca come la chiave del futuro della programmazione, una pianificazione di interventi coerenti in termini di qualità di vita dei cittadini. Il Presidente Vendola e il Sindaco Stefàno si rivedranno prima della pausa estiva per siglare l’intesa.  
   
   
LAVORO: APPROVATO RAPPORTO ESECUZIONE FSE 2011, IMPEGNATI 63 MLN. EURO 2007-2013: 319 MLN. EURO FSE INVESTITI IN FVG  
 
 Trieste, 17 luglio 2012 - Una promozione a tutto campo quella attribuita dalla Commissione europea all´assessorato regionale al Lavoro nell´ambito della verifica sull´attuazione dei programmi previsti dal Fondo Sociale Europeo, che nel periodo 2007-2013 ha previsto un investimento complessivo in Friuli Venezia Giulia di circa 319 milioni di euro. Si è tenuta nei giorni scorsi, infatti, la riunione annuale del Comitato di sorveglianza del programma operativo del Fse, che è l´organismo composto dai rappresentanti della Commissione europea, dei ministeri (Lavoro, Economia, Sviluppo economico), delle parti sociali e delle Province. Al termine dei lavori il Comitato ha approvato il rapporto di esecuzione del Fse per il 2011 sottolineando, per voce del membro incaricato della Commissione europea, Paola Bertolissi, la bontà del lavoro svolto sia dal punto di vista dell´utilizzo dei fondi disponibili sia per quanto riguarda i contenuti delle attività indirizzate ai lavoratori colpiti della crisi economica (in cassa integrazione, in mobilità e disoccupati) e sia per quel che attiene al numero complessivo delle persone coinvolte. Nello specifico, nel 2011 sono stati impegnati complessivamente 63 milioni di euro, mentre per quel che riguarda i dati aggiornati alla fine di maggio 2012, l´impegno di spesa ha superato l´80 per cento dei 319 milioni ed anche i risultati complessivi degli interventi sono risultati positivi, ponendo la Regione fra le prime dell´intero panorama nazionale. Complessivamente dall´avvio della programmazione hanno partecipato ai progetti finanziati dal Fse quasi 210 mila persone. Entrando nel merito di quelle che sono le attività svolte, registrano il più alto numero di iscritti quelle dell´area dell´occupabilità, ovvero quelle azioni finalizzate all´inserimento dei disoccupati, attraverso percorsi formativi che vengono realizzati in stretto accordo con le imprese, presso le quali si svolgono anche significativi periodi di tirocinio. Sempre in questo ambito vanno ricordati gli interventi rivolti ai lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga, in base ad un apposito accordo 2009 fra il Governo e le Regioni. A tal riguardo, dal settembre 2009, sono stati formati quasi 14 mila lavoratori in cassa integrazione o mobilità in deroga, con in aggiunta un contributo, sempre carico del Fondo sociale europeo, relativo agli assegni erogati dall´Inps a questi lavoratori. "Ma proprio prendendo a riferimento le attività formative realizzate nel periodo 2008/2011 - ha detto l´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi - e dunque in una situazione di crisi economica e di difficoltà occupazionale, emerge che a 6 mesi dalla conclusione dell´attività formativa il 48,6 per cento degli allievi, tutti disoccupati durante il corso di formazione, risultano ora essere occupati; tale tasso sale al 61,4 per cento se ricondotto a 12 mesi dalla conclusione del periodo di formazione". "Questi - ha sottolineato l´assessore - ritengo rappresentino una serie di risultati più che incoraggianti, che indicano ancora un volta quanto strategica risulti essere la formazione, in una logica di un mercato del lavoro sempre più legato alle competenze professionali". Sempre nell´area occupabilità, far gli interventi non formativi, va ricordato il finanziamento per il personale che opera presso il Centro per l´impiego allo sportello assistenti familiari, nell´ambito del progetto Siconte. Un altro settore importante di intervento del Fse è quello che riguarda la formazione superiore. In particolare il finanziamento alle attività degli istituti tecnici nei percorsi post-diploma di istruzione e formazione tecnica. Oltre a questi ci sono tutti gli interventi che favoriscono anche l´alta formazione post-laurea, con una serie di dispositivi che permettono ai giovani laureati di intraprendere dei percorsi all´estero finalizzati al conseguimento del master. Infine, un´attenzione particolare è stata anche riservata alle professioni dell´area sociosanitaria e socioassistenziale, in considerazione dell´andamento demografico e della necessità in futuro di poter disporre sempre più di figure professionali di questo tipo. In quest´ottica è partito un programma specifico che permetterà la formazione e l´accesso alla qualifica professionale per circa 1.000 nuovi operatori sociosanitari.  
   
   
SCOMMETTIAMO SUI GIOVANI, LA GIUNTA FINANZIA LA CONCLUSIONE DEL PROGETTO  
 
 Trento, 17 luglio 2012 - La Giunta provinciale ha votato il 13 luglio all’unanimità l’ultima parte di finanziamento del progetto Scommettiamo sui giovani per totali 161 mila euro, accogliendo così la proposta dell´assessore all´urbanistica e enti locali Mauro Gilmozzi e dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi. L’iniziativa sperimentale, riguarda la prevenzione psico-sociale del disagio infantile. Oltre alla Provincia autonoma di Trento, sono coinvolte l´Università degli Studi di Trento e l´Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. E’ in programma per il 3 ottobre 2012 un seminario, nel corso del quale saranno delineate le possibili evoluzioni dei servizi territoriali a sostegno della genitorialità e della salute mentale in età evolutiva. Investire sui giovani risulta, alla lunga, sempre vincente. Ci sono progetti che fin da subito dimostrano la validità e l’utilità sociale. E il caso di “Scommettiamo sui giovani”, progetto di ricerca-intervento voluto per promuovere la tutela della salute mentale in età evolutiva e prevenire le condizioni che possono essere causa di disagio e di comportamenti antisociali in età adulta. L’obiettivo è di sperimentare un intervento di prevenzione fortemente basato su visite domiciliari (home visiting) da parte di personale sanitario (ostetriche) ed educativo (educatrici professionali), rivolto a madri in condizioni di rischio psico-sociale, al fine di supportare le loro capacità genitoriali e ridurre le probabilità che nel bambino si sviluppino forme di disagio. “Scommettiamo sui giovani” ha preso avvio in Valsugana e Primiero, Alto Garda e Ledro, per arrivare a Trento, e ha coinvolto complessivamente oltre 100 madri, che si sono confrontate con operatori sociali e sanitari, formati dall’Università di Trento (Facoltà di Scienze cognitive). A tutte le famiglie coinvolte è stato garantito un accesso facilitato ai servizi di comunità consentendo ai partecipanti di fare un uso migliore dei servizi prescolari, sanitari e sociali presenti sul territorio. A ciascuna coppia madre-bambino è garantito un accompagnamento di 27 mesi, 3 mesi durante la gravidanza e 24 mesi dalla nascita del bambino. Gli effetti del progetto saranno valutati sulla base di analisi statistiche di confronto tra il gruppo di trattamento e il gruppo di controllo, utilizzando strumenti standard che misurano il benessere della madre, le competenze parentali, la relazione madre-bambino, lo sviluppo psico-affettivo del bambino. Sono previsti inoltre momenti di valutazione dell’efficacia dell’intervento. “Scommettiamo sui giovani” ha prodotto un anno fa la pubblicazione di un manuale, edito dalla Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alla salute e politiche sociali, collana infosalute, scritto da un gruppo di psicologi del Laboratorio di osservazione e diagnostica funzionale dell’Università degli studi di Trento, scaricabile all’indirizzo internet:http://www.Trentinosalute.net/contenuti/pubblicazioni/focus/6-scommettiamo-sui-giovani.-manuale-d-intervento. Al fine di garantire modalità di lavoro condivise tra tutti gli operatori sociali e sanitari coinvolti, sono stati effettuati incontri di formazione specifici da parte del personale dell’Università nonché supervisioni di gruppo a cadenza quindicinale. Sulla scorta dell´interesse emerso la Facoltà di scienze cognitive dell´Università degli studi di Trento, ha organizzato inoltre nel 2011 un Master di I livello direttamente collegato al progetto Scommettiamo sui giovani, dal titolo: “Metodologie di intervento educativo in contesti specifici e territoriali”. Il progetto Scommettiamo sui giovani sta riscuotendo interesse anche al di fuori della provincia di Trento; numerose sono le richieste di informazioni sul progetto e sul Manuale di intervento. L’obiettivo di allargare ad altre realtà italiane progetti simili a Scommettiamo sui giovani, si sta realizzando grazie ad alcuni preliminari contatti con i Dipartimenti materno-infantile di altre Aziende Sanitarie. E’ in programma per il 3 ottobre 2012 un seminario che, nel dar conto dei risultati raggiunti, delinei le possibili evoluzioni dei servizi territoriali a sostegno della genitorialità e della salute mentale in età evolutiva.  
   
   
SARDEGNA, TIROCINI CON VOUCHER: IL 25% DEI BENEFICIARI HA RICEVUTO UNA PROPOSTA DI LAVORO  
 
Cagliari, 17 Luglio 2012 - "Il 25% dei tirocinanti ha già ricevuto una proposta di lavoro. Questa è la vera soddisfazione per noi". Lo ha annunciato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, commentando i dati ricavati dall´elaborazione dei questionari distribuiti dall´Agenzia del Lavoro alla fine dei Tirocini con voucher alle aziende e ai tirocinanti. "Le cifre - ha evidenziato il presidente - attestano una significativa efficacia dei voucher formativi come strumento di avvicinamento al mondo del lavoro". I 3.700 voucher, messi a disposizione dalla Giunta regionale in quest´ultimo anno, sono stati monitorati dall´Agenzia fino al termine dell´esperienza di tirocinio, e dall´analisi dell’andamento e dell´efficacia, è emersa l´estrema utilità dell’iniziativa che si chiude con un bilancio più che positivo. "I risultati ottenuti - ha aggiunto il direttore dell’Agenzia, Stefano Tunis - confermano che il tirocinio, così come tutti gli strumenti di inserimento professionale, sono un´ottima opportunità, sia per il datore di lavoro che per chi cerca di inserirsi nel mondo del lavoro".  
   
   
APPUNTAMENTI PER IL LAVORO IN PIEMONTE  
 
Torino, 17 luglio 2012 - Si è svolto il 13 luglio a Torino il primo degli “appuntamenti per il lavoro” organizzati dall’Agenzia Piemonte Lavoro e dalla Regione. Il tema trattato è stato la bilateralità in Piemonte. “Il valore della bilateralità oggi è fortemente legato - ha dichiarato nel presentare l’iniziativa Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro e Formazione professionale - alla capacità degli enti bilaterali di iniziare un percorso di ricerca per fare sistema con la programmazione regionale. Noi siamo interessati ad approfondire la tematica, a monitorare le eccellenze e le buone pratiche per valutare le possibili sinergie con il mercato del lavoro, la formazione, i servizi per il lavoro e metterle in rete”. In Piemonte gli artigiani iscritti all’Ebap, l’Ente bilaterale artigianato Piemonte, rappresentano il 64% delle imprese e l’80% circa dei lavoratori. Nell’edilizia aderiscono alle casse edili il 7,4% delle imprese con dipendenti e il 60,2% dei lavoratori. L’ebap si articola su quattro importanti fondi: sostegno al reddito, rappresentanza sindacale, sicurezza e formazione. Tutti gli interventi straordinari di sostegno al reddito realizzati negli ultimi anni sono oggi strutturali: 32.000 prestazioni ai lavoratori su 3 milioni e 700 mila ore di riduzione lavorativa e 3.500 interventi su progetti straordinari a favore di lavoratori e imprese. Nell’edilizia molte sono le prestazioni che offrono le casse edili, soprattutto per il welfare integrativo come prestazioni sanitarie, borse di studio e libri scolastici, attività per le persone con disabilità e sussidi antinfortunistici. Tra i nuovi compiti anche la certificazione sulla regolarità delle imprese: con Inps e Inail hanno emesso 25.000 Durc, il documento unico di regolarità contributiva. E inoltre sono state 5.157 le imprese e 363.899 i lavoratori che hanno aderito a Fondimpresa, fondi per la formazione continua di lavoratori occupati, e 11.604 le imprese e 41.913 i lavoratori che hanno aderito a Fondartigianato.  
   
   
VOLONTARIATO TOSCANO, ECCO L’IDENTIKIT  
 
Firenze, 17 luglio 2012 - In Toscana ci sono oltre 3mila associazioni di volontariato e 116mila volontari (di cui il 59% risultano attivi in modo continuativo e gratuito). Il 78% delle organizzazioni opera in ambito sociale e sanitario. Si stima che in Toscana il fenomeno del volontariato coinvolga circa 1.365.000 persone (compresi soci non attivi e donatori), pari al 38% della popolazione residente. E sono più di 200mila le persone che usufruiscono dei servizi offerti. Secondo l’ultima indagine Istat sulle organizzazioni di volontariato, mentre a livello nazionale l’8% della popolazione italiana sopra i 14 anni partecipa ad attività gratuite di volontariato, in Toscana questa percentuale è pari al 10,6%. Il volontariato toscano è un fenomeno in aumento che registra un incremento costante delle associazioni: dal 2006 ad oggi sono aumentate del 19%, con un tasso di crescita che è stato costante negli anni (intorno al 2-3% annuo). Per quanto riguarda la tipologia di attività svolta dalle associazioni di volontariato, la maggior concentrazione si registra nel settore sanitario, seguito a breve distanza dal settore sociale. Insieme i due settori raccolgono circa il 78% delle associazioni presenti sul territorio regionale. Il settore culturale rappresenta invece l’attività prevalente per quasi il 9% delle associazioni, seguito dal settore della protezione civile e da quello ambientale. Dati particolarmente rilevanti se proiettati sul panorama nazionale, dal momento che le associazioni toscane rappresentano il 16% e il 13% di quelle operanti rispettivamente nel settore culturale e della tutela ambientale a livello italiano. Hanno invece una rappresentanza sensibilmente inferiore i settori del volontariato internazionale e della tutela e promozione dei diritti, ai quali si dedicano come prima attività complessivamente il 3,6% delle associazioni. Le organizzazioni di volontariato iscritte al Registro regionale (previsto dalla L.r. 28/1993 e successive modifiche) sono le seguenti: Associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali per provincia al 28-11-2011 nella Regione Toscana
Comuni capoluogo Associazioni di promozione sociale Organizzazioni di volontariato Cooperative sociali Totale
Livorno 193 292 39 524
Firenze 378 641 142 1.161
Massa-carrara 143 155 39 337
Pistoia 161 222 49 432
Lucca 151 441 64 656
Pisa 304 296 42 642
Grosseto 67 190 31 288
Prato 81 166 38 285
Arezzo 120 240 59 419
Siena 90 303 49 442
Toscana 1.688 2.946 552 5.186
Fonte: Regione Toscana, Sistema Informativo del Terzo Settore.
Dalla banca dati Cesvot risulta invece che nel 2006 erano 2544, mentre oggi sono 3209, di cui 2.946 iscritte al Registro Regionale del volontariato. Oltre il 65% di esse ha attivato forme di collaborazione stabili con Cesvot, partecipando ad attività e servizi promossi dal Centro Servizi. Chi sono i volontari toscani? In uno dei Rapporto Cesvot sul volontariato toscano viene tracciato un identikit dei volontari toscani: hanno mediamente un’età compresa tra i 30 e i 54 anni, sono in maggioranza donne (53,5%) e il 52% ha un’occupazione fissa, mentre solo il 2,7% è in cerca di lavoro. La gran parte dei volontari giovani è studente universitario con il 68,7% e ha un’età compresa tra 19 e 24 anni (84,5%). Interessante la crescente partecipazione al volontariato da parte della popolazione anziana. In questo caso sono gli uomini ad essere in maggioranza con il 54,8%. Il 70,7% dei volontari anziani è coniugato, il 18,9% è vedovo mentre il 7,9% è ancora celibe o nubile. Anziani e giovani sono presenti soprattutto in associazioni di piccole dimensioni, mentre nelle organizzazioni medie e grandi è più consistente la presenza di volontari con età tra i 35 e i 55 anni. Il 45% dei volontari toscani dichiara che fare volontariato è una scelta dettata da una motivazione etica (religiosa e/o laica). Il 63,8% dei volontari toscani, sia maschi che femmine, dichiarano che per migliorare la loro organizzazione occorrerebbe favorire l’afflusso di un maggior numero di volontari nell’organizzazione, mentre sono soprattutto i volontari maschi ad evidenziare la necessità di favorire l’afflusso di nuovi finanziamenti mediante opportune attività di fund raising. Il coinvolgimento del volontariato Si tratta di una partecipazione di tipo procedimentale (ad esempio attraverso l’intervento degli enti di volontariato nel procedimento programmatorio e legislativo) e di tipo organico (cioè attraverso la creazione di organi ad hoc istituiti per la rappresentanza – Consulta) che è frutto di una scelta dell’amministrazione motivata anche dall’accoglimento di istanze provenienti dalla società civile (sia in forma singola sia in forma associata). Consulta Regionale del Volontariato La Consulta regionale del volontariato è attiva dal 1994 ed è formata da federazioni di associazioni maggiormente rappresentative e membri designati dalle Consulte provinciali. La Consulta Regionale del Volontariato è prevista dall’art 7 della L.r. 28/1993: il Consiglio e la Giunta regionale chiedono alla Consulta delle organizzazioni di volontariato il parere sulle proposte di legge e sui programmi concernenti i settori in cui operano le organizzazioni stesse, da esprimersi non oltre venti giorni dalla richiesta. La Consulta può avanzare proposte al Consiglio e alla Giunta regionale al fine dell’adozione di tali provvedimenti.
 
   
   
PARI OPPORTUNITA´ LOMBARDIA: RETE TRA ASSOCIAZIONI  
 
Milano, 17 luglio 2012 - Si chiama ´Progettare la parità in Lombardia´ ed è un´iniziativa rivolta alle 321 associazioni femminili iscritte all´albo regionale approvata dalla giunta della Regione Lombardia su proposta del presidente Roberto Formigoni. L´obiettivo è quello di cofinanziare, con le 50.00 euro messe a disposizione dalla regione, i progetti promossi dalle associazioni femminili e dagli enti locali in partenariato con altri soggetti pubblici, provati ed imprese. L´iniziativa permette di moltiplicare gli interventi di pari opportunità sul territorio, rendere visibili e riconoscere le iniziative delle associazioni femminili e dei Comuni e quindi fidelizzare e rafforzare le reti, qualificare le iniziative stimolando la loro capacità di progettazione rivolta al territorio e incentivare la capacità di collegamento con altri soggetti pubblici e privati del territorio per attivare, in attuazione al principio della sussidiarietà, sinergie con scuole, Comuni, Asl, Forze dell´ordine ed imprese. "Questa iniziativa - ha detto il sottosegretario alla Moda, Design e Pari opportunità della Regione Lombardia Ombretta Colli - garantisce alle associazioni un aiuto concreto, pur in un momento delicato come quello in cui ci troviamo, e rappresenta anche un riconoscimento del loro impegno. Inoltre, il fatto di favorire e promuovere l´aggregazione tra realtà diverse è un ulteriore incentivo a fare rete, e a realizzare quel principio di sussidiarietà da sempre al centro delle politiche di Regione Lombardia". Le 321 associazioni riconosciute hanno, fino ad oggi, dato vita a diversi progetti : dai centri antiviolenza, ai corsi di auto difesa, da come compilare un curriculum vitae a come si accoglie una donna maltrattata, da progetti sull´affettività a corsi per donne immigrate.  
   
   
CONCILIARE FAMIGLIA E LAVORO, DE FILIPPO: VALORIZZIAMO DUE RISORSE E´ CULTURALMENTE INACCETTABILE LA POSSIBILITÀ DI UN DUALISMO TRA DONNE LAVORATRICI E DONNE MADRI  
 
Potenza, 17 luglio 2012 - “La necessità di conciliare famiglia e lavoro per una donna non può essere confinata a una vicenda privata, ma anzi è una questione che sotto il profilo pubblico riveste una duplice valenza: recuperare energie per lo sviluppo e la competitività regionale e rafforzare un modello integrato di welfare in cui i primi bisogni trovano ancora un valido supporto in ambito familiare”. Così il presidente della Regione, Vito De Filippo, a commento del convegno su conciliazione tra famiglia e lavoro. “Culturalmente è inaccettabile - ha detto De Filippo - la possibilità di un dualismo tra donne lavoratrici e donne madri, sia pure volendolo limitare a singole fasi della vita. E questa battaglia passa per molteplici aspetti: una maggiore dotazione di servizi, e in questo gli asili domiciliari possono essere un valido contributo, un cambio di mentalità delle aziende, che comprendano come forme di flessibilità nelle gestione degli orari di famiglia e lavoro possano essere un lavoro, e anche cambi di mentalità delle famiglie, con una ripartizione della responsabilità genitoriale sempre più equamente condiviso”.  
   
   
MAMMA E LAVORATRICE: DA UNO STUDIO LA STRATEGIA PER CONCILIAREI RISULTATI DELLE INIZIATIVE MESSE IN ATTO IN SEGUITO ALL’INTESA CONCILIAZIONE, SOTTOSCRITTA CON IL DIPARTIMENTO PARI OPPORTUNITÀ DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, PRESENTATI IN UN CONVEGNO A POTENZA.  
 
Potenza, 17 luglio 2012 - Conciliare vita familiare e lavoro per le donne non è un’impresa senza speranza, servono strutture adatte e, soprattutto, anche in questo serve il giusto know how e la giusta sensibilità per individuare le modalità più efficaci che consentano di conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro. E’ questo il risultato che è emerso dalle iniziative attuate dalla Regione Basilicata nell’ambito dell’Intesa Conciliazione, sottoscritta con il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, i cui esiti sono al centro del convegno programmato per oggi a Potenza “Conciliare tempi di vita e di lavoro: gli esiti dell’attuazione dell’intesa conciliazione in Basilicata”. L’iniziativa che si è svolta in Basilicata tra lo scorso autunno e la fine dello scorso mese di giugno, è stata in particolare articolata su due progetti: il primo è stato teso ad individuare le difficoltà che le donne hanno nel rientrare al lavoro dopo la maternità, il secondo alla sperimentazione degli “asili domiciliari”, ossia un servizio di assistenza a un massimo di 5 bambini, con orario flessibile, fornito presso un domicilio familiare da una mamma, coadiuvata da un operatore specializzato, che possono rappresentare una prima risposta all’esigenza di conciliazione dei tempi di famiglia e lavoro. Un problema che è molto più presente di quanto possa sembrare e non solo in Basilicata. In Italia, nel 2011, 17.681 persone hanno scelto di dimettersi. Si tratta principalmente di donne (17.175 lavoratrice a fronte di 506 uomini) che scelgono di rimanere a casa nel momento stesso in cui diventano genitori o comunque entro il compimento del primo anno di vita del bambino. Un fenomeno che si ripropone in maniera proporzionale in territorio lucano: 114 dimissioni nell’arco del primo anno di “genitorialità” convalidate nel 2011 di cui 113 lavoratrici madri e un solo lavoratore padre. E tutto questo in un periodo storico in cui, a causa della crisi, l’uscita dal mondo del lavoro non è confortata dalla speranza di poter trovare facilmente un’altra occasione quando lo si vorrà. Su questo tema si è incentrata un’attività di ricerca per comprendere le difficoltà, legate al rientro e alla permanenza nel mondo del lavoro, vissute dalle donne dopo la maternità, condotta tra settembre 2011 e giugno 2012 e seguita da una fase di ascolto. Nel corso della ricerca sono state analizzate tutte le azioni messe in campo negli ultimi 10 anni individuando quali erano i benefici che si erano verificati e quali i punti di debolezza ancora presenti. Questa prima fase del lavoro è stata ulteriormente approfondita sottoponendo un questionario alle donne e alle loro famiglie per individuare le difficoltà incontrate al momento del rientro al lavoro. E la difficoltà inevitabilmente, è quella di rispondere a due diverse aspettative, quelle accresciute della famiglia e quelle del lavoro. Un’operazione non impossibile, ma l’analisi dei dati ha fatto emergere come sia le donne che le aziende lucane avessero bisogno di un supporto che le orientasse verso la scelta delle modalità più efficaci per conciliare al meglio tempi di vita e di lavoro. Tra gli interventi maggiormente richiesti dalle donne intervistate emerge la necessità di azioni di aggiornamento e formazione professionale che accompagni il rientro al lavoro, di forme contrattuali e orari di lavoro più flessibili; di usufruire di un sostegno economico per i servizi di cura legati alla maternità; di azioni tese a garantire il reintegro nelle proprie mansioni e possibilità di inclusione in percorsi di carriera; orientamento sulle possibilità offerte dalla normativa vigente (congedi parentali obbligatori e facoltativi) e concessione di permessi specifici. Così, è stato deciso di mettere in campo strumenti di consulenza per favorire il rientro al lavoro dopo la maternità, rivolti sia alle neomamme che alle aziende. A queste ultime, e alle rappresentanze sindacali, sono state illustrate tutte le possibilità legislative e fiscali esistenti per conciliare tempi di vita e di lavoro, mentre è stata poi offerta una consulenza per elaborare dei veri e propri piani di conciliazione famiglia-lavoro in grado di mettere in campo la necessaria flessibilità lavorativa per le mamme lavoratrici che, pur senza incidere sulla qualità delle prestazioni, consenta di rispondere alle esigenze familiari non sempre puntualmente programmabili. Inoltre, sono stati attivati gli sportelli di facilitazione work family presso i Centri per l’Impiego di Potenza, Melfi, Villa d’Agri, Matera, Lavello, Laurenzana e Baragiano, dove, entrando in contatto con le donne e con le famiglie è possibile proporre soluzioni o fornire informazioni sulla possibilità di conciliare l’attività lavorativa con il ruolo di mamma. E da tutta questa attività sono emerse delle “linee guida” per la conciliazioni che possono rappresentare un punto di riferimento per lavoratrici e aziende. Uno dei problemi principali, per la donna, è quello di delegare la cura del bambino nelle ore in cui ci si dedica al lavoro. E in questo una specifica attività ha riguardato gli asili domiciliari. L’intero progetto è stato condotto nei comuni lucani con popolazione inferiore ai 3000 abitanti (sono stati 78 i comuni interessati al censimento). Grazie ad alcuni aspetti peculiari che caratterizzano ancora la gran parte della popolazione dei piccoli paesi della Basilicata quali la reciprocità e la mutua assistenza, nei piccoli centri è possibile avviare un sistema avanzato di servizi di cura per l’infanzia, meglio conosciuto come “asilo domiciliare”. Lo rivela il percorso sperimentale dei modelli innovativi di servizi di cura per l’infanzia condotto nei comuni di Brindisi di Montagna, Miglionico e Castronuovo Sant’andrea. Al termine del percorso, rivolto alle famiglie e finalizzato ad aiutare le mamme a conciliare tempi di vita e di lavoro sono state delineate le linee guida per l’implementazione e la gestione del servizio educativo familiare. A Brindisi di Montagna il servizio educativo è stato organizzato all’interno dell’abitazione di uno dei bambini che partecipava alle attività. La mamma, opportunamente formata, è diventata l’operatrice di supporto che ha affiancato l’educatrice professionale. Dunque è stato possibile dare un’opportunità lavorativa ad una donna del paese che, allo stesso tempo, non ha dovuto lasciare ad altri il figlio. E poi le altre mamme si sono sentite rassicurate dalle presenza di una persona conosciuta. A Miglionico, dove ci sono più mamme che lavorano, il servizio è stato organizzato all’interno dell’abitazione di un’operatrice che in questo caso, però, non ha figli propri tra i bambini ospitati. A Castronuovo di Sant’andrea si è scelto di organizzare il servizio all’interno di una struttura, di proprietà del comune, già organizzata per ospitare servizi di cura per l’infanzia e arredata in modo tale da riproporre un ambiente familiare. Anche in questo caso sia l’educatrice che l’operatrice facevano parte della comunità, ma non erano mamme di bambini coinvolti nella sperimentazione. Nello spazio antistante la sala Inguscio è stato riproposto il servizio educativo domiciliare sperimentato nei comuni citati. In questo modo, le mamme che hanno partecipano al convegno hanno potuto affidare i propri figli a un’operatrice specializzata. Consegnato un opuscolo contenente le linee guida relative al modello di gestione del servizio educativo domiciliare per la prima infanzia. Nel pomeriggio i lavori del convegno continuano con workshop specifici.  
   
   
MARCHE: NUOVI INTERVENTI PER L’AFFIDO E L’ACCOGLIENZA RESIDENZIALE DEI MINORI FUORI FAMIGLIA  
 
Ancona, 17 luglio 2012 - “La Giunta regionale ha definito i nuovi criteri per gli interventi a favore dei minorenni allontanati temporaneamente dalla propria famiglia. Dal 1994 vengono assegnati annualmente contributi economici ai Comuni che assicurano i servizi socio-educativi residenziali per questi minori, sia attraverso le comunità d’accoglienza che attraverso le famiglie affidatarie. “Da tempo - afferma l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi – i Comuni segnalano la carenza di indirizzi regionali che stabiliscano in modo omogeneo le tariffe praticate da ambedue i luoghi di accoglienza, per questo era più che mai necessario disciplinare in maniera coerente le dinamiche economico-finanziarie riguardanti le varie soluzioni residenziali messe in atto per la tutela dei minori nelle Marche, avendo in ogni caso l’obiettivo prioritario di sostenere la pratica dell’affidamento familiare”. Quest’ultima scelta, in particolare, comporta di conseguenza la rimodulazione dei criteri di assegnazione dei fondi regionali destinati ai minori fuori famiglia. “Si è voluto sostanzialmente dare certezza e coerenza al sistema regionale di interventi economici e di sostegno in materia di affidamento familiare e accoglienza residenziale – spiega Marconi – garantendo un intervento uniforme, congruente e costante da parte della Regione in relazione ai contributi per le famiglie affidatarie e alle tariffe delle strutture residenziali di accoglienza. Ritengo che queste soluzioni da una parte sostengano l’affidamento familiare e dall’altra diano la giusta sicurezza anche alle comunità d’accoglienza”. Riguardo all’affido, per la definizione dei contributi economici è stato individuato come parametro di riferimento la pensione per gli invalidi oltre i 60 anni che per il 2011 è pari a 604 euro, con una maggiorazione del 10% in presenza di neonati e del 50% in presenza di minori disabili. I contributi poi variano rispetto alle diverse tipologie e caratteristiche di affido. Tra le novità, l’istituzione di un registro regionale di associazioni di famiglie affidatarie. Previste, inoltre, una serie di agevolazioni per l’affidamento familiare, dall’esenzione del ticket per i minori o per le cure ortodontiche e protesi dentali, alla gratuità per i servizi comunali di mensa, trasporto scolastico, nido d’infanzia, al contributo per l’acquisto di testi scolastici. “L’applicazione di queste misure – dichiara Marconi – dipenderà dalle disponibilità finanziarie che saranno indicate dalla Giunta regionale, eventualmente estendendole alle strutture di accoglienza residenziale”. Le tariffe delle strutture residenziali di accoglienza sono invece determinate in base al nuovo sistema tariffario regionale delle strutture residenziali e semiresidenziali delle aree sanitaria extraospedaliera, sociosanitaria e sociale. I criteri di riparto dei fondi regionali da destinare ai Comuni prevedono che il destinatario del finanziamento sia il Comune capofila dell’Ambito territoriale sociale a cui viene assegnata e liquidata la quota spettante per i servizi residenziali. Il contributo viene utilizzato in primo luogo per coprire il 90% dei costi sostenuti per l’affidamento familiare da tutti i Comuni. Il resto viene distribuito agli Ats sulla base dei costi dell’accoglienza residenziale, garantendo la copertura di almeno il 40% delle spese sostenute dai Comuni fino a 5000 abitanti e il 40% per le spese per i minori stranieri non accompagnati; il rimanente va ai Comuni con più di 5000 abitanti, in proporzione alla spesa sostenuta.  
   
   
MILANO: QUARTIERE RUBATTINO. DA SETTEMBRE 2014 UNA NUOVA SCUOLA E UN NIDO D’INFANZIA PER 195 BAMBINI  
 
Milano, 17 luglio 2012 - Dall’anno scolastico 2014/2015 i bambini e i genitori del quartiere Rubattino avranno una nuovo complesso scolastico comprendente una scuola d’infanzia e un nido. La struttura ospiterà in totale 195 bambini. Questa mattina è stato approvato dalla Giunta comunale il progetto definitivo. L’istituto sarà costruito tra via Caduti in Missione di Pace e via Rubattino. Al piano terra ci sarà la scuola d’infanzia: 135 bambini suddivisi in 5 sezioni. Ogni sezione avrà un proprio servizio igienico e accesso diretto al giardino. Alcuni spazi tra le aule saranno pavimentate con materiali anti-trauma per consentire spazi gioco condivisi. Al primo piano ci sarà il nido: 60 bimbi suddivisi in 3 sezioni. Ogni sezione sarà dotata di terrazze esterne semicoperte. Il nido avrà anche uno spazio cucina. “Il disinteresse della precedente Amministrazione ha tenuto fermo questo intervento, già finanziato dal 2005. Siamo giunti alla definizione di questo nuovo progetto grazie al confronto diretto con Consiglio di Zona 3 e con i cittadini. Abbiamo ascoltato e accolto molti dei loro suggerimenti, tra cui un ampliamento ulteriore degli spazi all’aperto e una maggiore attenzione rivolta al risparmio energetico. Da molto tempo gli abitanti della zona chiedevano un nido e una materna, servizi fondamentali per una grande città: finalmente i tempi di realizzazione sono certi, e ciò permetterà alle famiglie già formate e a quelle nuove che si formeranno di avere una migliore qualità della vita”. Lo dichiarano Maria Grazia Guida, vice Sindaco e assessore all’Educazione, e Lucia Castellano, assessore ai Lavori pubblici. Il nuovo progetto prevede l’ampliamento delle terrazze dell’asilo nido, così come l’aumento degli spazi del giardino da dedicare a orto e attività di gioco. I materiali usati e le finiture interne ed esterne favoriranno la riduzione dei consumi energetici nei periodi estivi e invernali. L’area su cui sorgerà la scuola è stata oggetto di bonifica (trattandosi dell’ex area industriale Maserati) e di approfondita indagine ambientale. I lavori dureranno 400 giorni e dovrebbero terminare nella primavera del 2014. Il costo totale è di 4 milioni e 700 mila euro.  
   
   
BONUS BEBÈ 2012  
 
Torino, 17 luglio 2012 - Anche quest’anno la Regione Piemonte mette a disposizione delle famiglie il Bonus bebè, che consiste in voucher del valore complessivo di 250 euro per ogni nuovo nato, spendibili nelle farmacie e nei supermercati per l’acquisto di prodotti per l’igiene e per l’alimentazione della prima infanzia. I genitori possono presentare la documentazione agli sportelli della propria Asl (Ufficio “scelta e revoca del medico/pediatra" o altro ufficio individuato dall’azienda), la quale, verificata la documentazione, predisporrà un elenco. Ha diritto al bonus ogni bambino nato dal 1° gennaio al 31 dicembre 2012 residente in Piemonte e la cui famiglia ha un reddito Isee non superiore a 38.000 euro. Sono compresi i minori in tutela, nati del 2012, in affidamento familiare o in comunità alloggio e in affidamento pre-adottivo. Possono beneficiarne anche i bambini adottati che compiono 3 anni entro il 31.12.2012 e la cui pratica di adozione si è conclusa nell’anno 2012. Anche in questo caso, la famiglia adottiva deve avere un reddito Isee non superiore ai 38.000 euro.  
   
   
TRENTO: PROSEGUE LA SPERIMENTAZIONE DEL PROGETTO "REGISTRO PROVINCIALE CO-MANAGER" APPROVATO DALLA GIUNTA, UNISCE DIVERSI ENTI PER PROMUOVERE INTERVENTI DI CONCILIAZIONE LAVORO - FAMIGLIA  
 
Trento, 17 luglio 2012 - Approvato il 13 luglio dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, lo schema di Accordo volontario per la nuova fase di sperimentazione del progetto "Registro provinciale co-manager". Il progetto unisce la Provincia autonoma di Trento, l´Associazione Artigiani e piccole Imprese della provincia di Trento, la Coldiretti Trento e la Confesercenti del Trentino nella promozione di interventi a favore della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, come strumento di promozione dell´occupazione femminile. In particolare il "Registro provinciale co-manager" punta alla creazione di una lista di nominativi di persone con esperienza nella gestione d’impresa per sostituire imprenditrici che per vari motivi (in particolare legati alle cure parentali) debbano lasciare la propria attività per un determinato periodo di tempo. La Provincia autonoma di Trento ha tra le proprie priorità di intervento il sostegno alla conciliazione fra i tempi di lavoro e i tempi di vita, non solo come strumento di promozione dell’occupazione femminile, ma anche di un territorio amico della famiglia che possa realmente sostenere la natalità. Si sa che i compiti di cura della famiglia pesano ancora in modo preponderante sulla componente femminile e, in modo particolare nel mondo imprenditoriale, le difficoltà di conciliare i carichi familiari con la propria attività rappresentano per le donne un ostacolo concreto al proseguimento della vita attiva nel mondo del lavoro. Per questo si è deciso di attivare un’azione concreta di supporto alle imprenditrici nelle fasi di vita in cui la sospensione dell’attività imprenditoriale per motivi legati a gravidanza, maternità, cura di familiari potrebbe minare il proseguimento dell’attività stessa, mettendo a disposizione delle imprenditrici un servizio di sostituzione temporanea. La sperimentazione ha preso avvio nel gennaio 2011, con la sottoscrizione di un accordo fra l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami e rappresentanti dell´Associazione Artigiani e piccole Imprese della provincia di Trento e la Confesercenti del Trentino, con il quale i tre soggetti si impegnavano a promuovere e partecipare al progetto "Registro provinciale Co-manager". Il Registro prevede la creazione e la gestione di una lista di nominativi di persone con esperienza nella gestione d’impresa che intendano sostituire imprenditrici, parzialmente o totalmente, nella propria attività per un determinato periodo di tempo. La fase di sperimentazione messa in atto a seguito della firma dell’accordo siglato nel 2011 ha consentito di individuare una modalità condivisa ed efficace di gestione del Registro co-manager che con la delibera approvata oggi dalla Giunta provinciale si vuole formalizzare e sistematizzare. In particolare si vuole proseguire ed ampliare la sperimentazione coinvolgendo nel progetto altri attori del sistema economico provinciale in modo da rendere ulteriormente disponibile il servizio di sostituzione. Fra questi si sono resi disponibili la Coldiretti Trento, ed in particolare il Movimento “Donne Impresa”. L´accordo sarà sottoscritto fra Associazione Artigiani e piccole Imprese della provincia di Trento, Coldiretti Trento e Confesercenti del Trentino, nonché Provincia autonoma di Trento, nelle prossime settimane. La Provincia - attraverso l’Assessorato alla solidarietà internazionale e convivenza e l’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili - si impegna ad accompagnare la nuova fase di sperimentazione secondo le modalità previste dall’Accordo.  
   
   
LAVORO E DONNE,ABRUZZO COME CENTRO NORD  
 
Pescara, 17 luglio 2012 - Ad affrontare le questioni relative alla parità di genere è stata la Consigliera di parità regionale, Letizia Marinelli, che ha spiegato come "l´Abruzzo si colloca, a livello di tassi di occupazione, tra le regioni del centro-nord. Nel nord, in particolare, la differenza è minima tra occupati uomini e donne ma quello che è importante rilevare è come la crisi colpisca proprio le donne nella composizione qualitativa del lavoro, cioè in quello che le donne fanno, nelle mansioni che sono chiamate a svolgere". Eppure, per ovviare a queste problematiche, esistono degli interventi mirati che, nell´ambito dei fondi strutturali europei , sono definiti azioni. "In particolare, nei piani operativi regionali - ha proseguito la professoressa Marinelli ? le politiche di genere trovano spazio quasi costantemente , sulla base di un concetto trasversale che dovrebbe servire proprio a superare la "segregazione" delle stesse donne. C´è poi il problema della differenza retributiva che rileva in tutta Europa e che in Abruzzo produce un forte squilibrio sul reddito delle donne - ha aggiunto la Consigliera di regionale parità ? cosa che accade anche in Paesi del nord Europa come Danimarca, Svezia e Finlandia, notoriamente virtuosi in termini di politiche di parità di genere. Insomma, nonostante lo stanziamento di consistenti quote di fondi strutturali, la situazione delle donne non si è modificata. Probabilmente, alla base di ciò, c´è un sistema basato su analisi inefficaci dell´impatto delle risorse, cosa che non permette un´adeguata valutazione dei risultati prodotti e della possibile riforma del sistema. La proposta consiste dunque nel rivedere la qualità prodotta e non il numero dei soggetti coinvolti previsti dagli indicatori". Un fatto è certo - ha concluso Letizia Marinelli - la Regione Abruzzo si è molto impegnata in questo ambito riuscendo a scongiurare il rischio di disimpegno automatico dei fondi . Resta da vedere, per esempio relativamente alle specifiche politiche inerenti il Fondo sociale europeo, a che cosa abbiano portato in concreto tali interventi".  
   
   
MILANO, POLITICHE SOCIALI. QUASI 4 MILIONI DI EURO PER GLI OVER 60 CON LA PENSIONE SOCIALE MINIMA  
 
Milano, 17 luglio 2012 - Con una delibera approvata il 13 luglio dalla Giunta, il Comune ha stanziato nuovi fondi a favore di cittadini ultrasessantenni in condizione di disagio economico: la cifra complessiva destinata ai sussidi è pari a 3.727.635 euro. “Continua l’impegno di questa Amministrazione nel sostenere le fasce più deboli della società milanese: gli anziani che ricevono la pensione sociale minima e vivono in condizioni di difficoltà economiche possono ricevere un ulteriore aiuto dal Comune”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Si tratta di un contributo economico a carattere non permanente ma limitato nel tempo, per periodi di comprovato bisogno per soggetti in grave disagio economico. Il contributo può essere richiesto da cittadini italiani o stranieri con regolare permesso di soggiorno e residenti a Milano, di età superiore ai 60 anni, con un reddito complessivo netto Irpef il cui ammontare finale non superi l’importo annualmente stabilito dall’Inps quale trattamento minimo mensile (dedotte alcune spese relative all’alloggio). Attualmente il Comune eroga contributi a 3.200 anziani. L’obiettivo dello stanziamento deciso oggi dalla Giunta è dare un po’ più di agio a coloro che ricevono la pensione sociale minima.  
   
   
TOSCANA: SCUOLA DELL’INFANZIA, LA GIUNTA STANZIA 6 MILIONI E 500 MILA EURO E TOGLIE TREMILA BAMBINI DALLA LISTA D’ATTESA  
 
 Firenze, 17 luglio 2012 – La pubblica amministrazione è costretta a ripetute cure dimagranti. Lo Stato taglia i trasferimenti, ma anche il prossimo anno scolastico la Regione Toscana garantirà a tremila bambini, che con le sole risorse del ministero un posto all’asilo non l’avrebbero avuto, la possibilità di frequentare la scuola dell’infanzia. La giunta ha infatti stanziato nella riunione di oggi 6 milioni e 500 mila euro che permetteranno di attivare circa 115 sezioni Pegaso, ancor più dell’anno scorso. Soldi che saranno in particolare utilizzati per coprire la spesa degli insegnanti. “La scuola deve essere di tutti e per tutti. La giunta regionale ne è talmente convinta che oggi, nonostante i tagli annunciati nel decreto della spending review, ha votato la delibera sul finanziamento delle ‘sezioni Pegaso’: le sezioni della scuola dell’infanzia il cui costo sarà interamente coperto dalla Regione” spiega e ribadisce la vice presidente ed assessore all’istruzione, Stella Targetti. “Contiamo così – aggiunge – di far andare a scuola 3000 bambini che altrimenti, vista il blocco dell’organico stabilito dal Ministero, non potrebbero farlo e di aiutare i loro genitori a conciliare meglio famiglia e lavoro”. “La scuola dell’infanzia – precisa – non rientra nelle competenze della Regione, ma noi la consideriamo così importante che già nel piano di indirizzo generale integrato 2012-2015 abbiamo inserito tra le priorità il suo potenziamento. E’ una parte del nostro impegno, portato avanti insieme anche agli enti locali, per garantire e consolidare i servizi all’infanzia in Toscana, nella prospettiva della continuità educativa da 0 a 6 anni. Oggi abbiamo messo un altro mattone nella costruzione di una scuola per tutti”. Dal 2009 l’organico delle scuole statali dell’infanzia è bloccato e questo, negli anni, ha creato sempre più lunghe liste di attesa. Dallo stesso anno la Regione, per scelta politica, ha deciso di intervenire con finanziamenti sostitutivi attivando le cosiddette ‘sezioni Pegaso’. Negli ultimi tre anni sono state finanziate 235 sezioni (98 l’anno scorso) per 470 insegnanti (196 nel 2011-2012) e sono stati investiti 12,8 milioni. I bambini che hanno così trovato un posto alla scuola dell’infanzia sono stati complessivamente 5.850. Un mese fa i bambini in lista di attesa per l’anno scolastico 2012-2013 erano circa 3.200.